Quadrifor Torino/Roma anno 2014
TERZIARIO IN TRANSIZIONE
scenari di evoluzione del mondo dei servizi e dei modelli di business delle
imprese
Enzo Rullani
t.Lab, CFMTTEDis, Venice International Unversity
Laboratorio Network RLN
Il senso dell’innovazione
OGGI
RE-INVENTARE IL FUTURO
IL FUTURO NON SI PREVEDE
SI FA ….
Una volta avremmo cercato di PREVEDERE il futuro atteso studiando in trend in essere e immaginando traiettorie lineari.
TUTTAVIA …… La crisi ha fatto evaporare i trend, rendendo
instabili le traiettorie Il treno dello sviluppo si è fermato e i
passeggeri sono scesi domandandosi come devono fare per riprendere il viaggio interrotto
Si domandano quale sia la meta verso cui andare, con quali compagni di viaggio, con quali attrezzature e quali accordi si possa iniziare a muoversi
UN NUOVO VIAGGIO COMINCIA, MA NON E’ DATA NE’ LA SUA DIREZIONE NE’ LA SUA VELOCITA’
4
PER GUIDARCI, LUNGO LA STRADA DI UN VIAGGIO CHE SI ANNUNCIA LUNGO E DIFFICILE
bisogna soprattutto
AVERE NUOVI OCCHI
Un vero viaggio di scopertanon è visitare nuovi luoghi
ma avere nuovi occhi
Marcel Proust
NON E’ UNA CRISI
ma una transizione
DALL’IDEA DELLA CRISI A QUELLA DELLA TRANSIZIONE
Ci sono tanti modi di innovare e tante ragioni per farlo: ma nella situazione attuale, in cui i margini si restringono, bisogna decidere qual è il modo giusto e la meta verso cui andare
Nelle convulsioni del presente dobbiamo vedere la CRISI del vecchio ordine o i segni della iniziale di una TRANSIZIONE dal vecchio al nuovo ordine?
oggi siamo nel mezzo di una transizione dai due paradigmi produttivi che hanno caratterizzato il novecento
(il FORDISMO 1900-1970, e il CAPITALISMO DISTRETTUALE 1970-2000) ad un nuovo paradigma (il CAPITALISMO GLOBALE DELLA CONOSCENZA)
DE-COSTRUIRE PER RI-COSTRUIRE
Nelle convulsioni del presente dobbiamo vedere la perdita del vecchio ordine o i segni dell’emergere di un nuovo
ordine?
la crisi è un CANTIERE APERTO, in cui si accumulano materiali e risorse che non trovano più uso nel contesto della transizione
il vecchio edificio viene de-costruito e, con i materiali risultanti, molti si affannano a RATTOPPARE l’esistente: ma non servirà a niente, perché le forze che l’hanno logorato finiranno per riaprire le falle e riportare i materiali nel cantiere
BISOGNA PENSARE AD ALTRO, ossia a COSTRUIRE UN NUOVO EDIFICIO (diverso dal precedente)
MA PER FARLO OCCORRE UN PROGETTO DI FUTURO ALLINEATO ALLE ESIGENZE DEL NUOVO PARADIGMA
IN FORMAZIONE
LA DE-COSTRUZIONE DEL VECCHIO ORDINE
la conoscenza codificata diventa mobile e sposta l’asse geografico della
manifattura
UNA PARTE CRESCENTE DELLA CONOSCENZA DIVENTA TRASFERIBILE, E SI MUOVE DA UN
CONTESTO ALL’ALTRO- Se una conoscenza viene codificata, separandola dalle persone e dai contesti di origine, e appoggiandola ad un codice astratto che regola la sua riproduzione da parte di altre persone e di altri contesti, essa diventa mobile
- La maggiore codificazione e mobilità della conoscenza è dovuta ai cambiamenti nel modo di produrre e di consumare: il legame sempre più diretto della pratica con automatismi
astratti (scienza, tecnologia, software, algoritmi, modelli, realtà virtuale o simulata), con i linguaggi formali (non solo nella tecnologia, ma anche nella contabilità, nel diritto, nelle procedure organizzative)
Lo sviluppo di una semantica di significati condivisi (mass media)
La meccanizzazione delle lavorazioni e dei servizi La modularizzazione, digitalizzazione e certificazione
delle filiere produttive e del consumo finale L’unificazione del mercato mondiale, dopo la caduta del
comunismo (post-muro = 1989) = la codificazione e la mobilità diventano più convenienti, perché si allargano ad un mercato planetario
IL PROCESSO COMINCIA NELL’INDUSTRIA, IN CUI E’ MAGGIORMENTE VISIBILE, MA POI GRADUALMENTE SI
ESTENDE AL TERZIARIO
IL MONDO IN RIVOLUZIONE
PAESI 2000 2007 2013 % PopolazioneCina 8,3 14,3 30,3 19,1India 1,7 2,8 3,0 17,5Brasile 2,0 2,6 2,8 2,8
Russia 0,8 2,1 2,2 2,0BRIC totale 12,8 21,8 39,3 41,4
Stati Uniti 24,5 17,7 14,3 4,4Giappone 16,0 9,5 7,0 1,8 Germania 6,7 7,5 5,4 1,2Italia 4,2 4,5 2,6 0,9Francia 4,0 3,9 2,6 0,9UE15+Usa+J. 66,0 54.4 39,3 11,8
Corea (sud) 3,2 3,9 3,6 0,7
Dati Global Insight, elaborazioni CSC, a prezzi e dollari costanti
Quote popolazione mondiale al 2013
Quote % su produzione manifatturiera mondiale
IL MONDO NON E’ IN CRISI, MA L’ITALIA, DOPO IL 2007, ARRETRA IN MOLTI SETTORI CHIAVE
M O N D O I T A L I ASETTORI 2007 2013 2007 2013Elettronica 175,8 222,7 61,4 43,9Computer 152,0 181,7 6,6 0,7Macchine e appar. 140,5 160,4 102,8 68,6Apparecchi elettrici 129,0 156,5 73,5 57,4Prodotti in metallo 124,8 131,2 115,6 66,1Metallurgia 144,0 168,5 110,8 90,9Chimica 134,8 155,0 102,0 84,5Alimentare 122,5 144,4 110,7 107,2Auto 137,9 154,1 90,5 47,8Tessile 118,9 139,6 79,4 51,9Abbigliamento 99,8 117,0 101,2 82,0Mobili 115,5 113,7 92,4 70,8Pelletteria 99,9 124,6 67,9 51,4………Totale manifattura 126,3 136,1 99,6 74,5
Dati Global Insight, elaborazioni CSC, a prezzi e dollari 2005
Indice della produzione nel Mondo e in Italia (2000=100)
I SERVIZI IN ITALIA, DI FRONTE ALLA CRISI, REGGONO MEGLIO DELL’INDUSTRIA
ITALIA-SETTORI 2007 var. 2008-2013AGRICOLTURA 3,63 - 6,2 INDUSTRIA manifatt. 20,16 - 9,6COSTRUZIONI 7,09 - 19,9SERVIZI 69,12 - 0,3- Commercio 14,82 - 5,2- Alberghi e ristorazione 5,56 + 5,7- Trasporti e magazzinaggio 4,66 - 3,5- Informazione e comunicazione 2,45 - 0,3- Finanza e assicurazioni 2,82 - 3,5- Servizi alle imprese* 10,80 - 0,6- P.A. e difesa 5,79 - 10,0- Istruzione 6,61 - 7,7- Sanità 7,90 + 7,9- Servizi alle famiglie 3,22 +72,3- Altri servizi collettivi e personali 4,48 - 2,8
Totale Italia 100,00 - 4,2
* immobiliari, noleggio, agenzie di viaggio, attività di supporto alle imprese
Fonte: Istat, nostre elaborazioni
Occupazione nei vari settori nel 2013 (%) e variazione % 2008-13
In tutti i settori (industria, ma anche agricoltura e servizi)
la creazione di filiere globaliporta in superficie
uno squilibrio essenziale tra i COSTI e la PRODUTTIVITA’
In particolare nei COSTI ORARI DEL LAVORO
Dobbiamo scalare un muro
Un sistema fuori equilibrioComparazione dei costi del lavoro tra diverse aree
concorrenti nell’economia globale, anno 2011
Norvegia 64,1 Spagna 28,4Svizzera 60,4 Nuova Zelanda
23,4Danimarca 51,7 Singapore 22,6Svezia 49,1 Grecia 21,8Germania 47,4 Israele 21,4Australia 46,3 Corea 18,9Finlandia 44,1 Argentina 15,9Austria 43,2 Rep. Ceca 13,1Olanda 42,3 Portogallo 12,9Francia 42,1 Brasile11,6ITALIA 36,2 Taiwan 9,3Giappone 35,7 Ungheria 9,2USA 35,5 Polonia 8,8Regno Unito 30,8 Messico 6,5
Filippine 2,0Compensation costs orari (paga + oneri nella media dei
dipendenti della manifattura) in dollari USA (BLS, Department of Labor, USA, dec 19, 2012)
Fuori dal campo visivo sono per ora rimaste ….
CINA e INDIA: due elefanti entrati nel negozio delle cristallerie, che ora cominciano a cadere
Costi orari del lavoro rilevati dal Department of Labor US
Anno 2003 ……. 2006 2007 2008
CINA 0,62 0,81 1,06 1,36- Aree urbane 1,07 1,47 1,83 2,38- Aree non urbane 0,44 0,53 0,64 0,82% su costo USA 2,2% 2,7% 3,4% 4,2%
INDIA 0,81 0,95 1,17 NA
Un piccolo confronto: ITALIA 2011 = 36,2
Compensation costs orari pagati nella manifattura in dollari USA (BLS, Department of Labor, USA, dec 19, 2012)
Che fare?DUE LEVE FONDAMENTALI:
1) cambiare i modelli di business delle imprese, usando in modo diverso la conoscenza
2) catturare l’energia delle onde che muovono la transizione in corso
RI-COSTRUIRE (1)
CAMBIARE I MODELLI DI BUSINESS USANDO DIVERSAMENTE LA
CONOSCENZA
CAMBIARE I MODELLI DI BUSINESS
I precedenti assetti delle imprese, dei territori, del lavoro non reggono più:
• c’è un problema di costi (lavoro, energia, tasse, regole): come compensare lo svantaggio di costo nei confronti dei concorrenti low cost?)
• c’è un problema di qualità (competenze, capacità, innovatività): come superare il gap nei confronti dei competitors eccellenti a scala mondiale?
• La concorrenza di costo e di qualità riguarda certo le imprese (che l’avvertono per prime), ma riguarda ancora di più i territori e le persone, che sono ancorati ad una storia e ad un contesto assai difficile da cambiare
• Non c’è una risposta unica: il sentiero da percorrere è diverso a seconda della storia che si ha alle spalle, e che è diversa per ciascuna impresa e per ciascuna persona.
QUESTO VALE PER TUTTI, ANCHE PER I SERVIZI
SU COSA FARE LEVA? SU UN DIVERSO MODO DI USARE IL POTENZIALE DELLA CONOSCENZA
La conoscenza produce valore (e innovazione):A) generando nuove idee (nuove visioni del mondo, nuovi
significati e linguaggi, nuove soluzioni tecniche o organizzative ecc.) = la CONOSCENZA GENERATIVA (che è complessa e non codificabile) fornisce la CREATIVITA’, ossia idee originali, diverse da quelle pre-esistenti, attraverso le quali si riesce diminuire i costi o ad aumentare le utilità generate dalla filiera produttiva per gli users (ogni uso della conoscenza generativa produce un valore aggiunto pari a v, a vantaggio dell’utilizzatore)
Es: imprenditorialità, creatività, professionalitàB) allargando al massimo il loro bacino di uso (riproduzione
della stessa macchina, dello stesso prodotto, della stessa soluzione, della stessa procedura organizzativa) = la CONOSCENZA REPLICATIVA (codificata, meccanizzata, trasformata in un programma di software o in un algoritmo) produce valore perché per ognuno dei successivi ri-usi (n) genera un valore v in presenza di costi nulli o comunque bassi = MOLTIPLICAZIONE del valore prodotto V=nv
Es. standardizzazione, scala, integrazione a rete
IN FUTURO IL PROCESSO DI CODIFICAZIONE CONTINUERA’- La digitalizzazione continuerà ad estendersi, coinvolgendo un
numero crescente di persone di cose (fabbrica distribuita, ufficio mobile, consumatore “social”, Internet delle cose)
- Nei paesi emergenti, gli investimenti in infrastrutture, macchine, capitale umano, ricerca, regolazione aumenteranno la capacità di assorbimento ossia di apprendimento e di accesso
AVREMO DUNQUE UN SEMPRE MAGGIORE TRASFERIMENTO di conoscenza replicativa, attratta dai luoghi in cui può trovare i fattori e i contesti di uso (costi, capacità) più favorevoli
MA, AL TEMPO STESSO, AUMENTERA’ LA COMPLESSITA’ DA FRONTEGGIARE
- La complessità in aumento richiede un maggiore impiego di conoscenza generativa per governare la varietà, la variabilità e l’indeterminazione
- Lo sviluppo di conoscenza generativa (unica e localizzata) avviene nei territori, che forniscono il contesto adeguato per le professionalità e le capacità collaborative richieste
AVREMO ANCHE INVESTIMENTI CRESCENTI E COSTOSI IN conoscenza generativa, non trasferibile perché collegata alle persone e ai contesti
LA COMPLESSITA’ E’ DESTINATA A CRESCERE
Crescendo la COMPLESSITA’BISOGNA FARE UN INVESTIMENTO IN
CONOSCENZA GENERATIVA PER GOVERNARE
la maggiore VARIETA’, la VARIABILITA’ e l’INDETERMINAZIONE del mondo
Paesi emergenti(Cina, India, …)
Finanza
Mass mediaMode, stili di vita
Tecnologia
PERDITA DI CONTROLLOsui processi
avviati
Circuiti che AMPLIFICANO
e energie LATENTI
Dal mondo dei BISOGNI
a quello dei DESIDERI
Libertà soggettiva di
scelta
Inoltre è il processo moltiplicativo stesso che richiede un uso crescente di CONOSCENZA GENERATIVA
La replicazione della conoscenza codificata ne moltiplica inizialmente il valore (in proporzione agli n ri-usi), ma successivamente si svalorizza per effetto della propagazione (copia, imitazione, sostituzione)
Essa deve dunque essere rinnovata usando la conoscenza generativa è quella parte della conoscenza che interpreta le situazioni ambigue, genera nuove idee, crea modelli, soluzioni e significati innovativi, assumendo il rischio (soggettivo) della loro adozione
Essendo legata alle capacità di specifiche persone collocate in specifici contesti di vita e di lavoro, la conoscenza generativa è unica e non facilmente trasferibile/riproducibile altrove
La sua riproduzione e il suo trasferimento sono possibili, ma passano per processi di apprendimento, scambio e di condivisione che richiedono tempo, implicano costi e, in genere, espongono a rischi in termini di risultato
La conoscenza generativa, che non è mobile ma LOCALIZZATA, è la risorsa distintiva che consente a persone, imprese e territori di mantenere e dare valore alla propria differenza, sul mercato globale
LA CONOSCENZA GENERATIVA COSTA, E LA SUA ACCUMULAZIONE E’ SOSTENIBILE SOLO SE SI RIESCE A
CATTURARE UNA PARTE IMPORTANTE DEL SURPLUS DI FILIERA
MOLTIPLICAZIONE = PROPAGAZIONE
che genera il SURPLUS
INNOVAZIONE = MODELLI
REPLICABILI di prodotto,
macchina ecc.
I NUOVI MODELLI DI BUSINESSPER IMPRESE, PERSONE, TERRITORI
CONOSCENZA GENERATIVA =
CREATIVITA’
CONTROLLO =INSOSTITUIBILITA’
che cattura il SURPLUS
RI-COSTRUIRE (2)
CATTURARE L’ENERGIA DELLE ONDE
PER METTERE IN MOVIMENTO IL MOTORE DELLA RI-COSTRUZIONE, NON BASTA AVERE BUONE
IDEE
BISOGNA APPOGGIARLE ALLA CORRENTE DEI GRANDI TREND CHE TRASFORMANO IL MONDO CREANDO SPAZI PER CERTE INNOVAZIONI E CHIUDENDO LE
POSSIBILITA’ PER ALTRE
L’innovatore di successo sa come fare S U R F I N G
sulle cinque grandi onde che stanno plasmando il mondo intorno a noi
L’INNOVAZIONE NON RIGUARDA PIU’ SOLTANTO I PRODOTTI E I PROCESSI, MA LA RELAZIONE CHE
IMPRESA, PERSONE E TERRITORI STABILISCONO COL NUOVO PARADIGMA EMERGENTE
LE CINQUE GRANDI ONDE CHE STANNO PLASMANDO IL CAPITALISMO GLOBALE DELLA
CONOSCENZA
NETWORKING
RI-PERSONALIZZAZI
ONE WORLDMAKING
AUTOMAZIONEGLOBALIZZAZIO
NE Conoscenza generativa e replicativa
NETWORKING Tutti viviamo impegnati in una molteplicità di relazioni che sovrappongono attività e persone collocate in luoghi diversi
IPER-CONNESSIONE)1. L’implosione della distanza per la conoscenza replicativa
moltiplica il valore dei modelli replicabili, distribuendo le fasi e le funzioni produttive in filiere globali che connettono attività sviluppate in luoghi diversi
2. Diventa conveniente specializzarsi in una funzione di eccellenza, in cui si sia insostituibili, ricorrendo all’ousourcing di filiera per il resto
3. Nel circuito della prossimità (distretti, indotto locale) si rimane solo per funzioni caratterizzate da un’alta intensità di conoscenza generativa
4. Grazie al networking, le filiere lavorano in modo interattivo, sia a monte che a valle, con cicli veloci e lotti ridotti, favorendo così la customizzazione delle lavorazioni e dei prodotti anche oltre l’orizzonte della lean production
3. NUOVA ARCHITETTURA DELLO SPAZIOLOCALE, METROPOLITANO, GLOBALE, CLOUD
AUTOMAZIONELe macchine diventano progressivamente capaci di gestire la
varietà codificata, a basso costo e in tempo reale1. Robot, macchine governate dall’intelligenza artificiale,
sensori (Internet delle cose) possono sostituire una fascia crescente di lavoro esecutivo in fabbrica e in ufficio, ma rendono necessario l’impiego di team di lavoro ad alta professionalità
2. Le macchine diventano polivalenti e più piccole, adatte a produzioni on demand (lotto uno o lotti minimi), con tempi di risposta e programmazione immediati
3. Las filiera materiale si accorcia, avvicinandosi all’user (e al consumatore finale) mentre la filiera cognitiva si allunga fino a diventare globale
4. La manifattura additiva (stampanti 3D) e quella di servizio al singolo user consentono di decentrare vicino all’user la produzione di componenti e il loro assemblaggio. Le macchine automatiche lavorano on demand direttamente per iniziativa degli users, eliminando le scorte e favorendo la standardizzazione delle apps che controllano le macchine decentrate
GLOBALIZZAZIONELe filiere diventano globali per sfruttare le differenze di costo
e di capacità1. si sviluppa una economia delle differenze che mette i
territori in concorrenza tra loro2. Nelle filiere bisogna integrare le diversità tra attività e
professionalità distribuite in luoghi diversi e distanti3. la governance di filiere sempre più estese ed eterogenee
implica qualche forma di shared value collaborativo e/o una gerarchia di controllo in base alla insostituibilità
4. nelle filiere globali si conta in base alla propria dotazione di conoscenza generativa (vocazione, originalità, eccellenza) ma anche in base al capitale relazionale (reputazione, rete commerciale e logistica, marchi, brevetti ecc.) predisposto
5. Se si riesce ad integrare le differenze, il mercato globale consente una nuova divisione del lavoro tra specialisti mondiali, aumentando i moltiplicatori e inducendo le imprese a cercare di nuovi fornitori e nuovi clienti, a distanza
WORLDMAKINGLa creazione di mondi è il nuovo orizzonte di marketing e di
senso da condividere con il mondo della ricerca, del consumo e del lavoro
1. Idee motrici, coerenti con la cultura e la visione propria di ciascun luogo, possono proporre visioni e soluzioni originali per la qualità del vivere e del lavorare (stili di comportamento o abbigliamento, qualità dell’alimentazione, idee relative al buon abitare, al turismo intelligente ecc.)
2. Le idee motrici proposte devono essere sostenibili, in rapporto al territorio e alla sua qualità (ambiente naturale, paesaggio, cultura storica dei luoghi, beni comuni)
3. Si può pensare alla de-costruzione delle città e alla loro ricostruzione come smart cities
4. L’uso diffuso della geolocalizzazione può permettere di creare reti di relazioni mobili, just in time
5. Emergono comunità di senso, locali o trans-territoriali6. Le imprese manifatturiere e del terziario mettono le loro
competenze e capacità al servizio dei clienti che incontrano in rete, anche a distanza, aiutandoli a costruire i loro mondi (Service Dominant Logic)
RI-PERSONALIZZAZIONE Solo le persone hanno la capacità di capire e di decidere in
condizioni di elevata complessità1. Le persone hanno l’intelligenza generativa
(immaginazione, interpretazione del nuovo e del possibile, decisione in condizioni di ambiguità) necessaria per governare la complessità
2. Le piramidi organizzative (verticali) diventano reti orizzontali e interattive, che si auto-organizzano (economia dello sciame)
3. La generazione di valore non viene più delegata attraverso automatismi astratti (tecnologia, macchine, calcolo) ma prende forma attraverso reti del valore inter-personali, che mettono insieme senso, legami e valore
4. Nel sense-making inter-personale, sono determinanti significati complessi, come la sostenibilità, la fiducia e la responsabilità
5. L’instabilità di queste reti, basate si aspettative future, genera rischio, persone diventano indispensabili per valutarlo e assumerlo, possibilmente in modo condiviso
6. Le persone sono uniche: bisogna imparare a sfruttare i talenti della diversità, di cui sono portatori i GIOVANI, DONNE, VISIONARI, MAKERS
E NEI SERVIZI CHE COSA SUCCEDE?
UNA TRANSIZIONE CHE INIZIA OGGI MA CHE MOSTRERA’ TUTTO IL SUO POTENZIALE
NEL PROSSIMO FUTURO
L’economia dei servizi ha una lunga storia alle spalle
1) Insieme all’agricoltura, era la base dell’economia pre-industriale (commercio, prestazioni personalizzate, artigianato su base locale)
2) Con la prima industrializzazione (‘800, produzione a macchina) l’economia dei servizi viene in parte sostituita dalla produzione industriale a macchina, e in parte rimane come residuo
3) Con l’avvento del fordismo (1900-70, grandi fabbriche della produzione di massa) fordismo i servizi hanno un vero e proprio boom perché sono il complemento a 100 della fabbrica (commercializzazione, finanza ecc.) + nasce il welfare pubblico
E questa storia continua nella seconda metà del ‘900
4) Nel capitalismo distrettuale (1970-2000) i servizi entrano in filiera con la produzione industriale: sono lavorazioni per conto terzi, commercializzazione, consulenza, assistenza fiscale per la piccola impresa che è troppo piccola per avere terziario interno – riprendono fiato le comunità locali
5) Nel capitalismo delle reti (globale e immateriale post-2000) di oggi i servizi sono legami comunicativi, logistici e di garanzia che si creano tra chi produce e chi usa conoscenze complesse nelle fliere estese, locali e globali allo stesso tempo – si sviluppano le comunità virtuali e le comunità di senso
La generazione di valore attraverso la conoscenza dipende dalle variabili
V = n v pn = replicazioni nell’uso della stessa base di
conoscenza, v = valore d’uso unitario di ogni uso p = quota % di distribuzione del valore che tocca
ad un determinato operatore della filiera
cfr. Rullani, Economia della conoscenza, 2004, Carocci 2004, Rullani E., La fabbrica dell’immateriale, Carocci, 2004)
I servizi cambiano perché muta il modo di usare la conoscenza
L’eredità del passato: industria e servizi erano due polarità opposte
• L’impresa industriale, producendo di un bene materiale, che è trasferibile nello spazio (trasporto) e nel tempo (stocks), ha potuto costruire un proprio sistema di produzione indipendente dalla natura dispersa e fluttuante della domanda
• Di conseguenza, essa ha concentrato la produzione in un luogo (la grande fabbrica) e programmato a priori (in modo ottimale e spesso costante) il suo svolgimento nel corso tempo, usando logistica e magazzino come buffer di raccordo con la domanda (che rimane dispersa e fluttuante)
• Grazie a questa disgiunzione, l’industria ha potuto sfruttare al massimo il potenziale della conoscenza replicativa = grandi volumi concentrati in un luogo dello spazio
(moltiplicatore n) programmazione della linea di produzione
(parcellizzazione e specializzazone dei compiti, ottimizzazione dei tempi e delle interdipendenze)
b
• L’impresa di servizi, producendo una prestazione utile di tipo immateriale (il servizio: una riparazione, una cura, una lezione), non ha avuto possibilità di disgiungere il proprio sistema di produzione dalla domanda,
• Ha dunque dovuto realizzare un sistema di offerta aderente alla propria domanda, ossia un sistema disperso nello spazio (bassi volumi) e fluttuante nel tempo (scarsa programmabilità)
l’uso della conoscenza replicativa (scienza, tecnologia, macchine) è rimasto basso (con piccoli moltiplicatori di ri-uso n), mentre si è cercato di usare al meglio la conoscenza generativa per fornire soluzioni ad hoc e servizi personalizzati (impiego prevalente dell’uomo, rispetto alla macchina) (v)
qualche forma di economie di “industrializzazione” del servizio si è fatta (imponendo norme replicative) in tutti i casi in cui l’offerta ha avuto il potere di concentrare e regolare la domanda (Pubblica Amministrazione, ferrovia, aeroporti, grande distribuzione organizzata) in funzione delle proprie esigenze di offerta
L’IMPRESA DI SERVIZI HA SEGUITO, OBTORTO COLLO, UN’ALTRA STRADA
L’INDUSTRIA ha aumentato in modo rilevante la
sua produttività (valore per ora lavorata) spingendo al massimo sulle leve dalla meccanizzazione, delle procedure (burocrazia) e del marketing = ECONOMIE DI REPLICAZIONE ottenute con l’aumento di n (standardizzazione, meccanizzazione, volumi di vendita) = produzione di massa
Il TERZIARIO ha usato la conoscenza generativa (fluida) delle persone = SERVIZIO AL CLIENTE per mantenere elevato v (personalizzazione, interazione col cliente, flessibilità di risposta, adesione al contesto di uso) = produzione a domanda e personalizzata
Replicazione o Servizio = due tipi di intelligenza
Linea di trade-off
Il trade-off (in passato) tra n e v
v
n
Artigianato,spec. fless.
Terziariotradizionale
Grandedistribuzione
Industria
di massa
v
La produzione dei beni si modernizza, quella dei servizi no
• OFFERTA concentrata e
continua
• OFFERTA dispersa e discontinua
• DOMANDA dispersa e discontinua
• DOMANDA dispersa e discontinua
BENE MATERIALEstoccabile etrasferibile(disgiunzione s,t)
SERVIZIO IMMATERIALENon stoccabileNon trasferibile(congiunzione s,t)
Concezione settorialista (materiale / immateriale)
DIFFERENZA LOGISTICA TRA MATERIALE E IMMATERIALE:
• Il bene materiale è mobile e stoccabile, ossia trasferibile in (s, t)
• il servizio immateriale non è mobile e non è stoccabile, ossia è intrasferibile in (s, t)
= La disgiunzione/congiunzione tra D e O incide
sulla scala, sulla meccanizzazione e sulla produttività
Servizi tradizionali• L’INDUSTRIA ha il monopolio della modernità.
Aumenta gli investimenti in conoscenza e in macchine. I beni sono prodotti in forme standard, in ambienti artificiali e con metodi impersonali
• I SERVIZI fanno da complemento a 100, rispetto alle esigenze dell’industria che si concentra e si programma in modo auto-referente: la produzione di auto può concentrarsi a Torino nella grande fabbrica perché sul territorio – in aderenza alla domanda – si trovano i concessionari, i meccanici, i benzinai, i vigili urbani che regolano il traffico = tanti servizi necessari all’user, senza i quali la produzione dell’auto non avrebbe potuto separarsi dalla domanda
• Ma in questo modo i servizi non si modernizzano, e non danno luogo ad investimenti in conoscenza e in macchine, ma vengono prodotti in forme flessibili, in ambienti naturali, con rapporti personali
Sono quasi sempre servizi di vicinato, con bassa professionalità, cultura conservatrice e alto bisogno di protezione (licenze, regolazione
degli accessi, mercati chiusi)
L’industria aumenta la produttività, riduce i costi, ma in questo modo oltre un certo punto riduce anche gli occupati
Nei servizi, invece, crescono gli occupati seguendo la domanda
I salari crescono in modo uniforme tra i due settori (perché non ci sono differenze di qualità nel mercato del lavoro dei due settori)
I prezzi dei beni industriali cadono, quelli dei servizi crescono
RISULTATOa)la produttività media si abbassa in tutto il
sistemab) alla lunga la malattia da costi scoraggia
l’investimento e porta alla crisi il sistema
TERZIARIZZAZIONE E BAUMOL DESEASE: la malattia da costi
Il sistema si è in effetti terziarizzato (oggi i servizi sono il 70-80% circa dell’occupazione, considerando anche la P.A., mentre l’industria ruota intorno al 15-20%), per due ragioni: la produttività della trasformazione materiale è
aumentata più della domanda di consumo materiale;
con la crescita del reddito, si è sviluppata una domanda di tipo immateriale (di significati e servizi) che oggi conta molto di più, anche quando si va a comprare un prodotto materiale (dai jeans all’acqua minerale)
Le tecnologie digitali hanno rimosso la barriera della distanza per tutte le conoscenze codificate e in parte anche per le altre, rendendo le prestazioni cognitive trasferibili nello spazio e nel tempo a costo zero e in “tempo reale” (un’operazione bancaria, una pratica burocratica, una lezione on line, una performance teatrale, un acquisto di e.commerce) Questo ha consentito di modernizzare la
produzione di una parte rilevante dei servizi (con moltiplicatori simili a quelli dell’industria)
MA NON E’ ANDATA COSI’
1. neo-industria = l’industria si terziarizza nel senso che alla produzione materiale aggiunge la personalizzazione e il significato
2. neo-servizio = il servizio si industrializza nel senso che la prestazione personalizzata viene replicata grazie alle ICT, al marchio e ai significati
3. servizi connettivi = che collegano i nodi nelle reti globali, trasferendo e stoccando moduli materiali e immaterialiIL CONFINE TRA SERVIZI E INDUSTRIA DIVENTA MOBILE
RIMANGONO COMUNQUE:4. Una base di produzione di massa (materiale e
immaterialie) per le commodities standard e low cost5. Una componentistica modulare (materiale e
immateriale) sempre più specializzata ed estesa, vincolata ad un codice standard
6. Una élite di alta qualità (materiale e immateriale) che cerca l’unicità e il lusso
7. Un lavoro artigianale e di servizi di prossimità per le attività molto personalizzate e difficilmente trasferibili
Che cosa vediamo oggi: oltre il trade off tra n e v
Servizi connettivi (nuovo capitale sociale)
Neo-industria(industria flessibile)
Neo-servizi(servizi replicabili)
Linea di tradeoff
Il nuovo terziario e la nuova industria: lo spazio oltre il tradeoff tra n e v
v
n
Commodities
Terziariotradizionale
Lusso(prodotti di élite)
MUDULI Low Cost
Neo-servizi e neo-industria usano intelligenza fluida, non solo macchine
Viviamo da tempo nell’economia dell’immateriale = funzioni terziarie, sempre meno manifatturiere
Ma alcuni paesi come il Giappone, la Germania e in parte l’Italia (dei distretti) conservano una quota importante di occupati e di valore aggiunto nel settore industriale
Ogni anno, tuttavia, una quota di occupazione si sposta dal secondario al terziario, se non altro perché la meccanizzazione tende a ridurre il lavoro necessario nelle produzioni ripetitive e standard
L’avvento dei paesi low cost, nello scenario globale, ha dato un ulteriore spinta in questa direzione (delocalizzazione della manifattura nelle filiere globali)
La sfida del prossimo futuro: aumentare la produttività nell’economia dei servizi
Lo sviluppo del futuro dipende da una sfida di tipo nuovo: aumentare la produttività dei servizi
In passato la crescita della produttività è passata per la tecnologia (macchine) e per le economie di scala (produzione di massa), lasciando da parte i servizi, salvo qualche eccezione (come la GDO)
Ma oggi la crescita della produttività passa per altre vie, che interessano più direttamente il terziario: QUALITA’, SIGNIFICATO, IDEE MOTRICI, CO-CREAZIONE DEL VALORE CON GLI USERS TUTTAVIA,I SERVIZI PUBBLICI (O DI WELFARE FINANZIATO DAL
PUBBLICO) HANNO ANCORA UNA IMPOSTAZIONE FORDISTA E LA LORO RAZIONALIZZAZIONE OGGI TENDE A
RAZIONALIZZARE, NON A CAMBIARE MODELLO (VOLUMI, STANDARD, COMANDO DALL’ALTO, PROCEDURE E
IMPERSONALITA’)
La grande illusione: per aumentare la produttività nel terziario non basta de-costruire i legami
ereditati dal fordismo, bisogna anche ri-costruire nuovi legami
• liberalizzare il mercato è solo il primo passo da fare, ma non basta. Il fordismo ha sostituito al mercato il principio dell’organizzazione per superare i difetti che il mercato aveva sul terreno dell’innovazione e delle produzione di conoscenza. Questo vale anche oggi e impedisce di tornare e forme pre-fordiste di organizzazione
• La generazione di significati, l’investimento nella conoscenza, la condivisione di progetti e rischi sono infatti frutto di LEGAMI che portano alla condivisione di idee e dell’innesco di comportamenti collettivi
LA NUOVA ECONOMIA DEI SERVIZI RICHIEDE RENDERE INNOVATIVI I LEGAMI, NON DI
SCIOGLIERLI E BASTA
I servizi trainanti del prossimo futuro
Servizi connettivi Produzione di senso Servizi personalizzati Produzione di (nuovo) welfare
Servizi connettivi: produzione di legami
• Connettori tecnologici (ICT, trasporti)• Linguaggi formali (ingegneria,
informatica, diritto, contabilità, estetica)
• Social networks e altri sistemi di comunicazione
• Logistica intelligente e georeferenziata, consegna e custodia delle cose
• Sistemi di garanzia e norme di comportamento
• Reti interpersonali, aziendali, locali• Media di condivisione per le
comunità di senso
Produzione di senso
• Costruzione della propria immagine e reputazione in rete
• Creazione di significati comunicabili (innovatività, moda, estetica, gastronomia, arte)
• Economia delle esperienze (entertainement, turismo, dieta, sport)
• Generazione di identità attraverso comunità della pratica, professionali, di consumo, di territorio
• Creazione di mondi da condividere (worldmaking)
Produzione di servizi personalizzati
• Attenzione al cliente (CRM, customer satisfaction, comunicazione interattiva category management)
• Global service rispetto ai bisogni del cliente con risposta flessibile e propositiva
• Eccellenze di nicchia (qualità, tipicità, unicità, competenze)
• Fornitura on demand di prestazioni personalizzate
Produzione di (nuovo) welfare
• Servizi di ben-essere (salute, assistenza, fitness, wellness) e nuovo welfare
• Formazione del capitale umano (istruzione, formazione, cultura)
• Servizi abitativi (domotica e arredamento dello spazio abitativo)
• Servizi energetici green (energie rinnovabili, filiere della sostenibilità, gestione dei rifiuti)
• Ambiente e qualità della vita (costruzione del paesaggio e del racconto del territorio, smart cities, recupero e re-interpretazione del gusto e delle tradizioni)
• Organizzazione delle relazioni sociali (sicurezza, inclusione, recupero, tutela)
• Integrazione delle diversità (inter-culturalità, integrazione sociale, nuova cittadinanza)
EVOLUZIONE DEI MODELLI DI BUSINESS
partendo dalla specificità del caso italiano
Il sistema italiano di impresa diffusa e addensata in cluster locali fa fatica ad allinearsi ai nuovi «venti» che spingono in avanti la transizione in corso (grandi moltiplicatori, grandi distanze, grandi narrazioni per il worldmaking)
Ma – pur essendo diversi dagli altri - non siamo affatto tagliati fuori dall’evoluzione che si prospetta per il prossimo futuro: l’importante è non vivere la propria differenza come un limite, quando invece, può essere una risorsa
Per fare gli investimenti a rischio che preparano il nuovo paradigma del XIX secolo occorre avere fiducia nelle proprie capacità, seguire i percorsi di innovazione eccellente che esistono, credere nella forza della collaborazione tra persone, tra imprese e nel sistema della rappresentanza
IL SISTEMA ITALIANO E’ DAVVERO IRRIMEDIABILMENTE SBAGLIATO RISPETTO ALLE
NUOVE ESIGENZE COMPETITIVE?
Il mondo globale/immateriale si avvia verso un percorso in cui crescerà sempre di più la complessità da gestire (più varietà, più variabilità, più indeterminazione)
L’intelligenza tecnica (e ripetitiva) delle macchine, del software o di procedure organizzative standard non può essere il motore di questo processo, che va invece interpretato e guidato attraverso l’intelligenza fluida degli uomini
Le pmi italiane hanno costruito una forma di capitalismo personale affidato in gran parte all’intelligenza delle persone e alla loro capacità di relazione diretta, interpersonale
La chance del modello italiano: si va verso la ri-personalizzazione del
mondo
I modelli di business e di rappresentanza che ereditiamo dal novecento mescolano il modello FORDISTA 1900-1970 (Stato, sindacato, grandi organizzazioni piramidali) e col CAPITALISMO DISTRETTUALE 1970-2000 (localismo, informalità, mancanza di organizzazione, individualismo)
Ma oggi hanno perso la loro forza propulsiva: ha ancora valore l’ENERGIA DELLE PERSONE ma la vecchia cornice la sterilizza perché impedisce loro di aumentare i moltiplicatori, estendere le relazioni a distanza e alimentare grandi narrazioni
Per cogliere le nuove opportunità bisogna mettere le persone in grado di operare a distanza, lavorare in rete tra loro e di muoversi all’interno di un
sistema che le aiuta
Bisogna però darsi da fare per superare i limiti del nostro modo di lavorare
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LA RISORSA CHIAVE DA METTERE IN MOVIMENTO NELLE FILIERE: L’INTELLIGENZA RELAZIONALE
L’Intermediazione si trova «nel giusto mezzo» di questo processo di ri-configurazione, perché a contatto diretto con il mondo del consumo:
invecchiano le vecchie formule e i loro vantaggi competitivi (la crisi rimette in discussione tutti i modelli di business, dei grandi e dei piccoli)
nella ricerca di un ruolo diverso conta la capacità di auto-organizzazione, ossia la capacità di modificare il proprio assetto in modo da valorizzare e incentivare anche possibili cambiamenti di altri (consumatori, fornitori, comunicatori, connettori logistici ecc.), coerenti con le proprie strategie: non basta proporre un nuovo prodotto, bisogna indurre la filiera a trasformarsi in modo da aumentarne il potenziale di valore
DIVENTA ESSENZIALE L’INTELLIGENZA RELAZIONALE
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TRE PERCORSI DI EVOLUZIONE PER I SERVIZI
La de-costruzione delle vecchie filiere e la ri-costruzione di nuove forme di divisione del lavoro può prendere tre strade:1) DISINTERMEDIAZIONE DEL SERVIZIO che
accorcia la filiera stabilendo un contatto diretto tra gli operatori a monte e quelli a valle, e by-passando gli operatori delle fasi intermedie
2) INDUSTRIALIZZAZIONE DEL SERVIZIO che sfrutta le nuove possibilità di relazione a distanza per aumentare l’ampiezza della domanda servita con l’uso di un prodotto standard
3) QUALIFICAZIONE DEL SERVIZIO che valorizza la prestazione personalizzandola, arricchendola di significati, associandola a esperienze coinvolgenti.
SI TRATTA DI TRE PERCORSI DIFFERENTI MA CHE POSSONO CO-ESISTERE RIFERENDOSI A SEGMENTI
DI MERCATO DIVERSI
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L’INTERMEDIAZIONE COMMERCIALE E’ GIA’ STATA INVESTITA DA QUESTA TRASFORMAZIONE
Se sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare l’intelligenza relazionale il risultato, per gli attuali commercianti, può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = DISINTERMEDIAZIONE, che mette direttamente a contatto produttori di beni e servizi con gli users, senza bisogno di intermediari (in crescita nell’e.commerce e nelle catene proprietarie di vendita, gestite direttamente dalle imprese manifatturiere, nei farmer markets della filiera corta agricola)
Un’altra possibilità è l’INTERMEDIAZIONE LOW COST, che standardizza la funzione su alcune COMMODITIES e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio
Una terza possibilità è quella della INTERMEDIAZIONE DI QUALITA’ che assegna all’intermediario una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio
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UN’EVOLUZIONE SIMILE RIGUARDA IL TURISMOSe sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare
l’intelligenza relazionale il risultato può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = TURISMO FAI-DA-TE con il minimo ricorso a servizi specializzati di accoglienza, ristorazione, divertimento, esperienza dei luoghi e della loro cultura (auto-organizzazione di chi domanda, che cerca e incontra chi offre case, auto, pasti, esperienze)
Un’altra possibilità è il TURISMO LOW COST, che standardizza la funzione su alcune COMMODITIES e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio
Una terza possibilità è quella del TURISMO DI QUALITA’ che assegna all’operatore turistico una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio
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STESSE ALTERNATIVE PER I PROFESSIONISTISe sono gli altri a prendere l’iniziativa e a monopolizzare
l’intelligenza relazionale il risultato può essere quello di ESSERE SEMPLICEMENTE BY-PASSATI = procedure e software ad hoc possono DISINTERMEDIARE il sistema, mettendo direttamente in contatto banche e clienti, fisco e contribuenti, istituzioni che rilasciano permessi e richiedenti degli stessi
Un’altra possibilità è il SERVIZIO PROFESSIONALE LOW COST, che standardizza la funzione su alcune PROCEDURE STANDARD e riduce i margini rendendo possibile solo una produzione di massa del servizio
Una terza possibilità è quella del SERVIZIO PROFESSIONALE DI QUALITA’ che assegna al professionista una funzione di auto-organizzazione riconosciuta dagli altri attori della filiera nella CO-INNOVAZIONE, nella creazione di SIGNIFICATI E LEGAMI, nella PERSONALIZZAZIONE, nelle GARANZIE per gli users, nella MODULARIZZAZIONE e CERTIFICAZIONE del servizio
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NON SI TRATTA DI INVENTARE NIENTE DI RADICALMENTE NUOVO
ESISTONO GIA’ ESPERIENZE CONSOLIDATE AL RIGUARDO
Il t.Lab del CFMT ha studiato più di cento casi di imprese eccellenti che hanno realizzato negli ultimi anni INNOVAZIONI DI SUCCESSOE’ dalla loro esperienza che occorre partire per identificare come è possibile cambiare insieme i modelli di business e la divisione del lavoro nella filiera di appartenenza
I casi e i modelli relativi sono raccolti in diversi libri (Intelligenza terziaria motore dell’economia,
Innovare che passione, Soft innovation, Creatività in rete, Innovazione e produttività)
1) Abbassare i COSTI e aumentare le PRESTAZIONI utilizzando la possibilità di acquistare a scala globale conoscenze, componenti, prodotti o servizi da paesi a noi complementari (low cost o tecnologicamente più avanzati)
2) Generare idee ORIGINALI, capaci di intercettare la complessità dei bisogni e delle esigenze nel mondo globale, fornendo prodotti o servizi diversi da quelli standard sia per quanto riguarda la qualità, che i significati e le esperienze connesse in modo da compensare eventuali svantaggi di costo
3) Aumentare i MOLTIPLICATORI del valore connessi all’ampiezza del loro bacino di uso = creare reti che le propaghino a scala ampia, moltiplicandone il valore
4) Mantenere il CONTROLLO del processo di propagazione delle buone idee, o per lo meno rendersi insostituibili per avere la possibilità di “catturare una quota” non marginale del valore prodotto congiuntamente
LA MAPPA DEI PERCORSI FATTI
LE LEVE DA USARE PER CAMBIARE I MODELLI DI BUSINESS AGENDO SULLA CONOSCENZA
ACCESSO
Capacità di assorbimento
MOLTIPLICAZIONE
Propagazione degli usi
CREATIVITA’
Innovazioni d’uso
CONTROLLO
Appropriazione del surplus
L’intermediazione commerciale può usare queste leve per
• Ridisegnare le filiere (costi, qualità, ampiezza di mercato)
• Usare le ICT (e.commerce, comunicazione, interazione on line con i clienti, riduzione del lead time = flessibilità, communities e sociale networks)
• Organizzare la logistica sia a lunga distanza che nelle città
• Fare evolvere significati e modelli di consumo
Il piccolo dettaglio è in difficoltà se non si mette in rete e non si specializza in funzioni di eccellenza
Spazi maggiori ci possono essere per il medio dettaglio se adotta forme innovative
La GDO deve a sua volta cambiare taglio (dalla massa alla qualità)
LA NUOVA INTERMEDIAZIONE
MA OCCORRE ANCHE PENSARE INSIEME AL NUOVO: INDIVIDUALISMO ADDIO
Può la singola impresa FARE DA SOLA questo tipo di innovazioni?Nella maggior parte dei casi non ha né le
competenze, né i mezzi finanziari necessari a rinnovare radicalmente ed estendere in misura rilevante il suo business di origine
Una volta avrebbe rinunciato, e si sarebbe concentrata sul suo core business soltanto, con un approccio individualistico
Oggi, se non vuole perdere opportunità che sarebbero sfruttate dai concorrenti deve invece andare a cercare le competenze e i mezzi finanziari che servono
COME?FACENDO RETE
CON ALTRE AZIENDE CHE SONO DOTATE DELLE RISORSE COMPLEMENTARI RICHIESTE DA UNA STRATEGIA DI
INNOVAZIONE AMBIZIOSA
FARE RETE
croce e delizia del nostro (possibile) futuro
LA RETE: UN LEGAME CHE FA RENDERE LE CONOSCENZE
Una rete è un sistema stabile di collaborazione tra imprese complementari che sfruttano l’affidabilità del legame per dividersi il lavoro nel modo più conveniente
Le reti di impresa hanno una lunga tradizione in Italia, proprio perché la rete compensa gli svantaggi della piccola scala (cooperative, consorzi, ATI, joint ventures, alleanze ecc.)
Oggi le reti sono – per le piccole e per le grandi imprese – la forma tipica della divisione del lavoro impiegata nella valorizzazione a scala globale della conoscenza. Esse, infatti, consentono di collegare un insieme di nodi imprenditoriali autonomi (dotati di conoscenza generativa) che – grazie alla divisione del lavoro permessa dalla rete - sfruttano al massimo i moltiplicatori della specializzazione/replicazione della conoscenza in rete
Le reti informali sono molto diffuse (nelle filiere fornitori-clienti, distretti delle specializzazioni locali, ecc.) ma oggi tendono a consolidarsi con l’uso di contratti formali (contratto di rete, srl di scopo, licenze nell’uso di marchi e brevetti, franchising ecc.)
DALLA TEORIA ALLA PRATICA: I VANTAGGI DEL FARE RETE
Due imprese concorrenti che gestiscono (ciascuna) due processi produttivi collegati, nel momento in cui si mettono in rete e si specializzano reciprocamente (assegnano il processo 1 alla prima e il processo 2 alla seconda) ottengono i seguenti vantaggi:
a) si riduce a metà il fabbisogno di capitale richiesto per presidiare i due processi (adesso sono presidiati insieme, invece che separatamente)
b) si raddoppiano i moltiplicatori (numero dei clienti, valore generato) per ogni processo gestito, perché l’impresa che presidia il processo 1 somma i clienti della prima e della seconda (e viceversa fa l’altra impresa)
c) si sommano competenze e capacità delle sue imprese sul fronte dell’innovazione, consentendo alle due imprese di proporsi (insieme) in un ruolo di co-innovazione con i committenti, i consumatori finali, i fornitori e tutti gli altri interlocutori della filiera
d) si rendono disponibili risorse e possibilità per espandere il proprio campo di azione (fornitura e vendita) in un’area molto più vasta di prima
LE RETI POSSONO NASCERE DA TANTE OCCASIONI, MA RIESCONO A DURARE NEL TEMPO SOLO SE RENDONO
DALLE INNOVAZIONI INDIVIDUALI ALLE INNOVAZIONI DI SISTEMA
Le innovazioni che vanno oltre l’ordinaria amministrazione danno accesso ad un potenziale molto grande, ma condizionato dal fatto che il sistema intorno all’impresa si trasformi nel senso richiesto dall’innovazione stessa
Questo vale per:- La distribuzione degli investimenti e dei rischi con altre
imprese (filiere, reti, clusters territoriali), e con le piattaforme connettive (logistica, comunicazione, garanzia) con cui avviare sistemi di co-produzione del valore
- Il cambiamento dei sistemi di relazione con gli altri stakeholders della produzione(lavoratori dipendenti, professionisti e lavoratori autonomi, banche, operatori logistici e comunicativi, servizi pubblici, ricerca e istruzione), da gestire secondo la logica della collaborazione intraprendente
- La regolazione, la fiscalità e la vita collettiva, nello Stato e nei territori (quartieri, città, regioni) che oggi diventa assolutamente rilevante nel momento in cui molte imprese cominciano ad poter scegliere tra diverse alternative localizzative in concorrenza tra loro
- Le comunità di senso che si sviluppano intorno alle idee motrici capaci di propagare una certa concezione del vivere e del lavorare
LE INNOVAZIONI DI SISTEMA CHIAMANO IN CAUSA L’INIZIATIVA DELLE ORGANIZZAZIONI DI
RAPPRESENTANZACome possono le singole imprese convergere verso le
innovazioni di sistema e ottenere un comportamento coerente dei loro interlocutori (imprenditoriali, sociali e politici)?
SU QUESTO TERRENO E’ FONDAMENTALE UNA PRESENZA ATTIVA DELLE ORGANIZZAZIONI DELLA
RAPPRESENTANZA che possono:
rilevare, propagare e rendere riconoscibili, anche in termini di narrazione, i casi di innovazione più significativi, che emergono dalle esperienze spontanee delle singole imprese
favorire lo sviluppo di forme collaborative tra imprese nelle filiere, nelle reti e nei clusters territoriali
promuovere nuove relazioni e nuove regole con gli interlocutori sociali (lavoratori, banche, utilities, università, consumatori, istituzioni ecc.) in modo da rendere possibile la condivisione di progetti, investimenti e rischi nei percorsi comuni di innovazione
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Libri del t.Lab CFMT sui nuovi modelli di business nei servizi
Rullani E., Barbieri P., Paiola M., Sebastiani R. (2005), Intelligenza terziaria motore dell’economia. Alla ricerca dell’Italia che innova, Angeli, Milano
Rullani E., Paiola M., Sebastiani R., Cant C., Montanini F. (2006),
Innovare che passione. Quaranta modi di essere creativi nel business dei servizi, Angeli, Milano
Prandstraller F., Rullani E. (2009), Creatività in rete. L’uso strategico delle ICT per la nuova economia dei servizi, Angeli, Milano
Paiola M., Sebastiani R., (2010), Soft Innovation. La risposta delle imprese alle sfide della crisi, Angeli, Milano
Rullani E., Cant C., Paiola M., Prandstraller F., Sebastiani E. (2012), Innovazione e produttività. Alla ricerca di nuovi modelli di business per le imprese di servizi, Angeli, Milano
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Alcune indicazioni sulle reti di impresa
Rullani E. (2011), Reti di impresa e idee motrici, QP, Quaderni della Programmazione n. 27 (con Francesca Pedon), Università di Trento e Provincia autonoma di Trento, Trento, 2011
Fare reti d’impresa. Dai nodi distrettuali alle maglie lunghe: una nuova dimensione per competere, a cura di AIP, Edizioni il Sole 24 Ore, Milano, 2009
Reti d’impresa oltre i distretti. Nuove forme di organizzazione produttiva, di coordinamento e di assetto giuridico, a cura di AIP, Edizioni il Sole 24 ore, 2008
IMPRENDITORI E LAVORATORI
per la nuova impresadel XXI secolo
In condizioni di complessità la CONOSCENZA NON VIENE ALIMENTATA SOLO DAL MERCATO O SOLO
DAL COMANDO
SERVE DI MEGLIO E DI PIU’Occorre mobilitare l’attenzione, la passione, il
senso di responsabilità e di appartenenza, l’emulazione interpersonale
L’INNOVAZIONE PASSA PER LA RISCOPERTA DELLE
PERSONE, DELLE COMUNITA’ E DEI TERRITORI
come risorse nella produzione di valore
COME E’ POSSIBILE CHE IL LAVORO SI TRASFORMI PER ADERIRE ALLE NUOVE PROFESSIONALITA’?
• la logica dei fabbisogni misura il gap tra la domanda corrente delle imprese e l’offerta disponibile sul mercato del lavoro
• le imprese vorrebbero trovare sul mercato in abbondanza le nuove professionalità di cui hanno bisogno senza anticipare l’investimento per formarle
• ma non le possono trovare se nessuno le forma andando avanti per primo
IL RISULTATO E’ CHE LE IMPRESE NON EVOLVONO PERCHE’ NON TROVANO SUL MERCATO IL LAVORO CHE
SERVIREBBE ALLO SCOPO
La mancata evoluzione dal vecchio al nuovo: il cane che si morde la coda
SERVONO PROGETTI STRATEGICI:
• sulla scuola e sul territorio;
• nella formazione manageriale per piccole imprese e per imprese rete
• nella formazione continua fatta in partnership tra lavoratori e impresa con un contratto di lavoro ad hoc
• investimenti personali nella rigenerazione e nello sviluppo della propria professionalità
PER VIVERE E LAVORARE NELLA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA BISOGNA RICONOSCERE UN DIRITTO
SOGGETTIVO ALL’APPRENDIMENTO
Bisogna affrontare il problema in modo pro-attivo e con una logica di sistema
Sono tanti e diversi gli uomini che popolano il capitalismo delle reti
gli ideatori di nuove possibilità, i ricercatori, gli stilisti, artisti e designers, professionisti dei media e del racconto
gli imprenditori che lavorano in azienda
i managers, i quadri e i professionisti di impresa dotati di elevata professionalità
i lavoratori della conoscenza (knowledge workers), anche di grado non elevato, che devono investire nelle proprie competenze professionali
i lavoratori atipici (co.co.pro, temporanei, interinali, part-time ecc.), che devono gestire il rischio del lavoro e del reddito
i subfornitori, i lavoratori autonomi (partite iva, imprese individuali o familiari), gli autoproduttori e i makers
i liberi professionisti che lavorano con le imprese e le persone
Che tipo di sapere alimenta oggi le professionalità critiche?
non una TECNICA, una NORMA o una PROCEDURA che canalizzano pensiero e azione verso soluzioni pre-fissate
non un CODICE che fornisce il algoritmo Non una TEORIA che fornisce il modello astratto
MA UN LINGUAGGIO CHE1) CONSENTE DI PASSARE dal fatto al significato (opera
aperta, lector in fabula di U. Eco) e da questo all’obiettivo, adattando tecniche, norme, procedure, codici e teorie al contesto pratico dell’azione = INTELLIGENZA FLUIDA
2) METTE IN COMUNE con altri questo significato e obiettivo (dialogo che seleziona i significati possibili e crea condivisione per alcuni di essi) = ECONOMIE DI SCALA NEGLI USI
IL LINGUAGGIO CONDIVISO E’ IL MEZZO PER GENERARE INSIEME NUOVI MONDI POSSIBILI
Ripensare al lavoro e alla formazione
LA PROFESSIONALITA’ DEI NUOVI LAVORATORI DELLA CONOSCENZA (imprenditori, manager, quadri,
tecnici ecc.):
1. Una competenza non solo conoscenza tecnica, ma anche intellettuale (di comprensione del mondo)
2. Uno zoccolo duro di formazione generale e, su questo, una serie di specializzazioni reversibili
3. Dal teaching al learning: auto-apprendimento assistito
Dal calcolo all’esplorazione del nuovo: l’apprendimento evolutivo procede per errori
e assunzione di rischio
Senso Legame Valore
il nuovo motore dei modelli di business in
transizione
Un futuro sostenibile può essere costruito al crocevia tra risorse della replicazione e risorse
della condivisione generativa
SENSO
Passaggio dai bisogni ai desideri
LEGAMECondivisione della conoscenza, dei
commons e dei rischi
Ibridazione con mercato, welfare pubblico, reti profit per moltiplicare il
valore del servizio offerto
Reti, cooperazione, capitale sociale, dono
VALOREInvestire in conoscenze che
sono sostenibili solo se replicate
Senso nel lavoro, nel consumo, nella produzione
1. in risposta alla domanda di senso, lo scambio di utilità (mercato) e la norma pubblica (servizio, regolazione) si affiancano con l’appartenenza comunitaria, la condivisione etica, il principio di responsabilità e reciprocità
2. In risposta alla domanda di legame il rapporto di indipendenza (privato) o di dipendenza (pubblico) evolve verso i LEGAMI DEBOLI delle reti di dialogo, interazione, comunicazione, personalizzazione
3. in risposta alla domanda di valore il calcolo di convenienza economica ad assumere il rischio di investimento si associa con la voglia di esplorare il futuro, di assumere rischi comuni, di mettere in valore i commons della conoscenza sociale e dell’ecologia naturale
Il crocevia tra senso, legame, valore genera continuamente significati nuovi
• Creazione di senso e costruzione di legami vanno bene per esplorare le situazioni complesse e nuove: ma sono costosi in termini di tempo, di attenzione, di investimenti richiesti
• Per giustificare l’investimento affettivo e finanziario richiesto, bisogna usare tutto ciò che è standardizzabile e riproducibile in modo efficiente, ossia riducendo al minimo i costi = per operazioni a bassa complessità occorre usare gli automatismi della modernità (tecnologia, macchine, mercato, calcolo, procedure e norme astratte)
• Bisogna anche trasformare il senso e i legami in un valore differenziale, spendibile sul mercato
• Il mercato - e con esso la tecnica, il calcolo ecc. - non sono dunque da contrapporre alla logica del senso, del legame e del valore utile (soggettivo), ma devono essere usati in sinergia, senza delegare agli automatismi il controllo totale della situazione
Ma gli automatismi replicativi della modernità servono ancora, purchè non comandino sul
resto
Portatori di SENSO = NOI cambieremo il mondo
• l’Impresa Responsabile, il produttore ecologico, la Banca Etica, il professionista che segue una deontologia• Software open source: volontariato del programmatore intelligente • Wikipedia: enciclopedia universale fatta da tutti noi• Welfare: assistenza agli anziani, ai malati, ai disabili ecc.• Associazioni culturali, estetiche, ludiche, religiose ecc. che si ritrovano per fare esperienza insieme
= danno significato (senso) al FARE INSIEME per uno scopo comune
Come è affollato il crocevia (1)
Portatori di LEGAME = noi e gli ALTRI
• La famiglia: volontariato basato sul legame parentale• La rappresentanza degli interessi• la cooperazione sociale che parte dai bisogni e crea i legami necessari per rispondervi• la cooperazione produttiva che mette a fattor comune l’interesse per forme condivise di produzione di valore• la comunità locale: gestire insieme i problemi, offrire e trovare aiuto negli altri • La rete professionale che aiuta a imparare il mestiere e può evolvere in comunità professionali• la rete dei fornitori stabili con cui si stabilisce un legame non soltanto di affari• il commercio equo e solidale e altre forme di socialità
= creano e arricchiscono di significato una relazione (legame)
Come è affollato il crocevia (2)
Portatori di VALORE = RENDERE SOSTENIBILI GLI INVESTIMENTI COMUNI
• rigenerare il capitale sociale: il territorio, che si trova in concorrenza con altri territori, diventa imprenditoriale e attrae gli investimenti esterni con la sua differenza• vendere idee e non prodotti: il made in Italy che converge verso alcune idee motrici, che si prestano alla condivisione allargata• valorizzare i commons naturali (acqua, aria, boschi, ecologie ambientali) e sociali (paesaggio, storia, cultura, tradizione) anche attraverso il mercato o le reti che li apprezzano• valorizzare la conoscenza sociale dando valore economico al sapere collettivo in modo da porterlo rialimentare = traducono in valore il senso e il legame,
rendendo convenienti gli investimenti fatti allo scopo e dunque rendendo sostenibile il processo nel corso
del tempo
Come è affollato il crocevia (3)
IDEE MOTRICI E
COMUNITA’ DI SENSO
La creazione di comunità di senso intorno ad alcune idee motrici sul modo di:
viverelavorareconsumare gestire il mondo che abitiamo
è la premessa per raggiungere questo tipo di riflessività dialogica
Queste idee possono diventare:a) campi di impegno nel sociale o in esperienze
comunitarie, ricche di identitàb) business redditizi perché la capacità di spesa si
mobilita ormai dal basso
Nascono in questo crocevia le COMUNITA’ DI SENSO, centrate sulla condivisione di una idea
motrice
Nel capitalismo globale della conoscenza bisogna vendere idee prima che prodotti: le idee corrono più in fretta, si riproducono a costo inferiore e soprattutto creano un legame di senso tra coloro che le fanno proprie.
Ma le idee devono riguardare i significati di fondo del vivere, del produrre e del lavorare, non solo il business e le utilità spicciole
Abbiamo già due campi in cui il made in Italy si è affermato appoggiandosi a idee motrici di grande portata:
- La moda, con gli stilisti che hanno creato una batteria seducente di stili di vita definiti nella forma dell’apparire
- nell’alimentazione , con esperienze diverse in cui sono recuperati significati del cibo e della terra (Slow Food, prodotti doc, marchi collettivi ecc.)
Usare il senso come collante dell’azione collettiva intorno ad alcune idee motrici
la casa (il “buon abitare”)
la salute (il “ben-essere”)
il divertimento
l’arte, la cultura e l’uso creativo dei media
la storia dei luoghi
la nuova giovinezza degli anziani
il mondo dell’infanzia
il global service nella fornitura (lo “spirito di servizio”)
la produzione coinvolgente (“credo in quello che faccio”)
il vivere urbano (“il mio spazio vitale”)
l’educazione ecc.
Quante altre idee motrici potremmo elaborare per organizzare a rete la creatività imprenditoriale
intorno a significati condivisi?
La comunità scientifica che, fin dall’inizio della modernità, ha organizzato persone e mezzi intorno all’idea della scoperta del mondo e della ricerca della verità
Le comunità che si organizzano per coltivare uno stile di vita (moda, alimentazione, qualità della vita, entertainement)
Le comunità sportive nate intorno all’automobilismo, il motociclismo e altri sport
Le comunità di esperienza legate all’alpinismo, alla speleologia, al turismo intelligente
Le comunità di wellness organizzate intorno al concetto di salute, di esercizio fisico e di vivere sano
Le comunità ecologiche, che praticano una vita sobria, produzioni agricole di tipo biologica e metodi di lavorazione eco-compatibili
Le comunità impegnate nello sviluppo del software open source che organizzano la condivisione di conoscenze e la specializzazione delle persone, ma che condividono anche una certa visione del mondo
Le comunità professionali (non istituzionalizzate come gli ordini) che praticano la condivisione di problemi e soluzioni nel campo della professione
Le comunità artistiche e culturali che condividono estetiche e linguaggi di specifici campi (la musica, la pittura, la letteratura)
Le comunità di appassionati dai giochi di ruolo
Alcuni esempi di comunità di senso e di idee motrici
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Per chi volesse approfondire i temi trattati:
• Rullani E. et al. (2012), Innovazione e produttività. Alla ricerca di nuovi modelli di business per le imprese di servizi, Angeli, Milano
• Rullani E., Modernità sostenibile. Idee, filiere e servizi per uscire dalla crisi, Marsilio, Venezia, 2010
• Prandstraller F., Rullani E., Creatività in rete. L’uso strategico delle ICT per la nuova economia dei servizi, Angeli, Milano, 2009
• Plechero M., Rullani E., Innovare. Re-inventare il made in Italy, Egea, Milano, 2007
• Rullani E., Dove va il Nordest. Vita, morte e miracoli di un modello, Marsilio, Venezia, 2006
• Bonomi A., Rullani E., Il capitalismo personale. Vite al lavoro, Einaudi, Torino, 2005
• Rullani E., La fabbrica dell’immateriale, Carocci, Roma, 2004
• Rullani E., Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti, Carocci, Roma, 2004, traduzione tedesca Ökonomie des Wissens. Kreativität und Wertbildung im Netzwerkkapitalismus, Verlag Turia Kant, Vienna, 2011