Download - Qui ho posto il cuore giugno 2014
Quando il Signore Gesù invia i suoi discepoli
in missione, chiede loro - come racconta il deci-mo capitolo di Matteo - di non sovraccaricarsi di
bagagli, anzi di non avere niente in tasca e ben poco addosso: né oro né soldi né valigie né ve-
stiti né scarpe né bastoni. Poveri al punto da dipendere dalla generosità di chi li riceve, deboli
come pecore e disarmati di fronte alla violenza
dei lupi rapa-
ci.
Apostoli svuotati di
sicurezze. Praticamente
nudi. Al più, affidati al
buon cuore del mondo: se
vi accolgono restate, se
non vi accol-gono andate
via!
Avesse
insegnato loro raffinate strategie di marketing, tecniche di
mantenimento, processi di mercato e potenti dinamiche di sviluppo, possiamo star certi che la
Chiesa sarebbe scomparsa già da secoli.
Si tratta di una verità semplice e sconcer-
tante. Quello che ci mettiamo addosso, e che con orgoglio sbandieriamo, genera violenza e
distruzione: nome, nazionalità, religione, politi-ca, appartenenza, uniforme, titoli, pretese, ruoli,
incarichi… È stato scritto che se i soldati fossero mandati nudi sui campi di battaglia, non ci sa-
rebbero più guerre (Alphonse Allais).
Chi aspira ad essere “qualcuno” e non ha scrupoli, fa di tutto per arrivare in alto. C’è gente
che per anni gravita attorno a qualche polo d’attrazione ad inseguire sogni di carriera, sco-
dinzolando come cagnolini dietro seggi, toghe e
tonache. Ci sono pulcini - dice mestamente il
mio amico D - che una volta cresciuti e diventati galli ritengono che il sole si levi ogni mattina per
sentirli cantare.
Non si può non provare tanta pena per essi
e... per tutti noi. Infatti, il dramma nella Chiesa e nella società civile arriva quando qualcuna di
queste non-figure
riesce davvero a ricoprire un ruolo di
responsabilità. Allora sì, c’è da avere pau-
ra!
Il tempo della crisi è
particolarmente pro-pizio all’attivarsi di
processi involutivi. Come l’amico R ama
citare, quando il vec-chio è morto e il nuo-
vo ancor non sorge, è proprio allora che si
generano mostri. E i mostri sono come
scimmie che si atteg-giano a tigri quando - beninteso! - le tigri non
sono nei paraggi; ma sempre scimmie rimango-
no.
Tutti i bunga-bunga system non sono altro che ripetute iniezioni di cellule cancerogene nel
tessuto vivo della società. Sono pericolosi e mortali. Allettano il basso ventre, svuotano il
cervello e inaridiscono l’animo, riconsegnando alla società solo scheletri: pretese culture del
nulla e vuoto delle coscienze, dove a bell’agio il
furbo di turno può piazzare i suoi “prodotti”.
Ideali e sogni che non siano supportati da
lavoro duro e continuativo, restano solo bolle d'aria. Anche nella Chiesa. Anche quando si
parte in missione.
Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie)
S O M M A R I O :
Editoriale 1
Il mio grazie a
Padre Monti
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Parole mon-
tiane
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
Parole di fuo-
co
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Tracce per
una lettera da
Saronno
13
Anno mariano
CFIC
14
La Giovinezza
dei vecchi
15
D A T A
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Anno III n. 26 - GIUGNO 2014
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0
presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Ed
itoriale
Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!
Segue a pag. 2
P A G I N A 2 qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
Come nudi soldati (di pulcini, tigri e varie scimmie)
Soltanto i profeti sono rivoluzionari veri; ma il profe-
ta è inviato da Dio e parla in nome di Lui, non si elegge da
se stesso. Anche perché non è per nulla conveniente farlo,
dato che i profeti sono desti-nati al martirio, come Cristo
alla croce: chiamati a pagare sulla propria pelle, con il pro-
prio sangue, e soprattutto con il “sì” di ogni giorno, nella
trasparenza, nella fedeltà,
nella fede, nella speranza...
Quello che da profeta si dice deve esser incarnato
nella vita. Se così non è, rica-diamo nella categoria dei
ciarlatani e degli approfittato-ri, che parlano parlano parla-
no e urlano e criticano e lanciano minacce e anate-
mi, ma essi non muovono neppure un dito per esse-
re e fare quel che preten-
dono dagli altri...
D’altra parte, è vero che dalle parole all'azione
c'è di mezzo un'infinità di variabili, che possono
anche inceppare il proces-so di attuazione; ma que-
sto non può mai costituire alibi al non essere e al non
fare!
Se poi il popolo è duro
di testa, ci pensa lo Spirito a scompigliar le carte e
mandare tutto per aria.
Francesco ne è un esempio, in un tempo di bassezze e
corruzioni generalizzate; ma lo stesso è (con tutte le diffe-
renze del caso) per Agostino, Benedetto, Ignazio, Domeni-
co, Caterina, Teresa, Vincen-zo de Paoli, Angela Merici,
Lasalle, don Bosco, Padre Monti e giù giù fino agli uomi-
ni sani e santi di oggi.
Ad ogni tempo lo Spirito
dona profeti (e martiri) neces-sari al vivere nel presente e
alla costruzione del futuro.
Essi non sono mai armati.
Aurelio Mozzetta
>>> segue dalla
prima pagina
Ti ho trovato come per
caso. Ora sono qui.
Sii accanto a me nelle
difficili scelte di questi
giorni.
Per la pienezza di vita
che ci dona il Risorto,
soccorri la pochezza
mia e aiutami a fare la
volontà di Dio sempre,
come hai fatto tu.
Guarda la strada che
percorro e dammi la
possibilità di fare tutto
il bene che non ho potuto compiere fin qui.
Accogli il grazie di questa mia povera preghiera e portalo davanti alla
Madre Immacolata. (Sonia)
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Guarda la mia strada
P A G I N A 3
La Tomba del Beato
Monti nella Cripta del
Santuario di Saronno
Il 6 maggio 1858
è la data del
nuovo percorso
di Luigi Monti
verso la fonda-
zione della
Congregazione
dei Figli di Maria
Immacolata.
Cipriano Pezzini
è stato scacciato
in quel giorno -
ritornerà
all’ospedale
Santo Spirito
solo per morirci
nel 1861.
Luigi Monti è
solo. Da questa
data del 1858,
passo dopo
passo, fra
innumerevoli
difficoltà,
quest’uomo
riuscirà a
inserire nella
galassia delle
stelle di Cristo
anche questa
sua opera.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
Terziari si, terziari no
Che confusione Il giorno 6 maggio
1858 è la data del nuovo
percorso di Luigi Monti
verso la fondazione della
Congregazione dei Figli
di Maria Immacolata. Ci-
priano Pezzini è stato
scacciato in quel giorno -
ritornerà all’ospedale
Santo Spirito solo per mo-
rirci nel 1861.
Luigi Monti è solo. Da
questa data del 1858,
passo dopo passo, fra
innumerevoli difficoltà,
quest’uomo riuscirà a
inserire nella galassia del-
le stelle di Cristo anche
questa sua opera.
Luigi si accorge, con
maggiore lucidità del Pez-
zini, cosa stesse “ronzan-
do” sopra la loro testa.
Il nuovo Commendato-
re, Mons. Narducci, vole-
va avere il potere assolu-
to su di loro, ma si trova-
va davanti il grosso osta-
colo dei Frati Cappuccini
che rivendicavano lo ste-
so diritto.
Come prima mossa, il
Narducci fece cacciare,
dopo il Pezzini, quel pa-
dre Giovanbattista da Ge-
nova che ai suoi occhi
sembrava il maggior so-
billatore. Nello stesso
tempo diminuiva il potere
dei frati Cappuccini. In
effetti, si creò un mo-
mento di stallo.
Luigi, comprende la
gelosia fra loro ed inter-
viene: io e i miei compa-
gni, non siamo una crea-
tura propria dell’Ospe-
dale Santo Spirito, siamo
il frutto della libera scelta
di dedicare la vita agli
ammalati, che si trovano
in tutti gli ospedali del
mondo. I Frati Cappuccini
sono la nostra guida spi-
rituale, perché al momen-
to siamo sprovvisti di sa-
cerdoti.
Il risultato: sul Monti si
scaricheranno tutte le
antipatie del commenda-
tore Narducci, e successi-
vamente quelle del suc-
cessore Mons. Fiorani,
più i sospetti dei Cappuc-
cini; vedremo.
Luigi si rende conto
che deve appoggiarsi
ai frati Cappuccini. Il
suo gruppo è ancora
troppo fragile per po-
ter tentare proprie av-
venture. I padri Cap-
puccini, a loro volta,
faticano a capire che
questo stare su due
fronti - contro il com-
mendatore e nella ge-
stione di giovani che
non sono veramente
terziari francescani -
non porterà a nulla di
buono per loro, ma
non si può andare
contro i piani di Dio.
Questi vuole una
nuova Congregazione,
dedita all’assistenza ai
malati, ai più deboli,
in modo specifico e
professionale.
San Francesco, vi-
ceversa, propose ai
“fratelli e sorelle della
penitenza” il proposito
di vivere onestamente
nelle proprie case, e-
sercitando opere di
carità, allontanandosi
dalla mentalità del
mondo.
Le due forme si
possono sovrapporre,
ma per dedicarsi in
modo esclusivo agli
ammalati occorrono
altri contributi spiri-
tuali e professionali.
Sono inoltre necessari
i voti di povertà, casti-
tà e obbedienza, che
non rientrano nella
prospettiva dei Terzia-
ri.
Che confusione.
Non temere.
Marco
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P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
qui ho posto il cuore
PER I GIOVANI: - per Sebastian, figlio di
Marco e Manola, nato il 4
maggio. Un augurio da tutti
noi. Benvenuto!
- per Giulia e per le giova-ni donne che come lei si
trovano a dover anteporre la
razionalità, là dove il cuo-re, si dice sia il monarca
assoluto. Per lei e per lo-ro, che dopo il superamento
di mille dubbi, si trovano ad essere vittime di chi non sa
distinguere tra “volere” e
“volere bene”.
- per Marc Charles, semi-narista, nel suo cammino di
preparazione al sacerdozio.
PER GLI AMMALATI: il
beato Monti interceda per
loro: - Alejandra Rios, tiene 32
años y hace 5 días le
diagnosticaron cáncer de páncreas en estadio
terminal con metástasis.
- per Paola, operata per
un nodulo sospetto al seno.
- per tutte le vittime delle
guerre dimenticate, soltanto viste in televisione. La soffe-
renza di milioni di oppressi da logiche di potere e sfrut-
tamento cambi il cuore di chi
ha la responsabilità delle
decisioni.
PER I DEFUNTI: - per l’amico ANDREA,
morto il 26 aprile scorso a
Carrara.
Donaci padri che aprano strade Preghiera
per le
vocazioni
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
Tiene un hijito que es su fortaleza para continuar esta
lucha… te la encomiendo a tus oraciones, esto solo queda en
manos de Dios, a la medicina
no le queda mucho x hacer.
- Ombretta, giovane donna di 38 anni e mamma di un
bambino piccolo, che in segui-to a un gravissimo infortunio
sul lavoro rischia la paralisi
totale alle gambe.
- Marianna, 42 anni, in fin di vita per tumore: “una perso-
na eccezionale per come com-batte contro il male che ha
invaso il suo corpo”.
- Lucia, che ha già passato
un tumore al seno ed oggi lotta contro un secondo brutto tu-
more alle ossa, che di se stes-sa dice: “mi sento tanto cocco-
lata dal Signore”…
PER CHI SOFFRE: - per Sharon, 13 anni, per
un sospetto tumore all’occhio.
Padre Monti ti liberi e ti proteg-ga. Noi preghiamo intensamen-
te per te. Forza!!!
Dacci, Signore, santi papà!,
che sappiano attingere al tuo essere Padre,
che non fuggano davanti alla responsabilità,
che sappiano credere in se stessi,
per dare forza e sostegno ai propri figli.
Dacci papà che sappiano mischiare forza e dolcezza,
che sappiano giocare con i figli.
Dacci papà che non blocchino i figli nel loro cammino,
ma diano loro sicurezza per ciò che già vi è,
e fiducia per esplorare vie nuove.
Donaci padri che aprano la strada:
una strada buona, sana, di impegno, di bene costruttivo,
e su quella strada pongano i figli,
ed insegnino loro a non giudicarla troppo faticosa,
perché anche “papà l’ha già percorsa”.
Donaci la forza creativa di un padre,
che incoraggi a proseguire il cammino, anche se oscuro,
e ci insegni a dire: ne vale la pena.
PENELOPE PITTI
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P A G I N A 5
Roma è, da molti secoli,
identificata con la persona
del Papa.
Sicuramente lo è stata
ancora di più per 27 anni
con il Papa Giovanni Paolo II,
considerando la semplicità
che egli esprimeva nella co-
municazione e nei rapporti,
la sua precisione, il suo af-
fetto per i giovani, la sua
devozione mariana, la sua
fede.
Dall’impegno ad essere
Totus Tuus, il SANTO Padre
aveva fissato tutto di sè su
Cristo per Maria, segnando
così la propria vita ed il pro-
prio ministero pietrino.
Era il suo modo d’essere
e d’agire; e davvero non ha
mancato di trasmetterlo nel-
le encicliche, nelle esortazio-
ni apostoliche e gli altri atti
di magistero. Anche nei
viaggi, nelle udienze del
mercoledì e negli Angelus
della domenica, egli trovava
sempre occasione per offrire
ai pellegrini e agli altri fedeli
la possibilità d’ascolto di
una voce semplice, amicale,
confidente, paterna, magi-
strale, rivolta a tutti, grandi
e piccoli.
In ben settanta catechesi,
San Giovanni Paolo ha offer-
to preziosi insegnamenti
sulla Madre Immacolata,
mentre egli stesso in prima
persona rivolgeva lo sguar-
do contemplativo verso la
Beata Vergine, Colei che ha
perfettamente realizzato la
santità della Chiesa e ne
costituisce il modello.
In tal modo, egli regalò
alla Chiesa un vademecum
prezioso per conoscere, a-
mare ed imitare la TEOTO-
KOS.
Dal 7 settembre 1995 al
13 novembre 1997, il SAN-
TO Padre aveva offerto alla
cristianità un’organica e
completa catechesi mariana,
a disposizione di tutti i fede-
li per lo studio, la meditazio-
ne, la preghiera e
l’approfondimento. Percor-
rendo la vita, le virtù, la san-
tità e le verità della Madre di
Dio, il SANTO Padre ogni
volta esortava i cristiani ad
essere nel mondo veri profe-
ti della speranza che non
delude.
Che la sua intercessione
e quella della Madre Imma-
colata ci aiutino ad essere
noi stessi profeti di speran-
za.
SANTO SUBITO! Sì. Subito
è stato per volontà della Ma-
dre e di Dio Altissimo!
SALUTO IL SANTO!
P. Emmanuel Mvomo
Con
Maria,
come
Dall’impegno
ad essere
Totus Tuus, il
SANTO Padre
Giovanni Paolo
II aveva fissato
tutto di sè su
Cristo per
Maria,
segnando così
la propria vita
ed il proprio
ministero
pietrino.
qui ho posto il cuore
Non vorrà abbandonarci Certo che per noi sarà una crisi un poco dura, ma Iddio non
vorrà abbandonarci, così Maria SS.ma proteggerà i suoi
figli, nonché San Giuseppe non vorrà fare brutta figura.
Anzi sarà il momento di dimostrare la sua generosità e
l’affetto di Padre.
A tale necessità facciamo oltre la Novena della Natività, un
Triduo all’Immacolata nostra Madre, interessando S. Giu-
seppe.
Quindi prego ancora V.R. a raccomandarci nella S. Messa.
(BLM, Lettera a Don Giuseppe Rossi, Roma 26 agosto 1889)
Le Parole
montiane
Un santo mariano
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P A G I N A 6
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
qui ho posto il cuore
Esta es una historia que puedo asegurar que nunca he visto circular en los mensajes
de correo electrónico, por lo que decido contarla. Si te toca el corazón, es posible que
desees reenviarla.
¿Por qué Jesús dobla el sudario de lino después de su resurrección ? Nunca me di
cuenta de esto...
El Evangelio de Juan (20:7) nos dice que el sudario, que se le colocó sobre el rostro a
Jesús, no sólo estaba echado a un lado junto con las vendas.
La Biblia dedica un verso entero para decirnos que el sudario fue bien doblado, y que
se colocó en un lugar aparte (quizás en donde estuvo tendido).
El domingo por la mañana, cuando todavía estaba obscuro, María Magdalena fue al
sepulcro y encontró que la piedra había sido removida de la entrada.
Ella corrió y encontró a Simón Pedro y al otro discípulo, a quien Jesús amaba. Ella dijo:
"Se han llevado el cuerpo del Señor del sepulcro, y no sabemos dónde lo han puesto!"
Pedro y el otro discípulo corrieron a la tumba para ver. El otro discípulo corrió y llegó
antes que Pedro.
Se detuvo, miró dentro del sepulcro y vió las vendas en el suelo, pero no entró.
Luego llegó Simón Pedro y entró. También notó las vendas en el suelo, mientras que
la tela que había cubierto la cara de Jesús estaba doblada y situada a un lado.
¿Era importante eso? ¡Por supuesto!
¿Es realmente importante? ¡Claro que Sí!
Para comprender el significado de la servilleta doblada, hay que entender un poco
acerca de la tradición hebrea en esos días.
La servilleta doblada tenía que ver con el Maestro y el Siervo, y cada niño judío
conocía esta tradición.
Cuando el siervo ponía la mesa de la cena para el maestro, se aseguraba de ponerla
exactamente de la manera en que el maestro quería.
La mesa estaba decorada a la perfección, y luego el criado iba a esperar fuera de la
vista, hasta que el maestro había terminado de comer. El siervo no se atrevía a tocar la
mesa, hasta que el maestro hubiera terminado.
Ahora bien, si el maestro había terminado de comer, se levantaba de la mesa, se
limpiaba los dedos, la boca, y la barba, y hacía un nudo la servilleta y la lanzaba sobre la
mesa.
El siervo entonces sabía que era el momento para limpiar la mesa. Porque en aquellos
días, la servilleta arrugada quería decir, "he terminado".
Pero si el maestro se levantaba de la mesa, doblaba la servilleta y la ponía junto a su
plato, el siervo no se atrevería a tocar la mesa, porque...
La servilleta doblada significaba...
"¡Volveré!".
(a cura di Hno Miguel Grosso)
¿Por qué Jesús dobló la servilleta ?
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P A G I N A 7
Un libro sospeso
UN LIBRO SOSPESO… Come si fa nei bar di
Napoli con il CAFFÈ sospeso, così abbiamo
voluto riproporre nella Libreria In Chiostro:
compri un libro per te, ne compi un altro e lo
lasci al gestore, da donare a qualcuno in spe-
cifico oppure a chiunque entri in negozio
dopo di te. Regaliamo cultura, diffondiamo
“cibo buono” che faccia bene a chi lo gusta.
qui ho posto il cuore
Pastorale della Salute - Attestato
Lo ha ottenuto il nostro Padre ROY,
dopo aver frequentato il Biennio pres-
so l’Istituto Superiore di Scienze Reli-
giose di Milano. L’impegno pastorale
di Padre Roy come cappellano presso
l’Ospedale Civile di Saronno è ampia-
mente apprezzato.
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P A G I N A 8
Vita di
famiglia
qui ho posto il cuore
L’annuale Giornata
delle Associazioni
si è celebrata a
Saronno domenica
11 maggio, con la
tradizionale
Sfilata storica.
Quest’anno il
tema da illustrare
riguardava la vita
sociale degli Anni
Dieci (fine
Ottocento - prima
decade
Novecento).
Le signore
dell’APM hanno
voluto riprodurre
un Atelier di
Moda, progetto
che ha ottenuto
uno dei primi tre
premi in palio.
Gli amici di Padre Monti alla
Giornata delle Associazioni L’annuale Giornata delle Associa-
zioni si è celebrata a Saronno
domenica 11 maggio, con la tra-
dizionale Sfilata storica.
Quest’anno il tema da illustrare
riguardava la vita sociale degli
Anni Dieci (fine Ottocento - pri-
ma decade Novecento).
Le signore dell’APM hanno volu-
to riprodurre un Atelier di Moda,
progetto che ha ottenuto uno dei
primi tre premi in palio. La scena
vede le modiste Gianna e Anna,
con le clienti Rita e Mariangela,
che presentano il proprio lavoro,
con l'intento di rievocarne la memoria e promuovere il prodotto italiano.
L'idea parte da lontano, da quando il sig. Bertoli Luigi, venditore ambulante e
riparatore di ombrelli, giunse a Saronno e mise un negozio in Corso Italia insie-
me alla moglie Emilia. Il negozio veniva aperto anche di domenica alle ore set-
te, perchè i cavallanti di Rovello, diretti a Milano, passavano a quell'ora.
Bertoli ottenne quindi l'esclusiva per la vendita di cappelli della famosa fabbrica
"G.B. Borsalino fu Lazzaro & c." di Alessandria. Negli Anni Cinquanta la figlia
Piera si specializzò in modisteria per cappelli, guanti, borse, valigie e acconcia-
ture da sposa, conferendo al negozio un’impronta più femminile. L’attività
chiuderà nel 1963 e l'esclusiva Borsalino passò al signor Bellini Guglielmo, altro
famoso cappellaio di Saronno, proveniente da Belgirate. Il figlio Gianni, suben-
trato al padre, continua la tradizione familiare nel negozio di Via Portici.
Le nostre “modiste" ringraziano di cuore gli amici Banfi Tiziana e Gianni Bellini
per le preziose notizie storiche ed il materiale messo a disposizione per allesti-
re lo stand. Degna di nota è l'antica caldaietta del vapore in rame (in dialetto
banfuss, dal ver-
bo “banfare”, che
significa vaporiz-
zare il feltro, per
ammorbidirlo e
renderlo mallea-
bile).
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La storia dei tre setacci
Rinuncia del Vescovo di Peterborough (Canada) e nomina del successore
P A G I N A 9
… a spulciar
gli archivi e
rimescolar le
carte della
storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne
un uomo a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento – rispose Socrate – prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello
dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Ma sì – continuò Socrate – prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere
il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci.
Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
- No… ne ho solo sentito parlare…
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello
della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
- Ah no! Al contrario.
- Dunque, – continuò Socrate – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nem-
meno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio,
quello dell’utilità. È utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
- No, davvero.
- Allora – concluse Socrate – quello che volevi raccontarmi non è né vero né buono né
utile; perché volevi dirmelo?
Riflettiamoci e applichiamolo nelle nostre vite…
Parole e
fuoco
Sono venuto a cercarti, amico.
Ho camminato, per venire qui.
Perché poi?
Ho i piedi gonfi, il fiato corto, il corpo
piagato.
Perché?
Lasciami sedere, non ce la faccio più!
Per.....
Sono qui.
Sorridi.
Sorrido.
Nell’antica Gre-
cia Socrate ave-
va una grande
reputazione di
saggezza. Un
giorno venne
un uomo a tro-
vare il grande
filosofo, e gli
disse:
- Sai cosa ho
appena sentito
sul tuo amico?
- Un momento –
rispose Socrate
– prima che me
lo racconti, vor-
rei farti un test,
quello dei tre
setacci.
Per
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P A G I N A 1 0
Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione L’EDITORIALE DI MARZO
- Condivido e sottolineo i
contenuti dell’editoriale. L'O-
melia e la sua preparazione è
atto importante che diventa
sempre più oggetto
d’attenzione. Qualche tempo
fa leggevo su AVVENIRE la
proposta di corsi per appro-
fondirne il senso ed il signifi-
cato. Saluti sempre ricchi
d’incoraggiamento per la
fatica, che non è poca, e per
la qualità del risultato. fratel
Rolando Sebastiani
- Bello "tosto" il tuo editoria-
le. Molto bene. Le conse-
guenze sono chiare, alla luce
del sole e, forse, non ci sa-
rebbe bisogno di tante altre
chiacchiere, perché il Vange-
lo lo abbiamo sempre sul
comodino o a portata di ma-
no. Molto spesso è un
"soprammobile", come tanti
altri che riempiono i nostri
vuoti. In realtà dovrebbe es-
sere l'unica vera "parola" che
riempie e trasforma: ma
quanto è complicato
"realizzare" il Vangelo! È più
facile parlare, parlare e par-
lare... Grazie. Per me ora è
ancora mattina e un’ottima
riflessione ha dato il via alla
giornata. Ho gustato molto
anche l'articolo di Giorgio G.
Molto forte, molto vero! Fr.
Gioacchino Santoro cfic
- La liturgia di ogni giorno ci
arricchisce, meditarla, comu-
nicarla e contemplarla ci por-
ta a contemplare il volto del
Padre nel fratello Gesù e nei
fratelli che incontriamo ogni
giorno. Ecco perchè mi piace
il richiamo alla liturgia. Il 30
aprile erano trent'otto anni
della mia ordinazione, chie-
do preghiere perchè con il
mio sacerdozio possa com-
piere un servizio sempre di
giustizia e verità con la paro-
la e con l'esempio. Possa
essere dispensatore di bene-
fici della grazia del Signore.
P. Giuseppe Decina
- Il tuo editoriale parte come
sempre con “uno spunto in
salita” per poi allargare le
vedute sulle ragioni di
verità. Si vede che sei
stato forgiato dalla mon-
tagna! Bello, grazie!
- Grazie per Qui ho Po-
sto il Cuore. Il cuore va
al centro degli articoli
che fanno trasparire una
testimonianza spirituale
incoraggiante a cammi-
nare nella strada della
parresia. Mi hanno colpi-
to quasi tutti gli articoli,
specie l'editoriale, gravi-
do di franchezza. Le tue
parole mi richiamano
istintivamente quella
espressione della Parola
di Dio: "è più importante
obbedire a Dio che agli
uomini". La priorità della
Parola è indiscutibile,
essa è sorgente di libertà
interiore, di vera intelli-
genza, sapienza, forza,
coraggio e autenticità
nella sequela di Gesù. Mi
sembra che anche Papa
Francesco dica ai predi-
catori che se non ascol-
tano e praticano la Paro-
la possono diventare dei
vuoti ciarlatani. Il perico-
lo riguarda tutti. Lo sti-
molo che viene dal vo-
stro bellissimo Bollettino
è un prezioso aiuto fra-
terno e un invito a pre-
gare ed essere impegnati
nella vigilanza. Ricambio
con tanta preghiera e la
costante lettura della
Rivista, con lo stesso
piacere di un ascolto
delle cantate per la Pa-
squa di Bach!
- L’editoriale mi fa riflet-
tere, soprattutto la frase:
“Noi ascoltiamo realmen-
te solo quello che è an-
nunciato in verità e con
serietà; ogni annuncio, a
sua volta, dipende da un
vero ascolto”. Un
bell’esame di coscienza.
Ma è verissimo. In que-
sto mondo fatto di paro-
le, solo ciò che dietro ha
vita vissuta trova ascol-
to, il resto sono parole
che passano… Forse è
per questo che la gente
presta attenzione a ciò che
dice Papa Francesco: per-
cepiscono che dietro le
parole c’è vita e di certo
anche il vero ascolto della
Parola. Il Signore ci conce-
da di seguire il suo esem-
pio e di gioire al massimo
di questo nostro fortunato
tempo di Papi Santi (che
simpatica la foto con quat-
tro Papi!). La poesia Fidati
del Vento è molto bella, di
chi è?
PADRE NICOLA
Carissimo, faccio riferi-
mento a quanto scrivi su
Mons. De Angelis: “Aveva
già avuto l’opportunità di
dimostrarsi per noi ragazzi
di quel tempo uno splendi-
do professore di greco ed
un musicista preparato ed
accorto. Uno di quelli che
si ricordano e si rimpian-
gono, quando la loro ope-
ra si conclude”. Per me,
solo “musicista preparato
ed accorto”, in quanto non
lo ebbi come professore di
greco; ma ho di lui, riferito
a quel tempo, un gran bel
ricordo, avendo fatto parte
insieme a te del coro. Fran-
cesco Paris
- Grazie! Una preghiera
all’Immacolata per te, la
Comunità di Saronno, la
Congregazione.
- Chiediamo
l’intercessione di Maria e
preghiamo a vicenda.
Complimenti per la rivista!
Un abbraccio
- Eccoci, con Maria e come
Maria! Il giornalino è un
appuntamento che aspetto
con piacere. Vi chiedo una
preghiera perché anche io,
CON MARIA E COME MA-
RIA, possa riuscire ad ac-
cettare e sopportare con
amore cristiano questo
momento di particolare
dolore. Vi abbraccio tutti e
mi unisco in preghiera a
voi, sopratutto in questo
meraviglioso mese maria-
no!
- Abbiamo ricevuto QPC e
ringraziamo vivamente. La
Vergine Santissima ci guidi
e interceda per noi.
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
P A G I N A 1 1
Questa l'ho letta a Paolo, mio alunno un po' gay, che tutti sfottono e toccano e prendono in giro
e accusano... La regalo a tutti, perchè è bellissima e può fare molto bene!
Un giorno il cavallo di un contadino cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita, ma non pote-
va uscire da lì con le proprie forze. Per molte ore l'animale nitrì fortemente, disperato, mentre
il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare. Finalmente il contadino prese una decisione
crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente, e anche il pozzo
era ormai secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera. Cosi non valeva la pena
di sprecare energie per tirare fuori il cavallo dal pozzo. Allora chiamò i suoi vicini perché lo
aiutassero a interrare vivo il cavallo. Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della
terra dentro il pozzo. Il cavallo non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo e
pianse disperatamente. Tuttavia con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettate molte palate di
terra, il cavallo si calmò. Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che a ogni
palata di terra che cadeva sopra la schiena il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra
che cadeva ai suoi piedi. Così in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla
bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice.
La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra. Soprattutto se sei già dentro a un poz-
zo. Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle, salire sopra di
essa. Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo salire dai
buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un
passo verso l'alto! Ricordati 5 piccole regole per essere felice:
1 Libera il cuore dall'odio
2 Libera la mente dalle eccessive preoccupazioni
3 Semplifica la tua vita
4 Dai in misura maggiore e coltiva meno aspettative
5 Ama di più e... accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il pro-
blema.
qui ho posto il cuore
La lezione del cavallo
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore
Ancora è
possibile visitare
il blog di Olalla
Oliveros, anche
se non è più
aggiornato. Se vi
entri, vedrai la
bellezza di una
donna che ha
avuto grande
successo come
modella e la cui
immagine
circolava nel
vasto mondo del
cinema e della
televisione.
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
La modella diventata suora Ancora è possibile visitare il blog di Olalla Oliveros, anche se non è più ag-
giornato. Se vi entri, vedrai la bellezza di una donna che ha avuto grande suc-
cesso come modella e la cui immagine circolava nel vasto mondo del cinema
e della televisione.
Spagnola, nativa della Galizia, con un percorso pluriennale di formazione in
danza e teatro (presso il laboratorio teatrale di William Layton), Olalla ha par-
tecipato ad innumerevoli progetti nel campo della moda, della cinematografi-
a, del teatro, dei programmi d’attualità culturale e musicale; è stata testimo-
nial di marche famose; ha vissuto e intensamente amato la propria professio-
ne, della quale usava dire: è quello che mi piace di più.
La voglia di migliorare e d’affrontare sfide nuove e nuove formule di lavoro le
permette di divertirsi, di sentirsi libera e realizzata (quel che più apprezzo
della mia professione è la libertà che mi fa vivere); ma le instilla dentro anche
l’ansia d’un di più non facilmente definibile.
Poi il fatto-bomba che nessuno immagina: il 1 maggio 2010 Olalla lascia tutto
ed entra in un monastero di vita semisclaustrale, a Vilariño (Oia). Ha 36 anni.
"El Señor no se equivoca. Él me hizo casting y no pude decir que no", dice Olal-
la per spiegare la propria decisione (Dio non si sbaglia. Ha fatto un casting e
mi ha scelto. Non ho potuto dire no).
Oggi si chiama Suor Olalla del Sì di Maria, presso una nuova Famiglia reli-
giosa, denominata “Orden y Mandato de San Miguel Arcángel”, fondata da
pochi anni presso la diocesi di Tui-Vigo e con sedi in San Miguel de Oia e Ma-
drid. Suor Olalla veste un saio con velo azzurro e giallo.
Quell’1 maggio non era fuggita da qualche delusione, come si potrebbe pen-
sare. Al contrario, la sua carriera al culmine le stava prospettando ottimi suc-
cessi futuri. Solo
che - scherzi della
vita - come lei stes-
sa dice ridendoci
su, il gran Manager,
Dio, la ingaggiò in
un diverso cast di
attori, per una
“produzione” tutta
sua.
Pare sia stato un
viaggio al santuario
di Fatima a darle
l’ultima spinta: mal-
grado successo e
fama, il cuore non trovava pace e cercava, cercava… fino a che non si è accor-
ta che era lei ad essere cercata. Da Dio.
Riconoscere
Vocazioni
Carissimi, ci sono momenti in cui lo stupore mette tremore … Ieri stavo u-
scendo in macchina e vedo Enrico che arriva a piedi. Abbasso il finestrino
per un saluto ed egli mi comunica che in settembre entrerà in seminario.
Che dire? Sento gioia e fremito, che mi impegnano ad esser sempre grato
per scelte di questo tipo, che ancora oggi raccontano il senso del vivere: il
nostro baricentro non è in noi stessi, ma negli altri e nel buon Dio. Giovanni
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore
Ciao, fratello mio,
ho una grande tristezza dentro il cuore per come la gente soffre e come a volte,
quando la morte ti tocca da vicino, senti la fragilità del tuo essere.
Mamma diceva che alla morte bisogna abituarsi. A me lo diceva che ero una bambi-
na. Me lo ricordava ogni volta che saltavo sentendo i brividi lungo la schiena e lei
dolcemente mi ricordava che la morte sta sempre alle nostre spalle e ogni tanto ci
sfiora lasciandoci un brivido e ce lo ricorda!
Tu senti mai i brividi alla schiena?
C’è un disagio in giro - ed io lo tocco ogni giorno a scuola - che fa rabbrividire. Bam-
bini soli, ragazzi soli, adulti soli, donne sole. Ed io nella mia fragilità stringo a me i
miei piccoli e continuo a raccontare loro la grandezza e la bellezza dell'universo,
affidando la loro notte a mio padre e a mia madre che stanno nei cieli. Tvb. Gianna
Caro Livio,
l’altro ieri è morta Lorenza. Si è tolta la vita a 26 anni. La reazione di Gianna, mia
sorella, è tutta in questa breve lettera che riporto sopra. Non ho trovato cosa rispon-
dere; avrei detto solo parole inutili. Così, ho preso la macchina e sono andato a casa
sua, rientrando solo a notte fatta, dopo aver cenato insieme con tutta la sua fami-
glia.
L'abbraccio tra lei e me è stato così "carnale" da essere assolutamente spirituale,
manifestazione di Dio. La tenevo stretta a me e sentivo il suo fiato sul mio collo, con
le parole che diceva piano, piangendo: grazie, grazie, ti voglio bene...
Ogni volta che rifiutiamo questa nostra carne (di fratelli e sorelle, di amici, di padre
e madre, di marito e moglie...) rifiutiamo Dio. E Dio era lì, tra me e Gianna, dandoci
risposte all'assurda morte di Lorenza.
Stamane sono andato al funerale.
Donata, madre di Lorenza, era distrutta, eppure bellissima nella sua dignità di mam-
ma, offesa da una morte voluta dalla carne della propria carne.
Andreina, la sorella, era una statua silente accanto alla madre: quasi la portava lei
con il braccio sotto il braccio, forte e debolissima. Più volte durante la messa i nostri
occhi si sono incontrati e, assurdo dire, sembrava mi sorridesse. Ovvio, non sorride-
va, stava soltanto dicendomi: grazie perché ci sei.
Gianluca, il fratello di Lorenza, nemmeno si è accorto del mio saluto e dell'abbraccio
che gli davo. Aveva gli occhi fissi su quella bara e al centro del suo cuore non c'era
niente e nessun altro, solo una sorella morta, sparita, non più presente. Era stato lui
a trovarla appesa all'albero, di sera, dopocena, e mi dicono che le sue ur-
la sembravano raggiungere il cielo...
Caro Livio, ecco qui. Anch’io questa sera sono cosa inutile. Penso a quello che mi
hai chiesto circa il “come pregare”, se in forme tradizionali (ad es. con il rosario) op-
pure in forme più consoni alla nostra mentalità, e davvero mi sembrano (scusami!)
tutte domande bambine, inutili, un bel passatempo di gente che si trastulla con Dio.
Andare a messa o pregare, tradizionalmente o "modernamente", possono diventare
delle autentiche stupidaggini quando si perde il "contatto" con la carne di chi soffre.
Dio c’è, ovvio!, ma da solo non esiste. Esiste solo con noi.
Gesù stesso ha detto che l'amore di Dio si misura sull'amore dell'altro. Se noi dicia-
mo di amare Dio senza amare la persona siamo falsi e quel che diciamo sono soltan-
to belle parole: possono anche fare un po’ bene a chi ascolta, ma non salvano. Chi ci
salva è solo l’amore.
Io spero con tutto me stesso, questa sera, che l’amore di Dio tenga Lorenza stretta a
sé e non la lasci più andare.
Tracce per
una lettera
da Saronno
CHI SCRIVE A CHI
I brividi lungo la schiena
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore
La pace, non è sol-
tanto un prodotto
nostro umano; è
anche e soprattut-
to un dono di Dio.
La pace scende
dal Cielo; ed essa
regnerà realmente
fra gli uomini,
quando finalmen-
te avremo merita-
to che ci sia con-
cessa dall'onnipo-
tente Iddio, il qua-
le al pari della feli-
cità e delle sorti
dei popoli tiene
nelle sue mani an-
che i cuori degli
uomini.
Madre della Pace Maria è pur sempre strada che con-
duce a Cristo. Ogni incontro con lei non
può non risolversi in un incontro con
Cristo stesso. E che altro significa il
continuo ricorso a Maria, se non un
cercare fra le sue braccia, in lei e per lei
e con lei, Cristo Salvatore nostro, al
quale gli uomini, negli smarrimenti e
nei pericoli di quaggiù, hanno il dovere
e sentono senza tregua il bisogno di
rivolgersi, come a porto di salvezza e
come a fonte trascendente di vita?...
Se consideriamo, infatti, le necessità
presenti della Chiesa e le condizioni in
cui versa la pace nel mondo, abbiamo
seri motivi per credere che l'ora è parti-
colarmente grave, e urge più che mai
l'appello ad un coro di preghiere, da
rivolgersi a tutto il popolo cristiano…
La pace, non è soltanto un prodotto
nostro umano; è anche e soprattutto un
dono di Dio. La pace scende dal Cielo;
ed essa regnerà realmente fra gli uomi-
ni, quando finalmente avremo meritato
che ci sia concessa dall'onnipotente
Iddio, il quale al pari della felicità e del-
le sorti dei popoli tiene nelle sue mani
anche i cuori degli uomini.
Noi perciò perseguiremo questo in-
superabile bene pregando; pregando
con costanza e vigilanza, come ha fatto
sempre la Chiesa fin dai primi tempi;
pregando in particolar modo facendo
ricorso all’intercessione e alla protezio-
ne di Maria Vergine, che è la Regina
della pace.
A Maria adunque si innalzino le no-
stre suppliche, per implorare con accre-
sciuto fervore e fiducia le sue grazie e i
suoi favori... Ella che ha conosciuto le
pene e le tribolazioni di quaggiù, la
fatica del quotidiano lavoro, i disagi e
le strettezze della povertà, i dolori del
Calvario, soccorra adunque alle necessi-
tà della Chiesa e del mondo; ascolti
benigna le invocazioni di pace che a lei
si elevano da ogni parte della terra; illu-
mini chi regge le sorti dei popoli; otten-
ga che Dio, il quale domina i venti e le
tempeste, calmi anche le tempeste dei
contrastanti cuori umani e ci dia la pa-
ce in questo nostro tempo, la pace vera,
quella fondata sulle basi salde e dure-
voli della giustizia e dell'amore; giusti-
zia resa al più debole non meno che al
più forte; amore che tenga lontano i
traviamenti dell'egoismo, in maniera
che la salvaguardia dei diritti di ciascu-
no non degeneri in dimenticanza o ne-
gazione dei diritto altrui.
Sappiate che Noi facciamo particola-
re assegnamento sulle preghiere degli
innocenti e dei sofferenti, poiché sono
queste voci che più di ogni altra pene-
trano i cieli e disarmano la divina giusti-
zia.
E poiché si offre l'opportuna occa-
sione, non mancate di inculcare con
ogni cura la pratica del santo Rosario,
la preghiera così cara alla Vergine e
tanto raccomandata dai Sommi Pontefi-
ci, per mezzo della quale i fedeli sono
in grado di attuare nella maniera più
soave ed efficace il comando del divino
Maestro: Chiedete e vi sarà dato; cerca-
te e troverete; bussate e vi sarà aperto.
(PAOLO VI, Enciclica Mense Maio, 29
aprile 1965)
Anno
Mariano
2013-2014
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore
Prima di “gustare” i Salmi Quando ero bambina, tantissimi anni fa, alla domenica con le mie sorelline an-
davo all'oratorio.
Non ero proprio entusiasta: intanto non ero quasi mai inserita nei giochi di
squadra, perché decisamente poco portata agli sport (ero gracile e maldestra) e
dunque non competitiva.
Mi capitava, invece, di essere scelta per le recite e soprattutto per partecipare
alla “disputa”: si trattava d’imparare a memoria alcune formule del catechismo
e poi, in Parrocchia, davanti a un pubblico adulto costituito in gran parte da
vecchiette, recitarle in forma dialogante con una compagna dotata di pari capa-
cità, sui gradini dell'altar maggiore!
Mi piaceva molto, però, fermarmi dalle Suore per il “dopo-oratorio”.
In una auletta dell'asilo, una Suorina dolcissima ci incantava con gli episodi del-
la Bibbia. Con l'ausilio di qualche illustrazione e partendo da Adamo ed Eva,
ecco apparire, di domenica in domenica, personaggi e avvenimenti quasi da
favola: Caino, Abele, il diluvio universale, Noè, la torre di Babele, Mosè salvato
dalla figlia del Faraone…
Intanto si faceva a gara per raccogliere la carta stagnola staccata delicatamente
da preziosi e scarsi cioccolatini e eravamo certissime che il ricavato dalla vendi-
ta di tali profumati involucri sarebbero stati inviati ai Missionari in Africa, dove,
nella foresta si occupavano dei negretti e soprattutto facevano di tutto per con-
vertirli e battezzarli! (Si parlava poco di bimbi ebrei, perché discendenti di Colo-
ro che avevano messo in croce Gesù e quelli si chiamavano tutti Giudè).
Solo dopo essere stata rimandata a settembre, in scienze, già alle superiori, per
avere affermato che lo scheletro di una donna è diverso da quello di un uomo,
perché quest'ultimo ha una costola di meno... cominciai ad avere dubbi. Fui
derisa dal professore della Commissione esterna: per ignoranza non del tutto
colpevole!
Decisi, allora, che mi sarei messa d'impegno a studiar bene la Bibbia, soprattut-
to corredata da un buon commento! Intanto, però, diventavo adulta ed aumen-
tava il senso critico, prima latente e soprattutto sconsigliato; pian piano mi per-
si in meandri dai quali mi è stato difficile uscire…
Ci volevano i Salmi proposti da Padre Aurelio, nel corso delle “Primavere Mon-
tiane”, per aprire il mio cuore e la mia mente alla bellezza dell'Antico Testa-
mento!
Esperienza che dura da tre anni, con compagni di viaggio dei quali non si misu-
ra il grado di preparazioni, tanto siamo eterogenei, ma messi nella situazione
di poter intervenire, a proposito e anche a sproposito forse, però sempre in un
clima di accoglienza ed apertura che ci permette di “fare comunità” dopo le
esaustive spiegazioni, nella cripta, dove si prega spontaneamente, senza sog-
gezione, avvertendo la presenza di Padre Monti.
Se ricordo bene un personaggio importante della Bibbia
masticava la Parola, per farla propria! Noi prendiamo
solo appunti, siamo spronati a continuare la ricerca
gioiosamente, a non crucciarci eccessivamente per even-
tuali dubbi; e poi se ci capita anche di condividere il
pranzo sobrio e sostanzioso con i confratelli, cresce o si
consolida un'amicizia che fa bene all'anima e al corpo.
PS: Non ho mai detto alla Suorina dell'oratorio che
non è vero che i discendenti di Adamo hanno una costo-
la di meno e che il pomo d'Adamo sotto il mento di certi
uomini non è il pezzetto di mela offertagli da Eva, la ten-
tatrice istigata dal serpente: l'avrei turbata! Ora lei è si-
curamente in Paradiso, a ricevere il premio per lo zelo
catechistico preconciliare ampiamente giustificato!
SIL
La
Giovinezza
dei vecchi
Quando ero bam-
bina, tantissimi
anni fa, alla do-
menica con le
mie sorelline an-
davo all'oratorio.
Non ero proprio
entusiasta: intan-
to non ero quasi
mai inserita nei
giochi di squadra,
perché decisa-
mente poco por-
tata agli sport
(ero gracile e mal-
destra) e dunque
non competitiva.
A N N O I I I , N U M E R O 2 6 – G I U G N O 2 0 1 4
Nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
Collaboratori di questo numero: Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Sonia, Marco
Perfetti, P. Emanuel Mvomo, Hno Miguel Grosso, Amici di Padre Monti, Fratel
Rolando Sebastiani, Fratel Gioacchino Santoro, P. Giuseppe Decina, France-
sco Paris, SIL, M.E., I cercatori di Dio, Giovanni, Raffaele Mugione.
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)
9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong
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