Download - Qui ho posto il cuore settembre 2013
Quien se acerca a la iglesia debe
encontrar puertas abiertas y no fisca-
les de la fe.
Suona davvero melodioso questo
parlare di papa Francesco. E non solo
per la naturale musicalità della lingua
spagnola, ma molto più per la forza
dolce del contenuto: chi si avvicina
alla Chiesa deve trovare porte aperte
e non esattori della fede.
A trattar di chiesa - e della fede
che in essa si professa - non si può
agire come agenti del fisco, sia che si
intenda promuoverla e anche difen-
derla sia che si voglia trasmetterne
ad altri il messaggio… Non lo si può,
soprattutto, quando sono gli altri ad
avvicinarsi ad essa per trovare aiuto e
luce oppure per bussare alla porta in
cerca di Dio.
Non erano, in senso letterale, i
“fiscales de la fe” quelli di cui parlava
Paolo, quando denunciava che “per
causa vostra il nome di Dio è bestem-
miato tra la gente”, ma certo ci era
andato molto vicino.
Egli li definiva con queste connota-
zioni: chi insegna agli altri e non a se
stesso; chi predica di non rubare e
ruba; chi, essendo adultero, proibisce
l’adulterio; chi detesta gli idoli e si
arricchisce sui loro templi; chi si glo-
ria della legge e la trasgredisce senza
problemi (Rm 2,21-24)…
In tutt’altro contesto, ma con in-
credibile affinità di pensiero, Gesù
denuncia i dottori della legge che ca-
ricano gli uomini di pesi insopportabi-
li ed essi non li toccano neppure con
un dito (Lc 11,46); oppure girano il
mondo per fare anche un solo prose-
lito e poi renderlo figlio della Geenna
il doppio di se stessi (Mt 23,15).
Ridurre Dio a morale è un atto im-
morale, disumano ed antievangelico.
È una vergogna. È il servizio peggiore
che possiamo fare a Dio, alla sua Vo-
lontà e alla sua Parola.
QUIEN SE ACERCA S O M M A R I O :
Editoriale 1
Preghiere
ascoltate
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Parole mon-
tiane
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
Il mio Grazie
a Padre Monti
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Nelle mani di
un amore più
grande
13
Anno mariano
CFIC
14
La Giovinezza
dei vecchi
15
10° Festa del
Beato Monti
16
D A T A
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Anno II — n. 17 SETTEMBRE 2013
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Santuario Padre Monti Cod. IBAN: IT27 C 08374 50520 00000 8801111 Cod. Bic.: ICRAITMMAE0
presso: Banca di Credito Cooperativo di Barlassina – Filiale di Saronno Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Ed
itoriale
Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!
Segue a pag. 2
P A G I N A 2 qui ho posto il cuore
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
QUIEN SE ACERCA Un Dio-morale non
è la strada della Chie-
sa, anche se troppi uo-
mini di Chiesa l’hanno
fatta propria, l’hanno
predicata come unica,
e se ne servono a pia-
cimento.
Vivere il vangelo
non è far quadrare i
conti del dare e avere
con il Padreterno.
Mi scrive l’amico X:
il potere oggi non è
tanto in mano ai ricchi
(… con la situazione di
crisi, non credo ci sia-
no più molti ricchi in
giro …), quanto piutto-
sto agli strilloni delle
piazze, a quelli che
non hanno fatto il pro-
prio dovere quando ne
avevano possibilità,
quando avevano ruoli e
lavoro o stavano in po-
litica e si sono appro-
fittati di tutto, hanno
frodato e contribuito
potentemente a svuo-
tare di contenuti la cul-
tura e ad erodere i be-
ni comuni; ed oggi
strillano, si dichiarano
puri e duri, accusano…
e continuano a com-
piere ogni genere di
volgarità. Indisturbati.
Impuniti. Addirittura
acclamati.
Porto con me il
ricordo indelebile di
un’esclamazione
accorata di mia ma-
dre, alla vista di una
povera donna abbru-
tita dalla violenza:
"povera creatura!
tanti hanno approfit-
tato di lei, ma il Si-
gnore vede e sa"… Il
Signore vede e sa. Il
Signore difende i
poveri. Il Signore
non dimentica il ma-
le fatto agli indifesi.
Il Signore non lascia
passare il giorno di
chi prevarica e crede
di essere intangibile
ed onnipotente.
In realtà, sono i
deboli (quelli che
non pensano gran-
ché di sé) che vinco-
no la storia, perché
autenticamente
grandi e non resi tali
da un titolo. Dice il
saggio che le stelle
non si vergognano
di apparire luccio-
le… non hanno al-
cun motivo di preoc-
cuparsene! Anche
quando la storia
sembrerebbe solo una
roulette impazzita, il
male uccide chi lo fa,
pur quando dovesse
regalargli giorni e mesi
di piacere meschino,
inesorabilmente desti-
nato a finire.
Il più debole e infa-
mato di tutti i deboli fu
un uomo crocifisso
sulle alture di Sion, alla
periferia di Gerusalem-
me, fuori dal consorzio
civile, maledetto dai
‘santi’ pontificatori del
tempio.
È lo scandalo conti-
nuato (Gesù scandalo e
stoltezza!) della fede
cristiana, che anche il
più santo dei credenti
deve affrontare, perché
ci vuole grazia dallo
Spirito, oltre che cuore
e cervello, per accet-
tarlo. Tanto che, co-
stantemente, un sacco
di fedeli ed anche di
maggiorenti della fede
tentano di annacquarlo
e addomesticarlo, ri-
durlo alla propria mi-
sura di pretenziosi ur-
lanti nanetti, fiscales
de la fe.
Aurelio Mozzetta
>>> segue dalla
prima pagina
P A G I N A 3
La Tomba del Beato
Monti nella Cripta del
Santuario di Saronno
Luigi Monti,
giunto ormai a
Brescia presso i
Figli di Maria,
deve imparare un
mestiere nuovo:
l’infermiere.
Contemporanea-
mente uno più
importante:
servire Dio in una
comunità
religiosa.
Entrambi difficili.
Seguire il diavolo
non porta frutti.
Luigi Maria Monti
oggi è Beato …
altri …
La formazione
spirituale e
materiale del
Monti, tutta la sua
vita, passa
attraverso il
“duro” donarsi.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
L’APPRENDISTA DI DIO Un fatto è certo: nessu-
no può fare un lavoro sen-
za impararlo. Alcuni me-
stieri richiedono poco
tempo per acquisirne le
tecniche, altri invece anni
di studio e di metodo.
Per tutti comunque la
stessa regola: un periodo
di apprendimento.
Anche il nostro buon
Luigi Monti, giunto ormai
a Brescia presso i Figli di
Maria, deve imparare un
mestiere nuovo: l’infermi-
ere. Contemporaneamen-
te uno più importante:
servire Dio in una comuni-
tà religiosa. Entrambi dif-
ficili .
Luigi non ha cultura.
Don Caldara, parroco di
Bovisio, intuendo le capa-
cità del giovane, si era
davvero sforzato di pas-
sargli qualche nozione in
più dei suoi coetanei. Pur-
troppo la morte del padre
e la conseguente necessi-
tà di lavorare, avevano
represso ogni possibilità
di studio. Tuttavia è intel-
ligente, la sua mente è
aperta e curiosa, impara
in fretta e approfondisce.
Più impegnativo il vivere
in comunità. Quando Don
Luigi Dossi e i suoi giova-
ni brianzoli, fra i quali il
Monti, arrivano nell’au-
tunno del 1852 a Brescia,
trovano ad accoglierli i
Figli di Maria Immacolata -
detti Pavoniani - al com-
pleto: tre religiosi sacer-
doti e quattro laici. Nel
giro di poco tempo arrive-
ranno tanti giovani da
mettere in difficoltà i Su-
periori di quella congrega-
zione.
Il contrasto tra il vec-
chio e il nuovo è la co-
stante della storia
dell’uomo. Attraverso un
continuo “tira e molla”
l’umanità ha fatto i suoi
passi sino ad oggi.
Succederà così anche in
quel convento di Brescia.
Luigi e compagni portano
la freschezza, l’iniziativa,
la forza. Gli altri una con-
solidata esperienza di la-
voro; ma proprio perché i
tempi del loro Fondatore,
il Beato Ludovico Pavoni,
sono mutati, fanno fatica.
Passare poi da pochi a
tanti frati è ulteriore moti-
vo di disorientamento.
Un’amministrazione poco
attenta, il solito chiac-
chiericcio negativo - tanto
deprecato oggi da Papa
Francesco - teso a difen-
dere posizioni, per quanto
di meschino potere, inaci-
discono l’ambiente.
Il Beato Monti, sarà co-
stantemente la vittima di
questa ricerca di un
“potere” da parte di altri a
lui vicini. Lo definirà
“opera del demonio”. Ben-
ché ripetitiva, quest’azi-
one di divisione e ri-
cerca di un “posto”,
non necessariamente
un potere forte, trova
l’uomo, anche se reli-
gioso, molto debole.
Ci prova sempre quel
“dannato demonio”. I
risultati sono davanti
agli occhi, basta sfo-
gliare i giornali.
Il lato positivo si fa
fatica a comprenderlo
subito. Anzi, nell’im-
mediato ci solo soffe-
renze, ma è sufficiente
leggere la storia di Lui-
gi, un poco distante,
come stiamo facendo
ora, per rendersi conto
che la vittoria non è
mai del male.
Infatti coloro che per
loro scopi contraste-
ranno i nostri brianzo-
li, si estingueranno
aridamente. Seguire il
diavolo non porta frut-
ti. Luigi Maria Monti
oggi è Beato … altri …
Tuttavia questo per-
corso così accidentato
è un mezzo per ap-
prendere come Dio ha
scelto per sé solo colo-
ro che si spendono per
il prossimo.
Non vuole gente av-
vitata su se stessa, ma
aperta e disponibile:
come Luigi.
La formazione spiri-
tuale e materiale del
Monti, tutta la sua vita,
passa attraverso il
“duro” donarsi.
Luigi Monti: l’appren
-dista di Dio.
Non temere.
Marco
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P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
qui ho posto il cuore
PER I GIOVANI:
- per Emmanuele, anco-
ra adolescente e così
tanto provato dalla vita.
Che il Beato Monti lo
guidi nelle sue scelte.
- per Mara, chiamata a
una decisione importan-
te; perché sappia discer-
nere ed avere il coraggio
di non fermarsi.
PER CHI E’ IN ATTESA:
come Angela, in una
gravidanza delicata.
Preghiamo Sant’Anna,
protettrice delle donne
incinte, perché accom-
pagni Angela e il bambi-
no del suo grembo e
porti il loro tempo a
felice compimento.
PER I MALATI:
il beato Monti interceda
per loro
- per l’amico Luigi, cui è
stato diagnosticato un
tumore maligno in fase
terminale. Padre Monti,
per come vive questo
difficile momento. Il
Signore gli doni il suo
Spirito, insieme a fortez-
za e pace; lo sostenga;
lo faccia sentire amato
nelle mani di Dio e di
chi gli è vicino, in parti-
colare la mamma e il
fratello con la sua fami-
glia. (Giovanni)
PER CHI SOFFRE:
- per F. e T., prigionieri
della depressione. Libe-
rali, te ne preghiamo.
- per Luigia, operata da
oltre un mese di protesi
all’anca. La ferita non si
chiude e deve essere
riportata in sala operato-
ria.
PER I DEFUNTI:
- PIETRO, morto il 7 ago-
sto scorso, dopo lunga
convalescenza a seguito
di infarto cardiaco.
- PAOLO, morto in mis-
sione in Uganda, a causa
di un’improvvisa e fulmi-
nante malattia.
Nessuno escluso Preghiera
per le
vocazioni
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
sostienilo e impetra da Dio
la sua guarigione.
- per don Claudio, malato
di leucemia e ancora rico-
verato in ospedale, in atte-
sa della risalita dei globuli
bianchi per sottoporsi
all’ultima chemio. Penso a
lui con grande tenerezza
per l’esempio che ci dà,
Hai mandato, Signore, i settantadue discepoli in missione
per ricordarci che nessun popolo,
nessuna creatura,
nessuna situazione umana
è esclusa dalla buona notizia del vangelo…
Li hai mandati poveri.
Dona anche a noi, per essere testimoni credibili del vangelo,
di non fare affidamento sui beni e sulle cose,
di non contare sul potere.
Donaci di entrare nelle case
e di portare un senso di pace,
di entrare nelle situazioni di conflitto
e di portare le ragioni del dialogo,
di entrare nella complessità del vivere non per risolverla,
ma per portare speranza e paziente attesa.
Amen.
(Angelo Casati)
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P A G I N A 5
La piccola Maria di Na-
zareth vive una singolarità
senza alcun vantaggio par-
ticolare sulla propria vita: è
la vita di una giovane della
sua età e della sua condi-
zione sociale.
È dunque vita semplice,
da casalinga, promessa
sposa ...
Una tale vita è fatta di
monotonia quotidiana, do-
ve ogni giorno si ripetono
praticamente gli stessi ge-
sti in cucina, forse nell’orto
o ancora nel pozzo per
prendere l’acqua …
Pur essendo monotona,
quella di Maria è anche una
vita di meraviglia.
Tale è il caso all’annun-
ciazione, alla visitazione,
in certi momenti della vita
di Gesù e alla risurrezione;
altri vivono la meraviglia di
Maria (Elisabeth e una don-
na nella folla).
Anche se è una vita mo-
notona, i momenti di mera-
viglia sono presenti perché
Maria vive in profondità la
sua vocazione.
Lo stesso possiamo dire
della nostra vita di comuni-
tà, a volte monotona, ma
che ogni tanto conosce la
meraviglia della continua
riscoperta dell’amore e
della volontà di Dio sul
consacrato.
Nella monotonia, vivia-
mo la riscoperta del-
l’amore, dei doni e delle
grazie che Dio affida a cia-
scuno di noi. Se non c’è
meraviglia, siamo ciechi
interiormente e non vedia-
mo più con gli occhi
dell’amore.
- Dall’esperienza di mo-
notonia quotidiana e di
meraviglia di Maria pos-
siamo imparare che la
nostra vita da religiosi
sembra monotona: basta
guardare il programma
di ogni giorno; ma è den-
tro questa monotonia che
possiamo trovare la me-
raviglia, se in forma spi-
rale facciamo dei passi
avanti anche se abbiamo
l’impressione di girare
invano.
P. Emmanuel Mvomo
Con
Maria,
come
Anche se è
una vita
monotona, i
momenti di
meraviglia
sono presenti
perché Maria
vive in
profondità la
sua
vocazione.
Lo stesso
possiamo
dire della
nostra vita
di comunità.
qui ho posto il cuore
Abbi fede e ti libererò Il Superiore fece nella notte un sogno misterioso. Gli sembra-
va di trovarsi vicino ad un burrone, e di là sulla ripa vide una
bestia di smisurata grandezza che sembrava essere un Drago,
il quale fissa gli occhi e sembra gli dicesse: ti voglio inghiotti-
re. A tale vista si atterrì, e disse con grande spavento: oh, mio
Dio, Signore mio, aiutatemi! L’animale non lo vide più, e temé
che presto fosse per assalirlo e divorarlo. Infatti, pochi istanti
dopo lo sente da vicino, ed il Superiore si ravvolta fra le coper-
te per non essere divorato, e di nuovo grida, o Signore aiuto,
Gesù mio aiuto, o Dio mio aiuto; ed in tanto il grosso animale
mi vien sopra per prendermi la testa; ed in quell’istante sentii
una voce che mi diceva: abbi fede che io ti libererò, ma col
patto di registrare, come le altre volte, che sono io, il Signore,
che opera per la liberazione dell’imminente tua divorazione
del nemico: promisi di sì, e all’istante il mostro si ritirò.
(BLM, Diari, 26 dicembre 1887)
Le Parole
montiane
Nei passi di Maria: l’esperienza di monotonia
quotidiana e di meraviglia
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P A G I N A 6
MONTIAN
HOME FOR
THE NEEDY Caring for the orphans has
always been the preoccupation
of the Montian Brothers as one
of their charism all over the
world, wherever they are, and
the case of Enugu Sate in Ni-
geria cannot be different from
the reality.
The apostolate started
three years after the establish-
ment of the Congregation in
Enugu State.
Initially the community
started with six children from
different places of the state,
especially from families who
are finding life difficult and
unable to train their children
the way it supposes especially
sending them to school and
giving them good moral and
Christian teachings. As time
goes on, due to lack of accom-
modation, the community con-
tinued to extend her hands to
other children who are outside
the state and offering them
distance help, that is
while these children are
in their various homes,
the community visits
them from time to time
and help them in their
school needs and other
social needs according
to her level.
The children pres-
ently staying with us are
twelve in numbers with
the least age of
4yrs but 50 in to-
tal. As mentioned
above, many are
not staying in the
community with
the Brothers, but
are in various
states like Anam-
bra which is lo-
cated in the east-
ern part of the
country, Benue
State located in the
North East, and other
places where distant
help is been given to
them through the com-
munity and donors. For
the twelve orphans stay-
ing with the Brothers,
five are still in primary
school and five in sec-
ondary school, while
one who is the eldest
among them just fin-
ished his secondary
school, preparing to
continue further in the
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
qui ho posto il cuore
La
Congregazione
aiuta questi
bambini a
crescere in modo
che un giorno
possano essere
utili a se stessi e
per la società in
generale.
higher institution.
The Congregation
helps the children to
grow in every aspect of
man, so that these chil-
dren can be useful to
themselves some day
and to the society at
large in the future. Over
the years, many have
finished their school
and are busy in doing
or learning some voca-
tional work or the other
in order to make them
balance in life, and
some choose to return
back to their extended
family after their Senior
Secondary School are
given the chance to re-
turn back for good.
Though it has not
been easy taking care of
the children but out of
the generosity of men
and women of good will
in the state, the com-
munity is really trying in
her little way to help the
children though some-
times difficult. We be-
lieve that the Holy Vir-
gin Mary and Blessed
Luigi MONTI can inter-
cede on our behalf.
Brothers Agu Anthony
Chinedu
& Philippe Insoni
La cura per gli
orfani in tutto il
mondo è sempre
stata la preoccu-
pazione dei
Religiosi
Montiani, come a
Enugu Sate in
Nigeria.
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P A G I N A 7
Nel solo
mese di
giugno le
visite a Qui
ho posto il
cuore sono
state 395,
senza
pubblicità
alcuna.
La notizia non è recentissima, ma rappresenta un ottimo augurio per il nuovo ini-
zio, dopo il riposo estivo. Dagli amici dell’Editrice Monti, tecnologicamente più avan-
zati di noi, abbiamo questa bella indicazione: nel mese di giugno le visite a QUI HO
POSTO IL CUORE sono state 395!
Un bel numero. Un sano riscontro. Peraltro, dicono loro, senza pubblicità alcuna.
Dai!, passa parola anche tu, così altri potranno “porre il cuore” in Cristo, tramite la
splendida luce del Beato Luigi Maria Monti.
La foto ritrae
parte della
vecchia MONTINA
(oggi tutta
restaurata) e la
CROCE del
giovane Luigi
Monti, oggi
conservata nel
Museo Storico del
Beato. Da qui,
luogo d’incontro
della primissima
generazione dei
giovani montiani,
è idealmente
partito il
Movimo.
qui ho posto il cuore
Le visite di giugno a QPC
MOVIMO Movimento Vocazionale Montiano Se vai su FACEBOOK puoi incontrare
questo sito, MoViMo (come si dice: un
blog ?!?), dove ci ritroviamo ogni giorno
intorno al pensiero, alla preghiera e alla
sensibilizzazione per le vocazioni sacer-
dotali e religiose. Si tratta di un gruppo
aperto, cui tutti possono iscriversi (basta
farne richiesta) e su cui inserire contributi
(pensieri, riflessioni, preghiere, poesie,
foto, immagini, links…).
Al momento gli iscritti sono 150, ma
(come direbbero in radio dei chilometri di
fila sulle strade trafficate dell’estate) “in
aumento”. Magari il tuo contributo ci per-
metterà di continuare a dare ancora
l’annuncio positivo, in aumento!!!
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P A G I N A 8
Fratelli sacerdoti per il bene di tutti Vita di
famiglia
qui ho posto il cuore
Domenica 8 settembre verrà ordinato a Mérida, Yucatán (Messico), P. Ar-
mengol HURTADO, confratello boliviano, missionario in Messico da dieci
anni. Qui a Saronno abbiamo avuto la gioia di averlo con noi, in comunità,
per circa un anno, durante il quale Armengol si è fatto apprezzare per la
serietà, la serenità, la fede e… il talento di ottimo calciatore (che non gua-
sta, no?). A lui la nostra affettuosissima vicinanza in questo passo grandio-
so della sua vita.
Insieme ad Armengol, vogliamo ricordare altri Fratelli ordinati sacerdoti
in agosto. Ne elenco i nomi, affidandoli al tuo pensiero: Joel, Kennedy, Jean,
Martin, Ephraim, Vitalis, Pascal, Cyriaque, Serge, Gerardo, Edwin, Peter…
Davvero un elenco delle meraviglie !!!
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
Da ultimo sorvoliamo
l’Atlantico fino al BRASILE, a
gustare la bellezza dell’ IN-
FIORATA di FOZ
do IGUAÇU, realiz-
zata per il Corpus Domini, do-
menica 2 giugno.
LA NOTTE DEL FANTASMA
P A G I N A 9
e darci la buona notte, ma aveva
perso il senso dell’ora e soprattutto
indossava una lunga camicia bian-
chissima da notte.
Fratel Luigi Monti sorride, ci rin-
franca tutti e per consolarci ci fa
bere un mezzo bicchierino del suo
famoso elisir di sua produzione -
sciroppo di lamponi – e, salvo i soli-
ti più spaventati o falsi spaventati
che ne volevano di più, ritorniamo a
letto.
La notte fu piena di sogni, non tut-
ti lieti. Che fifoni eravamo!
Carlo
Quel 22 Giugno del 1906 fu davvero un
lungo giorno.
Fratel Anselmo Borsani moriva. Era gio-
vanissimo, 24 anni. Nato a Nerviano nel
1882. Aveva vestito l’abito della Congre-
gazione nel 1894. Era poco più grande di
noi. Fummo turbati per tutto il giorno.
I frati ovviamente erano stati occupati
nel seguire tutte le incombenze che que-
sto triste fatto comporta, e noi ragazzi
avevamo passato una parte del giorno a
recitare preghiere e rosari in suo suffra-
gio. Insomma una giornata triste.
Tutti a letto presto, malgrado la bella e
calda giornata di giugno, non si aveva
voglia di giocare.
Poco dopo la mezzanotte, uno di noi si
alza. Deve recarsi al bagno per un suo
bisogno. Infila gli zoccoli e alza gli occhi
verso la porta. Stropiccia gli occhi, si sen-
te bloccato in tutto, vorrebbe urlare, non
ce la fa. Ansima, ha gli occhi sbarrati dal-
la paura.
Davanti alla porta bianchissimo nella
sua veste vede il fantasma di Fratel Ansel-
mo.
Finalmente un urlo liberatorio: il fanta-
sma, il fantasma di Fratel Anselmo! Tutto
ci svegliamo e vediamo, bianca come la
luna lì la sagoma di Fr. Anselmo. Panico!
In un lampo, tutti in piedi, su le zoccole
e giù per le scale a perdifiato con un ru-
more assordante che ancor di più spaven-
ta... Mai levata fu così veloce. Le scale,
tutte in un salto!
Arriva fratel Luigi Monti. Calma, calma,
cosa succede? Ho il viso terrorizzato e
balbetto: “Il fantasma di Fratel Anselmo e
lì … sulle scale!”.
Fratel Luigi ci guarda perplessi. Poi sale
le scale. Lo vede! Si ferma per un attimo.
Chiama. Respira!
Il fantasma altri non era che un povero
uomo malato, raccolto per carità dalla
strada. Era inoffensivo, ma un poco con-
fuso. Voleva prendere il fresco della sera
… a spulciar
gli archivi e
rimescolar le
carte della
storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
Il fantasma
altri non era
che un povero
uomo malato,
raccolto per
carità dalla
strada.
Era inoffensi-
vo. Voleva
prendere il
fresco della
sera e darci la
buona notte,
ma aveva
perso il
senso dell’ora
e soprattutto
indossava una
lunga camicia
bianchissima
da notte.
Fratel Luigi
Monti sorride,
ci rinfranca
tutti e per
consolarci ci fa
bere un mezzo
bicchierino del
suo famoso
elisir.
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
P A G I N A 1 0
Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione Un modo diverso di fare
missione
Uhao, che bello! Grazie di
cuore. Io credo che stiamo
mettendo una pietruzza do-
po l´altra per realizzare un
grande apostolato, un modo
diverso per fare “missione”.
Bene, sono contento. E mi
rimbalzano nella mente le
parole del Papa Francesco:
“Con le persone ci vuole la
proximidade”. Questo é
quello che dobbiamo sempre
ricercare con tutti i nostri
mezzi. Ti abbraccio. Gioac-
chino
Respiro montiano a casa
Carissimo, grazie del RESPI-
RO MONTIANO che da Saron-
no mi giunge fin qui a casa!
Un saluto a te e tutti i Fratel-
li. B
Benedizione
Altrettanti saluti a te, sem-
pre con la benedizione del
Signore.
Due citazioni di P. Erasmo
Grazie per l'impegno con
cui porti avanti l'iniziativa di
QPC. Tra l'altro ho visto con
piacere che hai citato per due
volte P. Erasmo. Ti auguro un
buon estate. Ciao P. Michele
Saluti a tutti
Tantissime grazie per
avermi inviato il nuovo
giornalino per via online
nel quale ci sono scritte
cose bellissime. Un caro
saluto a lei e a quelli del-
la redazione, in Gesu e
Maria. GD
Dal Messico
Buenos dias Mexico,
buenas noches Italia...
Padre, le doy las gracias
porque me siga enviando
la revista. La verdad que
es muy importante para
mi, pues el Padre Monti
es un ejemplo a seguir,
pues el junto con San
Vicente de Paul y Felipe
Neri son los que me ins-
pira su carisma para ser-
vir a Dios por medio de
los mas pobres, enfer-
mos y niños... Un fuerte
abrazo y respeto con el
cariño de siempre.
Bellissime parole
Grazie delle bellissime
parole che mi sono giun-
te con la rivista. Vera-
mente molto profonda e
bella. A
Bollettino ricco di spunti
per la preghiera
Ho visto il bollettino sem-
pre così ricco di spunti per
la preghiera e per le rifles-
sioni, che vanno bene in
questo periodo di pausa
estiva. Grazie per i riferi-
menti mariani, che ci aiuta-
no a mantenere una tensio-
ne verso la cultura della
tenerezza, in questi giorni
in cui tutto inclina alla du-
rezza del cuore, del lin-
guaggio e della vita... Gra-
zie per l'articolo sul razzi-
smo: dobbiamo pregare
molto perché il Signore ci
preservi da questa realtà
nei nostri cuori, perché
essa è come erba maligna
che s’infiltra e ramifica,
senza che neppure ce ne
accorgiamo. Occorre purifi-
care la memoria, custodirla
e tenerla viva davanti a
tutti, anche di ciò che si sta
consumando oggi sotto i
nostri occhi, contro i cri-
stiani e contro le persone
di buona volontà.
Rispondo laicamente
Molto bello. Rispondo con
una frase laica, che ha an-
che costruito il mio passa-
to e che volentieri traman-
do (è una frase dei Lions
che mi è sempre piaciuta):
"sempre mirando a costrui-
re e mai a distruggere".
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
qui ho posto il cuore
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Rendici portatori della
stessa missione O Dio onnipotente, infinitamente buono e misericordioso,
che di noi ti prendi amorosa cura,
Tu hai assunto nella gloria immortale il buon padre Luigi Maria Monti:
ti preghiamo che egli possa continuare nella sua gloriosa opera
e protegga sempre ciascuna delle nostre famiglie.
Chiediamo a te, o Signore, di poter farci noi stessi portatori della missione
che egli ha svolto con gli ammalati e gli orfani.
E ti ringraziamo, perché Tu lo hai posto affianco a Maria Santissima, tua
Madre.
Nella eternamente stabile unità con la Vergine,
l’intercessione del Beato Luigi Maria si fa potente presso il tuo trono
e ottiene sempre quello che noi gli domandiamo.
Grazie Signore. Grazie Madre nostra. Grazie Padre Monti.
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
P A G I N A 1 1
JMJRIO 2013 - Copacabana “Santuario
joven a cielo abierto” La experiencia vivida en la
Jornada Mundial de la
Juventud en Rio de Janeiro
realmente es una
experiencia de fe única, FE
JOVEN.
Trataré de resumir mi
vivencia de ésta semana de
KAIROS (tiempo de Gracia o
tiempo de Dios) al estilo
“francisco” en tres puntos
claves que me permitieron
resumir todo lo vivido:
* CORAZÓN CREYENTE;
se necesita un corazón
capaz de sentirse llamado a
vivir un encuentro único con
el Sucesor de Pedro, con el
Papa. Para recibir el anuncio
de “Petrus” el corazón debe
estar preparado, porque el
mensaje es verdaderamente
incontenible, la persona de
Jesucristo; es al mismo
tiempo un corazón creyente
que cree en el mensaje de
salvación para la
humanidad, un corazón que
escucha la Palabra de Dios y
busca constantemente la
respuesta a la pregunta,
podríamos decir casi diaria,
a modo de examen de
conciencia:¿dónde vi a Dios
pasar durante el día?, las
respuestas fueron por
millones, cada peregrino de
la JMJ era una respuesta a
esa pregunta.
* GANAS DE SER SANTOS;
todo lo vivido en la Jornada
Mundial de la Juventud, me
pareció incluso lleno de una
palabra, que lo puede definir
a todo como GRACIA. Regalo
de Dios. Gracia como modo
de actuar de Dios en medio
de la vida cotidiana del
hombre, y Dios
verdaderamente se hizo
presente en cada instante,
en medio de tantos jóvenes,
muchos teníamos la
limitación del idioma, pero
nos dimos cuenta que no
importaba ni el ingles, ni el
italiano, ni el polaco, ni el
español; todos los que
estábamos presente en la
JMJ teníamos un mismo
lenguaje, el lenguaje del
AMOR, éste lenguaje tiene
un nombre, este lenguaje es
una persona concreta
JESUCRISTO.
* FE COMPROMETIDA; El
Papa nos pidió que seamos
revolucionarios, que vamos
a en contra corriente y que
nos revelemos contra la
cultura del provisorio que en
el fondo cree que no somos
capaces de amar de verdad,
y que tengamos el coraje de
ir contra corriente. Nos pidió
compromiso. Y nos pidió
compromiso, y en el
momento en que se reunió
con los jóvenes argentinos,
todos los Montianos allí
presente (Julieta Artaza,
Luciana Britos, Nicolas Oliva
y Belén Berrone, Maria
Victoria Gonzales) fuimos
capaces de sentir por un
momento la presencia del
Beato Luis Monti, quién se
comprometió de manera
particular, con los jóvenes. Y
sobre todo que cumplió
aquel consejo del Papa
Francisco, de vivir Las
Bienaventuranzas y Mateo
25, las mismas citas bíblicas
que seguramente el joven
Luis leyó e hizo leer pero no
se quedó con eso, sino que
la puso en práctica, lo hizo
vida por medio de la
Compañía de los Frailes y
luego con la Congregación
de los Hijos de la
Inmaculada Concepción.
Debo decir que la JMJ,
devolvió a mi vida el sentido
mismo de mi vocación
religiosa, y deseo de servir a
Jesús como consagrado al
servicio de la juventud. Es
por ello que para mí la JMJ
es sinónimo de
revitalización vocacional y
creo que todos los Hijos
del Beato Luis Monti
debemos participar en
instancias como ésta,
donde se puede sentir
palpitar el corazón joven
de la Iglesia junto al
Sucesor de Pedro. En otras
palabras lo vivido y
experimentado junto a
millones de jóvenes en Rio
de Janeiro, fue una
experiencia mundial; de
algo mucho más pequeño,
pero sin dejar de ser único,
me refiero a la MONTINA,
“santuario a cielo abierto” de
la juventud, y que en la
Provincia Latinoamericana
intentamos revivir cada dos
años con nuestros jóvenes
montianos.
Hno Jorge ROMERO
L' esperienza
della Giornata
Mondiale della
Gioventù a Rio
de Janeiro è
stata davvero
un'esperienza
unica fede …
qui ho posto il cuore
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
Fratel Jorge
con i giovani
del gruppo
montiano alla
giornata di RIO
P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore
Volevo essere
Professore
Universitario…
sono un piccolo
frate a servizio
degli infermi.
Ho lasciato
tutto di punto
in bianco, senza
spiegazioni.
Ora sono felice.
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
Ero una promessa,
sono un piccolo frate Volevo essere Profes-
sore Universitario…
sono un piccolo frate a
servizio degli infermi.
Ho lasciato tutto di
punto in bianco, senza
spiegazioni. Ora sono
felice.
Avevo una vita norma-
le, come tutti i miei
coetanei ventiduen-
ni. Non mi mancava
nulla… e tutti mi
invidiavano. Ero bel-
lo, avevo il fascino
dell’eleganza. Tutte
le ragazze mi avreb-
bero voluto. Ero
gentile, cortese, al-
legro. All’università
sempre voti alti. La car-
riera universitaria mi
attendeva. Studiavo
ingegneria. Mi sono
laureato con il massimo
dei voti ed il professore
mi ha preso con sè:
prima gli articoli scien-
tifici (ne ho scritti più
di 100 a livello interna-
zionale, in soli 4 anni),
poi le lezioni, il labora-
torio con gli studenti…
la mia vita era piena,
ricca, felice. Ero una
Promessa! E stavo di-
ventando un punto di
riferimento internazio-
nale per la mia materia.
Un giorno il parroco
mi telefonò. Voleva la
mia collaborazione per
preparare i ragazzi alla
cresima. Questa cosa
mi accattivava: perché
no?! Mia madre fu con-
tenta: almeno non stai
sempre sui libri!
E la “meravigliosa av-
ventura” ebbe inizio.
Non so dirvi cosa è suc-
cesso. Posso solo testi-
moniare il mio cambia-
mento interiore, in par-
te consapevole e in par-
te no. Sono certo che
Dio ci ha messo la Sua
mano. Io non avrei mai
potuto fare da solo un
salto così grande.
Ogni settimana avevo
due appuntamenti: con
i ragazzi a catechismo
e con i catechisti per la
preparazione degli in-
contri. La domenica si
andava insieme a Mes-
sa e ci si tratteneva con
ragazzi e genitori. Pen-
sate: ho imparato a
suonare la chitarra per
poter dare una mano a
Messa. E ce l’ho fatta.
Senza sforzi e senza
maestri. Ho imparato
davvero bene.
La musica non è mai
stato il mio forte. Eppu-
re ho vinto la sfida. E il
canto è diventato una
forma di preghiera. I
canti liturgici mi ripor-
tavano a Colui che tutto
aveva creato; e mi met-
tevo a pregare.
Il mio cuore si stava
lentamente dilatando
ad un amore più gran-
de. Ragazzi e genitori
erano nelle mie pre-
ghiere. I miei impegni
in parrocchia si centu-
plicavano ed ero sem-
pre disponibile. Come
ce la facessi, non lo so:
gli studi, l’università, il
lavoro, la parrocchia…
Ho iniziato a parlare
con il parroco, senza
un’idea precisa, prima
dei problemi con i ra-
gazzi, poi, piano piano
di scelte quotidiane.
Tutto si faceva strada
così lentamente che
non riuscivo ad accor-
germi dei cambiamenti.
Davvero è così difficile
spiegare! Ero entusia-
sta. Tutto mi sorpren-
deva e m’illuminava.
Il parroco mi presentò
la Liturgia delle Ore,
che divenne per me
fonte di preghiera du-
rante la giornata. Mi
propose la messa quo-
tidiana e senza esita-
zione accettai. Tutto
mi coinvolgeva perso-
nalmente. Era incredibi-
le, ma tutto era sor-
prendentemente nuovo
e bello… perché? Non
lo so. Non me lo chie-
dete perché non lo so
neppure ora. So solo
che a un certo punto
ho scelto. Ho lasciato
tutto.
Troppo difficile spie-
gare. Impossibile dire
di no ad una chiamata
che mi ha interamente
affascinato.
Ora vivo in povertà,
ma non mi manca nul-
la. Vivo in castità, ma
non mi pesa. Vivo in
obbedienza, ed è la
chiave della mia voca-
zione. È stata una sorta
di obbedienza interiore
a chiamarmi. Un qual-
cosa che ho sentito in
maniera indiscutibile.
Anche il parroco
all’inizio non mi crede-
va. Poi, ha capito.
Ed ora sono solo di
Dio e della gente che
ho scelto: tutti, con
tutto l’amore che mi è
possibile.
Riconoscere
Vocazioni
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore
LA PIENEZZA DELLA FEDE
“Abramo […] esultò nel-
la speranza di vedere il mio
giorno, lo vide e fu pieno di
gioia” (Gv 8,56).
Secondo queste parole
di Gesù, la fede di Abramo
era orientata verso di Lui,
era, in un certo senso, vi-
sione anticipata del suo
mistero. Così lo intende
sant’Agostino, quando af-
ferma che i Patriarchi si
salvarono per la fede, non
fede in Cristo già venuto,
ma fede in Cristo che stava
per venire, fede tesa verso
l’evento futuro di Gesù.
La fede cristiana è cen-
trata in Cristo, è confessio-
ne che Gesù è il Signore e
che Dio lo ha risuscitato dai
morti (cfr Rm 10,9). Tutte le
linee dell’Antico Testamen-
to si raccolgono in Cristo,
Egli diventa il "sì" definitivo
a tutte le promesse, fonda-
mento del nostro "Amen"
finale a Dio (cfr 2Cor 1,20).
La storia di Gesù è la
manifestazione piena
dell’affidabilità di Dio. Se
Israele ricordava i grandi
atti di amore di Dio, che
formavano il centro della
sua confessione e aprivano
lo sguardo della sua fede,
adesso la vita di Gesù appa-
re come il luogo
dell’intervento definitivo di
Dio, la suprema manifesta-
zione del suo amore per
noi. Quella che Dio ci rivol-
ge in Gesù non è una parola
in più tra tante altre, ma la
sua Parola eterna (cfr Eb
1,1-2). Non c’è nessuna
garanzia più grande che
Dio possa dare per rassi-
curarci del suo amore,
come ci ricorda san Paolo
(cfr Rm 8,31-39).
La fede cristiana è
dunque fede nell’Amore
pieno, nel suo potere
efficace, nella sua capaci-
tà di trasformare il mon-
do e di illuminare il tem-
po. “Abbiamo conosciuto
e creduto all’amore che
Dio ha per noi” (1Gv
4,16). La fede coglie
nell’amore di Dio manife-
stato in Gesù il fonda-
mento su cui poggia la
realtà e la sua destinazio-
ne ultima.
La prova massima
dell’affidabilità
dell’amore di Cristo si
trova nella sua morte per
l’uomo.
Se dare la vita per gli
amici è la massima prova
di amore (cfr Gv 15,13),
Gesù ha offerto la sua per
tutti, anche per coloro
che erano nemici, per
trasformare il cuore. Ecco
perché gli evangelisti
hanno situato nell’ora
della Croce il momento
culminante dello sguardo
di fede, perché in
quell’ora risplende
l’altezza e l’ampiezza
dell’amore divino.
San Giovanni collocherà
qui la sua testimonianza so-
lenne quando, insieme alla
Madre di Gesù, contemplò
Colui che hanno trafitto (cfr
Gv 19,37): “Chi ha visto ne dà
testimonianza e la sua testi-
monianza è vera; egli sa che
dice il vero, perché anche voi
crediate” (Gv 19,35).
F. M. Dostoevskij, nella
sua opera L’Idiota, fa dire al
protagonista, il principe
Myskin, alla vista del dipinto
di Cristo morto nel sepolcro,
opera di Hans Holbein il Gio-
vane: “Quel quadro potrebbe
anche far perdere la fede a
qualcuno”.
Il dipinto rappresenta in-
fatti, in modo molto crudo,
gli effetti distruttivi della
morte sul corpo di Cristo. E
tuttavia, è proprio nella con-
templazione della morte di
Gesù che la fede si rafforza e
riceve una luce sfolgorante,
quando essa si rivela come
fede nel suo amore incrollabi-
le per noi, che è capace di
entrare nella morte per sal-
varci.
In questo amore, che non
si è sottratto alla morte per
manifestare quanto mi ama,
è possibile credere; la sua
totalità vince ogni sospetto e
ci permette di affidarci piena-
mente a Cristo.
(LF 15-16)
Nelle mani
di un
Amore più
grande
LETTERA
ENCICLICA
LUMEN
FIDEI DEL SOMMO
PONTEFICE
FRANCESCO
AI VESCOVI
AI PRESBITERI
E AI DIACONI
ALLE PERSONE
CONSACRATE
E A TUTTI I
FEDELI LAICI
SULLA FEDE
ANNO DELLA FEDE
(11 ottobre 2012 – 24
novembre 2013)
Nella foto: Hans Holbein il Giovane, Cristo morto nel
sepolcro, 1521
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore
Nel promuovere
questo nuovo trat-
to di cammino, che
inizia a Roma e
terminerà a Lour-
des, abbiamo pro-
spettato un meto-
do di lavoro che sia
il più coinvolgente
possibile e nello
stesso tempo pove-
ro: la costruzione
di un “Codice ma-
riano”. Coinvolgen-
te, perché frutto di
un lavoro comune,
e povero, cioè fon-
dato sulle nostre
umili forze. (...)
Far riemergere l’imprinting mariano L’anno mariano non è tappa di un
percorso scontato per tradizione o un
evento che appartiene al ritualismo cele-
brativo. Esso si pone davanti a noi come
“contenitore temporale” di un processo
esistenziale da costruire, guidare, segui-
re, amare.
La connotazione di questo anno come
mariano interpreta e delinea il compito
che ci sta davanti: quali contenuti, obiet-
tivi, forme e modalità costituiranno il
fondamento su cui sviluppare tale pro-
cesso? Ebbene, proprio Maria sarà il pun-
to di riferimento, con la ricchezza della
sua fede che lungo i secoli ha irrorato di
fiducia e speranza il faticoso cammino
dei credenti.
Dobbiamo, quindi, vivere questo an-
no di travaglio (ri)fondativo con un ap-
proccio mariano affinché Lei sia per noi
fonte di ispirazione e guida sicura. Non
si tratta di moltiplicare le forme della
devozione mariana, quanto di suscitare
una emersione dal profondo della nostra
identità di quell’imprinting mariano che
costituisce il nostro punto di forza spiri-
tuale.
Nel promuovere questo nuovo tratto
di cammino, che inizia a Roma e termi-
nerà a Lourdes, abbiamo prospettato un
metodo di lavoro che sia il più coinvol-
gente possibile e nello stesso tempo po-
vero: la costruzione di un “Codice maria-
no”. Coinvolgente, perché frutto di un
lavoro comune, e povero, cioè fondato
sulle nostre umili forze. (...)
E perché un Anno “mariano”? Nel
2010 è stato il nostro Capitolo generale
a chiedere un anno speciale che ponesse
al centro dei nostri pensieri la figura di
Maria.
A cinquant’anni dal Concilio Vaticano
II°, dopo diverse riletture e aggiornamen-
ti della nostra “regola di vita” (un codice,
dunque!), sentiamo l’esigenza di focaliz-
zare la nostra identità e appartenenza in
riferimento alla Madre immacolata, la
sorgente che ci ha veicolato l’amore uni-
versale di Cristo.
Quali sensibilità stanno a fondamento
di questa mozione, approvata ad amplis-
sima maggioranza dalla nostra più im-
portante assise? Mi chiedo: per una ritua-
lità dal sapore ormai vagamente retrò,
tendente ad organizzare eventi o cele-
brazione di anniversari con tutto il loro
armamentario di convegni, medaglie,
pubblicazione di atti e documenti?
“Mariano” sta ad indicare un taglio,
una prospettiva, una matrice di senso. La
dimensione mariana è un caposaldo del-
la fede cattolica, nella quale Maria non è
tanto l’oggetto, quanto la regola della
fede.
La fede della Chiesa altro non è se
non la fede della Madonna. Non nel si-
gnificato fuorviante di una spiritualità
centrata tutta su Maria, piuttosto del
riconoscimento che lei è stata il primo
“modello” della fede, al quale gli apostoli
stessi si sono ispirati. Maria rappresenta
mirabilmente il “come” della fede.
Non dimentico la richiesta che mi
fece mons. Christophe Zoa, vescovo di
Sangmelima (Camerun), di realizzare là
un santuario mariano affinché “marchi il
vissuto della comunità” per la quale “il
carattere mariano diventa indispensabile”
e il santuario “è una risposta a questa
sete di identità”.
Credo che il fondatore Luigi Maria
Monti seguisse tale spiritualità nel riferir-
si all’Immacolata, avendo saputo evitare
forme di devozionismo funzionali ad un
appagamento religioso spesso lontano
da una scelta cristiana con la sua novità
e la sua dimensione alternativa.
Il “senso mariano” del Fondatore si
esprime nel suo modo d’essere credente:
vita come vocazione, spiritualità radicata
nella prossimità, centralità della vita fra-
terna in comunità, priorità del servizio
sul potere, appartenenza ecclesiale nella
laicalità della consacrazione.
Fratel RUGGERO VALENTINI
(estratto dalla Lettera di Indizione
dell’Anno Mariano.
Częstochowa, Polonia. 1 giugno 2013)
Anno
Mariano
2013-2014
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore
Qui la morte è di casa È una delle sue case, “casa di ripo-
so”: entra all’improvviso, con la sua
danza macabra, saltella qui e lì.
Conosce a memoria il numero di tut-
te le camere: s’affaccia, si ritira. Ritor-
na.
Con la cote, tiene lucida la falce e,
poi…( sembra a caso)… ZAC!!!, taglia
un cespuglio, non necessariamente or-
mai arido e secco. È successo così an-
che ieri.
È giunta a prendersi un uomo quasi
giovane, rispetto agli ultra novantenni
che forse la invocano…
Giorgio era tranquillo, solitario, ma
cordiale, sorridente: occupava poco
posto, non usava la carrozzella, perché
non lo interessava il parco estivo asso-
lato, in parte ombroso, variopinto.
È stato colto alla sprovvista: con la
vista annebbiata, non ha riconosciuto
il ghigno che quasi sempre spaven-
ta…
Oggi: la cerimonia funebre; tre pa-
renti, a fatica rintracciati, estranei al
luogo sacro e per il loro congiunto!
Impacciati, in prima fila: la Direttrice
si siede accanto a loro.
Un’infermiera in pensione, tre vo-
lontari, qualche ospite di fianco
all’altare. Mancano alcuni assistenti,
perché in servizio.
Il più commosso e coinvolto sembra
essere il Cappellano: può essere che
solo lui fosse il custode di tante do-
mande, in parte senza risposte…
Ci conforta un Vangelo di Giovanni,
là dove il Signore parla di un Luogo in
cui ci sono tanti posti e si è attesi.
Alla domanda, sempre attuale:
“Dove, Maestro, e chi ci indica la sere-
na destinazione?”, Gesù risponde : “Io
sono la Via, la Verità e la Vita!”
Alcuni si asciugano una lacrima.
Intanto la Morte si è nascosta, sicura
di essere sconfitta; ritornerà, implaca-
bile, ma noi continuiamo a sperare nel
Risorto che mantiene le Sue Promesse.
SIL
La
Giovinezza
dei vecchi
Ci conforta un
Vangelo di Giovan-
ni, là dove il Signo-
re parla di un Luo-
go in cui ci sono
tanti posti e si è
attesi.
A N N O I I , N U M E R O 1 7 – S E T T E M B R E 2 0 1 3
nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Emmanuel Mvomo, Agu Anthony Chinedu,
Philippe Insoni, Editrice Monti, Carlo, Sil, Jorge Romero, I cercatori di Dio,
Ruggero Valentini, Raffaele Mugione
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)
9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong