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Regolamentazione del sistema finanziario
Domenico Curcio, Ph. D. Cattedra di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari
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Perché regolare il sistema finanziario? • Tre motivazioni essenziali:
– Centralità del sistema finanziario nelle moderne economie monetarie
– Fattori di contagio che accompagnano il malfunzionamento (crisi) delle strutture del sistema finanziario
– Strutturale situazione di asimmetria informativa a danno del datore di risorse
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Regolamentazione e vigilanza
• Regolamentazione: – quadro normativo (leggi + norme
amministrative) che disciplina l’attività delle istituzioni finanziarie
– in atto un processo di convergenza delle regole a livello internazionale
• Vigilanza/supervisione: – attività di controllo finalizzata a verificare
l’effettiva applicazione della regolamentazione
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Principali fonti normative • Interazione di fonti normative nazionali e
comunitarie.
• A livello nazionale è possibile distinguere: – normativa primaria, che disegna un quadro di regole base
per ciascun comparto dell’intermediazione finanziaria,
– normativa secondaria, che contiene disposizioni di maggior dettaglio.
• Nel settore bancario, la prima e la seconda direttiva (1977/80/CE e 1989/646/CE) individuano: – la definizione comunitaria di ente creditizio;
– il carattere imprenditoriale dell’attività bancaria (prevedendo capitale iniziale e requisiti di onorabilità e di professionalità degli esponenti aziendali);
– il modello di banca universale.
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Interventi del legislatore europeo nel settore bancario
• Legislazione comunitaria (direttive e regolamenti) ispirata ai seguenti 3 principi per la realizzazione di un mercato unico europeo: – Libertà di accesso ai mercati comunitari,
articolata in: • libertà di prestazione di servizi • libertà di stabilimento
– Mutuo riconoscimento – Home country control
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Interventi del Legislatore europeo nei settori assicurativo e mobiliare
• SETTORE ASSICURATIVO
– Con le cosiddette “direttive di terza generazione” (Direttiva 1992/49/CE per il ramo danni e Direttiva 1992/96/CE per il ramo vita) è stato introdotto il principio del mutuo riconoscimento e dell’ home country control anche per le assicurazioni.
– Con le Direttive 2002/12/CE e 2002/13/CE (Solvency 1) è stata dettata la disciplina dei requisiti minimi di patrimonializzazione (attualmente in fase di revisione con il progetto Solvency 2).
• SETTORE MOBILIARE – Investment Services Directive (ISD), che ha introdotto
l’applicazione dei principi di mutuo riconoscimento e armonizzazione minima per le imprese di investimento e i mercati regolamentati
– Direttiva MIFID (Market In Financial Instruments Directive) che adotta una logica di armonizzazione massima, limitando fortemente la possibilità di deroghe in sede di adozione nei singoli Paesi membri.
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Interventi del Legislatore nazionale
• Nell’ambito dell’intermediazione finanziaria, è possibile individuare i seguenti interventi: – il Testo Unico Bancario (TUB, D.lgs. 385/1993) detta la
disciplina dell’attività d’intermediazione creditizia svolta dalle banche e da intermediari creditizi non bancari;
– il Testo Unico della Finanza (TUF, D.lgs. 58/1998) contiene la disciplina dell’attività di intermediazione mobiliare, per quanto riguarda la prestazione di servizi d’investimento, la gestione collettiva del risparmio e il funzionamento dei mercati mobiliari;
– il Codice delle Assicurazioni Private (CAP, D.lgs. 209/2005), per le disposizioni in materia di assicurazioni ramo vita e ramo danni;
– il D.lgs. 252/2005 di disciplina delle forme di previdenza complementare, che sistematizza le previsioni in materia di fondi pensione.
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Obiettivi della regolamentazione
1. Stabilità
– Macrostabilità
– Microstabilità
Prevenire/limitare l’insorgere di situazioni patologiche che possono diffondersi ad altri intermediari (rischio sistemico)
Verificare la capacità dei singoli intermediari di evidenziare corretti equilibri gestionali
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Obiettivi della regolamentazione
2. Efficienza
– Allocativa
– Tecnico-operativa
Destinare in modo ottimale le risorse fornite dai risparmiatori ai vari progetti da finanziare
Mercati organizzati e intermediari devono poter raggiungere una dimensione ottima, ossia produrre al minimo costo unitario
Importa
nza d
ella
concorre
nza
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Obiettivi della regolamentazione
3. Trasparenza
– Macro
• Efficienza informativa
– Micro • La gestione aziendale
dell’intermediario
• Rapporto intermediario-cliente
Assicurare la diffusione delle informazioni (parità di condizioni per gli operatori) ed efficienti meccanismi di formazione dei prezzi delle attività finanziarie
Rendere disponibile al pubblico dati contabili ed extra-contabili
Trasparenza dei comportamenti
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Strumenti della regolamentazione
Tipologie di
strumenti
Aree di intervento
Esempi di
strumenti
Di tipo strutturale
Struttura dei mercati finanziari
- Condizioni per: 1. autorizzazione all’esercizio dell’attività 2. apertura di nuovi canali distributivi -Vincoli all’azionariato -Specializzazione dell’attività svolta
Di tipo prudenziale
Rischi dell’attività degli intermediari
-Coefficienti minimi di capitale legati ai rischi assunti -Limiti alla concentrazione dei rischi/trasformazione scadenze -Norme sul rapporto banca-impresa
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Strumenti della regolamentazione
Tipologie di strumenti
Aree di intervento
Esempi di strumenti
Informativi/
Ispettivi
Conduzione e organizzazione
aziendale
-Segnalazioni periodiche di dati contabili ed extracontabili
-Poteri ispettivi delle autorità
Di trasparenza/
correttezza comportamento
Informazioni fornite ai clienti e al pubblico
-Norme sulla trasparenza delle condizioni applicate
-Norme di comportamento nella vendita di prodotti/servizi finanziari
-Disciplina di Take over e OPV/OPS
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Strumenti della regolamentazione
Tipologie di strumenti
Aree di intervento Esempi di strumenti
Di tipo macroeconomico
Controllo della moneta, del credito, del livello dei tassi di interesse e di cambio e della trasmissione della politica monetaria
-Riserva obbligatoria
-Controlli valutari
-Controlli sui tassi
Di tipo allocativo
Interventi amministrativi su quantità e prezzo del credito
-Fissazione di tassi agevolati a favore di alcune categorie socie-economiche
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Strumenti della regolamentazione
Tipologie di strumenti
Aree di intervento Esempi di strumenti
Di vigilanza protettiva
Situazioni di conflitto tra intermediario e cliente o crisi dell’intermediario
-Fondi di garanzia dei depositanti e degli investitori
-Procedure fallimentari
-Credito di ultima istanza
Norme per la lotta all’evasione fiscale e alla criminalità organizzata
Segnalazioni di operazioni “anomale”
-Limitazioni al segreto bancario
-Misure antiriciclaggio
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Autorità di vigilanza
• Istituzioni chiamate a definire le regole di funzionamento del sistema finanziario e a verificarne l’applicazione da parte di mercati e intermediari finanziari
• Quante e quali autorità? – Non esiste un modello ottimale, in generale
possiamo avere: • Autorità di vigilanza bancaria, organi di vigilanza sui
mercati e intermediari mobiliari, organi di vigilanza sulle assicurazioni, autorità antitrust, ecc.
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Modelli di vigilanza
• Vigilanza istituzionale – a ciascun intermediario/mercato corrisponde una
distinta autorità
• Vigilanza per attività – le diverse attività sono disciplinate in modo
uniforme a prescindere dal soggetto che le esercita
• Vigilanza funzionale – a ciascuna funzione svolta dalle istituzioni
finanziarie corrisponde una distinta autorità
• Vigilanza accentrata – single regulator
• Vigilanza per finalità – 3 obiettivi della regolamentazione, 3 autorità
distinte