Relazione Stato Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
AgricolturaRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Il sistema delle acqueRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
ComunicazioneRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Energia e cambiamenti climaticiRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
MobilitàRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Qualità dell’ariaRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Natura e verde pubblicoRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Suolo e sottosuolo
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Relazione sullo Stato dell’AmbienteLa gestione dei rifiuti urbaniRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Inquinamento acusticoRelazione sullo Stato dell’Ambiente
Dipartimento Tutela ambientale e del Verde - Protezione Civile
Relazione
sullo Stato dell'Ambiente
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Presentazione
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente (RSA) di Roma Capitale esce dopo quattordici anni dalla prima,
risalente al 1997. Si tratta di un documento molto importante e centrale per la nostra città, in quanto offre
un quadro completo della situazione ambientale di Roma Capitale.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente è finalizzata a rendere visibili (e condivisibili) gli impegni
dell'Amministrazione nel campo della conoscenza, della salvaguardia e della valorizzazione delle risorse
ambientali del territorio capitolino, oltre che a sottolinearne le eventuali criticità. Inoltre la Relazione ha il
compito di informare e sensibilizzare i cittadini sullo stato dell'ambiente a livello locale, al fine di renderli
consapevoli e partecipi degli sforzi dell'Amministrazione verso una maggiore qualità dell'ambiente e del
territorio, ma anche in grado di svolgere una funzione di controllo e verifica sulle attività in essere e sui
risultati conseguiti o programmati. Il documento riveste quindi un valore sia informativo, in un'ottica di
trasparenza e condivisione di dati fondamentali riguardanti la qualità della vita nell'area del territorio di
Roma Capitale, sia operativo per la stessa Amministrazione, che ha il compito di elaborare strategie e
approntare strumenti idonei a migliorare l'ambiente. La città di Roma costituisce una realtà unica a livello
mondiale non solo per il suo eccezionale patrimonio archeologico, artistico e architettonico, ma anche per
l’ambiente naturale che la caratterizza, offrendo un pregevole esempio di fusione tra natura e cultura, fra
verde e storia. La nostra città costituisce non solo a livello nazionale, ma anche internazionale un
elemento di traino, e anche un potenziale modello di sviluppo positivo. Su questo bisogna lavorare, con
una progettualità ambiziosa proiettata verso le generazioni future al fine di garantire loro una qualità
della vita di livello sempre più elevato.Il miglioramento dell’ambiente nella città di Roma costituisce un
impegno doveroso ed un obiettivo centrale per la nostra Amministrazione. Questo obiettivo potrà essere
raggiunto con maggiore efficacia se anche i cittadini, informati sullo stato delle cose, e perciò consapevoli,
daranno il loro necessario contributo. La RSA, quindi, assume il ruolo anche di strumento partecipativo e
democratico di notevole importanza per una metropoli complessa e di “spessore” come Roma.
Mi preme sottolineare che, nell’attuale consiliatura, l’Amministrazione si è subito impegnata per affrontare
il tema della “metropoli nuova” alla luce delle più aggiornate concezioni di ecologia urbana, in una
prospettiva di superamento della visione prevalente nel secolo scorso, ormai improponibile. Tale impegno
ha visto un momento di sintesi nel “Masterplan di sviluppo energetico-economico per la città di Roma”,
presentato il 31 maggio 2010.
Il Masterplan è basato sui tre pilastri della innovazione, sostenibilità e autosufficienza ed è frutto della
elaborazione di un gruppo di lavoro con competenze nel campo delle energie rinnovabili, delle
costruzioni, della progettazione architettonica, delle tecnologie dell’informazione, delle “utilities”
elettriche, dei trasporti e della logistica, sotto la guida dell’economista Jeremy Rifkin.
In tale ottica si pone anche il ruolo centrale della Capitale d’Italia nella lotta ai cambiamenti climatici, le
cui conseguenze nefaste al livello ambientale, ma anche sociale ed economico, sono ormai ben note a
tutti. Roma, sia per la sua specifica e rilevante impronta antropica, di cui deve essere consapevole e
responsabile, sia come esempio positivo e trainante per tutta la Nazione, deve e vuole assolvere al suo
ruolo primario. In questo ambito ricordo un importate impegno internazionale assunto dalla
Amministrazione Capitolina lo scorso anno con l’adesione al Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors). Roma
è stata tra le prime città metropolitane a firmare questo rilevante documento che comporta l’impegno a
procedere ad una ulteriore e fondamentale riduzione delle emissioni climalteranti, superiore al 20%, entro
il 2020.
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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I temi riguardanti la mobilità sostenibile, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, la
produzione di energia da fonti rinnovabili e la sensibilizzazione dei cittadini sul tema dei consumi
energetici, rappresentano i principali settori sui quali si concentrano gli interventi delle città firmatarie del
Patto. Tale risultato e le relative azioni atte a conseguirlo, che dovranno essere monitorate nei prossimi
anni, sono state esplicitate mediante la predisposizione di uno specifico Piano di Azione per l’Energia
Sostenibile (PAES) o Sustainable Energy Action Plan (SEAP), di recente trasmesso alla Commissione Europea
dall’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici di Roma Capitale.
La 17^ Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, svoltosi Durban alla fine del 2011, ha
portato fra i risultati il rinnovo del protocollo di Kyoto dal 2013 al 2017, e un nuovo accordo globale
salva-clima che i paesi dovranno sottoscrivere entro il 2015 e da applicare a partire dal 2020: una sfida
cruciale per contenere il surriscaldamento globale al di sotto di almeno 2°C e che vede nei nostri
comportamenti quotidiani la chiave per il suo raggiungimento. La presente RSA e gli altri documenti citati
costituiscono un insieme articolato e coerente di fatti e interventi concreti relativi all’ambiente della
nostra città.
Il Sindaco di Roma
Gianni Alemanno
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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Prefazione
Le trasformazioni economiche, politiche, sociali ed ambientali che hanno investito in modo radicale la nostra
società hanno messo in evidenza che viviamo in sistemi complessi il cui funzionamento può essere compreso
solo se ogni elemento viene colto nella sua interazione con tutti gli altri. Roma Capitale, ente locale con interessi nazionali e globali, è uno degli esempi più significativi del sistema
complesso e quindi la sua gestione, soprattutto per gli aspetti ambientali ed energetici, va affrontata
pensando a modelli di sviluppo sistematico in cui il lungo termine acquista priorità sulle politiche di breve
periodo. E’ un dovere fondamentale della politica e per tutti noi, nessuno escluso, impegnarsi per lasciare alle
nuove generazioni un mondo più sano e sicuro, realizzando un’azione di tutela e recupero incisiva ed efficace,
la quale si deve basare sulla introduzione non solo di tecnologie ecocompatibili, ma anche di comportamenti
virtuosi. E a questo proposito dobbiamo ricordare che, per trasformare i problemi ambientali in risorse,
garantendo così il futuro, è necessario puntare in particolare sui più giovani, portando avanti un nuovo
progetto culturale che si basa su tre principi fondamentali: educare, promuovere e sensibilizzare verso il
rispetto dell’ambiente e della sostenibilità (si pensi ai laboratori di giardinaggio e di educazione ambientale
dedicati ai ragazzi in età scolastica nel territorio Roma Capitale). É una difficile sfida alla quale, però, non
possiamo sottrarci: rendere sostenibile l’impatto antropico sull’ambiente circostante, specialmente nel caso
delle metropoli con tutta la complessità che le caratterizza. A testimonianza di questo impegno ricordiamo
che Roma è stata tra le prime città metropolitane a firmare il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayor), patto che
ci impegna a procedere ad una ulteriore riduzione delle emissioni climalteranti, superiore al 20%, e ci induce
ad operare per la mobilità sostenibile, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, la
produzione di energia da fonti rinnovabili e la sensibilizzazione dei cittadini sul tema dei consumi energetici.
Per quanto concerne specifici interventi realizzati dall’Amministrazione in campo ambientale, possiamo
ricordare i provvedimenti per il miglioramento della qualità dell’aria, l’inserimento della Rete Ecologica
cittadina all’interno del nuovo Piano Regolatore generale, la costituzione di serbatoi di assorbimento del
carbonio mediante interventi di rimboschimento del territorio, l’incremento della raccolta differenziata dei
rifiuti. Altro resta da fare ed è in questa prospettiva che abbiamo creato l’”Osservatorio Ambientale sui
Cambiamenti Climatici” e che stiamo lavorando a progetti di sviluppo di forme di mobilità sostenibile, quali
Car Pooling, Car Sharing, Bike Sharing, oltre all’incentivazione dell’uso del trasporto pubblico e all’aumento
dell’impiego di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico) nell’ambito delle strutture capitoline. La Relazione
sullo Stato dell’Ambiente vuole essere un contributo per rendere visibile l’impegno dall’Amministrazione
Capitolina all’interno di un contesto chiaro e puntuale, basato su informazioni sicure ed esaurienti. Scopo del
documento, infatti, è di venire incontro all’esigenza di disporre di dati preliminari alla definizione di piani,
programmi e interventi, fornire un quadro aggiornato ed integrato delle conoscenze ad oggi possedute nei
diversi settori trattati e individuare le azioni di programmazione e di tutela da porre in essere. Questo
importante lavoro permette di riflettere sia sui risultati conseguiti dalle politiche attuate dall’Amministrazione
Capitolina, sia su quelle che dovranno essere le future azioni di intervento. La Relazione sullo Stato
dell’Ambiente rappresenta quindi uno strumento d’informazione trasparente e diretta, indispensabile per
coinvolgere i cittadini sui temi della tutela ambientale e favorire la partecipazione delle forze sociali e
produttive della città, in un’ottica di Governance.
Marco Visconti
Assessore all’Ambiente
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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Introduzione
Negli ultimi decenni l’interesse e la sensibilità verso i temi ambientali sono cresciuti in modo
esponenziale, con il conseguente aumento della richiesta di informazione su tematiche quali
l’inquinamento atmosferico e acustico, i consumi energetici, lo smaltimento dei rifiuti, la mobilità, la
qualità delle acque. A tale bisogno informativo le Amministrazioni sono tenute a rispondere informando e
al contempo coinvolgendo i cittadini nelle decisioni e nelle azioni da intraprendere per il bene della
collettività. Roma Capitale, soprattutto in questi ultimi anni, ha risposto a questa esigenza, aderendo ad
iniziative internazionali per avviare un percorso virtuoso verso il miglioramento della qualità ambientale e
la mitigazione dei rischi derivanti dei cambiamenti climatici.
L’adesione al Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) nel 2010 ha dato nuovo impulso a perseguire
concrete politiche nel settore dell’ambiente. Tale impegno ha comportato la riorganizzazione di alcuni
settori del Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde – Protezione Civile che si è inoltre dotato di un
nuovo strumento di monitoraggio, l’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti Climatici. Sviluppando un
rapporto costante con enti ed istituzioni deputati alla raccolta ed elaborazione dei dati, siamo ora in grado
di fornire un’informazione completa sullo stato delle cose.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente è, in sintesi, una raccolta di tutte le informazioni ad oggi disponibili
sulla qualità dell’ambiente a Roma ed intende fornire un aggiornamento sull’impatto delle attività
produttive sul territorio, informare sull’efficacia delle misure finora intraprese per prevenire, mitigare e
recuperare situazioni di degrado ambientale. Nella presente edizione si è scelto di inserire solo contributi
del personale interno al Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde – Protezione Civile, dove sono
presenti tutte le competenze e i dati necessari per l’espletamento di questa prima fase di lavoro e, nella
seconda fase del progetto, dovranno essere coinvolti altri Dipartimenti di Roma Capitale e Istituzioni
esterne all’Amministrazione.
Questa prima edizione della RSA, già presente online sul sito del Dipartimento Tutela Ambientale e del
Verde - Protezione Civile per permettere un aggiornamento periodico dei dati sull'ambiente.
Obiettivo della Relazione è mettere a disposizione dei cittadini un’informazione diretta e trasparente sulla
pratica amministrativa, ma soprattutto fornire loro la consapevolezza che, per attuare politiche veramente
efficaci e tese a migliorare l’ambiente, è necessario anche un impegno collettivo.
Tommaso Profeta
Direttore del Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde – Protezione Civile
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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Sviluppo sostenibile e pianificazione ambientale
La sensibilità ambientale, per lo meno di tipo “conservazionista”, risale a un lontano passato, molto
più remoto di quanto comunemente si pensi. Vari personaggi del mondo della cultura nei secoli
passati (in particolare alcuni filosofi attenti alla dimensione “naturale” e all'ambivalenza dell’agire
umano, con la potenziale pericolosità dell’“impatto antropico”) hanno espresso riserve e critiche ad
un certo processo di trasformazione del mondo, frutto di quelle che poi sarebbero state definite le
“ideologie sviluppiste” ad oltranza (industrialismo, urbanesimo anarchico, ecc.).
Esempi di queste correnti culturali ecologiche, che vanno trasformandosi, sia pure con lentezza, da
individuali a sociali, si trovano già nel XIX secolo in Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti. La scienza
stessa in quel periodo si aprì a queste tematiche, portandole alla dignità di disciplina razionale,
metodica, basata sui dati e volta allo studio delle interazioni fra organismo e ambiente.
Così dobbiamo a un famoso zoologo tedesco, Ernst Haeckel, nel 1867, la creazione del termine
"ecologia". Il dibattito sulla questione ambientale, nella sua forma attuale, è nato tra gli anni ’60 e
’70 del secolo scorso, e ha identificato nel rapporto tra economia e ambiente uno dei suoi nodi
centrali. Il tutto ha avuto origine dalla necessità di preservare la qualità del patrimonio naturale
rivedendo, equilibrando o addirittura modificando profondamente i modelli di sviluppo egemoni in
passato, avendo riconosciuto che il nostro pianeta è un sistema chiuso nel quale ogni risorsa
naturale trova i suoi limiti nella disponibilità e nella capacità di assorbimento dell’ecosistema. Infatti
si è sempre più affermata la consapevolezza che le risorse naturali non sono infinite, anzi in certi
casi risultano a forte rischio di esaurimento in tempi brevi: da ciò deriva che l’era “ottimistica” dello
spreco e della crescita anarchica e incontrollata va lasciata alle nostre spalle per sempre.
Per questo deve risultare centrale il concetto di limite, il cui valore non è solo operativo, ma anche
etico. Appare quindi sempre più importante l’aspetto della responsabilità, individuale e collettiva.
Dall’altra parte si è ormai compreso che i problemi dello sviluppo e dell’ambiente devono essere
affrontati basandosi sull’analisi dei fatti, senza ideologismi e preconcetti astratti.
Ecco, quindi, l’utilità, anzi, la necessità assoluta di documenti ricchi di dati ed informazioni, che però
vanno contestualizzati ed inseriti in un quadro globale e organico. Dalla consapevolezza di voler
operare verso azioni orientate alla ecogestione del territorio e delle attività antropiche prende
l’avvio il concetto di “sostenibilità” e “sviluppo sostenibile”, contenuto nel Rapporto Our Common
Future della World Commission on Environment and Development (Commissione Bruntland 1987).
Proprio in questo rapporto è contenuta la definizione più diffusa di sviluppo sostenibile, ovvero lo
sviluppo che “garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le
generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Lo sviluppo sostenibile, che integra i suoi tre
pilastri (economico, sociale ed ambientale) tramite una nuova concezione della Governance, risulta
essere il paradigma più efficace per la lettura della nostra realtà nelle diverse scale spaziali (globali,
continentali, nazionali e locali) e temporali (il presente, il futuro nel breve, medio e lungo termine).
Le tematiche ambientali rivestono, quindi, il ruolo di pilastro essenziale per lo sviluppo sostenibile.
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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L’ambiente nella valutazione dei diversi comparti (aria, acqua, suolo) e nei diversi fattori di pressione
(energia, rifiuti), ma anche nella fruizione sociale dei beni ambientali (aree naturali protette e del
verde in generale) gioca un ruolo essenziale per il positivo sviluppo degli altri pilastri dello sviluppo
sostenibile, quello economico e sociale. Una metropoli è uno degli esempi più significativi di sistema
complesso e quindi la sua gestione, soprattutto per gli aspetti ambientali ed energetici, va affrontata
pensando a modelli di sviluppo di tipo sistemico in base ai quali il lungo termine acquista priorità
sulle politiche di breve periodo.
La modalità prioritaria per concretizzare queste politiche è quella di preparare ed approvare Piani e
Programmi strategici che siano indirizzati dai concetti base dello sviluppo sostenibile. Questi Piani
rappresentano le linee guida sulle quali verranno realizzate opere e attività con dirette ricadute sul
territorio. Un’opportunità per lo sviluppo di progetti avanzati nelle aree urbane è la presentazione di
proposte a programmi di cofinanziamento emanati dalla Commissione Europea.
La logica alla base dei programmi a finanziamento diretto (quelli in cui la valutazione delle proposte
è affidata a valutatori direttamente dipendenti dalla Commissione Europea) è quella di far realizzare
attività che siano utili per la implementazione dei regolamenti e delle direttive della Commissione. In
tale ottica azioni dimostrative, studi, partecipazione a programmi di ricerca permettono
all’Amministrazione locale di ampliare il proprio raggio di azione e conoscenza interloquendo
direttamente con altre realtà sia in Italia che negli altri Paesi membri dell’Unione Europea. Perché
questo si realizzi concretamente è necessaria una forte capacità di elaborare progetti, di avere
un’adeguata struttura finalizzata alla corretta gestione di questi, e infine una capacità di saper
mettere a frutto quanto realizzato e portarlo come patrimonio operativo e conoscitivo dell’intera
Amministrazione. Roma partecipa attivamente da tempo a vari progetti europei che hanno ricadute
concrete sul territorio.
L’Osservatorio ambientale sui cambiamenti climatici collabora con altri enti ed Università alla
realizzazione di progetti all’interno di programmi quali LIFE, LIFE+, 7 Programma Quadro di Ricerca,
MED, INTERREG ed altri ancora. Si evidenzia, tra le attività concluse, il progetto “Roma per Kyoto”,
selezionato dalla Commissione Europea come uno dei migliori progetti LIFE sul cambiamento
climatico realizzato da un ente locale. Il progetto, ha visto la partecipazione, oltre Roma Capitale, di
partner come: la Provincia di Roma, l’Agenzia “RomaEnergia”, l’Ente Regionale “RomaNatura”, l’ENEA,
l’ATAC, nonché l’Institute of Technology in Tallaght (Irlanda). Tra le attività svolte dai vari partner, vi
sono state azioni pilota delle misure da adottare per la riduzione delle emissioni e per
l’assorbimento dei gas climalteranti. Un’azione pilota di particolare rilievo ha riguardato la
forestazione di un’area verde pubblica degradata, dell’estensione di due ettari, ricadente all’interno
della Riserva Naturale della Valle dei Casali nel Municipio XV. L’intervento ha posto l’accento
sull’importanza di implementare anche nelle città i cosiddetti “Carbon Sink”, depositi per la cattura di
anidride carbonica.
RELAZIONE SULLO STATO DELL’AMBIENTE
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Per far sì che le varie attività progettuali s’inseriscano in un quadro organico è necessario introdurre
il concetto di “pianificazione ambientale”, attività di raccordo e attuazione concreta di interventi
all’interno di quanto predisposto dagli organi decisionali dell’Amministrazione per portarlo a
compimento nella realtà del territorio. Sebbene tale operazione sia naturale, la sua realizzazione
richiede un’attenta conoscenza dell’Amministrazione, delle sue specifiche competenze e delle regole
tramite le quali gli indirizzi predisposti abbiano una completa realizzazione.
Questa attività si esplica, quindi, anche nella “messa a sistema” di quanto realizzato nei progetti
finanziati dall’Europa, inserendolo nel contesto più vasto e articolato delle buone pratiche
dell’Amministrazione. Lo sviluppo di queste attività è demandata ai diversi Uffici del Dipartimento
Tutela Ambientale e del Verde-Protezione Civile, in cui l’Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti
Climatici svolge, nel settore della pianificazione, un ruolo importante. Infatti l’Osservatorio, sulla
base della Delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 28 marzo 2011 e della successiva ratifica della
Delibera di Giunta n. 98 del 1° aprile 2011, oltre a compiti diretti sulle strategie per la lotta ai
cambiamenti climatici, ne ha avuti anche altri specifici (riduzione delle emissioni inquinanti in
atmosfera), oltre a un generale incarico sul monitoraggio ambientale, per cui è diventato una
struttura trasversale a diverse Unità Operative del Dipartimento “Tutela Ambientale e del Verde –
Protezione Civile”.
Così l’approccio alla conoscenza, salvaguardia e recupero dell’ambiente si articola in vari filoni di
intervento, dove “naturale” e “artificiale”, campagna e città, finiscono con l’essere integrati in un
approccio complessivo e unificato, frutto delle diverse competenze trasversali di molteplici operatori.
Giovanni Monastra
Dirigente U.O. Progetti europei e pianificazione ambientale