Piano Regionale per favorire la Conciliazione dei tempi di vita e
di lavoro ex. DGR 381/2010 di Regione Lombardia
Reti Territoriali Conciliazione
Analisi comparata dei risultati
della sperimentazione
a livello regionale
Rapporto finale di valutazione
versione 2.1
2
PREMESSA
Il presente documento rappresenta il rapporto finale di sintesi delle attività di
monitoraggio e valutazione condotte nell'ambito delle 13 Reti Territoriali di
Conciliazione (RTC).
La relazione analizza in dettaglio le attività svolte dalle Reti in attuazione delle linee
di indirizzo espresse da Regione Lombardia con la Dgr 381/2010 e del Programma
"Percorso Conciliazione Famiglia-Lavoro" approvato con Dgr 1576/2011.
Tale lavoro si pone a complemento dell'analisi dei risultati raggiunti per finalità
definite nell’ambito dell’Intesa Conciliazione e per target di intervento espressa nella
Relazione finale al DPO, adottando prioritariamente le Reti territoriali di
Conciliazione come chiave di lettura degli esiti conseguiti. Molte delle esigenze che
attengono alla sfera del welfare vengono oggi soddisfatte all’interno di network in
cui gli attori mettono in campo le proprie risorse e le proprie necessità. Il contributo
di tutte le istituzioni locali alla connessione delle reti, molto più del consolidato
intervento di offerta di prestazioni e servizi, costituisce pertanto il meccanismo
prioritario per dare vita, attraverso le competenze e la creatività delle parti, ad un
processo di innovazione sociale (civil welfare) che renda sostenibile nel futuro il
sistema di welfare.
In questo quadro, la diffusione di un paradigma di riferimento e di strumenti
operativi a supporto delle capacità degli attori della programmazione di partecipare
in modo qualificato alle reti, o di diventarne “imprenditori”, costituisce un fattore
strategico della sperimentazione in Lombardia delle Reti Territoriali di
Conciliazione e la presente analisi è dedicata ad approfondirne i tratti distintivi ed il
grado di maturazione emerso nel corso di questa prima fase attuativa.
La relazione è strutturata in quattro sezioni che vogliono offrire un quadro regionale
complessivo ed una analisi comparata dell'esperienza delle RTC lombarde relative
allo start up operativo ed alla prima annualità di lavoro.
La prima sezione contestualizza, sinteticamente, il posizionamento del Programma
attuativo all’interno delle policy regionali in tema di riforma del welfare, con
particolare riferimento allo sviluppo della RoadMap Conciliazione Famiglia-Lavoro
2011-2013 e presenta le finalità del documento.
La seconda sezione è dedicata alla rappresentazione della dimensione organizzativo
gestionale delle RTC e delle strategie di governance e networking messe in atto nel
corso della sperimentazione.
La terza sezione fornisce una visione d’insieme delle attività e dei risultati raggiunti
in relazione alle attese previste in fase di programmazione e ricomposte sulla base
delle finalità specifiche definite dall'Intesa Conciliazione:
b 1) sostegno alla maternità,
c 1) una rete per la conciliazione,
c 2) la dote conciliazione,
e 1) l'associazione tra imprese.
3
Questa sezione contiene, inoltre, un approfondimento sulle linee progettuali distintive
dei piani di azione e declinate nei tre ambiti di competenza delle Reti nel quadro
della RoadMap regionale: Interventi a favore delle Famiglie e del Territorio,
Interventi a favore delle Imprese e della PA, Azioni Trasversali o di Sistema.
La quarta sezione presenta le prime considerazioni valutative, evidenziate nei 13
Rapporti di monitoraggio e valutazione partecipata curati dalle Reti e condivise nel
lavoro collegiale del Benchmarking Club e dei 3 Focus Group tematici.
La redazione del documento è frutto di un composito lavoro di team che ha preso in
considerazione sia i contenuti dei 13 Rapporti pervenuti alla scadenza del 22 Giugno
2012, sia le integrazioni di dati e informazioni fornite successivamente ed aggiornate
alla data del 15 ottobre 2012.
Si intende rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro di Regione Lombardia,
delle 13 Reti Territoriali di Conciliazione, dei Soggetti che hanno fornito supporto
scientifico alla Direzione Famiglia Conciliazione Integrazione e Solidarietà sociale
di Regione Lombardia e ai territori, accompagnando la realizzazione del
Programma in oggetto ed ai qualificati Esperti dei Focus Group, che hanno
attivamente contribuito alla realizzazione del presente lavoro.
Milano, 31 ottobre 2012
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INDICE
1. IL QUADRO COMPLESSIVO PREVISTO DALL'INTESA .............................................................................. 5
1.2 L'INTESA, LA ROADMAP TRIENNALE, IL SEMINARIO DI BRUXELLES ................................................................... 5
1.3 L'OBIETTIVO DEL LAVORO .............................................................................................................................. 6
2. I RISULTATI RAGGIUNTI ................................................................................................................................. 8
2.1 IL PROCESSO DI ATTUAZIONE .............................................................................................................................. 8
2.2 LE RETI ............................................................................................................................................................10
2.2.1 I soggetti coinvolti ....................................................................................................................................10
2.2.2 La governance ..........................................................................................................................................12
2.3 SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CONSEGUITI E CORRISPONDENZA ALLE PREVISIONI DEL PERCORSO ..............18
3. IL SISTEMA DI INTERVENTO DELLE RETI .................................................................................................20
3.1 LE MODALITÀ DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI .................................................................................................20
3.2 L'ARTICOLAZIONE DEGLI INTERVENTI E LE TIPOLOGIE DEI SERVIZI EROGATI ........................................................22
3.2 LE AZIONI MIRATE ............................................................................................................................................25
3.2.1 Gli interventi a favore della Famiglia e del Territorio ...............................................................................25
3.2.2 Gli interventi a favore della Impresa e della PA ........................................................................................33
3.3 LE AZIONI TRASVERSALI O DI SISTEMA ...............................................................................................................36
4. LA VALUTAZIONE PARTECIPATA ...............................................................................................................39
4.1 VERSO UN NUOVO WELFARE? ALCUNI PUNTI DI ATTENZIONE ..............................................................................39
4. 2. SCENARI FUTURI: VERSO LA FASE 2 DELLE RETI DI CONCILIAZIONE ..................................................................42
APPENDICE ............................................................................................................................................................44
1. ELENCO PROGETTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO...............................................................................................44
2. ELENCO PROGETTI PER RETE TERRITORIALE DI CONCILIAZIONE ...........................................................................49
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1. Il Quadro complessivo previsto dall'Intesa
Il Piano Regionale per favorire la Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nasce con Dgr. 381
del 05/08//2010 in attuazione dell’Intesa sottoscritta nell’aprile 2010 fra Governo, Regioni,
Province Autonome, ANCI, UPI e UNCEM, con il cofinanziamento dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri ed è finalizzato a sperimentare un primo set differenziato di interventi e azioni a livello
territoriale con lo scopo di incentivare e sviluppare il tema della conciliazione all’interno dei
processi di governance locale e supportare iniziative innovative volte ad integrare il sistema
imprenditoriale ed il sistema di welfare.
Le indicazioni attuative, emanate da Regione Lombardia con Dgr. 1576 del 20/04/2011, si
strutturano su due livelli.
Il primo, quello locale, prevede la sottoscrizione di accordi costitutivi di reti territoriali per la
conciliazione in tutti i territori coincidenti con quelli delle Aziende Sanitarie Locali. Il partenariato,
di cui la ASL è capofila, è costituito da soggetti promotori (oltre alle ASL partecipano Regione,
Province, Comuni, Camera di Commercio e Consigliera di parità) ed aperto in progress alle più
ampie adesioni (Aziende Ospedaliere, Università, Ufficio Scolastico territoriale, Parti sociali,
Aziende, Terzo settore, ..). Gli accordi di programma rappresentano il presupposto per la
definizione di un piano di azione territoriale coerente con le finalità specifiche definite dall’Intesa,
a partire dall’analisi dei bisogni e da una mappatura delle risorse già presenti sul territorio.
L’orientamento strategico è infatti quello di collocare nuove progettualità all’interno di un disegno
di ottimizzazione, in chiave di conciliazione, di quanto già in essere e ricondurre a unità ciò che è
frammentato.
Il secondo livello, quello regionale, prevede la realizzazione di 5 specifiche misure di
accompagnamento allo sviluppo delle reti territoriali che riguardano: o azione ricerca analisi e supporto alle reti di impresa
rilevazione e analisi del fabbisogno conciliazione su tutto il territorio lombardo e attività di
orientamento ai network tra aziende impegnate o interessate ad attuare politiche di conciliazione
famiglia lavoro;
o azione help desk
supporto e formazione in particolare rivolta agli enti promotori che costituiranno sul territorio degli
sportelli help desk rivolti ai beneficiari finali, tutoring e monitoraggio delle iniziative;
o azione formazione sensibilizzazione e formazione a supporto degli enti coinvolti nella redazione dei piani territoriali
(informazione, ascolto e orientamento, diffusione esperienze) tutoring e monitoraggio delle
iniziative;
o azione dote conciliazione servizi alla persona
progettazione, gestione e monitoraggio della misura dotale;
o la valutazione del programma
monitoraggio e verifica delle azioni poste in essere all’interno dei piani territoriali di conciliazione, attraverso la messa in opera di una attività di valutazione partecipata tra la molteplicità dei soggetti
sottoscrittori.
1.2 L'Intesa, la Roadmap triennale, il seminario di Bruxelles
Nell'ottobre 2011 è stata data comunicazione in Giunta sul percorso che ha portato dal lancio del
Libro Verde, nel novembre 2010 - passando attraverso una diffusa e articolata consultazione dei
cittadini e degli attori sociali ed economici lombardi e con il supporto del Comitato Strategico
Donna Famiglia Lavoro CSDFL - alla redazione del documento “Lombardia 2020. Libro Bianco.
RoadMap per la conciliazione famiglia – lavoro”, strumento di governance regionale multilivello e
multiattore, orientato al triennio di programmazione 2011 – 2013.
In questo quadro, la sottoscrizione degli Accordi di Programma sulle “Reti territoriali per la
conciliazione” in tutte le province lombarde e l’avvio operativo dei Piani di Azione locali sono state
6
l'occasione per avviare cantieri di progettualità innovative: dalla sperimentazione di nuovi modalità
per la comprensione dei bisogni alla costruzione di nuove prassi di dialogo con il sistema
imprenditoriale, dal riconoscimento e la valorizzazione delle iniziative della società civile alla
creazione delle migliori condizioni per stimolare responsabilità collettiva e nuove alleanze
pubblico-privato.
Più recentemente, nel gennaio 2012, la Commissione Europea DG/Employment Social affairs and
inclusion, esprimendo grande interesse nel percorso intrapreso da Regione Lombardia, ha
collaborato alla realizzazione del seminario, tenutosi a Bruxelles su “Conciliazione vita - lavoro e
riforma del welfare state: metodologie e pratiche innovative a livello regionale” nell’ambito delle
iniziative dell’Alleanza Europea per le famiglie.
In questo contesto è stato possibile sia confrontarsi sulle scelte strategiche di Regione Lombardia,
come la trasversalità dell’impegno a sostegno della famiglia in tutte le politiche regionali, il
processo di sussidiarietà ormai consolidato, le politiche di conciliazione nel contesto più ampio di
riforma del welfare lombardo, sia evidenziare, in presenza di esponenti del governo italiano
(Dipartimento Famiglia) la necessità di integrazione delle iniziative nazionali, anche di rilievo
previdenziale, con quelle regionali.
Le prime risorse investite, che nel complesso ammontano a circa 27 milioni di euro, hanno generato
una molteplicità di effetti a vari livelli, con le reti per la conciliazione, il welfare aziendale e
interaziendale, e la fondamentale integrazione tra politiche: competitività e responsabilità sociale di
impresa, lavoro, tempi e orari delle città.
Il crescente attivismo dei livelli locali nella “rigenerazione delle istituzioni del welfare” segue uno
sviluppo dal basso, di confronto partecipato e scambio tra i territori ed il "percorso conciliazione"
intrapreso da Regione Lombardia nell’ambito dell’Intesa 2010 Stato-Regioni viene già definito
modello e buona prassi, ponendo la Lombardia in prima linea nella sperimentazione di una
governance plurale e multilivello in grado di fornire risposte integrate alla domanda di conciliazione
vita-lavoro.
1.3 L'obiettivo del lavoro
La presente Relazione di sintesi è diretta alla restituzione degli esiti della sperimentazione emersi
dall'analisi comparata dei rapporti di monitoraggio e valutazione delle 13 Reti territoriali di
Conciliazione e dal lavoro congiunto di peer reviewing. Ciò con l'obiettivo di evidenziare i risultati
conseguiti rispetto all’adozione del network quale nuovo modello organizzativo per l'innovazione
dei sistemi di welfare, e rileggendoli con gli strumenti interpretativi provenienti dal dibattito
scientifico sulla governance collaborativa1.
La sperimentazione delle Reti territoriali di Conciliazione ha riguardato tutto il sistema regionale
lombardo. Sei sono i contesti territoriali pilota su cui è stato realizzato l’intero set di misure previste
dal programma regionale attuativo dell’Intesa. Gli altri 7 territori, di cui si compone la Lombardia,
hanno aderito, anche se in misura ridotta, all'impianto sperimentale, intendendo confermare il valore
distintivo della rete come prassi organizzativa strategica del processo di riforma del welfare e delle
politiche sociali.
Ne è emerso un panorama articolato di approcci e capacità relazionali i cui risultati raggiunti
superano nella maggior parte dei casi quelli attesi e su cui si confrontano reti più mature che
1Materiali didattici, Cergas Bocconi, "Percorso di formazione-accompagnamento alla nuova programmazione zonale
2012-2014 dedicato agli Uffici di Piano e alle Aziende sanitarie locali", http://www.famiglia.regione.lombardia.it/, 2010
7
esprimono tratti evolutivi di esperienze pregresse consolidate con quelle più recenti ancora "in
costruzione" con neanche un anno di vita ed in cui non è presente la sperimentazione della dote.
A conclusione del lavoro di valutazione partecipata, si tratta di offrire un approfondimento
conoscitivo dell'esperienza in corso che ne sottolinei gli elementi di innovazione, gli apprendimenti
e ne tracci indicazioni utili ad un miglioramento e sviluppo delle Reti territoriali di Conciliazione
nel contesto regionale e nello scenario nazionale ed europeo.
8
2. I Risultati raggiunti
2.1 Il processo di attuazione
In Lombardia, l'attuazione dell'Intesa Conciliazione ha potuto contare su una intensa attività di
indirizzo politico istituzionale e di supporto amministrativo di livello sia regionale che locale.
Il complesso degli atti conseguenti all'Intesa può essere sintetizzato nella seguente Tabella 1.
Tabella 1: Gli Atti conseguenti all'Intesa Indicatori procedurali n. Tempistiche
Emanazione atti di indirizzo 3 Dgr 5.08.2010 n. 9/381 recepimento e attuazione
Dgr 24.11.2010 n.812 accordo di collaborazione territoriale
Dgr 20.04.2011 n. 9/1576 programma attuativo e piano
economico finanziario
Sottoscrizione accordi di collaborazione
territoriale
13 Da Novembre 2010 a Ottobre 2011
Presentazione Piani territoriali 13 Da Maggio 2011 a Ottobre 2011
Validazione piani territoriali 3 Sessioni di validazione: 06, 09, 11/2011
Attuazione piani territoriali 13 12 mesi da Giugno 2011 a Giugno 2012
Chiusura piani territoriali 13 Prorogati al 30 Giugno 2013
Avvio fase valutazione 13 Gennaio-Luglio 2012 sulla base di un manuale
condiviso di valutazione Valutazione prima annualità piani territoriali e
rilevazione integrativa
13 22 giugno 2012
13 Rapporti di valutazione partecipata territoriale
In un arco temporale di circa dieci mesi sono stati sottoscritti 13 Accordi di Programma per la
creazione di 13 Reti Territoriali per la Conciliazione, uno in ciascun territorio di dimensione
provinciale ed uno in un ambito locale valligiano, a cui hanno fatto seguito 13 Piani di Azione
specifici che contano la adesione e partecipazione attiva complessivamente di 443 organizzazioni.
I Piani di Azione Territoriali si sono sviluppati in un arco temporale medio di 12 mesi e, tutte le
attività saranno concluse entro i prossimi 8 mesi.
Ciascun piano è stato accompagnato da un percorso formativo e informativo, e da un sistema di
monitoraggio e valutazione dello stato di avanzamento lavori, una analisi di quanto emerso nel
corso delle sperimentazioni ed all’identificazione di buone pratiche. Tutte le Reti hanno prodotto, a giugno 2012, un primo rapporto di valutazione partecipata della sperimentazione.
Tabella 2: Tempistiche di sottoscrizione AdP e presentazione PdA
Rete territoriale Accordo di Programma Piano di Azione
Mantova 29 novembre 2010 12 maggio 2011
Monza Brianza 30 novembre 2010 15 maggio 2011
Brescia 27 gennaio 2011 22 giugno 2011
Cremona 25 febbraio 2011 10 maggio 2011
Lecco 1 aprile 2011 17 maggio 2011
Bergamo 8 aprile 2011 maggio 2011
Como 23 giugno 2011 27 luglio 2011
Sondrio 27 giugno 2011 14 settembre 2011
Varese 30 giugno 2011 25 luglio 2011
Vallecamonica Sebino 30 giugno 2011 14 ottobre 2011 Milano 7 luglio 2011 28 settembre 2011
Lodi 8 luglio 2011 20 settembre 2011
Pavia 6 ottobre 2011 7 novembre 2011
Nell'impianto originario previsto dalla Dgr 381/2010, l'attuazione dell'Intesa era programmata in 6
territori sperimentali.
9
Tuttavia, sin dai primi incontri per la selezione degli ambiti territoriali si è riscontrata una adesione
partecipata al piano di lavoro regionale al di là delle aspettative e tutti i territori lombardi si sono
candidati e resi disponibili per la costruzione di Reti territoriali di conciliazione.
Alcune misure per essere efficaci necessitano di una soglia finanziaria minima e data la dimensione
del territorio lombardo l'ammontare complessivo del budget assegnato non era adeguato a sostenere
una sperimentazione diffusa sull'intero ambito regionale.
Con Dgr. 1576/2011, si è pertanto prevista l'estensione a tutto il territorio lombardo, ma giungendo
ad una articolazione differenziata delle sperimentazioni territoriali.
Nell'ambito delle 13 Reti, si sono distinte due tipologie di intervento: (vedi pagina 6) inoltre:
A. la prima tipologia si compone di 6 ambiti territoriali pilota su cui si è sperimentato l'intero
set di misure previste dal piano regionale in attuazione dell'Intesa nell’ambito delle finalità
b)1 sostegno alla maternità, c)1 una rete per la conciliazione, c)2 dote conciliazione, e)1
associazione tra imprese;
B. la seconda tipologia si compone dei restanti 7 territori che hanno potuto contare su una
dimensione finanziaria ridotta per lo sviluppo delle azioni nell’ambito delle finalità c)1 una
rete per la conciliazione e e)1 associazione tra imprese.
Tabella 3: Tempistiche di validazione PTA Conciliazione Rete territoriale Piano di Azione Fascia
Territori di fascia A Mantova 10 giugno 2011 A
Monza Brianza 10 giugno 2011 A
Brescia 10 giugno 2011 A
Cremona 10 giugno 2011 A
Lecco 10 giugno 2011 A
Bergamo 10 giugno 2011 A
Territori di fascia B
Como 29 settembre 2011 B
Sondrio 29 settembre 2011 B
Varese 29 settembre 2011 B
Lodi 29 settembre 2011 B Vallecamonica Sebino 20 dicembre 2011 B
Milano 20 dicembre 2011 B
Pavia 20 dicembre 2011 B
Totale 6A e 7B
Allo stato attuale della sperimentazione, oltre alla suddetta diversa articolazione finanziaria del
piani finanziari di intervento, l'analisi dei risultati raggiunti deve inoltre, tenere conto del diverso
grado di sviluppo temporale che caratterizza le Reti, la cui vita varia tra i 23 ed i 12 mesi.
Grafico 1: Start-up di rete
10
2.2 Le Reti
2.2.1 I soggetti coinvolti
L’approccio di Regione Lombardia al tema della conciliazione famiglia – lavoro si è caratterizzato
per una visione fortemente relazionale, di reciprocità e di reticolazione di attori e soggetti, che nel
loro insieme possono concorrere a produrre una prospettiva di benessere e di rigenerazione del
capitale sociale della famiglia, dell’impresa e della comunità. Si è trattato di sostenere l'attivazione
di reti multistakeholders promuovendo l'adesione di soggetti tradizionalmente appartenenti a mondi
diversi, in particolare il mondo socio assistenziale e il mondo economico, che, nel comune obiettivo
della conciliazione e nell’ottica di una politica di welfare unitaria, possano sviluppare sinergie
operative e valorizzare approcci pluridisciplinari.
Questa prospettiva strategica ha consentito di valorizzare la dimensione territoriale, quella più
vicina alle esigenze delle famiglie ma anche delle imprese, che ha consentito di progettare interventi
in base ad un’accurata valutazione delle necessità locali e mediante il coinvolgimento nella
programmazione di una molteplicità di attori economici e sociali.
A conclusione del Programma, è possibile rilevare la numerosità degli attori che aderiscono
all’attuale fase di start-up sperimentale di reti territoriali per la conciliazione e la dinamicità
progettuale di alcuni contesti imprenditoriali locali per l’avvio di iniziative pilota di welfare
interaziendale.
I 15 ambiti territoriali lombardi coincidenti con le ASL, hanno infatti disegnato 13 piani di
azione (le tre ASL della provincia di Milano hanno prodotto un unico Piano), contando ad
oggi 443 soggetti coinvolti nello sviluppo di 127 azioni progettuali.
La Figura 1 mostra i territori della Lombardia in cui sono attive le Reti di conciliazione famiglia
lavoro, il numero di progetti adottati e il numero di attori che compongono ciascuna rete e, infine,
attraverso il retino, sono indicate le reti nelle quali è stata avviata la sperimentazione della Dote
Conciliazione.
Figura 1: Mappa dei 13 territori in cui sono attive le Reti di Conciliazione Famiglia Lavoro,
numero di attori e numero di progetti previsti dal PTC
11
Tutte le Reti vedono la presenza di Soggetti Promotori, che sono stati coinvolti nella redazione
dell’Accordo e nella co-progettazione del Piano, e di Soggetti Aderenti (Grafico 2).
443 stakeholder di cui: 138 promotori (31%) e 305 aderenti (69%)
I soggetti promotori sono in tutti i territori, oltre a Regione Lombardia, la Asl con un ruolo di
capofila, la Provincia e la Consigliera Provinciale di Parità, alcuni Comuni e/o loro organi
associativi (es. Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci a Varese), la Camera di Commercio, e gli
Ambiti territoriali, che tuttavia non sempre sono completamente rappresentati tra i soggetti
promotori.
Tra i soggetti aderenti, si trovano, nella maggior parte dei casi, le associazioni datoriali, i sindacati,
le organizzazioni afferenti al terzo settore, e, solo in alcuni reti, operatori del sistema educativo e
della formazione professionale, gli ordini professionali, aziende pubbliche e private e/o loro
consorzi, la diocesi e istituzioni religiose.
Grafico 2: Numerosità degli stakeholder per Rete
12
Le Reti si compongono da un minimo di 11 ad un massimo di 89 soggetti.
Nel complesso, le tipologie di soggetti maggiormente rappresentati all’interno delle Reti
Territoriali, pur con alcune distinzioni, sono le organizzazioni datoriali e quelle sindacali e le
associazioni del Terzo Settore (Grafico 3).
Si noti che rispetto al mondo dell’associazionismo in quasi tutte le rete tra gli aderenti è presente il
Forum del Terzo Settore provinciale. Una presenza significativa riguarda l’adesione delle
cooperative sociali in confronto al numero delle imprese coinvolte. Risulta opportuno sottolineare
che il mondo finanziario e della previdenza integrativa rimane il grande assente dall'elenco degli
stakeholders coinvolti nella sperimentazione.
Grafico 3: Numerosità degli stakeholder per tipologia
2.2.2 La governance
Il modello organizzativo per la gestione a livello territoriale della governance delle Reti si compone
di:
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Ber
gam
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Man
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A A A A A A B B B B B B B
6 11 12 19 8 9 11 6
16 7 15 10 8
37
78
20 18
24 14 0
30 17 19
21 11 16
di cui aderenti**
di cui promotori*
2 3 7 7 10 14 25
31 33 37 37
99
0
20
40
60
80
100
120
13
Tavolo di indirizzo politico istituzionale, che vede la partecipazione dei rappresentanti
politici degli enti promotori dell’accordo, e in alcuni casi estesa agli enti aderenti,
Gruppo tecnico, organismo tecnico composto dai referenti tematici designati dagli enti
promotori e, in alcuni casi, dagli enti aderenti,
Tavolo o Conferenza degli enti aderenti (dove non presenti nel gruppo tecnico).
Regione Lombardia è presente in ciascun accordo e al tavolo politico siede l’Assessore regionale
competente per territorio. Inoltre, ciascuna Sede Territoriale di Regione Lombardia (STeR)
partecipa alla rete territoriale conciliazione nei suoi diversi tavoli, svolgendo una specifica funzione
di facilitazione alla costruzione e al consolidamento della rete stessa.
Alcuni dei Piani esplicitano la presenza di un soggetto esterno con una funzione di assistenza
tecnica al Tavolo in ordine al conseguimento degli obiettivi dichiarati ed alla gestione della rete.
A ciò si aggiunge una funzione di accompagnamento, formazione e monitoraggio che il livello
regionale garantisce a tutti i territori che hanno sottoscritto gli accordi, grazie al supporto e alla
consulenza di alcuni enti specializzati sul tema della conciliazione.
La governance delle reti segue, dunque, un preciso assetto organizzativo rispetto al quale la Regione
ha fornito indicazioni e indirizzi specifici, sia relativamente ai soggetti da coinvolgere sia rispetto
alla costituzione dei tavoli.
Tabella 4: Composizione organizzativa delle Reti
Rete
territoriale Tavolo
Politico
Gruppo Tecnico Altri organismi Atti interni
Mantova 11 promotori 12 manifestazioni di
interesse
GT coordinato da
Provincia
Regolamento di
funzionamento del
Tav. Politico
Monza Brianza
12 promotori
cadenza
quadrimestrale
21 aderenti
cadenza quindicinale
3 Gruppi tematici
a) Comunic/Formaz
b) PMI/Welfare az
c) Regolamento
Regolamento di
funzionamento del
Tav. Politico
Brescia 8 promotori
(8incontri)
composto dai 6
referenti tecnici dei
promotori
(4 incontri)
Soggetti aderenti e soggetti
che hanno successivamente
richiesto di partecipare
Enti aderenti n.d.
Cremona 8 promotori 25 aderenti CEA (Conferenza degli Enti
Aderenti)
Gruppi di azione per ogni
ambito di intervento
Lecco 9 promotori
3 incontri
17 aderenti
17 incontri
3 Gruppi tematici
a) Analisi del MdL
b) Orientamento pmi
c) PdZ
Osservatorio MdL Femminile
Accordo Asl,
Provincia e Cciaa per
Osservatorio MdL di
genere
Bergamo 6 promotori 6 promotori
Enti aderenti n.d.
Tavolo tecnico Conciliazione
Vita Lavoro allargato ai soggetti che hanno chiesto di
aderire
Como 15 promotori
21 aderenti
6 incontri
Commissione di valutazione
Bando Reti PMI
5 membri
Sondrio 10 promotori 11 aderenti Gruppo di lavoro ristretto
referenti Asl e Ster
Varese 5 promotori
3 volte
presenza 100%
n. componenti n.d.
12 volte
presenza 98%
Gruppo di lavoro ristretto
referente Asl e consulente
esterno
Lodi 7
19
20 referenti
mediamente attivi, di
5 Sottogruppi tematici
Enti attuatori delle azioni
10 incontri
14
cui il 50% con
continuità di
impegno 5 incontri allargati
Incontri mensili
Identificazione degli Enti
Attuatori di azioni
Vallecamonica
Sebino 8 Organo tecnico dei
promotori
4 attivi Asl, Ster,
Consigliera e
Provincia
Tavolo degli Aderenti
16 aderenti
Milano 11 Tavolo tecnico
provinciale: 3 ASL,
CCIA, Provincia
Piano di lavoro territoriale:
Gestione congiunta delle tre
ASL
Asl Milano 1: ruolo di
raccordo, ARIFL facilitatore
di rete nominato da ASL MI 1 ASL Milano: gruppo di lavoro
composto dai referenti dei tre
territori (Consulenza
Variazioni)
ASL Milano 2: istituzione
tavolo locale sulla
conciliazione (Asl,
responsabili uffici di piano)
Criteri di
individuazione del
modello organizzativo
Manifestazione di
interesse alla Filiera
della Conciliazione
Formalizzazione del
Tavolo locale sulla
conciliazione delibera
Direttore Generale
Asl mi2
Pavia 16 promotori Organo tecnico dei
promotori
Invitati su temi specifici
17 aderenti
Planning e identificazione
degli Enti Attuatori di azioni
Regolamento di
funzionamento del
Tavolo Politico
Obiettivo medio periodo:
formalizzazione di un
Tavolo di lavoro
permanente e della
creazione di un
Osservatorio
provinciale delle
Politiche Sociali
In soli tre casi, le Reti hanno proceduto alla definizione di specifiche regole di funzionamento e di
governo di processo (Regolamento per l'assunzione di obblighi politico-istituzionali).
Le attività di team building delle componenti tecniche si sono invece espresse secondo modalità
articolate e differenziate a diversi livelli: a livello del gruppo tecnico allargato, a livello dei
sottogruppi operativi legati a singole progettualità, a livello dei contatti diretti con i diversi referenti
degli enti, a livello della rete ampia dei soggetti potenzialmente coinvolgibili sul tema nell'ottica di
favorire nuovi raccordi e nuove connessioni.
In particolare, le reti hanno individuato alcuni strumenti concreti di gestione del Piano a livello
organizzativo, quali, ad esempio, i sottogruppi di lavoro tematici, il gruppo ristretto supportato da
esperti esterni, il planning e la distribuzione funzionale per competenza e mission istituzionale,
l'istituzione e la formalizzazione di osservatori.
Tabella 5: Strumenti di governance adottati dalle Reti
Rete territoriale Strumenti di governance
Mantova Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale
Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale
Provincia: formazione, Ster: comunicazione, CCIAA: reti di impresa, ASL: gestione doti e
PA
15
Monza Brianza Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale
Organizzazione in sottogruppi multidisciplinari
Brescia Coordinamento Capofila
Cremona Nell'ambito della Conferenza degli Enti Aderenti (CEA) individuazione per ogni area di
intervento di Gruppi di Azione al fine di attuare modalità di progettazione condivisa e
partecipata e rendere riconoscibile la rete come insieme di soggetti che offrono servizi
Family Friendly
Lecco La Rete territoriale, proprio in quanto rete, ha una struttura dinamica ed in continua
evoluzione
Bergamo Istituzione di un Tavolo tecnico conciliazione vita lavoro al fine di includere altri soggetti che hanno chiesto di aderire al tavolo tecnico
Como Gruppo di lavoro ristretto ASL e Ster che hanno messo in atto e coordinato le azioni
previste dal Piano Territoriale
Coinvolgimento degli enti aderenti all’interno del tavolo tecnico, per condivisione priorità
e attività di co-progettazione
Sondrio Gruppo di lavoro ristretto ASL e Ster che hanno messo in atto e coordinato le azioni
previste dal Piano Territoriale
Varese Coordinamento Capofila. ASL ha individuato un gruppo di lavoro composto dal referente
tecnico e da un consulente esterno per l’attuazione delle azioni del piano
Tavolo tecnico composto dai referenti tecnici degli enti promotori, con ruolo di supporto
del tavolo di indirizzo politico e istituzionale e coinvolgimento degli enti aderenti
Vallecamonica
Sebino
Tavolo dei soggetti aderenti aperto e in continua evoluzione, coinvolgimento di alcuni
soggetti aderenti nelle attività previste dal piano
Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale del gruppo tecnico dei
promotori
Milano Gruppo di coordinamento e sintesi composto dalle 3 ASL, Provincia e CCIA. Costituzione di gruppi di lavoro di distretto costituiti da ASL e Ambiti territoriali (uffici di
piano)
Lodi Gruppo tecnico che lavora in forma allargata e ristretta
Individuazione di enti attuatori delle azioni anche tra gli enti aderenti
Pavia Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale
Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale
STer: analisi domanda di conciliazione PA
Cciaa: lavoro sull' impresa
Il grado di apertura
Dall'analisi delle modalità di gestione del networking adottate, emerge che se, da un lato, nella
maggior parte dei casi, la rete è considerata aperta e dinamica e la promozione dell'adesione da
parte di nuovi soggetti continua in modo sistematico, dall'altro lato, le relazioni più intense che
intercorrono tra gli attori del network permangono ancorate prioritariamente ai soggetti promotori e
sottoscrittori l’accordo di programma.
Tabella 6: Governance delle Reti – grado di apertura
Reti Aperta/chiusa Co-progettazione Sottogruppi
1 Cremona A/C SI SI
2 Lecco A/C SI SI
3 Lodi A/C SI SI
4 Mantova A/C SI SI
5 Monza e Brianza A/C SI SI
6 Pavia A/C SI SI
7 Bergamo C/A NO SI
8 Como C/A NO SI
9 Vallecamonica Sebino C/A NO SI
10 Milano C NO NO
11 Brescia C NO NO
12 Sondrio C NO NO
16
13 Varese C NO NO
La Tabella 6 mostra alcuni indicatori che sintetizzano le strategie di governance del partenariato
adottate. Nella prima colonna si propone una prima esemplificazione del grado di apertura della
Rete.
Con l'indice A/C sono state selezionate le Reti che mantengono un livello equilibrato di apertura e
chiusura delle Reti, sono Reti tendenzialmente aperte, all’interno delle quali sono stati previsti sia
attività ristrette al gruppo tecnico del tavolo politico istituzionale e sia momenti (anche formalizzati)
che prevedono il coinvolgimento di alcuni o tutti i rappresentanti dei soggetti aderenti. Nella
maggior parte dei casi questi Reti hanno scelto di adottare un approccio fortemente partecipato
basato sulla co-progettazione delle azioni con gli enti aderenti.
Le Reti (C/A) si sono caratterizzate per una gestione condivisa del piano con gli enti aderenti. Sono
orientate a includere un numero sempre maggiore di soggetti, hanno tuttavia privilegiato ambiti di
co-progettazione all'interno del solo tavolo tecnico istituzionale.
Le Reti (C) che non hanno utilizzato la co-progettazione si riferiscono ai casi in cui l’attività di
implementazione del piano è stata coordinata soprattutto da un gruppo composto da ASL e Ster.
Grafico 4: Grado di apertura delle Reti
Le strategie attuative
Il dibattito scientifico sulla sociologia del welfare e gestione delle politiche pubbliche2 verte oggi
sul riconoscimento della centralità del paradigma della Public Governance (processo di
redistribuzione del potere decisionale, attraverso il coordinamento e coinvolgimento di tutti gli
stakeholders) rispetto agli approcci di tipo New Public Management e Government (l’esercizio del
potere decisionale derivante dal sistema istituzionale formale). Si sta, cioè, sempre più affermando
un approccio che affida alle istituzioni pubbliche il ruolo di regia dello sviluppo economico e
sociale in virtù del sistema di relazioni che si definiscono (in modo temporaneo o stabile) tra i
diversi attori del contesto locale quali enti pubblici, privati profit e non profit e cittadini e volto alla
creazione partecipata di valore pubblico3.
La gestione delle istituzioni pubbliche, anche in Italia, è ascrivibile ai modelli con una relazione
specifica fra i processi di riforma intrinsecamente collegati alla natura istituzionale delle pubbliche
2 http://www.labsus.org/
3 Sviluppo locale e responsabilità sociale nella Chiesa Cattolica: un caso di studio, di Paolo Gheda e Elisa Pintus, in
http://www.eyesreg.it/2012/lo-sviluppo-locale-e-la-responsabilita-sociale-nella-chiesa-cattolica-un-caso-di-studio/
aperta/chiusa 46%
chiusa 31%
chiusa/aperta 23%
17
amministrazioni "i modelli burocratici" e quelli che si ispirano ai comportamenti manageriali di
stampo privatistico4.
In questo quadro, è possibile offrire una prima lettura degli approcci seguiti dalle Reti territoriali
nell'ambito dei processi di apprendimento relazionale tra gli attori coinvolti (Grafico 5). In
particolare, se ne evidenziano tre tipologie: approccio burocratico (Rete chiusa ai soli promotori),
approccio della comunità territoriale (apertura della Rete ai soggetti che tradizionalmente
collaboravano insieme, divisione del lavoro e decentramento delle azioni), approccio
imprenditoriale (dove si è inteso giocare fino in fondo il rischio della sperimentazione di nuove
relazioni).
Tale ricostruzione non esprime, certo, alcuna volontà di definire il “migliore” tra gli approcci
territoriali. Ma, al contrario, si intende porre l'attenzione che proprio perché il civil welfare si
realizza attraverso un forte radicamento alla comunità di riferimento, diversi modelli di governance
si vanno definendo, in concreto, in ragione degli assetti istituzionali e delle dinamiche sociali ed
economiche proprie di ciascun territorio. Va, comunque, osservato che i segni di un maggiore
investimento in processi di innovazione sociale sembrano presenti soprattutto in quelle reti
caratterizzate da un approccio “imprenditoriale”, che tende cioè a superare la naturale avversione al
rischio tipica dell’agire amministrativo, per potenziarsi mediante il coinvolgimento di soggetti
spesso distanti dai tavoli di lavoro tradizionali e la sperimentazione di azioni fortemente orientate al
cambiamento organizzativo5.
Grafico 5: Le strategie di Rete
4 Materiali didattici Cergas-Bocconi, in Regione Lombardia, Un percorso di formazione-accompagnamento alla nuova
programmazione zonale 2012-2014 dedicato agli Uffici di Piano e alle Aziende sanitarie locali, 2010 5
Le reti territoriali lombarde per la conciliazione e le sfide dell’innovazione sociale, di Laura Canale, Secondo Welfare,
25 ottobre 2012
18
2.3 Sintesi dei principali risultati conseguiti e corrispondenza alle previsioni del
percorso
L'analisi dell'avanzamento fisico del programma in Lombardia mostra una situazione più che
positiva.
Le finalità generali dell'Intesa Conciliazione sono state perseguite attraverso quattro strumenti
prioritari di intervento:
a) la Rete Territoriale per la Conciliazione, che ha previsto la costruzione e sottoscrizione di
accordi costitutivi di reti multistakeholder in tutti i territori coincidenti con quelli delle
Aziende Sanitarie Locali. Il partenariato, in cui alla ASL è stato assegnato il ruolo di
capofila, è costituito da soggetti promotori ed aperto in progress alle più ampie adesioni da
parte delle diverse componenti istituzionali, economiche e sociali del sistema locale di
riferimento. La scelta strategica distintiva del percorso lombardo è stata quella di
posizionare all’interno del singolo contesto territoriale la progettazione specifica delle azioni
per la conciliazione e la sperimentazione del sistema dotale;
b) la Dote Conciliazione - Servizi all'impresa per il sostegno alla maternità, articolata in
contributo per servizi di consulenza specialistica e dote premialità all’assunzione. La prima,
destinata alle imprese per la realizzazione di analisi organizzativa e individuazione di
soluzioni, quali piani di flessibilità aziendale e piani di congedo personalizzati per il rientro
al lavoro dalla maternità, ha visto anche il riconoscimento di un voucher una tantum alle
imprese che hanno effettuato il percorso; la seconda incentiva le PMI all’assunzione di
madri disoccupate con almeno un figlio a carico inferiore ai cinque anni;
c) la Dote Conciliazione - Servizi alla persona, destinata ai genitori che rientrano
dall’assenza per maternità o paternità, permette l’acquisizione di servizi a sostegno dei
compiti di cura della famiglia presso i soggetti gestori accreditati;
d) l’Associazione tra Imprese e Servizi interaziendali, dove più aziende possono aggregare
la loro domanda per individuare possibili soluzioni a favore del proprio personale
dipendente, con la collaborazione dei soggetti già presenti sul proprio territorio.
Dal punto di vista quantitativo, potendo contare con l'attivazione delle 13 Reti su una copertura
complessiva di tutto il territorio lombardo, i risultati empirici realizzati hanno infatti superato i
target/obiettivo previsti in fase progettuale.
Dal confronto tra i risultati attesi e quelli raggiunti emerge con evidenza che l'unico indicatore non
ancora soddisfatto è quello relativo alla consulenza specialistica e collegato bonus azienda.
Tabella 7: Confronto ex-ante - ex post dei risultati previsti
Finalità generali Interventi Azioni Risultati attesi Risultati
raggiunti
Delta
b)
Facilitazione per il
rientro al lavoro di
lavoratrici che
abbiano usufruito
di congedo
parentale o per
motivi comunque legati ad esigenze
di conciliazione
anche tramite
percorsi formativi e
di aggiornamento
1)
Sostegno alla
maternità
Azione 1
Help-desk famiglie e
aziende
Attivazione in
almeno 4 territori
Coperto tutto il
territorio
lombardo
Azione 2
a) Voucher premiante
100
lavoratrici/lavoratori
x rete
538 premi per
assunzioni in
pmi sui 6
territori pilota
b) Servizi di
consulenza specialistica
100
lavoratrici/lavoratori x rete che poi sono
diventate 100
imprese per 6 territori
78 pmi con
progetti di flessibilità e
piani congedo
per 2.271
lavoratrici
c) bonus azienda 50-200 78 Pmi
19
c)
Erogazione di
incentivi
all’acquisto di servizi di cura in
forma di
Voucher/Buono per
i servizi offerti da
strutture
specializzate o in
forma di Buono
Lavoro per
prestatori di servizi
1)
Una Rete per
la
Conciliazione
Creazione di reti con un
percorso partecipato
territoriale
Azioni locali: portale della conciliazione
Attivazione in
almeno 4 territori nel
2010, 2 nel luglio
2011
13 Reti attivate
con copertura
dell'intero
territorio lombardo
2)
La Dote
Conciliazione
Voucher Servizi alla
Persona
300 persone x rete
(1800 totale atteso)
1.657 doti per
servizi di cura
sui 6 territori
pilota
e)
Altri eventuali
interventi innovativi e
sperimentali
1)
Associazione
tra imprese
Reti di imprese per
servizi interaziendali
Attivazione in
almeno 6 territori
12 territori con
23 azioni mirate
13 Reti di imprese attive
2)
Percorso
Conciliazione
Analisi imprese
Programma d’azione
territoriale
Promozione della
cultura della
conciliazione sul
territorio
Accompagnamento allo
sviluppo del piano
sperimentale
Dal lavoro fin qui realizzato è scaturito un volume di attività che ha superato gli obiettivi strategici
fissati in fase di progettazione e che fin da ora può essere considerato quale felice esito complessivo
della attuazione dell'Intesa Conciliazione.
I risultati quali/quantitativi ad oggi raggiunti non erano affatto scontati e dimostrarne la
realizzabilità e l’efficacia è stato uno dei punti cruciali di questa fase attuativa.
Tabella 8: Output finale
127 Azioni progettuali sul tema conciliazione in corso di realizzazione nelle 13 Reti
territoriali;
1.657 Doti alla persona (92% del risultato atteso) che hanno consentito l'utilizzo di servizi di
cura per l’infanzia di cui l’92,7% asili nido nelle 6 Reti pilota;
538 Premialità all’assunzione (85,50% del risultato atteso) di cui 32% micro impresa,
23,5% piccola impresa e 45,5% media impresa nelle 6 Reti pilota;
78 Piccole e Medie Imprese che hanno attivato un progetto di flessibilità e/o un piano di
congedo, per un totale di 2.271 lavoratrici beneficiarie;
13 Reti di imprese in fase di sperimentazione di servizi interaziendali di conciliazione.
Fonte: Éupolis Lombardia
Infine, le Reti di Mantova e Lecco hanno realizzato una analisi di customer satisfaction diretta a
cogliere il gradimento sia dei beneficiari della dote persona che delle imprese assegnatarie della
premialità assunzione.
20
3. Il sistema di intervento delle Reti
In sede di relazione finale al Dipartimento delle Pari Opportunità, La Direzione Famiglia,
Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, ha dato conto delle misure approvate e delle
azioni progettuali attivate sul territorio e delle risorse stanziate, con riferimento a ciascuna delle
specifiche finalità dell’Intesa richiamate nel programma regionale attuativo. In quel contesto è stato
analizzato lo stato di realizzazione del programma regionale dal punto di vista del suo avanzamento
fisico e finanziario.
In sede di valutazione partecipata è stata condivisa una lettura complementare, che aiutasse a
leggere anche trasversalmente, come di seguito descritto, i Piani di azione dei 13 territori.
3.1 Le modalità di rilevazione dei fabbisogni
Tutte le reti hanno effettuato una analisi di contesto in fase di redazione del proprio piano di azione
territoriale. Successivamente, in fase attuativa, la maggioranza delle reti (7 su 13) ha ulteriormente
affinato gli strumenti di approfondimento ed analisi della domanda.
Tabella 9: Strumenti adottati dalla Rete per l’analisi della domanda e l’emersione dei bisogni
Fascia Reti Strumenti
1 A Bergamo -
2 A Brescia 795 incontri personalizzati con le mamme che hanno presentato al
Dipartimento Provinciale del Lavoro la pratica per le dimissioni dal lavoro
3 B Como -
4 A Cremona Analisi territoriale
5 A Lecco Primo rapporto del mercato del lavoro femminile in provincia di Lecco
6 B Lodi -
7 A Mantova -
8 B Milano ASLMI1:Analisi del bisogno attraverso il coinvolgimento degli ambiti
territoriali - ASL MI2: questionario di rilevazione dei bisogni delle famiglie con figli 0-14 anni ASL Mi: questionario rivolto alle famiglie di
un quartiere
9 A Monza e
Brianza
Questionari per datori di lavoro e lavoratori, questionari rivolti ai
lavoratori ASL
10 B Pavia Indagine conoscitiva sui bisogni di conciliazione espressi dalle lavoratrici
e dai lavoratori e alle imprese
11 B Sondrio Questionari ASL, Ster6, AO, Provincia, Comune, Arpa
12 B Vallecamonica -
13 B Varese -
Nel Piano di Intervento territoriale della Rete di Brescia è stata sottolineata l’esigenza di
concentrare su un particolare target, quello costituito da madri che entro il primo anno di vita del
bambino presentano le proprie dimissioni dal lavoro (795 sia nel 2010 che nel 2011). La presenza di
un significativo fenomeno di dimissioni ha reso necessario concentrare le azioni e gli interventi su
questa area di bisogno, cercando di creare sinergia e collegamento con la Direzione Provinciale del
Lavoro. La procedura prevede che la lavoratrice madre confermi davanti a un funzionario della
DPL la propria volontà di dimettersi. Si è pertanto concordato con la DPL le modalità per
indirizzare le madri agli sportelli ASL prima di confermare le dimissioni, al fine di poter realizzare
incontri personalizzati di ascolto e orientamento.
6 Sedi territoriali di Regione Lombardia: sono presenti a livello provinciale.
21
La Rete di Cremona ha realizzato un’analisi territoriale sia in sede di stesura del Piano territoriale,
sia in occasione della presentazione del Rapporto di monitoraggio. Questo strumento che la Rete
intende realizzare periodicamente ha la funzione di aggiornare e monitorare i dati, leggere il
bisogno di conciliazione, le tendenze e i mutamenti in atto, per programmare interventi sempre più
efficaci e contestualizzati.
La Rete di Lecco per raggiungere i potenziali beneficiari della misura dotale ha spedito ai genitori
dei bambini nati da agosto 2010 a novembre 2011 n. 4303 lettere in cui informavano i genitori
della sperimentazione regionale attiva sul territorio e fornivano i recapiti degli uffici di riferimento
presso i quali era fornita consulenza in merito ai requisiti e alle modalità di formulazione delle
domande. In seguito le infermiere delle n. 13 sedi consultoriali territoriali hanno contattato
personalmente i genitori dei bambini nati e hanno provveduto ad informarli nuovamente rispetto
all’iniziativa regionale, analizzando con essi la specifica situazione personale e raccogliendo
l’analisi del reale bisogno del contesto familiare; sono state effettuate circa 2.000 telefonate e
realizzato un database con l’analisi dei bisogni evidenziati.
I dati raccolti per entrambe le misure dotali sono stati utilizzati per una analisi più approfondita dei
beneficiari, che è stata pubblicata nel Primo Rapporto del Mercato del Lavoro Femminile in
Provincia di Lecco e nel Focus di giugno 2012 relativo all’Osservatorio. La Rete di Lecco ha deciso
di dare vita, attraverso un accordo tra la ASL, la Provincia di Lecco, la CCIA, al primo Rapporto sul
mercato del lavoro femminile.
All’interno della Rete di Milano la ASL città di Milano ha previsto all’interno di un quartiere pilota
la somministrazione di un questionario alle famiglie attraverso il quale produrre una mappatura
tanto dei servizi quanto dei bisogni e delle caratteristiche delle destinatarie del progetto. Gli esiti
attesi di questa iniziativa sono una mappa infografica che indica le soluzioni di conciliazione e i
relativi costi, e il coinvolgimento delle famiglie all’interno di focus group per l’attivazione del
community organizer, perno attorno al quale attivare un coinvolgimento comunitario dei soggetti, a
livello di quartiere, per l’individuazione dei bisogni e la ricerca di soluzioni di conciliazione.
Il sottogruppo Imprese della Rete di Monza e Brianza ha sviluppato due questionari diretti a
lavoratori e imprese in corso di somministrazione
La Rete di Pavia promuove un’indagine conoscitiva sui bisogni di conciliazione espressi dalle
lavoratrici e dai lavoratori, sia all’interno delle organizzazioni pubbliche (questionario affidato alla
STer), sia di quelle private (questionario + incontri pmi affidato alla CCIAA), con la supervisione
scientifica dell'Università locale.
La Rete di Sondrio considerate le obiettive difficoltà a considerare il mondo del lavoro privato ha
deciso di iniziare a conoscere le realtà e i bisogni della pubblica amministrazione. A tal fine è stato
predisposto un questionario rivolto a tutti i dipendenti degli enti più rappresentativi della provincia
(Azienda Ospedaliera, ASL, Provincia di Sondrio, Comune di Sondrio, ARPA, STer). Il
questionario ha come obiettivo quello di conoscere come l’ente risponde ai bisogni dei lavoratori e
quali siano le iniziative che si ritengono più opportune per promuovere la conciliazione. La
somministrazione del questionario, che riguarda circa 5.000 lavoratori, è stata realizzata nel corso
dell'estate 2012.
22
3.2 L'articolazione degli interventi e le tipologie dei servizi erogati
Intervento 1
Sistema Dote
La sperimentazione è stata realizzata in 6 reti pilota Adeguamento del sistema di offerta servizi di supporto alla maternità
- Filiera della Conciliazione
Tabella 10: La Filiera dei servizi conciliativi - prima infanzia
Rete territoriale Mappa dei servizi n. nidi
Mantova Servizio nidi 110
Monza Brianza n.d. n.d.
Brescia n.d. n.d.
Cremona Elenco baby sitter n.d.
Lecco Servizi prima infanzia 69
Bergamo n.d. n.d.
Como n.d. n.d.
Sondrio n.d. n.d.
Varese n.d. n.d.
Lodi n.d. n.d.
Vallecamonica Sebino n.d. n.d.
Milano n.d. n.d.
Pavia n.d. n.d.
Totale
Intervento 2
Una Rete per la conciliazione
127 progetti attivi
Nell'ambito delle 13 Reti territoriali di Conciliazione, sono complessivamente 127 le azioni co-
progettate a livello locale, di cui circa il 90% è in fase realizzativa.
Grafico 6: Distribuzione delle azioni progettuali
Le azioni progettuali possono essere identificate per classi di intervento:
0 5
10 15 20 25 30 35
Bre
scia
Val
leca
mo
nic
a Se
bin
o
Lod
i
Cre
mo
na
Man
tova
Son
dri
o
Var
ese
Ber
gam
o
Co
mo
Lecc
o
Pav
ia
Mo
nza
Bri
anza
Mila
no
A B B A A B B A B A B A B
3 4 6 7 7 7 7 8 8 12 12 14
32
23
le azioni mirate, rappresentano il 52% del totale e si sostanziano in azioni orientate a:
Valorizzazione delle famiglie, Azioni rivolte al territorio, Azioni rivolte alle imprese e reti di
imprese, Azioni rivolte alle pubbliche amministrazioni;
le azioni trasversali o di sistema, rappresentano il 48% del totale e si sostanziano in azioni
orientate a: Formazione di una cultura della conciliazione, Promozione della Rete,
Adeguamento del sistema di offerta di servizi sociali alle esigenze di conciliazione.
Tabella 11: Sintesi delle azioni progettuali previste dai singoli PTC per classi di intervento
Azioni Trasversali Azioni mirate
Fascia Rete
territoriale
Formazione
di una
cultura della
conciliazione
Promozione
della rete
Adeguamento
del sistema di
offerta alle
esigenze di
conciliazione
Valorizzazione
delle famiglie
Azioni
rivolte al
territorio
Azioni
rivolte
imprese
e reti di
imprese
Azioni
rivolte
alle
PA
Progetti
(totale)
2 A Brescia 1 0 0 0 0 2 0 3
12 B Vallecamonica
Sebino
2 0 1 0 1 0 0 4
8 B Lodi 1 1 2 0 0 1 1 6
3 A Cremona 1 2 0 0 2 1 1 7
5 A Mantova 1 1 1 0 0 2 2 7
11 B Sondrio 0 1 0 1 2 3 0 7
13 B Varese 1 1 1 0 1 2 1 7
1 A Bergamo 0 1 1 2 2 1 1 8
7 B Como 0 0 2 5 0 1 0 8
4 A Lecco 2 1 0 4 0 4 1 12
10 B Pavia 2 1 3 1 0 2 3 12
6 A Monza
Brianza
4 4 3 1 0 1 1 14
9 B Milano 4 5 9 5 3 3 3 32
Totale 19 18 24 19 11 23 14 127
Grafico 7: Distribuzione complessiva delle azioni progettuali per classi di intervento
Grafico 8: Articolazione progettuale nelle 13 Reti territoriali di Conciliazione
24
0 10
20 30
40
Brescia
Cremona
Mantova
Bergamo
Lecco
Monza Brianza
Vallecamonica …
Lodi
Sondrio
Varese
Como
Pavia
Milano
1
1
1
2
4
2
1
1
2
4
2
1
1
1
4
1
1
1
1
5
1
1
3
1
2
1
2
3
9
2
4
1
1
5
1
5
2
2
1
2
1
3
2
1
2
1
4
1
1
3
2
1
2
3
1
2
1
1
1
1
1
3
3 Formazione di una cultura della conciliazione
Promozione della rete
Adeguamento del sistema di offerta alle esigenze di conciliazione
Valorizzazione delle famiglie
Azioni rivolte al territorio
Azioni rivolte imprese e reti di imprese
Azioni rivolte alle PA
Azio
ni Trasve
rsali F
ascia
B
Fascia
A
Azio
ni M
irate
25
3.2 Le azioni mirate
3.2.1 Gli interventi a favore della Famiglia e del Territorio
Su 13 Reti territoriali, 10 hanno avviato azioni mirate alla valorizzazione delle famiglie e al
territorio, per un totale 29 azioni.
Con riferimento alle azioni rivolte alle famiglie, è possibile distinguere specifici target: famiglia con
minori (nella maggior parte dei casi), famiglie con anziani, famiglie con disabili.
Nel caso delle azioni rivolte al territorio si tratta, soprattutto, di misure volte all’informazione e
all’orientamento, nonché alla razionalizzazione delle informazioni per supportare diversi target di
persone, in particolare le famiglie e le donne, più in generale le imprese e i singoli cittadini che
desiderano essere orientati rispetto alle diverse misure che riguardano la conciliazione.
3.2.1.1 Gli interventi a favore delle famiglie
Totale azioni volte alla valorizzazione delle famiglie: 19
Reti che hanno attivato azioni volte alla valorizzazione delle famiglie: 7 su 13
Tabella 12: Azioni progettuali volte alla valorizzazione della famiglia per ambiti di intervento
Rete
territoriale
Informazione Attivazione di servizi Sostegno economico Totale
Monza
Brianza
COMUNEINFORMA + 116
voucher per partecipazione
settimane educative durante
chiusura scuole + 3 Voucher
per sostegno spese per
rientro neo-madri lavoratrici
1
Lecco (1) misure di accoglienza
bambini di eta’ compresa fra
i 2 e 3 anni
(2) apertura anticipata scuola
di infanzia e durante il mese
di luglio (3) apertura di un punto di
accoglienza per bambini
inferiore ai 2 anni
(4) tata house
4
Bergamo assistenza nello studio e nel
tempo libero per i figli dei
dipendenti dell’asl di
bergamo (1) azione a: centro
ricreativo estivo, (2) azione
b: centro per il doposcuola
per figli dei dipendenti
2
Como (1) servizio prima infanzia –
spazio bimbo 18 mesi – 3
anni - Ambito Como, (2)
implementazione centro di
aggregazione giovanile comunale: Ambito Lomazzo,
(3) implementazione centro
prima infanzia: Inverigo -
Ambito Mariano Comense,
(4) laboratori ludico-creativi
per minori con disabilità -
Ambito Menaggio, (5)
implementazione centro
diurno per minori con
disabilità medio-gravi e gravi
5
26
- Ambito Olgiate Comasco
Sondrio Promozione di iniziative a
favore di famiglie e giovani
con difficoltà scolastiche e o
educative
1
Milano "Sportello Tata"
(potenziamento, revisione
orari di apertura) formazione
e albo delle tate
(1) Io concilio -
Sperimentazione di soluzioni
di work life balance attravero
la figura della mamma Community organizer , (2)
baby-parking, (3) "S.O.S.
Tata" (presa in carico
integrata dei bambini che
usufruiscono del servizio di
Asilo Nido anche attraverso
l’attivazione di un servizio di
baby sitter al domicilio nei
periodi di malattia), (4)
Bando famiglie creative
5
Pavia Bambini al centro 1
Totale (7/13)
1 17 1 19
La maggiore parte delle Reti che ha attivato tali misure appartiene alla fascia B (4 su 7), ovvero
quelle Reti nelle quali non è presente il sistema della Dote.
Come si può notare dalla Tabella 12 la maggior parte delle azioni si concentrano nell’ambito dei
servizi. Si tratta di servizi per lo più rivolti a famiglia con minori e in particolare a servizi per la
prima infanzia, quali: asili nido, baby parking, spazi aggregativi, centri diurni etc..
Sono, inoltre, presenti una azione progettuale legata all’informazione specialistica (sportelli, albi e
registri per la qualificazione dell'offerta) ed un progetto di sostegno economico al reddito (voucher
conciliativi).
27
Tabella 13: Azioni progettuali volte alla valorizzazione della famiglia - Ambito di intervento INFORMAZIONE
Fascia Rete territoriale Informazione Famiglie con
anziani
Famiglie con
disabili
Famiglie con
minori
Totale persone
raggiunte
Costo
complessivo
Intensità
d'aiuto
Copertura costo
B Milano Sportello Tata x n.d. 7.500 100% 100%
1B Totale 1
Per quanto riguarda l’informazione, lo sportello di Milano rappresenta l'unico caso orientato ad uno specifico target di utenza. Nella maggior parte dei
casi le Reti hanno attivato sportelli per orientare alla filiera della conciliazione un'ampia gamma di potenziali beneficiari, come trattato nel seguente cap. 3.3.
28
Tabella 14: Azioni progettuali volte alla valorizzazione della famiglia - Ambito di intervento SERVIZI
Fascia Rete territoriale
Attivazione e potenziamento dei servizi Famiglie con minori Famiglie con anziani Famiglie con disabili Totale persone raggiunte
A Bergamo 1) Spazi aggregativi per la conciliazione tra lavoro e cura dei figli disabili
x 50 famiglie
2) Servizi di assistenza nello studio e nel tempo
libero per i figli dei dipendenti Asl BG (centro
ricreativo estivo+centro per il doposcuola)
x 37 bambini
A Lecco (1) misure di accoglienza bambini di eta’
compresa fra i 2 e 3 anni
x 5 bambini
(2) apertura anticipata scuola di infanzia e durante il mese di luglio
x n.d
(3) apertura di un punto di accoglienza per bambini inferiore ai 2 anni
x 5 bambini
(4) tata house x 20 bambini
B Como (1) servizio prima infanzia – spazio bimbo 18 mesi – 3 anni - Ambito Como
x 25 bambini
(2) implementazione centro di aggregazione
giovanile comunale: Ambito Lomazzo
x 197 bambini
(3) implementazione centro prima infanzia: Inverigo - Ambito Mariano Comense
x 67 bambini
(4) laboratori ludico-creativi per minori con
disabilità - Ambito Menaggio
x x 6 bambini
(5) implementazione centro diurno per minori con disabilità medio-gravi e gravi - Ambito
Olgiate Comasco
x x 8 bambini
B Sondrio Promozione di iniziative a favore di famiglie e giovani con difficoltà scolastiche e o educative
x n.d
B Milano 1) Baby-parking x n.d.
2) Sos Tata x n.d.
3) Piccoli interventi per aiutare i tempi della famiglia e del lavoro
x x x n.d.
4) Sostenere le famiglie nella conciliazione dei
tempi di vita e di cura dell'infanzia
x n.d.
29
5) Vivi il tuo tempo x x x n.d.
B Pavia Bambini al centro x 15 famiglie
2A 3B
Totale 12 17 2 3 n.d.
I servizi rivolti alle famiglie riguardano principalmente l’ambito della cura dei figli 0-14 anni.
Si tratta di servizi volti al potenziamento dei servizi di base esistenti nei territori.
Tuttavia un numero considerevole di progetti riguarda soprattutto servizi che vanno a coprire gli spazi di minor copertura del servizio pubblico
tradizionale: il doposcuola e il periodo estivo. Per questi ambiti di intervento quasi tutte le Reti si sono attivate finanziando la nascita di nuovi servizi,
potenziando quelli esistenti ma soprattutto attivando i territori (associazioni, volontari, etc.).
30
Tabella 15: Azioni progettuali volte alla valorizzazione della famiglia - Ambito di intervento SOSTEGNO AL REDDITO
Fascia Rete territoriale Sostegno economico Famiglie con anziani
Famiglie con disabili
Famiglie con minori
Totale persone raggiunte
B Monza e Brianza
COMUNEINFORMA + 116 voucher per partecipazione settimane educative durante
chiusura scuole + 3 Voucher per sostegno
spese per rientro neo-madri lavoratrici
x n.d.
1 B Totale 1 1 n.d.
All’interno della mappatura dei servizi rivolti alla famiglia, solo una rete territoriale che, non avendo a disposizione la sperimentazione della dote, ha
introdotto misure diverse di sostegno al reddito.
31
3.2.1.2 Gli interventi rivolti al territorio
Totale azioni rivolte al territorio: 11
Reti che hanno attivato azioni rivolte al territorio: 6 su 13
Tabella 16: Azioni progettuali volte alla valorizzazione del Territorio Rete territoriale Informazione e
orientamento
Servizi Progetti locali Soggetti coinvolti A chi si rivolge Scala di intervento Azioni rivolte al
territorio
Cremona Sportello territoriale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (azione sperimentali specifiche)
provincia, ccia, comuni, consorzio servizi sociali, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, III settore
imprese, enti locali, persone/famiglie che hanno esigenze di conciliazione
dislocato in più punti sul territorio
2
Elenco Provinciale Baby sitter
Provincia di Cremona, ASL, Ambiti Territoriali di Cremona, Crema e Casalmaggiore, Comune di Cremona
Babysitter e famiglie
Bergamo (1) promozione
progetti di welfare aziendale a sostegno della conciliazione famiglia e lavoro - e di sviluppo connessioni tra welfare territoriale e welfare aziendale
Ambiti Territoriali di
Grumello. Isola Bergamasca, Treviglio, Valle Imagna e Villa d'Almè e Provincia BG
2
(2) spazi aggregativi per la conciliazione tra lavoro e cura dei figli disabili
Ambito Territoriale Valle Cavallina Attuatore: Ambiti Valle Cavallina, Valle Brembana e Valle Seriana
Sondrio (1) iniziative sul fronte della mobilità
2
(2) iniziative sul fronte della organizzazione: accesso e fruibilità dei servizi
Vallecamonica Attività di sportello 1
32
Sebino per l'utenza c/o ASL
Milano (1) ampliamento orari anagrafe
Sede centrale comune di Milano
3
(2) Orari a menù (flessibilità oraria del personale pubblico)
Organizzazioni sindacali, direttore risorse umane comune di milano
(3) "Piccoli interventi per aiutare i tempi della famiglia e
del lavoro"
1 comune
Varese Sperimentazioni di piani dei tempi e degli orari
l'Ufficio scolastico territoriale e l'Università dell'Insubria, l'ufficio "tempi e Orari" del Comune di Varese,
scuole di Varese, elementari e medie
Comune di Varese 1
Totale (6/13) 2 3 6 11
Sono state individuate tre tipologie di misure rivolte al territorio: misure di informazione e di orientamento volte ad integrare, far conoscere, costruire
sinergie tra i servizi presenti sul territorio; misure volte alla realizzazione di servizi come per esempio gli elenchi delle baby sitter; e, infine, le misure
finalizzate alla valorizzazione di progetti locali. Le misure rivolte al territorio riguardano nella maggior parte dei casi progetti volti a migliorare
l’accesso ai servizi da parte dei cittadini in termini di miglioramento e adeguamento degli orari dei servizi rispetto alle esigenze dei lavoratori, o
attraverso progetti che migliorino l’incontro tra domanda e offerta di servizi. Si tratta di progetti spesso costruiti a fronte di un importante lavoro di sistematizzazione e razionalizzazione delle informazioni.
33
3.2.2 Gli interventi a favore della Impresa e della PA
12 su 13 sono le Reti hanno attivato azioni a supporto del sistema imprenditoriale. (a me
risulterebbero 13??)
Tali azioni riguardano, in particolare:
la promozione diretta di Associazioni o Reti tra imprese per lo sviluppo di servizi
interaziendali di conciliazione famiglia-lavoro (finalità e - intervento 1);
azioni complementari di orientamento e consulenza aziendale ( finalità c - intervento 1).
9 Reti hanno avviato 14 sperimentazioni anche a sostegno di prassi conciliative nella pubblica
amministrazione locale.
3.2.2.1 Gli interventi a favore delle imprese
Intervento 3
Associazione tra
Imprese
23 azioni
Nell'ambito della misura dedicata allo sviluppo di reti di imprese, 12 RTC hanno avviato 23 azioni
mirate allo sviluppo di servizi interaziendali di conciliazione.
La maggior parte delle Reti ha agito attraverso lo strumento dell'incentivazione finanziaria a
sostegno di progetti imprenditoriali in questa area di intervento, in altri casi i territori hanno
preferito operare attivando servizi informativi e consulenziali.
Le agevolazioni sono dirette a supportare due modalità di “associazioni tra imprese":
progetto di associazione di imprese nel quale alcune aziende medio piccole si associano tra
loro ed affidano ad un soggetto del terzo settore la gestione del servizio di conciliazione;
progetto di associazione di imprese nel quale una media/grande azienda che attiva un
servizio di conciliazione è disponibile ad estenderlo oltre i confini aziendali, proponendo ad
altre realtà imprenditoriali di dimensioni inferiori di associarsi, usufruendo del servizio anche per i propri dipendenti.
Il target group di riferimento ha compreso sia imprese del settore profit che imprese sociali ed in
alcuni casi anche aziende ed enti del sistema pubblico locale e regionale.
Le principali aree progettuali di welfare conciliativo riguardano:
a) nuovi modelli organizzativi, in particolare si tratta di sperimentazione di diverse forme di
flessibilità nell’orario di lavoro e logistica, telelavoro e promozione delle competenze e
disponibilità di tecnologia per affrontare il digitale divide e gestire on line una serie di
incombenze familiari, piani di congedo e progetti personalizzati per il rientro al lavoro dalla
maternità;
b) servizi di cura, in particolare si tratta dell'attivazione di azioni salva tempo, interventi
flessibili di tipo socio educativo per i figli minori dei dipendenti dedicati soprattutto alla
copertura di tempo extrascolastico, aggregazione di utenti e di imprese per organizzare
servizi flessibili di trasporto, mensa, spesa, lavori domestici e strumenti di supporto alla vita
personale;
c) contrattazione decentrata, sperimentazioni di accordi contrattuali di secondo livello con il coinvolgimento delle Parti Sociali.
Sono attive 13 associazioni tra imprese per la fornitura di servizi interaziendali, per un totale di 39
imprese. Mediamente ogni rete è partecipata da 3 imprese.
Tabella 17: Tipologie di azioni a supporto del welfare aziendale ed interaziendale
34
Rete territoriale Associazioni e Reti per
Servizi Interaziendali
Consulenza alle imprese Sportello dedicato
alle imprese
Mantova Bando Cciaa Mirata per MicroImprese c/o Confindustria
Monza Brianza Bando Asl
Brescia Bando Asl
Cremona Bando Cciaa&Provincia Sportello territoriale
Lecco Bando Asl
Bergamo Lavoro di connessione tra
PdZ e le imprese
Vademecum/linee guida per
le imprese
Sportello welfare c/o
Provincia
Como Bando Asl
Sondrio Rete interaziendale Aziende PA del sistema regionale
Sportello PMI c/o Ster
Varese Certificazione Family Audit Sportello (studio di
fattibilità in corso)
Lodi Intervento diretto su due reti
interaziendali esistenti
Auchan e Negozi
Galleria commerciale
Rete interaziendale
Aziende PA del sistema
regionale
Sportello Impresa Family
friendly c/o Cciaa - target 30
imprese
Vallecamonica Sebino Nessuna azione - -
Milano Bando PMI
Welfare Meneghino Servizio diretto di
maggiordomo in azienda
(sperimentazione del
Comune di Milano)
Pavia Intervento diretto su rete
esistente imprese agricole
Bio Network
Bando Cciaa
Lo strumento privilegiato adottato da 8 RTC per incentivare progetti associativi per servizi
interaziendali è stato il bando pubblico. I contributi della rete sono variati da 3mila a 50mila euro,
coprendo dal 70% al 100% del costo.
Nel complesso il budget attivato è stato di 850mila euro, solo in due casi è stato integrato da altri attori
(CCIAA e Comune).
Tabella 18: Incentivi economici a progetti di rete di imprese
Rete territoriale Ambiti di intervento Intensità aiuto Copertura costo progetto
Mantova Analisi fabbisogni
Servizi di cura e nuovi modelli
organizzativi del lavoro
Welfare territoriale
50.000 80%
Monza Brianza Congedi parentali Flessibilità oraria 15.000 70%
Brescia Part-time con orari flessibili e
Telelavoro
Servizi salva tempo e mobilità
10.000 70%
Cremona Flessibilità
Servizi di conciliazione Piani di congedo
33.500 100%
Lecco Servizi di conciliazione 25.000 80%
Como Consulenza aziendale
Servizi di conciliazione
6.000
10.000
70%
100%
Milano Certificazione di Welfare aziendale 3.000 100%
Pavia Servizi interaziendali In fase di costruzione
Tabella 19: Risultati conseguiti
35
Rete territoriale Budget Cofinanziamento Domande
pervenute
Reti N. Imprese
Mantova 120.000 30.000 Cciaa n.d. 3 15
Monza Brianza 120.000 5 in corso di valutazione
Brescia
C1
E1
220.000
Bando 10/11
Bando 03/12
3
8
3
5
n.d.
Cremona 120.000 20.000 6 4 16
Lecco 156.600 in corso di realizzazione
Como 30.000 3
Lodi n.d.
2 n.d.
Milano
n.d.
Comune di Milano
100% risorse
Pavia
n.d.
Provincia e Cciaa
Bando Cciaa
1 bio network
In corso di
progettazione
target: 2 reti
3
parziale 13 39 stima
3.2.2.2 Gli interventi a favore delle istituzioni pubbliche locali
Numerose sono le Reti che hanno implementato azioni dirette a sostenere progetti conciliativi
nell'ambito della pubblica amministrazione locale, in particolare in quei territori dove le aziende
pubbliche costituiscono il principale datore di lavoro. Se ne richiamano due, a titolo
esemplificativo.
La Provincia di Pavia e l'Ambito distrettuale di Vigevano hanno avviato una sperimentazione
della durata di un anno su 8 postazioni di tele-worker, coinvolgendo 8 dipendenti dell’Ente
Provinciale e 4 per l'ambito che abitualmente svolgeranno lavoro su piattaforma informatica
relativamente all’elaborazione e aggiornamento dei dati, progettazione, verbalizzazione dei processi
interni ed esterni all’ente, lavori di videoscrittura su programmi specifici dell’Ente.
Nell'ambito della Rete di Lodi, un gruppo di lavoro composto dai referenti delle tre aziende ASL,
ASP e AO e coordinato dalla Provincia ha curato la progettazione esecutiva delle varie azioni che
compongono la misura dedicata alla conciliazione a favore dei 2.900 dipendenti delle tre Aziende
facenti parte del sistema locale PA: avviso per la costituzione di un elenco di soggetti gestori e
promotori di centri che organizzano attività educative, ricreative, sportive e socio-culturali nei
periodi di sospensione delle attività scolastiche disponibili ad applicare tariffe agevolate - hanno
aderito numero 6 centri estivi la cui ubicazione copre l'intero territorio provinciale; informativa via
mail a tutti i dipendenti; attività di counseling relativamente ai servizi di cura per anziani; accordi
con i fornitori di servizi per estendere ai dipendenti i servizi lavanderia tradizionalmente rivolti agli
ospiti; azione formativa diretta a dirigenti e responsabili risorse umane delle tre aziende e delle
strutture sociosanitarie del territorio.
36
3.3 Le azioni trasversali o di sistema
Help-desk
Informazione
Formazione
o mirata a specifici target di beneficiari: imprese, lavoratori, operatori servizi,
istituzioni del territorio, associazioni famigliari o interna alla proprio personale
Tutte le 13 Reti territoriali di Conciliazione hanno attivato help-desk per la diffusione delle
informazioni ai potenziali beneficiari finali delle opportunità offerte dal Programma.
Tre le tipologie di intervento:
a) Sportelli Family friendly, si tratta in questo caso di una azione diretta al cittadino ed al
sistema degli operatori dei servizi conciliativi attraverso l’organizzazione di un set articolato
e strutturato di informazioni offerti sia in modalità front-office che on line. Tali punti
informativi sono attivi presso gli uffici dedicati al rapporto con il pubblico e distribuiti tra i
partners istituzionali delle RTC (con particolare riferimento a Asl e Sportelli unici socio-
sanitari distrettuali, Consultori famigliari, Spazi Regione delle STer, Provincia e Centri per
l’Impiego, Ufficio della Consigliera di Parità, Comuni e Uffici di Piano, Direzione
provinciale del Lavoro, centri commerciali);
b) Sportelli Conciliazione dedicati al sistema economico, si tratta in questo caso di una
azione diretta alle imprese finalizzata alla implementazione di nuovi servizi di consulenza
specialistica alle imprese, per la realizzazione di una analisi organizzativa e una possibile
individuazione di soluzioni e interventi in grado di rispondere ai bisogni di conciliazione del
proprio personale. Tali servizi sono il risultato di un ampliamento della gamma dei servizi
offerti dai soggetti partners della rete (con particolare riferimento a Associazioni
imprenditoriali, Camere di Commercio e OO.SS).
c) Sportello Conciliazione Territoriale, si tratta in questo caso della forma più evoluta di
helpdesk aperto ad una ampia e diversificata platea di destinatari. In tali Reti, la scelta si
orienta verso la costruzione di uno punto unico di accesso, seguendo il modello britannico
del "one stop shop".
Una seconda area di intervento per la sensibilizzazione e l'orientamento ai temi della Conciliazione
comprende un ampio ed differenziato set di attività formative.
Caso esemplare della Rete di Milano è l'Osservatorio Donna, servizio dedicato a tutte le donne
della provincia di Milano e articolato su 4 aree di intervento:
1. gestione della linea verde di informazione e consulenza alle donne
2. monitoraggio e promozione della rete di risorse territoriali
3. implementazione e aggiornamento della banca dati informatizzata dei servizi
4. osservazione e analisi nell’area della nuova realtà femminile.
Tabella 20: Le Azioni di Formazione e Informazione Rete
territoriale
Formazione Informativa
personalizzata
Sportelli
help desk dedicati
Mantova 6 incontri dedicati alla Rete 42 ore formative 85 partecipanti
5.832 famiglie c/o Punti di accesso partner Rete
Monza
Brianza
1) Progetto Integrato: 1 corso per operatori pubblici, 1 corso per operatori sociali, 1 corso per imprese, 82 partecipanti, 2) ImPARIlascuola (attività di formazione a docenti, studenti, genitori scuole primarie e
secondarie)
Lettera potenziali beneficiarie dote 11 sportelli c/o Punti di accesso partner Rete Es. Cisl Brianza Sportello conciliazione Punto famiglia comune di Monza
Brescia Colloqui diretti 800 madri in dimissioni
Cremona 6 interventi formativi sportello sportello territoriale per la
37
17 enti conciliazione dei tempi di vita e di lavoro 26 ore formative
19 partecipanti
1 corso fund raising
64 ore formative
11 partecipanti
Lecco formazione ai giovani manager del master lecco 1000 sui temi conciliazione famiglia lavoro realizzata da Altis e formazione commercialisti in programma
4.303 lettere ai genitori bambini nati agosto 2010 e novembre 2011 2.000 telefonate da parte degli operatori dei consultori 23 visite in azienda
5 punti informativi per il sistema dotale
Bergamo sportello welfare provincia di bergamo
Como - - -
Sondrio - - -
Varese 1 corso generalista 16 ore
18 partecipanti 1 corso per operatori sociali 2,30 ore 43 partecipanti
Lodi 2 iniziative Provincia per operatori sociali 2 Roadshow Imprese Cciaa
2 Azienda Ospedaliera interna 1 intervento formativo per Cooperativa Pronto Tagesmutter
Sportello Impresa Cciaa sportello family friendly all'interno di una rete di aziende commerciali
Vallecamonica
Sebino
in corso di progettazione Sportello ASSI -Asl
Milano Azioni trasversali alle 3 asl: attività di formazione sulle politiche e gli interventi di conciliazione famiglia-lavoro rivolto a tavolo politico istituzionale, per gli sportelli, per le imprese, per gli enti del territorio (asl, operatori locali…)
Osservatorio Donna Provincia di Milano
Pavia 1 corso generalista 28 ore 1 corso per operatori sportello 8 ore in corso di progettazione
Rete sportelli family friendly da attivare
Comunicazione o istituzionale al cittadino e associazioni famigliari o specifici target: imprese, operatori servizi, istituzioni del territorio o interna al proprio personale
Sono state messe in campo, infine, azioni trasversali di comunicazione e sensibilizzazione agli
obiettivi del programma sia dedicate ad un target group specifico che rivolte a tutte le componenti
delle RTC.
Eventi, seminari informativi per la diffusione dei bandi/avvisi, premi, scambi di buone prassi e casi
esemplari, conferenze stampa e relazioni con i media locali, partecipazione ad incontri promossi da
altri soggetti non facenti parte della rete rappresentano la lista della strumentazione utilizzata per
promuovere a livello locale il tema della Conciliazione. Tali momenti promozionali sono stati
accompagnati dalla produzione di materiali ad hoc, quali brochure, newsletter o pagine dedicate on-
line.
38
Tabella 21: Le Azioni di Comunicazione
Rete
territoriale
Eventi Newsletter Brochure Sito web Premi
Mantova 20 Cciaa, Promoimpresa,
Confindustria e Settore Lavoro Provincia
sì link ai siti dei
partner della Rete
Monza
Brianza
3 1 Fiera della Conciliazione184 presenze e 22 espositori
Cciaa spazio dedicato all’interno dei siti istituzionali dei
membri della Rete (Provincia, ASL)
2 Concorsi per Logo della Rete e
Calendario 'Concilia-mese'
Brescia si pubblicazione sul portale della ASL delle informazioni e istituzione di un banner sulla
conciliazione in homepage
Cremona 2 Convegni "conciliazione per integrare vita e lavoro" e "conciliare vita e lavoro: le politiche sul territorio e
le strategie in azienda"
si pagina sito web ASL dedicata alla conciliazione
Le perle di conciliazione
Lecco 3 "Workshop conciliazione famiglia - lavoro", "donna - famiglia -lavoro: azioni opportunità e prospettive", "Missione
possibile: le azione raccontano le buone prassi", 1 "Manifesta" rassegna provinciale del sociale
si
Bergamo si informazioni sui siti istituzionali
Como 2 Seminari Assessorato Pari Opportunità Prov. Ster
- - - -
Sondrio Convegno 100 presenze
Varese si www.conciliazionevarese.it
Lodi Convegno di lancio 80 presenze
newsletter dedicate alle Imprese da Cciaa
spazio dedicato nel sito Asl
Vallecamonica
Sebino
si multilingua
Milano utilizzo del sito della provincia
Osservatorio donna
Pavia Evento di lancio programma formativo
sito web in costruzione
39
4. La valutazione partecipata
Questo capitolo conclusivo si propone di restituire alcuni punti di attenzione dell’esperienza delle
Reti Territoriali di Conciliazione con la principale finalità di fornire indicazioni utili per il suo
proseguimento.
La prosecuzione dell’esperienza delle RTC dopo la fase di sperimentazione, è stata oggetto di
profonda attenzione sia dell’attività di accompagnamento, sia del percorso di valutazione
partecipata7 di cui è frutto il presente lavoro. Nel mese di luglio a rafforzamento di quanto già
svolto sono arrivati da parte di Regione e da parte del Governo ulteriori segnali in tale direzione che
dimostrano la volontà e l’interesse di sostenere e rinnovare questa esperienza per i prossimi anni
con l’avvio di una Fase 2. Restituire gli esiti del percorso di valutazione partecipata nella fase
conclusiva della sperimentazione non può quindi svolgersi senza considerare la prospettiva di
continuità in cui fin dall’inizio è stata costruita e strutturata questa esperienza, proponendo
riflessioni critiche e indicazioni utili per una sua prosecuzione.
Le riflessioni proposte mirano a raccogliere e restituire la ricchezza di contributi che sono stati
prodotti lungo tutto il percorso valutativo e che, come si è già avuto occasione di scrivere, ha visto
la partecipazione diretta delle RTC, e della Regione, nonché il coinvolgimento di enti ed esperti
altamente qualificati. Vengono quindi restituiti in sintesi gli esiti emersi da: i rapporti di
monitoraggio periodici, i Rapporti Territoriali di monitoraggio (giugno e settembre 2012) i due
Benchmarking Club svolti tra giugno e luglio e, infine, i tre Focus Group svolti tra luglio e
settembre 20128.
Si tratta di riflessioni e temi fortemente interrelati che vengono tenuti distinti e separati per una
maggiore chiarezza espositiva e con la finalità di circoscrivere l’attenzione su alcune questioni
puntuali. È infatti sull’onda di alcune importanti riforme e trasformazioni socio economiche
dell’ultimo decennio, che complessivamente le esperienze maturate dalle RTC stanno contribuendo
a riscrivere, volenti o nolenti, un nuovo modo di pensare e fare “welfare”.
4.1 Verso un nuovo welfare? Alcuni punti di attenzione
L’esperienza delle RTC costituisce un ambito privilegiato di osservazione di un cambiamento
culturale e organizzativo volto innanzi tutto a fare e sperimentare rete.
Rete intesa come nuovo modello organizzativo e di gestione del welfare composta da un numero
considerevole e diversificato di attori.
Trattandosi di un processo animato e partecipato da un elevato numero di attori anche molto diversi
tra loro – e seppure la forma e i contenuti organizzativi fossero stati inizialmente indicati dall’Intesa
e poi da Regione in modo abbastanza chiaro e in alcuni casi “vincolante” (si pensi alla struttura dati
agli accordi di programma e ai Piani territoriali) – gli esiti rispetto alle aspettative iniziali sono stati
per certi aspetti molteplici e differenziati, in quanto frutto delle sperimentazioni degli attori che
hanno animato i tavoli di lavoro delle RTC. La varietà degli esiti conseguiti è rintracciabile
7 Tenuto conto della grande complessità e sperimentalità dei processi riformatori in corso in Lombardia, si è ritenuto
opportuno affrontare per gradi l’attivazione di un impianto di valutazione, privilegiando qui una attività di valutazione
partecipata in grado di consolidare l’ampia adesione manifestata sia nel percorso di costruzione del Libro Bianco sia
nella sottoscrizione degli accordi per le Reti territoriali di Conciliazione ed evidenziando l’estrema rilevanza della
pratica valutativa intesa soprattutto come apprendimento. 8 Per un approfondimento puntuale si rimanda alla parte relativa agli allegati e ai Rapporti Territoriali di Valutazione e
Monitoraggio stesi dalle singole RTC e che fanno parte integrante del presente Rapporto. Nella parte relativa agli
allegati si possono trovare tutti i materiali prodotti per la realizzazione dei Benchmarking Club e dei Focus Group.
40
soprattutto nelle diverse articolazioni territoriali che hanno assunto le reti; nei diversi esiti che
singolarmente i territori hanno maturato; nei cambiamenti che molte misure, predisposte e pensate
all’inizio del percorso, hanno subito nel corso del tempo. Questi cambiamenti nel corso del processo
segnalano la capacità di ascolto e di adattamento ai bisogni, rispetto a delle ipotesi iniziali che
ancora non si erano misurate con il dato di realtà. Si tratta di un’abilità “amministrativa” che
costituisce una risorsa acquisita e fondamentale per politiche che mirano ad essere sempre più locali
e sempre più vicine alla domanda dei cittadini.
Si è trattato quindi di esiti previsti e soluzioni originarie, ma anche di risultati di processo e di
prodotto. In questa fase conclusiva della sperimentazione è forse più facile iniziare a parlare di esiti
di prodotto più che di processo, si pensi al numero degli attori del mondo economico e sociale
entrati in gioco, al numero delle doti distribuite e all’ampia platea di soggetti che ha incrociato o
beneficiato delle nuove misure messe in campo dalle Reti. La lettura degli esiti di processo, in
questa fase, risulta invece più critica. Essi sono rinvenibili in quel patrimonio di conoscenze,
competenze, savoir faire e abilità che sono state sviluppate dagli attori delle RTC in questi quasi
due anni di sperimentazione e che sono stati difficili da misurare e quantificare all’interno
dell’attività di monitoraggio. Di essi si dovrà tenere debita considerazione soprattutto nel futuro per
far si che questo patrimonio di risorse non vada disperso e perduto ma valorizzato.
Di seguito si propongono alcune riflessioni puntuali e sintetiche intorno ai temi che sono stati
trattati nei Focus Group. I temi oggetto dei Focus sono stati individuati sia sulla base degli elementi
che il programma stesso dell’Intesa metteva in gioco, sia sulla base degli incontri avuti nei mesi di
aprile e maggio con le singole RTC in occasione della presentazione dell’impianto del disegno
valutativo.
Imprese, istituzioni e territorio: prove di dialogo per la costruzione del welfare
La costruzione del rapporto con le aziende del territorio, in generale con il mondo profit, è risultato
un punto decisivo e allo stesso tempo critico. Dall’esperienza delle RTC il cosiddetto “Secondo
welfare” è work in progress, è in corso di realizzazione. Si tratta dell’aspetto forse più complesso, la
sfida più ambiziosa, su cui le Reti sono state chiamate a lavorare. Sia la crisi economica, sia una
debole cultura nei confronti del tema della Conciliazione hanno poi messo a dura prova le
sperimentazioni sui territori. Tuttavia le Reti hanno offerto diverse dimostrazioni rispetto alle
possibilità di mettere in campo processi e progetti nel segno del dialogo tra questi diversi attori. Di
questa fase che si sta concludendo si può parlare di processi costanti e determinati di
sensibilizzazione e diffusione di una cultura della conciliazione anche tra e dentro le imprese. I
frutti di questo percorso è possibile che vengano raccolti e valorizzati soprattutto a partire dalla
seconda fase.
Reti e governance: la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo
L’altra sfida che ha visto impegnate le RTC è stata l’adozione della rete come nuovo modello
organizzativo. Una sfida importante che ha consentito alle RTC di misurarsi con un altro modo di
programmare e progettare le politiche di conciliazione sul territorio. Un modello tutt’altro che
scontato e privo di possibili derive verso il vecchio modello organizzativo. Il cambiamento della
cultura organizzativa è risaputo è un processo lento ma che una volta innescato lascia un patrimonio
importante di saperi e competenze. Le difficoltà sono state numerose, prima tra tutte, il ruolo
centrale di capofila svolto dalla ASL, alla quale era affidato il compito di avviare e fare da punto di
riferimento della Rete. Un ruolo che ASL si è costruita strada facendo, sapendo attivare risorse
interne ma anche attori esterni. In secondo luogo il tema della rappresentatività che riguarda tutti gli
istituti di rappresentanza e che come nuovo sistema di governance ha coinvolto anche le RTC.
41
Avere all’interno un alto numero di attori, e soprattutto attori diversificati, non è garanzia di
rappresentatività e quindi di conoscenza e controllo dei bisogni del territorio. Su questo le RTC
stanno lavorando dotandosi di strumenti come le survey, le analisi socio demografiche e le
mappature dei servizi e dei bisogni, svolte periodicamente.
La conciliazione come opportunità di sviluppo locale e coesione sociale
All’inizio di questo capitolo si è scritto in merito al contributo che la sperimentazione delle RTC sta
portando rispetto alla produzione del welfare. Dati alcuni elementi di contesto come la quantità di
attori coinvolti, l’importanza delle problematiche affrontate e delle progettualità sviluppate, è
sembrato subito riduttivo parlare solo di welfare e di politiche sociali. La portata di questa
sperimentazione che vede coinvolti oltre che diversi attori (pubblico, privato e terzo settore) anche
diversi ambiti di policy e differenti ambiti territoriali ha spinto a guardare tale esperienza anche
rispetto al suo impatto per quanto riguarda i livelli di coesione sociale ma soprattutto di sviluppo
locale. Le ASL e i soggetti promotori degli accordi territoriali per la conciliazione si sono infatti
mossi ricercando e sviluppando sinergie con altri contesti e settori di programmazione territoriale,
quali ad esempio la programmazione sociale degli Enti Locali, i Piani dei Tempi e degli Orari delle
città, la programmazione di politiche giovanili, del lavoro e per lo sviluppo della competitività delle
imprese. A quasi due anni dal suo inizio e a quasi un anno dall’attivazione delle prime progettualità
messe in cantiere all’interno dei Piani Territoriali di Conciliazione, è forse difficile parlare di
impatto in questi termini. Tuttavia si crede debba essere un punto di attenzione soprattutto per il
futuro.
La variabile territorio
Il territorio è una variabile importante da considerare nei processi valutativi soprattutto in vista della
configurazione degli assetti evolutivi di una sperimentazione. Una politica place based come quella
che riguarda la presente sperimentazione, con una forte dimensione territoriale, deve considerare
l’ambiguità della variabile territorio.
Questa riflessione rimanda indubbiamente a temi come il federalismo, la solidarietà territoriale, il
decentramento amministrativo, l’universalità dei livelli essenziali di assistenza, temi che non sono
nuovi e che sono presenti fin dalla L.328 del 2000 prima e della Riforma del Titolo V della
Costituzione nel 2001 poi.
Al centro del dibattito vi sono diverse questioni, quella che qui si propone di considerare in vista
soprattutto dell’avvio della Fase 2 riguarda i seguenti aspetti:
a. La standardizzazione delle risposte e dei bisogni
b. Le pari opportunità lette all’interno delle singole specificità territoriali.
Quella della territorializzazione è una dimensione duplice e ambigua che rimanda al ruolo
privilegiato della Regione nell’attività di co-regia di questi processi.
Se da una parte è auspicabile e utile riconoscere le specificità territoriali, valorizzarne le risorse e le
potenzialità, avvicinando la programmazione delle politiche ai beneficiari, iniziando eventualmente
con loro un processo di co-programmazione, dall’altra è vero e possibile che non tutti i territori
abbiano le stesse risorse e le stesse possibilità, sia in termini qualitativi che in termini quantitativi.
Il ruolo di Regione rispetto alla territorializzazione delle politiche è centrale per fare in modo che
non vi siano territori che rimangano “indietro” puntando, laddove necessario, verso l’attivazione di
processi di capability. Lo scambio delle buone prassi previsto all’interno del benchmarking club
andava in questa direzione.
42
4. 2. Scenari futuri: verso la Fase 2 delle Reti di Conciliazione
Sia la Regione sia il Governo hanno comunicato nel mese di luglio 2012 la volontà e il desiderio di
rifinanziare l’Intesa e, nello specifico della Regione Lombardia, l’esperienza delle Reti Territoriali
di Conciliazione. Alla luce dei risultati della presente sperimentazione e di un confronto con gli
obiettivi iniziali del programma, di seguito si propongono ulteriori punti di attenzione in vista della
prosecuzione di questa esperienza.
Non si può parlare di conciliazione se non partendo dagli esiti ultimi delle politiche messe in atto,
dai risultati concreti che riguardano il singolo lavoratore, lavoratrice o che toccano la piccola
impresa. E non si può, però, evitare di inserire la narrazione all’interno del discorso più ampio di
una riforma sostanziale e urgente del welfare che, anche alla luce dei nuovi scenari sociali che si
profilano all’orizzonte, non può più essere un sistema assistenzialistico in carico al pubblico ma
deve trasformarsi, e in fretta, in un circolo virtuoso dove la risposta al bisogno reale consiste nel
mettere insieme una responsabilità comune a tutti i soggetti sociali, la persona in primis: una
funzione sociale diffusa, sussidiaria, che generi risposte appropriate al bisogno.
La conciliazione (dal punto di vista di un accresciuto benessere personale e familiare e di
condizione per lo sviluppo del bene comune) si conferma come terreno di gioco su cui continuare
ad investire energie per una riforma del welfare.
L’esperienza condotta con l’attuazione del Programma dà buona evidenza del fatto che la
maternità costituisce ancora anche in Lombardia uno degli aspetti più problematici delle
condizioni di lavoro.
Oltre a ciò, si è avuta conferma dell’emergere di nuove fragilità nello scenario del welfare, e nuove
esigenze caratterizzano la popolazione nel suo insieme, in relazione ai cambiamenti nei contesti
familiari, professionali e sociali. Soprattutto per quanto riguarda il fenomeno dell’invecchiamento
della popolazione, si registra l’incremento continuo dell’indice di vecchiaia e recentemente il
numero delle famiglie lombarde con almeno un anziano ha superato quello delle famiglie con
almeno un minore. E l’esplosione del bisogno legato alla non autosufficienza trova spesso
soddisfazione nelle risposte che i singoli cittadini costruiscono autonomamente.
Il bisogno di sostegno della famiglia nei compiti di cura, che si concentra nelle due fasi critiche
della prima infanzia e degli anziani o soggetti non autosufficienti, si esprime principalmente nella
richiesta di nuove forme di lavoro e sviluppo del welfare aziendale ed interaziendale, e, in secondo
luogo, di miglioramento della qualità organizzativa del sistema di offerta dei servizi alla persona.
Benché il mondo imprenditoriale sia uno degli attori più promettenti del secondo welfare, in
termini di risorse finanziarie e capacità organizzative, la questione sostanziale riguarda la difficoltà
della PMI ad avviare sistemi di welfare aziendale a causa della minore disponibilità economica (nel
caso della fornitura di servizi e benefit) e competenza gestionale (nel caso di piani di flessibilità e
conciliazione). Per questo le istituzioni locali e gli attori socio-economici del territorio – devono
assumere un ruolo centrale nel promuovere partnership pubblico-privato e nel mobilitare risorse
aggiuntive, e contemporaneamente nel costruire insieme un nuovo modello di gestione condivisa
rispetto ai bisogni del territorio.
La contrattazione di secondo livello è identificata come lo strumento più adeguato per superare la
rigidità di soluzioni nazionali, ed introdurre forme di flessibilità per la conciliazione, adattandole
alle specificità del sistema locale, garantendo al lavoratore la tutela che non vede altrimenti
assicurata all'interno di accordi a livello personale, ed incontrando il favore delle aziende che,
indipendentemente dalla dimensione, lo considerano lo strumento più facilitante.
La promozione della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare è un fattore di competitività
del territorio, può svolgere il ruolo di leva per superare i problemi connessi con l'invecchiamento
della popolazione e con l’organizzazione prevalente del mercato del lavoro e rilanciare l'economia,
contribuendo così all'aumento del "ben-essere" delle famiglie.
Regione Lombardia ha, da tempo, iniziato a sperimentare alcuni strumenti che possano favorire la
libertà di scelta dei cittadini, una maggiore personalizzazione dei servizi, lo spostamento del
43
baricentro dall’offerta al bisogno, per attivare nuove energie nel welfare. L’impegno costante di
coordinamento, sensibilizzazione ed orientamento diffuso sull’intero territorio regionale, ha portato
al coinvolgimento diretto di una molteplicità di persone, rappresentanti della vasta platea di
stakeholders della conciliazione, che hanno manifestato un particolare impegno e dimostrato un
reale senso di appartenenza allo sforzo comune di promuovere la conciliazione come opportunità di
crescita e di benessere sociale.
La complessità del percorso e l’estesa partecipazione sono sicuramente fattori di successo, ma
richiedono tempi maggiori di maturazione di costruzione delle relazioni e di realizzazione dei
piani. In realtà non tutti i territori sono stati pronti allo stesso modo e negli stessi tempi a costruire gli accordi territoriali e ad implementare i programmi di azione condivisi.
Si tratta, pertanto, di valorizzare il patrimonio di competenze e di savoir faire acquisito dagli attori
che hanno animato le RTC, proseguire nel monitoraggio e valutazione delle azioni sperimentali per
verificare concretamente la sostenibilità degli interventi e dei processi avviati, individuare elementi
di innovazione e indicazioni utili al consolidamento di pratiche conciliative nel contesto regionale,
promuovere e diffondere i risultati raggiunti, contribuendo allo sviluppo di una governance
collaborativa che sfrutti al meglio le potenzialità e le risorse economiche, organizzative e relazionali di tutti i partner coinvolti.
In conclusione, vale la pena riportare integralmente la riflessione, emersa nei lavori di Focus Group,
sulla portata complessiva di questo programma.
...."Se si guarda a questo programma come ad una iniziativa che doveva distribuire risorse, allora
questa è una iniziativa molto modesta. C’è mai bisogno di pagare uno per mettersi la cintura di
sicurezza? O fare una legge? È paradossale obbligare uno a salvarsi la vita. Dare dei soldi
affinché si faccia ricomposizione di rete da cui il soggetto stesso trae dei benefici, significa pagare
due volte.
È chiaro che le reti in contesti ad alto capitale sociale, ad alta consapevolezza non hanno bisogno
di soldi, anzi, i soldi inquinano le reti stesse. Perché il valore della rete è che produce beneficio ai
partecipanti non perché qualcuno da fuori ha messo dei soldi, ma perché collaborare conviene. Da
questo punto di vista il progetto può essere ambizioso proprio perché non mette tanti soldi sul
piatto. Però si tratta di un meccanismo difficile da collocare, spesso è la pubblica amministrazione
che si legittima perché distribuisce denaro e non perché produce del valore. In tempi di crisi
finanziaria rischia di essere un suicidio. Se, invece, si riuscisse a produrre una metrica, una
narrativa in cui si dà evidenza ai territori che mettendosi insieme traggono beneficio senza
utilizzare soldi da fuori, ciò costituirebbe un meccanismo di legittimazione istituzionale originale e
profonda"......
44
Appendice
1. Elenco Progetti per tipologia di intervento
AZIONI TRASVERSALI - di Sistema
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC orientate alla Formazione di una cultura della
conciliazione
Rete territoriale Formazione di una cultura della conciliazione quantità
Brescia iniziative di formazione/informazione 1/3
Cremona iniziative di formazione/informazione 1/7
Lecco 1) iniziative di formazione/informazione
2) comunicazione
2/12
Mantova formazione 1/7
Monza Brianza 1) welfare integrato inizitiva di formazione
2) progetto “impariascuola”
3) corso sensibilizzazione operatori servizi
4) Formazione sul campo
4/14
Lodi Iniziative di formazione rivolte a operatori e a famiglie 1/6
Milano 1) AdS 1-Attività di formazione sulle politiche e gli interventi
di conciliazione famiglia – lavoro
2) progettazione di percorsi formativi in tema di conciliazione per gli enti del territorio
3) percorso formativo e accompagnamento al tavolo locale
4) “Verso una governance locale della conciliazione dei tempi
lavoro-famiglia”
4/32
Pavia 1) Sensibilizzazione e informazione – piano di comunicazione
2) Formazione: è stata avviata una collaborazione tra l'ASL e
l'Università di Pavia;
2/12
Vallecamonica
Sebino
1) iniziative di informazione e sensibilizzazione
2) iniziative di formazione
2/4
Varese iniziative formative/informative 1/7
Totale 19
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC orientate alla Promozione della Rete
Rete territoriale Promozione della Rete quantità
Bergamo Sostegno della rete territoraiale Conciliazione Famiglia
Lavoro (Diffusione materiale informativo. Convegno
conclusivo)
1/8
Cremona 1) azioni di fund raising (Sperimentazione di interventi
territoriali promossi dalla Rete per la conciliazione per la
continuità dei progetti già avviati.) 2) rete per la conciliazione
- conferenza enti aderenti cea
2/7
Lecco Creazione della rete di Conciliazione 1/12
Mantova Creazione della rete di Conciliazione 1/7
Monza Brianza 1) piano di comunicazione 2) conciliamese (diffusione
calendario conciliazione) 3) Fiera della Conciliazione 4)
Supporto tecnico allo sviluppo del tavolo
4/14
Lodi Creazione della rete di Conciliazione 1/6
45
Milano 1) costruzione della filiera della conciliazione, mappatura
delle progettualità attive sul territorio e analisi dei fabbisogni
2) adesione della ASL alla filiera della conciliazione 3)
Valorizzazione della Rete nei PdZ 4) Tavolo locale della
Conciliazione ASL MI 2 5) valorizzazine della rete conciliazione nei pdz
5/32
Pavia insediamento di un tavolo di lavoro permanente 1/12
Sondrio Pubblicizzzazione conciliazione 1/7
Varese Portale conciliazione (sito web) 1/7
Totale 18/127
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC orientate all’Adeguamento del sistema di offerta alle
esigenze di conciliazione
Rete territoriale Adeguamento sistema di offerta (es. albo/elenco baby
sitter…)
quantità
Bergamo Coordinamento delle informazioni per l’accesso alla filiera
della conciliazione
1/8
Mantova progetto cres.co (coinvolgimento delle aziende nel sostegno
economico delle spese per la frequenza dei Cres)
1/7
Monza Brianza 1) interventi socio assistenziali e di facilitazione accesso ai
servizi 2) progetto rilevazione bisogni lavoratori e imprese -
questionario conciliazione 3) apertura sportelli dote conciliazione
3/14
Como 1) servizi integrativi in orario extra-scolastico : Ambito Cantù 2) centro prima infanzia: Sorico (Ambito Dongo)
2/8
Lodi 1) Promozione di interventi educativi flessibili in favore di famiglie con esigenze di conciliazione e con figli da 0 a 12 anni
2) "Ampliamento di uno sportello family friendly ad una rete
di aziende commerciali ed ai cittadini"
2/6
Milano 1) AdS 2-Osservatorio donna (a cura di Provincia Milano) 2)
Mappatura/analisi/ supporto alla progettazione, 3) servizi
comunali on-line 4) realizzazione di una mappatura della filiera
dei servizi e delle risorse di conciliazione vita-lavoro presenti sul territorio di competenza dell’ASL Milano 2 5) "Le Tate
Volanti" (Sportello baby sitter e voucher family care). 6)
“Sostenere le Famiglie nella conciliazione dei tempi di lavoro e
di cura dell'infanzia” 7) “Cre- state insieme: sostegno e
sviluppo dei centri ricreativi diurni comunali” 8) “Vivi il tuo
tempo” 9) servizi di conciliazione per la città
9/32
Pavia 1) Avvio indagine conoscitiva per emersione bisogni di
conciliazione di lavoratrici/tori 2) Bambini al centro – Comune
di Pavia Progetto di sostegno alla conciliazione per famiglie
mono-parentali e fragili 3) Famiglie supporTATE - ambito
distrettuale di Certosa di Pavia (albo baby sitter e corso di
formazione)
3/12
Vallecamonica Sebino progetto nonni di giorno: integrazione alle strutture di
accoglienza diurne dei minori-
1/4
Varese collegamento con azioni di programmazione territoriale (uffici
di piano)
1/7
Totale 23/127
46
AZIONI MIRATE
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC orientate alla Valorizzazione delle famiglie Rete territoriale Descrizione Totale
Bergamo assistenza nello studio e nel tempo libero per i figli dei dipendenti
dell’asl di bergamo (1) azione a: centro ricreativo estivo (2) azione b:
centro per il doposcuola per figli dei dipendenti
2/8
Lecco (1) misure di accoglienza bambini di eta’ compresa fra i 2 e 3 anni (2)
apertura anticipata scuola di infanzia e durante il mese di luglio (3)
apertura di un punto di accoglienza per bambini inferiore ai 2 anni (4)
tata house
4/12
Monza Brianza COMUNEINFORMA + 116 voucher per partecipazione settimane
educative durante chiusura scuole + 3 Voucher per sostegno spese per rientro neo-madri lavoratrici
1/14
Como (1) servizio prima infanzia – spazio bimbo 18 mesi – 3 anni - Ambito
Como (2) implementazione centro di aggregazione giovanile
comunale: Ambito Lomazzo (3) implementazione centro prima
infanzia: Inverigo - Ambito Mariano Comense (4) laboratori ludico-
creativi per minori con disabilità - Ambito Menaggio (5)
implementazione centro diurno per minori con disabilità medio-gravi e
gravi - Ambito Olgiate Comasco
5/8
Milano (1) Io concilio - Sperimentazione di soluzioni di work life balance attravero la figura della mamma Community organizer (2) baby-
parking (3) "Sportello Tata" (potenziamento, revisione orari di
apertura) formazione e albo delle tate (4) "S.O.S. Tata" (resa in carico
integrata dei bambini che usufruiscono del servizio di Asilo Nido
anche attraverso l’attivazione di un servizio di baby sitter al domicilio
nei periodi di malattia) (5) Bando famiglie creative
5/32
Pavia Mamme di condominio – Ambito distrettuale di Garlasco 1/12
Sondrio Promozione di iniziative a favore di famiglie e giovani con difficoltà
scolastiche e o educative
1/7
Totale 19/127
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC orientate alla Valorizzazione del territorio
Rete territoriale Descrizione Azioni rivolte
al territorio
Bergamo (1) promozione progetti di welfare aziendale a sostegno della
conciliazione famiglia e lavoro - progetto b: sviluppo
connessioni tra welfare territoriale e welfare aziendale (2)
spazi aggregativi per la conciliazione tra lavoro e cura dei figli
disabili
2/8
Cremona (1) Elenco provinciale baby sitter (2) sportello territoriale per
la conciliazione
2/7
Milano (1) ampliamento orari anagrafe (2) Orari a menù (3) "Piccoli
interventi per aiutare i tempi della famiglia e del lavoro"
3/32
Sondrio (1) iniziative sul fronte della mobilita’ (2) iniziative sul fronte
della organizzazione: accesso e fruibilità dei servizi
2/7
Vallecamonica
Sebino
attività di sportello per l’utenza al cittadino 1/4
Varese attivazione sperimentazione piano dei tempi e degli orari a
livello distrettuale:
1/7
Totale 11/127
47
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC rivolte a imprese e reti di imprese
Rete
territoriale
Descrizione Azioni rivolte
imprese e reti di
imprese
Bergamo promozione progetti di welfare aziendale a sostegno della
conciliazione famiglia e lavoro: interventi di
sensibilizzazione, promozione e consulenza informativa
rivolti alle piccole e medie imprese del territorio e delle
associazioni di categoria
1/8
Brescia 1) bando gestito direttaente dalla ASL per progetti di reti
interaziendali - - Associazione tra imprese 2) bando gestito direttaente dalla ASL per progetti di interventi e servizi di
conciliazione territoriali - Reti di impresa
2/3
Cremona associazione di imprese: un progetto di rete con le aziende
locali
1/7
Lecco 1) associazione di imprese: valorizzazione del progetto già in
essere “nido carsana” 2) associazione di imprese:
valorizzazione dei progetti aziendali già in essere (Consorzio di Cooperative Consolida e il Consorzio Lariano) 3) azione
sperimentale ordini professionali 4) bando welfare per servizi
interaziendali
4/12
Mantova 1) Creazione e potenziamento di servizi di conciliazione vita
lavoro attraverso progetti di Associazioni tra imprese (PMI)
2) progetto consulenza alle PMI suzzaresi per piani di
conciliazione
2/7
Monza Brianza reti interaziendali tra imprese 1/14
Como servizi rete interaziendale 1/8
Lodi iniziative di informazione e consulenza alle imprese 1/6
Milano 1) AdS 3-Promozione e gestione delle attività rivolte alle imprese (a cura di CCIAA-FORMAPER) 2)Nuovi servizi di
welfare meneghino (commesso on demand per rispondere ai
bisogni di conciliazione specifici di lavoratori di dipendenti
PMI e microimprese) 3) Bando piccole imprese di
conciliazione
3/32
Pavia 1) Start up servizi interaziendali, bio network Pavia –
Provincia di Pavia 2) Bando per servizi interaziendali di
conciliazione – Camera di Commercio
2/12
Sondrio 1) iniziative di informazione al target lavoro/impresa 2)
sportello di consulenza per pmi 3) buone pratiche aziendali di
welfare e indagine sulla pa locale
3/7
Varese 1) sportello consulenza: iniziativa sperimentale di
coinvolgimento delle imprese del territorio sul tema
conciliazione famiglia/lavoro, attraverso sportello itinerante.
2) certificazione: incontro con le categorie imprenditoriali nel mese di novembre 2011 per la presentazione con la
Camera di Commercio, del percorso di certificazione "family
audit" e coinvolgimento delle aziende che hanno aderito al
processo di certificazione nazionale nell'attività di sportello
consulenza di cui al punto 2
2/7
Totale 23/127
48
Elenco delle azioni progettuali previste dai PTC rivolte alla Pubblica Amministrazione
Rete territoriale Descrizione Azioni rivolte
alle PA
Bergamo promozione della conciliazione nelle aziende del sistema regionale (STER e enti del sistema regionale)
1/8
Cremona tavolo della doppia conciliazione 1/7
Lecco progetto per figli di dipendenti asl banca delle ore 1/12
Mantova 1) esportazione nella P.A. del territorio mantovano delle buone
prassi realizzate in ASL tramite Progetto ex art.9 l. 53/2000
2) la conciliazione famiglia-lavoro nelle RR.SS.AA. della provincia di Mantova
2/7
Monza Brianza progetto asl conciliazione 1/14
Lodi iniziative nella pubblica amministrazione ASL-AO-ASP: per la
conciliazione tra lavoro di cura e cura della famiglia
1/6
Milano 1) flessibilizzazione degli orari di lavoro dei dipendenti di alcuni
servizi della Direzione Centrale Risorse Umane e Organizzazione 2) rientri dalla maternita’ delle dipendenti comunali
3) costruzione filiera interna aziendale (risorse interne asl)
3/32
Pavia 1) Telelavoroinprovincia – Provincia di Pavia 2) Telelavoro –
Ambito distrettuale di Vigevano 3) tra Asl Pavia e Provincia di
Pavia si sono avviati contatti con ManagerItalia per poter avviare
un progetto aziendale con caratteristiche conciliative di tipo
manageriale
3/12
Varese realizzazione di un centro estivo per i figli dei dipendenti ASL 1/7
Totale 14/127
49
2. Elenco Progetti per Rete territoriale di Conciliazione
Rete territoriale Progetti (totale) Fascia
Brescia 3 A
Cremona 7 A
Mantova 7 A
Bergamo 8 A
Lecco 12 A
Monza Brianza 14 A
Vallecamonica Sebino 4 B
Lodi 6 B
Sondrio 7 B
Varese 7 B
Como 8 B
Pavia 12 B
Milano 32 B
Totale 127 6A e 7B
MANTOVA 7
1. RETE PER LA CONCILIAZIONE
2. ASSOCIAZIONE TRA IMPRESE
3. CONCILIAZIONE NELLA P.A.
4. FORMAZIONE
5. PROGETTO RSA
6. PROGETTO CRES.CO
7. PROGETTO CONSULENZA ALLE PMI SUZZARESI PER PIANI DI CONCILIAZIONE
MONZA BRIANZA 14
1. RETI INTERAZIENDALI TRA IMPRESE
2. PIANO DI COMUNICAZIONE
3. CONCILIAMESE
4. WELFARE INTEGRATO INIZITIVA DI FORMAZIONE
5. FIERA DELLA CONCILIAZIONE
6. INIZIATIVE A FAVORE DEI DIPENDENTI DEL COMUNE DI MONZA
7. POLITICHE DI CONCILIAZIONE A FAVORE DEI CITTADINI DEL COMUNE DI MONZA
8. PROGETTO “imPARIaSCUOLA”
9. PROGETTO ASL CONCILIAZIONE
10. PROGETTO RILEVAZIONE BISOGNI LAVORATORI E IMPRESE - QUESTIONARIO
CONCILIAZIONE
11. CORSO SENSIBILIZZAZIONE OPERATORI SERVIZI
12. FORMAZIONE SUL CAMPO
13. PROGETTO DI SUPPORTO TECNICO AL TAVOLO
14. APERTURA SPORTELLI DOTE CONCILIAZIONE
BRESCIA 3
1. INIZIATIVE DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE
2. RETE PER LA CONCILIAZIONE
3. SERVIZI INTERAZIENDALI
50
CREMONA 7
1. INZIATIVE DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE/COMUNICAZIONE
2. ALBO PROVINCIALE DELLE BABY SITTER
3. TAVOLO DELLA DOPPIA CONCILIAZIONE
4. AZIONI DI FUND RAISING
5. SPORTELLO TERRITORIALE PER LA CONCILIAZIONE
6. ASSOCIAZIONE DI IMPRESE: UN PROGETTO DI RETE CON LE AZIENDE LOCALI
7. RETE PER LA CONCILIAZIONE - Conferenza Enti Aderenti CEA
LECCO 12
1. LA RETE DI CONCILIAZIONE
2. ASSOCIAZIONE DI IMPRESE: VALORIZZAZIONE DEI PROGETTI AZIENDALI GIÀ IN ESSERE
3. ASSOCIAZIONE DI IMPRESE: VALORIZZAZIONE DEL PROGETTO GIÀ IN ESSERE “NIDO
CARSANA”( FIGLI DI DIPENDENTI) E N. 2 MISURE PER L’APERTURA DEL SABATO E DI
FREQUENZA DELLE ORE POMERIDIANE ADOTTATE DA CASA SAN GIROLAMO
4. AZIONE SPERIMENTALE ORDINI PROFESSIONALI
5. BANDO WELFARE PER SERVIZI INTERAZIENDALI
6. INIZIATIVE DI COMUNICAZIONE
7. INZIATIVE DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE
8. PROGETTO PER FIGLI DI DIPENDENTI ASL BANCA DELLE ORE
9. MISURE DI ACCOGLIENZA BAMBINI DI ETA’ COMPRESA FRA I 2 E 3 ANNI
10. APERTURA ANTICIPATA SCUOLA DI INFANZIA E DURANTE IL MESE DI LUGLIO
11. APERTURA DI UN PUNTO DI ACCOGLIENZA PER BAMBINI INFERIORE AI 2 ANNI
12. TATA HOUSE
BERGAMO 8
1. PROMOZIONE PROGETTI DI WELFARE AZIENDALE A SOSTEGNO DELLA CONCILIAZIONE
FAMIGLIA E LAVORO - PROGETTO A: INTERVENTI DI SENSIBILIZZAZIONE, PROMOZIONE,
CONSULENZA INFORMATIVA
2. PROMOZIONE PROGETTI DI WELFARE AZIENDALE A SOSTEGNO DELLA CONCILIAZIONE
FAMIGLIA E LAVORO - PROGETTO B: SVILUPPO CONNESSIONI TRA WELFARE TERRITORIALE
E WELFARE AZIENDALE
3. SPAZI AGGREGATIVI PER LA CONCILIAZIONE TRA LAVORO E CURA DEI FIGLI DISABILI
4. PROMOZIONE DELLA CONCILIAZIONE NELLE AZIENDE DEL SISTEMA REGIONALE
5. COORDINAMENTO DELLE INFORMAZIONI PER L’ACCESSO ALLA FILIERA DELLA
CONCILIAZIONE
6. ASSISTENZA NELLO STUDIO E NEL TEMPO LIBERO PER I FIGLI DEI DIPENDENTI DELL’ASL DI
BERGAMO - AZIONE A: CENTRO RICREATIVO ESTIVO
7. ASSISTENZA NELLO STUDIO E NEL TEMPO LIBERO PER I FIGLI DEI DIPENDENTI DELL’ASL DI
BERGAMO - AZIONE B: CENTRO PER IL DOPOSCUOLA PER FIGLI DEI DIPENDENTI
8. AZIONI TRASVERSALI di INFORMAZIONE/COMUNICAZIONE/FORMAZIONE/CONSULENZA
COMO 8
1. SERVIZIO PRIMA INFANZIA – SPAZIO BIMBO 18 MESI – 3 ANNI
2. SERVIZI INTEGRATIVI IN ORARIO EXTRA-SCOLASTICO
3. CENTRO PRIMA INFANZIA DI SORICO
4. IMPLEMENTAZIONE CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE COMUNALE
5. IMPLEMENTAZIONE CENTRO PRIMA INFANZIA
6. LABORATORI LUDICO-CREATIVI PER DISABILI
7. IMPLEMENTAZIONE CENTRO DIURNO DISABILI
8. RETE INTERAZIENDALE
51
SONDRIO 7
1. INIZIATIVE DI INFORMAZIONE AL TARGET LAVORO/IMPRESA
2. SPORTELLO DI CONSULENZA PER PMI
3. BUONE PRATICHE AZIENDALI DI WELFARE E INDAGINE SULLA PA LOCALE
4. INIZIATIVE NELL’AREA MINORI/ADOLESCENTI/FRAGILITA'
5. INIZIATIVE SUL FRONTE DELLA MOBILITA’
6. INIZIATIVE SUL FRONTE DELLA ORGANIZZAZIONE: ACCESSO E FRUIBILITÀ DEI SERVIZI
7. INIZIATIVE DI FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
VARESE 7
1. PORTALE CONCILIAZIONE
2. SPORTELLO CONSULENZA
3. INIZIATIVE FORMATIVE/INFORMATIVE
4. COLLEGAMENTO CON AZIONI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE ( UFFICI DI PIANO)
5. ATTIVAZIONE SPERIMENTAZIONE PIANO DEI TEMPI E DEGLI ORARI A LIVELLO
DISTRETTUALE (SCUOLE, ASSOCIAZIONI GIOVANILI E AZIENDALI)
6. CERTIFICAZIONE ( A LIVELLO SPERIMENTALE): AZIENDE PUBBLICHE E PRIVATE
7. REALIZZAZIONE DI UN CENTRO ESTIVO PER I FIGLI DEI DIPENDENTI ASL - NUOVO
PROGETTO.
VALLECAMONICA 4
1. INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
2. INIZIATIVE DI FORMAZIONE
3. PROGETTO NONNI DI GIORNO: INTEGRAZIONE ALLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA DIURNE
DEI MINORI-
4. ATTIVITA’ DI SPORTELLO PER L’UTENZA AL CITTADINO
MILANO 32
3 progetti integrati quali azioni di sistema - dedicate a Formazione e Orientamento diversi target per promozione cultura
conciliazione
Attività di formazione sulle politiche e gli interventi di conciliazione famiglia – lavoro
Osservatorio donna
Promozione e gestione delle attività rivolte alle imprese
ASL Milano
12 progetti
1. MAPPATURA/ANALISI/ SUPPORTO ALLA PROGETTAZIONE
2. NUOVI SERVIZI DI WELFARE MENEGHINO
3. IO CONCILIO
4. BANDO PICCOLE IMPRESE DI CONCILIAZIONE (risorse proprie Comune di Milano)
5. AMPLIAMENTO ORARI ANAGRAFE (risorse proprie Comune di Milano)
6. ORARI A MENU’
7. SERVIZI DI CONCILIAZIONE PER LA CITTA’
8. SERVIZI ON-LINE
9. BABY-PARKING
10. FLESSIBILITA’ ORARIA E INNOVAZIONE DEI PROCESSI ORGANIZZATIVI (risorse proprie Comune
di Milano)
11. RIENTRI DALLA MATERNITA’ DELLE DIPENDENTI COMUNALI (risorse proprie Comune di SESTO
S.G.)
12. SERVIZI PER LA CONCILIAZIONE RIVOLTI AI DIPENDENTI DELL'ENTE IN PARTICOLARE PER
TUTELARE E ACCOMPAGNARE I CONGEDI E I RIENTRI DALLA MATERNITA’ DELLE
DIPENDENTI COMUNALI (RISORSE PROPRIE COMUNE DI SESTO S.G.)
52
ASL Milano1
9 progetti
1. AZIONE 1: COSTRUZIONE DELLA FILIERA DELLA CONCILIAZIONE, MAPPATURA DELLE
PROGETTUALITÀ ATTIVE SUL TERRITORIO E ANALISI DEI FABBISOGNI
2. AZIONE 2: ADESIONE DEL TERRITORIO DELLE TRE ASL ALLA FILIERA DI CONCILIAZIONE DI
REGIONE LOMBARDIA SU GEFO (RIF. D.D.U.O. 6978 DEL 26/07/2011 - "MANIFESTAZIONE
D'INTERESSE")
3. AZIONE 3 PROGETTAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI IN TEMA DI CONCILIAZIONE PER GLI
ENTI DEL TERRITORIO
4. AZIONE 4: VALORIZZAZIONE DELLA RETE DI CONCILIAZIONE NELL’AMBITO DELLA
PROGRAMMAZIONE ZONALE
5. AZIONE 5: COSTRUZIONE FILIERA INTERNA AZIENDALE (RISORSE INTERNE ASL)
6. BANDO FAMIGLIE CREATIVE
7. ATTIVAZIONE DI UN TAVOLO LOCALE PER LA CONCILIAZIONE COSTITUITO DA ASL MILANO
2 E DAGLI 8 AMBITI TERRITORIALI DI PERTINENZA E PREVISTO ALLARGAMENTO DELLO
STESSO AD ALTRI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI ADERENTI (AFOL, ASSOCIAZIONI
DATORIALI, SINDACATI, TERZO SETTORE, ETC)
8. ID - PERCORSO FORMATIVO E ACCOMPAGNAMENTO AL TAVOLO LOCALE
9. REALIZZAZIONE DI UNA MAPPATURA DELLA FILIERA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE DI
CONCILIAZIONE VITA-LAVORO PRESENTI SUL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL’ASL
MILANO 2
ASL Milano2
8 progetti budget a disposizione, assegnato in quote uguali agli 8 ambiti distrettuali
1. SPORTELLO TATA
2. S.O.S. TATA
3. “LE TATE VOLANTI” NUOVO SPORTELLO BABY SITTER E VOUCHER FAMILY CARE
4. PICCOLI INTERVENTI PER AIUTARE I TEMPI DELLA FAMIGLIA E DEL LAVORO
5. SOSTENERE LE FAMIGLIE NELLA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI LAVORO E DI CURA
DELL'INFANZIA
6. CRE- STATE INSIEME: SOSTEGNO E SVILUPPO DEI CENTRI RICREATIVI DIURNI COMUNALI
7. VIVI IL TUO TEMPO
8. VERSO UNA GOVERNANCE LOCALE DELLA CONCILIAZIONE DEI TEMPI LAVORO-FAMIGLIA
LODI 6
1. COSTRUZIONE DELLA RETE
2. INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E CONSULENZA ALLE IMPRESE
3. PROGETTO INNOVATIVO - INTERVENTI EDUCATIVI FLESSIBILI IN FAVORE DI FAMIGLIE CON
FIGLI DA 0 A 12 ANNI
4. PROGETTO INNOVATIVO - SPORTELLO FAMILY FRIENDLY AD UNA RETE DI AZIENDE
COMMERCIALI
5. PROGETTO INNOVATIVO - INIZIATIVE NELLA PA: ASI, AO , ASP
6. INIZIATIVA DI FORMAZIONE A OPERATORI E FAMIGLIE
53
PAVIA 12
1. AVVIO INDAGINE CONOSCITIVA PER EMERSIONE BISOGNI DI CONCILIAZIONE DI
LAVORATRICI/TORI
2. SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE – PIANO DI COMUNICAZIONE
3. FORMAZIONE
4. AZIONI DI SUPPORTO ALLA RETE – INSEDIAMENTO DI UN TAVOLO DI LAVORO PERMANENTE
5. TELELAVOROINPROVINCIA – PROVINCIA DI PAVIA
6. TELELAVORO – AMBITO DISTRETTUALE DI VIVEVANO
7. MAMME DI CONDOMINIO – AMBITO DISTRETTUALE DI GARLASCO
8. BAMBINI AL CENTRO – COMUNE DI PAVIA
9. START UP SERVIZI INTERAZIENDALI, BIO NETWORK PAVIA – PROVINCIA DI PAVIA
10. BANDO PER SERVIZI INTERAZIENDALI DI CONCILIAZIONE – CAMERA DI COMMERCIO
11. FAMIGLIE SUPPORTATE – AMBITO DISTRETTUALE DI CERTOSA DI PAVIA
12. UN FIOCCOINPROVINCIA – PROVINCIA DI PAVIA