Ricordando Tullio De Mauro
Lezione incontro Giovedì 9 marzo 2017,
ore 17.00 Aula T2, Città universitaria
La formazione delle competenze linguistiche
in un’epoca di cambiamento
Intervengono: Ilaria Tani, Sapienza Università di Roma
Emanuela Piemontese, Sapienza Università di Roma
Raffaella Petrilli, Università della Tuscia
Roberto Contessi, autore del libro Scuola di Classe
La formazione delle competenze linguistiche in un’epoca di cambiamento
• Formazione: dalla scuola al lifelong learning (processo individuale intenzionale che mira all'acquisizione di ruoli e competenze e che comporta un cambiamento relativamente stabile nel tempo. Tale processo ha come scopo quello di modificare o sostituire un apprendimento non più adeguato rispetto ai nuovi bisogni sociali o lavorativi, in campo professionale o personale)
• Competenze linguistico-comunicative (in ambito psicologico e linguistico “COMPETENZA” rappresenta ciò che un individuo è in grado di fare,
realizzare, produrre. Sapere, saper fare, saper essere. La competenza è data dall’insieme integrato di conoscenze, abilità e atteggiamenti che un parlante, a seconda dei contesti, è in grado di attivare, realizzando una prestazione consapevole, finalizzata al raggiungimento di uno scopo preciso)
• Epoca di cambiamento (come eravamo, come siamo. Diffusione e ruolo/influenza dei nuovi mezzi di comunicazione)
Glossario minimo
Contenuto: un capitolo di storia, una poesia, una regola, una formula, un teorema, un testo qualsiasi, un libretto di istruzioni
Conoscenza: acquisizione cognitiva di un dato contenuto
Obiettivo: la prestazione attesa da un soggetto in apprendimento
Abilità: la prestazione effettuata da un soggetto che ha appreso
Competenza (ambito scolastico): la prestazione complessa, come esito di CONOSCENZE e ABILITA’ apprese e consolidate, raggiunta da un soggetto in apprendimento
Competenza (ambito lavorativo): la prestazione complessa di un soggetto esperto (estetista, commesso, architetto, insegnante, autista, pianista, idraulico, paramedico): si veda la definizione data dall’EQF, European Qualifications Framework, (Racc. UE del 23 aprile 2008)
Com’eravamo
Come siamo Censimento ISTAT 1991 e 2001
Popolazione di 11 anni e più per grado di istruzione
1991 2001
Spec./dottorato 0.7 1.3
Diploma laurea 3.3 5.5
Diploma univ. 0.4 1.1
Diploma matur. 16.1 22.4
Dipl. qual. prof. 3.2 4.8
Licenza M. 32.5 31.7
Licenza E. 34.1 26.4
Senza titolo 9.7 6.8 (analf incl)
Analfabeti 2.1 (63.8)
GRUPPO DI FIRENZE
SABATO 4 FEBBRAIO 2017 CONTRO IL DECLINO DELL'ITALIANO A SCUOLA
LETTERA APERTA DI 600 DOCENTI UNIVERSITARI
(…)
Abbiamo bisogno di una scuola davvero esigente nel controllo degli apprendimenti oltre che più efficace nella didattica (…)Dobbiamo dunque porci come obiettivo urgente il raggiungimento, al termine del primo ciclo, di un sufficiente possesso degli strumenti linguistici di base da parte della grande maggioranza degli studenti.
A questo scopo, noi sottoscritti docenti universitari ci permettiamo di proporre le seguenti linee di intervento:
- una revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base, fondamentali per tutti gli ambiti disciplinari. Tali indicazioni dovrebbero contenere i traguardi intermedi imprescindibili da raggiungere e le più importanti tipologie di esercitazioni;
- l’introduzione di verifiche nazionali periodiche durante gli otto anni del primo ciclo: dettato ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano.
- Sarebbe utile la partecipazione di docenti delle medie e delle superiori rispettivamente alla verifica in uscita dalla primaria e all’esame di terza media, anche per stimolare su questi temi il confronto professionale tra insegnanti dei vari ordini di scuola.
Vent’anni prima IX Convegno nazionale GISCEL
26-28 marzo 1998
Tullio De Mauro, Richieste sociali e capacità linguistiche
delle giovani generazioni italiane (2000: 11-22)
Spesso non tanto i dati analitici disponibili, ma prelievi soggettivi e accidentali o semplici impressioni hanno aperto la via a valutazioni negative e frettolose, specialmente per quanto riguarda le fasi dell’adolescenza e prima giovinezza. (…) Più estese rilevazioni contribuiscono a mettere in evidenza quello che possiamo chiamare il décalage longitudinale delle prestazioni linguistiche di alunni e alunne delle scuole italiane: nel valutarlo occorre tener conto delle inevitabili caratteristiche dello sviluppo e della crescita linguistica dall’infanzia alla prima giovinezza; e di quanto incidano certe aridità dell’ambiente familiare e sociale, inefficienze dell’insegnamento e rigidità linguistico-stilistiche dei materiali scritti con cui i giovani sono messi a confronto. Anni ‘80: indagine IEA-Sal (livelli di alfabetizzazione funzionale: ottime prestazioni a livello di scuola elementare; prestazioni meno brillanti al termine della scuola media). Il calo di rendimento man mano che si procede nei livelli scolastici è confermato da altre indagini. Anche ben documentato è il décalage nella qualità della produzione scritta nel passaggio dalle elemetari a medie inferiori e da medie inferiori a medie superiori.
Lettura e scolarizzazione
E’ una sciocchezza infondata dire che oggi in Italia i giovani leggano
meno degli anziani ed è altrettanto infondato dire che i giovani d’oggi
leggano meno di quelli del passato. Dagli anni ’50 sappiamo con
certezza che 1) le classi giovani hanno letto più delle anziane delle
rispettive epoche e 2) di anno in anno è cresciuta la loro propensione,
specie tra ragazze e giovani donne. Naturalmente ciò è correlato al
crescere degli indici di scolarizzazione. (…)
L’indice di lettura è aumentato assai meno dell’indice di
scolarità.
Dal lamento all’impegno comune
Chi si preoccupa di aspetti negativi del linguaggio delle giovani
generazioni dovrebbe dedicare qualche sua fatica anche a rimuovere
ciarpami e maldestre oscurità che si annidano nei testi scolastici,
nella comunicazione pubblica, nella saggistica; e a porre mano a
strutture che facilitino l’accesso alle letture, alle lingue straniere. (…)
Occorre che gli insegnanti lavorino sulle motivazioni a capire ed
esprimersi, occorre definire definire credibili standard longitudinali.
Ancora una volta gioverà ricordare che questa non è una via facilitante
per chi insegna e per chi studia. Lamentarsi della loro inettitudine e
della lingua selvaggia e seguitare in vecchie routine è certamente più
facile e trova più ascolto in quello che Gaetano Salvemini chiamava
“l’abominevole giornalismo italiano”.
M. Emanuela Piemontese
OCSE PISA 2012
In Italia quasi 1/5 degli studenti quindicenni si
trova sotto la soglia critica delle competenze
minime necessarie per poter fare della lettura
un’attività funzionale.
M. Emanuela Piemontese
Analfabetismo in Italia
più di 2 milioni di adulti analfabeti completi,
quasi 15 milioni sono semianalfabeti,
altri 15 sono a rischio di ripiombare in tali
condizioni.
Ne consegue che:
almeno un 66 per cento di persone ha
un’insufficiente competenza alfabetica.
Media europea di poco superiore al 50%.
La Svezia è al di sotto del 30%.
Tullio De Mauro, La cultura degli italiani, Laterza, Roma-Bari 2004
M. Emanuela Piemontese
LA LETTURA IN ITALIA (ISTAT, gennaio 2016)
Nel 2015: il 42% delle persone dai sei anni e più (= circa 24 milioni) ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi per motivi non scolastici o professionale. (Dato stabile rispetto mal 2014, dopo la diminuzione del 2011) Il 9,2% delle famiglie non ha alcun libro in casa Il 64,4% ne ha al massimo 100 F: 48,6%; M: 35% Più lettori al Nord rispetto al Mezzogiorno Lettori forti (almeno un libro al mese): 13,7% dei lettori (nel 2014: 14,3%) Lettori deboli (non più di 3 libri all’anno): 45,5% (quasi 1 lettore su 2) L’8,2% della popolazione complessiva (= 4,5 milioni) hanno letto o scaricato libri on line o e-book Nel 2014: spesa media per libri: 11 euro al mese; giornali, stampa, cancelleria: 18 euro al mese Tra il 2010 e il 2014 la spesa delle famiglie per libri ecc. si è contratta del 18%; per la cancelleria del 31%
M. Emanuela Piemontese
Principali evidenze indagine OCSE-PIAAC (Programme for the International Assessment
of Adulte Competencies)
2011-12
Literacy Interesse, attitudine e abilità a utilizzare gli strumenti socio-
culturali, tra cui le tecnologia digitale e gli strumenti di
comunicazione per accedere a, gestire, integrare e valutare
informazioni, costruire nuove conoscenze e comunicare con gli
altri per partecipare più attivamente alla vita sociale
Numeracy Abilità di accedere a, utilizzare, interpretare e comunicare
informazioni e idee matematiche, per affrontare e gestire problemi
di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta.
M. Emanuela Piemontese
Alcuni passi avanti
Confrontando i dati di PIAAC con quelli delle indagini equivalenti condotte nel
passato (IALS,1994-98 e ALL,2006-08) si nota un miglioramento progressivo
nel tempo all’interno del contesto nazionale che comunque non ha portato ad un
parallelo miglioramento nel ranking del nostro paese rispetto ad altri paesi
comparabili.
I tratti positivi che si possono evincere da tale confronto sono i seguenti:
aumentano nel tempo i punteggi medi di literacy;
diminuisce la porzione di popolazione che si posiziona nei livelli più bassi della
classificazione (livello below 1 dal 14% a circa il 5,6%);
diminuisce il gap in termini di punteggio di literacy rispetto alla media OCSE
(da 30 punti in IALS ai 44 punti di ALL agli attuali 22 punti);
si assottiglia nel nostro paese, fino ad annullarsi, il divario nelle competenze di
literacy tra maschi e femmine. Mentre in IALS in divario era di 11,2 punti a
sfavore delle donne, in PIAAC è pressoché identico (+0,2 a favore delle
donne).
È invece ancora significativo il divario sulla numeracy (+10,7 a favore degli uomini, contro un divario di 11,6 registrato in ALL).
M. Emanuela Piemontese
Nonostante questi segnali incoraggianti, i dati relativi al
nostro paese si posizionano costantemente nelle ultime
posizioni del ranking internazionale. Segno che il punto
di partenza, ottenuto nella prima indagine IALS e in
ALL, che vedeva il campione nazionale con un forte
divario negativo rispetto ad altri paesi, è migliorato in
diversi aspetti, ma che anche le altre realtà nazionali si
sono mosse in modo dinamico (in taluni casi, più
dinamico).
M. Emanuela Piemontese
Un risultato modesto per l’Italia
Dal confronto internazionale del dato aggregato italiano, rispetto alla media dei
paesi OCSE, o rispetto ad alcuni paesi più direttamente comparabili per grado
di sviluppo socio-economico, dimensioni e collocazione geografica, emerge
chiara la conferma di un posizionamento internazionale del nostro
paese piuttosto modesto.
Un dato sintetico che mostra la posizione di relativa debolezza del campione
italiano rispetto ad altri campioni di Paesi comparabili è dato dalla
tabella che riporta la percentuale di persone che raggiungono il livello 2 e
quelle che raggiungono il livello 3 o superiore di competenza in literacy, in
alcuni dei 24 paesi che hanno partecipato all’indagine
M. Emanuela Piemontese
Tabella 1 . Percentuale di persone che raggiungono il livello 2 e/o superano il
livello 3 di competenza in literacy
Paese % da < 1 al livello 2 % da livello 3 e superiore
Italia 70 30
Germania 51 47
Francia 57 42
Spagna 67 32
Stati Uniti 50 46
Media OCSE/PIAAC 48 50
Fonte: elaborazione ISFOL su dati OCSE‐PIAAC
Cfr. SLIDE n. 10 “Chi si preoccupa di aspetti negativi del linguaggio delle giovani generazioni
dovrebbe dedicare qualche sua fatica anche a rimuovere ciarpami e maldestre oscurità che si annidano nei testi scolastici,
nella comunicazione pubblica, nella saggistica”
Guida pratica
Bando di concorso
• Art. 2. Requisiti per l'ammissione al concorso 1. Per l'ammissione al concorso e' necessario che i candidati: a) siano cittadini italiani; b) abbiano l'esercizio dei diritti civili e politici; c) siano in possesso di un titolo di studio universitario -consistente almeno nel diploma universitario di durata triennale(nell'ambito dell'ordinamento previgente alla riforma universitaria)ovvero nella laurea di primo livello (nell'ambito dell'ordinamento dicui alla riforma medesima) - rilasciati dalle facolta' digiurisprudenza, economia e commercio, economia, scienze politiche,sociologia, filosofia, lettere e filosofia e scienze dellacomunicazione, ovvero siano in possesso di titolo di studio conseguito all'estero dichiarato equipollente al predetto diploma universitario o laurea dall'autorita' italiana competente.
Avviso al pubblico (1)
Avviso al pubblico (2)
…in palestra
Il sottoscritto autorizza l’addebito ai termini e con le modalità sopra riportate. Qualora l’intestatario del suddetto c/c o carta di credito sia persona diversa dal cliente, il presente atto ha valore di espromissione ai sensi e per gli effetti dell’art. 1272 c.c.. pertanto, il terzo, titolare del c/c o della carta di credito, risponde in solido con il cliente dei debiti da quest’ultimo assunti nei confronti della società mediante la sottoscrizione del contratto di abbonamento per l’intera durata contrattuale (inclusiva di eventuali rinnovi) come disciplinato dalle condizioni generali che dichiara di conoscere.
Capire e farsi capire…
Chiarezza
Semplicità
Precisione
Destinatario
Contenuto
Obiettivo
Criteri di redazione di testi nella pubblica amministrazione (semplicità, comprensibilità ecc.).
• La ricezione (e comprensione) linguistica come attività al pari della produzione linguistica e non come esito passivo e scontato di quest’ultima.
• La comprensione linguistica come processo non solo attivo, ma complesso e problematico vs la comprensione come pura passività ed esito scontato dell’attività di chi produce i testi.
• La chiarezza come efficacia, economicità e democrazia della comunicazione.
• Caratteristiche di un testo chiaro: la leggibilità (dato quantitativo) e la comprensibilità (dato qualitativo). Le formule di leggibilità e le tecniche di scrittura controllata come strumenti di controllo del livello di chiarezza linguistica.
Strumenti per la leggibilità e la comprensibilità
• Formule di leggibilità
•Variabile lessicale
(lunghezza parole)
•Variabile sintattica
(lunghezza frasi)
• Vocabolario comune / VdB
• Lessici tecnico-specialistici
• Organizzazione del testo (dal
punto di vista logico-
concettuale): lettura
rallentata
Leggibilità
Comprensibilità
Interventi di superficie
(aspetti esterni)
Interventi profondi
(organizzazione logico- concettuale dei testi)
•Lessico
•Sintassi
• Ordinare le informazioni secondo una struttura a piramide rovesciata
• Raggruppare le informazioni in blocchi omogenei
• Esplicitare tutte le informazioni necessarie
Stratificazione del lessico dell’italiano
2.000 F = VOCABOLARIO FONDAMENTALE
2.750 AU = VOCABOLARIO DI ALTO USO
2.300 AD = VOCABOLARIO DI ALTA DISPONIBILITA’ (o FAMILIARITA’)
-----------------------------------------------------------------------
7.050 VOCABOLARIO DI BASE DELLA LINGUA ITALIANA
VC = Vocabolario Comune;
TS = Termini tecnico specialistici
TS VC
AD
AU F
Hàpax legòmena
(parole occasionali)
Principi generali dello scrivere chiaro:
• Pensare chiaro per scrivere chiaro
• scrivere come si parla (cioè scegliendo la soluzione più semplice)
• essere brevi (frasi di 20-25 parole)
• preferire, a parità di senso, parole del vocabolario comune e
soprattutto del vocabolario di base alle parole più rare, evitando
arcaismi, pseudotecnicismi ecc.
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Tecniche di produzione controllata dei testi:
• pianificazione del testo
• stesura e prima revisione del testo
• scelte lessicali, sintattiche, di stile. La presentazione
grafico-tipografica
•
• fase di decantazione del testo o lettura affidata ad altri (che
non hanno partecipato alla stesura del testo e sanno poco
dell’argomento trattato) per verificare la leggibilità e
comprensibilità del testo
• revisione finale con interventi anche radicali sulla base delle
reazioni alla propria lettura o a quella di altri.
…in “due parole”
Indice di Flesch L'indice di Rudolf Flesch (1948) considera due variabili linguistiche:
• la parola (lunghezza misurata in sillabe)
• la frase (lunghezza media di parole per frase).
La formula dell'indice per la lingua inglese è: :
Flesch's Index = 206.835 - (0.864 x S) - (1.015 x W)
dove:
S = numero di sillabe su cento parole; W = numero medio di parole per frase
Nel 1972 Roberto Vacca adattò alla lingua italiana la formula.
La formula di Flesch per la lingua italiana è la seguente:
Indice di Flesch = 206 - (0,6 x S + P) dove:
S = numero di sillabe sul totale delle parole
P = numero medio di parole per frase
I risultati della formula oscillano su una scala di valori compresi tra 0 e 100
Indice Gulpease (P. Lucisano e M.E. Piemontese, 1988)
Gulpease = 89 - (Lp / 10) + (3 x Fr)
Come l'Indice di Flesch, anche il Gulpease, indice di facilità di lettura del Gruppo
Universitario Linguistico Pedagogico, considera due variabili linguistiche:
• Lunghezza delle parole (misurata in numero di lettere)
• Lunghezza delle frasi (misurata in numero medio di parole).
dove:
Lp = (100 x totale lettere) / totale parole
Fr = (100 x totale frasi) / totale parole
I risultati della formula oscillano su una scala di valori compresi tra “0” e
“100”:
il valore “100” indica la leggibilità massima
il valore “0” indica la leggibilità minima.
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