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Sul complesso del San Salvatore, basi-lica compresa, sulla sua storia ultra-

centenaria, per molti versi ancora in-compiuta, potremmo scrivere dei libri.Interessante comunque cercare di fis-sarne alcuni punti chiave, non a tutti no-ti. Per questo prendiamo spunto dal se-minario didattico svoltosi recentementeal Collegio Ghislieri, titolo: “La Fabbri-ca rinascimentale del San Salvatore diPavia” a cura di Claudia Maccabruni e

Maria Teresa Mazzilli. Riassumiamo insintesi estrema alcui dati significativi.La rifabbrica rinascimentale è stata fat-ta su fondazione altomedievale: san Sal-vatore è fondazione longobarda, nascecome mausoleo regio di cui non sappia-mo nulla dal punto di vista formale per-ché non è stata fatta alcuna ricognizionearcheologica in uno spazio che merite-rebbe perché si trova su di un rilievo,certamente di origine naturale ma chepotrebbe nascondere – come ritiene laprofessoressa Mazzilli – muri di fonda-zione o parti significative della strutturaaltomedievale. Fra la fondazione alto-medievale e la rifondazione rinascimen-tale è stata fatta una rifondazione otto-niana. Il seminario ha esposto gli esiti di

ricerca di uno studioiniziato nel 2000, eancora in fieri, inizia-to su impulso del par-roco di allora donGiuseppe Torchioche aveva ricordatoalla Società di Con-servazione dei monu-menti dell’arte cri-stiana di cui la pro-fessoressa Mazzilliera presidente, chescadeva il centenariodella riapertura alculto della Chiesa.“Molto lavoro è stato

compiuto, ma moltissimo rimane anco-ra da fare – dice la prof. Mazzilli –. C’ècomunque un vincolo di restauro per ilchiosco”.Dopo la soppressione del 1798, anno incui i Benedettini che stavano nel com-plesso monastico di san Salvatore hannodovuto lasciarlo, la chiesa è stata officia-ta fino al 1820 e per qualche decennioc’è stato un collegio nella struttura mo-nastica. Dopo l’unità d’Italia il comples-so è passato ai militari che hanno tenutochiesa e convento fino al 1900, quando

per iniziativa del Comune e della Socie-tà per la conservazione si è riusciti astrappare l’uso della chiesa, ma non laproprietà, e riaprirla al culto.Nel 1992 i militari hanno dismesso lacaserma e già allora la Società e il vesco-vo monsignor Volta cercarono di vederecome trasferire lì oratorio e casa par-rocchiale. Per ora la Chiesa comparescorporata da quella che era la sua de-stinazione, chiesa monastica che eracompletata dagli edifici claustrali. Nel2000 la Società è riuscita a ottenere ipermessi e fare aprire le strutture aipubblico: la città non conosceva e anco-ra non conosce queste grandi strutturedel monastero.“Ora san Salvatore è nella veste rinasci-mentale e – precisa ancora la prof. Maz-zilli – apparentemente non si vedono aocchio nudo parti reimpiegate dellestrutture esistenti, salvo una porzione distrada romana che è stata inglobata al-l’interno del complesso, in una sua can-tina. Da notare, infatti, che il livello pa-vimentale è mutato nei secoli”. Proba-bilmente questa strada era la via per Ab-biategrasso, la via che usciva da Pavia eportava verso ovest.“La considerazione sulla valutazionedel degrado è quella che ha mosso tut-to” spiega la professoressa Mazzilli.“L’edificio che resta vuoto è in progres-sione geometrica soggetto al degrado.E’ una situazione che non si può impu-tare alla responsabilità immediata diqualcuno ma che è implicita nell’edifi-cio vuoto. Da questo punto di vista dob-biamo essere molto grati ai militari chehanno usato il complesso e hanno salva-guardato una unità d’uso e poi – dal1992 al 2002 – hanno comunque fattomanutenzione. Dal 2002 ho l’impressio-ne che i guai stiano aumentando vera-mente. Ci sono affreschi che stanno an-dando in briciole: abbiamo già persotanto in questi anni, perderemo ancoradi più se non si fa qualcosa”.

S.O.S. per la nostra Basilica

SalvatoreSantissimo

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Un tesoroa rischio

Ss. Salvatore: gli esperti confermano

Ampie infiltrazioni d’acqua minacciano di com-promettere irreparabilmente gli affreschi dellavolta di una delle principali cappelle, quella diSan Martino di Tours, e non soltanto. Nonc’è piùtempo da perdere, occorre intervenire d’urgenza

Sappiamo tutti che la basili-ca del Ss. Salvatore, che

noi parrocchiani amiamo piùtradizionalmente definire“chiesa di San Mauro”, è unodei monumenti cittadini dimaggior pregio. E che in essasono custoditi o meglio inglo-bati nelle sue stesse struttureveri tesori d’arte, irripetibiliaffreschi.Non tutti sanno, invece, chepiù d’uno di questi “tesori”sono ormai a rischio di so-pravvivenza, qualcuno di piùqualcuno di meno. Le cause,in vario grado: insulti deltempo, incuria degli uomini,mancanza di mezzi, girando-la di “gestioni” registratesinella lunga, lunghissima sto-ria di questa struttura, inglo-bata nel più grande comples-so che i pavesi sbrigativa-mente definiscono “ex caser-ma Rossani”.Ora, il maggiormente a ri-schio di questi tesori sta nel-la volta (anzi nelle due volte)della cappella di San Marti-no di Tours e nei suoi affre-schi. Affreschi pesantementeaggrediti da ampie infiltra-zioni di acqua piovana. Sia-mo al punto di dover già re-gistrare la perdita di partedei dipinti murali, con di-stacco di porzioni di intona-co, poi altri sollevamenti inatto, oltre che alterazione deicolori e vari ulteriori feno-meni di degrado.E’ chiaro: non c’è più tempoda perdere, anzi, il tempo ègià scaduto. O si interviene oaddio agli affreschi. Altre al-ternative non ci sono.E, allora, che cosa si aspetta?Qui non è il caso di avviarepolemiche, cercando colpenel passato antico o recente.Ma il fatto è che tutto il com-plesso dell’ex caserma, quin-di anche la basilica, è tuttoradi proprietà demaniale. Riba-diamo: la basilica è concessasolamente in uso.Al dunque: chi decide? chiprovvede? chi mette i soldi?Ci siamo già capiti. Tutta-via... non siamo ancora alladisperazione! Qualcuno si è

mosso. Sono stati chiamatigli esperti, sono avvenuti gliindispensabili sopralluoghi.Sono pronti due differentiprogetti di intervento, ov-viamente d’urgenza. E giàsulla carta la... lista detta-gliata dei costi, non certoleggeri...Detto questo, che cosa ci pos-siamo attendere se non di ap-prendere la... buona novella?Chissà che il Natale non ce laporti come regalo. g.b.

Nella foto grande una pa-noramica della Cappelladi San Martino di Tours.In alto un particolaredella volta.In basso la posizionedella Cappella nellaBasilica (il tutto dai rilievieffettuati dalloStudio Servabo Colelladi Pioltello - Milano)

L’interno della Basilica del Santissimo Salvatore

Sul complesso monastico San Salvatore un seminario al Collegio Ghislieri

Nelle sue cantine perfinouna strada romanadi Antonello Sacchi

Una storia con moltiaspetti ancora “misterio-si”. Dalle incerte origini,alla estromissione dei Be-nedettini (1798), alla oc-cupazione dei militari...Solo nel 1901 la riaperturadella chiesa al culto. E an-cora oggi tutto il comples-so, Basilica compresa, èproprietà del demanio...

ProfessoressaM.T. Mazzilli

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Presso il salone del terzo millen-nio alla Casa del Giovane, luogoscelto perchè segno e presenza disignificativo servizio educativo inPavia, domenica 16 novembreabbiamo partecipato all’assem-blea dei capi scout della regioneLombardia.Ci siamo ritrovati in 150 adulticon la vocazione di laici che “gio-cano” l’avventura dell’educazio-ne. Consapevoli che nel termine“gioco” ci sta l’agire di squadra,il valore della lealtà, l’aspetto del-la gioia e della passione, l’ambiread un risultato e comunque il sa-per sempre ripartire con rinnova-to vigore, abbiamo tracciato lemete per questo nuovo annoscout.Ribadito il valore dell’impegnopolitico ed il peso politico del-l’educazione, abbiamo riafferma-to la centralità del buon cittadino,elaborato, discusso e condiviso ilprogramma di lavoro per l’anno2008/2009, ci siamo impegnatiad agire e camminare per supera-re quelli che abbiamo definitoscogli educativi; siamo infatticonvinti che, solo se conosciamo inodi nella vita dei nostri ragazzi, ipunti di luce e quelli d’ombra delloro essere, possiamo sfruttarlicome opportunità di crescita enon lasciarli degenerare inciden-do segni indelebili nel singolo enella società.Ci siamo fermati, quindi, a ri-flettere su quali siano i percorsiper educare ad una scelta di fedesu quale possa essere la strategiaper far vacillare l’indifferenza re-ligiosa che spesso abita nei gio-vani d’oggi, certo puntare sulmessaggio evangelico originalema soprattutto è importante ca-pire che i nostri ragazzi non han-no bisogno di tante parole, han-no bisogno di testimoni credibi-li, di adulti coerenti che sappia-no confrontarsi con loro, chenella vita di tutti i giorni rendanoattuale quel messaggio di amore,di pace e di solidarietà che ci èstato affidato perchè lo facessi-mo nostro e ne contagiassimo ilmondo.Riteniamo importante e strategi-co in un percorso educativo co-noscere e dare risposte a quelleche abbiamo definito nuove di-pendenze; vogliamo agire controla prepotenza della tecnologia,spiegare ai giovani che telefoni-no, computer televisione sono alservizio dell’uomo e non vicever-sa, che è importante saperli usareconsci dei rischi e delle opportu-nità che ci offrono, anche allamoda che tanto attrae i ragazzid’oggi, vogliamo contrapporre labellezza dell’originalità, la creati-vità e l’operatività del realizzare

Alla spicciolata si arriva nelpiazzale della basilica di

S.Mauro dove è fissato il ritrovoper la gita. Freddo (7° gradi) matanta voglia di partire.Don Franco,dopo la recita delle lo-di, ci raggiunge sul piazzale e si in-trattiene con noi augurandoci unapiacevole gita e si propone di am-pliare una personale nostra cono-scenza in occasione della prossimariunione in oratorio per la festivi-tà del S. Natale.Partenza da Pavia con nebbiolinapersistente dal Ticino in avanti esosta all’autogrill dove all’uscitatroviamo un altro pullman di Mi-gliavacca. Lo conduce l’autista cheha portato molti di noi in gita aRoma ed in Vaticano.Il viaggio procede tranquillo. Iltempo è bello: cielo sereno, sole equalche piccolo banco di nebbia re-siduo sui pendii delle colline delMonferrato.Usciamo ad Isolad’Asti e ci inoltriamo verso Costi-gliole D’Asti (Gran premio dellamontagna 250 m.) dominata dalsuo grande castello. Indi discesaverso S. Stefano Belbo (170 m) inun bellissimo panorama autunnalepieno di colori – i gialli i rossi ed i

bruciati dei vigneti -– e di sole.Alla cantina Capetta siamo ricevu-ti con estrema cortesia da uno deiproprietari ed accompagnati dal-l’enologo ci addentriamo nella pri-ma cantina dedicata alla vinifica-zione dei vini e ci viene spiegato inmodo semplice ma efficace edesauriente il cammino dell’uva edel suo derivato (mosto e vino).La cantina non ha nulla da invi-diare quanto a pulizia e tecnologiaa ben altri ambienti. Visitiamo an-che il secondo stabilimento dedi-cato alla produzione degli spu-manti. Ormai non siamo più me-

ravigliati dall’ordine che vi regnasovrano.Lasciamo la cantina dopo averedegustato con l’accompagnatorealcune bottiglie come aperitivo.Al ristorante prosegue la giornatatra la cortesia del proprietario, delpersonale di servizio e con la gene-rale soddisfazione in merito aipiatti serviti ed alle bottiglie con-sumate.Il ritorno ci porta sempre col solead Asti dove alcuni approfittanoper passeggiare sotto i portici diPiazza Vittorio Alfieri, altri si ad-dentrano nelle vie circostanti dove

sono dislocate le bancarelle dellafiera regionale del Tartufo, altripasseggiano soffermandosi su al-cuni monumenti come la Collegia-le di San Secondo, bella chiesa cheperò al momento non si può visi-tare in quanto si sta recitando il S.Rosario ( meritevole di una visitapiù approfondita), la torre Co-mentina in piazza Roma, ma or-mai si è fatto buio.Ritrovo in piazza del Palio e parten-za per Pavia ove si giunge nell’ora-rio prefissato e con piena soddisfa-zione di tutti gli intervenuti.

Giordano Scarabelli

Testimonianze

SalvatoreSantissimo

2 Scout in assemblea6

Al timone in mare aperto...I capi della Lombardia riuniti alla Ca-sa del Giovane: guardare alla societàcon ottimismo e guidare il “timone”con competenza. Tracciate le mete perquesto nuovo anno nello spirito e neivalori di sempre dello scoutismo

Un bel gruppo dell’Associazione“Amici Oratorio San Mauro”

Onlus

La gita degli “Amici” a Santo Stefano BelboCronaca di una bellae serena giornata

con le proprie mani e secondo lapropria fantasia.Vogliamo proporre ai giovanil’attenzione al corpo: ci sembraimportante far capire loro che c’èdiscrepanza e illogicità tra la ri-cerca massima dell’esteriorità(abbigliamento, trucco...) el’abuso di sostanze che tanto de-bilitano e imbruttiscono ancheun corpo giovane e sano. Offria-mo e chiediamo loro autenticità,la rinuncia al bluff, all’apparirefine a se stesso, al protagonismosmodato.Abbiamo riflettuto sull’uso deltempo e del denaro. Nelle manidei nostri ragazzi c’è sempretroppo, vogliamo allora insegnarloro ad aborrire lo spreco a ren-dersi conto del superfluo a pren-dere posizione affinchè tutti ab-biano l’indispensabile e ad agireper un’economia mondiale co-scienti che tante gocce formano ilmare. Ribadiamo quanto sia im-portante saper discernere, saperpensare, usare la propria testa,essere consapevoli e non indiffe-renti di fronte alle sofferenze delmondo.Con l’aiuto di Edo Patriarca cheè stato presidente della nostra as-sociazione abbiamo riflettuto su

cosa sta accadendo a noi comeeducatori, ai nostri ragazzi e allasocietà intera per capire comeorientare la nostra personale for-mazione, l’educazione dei nostriragazzi, e la sinergia con altrieducatori sul territorio. Ci siamodetti certi che solo creando unarete virtuosa tra famiglia, scuola,parrocchia, scout, gruppi sporti-

vi avremo dei giovani che nellaloro crescita, se lo vorranno, sa-pranno dove cercare degli adultidi riferimento cui dare fiducia.Questo è il nostro compito e lanostra sfida:”meritare la fiduciadei giovani” e in questo “ponia-mo tutto il nostro onore”Se, come educatori guardiamoalla società con occhio critico ca-

piamo che siamo in un mareaperto e come dice il nostro fon-datore Baden Powell “nel mareaperto o ci si sta, lasciando che ilvento decida dove si debba anda-re, o si tiene in mano il timone”è compito, quindi, di tutti glieducatori guardare alla societàcon ottimismo e guidare il timo-ne con competenza.

di Paola Gatti

Una suggestiva immagine di scout in circolo attenti alle parole del capo

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Testimonianze

SalvatoreSantissimo

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Don Franco, il nostronuovo parroco, mi ha

chiesto un breve articoloper il periodico della par-rocchia. Ma, quando chie-dono di parlare di me cer-co sempre di scansare lacosa, non per falsa mode-stia, ma per paura di nondare il giusto risalto a ciòche ha operato la grazia delSignore nella mia vita.Dovendolo fare per gliamici della comunità delSantissimo Salvatore, cheormai da sette anni mihanno come loro parroc-chiano, mi confortano edincoraggiano le parole delServo di Dio don EnzoBoschetti che inizia unasua autobiografia con leseguenti parole:“Sono sempre stato aller-gico a sfogliare il povero li-bro della mia vita, ricco dimistero e di contraddizio-ni. Mistero perché non èfacile capire la mia miseriae nello stesso tempo l’im-mensa misericordia diDio: se lo faccio è solo per-ché anch’io voglio pregaredicendo in eterno, o Si-gnore, canterò le tue mise-ricordie”.Così inizio dicendo chesono nato a Milano nel1956 e fin dalla nascita hodelle difficoltà fisiche, es-sendo affetto da tetra-pa-resi spastica, mentre solodal 1997 sono sacerdote.Dopo parecchie vicissitu-dini, dietro proposta didon Franco, è ormai dalnovembre 2001 che vivo aPavia e ne sono sincera-mente contento, anche se,fino ad allora, non avevomai pensato alla Casa delGiovane, come ambito nelquale vivere ed operarecome sacerdote.Re-inserendomi nelle or-mai multiformi realtà dellaComunità, conosciuta ne-gli anni ‘70, oltre al piace-re di ritrovare molti vecchiamici come i confratelli sa-cerdoti, le sorelle e le fami-glie, tutti volti a me già no-

ti della CdG; sono statocolpito dall’accoglienza ri-cevuta della comunità par-rocchiale.Iniziando da don Giusep-pe, sempre paterno e solle-cito nei confronti miei edella mamma. Continuan-do con il carissimo donNando, con la sua fraternae schietta amicizia, e conl’esuberante don Luca,con il suo contagioso amo-re per la liturgia. Ora la fa-miglia sacerdotale dellaparrocchia si è arricchitaulteriormente con la venu-ta di don Luigi[no], con ilsuo richiamo ad amare lapreghiera e l’eucaristia.Ma voglio ringraziare il Si-gnore per la semplice ecalda accoglienza dei laici,che grazie a Dio essendopiù dei preti non possonominare uno ad uno. In-fatti con semplicità e calo-re hanno imparato a vede-re ed ascoltare un preteche si muove e parla inmodo strano, quasi volen-

do evidenziare ulterior-mente il suo essere “diver-samente abile”.Colgo volentieri l’occasio-ne per ringraziare l’intera

comunità ed i singoli ditutto questo e per direnuovamente la mia dispo-nibilità ad essere tra voi unservo inutile con il quale

andare verso il Signore,condividendo le gioie ed idolori che la vita ogni gior-no ci riserva.

Don Roberto

Protagonisti

Don Roberto Briolotti sempre disponibile e sorridente nonostante le sue difficoltà fisiche

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Don Roberto a cuore aperto“Eccomi col povero libro della mia vita”

Una voglia di fare che non tramonta

Una delle cose belle dell’ora-torio è che ci trovi personeche sono qui da ieri, e perso-ne che invece ci sono da de-cenni, e che hanno ancora lavoglia di fare di quando era-no ragazzi, con e per i ragazzidi adesso.Antonio Bottazzi ci raccontache frequenta l’oratorio ed èimpegnato nelle varie attivitàda quando aveva 14-15 anni,e che quindi ormai "ha matu-

rato una quarantina d’anni dicontributi". Il suo impegno èquello di cercare, sempremettendocela tutta, anchequando si presenta qualchepiccola difficoltà, o viene amancare un po’ di collabora-zione, di mantenere vivo unambiente che può essere diutilità comune. Ciò all’attopratico si traduce nella puli-zia dei locali, nei lavori di ma-nutenzione ordinaria dellestrutture dell’oratorio, nellevarie attività necessarie a ren-dere accoglienti i vari am-bienti, e nello svolgere il ser-vizio da barista, quando il la-voro lo permette, cioè preva-lentemente in orario serale.

Allo stesso modo, il sabatosera, in cui è più libero dal la-voro, è il giorno del suo turnosettimanale presso la Mensadel fratello. Ciò che lo spingea svolgere questo tipo di vo-lontariato è soprattutto il de-siderio di cercare di dare unamano a quelli che stanno peg-gio, pur con le difficoltà chevengono a crearsi in certe si-tuazioni. In particolare sotto-linea che spesso ci sarebbe bi-sogno, oltre che di servire unpasto caldo a queste persone,di parlare con loro, per me-glio aiutarli, e per migliorarel’ambiente della Mensa nellasua globalità, nel rapportoche hanno le persone biso-

gnose tra loro e con i volonta-ri, ma che difficilmente que-sto può essere fatto dagli stes-si volontari della Mensa, e oc-correrebbero altre personeincaricare e preparate per of-frire questo tipo di servizio.Dal dialogo con Antonioemerge quindi una valutazio-ne positiva del presente, maanche una possibilità di mi-glioramento, dando impor-tanza al fatto che nelle varieattività, anche e soprattuttoquelle dell’oratorio, ognunopossa occuparsi di ciò per cuisi sente più predisposto ed hamaggiori capacità.Questo atteggiamento pro-positivo torna utile anche al-l’interno delle riunioni delConsiglio dell’Oratorio, dicui Antonio fa parte, e inse-gna a tutti, anche ai giovani, anon dire frasi del tipo:"si èsempre fatto così", ma a pen-sare sempre che qualcosa chesi può migliorare c’è.

Silvia Losi

Il “nostro” Antoniocon noi da quandoaveva quindici anni

Antonio Bottazzi

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Prima di tuttovorrei fare dei

ringraziamenti allaparrocchia e all’oratorio che, nellapersona di donGiuseppe prima,don Franco e donLuca ora,ci hannosempre ospitatonelle loro strutturesportive dimostran-do accoglienza egrande sensibilità verso i ra-gazzi, gli adulti e lo sport ingenerale.Hanno assecondato le nostrerichieste per quanto riguardal’ampliamento della sede,l’installazione degli asciugacapelli e tante altre cose cheora non sto qua ad elencarema comunque numerose....egrazie di cuore di tutto!Per quanto riguarda la situa-zione sportiva esaminiamo lapallacanestro, che ha avuto inquesti tre anni risultati direibuoni con la prima squadra:una volta è arrivata in finaledel campionato di promozio-ne, nel campionato successi-vo è stata eliminata alle semi-finali e al terzo tentativo havinto il campionato ed è statapromossa in serie D anche seripescata. Le squadre giova-nili si sono ben comportate intutti i vari campionati a cuihanno partecipato, in parti-colare in questi ultimi due an-ni partecipando a campionatid’Eccellenza e Open con di-screti risultati facendo risalta-re l’ottimo lavoro loro e degliallenatori. Le annate ’91-’92hanno vinto per due anniconsecutivi il titolo provin-ciale, rimanendo imbattutiper 50 partite consecutive; leannate ’85-’86-’87-’88 si sonoaggiudicati il titolo di cam-pione provinciale Under 21.Nota dolente della pallacane-stro è il minibasket dove si famolta fatica a raccogliereiscrizioni dei bambini per di-verse cause e soprattutto a se-guire le famiglie, gli allena-menti e le partite.

Per la pallavolo sipuò dire che le cosenon vanno male: laprima squadra èstata promossa que-st’anno in secondadivisione cercandodi fare quel salto diqualità necessarioper riuscire a man-tenere questa posi-zione e magari cer-care di proseguire

nel cammino; in questo trien-nio è partito anche il minivol-ley con una discreta adesionedi bambini.In questi tre anni abbiamoavuto l’entrata nella famigliadella Sanmaurense anche delcalcio colmando un vuotoche era stato lasciato. Hannoottenuto risultati sempre increscendo e speriamo che siconfermino a livelli sempremigliori.Cosa bella e importante neltriennio appena concluso èstato l’inizio, con l’aiuto an-che del Panathlon, dell’An-nabella Special Team, cosache ci ha fatto onore e dato lapossibilità di mettere in prati-ca i concetti di accoglienza esolidarietà propri della San-maurense e dell’oratorio.Questa esperienza ci ha por-tati anche alla ribalta cittadi-na e oserei dire anche di piùvisto che siamo stati citati sudiversi quotidiani nazionali eci ha portato a contatto conpersonaggi di primo pianodella pallacanestro italiana.Grazie a questa iniziativa èstato possibile fare richiestadel pullmino a disposizionedella società e dell’oratorio.Fin qui le cose positive, maquante cose potrebbero es-sere fatte meglio...un obietti-vo principale che mi ero po-sto all’inizio della mia presi-denza oltre che cercar di am-pliare il minibasket, linfa vi-tale di tutte le nostre squa-dre, ecco perché ho insistitoper iniziare il minivolley, eral’integrazione della nostraU.S. Sanmaurense nell’ora-

torio e nella parrocchia e quicominciano le dolenti note.Quanto lavoro c’è da fare,perché mi sembra che ciònon sia avvenuto come dove-va avvenire; sarà compito delnuovo consiglio proseguirein questo intento che mi stamolto a cuore. Altra cosa im-portante è cercare una mag-gior coesione e comunicazio-

ne fra le varie sezioni dellapolisportiva; anche qui il la-voro non manca. Di tutto ciòche è stato fatto il merito èda ascrivere a tutti i consi-glieri, i collaboratori del-l’oratorio, che ci hanno sem-pre risolto innumerevoliproblemi e prestato la loroopera nei campi più dispara-ti, e ai simpatizzanti che non

hanno mai fatto mancare laloro presenza.Alla fine permettetemi un rin-graziamento a tutti i consiglie-ri uscenti che hanno fatto delloro meglio per far funzionarela nostra società e che mi han-no sopportato e assecondatoin tutte le mie richieste.Grazie di cuore a tutti.

Claudio Bonizzoni

Inizia da qui la nostra “avven-tura” alla conquista della nevedel Sestriere. Da quasi 13 annipuntualmente ogni anno allaprima settimana di gennaio –questa volta da venerdì 1 a mer-coledì 6 – si ripete per i ragazzi ele famiglie della nostra Parroc-chia questa entusiasmante espe-rienza di vita comunitaria pressola Casa Alpina Don Barra di Pra-gelato. In questi giorni si alter-nano al divertimento sulle pisteda sci momenti di preghiera e digioco condiviso nelle piacevoliserate di inizio anno, il tutto inun’atmosfera familiare in cui sicerca di trasmettere ai più giova-ni la consapevolezza che lo stareinsieme e l’accettare l’altro, vuoldire anche avere la pazienza e ilrispetto dei tempi di ognuno, equesto risulta sicuramente piùfacile da apprendere quando ci sitrova a contatto per diverse oredurante la giornata, e si condivi-dono momenti particolari.

Inizialmente ciò che spingevaognuno di noi a intraprenderequesta esperienza era semplice-mente la voglia di andare in va-canza; ora la richiesta che ogni an-no viene fatta dagli “affezionati”(c’è chi vanta la presenza tredicen-nale!) e dalle “reclute” ci spinge apensare che ora più che mai, ci siala necessità e il desiderio di viveremomenti comunitari, anche congli adulti, che ci arricchiscano e ciaiutino nella nostra crescita perso-nale, rendendoci più consapevoli

del vero significato di amicizia erispetto, e perché no, ci insegninoalcune basilari regole di conviven-za che la vita quotidiana spesso ciporta a dimenticare.Personalmente, ringrazio tutticoloro che in questi anni mi han-no sempre sostenuto e aiutatonell’organizzare questa vacanza“speciale”, rendendola unica ediversa, come unici e diversi so-no i partecipanti a questa “magi-ca avventura” di inizio anno.

Silvia Losi

SalvatoreSantissimo

Sport

Basket, formazione serie D. In piedi, da sinistra: Paolo Colucci, Francesco Bogliani, Andrea Landini, Al-berto Ragni, Giacomo Benazzo, Fabio Poggi, Luca Lanzarotti, Giacomo Bonizzoni. In basso, da sinistra:Ivano Caldera dirigente accompagnatore, Andrea Malinverni, Giacomo Calvi, Edoardo Pagetti, Federi-co Pagetti, Gianluca Carnevale, Andrea Benazzo. Assenti: Marco Uggè, Matteo Bordogna capitano.

Il presidenteClaudio Bonizzoni

Tanti buonirisultati

ma aspettiamopiù bambini

Claudio Bonizzoni riconfermato presidente della Sanmaurense, la nostra Unione Sportiva

Il bilancio delle ultime stagioni e i programmi fu-turi. “Possiamo essere contenti, ma non ci dobbia-mo fermare”. Un appello per nuove giovani leve

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Pronti? Via! Ancora una voltaci aspetta la neve del Sestriere

Un gruppo di nostri ragazzi in vacanza, felici sulla neve

Ormai da 13 anni vacanzaspeciale presso la CasaAlpi-na don Barra di Pregolato.Giochi, preghiere e amicizia


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