Download - Sangiorgio Giuseppe. Ricordi personali
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A mio padre
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Un uomo privo della memoria è in balia di
un’esistenza illusoria..
Andrei Tarkovskij
Quanto segue è la trascrizione dei diari di guerra tenuti dal
nonno Giuseppe a partire dal 22 settembre 1940, giorno
della sua partenza „verso l‟ignoto‟.
La prima parte consiste in una cronaca pressoché quotidiana
del periodo trascorso in Belgio.
La seconda, probabilmente scritta a breve distanza dai fatti
narrati, descrive la prigionia dalla Grecia all‟Austria.
Seguono un discorso che celebra la fine del conflitto
mondiale e una commossa lettera alla mamma, riportate nel
diario a firma di Giuseppe Avolio.
Le ultime pagine sono dedicate alla fine dei combattimenti
nella città di Düsseldorf e alle previsioni per il ritorno in
Italia.
Il manoscritto originale è stato riportato in modo completo e
integrale, pertanto mantenendo inalterate eventuali
imprecisioni e sviste grammaticali, di sintassi o dei
riferimenti.
I rari e sporadici interventi, licenze prese al fine di una più
chiara comprensione del testo, compaiono in carattere
corsivo.
Un ringraziamento particolare va a Mariella che, a sua
insaputa, è stata la fonte principale di informazioni nonché
della ricca documentazione fotografica.
Francesco
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22 Settembre 1940
Questa mattina, quando la mia mamma bussò alla porta della
mia camera dicendomi che era ora di partire, un vivo
rincrescimento si impadronì di me, ma pensando che era
inutile fare smorfie quando il dovere verso la patria chiama,
ho cercato di farmi animo a me stesso e mi sono vestito in
fretta.
Quando scendo in cucina vedo che la mamma piange, bevo
una goccia di caffè, ma a dire la verità non mi passava giù.
Salii in camera a salutare mio padre, mio zio e zia, vedo su
tutti una lacrima negli occhi e mentre salutavo loro il mio
pensiero volava verso l‟ignoto dove il destino mi voleva.
Ritorno in cucina, dato un bacio alla mamma, una stretta di
mano che non finiva più ed eccomi sulla strada buia che mi
conduceva a Bevera dove alle 6 in punto parto con l‟autobus
che mi porterà a Milano Taliedo.
Prima di entrare all‟aeroporto entro in una chiesa, sosto un
po‟ per una preghiera- non potevo fermarmi per la messa
perché era tardi (dato che era Domenica)- e faccio accendere
una candela alla madonna affinché mi aiuti.
Ed eccomi all‟aeroporto.
Verso le 9 con un camion, dopo che mi hanno rifornito di
due pani e salami, caricati gli zaini siamo partiti per
Rogoredo, dove alle 10 con un treno speciale si parte verso
l‟ignoto.
A mezzogiorno il treno si ferma a Brescia, abbiamo il tempo
per colazione e per scrivere a casa la nostra partenza.
I miei compagni di viaggio sono quasi tutti milanesi, così
pure il Serg. Magg. Ramazza nostro capo è di Tortona, non
c‟è male siamo abbastanza allegri.
Arrivati a Trento le donne fasciste mi hanno distribuito dolci
e cartoline e fatti molti auguri, così pure a Bolzano.
Arrivati al Brennero abbiamo fatto un po‟ di sosta, ma dato
che era tardi nella serata sono sceso a prendere un caffè e,
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comperato un po‟ di caramelle, sono risalito a prepararmi un
po‟ di ambiente per dormire, ma dato lo spazio così angusto
in scompartimento di III classe in 4 persone, mi sono
accontentato di sdraiarmi per terra con la coperta.
Ero tanto stanco della giornata che non tardai ad
addormentarmi.
23 Settembre 1940
Al primo risveglio guardo fuori dal finestrino nella
penombra del mattino e comprendo di trovarmi in territorio
tedesco.
Appena fatto giorno passarono davanti a me i meravigliosi
paesaggi tedeschi con le linde e fiorite casette tipo tirolese,
la vista di queste praterie e case faceva più impressione dato
che il tempo era bello e il sole illuminava tutto.
Alla prima fermata, Monaco, grande accoglienza da parte
della popolazione: organizzazioni ci hanno offerto caffè,
pane nero, salame e sigarette a volontà, così pure per le
stazioni che ci fermavamo ho potuto constatare l‟entusiasmo
del popolo tedesco con noi: ci salutava augurandoci buona
fortuna e un ritorno vittorioso.
Eccoci a Francoforte, approfittiamo di una fermata un po‟
lunga per scendere al ristorante a prendere una Birra dato
che qua in Germania l‟unica bevanda è questa ma in
complesso è buona.
Questa birra è stata la prima spesa in territorio tedesco: 15
fennici.
Si aveva avuti 10 Marchi dato che le lire italiane non si
possono spendere qua.
Ormai era venuta la sera, con una nebbia e acqua non ci è
restato altro che buttarsi a dormire come si poteva.
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24 Settembre 1940
Dopo una notte passata piuttosto male dormendo sui sedili
duri del treno, l‟alba mi trova lungo i meravigliosi paesaggi
tedeschi che sfioravano da una nebbiolina proprio autunnale,
ma si prevedeva una buona giornata.
Mentre il nostro treno scorreva paesi e borgate si riceveva
l‟accoglienza da parte dei cittadini tedeschi: è cordialissima,
ci fanno capire lo spirito che corre tra i due paesi in armi.
Alle 9 arriviamo a Colonia dove una grande manifestazione
ci era preparata, le organizzazioni naziste ci hanno offerto
sigarette e caffè.
In questa città abbiamo potuto scambiarsi poche parole con
italiani residenti in quella città, il nostro morale è altissimo
di fronte all‟entusiasmo della folla.
Alle 11,30 siamo fermati al confine tedesco-olandese dove
abbiamo cambiato i marchi tedeschi con marchi di
occupazione.
Nel frattempo al ristoro militare ci hanno offerto purè di
piselli con caffè a volontà, in complesso era buono malgrado
che noi non siamo abituati a questi cibi.
Alle 10,30 si parte e si entra in territorio olandese.
Dopo pochi chilometri abbiamo subito constatato i terribili
effetti della guerra: reticolati divelti, fortini spazzati, piccoli
e grandi ponti travolti dove il treno prosegue piuttosto
lentamente.
Nella popolazione abbiamo trovato freddezza e in noi
automaticamente tutto l‟entusiasmo sé spento; ognuno non
canta e non ride più, pensa al destino che va incontro.
Mentre succede tutto questo cambiamento passa davanti a
noi come uno scenario di piccole casette in fiore e bestiame
che pascola con qualche mulino a vento che funziona con le
sue larghe pale.
La coltivazione di terreno è ottima.
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Verso sera siamo fermati a Tilburg, cittadina di olandesi da
parte tedesca.
Abbiamo avuto minestra, caffè e nello stesso istante
abbiamo avuto una ardente manifestazione da parte di
militari tedeschi di passaggio in quella stazione.
Nella notte abbiamo passato la frontiera belga e siamo
passati da Brussel dove non siamo scesi perché era buio
pesto.
25 Settembre 1940
Svegliandomi dopo una discreta dormita in territorio Belga
la nostra prima cosa è attaccarsi al tascapane dove c‟era un
po‟ di qualche cosa; il nostro stomaco invoca un po‟ di tutto
-pane, cioccolato, galletta, carne in scatola- sapendo che a
mezzogiorno si doveva arrivare sul posto a noi assegnato.
Alle 11.30 arriviamo a Cortrai1 dove ci siamo fermati solo
per staccare diversi vagoni che facevano parte del nostro
convoglio.
Alle 13 siamo scesi zaino in spalla alla piccola stazione di
Vevergem2, nostro posto di destinazione.
Uscendo tutti inquadrati dalla stazione siamo incamminati a
piedi attraverso le deserte vie di quel paese dove la scarsa
popolazione ci guardava come esseri nuovi per loro,
guardandoli in faccia si constatava la loro sorpresa ma nello
stesso tempo l‟indifferenza verso noi.
Arrivati in un locale dove a vista d‟occhio abbiamo
compreso essere una scuola, con mia sorpresa trovai lettini e
brande con i rispettivi materassi di lana.
Sistemati in fretta i nostri zaini siamo usciti in cortile dove i
camerati tedeschi ci portarono il rancio, carne, patate,
1 Courtrai
2 Wevelgem
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minestra di verdura e un pezzo di pane nero; in complesso
era tutto buono anche per i più difficili in fatti di mangiare.
Tutto il resto della giornata passato in camerata a raccontarci
le nostre impressioni.
Alla sera caffè e marmellata, dopo, verso le 20, a letto,
perché dopo tre giorni di viaggio sentivo il bisogno di
ristorare un po‟ le forze.
26 Settembre 1940
Dopo una buona dormita - verso le 7 sveglia – ci siamo
recati in cortile a prendere il caffè con marmellata e un
pezzo di pane nero.
Questa mattina poi, per farsi un po‟ di pulizia dopo tre giorni
di viaggio, non abbiamo potuto dato che non c‟era acqua,
pazienza non si poteva fare miracoli.
Verso le 9 siamo andati alla stazione a scaricare del
materiale arrivato con noi.
Dopo aver scaricato sui camion diversi vagoni di materiale e
trasportato a Curtrai al magazzino viveri, arrivati in caserma
verso le 14 abbiamo saltato anche il rancio e ci siamo
accontentati di una galletta e di una scatoletta di carne.
Alla sera un po‟ di caffè e un pezzo di salame con pane nero.
Dato che si mangia rancio tedesco in complesso non si può
lamentarsi, trovandosi in guerra non si può pretendere tutto
quello che si vuole.
Mentre succede tutto questo il mio pensiero vola ai nostri
paesi e alla mia casa dove il più delle volte non ero contento
neanche di cibi più buoni.
L‟acqua non si può bere, il motivo non lo so.
Fuori in libera uscita non si può andare perché ancora non
siamo in regola con i documenti dato che trovandosi in terra
straniera dobbiamo avere una tessera speciale.
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27 Settembre 1940
Appena alzato vado alla porta, guardo fuori e vedo che c‟è
una splendida giornata dopo diversi giorni di tempo incerto.
Verso le 9 adunata dove il nostro comandante Cap. Viola, un
uomo un po‟ burbero e di modi un po‟ rudi, mi spiega in
poche parole come dobbiamo comportarci qua, dato che
trovandosi in terra straniera noi, come rappresentanti
dell‟arma azzurra italiana, dobbiamo fare in modo che sia la
popolazione sia i camerati tedeschi si abbiano a convincersi
che gli italiani sono dei soldati educati e disciplinati.
“Per coloro – continua il Capitano- che non si
comporteranno come si deve saranno presi provvedimenti
disciplinari”.
Termina con la speranza che le sue esortazioni siano messe
in pratica per il nostro bene e ci comunica l‟indirizzo per
scrivere a casa: AEROPORTO N. 5 POSTA MILITARE
940.
Avendo tempo libero fino a mezzogiorno scrivo una lettera a
casa per assicurare i miei genitori del mio ottimo arrivo a
destinazione, ma non posso dire dove mi trovo per ragioni di
sicurezza.
A mezzogiorno andiamo all‟aeroporto a mangiare, dove ha
cominciato a funzionare la cucina italiana: non c‟è male per
il rancio e si ha un bel refettorio.
Per tutta la durata del pomeriggio siamo rimasti a riposo,
alla sera, dopo il II rancio ci siamo fermati per forza in
camerata a discorrere tra di noi sul posto dove ci troviamo.
Nella serata ho avuto la gradita sorpresa di trovare tra i
compagni Buzzi di Bosisio, con il quale già ci conoscevamo
da civili e siamo rimasti sorpresi a vicenda di trovarsi tutte e
due a Vevelgem in Belgio.
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28 Settembre 1940
Alla sveglia mi trova già sveglio.
Il tempo è un po‟ bizzarro, c‟è un po‟ di nebbia, ma noi si
spera in una buona giornata.
Ma verso le 9, quando mi incammino verso l‟aeroporto per
mettere a punto con i miei compagni di squadra le sezioni
luci a cui sono assegnato, il tempo cambia e incomincia una
arietta frizzante che più tardi si cambierà in pioggia, per poi
tornare il sole.
I miei compagni di squadra sono:
Serg. Maggiore Elet. Ramazza Giovanni
I av. ” De Ruo Antonio
I av. ” Cossu Adriano
av. sc. aut. Pizzigoni Emilio
av. sc. ” Magni Franco
av. sc. ” Milani Guerrino
av. sc. Elet. Casalegno Francesco
av. sc. ” Cacciola Salvatore
av. sc. ” Buzzoni Salvatore
av. sc. ” Eufili Guerrino
av. sc. ” Ruscillo Alfredo
av. sc. Gov. Martino Giuseppe
av. sc. Gov. De Lucis Alfonso
All‟aeroporto abbiamo sistemato le sezioni, provato i motori
e fatto pulizia.
Abbiamo impiegato fino a sera.
Durante la prima giornata di comunanza con i miei
compagni di squadra c‟è qualcuno che con i suoi fatti e
parole e il modo di comportarsi fa sì che io credo che non si
potrà avere un affiatamento completo, che sarebbe così bello
tra compagni ad avere la massima comprensione, però io
spero che con il tempo forse si potrà andar bene, dato che il
nostro Serg. Magg. è uno di quelli che comprende lo stato in
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cui viene a trovarsi i suoi dipendenti e cerca di aiutarli fin
dove è la sua possibilità.
Questo l‟ho potuto comprendere in questi pochi giorni di
vita con lui.
Alla sera, in caserma, ho scritto a casa e allo zio sperando
che questi miei scritti li riceveranno presto.
Verso le 21, dopo una preghiera, sono buttato sotto le
coperte.
La camerata dove noi alloggiamo c‟è il riscaldamento a
trasmissione si sta mica male.
29 Settembre 1940
Verso le 8, quando con i miei compagni ci siamo avviati
verso l‟aeroporto, c‟era un‟ariettina fresca che mi dava un
po‟ fastidio, noi abituati in Italia più al caldo.
Mi sono preso un raffreddore.
Questo è il primo regalo dei belgi, spero però che il territorio
belga non me ne dia ancora di questi regali.
A mezzogiorno, quando tutti inquadrati eravamo al rancio, ci
comunicarono il nuovo indirizzo: AEROPORTO 792
POSTA MILIT. 940.
Nel pomeriggio ho scritto a casa e al parroco.
Alla sera mi sono coricato presto dopo aver passato la serata
con Buzzi di Bosisio abbiamo revocato la nostra vita e le
difficoltà e soddisfazioni del nostro lavoro.
30 Settembre 1940
Dopo la sveglia e preso il caffè, verso le 8 ci siamo recati
all‟aeroporto; abbiamo messo in moto i motori delle sezioni
e fatto un po‟ di pulizia, è arrivato mezzogiorno senza
saperlo.
Dopo il rancio, rientrati in caserma, mi hanno mandato a
Curtrai al magazzino viveri dove abbiamo lavorato molto a
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mettere a posto una grande quantità di materiale dividendo
qualità da qualità.
Alla sera, ritornato in caserma, sono coricato presto dato che
ero un po‟ stanco del lavoro fatto durante la giornata.
1 Ottobre 1940
Questa mattina all‟adunata mi hanno preso tutte le
generalità.
Dato che eravamo molti c‟è voluta fino quasi mezzogiorno.
Dopo il rancio mi sono fermato alle sezioni luci dove il
pomeriggio l‟abbiamo passato a raccontarsi le barzellette.
Il tempo è bello ma quella ariettina che viene dalla manica
mi fa continuare un raffreddore che da quando sono arrivato
non mi è ancora partito.
La serata passata tranquillamente.
2 Ottobre 1940
Al mattino c‟è stata la rivista da parte del nostro comandante
Magg. Trevisan, da quello che ho potuto capire è un uomo
calmo ma severo.
Lui mi ha esortati a cercare di fare bene il nostro dovere, per
il nostro bene e per far si che tutti coloro che siamo vicini
abbiano ad avere una buona impressione da noi.
A mezzogiorno rancio ottimo, non si può lamentarsi solo che
non c‟è il vino e l‟acqua non si può bere mi danno una
piccola bottiglia di acqua gasata.
Nel pomeriggio ho fatto un po‟ la lavandaia, alla sera con il
serg. Gracciotti, che conoscevo già da Loreto, siamo usciti di
contrabbando recandoci al dopolavoro tedesco.
Ho costatato che è un bel ambiente.
Era, si vede, una specie di teatro non so per quale scopo,
dato che l‟ambiente, per quello scopo, è troppo angusto.
Abbiamo bevuto la birra e verso le 21 siamo rientrati.
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La cosa più che mi dispiace è che dato noi non sappiamo il
tedesco bisogna sempre tacere anche quando i tedeschi ci
rivolgono qualche parola.
3 Ottobre 1940
Per tutta la giornata una nebbiolina persistente che solo nel
pomeriggio verso le 14 il sole ah fugato.
La giornata è stata lunga e noiosa dato che lì alle sezioni non
si aveva niente da fare, solo per passatempo si raccontava a
vicenda delle barzellette.
La serata passata in camerata dato che non si può uscire.
Speriamo che questa libera uscita sia presto.
4/11/1940
Questa mattina, quando il cap. di giornata ha fatto la sveglia,
un forte acquazzone con vento batteva le finestre della
camerata.
La mattina, dato il tempo brutto, siamo rimasti in camerata
mentre nel pomeriggio alla sezione luci abbiamo fatto un po‟
di pulizia.
Serata a dormire presto.
5 Ottobre 1940
Questa mattina caffè senza pane per caso avevo anche fame,
pazienza vorrà dire che a mezzogiorno mangerò con più
appetito.
Ma pensando dove mi trovo devo ringraziare il signore di
aver trovato quello che non credevo, sia come trattamento,
sia come rancio, sia come compagni non posso lamentarmi,
si vive.
Il pensiero che più mi sta a cuore è per la posta, sono 11
giorni che ho scritto e non ho ancora ricevuto niente.
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Per me tiro avanti, il più è che abbiano ricevuto a casa miei
scritti per non farli stare in pensiero.
Per tutta la giornata niente lavoro, quello più grosso è lavare
il gamellino3.
6 Ottobre 1940
Questa mattina siamo andati alla messa nella
cattedrale della città, una Chiesa bellissima ma piuttosto
provata dalla guerra.
Il campanile esterno è tutto rovinato, i vetri intorno alla
chiesa tutti bucherellati, ma durante la messa tutti noi siamo
rimasti meravigliati dalla maestosità del tempio, il rispettoso
contegno della popolazione e la musica sacra che mi faceva
venire un certo rimpianto pensando al mio paese e Chiesa
nella quale ho vissuto i diversi momenti della mia vita.
Nel pomeriggio 50 di noi siamo stati invitati al dopolavoro
tedesco, dove la musica tedesca ha tenuto un concerto in
nostro onore. Molto applaudita la musica.
7/10/1940
Durante la giornata niente di nuovo.
Solo la sera, per puro caso, ho fatto la conoscenza con
Vignati di Canegrate, giovane ascritto all‟ a.c.4 con il quale,
dopo avergli detto la mia appartenenza all‟a.c., siamo rimasti
in cortile a parlare in completa armonia di questioni di
carattere religioso.
3 Contenitore-pentola in rame o ferro stagnato, grande a
sufficienza da farvi cuocere una libbra di carne. 4 Azione Cattolica
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9/10/1940
Oggi il nostro comandante ha fatto noto a tutti noi una
circolare del Gen. Fugier, il quale ci invita di essere pronti a
qualunque evenienza, purché si abbia a fare il nostro dovere
verso la patria, la quale da noi aspetta il segno della vittoria e
che i nostri alleati tedeschi si facciano un concetto esatto del
nostro valore e disciplina che finora abbiamo dimostrato di
possedere.
Alla sera mi sono coricato presto, però prima abbiamo
recitato il Rosario con Vignati.
10/10/40
Questa mattina ci siamo alzati un po‟ prima del solito per
fare la pulizia completa di tutto perché doveva venire il Gen.
Fugè a fare una visita.
Abbiamo puliti tutta la C.E.A. e la sez. Luci.
Abbiamo messo in moto i motori e caricato le batterie.
Nel pomeriggio abbiamo fatto una partita al pallone con i
tedeschi i quali sono stati cordialissimi con noi.
11/10/40
Questa mattina nel recarmi all‟aeroporto sono entrato con
diversi miei compagni in un negozio dove ho comperato un
paio di mutandine.
Appena usciti ho saputo che dei miei compagni aveva preso
della roba abusando della buona fede della padrona.
Appena venuto a conoscenza di ciò li ho invitati a restituire
ciò che loro avevano preso, ma per tutta risposta mi dissero
di pensare ai fatti miei.
Da quel momento è entrato in me un senso di disgusto e di
compassione verso di loro pensando in qual baratro erano
cascati.
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Giornata nera per tutti.
Alla sera ho fatto una preghiera per loro affinché iddio gli
faccia conoscere il male che hanno fatto a loro e alla povera
donna per il danno subito.
Mi sono coricato non senza il dispiacere di avere compagni
così.
12/10/40
Giornata bella ma un po‟ triste per tutti noi perché il
comando è venuto a conoscenza del fatto di ieri.
Siamo stati chiamati quali testimoni del fatto dal
comandante nostro il quale ci ha fatto rilasciare da ognuno di
noi una dichiarazione di come era successo il fatto.
A Mezzogiorno è arrivata la musica italiana che ha tenuto un
concerto a noi tanto gradito.
Alla sera mi sono coricato presto per evitare di pensarci a
quello che era successo pensando a come se la caveranno i
miei compagni.
13/10/40
Questa mattina, essendo domenica, mi sono recato con tutti i
miei compagni inquadrati alla messa nella cattedrale.
Dato che tutta la chiesa era piena di fedeli, noi militari c‟è
stato dato il posto sull‟altare maggiore dove ho potuto
assistere alla messa bene.
Solo al vangelo non ho potuto capire niente perché parlava
Belga.
Durante la messa canti e musica sacra qualche armonia di
sciubert.
Nel pomeriggio ho avuto la soddisfazione di sapere che alla
sera c‟era la libera uscita, così un po‟ contento ho scritto a
casa.
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Dopo il II rancio sono andato in libera uscita con Vignati e
Scotti, abbiamo bevuto diverse birre ma con nostro
dispiacere di non poter parlare con persone civili e militari
Tedeschi perché non sappiamo né francese e tedesco, però
mi sono promesso di imparare un po‟ di queste lingue.
Ritornando alla sera in caserma, dopo circa 2 ore di uscita,
abbiamo recitato il rosario lungo le vie buie e oscure di
Vevergem.
14/10/40
Questa mattina, incamminandoci verso l‟aeroporto, ho
comperato delle buste da lettere e ho scritto alla zia
Margherita, a Stefano Motta, a casa.
Nel pomeriggio alle sezioni luci ho avuto una discussione di
carattere religioso con i miei compagni, ma non sapevo
neanche io se era meglio tacere.
Io ho cercato di fargli capire certe cose, non so quale effetto
abbiano fatto le mie parole.
Però ho costatato che, malgrado che loro abbiano parlato
tutti contro la religione, di fronte hai fatti loro, vivendo
insieme, sono convinto che è il contrario.
Alla sera sono ritornato al caffè della sera prima, dove ho
potuto intendersi qualche parola in francese.
Siamo stati allegri, rientrando in caserma abbiamo recitato il
rosario.
15/10/40
Oggi, al nostro risveglio, abbiamo trovato una nebbiolina
fredda che passava dentro nelle ossa.
Più tardi all‟aeroporto abbiamo caricato le batterie.
Durante questo lavoro diversi miei compagni sono andati in
caserma a prendere le cassette e brande perché devono
andare a dormire qua vicino all‟aeroporto in una palazzina.
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Nel pomeriggio mi ha chiamato il Maggiore in ufficio con i
miei compagni e mi ha domandato spiegazioni su quello che
era capitato al mattino giorno 11/10/40.
Alla sera ci siamo divertiti cercando di afferrare qualche
parola in francese dato che la persona lo parla bene e per noi
è abbastanza facile.
16/10/40
Giornata bella e tranquilla, niente di nuovo da segnalare,
solo hanno aperto il nostro spaccio cooperativo, ma non c‟è
che sigarette e poco altro.
Ho comperato poco.
Alla sera con Vignati tranquillamente siamo andati al
Camposanto.
17/10/40
Durante la giornata niente da segnalare, solo è che sono un
po‟ inquieto perché non ho ancora ricevuto ancora posta da
casa.
Questo è per me una cosa molto dura, essere lontano come
posizione e anche con scritti che sono gli unici conforti di un
cuore che ardentemente pensa alla casa e alla patria lontana.
Ma alla sera, però, sono coricato tranquillo sperando di
ricevere al giorno appresso.
19/10/40
Dopo la sveglia e il caffè ho avuto, dopo lungo tempo, di
ricevere posta da casa, una lettera da mio padre e Giulio i
quali mi assicurano che tutto procede bene e che stanno
bene.
Questo per me è stato di somma consolazione.
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Durante la giornata niente di nuovo, solo alla sera ho avuto
la consolazione di sentire nel giornale la voce della patria.
Nel caffè dove vado con Vignati e Scotti è un posticino
tranquillo e abbiamo fatto una certa amicizia con i padroni e
figli, incominciamo anche a sparlare francese.
19/10/40
Giornata tranquilla, niente lavoro, solo nel pomeriggio ho
fatto la lavandaia.
Alla sera, alle 19.30, al solito caffè, ho sentito alla radio, da
Roma, un appello di un vescovo missionario che faceva a
tutto il mondo per un aiuto materiale dato i gravi bisogni che
le missioni hanno in questo momento.
Dopo una chiaccherata ritorno in caserma.
20/10/40
Questa mattina siamo andati alla messa.
Al ritorno, con un camion, siamo andati all‟aeroporto dove
sono fermato fino a sera.
Lavorare niente.
Alla sera, come al solito, mi trovavo al caffè. Erano circa le
20.30 quando sento dei colpi stani, nuovi per me.
Automaticamente vedo che le figlie del padrone e diverse
donne che si trovavano nel locale si mettono le mani nei
capelli e scappano in cantina.
Allora compresi cosa era.
Era l‟artiglieria contraerea che sparava ad aeroplani nemici.
I colpi sono continuati per un paio dore, però sono tornato in
caserma e mi sono messo a dormire dato che ero stanco.
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21/10/40
Giornata bella, niente da segnalare di importante solo ho
potuto bere una tazza di vino allo spaccio nostro dato che da
quando sono partito non lo bevo più salvo della birra.
Alla sera al solito caffè.
22/10/40
Questa mattina sveglia con una nebbia e acqua, preludio che
l‟inverno si avvicina.
Niente da segnalare solo alla sera nella nostra camerata c‟è
stato il cinema „squadrone Bianco5‟.
23/10/40
Questa mattina tempo brutto, ma per me è bello perché ho
ricevuto posta da casa, dalla quale sento che tutto procede
bene come lo è di me.
Alla sera a Curtrai abbiamo presenziato a un trattenimento,
una specie di varietà con canti di pezzi d‟opera italiani.
Il comando italiano ci ha offerto la birra per tutti.
5 Squadrone Bianco (1936), regia di Augusto Genina. Tratto dal
romanzo l‟Escardon blanc di Joseph Peyrè.
Il film fu finanziato direttamente dal governo fascista perché
esaltasse la colonizzazione italiana in Libia e la conseguente
missione di civilizzazione che l‟Italia vi avrebbe svolto, in
concomitanza con la conquista dell‟Etiopia e con la proclamazione
dell‟Impero.
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24/10/40
Tempo è bello solo è arrivata un‟arietta frizzante che è tutta
speciale.
Durante la giornata tutto normale, non abbiamo niente da
fare alla sez. luci perché non abbiamo nessun servizio per
illuminazioni o altro.
Alla sera ho sentito la radio che comunicava notizie italiane.
25/10/40
Questa mattina, dato che faceva freddo, vicino alle sezioni
luci abbiamo acceso un fuocherello fino a mezzogiorno, si
stava lì intorno tutti insieme a raccontare ognuno la sua.
Nel pomeriggio sono andato a Curtrai alla stazione dove
abbiamo sgobbato fino a sera a scaricare materiale.
Alla sera, alla radio, abbiamo appreso che i nostri aeroplani
facenti parte del C.A.I.6 sono andati per la prima volta a
bombardare l‟inghilterra.
26/10/40
Al mattino, tornando alla sezione Luci, sento che Pizzigoni
con Ruscillo, Casalegno e il serg. Maggiore sono partiti per
Brusselle con la sez. Luci chiamati urgentemente per
servizio.
Nella mattinata abbiamo caricato le Batterie.
Per Brussel con la sez. Luci è partito anche il gamellino.
Tutta la giornata passata normale e la serata passata al caffè
solito.
6 Compagnia Aeronautica Italiana
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27/10/40
Questa mattina, dopo la messa, trovo i miei compagni che
erano tornati da Brusselle, i quali mi comunicarono che da
qua dobbiamo essere trasferiti.
Questo mi è stato di dispiacere, pensando che ormai ci siamo
abituati a questo paese e anche ambientati.
Mi dispiace anche perché devo lasciare compagni come
Vignati e Scotti, con i quali si va così d‟accordo che è un
piacere.
È la vita che è così; ero a casa, via sotto le armi; mi trovavo
bene a Vergiate, via nel Belgio.
Niente di notevole da segnalare.
28/10/40
Oggi, anniversario della marcia su Roma7, ci siamo radunati
nella nostra camerata dove il nostro Comandante maggiore
Trevisan, con poche parole ha rievocato la fatidica data e
tutto quello che è sorto sotto la guida del Duce.
Mi hanno distribuito la tessera, che è come un lasciapassare
e nello stesso tempo un documento con il quale, in caso di
bisogno, può servirmi anche per avere aiuto dalle autorità
tedesche.
Nel pomeriggio siamo andati a ritirare gli stivali che sono di
vacchetta cerata con ferro e chiodi proprio in gamba, li ho
messi subito vanno benone.
Alla sera alla casa del soldato dove aver presenziato a un
documentario tedesco e il film Ettore fieramasca8.
Alle 20 abbiamo preso parte ad un rancio italiano con invito
di camerati tedeschi.
7 28 ottobre 1922
8 Ettore Fieramasca (1938), regia di Alessandro Blasetti, con Gino
Cervi e Osvaldo Valenti. Tratto da Ettore Fieramasca o la disfida
di Barletta di Massimo D‟Azeglio.
30
Serata tranquilla e allegra terminata con un brindisi di
sciampagn alla vittoria delle nostre armi.
29/10/40
La mattina l‟abbiamo passata vicino a un fuocherello da noi
acceso lì alla sezione Luce che si trova in mezzo a un
campo.
Nel pomeriggio mi hanno dato il pastrano e diverse cose per
l‟inverno.
Alla sera sono andato al caffè dove con il padrone abbiamo
parlato come si poteva dei costumi del paese. Ci siamo intesi
come abbiamo potuto.
Il padrone si chiama Lapare Giorgio.
30/10/40
Questa mattina, mentre si stava prendendo il caffè, sono
venuto a sapere che l‟italia aveva dichiarato guerra alla
Grecia e che le truppe italiane sono già entrate in Grecia9.
Nel resto della mattina e per tutta la giornata abbiamo
lavorato dietro alle sezioni luci a provare i motori e il
contaldi con il faro, fatto rifornimento completo.
Alla sera al caffè sentito il giornale radio.
31/10/40
Questa mattina tempo brutto, ho preso l‟occasione per
scrivere a Osvaldo e a casa e a Margherita.
Nel pomeriggio abbiamo lavorato alle sezioni dato che
dobbiamo partire, questo mi dispiace perché dovrò lasciare i
più cari amici
9 L‟invasione della Grecia da parte delle truppe italiane dislocate in
Albania avviene la mattina del 28 ottobre 1940.
31
Mentre si faceva rifornimento di benzina, per sbaglio, ci
hanno messo dentro l‟acqua nel serbatoio.
Serata tranquilla.
1/11/40
Oggi, giorno dei Santi, avevo il desiderio di confessarsi, ma
non mi è stato possibile perché non so spiegarmi bene in
francese.
Dopo aver ricevuto la paga di 11 marchi e mezzo siamo
andati alla messa delle 10 solenne dove la mia vista ha
potuto vedere i grandiosi paramenti e cerimonie un po‟
diverse dalle nostre e la messa cantata del perosi10
a tre voci.
Nel pomeriggio siamo andati a Curtrai a vedere una partita
di calcio alla quale la squadra Belga superava quella tedesca
per 3 a 2.
Nella serata sono stato al cimitero con Scotti, ma mentre si
tornava e si andava al caffè solito è suonato l‟allarme aereo e
mi è toccato fermarsi alla casa del soldato a bere la birra.
2/11/40
Tempo discreto, la mattina lo passata a fare la lavandaia.
Nel pomeriggio, alla caserma, è arrivato il nostro cappellano,
il quale ci ha invitato a confessarsi e in poche parole mi
disse di comportarsi da veri soldati e di ricordarsi il nostro
dovere verso iddio.
Alla sera, malgrado il tempo brutto, vento e pioggia, siamo
recati al cimitero a recitare il rosario per i morti.
Alla sera siamo andati al caffè solito ma siamo tornati presto
perché al mattino seguente si doveva fare la comunione.
10
Lorenzo Perosi (1875-1956).
32
3/11/40
Al mattino, verso le 7.30, il nostro cappellano iniziò la santa
messa.
Dopo poche parole di circostanza al vangelo, prima della
fine della messa ci è stata distribuita la santa comunione a
molti di noi e anche a operai civili italiani che si trovano qui
con noi.
Verso le 9 la solita visita medica.
Nel pomeriggio, in un cinema di Cortrai, abbiamo assistito a
un concerto della musica italiana e un specie di varietà in
lingua tedesca, in complesso si siamo divertiti.
Alla sera, al solito caffè, dato che a giorni devo partire, i
Leperre hanno voluto una mia foto contraccambiata con una
della sua signorina.
4/11/40
Oggi, per tutta la giornata, tempo brutto.
Niente da segnalare solo siamo rimasti rinchiusi per il
tempo.
Alla sera con Vignati e Scotti siamo andati al Dopolavoro
tedesco.
5/11/40
Questa mattina eravamo lì alla sezione luci quando è
arrivato un ordine dal comando di „preparate tutto‟ che si
doveva partire.
Ci siamo affaccendati tutto il giorno a preparare tutto e
caricare sopra due camion il poco materiale a noi assegnato.
Nel pomeriggio ho preparato lo zaino e alla sera sono andato
al cinema.
33
6/11/40
Appena alzato, salutati i più cari amici, sono uscito dalla
caserma incamminandomi verso l‟aeroporto.
Passato davanti alla chiesa siamo entrati per una preghiera.
Arrivati all‟aeroporto con un tempo pessimo, vento e acqua.
Siamo partiti da Vevergem alle 9 incamminandoci verso
Ostenda, dove la abbiamo raggiunta verso le 12.30.
Da Ostenda siamo partiti e siamo fermati in un campo di
fortuna vicino a circa 500 metri dal mare del nord, che verso
le 15.30 ho avuto occasione di vedere essendo andato a
ritirare le brande lì al paese Middelcherche, una grossa
borgata nella quale ci sono una infinità di caffè, ristoranti,
Otels di gran lusso avendo una spiaggia bellissima.
Alle 18 abbiamo mangiato con i tedeschi pane nero, burro,
pesce in scatola, tè e sigarette.
Alla sera, in un salotto dove si trovano i tedeschi essendo
una bellissima casa civile, seduti su ampie poltrone abbiamo
ascoltato la radio.
Per il cambiamento non c‟è male, per adesso il posto dove
alloggiamo è una specie di palazzina fabbricata però di
legno, che guardandola di fuori sembra davvero una casa11
.
Riguardo ai camerati tedeschi siamo circondati dalle cure
più premurose a nostro riguardo per tutto quello che può
interessarsi a noi per la nostra nuova sistemazione, dato che,
non avendo nessun comando italiano vicino, dobbiamo
chiedere tutto a loro.
Ho dovuto constatare che tra di loro esiste un cameratismo
tra soldati ufficiali e sottoffuciali che tra noi italiani,
malgrado tutto lo sforzo dei nostri comandanti superiori a
questo riguardo, sarà una cosa difficile a realizzare, dato che
si sente troppo il distacco tra militari e graduati.
11
Cfr. doc. foto. p. 73
34
Una cosa che non dimenticherò è questa: certi sergentelli,
che a dire la verità non possono conoscere bene ancora la
vita, in diverse occasioni ci insultavano dicendoci Truppaia,
bestie e tante parole altre che neanche per ridere si
dovrebbero dire.
Tutto questo è capitato a Vevergem.
Tutto questo non mi si cancellerà mai dalla mente fino che
vivrò sotto la divisa militare, dopo aver costatato con quale
gentilezza i tedeschi si trattano a vicenda.
Questo, per canto mio, è uno dei fattori principali per
vincere tutti gli ostacoli dato che sono uniti col corpo ma è
più il morale che fa vincere gli ostacoli.
7/11/1940
Dopo una notte un po‟ movimentata, dato che siamo
circondati dall‟artiglieria contraerea e da costa per tutta la
notte casi isolati di sparatoria verso gli inglesi che
sorvolavano questo territorio.
Ci siamo alzati alle 8 al mattino e, dopo essersi fatti un po‟
di pulizia, ci siamo recati dai tedeschi dove mi avevano
preparato la colazione, caffè e pane.
Nella mattinata trascorsa velocemente abbiamo sistemato
per bene un po‟ le nostre cose.
A mezzogiorno abbiamo mangiato patate con sugo, rape
cotte e un pezzo di carne, non si può lamentarsi anche come
quantità abbastanza.
Tutto il pomeriggio l‟abbiamo impiegato a sistemare la
sezione luce.
Alla sera, dopo cena, abbiamo incominciato a sentire colpi di
cannone e fari potenti in cerca del nemico che a prima vista
mi fece impressione, ma poi guardavo con un senso di
curiosità.
Durante questo movimento qualcuno dei miei compagni si è
impensierito sul serio.
35
Da parte mia ho alzato gli occhi al cielo abbandonandosi
nelle mani di colui che tutto può.
La notte in parte è passata tranquilla.
Nella nostra camerata, come quella dei miei compagni, è
stata sistemata la stufa.
8-11-40
Dopo una notte tranquilla nella seconda parte, quando
abbiamo aperto gli occhi e guardato fuori erano le 8, ma
quello che più ci fece piacere era il tempo che era bello.
Nella mattina abbiamo fatto la buca per mettere il bidone per
l‟acqua per far si che non geli di notte.
A mezzogiorno abbiamo mangiato con appetito patate con
sugo e carne; quando si ha appetito non si guarda tanto alla
qualità e basta che ci sia la quantità.
Nel pomeriggio abbiamo fatto la prova del contaldi, per
vedere quanto tempo ci si impiega in caso di bisogno a
preparare tutto.
La manovra è stata fatta abbastanza velocemente.
Credo che dove siamo non potremo lamentarci: siamo serviti
a tavola come signori, abbiamo un bellissimo salotto dove si
può stare a sentire la radio seduti su ampie poltrone e per di
più anche come posizione dove si troviamo, pensando a tanti
miei compagni che si trovano in mezzo ai boschi qua e nelle
terre infocate dell‟africa.
La notte è stata movimentata da fasci di luce e colpi di
cannone.
9-11-40
Questa mattina, dato che è domenica, si voleva andare a
messa, ma non si è potuto.
Sono stato in camerata a scrivere e cercando di imparare
qualche parola in tedesco che qua è utilissimo.
36
Nel pomeriggio un sottufficiale tedesco ci porto qua in un
paese vicino Middelcherche.
Dato che questo paese è un posto di villeggiatura ci sono una
infinità di alberghi tutti occupati da tedeschi.
Noi siamo stati all‟otel Vittoria dove abbiamo preso caffè e
qualche pasta offerti dal sottuff. Tedesco.
Dato l‟ambiente di lusso mi pareva una cosa strana vedendo
dentro tutti militari.
Dopo aver percorso un po‟ le vie della città mi sono fermato
da un fotografo, mi sono comprato una macchina
fotografica, ho speso 22 Marchi.
Dopo, in riva al mare, ho fatto fotografie con marinai
tedeschi.
Mentre si tornava a casa abbiamo dovuto fermarsi per forza
in un caffè dove diversi soldati tedeschi ci hanno offerto
birra in quantità, dato che loro ne bevono senza contare.
Abbiamo constatato con quale slancio di cameratismo ci
hanno trattati.
Nel ritorno abbiamo preso un tale acquazzone che persino
gli stivali erano pieni di acqua.
Serata tranquilla.
11-10-40
Durante la giornata niente di importante da segnalare.
Al mattino lavato il pavimento della camerata e nel
pomeriggio pulizia completa alla sezione luci. Serata
tranquilla.
37
12-11-40
Giornata brutta, vento e acqua in abbondanza.
La mattina sono stato in camerata e nel pomeriggio sono
andato a ritirare le foto fatte, ma ho avuto la delusione di
constatare che non erano venute.
Alla sera lo passata alla radio e mi sono coricato presto,
prima però mi sono preso, qua in un caffè vicino, una tazza
di Birra.
Serata e notte tranquilla.
13-11-40
Oggi per tutta la giornata tempo bizzarro, solo verso
mezzogiorno è uscito il sole.
Noi abbiamo approfittato di questo per fare una passeggiata
al mare a fare fotografie12
.
Niente da segnalare.
Serata tranquilla.
14-10-40
Questa mattina, dopo una serie di giornate un po‟ buie, il
sole si è fatto vivo.
Tutta la giornata lo passata di servizio al telefono.
Alla sera, di servizio notturno alle segnalazioni, ho dovuto
usare grande attenzione perché una grande quantità di
aeroplani solcavano il cielo italiani, tedeschi, inglesi,
cannonate, fasci di luce solcavano il cielo razzi lanciati dai
nostri.
Verso le 24.30 abbiamo dovuto accendere le segnalazioni
del campo perché doveva atterrare un apparecchio che poi si
è saputo è atterrato in un altro posto.
12
Cfr. doc. foto. p. 72
38
In complesso mi sono divertito dato che non avevo ancora
visto simile movimento.
15-11-40
per tutta la giornata niente da segnalare, solo il rancio è
arrivato alle 14.
Nel pomeriggio sono andato a Middelcherche a cambiare la
macchina fotografica.
Alla sera grandiosi tiri di sbarramento dato che un buon
numero di aerei inglesi erano sul territorio.
16-11-40
Giornata bella.
Il mattino l‟abbiamo impiegato a provare i motori della
sezione luci e Contaldi e fatto un po‟ di pulizia a questi.
Nel pomeriggio è venuto il Magg. Trevisan con un ten.
dell‟uff. amministrativo, il quale ci ha portato la paga che ci
aspettava.
Alla sera abbiamo giocato al tirasegno.
17-11-40
Dopo una notte tranquilla, ma con un tempo burrascoso, alle
7 circa, quando ci siamo alzati per andare a messa dato che
oggi è domenica, il tempo era bello.
Ci siamo incamminati verso Middelcherche dove alle 8.30
abbiamo ascoltato la messa.
La chiesa ha di quelle pitture e vetrate proprio speciali.
Finita la messa siamo andati a fare colazione in un caffè e
verso le 10 siamo tornati.
39
Nel pomeriggio sono stato di piantana alle camerate, alla
sera, in salotto, il Maresciallo ci ha fatto foto grazie al
magnesio.
Serata un po‟ movimentata dalla contraerea.
18-11-40
La mattina l‟abbiamo trascorsa in salotto a leggere i giornali
e nel pomeriggio siamo andati a Ostenda dove abbiamo
visitato il porto, la stazione ferroviaria e le rovine della
guerra.
Abbiamo potuto scambiarsi poche parole con un italiano che
gestisce un ristorante in una via del centro.
Nel ritorno abbiamo preso una doccia.
La serata passata in camerata a fare discussione su tante cose
fino alle 11, serata e notte abbastanza tranquilla.
19-11-40
Per tutta la giornata piantone al telefono, solo nel
pomeriggio, verso le 16, con il camion siamo andati a
Middelcherche.
La sera lo passata in camerata, mi sono coricato presto
perché alle 2 devo alzarsi perché ero di servizio notturno.
20-11-40
Questa mattina mi sono alzato alle 2 perché ero di servizio
alle segnalazioni.
Notte tranquilla , ho approfittato di questo per scrivere a
casa.
Scrivo, ma senza sapere se le mie lettere le ricevono, dato
che le spedisco per mezzo del comando tedesco.
40
Sono stato sopra pensiero pensando che è 18 giorni che non
ho più la posta da casa, dato il cambiamento fatto di
aeroporto.
Finito il servizio, alle 8, ho preso il caffè, poi ho aiutato
Casalegno a fare pulizia alle camerate.
Verso mezzogiorno, avendo fatto scaldare un secchio di
acqua, ho fatto una specie di bagno essendo circa tre
settimane che non ne faccio più.
Nel pomeriggio ho fatto una buona dormita fino alle 16,
dopo alle 18 abbiamo fatto cena discretamente.
È partito per Cotrai l‟infermiere Sculze.
La serata passata in camerata dove la stufa manda calori
insopportabili.
La serata tranquilla.
21-11-1940
Questa mattina, dopo il caffè, ho aiutato il piantone a fare
pulizia perché era già tardi, circa le 9.30, e cera tutta la
camerata in disordine.
Tutta la mattina lo passata in camerata tanto che non cera
niente da fare.
Dopo aver mangiato un po‟ alla tedesca, verso le 14 siamo
andati ad Ostenda dove mi sono fatto i capelli dove mi
hanno fatto pagare 9 franchi.
Siamo rimasti male, si voleva comperare qualche cosa ma
sbirciando nelle vetrine abbiamo costatato che tutte le cose
sono prezzi da matti.
Dopo aver girovagato a lungo per la città siamo entrati a
visitare quello che credo che sia il Duomo.
Guardando le architetture ho costatato che i vetri erano tutti
crollati e cambiati con quelli bianchi.
Tutto intorno molte cose erano state rovinate e abbattute e il
Duomo neanche una scalfittura!
Nel ritorno abbiamo preso il tram.
41
Alla sera, dopo il rancio solito, sono rimasto in sala dei
tedeschi a sentire la radio.
La sera da parte degli inglesi è stata tranquilla.
22-11-40
Questa mattina, erano verso le 7, un intenso fuoco di
contraerea ci fece svegliare di soprassalto.
È durato poco, ma verso le 7.40, essendo ancora a dormire,
un nostro compagno di servizio venne a svegliarmi e correre
subito ad accendere il faro perché un apparecchio doveva
atterrare e si trovava in pericolo.
Saltati fuori, subito infilati i vestiti e stivali, siamo corsi sul
campo dove erano già accesi i segnali del campo.
Appena arrivati là un aeroplano tedesco è sceso così ed è
andato a finire proprio sul limite del campo.
Arrivati di corsa là abbiamo constatato con piacere che tutto
era andato bene e che a bordo niente di male solo avevano
finito la benzina.
Dopo siamo tornati in camerata dove ci siamo asciugati gli
abiti dato che pioveva dirottamente.
A mezzogiorno i componenti del equipaggio ci hanno
offerto la birra e noi una bottiglia di cognac.
Verso le 3, dopo averci fatto diverse foto13
, sono partiti.
Mentre si erano alzati in volo un aeroplano inglese a
bombardato il porto di Ostenda, non so se hà arrecato danni
si o nò.
Alle 5 siamo andati a Middelcherche a prendere le foto e
siamo andati a prendere un caffè al Otel Vittoria.
Dopo cena, sentito il giornale radio, sono andato in camerata
a scrivere perché il tempo è pessimo, vento e pioggia.
Questa sera credo che si sarà tranquilli con questo tempo.
13
Cfr. doc. foto. p. 77
42
23-11-40
questa mattina, erano circa le 6.30, quando un sordo
rimbombo si sentì in lontananza.
Dopo sé saputo che a ostenda due bombe incendiarie erano
cadute in città distruggendo un grandioso palazzo civile.
La mattina lo passata un po‟ in camerata un po‟ dai tedeschi.
Dopo mezzogiorno, verso le 16, sono tornati da Maldeghem
i miei compagni che sono andati a vedere per la posta e per
la nostra sistemazione.
Tornati loro con buone notizie, hanno portato vino e pane
nostro che da 20 giorni non si vedeva.
In serata hò scritto a casa e a Rinaldo.
Durante la serata i tommi14
hanno fatto diverse incursioni,
comprendendo dal fatto che l‟artiglieria contraerea è entrata
in azione diverse volte violentemente.
24-11-1940
Questa mattina mi sono alzato un po‟ prima del solito e
siamo andati a Middelcherche a messa.
Ho costatato il grande rispetto dei belgi in chiesa.
Usciti siamo andati al Otel Vittoria a fare colazione, ritornati
siamo stati fino alle 3 del pomeriggio ad aspettare il rancio.
Alla sera ho potuto leggere qualche giornale italiano che da
20 giorni non si poteva avere.
Dopo aver sentito un bon giornale radio sono andato a fare
servizio al telefono.
Serata tranquilla da parte dei inglesi.
14
Appellativo con cui la popolazione locale si riferiva agli inglesi.
Vedi qui pag. 53
43
25-11- 40
Dopo una notte tranquilla nella seconda parte, dato che fino
alle 2 di questa mattina sono stato di servizio al telefono, la
sveglia mi trova con un sonno profondo malgrado che siano
le 8 del mattino.
Dopo aver mangiato un po‟ di pane e burro con caffè ho
fatto pulizia della camerata dato che sono piantone per tutta
la giornata.
Anche oggi senza posta ed hò scritto a Motta e alla zia
Margherita.
Durante la giornata ho avuto diverse discussioni con i miei
compagni su diverse cose di carattere militare, sarà difficile
avere una completa armonia tra noi dato che siamo troppo
accoppiati male come carattere essendoci diverse persone
che vogliono fare come si dice il „superuomo‟.
Alla sera, che è tranquilla, mi sono coricato presto.
Nella camerata dove si dorme il caldo è insopportabile.
26-11-1940
Al mattino, dopo una notte tranquilla, quando si siamo alzati
erano circa le 8.
Non saprei neanche io esprimere questa vita che facciamo
qua a Ravaside, non mi pare più neanche di esser militare, in
certi momenti.
Mangiare e dormire e sentire la radio, sarebbe troppo bella la
guerra per noi se continuasse così, ma tra le rose ci sono
ovunque le spine e tra di noi non c‟è e non potrà esserci mai
quella armonia che sarebbe così bello tra amici.
Il motivo non so come spiegarlo, tutti vogliono fare a modo
loro e il loro comodi anche se questo è di scapito al
compagno. Continuando così?
Al mattino con il camion sono andati a Maldeghem a
prendere la posta, ma quando sono tornati ho avuto solo una
44
lettera del parroco, nella quale ho trovato il suo dolore per
tutto quello che capita nella presente ora del mondo.
La serata passata tranquilla in camerata sono stato sveglio
fino circa le 11-30 a discutere con De Ruo.
Inglesi niente.
27-11-40
Questa mattina, dopo preso il caffè, siamo andati a mettere i
tacchi sotto alla sezione luci, affinché si conservino bene le
gomme dal fango.
Questo lavoro è durato fino a mezzogiorno.
Nel pomeriggio, dopo un po‟ di riposo, sono stato a
Middelcherche a prendere le foto e ad Ostenda a parlare con
diversi italiani.
Serata tranquilla passata un po‟ alla radio, dopo in camerata.
28-11-40
Questa mattina ho spedito la posta con il nuovo indirizzo e
sono in ansiosa attesa che mi portino quella in arrivo.
La mattina sono stato di piantone al telefono al posto di
Pizzigoni che è andato con il camion a Maldeghem.
Il tempo è stato matto: sole, vento, tempesta e viceversa per
tutto il giorno.
Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata fino a
Middelcherche e quando verso le 16 sono tornati con la
posta così ho potuto sapere della nascita di un nuovo ospite
nella famiglia di mio fratello Giulio.
Come è mai triste la lontananza da casa quando c‟è un po‟ di
allegria in famiglia senza sapere lo saputo oggi 28-11-40 ma
è una sorpresa.
Da mio zio ho saputo che gli affari vanno mica male e sono
felice che anche loro si trovano bene.
45
La serata lo passata in camerata tranquillamente con i miei
compagni.
Da parte dei inglesi niente, non si sono fatti vivi, meglio
così.
29-11-40
Questa mattina, dopo una notte passata così così dato che un
forte vento tirava da tutte le parti, ci siamo alzati verso le
8.30, orario un po‟ tardi per dei militari, ma dato che non
abbiamo nessun servizio non è il caso di alzarsi presto.
La mattina passata in camerata dato che il tempo e brutto,
solo abbiamo piantato l‟ufficio comando del nostro
aeroporto Borea.
Nel pomeriggio, dopo un discreto rancio, sono andato a farci
le foto a Pizzigoni
, abbiamo preso la tempesta e abbiamo dovuto rifugiarsi in
un rifugio.
Alla sera, dopo il rancio, sono stato a scrivere in camerata.
Cè un po‟ di movimento di aerei tedeschi.
30-11-40
Questa mattina alle 2 sono alzato per andare a fare servizio
al telefono alle 2 fino alle 8.
Durante questo tempo ho scritto a casa a Giulio, alla
Monachine e diverse cartoline.
Verso le 6 ho fatto colazione con i tedeschi con marmellata e
caffè.
Verso le 8 sono partito con il camion per Maldeghem dove
abbiamo i viveri per 10 giorni dato che mi hanno messo
come direttore di mensa.
Dopo aver caricato i viveri e fatto colazione siamo ritornati
indietro perché alle 15 dovevamo andare con un ispettore
46
tedesco a comperare tutte le pignatte e le altre cose per la
cucina.
Durante il ritorno da Maldeghem ho fatto una foto a Brugge
dove c‟è un mulino a vento15
.
Alla sera con De lucia abbiamo messo a posto tutto e
preparato il cacao per il mattino.
La serata lo passata in camerata. Serata tranquilla.
1 Dicembre 1940
Questa mattina dopo la sveglia avevo l‟intenzione di andare
a messa, ma, dato che essendo incaricato di fare il rancio, mi
è toccato restare qua.
Quando abbiamo acceso la stufa abbiamo dovuto scappare
per il fumo, allora non si sapeva come fare .
Dato che si doveva mangiare abbiamo acceso due stufe,
abbiamo tribolato ma si è mangiato lo stesso e abbastanza
buono: pasta al sugo con carne in scatola, vino e frutta, così
alla sera con la minestra e spezzatino.
Tutta la giornata sono stato in cucina a dirigere e mettere a
posto un po‟.
Verso le 16 sono andato a vedere se trovavo patate, latte e
verdura.
Dopo aver girato due o tre cascinali siamo rientrati con tutto
e con poca spesa.
Alla sera, dove aver messo a posto tutto, sono andato a bere
la birra.
Serata tranquilla.
15
Cfr. doc. foto. p. 80
47
2-12-40
Questa mattina verso le 6 mi sono alzato e con Pizzigoni mi
sono recato a messa a Middelcherche e sono tornato verso le
9 dato che sono tre km andata e ritorno.
In tutta la mattina sono stato in cucina.
Ma il secondo giorno di questo lavoro ho trovato un po‟ di
discussione, dato che i diversi buongustai hanno fatto
diverse obiezioni come si deve cucinare, da che ognuno vuol
darsi d‟intendere che è più bravo dell‟altro.
Ma in complesso non sanno niente dato che a tutte le loro
parole sono come gettate sulla rena del mare che il vento le
disperde, dato che io, ed anche il mio compagno è del mio
parere, li lasciamo parlare e facciamo come meglio ci pare.
Nel pomeriggio niente di nuovo, alla sera, tranquilla mentre
una pioggia leggera cadeva, sono fermato in camerata.
Serata tranquilla.
3-12-40
Questa mattina, quando mi sono alzato, ho preparato il caffè
per i miei compagni solo scaldato, dato che lo avevo
preparato alla sera.
La mattina lo passata ad andare avanti e indietro per
preparare il rancio e a fare pulizia dato che sono piantone.
A mezzogiorno, alla nostra mensa, abbiamo invitato due
tedeschi dato che avevamo un debito di riconoscenza con
loro, dopo essere stati loro ospiti per quasi un mese.
Nel pomeriggio, verso le 4, siamo andati a fare la spesa,
abbiamo comperato il latte e fatte le foto li vicino.
Quando torno ho visto con piacere che avevo posta: uno
scritto da mio fratello Giulio in data 19-11-40.
Appena lessi poche righe sento che è stato richiamato alle
armi, questo per me è stato un dolore pensando a quello più
grande che sarà per sua moglie e per tutti i miei da casa.
48
Ma il mio pensiero se rivolto al cielo offrendo a Dio questo
dolore affinché si degni concedere a tutti gli uomini colpiti
dal dolore la forza della rassegnazione che solo lui può dare.
Un altro dispiacere è quello che tra di noi qua, per causa di
qualcuno, non si va d‟accordo ed è un continuo bisticciarsi,
sono come bambini che hanno bisogno di attaccarsi perché
da soli non sanno vivere a 24-25 anni.
Serata tranquilla.
4-12-40
Dopo una notte tranquilla mi sono svegliato verso le 7 con
un freddolino addosso che si faceva sentire dato che la stufa
sera spenta.
Dopo aver acceso la stufa e preso il caffè latte, ho fatto un
po‟ di pulizia dove mangiamo.
Il resto della mattina lo impiegato ad aiutare a preparare il
pranzo (chiamiamolo pure così) per il mezzogiorno dato che
a mangiare viene anche il maresciallo e un altro camerata
tedesco.
Nel pomeriggio, dopo aver ingrassato per bene gli stivali,
sono andato a Middelcherche a portare le fotografie a far
sviluppare.
Sono stato a bere la Birra in un caffè italiano e ho fatto una
foto con la piccola Silvia16
di quel italiano.
Il caffè che gestisce gli è stato dato dai tedeschi dato che era
una casa vuota.
Ritornato abbiamo cenato e dopo ho scritto ad antonietta e al
parroco e allo zio Baldassarre e a Vignati.
Serata con un vento forte ma tranquilla.
16
Cfr. doc. foto. p. 81
49
5-12-1940
Dopo una notte nella quale un vento quasi buttava per aria la
nostra Baracca, la mattina mi sono alzato per tempo dovendo
preparare tutto quello che occorreva perché si doveva andare
a Meldeghen a prendere la carne.
Dopo ho acceso le stufe e fatto un po‟ di pulizia al refettorio,
è arrivato l‟ora di mangiare senza saperlo.
Nel pomeriggio in bicicletta sono andato a Middelcherche
viaggiando in riva al mare dato il vento forte ci buttava in
faccia una quantità di sabbia che non ci si vedeva
camminare.
Dopo fatto un paio di foto siamo stati dal caffè di un italiano
dove abbiamo passato qualche ora parlando in italiano che
da tempo per noi era difficile trovare.
Ritornato ho avuto il piacere di ricevere posta da Giulia,
sento con piacere tutto bene, e una lettera di Margherita.
Ho avuto un po‟ di contrasto con i miei compagni per una
osservazione che gli ho fatto sul sistema che hanno sotto
diversi punti di vista.
Serata tranquilla.
6-12-1940
Dopo una notte che il vento faceva tremare la nostra
camerata dato che il legno con il vento secca e a certi punti
pareva proprio che si spaccasse.
Dove aver scaldato e distribuito il caffè sono recato in
cucina e incominciato ad accendere le stufe e fare un po‟ di
pulizia, così tutto affaccendato e venutole 12 e mezza, ora in
cui si è mangiato.
Nel pomeriggio, dopo aver dormito un paio d‟ore, sono
andato a prendere il latte in un contadino qua vicino.
50
Dopo ritornato ho finito con il mio compagno di preparare il
rancio che in complesso in questi primi giorni non possiamo
lamentarci.
La serata passata in camerata.
Serata tranquilla da parte dei Tommi (così chiamano qua gli
inglesi).
7-12-40
Questa mattina appena esco dalla camerata una arietta fredda
si fece avanti, ma non ci ho fatto caso perché sarebbe
ridicolo farsi prendere dal freddo quando il termometro non
è sotto lo zero.
La mattina lo passata lavando in cucina e cercando di fare
del mio meglio perché ne abbiano un vantaggio i miei
compagni, ma purtroppo è così, con più si cerca di fare il
proprio dovere, con più si è criticati.
Figuratevi, dato che le patate erano un po‟ crude e la pasta
un po‟ senza sale, le critiche che hanno fatto.
Nel pomeriggio verso le 15 sono andato a fare la spesa
perché domani avremo l‟onore di avere fra di noi due
ufficiali ispettori tedeschi che siederanno alla nostra mensa.
Ritornato sono andato a Middelcherche a comperare qualche
piatto e cucchiaini che fanno di bisogno per far meglio
figura davanti agli ospiti.
Dopo aver fatto sosta a bere un caffè al ristorante di quel
italiano siamo ritornati ed abbiamo trovato la cena pronta,
però prima di questa una paternale del nostro serg. Magg. sul
nostro sistema sbagliato di vivere qua nel posto dove ci
troviamo.
La sera appena buio, eravamo appena finito di mangiare, che
colpi di cannone facevano tremare la Baracca.
Gli inglesi si fanno sentire.
Mentre scrivo questo cannonate antiaeree fanno tremare la
Baracca, mentre fuori spira un vento fortissimo.
51
8-12-40
Dopo una buona dormita verso le 6,30 ci siamo alzati per
andare a messa a Middelcherche verso le 7,20 con il camion
siamo partiti con vento e acqua ed era buio.
Entrati in chiesa il mio cuore si è aperto trovandomi nella
casa di Dio ed alla sua presenza ho pregato per tutti i miei
famigliari e amici e per la patria affinché iddio si degni
concedere quella pace che si attende da tanti mesi.
Ritornati sono recato in cucina a preparare per il pranzo dato
che doveva venire due ufficiali tedeschi da noi invitati.
Malgrado il vitto in abbondanza e tante cose belle il nostro
spirito è piuttosto abbassato dato che le nostre armi in Grecia
si trovano abbastanza male.
Oggi alla radio ho sentito le dimissioni di Badoglio e
Cavagnari17
, non si sa spiegare questi fatti nei momenti
critici che ci troviamo.
In tutto questo il mio pensiero è rivolto a Colui che tutto
può, che solo lui sa consolare e dar la forza a tutti di fare il
proprio dovere.
Verso le 12,30 è arrivato i due ispettori a mangiare; noi
abbiamo fatto del nostro meglio, non cé stato male si è
terminato allegramente facendo delle foto18
anch‟io.
Verso sera sono stato un po‟ a chiacchierare con i civili
militarizzati che vivono qua nella nostra baracca.
Dopo in camerata abbiamo parlato un po‟ della situazione
che ci troviamo.
17
Il 6 dicembre 1940 Pietro Badoglio è costretto a rassegnare le
dimissioni da capo di stato maggiore generale, figurando come
capro espiatorio per le sconfitte e le umiliazioni subite dall‟Italia
sul fronte greco.
Per analoghe ragioni l‟ammiraglio Domenico Cavagnari venne
silurato da Mussolini dopo l‟ennesimo insuccesso nella battaglia di
Capo Teulada. 18
Cfr. doc. foto. p. 84
52
Serata movimentata dato che di continuo spara la contraerea
e spira un vento abbastanza forte da nord.
9-12-40
Dopo unaltra notte che il vento faceva tremare la nostra
baracca, il mattino ci trova con il vento forte e freddo.
Nel mattino niente di nuovo solo in cucina a lavorare un po‟
fino a quando si è mangiato, così pure nel pomeriggio.
Solo di notevole nella giornata mine che scoppiano sul
litorale del mare che fanno tremare tutto il nostro
appartamento.
Alla sera, dopo il rancio, nella sala „mangé‟ ho scritto due
lettere, una a casa e una a Molteno a Giulia tanto per
ringraziarla del suo impegno che si è presa per farmi avere
notizie da casa ( ho scritto famiglia Ostenda per indicarci
dove mi trovo).
Serata un po‟ movimentata riguardo hai tommi.
Il nostro morale è un po‟ in ribasso riguardo alla Grecia che i
nostri sembra vanno male.
Pazienza, speriamo che presto riprendano la carburazione
giusta affinché tutto proceda per il meglio per le nostre armi.
10-12-40
Questa mattina erano quasi le 9 quando verso Ostenda si è
visto che l‟artiglieria antiaerea era in funzione, ma è stato
per poco.
Per tutta la giornata un andare e venire in cucina per il
lavoro che ho da fare.
Oggi, come gli altri giorni, ho dato la minestra e pane hai
borghesi operai qua che l‟hanno accettata ringraziando dato
che loro qua hanno tutto tesserato.
53
I miei compagni ieri hanno comperato un iaz. Band piccolo
con il quale mi stordiscono le orecchie dato che non sanno
suonare.
Niente di nuovo da segnalare solo delle mine che
scoppiavano nel mare facevano tremare tutta la camerata.
Alla sera sono tornati da Maldeghen con i viveri, fino che si
va così non c‟è male.
Serata tranquilla nella seconda parte.
11-12-40
Questa mattina tempo piuttosto brutto vento e acqua il quale
da diversi giorni pare che non voglia cambiare.
Nella giornata niente di nuovo, solo alla sera quando alla
radio ho ascoltato il nostro giornale radio che già da diversi
giorni mi lascia con un senso di nostalgia e di apprensione
per lo svolgersi della guerra che pare non voglia esserci
propizia per le nostre armi.
Serata tranquilla dato il tempo brutto.
12-12-40
Dopo una dormita solenne, essendo andato a dormire stanco
della giornata passata nelle mille faccende della cucina, la
mattina mi trova con una voglia di dormire ancora, ma l‟ora
è già tardi e non c‟è da star a poltrire.
Mi alzo e per tutta la mattina che la tempesta vento acqua
pare che voglia scatenarsi tutto contro di noi come le notizie
della radio riguardo alle nostre truppe.
Nel pomeriggio sono andato a Middelcherche nel barbiere,
sono stato in chiesa a pregare un po‟ dopo ho girato un po e
alle 5½ circa sono tornato dove ho trovato tutto pronto per
mangiare.
54
Alla sera sono coricato un po con il morale non ha posto
dato le notizie ricevute alla radio non tanto buone per le
nostre armi.
Oggi abbiamo avuto la radio da parte dei tedeschi alla quale
abbiamo passato la serata.
Da parte inglese tranquilla.
13-10-40
Questa mattina verso le 8 sono alzato.
Tempo cattivo per tutta la giornata.
Niente da segnalare solo pare che la radio mi ha un po‟
tranquillizzato, speriamo che iddio ci guardi e ci aiuti in
questi tempi così tristi per tutti.
Serata tranquilla.
14-12-1940
Dopo una notte tranquilla alla mattina verso le 8 mi sono
alzato, scaldato il caffelatte e distribuito ai miei compagni.
Verso le 10 sono andato a comperare un po di verdura per il
mezzogiorno.
Verso le 11 è arrivato il tenente elettricista nostro
comandante a Brusselle il quale con tre avieri si è fermato a
mangiare. Abbiamo fatto del nostro meglio per accontentarli.
Dopo aver ispezionato i vari parti e ascoltato le nostre
dichiarazioni è partito verso le 13½ per Calè19
dove forse noi
dobbiamo andare.
Nel pomeriggio sono stato in cucina a fare tutto quello che
sarebbe pulizia e vitto per la sera.
Dopo cena il giornale radio malgrado la grandiosa battaglia
su tutti i fronti ci ha un po‟ accontentato.
19
Calais
55
Prima di entrare a letto ho scritto diverse cartoline al paese e
una lettera a casa.
Serata bella e tranquilla da parte inglese.
15-12-40
Questa mattina, quando verso le 6,30 siamo alzati, una
leggera coltre di neve aveva imbiancato la campagna che
siamo circondato.
Verso le 8 siamo partiti per la santa messa a Middelcherche.
Finita la messa siamo andati a prendere un caffè, poi siamo
ritornati.
Nel pomeriggio non sono uscito, sono rimasto a sentire la
radio e a scrivere.
Dopo cena sono andato a dormire presto.
Serata tranquilla da parte inglese.
16-12-40
Dopo una giornata grigia questa mattina un sole freddo ha
schiarito un po il cielo.
Questo è un avvenimento quà dato che è da tanto tempo che
non si vede.
Tutta la giornata passata tra la cucina e il refettorio dove c‟è
la radio ed ho sentito tutta la musica.
Alla sera siamo andati dai tedeschi a fare un po‟ di allegria
fino alle 11.
17-12-40
Questa mattina ci siamo svegliati verso le 8.
Alzatomi, fatto scaldare il caffè lo servito hai miei compagni
con un po di marmellata ed ho fatto quel lavoro solito fino
alle 14.
56
Dopo sono uscito in libera uscita, ho comprato un po di lana
per portare a casa e l‟astuccio per la macchina fotografica.
Ritornati con mezzi di fortuna alla sera ho scritto fino a tardi
dopo mi sono coricato.
Serata buia ma tranquilla.
18-12-40
Questa mattina una nebbia insolita malgrado la posizione
geografica che mi trovo si è fatta vedere.
Ormai è già da parecchio che non si vede il sole e pare un
mistero che quà è sempre nuvolo.
Dopo aver preparato per i miei compagni caffelatte,
marmellata ed acceso la stufa mi sono fatto un po‟ di pulizia
come potevo dato che qua il bagno non c‟è bisogna
accontentarsi.
Per tutta la mattina e il pomeriggio ho atteso alle mie
occupazioni in cucina e refettorio, nello stesso tempo sentivo
la radio con le sue musichette allegre che scovavo sul
quadrante.
Alla sera, dopo una lunga chiacchierata in refettorio, siamo
andati in camerata dove i tedeschi ci hanno offerto della
birra ed erano piuttosto tutti allegri.
Siamo stati fino alle 24 cantando e brindando.
Inglesi nicsh20
.
19-12-40
Questa mattina alle 8,30 sono alzato, scaldato il caffè e
distribuito ai miei compagni ed acceso le stufe, fatto pulizia
al refettorio è venuto mezzogiorno senza capire.
Nel pomeriggio ho fatto un po‟ la lavandaia.
Serata tranquilla.
20
Forse NICHT
57
20-12-40
Questa mattina mi sono alzato un po‟ prima del solito per
andare a Maldeghem a prendere i viveri.
Verso le 9 con il Camion è venuto anche il maresciallo
tedesco.
Arrivati la dopo un buon viaggetto, essendoci circa 60 km da
qua passando per Brugge cittadella importante e bella.
Per primo abbiamo caricato il pane e poi tutto il resto.
Dopo, un pasto in qualche modo, alla cucina di quel
aeroporto dove ho costatato che come disciplina e tutto
stanno bene.
Verso le 13 sono andato all‟autoreparto di questo aeroporto
dove ho trovato Macani e Bianchi Palmiro, compagni di
Sesto e Vergiate.
Li hanno tutte le macchine nei Boschi e due Belle baracca
servono di mensa e camerata per autisti.
Quello che c‟è li è che è più freddo di dove mi trovo io.
Nel ritorno siamo fermati a fare qualche foto in un piccolo
ponte e nella piazza di Brugge.
Siamo fermati a prendere una birra e poi siamo tornati.
Verso sera è incominciata la contraerea a cantare in modo
forte e per tutta la notte spari Bombe che cadevano in
lontananza che il rumore dello scoppio ci portava l‟eco.
Questo ad intervalli è durato fino alle 8 del mattino.
58
21-12-40
Questa mattina verso le 8 sparava ancora l‟antiaerea quando
ci siamo alzati dopo una notte di dormiveglia.
La mattina niente di nuovo, solo fa freddo ma c‟è una bella
giornata, ma il sole non riuscirà a scaldare dato che è freddo
con un‟aureola di nebbia.
Durante la mattina ho saputo che nella notte sono cadute
diverse bombe ad Ostenda.
Nel pomeriggio niente di nuovo, solo ho scritto e ho fatto un
po di bagno.
Dopo cena la serata fredda là rischiarata i Tommi con le loro
comparse nel cielo di Ostenda e l‟antiaerea ci ha dato
occasione di sentire colpi forti che ha fatto tremare la
baracca che noi abitiamo.
22-12-40
Questa mattina, essendo domenica, non ho potuto andare a
messa per darci il cambio a un mio compagno, dato che
facciamo una giornata ciascuno ad andare a messa.
Durante la notte passata l‟artiglieria contraerea ha sparato
continuamente e nella mattina si è saputo che a Ostenda
qualche casa è stata abbattuta dalle Bombe.
Durante la giornata niente di nuovo, solo nel pomeriggio
sono andato a Middelcherche, viaggiando dietro al mare un
freddolino intenso entrava nelle ossa malgrado il sole che
non è riuscito a bucare quella nebbiolina fredda che si vede
un po‟ in lontananza.
Siamo stati al Otel vittoria a prendere il caffè e siamo
tornati.
Serata un po‟ tranquilla.
59
23-12-1940
Questa mattina, dopo una notte che i cannoni antiaerei hanno
tuonato incessantemente, giornata bella.
Niente di nuovo solo nel pomeriggio sono stato a spasso a
Middelcherche.
Serata un po movimentata.
24-12-40
Dopo una notte tranquilla al mattino verso le 7 mi sono
alzato e con il mio amico Cosso siamo andati a
Middelcherche a Confessarsi e a fare la S. Comunione.
Arrivati in chiesa ci siamo diretti in sacrestia dove abbiamo
domandato a un prete di parlare un po‟ in francese dato che
noi non sappiamo altro come spiegarci.
A confessarci ci siamo arrangiati.
Dopo la messa e la S. Comunione, ritornati alla nostra casa
(caserma), niente di nuovo fino verso le 15, quando un mio
compagno lo vedo arrivare con albero di Natale, allora dopo
averlo messo a posto hanno acceso delle luci colorate, in
complesso è mica male.
Unaltra delusione è quando sono tornati da Maldeghem i
miei compagni i quali ci hanno detto che le licenze sono
sospese.
Questo per mè, non so come, non mi sono turbato per niente,
tanto e meglio prendere le cose come iddio vuole così lui ci
da la forza per vincere tutti gli ostacoli.
La serata lo passata in camerata mentre tutti i miei compagni
sono andati in giro a sbronciarsi.
Serata tranquilla.
60
25-12-1940
Oggi 1° natale fatto lontano da casa.
Questa mattina verso le 7 mi sono alzato per andare a Messa,
sveglio qualche mio compagno ma nessuno ha voluto alzarsi
perché in serata avevano fatto baraonda e si sono coricati
tardi.
Partito solo per Middelcherche ho ascoltato la messa e fatto
la S. Comunione.
Ritornato ho avuto da fare per preparare il pranzo per
mezzogiorno.
Verso le 9.30 tutti i miei compagni sono andati alla messa.
Riguardo al pranzo natalizio non c‟è male, una bella
cotoletta con verdura fritta, pasta asciutta, vino Chianti,
frutta, verdura in complesso tutto bene.
Questo pranzo cera anche un maresciallo e un sergente
tedesco, abbiamo bevuto cognac con biscotti.
Tutto il resto della giornata passata li alla radio e discorrere
in completa armonia.
A rendere la festa più simpatica è caduta qualche briciola di
neve.
Questo primo natale in Belgio grazie a Dio non cè male, non
si poteva pretendere di più.
Movimenti aerei niente, si vede che hanno fatto riposo anche
loro così ci hanno lasciato in pace anche noi.
La serata tranquilla passata in camerata.
26 Dicembre 1940
Oggi, giorno di S. Stefano, niente di notevole da segnalare.
Giornata nebbiosa ma tranquilla.
Serata tranquilla.
61
27-12-1940
Oggi tempo discreto, nulla da segnalare.
Serata tranquilla.
28-12-40
Dopo una notte tranquilla il mattino tempo nebbioso, ma si
vedeva tempo sereno.
Tutta la mattina servizio in cucina, i pochi lavoro ma in
complesso non cè male.
Nel pomeriggio mi sono recato a Middelcherche a fare una
passeggiata, ritornati con un camion appena arrivati sono
arrivati da Maldeghem i miei compagni i quali ci hanno
portati la pasta e la notizia che si deve rientrare in italia.
Questa notizia mi fece restare un po‟ sopra pensiero, non
sapendo se dare ascolto si o no a questo, ma d‟altronde mi
pare di essere contento di rivedere la patria e forse la
famiglia.
Serata buia ma tranquilla.
29-12-1940
Questa mattina, dopo avere preparato qualche cosa in cucina
e fatto colazione, verso le 9 sono partito per la messa con i
miei compagni.
Siamo entrati in chiesa un po in ritardo.
Dopo la messa siamo andati a fare un po‟ di provviste in un
negozio di lana.
Dopo io ho comperato un po di roba per mangiare e sono
tornato.
Arrivo e il mio cuoco aveva le stufe spente e così non si è
potuto mangiare fino alle 14, così il nostro Serg. Magg. ci ha
fatto un po un cicchetto.
62
Nel pomeriggio mi sono fermato in cucina per preparare da
mangiare dato che il mio compagno è uscito.
Serata tranquilla.
30-12-40
La mattina tempo bello ma freddo, niente da segnalare.
Nel pomeriggio sono andato a Ostenda dove ho comperato
dei ricordi da portare a casa.
Abbiamo visto un quartiere che prima erano bei negozi ora
distrutti dalle bombe inglesi.
Giornata verso sera piovosa, siamo tornati col tram.
Serata tranquilla.
31-12-40
L‟ultimo giorno dellanno per tutta la giornata niente di
nuovo da segnalare.
Solo quando da Maldeghem sono tornati i miei amici mi
hanno detto se volevo restare in Belgio o tornare in italia, io
non ho detto niente, lascio che l‟acqua scorra per la sua via,
tanto la via che ho segnata non si può cambiare.
Questo però mi ha lasciato sopra pensiero, ma quando devo
lasciare questo posto dove si sta proprio bene, non so cosa
desiderare.
Alla sera verso le 20 siamo andati dai tedeschi, abbiamo
portato vino, pane e formaggio, loro ci hanno offerto birra in
quantità.
La serata procedeva tranquilla tra di noi in cameratesca
assemblea, ma a rovinare la tranquillità a questo ultimo
giorno dell‟anno sono entrate in scena due donne di strada.
Non posso raccontare quello che è successo inebriati tutti dal
vino e birra, ma io disgustato da quella orgia me la sono
squagliata alla chetichella senza farsi vedere (guai ai
63
tedeschi abbandonarli quando tengono una festa diciamo, ma
fanno a male tanto) dato che tutti erano sbronzati.
Erano le 4 del I giorno dell‟anno e cera in giro ancora qua
gran quantità di donne giovani che ormai non persone ma
neanche bestie le quali forse ragionano di più.
Tralascio di continuare a descrivere questo perché farebbe
proprio compassione.
I Gennaio 1941
Dopo una notte nella quale la nostra baracca, per merito dei
miei compagni fino alle 4 è stato un susseguirsi di voci,
grida , un gran fracasso, verso le 7 mi sono alzato e sono
andato a Messa solo perché tutti i miei compagni erano
sfibrati dopo una notte così.
Rientrato ho avuto molto da fare dato che a Mezzogiorno si
aveva ospiti a tavola camerati tedeschi, tanto per festeggiare
il I giorno dell‟anno.
Nel pomeriggio sono andato con il camion a Nieuport, dove
dopo un girovagare siamo capitati in un locale dove cera dei
marinai tedeschi con uno che parlava italiano.
Ci hanno offerto birra, biscotti e sigarette, abbiamo passato
due ore proprio bene.
Serata tranquilla.
Spero che l‟anno nuovo ci porta quella pace a tutto il mondo
che lo sollevi dai dolori della guerra.
2-1-1941
Giornata fredda, niente di notevole da segnalare.
Serata tranquilla.
Solo al mezzogiorno abbiamo avuto marinai e ufficiali i
quali sono stati soddisfatti.
64
3-1-1941
Questa mattina un vento gelido da nord ci ha fatto
raddrizzare su il bavaro del cappotto.
Nella mattina abbiamo messo a posto tutta la roba per
partire, dato che ormai anche la radio ha parlato di questa
partenza.
Nel pomeriggio un capitano e un tenente del regio esercito
sono venuti qua ad interrogarci di nuovo sul fatto accaduto a
Vevergem 11 Ottobre 1940 nel quale io sono testimonio.
Il resto della giornata niente.
Serata tranquilla.
4-1-1940
Questa mattina un leggero nevischio con un aria gelida
faceva intirizzire.
Niente di nuovo da segnalare, ma solo il pensiero che presto
dovrò lasciare questo posto mi dispiace.
Nel pomeriggio sono stato dal barbiere.
Serata tranquilla, ma le notizie riguardanti la guerra in grecia
ci fanno un po‟ pensare allo sviluppo che potrà prendere la
nuova situazione.
Speriamo che tutto vada bene.
5-1-1941
Questa mattina con Cosso e Fuz. siamo stati alla messa.
I miei compagni non hanno voluto venire, hanno preso la
scusa che faceva freddo.
In chiesa ho visto un insolito fervore e devozione da parte
della popolazione che è sempre corretta.
Dopo avere bevuto un caffè siamo tornati.
Nel pomeriggio sono andato a Ostenda.
Dopo aver girato un po‟ sono tornato.
65
Serata passata solo mentre i miei compagni sono andati a
teatro.
6-1-1940
Tempo freddo tutto il giorno.
Niente di nuovo di segnalare, solo il nostro pensiero vola
dove i nostri compagni combattono e muoiono per la patria,
dato che la radio porta queste notizie che purtroppo noi si
attendeva il contrario.
Questa sera, trovandomi al caffe con alcuni tedeschi, ho
cercato di sviare questo discorso sulle operazioni.
Serata tranquilla ma nevica.
66
67
VARIE NOTIZIE
avute qua in merito alla guerra Tedesco Belga.
Quando i tedeschi dichiararono la guerra al Belgio, Olanda e
Lusemburgo21
, nello stesso istante tutti i paesi e le città di
questi singoli paesi, nella notte, furono visitati da una grande
quantità di aeroplani.
Loro stessi dicono che subito si sono trovati disorientati i
civili dal frastuono di questi motori.
Le truppe, poi, furono stordite dagli aeroplani e dall‟impeto
delle truppe motorizzate tedesche, le quali nessun ostacolo
ha potuto fermarli.
Quando i tedeschi furono arrivati al mare, avevano già tutto
pronto per lo sbarco in inghilterra, ma vedendo che il fronte
francese le era di ostacolo, trovarono un punto debole tra il
belgio e la francia22
.
I tedeschi, come si è saputo, hanno sbaragliato i francesi su
tutto.
21
Le truppe tedesche invadono Olanda, Belgio e Lussemburgo
l‟alba del 10 maggio 1940 e da qui lanciano l‟offensiva verso la
Francia. 22
E‟ la celebre tattica del blitzkrieg (guerra lampo), fondata sul
massiccio impiego di mezzi corazzati, aviazione e truppe
paracadutate per penetrare rapidamente in territorio nemico e
aggirare le linee difensive prendendole alle spalle. L‟operazione –
specie il passaggio di intere divisioni corazzate attraverso le
Ardenne, ritenute una insuperabile difesa naturale – coglie di
sorpresa le forze francesi schierate a difesa. La linea Maginot,
formidabile sistema difensivo verso oriente, viene neutralizzata
dalle spalle mentre i mezzi corazzati tedeschi, dopo aver sfondato
il fronte presso Sedan e Namur, puntano sulla Manica chiudendo
in una sacca, presso la costa di Dunkerque, l‟intero corpo di
spedizione britannico. Gli inglesi, abbandonate le armi e il
materiale bellico sulla spiaggia, attraversano la Manica ricorrendo
anche a centinaia di piccole imbarcazioni, sotto i continui
bombardamenti e mitragliamenti dell‟aviazione nemica.
68
Mentre le truppe autoportate entravano in Ostenda, aerei
stessi, forse non sapendo che i loro camerati erano in città,
gli sono piombati addosso facendo dei morti fra i tedeschi e
la popolazione civile che, contenta che gli inglesi se ne erano
andati, faceva festa hai nuovi vincitori.
Gli inglesi in questi paesi hanno lasciato verso di loro un
vero senso di disprezzo, perché loro dove passavano
rubavano, violavano le case e uccidevano donne e fanciulle
che non volevano assecondare i loro istinti perversi.
Qua hanno lasciato una quantità innumerevole di macchine e
camion e molti morti.
I morti belgi qua e in francia sono stati circa mezzo milione.
Bisogna notare con quale spirito di iniziativa i tedeschi
hanno organizzato subito i loro servizi e per i paesi occupati.
In pochi giorni tutto era a posto, sia come mangiare e
organizzazione civile.
69
70
18.12.40 Middelcherche23
23
Le didascalie riportano le note scritte a mano sul retro delle foto
originali
71
18.11.40 Gruppo Ravaside
72
20.11.40 Riva al mare Middelcherche
17.12.40 Middelcherche Mine portate a riva dai marosi
73
74
12.12.40 Camerate. La mia casa è bella T Cucina refettorio
magazzino studio
75
76
15-12-40 Operai civili tedeschi
77
9.12.40 Middelcherche
78
22.11.40 apparecchio Darmier 17 atterrato alle 7 del mattino
di ritorno dal bombardamento di Coventri
79
Una cartolina che mostra Ostenda dopo i bombardamenti.
Sul retro „Oostende 1940. Visscherkaai‟.
80
81
30.11.1940 Mulino a vento
82
15.12.40 signorina Silvia Middelcherche Padre italiano
83
84
3 -sezione luci-
85
15-12-40 dopo il pranzo all'ispettore tedesco
86
87
88
89
90
9.12.40 mentre scendevo dalle dune del mare. Ravaside
3.12.40 Tra le dune del mare. Ravaside
91
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93
94
95
aerop. 8 Grecia Patrasso
autisti nei servizi aeroportuali
Non è ancora spuntata l‟alba che dal desertico aeroporto si
sente già da lontano un rombo di un motore, è la macchina
che porta da lontano i piloti e specialisti del servizio
giornaliero dall‟arma.
Vedete questo autista durante il suo servizio con quanta cura
circonda la sua macchina, avendo cura di tenerla sempre
efficiente, perché un semplice ritardo per la sua noncuranza
può causare danni irreparabili, magari una battaglia perduta.
Non è ancora spuntato il sole all‟orizzonte, altri motori si
sentono allontanare presto, sono le autobotti per il
rifornimento idrico che devono fare un lungo tratto di strada
per compiere questo.
96
97
98
99
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104
105
8 Settembre 1943
Sono verso le 16 quando corre voce che l‟italia ha chiesto
l‟armistizio.
A questo annuncio noi siamo rimasti con un certo senso di
inquietudine, non sapendo se questo corrisponde alla verità.
Col giornale radio delle 18,15 questo è venuto realtà.
Alle 20 arriva il Cap. Varca, comandante del distaccamento
e ci ordina di vigilare armati nel nostro reparto.
Abbiamo piazzato le nostre armi nei punti più salienti e si
attendeva ordini in caso di attacco da parte dei tedeschi.
Al mattino del 9 si è saputo che tutti i nostri ufficiali erano
all‟aeroporto, e li comandava noi un sottotenente che si era
trovato li per caso di passaggio.
Verso le 10 del mattino si vede arrivare davanti al nostro
reparto un autocarro carico di tedeschi e hanno piazzato un
cannone, entra nel cancello un ufficiale tedesco, consegna al
nostro ufficiale un foglio con timbro e firma del comandante
la piazza di consegnare tutte le armi.
Il nostro comandante ci invita a questo, noi si voleva
opporsi, ma non sapendo cosa fare dato che i nostri comandi
non ci avevano fatto sapere più niente.
Dopo aver reso inservibili diverse armi li abbiamo
consegnate.
Più tardi si è saputo che i nostri ufficiali avevano deciso di
partire con gli aerei, ma dato che volevano portare con loro i
bagagli con tutto ciò che illecitamente avevano acquistato,
questo ha provocato ritardo e quando sono arrivati sul posto
per la partenza i tedeschi cè l‟anno impedito.
La nostra vita per qualche giorno è continuata normale e tra
noi cera una atmosfera in cui non si sapeva ciò che era
destinato, si faceva progetti: „sarà così, sarà in un altro
modo‟.
106
Si era progettato di partire per l‟italia, di andare a far parte
delle Bande partigiane, di vestirsi in civile e lavorando tra i
greci.
Di tutto questo si attendeva tra noi una decisione, ma le voci
della radio scarpa erano tante e si siamo decisi di attendere i
possibili sviluppi.
In quei giorni il nostro reparto è stato occupato dai tedeschi i
quali ci hanno fatto la proposta se si voleva lavorare con loro
o seguire la sorte di tutti gli altri che nel frattempo erano
arrivati da Cefalonia «dove 14mila, tra cui 600 ufficiali,
sono stati barbaramente trucidati» e li avevano messi in un
campo di concentramento dove quasi non ci davano da
mangiare24
.
Noi si è continuato a stare al nostro reparto dove i tedeschi ci
facevano fare qualche cosa e si viveva un po con quello
che ci davano, un po con tutto quello che si vendeva
d‟accordo con un tedesco stesso di guardia di origine
spagnola e che parlava bene l‟italiano.
I magazzini e le macchine piano piano sparivano senza che
nessuno si accorgesse e noi si viveva discretamente con la
vendita di tutto ciò, consapevoli ora della nostra sorte.
La sera del 13 ottobre io e Goffarni, mio intimo amico,
usciamo di contrabbando e andiamo a sentire la radio e a
fare il contratto di 6 gomme di macchina che nella notte
dovevano sparire nelle ore che era di guardia il spagnolo.
Quella sera la radio comunicava che l‟italia di Badoglio
aveva dichiarato guerra alla germania.
A questa nuova rientriamo al reparto con la decisione di
partire la notte stessa con le gomme e i nostri bagagli e
andare tra le file dei partigiani.
24
A Cefalonia, in Grecia, si compì dopo l'8 settembre 1943 uno
dei più terribili eccidi di tutta la guerra.
In pochi giorni furono sterminati dai tedeschi 9.500 soldati italiani
su 11.500, e 390 ufficiali su 525.
107
Al mattino allora segnata si fa sparire le gomme e noi non si
parte avendo deciso di attendere ancora qualche giorno che
la situazione tra i partigiani stessi si chiarisca, perché altri
che erano partiti d‟accordo con l‟organizzazione greca
alcuni di questi erano arrivati felicemente a destinazione,
altri gli avevano fatto depositare i bagagli in un dato posto e
questi sono spariti e loro sono rimasti sbandati senza sapere
dove andare, così dopo qualche giorno tornare affamati e
stanchi.
Dopo un periodo di tempo in cui abbiamo continuato ancora
a stare al reparto, giornalmente non mancava da parte dei
tedeschi di farci delle proposte allettanti, facendoci presente
le condizioni in cui se non si aderiva non sarebbero mancati
dolore e sacrifici e sofferenza.
A queste ingiunzioni solo 16 su ottanta anno aderito, ma
questa loro decisione li ha portati ad una vita presente libera
sì, ma nel loro intimo non poteva esserci altro che una voce
che diceva al tradimento verso loro stessi e la patria solo al
pensiero del sangue versato dai nostri padri.
Finalmente il 15 novembre del 43, avendo veduto
l‟impossibilità di vita fuori «non potevo fare affidamento su
i greci dato il loto carattere, che a loro basta un semplice
guadagno per vendere anche loro stessi» ci hanno fatto
partire per il campo di concentramento.
Qui è iniziato il calvario della mia vita di prigioniero.
I primi giorni per il vitto non ho sofferto avendo un po‟ di
viveri di scorta, ma presto sono finiti.
L‟unico cibo era un mescolo di cavoli bolliti e un pezzo di
pane nero con una tazza di caffè.
Questo sarebbe niente se dalle 5 del mattino fino alle 17 ci
facevano lavorare.
Nei 15 giorni che rimasi in quel campo, tra i diversi lavori
era pulizia ai cavalli, fare trincee, fare il manovale e altri
lavori che concerne un esercito in zona di operazioni.
108
Questi lavori in pochi giorni ci hanno ridotto in uno stato di
debolezza che dopo un‟ora di lavoro ci si cascava addosso
alla pala o piccone tenendo conto del modo brutale con cui
ci trattavano i tedeschi.
Il nostro campo di concentramento era formato da una specie
di macello con due camere abbastanza grandi con dei
finestroni senza vetri dove pioveva dentro da tutte le parti e
circondato da un reticolato al quale non poteva avvicinarsi
nessuno.
Nel campo, ossia piccolo cortile, non si poteva camminare
per il fango delle continue piogge di quei giorni, pareva che
anche il tempo era contro di noi.
Per poter avere un sorso d‟acqua da bere non cera altro che
un tubo fuor di terra e, per avere un po di questa,
inginocchiarsi, soffiare con tutte le forze nel tubo e con la
pressione medesima usciva non più di un bicchier d‟acqua.
Nei 15 giorni che rimasi in quel campo giornalmente degli
ufficiali italiani passati con i tedeschi dipingendoci con
colori vivi la vita che si era incamminata e l‟altra bella della
libertà.
Sotto questa influenza dei fascisti il comando tedesco ci
faceva soffrire di più svegliandoci anche di notte per
lavorare e modi brutali.
Noi in un primo tempo si era risentiti da questo trattamento,
ma la loro risposta era: „perché non firmate per noi?‟.
Tutti i giorni arrivava nuova gente che in un primo tempo
erano andati con le bande partigiane e che hanno dovuto
lasciare per mancanza di vitto e indumenti dato il freddo
delle montagne in cui dovevano vivere.
Molti che si trovavano in tristi condizioni di salute, deboli,
svestiti e altri in buono stato si sono lasciati lusingare ed
hanno accettato, ma dopo questo passo da loro fatto abbiamo
dovuto costatare che il pentimento loro era tale che quando
vedevano noi che gli gridavamo dietro „venduti traditori‟
109
passavano a testa bassa umiliati e derisi e criticati anche dai
greci stessi.
Il 25 Novembre non avevo voglia di alzarmi, ma i tedeschi
mi hanno preso e via a lavorare dopo aver preso un po di
caffe.
Quel giorno, stanco e affamato, mi è toccato con pala e picco
lavorare, che non avevo neanche la forza di reggermi in
piedi, tenendo conto che dal campo 9 ci sono quattro buoni
chilometri.
Verso le 14 arriva il rancio, una mezza gavetta di cavoli
bolliti.
Mezz‟ora di sosta e al lavoro.
Da fumare non ne avevo più, tanto per fare un po‟ di fumo
per dimenticare.
Solo il pensiero della patria e una preghiera innalzata nella
buca che avevo scavato mi diede la forza di proseguire a
lavorare, ma ormai le forze andavano spegnendosi e i
tedeschi, chiamandoci traditori, volevano da noi quello che
non si poteva dare.
Verso le 16,30 abbiamo finito il lavoro e siamo incamminati
per tornare al campo dove appresi la triste nuova che tutti i
miei compagni erano partiti.
Rimasi molto male, ma mi rassegnai vedendo ancora
Muscetti e Soldati che erano rimasti ad aspettarmi.
Dopo aver mangiato quel pezzo di pane e un cucchiaio di
marmellata che consisteva nel pranzo serale mi sono buttato
a dormire su una specie di branda fatta col filo di ferro e con
un po di paglia raccattata in giro, ma il vento freddo, l‟acqua
che entrava da tutte le parti non ci ha fatto chiudere occhio.
Al mattino seguente sveglia alle 5, si prende un po di caffè
che era ancora scuro e si attende ordini.
Anche questa come la precedente, ma altro lavoro in una
scuderia a fare governo ai cavalli in quelle scuderie che non
finivano mai.
110
Non so dire tutta la paura e il pericolo non sapendo che razza
di bestie sono.
Alla sera stanco, affamato tornai in quel ambiente dove
neanche la luce cera tanto per rincuorare un po col suo
chiaro lo spirito che alle volte diceva „passa coi tedeschi che
la vita ti è più bella, torni ancora a essere un uomo e non un
numero‟.
Sotto questo pensiero molti giornalmente uscivano dalle
nostre fila per ingrossare quelle dei nemici.
Finalmente il 30 Novembre si parte da Patrasso a bordo di
un motoveliero carico di munizioni per Atene, dove non si
sapeva cosa sarebbe stato di noi dato che le voci erano tante
sulla nostra prossima.
Il breve viaggio a bordo di questo veliero ci preoccupava per
la presenza di velivoli Inglesi.
Durante il viaggio abbiamo avuto certi acquazzoni che ci
hanno bagnati da cima a fondo, così la notte abbiamo dovuto
rassegnarsi a stare in coperta non avendo altro posto per
ricoverarsi dato le stive piene di esplosivo.
Come Dio a voluto la notte è passata e l‟alba ci trova oltre il
canale di Corinto e via via che le ore passavano si
incominciava a vedere le colline che circondano Atene e
finalmente verso le 16 siamo entrati in porto.
Quanti pensieri, quante fantasticazioni arrivando ad Atene
dove da vincitori si era entrati e da prigionieri se ne usciva.
Però noi eravamo orgogliosi della nostra fede verso la patria
anche se i nostri superiori ci hanno traditi come ci hanno
lasciati tanti compagni non di fede come la nostra che di
fronte al sacrificio hanno preferito il tradimento.
Al Pireo appena sbarcati, abbiamo dovuto sostare sulla
banchina vigilati da tedeschi armati fino ai denti.
Verso sera ci hanno incolonnati verso la stazione sotterranea
per partire verso Atene.
Alla stazione del Pireo e ad Atene la gente ci guardava con
una faccia strana, non sapendo interpretare cosa pensassero.
111
Di li ci hanno fatto proseguire lungo strade a mé conosciute,
fino no alla caserma ossia in una fabbrica di motori.
Arrivati la ci hanno chiusi in uno stanzone senza ne una
goccia di acqua, ne niente da mangiare e per i nostri bisogni
corporali ci hanno dato un bidone che data la quantità di
persone presto è stato riempito e naturalmente l‟odore
provocato non è stato simpatico, per tutta la notte dove si è
dormito ancora dato la stanchezza dopo il lungo tragitto fatto
a piedi.
La mattina del 2 Dicembre ci hanno distribuito un po di
caffè e ci hanno fatto prendere tutta la nostra roba per
partire.
Usciamo sul piazzale e vediamo molti inglesi anche loro
prigionieri.
Dopo ci hanno inquadrati e ci hanno fatto partire.
Davanti a noi cerano un lunga colonna di inglesi.
Io avevo tutto il mio corredo in modo che lo zaino e la
valigia mi era, dopo un po‟ di strada, diventata tanto pesante
che a stento potevo reggermi in piedi, trovandomi in un
grado di debolezza tale essendo digiuno dal mattino del
giorno prima.
Lungo la strada, in mezzo hai passanti, vedo un mio amico
che era riuscito a cavarsela e dietro mia richiesta se aveva
almeno da fumare, tanto per cercare di calmare un po la
fame, quando i tedeschi che ci accompagnavano avevano
girato un po l‟occhio mi allunga un pacchetto di sigarette.
Lo metto in tasca in un attimo ma un tedesco mi ha visto e
con una pedata mi fa dare a lui le sigarette e con un „raus‟ al
mio amico l‟aveva scacciato.
Dopo circa tre ore di cammino siamo arrivati a Gudì, un
grande campo dove ci hanno diviso noi dagli inglesi da una
rete.
Finalmente ci danno da mangiare una mezza gavetta di pasta
in brodo.
112
Mentre si mangia vedo arrivare ancora molti italiani con tutti
i loro zaini e quando li vedo vicini vedo in loro le nastrine
del settimo fanteria e subito tra questi cerco qualche
conoscente.
Domando a loro tutti sono lombardi, ma di amici nessuno.
Finalmente ne vedo uno che non mi era sconosciuto e
quando i nostri sguardi si sono incontrati siamo rimasti.
Questo era Mambretti Federico di Costa masnaga.
Domandato se avevo fame figuratevi cosa dovevo dire, lui
apre lo zaino, leva una scatola di carne con un po di cipolle e
olio e nella gavetta ormai piena si mangia.
Non so quale impressione abbia avuto lui e gli altri.
Dopo averci raccontato la mia vita negli ultimi due mesi ne è
rimasto.
Loro erano due giorni che li avevano presi i tedeschi,
trovandosi in una isola non sapevano ancora niente.
Finalmente ci fanno entrare in una specie di magazzino e li
abbiamo sistemato per dormire uno sopra all‟altro senza ne
luce ne niente.
Malgrado tutto questo, il nostro morale a spirito di sacrificio
è tale che tutte le privazioni e umiliazioni fanno si che il
nostro morale si fa sempre più forte.
Nei 15 giorni che rimasi lì continuamente proposte di lavoro
a favore dei tedeschi e per indurci a questo poco da mangiare
e molto lavoro e dei più pesanti.
Un giorno viene un maresciallo della R.A.25
italiano e dopo
aver raggruppato tutti gli avieri italiani ci fa la proposta se si
vuole andare in italia.
Noi rispondiamo di si, ma dopo aver voluto sapere sotto
quale regolamento si poteva ottenere questo ed alla risposta
di un nuovo giuramento ai tedeschi e la repubblica fascista
noi abbiamo rifiutato e il maresciallo ha dovuto scappare
sotto la fila dei nostri fischi e al grido di „venduto‟.
25
Regia Aeronautica
113
Intanto i giorni passavano e si attendevano ordini per partire.
Dalle voci che arrivano si diceva che si andava a Belgrado,
altre in polonia, altre in austria, ma ormai eravamo convinti
piuttosto morire ma non cedere a lusinghe.
Finalmente il giorno della partenza è venuto, eravamo al 15
Dicembre 43.
Non voglio ricordare in queste mie righe il gesto di molti
nostri ufficiali che passarono ai tedeschi ed erano proprio
quelli che istigavano i tedeschi a farci soffrire per far si che
si ingrossasse le fila dei traditori.
Un fatto solo che non dimentico di questo, era il 13
Dicembre verso le 10 del mattino, arrivano diversi ufficiali
con un ufficiale tedesco, prendono un centinaio di noi più
stracciati e mal ridotti e senza tanti preamboli gli fanno
prendere la loro roba e li portano via a formare un
battaglione lavoratori per i tedeschi.
Loro hanno reagito ma non hanno potuto far niente e sono
partiti.
Solo più tardi si è saputo che li avevano obbligati a un
piccolo giuramento che solo chi questo lo ha ben capito
significava tutto, dicendo solo di lavorare come liberi civili
per la germania.
Finalmente il giorno 15 si parte, con me cera Renzo
rigamonti, uno di oggiono e molti altri.
Ci fanno sveglia alle 5 per contarci e solo alle 10 siamo
partiti lungo le vie della città.
I greci assistevano al nostro passaggio e nei loro sguardi si
poteva capire la loro approvazione del nostro amor patrio,
considerando che in città circolavano molti italiani con la
fascia della Vermac e del tradimento.
Il nostro passo era da uomini finiti la lunga strada con i
nostri bagagli che ognuno si era scrupolosamente portato
prevedendo in germania freddo e disagi e considerando che i
tedeschi non potevano darci che ben poco.
114
Dopo tre ore di faticoso cammino, non avendo mangiato che
un pezzo di pane e un goccio di acqua calda, gli ultimi
centinaio di metri non si poteva più camminare, ma i
tedeschi che ci accompagnavano non volevano saper ragione
dicendoci che „questo lo avete voluto voi‟.
Arrivati alla stazione vediamo una lunga serie di vagoni
merci dove i finestrini erano muniti di filo spinato.
Ci buttarono dentro, quaranta uomini per vagone e ci
chiudono dentro senza niente e dopo circa tre ore si parte.
Prima di partire si avvicina dei ragazzi che ci facciamo
portare qualche borraccia di acqua e gli consegniamo i nostri
ultimi soldi rimasti per portarci pane o bollotta (pane di
farina gialla).
Qualcuno è tornato, quello che io ho dato i soldi non lo visto
più, pazienza.
Ci sistemiamo alla meglio e mentre il treno si è messo in
moto ci addormentiamo come stracci.
Verso sera il treno si ferma in piena campagna, ci aprono i
sportelli e ci fanno scendere per i nostri bisogni corporali.
Vedo tutta sta gente, circa un 1500 persone che
componevano la tradotta, scendere e nel prato sottostante,
come una sciame di api dirigersi negli angoli facendo presto
per lasciarci il posto agli altri che attendevano dato il piccolo
spazio.
Prima di partire ci danno un pezzo di pane e una scatoletta di
carne in due persone e via.
Questo viaggio fino all‟arrivo in austria è durato 13 giorni.
In tutti questi giorni quello che abbiamo sofferto di più è la
sete, mangiando asciutto chiusi sempre nel vagone salvo
quel 10 minuti al giorno per scendere e fare i nostri bisogni
corporali.
Quel poco da mangiare ce lo davano dentro e noi se lo
dividevamo.
115
Passando nelle stazioni e vedendo l‟acqua che facevano
rifornimento alle locomotive, noi tutti, arsi dalla sete, non
potendola avere era una pena tale da non sapere descrivere.
Un giorno il treno si è fermato in campagna per i bisogni
corporali e vedendo un fosso con acqua, non guardando di
che tipo era, ci siamo buttati come tante bestie affamate.
I primi hanno trovato acqua un po chiara, gli ultimi era
fango ma la sete ha vinto ogni ripugnanza.
Arrivando in ungheria non ci hanno fatto scendere più per
tre giorni fino al nostro arrivo in austria.
Ormai nel vagone la puzza, i pidocchi avevano incominciato
a farsi strada, dovendo fare i nostri bisogni attraverso la
fessura della porta e quando si dormiva i piedi di uno arriva
sulla faccia di quell‟altro.
Fortunatamente diversi avevano ancora i teli tenda e li
avevano attaccati sotto il tetto del vagone tanto per essere un
po‟ più alla larga.
Man mano che la strada passava e si andava a nord, il freddo
si faceva sentire.
Arrivando in Austria la neve si è fatta viva e nel vagone il
ghiaccio sulla parete si è fatto strada, era come essere in un
refrigerante.
Il giorno di natale arriviamo a Vienna meta del nostro
viaggio.
Verso le 10 del mattino il nostro morale si era un po‟ alzato
pensando che era finito quel viaggio e ci si poteva lavare e
bere, avendo anche con freddo la bocca arsa ormai da 12
giorni.
Dopo circa due ore di attesa a uno scalo merci di Vienna, ci
portano un mescolino di zuppa di farina in specie di
bicchieri di cartone e si attende.
Sentiamo che si doveva partire ancora per la germania del
nord.
Non so dire quel che è avvenuto in noi, guardandoci in
faccia non si vedeva che uomini con la faccia dalla lunga
116
barba, gli occhi infossati dalla fame e dalle privazioni, tutti
sporchi essendo ormai 10 giorni che non ci si lavava.
Dormire era impossibile, con i pidocchi che correvano
appena sentivano il calore e pensando poi che era il giorno di
Natale.
Le campane delle chiese suonavano a festa.
Si vedeva la gente che freddolosa nella fredda giornata
andavano alle loro case cariche di pacchi e noi dai reticolati
di un finestrino si guardava come sonnanboli non rendendosi
neanche conto di ciò che accadeva intorno a noi, abbruttiti
come eravamo da sofferenze di oramai tre mesi.
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Giornata di giubilo 9-5-45
Italiani con gioia immensa abbiamo appreso che la guerra è
finita oggi ufficialmente in Europa alle 01 di stamani.
Da anni aspettavamo con ansia questo giorno.
Da anni aspettavamo trepidi che la grande novella fosse
annunciata al popolo dell’universo.
Oggi, dopo tante sofferenze, tanti dolori, tanti stenti, tante
privazioni, abbiamo il privilegio di vivere questi momenti
che restano memorabili nella storia del mondo.
Vogliamo perciò come primo pensiero rivolgere un pensiero
di riconoscenza al creatore, che ha voluto che noi uscivamo
incolumi da questo conflitto che ha rivolto in un caos di
disastro tutta l’europa.
Vogliamo che dai nostri cuori sporga spontaneo un cantico
di gloria verso la Bontà infinita che ci ha protetto durante le
giornate nere della nostra schiavitù e che a fatto trionfare la
nostra causa.
Durante lunghi anni di guerra, quando le forze del male
sembravano sopraffarre e vincere i doni più belli della
natura, vale a dire verità, amore, giustizia, la libertà e la
carità, in noi è restata viva la fiamma della fede, la fede
dell’avvenire che tutto vince e che ha mantenuto in noi viva
al speranza che la vita avrebbe ripreso il suo corso in una
cornice di amore e di giustizia.
Ora questa fiamma risplende luminosa come un faro di luce
che dice al mondo che noi, dopo tante pene, dopo aver al
prezzo di duri sacrifici sostenuto la nostra causa fino alla
fine, siamo orgogliosi di essere partecipi della gioia che
oggi affratella il mondo.
In questo giorno che vede il trionfo delle forze della libertà e
della giustizia sulle idee che emergono quanto l’uomo ha di
più nobile, il nostro pensiero riconoscente hai camerati
caduti che dai loro bianchi sepolcri sembravano che levano
la loro voce verso di noi a continuare il nostro cammino
122
sulla strada che il destino ci ha luminosamente segnato, per
la ricostruzione della società e della patria.
E noi fermiamo in attesa del giorno più bello del ritorno in
seno alla nostra famiglia che trepidano aspettando di
stringersi al seno.
Il nostro compito non è ancora finito, altre prove ci
aspettano forse più ardue di quelle che abbiamo sostenuto e
vinto.
Ma noi abbiamo tutta la volontà d’affrontarle con la
decisione e l’ardore di compiere il nostro dovere.
Sembra di leggervi nel cuore, sembra di notare nel vostro
sguardo una gioia immensa che aspetta il momento giusto
per scoppiare irrefrenabile, solo vi dico che quel momento
non è lontano.
Da tutti si reclama il nostro ritorno ed oggi, per chi non lo
sapesse, una voce autorevole si è levata tra l’altre a incitare
i vincitori affinché restituiscano ognuno di noi alle sue
famigli, alla sua patria che attende fiduciosa che i suoi figli
la faccia nuovamente risorgere, con l’amore e con il lavoro,
più forte e più bella di prima.
La voce del Santo Padre Pio XII, che dalla città del vaticano
per affermare quanto di nostro desiderio.
Abbiamo fiducia che la sua parola sarà senzaltro ascoltata
da coloro che hanno in mano l’arbitrio del mondo.
Ritorneremo nelle nostre case dove le nostre mamme ci
aspettano, le nostre spose, i nostri figli, i nostri parenti,
ritorneremo ai nostri focolari dove per anni il nostro posto è
rimasto vuoto.
Ritorneremo alla nostra patria lontana ma sempre vicina,
alla nostra bella italia che sempre sognavo nelle notti
insonni della nostra prigionia quando le viscere che
gridavano, la fame ci facevano vedere l’inferno.
Raccogliamoci in attesa di quell’ora che non può essere
lontana e preghiamo di tornare in patria col proposito di
123
ricostruire la nostra vita nel migliore degli intenti e consci
nella giustizia, nell’amore e nella carità.
Solo con questa premessa vi dico che la società potrà vivere
e prosperare perché sono questi i principi basilari che ogni
società umana che si rispetti deve avere come principi.
Se avremo questi propositi siamo certi che vita sarà ancora
bella e degna di essere vissuta, e noi con essi e per essi
vogliamo ancora lavorare e vivere.
In tutto il mondo libero questa giornata è stata festeggiata
perché segna la fine di tutte le sofferenze e il trionfo della
libertà e della giustizia.
Bando alle voci, non più farsi ingannare dalle dicerie del
primo avanta popolo, ma solo e disciplinati con la fiducia di
compiere ancora una volta il nostro dovere, ritorniamo alle
nostre case per ricostruire in una cornice di amore e di
carità la novella società umana.
Camerati gioite, cantate, gridate, le nostre sofferenze sono
passate, abbiamo compiuto il nostro dovere al prezzo della
nostra stessa vita.
Ora un pensiero lontano è quello di avere la certezza di
riabbracciare fra breve le nostre mamme che da lontano con
il cuore in tumulto ci attendono fiduciose.
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Dusseldorf 10-5-45
un pensiero MAMMA
Tutto è finito! Le preoccupazioni per la vita quotidiana sono
cessate, non si pensa più a raccattare quel minimo bastante
per il mantenimento della vita, ma tutti i pensieri sono rivolti
verso casa, verso la famiglia che lontano freme nell’attesa
del giorno radioso del nostro ritorno.
Credo che tutti, al pari di mè, pensano in questi giorni
radiosi della liberazione alle loro mamme lontane, che
pregano, pregano ancora per i loro figli lontani, che non
sanno se la fortuna li abbia preservati o no dal pericolo
della morte!
Le vediamo come un sogno davanti agli occhi, le nostre care
mamme trepide in attesa.
Tutto è finito!
La guerra con i suoi tribolii, con i suoi travagli, con le sue
sofferenze e con le sue pene e i suoi dolori è passata; con
essa gli uomini che l’hanno voluta e scatenata sono passati;
tutto risorge ora da questo lavacro di sangue con la
primavera, con la festa della natura che si rinnovella
nell’amore supremo del creatore!
Ed io ti vedo mamma come tante volte ti ho sognato nei
lunghi e duri giorni della prigionia, in quelle notti terribili,
interminabili che non volgevano alla fine, quando le mie
tempie e davanti agli occhi velati mi passavano visioni
d’inferno.
Tutto mi sembrava perduto!
Credevo che la vita fosse finita, che non ci fosse più
speranza per la risurrezione e la rinascita.
Vedevo davanti a me l’abisso e la morte!
Poi d’un tratto mi appariva la tua dolce visione mamma e
quando vedevo te, che m’aspettavi con ansia, che speravi
sempre nel ritorno del tuo figlio adorato, dell’unico scopo
della tua vita, tutto si calmava ed io riposavo calmo e
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tranquillo perché risorgeva grande, immensa nel fondo del
cuore una speranza, speranza in dio che tutto aggiusta con
la sua bontà infinita.
Una speranza che un giorno tutto sarebbe passato come
passano tutte le cose di questo mondo, tutte le cupidigie e
tutte le brame, tutto ciò che è materia e vana gloria.
Allora mi pareva di sentire nella mia fronte la carezza della
tua mano lieve che passava lenta tra i fili dei miei capelli
bagnati di sudore e ascoltavo come in eco la tua voce dolce
che mi diceva «Coraggio, coraggio figlio mio, ritornerai».
Oggi quel giorno è realtà tangibile.
Tutte le preoccupazioni sono passate, la vita dopo tanti
triboli scorre calma ora, simile all’acqua limacciosa di un
fiume dopo la piena.
E adesso più che mai penso a te mamma, ora più di prima,
vorrei averti vicina per raccontarti tutte le mie sofferenze,
tutte le mie tribolazioni, tutti i miei dolori.
Vorrei di nuovo poggiare la mia testa nel tuo grembo come
un tempo in quei lontani giorni della mia fanciullezza.
Vorrei che tu sapessi che io sono qua sano e salvo, incolume
come quando partii in quel lontano maggio del 43
baciandoti timoroso sulla fronte per non scoppiare in
singhiozzi.
E soffro adesso, non più delle pene della schiavitù, ma
pensando che tu possa essere ancora in pena per me, non
sapendo ciò che il fato mi aveva destinato.
Tutti i minuti mi sembravano giorni, tutte i giorni mi
sembravano secoli.
Vorrei bruciare le tappe, vorrei volare, fare l’impossibile e
non sono parole, tu mi crederai mamma, per abbracciarti
adesso, per poggiare in questo istante la mia testa nel tuo
seno palpitante, per sentire sulla mia fronte la carezza della
tua mano lieve, per ascoltare la tua voce dolce che mi sana.
O mamma mamma, come ti amo, come sento di volerti bene,
di amarti con tutte le forze dell’anima mia.
127
Vorrei poterti esprimerti con non so quali parole, vorrei che
tu potessi comprendere quello che passa nel mio cuore; ma
la penna non mi segue più come una volta, come quando tu
mi eri vicina, come quando tu mi attendevi sveglia alla sera
che io tornassi, come quando tu sola con il tuo amore
ispiravi la mia fantasia.
Ma accoglierai lo stesso quello che io ho scritto per te
mamma, per sfogarmi, per calmare le mie pene e la mia
nostalgia, per far tacere la malinconia che mi tormenta e mi
avvilisce.
Poi pensando che il giorno più bello non sarà lontano, mi
riprendo e insieme agli altri compagni che più spensierati
cantano unisco anch’io la mia voce al loro canto.
Canto la canzone più bella che io abbia mai sentito, la
canzone che esprime ciò che io penso in questo momento,la
canzone che parla di mamma, d’amore, di figli lontani.
(Mamma solo per te la mia canzone vola, mamma sarai con
me non sarai più sola)
Quel chiasso, quel frastuono nella baldoria, nel corpo che
nasce nella bella gioia di essere riuniti alla vita, agli occhi
di qualcuno luccica qualche lacrima timorosa ben presto
asciugata.
Per te mamma, per tutte le mamme d’Italia la mia, la nostra
canzone vola.
(Mamma, ma la canzone mia più bella sei tu, sei tu la vita e
per la vita non ti lascerò mai più, mai più.)
Giuseppe Avolio26
26
Dopo la guerra Avolio fu eletto deputato per la III legislatura
della Repubblica e rivestì per molti anni la carica di presidente
della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA).
Conobbe il nonno durante la prigionia e mantennero contatti anche
successivamente.
128
129
12-5-45 Previsioni sul nostro ritorno.
La sera del 17 aprile, dopo aver passato la giornata
ascoltando ogni minimo rumore che veniva da lontano, dopo
che le voci e le notizie avevano divulgato in un baleno che le
prime truppe americane erano alla periferia, non si poteva
credere a noi stessi dopo le lunghe giornate snervanti di
attesa di poter vivere un po‟ tranquilli, senza l‟ossessione di
essere travolti dalla quantità di proiettili che piovevano da
tutte le parti.
Finalmente verso le 20, dalla torretta posta nella nostra
fabbrica, si è potuto sentire senza più smentire il rumore dei
carri armati americani.
Non posso esprimere ciò che è passato in noi alla parola è
finita per Dusseldorf e allora, nel silenzio che ci circondava,
nella serata semi stellata il pensiero era alla nostra patria,
alle nostre famiglie, a tutti i nostri compagni che ancora
erano sotto le artiglierie e i bombardamenti, ma la situazione
delle armate tedesche era tale che non poteva durare a lungo.
Questo è diventato realtà quando, dopo una rapida avanzata,
il giorno 8 Maggio la radio annunciava che la guerra è finita
per la germania e con questo la fine di una guerra che ha
travolto tutto il mondo e che ha insanguinato tutte le
contrade d‟Europa27
.
Coloro che l‟anno voluta sono passati con questa.
Mentre scrivo queste poche righe sono in un lager dove al
presente si trovano circa 600 italiani in attesa di rimpatrio,
ma data la penuria dei mezzi di trasporto non è possibile
prevedere il giorno della nostra partenza.
Qua passano i giorni d‟attesa in una atmosfera febbrile e da
tutti indistintamente una sola parola esce dalle labbra
„quando partiremo?‟
27
L‟8 Maggio 1945 in Germania entra il vigore la resa
incondizionata firmata a Berlino il giorno prima.
130
Qua sono giovani ragazzi, uomini che dopo tutti i dolori,
sacrifici, privazioni anelano al ritorno per gustare dopo
lunghi anni la gioia di una nuova vita in seno alla propria
famiglia, forse mutilata di qualche membro di essa che la
furia devastatrice di questa guerra ha travolto.
In attesa di questo giorno che resterà memorabile nella
nostra vita le giornate sono interminabili, solo alla sera,
sentendo alla radio la voce dell‟Italia, la nostalgia ci invade
ancor di più.
131
132
133
Cè un fermento inconsueto
tra la fame e il poco dormir
brilla ciascun un segreto
la speranza che non può morir.
Con un po‟ di emozione
tutti aspettano la gran novità
una tradotta in stazione
che verso il brennero va.
Art., bersagliè, fanterin, vecchio alpin
con la gioia nel cuore ora vanno
verso il sole lasciato da anni,
il soffrir, il martir scorderanno,
il lagher e l‟arbait,
con il treno che al brennero va
Quando in qualche stazione fermerà
la tradotta a sosta non mancherà
il brontolone che per forza dovrà brontolar.
Sembreran lunghi i secondi
con quel ansia di presto arrivar,
poi dopo, tutti giocondi, ritorneranno a cantar.
Cè una graziosa casetta
dolce nido di felicità
dove una bimba mi aspetta
con un pegno di felicità.
Bimba da gli occhi sgomenti
che mi stringe più forte sul sen
e con le labbra sue ardenti
mi dice ti voglio ben.
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INDICE
Prefazione pag. 5
„Descrizione di episodi...‟ “ 7
Varie notizie “ 67
Grecia “ 93
Giornata di giubilo 9-5-45 “ 121
Un pensiero MAMMA “ 125
Previsioni sul nostro ritorno “ 129
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139
Natale 2004
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