Download - Scarpe a colazione
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La signora ha i piedi gonfi. Sarebbe bello
scoprire come farà a togliersi le scarpe
quando sarà tornata a casa. Deve aver
faticato molto per infilarle. Senz’altro è
stata l’ultima cosa che ha fatto prima di
uscire, già vestita di tutto punto, con il
completino azzurro che le vedo addosso ora:
ha attraversato scalza il soggiorno, si è
seduta sulla panca accanto alla scarpiera
e ha iniziato a lavorare di calzante. Anzi
no: è stata la prima cosa che ha fatto, per
togliersi il pensiero, subito dopo essere
uscita dalla doccia e prima di vestirsi,
cospargendosi i piedi di borotalco e
infilandoli nelle scarpe, prima ancora di
indossare la biancheria intima.
Sono scarpe bianche, col tacco basso,
aperte sulla punta. Fuoriesce l’alluce tozzo,
con l’unghia smaltata di bianco, un’unghia
insolitamente tonda, sembra una moneta. Le
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stringhe intrecciate sul collo del piede
segnano la carne lasciando solchi bianchi
come strette di corda. Più su, un gruppo
di piccole farfalle tatuate all’altezza del
malleolo svolazza in formazione sparsa con
tutta l’aria di volersi avvolgere attorno al
polpaccio e risalire a spirale la caviglia
fino al goffo promontorio del ginocchio sul
quale la signora lascia penzolare la mano
dopo aver preso un lungo tiro di sigaretta.