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Lo sapevate che l’antico nome della città preromana di Susa
fosse Segusio e che poi in età romana diventò Segusium? Le
classi quinte della scuola primaria di Strambino l’hanno scoperto
durante l’uscita didattica del 30 aprile 2019 insieme a tante altre
informazioni sui Taurini, una tribù celto-ligure guidata dal re
Donno, che si accordò con Giulio Cesare garantendo il libero
passaggio ai Romani, in cambio della loro amicizia.
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La prima tappa del nostro itinerario è in Piazza Savoia, dove si
trovava l’antico Foro, nel quale recenti lavori hanno portato alla
luce il basamento di un tempio del III secolo d.C. con tre
stanze, di cui l’ultima il Naos che conteneva la statua della
divinità.
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Segusio nacque attorno a un centro fortificato costruito intorno
alla dimora del re Cozio, un insieme di capanne lungo la Via
per le Gallie. Nel III secolo d.C. per difendersi dai barbari, la
città fu circondata da mura di cinta, che lasciarono all’esterno il
Foro e l’Anfiteatro. Dopo la caduta dell’Impero romano, la città
ebbe un lungo periodo di decadenza, dal quale si riprese solo
nell’VIII secolo, quando diventò territorio dei Franchi.
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Eccoci davanti a Porta Savoia detta anche Porta Paradiso,
uno degli accessi alla città, che veniva chiusa con una
saracinesca manovrata dall’alto. Attorno a Susa ci sono anche
Porta Castello e Porta Piemonte. Le torri laterali sono di un
colore rosato e molto massicce, perché avevano uno scopo
difensivo
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Arrivati al Parco di Augusto abbiamo giocato alla caccia al
tesoro dei reperti presenti: colonne, lapidi, capitelli, mura. Lì
accanto c’erano anche i resti di un Tempietto dove si trovava il
sepolcro del re Cozio. Su un piedistallo era posta la copia di una
statua loricata dell’imperatore Ottaviano Augusto, a motivo
della corazza detta lorica, il cui originale si trova a Roma nei
Musei Vaticani.
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Il figlio del re Donno, il re Cozio, da cui deriva il nome Alpi
Cozie, stipulò un’alleanza con l’imperatore Ottaviano Augusto
celebrata nell’anno 9 a.C. con la costruzione dell’Arco di
Augusto. Nel fornice della porta si vede la cima innevata del
Rocciamelone, che con i suoi 3550 metri domina la valle. In
alto, nei bassorilievi è raffigurata la Suovetaurilia, cioè il
sacrificio agli dei di un toro, un ariete e un suino. Sono visibili
dei fori nei quali anticamente si trovavano le grappe, dei ganci
per tenere uniti i massi.
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Siamo sulla Via delle Gallie delimitata dai resti delle mura. Lì c’è
una porta fiancheggiata da due torrioni circolari e oltre il
cancello si vede il cavedium, il cortile di un edificio governativo,
(nel quale sono presenti ancora tracce di intonaco rosso) posto
nel castrum, l’accampamento romano. Diversamente dalle città
romane, Segusio non ha una pianta a scacchiera a causa delle
caratteristiche del terreno e della presenza della Dora Riparia.
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Accanto troviamo l’acquedotto romano noto anche come
Terme Graziane costruito nel punto più alto della città con
pietre e marmo. Si appoggia sulle rocce, superando ogni
ostacolo per mantenere l’acqua, tanto preziosa, sempre alla
stessa altezza.
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Sulla roccia alla base dell’acquedotto, si notano dei fori dette
coppelle, che sono incisioni rupestri di epoca preistorica
utilizzate dai sacerdoti Druidi come altare per i sacrifici agli dei.
Il percorso tracciato dal sangue degli animali sui massi, durante
i riti religiosi, veniva interpretato come un presagio divino.
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Siamo giunti all’ultima tappa: un meraviglioso esemplare del
più piccolo Anfiteatro romano(II secolo d.C.) d’Italia, dove si
svolgevano i combattimenti tra gladiatori e animali e le
scene di caccia, venationes, contro i cinghiali. A forma di
ellisse, è in ottimo stato di conservazione, perché per anni è
stato coperto dal materiale alluvionale trasportato da un
torrente. L’arena è circondata dal podium, che sosteneva le
gradinate; al suo interno c’erano i carceres, dove si trovavano
le belve prima degli spettacoli. Al termine di questa passeggiata
“storica” sulle tracce di Segusium, alcuni bambini hanno anche
simulato un combattimento tra gladiatori e animali, finendo in
bellezza questo meraviglioso viaggio a ritroso nel tempo.
FINE