Sentimenti, Passioni, Emozioni: le radici del nostro Ben Essere
o del nostro Mal Essere
Giornata del Benessere
Benessere Emotivo
Alessandria, 29 novembre 2008
Perché ne parliamo
Siamo divenuti scontrosi, irritabili, timidi, depressi, perennemente scontenti; cittadini di nazioni diverse, membri dell’unico stato della paura.
(Michael Crichto, Stato di paura)
Siamo divenuti scontrosi, irritabili, timidi, depressi, perennemente scontenti; cittadini di nazioni diverse, membri dell’unico stato della paura.
(Michael Crichto, Stato di paura)
Perché ne parliamo
“La paura, qualsiasi paura, non si può fuggire: evitare il suo contagio è difficile e una volta che è dentro di noi, rischia di rimanervi. Affrontare la paura è compito di ogni individuo determinato a migliorare la propria condizione esistenziale e, in ultima e idealistica analisi, l’ambiente che lo circonda.”.
(da “Selfmarketing”, di Santoro e Di Salvo)
“La paura, qualsiasi paura, non si può fuggire: evitare il suo contagio è difficile e una volta che è dentro di noi, rischia di rimanervi. Affrontare la paura è compito di ogni individuo determinato a migliorare la propria condizione esistenziale e, in ultima e idealistica analisi, l’ambiente che lo circonda.”.
(da “Selfmarketing”, di Santoro e Di Salvo)
Uno sguardo generale
Le emozioni e i sentimenti pervadono la nostra vita.
Le emozioni sono una chiave privilegiata per accedere al mondo interiore dell’individuo.
La società attuale tende ancora a considerare l’emozione come un disturbo per l’assunzione di atteggiamenti favorevoli all’ordine e alla razionalità.
Uno sguardo generale
La natura umana resta eminentemente emotiva ed affettiva. Le emozioni e i sentimenti sono, infatti, il nostro principale legame con cose e persone e le esperienze ci ammaestrano attraverso le emozioni che suscitano, prima che con i fatti o i ragionamenti su di loro.
L’homo sapiens continua ad essere guidato nei suoi comportamenti meno dal logico e calcolato orientamento verso scopi ben definiti e assai più da pulsioni e motivazioni di altra natura.
Definizione
La passione è una tensione violenta e di una certa durata, che si subisce al di fuori del controllo personale e sociale.
L’emozione è uno stato affettivo intenso, di breve durata, con una causa precisa, esterna o interna, un chiaro contenuto cognitivo e la funzione di orientare l’attenzione.
L’emotività è la sensibilità alle situazioni capaci di generare emozioni (come , ad es,. l’ansia). Emotivo è l’individuo facile a provare emozioni.
Definizione
L’umore è la disposizione affettiva diffusa e durevole, come l’euforia o la depressione.
Gli stati d’animo sono sentimenti o emozioni di intensità relativamente bassa e durata relativamente lunga.
I sentimenti sono più durevoli delle emozioni (l’odio rispetto al momentaneo scoppio d’ira).
Sentimento e umore si riferiscono a stati affettivi di bassa intensità, durevoli e pervasivi, senza una causa immediatamente percepibile e con la capacità di influenzare eventi inizialmente neutri.
Definizione
Le emozioni vengono considerate patologiche in quattro condizioni: Quando sono eccessive e persistenti; Quando sono assenti o troppo limitate; Quando forti emozioni sono in conflitto; Quando vi sono disconnessioni fra elementi
della catena emozionale quali cognizioni, sensazioni, fisiologia e comportamento.
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
Le aree dei sentimenti
IL SE'
Orgoglio È l'emozione che deriva dal giudizio positivo
su una qualche specifica azione che si è compiuta. È il contrario della vergogna.
È il sentimento prodotto dal desiderio di essere stimati dagli altri, indipendentemente dal merito.
È un'emozione necessaria al consolidamento della sicurezza di un individuo.
IL SE'
Superbia È un orgoglio esagerato, un eccesso di
fiducia in se stessi. L'atteggiamento sprezzante di superiorità
associato alla superbia ostacola buoni rapporti interpersonali.
IL SE'
Coraggio 1 È una reazione alla paura, che ci dà la
capacità di superarla. È un sentimento che permette all'umanità di
avanzare, ma: All'impavido manca del tutto la paura Il temerario si assume rischi insensati Il coraggioso ha la consapevolezza del rischio,
vive la paura, ma è capace di agire
IL SE'
Coraggio 2 Ha forme diverse. C'è il coraggio:
di fare e quello di non fare di affermare qualcosa in cui si crede e quello di
dubitare di unirsi agli altri per lottare insieme e quello di
battersi da soli di parlare e quello di tacere dell'istante e quello del perseverare
Le aree dei sentimenti
IL MALESSERE
Accidia Torpore spirituale, avversione all'operare,
accompagnata da tedio e tristezza. Un'indolenza radicale che corrode l'animo, un'incapacità di compiere lo sforzo necessario per raggiungere il bene spirituale.
Trovare soddisfazione nel dolce far niente, considerare l'indolenza un vizio amabile in quanto baluardo contro l'attivismo, la fretta e l'ambizione.
IL MALESSERE
Noia Senso di vuoto, atteggiamento di passività. Può derivare dalla ripetizione delle stesse
attività o da una deprivazione degli stimoli. I giovani d'oggi hanno facile accesso a TV,
cellulari, videogiochi ... così il sentimento di noia viene sedato e occultato (solo) sul piano del comportamento.
IL MALESSERE
Tristezza Si instaura a seguito di una perdita se e quando
l'individuo abbandona la lotta. Porta a concentrarsi sugli stati interni (perdita di
attenzione al mondo esterno) che porta alla tendenza a ricadere in pensieri involontari e ripetitivi.
Porta a sottostimare il proprio grado di successo in un compito, a trovare spiacevoli varie attività quotidiane, ad aspettarsi solo eventi spiacevoli.
IL MALESSERE
Solitudine 1 Ha due volti:
A. È un sentimento triste collegato alla perdita, al rifiuto, all'isolamento; è collegata alla malinconia. Corrisponde a sentirsi soli indipendentemente dalle circostanze esterne, a sentirsi privi di compagnia nonostante si sia circondati da amici o da affetti.
IL MALESSERE
Solitudine 2 B. È serena e rappresenta uno stare con se
stessi che sviluppa l'interiorità e prepara la creatività. È un mezzo per la ricerca di Dio.La persona matura è capace di usare la solitudine per lenire l'ansia provocata da situazioni stressanti e sa utilizzarla per ristabilire dentro di sé una condizione di equilibrio.La capacità di essere soli è uno dei segni più importanti di maturità nello sviluppo affettivo.
IL MALESSERE
Solitudine 3 Dato l'attuale andamento demografico, sarà
sempre più la condizione dei bambini. Le donne che rimangono sole sono più esposte
al disagio psichico. Depressa significa spesso single.
Le aree dei sentimenti
L'EUDEMONIA
Gioia 1 Appare fin dai primi mesi di vita come
l'emozione che segue il soddisfacimento di un bisogno.
Fa vedere il lato buono delle cose, causando una maggior fiducia nelle prospettive future e una migliore valutazione di se stessi e degli altri.
Ha effetti positivi sulle capacità di apprendimento, specialmente se si è allegri durante la fase di presentazione o di studio del materiale da ricordare.
L'EUDEMONIA
Gioia 2 Sul piano sociale si tende a vedere di più
parenti, amici e a fare nuove conoscenze; a intraprendere attività impegnative; a fare donazioni; a rendersi utili; si è più efficaci e competenti nei negoziati; si tende a osare di più e a prendere decisioni più in fretta.
L'EUDEMONIA
Felicità 1 È uno stato di benessere completo, che può
affacciarsi in un breve intervallo di tempo (sfera emozioni) o mantenersi a lungo (mondo sentimenti).
È uno stato della mente. È basata sulla soddisfazione del desiderio
(cultura A) o sull'assenza dello stesso (cultura B). Viene raggiunta quando le virtualità e le
possibilità della persona si realizzano.
L'EUDEMONIA
Felicità 2 È percepita come un bene transitorio. Può
essere perduta come condizione di vita, ma non può essere cancellata come esperienza.
Non viene attinta per via di riflessione: in senso stretto l'uomo non sa di essere felice, si sente felice (Non si ha la felicità, ma ci si è).
Si identifica sempre meno con l'immediatezza del godimento e si viene sempre più configurando come un obiettivo strategico.
L'EUDEMONIA
Felicità 3
Le aree dei sentimenti
L'INADEGUATEZZA
Timidezza 1 È goffaggine, impaccio, timore, un senso di
disagio o malessere psicologico nelle relazioni sociali.
Quando il bambino dai 2 ai 5 anni non viene sufficientemente valorizzato assume un senso di inadeguatezza che, da adulto, lo porterà ad essere afflitto da timidezza.
È considerata un tratto stabile del carattere, che predispone l'individuo a temere di essere socialmente inadeguato.
L'INADEGUATEZZA
Timidezza 2 Riguarda il 40% delle persone ed è in
crescendo soprattutto tra i bambini a causa dello scarso tempo che i genitori passano a dialogare con i figli e nel tempo sempre più elevato che questi ultimi trascorrono da soli o davanti al televisore.
L'INADEGUATEZZA
Timidezza 3 È vista come invalidante, così, per mascherare
la propria timidezza i timidi usano alcuni stratagemmi:
“da salotto”, come il barzellettiere “da bar”, come l'ostentazione del telefonino “da lavoro”, come la vessazione dei sottoposti “da forza”, come chi pratica il bodybuilding o il
karate.
L'INADEGUATEZZA
Imbarazzo 1 È temporaneo ed è strettamente legato agli
eventi sociali e alle persone che vi prendono parte.
Dipende necessariamente dalla presenza sulla scena di chi lo causa o vi assiste. È una tipica emozione sociale.
È una componente normale della vita di tutti i giorni poiché è una manifestazione di adattamento all'organizzazione sociale da parte del soggetto.
L'INADEGUATEZZA
Imbarazzo 2 Le condizioni per provarlo sono:
La consapevolezza che un proprio comportamento è o potrebbe essere regolato da norme sociali;
Il desiderio di conformarsi alle norme; Il timore di infrangere le regole; L'insicurezza sulle proprie capacità e quindi
la paura di perdere la faccia.
L'INADEGUATEZZA
Vergogna 1 Si presenta come esposizione ai propri occhi.
Più di qualsiasi altra emozione, implica la qualità dell'inaspettato: l'essere spiacevolmente colti di sorpresa, l'impossibilità di avere determinati comportamenti, l'improvviso senso di esposizione, l'incapacità di gestire ciò che accade attorno a noi.
Anche un dettaglio insignificante può dare origine a sentimenti di intensa vergogna.
L'INADEGUATEZZA
Vergogna 2 Può essere definita come la dolorosa certezza
della propria fondamentale inadeguatezza come essere umano.
Le reazioni comprendono un senso di paralisi, un calo di energia, il desiderio di fuga, il ripiegamento su se stessi, il biasimo e la rabbia; si tende a evitare lo sguardo altrui, l'interazione e persino a “scomparire”. “… saremmo ben contenti se
potessimo comandare alle rocce e alle montagne di cadere sui di noi per nasconderci dalla Sua presenza” (Alma 12:14.15)
L'INADEGUATEZZA
Vergogna 3 È un'emozione che condiziona i nostri
sentimenti riguardo a noi stessi e le nostre interazioni con gli altri: più del genere e dell'aggressività, è responsabile del corso che prende la nostra vita psichica.
Le persone ad essa suscettibili sono caratterizzate da un atteggiamento di continua preoccupazione per il giudizio altrui.
L'INADEGUATEZZA
Vergogna 4 Per sbarazzarsene si può ricorrere all'oblio,
al riso o alla confessione. Il riso offre l'opportunità di unirsi agli altri nel
ruolo di osservatore esterno. Confessare dà un certo sollievo dal punto di
vista della valutazione di sé: l'idea di saper ammettere le proprie colpe permette di attenuare la svalorizzazione di sé.
L'INADEGUATEZZA
Vergogna 5 È diventata un tabù della nostra società.
Viviamo in una società svergognata nel senso che la barriera del pudore si è abissalmente arretrata e non c'è più distinzione fra vergogna sulla pelle e vergogna profonda. Se la vita umana è una rappresentazione non ci sono doveri da assolvere, ma ruoli da interpretare e la morale è legata alle mode dei gruppi di riferimento.
L'INADEGUATEZZA
Colpa 1 Il senso di colpa o rimorso si crea quando
l'individuo giudica sbagliato o inadeguato il proprio comportamento. A differenza della vergogna, dove il giudizio coinvolge l'intera persona, qui il punto focale sono le singole azioni e quei comportamenti che possono riparare il danno.
È ricondotto all'assunzione di aver arrecato danno a qualcuno e/o di aver trasgredito qualche imperativo morale o norma.
L'INADEGUATEZZA
Colpa 2 È un'autovalutazione dolorosa, dovuta a
qualche azione che giudichiamo negativamente e di cui ci riteniamo responsabili. Il comportamento conseguente può assumere tre direzioni: ci si può limitare a soffrire, si vuole espiare, si può arrivare al suicidio.
Si sviluppa già nel secondo anno di vita.
L'INADEGUATEZZA
Colpa 3 In ogni società, assieme alla preoccupazione
di evitarla, favorisce la formazione e la maturazione della coscienza morale e guida la condotta.
È l‘effetto chiave dello sviluppo della responsabilità personale e sociale e della coscienza morale.
Le aree dei sentimenti
IL TIMORE
Ansia 1 È imparentata con la paura: entrambe
riguardano la minaccia di un danno futuro. Mentre la paura ha per oggetto danni specifici e concreti, l’ansia ha oggetti indefiniti, spesso sconosciuti.
Il suo aspetto centrale è quello della minaccia indefinita e della conseguente incertezza e attesa.
Ne esistono due tipi: endogena (reazione ad un pericolo), esogena (sorge all’interno).
IL TIMORE
Ansia 2 Le reazioni possono essere:
Risposte irrilevanti ai fini della prestazione richiesta (indulgere su riflessioni critiche in merito alle proprie capacità).
Non pensarci (rimozione, concentrarsi su un compito impegnativo, stancarsi, svagarsi)
Impegno fattivo per eseguire il compito correttamente e rapidamente (per porre fine alla situazione ansiogena).
IL TIMORE
Ansia 3 Meccanismi di difesa:
Ottimismo (minimizzazione o azzeramento degli ostacoli; esaltazione delle proprie capacità).
Pessimismo (amplificazione della minaccia e delle probabilità di esito negativo degli eventi).
Accelerazione del processo che conduce ad un esito, qualunque esso sia (la cosa peggiore è l’attesa)
Agire contro i pericoli, anche quando c’è poco di efficace da fare, è più rassicurante che non restare in uno stato di incertezza e inattività.
IL TIMORE
Paura 1 È un’emozione che appare già tra i neonati. Serve alla sopravvivenza dell’individuo e del
gruppo: è semplice, riconoscibile, attiva le difese e l’immaginazione (ma può trascinare nella trappola del falso allarme).
È un’arma a doppio taglio: ci consente di anticipare pericoli e minacce, ma può innalzare il livello di ansia e potenziare le preoccupazioni.
IL TIMORE
Paura 2 È uno dei motori dell’evoluzione e del
progresso: senza la paura non si sarebbe sviluppata l’intelligenza e l’uomo sarebbe oggi molto diverso da ciò che è diventato.
In circostanze normali è un meccanismo salvavita, ma può diventare sproporzionata, eccessiva e trasformarsi in una vera e propria malattia.
Le aree dei sentimenti
LA PROSOCIALITA'
Simpatia Nasce quando è possibile l’identificazione: ci si
riconosce nell’altro come simile a sé, appartenente allo stesso gruppo o connotato da un carattere affine. Certe persone sono definite simpatiche perché dotate di una particolare capacità di suscitare negli altri emozioni piacevoli.
È fondamentale nella società perché è a causa della simpatia, suscitata dalla mancanza di difesa, che un bambino può sopravvivere.
LA PROSOCIALITA'
Amicizia Comporta l’accettazione e la comprensione
dell’altro. Si basa sull’apprezzamento delle qualità umane
dell’altro ed è invece indifferente al suo potere. Il rapporto amicale è un rapporto intimo che
coinvolge la personalità come tale e non le espressioni superficiali dell’azione.
Nasce e tramonta senza che vi sia modo di farla sorgere o un rimedio al suo affievolirsi.
LA PROSOCIALITA'
Amore 1 È il più articolato fra i sentimenti umani ed
assume forme diverse nel corso dell’esistenza.
Per amare occorre aver superato ogni onnipotenza narcisistica, saper accettare i limiti propri e dell’altro e i bisogni di ciascuno.
Contrasta efficacemente anche gravi patologie: chi si sente solo e depresso rischia di ammalarsi e di morire prematuramente 5 volte più di chi ama e sta bene con gli altri.
LA PROSOCIALITA'
Amore 2 È un’interazione libera e senza scopo, che
avviene all’insegna della gratuità e si pone al di sopra della logica dello scambio e di una ragione strumentale oggettivante.
È una forza rivoluzionaria in grado di gettare scompiglio e disordine nella realtà esistente, ma allo stesso tempo è capace di trasformare i soggetti stessi, di riplasmare le loro relazioni, di dar vita a nuove situazioni, creando così un nuovo ordine.
LA PROSOCIALITA'
Fiducia 1 La società di disintegrerebbe in assenza di
fiducia tra gli uomini. Sono pochissimi i rapporti che si fondano realmente su ciò che uno sa in modo verificabile dell’altro, pochissimi durerebbero oltre un certo tempo e se la fiducia non fosse così forte o talora persino più forte di verifiche logiche e anche oculari.
Gli individui disposti a concedere fiducia agli altri sono probabilmente altrettanto degni di fiducia.
LA PROSOCIALITA'
Fiducia 2 Si può plausibilmente sostenere che buona
parte dell’arretratezza nel mondo potrebbe essere spiegata dalla mancanza di reciproca fiducia.
Può anche emergere come prodotto indiretto di valori morali e religiosi che prescrivono onestà e altruismo.
Una solida reputazione di onestà dei protestanti nell’America inizi ‘900 ha portato anche i non credenti a fidarsi dei protestanti e a preferirli nei loro affari.
LA PROSOCIALITA'
Fiducia 3 Ha un notevolissimo valore economico.
Quando c’è fiducia aumentano le possibilità di esperienza e di azione, mentre la diffidenza porta alla contrazione delle attività, all’isolamento e a una condotta prevenuta e ostile.
La sua erosione è contagiosa: il tessuto sociale rischia seri pericoli di frantumazione.
La mancanza di fiducia può determinare una caduta nel fatalismo e nella passività (diffusione del gioco d’azzardo e dei casinò).
Le aree dei sentimenti
LA RIVALITA'
Risentimento Si produce poco per volta, in modo cumulativo,
attraverso successive stratificazioni di desideri invidiosi, di collere trattenute, di progetti di vendetta. Può essere un fatto individuale, ma diventa particolarmente rilevante quando è collettivo, come nei rapporti fra popoli o classi.
È attizzato ogni giorno dai mass media, che del risentimento si nutrono perché è l’ingrediente necessario per agganciare la gente approfittando di mille casi di clamorosa ingiustizia.
LA RIVALITA'
Invidia 1 È un sentimento di malanimo, più o meno
intenso o duraturo, nei confronti di un’altra persona che ha qualcosa che noi vorremmo, ma pensiamo di non poter avere: “è desiderare qualcosa perché qualcun altro ce l’ha”.
È una lente deformante, che stravolge i valori, che vede solo quello che il risentimento le fa apparire reale: all’occhio dell’invidioso un cespuglio diventa un bosco.
LA RIVALITA'
Invidia 2 È spesso definita la ruggine dell’anima. È una reazione debole e infelice di fronte alla
superiorità altrui, una reazione che preclude attività quali la rivalità, l’imitazione o l’emulazione.
Tipico di chi la prova è lo “sparlare”. Nelle conversazioni la si vuole dissimulare riducendo le qualità altrui o rilevando dei difetti.
Se fosse una malattia, il mondo sarebbe un ospedale.
LA RIVALITA'
Invidia 3 Sorge più facilmente e più fortemente tra chi si
conosce. Più diminuiscono le diseguaglianze più aumenta,
perché considera che chi sta socialmente più in alto è solo più fortunato o più disonesto. Anche alla presenza di un assoluto livellamento sociale, una sia pur minima differenza ne diventerebbe pretesto.
Se gli invidiati condividono alcuni dei loro beni con gli invidiosi, ciò ravviva l’invidia piuttosto che placarla.
Le aree dei sentimenti
Disprezzo
FanatismoFanatismo
Collera
L'OSTILITA'
Fanatismo È l’incapacità totale di confronto fra le proprie
idee e la realtà esterna. Il fanatismo collettivo nasce da un senso di
impotenza ampiamente condiviso, che determina un accumulo di aggressività latente, che trova sbocco in movimenti emotivamente irruenti.
L'OSTILITA'
Cattiveria È un sentimento determinato in genere da
ossessioni personali e da una visione distorta della realtà. Alle sua radici c’è spesso l’invidia, allargata al desiderio di distruggere una realtà esterna, percepita come fonte di frustrazioni inaccettabili. Chi è cattivo tende a distruggere simbolicamente l’altro e ciò si estende anche ai progetti e alle idee altrui o a personaggi che rappresentano ideali collettivi.
È il sentimento che meno siamo disposti ad ammettere.
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