SICUREZZA SUL LAVOROE TUTELA AMBIENTALE������������ ����
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OPUSCOLO INFORMATIVO IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA AMBIENTALE
INTRODUZIONE
Questo opuscolo informativo è destinato a tutti coloro che operano in Azienda, e vuole essere un complemento all’attività formativa/informativa in materia di sicurezza sul lavoro e di tutela ambientale.
Le informazioni in esso contenute riportano i riferimenti legislativi . Sono inoltre indicati i soggetti con responsabilità e competenze nel merito della politica aziendale di prevenzione e protezione della salute e sicurezza dei lavoratori.
L’opuscolo, infine, individua – con particolare attenzione – i rischi sia generici che specifici del settore Metalmeccanico, indicando una serie di comportamenti “corretti” da adottare per limitare tali rischi.
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Indice degli argomenti
1. Ildoveredisicurezza
2. Laresponsabilità
�. Idirittideilavoratori
4. Glientipubblicidiverificaecontrollo
5. Latutelaassicurativa
6. L’incidente
7. Lamalattiaprofessionale
8. L’infortunio
9. Lalegislazioneitaliana
10.Ildecretolegislativo19settembre1994,n°626
11.Ilrischio
12.Rischigenericinell’ambientedilavoro
1�.Rischispecificinelsettoremetalmeccanico
14.Sintesideicomportamenticorretti
15.Normedisicurezzaediigienesullavoro
16.Divietiperspecificheattivitàlavorative
17.Tutelaambientale:decretolegislativo152/06
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IL DOVERE DI SICUREZZACOSTITUZIONEDELLAREPUBBLICAITALIANA(1947)
Diritto alla saluteArt.�2 la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuoedinteressedellacollettività
Libertà di impresaArt.41 l’iniziativaeconomicaprivataèlibera:tuttavianonpuòsvolgersi
incontrastoconl’utilitàsocialeoinmododarecaredannoallasicurezza,allalibertà,alladignitàumana.
CODICECIVILE(1942)
Art.2050 Responsabilità per l’esercizio di attività pericolose. Chiunquecagionadannoadaltrinellosvolgimentodiunaattività
pericolosa,persuanaturaeperlanaturadeimezziadoperati,ètenutoarisarcimentosenonprovadiaveradottatotuttelemisureidoneeadevitareildanno.
Art.2087 Tutela delle condizioni di lavoro. L’imprenditoreètenutoadadottarenell’eserciziodell’impresale
misureche,secondolaparticolaritàdel lavoro, l’esperienzae la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e lapersonalitàmoraledeiprestatoridilavoro.
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LA RESPONSABILITA’CODICEPENALE(19�0)
Art.4�7 Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
Chiunqueomettadicollocareimpianti,apparecchiatureosegnalidestinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro ovvero ilrimuoveolidanneggia,èpunitoconlareclusione.
Art.451 Omissione colposa di cautele contro infortuni sul lavoro Chiunquepercolpaomettadicollocare,ovverorimuoveorende
inservibili,apparecchiatureoaltrimezzidestinatiallaestinzionediun incendioealsalvataggioealsoccorsocontrodisastrioinfortunisullavoro,èpunitoconlareclusioneoconlamulta.
Art.589 Omicidio colposo. Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito
con la reclusione.Se il fattoècommessoconviolazionedellanorma per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena èaumentata.
Art.590 Lesioni personali colpose. Chiunquecagionapercolpalesioniadunapersonaèpunitocon
lareclusione.Seilfattoècommessoconviolazionedellanormaperlaprevenzionedegliinfortunisullavoro,lapenaperlelesionièaumentata.
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I DIRITTI DEI LAVORATORISTATUTODEILAVORATORI(1970)
Art.9 Tutela della salute e integrità fisica. I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di
controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degliinfortuniedellemalattieprofessionaliedipromuoverelaricerca,laelaborazioneel’attuazionedituttelemisureidoneeatutelarelalorosaluteelalorointegritàfisica.
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GLI ENTI PUBBLICI di verifica e di controllo
SERVIZIOSANITARIONAZIONALE(1978)
Art.1 La repubblica tutela la salute come fondamentale dirittodell’individuo e interesse delle collettività mediante il ServizioSanitarioNazionale.
Art.2 …il Servizio Sanitario Nazionale..… persegue …..la sicurezzadel lavoro, con la partecipazione dei lavoratori e delleloro organizzazioni, per prevenire ed eliminare condizionipregiudizievoliallasaluteepergarantirenellefabbricheeneglialtriluoghidilavoroglistrumentieiservizinecessari.
Art.10 Alla gestione unitaria della tutela della salute si provvede inmodouniformesull’interoterritorionazionalemedianteunaretecompletadiUnitàSanitarieLocali.
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LA TUTELA ASSICURATIVADECRETOPRESIDENTEREPUBBLICAn°1124(1965)
Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Art.5� IlDatorediLavoroétenutoadenunciareall’IstitutoAssicuratore,gli infortuni da cui siano colpiti i dipendenti e che sianoprognosticatinonguaribilientrotregiorni.
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L’INCIDENTEEvento che abbia il potenziale di portare ad un infortunio
È una interferenza involontaria del normale svolgimento della attivitàumana.
Quandoquestaattivitàèillavoro,l’incidentepuòessereravvisatocomeuneventocheabbiailpotenzialediportareaduninfortunio.
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LA MALATTIA PROFESSIONALEConsiste, come l’infortunio, in una alterazione dell’organismo che
determina la morte e l’inabilità permanente totale o parziale oppure la inabilità temporanea al lavoro
La malattia professionale è originata da una causa che non agisce conrapidità(ovverocausaviolenta)madaunacausachedeterminalentamenteilproprioeffettoconazioneripetutaeprolungata.
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L’INFORTUNIO SUL LAVOROÈ un evento lesivo da cui deriva la morte o l’inabilità temporanea o
permanente, cioè l’annullamento o la riduzione della capacità lavorativa determinata da causa violenta che si verifica in occasione di lavoro.
La lesione:qualunquealterazionefisicaopsichicaanatomicaofunzionaledell’organismo del lavoratore tale da incidere negativamente sulla capacitàlavorativadellostesso.
La causa violenta: ogni fatto che agendo rapidamente, intensamente eimprovvisamentesullapersonadellavoratoresialacausadellalesione.
L’occasione di lavoro: èindispensabilechel’infortunioavvengaacausadel lavoro; non è sufficiente che tra infortunio e lavoro vi sia un semplicerapportodiluogo(sulluogodilavoro)oditempo(duranteillavoro).
Denuncia dell’infortunio (DPR 547/55) Art. �88 (1° co.) - I lavoratori, salvo impedimento per causa di forza
maggiore,sono tenuti a segnalare subito al proprio datore di lavoro o ai propri capi gli infortuni,compreselelesionidipiccolaentità,lorooccorsiinoccasionedilavoro.
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LA LEGISLAZIONE ITALIANANel tempo sono state emanate norme che stabiliscono cautele e provvedimenti da mettere in atto per eliminare o ridurre le fonti di pericolo, definendone le caratteristiche ed offrendo indicazioni specifiche e dettagliate.
Prime norme specifiche in materia di sicurezza sul lavoro.
DecretoPresidenteRepubblican°547(27aprile1955)“norme generali per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”.
DecretoPresidenteRepubblican°�0�(19marzo1956)“norme generali per l’igiene del lavoro”.
Nell’ordinamento italiano in era recente sono state recepite numerose Direttive della Comunità Europea.
DecretoLegislativon°277(15agosto1991)“attuazione delle direttive 80/1107/CEE, 82/605/CEE, 83/477/CEE, 86/188/CEE, 88/642/CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro”.
1�
DecretoLegislativon°626(19settembre1994)“attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo del lavoro”.
DecretoPresidenteRepubblican°459(24luglio1996)“regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE, 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri relativi alle macchine”.
DecretoLegislativon°25(02febbraio2002)“attuazione della direttiva 98/24/CEE sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro”.
DecretoLegislativon°2��(12giugno200�)Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive
DecretoLegislativon°187(19agosto2005)Attuazione della direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche
DecretoLegislativon°195(10aprile2006)Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore)
DecretoLegislativon°257(25luglio2006)Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione all’amianto durante il lavoro
DecretoLegislativon°257(19novembre2007)Attuazione della direttiva 2004/40/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici).
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IL DECRETO LEGISLATIVO 19 SETTEMBRE 1994, N°626, SUL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO.
1. STRUTTURA
IlDecreto legislativo626/94originariamentestrutturatosu10Titoli,98articoli,1�allegati,èstatosuccessivamenteampliatoemodificatopercuinellastesuraattuale(novembre2007)ècosìcomposto.
NelTitoloIsonoriportateleDisposizioniGenerali.
Nel Titolo II sono riportate le prescrizioni di sicurezza e di salute a cuidevonoessereadeguatiiluoghidilavoro.
Nel Titolo III sono riportate le disposizioni concernenti la messa adisposizioneel’usodelleattrezzaturedilavoro.
NelTitoloIVsonoriportateleprescrizionirelativeallamessaadisposizioneeall’usodeidispositividiprotezioneindividuali.
Nel Titolo V sono disciplinate le misure di tutela dai rischi relativi alleattivitàcomportantilamovimentazionedeicarichi.
NelTitoloVbissonoriportatelemisuredituteladairischirelativiadagentifisici(esposizionealrumore).
NelTitoloVtersonoriportatelemisuredituteladairischirelativiadagentifisici(campielettromagnetici).
Nel Titolo VI sono riportate le prescrizioni per le attività lavorative cheprevedonol’utilizzodiattrezzaturemunitedivideoterminali.
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Nel Titolo VI bis sono disciplinate le misure tecniche, organizzative eproceduralicontroirischiconnessiall’esposizioneadamianto.
Nel Titolo VII sono disciplinate le misure tecniche, organizzative eproceduralicontroirischidaagenticancerogeni.
Nel Titolo VII bis sono disciplinate le misure tecniche, organizzative eproceduralicontroirischidaagentichimici.
NelTitoloVIIIsonoriportateleprescrizioniinerentilemisurediprotezionedaagentibiologici.
NelTitoloVIIIbissonoriportatelemisuredituteladairischiderivantidaatmosfereesplosive.
IlTitoloIXèrelativoallesanzioni.
IlTitoloXriportaledisposizionitransitorieefinali.
Ildecretolegislativoèpoicompletatoda15allegativoltiafornire,tral’altro,prescrizioniminimalicircaleattrezzaturediprotezioneindividuale,oltreallespecifichesullemisuredicontenimentoesuilivellidicontenimentodelrischiodaagentibiologici.
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
IlDecretolegislativo626/94siapplicaintutti isettoridiattività,privatio pubblici, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda nella quale ilavoratoriprestanolapropriaopera.
Sonopreviste eccezioni nei riguardi delle ForzeArmate, diPolizia edeiServizi di Protezione Civile, mentre i lavoratori a domicilio e per i portiericonrapportocontrattualeprivato,lenormedeldecretosiapplicanoneicasiespressamenteprevisti.
3. LE MISURE GENERALI DI TUTELA DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE
Le misure generali di tutela, palinsesto sul quale è costruito l’impiantodell’interanormativadiprevenzione,per laprimavolta,vengonoesplicitate
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puntualmenteinunarticolo(art.�),icuipuntisalientisonoespressionedeiseguentiprincipigenerali:
• priorità alla riduzione dei rischi alla fonte.
• sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o è menopericoloso.
• rispetto dei principi ergonomici nellaconcezionedeipostidilavoro,nellasceltadelleattrezzature,macchine,impiantienelladefinizionedeimetodidilavoroeproduzione.
• priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure diprotezioneindividuale,ivicompresilagestionedell’emergenzaedelprontosoccorso.
• informazione.
• formazione.
4. IL DOCUMENTO DI SICUREZZA E DI SALUTE
Il documento di sicurezza e di salute (art. 4) rappresenta la tangibiletestimonianzaaziendalecircal’assunzionedipreciseresponsabilitàversolapianificazionedellasicurezza,qualeparametrointegratodellapiùcomplessaorganizzazione.
Questodocumento,infatti,apartiredallavalutazionedeirischiaziendaliperlasicurezzaelasalute,devecontenereilprogrammadiattuazionedellemisurediprotezioneutilizzate.
E’undocumentodellacuistesuraèresponsabiledirettoildatoredilavoroma che coinvolge, nella elaborazione e nei suoi eventuali aggiornamenti, ilresponsabiledelServiziodiPrevenzioneeProtezione,ilmedicocompetenteeilrappresentanteperlasicurezzadeilavoratori.
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5. I SOGGETTI DELLA PREVENZIONE
I soggetti preposti per il perseguimento delle azioni di protezione dellasaluteeperlasicurezzadeilavoratorisono:
• Il datore di lavoro
• Il dirigente
• Il preposto
• Il lavoratore
DATORE DI LAVORO
“Datoredilavoro”èilsoggettotitolaredelrapportodilavoroconillavoratoreo,comunque,ilsoggettoche,secondoiltipoel’organizzazionedell’impresa,halaresponsabilitàdell’impresastessainquantotitolaredeipoteridecisionaliedispesa.
DIRIGENTE
Aifinidellaspecificamateriadellasicurezzaeigienedel lavoro, il“dirigente”è colui che assomma in sé funzioni e responsabilità tali da poter essereconsiderato,perundeterminatosettoree/ocontestodiattività,comealter-egodelDatorediLavoro.Ciòvaleindipendentementedall’inquadramentocontrattualedelsoggetto.
Ilriferimentoperl’identificazionedel“dirigente”ècostituitodalsistemadelleprocurenotarilirilasciateagliinteressati,concuidapartedelTopManagementsiallocano(nellamateriaspecifica)leresponsabilitàpersonaliesidefinisconolecompetenzeoperative, coerentementecon le job-descriptionaziendali cheindividuano,casopercaso,lasferadiimputazionediresponsabilitàperazioniedomissioni.Laprocura,ineffetti,costituiscelostrumentoformaleconcuiilTopManagement,inbaseallacollocazioneorganizzativadeivariEnti,dàasoggettidellastrutturaaziendalel’autoritàdi“rappresentare,trattare,decidereedagire”.
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PREPOSTO
Coluichenellinguaggiocorrenteèusualmentedenominato“caporesponsabile”vieneindicatodallenomesullaprevenzioneinfortuniconladizionegenericadi“preposto”.
“Preposto” è colui che, nel contesto organizzativo aziendale, sovraintendeadunaattività lavorativacontrollandoneedisciplinandone l’esecuzioneconspecificheresponsabilitàdefiniteperleggeecheprevedonosanzioni,anchedinaturapenale,incasodiinosservanza.
LAVORATORE
“lavoratore” è la persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro……..
6. IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Gliarticoli8e9delDecretoLegislativo626/94disciplinanolastrutturaedicompitidelServiziodiPrevenzioneeProtezione(S.P.P.)lacuiistituzioneèunobbligoperildatoredilavoro.
IlServiziodiPrevenzioneeProtezione,garantedellapiùcorrettagestionedelprogrammaattuativodicuisopra,deveessereattivatoper:
• la progettazione, la costruzione, l’ampliamento, la trasformazione o ilcambiodidestinazionedeiluoghidilavoro
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• letrattative di acquistodimacchine,attrezzature,impianti,ecc.
• laprogrammazionedelprocessoproduttivo,ladeterminazione dei rischi,imodi per eliminarli oquantomenoperridurli.
• l’impiego di sostanze pericolose e nocive;
edovràessereincaricatodelleseguentimansioni:
• procedere all’aggiornamentocontinuodellenormativechedevonoessereprontamentediffuseaivarilivelligerarchicidell’azienda.
• predisporreregolamenti,normeeprocedurevolteadisciplinareidiversimomentidellavitaaziendaleenon(impreseesterne,lavoratoridipendentioperantilontanodall’azienda,etc.)
• supervisionaremacchineedimpianti.
• promuovererilieviperladeterminazionedimappearischio.
• prestareparticolareattenzionealleareeadaltorischio.
• gestire lafasediinformazioneediformazioneatutti i livelli,affinchélaprofessionalitàdiciascunorisultiadeguataalproprioincarico.
• visionare l’esplemento delle pratiche di legge relative alle denunce, allelicenze,alleverifichedimacchineediimpiantiecc.
• seguireleazionipromossedaglientipubblicineiconfrontidell’azienda,siaperlaparteamministrativacheperlapartegiudiziaria
• effettuare leinchiesteinternediinfortunioedimalattieprofessionali.
• rilevarestatisticamenteabreveomedioea lungoperiodolasituazioneinfortunisticaedellemalattieprofessionali.
• consultare in materia di salute e sicurezza, il medico competente e ilrappresentantedeilavoratori.
IlresponsabiledelS.P.P.èpersonainterna/esternaall’azienda,èdesignatadaldatoredilavoroedeveessereinpossessodispecificirequisiti.
IcomponentiS.P.P.sonotenutialsegretoinordineaiprocessilavorativi.
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7. IL MEDICO COMPETENTE
Leattribuzionidelmedicocompetentesonodettatedall’art.17delDecretoLegislativo626/94.
Inparticolare,il medico competente, che puòessere:
• dipendentedaunastrutturapubblicaoprivata.
• liberoprofessionista.
• dipendentedeldatoredilavoro.
èchiamatoa:
• collaborarecon ildatoredi lavorodi lavoroecon il responsabileS.P.P.allaattuazionedellemisureperlatutelapsicofisicadeilavoratori.
• effettuaregliaccertamentisanitari,anchesurichiestadellavoratore.
• esprimeregiudizidiidoneitàspecificaallamansione.
• istruireeaggiornarelecartellesanitariedeilavoratori.
• fornireailavoratorieailororappresentantiperlasicurezzaleinformazionisulsignificatoelanecessitàdegliaccertamentisanitari.
• informareognilavoratoresulsignificatoedilrisultatodelleindagini.
• comunicare ai rappresentanti per la sicurezza i risultati collettivi degliaccertamenti.
• collaborareall’attivitàdiinformazioneeformazionedeilavoratori.
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8. L’INFORMAZIONE
Èobbligodeldatoredilavoro(art.21)informare ogni lavoratorenonsolosuirischiindividuali,maanchesuquelligeneraliconnessiall’attivitàdell’impresaingenerale,sullemisureeleattivitàdiprevenzioneeprotezioneadottate,sulleprocedureinerentialprontosoccorso,allalottaantincendio,allaevacuazionedeilavoratori.
Èunodeicapisaldidell’interosistemadiprevenzioneforselapartepiùdifficiledeldecreto.Si trattadipromuovere, diffondere educazione alla salute e alla sicurezza a tutto campo, a tutti i lavoratori, nessunoescluso.
9. LA FORMAZIONE
Èunacomponenteordinariadelrapportodilavoroerafforzainmodonettoildirittoallasicurezzaedallasalutediognisingololavoratore.
Laleggenedisciplinaimodieitempidiapplicazione.
Nellinguaggiocorrentel’informazioneelaformazionevengonospessotrattateinsieme,madiversisonogliobbiettivi,isistemieimodiconcuisiprocedeallainformazioneedallaformazione.
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DIRITTI E DOVERI NEL DECRETO LEGISLATIVO N°626/94
PRINCIPALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO, DIRIGENTI, PREPOSTI
Ildatoredilavorohal’obbligodi:• predisporre,apartiredall’analisideirischiperlasaluteelasicurezzadel
propriocicloproduttivo,unDocumentodiSicurezzaediSalutenelqualesianoindividuateeprogrammatelemisurediprevenzioneediprotezione.
• organizzare,all’internodell’azienda,ovverodell’unitàproduttiva,ilServiziodiPrevenzioneeProtezione.
e con il dirigente ed il preposto:
• organizzare l’attuazione delle misure di prevenzione incendi, dievacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato e diprontosoccorso.
• aggiornare,infunzionedellaevoluzionetecnica,lemisurediprevenzionee di protezione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi chehannorilevanzaaifinidellasaluteedallasicurezzadellavoro.
• affidaremansioniecompitisullabasedellecapacitàedellecondizionidiognisingololavoratore.
• fornireailavoratoriinecessariedidoneimezziindividualidiprotezione.• prenderelemisureadeguatecontrol’accessoazonepericolose.• esigereilrispettodellenormenonchédeiregolamentiaziendaliinmateria
disicurezzaediusodimezzidiprotezionecollettiviedindividualimessiadisposizione.
• informareciascunlavoratoresuirischiperlasicurezzaelasaluteconnessiconl’attivitàdell’impresaingeneraleesuirischispecifici,sullemisureeleattivitàdiprotezioneeprevenzioneadottate,oltrechesulleprocedureriguardanti il pronto soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione deilavoratori.
2�
• assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione e unaddestramento sufficiente ed adeguato sui sistemidi prevenzione, sullemisureeimezzidiprotezione,conparticolareriferimentoalpropriopostodilavoroedallepropriemansioni.
• mettereadisposizionedellavoratoreattrezzature(cioèqualsiasimacchina,apparecchio, utensili od impianto destinato ad essere usato durante illavoro)conformiallavigentenormativa.
• tenereunregistroinfortuni.• adeguare alle prescrizioni minimali di sicurezza e di salute, i luoghi di
lavoro,nonchéognialtroluogonell’areadellamedesimaaziendaounitàproduttiva.
I PRINCIPALI DIRITTI E OBBLIGHI DEL LAVORATORE
È importante evidenziare come sotto la definizione di lavoratore vi sonocompresi anche gli allievi degli istituti di istruzione eduniversitari, oltre aipartecipantiaicorsidiformazioneprofessionale,proprioperchéidirittiallasaluteeallasicurezzasianopatrimoniogeneralizzato.
Einquestopanorama,ciascunlavoratoreèarteficedellapropriasicurezzaesalute,maanchediquelladellealtrepersonepresentisulluogo,sullequalipossonoricadereglieffettidellesueazionioomissioni.
Ènaturalealloracomprenderecomesiafondamentaleperillavoratoreildirittoadessereinformato, formato, consultato,nelmodopiùaltopossibileancheper gli aspetti organizzativo procedurali dell’azienda oltre che per i rischilavorativi,collettiviedindividuali.
Eccoalloracheinquestapartecipazioneattivaillavoratore deve:
• osservareledisposizionieleistruzioniimpartitedaldatoredilavoro.
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• utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensilie attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi ditrasporto,idispositividisicurezza.
• segnalarealdatoredilavoro,aldirigenteoalprepostoledeficienzedeimezziedeidispositividicuivieneaconoscenza,lealtreeventualisituazionidipericolo,riducendoleodeliminandoleincasod’urgenza
• non rimuovereomodificaresenzaautorizzazioneidispositividisicurezzaecontrollo.
• non compieredipropriainiziativaoperazioniomanovrechenonsonodisuacompetenza.
• sottoporsi aicontrollisanitariprevistineisuoiconfronti.• contribuire insiemeconildatoredilavoro,aidirigentieaipreposti,agli
adempimentinecessaripertutelarelasicurezzaelasalutedeilavoratoriduranteillavoro.
IL RAPPRESENTANTE PER LA SICUREZZA
Ilrappresentanteperlasicurezzaèunodeinuovisoggettidellaprevenzioneelasuadesignazioneoelezioneèdisciplinatadall’art.18delDecretoLegislativo626/94 che , in funzione del numero dei dipendenti dell’ azienda o unitàproduttivaprevede:Per aziende o unità produttive sino a 15 dipendenti:• elezione diretta dai lavoratori al loro interno o designazione nell’ambito
dellerappresentanzesindacali.• Puòancheessereindividuatoperpiùaziendealivelloterritorialeovvero
delcompartoproduttivo.
Per aziende o unità produttive con più di 15 dipendenti:• elezione o designazione dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze
sindacaliinazienda,ovveroelezioneinassenzaditalirappresentanze.
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In ogni caso il numero minimo dei rappresentanti per la sicurezza è cosìstabilito:
• n°1,nelleaziendeounitàproduttivesinoa200dipendenti.• n°�,nelleaziendeounitàproduttivedai201a1000dipendenti.• n°6,intuttelealtreaziendeounitàproduttive.Ilrappresentanteperlasicurezzapartecipaattivamenteallapoliticaaziendaleper la sicurezza e la salute, dispone del tempo e dei mezzi necessari persvolgereipropricompitiedhadirittoadunaformazioneparticolareinmateriadi salute e sicurezza, tale da assicurargli adeguate nozioni sulle principalitecnichedicontrolloeprevenzionedeirischistessi.
Insintesi,leattribuzionidelrappresentanteperlasicurezzasono:
• consultazioneerecepimentodiinformazione.• formazionespecifica.• dirittodiaccessoailuoghidilavoroeadalcunidocumenti.• dirittodiformulareproposteinordineallaelaborazione,individuazioneed
attuazionedimisurediprevenzioneeprotezione.• dirittodipartecipareallevisitedelleautoritàcompetenti.• dirittodipartecipareunavoltaall’annoadunariunioneincuisiesamina: •documentodivalutazionedeirischi •idoneitàdeimezzidiprotezioneindividuale. •programmadiinformazioneeformazionedeilavoratorisuprotezionee
sicurezza.• èvincolatoalsegretoprofessionale(art.9,comma�).
Il rappresentanteper lasicurezzanonpuòsubirepregiudizioacausadellosvolgimentodellasuaattività.
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IL RISCHIOL’attività umana non è esente da rischi. Tutti noi, infatti, sappiamo chequalunquecosastiamo facendo,anche ilpiùsempliceed innocentesvago,comportaunapossibilità,ancheremota,mamainulla,disubireundanno,connessoo,direttamente,all’azionesvoltaealmezzostessoconcuistiamooperandoo, indirettamente,all’ambiente(strutture,cose,persone)aventeilpotenzialedicausaredanniincuil’azionestessavienevienesvolta.
Il“rischio”èinfattidefinitocomelaprobabilitàchesiaraggiuntoillivellodipotenzialedidannoacausadellapresenzadiunpericolo. Il“pericolo”è laproprietàoqualitàintrinsecadiundeterminatofattore(adesempiomaterialioattrezzaturedilavoro,metodiepratichedilavoroecc.)aventeilpotenzialedicausaredanni.
Parlando di lavoratori esposti ad un determinato rischio non significa chesicuramenteessisubirannoundannoacausadellaloroattività,macheesistelaprobabilitàcheciòaccada.
Attuandoopportunemisurediprevenzioneilrischiopuòessereridotto,mamaieliminato.
Partendo, dunque, dall’accettazione del fatto che non ha senso parlare dirischiozeroedallaconstatazione,conseguenteall’analisistatistica,cheunalargapartedegliinfortunicheaccadonoduranteillavorohannoavutoorigineda carenze umane (di addestramento e di informazione dell’operatore, disensibilizzazionealrischio,negligenzedellostesso,carenzediorganizzazionedel lavoro, ecc.), il Decreto Legislativo n° 626/94 riscrive l’organizzazioneaziendaleilmateriadituteladellasaluteesicurezzadellavoratoresullavoro
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introducendounsistemabasatopiùsulleprocedurechesulleprescrizioni.
PrincipalestrumentooperativodiquestanuovaimpostazioneèlavalutazionedeirischicheilDatorediLavoroètenutoafarealfinediindividuarelemisurepiù opportune ed ottimali per migliorare la tutela dell’integrità fisica deilavoratoridurantel’attivitàdaessisvolta.ObbiettivotrasparentedelD.Lgs.626/94èproprioquellodiinstaurareinAziendaunprocessodimiglioramentocontinuodellivellodisicurezzaesalutedellavoratoredurantelosvolgimentodel proprio lavoro in relazione all’approfondimento delle conoscenze ed almiglioramento della tecnica. Altri strumenti fondamentali per conseguirequesto fine sono la consultazione/partecipazione dei lavoratori e la loroformazione/informazione.
I paragrafi che seguono forniscono informazioni su alcuni rischi comuni e come tali presenti anche nelle attività lavorative svolte all’interno dell’azienda.
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I RISCHI GENERICI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
1. L’ELETTRICITà
Anche nelle usuali operazioni di lavoro, come nella vita di ogni giorno,è inevitabile utilizzare apparecchiature e macchinari (macchine, impianti,computer,fotocopiatriciecc.)alimentatiadenergiaelettrica.
La capillare diffusione delle suddette apparecchiature unita alle graviconseguenze che la corrente elettrica può comportare, fanno considerareprioritarioilrischioelettrico.
1.1 Principale conseguenze della elettrocuzione (azione della corrente elettrica sul corpo umano).
Ilpassaggiodi correnteelettricaattraverso il corpoumanoavvienepercontattoconunelementointensione.L’elettrocuzionepuòavveniresiaperuncontattoconcavielettricimaleisolatiopartielettrichechenormalmentesonointensionenelloronormalefunzionamento(contattodiretto),siaconoggettimetallicicherisultanoessereintensioneacausadiundifettodiisolamento(contattoindiretto).
L’azionedellacorrenteelettricasulcorpoumanoproduceeffettisialocali(ustione)siagenerali(morteaseguitofolgorazione).
1.2 Principali norme di comportamento
Non è possibile eliminare il rischio elettrico, ma sicuramente alcunepiccoleattenzioniquotidianepossonodrasticamentediminuireleprobabilitàdiesposizioneallostesso,dapartediunlavoratore.Pertantoènecessario:
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• verificarecheicavielettricisianobenposizionatienonattorcigliati
• non effettuare mai qualsiasi tipo di interventoall’interno di oggetti o involucri che riportanoil simbolo qui di fianco. L’intervento deveessere effettuato esclusivamente da personaleautorizzato.
• verificare visivamente i cavi, segnalando ai superiori la presenza diconduttoriusuratioscoperti.
• non sfilare le spine tirandole dal cavo, ma effettuare l’operazioneimpugnandole.
• evitarel’usodiprolunghe;quandosonoindispensabili,però,devonoesserecompletamentesrotolateebisognaverificarecheil loroposizionamentononcreiintralcioopericoloperilpersonale.Inparticolarenelloroutilizzoènecessarioprovvedereallaprotezionedeiconduttoridallapossibilitàditranciature.
• verificarenell’usodiprolungheoattrezzaturecollegateaspine(leggendoidatiriportati)chelapotenzaassorbitadallamacchinanonsuperiquellaerogabiledallaspinaedalcavostesso.
• nontentaredispengereunincendiocheinteressaun’attrezzatura elettrica con l’acqua; tale azionepuòcomportareunpericolodifolgorazione.Questosoprattutto sui quadri elettrici dove compare ilsimboloriportatoquidifianco.
• avvisare immediatamente il superiore gerarchicose incorrete in una “scossa”, anche leggera,indicandogli con esattezza l’operazione che haprovocato l’evento; un tempestivo intervento puòevitarecheunvostrocollegasubiscaconseguenzemaggiori.
2. LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Sianellavitaquotidianacheinquellalavorativalamovimentazionemanualedei carichi è un’attività necessaria. Purtroppo, però, può causare effetti
Cartelloindicantelapresenzadielementisottotensione
Cartelloindicanteildivietodiusareacquaperspegnere
incendi
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dannosiallasalute;pertantociascunlavoratoredeveproteggersimettendoinpraticaalcuniaccorgimenti.
2.1. Principali conseguenze
La movimentazione manuale dei carichi oltre ad essere all’origine diinfortuni quali: schiacciamento di arti, tagli e ferite di viario tipo e piùfrequentementelesionidasforzo,puòprovocarelacomparsadieffetticroniciqualilombaggine,doloriarticolarie,neicasipiùgravi,erniadeldisco,artrosi,scoliosi. Tali effetti tuttavia si potranno verificare sono con il concorso dialtri fattori causali quali: inadeguate procedure di lavoro, predisposizioneindividuale,preesistentimalattiedellacolonnavertebrale.
2.2 Principali norme di comportamento
Alcune semplici attenzioni nello svolgimento delle proprie mansioniconsentonodiridurredrasticamenteilrischioconnessoallamovimentazionemanualedeicarichi.Èpertantonecessariorispettareleseguentiindicazioni:
• per alzare il carico l’operatore non deve sforzare il busto, quindi ènecessarioporsidi fronteadessocon legambedivaricare,piegando lestesseedafferrandoilcaricoconentrambelemani.Nelsollevareilcaricolosforzodeveessereeffettuatodallegambeaiutandosi,appenapossibile,conl’appoggiodelcaricostessoalcorpo.
NO
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• nelmovimentareuncaricoevitarerotazionidelbustoanchedaposizioneeretta.
• nelle operazioni connesse alla movimentazione di un carico, utilizzaresempreidispositividiprotezioneprescritti.
• primadi alzare il carico verificare che il percorsonon presenti ostacolipericolosi(oggetticheintralcinolacircolazione,ecc.)echel’oggettodatrasportarenonpresentipericoliintrinsechi(spigolivivi,instabilità,ecc.)
• evitaredisalireconuncaricosulleimpalcature;utilizzaresempreadeguatimezziperraggiungereodepositareilcaricoenonutilizzareinalcuncasoappoggidifortuna.
NO
NO
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3. I VIDEOTERMINALI
Lamoderna tecnologia informaticahaportatoallapresenzasemprepiùdiffusadiapparecchiaturemunitedischermo(dettevideoterminali)neiluoghidilavoroe,conseguentemente,maggioreesposizionedilavoratoriaquellochevienedefinitorischiodavideoterminale.Èperònecessariosottolinearechelatecnologiautilizzataperlarealizzazionediquesteapparecchiatureescludeunrischiolegatoallaesposizionealleradiazioniprovenientidalloschermo.Quindiilrischiononèdiesposizionearadiazioni,mapiuttostolegatoaproblemidiposturaediaffaticamentovisivo.
3.1 Effetti connessi
Perquantoasseritonelparagrafoprecedente,gli effetti chesipossonopresentareall’operatorechelavoraalvideoterminalesonolegatiall’apparatovisivoescheletrico.Inparticolareperquantoriguardagliocchisipossonoavereeffettidivariotipoqualbruciore,arrossamenti,prurito,visionesdoppiataosfocaturaecc., checostituiscono lasindromedettaaffaticamentovisivo.Questasindromenondà luogoa lesionipermanentidell’occhioedellesuefunzioniedèperciòreversibile.
Per quanto riguarda l’apparato scheletrico, si possono verificare anchedolorimuscolariedarticolariallespalle,aipolsiealcollo,legatiessenzialmenteallepostureincongrue.
3.2 Principali norme di comportamento
A lungo andare gli effetti precedentemente indicati possono generareuna situazione di disagio globale che può essere evitata attraverso alcuniaccorgimenti:• rispettare le naturali pause nell’utilizzo dei videoterminali (almeno 15
minutiognidueoreconsecutive);• adeguare il proprio posto di lavoro alle proprie esigenze fisiche. In
particolare è necessario adattare l’altezza della sedia ed eventualmenterichiedereunpoggiapiedi;
• evitarecheilcontrastodelvideoprovochifacilelacrimazione;• ingrandireicaratteriinmododanonesigereuneccessivosforzovisivo;• posizionare il monitor in modo tale da evitare di avere fonti luminose
sull’asse occhio-schermo. Qualora ciò non fosse possibile, avvalersi ditendeoscuranti;
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• collocare la tastiera inmododapermettereuncomodoposizionamentodegliavambracci;
• avvisareilpropriosuperioreselapostazioneèsoggettaacorrentid’aria;• segnalare al Medico Competente dell’Azienda l’eventuale insorgenza di
difficoltàvisive(anchesesolopresunte).
4. IL RISCHIO CHIMICO
Numerosiprodottichimici(sostanze,preparazioni,rifiuti)presentanounrischioperlasaluteelasicurezzadeilavoratori.Talipericolisinascondono,talvolta, sotto nomi semplici come “antigelo, vernice, fertilizzanti..”. Sonod’usocorrente equotidiano in tutti i settoridi attività. Il rischioderivadalcontattodeiprodottipericolosiconl’organismoumano,inparticolareperlecondizionidiusodiquestiprodotti.
Perlesostanze pericoloseèprevistadalle direttive CEE e dalla Legge Italiana unaappositaetichettatura di segnalazione,unquadratoarancioneconundisegnoinnerocheillustragraficamenteiltipodipericolo.
L’etichetta riportaancheunadiciturache indica il tipodipericolo (“puòprovocareustioni”, “sviluppagas tossici”,ecc.), leprecauzionidaprendereperl’usoeperlacorrettaconservazionedelprodotto(“conservareinunluogofresco”,“proteggerelemani”,ecc.)edunaindicazionedipericoloespressadaunaletteramaiuscola.
ESTREMAMENTE INFIAMMABILE
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4.1 Classificazione dei rischi chimici
LaclassificazioneCEEdellesostanzechimichepericoloseèlaseguente:
• Esplosivo:puòesploderepereffettodellafiammaodegliurti,oppureèsensibileadurtiedattriti;
• Comburente: a contatto con altre sostanze, soprattutto infiammabili,provocaunafortereazionechesviluppacalore;
• Facilmente infiammabile: può infiammarsi a temperatura normale incontatto con l’aria, oppure può facilmente infiammarsi per la rapidaazionediunafiammaoscintillaecontinuaabruciareanchedopoilsuoallontanamento;
• Infiammabili:liquidiilcuipuntodiscintillaècompresofrai21e55°C;
• Tossico:perinalazione,ingestioneopenetrazionecutanea,puòcomportarerischigraviedanchelamorte;
• Nocivo:puòprovocarelesioniacuteocroniche,puòessereletale;
• Corrosivo: può esercitare nel contatto con tessuti vivi (epidermide)un’azionedistruttiva;
• Irritante: puòprodurre al contattodiretto, prolungatoo ripetuto con lapelleolemucose,unareazioneinfiammatoria;
• Sensibilizzante:puòdarluogoadunareazionediipersensibilizzazione.
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5 IL RUMORE
Nellavitadiognigiornobisognafareiconticonilrumore.
Il rumore è un suono fastidioso che si propaga nell’aria raggiungendol’orecchioetuttoilcorpo.
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Il rumore si propaga:
1. Pervibrazionimeccaniche2. Perscaricoaria�. Perviasolida4. Perviaaerea
QUALCHEESEMPIODIRUMORE
LIVELLOSONOROespressoindecibeldB(A)
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Tipo di rischio:
CaloUditivo(sordità)
IL NOSTRO ORECCHIO È UN ORGANO SENSIBILISSIMO, MA NEL TEMPO STESSO VULNERABILE.
L’esposizionealrumorenongeneradanniimmediati.Lasuaazioneproduceeffettichenormalmentesimanifestanomoltotempodopo.
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DECRETO LEGISLATIVO 15 AGOSTO 1991 n° 277DECRETO LEGISLATIVO 10 APRILE 2006 N° 195
Fissano i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione al rumore e in particolare per l’udito
Identificazione e valutazione del rischio (Art49-quinquiesD.Lgs195/2006)
Valutaconmisurazioni: 1)illivellotipoeladuratadell’esposizionealrumoreduranteillavoro 2)ivalorilimitediesposizioneeivaloridiazione.
Valori limite di esposizione e valori di azione (Art49-QuaterD.Lgs195/2006)
1)valorelimitediesposizione(riferitoa8oredilavoro)87dB(A)
2)valoresuperiorediazione(riferitoaoredilavoro)85dB(A)
�)valoreinferiorediazione(riferitoa8oredilavoro)80dB(A)
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5.1 Obblighi del lavoratore
Aisensidell’art.6delD.Lgs.277/91
ILAVORATORIDEVONO:a) osservare le disposizioni e istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai
dirigentiedaiprepostiaifinidellaprotezionecollettivaedindividuale;b) usareconcuraedinmodoappropriatoidispositividisicurezza,imezzi
individuali e collettivi di protezione, forniti o predisposti dal datore dilavoro;
c) segnalareimmediatamentealdatoredilavoro,aldirigenteedalprepostole deficienze dei suddetti dispositivi e mezzi nonché le altre eventualicondizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza, adoperandosidirettamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle loro competenze opossibilità,pereliminareoridurredettedeficienzeopericoli;
d) non rimuovere o modificare, senza autorizzazione, i dispositivi disicurezza,disegnalazione,dimisurazioneedimezziindividualiecollettividiprotezione;
e) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre non di lorocompetenzachepossonocomprometterelaprotezioneolasicurezza;
f) sottoporsiaicontrollisanitariprevistineilororiguardi.
Neiluoghidilavorooveèaffissoilseguentesegnale:
Èobbligatorio l’usodeimezzidiprotezionedell’udito(esposizioneugualeosuperiorealvaloresuperiorediazione85dB(A)
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5.2 Dispositivi di protezione individuali (Art.-SeptiesD.Lgs.195/2006)
Ildatoredevefornireidispositividiprotezione(cuffieesordine): quandol’esposizionealrumoresuperaivaloriinferioridiazione80dB(A)
5.3 Informazione Ildatoredilavoroinforma:
1)suivalorilimitediesposizioneesuivaloridiazione
2)sullemisurazionievalutazionieffettuate
�)sullanaturadeirischiderivantidall’esposizionealrumore
4)sulcorrettousodeidispositividiprotezione
5) sulle circostanze nelle quali il lavoratore ha diritto alla sorveglianzasanitaria
5.4 Sorveglianza sanitaria
Ilavoratorisonosottopostiasorveglianzasanitaria:
1)quandol’esposizionesuperaivalorisuperioridiazione85dB(A)
2)surichiestadellavoratorestessosel’esposizionealrumoreèsuperiorealvaloreinferiorediazione80db(A)oppureadiscrezionedelmedicocompetentequaloraneconfermilanecessità.
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6 RISCHIO DA ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI MECCANICHE
Differenti tipologie di rischio
VibrazionitrasmessealSistema mano-braccio
VibrazionitrasmessealCorpo intero
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6.1 Effetti delle vibrazioni
6.1.1 Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
Patologie di tipo:
VASCOLARE:(FenomenodiRaynaud)
NEUROLOGICO: (neuropatiaperifericasensitiva)
OSTEORTICOLARE: (lesionicronichedegenerantiacaricodeisegmentiossei)
6.1.2 Vibrazioni trasmesse al corpo intero
- Disturbi e patologie del rachide lombare
- Disturbi e patologie del distretto cervico-brachiale
- Effetti sugli apparati cocleo-vestibolare gastroenterico, circolatorio, urogenitale
6.2 Riferimenti legislativi e limiti
DIRETTIVA EUROPEA 2002/44/CE - 25 giugno 2002
Fissa la prescrizioni minime in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare,
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dall’esposizione a vibrazioni meccaniche.
RecepitaconilD.Lgs187/200519Agosto2005,n187
ALLA BASE DEL DECRETO LEGISLATIVO 187/2005
L’identificazioneevalutazionedelrischio(art.4)
- Valutazione con misurazioniInaccordoconlemetodichedimisurastabilitedaStandardCENISO
- Valutazione senza misurazioniSullabasediappropriateinformazionireperibili,incluseleinformazionifornitedalcostruttore
VALORE LIMITE
Mano Braccio1)Esposizionegiornalierariferitaa8ore:5m/s2
2)Valorediazionegiornalierochefascattarel’azione:2,5m/s2
Corpo Intero1)Esposizionegiornalierariferitaa8ore:1,15m/s2
2)Valorediazionegiornalierochefascattarel’azione:0,5m/s2
6.3 Informazione
IL DATORE DI LAVORO INFORMA:
1)Suivalorilimitediesposizioneesuivaloridiazione
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2)Suirisultatidellemisurazionieffettuate
�)Sullepotenzialilesioniderivantidall’attrezzaturedilavoroutilizzate
4)Sullecircostanzenellequaliillavoratorehadirittoallasorveglianzasanitaria
6.4 Sorveglianza Sanitaria
I LAVORATORI SONO SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA:
1)Almenounavoltal’annoperesposizionealivellidivibrazioni superioriaivaloridiazione:
mano-braccio2,5m/s2
interocorpo0,5m/s2
ocondiversaperiodicitàdecisadalmedicocompetente.
2)Adiscrezionedlmedicocompetentealverificarsidicertecondizioni
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I RISCHI SPECIFICI NEL SETTORE METALMECCANICO
AsecondadelsettoreincuiandraiasvolgerelaTuaattivitàeallemansionicheTiverrannoaffidate,sonopresentidiversetipologiedirischio;andiamoadanalizzarle.
ATTIVITÀ•Saldatura -Saldaturaossiacetilenica -Saldaturaelettrica
•Verniciatura•Lavorazionimeccaniche: -Utensiliamano -Utensiliportatilielettrici -Utensiliportatilipneumatici
SALDATURA
Rischi:• esposizione a fumi pericolosi;• esposizione a raggi infrarossi (IR) ed ultravioletti (UV);• danni a carico degli occhi (cherato-congiuntiviti, cataratta, ecc..);• danni a carico della cute (eritemi, ustioni).
Perlavorareinsicurezzadevi:•Utilizzare iD.P.I.segnalati: -GUANTI,GREMBIULE,GHETTEDIPROTEZIONE -OCCHIALI,MASCHERACONVETROINATTINICO PERSALDATURA
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•Verificare chenellazonadilavorononcisianomaterialiinfiammabiliocomunquecombustibili,altrimentischermarliconpannelliignifughitenendoaportatadimanogliestintori;
•Verificarel’efficienzadell’aspirazionedeifumi.
Èsemprevietatoeffettuaresaldature:-amenodi5metridageneratori ogasometridiacetilene;-surecipientiotubichiusi;-surecipientiotubicheconilcalorepossonoesplodere;-inlocaliscarsamenteventilati.
SALDATURA OSSIACETILENICA
Perlavorareinsicurezzaosservareleseguentinormegenerali:
• controllare,primadell’iniziodelleoperazioniditaglioosaldatura,laperfettaefficienzadi:manometri,riduttori,valvole,tubazioniecannelli;
• sceglierelapuntadelcannelloadattaallavorochesiintendeeseguire;• proteggere tutte le tubazioni della saldatrice da calpestamenti, scintille,
fontidicaloreerottamitaglienti;• nonpiegareletubazionieitubiflessibiliperarrestareodiminuireilflusso
digas;• chiudere al termine di ogni lavoro i rubinetti del cannello e quelli delle
bombole;lafiammapuòrimanereaccesasoloperbreviintervalli;• deporre ilcannelloquandoèaccesosoltantonellaposizionecorrettadi
saldatura, assicurandosi sempre che non vi sia contatto con persone,materialecombustibileoconlebombole;
• interrompere immediatamente il flusso di gas qualora si verificasse unritornodifiamma;perquestobisogna teneresempresullavalvoladellabomboladiacetilenelachiavedimanovraperlachiusura;
• scaricareigasdalletubazioniafinelavoro;• posizionare lebombole inverticaleo leggermente inclinateedancorarle
congliappositisistemidiancoraggio.
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SALDATURA ELETTRICA
Perlavorareinsicurezzaosservareleseguentinormegenerali;
• verificarel’integritàdeicaviedellarelativapinzaportaelettrodi;• proteggereilcavodialimentazionedellasaldatricecontroeventualidanneggiamentimeccaniciodovutiall’umiditàdell’aria;• non raffreddarelepinzeportaelettrodiconacqua;• deporre lepinzeportaelettrodisolosuappositiappoggiisolati,evitandoconcuradiappoggiarleaterraosumassemetalliche;
VERNICIATURA
RISCHI:• esposizione a vapori di solventi, ecc… vernici• contatto cutaneo con solventi e vernici
Perlavorareinsicurezzaosservareleseguentinormegenerali:• controllaregliimpiantidilavorazione,ventilazioneeaspirazioneprimadi
iniziarelaverniciatura;• mantenere soloiquantitatividiprodottostrettamentenecessariall’impiego
giornaliero;• effettuarelaverniciaturaaspruzzounicamenteinspaziconfinati(cabine
olocali)servitidiaspirazionelocalizzata;
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• eseguire l’essiccazione dei pezzi verniciati in locali appositi (camereventilate, forni di essiccamento, cabine forno, ecc.) con ventilazioneforzata;
• segnalare ogni anomalia o malfunzionamento nell’impianto al direttosuperiore.
MACCHINE UTENSILI
RISCHI:• rumore e vibrazioni• proiezione di trucioli• esposizione a nebbie oleose • contatto con oli e /o soluzioni lubrorefrigeranti• taglio, urti, schiacciamento, abrasione, lesionamento• impigliamento, trascinamento• elettrocuzione
Lemacchinepossonorappresentareunaseria fontedipericoloacausadegliorganimeccaniciinmovimento,perlacorrenteelettricacheleaziona,perlaproiezionediscintilleomateriali.
Perlavorareinsicurezzaosservareleseguentinormegenerali:
• intervenire su macchine ed impianti esclusivamenteconl’autorizzazionedelresponsabile;
• controllare l’efficienza e la funzionalità delle protezioni e dei relativi
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dispositividisicurezzaprimadell’iniziodeilavori;• controllaregliimpiantidilavorazioneedisistemidiricircolo/aspirazione
deglioli lubrorefrigeranti;• avviarelamacchinasolodopoessersiassicuratichenessunaltrositrovi
all’internodellazonaoperativa;• segnalare al diretto superiore ogni avaria e malfunzionamento della
macchina.• utilizzareiDPIassegnati
Èsemprevietato:
• rimuovere o rendere inefficaciidispositividisicurezzadellemacchineedegliimpianti.Incasodinecessitàilresponsabileautorizzeràedindicheràqualisistemidiprotezioneadottareinsostituzione.
• pulire, oliare, ingrassare a manogliorganimeccanicieglielementi inmotodellemacchine.
• riparare o registrarelemacchinecongliorganimeccaniciinmoto.
UTENSILI MANUALI
RISCHI:• abrasione • protezione di materiale• rumore• taglio
Èbenerispettaresempreleseguentiregole:
• effettuare,primadell’uso,unesamegeneralesullostatodegliattrezzi;• collocarenellaposizioneadeguatagliattrezziduranteillavoro,inmododa
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nonrappresentareunpericoloincasodicaduta;• manipolarliconcautelaenonlasciarlimaialcompagnocheneabbiafatto
richiesta;• utilizzareperognitipodilavorol’attrezzoadatto;• usarepinze,chiavi,tenagliedidimensionieformaadeguataalpezzoda
lavorare;• rimuovereleeventualisbavatureeimperfezionidallatestadegliscalpelli,
perevitarelaproduzionedischeggeoscintille;• non prolungareconmezzidifortunaleimpugnaturedellechiavi.• utilizzareiDPIassegnati
UTENSILI A MANO ELETTRICI
RISCHI:• rumore• tagli• elettrocuzione• impigliamento• abrasione
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Èbenerispettaresempreleseguentiregole:
• non effettuareallacciamentielettricidifortuna;• disinserirespineepreseimpugnandol’involucroesterno;• assicurarsidell‘integritàdelrivestimentoprotettivodeicaviedelleguaine
enoneffettuaremairiparazionidifortunaconnastriadesivioaltro;• avvisare il diretto superiore ogni qualvolta ci sia un’anomalia e/o un
principiodiusuradiapparecchiedimpiantielettrici;• impugnarel’utensilesempredallasuaimpugnatura.
UTENSILI A MANO PNEUMATICI
RISCHI -IMPIGLIAMENTO• rumore• vibrazioni• abrasioni • proiezioni di materiali
Peroperareinsicurezzanonbisognamaidimenticarelapericolositàdegliutensilichesiintendeadoperare.
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.)Per dispositivo di protezione individuale (D.P.I.) si intende “qualsiasi
attrezzatura in dotazione personale destinata ad essere indossata e tenutadallavoratorealloscopodiproteggerlocontrounoopiùrischisuscettibilidiminacciarnelasicurezzaelasaluteduranteillavoro”.
IDPIdevonoessereimpiegatiquandoirischinonpossonoessereevitati
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o ridotti con altre misure di prevenzione. Pertanto, i DPI costituiscono labarrieraultimadidifesacontrounrischioresiduochepermaneanchedopol’applicazionedimisuretecniche,proceduralieorganizzative.
IlD.Lgs.626/94stabilisceprecisedisposizionisiaperilDatorediLavorocheperiLavoratorinell’usodeiDPI.
Obblighi del Datore di Lavoro e dei Lavoratori rispetto ai DPI
Ildatoredilavoroètenutoa:
• individuarelecaratteristichedeiDPI,chedevonoessereadeguati: Ò airischidaprevenire; Ò allecondizioniesistentisulluogodilavoro;
• adottareiDPIconformiallenormedilegge;
• individuarelecondizioniincuiunDPIdeveessereusato
• aggiornare la sceltadeiDPI (o lanecessitàdi ricorrervi)ogniqualvoltaintervengaunavariazionesignificativadeglielementichehannoportatoall’adozionedellostesso;
• fornireailavoratoriiDPI,addestrandoliall’usoconistruzionicomprensibili(condizioniemodalitàdiimpiego);
• informareillavoratoredeirischidaiqualiilDPIloprotegge.Èopportunosottolinearecheciascun DPI è destinato ad uso personale;
• mantenereiDPIinefficienza,assicurandonelecondizionid’igiene,anchericorrendoalleriparazionie/osostituzioninecessarie.
Perilavoratorisonoprescrittiiseguentiobblighi:
• utilizzareiDPIconformementealleprocedureaziendali.• nonapportaredipropriainiziativamodificheaiDPI.• averecuradeiDPImessialorodisposizione.
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• segnalare alla linea gerarchica qualsiasi difetto o inconveniente da essirilevatoneiDPIonell’utilizzodeglistessi.
CARTELLI INDICATIL’OBBLIGODI INDOSSAREDPI:OCCHIALI,CASCO,CUFFIE,SCARPE,GUANTI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE MANI
• guanti nei vari materiali a seconda del tipo di rischio.Nelle lavorazioni che presentano specifici pericoli di punture, tagli,
abrasioni,ustioni,contatticonprodottichimiciingenere,ilavoratoridevonoesserefornitidiguantidiprotezione.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEI PIEDI
• scarpe di sicurezza con suola antiscivolo, antisfondamento e puntalePerprotezionedeipiedinellelavorazioniincuiesistonospecificipericolidi
cadutamateriali,scivolamenti,ilavoratoridevonoessereprovvistidicalzatureresistentiedadatteallaparticolarenaturadelrischio.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DALLE CADUTE DALL’ALTO
• Imbracature di sicurezza• Attacco di sicurezza con cordaIlavoratorichesonoespostiapericolodicaduta,devonoessereprovvisti
diidoneidispositiviperlaprotezionecontrolecadutedall’alto,equandosianecessarioassicurarel’eventualerecupero.
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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEI CAPELLI
• CuffiaI lavoratori che operano o che transitano presso organi in rotazione
presentanti pericoli di impigliamento dei capelli, o presso fiammeo materiali incandescenti, devono essere provvisti di appropriatacuffia di protezione, che racchiuda i capelli in modo completo.DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLA TESTA
• Elmetti leggeri, copricapo• Elmetto omologato
I lavoratori esposti a specifici pericoli di lesioni del capo per caduta dimaterialidall’altoopercontattoconelementicomunquepericolosidevonoessereprovvistidicopricapoadeguato.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO
• Schermi e visiere• Occhiali
Ilavoratoriespostialpericolodilesioneagliocchi/visoconseguenteallaproiezionedischeggepolveri,schizzisostanzechimiche,lavoridisaldatura,manipolazionedipezziincandescentidevonoesseremunitidiocchialivisiereeschermiappropriati.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
• Respiratori• Semimaschere con cartucce filtranti• Maschera a facciale completo
Ilavoratoriespostiaspecificirischidiinalazionipericolosedigas,polverio fumi nocivi devono avere a disposizione maschere respiratorie e altridispositiviidoneidaconservarsiinluogofrescoadattofacilmenteaccessibileenotoalpersonale.
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I 10 COMPORTAMENTI CORRETTIOsservare le disposizioni e le istruzioni di lavoro impartite dal “preposto”
Utilizzare correttamente macchinari, apparecchiature, utensili e dispositivi di sicurezza
Non rimuovere, non modificare, non manomettere i dispositivi di sicurezza
Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che, diverse da quelle impartite possono compromettere la sicurezza propria o altrui
Segnalare al “preposto” eventuali anomalie,inconvenienti o condizioni di potenziale pericolo
Utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione individuale forniti dall’azienda
Non lubrificare, non registrare, né eseguire operazioni su organi in movimento
Usare con cura le predisposizioni di uso comune (es.spogliatoi,serviziigienici,arredi…)
Non usare calzature non consone con l’ambiente di lavoro (es.zoccoli,scarpeditela,calzatureaperte,…)
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Lasuddettaautorizzazionenominativavienerilasciataacompletamentodiuna
appositaproceduraaziendalesurichiestadeldirettosuperiore
All’interno dello stabilimento, non usare mezzi di trasporto aziendali senza specifica autorizzazione
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LA SEGNALETICAScopodellasegnaleticadisicurezzaèquelladiattirareinmodorapidoe
facilmentecomprensibilel’attenzionedellavoratoresuoggettie/osituazionechepossonoesserefontidirischio.
TIPOLOGIE DI SEGNALETICA UTILIZZATA
Negliambientidilavorolasegnaleticasvolgeunruolofondamentalenellaprevenzionedegli infortuni,manoncostituisceinalcuncasounamisuradi
protezione.Neicartelliilmessaggiovieneindicatotramite: ILCOLORE LAFORMA LASIMBOLOGIAChe,combinatitraloro,rendonoilsegnaleunicoedinequivocabile.
Icartellihannoformaecoloredifferenti;principalmentesono:
•ilcoloregialloelaformadiuntriangolotiavvertonodiunPERICOLO
•ilcolorerossoelaformadiuncerchiotiavvertediunDIVIETO
•ilcoloreazzurroelaformadiuncerchiotiavvertediunOBBLIGO
questoèilcoloredelleviedifuga
questoèilcoloredelmaterialeantincendio
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VIETATOILTRANSITO
ALLEBICICLETTE
DIVIETODITRANSITO
AIPEDONI
VIETATOFUMARE
Rispettare la segnaletica specifica presente all’esterno delle officine
Esempi:
Il dipendente è tenuto a segnalare immediatamente al proprio “preposto” qualsiasi infortunio(conciòintendendoanchelelesioniditrascurabileentità)dallo stesso subito durante l’orario di lavoro, indicando con esattezza le circostanze dell’evento
NONRIMUOVERELEPROTEZIONIEIDISPOSITIVIDI
SICUREZZA
VIETATOOPERARESUORGANI
INMOTO
VIETATORIPARAREOLIAREREGISTRAREPULIRESUORGANI
INMOTO
USARELACUFFIA
USAREGLIOCCHIALI
Rispettare la segnaletica specifica presente all’interno delle officine
Esempi:
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NORME DI SICUREZZA E DI IGIENE SUL LAVOROTuttiilavoratorisonotenutiadosservare,oltrealledisposizionidilegge
riportate nella prima parte di, questo fascicolo, le seguenti norme interneaziendali aventi carattere generale. Inoltre i lavoratori addetti a particolarilavorazioni (gruisti, carrellisti, saldatori, ecc.) sono tenuti ad attenersi allenorme specifiche relative alle lavorazioni stesse e contenute in appositilibretti.
1. ABBIGLIAMENTO Dl LAVORO
1.1 L’abbigliamentodausaresulpostodi lavoronondevepresentarepartisvolazzantiocomunquetalidaoffrirefacilepresaadorganiinmovimento.Letuteedicompletigiacca-pantalonidevonoessereprividirisvoltiedaveremanichestretteaipolsi.
1.2. Si deve evitare, quando ciò possa costituire pericolo, di usare anelli,bracciali,orologi,catenellechepossonoimpigliarsisupartidimacchineodiimpiantiinmovimenti.
1.�. È tassativamente proibito pulire gli indumenti usando sostanzeinfiammabiliotossicheoppureimpiegandol’ariacompressa.
1.4.Perevitare infortuniaipiedinonsideve fareusodisandali,pantofole,ciabatte,zoccolettiesimili.
1.5.L’abbigliamentocomunedovràesseretaledaproteggeretuttelepartideicorpoespostearischigenerici.Pertantononsonoammessiindumentie calzature che contrastino con tale principio (ad es. pantaloni corti,minigonne,sandali,zoccoli,ecc.).
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1.6.Concapelliscioltiefluentièobbligatoriol’usodellacuffiacheracchiudaicapelliinmodocompletoquandosioperiositransitipressomacchineutensilicheabbianomandrini,barre,utensili,pezzi,ingranaggi,cinghie,catene, pulegge od altri particolari rotanti accessibili in condizioninormalidilavoroodurantelamessaapunto.L’usodellasuddettacuffiaèdelpariobbligatorioladdovesilavoriinprossimitàdiutensiliportatili(pneumaticioelettrici)ovverositransitipressofiammelibereomaterialiincandescenti (es.: saldature ossiacetilenica ecc.) ed in ogni altraoccasionenellaqualeicapellicorranocomunqueilrischiodirimanereimpigliatiodibruciarsi.
2. COMPORTAMENTO
2.1.Nell’ambientedilavorosidevetenereuncontegnocorretto.Ilavoratoridevonoastenersidaqualsiasigeneredischerzoedalcompierequalsiasiattochepossadistrarreicompagnidilavoro.
2.2. I lavoratori sono tenuti a svolgere il loro lavoro con la massimaattenzione.
2.�. Tutti i lavoratori devono osservare tutte le prescrizioni in materia disicurezzaedinparticolarequelleriportatesuicartelliantinfortunistici.
2.4.Evietatousaremacchine,impiantiedattrezzaturesenzaautorizzazionedeicapiresponsabili.
2.5.E vietato eseguire arbitrariamente lavori che esulino dalla propriacompetenza.
2.6. I lavoratori devono osservare scrupolosamente il divieto di fumareall’interno dello stabilimento. È consentito fumare solo nelle areepredisposteedopportunamentesegnalate.
2.7.Èassolutamentevietatogettarefiammiferiomozziconidisigarettefuoridagliappositirecipienti.
2.8.ÈvietatousarebottigliedibevandeperilcontenimentodialtriIiquidi.Le
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bottiglievuotedevonoesseredepositatenelleappositecassetteenonabbandonatesulpostodilavoro,sumacchine,impianti,trasportatori.
2.9.Ilavoratoridevonoriferirealpiùprestoedesattamenteaiproprisuperiori,incasodiinfortuniodalorosubitoodelqualesonostatitestimoni,sullecircostanzedell’evento.
3. CIRCOLAZIONE INTERNA
�.1.Tuttiilavoratorisonotenutiadosservarelenormedicircolazioneinternaedinparticolarequellerichiamatemedianteappositasegnaletica(cartelli,striscesulpavimento,ecc.).Essidevono inoltreservirsidegli appositipassaggipedonali,passerelleesimili,eventualmenteesistenti.
�.2. È severamente proibito correre nell’interno dello stabilimento ed inparticolaredurante l’entratae l’uscitadalleofficine, inoccasionedellabollatura del cartellino orologio, salendo o scendendo le scale, neicorridoieneglispogliatoi.
�.�. È vietato passare e sostare sotto i carichi sospesi o nelle zone chepotrebberoessereinteressatedaunaeventualecadutadeicarichi.
�.4. È tassativamente vietato accederenelle zoneonei locali in cui vige ildivietodiingressoainonautorizzati.
�.5.Èvietatosalireoscenderedaiveicoliinmotoefarsitrasportareall’esternodella cabina di guida pianali degli automezzi con sponde abbassate osenzaspondeesuimezziditrasportointernoingeneresuiqualinonèprevistoiltrasportodipersone(carrelliaforcole,carrelliapiattaforma,trattoriesimili).
�.6. L’impiego dei veicoli di qualsiasi genere è riservato esclusivamente alsolopersonaleautorizzato.
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4. POSTI, MEZZI E METODI Dl LAVORO.
4.1.POSTODlLAVORO.
4.1.1. Ilavoratorisonotenutiamantenerepulitoedinordineilpropriopostodilavoro.
4.1.2. Gliattrezziegliutensilidevonoesseredispostiinmodoordinatoerazionale.
4.1.�. Il materiale deve essere disposto ordinatamente negli appositicontenitori o sul convogliatori o comunque nelle zone a ciòdestinateadessereimpilatocorrettamenteinmododaevitarnelacaduta.
4.1.4. Si deve evitare lo spargimento di sostanze grasse e oleose sulpavimento.Nelcasociòavvenisseoccorreavvisareilresponsabileperchiederel’interventodipulizia.
4.2.UTENSILIAMANO.
4.2.1. Ogni utensile deve essere adoperato solamente per l’uso cui èdestinatoenelmodopiùidoneo.
4.2.2.Èvietatousareutensilideterioratioincattivecondizioni.
4.2.�.Durantel’impiegodiutensilichepossonoprovocareproiezionidischegge(martelloamano,scalpelli,ecc.)èobbligatoriomunirsidiocchialidiprotezione.
4.�.MACCHINE,IMPIANTI,APPARECCHIATURE
a) Èvietatoeseguirelavorisumacchine,impianti,edapparecchiatureelettrichedapartedipersonalenonautorizzato.
6�
4.�.1.MACCHINEUTENSILI
a) È severamente proibito l’uso di macchine utensili da parte dipersonalenonautorizzato.
b) Primadiiniziareillavorocontrollarecheiriparieglischermidiprotezionesianonellaloroposizione.
c) Effettuare lamessa a puntodel gettodel liquido refrigerante amacchinaferma.
d) Èobbligatoriofareusodegliocchialidiprotezionenellelavorazionideimetalliincuiesistapericolodiproiezionedischegge.
e) Nel lavoro alle macchine utensili è fatto obbligo di attenersistrettamentealciclodilavoroprevisto.
f) Itruciolinondevonoinalcunmodoessererimossiconlemani,mamediantegliappositiattrezzi.
g) Èassolutamentevietatoaprirearmadicontenentiapparecchiatureelettricheedeffettuarequalsiasiinterventosulleapparecchiaturestesse.
h) Èvietatoeffettuareallacciamentielettriciconmezzidifortunaedinparticolare,inmancanzadipreseaspina,inserireleestremitàdeiconduttonnudineglialveolidellapresa.
i) Quandosiabbandonaunamacchinaounimpiantoènecessariofermaretuttiimotorietoglieretensione.
l) Nelle macchine provviste di caricatori automatici con elementimobili,primadieffettuarequalsiasiinterventosuicaricatoristessi,occorre fermare la macchina, oppure compiere l’operazionemediante l’ausilio di idonei attrezzi che mantengano le manilontanedallazonapericolosa.
m) È vietato effettuare, operazioni di misura o di controllo delparticolaremediantecalibri amano,overificarecon lemani larugositàdellelorosuperfici,quandovisianoorganiinmovimentoosianoinmovimentoiparticolari.
n) Èvietatol’impiegodimezzidifortunaperaumentareilbracciodilevadellechiaviedegliorganidimanovraedibloccaggio.
o) Incasodiinterruzionedienergiaelettricaènecessariodisinserirel’interruttore di alimentazione della macchina ed allontanare gliutensilidelparticolareinlavorazione,perevitareleconseguenzediunimprovvisoavviamentoall’attodelripristinodell’erogazionedell’energia.
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4.�.2.TORNIPARALLELI
a) Neitornilegriffedifissaggiodelpezzodevonorisultareincassateoppureprotettedaappositiripari.
b) È vietato anticipare l’arresto del mandrino premendolo con lemani.
c) Èvietatodepositaresuitorniparticolaridalavorarechepereffettodellevibrazionipossanocadere.
4.�.�.FRESATRICI
a) Èvietatobloccareodallentareildadodelmandrinomettendoinmotolamacchina.
4.�.4.SEGHECIRCOLARI
a) Primadieffettuareilmontaggiodeldisco,ènecessarioaccertarsichequestosiaesentedaincrinatureorotture.
b) Lacuffiadiprotezionedeldiscodeveessereregistratainrelazioneallospessoredelparticolaredatagliare.
4.�.5SEGHEANASTRO
a) Primadiiniziareillavorocontrollarecheilnastroabbialagiustatensione.
b) La protezione deve essere registrata in modo da lasciarescopertosoltantoiltrattodinastrostrettamentenecessarioallalavorazione.
c) Durante l’alimentazionedellamacchinaènecessariomantenerele mani discoste il più possibile rispetto alla linea di taglio delnastro.
d) Larimozionedellalamadeveessereeffettuatasoltantoquandolamacchinaècompletamenteferma.
4.�.6DENTATRICIESBARBATRICI
a) Ad evitare schiacciamento allemani o contatti con l’utensile, il
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particolarefinitodeveesserescaricatosoltantoquandol’utensileècompletamentefermo.
4.�.7CESOIEAGHIGLIOTTINA
a) Loschermodiprotezionedellemanideveessereregistratoadunaaltezzanonsuperioread8mm.
4.�.8MACCHINECOMPLESSE
a) L’avviamentodimacchinecomplesse,allequalisonoaddettipiùlavoratoridislocatiinpostidiversi,deveessereprecedutodaunsegnaleacustico.
b) Primadieffettuareoperazionidipulizia,di riparazioni,ecc.checomportino la necessità di introdurre parte del corpo fra gliorgani che possono entrare in movimento, è necessario aprirel’interruttoregeneraleedasportarelachiavedibloccodalpannellodi comando.Qualora lamacchina fosse sprovvistadi chiavediblocco,primadiiniziareillavoroapplicaresulcomandodimessainmotouncarrelloriportantelascritta:``LAVORIINCORSONONEFFETTUAREMANOVRE„
4.�.9.SALDATRICIARESISTENZA
a) Gli addetti alle saldatrici devono fare uso degli occhiali diprotezione.
b) Per evitare il pericolo di ustioni dovute principalmente allaproiezionedi particelle incandescenti, è obbligatoriousare tuttiimezzidiprotezionericevuti indotazione(es.manicotti,guanti,giaccheignifughe,ecc.).
c) Le operazioni di montaggio, smontaggio, messa a punto eravvivata degli elettrodi, ecc., devono essere fatte a macchinaferma agendo sull’interruttore generale, oppure sul bloccomeccanicopredispostoalloscopo.
d) Per tutti i lavori eseguiti con saldatrici a punti fisse munite diselettoredicomando(comandosingolo,sinistro,destro,comando
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apedale,doppiocomando),ènecessarioscegliereilcomandopiùidoneo ai fini della sicurezza, in relazione alle caratteristiche dilavorodasvolgere.
4.�.10.SALDATURA-TAGLIOERISCALDODEIMATERIALI
a)Èvietatoeffettuareoperazionidisaldatura-ossiacetilenicaeditaglioconcannellonelleseguenticondizioni
1) surecipientiotubichiusi;2) surecipientiotubiancheaperti,checontenganomaterieper le
quali, sotto l’azione del calore, possano verificarsi esplosioni oaltrecondizionipericolose;
�) surecipientiotubiancheaperticheabbianocontenutomaterie,che evaporando o gassificandosi sotto l’azione del calore odell’umidità,possanoformaremisceleesplosive;
4) èvietatoeseguireleoperazionidisaldaturaall’internodei locali,recipientiofossechenonsianosufficientementeventilati.
5) Ilavoridisaldaturadicuialpunto1-2-�-4possonoessereeffettuati soltanto dopo la bonifica dei recipienti e sotto lasorveglianzedelcapo.
b)Accertarsi che sulle derivazioni di gas acetilene, di ossigeno o di altrigascombustibilidialimentazionedelcannellosianoinseriteN°2valvolecontro il ritornodifiamma.Unadeveessere installata adunmetrodalcannelloel’altravicinoairiduttoridipressione.
4.�.11.LAVORIENTROPOZZI,CUNICOLI,SERBATOIESIMILI
a)Quandosieseguonolavorientrofogne,cunicoli,pozzi,serbatoi,vasche,ecc.devonoessereadottatelenecessariecauteleatteadevitarelosviluppodigasasfissianti,tossicioeventualepericolodi incendio.Inoltre,primadientrareneiluoghisuddetti,tralealtremisuredisicurezzaènecessarioeffettuareunaefficienteaerazione,usarelacinturadisicurezzaconbretelleafuneditrattenuta,disponendoidoneasorveglianzadall’esternodapartedialtrioperai.
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4.�.12.LAVORISUIMPIANTIELETTRICI
a)È vietato eseguire lavori su elementi in tensione enelle loro immediatevicinanze,quandolatensioneèsuperiorea25voltversoterrasealternata,e50Voltversoterrasecontinua.
b)Perlaricercadeiguastielettrici,quandononsiapossibileeffettuarlasenzatensione,èobbligatoriousareguantidielettriciedidoneiattrezziisolati.
c)Èvietatoaprireunsezionatoreconcircuitosottotensioneperevitarearchielettrici.
d)Primadiaccedereacircuitielettricicollegatiacondensatori,ènecessarioscaricarli a terra con mezzi idonei, per eliminare la carica elettricaresidua.
e)Èobbligatorio l’usodegliocchialiedeiguantidielettriciperproteggersida eventuali conseguenze derivanti da un corto circuito, specialmentequandosioperaper la ricercadeiguastielettrici ,onell’aperturadiunsezionatore , nel controllo di una tensione, nell’operare in vicinanza dielementiintensione,durantelasostituzionedivalvolediprotezione,ecc.
f) Èobbligatoriousaresoloscaledilegnoodialtromaterialeisolante.Pertanto e tassativamente vietata l’utilizzazione di scale metalliche di qualsiasi tipo.
g)Per i lavori incuiesiste ilpericolodicadutadall’alto (lavorisuscale)èobbligatoriofareusocostantedellacinturadisicurezza.
h)Pertuttiglielettricistièobbligatorio l’usodelcascoper lavori in luoghiangusti(perevitarepericolodielettrocuzioneperurtiaccidentaliconpartiintensionee/operurticonelementipericolosi)eperevitarepericolodioffesapercadutadimaterialedall’alto(inparticolarequandosisostasottolescale,impalcature,sottoadeilavorisopraelevati,ecc.).
i) Ènecessariotenerepresentechetuttelelineeeleapparecchiaturedevonoconsiderarsisotto tensione,sinoachenonvengaaccertato ilcontrariocongliappositistrumentidicontrollo.
l) Nei luoghi bagnati o molto umidi, e nei lavori a contatto od entrograndimassemetallicheèvietatol’usodiutensiliportatilicontensionesuperiorea50voltversoterra.Lelampadeelettricheportatili,impiegateneisuddettiluoghi,devonoesserealimentateatensionenonsuperiorea25voltversoterra.
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4.4.1. SOLLEVAMENTO E TRASPORTO A MEZZO - CARRIPONTE EPARANCHI
a) La manovra e l’uso della gru sono riservati al solo personaleaddetto.
b) Nonsollevaremaiuncaricochesuperalaportatamassimadellagru.
c) Evitarediurtarecontrogliarrestifissipostiall’estremitàdelleviedicorsa.
d) Effettuarelemanovredisalitaeditraslazionealternativamenteenoncontemporaneamenteperpermettereilregolareavvolgimentodellafunesultamburo.
e) Evitare di fare oscillare il carico, in modo particolare per farloscendereinzonafuorideltiroverticaleditiro;evitaretiriobliquiedoperazioniditraino
f) Le manovre di trasporto dei carichi devono essere effettuatein modo da evitare il passaggio dei carichi sospesi sopra lepersone;
g) Èvietatoabbandonareilcomandodellagruconcarichialgancio.h) Durante la manovra delle gru comandate da terra, occorre
mantenersialdifuoridellaverticaledelcarico.
4.4.�.IMBRACATURAEDAGGANCIAMENTODEICARICHI
a) L’imbracatura dei carichi deve essere effettuata usando mezziidoneiperevitarelacadutadelcaricoedilsuospostamentodellaprimitivaposizionediaggancio.
b) Durante la messa in tensione, è necessario avere cura che lefuni non si attorciglino e che gli anelli delle catene si snodinoregolarmente.
c) Èvietatoagganciareaimezzidisollevamentobombolecontenentigascompressi liquefattiodiscioltinonchérecipienticontenentisostanzeinfiammabili,tossicheocorrosive.
d) Èseveramenteproibitofareusodimezzidifortunaoattrezzaturediversedaquellepredisposteperl’imbracamentodelcarico.
e) Primadell’impiegoimezzidiimbracaturadevonoesserecontrollatialfinediaccertarnelaefficienza.
f) Le funi metalliche devono essere scartate quando all’esame
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visivo presentano irregolarità evidenti di cordatura, fili allentati,corrosioni,eccessiveriduzionididiametroemateriali,numerodifilirotti,mentrelefunidicanapa,devonoesserescartate,quandopresentanouncaporotto.
g) È vietato agganciare contenitori, cassette, ceste metalliche chenonsianoinbuonecondizioni.
h) Quandoilcaricopresentaspigolitaglientièopportunointerporrefraglispigoliedilmezzodiimbracaturaspessoridilegno,stracci,cartone,ecc.)
i) Nella imbracatura dei carichi la legatura delle funi, qualora sirendanecessario,deveesserefattacorrettamenteinmodocheinodinonpossanosciogliersisottolosforzodovutoalcarico.
I) Ilcaricodeveesserepossibilmentetrasportatoadaltezzalimitatadalpavimento.
4.5.ARIACOMPRESSA
4.5.1. Èseveramentevietatousareilgettodiariacompressapermotivinoninerentilalavorazione.
4.5.2. Èobbligatoriofareusodegliocchialidiprotezione.
4.6.SCALESEMPLICIPORTATILI
4.6.1.Devonoessereusateesclusivamentescaleinbuonecondizioniedaventi i dispostivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori deimontanti.
4.6.2.Le scaledevonoessere appoggiate conentrambi imontanti adelementisolidiefissi.
4.6.�. Lescaledevonoessereimpiegatedisponendoleconunadistanzaorizzontalefraipiediedilpianoverticalediappoggioall’incircapariallaquartapartedell’altezzadelpianoservito.
4.6.4. È vietato effettuare spostamenti della scala quando su essa sitrovanodellepersone.
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4.6.5 Durantel’usolescaledevonoesseretrattenutealpiededaaltrapersona.
4.6.6. Lescalealtepiùdiottometridevonoesseremunitedirompitrattaperridurrelafrecciadiflessione.
4.6.7. È vietato usare scale doppie di altezza superiore a 5 metri escalesprovvistedicateneodialtrodispositivoattoadimpedirel’aperturadellascalastessa.
4.6.8.Quandosidevesaliresutetti,suponteggi,ecc.lalunghezzadellascala deve essere tale che i montanti sporgano di almeno unmetrooltreilpianodiaccesso.
4.6.9. Neilavorisuscale,peroperazionidimanutenzione,costruzione,demolizione,riparazione,ecc.,èobbligatoriol’usocostantedellacinturadisicurezza.Inoltredurantel’esecuzioneditalilavori,unapersona deve esercitare da terra una continua vigilanza dellascala.
4.7.MOLEABRASIVE
4.7.1.Ilmontaggiodellemoledeveessereeffettuatoesclusivamentedapersonaleautorizzato.
4.7.2. Prima di montare la mola, occorre assicurarsi che la velocitàdell’alberoporta-mola(numerodigirialminutoprimo)nonsuperiquellamassimaprescrittaoindicatasull’appositatarghettadellamola. La velocità dell’albero porta-mola, deve essere indicatasull’appositocartelloapplicatosull’incastellaturadellamacchinaostampigliataeventualmentesull’apparecchio:es.smerigliatrici,ecc.
4.7.�. Le mole devono essere montate sulla macchina mediante leappositeflange.
4.7.4 Ilpoggiapezzonondevedistaredallamolapiùdi2mm.
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4.7.5. Qualorapersmarrimentoodeterioramentodellaetichettaapplicatasullamola,nonsiapossibilerilevareidatiinessaindicati,lamolanondeveessereutilizzata,marestituitaalmagazzino.
4.7.6 Durante l’impiego delle mole è obbligatorio usare gli occhialiprotettivi.
4.7.7. Gli apparecchi portatili devono essere provvisti di cuffia diprotezionedellamola.Sonoammesseeccezioniperisolicasiincui lemodalitàoperativenonconsentono l’usodellaprotezione,a condizione che sugli apparecchi vengano montate mole congambo,ildiametrodellequalisiainferiorea50mm.;oppuremolecilindricheconflangedidimensionitalichelamolanonsporgaperpiùdi�0mm.misuratiradialmente,oppurechelapartesporgentenonsuperi1/�deldiametrodellamola.
4.7.8.Ipezzidamolaredevonoessereidoneamentefissatioappoggiati;maisorretticonlamano.
4.7.9.Durantelasostituzionedellamolasugliapparecchipneumatici,èobbligatoriochiuderel’ariacompressa.
4.7.10.Èvietataqualsiasimanomissionedellecaratteristichedellemole;ades.:diametrodelforointerno,spessore,ecc.
4.8.MEZZIPERSONALIDlPROTEZIONE
4.8.1.IlavoratorisonorigorosamentetenutiafareusocostantedeimezzidiprotezioneindividualimessiadisposizionedalI’azienda(elmetti,guanti, occhiali, schermi protettivi, scarpe, grembiuli, cuffieantirumore,sordine,ecc.).
4.8.2. I lavoratori sono responsabili del corretto uso e della buonaconservazionedeimezziavutiindotazione.
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5. IGIENE DEL LAVORO E PRONTO SOCCORSO
5.1.IGIENEDELLAVORO
5.1.1.Comemisurapreventivaèobbligatorialavaccinazioneantitetanica(Leggen.292del05.0�.196�).
5.1.2.Ilavoratoridevonousareconcuraeproprietàleinstallazioniegliarredidestinatiairefettori,aglispogliatoi,aibagni,edingenereaiservizidiigiene.
5.1�.Evitarel’ingestionedibevandegelatesoprattuttosegasate.
5.1.4.Ilavoratorisonotenutiaconsumareiloropastineilocalidestinatiadusodirefettorio.
5.1.5. Ètassativamentevietatoconsumareipastiinqueilocalidilavorodove vi è presenzadi polvere, di sostanze venefiche, corrosive,infettantioinsudicianti.
5.1.6 Le vivande devono essere conservate negli appositi scaffali onegliscaldavivande.
5.1.7.Evitare per la pulizia della pelle l’uso di polveri, paste abrasive,nafta,petrolio,emulsionidataglio,ecc.
5.1.8.Noneffettuaretravasodiliquidimedianteaspirazioneabocca.
5.2.PRONTOSOCCORSO
52.1. InAziendaoperaunCentroMedicodovesieffettuano leprimeattivitàdiprontosoccorsoevisitemedichepreventiveeperiodicheobbligatorieperlegge.
52.2.Sesièchiamatidallanecessitàcontingenteaprestareilpropriosoccorso,occorre:
-evitarenelmodopiùassolutodiagireimpulsivamente;
7�
-eliminarel’azionedell’agentecausaledell’infortunio,ponendoparticolareattenzionealrischiocuicisiespone(correnteelettrica,gastossici,ecc.);-provvedereaslacciaregliindumentichepossonocostituireostacoloallarespirazione;-provvedereadavvisareilpostodiprontosoccorsoerichiederel’interventodelmedicoedell’infermiere;-provvederecomunqueadavvisare,appenapossibile,ilpropriocaposquadra.
Inattesadelmedico:-nonsottoporrel’infortunatoamovimentioscosseinutili;-nonmuovereassolutamenteitraumatizzatialcraniooallacolonnavertebraleeisospettidifrattura;-nonpremere,schiacciare,massaggiarequandovièsospettodilesioniprofonde;-nondarebevandesenonsièsicurichel’infortunatosiainpienacoscienza;-eccedereinprudenzapiuttostocheagiresconsideratamente.
5.2.� Nelcasodi infortuniodacorrenteelettrica,se l’infortunatononrespira,èindispensabileedurgentelarespirazioneartificiale. Pertantodopoavereliminatoilcontattodell’infortunatoconpartiin tensione, si deve praticare tempestivamente la respirazioneartificialeecontinuarlafinoall’arrivodelmedico.
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DIVIETI PER SPECIFICHE ATTIVITÀ LAVORATIVE
L’Art15,comma1dellaLegge125/2001(LeggeQuadroinmateriadialcolediproblemialcolcorrelati)stabilisceundivieto assoluto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute di terzi.Rientranointaliattività(provv.16/�/06,G.U.del�0/0�/06)lemansionidi:
•Furgonista
•Collaudatoresustrada
•Carrellista
•Infermiere
•Sorvegliante
•Manutentore
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.
TUTELA AMBIENTALE: DECRETO LEGISLATIVO 152/06
SullaGazzettaUfficialenumero88del14aprile2006-Supplementoordinarion.96,èstatopubblicatoilnuovoDecretoLegislativoinmateriaambientaleapprovato dal Consiglio dei Ministri in attuazione della legge delega�08/2004.
Ilnuovotestounicoèentratoinvigoreil29aprile2006.Ilprovvedimento,cheriscrive leprincipaliregole inmateriaambientale,èarticolato inseisezionichedisciplinanoleseguentimaterie:
1. Disposizionicomuni,finalità,campodiapplicazione
2. Valutazione impatto ambientale, valutazione ambientale strategica,AutorizzazioneIntegrataAmbientale
�. Difesadelsuoloetutelaegestionedelleacque
4. Rifiutiebonifiche
5. Tuteladell’ariaeriduzionedelleemissioni
6. Dannoambientale
Ilnuovotestounicocontieneanchelenormeregolamentari(limitidiemissione,limitialloscarico,standardperlebonificheecc.).
Di seguito tratteremo in dettaglio solo la parte IV del Decreto, fornendo qualche accenno alla parte III e parte V
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1 PARTE IV - DEL DECRETO LEGISLATIVO 152/06 RIFIUTI
Il nuovo testo unico dell’ambiente, per quanto riguarda i rifiuti, recepiscesostanzialmente il D.Lgs. 5 febbraio 1997, n.22, meglio conosciuto come“Decreto Ronchi”, che ha segnato il passaggio a tecniche di gestione deiproblemi ambientali che prevedono e promuovono misure economiche,incentivi,nonchélaresponsabilizzazionedituttiisoggetticoinvoltinelciclodivitadiunprodotto,dallaproduzioneallasuadestinazionecomerifiuto.
La normativa antecedente il 1997 individuava lo smaltimento quale puntocentraledelsistema,mentreoggiilcardinesucuisiincentralanormativa,inlineatral’altroconladisciplinacomunitaria,èla“gestionedeirifiuti”chesiarticolanellediversefasidellaraccolta,trasporto,recuperoesmaltimento.
Quindi ogni volta che nella legge si trova scritto “gestione” (per esempiolo troviamo spesso nelle sanzioni) il termine è da intendersi riferito agliobblighiriguardantiraccolta,trasporto,smaltimentoerecupero,attivitàchenecessitanodispecificaautorizzazioneperpoteressereeffettuate.
1.1 CAMPO DI APPLICAZIONE LaparteIVdelD.Lgs.152/06disciplinalagestionedeirifiuti,degliimballaggiedeirifiutidaimballaggio.
Definizione di rifiuto
Ildecretorecependoletteralmenteladirettiva91/156/CEE,definiscerifiuto:
“qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi” (art. 183 comma 1 lett. a).
Ilcriterioessenzialequindiperlaqualificazionediunprodottocomerifiutoèlacessazionedellasuautilizzazionedapartedeldetentore:infatti,rifiutoèqualsiasisostanzaodoggettodicuiildetentoresidisfi(oabbiadecisooabbial’obbligodidisfarsi),pocoimportaseciòavvieneattraversolosmaltimentootramiteilrecupero.
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Esclusioni L’art.185elencalesostanzeeglioggettiesclusidalcampodiapplicazionedelD.Lgs.152/6.Inparticolare,restanoesclusidalcampodiapplicazione(inquantodisciplinatidaspecifichenormative):irifiutiradioattivi,irifiutirisultantidall’estrazione mineraria, alcune tipologie di rifiuti agricoli, gli esplosivi, leemissioniinatmosferaegliscarichiidrici.
1.2 CLASSIFICAZIONE (ART. 184)
IlD.Lgs.152/06classificairifiuti,secondol’origine,suddividendoliinurbanie speciali. Entrambe le categorie si dividono poi in rifiuti pericolosi e nonpericolosi, attraverso l’assegnazione di un codice identificativo del tipo dirifiuto (Codice Europeo Rifiuto - CER) . Il CER viene assegnato sulla basedell’originedel rifiuto (ciclo produttivo) e, se necessario, attraverso analisidellostesso.
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SonoRIFIUTIURBANI: SonoRIFIUTISPECIALI:
• irifiutidomestici(ancheingombranti,qualielettrodomesticiemobili)irifiutispecialiassimilatiairifiutiurbani
• irifiutiprovenientidallospazzamentodellestrade
• irifiutigiacentisullestrade,sullespiaggeesullerivedeifiumi
• irifiutivegetaliprovenientidaareeverdi(qualigiardini,parchieareecimiteriali)
• irifiutiprovenientidaattivitàcimiteriali(qualiesumazioniedestumulazioni)
• irifiutidaattivitàagricoleeagro-industriali
• irifiutiderivantidalleattivitàdidemolizione,costruzione,nonchéirifiutipericolosichederivanodalleattivitàdiscavo
• irifiutidalavorazioniindustriali• irifiutidalavorazioniartigianali• irifiutidaattivitàcommerciali• irifiutidaattivitàdiservizio• irifiutiderivantidallaattivitàdi
recuperoesmaltimentodirifiuti• irifiutiderivantidaattività
sanitarie• imacchinarieleapparecchiature
deterioratiedobsoleti• iveicoliamotore,rimorchio
similifuoriusoeloroparti
1.3 DEPOSITO TEMPORANEO
Alproduttoredirifiutièconsentitotenereindepositoirifiuti(pericolosienon)finoaduncertoquantitativoprimadiavviarliallosmaltimentooalrecupero.
Tale operazione resta parte integrante del ciclo produttivo dell’aziendae, non rientrando nell’ipotesi di stoccaggio, non è soggetta a specificaautorizzazione.
Ildepositotemporaneoèperòconsentitosolosesirispettanoleseguenticondizioni:
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CondizioniperilDEPOSITOTEMPORANEO(Art.18�comma1lett.m)
Rifiutinonpericolosi Rifiutipericolosi
ildepositotemporaneovaeffettuatoobbligatoriamentenelluogodiproduzione
se≤20m³:rifiutipossonoessereaccumulatifinoad1annose>20m³:rifiutidevonoessereasportatiogni�mesi
se≤10m³:rifiutipossonoessereaccumulatifinoad1annose>10m³:rifiutidevonoessereasportatiogni2mesi
1.4 TRASPORTO (FORMULARIO- ART.193)
Duranteiltrasportoirifiutidevonoessereaccompagnatidaunformulariodiidentificazionedeirifiuti,ovveroundocumentocheriporti:lecaratteristicheelequantitàdelrifiuto,idatidelproduttore,indicazionedeltrasportatoreedeldestinatarioconriferimentoalleloroautorizzazioni.Ilformulariovieneredattoin4esemplari:
1) Ilformulariovienefirmatodalproduttore(odetentore)econtrofirmatodaltrasportatore.Unacopiarimanealproduttore.
2-�) Lealtretre,controfirmateedatateinarrivodaldestinatario,sonotrattenuteunadaldestinatario elealtre2daltrasportatore.
4) Iltrasportatoreprovvederàpoiarestituirneunaalproduttore.Perdimostrarecheilrifiutohaseguitoilpercorsoprevisto.
Lecopiedelformulariovannoconservateper5 anni dalladatadiultimaregistrazione(ciòèvalidoperilproduttore,iltrasportatoreeildestinatario).Iformulari,primadell’uso,devonoessere:
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• numeratievidimatidall’ufficiodelregistroodallaCCIAA(lavidimazioneègratuita)
• occorreregistrarelafatturadiacquistosulregistro IVA acquisti
1.5 REGISTRO DI CARICO E SCARICO (ART. 190)Chi produce, detiene o trasporta rifiuti, nonché chi smaltisce o recupera,è obbligato alla tenuta del registro di carico e scarico, da compilarsi ogniqualvoltailrifiutosubisceunamovimentazione.Sul Registro di Carico e Scarico, che deve essere custodito unitamente aiFormulari di identificazione dei rifiuti, sono annotate le informazioni sullecaratteristichequalitativeequantitativedeirifiuti.Ilregistroènumeratoegestitoconleproceduree lemodalitàfissatedallanormativasuiregistriIVA.Sul registro le annotazioni vanno effettuate entro 10 giorni lavoratividalla movimentazione del rifiuto (produzione / smaltimento / recupero /trasporto).Iregistridevonoessereconservatiper5annidall’ultimaregistrazione.
1.6 DENUNCIA ANNUALE (MUD)
Glistessisoggettitenutiacompilareilregistrodicaricoescarico,sonotenutia presentareogni anno ilmodellounicodi dichiarazionedei rifiuti (MUD -legge70/94).IlMUDvapresentatoentroil�0aprilediogniannopressolaCCIAAcompetenteperterritorio,susupportocartaceooinformatico.
1.7 SANZIONI
IlD.Lgs.152/06prevedesanzioniciviliepenali,asecondadellagravitàdelreatoe/odellatipologiadelrifiuto,perchinonottemperaagliobblighiprevisti.Inparticolaresonosanzionati:• l’attivitàdiraccolta,trasporto,recupero,smaltimento,commercioed
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intermediazionedirifiutisenzalanecessariaautorizzazione• iltrasportodirifiutisenzailformulariooconindicazionedidatiincompletioinesatti• lamancatatenutadelregistrodicaricoescarico• mancataconservazionedelregistrodicaricoescaricoperilperiododilegge(5anni)• mancataconservazionedelformularioperilperiododilegge(5anni)• lacompilazionedelregistrodicaricoescaricoinmanieraincompleta(osaltuaria)• mancataeffettuazionedelMUDosuacompilazioneinmanierainesattaoincompleta
1.8 OBBLIGHI
Quidiseguitovengonoschematizzatigliadempimentivistiinprecedenza,conparticolareriferimentoagliobblighidelleaziende:
RIFIUTISPECIALI
NONPERICOLOSI PERICOLOSI
Depositotemporaneo
Nonènecessarial’autorizzazione.Principaliobblighi:•se≤20m³:rifiutiaccumulatifino1anno•se>20m³:rifiutiasportatiogni�mesi
Nonènecessarial’autorizzazione.Principaliobblighi:•se≤10m³:rifiutiaccumulatifino1anno•se>10m³:rifiutiasportatiogni2mesi
ClassificazioneCER
OgnirifiutovieneindividuatoconuncodiceCERIrifiutinonpericolosinonpossonoavereuncodicecontrassegnatoconunasterisco“*”;es:170405FerroeAcciaio
OgnirifiutovieneindividuatoconuncodiceCERSonopericolosi:soloirifiuticontrassegnaticonunasterisco“*”;es:160601*Batteriealpiombo
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Formulario(periltrasporto)
ObbligatorioIlproduttoresiliberadallaresponsabilitàsolose:conferisceirifiutiadunsoggettoautorizzatoriceveindietrola4ªcopiadelformularioentro�mesidallaspedizioneIlformulario,primadell’uso,dev’essere:numeratoevidimatodall’UfficiodelRegistrooCCIAA(vidimazioneègratuita)registrarelafatturadiacquistosulregistroIVAacquistiprimadell’usoESCLUSOiltrasportodirifiutinonpericolosi(art.19�c.4),se:ümax�0Kgo�0litrialgiornoü trasporto effettuato dal produttore dei rifiuti stessi (con
proprioautomezzo)
Registrodicaricoe
scarico
Obbligatorio
terminemaxperlaregistrazionedelrifiuto:10giornilavoratividallamovimentazionedelrifiuto(carico/scarico)
MUD
ObbligatorioDacompilareentroil�0aprilediognianno.
Conservazionedocumenti
Formulario:5anni(dall’ultimaregistrazione)Registroc/s:5anni(dall’ultimaregistrazione)Ilregistrovatenutopressol’azienda
Caratterizzazionerifiuto
ObbligatoriaperpermetterediassegnareilCodiceCERestabilireleeventualimodalitàdirecuperooindividuareilpiùidoneositodismaltimentoInalcunicasiènecessarioavvalersianchedianalisichimicheconloscopodiindividuarelesostanzechecompongonoilrifiuto
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2. PARTE III DEL DECRETO LEGISLATIVO 152/06 : SCARICHI
2.1 DEFINIZIONE
ScopodellaparteIIIdelDecreto152/06è,tral’altro,assicurarelatutelaed il risanamento idrogeologicodel territorio tramite lamessa insicurezzadellesituazioniarischio,latuteladelleacquedall’inquinamentoelagestionedellerisorseidriche.Talesezioneregolamentalagestionedegliscarichiidricisuddividendoglistessi,almenoperlesituazionichepossonointeressarelans.realtàaziendale,in:
•acquereflueindustriali:scarichiderivantidaedificiincuisisvolgonoattivitàindustrialiocommerciali
•acquerefluedomestiche:scarichiprovenientidaabitazioniecomunquederivanti da metabolismo umano (bagni) o da attività domestiche (cucine,giardini,ecc.).
•acquereflueurbane:sitrattadelleacquecheconfluiscono,tramitecanalizzazione,allapubblicafognatura;sitrattaquindidiunamisceladi:
- acquerefluedomestiche- acque reflue industriali (ovviamente opportunamente depurate per
rientrareneilimitiperloscaricoinfognatura)- acquemeteoriche(acquepiovane)
2.2 DISCIPLINA DEGLI SCARICHI
Scarichi sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee
Il D.Lgs.152/06 vieta lo scarico sul suolo, nel sottosuolo e nelle acquesotterranee(faldeacquifere).
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Scarichi in acque superficiali (fiumi,laghi,acquecostiere)
Loscaricoinacquesuperficiali,siadiacquereflueindustrialichediacquereflueurbane(lepubblichefognature)èammesso,purchésianorispettati ilimitiindicatinelletabelleallegatealDecreto.
Scarichi in reti fognarie
Lo scarico delle acque reflue domestiche è sempre ammesso, purchévenga osservato il regolamento del gestore della rete, mentre quello delleacquereflueindustrialièsoggettoaspecificaautorizzazioneealrispettodeilimitiimpostidall’impiantodidepurazione.
2.3 AUTORIZZAZIONE
Ladisciplinadegliscarichipresupponel’obbligodell’autorizzazioneprimadella loroattivazione.L’autorizzazionepergli insediamenti industriali devecontenere indicazione delle caratteristiche quantitative e qualitative degliscarichi e del volume di acqua da scaricare, della tipologia del ricettore,dell’individuazione del punto di prelievo, della descrizione del sistema discarico,dell’eventualesistemadimisurazionedelflussodegliscarichiedellaindicazione delle apparecchiature impiegate nel processo produttivo e discaricononchédeisistemididepurazioneutilizzatiperconseguireilrispettodeivalorilimitediemissione.
L’autorizzazioneèvalidaper4annidelmomentodelrilascio.1annoprima
dellascadenzanedeveessererichiestoilrinnovo..Le acque refluedomestichegodonodi semplificazioni per l’ottenimento
dell’autorizzazionechedeveesseresempreconcessose il recapitofinaleèunaretefognaria.
2.4 CONTROLLO Leautoritàcompetentisvolgonoattivitàdicontrollodegliscarichieincaso
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di infrazioniefermorestandol’applicazionedellesanzioniamministrativeepenalipreviste,possonoprocederealla:
[diffida,stabilendountermineentroilqualedevonoessereeliminateleirregolarità;
[ sospensione dell’autorizzazione per un tempo determinato, ove simanifestinosituazionidipericoloperlasalutepubblicael’ambiente;
[ revoca dell’autorizzazione in caso di mancato adeguamento alleprescrizioniimposteconladiffidaoincasodireiterateviolazioni.
2.5 VALORI LIMITE Ilcontrollodelloscaricoavvieneverificando,tramiteanalisidilaboratorio,
seloscaricoèconformeailimitidilegge.Vengonoquindiricercatituttigli inquinantichepossonoesserepresenti
nelloscarico(qualimetalli,oli,ammoniaca,solventi,pesticidi,batteri,edaltri);selaconcentrazionepresentenelloscaricosuperailrispettivovalorelimiteimpostoloscarico,senonopportunamentedepurato,èritenutoinquinanteperl’ambiente(equindipassibiledisanzione).
IlimitidileggediriferimentosonocontenutiintabelleinallegatoalD.Lgs152/06.
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3. PARTE V DEL DECRETO LEGISLATIVO 152/06: EMISSIONI IN ATMOSFERA
3.1 CAMPO DI APPLICAZIONE
Il D.Lgs. 152/06 si applica agli impianti e alle attività che produconoemissioniinatmosferaestabilisceivaloridiemissione,leprescrizioni,imetodidicampionamentoedianalisidelleemissionied icriteriper lavalutazionedellaconformitàdeivalorimisuratiallimite.
3.2 DEFINIZIONE DI EMISSIONE
Ildecretodefinisceemissione:qualsiasisostanzasolida,liquidaogassosaintrodotta nell’atmosfera che possa causare inquinamento atmosferico,intendendo con inquinamento atmosferico ogni modificazione dell’ariaatmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o più sostanze inquantitàeconcaratteristichetalidaledereodacostituireunpericoloperlasaluteumanaoperlaqualitàdell’ambienteoppuredaledereibenimaterialiocomprometteregliusilegittimidell’ambiente.
3.3 AUTORIZZAZIONE (ART. 269)
Tuttigliimpianti,primadiesserecostruiti,necessitanodiautorizzazionerilasciata dalla Provincia. Chi intende costruire un nuovo impianto devepresentare domanda di autorizzazione (insieme al progetto dell’impianto).Contestualmente al rilascio dell’autorizzazione la Provincia comunicaall’impresa,nonchéalleautoritàcompetentialcontrollo,conqualeperiodicitàdovrannoessereeffettuatiicontrollidelleemissioni.
Lanormaprevedeinoltreprocedureautorizzativesemplificateperimpianti(tabellatiinallegatoalDecreto)lecuiemissionisonoscarsamenterilevantiaifinidell’inquinamentoatmosferico
3.4 VALORI LIMITE DI EMISSIONE E PRESCRIZIONI
Ivalorilimitediemissionesonostatideterminatiecodificatinell’allegatoIalD.Lgs.152/06.L’impresaètenutaadeffettuareapropriespese(rivolgendosi
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alaboratoriprivati)leanalisidicontrollodelleemissionisecondolaperiodicitàeconlemodalitàindicatenell’attoautorizzatorio.
3.5 INOSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI AUTORIZZATORIE Qualorainsededicontrollovenganoaccertateirregolaritàdifunzionamento,
violazionedelleprescrizionicontenutenell’attoautorizzatorioosuperamentodei valori limite, l’autorità competente provvederà, a seconda della gravitàdell’infrazioneefermorestandol’applicazionedellesanzioniamministrativee penali previste, ad irrogare una delle tre sanzioni amministrative in suopotere:
• diffida:ovveroprescriveall’aziendalemisurenecessarieperriportareleemissioninellanorma(es.nelcasodisuperamentodeilimiti),assegnandountermineentroilqualedevonoessereeliminateleirregolarità
• sospensione dell’autorizzazione : ovvero sospensione dell’attivitàdell’impianto per un tempo determinato (ove si manifestino situazioni dipericoloperlasaluteol’ambiente).Duranteilperiododisospensionel’impresadeveancheprovvedereadeliminareleirregolaritàriscontrate
• revoca dell’autorizzazione : ovvero chiusura dell’impianto. Taleprovvedimentovienepresosolo incasodi reiterateviolazioniderivantidalmancatoadeguamentoaiprovvedimentipresiinprecedenza.
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4 NORME GENERALI DI COMPORTAMENTO
Diseguito riportiamoalcune indicazionidi comportamento legate ai treprincipaliargomentidescrittinellasezionededicataallaNormativainmateriaambientale:
- segnalaretempestivamentealpropriosuperioregerarchicoqualsiasianomalia riscontrata che possa causare inquinamento; qualora non siapossibile contattare il superioregerarchicoe si tratti di grave e impellenterischioambientalecontattarelaCentraleOperativa(tel.2700);
- attenersi scrupolosamente alle indicazioni in materia ambientalefornitedalpropriosuperioregerarchico;
- non scaricare per alcun motivo reflui nella rete fognaria (es. olio,benzine,residuidiverniceetc.);
- nonmiscelareperalcunmotivorifiutididiversanaturae/otipologiaeinformareimmediatamenteepreventivamenteilpropriosuperioregerarchico,qualora non vi sia possibilità di stoccare separatamente rifiuti diversi (es.mancanzadicontenitorispecificiperrifiuto/codiceCER);
- nondepositareperalcunmotivorifiutiorefluialdifuoridelleareeappositamenteindividuateperciascunatipologia.
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RealizzatodaPiaggioeC.S.p.a.
PersonaleOrganizzazioneeSistemidiQualità
Pontedera,Gennaio2008
Secondaedizione