La Programmazione Provinciale - Asse 3
2
Servizio Agricoltura e Risorse Naturali
Con la collaborazione di:
AGRIFORM s.r.l. Centro di Formazione Professionaledella Provincia di Parma
La Programmazione Provinciale - Asse 3
3
SOMMARIO
Premessa .................................................................................................................................... 5
1. Dalla vecchia alla nuova programmazione ............................................................................ 8
1.1. Lo sviluppo rurale ............................................................................................................................. 9
1.2. La precedente programmazione 2000-2006 .................................................................................... 10
1.3. Le prospettive future ...................................................................................................................... 12
2. Il contesto provinciale ......................................................................................................... 18
2.1. Il territorio ...................................................................................................................................... 19
2.2. Le aziende agricole.......................................................................................................................... 23
2.3. Le aree a maggiore ruralità ............................................................................................................. 26
2.4. Il turismo ........................................................................................................................................ 38
2.5. La multifunzionalità ........................................................................................................................ 41
2.6. Le Strade dei Vini e dei Sapori ......................................................................................................... 42
2.7. Agriturismi ...................................................................................................................................... 55
2.8. Fattorie didattiche .......................................................................................................................... 62
2.9. Esperienze di agricoltura biologica .................................................................................................. 63
3. La programmazione Regionale e Provinciale ....................................................................... 64
3.1. Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna ...................................................... 65
3.2. L’ Asse 3 nel Programma di Sviluppo Rurale Regionale..................................................................... 67
3.3. Il Programma Rurale Integrato Provinciale (PRIP) di Parma .............................................................. 70
3.4. L’Asse 3 nel Programma Rurale Integrato Provinciale di Parma ........................................................ 77
3.5. Obiettivi e risorse disponibili ........................................................................................................... 80
4. Lo stato di attuazione dell’Asse 3 ........................................................................................ 82
4.1. Lo stato di avanzamento finanziario ................................................................................................ 83
4.2. La ripartizione dei finanziamenti nei comuni ................................................................................... 87
La Programmazione Provinciale - Asse 3
4
5. finanziamenti di misure e azioni in dettaglio ...................................................................... 89
5.1. Misura 311 – La diversificazione in attività non agricole................................................................... 90
5.2. Obiettivi strategici e operativi ......................................................................................................... 90
5.2.1. Descrizione della misura .....................................................................................90
5.2 Misura 313 – Incentivazione delle attività turistiche .............................................................................. 98
5.2.1 Obiettivi strategici e operativi ............................................................................98
5.2.2 Descrizione della misura .....................................................................................98
5.2.3. l’intervento ...................................................................................................... 100
5.3 Misura 321 – Investimenti per servizi essenziali all’economia e alla popolazione rurale ....................... 103
5.3.1.Obiettivi strategici e opera\tivi ........................................................................................ 103
5.3.2.Descrizione della misura .................................................................................................. 104
5.3.4.Azione 2 107
5.3.5.Azione 3 110
5.4.Misura 322 - Sviluppo e rinnovamento dei villaggi .............................................................................. 113
5.4.1.Obiettivi strategici e operativi .......................................................................................... 113
5.4.2.Descrizione della misura .................................................................................................. 114
5.4.3.L’intervento ..................................................................................................................... 115
5.5 Misura 331 – Formazione e informazione degli operatori economici ............................................. 118
5.5.1.Obiettivi strategici e operativi .......................................................................................... 118
5.5.2.Descrizione della misura .................................................................................................. 119
5.6 Misura 341 – Acquisizione di competenze e animazione ................................................................ 124
5.6.1.Obiettivi strategici e operativi .......................................................................................... 124
5.6.2.Descrizione della misura .................................................................................................. 124
6. PAC post 2013 uno sguardo al futuro dell’Asse 3 ............................................................. 134
Glossario ................................................................................................................................. 138
La Programmazione Provinciale - Asse 3
5
PREMESSA
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), insieme ai documenti di
programmazione ad esso subordinati, persegue molteplici obiettivi definiti
nell’ambito dell’Asse 3 denominato “Qualità della vita nelle zone rurali e
diversificazione dell’economia”. Attraverso l’attuazione delle misure contenute
al suo interno si intende promuovere un ambiente rurale di qualità attraverso
una strategia di sviluppo rurale integrato, mettendo in evidenza il ruolo
polifunzionale dell’agricoltura e sostenendo la riorganizzazione dei fattori
produttivi aziendali e promuovendo le attività complementari delle aziende.
L’Asse 3 interviene quindi su diversi aspetti allo scopo di valorizzare le funzioni
economiche, sociali ed ambientali delle aree di intervento. L’attivazione delle
Misure e delle Azioni avviene secondo un livello di programmazione regionale
(attraverso il PSR) e uno provinciale (attraverso il Programma Rurale Integrato
Provinciale –PRIP -); è inoltre possibile attivare azioni attraverso l’approccio
LEADER o tramite il Gruppo Azione Locale (GAL) dell’Appennino Parmense e
Piacentino secondo il Programma di Azione Locale (PAL) di riferimento. I
finanziamenti erogati attraverso l’Asse 3 utilizzano una strategia molto
complessa, basata sull’integrazione di molteplici interventi finalizzati alla
promozione di percorsi di sviluppo locale “trasversali”, quali: diversificazione
delle attività agricole, miglioramento delle infrastrutture essenziali rurali e del
patrimonio immobiliare rurale, valorizzazione delle aree naturalistiche e delle
tipicità agricole ed enogastronomiche dei territori. Le aree geografiche
interessate all’attuazione delle misure vengono definite dal PSR e, in un
secondo momento, dal PRIP. Le aree cui l’Asse conferisce maggior attenzione
sono quelle caratterizzate da evidenti problematiche legate allo sviluppo e le
La Programmazione Provinciale - Asse 3
6
aree rurali intermedie1, poiché sono quelle maggiormente contraddistinte da
costante riduzione delle aziende e da dinamiche demografiche negative.
Il territorio parmense custodisce al suo interno una molteplicità di luoghi e
prodotti dalle caratteristiche uniche, che si prestano particolarmente alla
strategia di sviluppo proposta per poter essere, in questo modo, valorizzati.
Le azioni previste dall’Asse 3 sono infatti orientate ad agevolare la competitività
economica tra gli agricoltori residenti, consentendo la permanenza delle attività
in queste aree, anche nelle zone più marginali. Le dinamiche economiche e
demografiche evidenziate negli ultimi anni nelle aree collinari e montane della
provincia, se non contrastate con opportune misure, possono generare nel
medio - lungo periodo una spirale negativa difficilmente arginabile, che può
condurre al completo sgretolamento del tessuto economico e sociale; il ruolo
dell’agricoltore si rivela perciò centrale in un’ottica di gestione del paesaggio,
mantenimento della biodiversità e tutela dell’ambiente.
Anche la multifunzionalità rappresenta un’effettiva opportunità economica,
rappresentando il punto d’incontro tra agricoltura sostenibile, sicurezza
alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell'ambiente,
garanzia dell'approvvigionamento alimentare e dello sviluppo di agro-energie.
Gli imprenditori agricoli, grazie al sostegno dell’Asse 3, possono trasformare
queste funzioni in beni e servizi capaci di generare un’ulteriore fonte di reddito.
Gli aiuti finanziari erogati insieme alla strategia adottata dalla Provincia di
Parma, puntano a rafforzare diversi aspetti, precisamente: valorizzazione delle
attività svolte sul territorio, sviluppo della ricettività rurale, valorizzazione del
patrimonio naturale - paesaggistico e l’animazione di questi territori, messa in
evidenza dell’endogenità degli elementi.
1 Per la Provincia di Parma rientrano in questo gruppo soprattutto i territori di collina,
prevalentemente o significativamente rurali, che presentano un certo livello di
diversificazione delle attività economiche e sono sede di sviluppo diffuso.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
7
Un’importante leva per il rilancio delle aree rurali è rappresentata dalla
promozione dei prodotti tipici (un canale utilizzato è quello delle numerose
iniziative realizzate dalle Strade dei Sapori). Le produzioni tipiche, oltre a
svolgere una vera e propria azione di protezione dei redditi, contribuiscono a
creare quell’ identità locale capace di far progredire l’intero sistema economico
del territorio.
L’analisi che segue si propone di valutare lo stato di attuazione del terzo Asse
nel territorio provinciale. Dopo una ricognizione degli strumenti di
programmazione implementati nella presente e nella passata edizione della
politica agricola comunitaria, lo studio si concentrerà sulla valutazione delle
dinamiche economiche e sociali in atto sul territorio, cercando di cogliere gli
aspetti di maggior rilevanza legati all’Asse 3. Infine verranno esaminati i dati
finanziari relativi alle misure attivate.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
8
1.
DALLA VECCHIA ALLA NUOVA
PROGRAMMAZIONE
La Programmazione Provinciale - Asse 3
9
1.1. LO SVILUPPO RURALE
Lo sviluppo rurale è da sempre una materia contesa e discussa sul piano
istituzionale, nazionale ed europeo. La crescente importanza del suo ruolo
all’interno delle politiche agricole comunitarie è evidente nell’ultima
programmazione 2007-2013; l’attenzione e il peso delle risorse finanziarie sono
state infatti indirizzate a favore delle politiche di sviluppo rurale, riducendo il
sostegno al mercato e ai prezzi dei diversi prodotti agricoli. Il passaggio che
segna il confine tra la vecchia e la nuova concezione di intendere lo sviluppo
rurale, va ricercato nel nuovo “criterio” adottato per la destinazione dei fondi:
le risorse non sono più assegnate alla singola impresa, ma a progetti in cui le
imprese devono dimostrare coerenza e integrazione con il contesto territoriale
di riferimento, che diviene quindi il nuovo beneficiario degli aiuti.
Questa nuova logica, fa sì che lo sviluppo delle aree rurali non possa essere
realizzato attraverso strategie autonome e indipendenti, ma mediante
un’azione integrata che coinvolga le differenti componenti del tessuto
economico e sociale. Non basta sviluppare un’attività multifunzionale redditizia
o un’efficiente produzione forestale, ma è necessario considerare anche le
variabili sociali senza le quali ogni strategia diventerebbe sterile. I processi di
abbandono delle aree rurali non sono solo da attribuire alla mancanza di
alternative economiche adeguate, ma anche alla mancanza di servizi pubblici e
di un forte sistema di relazioni sociali. La lontananza delle scuole, dei servizi
sanitari, dei luoghi di aggregazione sono fattori che deprimono la propensione
della popolazione rurale a restare in queste aree. Per tale ragione le Istituzioni
pubbliche e private devono concentrare le loro azioni verso lo sviluppo di servizi
innovativi adeguati alle caratteristiche del territorio, alla conformazione
morfologica e alla posizione delle abitazioni. Risulta infine necessario migliorare
e potenziare le infrastrutture, affinché i collegamenti tra zone rurali e centri
urbani siano sempre più facilitati, tanto da consentire alla popolazione di
rimanere nelle aree rurali.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
10
1.2. LA PRECEDEN TE PROGRAM MAZIONE 2000-2006
Il PSR della precedente programmazione era finalizzato ad accrescere la
competitività delle imprese nel rispetto delle peculiarità e dei sistemi socio-
economici dei territori. A seconda che la zona di azione fosse destinata ad
agricoltura intensiva (solitamente sviluppata in pianura), a produzioni tipiche o
a forte valenza ambientale (aree collinari e montane), sono state identificate
differenti linee di intervento. Seguendo queste direttive, nel periodo di
programmazione 2000-2006, la Provincia di Parma ha finanziato oltre 15.000
iniziative, erogando all’incirca 115 milioni di euro ad aziende agricole,
associazioni di produttori, consorzi ed Enti locali. La percentuale maggiore dei
fondi, il 49,7%, è stata destinata alle misure del primo asse (competitività delle
aziende agricole) seguita dal secondo asse (ambiente) cui è stato riconosciuto il
40.3% e dal terzo asse (sviluppo locale integrato) che ha potuto disporre del
10% dei fondi. Nello specifico, il 21,5% delle risorse a disposizione del primo
asse è stata impiegata a favore della misura relativa al “Miglioramento delle
condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli”. Nel
secondo asse le misure agro-ambientali hanno assorbito il 28% dei contributi
distribuiti a livello provinciale; esse rappresentano la misura più finanziata del
Programma di sviluppo e hanno consentito di sovvenzionare oltre 10.000
interventi (su un totale di quasi 15.300 richieste) nelle aziende agricole. Infine,
all’interno del terzo asse, la “Diversificazione delle attività del settore agricolo”
è stata la misura maggiormente finanziata, attraendo il 3,8% delle risorse totali
disponibili.
Nella Provincia di Parma si possono identificare tre tipologie di aree rurali: aree
ad agricoltura specializzata, aree rurali intermedie e aree con problemi di
sviluppo; utilizzando l’analisi basata sulla suddivisione del territorio secondo i
criteri definiti dal Piano Strategico nazionale (PSN), si desume che il 50% dei
contributi totali erogati dal PSR nel periodo di programmazione 2000-2006 sono
stati destinati alle aree rurali intermedie, il 27% alle aree con problemi di
sviluppo e il 23% alle aree ad agricoltura specializzata.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
11
Considerando la distribuzione sul territorio provinciale dei contributi erogati
per intervento, si nota come le aziende dei comuni di pianura abbiano
percepito contributi superiori rispetto alla media provinciale, mentre nei
comuni di montagna gli interventi sono stati meno onerosi. Ciò è dovuto al
differente impiego di misure attivate nelle aree della provincia. I comuni che
hanno ricevuto la quota più elevata sono: Parma, Neviano degli Arduini,
Langhirano e Lesignano de’ Bagni. Per chiarire le idee in merito alla reale
diffusione territoriale di questi aiuti è stato creato un indicatore che mette in
relazione il numero di interventi a livello comunale con il numero di aziende
agricole registrate nell’ultimo Censimento ISTAT dell’Agricoltura. Questo
indicatore, seppur in maniera approssimativa (i dati del Censimento
dell’Agricoltura risalgono al 2000), consente di stimare il numero di interventi
ricevuti da ogni azienda agricola, tenendo presente che la singola azienda aveva
facoltà di aderire allo stesso tempo a più misure. Nelle tre aree rurali prese in
considerazione risultano attive 11.000 aziende agricole con una Superficie
Agricola Utilizzata (SAU) pari a 132.000 Ha. Si calcola che la media di interventi
per azienda a livello provinciale è stata dell’1,4 %. Tale incidenza aumenta
notevolmente per le aree rappresentate da complessi problemi di sviluppo,
dove gli interventi medi per azienda raggiungono il 2,3%.
Considerando invece i contributi erogati per singola azienda agricola, si ottiene
un dato medio provinciale di 10.400 euro. A livello comunale l’ammontare
maggiore di contributi per azienda agricola è stato registrato nei comuni di
Collecchio (53.600 euro per azienda), Langhirano (39.200 euro), Lesignano
de’Bagni (38.500 euro), Palanzano (26.100 euro) e Tizzano Val di Parma (20.400
euro). In generale si può notare che l’area che ha attratto più finanziamenti è
quella orientale della provincia di Parma, nella quale, ad eccezione del comune
di Palanzano, una buona fetta dei contributi sono stati erogati a favore delle
imprese di lavorazione, trasformazione e commercializzazione appartenenti al
settore agro-industriale.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
12
1.3. LE PROSPETTIVE FU TURE
Il 20 novembre 2008 il Consiglio dei ministri agricoli ha approvato il
compromesso sulla verifica dello stato di salute della Politica Agricola
Comunitaria (PAC). Il documento segue la comunicazione “In preparazione alla
valutazione dello stato di salute della PAC riformata” del 20 novembre 2007 e le
proposte legislative del 20 maggio 2008, tracciando la nuova linea evolutiva dei
meccanismi di politica agricola e indirizzando il sostegno all’agricoltura verso un
sistema più semplice, maggiormente orientato allo sviluppo rurale e meno
condizionato dai diritti acquisiti su base storica. In seguito all’analisi della
compatibilità tra misure PAC, obiettivi e dinamiche dei mercati europei e
mondiali, la Commissione ha deciso di reimpostare gli strumenti d’intervento,
adattandoli all’evoluzione in atto nel settore agricolo, in previsione della
scadenza del Regolamento 1782/2003. I contenuti della proposta sono stati
formulati allo scopo di traghettare l’attuale PAC verso la PAC del dopo 2013,
quando la riforma Fischler avrà terminato la sua azione. La verifica dello stato di
salute (Health Check) della PAC costituisce un passo decisivo verso una nuova
politica agricola europea, i cui contenuti principali sono di seguito sintetizzati:
modulazione: la volontà emersa dalle riforme passate d’incrementare le
risorse destinate al secondo pilastro della PAC viene appoggiata
attraverso una modulazione degli aiuti ad esso riservati che passa dal
5% al 10%, con una maggiorazione del 4% nel caso di superamento dei
300.000 euro aziendali;
abolizione del set-aside2 e delle quote latte3: le dinamiche riscontrate
sui mercati dei prodotti agricoli in questi ultimi anni, hanno evidenziato
2 Dal 2009, gli agricoltori non sono più obbligati a ritirare i terreni dalla produzione. I titoli di
ritiro possono essere utilizzati alla stessa maniera dei titoli ordinari. Pertanto i titoli di ritiro
La Programmazione Provinciale - Asse 3
13
una carenza strutturale delle derrate alimentari a livello mondiale,
determinata dal cambiamento degli stili di consumo dei Paesi
emergenti. La Commissione ritiene ormai superato il meccanismo del
set-aside e quello delle quote latte, ma dovrà considerare cosa
comporterà abolire questi due interventi. L’eliminazione della misura di
set-aside non avrà ripercussioni importanti sull’azienda agricola, ma
l’abolizione delle quote latte, a partire dal 2015, potrebbe avere
conseguenze economiche rilevanti, poiché sono diventate componenti
del patrimonio aziendale e sono state considerate sempre più un vero e
proprio investimento aziendale di natura immateriale. L’eliminazione
delle quote determinerà l’annullamento del valore di questo
investimento, con conseguenze importanti dal punto di visto
dell’assetto patrimoniale aziendale. Al fine di temperare gli effetti di
questo provvedimento, ritenuto necessario per favorire la flessibilità del
settore e la reattività agli impulsi di mercato, la Commissione ha
previsto una riduzione graduale dei vincoli individuali di produzione.
regionalizzazione: il pagamento unico calcolato sulla base di un diritto
acquisito dall’agricoltore su base storica, non potrà essere giustificato a
lungo in quanto è prevista la completa separazione tra aiuto percepito e
produzione ottenuta dall’azienda. E’ infatti innegabile l’attuale
discriminazione tra agricoltori ed è evidente la difficoltà di giustificare al
contribuente questo tipo di impostazione in agricoltura. La
Commissione interviene a questo proposito modificando il Reg. CE
1782/2003 e lasciando agli Stati Membri la facoltà di scegliere se
rimangono nel “portafoglio titoli” dell’agricoltore, possono essere abbinati ai terreni
ammissibili e pagati.
3 Il regime del prelievo supplementare è uno strumento di politica agraria comunitaria che
impone agli allevatori europei un prelievo finanziario per ogni chilogrammo di latte
prodotto oltre un limite stabilito (quota latte).
La Programmazione Provinciale - Asse 3
14
utilizzare un regime di pagamento disaccoppiato su basi storiche oppure
un pagamento forfettario calcolato su basi regionali. La
regionalizzazione costituisce quindi un’opzione nelle mani dei singoli
Stati Membri, ma non vi è dubbio che la sua reintroduzione indichi
chiaramente quale sarà la futura impostazione della PAC in materia di
pagamenti unici aziendali;
Attraverso l‘Art. 68 (ex art. 69) la Commissione si propone di correggere
l’impostazione del Reg. 1782/2003 sugli interventi effettuati, prevedendo
trattenute sui massimali nazionali, per contribuire a migliorare la qualità e la
commercializzazione dei prodotti agricoli e sostenere i comportamenti virtuosi
degli agricoltori in materia ambientale. Il nuovo articolo rafforza tali obiettivi,
eliminando il vincolo di utilizzo delle risorse liberate per i settori che le hanno
generate e introducendo nuove misure per la copertura dei rischi di calamità e
per sostenere l’agricoltura nei settori e nelle aree più deboli.
Come evidenziato in questo paragrafo, risulta chiaro l’intento con cui questa
riforma è stata disegnata: essa rappresenta infatti un atto conclusivo della
riforma Fischler in vista della preparazione di una nuova PAC post 2013.
Si pensi alla regionalizzazione degli aiuti, oggi applicata solo in pochi Stati
Membri come misura complementare al disaccoppiamento su basi storiche. Se
ogni Stato Membro deciderà di passare ad un pagamento forfettario su basi
regionali, si assisterà ad un processo di redistribuzione degli aiuti a livello
territoriale che cambierà radicalmente le modalità di intervento in agricoltura,
conferendo alla PAC nuovi contenuti di solidarietà ed equità tra agricoltori di
una stessa regione.
Quest’ultima riflessione ci porta alla domanda: cosa succederà ai pagamenti
erogati agli agricoltori della provincia di Parma con l’applicazione della
regionalizzazione completa degli aiuti? Anche se sarà probabilmente applicata a
partire dal 2014, è possibile effettuare alcuni conteggi che permettono di
La Programmazione Provinciale - Asse 3
15
indicare la portata del nuovo sistema a livello locale. Innanzitutto è necessario
stabilire due elementi alla base del calcolo: la regione e la superficie di
riferimento.
Dato che risulta difficile prevedere le decisioni di Commissione e Ministero in
merito alla definizione di “Regione Omogenea”, verranno utilizzati come
riferimento i confini amministrativi della regione Emilia – Romagna, come è
avvenuto durante la discussione sull’Health Check a livello regionale.
Per quanto riguarda la superficie di riferimento si possono fare due ipotesi
alternative: la prima considera l’intera superficie ammissibile degli attuali
beneficiari storici; la seconda utilizza la superficie investita a livello regionale, ad
esclusione dei boschi.
L’ipotesi di utilizzare la superficie ammissibile degli attuali titolari di pagamenti
disaccoppiati, porta alla determinazione di un valore dei diritti al pagamento
unico aziendale (PUA)4 di 318 euro/ha. Valore ottenuto dal rapporto tra il totale
dei pagamenti a livello regionale pari, nel 2007, a circa 258 milioni di euro, e
una superficie ammissibile di circa 770 mila ha (il calcolo ha tenuto conto dei
nuovi tassi di modulazione). Riportando il dato calcolato a livello regionale su
base provinciale sono evidenti i cambiamenti rispetto all’attuale situazione. Il
Grafico 1a mostra un netto taglio del valore medio dei diritti al Piano di
Utilizzazione Agronomica (PUA): da una media provinciale di circa 520 euro/ha
si passerebbe a 318 euro/ha, con una riduzione consistente per le aziende di
pianura e collina e una contestuale maggiorazione del valore medio dei diritti
per le aree di montagna.
4 Per una descrizione più dettagliata vedere il GLOSSARIO alla fine del testo
La Programmazione Provinciale - Asse 3
16
L’analisi della variazione in termini di ripartizione dei pagamenti per zona
altimetrica (grafico 1b), porterebbe alla pianura il 57% dei pagamenti totali
erogati nella provincia, alla collina il 34%, mentre alla montagna il 9%. A livello
provinciale i pagamenti si ridurrebbero del 16% rispetto alla situazione attuale.
Graf. 1a. Valore medio diritti – Ipotesi 1 Graf. 1b. Ripartizione pagamenti – Ipotesi 1
All’ipotesi 1, che potremmo indicare come ipotesi di massima, viene
contrapposta la seconda ipotesi, di minima, in base alla quale il calcolo del
valore del diritto all’aiuto è effettuato prendendo come riferimento l’intera
superficie ammissibile regionale, ottenuta utilizzando i dati dell’ultimo
censimento dell’agricoltura, dai quali è stata esclusa tutta la superficie non
utilizzabile e quella boschiva. Inoltre, in via prudenziale, le superfici con meno di
2 ha non sono state considerate, in quanto potrebbero rientrare nei limiti di
esclusione dai pagamenti diretti come previsto dal Compromesso.
Il grafico 2a evidenzia un’ulteriore riduzione del valore dei diritti al PUA su base
provinciale. Il valore di 232 euro/ha taglia sicuramente il valore unitario dei
diritti per tutti gli agricoltori della provincia, ma, in termini di redistribuzione dei
pagamenti, la collina e la montagna ne otterrebbero un beneficio non
trascurabile grafico 2b. A livello provinciale, la seconda ipotesi ridurrebbe i
pagamenti attualmente erogati di circa il 13%.
0
100
200
300
400
500
600
700
Parma Montagna
Parma Collina
Parma Pianura
Provincia di Parma
318 euro/ha
Parma Montagna
9%
Parma Collina
34%
Parma Pianura
57%
La Programmazione Provinciale - Asse 3
17
Graf. 2a. Valore medio diritti – Ipotesi 2 Graf. 2b. Ripartizione pagamenti – Ipotesi 2
Il pagamento regionalizzato penalizza evidentemente le aziende zootecniche,
che possono oggi contare su un pagamento unico costituito in prevalenza dal
premio sul latte prodotto in quota al 2006 e le aziende con coltivazione di
pomodoro da industria, anch’esse caratterizzate da importanti trasferimenti
pubblici. Il livellamento del valore dei diritti per tutte le aziende di una stessa
regione, determina un effetto compensativo per le aziende con prevalenti
coltivazioni prative e, in generale, di seminativi. In questo senso, si può
riconoscere alla futura PAC il merito di incorporare un contenuto solidaristico
rivolto agli agricoltori non beneficiari degli aiuti calcolati su base storica e a
quelli localizzati nelle aree più svantaggiate.
0
100
200
300
400
500
600
700
Parma Montagna
Parma Collina
Parma Pianura
Provincia di Parma
232 euro/ha
Parma Montagna
18%
Parma Collina
37%
Parma Pianura
45%
La Programmazione Provinciale - Asse 3
18
2.
IL CONTESTO PROVINCIALE
La Programmazione Provinciale - Asse 3
19
2.1. IL TERRI TORIO
Con il passare del tempo la provincia di Parma ha acquisito il ruolo di leadership
nel settore agroalimentare. La qualità e la tradizione dei prodotti
rappresentano da sempre l’elemento caratteristico di questo territorio, che può
inoltre contare su un vasto patrimonio artistico, storico e culturale, nonché su
caratteristiche paesaggistiche e naturalistiche uniche; questi aspetti sono stati
valorizzati attraverso numerose iniziative e progetti legati soprattutto
all’applicazione dell’Asse 3. L’implementazione di strategie locali, volte a
sostenere ed incentivare le economie legate alla produzione,
commercializzazione e consumo degli alimenti locali, hanno consentito, negli
anni, di generare un’offerta di servizi molto ampia e completa. Inoltre,
attraverso l’attuazione di politiche di diversificazione è stato possibile rafforzare
le dinamiche economiche di lungo periodo. L’attuazione delle Misure dell’Asse
3 attivate dal PRIP vigente, possono quindi contare non solo su quanto
realizzato nelle precedenti programmazioni, ma anche su un background
particolarmente ricco e articolato, come quello provinciale, che ben si presta
all’attivazione di azioni di diversificazione e di marketing territoriale. Inoltre, la
solida rete di relazioni e di scambio creatasi tra attori privati ed Istituzioni,
favorisce la definizione delle scelte e delle strategie da perseguire. Attraverso le
Misure di diversificazione e quelle destinate al sostegno delle comunità locali, il
PRIP completa la programmazione dei primi due Assi del PSR, valorizzando e
potenziando ulteriormente le caratteristiche endogene del territorio. Dal
momento che le risorse destinate all’Asse 3 dovranno prima di tutto creare
posti di lavoro e favorire, nel contempo, condizioni di crescita sociale ed
economica, la strategia degli interventi messa in atto da questa Provincia si
concentra su diversi aspetti. Ad esempio è fortemente protesa alla salvaguardia
del patrimonio naturale, storico e culturale, all’incentivazione di attività
turistiche e non e a finanziamenti mirati a ridurre il gap infrastrutturale delle
aree disagiate. Prevede inoltre diversi interventi indirizzati ai servizi essenziali
dell’economia e alle popolazioni rurali, quali l’ottimizzazione delle rete
La Programmazione Provinciale - Asse 3
20
acquedottistica rurale, il miglioramento della viabilità rurale locale, la
realizzazione di impianti pubblici per la produzione di energie da fonti
alternative, la tutela e la riqualificazione del patrimonio rurale.
L’analisi dei dati economici che segue, evidenzia il forte legame della provincia
con i comparti agro-alimentari e. Il reddito lordo percepito a livello provinciale è
fortemente legato all'alimentare, alle tecnologie alimentari e all'imballaggio dei
prodotti alimentari. Analizzando il peso dei settori sull’occupazione e sul valore
aggiunto provinciale lordo, la stima del 2006 è di 11.849 milioni di euro; per
quanto riguarda l’agricoltura, gli occupati del settore rappresentano il 4% del
totale, mentre contribuisce a formare il 3% del reddito complessivo; le
percentuali fornite dall’industria costituiscono rispettivamente il 37% e il 36%;
le altre attività il 59% e il 61%. Per quanto concerne il mercato del lavoro viene
evidenziata una tendenza seguita da tutte le economie sviluppate, che prevede
lo spostamento dei lavoratori verso le “altre attività”, con il conseguente
abbandono di quelle tradizionali: agricoltura e industria.
Nonostante la propensione verso il settore terziario, esistono alcune aree,
come quella di Langhirano, che evidenziano una specializzazione produttiva
molto marcata; in questa zona, infatti, gli occupati di agricoltura ed industria
rappresentano il 55% del totale, mostrando un’altissima specializzazione nel
settore agro-alimentare (per Parma i valori rimangono invece in linea con le
medie nazionali). A livello provinciale, i tassi di occupazione sono mediamente
al di sopra del livello regionale e nazionale, denotando una vivacità economica
tra le più alte del paese. Il valore aggiunto per abitante è cresciuto negli ultimi
12 anni del 42% (anno di riferimento 1995), raggiungendo un valore di circa
28.600 euro.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
21
TASSO DI OCCUPAZIONE VALORE AGGIUNTO A PREZZI BASE PER ABITANTE
(valori in Migliaia)
La provincia di Parma appare quindi come una economia terziarizzata, in cui
l’agricoltura ha ancora un peso occupazionale importante (perlomeno in alcune
aree). Ciò significa che il contributo allo sviluppo che l’agricoltura sta fornendo
al territorio, è decisamente di tipo economico-produttivo oltre che
multifunzionale. Dall’analisi dell’occupazione effettuata attraverso i dati relativi
ai Sistemi Locali del Lavoro (SLL), si rileva come l’attività agricola sia ancora in
grado di attirare familiari e parenti dei conduttori, nonché personale salariato.
Un altro fenomeno particolarmente importante che si rileva, è quello della
pluri-attività della famiglia agricola.
Analizzando le attività extra aziendali che i conduttori svolgono, si evince che
esiste una elevata quota di conduttori attivi al di fuori dell’azienda (dal 17% al
27% circa) e che a tali attività viene dedicato maggior tempo rispetto a quello
impiegato in agricoltura. Dall’analisi dei settori, si evince che l’attività dei
conduttori part-time o pluriattivi, è legata all’attività industriale nel caso dei
Sistemi Locali di Lavoro (SLL)5 di Langhirano e di Bedonia e al terziario, nel caso
di Borgo Val di Taro, altro SLL di montagna. Nei SLL di Fidenza e di Parma anche
5 Sistemi Locali di Lavoro. Partizione del territorio operata dall’ISTAT
La Programmazione Provinciale - Asse 3
22
l’agricoltura può essere fonte di integrazione del reddito. Da ciò consegue che
ogni sistema alloca le “risorse lavoro” dove l’attività è maggiormente
sviluppata, senza precludere l’esistenza dell’attività agricola stessa.
Inoltre, la presenza di produzioni tipiche, di un fiorente agribusiness e di un
forte indotto concorrono alla permanenza sul territorio di un'agricoltura ricca e
professionale, affiancata da una rete di imprese part-time e pluriattive. I redditi
familiari diventano così comparabili a quelli ottenibili in altri settori, grazie alla
presenza di attività complementari in forma duratura nel tempo. La
permanenza dell’agricoltura nel territorio provinciale ha quindi una duplice
funzione: rendere possibile la realizzazione di importanti sinergie con il sistema
economico e fungere da presidio per il territorio rurale. Questo è
particolarmente importante poiché, nei sistemi economici più terziarizzati,
l'agricoltura tende invece, ad essere espulsa dal contesto territoriale, sia per
ragioni economiche che socio-culturali.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
23
2.2. LE AZIENDE AGRICOLE
Lo scenario in cui operano le aziende agricole della provincia di Parma, si è
modificato notevolmente tra il 1995 ed il 2006. Per comprenderne le
caratteristiche e gli aspetti fondamentali, è stata effettuata un’analisi sulle
aziende agricole della provincia di Parma, la cui contabilità è stata registrata
negli archivi EU-RICA6 per il periodo suddetto con valori in Euro correnti. Se nel
1995 l’efficienza media delle aziende del campione era di 0.42, nel 2006 si è
ridotta fino a raggiungere il valore di 0.26. Questa forte riduzione dell’efficienza
delle imprese è stata determinata dalla forte variazione della redditività dei
processi agricoli, a fronte di una relativa variazione strutturale delle aziende
agricole attuata lungo gli undici anni dell’analisi. Per capire le cause della
perdita di efficienza sono stati monitorati e valutati molteplici indicatori: la
dimensione aziendale, le variazioni nella forza lavoro e nella forma di
conduzione dell’azienda (coltivazione diretta o ricorso ad affittuari) , la
composizione della superficie destinata a foraggiere ed il grado di
meccanizzazione delle aziende agricole.
La superficie media delle aziende del campione osservato dalla EU-RICA è
generalmente aumentata (+49%). Le aziende più dinamiche sono quelle con più
di 50 ettari: la loro dimensione è aumentata in media tra il 32% e il 117%.
Invece, si sono registrate diminuzioni per le piccole imprese sia in pianura (-34%
6 La rete comunitaria d’informazione contabile (EU-RICA) raccoglie le informazioni
necessarie a misurare l’evoluzione dei redditi degli imprenditori agricoli e il funzionamento
delle imprese del settore primario, a livello europeo e per un campione di aziende definito
da numerosi parametri.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
24
OTE7 seminativi, -19% OTE zootecnico) che in collina (-42% OTE seminativi, -
17% OTE zootecnico), mentre per quelle in montagna la superficie è
leggermente aumentata (+14%). Anche la superficie affittata è cresciuta (18%),
soprattutto nelle zone collinari (33%) e montane (6%). In controtendenza è il
dato relativo alle aziende di seminativi della collina e della pianura con più di 50
ettari, dove, in entrambi i casi, si evidenzia una diminuzione del 38%. La
percentuale di superficie media a foraggiere è, nel complesso, leggermente
diminuita (-4%). In montagna e in collina la riduzione per la zootecnia nelle aree
montane è stata molto sensibile, pari al -10%, mentre per i seminativi si ha
subito una perdita pari allo -56% e del 12% per la zootecnia della collina allo -
12. Un valore positivo è stato invece generato dalla pianura (18%), che
evidenzia lo spostamento delle foraggiere dalle zone montane e collinari alla
pianura dovuto probabilmente ad un aumento dei prezzi dei cereali, che ha
influito sulla ricerca di colture diverse che potessero garantire ai produttori
margini più elevati e, in secondo luogo, all’incremento della superficie a
foraggiere in pianura dovuta alla maggiore richiesta da parte degli allevamenti
della provincia di Parma.
Le unità di lavoro impiegate dalle aziende del campione mostrano nel
complesso una riduzione del personale familiare (-6%) e allo stesso tempo un
aumento di otre il 300% del personale non famigliare (a tempo determinato e
indeterminato). Questo dato è giustificato delle strategie di riorganizzazione
attuate nel settore dopo l’uscita delle aziende meno efficienti. La riduzione
maggiore del lavoro familiare si può riscontrare nelle aree montane (-16%),
mentre la pianura segna nel complesso una piccola crescita (2%). Il lavoro
salariato ha visto una crescita compresa tra il 102% dell’OTE zootecnia della
montagna e il 773% dell’OTE seminativi della collina. I dati estremamente
7 OTE Orientamento Tecnico Economico. La classificazione delle aziende agricole per OTE si
basa sulla determinazione del peso economico delle varie attività produttive presenti in
azienda e sulla loro combinazione
La Programmazione Provinciale - Asse 3
25
positivi sono da attribuirsi alle aziende contoterziste che vanno ad incidere
notevolmente sull’indicatore. Se analizziamo gli investimenti effettuati dalle
aziende del campione, risulta molto interessante il dato riguardante le trattrici.
La tendenza generale mostra, infatti, come, tra il 1995 e il 2006, il numero
medio dei cavalli vapore per trattrice sia aumentato in media del 29%, ma
ancora di più come il parco macchine sia aumentato significativamente
portandosi, in media, da tre trattrici a cinque trattrici per azienda.
La produzione lorda vendibile (PLV) è sicuramente un dato fondamentale per
l’analisi, poiché indica la produzione che l'imprenditore può introdurre sul
mercato mantenendo l'azienda agricola in funzionamento. Questo valore, al
lordo dei costi di produzione e comprensivo anche di quei prodotti che
l’imprenditore decide di destinare a sé o alla sua famiglia, ha subito un
mutamento sostanziale tra il 1995 e il 2006. La tendenza generale mostra come
la produzione lorda vendibile per ettaro si sia ridotta del 6% nel periodo
analizzato. Quest’andamento non si può riscontrare, però in tutti gli
ordinamenti tecnico-economici: nelle aziende zootecniche di montagna la PLV è
aumentata del 53%, mentre l’incremento è più contenuto per le aziende della
collina (7%) ed in pianura si assiste ad una diminuzione del 25%. Da notare
l’annata del 2006 caratterizzata da un’importante siccità, dove le produzioni
agricole offerte sono state scarse in tutto il mercato mondiale, andando a
determinare, a sua volta, elevati livelli nelle quotazioni di scambio per le
produzioni cerealicole. Tra il 2006 e il 2007, inoltre si è instaurato anche un
processo speculativo che ha fatto incrementare la domanda su base mondiale
di commodity agricole8 che ha comportato l’esplosione dei prezzi alla
produzione. La struttura dei costi è stata analizzata considerando i costi variabili
8 Commodity. Sono semplicemente le materie prime come petroli e metalli preziosi, ma
anche legname, cereali e prodotti “tropicali” (caffè e cacao). La commercializzazione delle
commodity segue le stesse regole del mercato azionario, con la sola differenza che le
tendenze sono generalmente più chiare e soprattutto più durature.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
26
medi per ettaro – prendendo in considerazione l’evoluzione dei costi di
fertilizzanti, antiparassitari e mangimi ripartiti all’interno delle diverse classi - ed
il costo dell’affitto medio per ettaro. L’analisi dei costi variabili medi per ettaro
mostra come, nel corso del decennio considerato, le spese per fertilizzanti,
antiparassitari e mangimi siano generalmente aumentate del 90%.
Questa crescita ha riguardato soprattutto le aziende di montagna e collina.
L’unico valore in controtendenza è quello fornito dalle aziende piccole e medie
di seminativi di pianura, in cui i costi variabili medi per ettaro si sono ridotti dal
64 al 53%.
Se approfondiamo la composizione dei costi totali si nota il lieve cambiamento
nel rapporto tra costi variabili e fissi. A fronte di un incremento dei costi
variabili si ha una diminuzione dei costi fissi che indica quindi una tendenza a
non effettuare nuovi investimenti in azienda. Un ultimo indicatore che merita di
essere osservato è il costo medio dell’affitto per ettaro. Si nota, infatti, come
tra il 1995 ed il 2006 vi sia un trend positivo, che accresce il costo dell’affitto del
78%. Dalla lettura di questi dati viene messa in evidenza chele aziende con più
di 50 ettari, messe in relazione con le altre aziende del proprio ordinamento
tecnico-economico (aziende medio - piccole), mostrano sempre un incremento
più consistente.
2.3. LE AREE A MAGGI ORE RU RALITÀ
Il territorio delle due Comunità Montane occupa circa i 2/3 della superficie
provinciale (circa 2150 kmq), con una densità media di popolazione pari a 33
abitanti/Kmq, (densità media provinciale di 123 abitanti/Kmq). A inizio 2008 la
popolazione della Comunità Montana Unione Comuni Parma Est ammonta a
26.120 abitanti, mentre quella della Nuova Comunità Montana Valli del Taro e
del Ceno a 46.435 abitanti. Tra il 1999 e il 2007 la popolazione della prima
La Programmazione Provinciale - Asse 3
27
Comunità è continuata ad aumentare, confermando l’andamento registrato a
partire dagli anni 80, mentre quasi tutti i Comuni dell’area della Val Ceno e della
Val Taro hanno subito un’involuzione demografica consistente; unica eccezione
il Comune di Fornovo Taro. Dall’analisi della dinamica demografica, emerge un
quadro sostanzialmente positivo dei comuni situati nelle aree collinari e un
quadro negativo di quelli delle aree montane (solo Albareto, Borgotaro e
Compiano registrano una performance positiva).
LE COMUNITA’ MONTANE
Comunità Montana
Appennino Parma Est
Comunità Montana
delle Valli del Taro e
del Ceno
La Programmazione Provinciale - Asse 3
28
I dati socio-demografici evidenziano un progressivo invecchiamento della
popolazione, soprattutto nelle fasce montane. Una causa del deterioramento
della struttura demografica in queste zone è da ricercarsi nel consistente
processo migratorio che ha interessato notevolmente l’area negli ultimi
decenni. Questo fenomeno ha interessato prevalentemente la quota di
popolazione in età lavorativa e indirettamente le classi infantili, provocando un
aumento percentuale della popolazione anziana. A questo si sono aggiunti i
fenomeni demografici “naturali” quali il prolungamento della vita media e la
forte riduzione della natalità . In particolare, i comuni della Val Ceno
presentano, in media, la più alta incidenza di popolazione anziana. Meno
svantaggiati appaiono invece i comuni della Comunità Montana Unione Comuni
Parma Est, caratterizzati da una maggior presenza di popolazione tra i 25 e i 40
anni. Nei comuni di Lesignano de’ Bagni e Langhirano, Fornovo Taro e
Solignano, inoltre, gli insediamenti produttivi presenti, con una crescente
domanda di manodopera, hanno attivato un flusso migratorio interessante,
contribuendo in modo determinante al ripopolamento del territorio.
INDICE DI VECCHIAIA – Anno 2010
NELLE COMUNITA’ MONTANE
PIRAMIDE DELLA POPOLAZIONE - Anno2010
PROVINCIA DI PARMA
Dati: Nostre elaborazioni su dati ISTAT
150
170
190
210
230
250
270
290
310
330
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Valli Taro e Ceno C.Parma est Restante area provinciale
La Programmazione Provinciale - Asse 3
29
Da un esame dei dati su base storica, nonostante gli indicatori demografici
sottolineino una situazione di difficoltà per le Comunità Montane, si può notare
un’inversione di tendenza.
Nella Comunità Montana Valli del Taro e del Ceno l’indice di vecchiaia ha
iniziato a ridursi, raggiungendo nel 2010 il 266%, mentre nella Comunità
Montana Unione Comuni Parma Est l’indice è arrivato a 208%. L’indice relativo
alla presenza dei giovani fino ai 18 anni, ha invece segnalato la crescita dell’11%
nelle Valli del Taro e del Ceno e del 12% nell’area Parma Est. Questo valore,
particolarmente significativo, ha duplice valenza: da un lato evidenzia
l’insediamento di nuovi nuclei familiari di coppie giovani nel territorio e la
possibilità di ripopolare e ringiovanire la struttura demografica locale, dall’altro
manifesta l’importanza che hanno avuto le politiche di sviluppo rurale volte ad
incentivare l’inserimento di giovani e donne e a migliorare l’attrattività dei
territori sia in termini di opportunità economiche che di servizi essenziali offerti
alle popolazioni.
Per quanto concerne la struttura economico-produttiva locale, emergono
chiaramente due situazioni contrapposte. La fascia collinare è caratterizzata
dalla presenza di aree ad alta densità di impresa, con contesti produttivi
fortemente competitivi, distribuiti sul territorio a macchia di leopardo e vanta la
presenza di infrastrutture strategiche, come ad esempio gli insediamenti
produttivi dell’area di Fornivo Taro. La fascia montana e quella del crinale sono
invece più svantaggiate e molto meno attrattive, caratterizzate da scarsa
accessibilità ai centri urbani più importanti, lontananza delle reti stradali
principali e alti costi di produzione che rendono particolarmente difficile la
creazione di nuove attività produttive e il mantenimento di quelle già esistenti.
La struttura produttiva risulta caratterizzata da eccessiva polverizzazione delle
attività e scarso ricambio generazionale, particolarmente evidente nel settore
agricolo. Il tasso di densità imprenditoriale (che misura il rapporto tra aziende e
popolazione residente in base al peso dei tre settori economici principali) risulta
La Programmazione Provinciale - Asse 3
30
particolarmente basso: le incidenze percentuali non superano mai il 3%. Nei
comuni del crinale i tassi di densità imprenditoriale sono ancora più bassi,
poiché presentano una struttura imprenditoriale e organizzativa caratterizzata
da piccole unità produttive a conduzione individuale.
L’attività agricola rappresenta la vocazione naturale di queste aree e mantiene
una posizione rilevante per l’economia montana; tuttavia l’incidenza delle
aziende agricole del territorio si è nettamente ridotta nel corso degli anni ’90.
Nell’Appennino Parmense il settore agricolo sta attraversando un periodo di
crisi e di profondi cambiamenti. Indicatori quali la contrazione nel numero delle
aziende agricole e la diminuzione della Superficie Agricola Utilizzata (tra il 1990
e il 2000 la superficie non coltivata è aumentata di oltre il 33%), segnalano
infatti il riposizionamento dei diversi settori e la fase di ristrutturazione del
settore agricolo.
Tra i fattori che hanno maggiormente contribuito alla crisi del settore primario,
sono sicuramente presenti l’eccessiva frammentazione delle aziende agricole e
la riduzione dei prezzi delle principali commodity agricole (cereali e latte). Il
processo di abbandono del territorio montano, a causa dell’assenza di
opportunità economiche nell’attività agricola, ha portato ad una progressiva
marginalizzazione dello stesso che potrebbe comprometterne la “tenuta”. La
tipologia aziendale che ha resistito più delle altre al processo di disattivazione, è
quella ad orientamento zootecnico: la produzione di Parmigiano-Reggiano ha
determinato infatti la sopravvivenza di molte aziende in queste aree. E’
importante però segnalare che il comparto zootecnico ha vissuto, in questi
ultimi anni, un processo di concentrazione imprenditoriale che deve essere
opportunamente valutato rispetto alle ricadute economiche sui territori rurali e
all’impatto ambientale generato da pratiche di conduzione molto intensive9.
9 Questa dinamica è stata, per certi versi, favorita dai vincoli sulle quote latte fissati dalla
Politica Agricola Comune che hanno indotto alcuni produttori delle aree di pianura a
La Programmazione Provinciale - Asse 3
31
I dati relativi alla composizione settoriale delle imprese attive, evidenziano una
contrapposizione tra l’immagine del contesto economico-produttivo della
collina e quella della montagna: la prima è caratterizzata da una forte presenza
d’industria e commercio, la seconda da scarse alternative all’attività agricola.
D’altra parte, l’analisi dei flussi di lavoro tra settori conferma che i processi di
disattivazione aziendale che stanno interessando il settore agricolo, hanno
come contropartita l’aumento di offerta di lavoro negli ambiti territoriali dove
sono localizzati i principali insediamenti produttivi.
IMPRESE ATTIVE PARMA – AREE MONTANE IMPRESE ATTIVE PARMA
Dati: Nostre elaborazioni su dati Unioncamere
I dati relativi alla dinamica imprenditoriale e occupazionale mostrano una certa
correlazione tra il movimento nel comparto dell’industria e dei servizi, settori
caratterizzati da una relazione funzionale molto stretta.
Relativamente all’industria, le attività che concorrono in misura maggiore a
comporre il tessuto economico delle due Comunità Montane sono quelle del
settore edile, nonché le attività che, per tradizione, caratterizzano la provincia
di Parma, legate soprattutto al comparto delle lavorazioni alimentari. Circa il
44% delle unità locali della Comunità Montana Unione Comuni Parma Est
appartiene al settore alimentare, che impiega 2.472 addetti. Le zone della Val
spostare i loro allevamenti in quelle montane per beneficiare delle compensazioni nazionali
sugli esuberi produttivi riconosciute alle aziende localizzate nelle aree declivi.
3000
3500
4000
4500
5000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
IMPRESE ATTIVE PARMA - AREE MONTANE
PRIMARIO SECONDARIO TERZIARIO
0
5000
10000
15000
20000
25000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
IMPRESE ATTIVE PARMA
PRIMARIO SECONDARIO TERZIARIO
La Programmazione Provinciale - Asse 3
32
Ceno e della Val Taro sono, invece, caratterizzate da una minore incidenza della
componente agroalimentare e da una maggiore diversificazione produttiva, che
concentra la maggior parte delle aziende in altri ambiti produttivi, con alcuni
strettamente collegati al settore agroalimentare, come quello dell’industria
dell’impiantistica alimentare. La produzione di prosciutto, settore
agroalimentare tra i più importanti a livello nazionale, si concentra soprattutto
nell’area compresa tra Lesignano de’ Bagni e Langhirano. La tradizione, la
specializzazione produttiva molto accentuata, la rete di imprese e di
conoscenze costruita nel tempo, hanno fatto assumere a quest’area i caratteri
di un vero e proprio distretto. Accanto al settore del prosciutto se ne
individuano altri minori, come quello legato al Fungo di Borgotaro, una nicchia
di produzione costituita da poche aziende generalmente di piccola dimensione.
Tra le attività del terziario, il turismo riveste grande importanza, soprattutto in
ottica di opportunità di sviluppo locale e di crescita in chiave multifunzionale
delle aree rurali. Nei comuni montani di Parma si registra un trend crescente di
arrivi, da attribuire in buona parte al turismo enogastronomico, che in questi
ultimi anni ha richiesto forte impegno da parte degli attori pubblici e privati
nello sviluppo di percorsi legati ai prodotti tipici del territorio quali il Prosciutto
di Parma, il Parmigiano-Reggiano, vini dei Colli di Parma, Fungo di Borgotaro, il
Culatello di Zibello. Sta inoltre emergendo un interesse crescente verso il
turismo legato alle risorse naturali e culturali del territorio10. Il trend positivo
sostenuto dalle informazioni statistiche disponibili non può, tuttavia, dirsi
pienamente soddisfacente per il comparto che ci riguarda. Osservando i dati
degli accessi a strutture ricettive, si nota come l’agriturismo accolga solo una
parte modesta delle presenze complessive nell’area. Il turismo rurale dovrebbe
10 Nell'Appennino parmense è stato istituito, nel 1982, il Parco dei Boschi di Carrega, primo
Parco regionale seguito dalla creazione ufficiale dei parchi fluviali dello Stirone e del Taro
nel 1988 e dal Parco dei Cento Laghi nel 1995 nelle zona montana. Sono inoltre presenti
altri numerosi sono i luoghi naturali di rilievo ei centri d’interesse storico-artistico, come ad
esempio quelli situati lungo l’itinerario della Via Francigena.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
33
essere sostenuto attraverso la creazione di una rete di unità ricettive
diversificate e attraverso una strategia localmente condivisa, volta a migliorare
lo standard qualitativo dei servizi offerti.
Dal quadro appena descritto emerge, quindi che il primo elemento di criticità
per i territori delle due Comunità Montane Parmensi è lo spopolamento. La
diminuzione della popolazione dedita all’attività agricola e forestale, determina
la perdita di un vero e proprio “presidio territoriale” per le zone più sensibili,
generando, nel contempo, ricadute importanti dal punto di vista socio-
economico (senilizzazione della popolazione rurale, disattivazioni aziendali) e
ambientale (riduzione dell’eterogeneità paesaggistica, della diversità biologica).
E’ proprio su questi aspetti che gli strumenti di pianificazione del territorio
come l’Asse 3, devono intervenire: allo scopo di frenare ed invertire
l’andamento dei fenomeni descritti.
Si può affermare che il forte processo di abbandono da parte della popolazione
rurale delle aree montane, è determinato dalla progressiva marginalizzazione
delle stesse e dall’assenza di opportunità economiche e prospettive di
miglioramento, che determineranno la lenta ma inesorabile scomparsa di centri
urbani in grado di definire reti della società rurale e soddisfare i bisogni e le
aspettative delle persone e delle famiglie.
Emerge, pertanto, la necessità di sviluppare investimenti mirati allo scopo di:
favorire la competitività locale e sostenere i redditi delle famiglie rurali;
garantire i servizi e le infrastrutture fondamentali, per migliorare la qualità
della vita delle popolazioni;
valorizzare gli elementi naturali, storici e culturali delle aree rurali, in un’ottica
di tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico e soprattutto di sviluppo
sostenibile.
L’imprenditorialità diffusa e la multifunzionalità dell’agricoltura rappresentano,
potenzialmente, il punto di raccordo tra opportunità economica, sostenibilità
La Programmazione Provinciale - Asse 3
34
dello sviluppo ed equilibrio territoriale. In una visione complessiva di sviluppo
turistico locale, la promozione di attività multifunzionali legate alla ricettività,
può generare opportunità economiche rilevanti. La base su cui implementare le
politiche di diversificazione appare, oggi, molto favorevole in quanto l’area
provinciale interessata dall’applicazione dell’Asse 3 comprende territori
caratterizzati da alto valore ambientale, naturalistico e paesaggistico e da un
ricco patrimonio socio-culturale, associato a produzioni agroalimentari tipiche
molto note a livello nazionale e non solo, che si integrano con le offerte
turistiche dell’intero territorio di Parma, capoluogo compreso.
Lo sviluppo di adeguate azioni di promozione turistica locale e di
riqualificazione dell’offerta ricettiva, hanno consentito, negli anni, di ampliare il
bacino di provenienza dei turisti, generando una domanda “più ampia” che
consente di valorizzare altre forme di fruizione del territorio che si integrano a
quello prettamente legato ai prodotti agroalimentari. Un esempio è il turismo
culturale ed escursionistico - ambientale.
Nel territorio parmense, ai sensi delle L.r. 23/00, sono stati istituiti tre percorsi
enogastronomici: “La Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma”, “La
Strada del Culatello di Zibello” e “La Strada del Fungo Porcino di Borgotato”. La
presenza sul territorio delle Strade dei Vini e dei Sapori è potenzialmente in
grado di ricontestualizzare, in ottica strategica, tutte le risorse territoriali, sia in
termini di dotazione enogastronomica, ambientale e culturale sia in termini di
servizi e infrastrutture.
La promozione delle attività multifunzionali legate alla vendita diretta delle
produzioni aziendali, può favorire ulteriormente l’integrazione del reddito
agricolo. Dal punto di vista del produttore la vendita diretta costituisce uno
strumento di recupero dei margini economici e del potere contrattuale,
attraverso lo sviluppo di un canale corto per la commercializzazione dei
prodotti, caratterizzato da un contatto diretto e continuo con i consumatori.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
35
Dal punto di vista del sistema locale questa modalità di commercializzazione,
incentrata sulla valorizzazione delle produzioni del territorio, promuove un
interessante modello di sviluppo sostenibile sia per gli aspetti ambientali-
paesaggistici che sociali. Se da un lato contribuisce a ridurre l’inquinamento
causato dalle attività logistiche e di trasporto e incentiva la diversificazione
dell’attività agricola e la diffusione di buone pratiche agricole, dall’altro
incoraggia i consumatori al sostegno dell’economia locale, supporta l’attività
delle imprese agricole più piccole e in difficoltà. Per conferire maggior visibilità
a queste attività sarebbe importante la creazione di un “marchio territoriale”
che contraddistingua i prodotti acquistabili presso le aziende agricole e gli
agriturismi della provincia.
L’obiettivo di contrastare la tendenza all’abbandono delle zone più marginali
della montagna, può essere supportato dalle misure e dalle azioni dell’Asse 3
volte a rendere il territorio più fruibile dal punto di vista dell’accessibilità e della
dotazione di infrastrutture economiche e sociali, incentivando il mantenimento
dei servizi scolastici, assistenziali e ricreativi e creando un contesto di servizi
innovativi alle persone e alle imprese. In particolare, la riorganizzazione delle
reti stradali secondarie esistenti, il potenziamento di quelle di collegamento
principali e il ripristino delle strade minori, rappresentano condizioni essenziali
per la fruibilità del territorio da parte della popolazione residente e delle
imprese insediate. Rappresentano, inoltre, il punto di partenza per lo sviluppo
turistico e la corretta valorizzazione delle risorse ambientali, culturali ed
enogastronomiche dell’area interessata. La capacità di un territorio di
trattenere la popolazione, dipende non solo dalla possibilità di offrire occasioni
di lavoro e un adeguato tenore di vita, ma anche dalla possibilità di offrire un
sistema di servizi alla persona che soddisfi i bisogni di primaria necessità e quelli
legati alla sfera sociale, come la crescita culturale e la partecipazione a un
tessuto di relazioni interpersonali ricco e stimolante.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
36
Ho già avuto modo di spiegare che dal punto di vista economico la capacità del
territorio di “trattenere” le imprese dipende non solo dalla possibilità di offrire
manodopera qualificata e occasioni di reddito, ma anche dalla presenza di un
sistema integrato di infrastrutture, come reti stradali, telematiche e di servizi a
supporto dell’attività imprenditoriale. L’Appennino Parmense mostra, in tal
senso, un evidente gap rispetto ai poli urbani limitrofi e la Val Ceno costituisce
l’area maggiormente “marginalizzata” da questo punto di vista, con una scarsa
dotazione di strutture formative e sanitario-assistenziali.
I comuni di montagna appaiono, ancora una volta, più svantaggiati di quelli di
collina, ma emerge il buon livello di dotazione di infrastrutture del comune di
Borgo Val di Taro, che rappresenta, infatti, il polo urbano centrale di quest’area.
Il miglioramento delle condizioni di accessibilità e della dotazione
infrastrutturale, consentirebbe di frenare questo processo di emarginazione dei
territori montani, che obbliga la popolazione a muoversi verso i centri urbani
alla ricerca di prospettive economiche più certe e di un tessuto di relazioni
sociali più favorevole e che obbliga le imprese presenti a ridurre il numero di
addetti o, in casi estremi, a cessare l’attività.
Il percorso di sviluppo appena descritto, non può prescindere dalla
considerazione dell’importanza che le azioni volte alla tutela dell’ambiente e
dell’assetto paesaggistico assumono per la montagna. Lo sviluppo di iniziative di
valorizzazione delle emergenze naturalistiche, delle aree naturali protette e
delle infrastrutture eco-compatibili, rappresenta il punto di partenza per
tutelare le risorse su cui si fondano proprio le opportunità di sviluppo
economico dell’area. Date le caratteristiche ambientali e morfologiche del
territorio considerato, le azioni che meglio consentono di preservare l’assetto
paesaggistico della montagna parmense sono quelle volte alla tutela delle
superfici a pascolo e a prato permanente e alla riduzione del rischio di dissesto
e di erosione. La conservazione delle superfici a prati stabili può favorire il
La Programmazione Provinciale - Asse 3
37
mantenimento del patrimonio di biodiversità e i tratti del paesaggio che
caratterizzano queste aree.
Le lavorazioni delle superfici agricole interessate dal rischio di frane devono
essere svolte nel rispetto di pratiche molto più restrittive. Per tale motivo si
rende necessario un sostegno per le aziende agricole che si trovano in questa
situazione di svantaggio territoriale. Ulteriore priorità nell’uso delle superfici
agricole è il sostegno alle pratiche agricole sostenibili. Sulle attività zootecniche
è necessario uno specifico intervento in considerazione della valenza
economica, ma anche delle problematiche ambientali ad esse associate. Infine,
la promozione di azioni collettive mirate alla valorizzazione della silvicoltura,
può favorire la riorganizzazione della filiera del legno e lo sfruttamento in forma
associata delle risorse forestali stesse. In tal senso, l’orientamento verso sistemi
produttivi più competitivi e il miglioramento della viabilità forestale potrebbero
determinare ricadute da un punto di vista occupazionale, economico e sociale
di assoluto rilievo per le aree su cui insiste il patrimonio boschivo.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
38
2.4. IL TURISMO
Il settore turistico riveste un ruolo strategico nell’ottica di sviluppo
implementata dell’Asse 3; la crescente domanda di un turismo che può essere
definito “rurale”- legato cioè a luoghi, sapori e tradizioni locali- rappresenta un
vero e proprio volano per l’economia delle aree agricole. Esaminando i dati
relativi ai flussi turistici degli ultimi anni, si osserva che, a livello regionale e
nazionale, il settore ha registrato una leggera battuta di arresto, conseguenza
diretta della fase di recessione economica attuale. La lettura dei dati provinciali
deve quindi essere fatta tenendo presente che la situazione economica di
contesto non è favorevole. Di conseguenza i dati rilevati, seppur in alcuni casi
negativi, contengono dei segnali positivi, non evidenziati a causa della crisi
economica in atto.
Le elaborazioni dei dati turistici, forniti dal servizio statistico provinciale, fanno
riferimento gli anni 2006-2007-2008.
PRESENZE E ARRIVI
AnnoTutta la
Provincia
var % su anno
precedente
Località
Montane
var % su anno
precedente
Località
Collinari
var % su anno
precedente
2008 543.479 6,29% 23.139 1,87% 45.875 8,97%
2007 511.339 0,26% 22.715 -2,79% 42.097 5,81%
2006 510.010 23.368 39.786
2008 1.613.149 0,03% 72.807 -12,50% 124.616 -18,96%
2007 1.612.660 0,56% 83.211 -9,67% 153.763 2,10%
2006 1.603.701 92.120 150.602
Arr
ivi
Pre
sen
ze
La Programmazione Provinciale - Asse 3
39
Nel 2008 il dato sul numero di arrivi nel territorio provinciale ha è positivo per
tutte le fasce altimetriche e registra un valore maggiore a quelli rilevati nel
2006. Con un incremento del 6,29% l’area dell’intera provincia ha accolto un
numero di visitatori di ben 32.000 unità in più rispetto al 2007. L’incremento
superiore lo hanno avuto le fasce collinari con valori vicini al 9%, mentre la
montagna cresce di quasi 1,9%.
Il dato che ha maggiormente risentito della crisi è stato il numero di presenze:
a livello provinciale sono rimaste praticamente stazionarie, ma si sono
nettamente ridotte nelle fasce montane e collinari. Come evidenziato in tabella
il trend negativo si protrae dal 2007, con riduzioni nel 2008 del 12,5% nelle aree
montane e 19% nelle aree collinari.
L’effetto delle dinamiche evidenziate si ripercuote direttamente sulle
percentuali di presenza media, che per il 2008, sono negative.
PRESENZE MEDIE
Il territorio provinciale è in grado di attrarre turisti e, in particolare, le aree
collinari e montane sono forti poli di attrazione, ma la crisi economica ha
ridotto la disponibilità di spesa media del turista, che quindi, preferisce
soggiorni di durata inferiore, se non giornaliera, prediligendo un turismo di tipo
rurale e meno tradizionale. A conferma di ciò un’analisi più approfondita
mostra che le dinamiche di arrivi e presenze, presentano caratteristiche
differenti per tipologia di struttura ricettiva. La riduzione maggiore è
individuabile per le strutture alberghiere, mentre per le strutture extra
alberghiere si registra un trend in aumento.
AnnoTutta la
Provincia
var % su anno
precedente
Località
Montane
var % su anno
precedente
Località
Collinari
var % su anno
precedente
2008 2,97 -5,89% 3,15 -14,11% 2,72 -25,63%
2007 3,15 0,30% 3,66 -7,07% 3,65 -3,51%
2006 3,14 3,94 3,79
Pres
enze
med
ie
La Programmazione Provinciale - Asse 3
40
ALBERGHI ED ALTRE STRUTTURE
Il rapporto delle presenze negli anni 2007-2008 presenta un calo del 2,4% per
gli hotel mentre le strutture extra – alberghiere segnano un incremento del
10,1%. Gli arrivi crescono rispettivamente di un 3,1% negli hotel e di ben il
33,5% nelle altre strutture. Nel paragrafo relativo agli agriturismi la tematica
verrà ripresa con un approfondimento maggiore su queste strutture.
In conclusione, la buona performance provinciale è certamente da imputare
alla ricca agenda di iniziative rivolte alla promozione del territorio e al
marketing territoriale che agisce su capitale sociale e qualità della vita. Il
sostegno fornito con Misure dell’Asse 3 rappresenta uno strumento
fondamentale per generare un impatto variegato e multidimensionale sul
territorio.
0 5000 10000 15000
2006
2007
2008
2006
2007
2008
Arr
ivi
Pre
sen
ze
Centinaia
Alberghi e Altre strutture
Extra - Alberghiere Alberghi
La Programmazione Provinciale - Asse 3
41
2.5. LA MULTIFUNZIONALITÀ
Negli ultimi anni la multifunzionalità11 in agricoltura ha assunto un vero e
proprio ruolo di rilievo, soprattutto nelle aree più marginali, divenendo una
strategia per diversificare12 le attività aziendali, in risposta alla nuova domanda
di beni e servizi espressa dai cittadini/consumatori nei confronti del settore
primario. L’Asse 3, attraverso l’attivazione delle misure destinate a questo
scopo, supporta gli agricoltori nell’attuare una strategia di ricollocazione dei
fattori produttivi. Un obiettivo è, infatti, far si che il passaggio dalla produzione
agricola verso servizi aggiuntivi e “collaterali”, possa generare redditi integrativi
all’attività primaria.
In una realtà territoriale come quella di Parma, caratterizzata da produzioni
alimentari di profilo nazionale ed internazionale, si sono sviluppate filiere che
potremmo definire multifunzionali e che possono essere considerate la punta di
diamante dell’agricoltura innovativa provinciale. L’agricoltura multifunzionale
oggi sviluppata, è riuscita ad includere tutti gli elementi che riguardano il
territorio, anche perché, oltre alla produzione di prodotti salubri e tipici,
entrano in questo processo di valorizzazione anche il paesaggio, l’ambiente e
una serie di servizi “utili” nella gestione delle aree rurali. La capacità degli
11 La Commissione Agricoltura dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico definisce la multifunzionalità in agricoltura nel modo seguente: “Oltre alla sua
funzione primaria di produrre cibo e fibre, l’agricoltura può anche disegnare il paesaggio,
proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità, gestire in maniera
sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socio-economica delle aree rurali,
garantire la sicurezza alimentare. Quando l’agricoltura aggiunge al suo ruolo primario una o
più di queste funzioni può essere definita multifunzionale.”
12 La diversificazione della sola attività di produzione può essere intesa in senso orizzontale,
come ampliamento della gamma produttiva ed, in senso verticale, come integrazione di
tutte le fasi del processo di creazione del valore, dall’approvvigionamento alla vendita. In
un sistema di produzione orientato alla qualità, la diversificazione colturale implica una
valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici locali, svolgendo così una funzione che è, al
tempo stesso, culturale, ambientale e di promozione del turismo locale.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
42
imprenditori agricoli locali di captare e far fronte alla crescente domanda delle
funzioni secondarie dell’agricoltura, è stata colta e sostenuta dalla Provincia di
Parma, sia nella precedente che nella nuova programmazione.
La multifunzionalità a Parma non significa solo filiera corta, recupero delle
tradizioni culturali, salvaguardia dell’ambiente, ma prevede un nuovo modello
di produzione e di produzione e consumo, trasformando l’attività agricola in
nuove possibilità economiche per le imprese. Oggi la multifunzionalità, in
provincia di Parma, rappresenta una “porta aperta” verso la collettività,
avvicinando idealmente il mondo agricolo alla società che vive nelle città. A
questo risultato si è giunti attraverso un processo di costruzione collettiva di
regole, obiettivi e strategie che hanno trovato la loro forza e concretizzazione
attraverso lo sviluppo di forme organizzative e partecipative radicate nel
territorio che operano in maniera del tutto innovativa.
2.6. LE STRADE DEI V INI E DEI SAPORI
Come una caccia al tesoro dei piaceri del palato, le Strade dei Vini e dei Sapori
corrono fra ristoranti e trattorie, enoteche, agriturismi, B&B e locande, aziende
agricole e vitivinicole, caseifici e oleifici, laboratori di artigianato artistico e
imprese specializzate nella produzione di prodotti alimentari tipici e di qualità,
che lavorano insieme per far conoscere il ricco patrimonio agroalimentare della
Regione. Si tratta di una forma di turismo evoluto che unisce vino e prodotti
tipici, presentando produzioni agricole integrate con gli aspetti tradizionali,
storici, culturali e ambientali del territorio. Le Strade dei Vini e dei Sapori
dell’Emilia-Romagna, che nascono da un progetto speciale degli Assessorati
regionali all’Agricoltura e al Turismo realizzato con il contributo attivo di tutte le
nove province dell’Emilia-Romagna, sono attive nei principali territori vitivinicoli
e ad alta valenza gastronomica della regione. Sono contraddistinte da
segnaletica uniformata e cartoguide dettagliate. La Regione ne disciplina il
riconoscimento e ne incentiva le iniziative, attraverso la concessione di
La Programmazione Provinciale - Asse 3
43
contributi finalizzati per allestire segnaletica, punti informativi e didattici,
laboratori dimostrativi artigianali, musei e mostre permanenti, centri di
degustazione. L’istituzione delle Strade dei Vini e dei Sapori è avvenuta con
l’approvazione dela legge regionale n° 23 del 2000. Successivamente, attraverso
le due delibere n° 1613 e 1722 del 2001, sono stati introdotti i principi per le
modalità di riconoscimento degli itinerari turistici, le modalità ed i criteri
adottati per accedere ai contributi.
Le Strade dei Vini e dei Sapori rappresentano uno dei punti cardine di
congiunzione tra turismo e aree rurali. Attraverso la promozione delle rinomate
produzioni enogastronomiche, questi itinerari, offrono un’ampia rete di servizi
turistici, dando luogo ad un tipo di offerta “integrata”, in grado di accomunare
aspetti tradizionali, storici, culturali e ambientali dei territori. Nella provincia di
Parma sono tre le strade attive: Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di
Parma, Strada del Culatello di Zibello e Strada del Fungo Porcino di Borgotaro.
Ognuna caratterizza la propria offerta secondo differenti modalità.
Le strade sono state promosse dalla Provincia di Parma, attraverso gli
Assessorati Agricoltura e Turismo, in collaborazione con Enti locali e privati. Il
ruolo svolto dai privati, in questo ambito, è essenziale sia per avviare sinergie
nell’attuazione dei progetti, seguendo un approccio “dal basso verso l’alto” sia
per la necessità della compartecipazione al finanziamento delle strategie da
attivare. Il cofinanziamento svolge il duplice ruolo: accrescere l’attenzione e il
coinvolgimento dell’operatore privato nella gestione del progetto, rendendolo
più responsabile e di sgravare l’amministrazione pubblica di parte dei costi da
sostenere.
I percorsi attivati negli anni, hanno confermato di essere un vero e proprio
motore di sviluppo globale del territorio: grazie alla loro presenza
l’accrescimento del reddito derivante dagli scambi interni ed esterni e
dall’attivazione di mercati contigui, si accompagna all’aumento della
consapevolezza culturale, della sensibilità sociale e della responsabilità civica
La Programmazione Provinciale - Asse 3
44
della comunità residente. La presenza di un festival o di una rassegna sul
territorio finisce, infatti, per attivare o per consolidare quegli elementi
“distrettuali” che mescolano virtuosamente profili materiali quali l’opportunità
di lavoro, di reddito e l’apertura di mercati interconnessi e profili immateriali
come il senso di appartenenza, la partecipazione condivisa, il radicamento
responsabile nel proprio territorio.
Il crescente numero di visitatori attratti dagli eventi enogastronomici e dai
festival a tema, conferma come, negli ultimi anni, queste iniziative siano
divenute una forte attrazione per la comunità locale (e non solo) e si
confermano come momenti di svago in grado di fornire una risposta al bisogno
di rivivere la campagna e le sue tradizioni, coniugando cultura e territorio. Il
paesaggio rurale, assieme al prodotto enogastronomico, diviene un unico
prodotto da offrire al visitatore. Le Strade dei Vini e dei Sapori rivestono un
ruolo fondamentale in questo processo di promozione, dal momento che
offrono una sintesi completa di servizi al visitatore, indirizzandolo anche verso
nuove modalità di fruizione del territorio. Le strade favoriscono, inoltre,
l’apertura ai mercati locali e non, divenendo una sorta di moltiplicatore per gli
investimenti che vengono destinati nelle aree rurali di competenza.
L’analisi che segue è stata svolta utilizzando dati a livello comunale che fanno
rifermento agli anni 2006-2007-2008, valutando i flussi turistici presenti si è
cercato di verificare gli effetti delle politiche di promozione del territorio
attuate. Nel calcolo di arrivi e presenze sul territorio sono state considerate
tutte le tipologie di strutture ricettive: alberghiere, extra-alberghiere ed
agriturismi. In alcuni casi, non essendo disponibili i dati per tutti e tre gli anni
dell’analisi, si è preferito escludere alcuni comuni dal computo.
Per il 2008 i risultati evidenziano, in linea di massima, una situazione positiva,
nonostante la flessione del numero di arrivi e soprattutto di presenze di turisti
negli ultimi anni. In alcuni casi vi sono incrementi che superano i valori degli
La Programmazione Provinciale - Asse 3
45
anni precedenti o colmano le perdite avvenute nel 2007, riportando la
situazione vicina a quella osservata nel 2006. Nonostante per alcuni comuni le
variazioni siano state negative, ma complessivamente il giudizio per le aree
delle Strade dei Sapori è positivo.
Tra il 2007 e il 2008 la performance migliore è individuabile nel territorio
appartenente alla Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli, che segna, nel suo
insieme, un incremento di arrivi (+ 11,2%) e presenze (+37%). Anche la strada
del Culatello di Zibello registra un aumento positivo per entrambi i flussi con un
aumento degli arrivi dello 0,5%, e di presenze del 2,7%. Infine la strada del
Fungo Porcino di Borgotaro, pur incrementando positivamente il numero di
arrivi del 5,9%, vede ridurre il numero di presenze del 12,8%. L’effetto positivo
che le politiche di sviluppo rurale hanno avuto su questi territori negli anni e la
continua presenza di iniziative che vengono realizzate per promuovere i
prodotti e i territori, hanno contribuito a sostenere ed incrementare, anche in
periodo di crisi, l’interesse per i luoghi e i sapori del territorio di Parma.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
46
LA STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
La Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma, con oltre 100 soci, offre
una ampia gamma di servizi, che comprende strutture ricettive come alberghi,
agriturismi, B&B, foresterie, punti di degustazione e vendita delle produzioni
tipiche e strutture produttive aperte alle visite come aziende agricole e
vitivinicole, prosciuttifici e caseifici, fattorie didattiche, ristoranti e trattorie,
Musei del Cibo (Museo del Prosciutto, Museo del Pomodoro, Museo del
Salame) e Parchi Regionali (Parco dei Cento Laghi e Parco dei Boschi di Carrega).
I COMUNI INTERESSATI DALLA STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
La Programmazione Provinciale - Asse 3
47
I comuni interessati da questo itinerario sono quattordici e precesamente:
Bardi, Calestano, Collecchio, Corniglio, Felino, Fornovo Taro, Langhirano,
Lesignano de’ Bagni, Neviano degli Arduini, Palanzano, Sala Baganza, Tizzano
Val Parma, Varano de’ Melegari e Varsi.
Gli arrivi turistici nel 2008 per l’area della Strada del Prosciutto e dei Vini dei
Colli di Parma registrano, nel complesso, una situazione nettamente superiore
alla media.
ARRIVI – STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
NOTA: Per ragioni di chiarezza espositiva, si è preferito inserire in un terzo grafico il comune di Collecchio, che presentan do un’elevato numero di
arrivi e presenze, nettamente superiore alla media, non consentiva di apprezzare visivamente le variazioni avvenuti negli altri comuni. E’ stato
invece escluso il comune di Palanzano per carenza di dati nei tre anni considerati.
E’ necessario specificare che la situazione per singolo comune presenta
differenze notevoli. Risultato positivo si registra per i comuni di Neviano degli
Arduini (35%), Varsi (43%) e Corniglio (32%) e il comune di Felino, che primeggia
sugli altri, contando un incremento di arrivi del 63%.
Alcuni comuni come Bardi, Tizzano ValTaro e Varano de’Melegari registrano
invece riduzioni degli arrivi rispetto al 2007 mediamente del 35%. In termini
assoluti i Comuni di Langhirano e Corniglio (con valori che si aggirano sui 3000)
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000
Calestano
Felino
Bardi
Neviano degli Arduini
Tizzano Val Parma
Varsi
Lesignano de' Bagni
Fornovo di Taro
Varano de' Melegari
Corniglio
Sala Baganza
Langhirano
Arrivi - STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
Arrivi '08
Arrivi '07
Arrivi '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
48
e Sala Baganza (con valori di circa 3800) sono quelli che registrano nel 2008 il
numero più elevato di arrivi.
PRESENZE - STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
La questione del numero di presenze merita un’attenzione particolare, perché il
valore aggregato dell’area risulta positivo, soprattutto grazie alla crescita del
504% a Calestano, che dopo una forte riduzione dei valori nell’anno 2007 è
tornato a crescere. Se questo dato “anomalo” viene escluso, l’area ha invece
subito una perdita del 5,7%, che considera i comuni di Bardi, Tizzano Val Taro e
Varano de’Melegari con riduzioni, in media, del 55%.
Come per gli arrivi, anche per le presenze analizzate in termini assoluti il
primato spetta ai comuni di Langhirano, Sala baganza e Corniglio. Langhirano in
particolare presenta valori che superano 16000 presenze annue, mentre Sala
Baganza (circa 8000) e Corniglio (circa 7000) si classificano rispettivamente al
secondo e terzo posto.
Infine, il comune di Collecchio (vedi nota pagina precedente) ha visto
aumentare il numero degli arrivi del 10%, raggiungendo nel 2008 un valore
superiore a quello del 2006 insieme ad un incremento del 3,3% nelle presenze.
0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000
Calestano
Felino
Bardi
Neviano degli Arduini
Tizzano Val Parma
Varsi
Lesignano de' Bagni
Fornovo di Taro
Varano de' Melegari
Corniglio
Sala Baganza
Langhirano
Presenze - STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
Presenze '08
Presenze '07
Presenze '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
49
IL COMUNE DI COLLECCHIO - STRADA DEL PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI DI PARMA
0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 70000
Collecchio
Presenze '08
Presenze '07
Presenze '06
Arrivi '08
Arrivi '07
Arrivi '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
50
LA STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
Alla Strada del Fungo Porcino di Borgotaro aderiscono circa 90 soci tra strutture
di accoglienza, ristorazione, vendita dei prodotti tipici e strutture turistiche. I
comuni interessati sono quelli di Albareto, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro,
Compiano e Tornolo.
I COMUNI INTERESSATI DALLA STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
Gli arrivi in quest’area, nel 2008, sono da considerare stabili rispetto al 2007,
con l’eccezione di Albareto che ha invece registrato un incremento di circa il
40%. Un trend positivo lo registra anche il comune di Bedonia, con un aumento
del 12% rispetto gli anni precedenti.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
51
ARRIVI – STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
I territori che appartengono alla strada del Fungo Porcino sono collocati
nell’area del crinale e, come già anticipato nel capitolo relativo al turismo, sono
proprio le aree montane ad aver sofferto maggiormente della riduzione delle
presenze nel 2008 e nel 2007. L’unico comune che ha registrato un incremento
positivo del 21% è Albareto (questo valore risulta superiore anche a quello degli
anni precedenti). Gli altri comuni registrano, invece, una riduzione che oscilla
tra il 10% e il 20%, con un picco negativo del comune di Tornolo pari al 46%.
PRESENZE – STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000
Tornolo
Bedonia
Albareto
Compiano
Berceto
Borgo Val Di Taro
Arrivi - LA STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
Arrivi '08
Arrivi '07
Arrivi '06
0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 18000
Tornolo
Bedonia
Albareto
Compiano
Berceto
Borgo Val Di Taro
Presenze - LA STRADA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
Presenze '08
Presenze '07
Presenze '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
52
LA STRADA DEL CULATELLO DI ZIBELLO
La Strada del Culatello di Zibello conta 75 aderenti tra aziende produttive,
strutture di accoglienza, ristorazione e strutture turistiche ed ha sviluppato
un’attività promozionale incentrata su eventi fortemente sentiti a livello
territoriale. Tra i più noti si possono citare il “November Porc”, istituito nel
2006, e la “Porcolonga”, che uniscono la degustazione dei prodotti tipici alla
visita dei territori della bassa parmense. Entrambi gli eventi richiedono il
supporto di operatori turistici, associazioni e punti vendita di prodotti tipici
locali.
I COMUNI INTERESSATI DALLA STRADA DEL CULATELLO DI ZIBELLO
La Programmazione Provinciale - Asse 3
53
I comuni aderenti sono: Busseto, Colorno, Fontanellato, Polesine Parmense,
Roccabianca,San Secondo, Sissa, Soragna e Zibello.
Per quanto concerne gli arrivi, i comuni collocati in quest’area hanno
mantenuto nel 2008 una certa stabilità rispetto al 2007, con una variazione
media dello 0,5%.
ARRIVI - STRADA DEL CULATELLO DI ZIBELLO
NOTA: Sono stati esclusi il comuni di Polesine P.se e Sissa per carenza di dati nei tre anni in esame.
I dati relativi agli arrivi presentano valori contrastanti: il comune di Colorno
presenta un incremento di oltre il 17%, mentre il comune di Zibello perde
qualche posizione, con una variazione negativa nei risultati del 18,7%. I dati
relativi agli altri comuni manifestano variazioni più contenute, che oscillano da
un incremento del 6,4% per Busseto ad una variazione negativa dello 4,2% per
Soragna.
Per quanto riguarda il dato relativo alle presenze, il comune di Roccabianca ha
registrato l’incremento maggiore, pari al 56%, seguito dal comune di
Fontanellato che registra un incremento del 31%. Rispetto al 2007, le variazioni
negli altri comuni sono tutte negative. Busseto ha registrato una riduzione di
presenze di quasi il 40% sul territorio. Zibello e Soragna registrano perdite più
contenute, intorno al 13%.
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000
Roccabianca
Zibello
San Secondo Parmense
Busseto
Soragna
Fontanellato
Colorno
Arrivi - LA STRADA DEL CULATELLO
Arrivi '08
Arrivi '07
Arrivi '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
54
PRESENZE - STRADA DEL CULATELLO DI ZIBELLO
NOTA: Sono stati esclusi il comuni di Polesine P.se e Sissa per carenza di dati nei tre anni in esame.
0 5000 10000 15000 20000 25000
Roccabianca
Zibello
San Secondo Parmense
Busseto
Soragna
Fontanellato
Colorno
Presenze - LA STRADA DEL CULATELLO
Presenze '08
Presenze '07
Presenze '06
La Programmazione Provinciale - Asse 3
55
2.7. AGRITURISMI
Il fenomeno degli agriturismi continua ad alimentare il motore del turismo
enogastronomico e, negli ultimi dieci anni,il numero di queste strutture è
cresciuto in modo esponenziale, divenendo una componente sempre più
importante dell’offerta turistica “Made in Italy”. I dati nazionali del settore
rilevano, nel 2009, un’affluenza che si ha registrato all’incirca 11 milioni di
presenze, il cui 23% è costituito da stranieri, soprattutto provenienti dal Nord
Europa. La grande ricchezza e varietà di percorsi agrituristici è basata sulla ricca
e varia offerta di prodotti tipici riconosciuti a livello comunitario, nonché sulla
leadership europea della produzione biologica detenuta dal nostro Paese.
Questa ricchezza si traduce per l’imprenditore agricolo in un’importante e
significativa opportunità di incremento del reddito aziendale e familiare e in
una possibilità di utilizzo più razionale ed efficiente degli spazi aperti e dei
fabbricati rientranti nella superficie agricola aziendale di cui dispone.
All’“agriturista” viene proposta una forma alternativa di vacanza in campagna,
che consente di trascorrere il tempo all’interno di un’azienda agricola immersa
in un’area rurale ricca di cultura, tradizioni, usi, consuetudini e costumi del
territorio.
Il settore agrituristico in Emilia-Romagna, dopo sedici anni di applicazione della
L.r., n° 26 del 1994 e con la recente L.r. 4 del 2009 ha ormai acquisito una
tradizione consolidata e rappresenta uno dei punti di maggiore interesse per lo
sviluppo rurale regionale. Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento del
numero di aziende agrituristiche con percentuali di primato: dal 2003 al 2008 la
crescita è stata del 60%. Il Programma di Sviluppo Rurale ha inoltre premiato il
dinamismo del territorio, incentivando e sostenendo soprattutto
l’imprenditoria giovanile e quella femminile. Il risultato è l’aumento di servizi
offerti e la crescita del numero di strutture presenti sul territorio: dai servizi
classici, come alloggio, ristorazione e degustazione, ad attività innovative come
escursionismo, equitazione, corsi di cucina… Tra i fattori che hanno dato
La Programmazione Provinciale - Asse 3
56
impulso e spinta a questo settore rientra la componente di notorietà mondiale
di cui godono le produzioni tipiche Emiliano – Romagnole, a cui si deve
aggiungere la bellezza dei paesaggi, con buone possibilità di accoglienza e
fruizione da parte del turista, accompagnate ad un’offerta storica,
architettonica e culturale completa e diversificata. Negli ultimi tre anni
l’evoluzione del mercato dell’agriturismo ha sofferto della crisi come del testo
tutto il settore turistico, ma ha dimostrato una tenuta maggiore evidenziando
riduzioni di affluenza in misura nettamente minore rispetto alle altre tipologie
di accoglienza.
La rete degli agriturismi rappresenta a livello provinciale, ormai, una
componente strutturale dell’offerta turistica che arricchisce il numero di
strutture di accoglienza in modo significativo. Queste strutture sono, a tutti gli
effetti, elemento di contatto tra il settore agricolo e i cittadini, perché, molto
spesso, non solo offrono posti letto o cibo di qualità, ma anche la visione di uno
stile di vita diverso.
Evoluzione delle strutture ricettive
Anno N°
aziende
Offerta
posti a sedere
Offerta
posti letto
Offerta
attività
ricreative
2003 56 1318 448 49
2004 55 1333 420 45
2005 69 1839 482 58
2006 84 2367 602 71
2007 93 2508 712 71
2008 95 2692 848 81
Nostre elaborazioni su dati Unioncamere
Il numero delle aziende agrituristiche attive sul territorio provinciale, negli
ultimi sei anni, è praticamente quasi raddoppiato. Questo dato è confermato
anche dagli incrementi dei servizi connessi, infatti il numero dei coperti ha
avuto una flessione positiva pari al 104,2%, quello dei posti letto di quasi il 90%
La Programmazione Provinciale - Asse 3
57
e delle attività ricreative fornite del 65,3%. Quest’ultime, ad oggi, sono
essenzialmente concentrate sull’offerta di corsi di equitazione, e altre attività
sportive o culturali.
Le Misure adottate dal PSR e dal PRIP hanno avuto una grande adesione da
parte degli imprenditori agricoli sia nella presente che nella precedente
programmazione, a riprova dell’interesse che il settore riveste sul territorio.
TREND EVOLUTIVO DELLE STRUTTURE RICETTIVE
Nostre elaborazioni su dati Unioncamere
La fascia collinare è l’area territoriale in cui è maggiore la distribuzione delle
strutture, anche se l’incremento maggiore in termini percentuali tra il 2003 e il
2008, è raggiunto dalla zona montana, con una variazione numero di quasi il
67%. Questa è l’ulteriore riprova che la necessità e l’esigenza di diversificare le
attività agricole nelle aree più disagiate è particolarmente sentita. La tabella
seguente mostra la ripartizione delle strutture per fascia altimetrica ed
evidenzia quanto appena spiegato.
-20,0%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
100,0%
120,0%
2004 2005 2006 2007 2008
Numerosità aziende Offerta di posti a sedere per la rist.
Offerta di posti letto Offerta attività ricreative
La Programmazione Provinciale - Asse 3
58
Aziende agrituristiche per fascia altimetrica ed
incidenza femminile nella conduzione
N
o
Nostre elaborazioni su dati Unioncamere
Un dato positivo da rilevare riguarda la crescita di donne nella conduzione e
gestione delle strutture: in montagna la percentuale è passata dal 28,6% al
31,4% e in collina dal 14,8% nel 2003 al 34,1% nel 2008. In pianura questa
percentuale è più bassa e pari al 31,3% rimanendo comunque in linea con
l’andamento delle altre zone altimetriche.
Anche la distribuzione dei posti letto sul territorio conferma il fatto che collina e
montagna sono il cuore del settore agrituristico. In queste aree, infatti, sono
presenti mediamente oltre il 68% dei posti letto, sul totale per strutture
agrituristiche e “country house” presenti nell’intera provincia.
ANNO Montagna Collina Pianura
N° AZIENDE % Fem. N° AZIENDE %
Fem. N° AZIENDE
%
Fem.
2003 21 28,6% 27 14,8% 8 50,0%
2004 20 30,0% 27 22,2% 8 50,0%
2005 27 33,3% 32 28,1% 10 60,0%
2006 30 30,0% 40 30,0% 14 42,9%
2007 35 31,4% 42 28,6% 16 37,5%
2008 35 31,4% 44 34,1% 16 31,3%
La Programmazione Provinciale - Asse 3
59
CAPACITA’ RICETTIVA – ALLOGGI AGRITURISTICI E COUNTRY HOUSE
Nostre elaborazioni su dati Provincia di Parma – Servizio Statistica
Nel grafico successivo è riportato l’andamento di arrivi e presenze nelle
strutture agrituristiche. Gli arrivi per il 2008 sono aumentati del 24,8% rispetto
al 2007 e del 27,8% se confrontati con quelli del 2006. Il numero di presenze ha
invece risentito della crisi, poichè in confronto al 2007 - 2008 è diminuito del
5,3%, riposizionandosi ai livelli del 2006.
AGRITURISMI – PRESENZE ED ARRIVI
Nostre elaborazioni su dati Provincia di Parma – Servizio Statistica
A questa situazione positiva si contrappone però un problema di fondo nella
gestione dell’offerta agrituristica provinciale rappresentato dall’esistenza di due
0 50 100 150 200 250 300 350 400
2008
2007
2006
Capacità ricettiva - Alloggi agrituristici e country house
Località Montane
Località Collinari
Capoluogo
Città d'arte
Località Termali
Altre Località
0250050007500
1000012500150001750020000
2006 2007 2008 2006 2007 2008
Arrivi Presenze
Agriturismi
La Programmazione Provinciale - Asse 3
60
concezioni diverse di “attività agrituristica” da parte degli operatori. La
componente più “anziana” degli imprenditori agricoli svolge l’attività secondo
canoni tradizionali, mentre gli imprenditori “giovani” e non sempre originari del
territorio, cercano di dare una caratterizzazione più innovativa alla loro offerta
agrituristica. Essi, in alcuni casi, sono diventati imprenditori agricoli di recente,
adottando una scelta di vita radicale, che si riflette nello stile di conduzione
orientato a principi di agricoltura biologica, bioedilizia, etc. e interpretando
l’attività come una filosofia di vita vera e propria. La qualità media dell’offerta è
già buona, ma permangono diffuse deficienze di professionalità nella gestione
dell’attività, soprattutto per quanto riguarda la promozione. Va da sé che nel
futuro si assisterà ad una nuova tendenza che andrà oltre l’idea originaria di
una attività “facile” cui dedicare il tempo non occupato dall’attività agricola
prevalente e si consoliderà una gestione più professionale e qualificata
dell’accoglienza.
Questa diversa filosofia operativa porta a risvolti operativi che mettono in
evidenza una spaccatura tra gli operatori all’interno della filiera.
Un esempio può essere estrapolato dall’attività di ristorazione, in cui,
tendenzialmente, gli imprenditori agricoli di nuova generazione offrono
prevalentemente prodotti provenienti dalla propria azienda agricola e limitano
il numero di coperti in base alle capacità produttive dell’azienda. Per contro, la
generazione degli imprenditori “tradizionali” accoglie più facilmente la
possibilità concessa dalla legge di offrire anche prodotti non legati all’attività
dell’azienda e dispone di un numero di coperti a volte molto elevato (fino a 60).
Allo stesso tempo, gli imprenditori che provengono da famiglie di agricoltori e
che esercitano l’attività da molto tempo lamentano il fatto che i criteri di
valutazione per l’erogazione dei finanziamenti non considerino il diverso livello
di esperienza tra loro e gli imprenditori agrituristici di nuova generazione.
Un altro problema che interessa il settore è legato alla molteplicità dei servizi
offerta che potrebbe garantire la possibilità di acquisire una clientela
La Programmazione Provinciale - Asse 3
61
affezionata e di maggiore qualità. In questo senso una strategia da perseguire
sarebbe quella di potenziare le attività di intrattenimento, offrendo all’ospite
attività aziendali di varia natura come, ad esempio, attività sportive e culturali.
L’offerta sul territorio è molto disomogenea, infatti esistono aziende molto
attive contrapposte ad altre che offrono attività ad un livello decisamente
scarso.
E’ necessario inoltre considerare le nuove tendenze di consumo. Le recenti
indagini di mercato rilevano che il consumatore è sempre più orientato ad
acquistare e ricercare “green products” ed è disposto a pagare un prezzo più
alto per questa tipologia. La continua espansione di una coscienza ambientale e
di conseguenza di un turismo sostenibile, costituiscono, dunque, opportunità
importanti per le imprese turistiche, che devono abituarsi a valutare l’equilibrio
fra aspetti economici ed ambientali.
L’aspetto della comunicazione può essere ulteriormente migliorato, anche se
l’agriturismo parmense è ben supportato dal portale della Provincia di Parma
(www.agriturismo.parma.it) che offre un validissimo aiuto in questa direzione.
Si avverte, tra l’altro, la necessità di potenziare l’attività di comunicazione e di
promozione al di fuori dell’ambito locale a favore di un’utenza nazionale ed
internazionale.
Attualmente, poche aziende agrituristiche comunicano i dettagli sui prezzi e
altre informazioni come, ad esempio, l’origine dei prodotti che vengono
consumati in azienda. Qualora questa strategia venisse adottata a livello
collettivo, aumenterebbe la trasparenza nei rapporti con l’ospite che, nel
tempo, porterebbe ad una fidealizzazione della clientela.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
62
2.8. FATTORIE DIDA TTICHE
L’idea della fattoria didattica nasce dall’esigenza di una maggiore sensibilità dei
cittadini alle tematiche del mondo rurale. Queste aziende propongono a gruppi,
insegnanti e studenti, itinerari alla riscoperta dell’agricoltura e delle tradizioni
storiche, ambientali, gastronomiche del nostro territorio. La fattoria didattica
rappresenta realmente l’espressione più innovativa del ruolo multifunzionale
dell’azienda agricola. L’attività di fattoria didattica, avviata dalla Regione Emilia
–Romagna nel 1998, ha l'obiettivo, quindi, di far incontrare il mondo agricolo
con la società civile ed, in particolare, con il mondo della scuola, utilizzando
metodologie di pedagogia attiva come l’imparare facendo. Attualmente hanno
aderito al progetto “Fattorie Didattiche” ventisette aziende agricole della
provincia di Parma, dando vita ad un’associazione molto attiva nel promuovere
il “prodotto fattoria” presso le scuole ed i cittadini, adottando inoltre percorsi
didattici e formativi comuni.
Le potenzialità di questa tipologia di intervento sono molteplici e all’attività di
“vendita” di servizi culturali, si accompagna spesso l’attività di vendita di
prodotti agricoli, attraverso l’apertura di spacci aziendali. A questo riguardo il
problema lamentato dagli imprenditori agricoli è il fatto che gli spacci vendono
solamente prodotti provenienti dalla propria azienda, limitando notevolmente
la possibilità di aumentare le vendite. Il mondo agricolo sta chiedendo,
pertanto, la possibilità di realizzare scambi di prodotti tra aziende, senza dover
ricorrere all’apertura di un esercizio commerciale che porterebbe ad un regime
fiscale differente rispetto a quello garantito agli spacci aziendali.
Dall’attuale esperienza delle Fattorie Didattiche, risulta necessario sviluppare
una politica di formazione continua degli operatori per rispondere alle esigenze
che si creano nel tempo, quali ad esempio l’accoglienza di anziani e di persone
disabili che richiedono particolari attenzioni e competenze, e la conoscenza
delle lingue, per la crescente presenza di gruppi stranieri.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
63
2.9. ESPERI ENZE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA
L’esperienza del “biologico”, nella provincia di Parma, trascende la semplice
produzione di una sola categoria di beni realizzata mediante una tecnica di
produzione rispettosa dell’ambiente e della salute dei consumatori. Essa
rappresenta il risultato molto positivo raggiunto attraverso la sperimentazione
di nuove forme di promozione e comunicazione, dello sviluppo di nuove
possibilità commerciali e la nascita di nuove forme aggregative. Proprio questo
ultimo aspetto dev’essere considerato il risultato più positivo, poiché è legato
alla nascita di filiere multifunzionali nella provincia di Parma.
Le principali esperienze di agricoltura biologica del territorio di Parma sono
rappresentate da:
Carni bovine biologiche delle Valli del Taro e del Ceno
Consorzio oasi biologica nevianese
Oasi di Tizzano Val Parma,
Filiera dei cereali biologici dello Stirone
Associazione Val di Siccomonte
Parmigiano Reggiano Bio di Parma,
Parco dei Sapori.
Data la specializzazione aziendale prevalente nella produzione di latte e la
mancanza di forme associative (cooperative) specializzate nel canale del fresco,
permangono alcuni problemi: raggiungimento di lotti qualitativi omogenei,
esistenza di un unico canale di sbocco rappresentato dalla vendita diretta,
scarsità di investimenti nella fase di commercializzazione.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
64
3.
LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE
E PROVINCIALE
La Programmazione Provinciale - Asse 3
65
3.1. IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013, approvato dalla Commissione
Europea in data 12 settembre 2007, mette a disposizione una dotazione
complessiva di 934 milioni di Euro di fondi pubblici (risorse Ue, statali e del
bilancio regionale), 75 milioni in più rispetto alla programmazione 2000-2006.
Se si aggiunge la quota del cofinanziamento privato, l'ammontare totale degli
investimenti attivati arriva circa a 1,5 miliardi di Euro.
Il PSR attiva un totale di ventinove misure per i quattro Assi. La strategia e gli
obiettivi perseguiti riprendono gli obiettivi della politica regionale, che puntano
a migliorare la competitività del sistema economico, soprattutto attraverso la
ricerca della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Il PSR
dell’Emilia-Romagna punta ad investire i fondi disponibili per il miglioramento
della competitività dell’agricoltura e della silvicoltura con un sostegno alle
ristrutturazioni, per un miglioramento generalizzato dell’ambiente e dello
spazio rurale attraverso il sostegno alla gestione del territorio ed, infine, per
migliorare la qualità della vita nelle zone rurali, incentivando la diversificazione
delle attività economiche, con particolare attenzione verso le aree a maggiore
grado di ruralità e aree rurali intermedie.13
13 Un elemento di assoluta novità del PSR 2007-2013 è la caratterizzazione territoriale
dell’analisi, della strategia e delle priorità contenute nel programma. Il regolamento (CE) n.
1974/2005 è perentorio: le zone rurali devono essere delimitate in base al cosiddetto
“metodo Ocse”, che stabilisce una netta distinzione fra zone urbane e zone rurali basata
sulla densità demografica. I Psr italiani fanno riferimento alla zonizzazione riportata nel
Piano strategico nazionale, che ripartisce il territorio in quattro tipologie areali:
- i poli urbani. Aree rappresentate dai capoluoghi di provincia, dall’area metropolitana
bolgnese da altri nuclei ad alta densità insediativi. In tali contesti l’attività agricola tende a
divenire interstiziale e residuale minacciata dall’urbanizzazione crescente e dalla pressione
ambientale che ne consegue;
La Programmazione Provinciale - Asse 3
66
Nella tabella è riportata la ripartizione dei fondi assegnati alla Regione Emilia-
Romagna alla fine del processo di revisione di medio termine conosciuta come
“Health Check”, che ha portato la dotazione complessiva di quota del Fondo
Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) del PSR a 483.585.000 euro
(18%), per una spesa pubblica totale, comprese le quote di co-finanziamento
statale e regionale, di 1.057.362.015 euro. Come si può osservare, i primi due
Assi catalizzano oltre l’80% delle risorse, mentre l’11% viene destinato all’Asse
3. Il 5% viene assegnato all’approccio Leader e l’1% resta all’assistenza tecnica.
ASSI SPESA PUBBLICA IMPORTO FEASR INCIDENZA SU TOT
Asse 1 448.472.361 203.684.500 42%
Asse 2 434.580.910 191.215.600 41%
Asse 3 112.219.944 57.640.500 11%
Asse 4 51.533.000 25.766.500 5%
Assistenza tecnica 10.555.800 5.277.900 1%
TOTALE 1.057.362.015 483.585.000 100%
Dati Regione Emilia-Romagna
Le aree rurali ad agricoltura intensiva. Sono le zone collocate nelle restanti zone di pianura
e sono caratterizzate, da un punto di vista agricolo, da processi produttivi intensivi e da
specializzazioni quali cereali, ortofrutta e, per quanto riguarda la zootecnia, latte e carne
bovina, carne suina, avicoli; Le aree rurali intermedie. Sono aree collocate in collina e
spesso sono caratterizzate da importanti attività agricole. Questi territori hanno sviluppato
un’articolata integrazione con altri settori quali la ristorazione, il turismo, la comunicazione.
Le aree rurali con problemi complessivi di sviluppo. Le zone interessate ono essenzialmente
territori montani a bassa densità abitativa. In tali zone, spesso di difficile accessibilità, si
registra un diffuso malessere demografico e uno scarso dinamismo, riassumibili nel
concetto di marginalità. Questi territori, tuttavia, custodiscono un ricco patrimonio locale,
che può rappresentare una solida leva di sviluppo locale.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
67
3.2. L’ ASSE 3 NEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE REGIONALE
La nuova programmazione regionale ha confermato, per l’Asse 3, gli stessi
obiettivi strategici prefissati della precedente programmazione. Come riportato
nella tabella che segue, per il periodo 2007 – 2013, gli interventi attivati
riguardano sette misure, convogliando un ammontare di investimenti pubblici
che superano i 112 milioni di euro. Le novità da rilevare sono sicuramente
identificabili nelle priorità introdotte dall’Health Check, che ha proposto due
nuove sfide: la diffusione della banda larga e nuovi aiuti per le energie
rinnovabili. La Regione ha destinato quasi sette milioni di euro aggiuntivi alla
diffusione della banda larga, mentre sono rimaste invariate le risorse destinate
alle energie rinnovabili costituite da circa 2 milioni di euro.
La tabella sottostante mostra la situazione finanziaria dell’Asse 3 dopo la nuova
ripartizione delle risorse finanziarie all’interno del Programma di Sviluppo
Rurale.
Dati: Regione Emilia-Romagna
Le risorse destinate all’Asse 3 focalizzano l’attenzione sulla creazione di posti di
lavoro, per favorire condizioni di crescita sociale ed economica complessiva del
territorio. Le relative misure sono rivolte allo sviluppo locale integrato,
MISURESPESA
PUBBLICA
SPESA
PRIVATATOTALE
311 Diversificazione in attività non agricole 41.822.009 49.095.000 90.917.009
313 Incentivazione delle attività turistiche 4.267.981 1.829.000 6.096.981
321 Servizi essenziali per l’economia e la pop. rurale 39.642.656 16.990.000 56.632.656
322 Sviluppo e rinnovamento dei villaggi rurali 16.708.050 7.161.000 23.869.050
323 Tutela e valorizzazione del patrimonio rurale 3.864.001 3.864.001
331 Formazione e informazione 3.805.204 951.000 4.756.204
341 Acquisizione competenze e animazione 2.110.044 2.110.044
TOT Asse3 Regione Emilia-Romagna 112.219.945 76.026.000 188.245.945
La Programmazione Provinciale - Asse 3
68
orientato alla diversificazione e alla multifunzionalità e contribuiscono al
miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali nonché allo
sviluppo delle capacità e all’acquisizione di competenze tecniche e
organizzative, con particolare attenzione alle esigenze delle donne e dei
giovani. Tutto ciò, nel lungo periodo porterà ad un vantaggio della fruibilità del
territorio, ad un miglioramento complessivo della vita degli attuali residenti e
ad un beneficio per le future generazioni.
Dai dati regionali si osserva come la concentrazione maggiore di risorse
pubbliche sia destinata alle misure 311 e 321, che presentano investimenti pari
al 37% e 35% circa del totale della spesa pubblica. A seguire la misura 322,
relativa al rinnovamento dei villaggi rurali con il 14%. Infine le altre misure
raccolgono mediamente il 3,5% ognuna.
I dati rilevati, al 31 dicembre 2009, dal Servizio di Valutazione e Monitoraggio
della Regione evidenziano che le risorse destinati dall’Asse 3 alle misure
attivate, sono state pari a circa cinquantove milioni di euro. Il numero di
domande ricevute è stato di 1.184, di cui 628 sono state ammesse, concedendo
contributi per 46.771.637 euro, pari al 49% delle risorse disponibili. Con il 32%
la misura 311, con l’azione 1 destinata agli agriturismi si è dimostrata la più
interessante per le aziende, seguita dalla Misura 322 con il 19% e le azioni 1 e 2
della misura 321. Con il 51% del totale programmato, l’andamento della spesa
risulta essere quello con la percentuale di avanzamento più elevato rispetto agli
altri Assi.
Nel grafico che segue è possibile vedere in dettaglio come i fondi siano stati
ripartiti, per azione e per misura: l’azione 1 della Misura 311 ha catalizzato il
32% degli aiuti totali, mentre il restante 7% è stato destinato all’azione 3. Una
ripartizione più omogenea è stata invece quella della Misura 321, destinando in
media, per le azioni 1 e 2, il 15% del rispettivo totale e il 7% per azione 3.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
69
I CONTRIBUTI CONCESSI
Dati: Regione Emilia-Romagna
Questo andamento conferma che le strategie di sostegno alla creazione di
nuove opportunità economiche, supportano lo sviluppo locale nelle aree
marginali, e stanno andando nella direzione indicata dallo Sviluppo Rurale.
Le modalità interessate da queste politiche di sviluppo, si sono attuate su due
livelli. Nelle aree più deboli si è cercato di sostenere ed incentivare dinamiche di
sviluppo di lungo periodo in modo da poter invertire la tendenza attuale di
abbandono dei territori e, allo stesso tempo, attraverso un miglioramento dei
servizi essenziali alla popolazione, si è voluto incoraggiare la permanenza dei
residenti, aumentando la fruibilità del territorio. Grande importanza, in questa
strategia, è rappresentata dal sostegno alla diversificazione delle attività e
dall’inserimento, nel settore agricolo, di “nuove” forze lavorative, in particolare
giovani e donne. In questo ambito la Politica di Sviluppo Rurale gioca un ruolo
rilevante, anche perché le aree in questione presentano indici di vecchiaia
elevati, non solo per la popolazione residente, ma anche per quella impiegata
nel settore agricolo. Vi è quindi una fondata preoccupazione per la futura
sopravvivenza economica e produttiva dei sistemi economici e sociali che si
trovano in queste aree.
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
311-Az.1 322 321- Az.2 321- Az.1 311-Az.3 321- Az.3 313 311-Az.2
32%
19%
16%14%
7% 7%
4%
0%
Contributi concessi
La Programmazione Provinciale - Asse 3
70
3.3. IL PROGRAMMA RURALE INTEGRATO PROVI NCIALE (PRIP) DI PARMA
I dati disponibili sullo stato di attuazione delle politiche di sviluppo rurale nel
territorio della provincia di Parma, consentono di tracciare, anche se in maniera
parziale, un quadro sullo stato di attuazione delle misure e delle azioni attivate.
La tabella che segue riporta, in sintesi per i tre assi, lo stato di avanzamento dei
finanziamenti erogati nell’ambito del PSR al 30 novembre 2008.
ASSE QUOTA FEASR SPESA PUBBLICA TRASCINAMENTI
ASSE 1 9.021.972 20.504.483 544.500
ASSE 2 18.979817 43.135.948 15.559.797
ASSE 3 4.878.975 11.088.580
TOTALE 32.880.765 74.729.011 17.104.297
1. ASSE 1. Sono cinque le misure attivate: Mis.111, Mis.112, Mis.114, Mis.121,
Mis.122. Ad esclusione della misura 121, le domande ammesse sono state
finanziate tutte, con una percentuale di spesa che copre quasi il 100% della
dotazione del bando. Il disavanzo è dovuto principalmente alle richieste relative
alla misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”. Le domande
pervenute sono state 192, e di queste, 29 sono state finanziate. Ad ogni
domanda, mediamente, è stato concesso un contributo di oltre 130.000 di
euro.
2. ASSE 2. Anche per il secondo asse le misure attivate sono state cinque, Mis.211,
Mis.214, Mis.215, Mis.216, Mis.221. I fondi stanziati hanno coperto l’87% delle
richieste ricevute, finanziando il 76% delle domande ammissibili. Le richieste per
la misura 221 “Imboschimenti dei terreni agricoli” e la misura 216 “Sostegno agli
investimenti non produttivi” sono state completamente finanziate. La dotazione
del bando per le azioni della misura 214, relativa ai pagamenti agro-ambientali e
La Programmazione Provinciale - Asse 3
71
per la misura 211 “Indennità compensative nelle zone svantaggiate di
montagna”, è riuscita a soddisfare solo il 90% e 60% delle rispettive richieste.
3. ASSE 3 . Le misure attivate nel terzo asse sono sei: Mis.311, Mis.313, Mis.321,
Mis.322, Mis.331, Mis.341 per le quali sono stati destinati fondi per circa undici
milioni di euro. In questa prima fase sono state finanziate 85 domande, per un
valore di oltre 6,3 milioni di Euro. Le misure 311 e 321 hanno raccolto il numero
maggiore di domande ammissibili. Nel dettaglio, per la misura 311 sono state
presentate 50 domande e, con quasi due milioni di Euro ne sono state
finanziate 36. Lo stato di avanzamento della spesa è, quindi, circa il 50% di
quello previsto. Sulla misura 321 sono state 74 le domande ammissibili e 39
ammesse a finanziamento per un importopari a duemilioniottocentomila. Lo
stato di avanzamento di spesa, per questa misura, raggiunge il 62%.
I capitoli successivi esporranno in modo dettagliato lo stato di avanzamento dei
lavori
La Programmazione Provinciale - Asse 3
72
LA RIPARTIZIONE FINANZIARIA NELL’ASSE 1
Le misure attivate per l’Asse sono nove, di cui sei a gestione provinciale e tre
regionale. Nella tabella sottostante sono riportati gli importi per tutte le misure
attivate. Le misure a maggior incidenza finanziaria sono la 121
“Ammodernamento delle aziende agricole”, che ha assorbito oltre il 50% delle
risorse e la 112 “Insediamento dei giovani agricoltori” che impiega il 29% del
totale. L’Asse 1 con un totale di spesa pubblica superiore a venti milioni di euro
impiega circa il 27,5% delle risorse di competenza della provincia.
DETTAGLIO ASSE 1
Note: (1) l’azione n. 2 della misura è di competenza della Regione Emilia Romagna, (2) di competenza della Regione Emilia Romagna, (3) in
territorio Leader può essere gestita dal Gruppo di Azione Locale (GAL)
Nel grafico si può osservare la composizione delle risorse finanziarie. Solo la
Misura 112 presenta trascinamenti. L’incidenza del fondo FEASR è mediamente
del 30%, ma per la misura 132 è vicina al 40%.
ASSE MISURA Quota FEASR Spesa pubblica TrascinamentiIncidenza Spesa
pubblica su Asse
111 (1) 451.098,63 1.025.224,15 5,00%
112 2.706.591,76 5.946.300,07 544.500,00 29,00%
114 360.878,90 820.179,32 4,00%
121 4.601.205,99 10.662.331,16 52,00%
122 721.757,80 1.640.358,64 8,00%
123 (2) - -
124 (2) - -
132 (3) 270.659,18 410.089,66 2,00%
133 (2) - -
Tot. ASSE 1 9.021.972,52 20.504.483,00 544.500,00 100,00%
ASS
E 1
La Programmazione Provinciale - Asse 3
73
LA COMPOSIZIONE DELL’ASSE 1
LA RIPARTIZIONE FINANZIARIA NELL’ASSE 2
Il secondo Asse, con oltre quarantatre milioni di euro di spesa pubblica, utilizza
quasi il 60% delle risorse totali dell’attuale programmazione. Il ruolo più
importante è rivestito delle azioni agro ambientali contrassegnate dalla misura
214. Le misure attivate a livello provinciale sono cinque; la misura 216 può
essere attivata anche attraverso l’approccio Leader.
DETTAGLIO ASSE 2
Note: (2) di competenza della Regione Emilia Romagna, (4) non applicabile in provincia di Parma, (5) in territorio Leader, in parte (solo
azioni specifiche come descritto nei relativi capitoli) può essere gestita dal Gruppo di Azione Locale (GAL)
0% 20% 40% 60% 80% 100%
M. 111
M. 112
M. 114
M. 121
M. 122
M. 132
Composizione Asse 1
FEASR
S.P.
TRASC.
ASSE MISURA Quota FEASR Spesa pubblica TrascinamentiIncidenza Spesa
pubblica su Asse
211 3.795.963,42 8.627.189,60 894.235,00 20,00%
212 (4) - -
214 12.336.881,13 28.038.366,20 14.176.879,00 65,00%
215 854.091,77 2.372.477,14 5,50%
216 (5) 474.495,43 862.718,96 2,00%
221 1.518.385,37 3.235.196,10 1.488.683,00 7,50%
226 (2) - -
227 (2) - -
Tot. ASSE 2 18.979.817,12 43.135.948,00 16.559.797,00 100,00%
ASS
E 2
La Programmazione Provinciale - Asse 3
74
La struttura finanziaria delle risorse di questo Asse vede una composizione più
complessa; infatti, la quota FEASR per la Misura 216 arriva fino al 55%, mentre
nelle restanti, la media è del 45%. In tre misure parte dei fondi è composta
anche da trascinamenti.
COMPOSIZIONE ASSE 2
LA RIPARTIZIONE FINANZIARIA NELL’ASSE 3
Il terzo asse, con una spesa di oltre undici milioni di euro, utilizza il 15% delle
risorse. Sei sono le misure attivate e come suggerito dalla Commissione
Europea, si è preferito concentrare i fondi su un numero minore di misure.
Due sono le misure che assorbono quasi il 77% della disponibilità di aiuti
destinati all’asse e sostengono attività chiave per la programmazione della
Provincia di Parma: la Misura 311 “Diversificazione in attività non agricole” e la
Misura 321 “Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale”.
0% 20% 40% 60% 80% 100%
M. 211
M. 214
M. 215
M. 216
M. 221
Composizione Asse 2
FEASR
S.P.
TRASC.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
75
DETTAGLIO ASSE 3
Note: (2) di competenza della Regione Emilia Romagna, (3) in territorio Leader può essere gestita dal Gruppo di Azione Locale (GAL), (5) in
territorio Leader, in parte (solo azioni specifiche come descritto nei relativi capitoli) può essere gestita dal Gruppo di Azione Locale (GAL)
La Misura 323 è attivata dalla Regione, mentre le Misure 311 e 313 e 322
possono essere gestite in sinergia con l’approccio Leader del GAL di
competenza, che per la provincia di Parma è “SOPRIP – Agenzia per lo sviluppo
rurale”14.
14 SOPRIP nasce nel 1981 con lo scopo di favorire lo sviluppo economico ed imprenditoriale
della provincia di Parma. Negli anni, la società ha ampliato sia i propri settori d’intervento
che l’ambito territoriale, tanto che, ad oggi, SOPRIP si presenta come l’Agenzia di Sviluppo
Locale di riferimento delle province di Parma e Piacenza. SOPRIP è una società per azioni, a
capitale misto e senza fini di lucro, che raccoglie al suo interno le principali forze
economiche ed istituzionali dei due territori. Le azioni di SOPRIP cercano di promuovere
progetti concreti, utilizzando tutte le risorse del territorio, per rispondere ad esigenze
insediative delle PMI promuovendo la tutela della qualità ambientale, l’innovazione nel
rispetto dell’identità locale, l’internazionalizzazione del sistema produttivo e lo sviluppo
delle aree rurali.
ASSE MISURA Quota FEASR Spesa pubblica TrascinamentiIncidenza Spesa
pubblica su Asse
311 (5) 1.744.233,63 3.964.167,35 35,75%
313 (5) 390.318,02 887.086,40 8,00%
321 2.000.379,83 4.546.317,80 41,00%
322 (3) 487.897,52 1.108.858,00 10,00%
323 (2) - -
331 146.369,26 332.657,40 3,00%
341 109.776,94 249.493,05 2,25%
Tot. ASSE 3 4.878.975,20 11.088.580,00 100,00%
ASS
E 3
La Programmazione Provinciale - Asse 3
76
Per quanto concerne la composizione finanziaria delle risorse, la percentuale di
contribuzione del FEASR è identica per tutte le misure ed è pari a circa il 44%.
COMPOSIZIONE ASSE 3
LA RIPARTIZIONE FINANZIARIA NEI 3 ASSI
In quest’ultimo grafico, infine, è rappresentata la ripartizione dei fondi per i tre
Assi. Sono stati volutamente esclusi dal grafico le risorse destinate al quarto
Asse (Leader) e la parte relativa all’assistenza tecnica.
RIPARTIZIONE COMPLESSIVA DEI FONDI NEI 3 ASSI PRINCIPALI
Note: Non viene considerato l’Asse 4 e la quota destinata all’Assistenza Tecnica
La ripartizione delle risorse differisce in modo sostanziale. L’ampia riflessione
scientifica, tecnica e politica, avviata in fase di programmazione, ha portato la
provincia di Parma ad attuare una selezione a favore degli interventi a maggior
valore aggiunto. Le scelte sono state effettuate valorizzando la localizzazione
delle politiche di sviluppo, in funzione della coesione territoriale, attuando una
concentrazione delle risorse su un numero limitato di obiettivi strategici, più
0% 20% 40% 60% 80% 100%
M. 311
M. 313
M. 321
M. 322
M. 331
M. 341
Composizione Asse 3
FEASR
S.P.
ASSE 127,44%
ASSE 257,72%
ASSE 314,84%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Ripartizione dei fondi nei 3 Assi principali
La Programmazione Provinciale - Asse 3
77
vicini alle esigenze della collettività locale. La corretta integrazione dei fondi
prevista dal PRIP, ha consentito di migliorare la complementarità e il
coordinamento delle politiche strutturali e settoriali, mentre la governance
locale, ha permesso di rafforzare la capacità di progettazione degli attori del
territorio.
3.4. L’ASSE 3 NEL PROGRAMMA RURALE INTEGRATO PROVINCIALE DI PARMA
Alle politiche di sviluppo rurale dell’Asse 3 vengono demandati i seguenti
compiti:
- generare opportunità di integrazione del reddito per gli agricoltori
diversificando l’attività;
- accrescere l’attrattività dell’ambiente rurale come sede di residenza e
come spazio fruibile ai visitatori, fornendo e migliorando i servizi essenziali;
- valorizzare e sviluppare il capitale umano in un’ottica di rilancio del
territorio.
Le scelte strategiche, effettuate in fase di programmazione per l’Asse 3, sono
state definite dopo un’accurata analisi e rispondono sia agli obiettivi generali
dell’asse sia ai fabbisogni che alle criticità del territorio, riscontrate in seguito
ad una lunga consultazione effettuata con tutti gli stakeholders15 interessati e
con la provincia di Parma.
La forte spinta generata dall’Asse 3 mira a contrastare il rischio di
marginalizzazione dell’agricoltura nelle aree più disagiate, che, nella provincia
di Parma, sono identificate in collina e montagna. Il “dramma” che colpisce
15 Con il termine stakeholder si individuano i soggetti portatori di interessi nei confronti di
un'iniziativa economica, sia essa un'azienda o un progetto.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
78
queste aree è quello dello sgretolamento del tessuto sociale, che si manifesta
con un progressivo processo di abbandono delle residenze locali ed un
invecchiamento della popolazione presente. Ad aggravare il problema è il
continuo esodo, seppur ultimamente ridimensionato, delle fasce di popolazione
più giovane, che comporta il rischio di perdere non solo un presidio sul
territorio e la tutela del paesaggio, ma anche l’intero patrimonio rurale della
provincia. Un ulteriore limite allo sviluppo di queste aree è l'inadeguatezza dei
canali di commercializzazione dei prodotti legati alle tipicità locali ed il mancato
adeguamento delle aziende e dei sistemi di commercializzazione alle
innovazioni tecnologiche e alle nuove strategie di marketing. Permangono
sempre fra le cause principali di questa situazione, i problemi dei collegamenti
logistici e dei servizi essenziali.
Le aree montane e collinari della provincia conservano, tuttavia, un ricchissimo
valore aggiunto, frutto di tradizioni storiche, culturali e sociali, immerse in aree
ad alta specializzazione produttiva, in cui si sono sviluppati circuiti
enogastronomici che rappresentano, oggi, un vero potenziale di sviluppo. Non a
caso sono proprio questi aspetti su cui il Programma Provinciale punta per
rilanciare il territorio rurale.
Le opportunità che queste aree sono in grado di offrire ad agricoltori, residenti
e turisti, sono in linea con gli obiettivi dell’Asse 3. Attraverso l’attuazione delle
misure, si potrà:
- promuovere la competitività dello spazio rurale, supportandone i processi
di sviluppo in armonia con le risorse locali e diversificando le opportunità,
creando possibilità di reddito aggiuntivo e nuova occupazione, soprattutto
per giovani e donne;
- diversificare ed integrare l’offerta turistica partendo dall’accrescimento
del profilo professionale degli operatori, promuovendo una cultura
dell’ospitalità e dell’accoglienza;
La Programmazione Provinciale - Asse 3
79
- supportare forme agrituristiche ed attività basate sulle risorse ed i prodotti
del territorio quali le risorse ambientali e naturalistiche, il birdwatching, il
turismo fluviale, l’enogastronomia, il cicloturismo, l’ippoturismo, ecc…
Questo processo di rilancio del territorio può però sussistere solo se si
verificano tre condizioni:
- condivisione e partecipazione degli attori locali
- istituzione di partnership e condivisione degli obiettivi
- creazione di una forte sinergia tra le diverse programmazioni provinciali,
regionali e dei GAL.
Lo sviluppo delle aree rurali non può essere realizzato attraverso strategie
autonome e indipendenti, ma è possibile solo attraverso un’azione integrata
che coinvolga le diverse componenti del tessuto economico e sociale.
Elemento essenziale, per orientare le scelte sulle progettualità in grado di
garantire i migliori risultati, è la capacità di progettazione degli attori locali con
la formazione di un partenariato pubblico-privato, che deve diventare punto di
riferimento stabile per la valutazione della domanda di investimenti in un dato
territorio o in una data filiera.
Nella definizione del processo di governance istituzionale, la Provincia di Parma
ha dato molto spazio alla concertazione sia attraverso l’istituzione di
partenariati pubblico privati sia con l’istituzione di enti partecipati ed è riuscita,
negli anni, a trovare soluzioni appropriate a livello locale, capaci di fornire
risposte concrete alla richieste del territorio.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
80
3.5. OBIETTIVI E RISORSE DISPONIBILI
Le misure dell’Asse 3 sono rivolte al superamento degli svantaggi socio-
economici dei comuni ricadenti nelle aree rurali intermedie diversificate e non e
nelle aree rurali con problemi di sviluppo.
Dalla lettura del Programma Rurale Integrato Provinciale di Parma si può
identificare il seguente schema dei macro obiettivi che la Provincia intende
perseguire:
Prima di procedere ad un’analisi dettagliata dello stato di avanzamento delle
misure è importante soffermarsi nuovamente sulla ripartizione delle risorse per
l’Asse 3. L’attuale Programma provinciale prevede la concentrazione delle
risorse delle misure 311 e 321.
Questo perché se da un lato lo sviluppo di una redditizia attività multifunzionale
può agevolare la permanenza e l’attrattività economica di questi luoghi,
dall’altro è necessario provvedere all’attivazione delle variabili sociali,
provvedendo alla realizzazione di servizi pubblici e un sistema di relazioni
sociali, senza le quali l’attuale processo di abbandono non è arginabile.
Miglioramento dell’attrattivitàdei territori rurali
Mantenimento e/o creazione di nuove opportunità
occupazionali nelle aree rurali
Miglioramento delle strutture per favorire la redditività degli
imprenditori agricoli e una migliore fruibilità del territorio
La Programmazione Provinciale - Asse 3
81
Il grafico a “ragnatela” sottostante, riporta la distribuzione delle risorse
dell’Asse.
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE FINANZIARE
€ 249.493
€ 332.657
€ 887.086
€ 1.108.858
€ 3.964.167
€ 4.546.318
100.000
1.000.000
10.000.000
Acquisizione competenze e animazione
Formazione e informazione
Incentivazione delle attività turistiche
Sviluppo e rinnovamento dei villaggi rurali
Diversificazione in attività non agricole
Servizi essenziali per l’economia e la
popolazione rurale
Mis
ura
311
Mis
ura
313
Mis
ura
331
Mis
ura
341
Mis
ura
321
Mis
ura
322
La Programmazione Provinciale - Asse 3
82
4.
LO STATO DI ATTUAZIONE
DELL’ASSE 3
La Programmazione Provinciale - Asse 3
83
4.1. LO STATO DI AVANZAMEN TO FINANZIARIO
STATO DI ATTUAZIONE DELL’ASSE 3 IN PROVINCIA DI PARMA (dati rilevati a Gennaio 2010)
MISURE DESCRIZIONE MISURA RISORSE A
BANDO
CONTRIBUTO
AMMESSO
N. DI
DOMANDE
DIVERSIFICAZIONE
311-1 Agriturismo 1.197.567 1.168.025 14
311-2 Ospitalità turistica 194.050
311-3 Impianti energia 1.064.504 869.382 22
311 TOTALE 2.456.120 2.037.407 36
ATTIVITA’ TURISTICHE
313 Incentivazione delle attività turistiche 532.252 532.252 5
313 TOTALE 532.252 532.252 5
SERVIZI ESSENZIALI
321-1 Acquedottistica 898.175 889.852 13
321-2 Viabilità rurale 881.542 865.236 23
321-3 Produzione di Energia da biomassa 948.074 948.073 3
321 TOTALE 2.727.791 2.703.161 39
RINNOVO VILLAGGI
322 Sviluppo e rinnovamento villaggi 665.315 578.669 5
322 TOTALE 665.315 578.669 5
FORMAZIONE
331 Formazione e informazione operatori economici 200.000 200.000
331 TOTALE 200.000 200.000
ANIMAZIONE TERRITORIALE
341 Animazione e acquisizione competenze - 246.000
341 TOTALE - 246.000
Totale Asse 3 6.581.478 6.297.489 85
La Programmazione Provinciale - Asse 3
84
Le risorse messe a bando in questa prima tornata, hanno superato i sei milioni e
mezzo di euro, con 85 domande ammesse al finanziamento. I fondi stanziati
sono stati utilizzati per il 97%. Il numero maggiore di richieste soddisfatte sono
relative alla misura 311 (mediamente 74.000 di euro per azienda) e alla misura
321 (mediamente 70.000 di euro per azienda). I Grafici 1 e 2 evidenziano, in
modo aggregato, le domande ammesse e finanziate, gli importi richiesti e il
finanziamento totale. Sono escluse dal computo le domande e i fondi destinati
alla formazione e all’animazione territoriale, in quanto queste due misure
seguono un iter differente.
GRAFICO 1 GRAFICO 2
GRAFICO 3 GRAFICO 4
85
137
0
20
40
60
80
100
120
140
160
N° di Domande
DOMANDE FINANZIATE DOMANDE AMMISSIBILI
5.851.492
9.233.793
0
2000000
4000000
6000000
8000000
10000000
Importo
DOMANDE FINANZIATE DOMANDE AMMISSIBILI
0
10
20
30
40
50
60
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Provincia
58
43
3642
27
16
DOMANDE AMMISSIBILI DOMANDE FINANZIATE
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Provincia
3.417.6203.265.902
2.550.272
2.557.869
2.294.654
998.968
DOMANDE AMMISSIBILI DOMANDE FINANZIATE
La Programmazione Provinciale - Asse 3
85
I Grafici 3 e 4 consentono di osservare la provenienza aggregata delle domande
ricevute, delle risorse richieste e stanziate per area geografica. La Comunità
Montana delle Valli del Taro e del Ceno è ha formulato il maggior numero di
richieste (58) ed ha erogato finanziamenti per oltre due milioni e mezzo di euro,
per le 42 domande ammesse. La Comunità Montana Unione dei Comuni Parma
Est ha ammesso quarantatre domande, per un importo di circa tremilioni e
duecentomila euro ne ha, però finanziate solo ventisette per
duemilionietrecentomila Euro. Infine l’area provinciale, che per priorità di
intervento è secondaria, ha presentato trenasei domande ammissibili, di cui
solo sedici sono state finanziate, per un valore complessivo di quasi un milione
di euro. Nel grafico a torta che segue è possibile osservare la distribuzione delle
domande ammesse. La quota maggiore si concentra nelle misure 311, con 37
domande, e nella 321 con 39 , per un totale di 75 domande. Sulle restanti
misure sono state presentate dieci domande. Non sono riportati i dati relativi
alla misura 341 “Animazione e acquisizione di competenze”, che viene attuata
attraverso l’autorizzazione ricevuta da parte della regione Emilia-Romagna. La
misura 331 finanzia cinque interventi di formazione.
DOMANDE AMMESSE
Misura 31137
Misura 3224
Misura 3135
Misura 3315
Misura 32140
Domande ammese
La Programmazione Provinciale - Asse 3
86
Il grafico che segue, illustra le risorse impiegate fino ad ora sul totale della
programmazione per l’intero periodo dell’Asse 3. Ad oggi, si è utilizzato il 57%
del totale disponibile (11.088.580 euro). La percentuale media di utilizzo delle
risorse destinate per singola misura oscilla tra 50% e 60%, escludendo la misura
341 che ha già impegnato il 99% dei fondi ad essa destinati.
RISORSE IMPIEGATE E RISORSE ANCORA DISPONIBILI
Dai dati emersi si nota il “buon” andamento nell’avanzamento della spesa, e si
può evidenziare il fatto che tutte le misure attivate hanno trovato un buon
riscontro nell’interesse degli agricoltori e del mondo agricolo.
€ 2.079.045
€ 532.252
€ 2.778.071
€ 516.915
€ 200.000
€ 246.000
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Misura 311
Misura 313
Misura 321
Misura 322
Misura 331
Misura 341
Risorse impiegate e risorse ancora disponibili
CONTRIBUTO AMMESSO
La Programmazione Provinciale - Asse 3
87
4.2. LA RIPARTIZIONE DEI F INANZIAMENTI NEI COMUNI
Nella mappa sottostante è riportata l’incidenza degli aiuti concessi a livello
comunale. Per agevolare la lettura sono state utilizzate quattro gradazioni di
colore per indicare le diverse entità dei contributi concessi. Si noti come l’area
del crinale, in particolare nei comuni di Monchio delle Corti, Palanzano e Borgo
Val di Taro, risulta essere quella che ha ricevuto i maggiori benefici. In questi
comuni il valore dei finanziamenti stanziati è superiore rispetto al restante
territorio provinciale. L’effetto di polarizzazione per le domande presentate da
aziende che ricadono nelle aree rurali intermedie e nelle aree rurali con
problemi di sviluppo emerge, in linea di massima, in tutta la regione ed è
l’effetto diretto dell’applicazione delle priorità di territorializzazione previste
per ogni misura sia dal PSR sia dal PRIP.
CONTRIBUTI CONCESSI PER COMUNE
Fonte: Regione Emilia Romagna – Rapporto 2009
La Programmazione Provinciale - Asse 3
88
Le domande ammesse al finanziamento, per la Provincia di Parma,
rappresentano il 16% del totale delle domande ammesse a livello regionale e,
dal momento che la media regionale è intorno all’11%, il risultato ottenuto è
più che lusinghiero. Il discorso è analogo se si analizzano i dati concernenti i
contributi concessi, dove la provincia di Parma si è posizionata al livello più
elevato, con una percentuale dei contributi concessi pari al 14% del totale
regionale. La media regionale, anche in questo caso, è stata circa dell’11%.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
89
5.
FINANZIAMENTI DI MISURE E
AZIONI IN DETTAGLIO
La Programmazione Provinciale - Asse 3
90
5.1. M ISURA 311 – LA DIVERSIFICAZIONE I N ATTIVITÀ NON AGRIC OLE
5.2. OBIETT IVI STRATEGICI E OPERATIVI
31
1
Gli obiettivi della Misura
Aumento della redditività degli imprenditori agricoli
Migliorare la fruibilità del territorio
Gli obiettivi operativi
Azione 1- Agriturismo: ristrutturazione di fabbricati rurali e spazi aperti e acquisto
attrezzature da destinare all’attività agrituristica e didattica
Azione 2 – Ospitalità turistica: recupero di fabbricati rurali abitativi storici o tipici da
destinare all’ospitalità turistica
Azione 3 – Impianti per energia da fonti alternative: interventi per la costruzione di
impianti volti alla produzione, utilizzazione e vendita di energie e/o calore di potenza
massima di 1MW
5.2.1. DESCRIZIONE DELLA MISURA
La diversificazione delle attività agricole nasce dalle mutate esigenze del
mercato degli ultimi anni che hanno spinto le aziende agricole a rivedere le
scelte strategiche sino ad ora adottate, spingendole alla ricerca di nuova
redditività. La Politica Comunitaria, attraverso differenti misure, supporta
questo percorso, che intravede all’interno dei processi di produzione di beni e
servizi secondari, diverse opportunità capaci di garantire la sostenibilità
economica di un territorio. La misura 311, in particolare, concorre al
La Programmazione Provinciale - Asse 3
91
raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici: “Integrazione del reddito
dell'imprenditore agricolo” e “Accrescimento dell’attrattività dell’ambiente
rurale come sede di investimenti e residenza”. Le azioni attivate dalla misura
311 sono tre:
Incentivi per attività agrituristiche che integrano l’offerta turistica del territorio,
valorizzandone l’ambiente rurale e naturale e i prodotti alimentari con forti
legami e tradizioni. Il recupero degli immobili, con la conseguente apertura di
un’attività, diventa un “presidio territoriale” in grado di migliorare la fruibilità di
tutta la zona;
Incentivi per la ristrutturazione di fabbricati rurali abitativi storici o tipici
destinati alla realizzazione di alloggi e prima colazione, per ospitalità turistica.
Queste strutture offrono l’opportunità di intercettare l’attuale e crescente
richiesta di turismo rurale a piccole aziende famigliare che non sono in grado di
effettuare investimenti elevati;
Incentivi per avere energia da fonti alternative, che prevedono investimenti
destinati alla realizzazione di impianti per la produzione, l’utilizzazione e la
vendita di energia e/o calore di potenza massima di 1MW. Si intende, in questo
modo, contribuire alla razionalizzazione e all’ottimizzazione del sistema
energetico regionale e al miglioramento dei servizi alle popolazioni rurali;
La Programmazione Provinciale - Asse 3
92
LE AREE DI INTERVENTO
Nella tabella sottostante vengono riportate le aree territoriali ammissibili al
finanziamento definite nel PRIP:
AZIONE AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
1 SI SI SI
2 NO NO SI
3 SI SI SI
Le priorità, oltre a quelle territoriali sopra elencate, sono fornite dagli interventi
proposti da giovani imprenditori e/o da beneficiari donne e dalla tipologia di
intervento che incrementeranno l’attività.
I bandi per la misura 311 hanno avuto un ottimo riscontro da parte delle
aziende agricole, anche perché attraverso le azioni attivate, l’agricoltura
provinciale è stata messa in evidenza per le caratteristiche strutturali,
paesaggistiche, ambientali e sociali che si prestano alla valorizzazione
dell’attività primaria, in un’ottica di diversificazione e multifunzionalità. In
generale, negli ultimi anni, si è osservato come la multifunzionalità e la
diversificazione produttiva siano due elementi chiave nel processo di
innovazione in atto nel settore agricolo.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
93
5.1.3 AZION E 1
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 311 Azione 1 - “Agriturismo”
E’ riconosciuto il seguente ordine prioritario territoriale degli interventi:
1) area rurale con problemi complessivi di sviluppo
2) area rurale intermedia
3) area rurale ad agricoltura specializzata
Si interverrà nell’area ad agricoltura specializzata solo se saranno esaurite le domande di contributo
presentate per interventi nell’area rurale con problemi complessivi di sviluppo e nell’area rurale
intermedia. In tal caso sarà comunque assicurata priorità alle aziende strutturalmente ed
economicamente più deboli che necessitano di diversificazione.
Le priorità, oltre a quelle territoriali sopra elencate, sono date dagli interventi proposti da giovani
imprenditori e/o da beneficiari donne e dalla tipologia di intervento che incrementeranno l’attività di
ospitalità
Viene concesso un aiuto nella misura massima del 45% della spesa ammessa per gli interventi realizzati
nei sottostanti ambiti territoriali, a motivo della loro ruralità e valenza agrituristica:
1) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
2) Aree protette e siti della Rete Natura 2000, indipendentemente dalla loro ubicazione.
Nelle aree rurali intermedie, per gli interventi realizzati fuori dagli ambiti territoriali di cui al precedente
punto, l’aiuto è concesso nella misura massima del 40% della spesa ammessa.
Nelle aree rurali ad agricoltura specializzata, per gli interventi realizzati fuori dagli ambiti territoriali di
cui al citato punto, l’aiuto è concesso nella misura massima del 35% della spesa ammessa.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
94
In questa prima tornata dei bandi sono state presentate ventotto domande
ammissibili, che hanno beneficiato di una dotazione finanziaria superiore ai 2,2
milioni. Come è possibile osservare nel Grafico 1, le domande presentate in
ambito provinciale rappresentano la quota più elevata di tutte le zone
interessate. Nel Grafico 2 è riportata l’incidenza percentuale del numero di
domande finanziate per provenienza dalle aree territoriali. Le domande
finanziate sono state in totale quattordici: nove provengono dall’area della
Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno, una dalla Provincia di Parma
e le restanti quattro dalla Comunità Montana Unione dei Comuni Parma Est.
GRAFICO 1 GRAFICO 2
La quota maggiore, pari al 64% del totale, è stata assorbita dalla Comunità
Montana delle Valli del Taro e del Ceno. La somma complessiva utilizzata per la
misura 311, azione 1 è di circa un milione e centosettantamila euro.
36%
43%
21%
42%
38%
20%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 7%
CM Taro Ceno 64%
CM Parma Est 29%
Provenienza domande finanziate
La Programmazione Provinciale - Asse 3
95
GRAFICO 3 GRAFICO 4
Il 54% dei fondi è stato destinato all’area della Comunità Montano delle Valli
del Taro e del Ceno, il 30% alla Comunità Montana Unione di Comuni Parma Est
ed il restante 16% all’area provinciale. L’importo medio dei finanziamenti è
stato di circa ottantamila euro, con un unica eccezione nell’area riguardante la
provincia di Parma pari a centottantotamila euro.
5.1.4. AZIONE 2
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 311 Azione 2 - “Ospitalità rurale”
Nelle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo, che è l’unica area nella quale può essere attivata
l’azione, è riconosciuta priorità agli interventi realizzati nei territori dei Comuni interessati
da:
1) Itinerari enogastronomici riconosciuti ai sensi della Legge Regionale n. 23/00
2) “Grande Ippovia Appennino Emilia Romagna” di cui alla Iniziativa Comunitaria Leader +
Tali priorità sono dettate dalla necessità di promuovere la progettazione integrata territoriale
turismo/agricoltura. Le priorità, oltre a quelle territoriali sopra elencate, sono date dagli interventi
proposti da giovani imprenditori e/o da beneficiari donne.
-
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
188.070
632.890
347.066
Importi finanziati per area
-
50.000,00
100.000,00
150.000,00
200.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
96
Le domande presentate per questa azione sono state tre, per un importo
complessivo di centodiecimila euro. Nessuna domanda è stata però ammessa al
finanziamento perché le aziende agricole erano prive di alcuni requisiti
essenziali.
5.1.5. AZIONE 3
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 311 Azione 3 - “Impianti per energia da fonti alternative”
E’ riconosciuto il seguente ordine prioritario territoriale degli interventi:
1) area rurale con problemi complessivi di sviluppo
2) area rurale intermedia
Si interverrà nell’area ad agricoltura specializzata solo se saranno esaurite le domande di contributo
presentate per interventi nell’area rurale con problemi complessivi di sviluppo e nell’area rurale
intermedia. In tal caso sarà comunque assicurata priorità alle aziende strutturalmente ed
economicamente più deboli che necessitano di diversificazione.
Come ulteriore livello di priorità si terrà conto della tipologia di intervento considerando prioritari gli
impianti alimentati da biomasse agricole e forestali in modo direttamente proporzionale alla
provenienza aziendale di queste ultime. I progetti sono comunque valutati anche sulla base del
rendimento energetico.
L’azione 3, in questa tornata di bandi, è risultata molto interessante per le
aziende: le domande presentate sono state ventidue, tutte ammesse al
finanziamento. Undici provenienti dal territorio provinciale, dieci dalla
Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno e una dalla Comunità
Montana Unione dei Comuni Parma Est. Le domande presentate sono state
tutte ammesse al finanziamento.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
97
GRAFICO 1 GRAFICO 2
Le domande provenienti dalla Comunità Montana delle Valli del Taro e del
Ceno, anche su questa azione, hanno catalizzato l’importo maggiore di risorse:
quasi cinquecentoventicinque euro, con un importo medio di finanziamento per
domanda di cinquantadue euro. Ben quattro le domande finanziate nel solo
comune di Borgo Val di Taro.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
50%
45%
5%
39%
60%
1%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 50%
CM Taro Ceno 45%
CM Parma Est 5%
Provenienza domande finanziate
-
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
336.465
524.917
8.000
Importi finanziati per area
-
10.000,00
20.000,00
30.000,00
40.000,00
50.000,00
60.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
98
5.2 M ISURA 313 – INCENTIVAZIONE DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE
5.2.1 OBIETTIVI STRATEGICI E OPERA TIVI
31
3
Gli obiettivi della Misura
Integrazione del reddito dell'imprenditore agricolo attivando sinergie con i percorsi
turistici ed enogastronomici presenti sul territorio
Promuovere l’ambiente rurale come sede di investimenti e di residenza interessanti
dal punto di vista economico e sociale
Gli obiettivi operativi
Interventi di realizzazione e valorizzazione degli itinerari turistici ed enogastronomici
Supporto alla creazione di una rete di servizi turistici pubblici e/o privati per la
promozione dei territori interessati dagli itinerari
5.2.2 DESCRIZIONE DELLA MISURA
La misura sostiene la diversificazione delle attività agricole, attraverso
l’inserimento e il mantenimento delle aziende in circuiti turistici, in sinergia con
le imprese del settore commerciale, artigianale, con enti pubblici, associazioni e
altri soggetti, al fine di creare una rete qualificata di servizi turistici, nonché la
promozione e la vendita di prodotti tipici e locali. Sono previsti interventi per la
realizzazione e implementazione di itinerari turistici ed enogastronomici
riconosciuti dalla Regione in attuazione della legge regionale n. 23/2000.
Gli interventi che possono essere finanziati sono: la predisposizione di ambienti
per la conoscenza e la degustazione di prodotti tipici locali, l'acquisto e
l’installazione di segnaletica stradale e turistica, il recupero di fabbricati rurali
La Programmazione Provinciale - Asse 3
99
posti lungo gli itinerari, da destinare a centri di formazione/informazione e
piccola ricettività (rifugi escursionistici, ostelli e locande), nonché la
progettazione, realizzazione e commercializzazione di servizi turistici coerenti
con gli obiettivi della legge regionale n. 23/2000.
LE AREE DI INTERVENTO .
Nella tabella sottostante vengono riportate le aree territoriali ammissibili al
finanziamento definite nel PRIP.
MISURA 313 AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
SI* SI* SI*
*NOTA:
E’ importante sottolineare che questa misura si applica in tutte le fasce
altimetriche, ma limitatamente ai comuni attraversati dagli itinerari
enogastronomici riconosciuti ai sensi della Legge Regionale n. 23/00. Per la
provincia di Parma i territori interessati saranno esclusivamente i seguenti:
Strada del Culatello di Zibello: Busseto, Colorno, Fontanellato, Polesine
Parmense, Roccabianca, San Secondo Parmense, Sissa, Soragna, Zibello.
Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli: Bardi, Calestano, Collecchio, Corniglio,
Felino, Fornovo Taro, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Neviano degli Arduini,
Palanzano, Sala Baganza, Tizzano Val Parma, Varano de’ Melegari, Varsi.
Strada del Fungo Porcino di Borgotaro: Albareto, Bedonia, Berceto, Borgo Val di
Taro, Compiano, Tornolo.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
100
5.2.3. L’ INTERVEN TO
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 313 - “Incentivazione delle attività turistiche”
Per tutti gli interventi l’aiuto è concesso nella misura massima del 70% della spesa ammissibile che non
può superare l’importo di 250.000,00 euro.
Gli interventi proposti da enti locali ed enti di gestione dei parchi devono essere realizzati
nell’ambito di una programmazione concordata con i soci dell’itinerario interessato.
E’ riconosciuto il seguente ordine prioritario territoriale degli interventi:
1) area rurale con problemi complessivi di sviluppo
2) area rurale intermedia
3) area rurale ad agricoltura specializzata
Come ulteriore livello di priorità si terrà conto degli interventi che prevedono la realizzazione di
strutture per la conoscenza e la degustazione dei prodotti tipici, tradizionali e locali e di punti
informativi dell’itinerario enogastronomico interessato.
Le domande presentate per la misura 313 sono state in totale cinque, finanziate
quasi per l’intero importo. Tre domande provengono dall’area provinciale,
mentre le restanti fanno riferimento alla Comunità Montana Unione dei
Comuni Parma Est e alla Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno. I
trecenosessantaseimila euro destinati per questa misura (circa il 70% del valore
complessivo) sono stati assegnati ad aziende che ricadono in area provinciale.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
101
GRAFICO 1 GRAFICO 2
Le Comunità Montane hanno avuto a disposizione circa cenosessaseimila euro
in totale, e la quota maggiore è stata assegnata alla Comunità Montana Unione
dei Comini Parma Est. L’importo medio finanziato per Provincia e Comunità
Montana Unione dei Comini Parma Est ha ottenuto un importo pari a
centoventicinquemila euro. Inferiore quello della Comunità Montana delle Valli
del Taro e del Ceno che è di circa quarantamila euro.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
Nella successiva tabella sono stati riportati, in dettaglio, gli interventi effettuati
nelle Strade dei Sapori o nei territori ad esse attinenti.
60%
20%
20%
69%
7%
24%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 60%
CM Taro Ceno 20%
CM Parma Est 20%
Provenienza domande finanziate
-
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
366.314
37.592
128.346
Importi finanziati per area
-
20.000,00
40.000,00
60.000,00
80.000,00
100.000,00
120.000,00
140.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
102
INTERVENTI EFFETTUATI
COMUNE / ENTE DETTAGLIO
ASSOCIAZIONE STRADA DEL
PROSCIUTTO E DEI VINI DEI COLLI
Acquisto di segnaletica stradale e turistica
Acquisto di attrezzature informatiche
Promozione e commercializzazione servizi
COMUNE DI BEDONIA Recupero e ristrutturazione fabbricati della scuola di
Anzola e allestimento locali
ASSOCIAZIONE STRADA DEL
CULATELLO DI ZIBELLO
Ristrutturazione fabbricato esistente per allestimento
centro formazione didattica
CONSORZIO PARCO FLUVIALE
REGIONALE DEL TARO
Attrezzatura ed equipaggiamenti per l’allestimento
Museo del Pomodoro
La Programmazione Provinciale - Asse 3
103
5.3 M ISURA 321 – INVESTIMENTI PER SERVIZI ESSENZIALI ALL ’ECONOMIA E ALLA
POPOLAZIONE RURALE
5.3.1.OBIETTIVI STRATEGICI E OPERA\TIVI
32
1
Gli obiettivi della Misura
La Misura si prefigge di potenziare, migliorare e creare infrastrutture e strutture
idonee a potenziare l’attività agricola, in particolare nelle aree collinari e montane
lontane dai grandi centri di fondovalle, dove si presentano più carenti queste
infrastrutture
Integrazione del reddito dell'imprenditore agricolo
Migliorare l’attrattività dell’ambiente rurale
Gli obiettivi operativi
Azione 1 - Ottimizzazione della rete acquedottistica rurale: realizzazione di interventi di
miglioramento della gestione sostenibile delle risorse idriche nelle aree rurali con
problemi complessivi di sviluppo e nelle aree rurali intermedie
Azione 2 – Miglioramento della viabilità rurale locale: interventi di recupero e
miglioramento complessivo della viabilità rurale
Azione 3 – Realizzazione di impianti pubblici per la produzione di energia da biomasse
locale: realizzazione di impianti per destinati alla produzione e all’utilizzazione di energia
Azione 4 – Reti tecnologiche di informazione e comunicazione (ICT): NUOVA SFIDA
ATTUATA DALLA REGIONE A SEGUITO DELL’HEALTH CHECK: Realizzazione di
infrastrutture di proprietà pubblica per il superamento del digital divide nelle Aree C e D.
Sostegno agli utenti per l’accesso alle tecnologie satellitari nelle zone in cui gli interventi
infrastrutturali sono scarsamente sostenibili economicamente
La Programmazione Provinciale - Asse 3
104
5.3.2.DESCRIZIONE DELLA MISURA
Questa misura, attraverso le azioni 1 e 2, si pone come obiettivo trasversale di
contrastare i principali problemi che condizionano negativamente la presenza
delle popolazioni nelle aree marginali, quali la mancanza o l’insufficienza di
infrastrutture e di servizi minimi di fornitura e gestione della risorsa acqua.
L’azione 3 risponde, invece, alla necessità di diversificare le opportunità di
reddito per le aziende agricole e di ottimizzare le risorse territoriali, sfruttando
la disponibilità di biomasse vegetali, per promuovere un approvvigionamento
energetico sostenibile. L’azione 4, infine, si propone di promuovere reti
tecnologiche di informazione e comunicazione (ICT) nel territorio rurale. Questa
azione viene realizzata in stretto coordinamento e sinergia con il Piano
nazionale per l’abbattimento del digital divide, per superare gli ostacoli alla
diffusione dell’ICT in maniera uniforme sul territorio e consentire l’inclusione
della popolazione rurale nella Società dell'Informazione.
LE AREE DI INTERVENTO
AZIONE AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
1 NO SI SI
2 NO SI SI
3 NO SI SI
La Programmazione Provinciale - Asse 3
105
5.3.3.AZIONE 1
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 321 Azione 1 - “Ottimizzazione rete acquedottistica rurale”
E’ riconosciuta la seguente priorità territoriale:
1) interventi realizzati nell’area rurale con problemi complessivi di sviluppo con priorità al territorio
della Comunità Montana Unione di Comuni Parma Est
2) interventi realizzati nell’area rurale intermedia con priorità al territorio della Comunità Montana
Unione dei Comuni Parma Est.
Delle quindici domande ammissibili pervenute, otto provengono dalla Comunità
Montana delle Valli del Taro e del Ceno, sei dalla Comunità Montana Unione di
Comuni Parma est e la restante dall’area provinciale. L’ammontare dell’importo
dei finanziamenti richiesti è stato di circa quattrocentotrentacinquemila euro
per ognuna delle Comunità Montane. In fase di istruttoria due domande non
sono entrate in graduatoria, quindi il finanziamento è stato concesso a tredici
domande.
GRAFICO 1 GRAFICO 2
7%
53%
40%
11%
44%
45%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 8%
CM Taro Ceno 46%
CM Parma Est 46%
Provenienza domande finanziate
La Programmazione Provinciale - Asse 3
106
La Comunità Montana Unione di Comuni Parma Est è quella che ha ricevuto
l’importo più alto, poiché l’importo richiesto è stato totalmente finanziato. Alla
Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno sono stati destinati circa
trecentoquarantacinquemila euro, pari al 39% del totale delle risorse stanziate.
Per quanto riguarda l’importo medio finanziato per la Comunità Montana
Unione di Comuni Parma Est la cifra è di circa settantaduemila euro a domanda,
mentre per la Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno l’entità è circa
cinquantasettemila euro a domanda. L’unica domanda finanziata, per l’area
provinciale, ha ottenuto circa centoottomila euro.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
Come previsto dagli obiettivi dell’azione i molteplici interventi sono stati rivolti
al finanziamento di numerose ristrutturazioni e rifacimenti della rete idrica
locale e dei serbatoi di raccolta delle acque, nonché allla realizzazione di un
nuovo impianto di trattamento acque. I beneficiari degli aiuti, collocati ognuno
nelle tre aree territoriali sono state le società Enia S.p.A., Montagna 2000 S.p.A.
ed Emiliambiente S.p.A..
-
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
450.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
108.119
344.848
436.885
Importi finanziati per area
-
20.000,00
40.000,00
60.000,00
80.000,00
100.000,00
120.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
107
5.3.4.AZIONE 2
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 321 Azione 2 - “Viabilità rurale”
Priorità riconosciute dalla misura:
1) interventi realizzati nelle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo con priorità al territorio
della Comunità Montana Unione dei Comuni Parma Est
2) interventi realizzati nell’area rurale intermedia con priorità al territorio della Comunità Montana
Unione dei Comuni Parma Est
Come ulteriore livello di priorità si terrà conto degli interventi sulle strade che interessano il maggior
numero di utenti ed in particolare di imprenditori agricoli. Da ultimo è riconosciuta priorità gli interventi
che prevedono, nella fase realizzativa, l’affidamento diretto dei lavori ad imprenditori agricoli della
zona.
L’azione 2 della misura 321 raccoglie il numero maggiore di domande
finanziate: ventritre su un totale di cinquantadue. Le richieste di finanziamento
sono pervenute sia dalla provincia sia dalle Comunità Montane ma i fondi sono
stati destinati alle seconde che, per priorità territoriale, hanno precedenza sulla
restante area provinciale.
GRAFICO 1 GRAFICO 2
15%
44%
40%
22%
41%
37%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 0%
CM Taro Ceno 57%
CM Parma Est 43%
Provenienza domande finanziate
La Programmazione Provinciale - Asse 3
108
Come evidenziato dai grafici 1 e 2 la percentuale di domande finanziate della
Comunità Montana Unione di Comuni Parma Est è stata del 43%, mentre per la
Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno è il 57%. In quest’area è stato
destinato l’importo complessivo maggiore (circa 474.000 euro).
Il numero maggiore di interventi interesserà il comune di Borgo Val di Taro che
da solo utilizzerà il 45% delle risorse assegnate. Nel grafico 4 si osserva come
l’importo medio finanziato per domanda nelle due Comunità Montane è
pressoché identico ed ammonta a circa 37.500 euro.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
Segue un dettaglio degli interventi che saranno attuati per il miglioramento
della viabilità rurale.
-
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
450.000
500.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
-
473.886
391.350
Importi finanziati per area
-
5.000,00
10.000,00
15.000,00
20.000,00
25.000,00
30.000,00
35.000,00
40.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
109
INTERVENTI EFFETTUATI
COMUNE STRADE VICINALI
ESISTENTI /Km
STRADE VICINALI OGGETTO
DELL’INTERVENTO /Km
PALANZANO 250 9,00
TIZZANO VAL DI PARMA 239 2,35
MONCHIO DELLE CORTI 150 0,85
BARDI 100 3,05
BEDONIA 100 1,00
BERCETO 274 2,30
BORGO VAL DI TARO 100 4,23
BORE 15 9,40
COMPIANO 250 1,00
La Programmazione Provinciale - Asse 3
110
5.3.5.AZIONE 3
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 321 Azione 3 - “Impianti pubblici per la produzione di energia da biomassa locale”
E’ riconosciuta la priorità territoriale agli interventi nelle aree rurali con problemi complessivi di
sviluppo.
Viene inoltre riconosciuta una precedenza progettuale agli interventi che hanno come obiettivo la
realizzazione di impianti di produzione di energia alimentati con biomassa agricola o forestale di
provenienza locale. I progetti sono valutati anche sulla base del rendimento energetico.
Le domande presentate per l’Azione 3 “Realizzazione di impianti pubblici per la
produzione di energia da biomassa locale” provengono per il 67% dalla
Comunità Montana Unione dei Comuni Parma Est che ha richiesto interventi
per circa un milione di euro. Delle sette domande ammissibili ne sono state
finanziate tre: due per l’area della Comunità Montana Unione dei Comuni
Parma Est e una della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno. Non
sono invece finanziate le due domande per l’area provinciale.
GRAFICO 1 GRAFICO 2
29%
14%
57%
7%
25%
68%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 0%
CM Taro Ceno 33%CM Parma Est
67%
Provenienza domande finanziate
La Programmazione Provinciale - Asse 3
111
I finanziamenti stanziati ammontano in totale a quasi un milione di euro, due
terzi finanziano gli interventi nella Comunità Montana Unione dei Comuni
Parma Est e il restante l’intervento nella Comunità Montana delle Valli del Taro
e del Ceno.
Come si può osservare nel grafico 4 l’importo medio per i tre finanziamenti si
attesta sui trecentoventimila euro. Gli interventi sono stati realizzati nel
Comune di Borgo Val di Taro, Monchio delle Corti e Palanzano.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
La tabella successiva dà un dettaglio del totale degli investimenti e si può
notare come i finanziamenti sono destinati alla realizzazione di nuovi impianti
volti a migliorare i servizi alla popolazione; in particolare una centrale termica
per l’ospedale e la creazione due nuovi impianti energetici.
-
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
-
350.000
598.074 Importi finanziati per area
-
50.000,00
100.000,00
150.000,00
200.000,00
250.000,00
300.000,00
350.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
112
INTERVENTI EFFETTUATI
ENTE /
RAGIONE SOCIALE COMUNE
TIPO
INVESTIMENTO
POTENZA
KW
AZIENDA USL
DI PARMA BORGOTARO
Centrale termica a cippato a servizio
dell'ospedale di Borgo Val di Taro 700
COMUNE DI
PALANZANO PALANZANO
Polo energetico per la produzione di
energia elettrica e termica tramite fonti di
energia rinnovabile - sezione
teleriscaldamento
600
COMUNE
MONCHIO DELLE
CORTI
MONCHIO
Impianto produzione di energia termica
alimentato a cippato di legna a servizio di
edifici comunali con rete di
teleriscaldamento
928
La Programmazione Provinciale - Asse 3
113
5.4.M ISURA 322 - SVI LUPPO E RINNOVAMEN TO DEI VILLAGGI
5.4.1.OBIETTIVI STRATEGICI E OPERATIVI
32
2
Gli obiettivi della Misura
Promuovere il recupero, la tutela e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e
storico-culturale del mondo rurale
Sviluppo di un’immagine gradevole delle zone rurali con finalità collettive, turistico-
culturali e di servizio.
Sostenere la popolazione rurale e lo sviluppo diversificato delle aziende agricole in
attività multifunzionali e agrituristiche
Accrescimento dell’attrattività ambiente ed integrazione del reddito
dell'imprenditore agricolo
Gli obiettivi operativi
Interventi di recupero di edifici rurali da adibirsi ad attività collettive, turistico-culturali e
di servizio
Interventi di recupero di elementi di interesse comune quali: corti, accessi, fontane,
pozzi, lavatoi, ecc.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
114
5.4.2.DESCRIZIONE DELLA MISURA
La Misura intende riqualificare e rendere fruibile il patrimonio edilizio tipico e
con esso la cultura e le tradizioni locali, fornendo un’ opportunità di sviluppo
per il consolidamento del reddito delle popolazioni locali. Si sovvenzioneranno
perciò spese per il recupero di borghi ed edifici rurali tipici da adibirsi ad attività
collettive, turistico-culturali e di servizio tramite risanamento conservativo; la
sistemazione e l’adeguamento di fabbricati rurali per la creazione di siti di
sosta, di degustazione dei prodotti locali; l’illustrazione del territorio lungo
percorsi di interesse turistico, agrituristico ed enogastronomico; la proposizione
e l’illustrazione di procedimenti tradizionali di lavorazione dei prodotti agricoli e
artigianali locali. Inoltre saranno finanziate le ristrutturazioni di fabbricati e
strutture rurali di interesse storico e/o culturale al fine di valorizzarne il valore
turistico con annessa commercializzazione dei prodotti tipici locali. Infine
vengono finanziate anche le spese per la predisposizione in edifici rurali tipici
dei servizi mancanti (accesso, reti idriche, reti elettriche, reti telefoniche e
informatiche, raccolta delle acque reflue, ecc.) e tutte le spese atte al recupero
di strutture a uso collettivo (forni, lavatoi, corti comuni, ecc.).
LE AREE DI INTERVENTO .
AZIONE AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
- NO SI SI
La Programmazione Provinciale - Asse 3
115
5.4.3.L’ INTERVENTO
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”
E’ riconosciuto il seguente ordine prioritario territoriale degli interventi:
1) area rurale con problemi complessivi di sviluppo
2) area rurale intermedia
Fatta salva la priorità territoriale sopra indicata è riconosciuta priorità progettuale agli interventi che
hanno come obiettivo il recupero di fabbricati e strutture rurali di interesse storico e/o culturale ai fini
della valorizzazione, commercializzazione e lavorazione dei prodotti tipici o locali e delle attività
connesse.
Per quanto concerne la misura 322 le domande ammissibili pervenute
giungono per il 50% dalla C.M. Parma Est, per il 38% dalla C.M. Taro e Ceno, e
per il restante 13% dall’area provinciale. Le richieste di finanziamento sono
state in totale 8 e avrebbero necessitato di un finanziamento per un
ammontare di quasi un milione di Euro.
L’importo che sarà finanziato è di quasi seicentomila Euro, ed anche in questa
Misura i fondi saranno destinati alle sole Comunità Montane: 60% a Parma Est,
il restante 40% a Taro e Ceno.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
116
GRAFICO 1 GRAFICO 2
Nel Grafico 3 si osserva la distribuzione dei fondi: con 5 domande finanziate
circa trecentoottantamila Euro andranno all’area della C.M. Parma Est, mentre
alla C.M. Taro e Ceno per le 2 domande finanziate andranno quasi
duecentomila Euro. I due comuni della C.M. Val Taro e Ceno interessati dagli
interventi sono Albareto a cui vengono destinati circa centotrentatremila Euro
per il restauro di alcuni immobili e Solignano che utilizzerà sessantunomila Euro
per recuperare alcune strutture di valore storico.
GRAFICO 3 GRAFICO 4
Gli interventi finanziati nella C.M. Parma Est riguardano i Comuni di Corniglio,
Monchio, Palanzano e la Comunitò Montana nata dall’unione dei Comuni del
versante Parma Est. Anche in questo caso i fondi saranno utilizzati per
recuperare e rivalorizzare le strutture rurali presenti sul territorio.
13%
38%
50%
21%
33%
45%
Provincia
CM Taro Ceno
CM Parma Est
Domande ammissibili
% valore finanziamento sul totale % del n° di domande presentate sul totale
Provincia 0%
CM Taro Ceno 40%
CM Parma Est 60%
Provenienza domande finanziate
-
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
Provincia CM Taro Ceno CM Parma Est
-
193.736
384.934
Importi finanziati per area
-
20.000,00
40.000,00
60.000,00
80.000,00
100.000,00
120.000,00
140.000,00
ProvinciaCM Taro Ceno CM Parma Est
Importo medio finanziato per domanda
La Programmazione Provinciale - Asse 3
117
Nel tabella di dettaglio che segue sono riportati tutti gli interventi finanziati:
INTERVENTI EFFETTUATI
COMUNE / C.M. DETTAGLIO
COMUNE DI SOLIGNANO Recupero di antichi forni del Borgo di Masereto, della
piazzetta e delle Gradinate di valore storico
COMUNE DI ALBARETO
Restauro di n° 3 oratori per riqualificazione e fruizione
turistico/culturale, in località Buzzò, Folta e Pieve di
Campi
COMUNE DI CORNIGLIO
Recupero dei locali sottostanti il castello in località
Corniglio capoluogo, da adibire a spazi espositivi e
restauro conservativo della rampa di accesso
COMUNE DI MONCHIO DELLE
CORTI
Recupero di fabbricato in località Rigoso, da adibire a
punto informativo turistico, con riqualificazione della via
principale e della piazza
COMUNE DI PALANZANO Recupero e valorizzazione delle fontane rurali dei villaggi
di Ruzzano e Valcieca
COMUNITÀ MONTANA UNIONE
COMUNI PARMA EST
Recupero e valorizzazione di fontane in località Neviano
degli Arduini
La Programmazione Provinciale - Asse 3
118
5.5 M ISURA 331 – FORMAZIONE E INFORMAZ IONE DEGLI OPERA TORI ECONOMICI
5.5.1.OBIETTIVI STRATEGICI E OPERATIVI
33
1
Gli obiettivi della Misura
Incentivare le conoscenze e le competenze degli operatori economici che vivono e
operano nei territori rurali in cui sono attuate le Misure previste dagli Assi 3 e 4 del
PSR
Promuovere e accompagnare progetti legati alla multifunzionalità del settore
primario (funzioni territoriali, funzioni produttive, sociali e ambientali)
Le tipologie formative ammesse sono quelle previste nell’ambito della “Formazione
continua e permanente" dalle Direttive regionali attuative della materia
Contribuire direttamente all’obiettivo specifico “Valorizzazione e sviluppo del
capitale umano in un’ottica di progettazione e organizzazione di strategie di sviluppo
locale integrato”
Contribuire in sinergia con le altre Misure, alla realizzazione di tutti gli obiettivi
specifici dell’Asse 3
Gli obiettivi operativi
La Programmazione Provinciale - Asse 3
119
Creare un adeguato canale informativo circa le possibilità offerte dalle Misure previste
dagli Assi 3 e 4 del Programma di Sviluppo Rurale
Formare gli operatori addetti a promuovere la progettazione e l’organizzazione di
strategie di sviluppo locale integrato
Supportare, con gli strumenti propri della formazione, i progetti di sviluppo locale di
carattere sovra-aziendale
Offrire strumenti conoscitivi e informativi a supporto dell’attuazione delle Misure
previste dagli Assi 3 e 4 del presente Programma, per il perseguimento dei rispettivi
obiettivi
5.5.2.DESCRIZIONE DELLA MISURA
Relativamente al Bando Provinciale con scadenza 31/08/2008 per la Provincia di
Parma, il compito di intraprendere azioni di formazione e informazione per i
potenziali beneficiari (operatori economici) delle Misure degli Assi 3 e 4 è stato
affidato all’ente “Agriform S.r.l.”
In particolare sono previste attività per promuovere e accompagnare i progetti
legati alle diverse funzioni che può svolgere il settore primario:
- Territoriali: cura del paesaggio, conservazione e valorizzazione delle risorse
naturali e faunistiche
- Produttive: sicurezza e salubrità degli alimenti, qualità, valorizzazione delle
risorse naturali e culturali, benessere degli animali, turismo.
- Sociali: vitalità delle aree rurali, argine allo spopolamento; recupero
tradizioni
La Programmazione Provinciale - Asse 3
120
- Ambientali: biodiversità, smaltimento e riciclo rifiuti; bilancio delle
emissioni di gas, produzione di energia da fonti rinnovabili, cambiamenti
climatici e risparmio idrico.
Le tipologie formative ammesse sono quelle previste nell’ambito della
“Formazione Continua e Permanente" dalle Direttive regionali attuative della
materia.
LE AREE DI INTERVENTO
AZIONE AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
- SI SI SI
5.5.3.L’ INTERVENTO
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 331 “Formazione e informazione degli operatori economici”
Sono considerati prioritari i progetti formativi rispetto a quelli informativi che si integrano
direttamente e supportano in modo esplicito azioni previste da misure dell’asse 3 e 4.
Sono inoltre considerate prioritarie le attività previste per promuovere e accompagnare progetti
legati alle seguenti funzioni (elencate in ordine prioritario):
1) funzioni territoriali
2) funzioni sociali
La Programmazione Provinciale - Asse 3
121
3) funzioni ambientali
4) funzioni produttive
Attività che promuovono più di tali funzioni sono considerate prioritarie, in modo direttamente
proporzionale al numero delle stesse, rispetto a quelle che ne promuovono solamente una.
Attualmente sono già stati attivati differenti corsi presso Agriform S.r.l., di cui si
riporta una sintetica descrizione:
I CORSI ATTIVATI PRESSO AGRIFORM S.r.l.
DENOMINAZIONE CORSO
DI FORMAZIONE ALCUNI DETTAGLI DEL CORSO
ADDETTO PRODUTTORE
DEL CULATELLO
PER L’AREA DOP
L'intervento formativo è rivolto a norcini/macellini, imprenditori
agricoli, ristoratori, commercianti di alimentari, operatori addetti alla
ricettività turistica e a chiunque abbia interesse a perfezionare o
acquisire capacità specifiche in merito alla preparazione del Culatello
di Zibello ed alla lavorazione di altre carni suine. La partecipazione al
corso verrà garantita a giovani e adulti, occupati, inoccupati e
disoccupati.
Unità formative
previste dal percorso:
1. conoscere l'anatomia e la fisiologia del suino;
2. riconoscere i tagli carnei;
3. distinguere i diversi tipi di alimentazione del suino;
4. il significato del disciplinare del "Consorzio del Culatello di Zibello";
5. rispettare le norme in materia di "sicurezza alimentare" e "sicurezza
sul lavoro";
6. conservare correttamente i prodotti di origine animale: azione NaCl;
7. eseguire le diverse fasi produttive e valutare il prodotto finale.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
122
IL PROGETTO “NOI DA
PARMA” A SUPPORTO
DELLE PRODUZIONI
TIPICHE LOCALI
Il percorso viene rivolto a persone occupate e disoccupate intenzionate
ad acquisire competenze professionali utili per operare all’interno di
un punto vendita di tipo alimentare. Pertanto, ci rivolgiamo a persone
in cerca di una prima occupazione e/o di un’occupazione stabile (anche
nell’ottica dell’autoimprenditorialità), nonché a persone provenienti da
imprese produttive della nostra provincia intenzionate ad affiancare
all’attività aziendale un servizio di vendita e commercializzazione dei
propri prodotti (es. punti vendita, spacci, etc.).
Unità formative
previste dal percorso:
1. Tipologie organizzative dell’impresa commerciale “Erre Food”
S.p.a.;
2. Le produzioni tipiche di qualità;
3. Normativa igienico-sanitaria per la gestione dei prodotti alimentari;
4. Sicurezza nell’ambiente di lavoro nelle strutture di vendita;
5. Vendita ed assistenza clienti;
6. Esercitazioni pratiche riguardanti la lavorazione e trasformazione
delle carni in prodotti finiti;
7. Stage
LAVORARE IN SICUREZZA
NELLA FILIERA DEL
PARMIGIANO-REGGIANO
L’attività formativa è rivolta ad operatori della filiera del Parmigiano -
Reggiano della provincia di Parma occupati in qualità di caseari, aiuto
caseari, trasformatori artigianali ed industriali, soci di cooperative
agricole di produzione lattiero – casearia, imprenditori e coadiuvanti di
aziende afferenti al sistema del Parmigiano – Reggiano
Unità formative
previste dal percorso:
1. Gestione del sistema di sicurezza in azienda.
2. La valutazione dei rischi.
3. Inquadramento normativo e problematiche legali.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
123
4. Sorveglianza sanitaria.
5. Prevenzione incendi.
6. Normativa vigente in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
7. Movimentazione dei carichi nelle aziende casearie.
8. Gestione della documentazione obbligatoria.
9. Organi preposti alla vigilanza ed ai controlli.
LABORATORIO
PROGETTUALE PER
PROMUOVERE L’OFFERTA
TURISTICA A PARMA
Il percorso viene rivolto principalmente a soggetti abilitati all’esercizio
della professione di guida turistica nel territorio della provincia di
Parma, a operatori del comparto agricolo occupati c/o aziende votate
alla multifunzionalità (agriturismi, fattorie didattiche, etc.) e ad altri
eventuali operatori economici impegnati nell’ospitalità turistica.
Unità formative
previste dal percorso:
1. Analisi del fabbisogno territoriale, del fornitore del servizio turistico
e del cliente finale (PW).
2. Aggiornamento delle competenze degli operatori di settore
(Teoria).
3. Creazione di prodotti turistici integrati (PW).
La Programmazione Provinciale - Asse 3
124
5.6 M ISURA 341 – ACQUISIZIONE DI COMPETENZE E ANIMAZIONE
5.6.1.OBIETTIVI STRATEGICI E OPERATIVI
34
1
Gli obiettivi della Misura
“Animare i territori rurali” attraverso attività di diffusione e socializzazione delle
informazioni, di sensibilizzazione, di accompagnamento ed assistenza tecnica
Sostenere l’obiettivo specifico “Valorizzazione e sviluppo del capitale umano in
un’ottica di progettazione e organizzazione di strategie di sviluppo locale integrato”
La Misura può contribuire alla realizzazione di tutti gli obiettivi specifici dell’Asse 3,
grazie ad attività che mobilitano il potenziale endogeno e sostengono una
progettazione di sistema in grado di rispondere efficacemente alle esigenze espresse
dal territorio.
Gli obiettivi operativi
Realizzazione di azioni di formazione destinate alle Amministrazioni e finalizzate
all’acquisizione di competenze in materia di animazione territoriale e comunicazione;
Realizzazione di interventi di comunicazione e animazione finalizzati a diffondere le
informazioni sul Programma di Sviluppo Rurale a livello locale
5.6.2.DESCRIZIONE DELLA MISURA
Il grado di efficienza nel conseguimento degli obiettivi dell’Asse 3, di cui le
Province saranno i principali soggetti attuatori, dipende in misura significativa
dal rapporto con gli attori del territorio, dalla capacità di cogliere e valorizzare
ogni pulsione imprenditoriale, dal sapersi rendere visibili e comunicativi,
La Programmazione Provinciale - Asse 3
125
nonché dalla capacità di interpretare i bisogni e trovare le adeguate risposte
alle aspettative del territorio. In tale ottica, la specializzazione e le
professionalità del personale, così come il coinvolgimento di soggetti esterni sia
nella fase programmatoria sia nella fase realizzativa, si impongono come fattori
indispensabili per un utilizzo ottimale delle risorse disponibili.
LE AREE DI INTERVENTO
AZIONE AREE RURALI
SPECIALIZZATE INTERMEDIE PROLEMI DI SVILUPPO
- SI SI SI
5.6.3.L’ INTERVENTO
LE SPECIFICHE RIPORTATE NEL PRIP
Misura 341 “Acquisizione di competenze e animazione”
Le attività ammissibili ai benefici della misura sono ascrivibili in due tipologie d’intervento:
Interventi sulle risorse umane con azioni di formazione specifiche rivolte al personale interno
all’Amministrazione mirate:
all’acquisizione di conoscenze su tematiche legate al PSR e alla realtà provinciale
al miglioramento delle capacità relazionali dei dipendenti provinciali per la realizzazione di
attività di animazione e sensibilizzazione delle comunità con l’obiettivo di promuovere una
cultura locale orientata alla crescita del sistema rurale nel suo complesso.
In particolare s’individuano come temi per la realtà provinciale legati al PSR su cui costruire le
azioni formative e che possono prioritariamente essere realizzate tramite l’attivazione delle Misure Asse
3 e 4:
La Programmazione Provinciale - Asse 3
126
1. la multifunzionalità e il marketing territoriale
2. azioni per favorire l’integrazione fra operatori, pubblici e privati , per il miglioramento
complessivo dei servizi locali
3. l’agroenergia e le infrastrutture
4. lo sviluppo sostenibile di un territorio
Al fine di creare un “sistema informativo” efficace all’interno dell’Ente Pubblico si ammetteranno azioni
formative legate ai temi più generali della comunicazione e alla progettazione di strumenti specifici.
Tutte le azioni formative potranno essere realizzate in collaborazione con Centri di Formazione sia
a livello locale che regionale, con la consulenza di professionisti interni all’Amministrazione ed
anche con collaborazioni esterne. Interventi di animazione e comunicazione con:
Produzione di materiale informativo sul PRIP con particolare riferimento agli assi 3 e 4
Piano di comunicazione integrato su tutto il territorio provinciale con l’obiettivo di
“accompagnare” e coordinare le azioni dell’asse 3 e 4, realizzato attraverso:
1. il potenziamento del sito www.Agriparma.it con pagine specifiche
2. newsletter da spedire periodicamente
3. opuscoli informativi e quaderni operativi sui temi legati allo sviluppo rurale locale
4. seminari e convegni da realizzarsi periodicamente, durante tutto il periodo di
applicazione del PRIP allo scopo, nella fase iniziale, di divulgare i contenuti del
Programma e successivamente, di approfondire, di dare assistenza e di monitorare
l’andamento dell’applicazione delle misure sui territori rurali in cui sono attuate le
singole misure previste dagli assi 3 e 4
5. creazione e potenziamento di una “rete informatica” di contatti con tutti gli
attori locali coinvolti: aziende agricole, associazioni di categoria, amministrazioni
locali, associazioni del territorio
6. istituzione di sportelli informativi sia informatici sia delocalizzati sul territorio sul PRIP
Acquisto di materiale e attrezzature, anche informatiche, utili e connesse alle attività di
comunicazione, informazione e animazione.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
127
Con riferimento all’ attività di formazione per il personale della Pubblica
Amministrazione e in linea con quanto definito dall’Offerta Tecnica e dalla Mis.
341, Agriform S.r.l. ha promosso diverse iniziative formative nel corso degli
anni. Quanto segue è una sintesi di tale attività.
Anno 2009:
Riguardo alla realizzazione di un ciclo di incontri sul tema “Le tecniche di
comunicazione e animazione come strumenti di attivazione delle risorse di un
territorio” è stato avviato un percorso formativo di 53 ore a cura dello Studio
SAIPS di Forlì. Per i contenuti didattici si è ritenuto opportuno strutturare il corso
in modo da poter garantire ai partecipanti l’acquisizione di competenze
riguardanti la capacità di sviluppare una logica di gruppo, soprattutto in presenza
di forte eterogeneità professionale e di differente preparazione individuale dei
partecipanti. Una seconda serie di obiettivi è stata rivolta a formare il gruppo in
merito a progettazione comunicazione e gestione di un eventuale progetto,
sperimentando ciò che si sta acquisendo nel corso. Le tematiche affrontate
hanno riguardato tutti gli aspetti legati alla realizzazione e gestione di un gruppo,
dinamiche di sviluppo, team building, aspetti base della negoziazione e della
relazione interna ai gruppi, diversità come risorsa, trucchi e tecniche per
negoziare, basi della leadership, complementarietà dei ruoli di manager e leader,
gruppi di creatività, aspetti emozionali e mentali, aspetti per la corretta
comunicazione, questione dell’ascolto, animazione come strumento di
attivazione delle risorse di un territorio.
Con riferimento all’ attività di formazione per il personale della Pubblica
Amministrazione, Agriform S.r.l. ha realizzato una vacanza-studio in Olanda
(Hilvarenbeek) per partecipare ad una Conferenza gestita dalla Federazione
Europea delle City Farms (EFCF) con l’obiettivo di confrontare i diversi modelli di
multifunzionalità agricola esistenti nella Comunità Europea, condividere le
buone pratiche, incoraggiare e promuovere la cooperazione a livello europeo
nell’ambito della multifunzionalità agricola, con un occhio di riguardo all’attività
La Programmazione Provinciale - Asse 3
128
delle Fattorie Didattiche, colonna portante della multifunzionalità in Emilia-
Romagna.
Nell’ambito della realizzazione di studi e indagini su alcuni temi dell’Asse 3
sviluppati per verificare l’efficacia dell’impatto socio-economico delle Misure e
valutare l’attuale contesto socio-economico e le prospettive di mercato, sono
state acquisite competenze specifiche grazie ad una collaborazione con
l’Università degli Studi di Parma – Sezione di Economia Agroalimentare, sui
seguenti temi: regolamentazione comunitaria a tutela della qualità e della
sicurezza alimentare, analisi dello sviluppo agricolo a livello territoriale,
realizzazione di modelli per la pianificazione e programmazione a livello
regionale, studi sulle caratteristiche socio-economiche delle aree rurali (analisi
dei distretti, i prodotti tipici, lo sviluppo della pluriattività), dinamica di offerta ed
equilibri di mercato delle principali materie prime agricole (cereali, semi oleosi),
commercializzazione dei prodotti con particolare riferimento alle forme di
organizzazione dell'offerta da parte dei produttori: ruolo delle Associazioni di
Produttori, Cooperazione ai diversi stadi delle filiere agroalimentari. Molte delle
attività sopra indicate sono state svolte nell'ambito di progetti comunitari,
nazionali o in convenzione con Enti Pubblici (tra cui, Regione Veneto, Regione
Lombardia, Regione Emilia-Romagna, Regione Abruzzo, Regione Puglia) e/o in
collaborazione con Università Italiane ed Europee (i rapporti con queste ultime si
sono sviluppati nell'ambito di Progetti Comunitari di Ricerca e di scambio
docenti/studenti).
Sono stati indetti seminari e workshop per il territorio e possono essere
riclassificati utilizzando tre grandi temi catalizzatori connessi ai differenti settori
di indagine:
Valutazione socio-economica dell’applicazione dei primi bandi dell’Asse 3
del PSR 2007-2010 - indicazioni progettuali per i futuri investimenti”.
Filiere agro-energetiche e altre fonti rinnovabili.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
129
Investimenti per i servizi essenziali all’economia e alla popolazione
rurale.
Anno 2010
In riferimento alla Realizzazione di studi e indagini (Asse 3), è stato
commissionato allo studio Zanzucchi di Parma, che si occupa con competenza da
diversi anni sul territorio parmense di ingegneria ambientale e consulenza
agricola e forestale, uno “Studio per la stima del potenziale produttivo della
filiera forestale legno-energia nel territorio montano parmense con definizione
di modelli contrattuali per la gestione calore di impianti termici pubblici
alimentati con biomasse legnose locali”. Lo studio, conclusosi a dicembre 2010,
ha riguardato un’approfondita analisi sulla produzione di energia ottenuta da
biomassa e mercato della bioenergia analizzando i meccanismi e l’oggetto che
domanda e offerta rappresentano per questa tipologia di mercato. L’indagine si
è concentrata inoltre sulla definizione della biomassa legnosa presente e su
quella delle modalità contrattuali per la gestione del calore di impianti
alimentati da risorse legnose locali. I risultati e le valutazioni sono state
pubblicate e utilizzate come uno strumento di lavoro e di programmazione
propedeutico per i potenziali beneficiari pubblici e privati delle Misure 311 e
321. Il lavoro è stato presentato in un seminario pubblico aperto a tutti gli
interessati.
Per l’attività di formazione per il personale della Pubblica Amministrazione,
Agriform S.r.l. ha promosso e concluso la realizzazione del progetto avviatosi nel
2009 avente in oggetto di un ciclo di incontri sul tema “Le tecniche di
comunicazione e animazione come strumenti di attivazione delle risorse di un
territorio” per n. 16 dipendenti dell’Amministrazione Pubblica provenienti
daivari Servizi all’interno dell’Assessorato Agricoltura e Alimentazione di Parma.
Un secondo intervento formativo sul tema della Diversificazione dell’economia
rurale si è aggiunto al precedente. Tale corso è stato strutturato su due giornate
formative da otto ore: la prima si è concentrata sull’argomento “Diversificazione
La Programmazione Provinciale - Asse 3
130
dell’economia rurale: lo sviluppo integrato dei territori rurali attraverso la
valorizzazione delle produzioni alimentari locali di qualità”. La lezione è stata
tenuta dal Prof. Filippo Arfini dell’Università di Parma, cui hanno partecipato n.
17 dipendenti del Servizio Agricoltura e Risorse Naturali di Parma della Provincia
di Parma. La giornata si è svolta in data 06/09/2010. La seconda lezione è stata
orientata alla “Diversificazione dell’economia rurale: turismo rurale e
agriturismo” con il prof Giovanni Belletti dell’Università di Firenze, cui hanno
partecipato n. 16 dipendenti del Servizio Agricoltura e Risorse Naturali di Parma
della Provincia di Parma. La giornata si è svolta in data 20/09/2010.
All’attività formativa in aula sono stati affiancati anche due Viaggi studio
particolarmente interessanti per le tematiche sviluppate nell’ambito dell’asse 3
del PSR: in Sicilia, dal 31 maggio al 3 giugno 2010, in collaborazione con Libera
Terra Mediterraneo, sono state approfondite le tematiche riguardanti la
multifunzionalità aziendale, agriturismo, Fattorie didattiche, percorsi
enogastronomici, vendite dirette, risparmio energetico ed al quale hanno
partecipato n. 15 dipendenti del Servizio Agricoltura e 1 del Servizio Turismo; in
Belgio, a Kortrijk, è stata promossa la partecipazione alla Conferenza Europea
annuale della Federazione Europea delle City Farms. I temi trattati sono stati:
ospitalità rurale, sviluppo delle comunità rurali, didattica in Fattoria, biodiversità.
L’occasione di incontro a livello europeo ha consentito uno scambio di idee e di
opinioni tra i diversi partecipanti sullo sviluppo rurale dei prossimi anni. A tale
iniziativa ha partecipato N. 1 dipendente del Servizio Agricoltura e Risorse
Naturali.
Infine Agriform S.r.l. ha commissionato, al Dott. Roberto Gigante, un incarico
finalizzato alla realizzazione, creazione e produzione di materiale a supporto
delle attività di formazione e divulgazione dei principali temi dell’Asse 3 per la
Provincia di Parma, rivolto alla cittadinanza e ai vari rappresentanti sul territorio
che si occupano del settore (Amministrazione Pubblica, Funzionari, Comunità
montane, rappresentanze agricole, Aziende Agricole, ecc..). Il lavoro ha preso in
esame l’approfondimento e la sistematizzazione dei seguenti aspetti dell’Asse 3:
la Programmazione territoriale, il contesto socio-economico provinciale; una
La Programmazione Provinciale - Asse 3
131
sintesi dello stato di attuazione delle misure dell’Asse 3 in Provincia di Parma
(311, 313, 321, 322, 331, 341), un’analisi del passaggio dalla vecchia alla nuova
programmazione, e una sintesi delle problematiche riscontrate nella gestione e
di eventuali suggerimenti da considerare per la futura programmazione
In riferimento agli ambiti di seminari e workshop per il territorio Agriform S.r.l.
ha provveduto ad organizzare, nell’anno 2010, un fitto calendario di interventi,
incontri, e tavoli di lavoro, con l’obiettivo di essere propedeutici alla nuova
programmazione, rivolti a tutti gli operatori del settore pubblici e privati.
Organizzazione e gestione di un seminario dal titolo “Avvio di filiere corte
e implementazione di itinerari turistici, enogastronomici e didattici”,
tenutosi il 11/10/2010 , a Riomaggiore, presso il Laboratorio di
Trasformazione del Parco Nazionale Cinque Terre, gestito dalla
Cooperativa “Sentieri e Terrazze”, a cui hanno partecipato n. 23 persone,
tra agricoltori e tecnici dell’amministrazione.
Organizzazione e gestione del convegno internazionale tenutosi il
15/10/2010, dal titolo “Lo sviluppo rurale: buone pratiche per un futuro
sostenibile”, che ha visto la presenza di importanti relatori che si sono
confrontati sulle tematiche dello sviluppo, rinnovamento e
riqualificazione delle aree rurali in Italia.Sulle politiche pubbliche per lo
sviluppo rurale, e sull’analisi della diversificazione dell’economia rurale
tra nord e sud del mondo.
Predisposizione e partecipazione ad alcuni seminari su tematiche
dell’Asse 3 e dello Sviluppo rurale, tenutisi a Torino durante l’evento del
“Salone del gusto” per n. 4 persone.
Organizzazione e gestione di seminari tenutisi per l’informazione sul
territorio delle delibere applicative della L.r.4/09 – Disciplina
dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole- in data
14/04/2010:
La Programmazione Provinciale - Asse 3
132
Del. Reg. n 1693/09 relativa all’agriturismo, alla mattina erano presenti
n. 54 persone.
Del Reg n 184/10 relativa alle Fattorie Didattiche al pomeriggio erano
presenti n. 27 persone.
Gli incontri sono stati organizzati per informare gli operatori delle
“novità” introdotte dalle legge, in modo che le aziende interessate
possano mettersi a norma e essere in grado di partecipare ai futuri bandi
dell’Asse 3.
Realizzazione e gestione di un ciclo di tre incontri divulgativi sul territorio sul
tema delle Fonti Rinnovabili in Agricoltura. I seminari sono stati i seguenti:
presso l’azienda sperimentale Stuard, in collaborazione con AIEL
(Associazione Italiana Energie Agroforestali), che ha avuto come tema l’
“Energia da biomasse legnose”, per n. 17 persone, tenutosi in data
25/10/2010.
presso il comune di Borgotaro – Comunità Montana, un altro incontro
divulgativo avente come tema “Energia dall’acqua”, partecipanti n. 20,
tenutosi in data 25/11/2010.
In località Pieve di Cusignano, presso l’Agriturismo “Il Cerreto”, avente
titolo “Energia dal vento”, in collaborazione con la Cooperativa Impronte
di Ravenna, Società Cooperativa che si occupa di sostenibilità
ambientale, sociale ed economica, oltre a progettazione, diffusione e
promozione delle conoscenze e degli strumenti nell'ambito delle energie
rinnovabili, partecipanti n. 15, tenutosi in data 02/12/2010.
Tali seminari, rivolti ai servizi sul territorio nonché ai singoli interessati (Comuni,
Comunità Montane, Associazioni, Enti Pubblici, Aziende agricole, ma anche
Tecnici, Liberi professionisti, Imprenditori Agricoli, ecc.) organizzati in
riferimento al Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 “Seminari e workshop
sul territorio” relativamente all’ Asse 3, misura 341, si sono proposti di
approfondire l’ambito delle fonti rinnovabili. Questo ambito tematico e di
La Programmazione Provinciale - Asse 3
133
applicazione risulta essere di notevole interesse anche in relazione all’uscita dei
prossimi bandi sulle Misure dell’Asse 3, previsti ad Aprile 2011.
Realizzazione e gestione di un ciclo di due incontri divulgativi sul territorio sul
tema “Giornata di presentazione dei risultati dello studio sul potenziale
energetico delle biomasse forestali”. Le giornate di formazione si sono così
articolate:
Un primo incontro è stato svolto presso la Comunità Montana del
Comune di Langhirano (Pr) in data 07/12/2010 e ha visto al
partecipazione di 25 unità.
Un secondo incontro è stato svolto presso la Comunità Montana del
Comune di Langhirano (Pr) in data 14/12/2010 e ha visto al
partecipazione di 10 unità.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
134
6. PAC POST 2013
UNO SGUARDO AL FUTURO
DELL’ASSE 3
La Programmazione Provinciale - Asse 3
135
In questo periodo la discussione sul futuro della PAC post 2013 è entrata nel
vivo e in diverse sedi istituzionali si discute su quelle che sono le prime
proposte di legge e i primi orientamenti che cominciano a delinearsi a seguito
della diffusione delle prime bozze dei Regolamenti Comunitari. Per la proposta
legislativa bisognerà attendere la fine del 2011, mentre per il testo definitivo e
attuativo la data stimata è metà 2012. Attualmente molti sono i nodi da
sciogliere, sia a livello Europeo che a livello nazionale, ma sulla base di queste
prime bozze legislative si possono avanzare le prime riflessioni sui nuovi
strumenti di politica agricola che saranno introdotti a breve.
Per la nuova PAC restano confermati i due Pilastri: quello dei Pagamenti Diretti
(1° Pilastro) e quello dello Sviluppo Rurale (2° Pilastro). La ripartizione prevista è
ancora una volta sbilanciata a favore dei sostegni di mercato a cui andranno il
75% dei fondi, mentre il restante 25% verrà destinato allo Sviluppo Rurale.
L’ammontare dei fondi stanziati, in termini nominali, si conferma uguale a quelli
previsti per l’attuale PAC 2007-2013. Tuttavia, prendendo in considerazione la
stima dell’inflazione al 2020 e le nuove previsioni di ripartizione delle risorse tra
Stati Membri, si stima che per l’Italia la riduzione sarà approssimativamente del
18-20%. Una ulteriore e rilevante novità colpirà la programmazione Nazionale e
Regionale: i nuovi PSR potranno adottare sottoprogrammi tematici, che
dovranno riguardare diversi aspetti legati allo sviluppo rurale. Tra questi molti
risultano particolarmente importanti ed in sintonia con quanto finora realizzato
a livello provinciale: aiuti ai giovani agricoltori, supporto alle piccole aziende
agricole, sviluppo delle aree montane, implementazione di filiere corte, ecc..
Si assisterà inoltre alla soppressione degli Assi, sostituiti da 3 obiettivi
comunitari. In linea di massima gli obiettivi identificati si possono assimilare a
quelli dell’attuale programmazione. In particolare il 3° Asse verrà identificato
con l’obiettivo: “Sviluppo equilibrato dei territori rurali”. Verranno quindi
perseguiti obiettivi come l’integrazione dell’agricoltura con le altre attività
economiche, gli investimenti per migliorare il livello della qualità della vita nelle
aree rurali e tutte le azioni che possono essere ricondotte ad attività socio-
economiche nei territori rurali. Rispetto alla presente programmazione inoltre
La Programmazione Provinciale - Asse 3
136
non esisteranno più i vincoli per la ripartizione degli aiuti sugli Assi, quindi gli
Stati Membri potranno ripartire le risorse con maggiore flessibilità (eccetto per
il programma Leader a cui rimane l’obbligo di destinare almeno un 5%).
Analizzando le bozze legislative si nota che a livello Comunitario è stata data
maggiore attenzione a quelle che sono le diversità territoriali, pertanto le nuove
Misure, seppur numericamente ridotte, saranno di portata più ampia, e
dovranno essere in linea con le 6 priorità identificate per la nuova
programmazione. Tra le priorità attualmente definite due sono facilmente
riconducibili a quella che fino ad oggi è stata la programmazione dell’Asse 3.
Sono previsti obiettivi indirizzati a: migliorare il trasferimento della conoscenza
in agricoltura, migliorare il capitale umano e creare reti di conoscenza ed
incentivare l’innovazione e la ricerca, incentivare ed agevolare lo sviluppo
rurale potenziando l’occupazione in queste aree attraverso la creazione di
nuove opportunità lavorative, sostenere la diversificazione, incentivare
l’inclusione sociale. Grande priorità verrà conferita al trasferimento e
accrescimento della conoscenza per tutti gli operatori del settore agricolo ed
agroalimentare, nonché agli enti di formazione e gestori fondiari ed operatori
attivi nelle aree rurali. La formazione professionale, le azioni di acquisizione di
competenze compresi i corsi di formazione, workshop, e tutoraggi, nonché le
azioni dimostrative e di informazione avranno un ruolo particolarmente
rilevante nel futuro.
Un altro aspetto fortemente legato all’attuale programmazione è quello dei
servizi di base e rinnovamento dei villaggi in aree rurali, che prevede la
definizione e l’aggiornamento dei piani di sviluppo dei comuni e dei loro servizi
di base e dei piani di gestione dei siti Natura 2000. Sono previsti investimenti
per creare, migliorare e ampliare le piccole infrastrutture comprese quelle per
le energie rinnovabili e le infrastrutture per la Banda larga per espandere servizi
di base locali per la popolazione. Sarà lasciato spazio anche a studi ed
investimenti associati al mantenimento, ricostruzione e riqualificazione del
patrimonio culturale e naturale dei villaggi rurali e del paesaggio, nonché ed
investimenti finalizzati alla ricollocazione di attività e alla conversione di edifici
La Programmazione Provinciale - Asse 3
137
o altre strutture strettamente locali in insediamenti rurali per migliorare la
qualità della vita o per incrementare le performance ambientali degli
insediamenti.
In conclusione la nuova Politica Agricola Comunitaria presenta fattori di
innovazione e fattori più tradizionali legati all’attuale programmazione. Il
passaggio avverrà in maniera armonica, poichè molte delle priorità future sono
già state inquadrate e definite attraverso il P.R.I.P. dell’attuale
programmazione: guardando il futuro dell’Asse 3 sulla base delle attuali scelte
di investimento si può osservare che la ripartizione finanziaria realizzata dalla
Provincia di Parma ha privilegiato Misure e Azioni che troveranno la loro strada
grazie alle priorità e gli obiettivi previsti nel futuro post 2013.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
138
GLOSSARIO
PAC
I due grandi assi della politica agricola comune (PAC) consistono nel sostenere
la competitività degli agricoltori europei e nell’incoraggiare lo sviluppo delle
zone rurali, in particolare quelle svantaggiate. In quest’ambito le modalità di
finanziamento degli agricoltori si sono evolute, concentrandosi sempre più sul
rispetto dell’ambiente e sulla qualità dei prodotti piuttosto che sul loro volume.
L’Unione europea ha inoltre intensificato il proprio impegno nei confronti dello
sviluppo rurale grazie ad uno strumento unico di finanziamento che valorizza
l’agricoltura e la silvicoltura nonché tutte le attività dell’ambiente rurale. I
sistemi di controllo e di sorveglianza svolgono un ruolo centrale nella gestione
di queste misure, provvedendo nel contempo a garantire la regolarità delle
operazioni e l'evoluzione del settore agricolo nell’ambito dell’Unione
Le principali disposizioni riguardanti la politica di sviluppo rurale dell'UE per il
periodo 2007-2013 assieme alle misure che possono essere prese dagli Stati
membri e dalle regioni, sono stabilite nel regolamento (CE) n. 1698/2005 del
Consiglio Europeo. Il regolamento dispone che la politica di sviluppo rurale per
il periodo 2007-2013 sia incentrata sui temi (o "assi tematici") seguenti:
miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;
miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale; miglioramento della qualità
della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale. Per
contribuire a garantire un approccio equilibrato, gli Stati membri e le regioni
sono tenuti a ripartire i loro finanziamenti a favore dello sviluppo rurale tra i tre
assi tematici. Parte dei finanziamenti deve inoltre essere destinata a sostenere
progetti basati sull'esperienza acquisita con le iniziative comunitarie Leader. Il
cosiddetto "approccio Leader" allo sviluppo rurale consiste nella messa a punto
ed attuazione di progetti altamente specifici da parte di partenariati locali al
fine di rispondere a particolari problemi locali. Come avveniva già prima del
La Programmazione Provinciale - Asse 3
139
2007, ogni Stato membro (o regione, nei casi in cui i poteri sono delegati a
livello regionale) deve predisporre un programma di sviluppo rurale che
specifichi i finanziamenti destinati alle singole misure nel periodo 2007-2013.
I PILASTRI DELLA PAC
La Politica Agricola Comunitaria si fonda su due pilastri:
1) Primo pilastro (misure di mercato): introduce il regime di pagamento unico
per azienda indipendente dalla produzione (disaccoppiamento); si tratta di
un aiuto diretto al produttore calcolato sulla base dei premi percepiti nel
triennio 2000-2002.
2) Secondo pilastro (misure di sviluppo rurale): riordina le modalità della
programmazione mediante un irrobustimento della governance
(coinvolgimento delle parti economiche e sociali), introduce una moderata
semplificazione procedurale e arricchisce la gamma delle misure di
sostegno attraverso il potenziamento degli interventi per la qualità dei
prodotti alimentari, e una più rapida diffusione e applicazione delle norme
UE in materia di ambiente, sanità pubblica, igiene e benessere degli animali.
DISACCOPPIAMENTO DEGLI AIUTI
Con la Riforma Fischler è stato introdotto il disaccoppiamento (decoupling)
degli aiuti, cioè un pagamento unico per azienda in sostituzione della maggior
parte dei premi previsti dalle varie organizzazioni comuni di mercato (OCM). Il
sostegno che il produttore riceve è indipendente dalla produzione.
Il disaccoppiamento concede un “Pagamento unico” per azienda indipendente
dalla produzione. Gli agricoltori riceveranno il pagamento unico sulla base delle
somme percepite nel periodo di riferimento 2000-2002, mentre possono essere
mantenuti accoppiati, in misura limitata, alcuni elementi degli aiuti:
La Programmazione Provinciale - Asse 3
140
- nel settore dei seminativi il 25% degli attuali pagamenti all’ettaro oppure il
40% del premio supplementare previsto per il grano duro;
- nel settore bovino fino al 100% dell’attuale premio per le vacche nutrici e il
40% del premio alla macellazione o mantenere fino al 100% del premio alla
macellazione o il 75% del premio speciale per i bovini maschi;
- nel settore ovi-caprino il disaccoppiamento sarà applicato al 50% dei premi,
compreso l’aiuto supplementare nelle zone svantaggiate.
Il regime unico di pagamenti diretti si applica ai seguenti settori: seminativi,
compreso l’aiuto supplementare al grano duro (gli Stati membri possano
mantenere accoppiati alcuni aiuti); patate da fecola (40% dell’attuale
pagamento diretto a favore dei produttori di patate da fecola); legumi da
granella (ceci, lenticchie, cicerchie, vecce, ecc.); riso; sementi; foraggi essiccati;
carni bovine: premio speciale bovini maschi, premio vacca nutrice, pagamenti
per l’estensivizzazione, premi alla macellazione, premi supplementari (gli Stati
membri possano mantenere accoppiati alcuni aiuti); ovini e caprini: premio per
pecora e per capra, premi supplementari.
Reg. (CE) n. 1782/2003
Il Regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, del 29 settembre 2003,
stabilisce le norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito
della politica agricola comune, istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli
agricoltori (regime unico di pagamento), deroga per quanto riguarda la data di
inizio del periodo previsto per l’effettuazione di determinati pagamenti attuata
con il regolamento (CE) n. 1540/2004 della Commissione, del 27 agosto 2004.
PSR
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013, messo a punto dalla Regione
Emilia-Romagna ai sensi del Reg. (CE) n. 1698/05, è il documento che delinea le
La Programmazione Provinciale - Asse 3
141
strategie e gli interventi per migliorare la competitività dei settori
agroalimentare e forestale, per tutelare l'ambiente e il paesaggio agrario e per
contribuire allo sviluppo delle aree rurali. Il PSR 2007-2013 è dunque lo
strumento che governerà lo sviluppo del sistema agroalimentare dell´Emilia-
Romagna nei prossimi anni. Adottato dalla Regione Emilia-Romagna, ai sensi del
Reg. (CE) 1698/05 con Delibera dell´Assemblea Consiliare 30 gennaio 2007, è
stato approvato dalla Commissione europea in data 12 settembre 2007 con
Decisione C(2007) 4161. Il Programma mette a disposizione una dotazione
complessiva di 934 milioni di Euro di fondi pubblici (risorse Ue, statali e del
bilancio regionale), 75 milioni in più rispetto alla programmazione 2000-2006.
Se si aggiunge anche la quota del cofinanziamento privato, l'ammontare totale
degli investimenti attivati sarà di circa 1,5 miliardi di Euro. Il PSR è strutturato in
quattro Assi tematici per complessive 29 misure, ognuna riferita ad una
determinata categoria di interventi destinati prevalentemente alle aziende
agricole dell’Emilia-Romagna. La versione originaria approvata è stata
modificata varie volte, previa concertazione con il partenariato regionale e con
il competente Comitato di Sorveglianza
P.R.I.P. – Programma Regionale Integrato provinciale
I PRIP sono gli strumenti programmatici provinciali in materia di sviluppo rurale.
Partono dalle specificità locali per dettagliare le scelte strategiche regionali al
fine di promuovere una lettura integrata degli interventi.
Il P.R.I.P. fissa gli orientamenti strategici locali per la concessione degli aiuti alle
Imprese Agricole e agli Enti Locali relativi ai tre Assi di intervento:
- Asse 1: miglioramento della competitività nel settore agricolo e forestale;
- Asse 2: miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale;
- Asse 3: miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e alla
diversificazione della loro economia.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
142
Per l'approccio Leader (Asse 4), che promuove una strategia di sviluppo locale
su territori definiti attraverso il partenariato pubblico-privato sul piano locale, i
GAL definiscono i territori che potranno accedervi, gli orientamenti strategici
ed i temi catalizzatori per le aree di pianura e di collina, puntando alla
competitività, alla qualificazione ambientale e territoriale, al miglioramento
della qualità della vita ed alla cooperazione inter-territoriale e transnazionale.
GAL
Beneficiari del contributo Leader+ sono i Gruppi di Azione Locale (GAL),
raggruppamenti di partner che rappresentano sia le popolazioni rurali -
attraverso la presenza degli Enti pubblici territoriali, quali Comuni, Comunità
Montane e Province - sia gli interessi economici locali - attraverso la presenza
delle organizzazioni degli operatori economici. Sono costituiti in forma di
società di capitali, di società consortile o di società cooperativa, devono
possedere un capitale sociale di almeno 50.000,00 Euro e presenziare
all’interno degli organi decisionali con un numero pari ad almeno il 50% dei
componenti. Inoltre, i GAL devono possedere uno statuto tale da garantire il
corretto funzionamento del partenariato e la capacità di gestire sovvenzioni
pubbliche. Con Determinazione Dirigenziale n. 16295 del 18 dicembre 2008, è
stata approvata la graduatoria dei Gruppi di Azione Locale (GAL) ammessi in
qualità di soggetti attuatori dell´Asse 4 ed è stato definito l´importo massimo di
risorse pubbliche destinate all´attuazione di ciascun Programma di Azione
Locale (PAL). Il Gruppo di Azione Locale risultante vincitore per le provincie di
Parma e Piacenza è SOPRIP S.p.A.: un’Agenzia per lo Sviluppo Locale, a capitale
misto pubblico-privato e senza fini di lucro. Dal 1981 opera nelle province di
Parma e Piacenza con l’obiettivo di promuovere la crescita economica del
territorio e la diffusione dell’innovazione. In tale ruolo ha gestito nel periodo di
programmazione 1994-2000 l’Iniziativa Comunitaria Leader II, è Soggetto
Responsabile del Patto Territoriale dell’Appennino Parmense e gestisce, quale
Gruppo di Azione Locale, il nuovo Programma Comunitario “Leader +”.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
143
PAL
L´attuazione dell´Asse 4 avviene attraverso i Piani di azione locale (PAL)
predisposti dai Gruppi di azione locale (GAL) sulla base di un atto di indirizzo e
coordinamento regionale. Essi devono essere coerenti con il Programma rurale
integrato provinciale (PRIP) elaborato dalle Province. Ciascun GAL è tenuto a
redigere un Piano di Azione Locale (PAL), un programma su ciò che intende
attuare sul proprio territorio e per il quale chiede alla Regione il finanziamento
di LEADER+. Le principali linee di intervento del PAL vigente sono le seguenti:
Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e della vitalità del territorio
rurale, innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale, azioni di
miglioramento della capacità organizzativa delle comunità locali - Marketing
territoriale, cooperazione transnazionale ed interterritoriale.
LE ZONE RURALI DELL’EMILIA ROMAGNA
La programmazione regionale deve adottare strategie di intervento che
tengano conto delle specificità e delle potenzialità/criticità dei singoli territori,
di natura economico-produttiva, ambientale e sociale (qualità della vita). Per
questo motivo in accordo con il criterio definito dal Regolamento (Ce) n.
1698/2005 di “tenere conto delle diversità delle situazioni”, la Regione ha
classificato il territorio regionale in funzione del suo grado di ruralità, basandosi
sulla metodologia del “Piano strategico nazionale” e dell’Ocse. Le aree
individuate sono 4: poli urbani; aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata;
aree rurali intermedie; aree rurali con problemi complessivi di sviluppo. Nella
mappa sottostante sono riportate con diversi colori le 4 zone rurali identificate.
La Programmazione Provinciale - Asse 3
144
Mappa da PSR 2007-2013 Regione Emilia-Romagna
REGIONALIZZAZIONE
Con la riforma Fischler, che ha introdotto il sostegno disaccoppiato per azienda
quale elemento qualificante della PAC, era stata concessa la possibilità agli stati
membri, di scegliere tra modello storico e modello regionale. La scelta dell’Italia
cadde sul modello storico, mentre Germania, Inghilterra, Irlanda del Nord,
Svezia, Danimarca, Lusseburgo e Finlandia decisero di adottare il sistema
regionalizzato. Questo sistema viene applicato anche a tutti i nuovi membri UE
a partire dal 2004.
ART. 68
L’health check della Pac ha introdotto una nuova forma di sostegno, chiamata
sostegno specifico, prevista dall’art. 68 del Reg. Ce 73/2009. Le differenze
rispetto all’art. 69 sono fondamentalmente legate alla maggiore elasticità nella
gestione delle risorse (rimozione del vincolo che i fondi siano spesi nel settore
da cui sono prelevati, possibilità di attingere ad altre risorse) e al notevole
La Programmazione Provinciale - Asse 3
145
ampliamento delle misure finanziabili. L’art. 68 riguarda la possibilità di
finanziarie ben cinque tipologie di misure: La misura “A” permette di erogare
pagamenti accoppiati agli agricoltori che assumono un comportamento
virtuoso rispetto agli obiettivi indicati, i cui contenuti operativi saranno stabiliti
dagli Stati membri. La misura “B” consente di erogare pagamenti supplementari
a favore di produttori dei settori lattiero-caseario, delle carni bovine, delle carni
ovicaprine e del riso in zone vulnerabili dal punto di vista economico o sensibili
dal punto di vista ambientale. La misura “C” consente di aumentare il valore dei
titoli disaccoppiati in zone particolarmente svantaggiate per evitare
l’abbandono delle terre e/o per compensare svantaggi specifici. Non si
evidenziano, per l’Italia, vantaggi nell’applicazione di questa misura. La misura
D consente di concedere contributi finanziari per il pagamento dei premi di
assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante contro le avversità
atmosferiche, a favore degli agricoltori che hanno stipulato polizze assicurative,
sino ad un massimo del 65% del premio assicurativo totale. La quinta misura E
prevede il versamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori per le
perdite economiche in caso di malattie animali (epizoozie) o vegetali o dal
verificarsi di un incidente ambientale, attraverso contributi finanziari ai fondi di
mutualizzazione.
IL PUA – PAGAMENTO UNICO AZIENDALE
Il PUA è stato introdotto a seguito della ratifica del Regolamento CE 1782/2003
e successivi regolamenti attuativi. Con l’introduzione del Pagamento Unico
Aziendale, in vigore dal 1° gennaio 2005, cambiano i criteri per l’erogazione
degli aiuti agli agricoltori. I regimi di sostegno che rientrano nel nuovo ambito di
pagamento unico sono: seminativi, patata da fecola, leguminose da granella,
(lenticchie ceci, vecce), riso, sementi, foraggi essiccati, carni bovine, carni
ovicaprine, latte. La principale novità della riforma riguarda il disaccoppiamento
totale degli aiuti dalla produzione. Si potrà dunque continuare a beneficiare
degli aiuti, a condizione che l’imprenditore sia un produttore storico e che
La Programmazione Provinciale - Asse 3
146
continui a svolgere attività agricola dimostrando il possesso dei terreni, senza
l’obbligo della coltivazione. Per “imprenditore storico” si intende colui che ha
beneficiato nel periodo 2000, 2001, 2002 di almeno un pagamento Pac per
alcuni dei settori sopra indicati. Per accedere al finanziamento occorre
comunque rispettare alcune regole, come ad esempio quelle relative alla tutela
del suolo, dell’ambiente e del benessere degli animali.