Stereotipi di genere e processi educativi: tra ripetizione e cambiamento
Barbara PoggioDocente di Sociologia del Lavoro, Coordinatrice Centro Studi interdisciplinari di Genere, Prorettrice alle politiche di equità e
diversità - Università degli studi di Trento
Conversazioni
Stereotipi e genere, il senso delle parole Stereotipi di genere, perché occuparsene Come si costruisce il genere La riproduzione degli stereotipi nei processi educativi Strategie per il cambiamento
Stereotipi e genere, il senso delle parole
Che cos’è uno stereotipo?
Dal greco στερεο- (duro, rigido) e τύπος (impressione). Una composizione tipografica fissa, che stampava sempre e solo la medesima pagina.
Uno stereotipo è una scorciatoia mentale usata per incasellare persone o cose in determinate categorie stabilite. Si tratta per lo più di giudizi rigidi, che attribuiscono in maniera indistinta determinate caratteristiche a un'intera categoria.
Che cos’è il genere?
Il genere è una costruzione sociale, un modo di classificare le persone, definendo attitudini e attività sulla base di un corpo diversamente sessuato.
Il concetto nasce negli anni ‘70 per studiare le relazioni (spesso asimmetriche) tra donne e uomini nella società.
Mette in luce come la gran parte delle diseguaglianze che connotano l’esperienza di donne e uomini non siano naturali (e quindi immutabili), ma abbiano radici sociali e culturali (e come tali possano essere superate).
Genere, stereotipi e diseguaglianze, perché occuparsene?
Squilibri che hanno radici storiche…
• Le donne potevano essere ripudiate
• Potevano essere uccise o lapidate
• Potevano essere bruciate per stregoneria
• Non potevano studiare,
• Non potevano votare
• Non potevano svolgere attività pubblica
… ma che persistono (e si trasformano) nel presente
• Nella divisione dei carichi di cura
• Nei percorsi educativi e scientifici
• Nel mercato del lavoro
• Nella politica
• Nelle rappresentazioni mediatiche
• Rispetto a violenza e sfruttamento
Donne e uomini nelle diverse posizioni di una carriera accademica tipica EU-27,2013-2016
Leaky Pipeline
Nel lavoro:• Discriminazione in accesso• abbandoni dopo la maternità• segregazione orizzontale• segregazione verticale• differenziali salariali• rischio di precarietà• sovraqualificazione• digital divide / sottorappresentazione STEM
Secondo il Global gender gap report l’Italia si colloca al 118° posto nel mondo (su 144) rispetto
alla partecipazione al mercato del lavoro; al 126°rispetto al divario salariale.
La violenza di genere
Forme di violenza psicologica, fisica, sessuale contro le donne sono ancora molto diffuse nel mondo così come nel nostro paese e ne emergono di nuove (cyber-stalking, revenge porn, hate speech):
una donna su tre nel mondo ha subito violenza psicologica, fisica e/o sessuale
quasi 7 milioni di donne in Italia hanno subito episodi di violenza, il 10% prima dei 16 anni (Istat 2015);
In Italia ogni tre giorni un femminicidio;
a commettere le violenze più gravi sono i partner attuali o gli ex compagni (63% dei casi di stupro).
Come si spiegano gli squilibri?
Possiamo vederli come fatti naturali, dovuti alla differenza biologica tra
donne e uomini e quindi inevitabili…
oppure possiamo leggerli come il frutto di costruzioni sociali e culturali in cui i
contesti educativi e di socializzazione (famiglia, scuola, amici, media...) giocano
un ruolo cruciale.
Come si costruisce il genere
La costruzione del genere
La costruzione del genere ha luogo nelle diverse fasi della vita: dal momento in cui si conosce il sesso biologico, bambini e bambine sono oggetto di diverse aspettative, investimenti, regole e vincoli
Un processo che le narrazioni classiche rafforzavano..
Figure femminili passive. Donne che non prendono l’iniziativa, preoccupate soprattutto della propria bellezza
oppure malvage (nelle favole dei fratelli Grimm l’80% dei personaggi negativi sono di genere femminile).
Le figure maschili sono invece per lo più attive, forti, coraggiose, leali e intelligenti.
(Gianini Belotti 1973)
.. ma che oggi ritroviamo nella produzione editoriale per l’infanzia
Marketing e Pinkification
nei giochi: quelli per bambine..
… e quelli per bambini
Nei media e nella pubblicità
Sul web e nei social
E la scuola? Fa la sua parte..
Stereotipi a scuola
Tra le/gli insegnanti sono presenti alcuni stereotipi, che tendono ariprodurre diseguaglianze (es. le ragazze studiano tanto, i ragazzisono più geniali..)
Nelle immagini e nei testi dei libri scolastici le figure maschili sonopiù presenti e hanno un ruolo da protagonisti
Le figure maschili svolgono diverse professioni (maestro, ferroviere,marinaio, mago, scrittore, dottore, poeta, giornalista, ingegnere,geologo, esploratore, scultore, architetto, scienziato, medico,direttore d’orchestra…). Le figure femminili svolgono pochi ruoli equasi sempre solo limitati all’ambito della cura come la maestra (lapiù frequente), l’infermiera e la casalinga.
L’arte, la scienza, la tecnica, il potere economico e politico, persinol’evoluzione della specie sono rappresentati con tratti maschili
Aggettivi nei libri di scuola
•Esclusivamente al genere maschile: sicuro, coraggioso, serio,orgoglioso, onesto, ambizioso, minaccioso, pensieroso, concentrato,bruto, avventuroso, autoritario, furioso, generoso, fiero, duro, egoista,iroso, virtuoso, tronfio, saggio, deciso, audace, libero, impudente.
•Esclusivamente al genere femminile: antipatica, pettegola, invidiosa,vanitosa, smorfiosa, civetta, altezzosa, affettuosa, apprensiva,angosciata, mortificata, premurosa, paziente, buona, tenera,vergognosa, silenziosa, servizievole, comprensiva, docile, deliziosa,delicata, disperata, ipersensibile, dolce, innocente.
(Irene Biemmi, Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari, 2011)
Strategie per il cambiamento
Intervenire sui processi di costruzione di stereotipi, pregiudizi e discriminazioni.
La via maestra è quella dei processi educativi: far crescere la consapevolezza e la capacità critica di bambine/i e ragazze/i rispetto agli stereotipi e ai pregiudizi di genere che si traducono poi in diseguaglianze.
E la consapevolezza di chi ha ruoli educativi rispetto alla responsabilità di non imporre modelli rigidi e stereotipati, ma di valorizzare i talenti e le potenzialità di ragazze e ragazzi e la qualità delle loro relazioni (E-ducere)
Il progetto nasce nel 2010Collaborazione tra Università,
Commissione Pari Opportunità, Iprase, Assessorati della Provincia
Sperimentazione (3 anni)
A regime dal 2014
Nel tempo coinvolte decine di scuole, centinaia di insegnanti, migliaia di
studenti
Nel 2019 sospeso dalla nuova giunta, si riparte dalle scuole.
Le finalità dei percorsi con ragazzi e ragazze
Principale finalità: favorire un maggiore rispetto nelle relazioni, una riduzionedei comportamenti violenti rispetto al genere, un maggiore equilibrio nellescelte scolastiche e lavorative.
Come? Stimolando ragazze e ragazzi ad avere un atteggiamento riflessivo ecritico rispetto ai modelli proposti dalla società, dai media, dalle pubblicità, ariconoscere stereotipi e pressioni culturali, a non farsi condizionare dalleaspettative nei confronti del loro corpo (bello, magro..) e dei lorocomportamenti.
A progettare un futuro basato sui propri talenti e le proprie potenzialità e nonsulle prescrizioni culturali. E magari anche a riconoscere e a difendersi daeventuali soprusi e ingiustizie.
Il metodo
• Laboratori con con insegnanti, genitori e ragazzi e ragazze• Ci si confronta sui modelli di maschile e femminile presenti nella società e
su come essi influenzano i nostri comportamenti e le nostre scelte• Si analizzano criticamente i messaggi dei media e le pubblicità, cercando
decostruire gli stereotipi, soprattutto quelli che limitano la possibilità diesprimere le proprie potenzialità, ingabbiando ragazze e ragazzi in modelliprecostituiti (la ragazza seduttiva, il ragazzo violento)
• Si lavora sui talenti e sulle aspettative di ragazzi e ragazze per il futuro,anche a partire da stimoli visuali (es. spezzoni di film).
Prossime sfide
• Focus su STEM e nuove tecnologie• Iniziative partecipate (nuovi linguaggi)• Proposte di alternanza scuola-lavoro che utilizzano sistemi di peer
education• Non solo rinforzare la presenza delle ragazze nei percorsi STEM ma
anche quella dei ragazzi nei percorsi SSH.