Facoltà di lettere e filosofia
Storia della filosofia
a.a. 2003-4‘Percorsi della riflessione morale’
codd. 5845 e 5846
Dispensa parte IIIIndicazioni di studio per i non-frequentanti
e per l’elaborazione di tesine
Richard Davies
A. OBBLIGHI 1B. PERCORSI SUGGERITI 3C. PRONTUARIO PER LA PREPARAZIONE DELLE TESINE 9
Presentazione 9Conteggio delle parole 9Originalità 10Citazioni 10-Note 12Bibliografia 14
D. SUGGERIMENTI DI LETTURA 17
1
A. OBBLIGHI
L’obbiettivo di questa parte della dispensa è quello di offrire agli studenti indicazioni
utili per scegliere un percorso di studio autonomo, e mirato a sviluppare una
conoscenza di un argomento filosofico attraverso il graduale avvicinamento ad alcuni
dei testi classici del pensiero etico occidentale.
La guida che costituisce la parte B è suddivisa in 20 sezioni tematiche numerate in
grassetto ognuna delle quali (compreso il testo primario del caso) corrisponde ad
un’unità di studio equivalente a 5 crediti formativi universitari (cfu). Si può scegliere di
sviluppare due argomenti relativi allo stesso testo primario per un totale di 10 cfu.
Sia gli studenti frequentanti che quelli non-frequentanti hanno l’opzione di stendere
una tesina di 5-10 pagine. Le indicazioni quantitative nel ‘prontuario’ qui sotto (sezione
C) valgono ugualmente per gli studenti che devono prendere solo 5 cfu e per quelli che
devono prenderne 10. Però, visto l’impegno richiesto nell’elaborazione di un discorso
scritto e nella produzione del risultato, che va oltre la mera lettura e la formazione di un
pensiero in proposito, una tesina su solo uno degli argomenti indicati può valere 10
cfu.
Per la legge italiana, la tesina non sostituisce l’esame orale. Formalmente costituisce
un punto di partenza per la valutazione della preparazione dello studente. Lo studente è
sempre libero di respingere un voto attribuito in base alla tesina.
I frequentanti che optano per fare la tesina possono scegliere O (i) un argomento
trattato in lezioni, e utilizzare i loro appunti integrati con eventuali indicazioni di lettura
suggerite dai docenti del corso o trovate altrove; O (ii) un argomento dall’elenco che
segue con relative letture. È vivamente consigliata la consulenza anticipata con un
docente per la definizione di un titolo appropriato.
I non-frequentanti devono comunque (i) leggere, come oggetto di esame, i primi due
capitoli (‘Etica’ e ‘Politica’) del manuale: R. Popkin e A. Stroll, Filosofia per tutti, il
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
2
Saggiatore, Milano, 1997 (adesso ristampato da Net)1; E (ii) leggere, come oggetto di
esame, i capitoli I, III e IV del libro di storia: J. Rohls, Storia dell’etica, il Mulino,
Bologna, 1995; E
(iii) in base a una scelta a ragion veduta, vista la lettura dei testi precedenti, preparare –
leggere attentamente in modo tale da poter spiegare e approfondire in un’eventuale
interrogazione – uno (per 5 cfu) o due (per 10 cfu) degli argomenti suggeriti
nell’elenco seguente in base alle relative letture.
Si consiglia di seguire l’ordine di lettura indicato, passando dal libro più introduttivo
(Popkin e Stroll) attraverso una discussione più dettagliata (Rohls) per arrivare a fare
una scelta con cognizione di causa tra gli argomenti elencati.
Se scelgono di svolgere una tesina in base alle loro letture, gli studenti devono
dimostrare di aver una padronanza almeno della letteratura indicata come pertinente
all’argomento scelto. Se propongono un argomento di scelta propria, il titolo e letture
appropriate devono essere previamente concordati con uno degli insegnanti del corso,
per evitare il rischio di esulare dagli schemi adottati come ‘Storia della filosofia’.
1 Il libro omonimo di S. Law e D. Postgate (Fabbri, Milano, 2001), anche se interessante come
introduzione alla filosofia, NON è accettato in sostituzione.
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
3
B. PERCORSI SUGGERITI
(Testi segnalati con un asterisco (*) appaiono per intero in una delle dispense ancora a
disposizione sul sito del corso; quelli segnalati con un obelisco (†), essendo un po’
difficili da reperire, sono a disposizione in fotocopia a ricevimento)
Testo primario: Platone, Gorgia (si consiglia l’uso di un’edizione o traduzione
corredata di apparato critico2)
Una sintesi generale del dialogo si trova nel sesto capitolo di
A.E. Taylor, Platone: l’uomo e la sua opera, Nuova Italia, Firenze, 1968
[1] Crisi dei valori e sofisti (la promessa di Gorgia)
N. Abbagnano, Storia della filosofia, TEA, Torino, 1993, Vol. I, cap. vi
G. Romeyer Dherbey, I sofisti: Professionisti del sapere, Xenia, Milano, 2000 cap. 2
†M. Isnardi Parente, Sofistica e democrazia antica, Sansoni, Firenze, 1977, saggio
introduttivo (pp. 1-35)
[2] ‘La virtù basta per la felicità’ (la discussione con Polo)
Cicerone: Questioni tuscolane, (qualsiasi edizione o traduzione), libro V
M. Nussbaum, La terapia del desiderio, Vita e pensiero, Milano, 1998, capitolo
decimo (pp. 382-425)
2 Nessuno (neanche i professori del vostro professore) legge Platone con profitto senza supporto:
l’apparato di introduzione, analisi, schemi, note, commenti, bibliografia che fa parte di un’edizione
utile è essenziale alla comprensione del testo. Tra le versioni italiane recenti, possiamo segnalare
quella di G. Reale, Bompiani, Milano, 2000, che ha il pregio anche di essere a un prezzo
ragionevole.
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
4
[3] Come è l’uomo potente? (la figura di Callicle)
Q.R.D. Skinner, Macchiavelli, Dall’Oglio, Milano, 1982
F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, (1886, qualsiasi edizione o traduzione, ma
con particolare attenzione alla quinta e la nona parti)
Testo primario: Aristotele, Etica Nicomachea, libri VII e X (qualsiasi edizione o
traduzione)
Argomenti:
[4] Debolezza della volontà (akrasia): (EN, VII capp. i - x)
*Platone, Protagora, 351B - 359A
R.M. Hare, Libertà e ragione, Il Saggiatore, Milano, 1971, cap V
†D. Davidson, ‘Com’è possibile la debolezza della volontà?’ in Azioni ed eventi, Il
Mulino, Bologna, 1992
[5] Piacere e attività (EN , VII, capp. xi-xv e X, capp. i-vi)
F. de Luise e G. Farinetti, Storia della felicità, Einaudi, Torino, 2001, cap. v
M. Vegetti, L’etica degli antichi, Laterza, Roma-Bari, 1989, cap. VI
†G. Ryle, Dilemmi, Ubaldini, Roma 1986, lezione IV
[6] Il piacere della contemplazione (EN, X capp. vii-viii)
J. Dudley, Dio e contemplazione in Aristotele, (1983) Vita e pensiero, Milano, 1999
†W. Jaeger, ‘Genesi e ricorso dell’ideale filosofico della vita’, appendice al suo
Aristotele, Nuova Italia, Firenze 1968
†C. Natali, «Bios Theoretikos»: La vita di Aristotele e l'organizzazione della sua
scuola, Il Mulino, Bologna, 1991, cap. II
Testo primario: Lucrezio, La natura delle cose (De rerum natura) libro III (qualsiasi
edizione o traduzione)
Argomenti
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
5
[7] Il sensismo e la reciprocità mente-corpo
Hobbes, Leviatano, I, capp. 1-6 (qualsiasi edizione o traduzione)
E.B. de Condillac, Trattato sulle sensazioni, (1754) in Opere, tr. C.A. Viano, UTET,
Torino, 1976
†P. Boyancé, Lucrezio e l’epicureismo, Paedeia, Brescia, 1970, cap. VI
[8] Il timore della morte
*Epicuro, ‘Lettera a Meneceo’, in Diogene Laerzio Vite dei filosofi, X, 122-35
†J. Fallot, Il piacere e la morte nella filosofia di Epicuro, Einaudi, Torino 1977, Parte
seconda
C. Segal, Lucrezio: angoscia e morte nel «De Rerum Natura», Il mulino, Bologna,
1990
M.C. Nussbaum, La terapia del desiderio, Vita a pensiero, Milano, 1996, capitolo
quarto (pp. 112-50)
Testo primario: Cartesio, Le passioni dell’anima (qualsiasi edizione o traduzione)
Argomenti
[9] Il piano di una teoria psicologico-morale
Cartesio: Discorso sul metodo , III (qualsiasi edizione o traduzione)
G. Crapulli, Introduzione a Descartes, Laterza, Bari-Roma, 1988, cap. VII
D. Bertacco Descartes e la questione della tecnica, Il poligrafo, Padova, 2003 cap VI
[10] L’autocontrollo e la generosità
F. de Luise e G. Farinetti, Storia della felicità, Einaudi, Torino, 2001, cap. xviii
R. Bodei: Geometria delle passioni, Milano: Feltrinelli, 1992, Parte II, sezione seconda
†M. Martini: ‘Aspetti dell’etica nella corrispondenza con Elisabetta’ in La biografia
intellettuale di René Descartes a cura di J.-R. Armogathe (et al.),
Vivarium, Napoli, 1998 (cita un po’ di francese nel testo)
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
6
Testo primario: Hobbes, Leviatano, parte I3
Argomenti
[11] Passioni e disturbo
T. Hobbes, Dell’uomo, capp. XI e XII, tr. it. di A. Pacchi, Laterza, Bari-Roma, 1970
†T. Magri, Saggio su Thomas Hobbes, Il Saggiatore, Milano, 1982 cap. III
[12] Come scappare dallo stato di natura
*Platone Repubblica II 357a-60e
*C. Beccaria, Dei delitti e delle pene, ‘A chi legge’, ‘Introduzione’ e capp. i-iii
†G. Sorgi, Quale Hobbes? Franco Angeli, Milano, 1989, Parte II, cap. 1
†N. Bobbio, ‘La teoria politica di Hobbes’, nel suo Thomas Hobbes, Einaudi, Torino,
1989 (pp. 27-71)
Testo primario: Beccaria, Dei delitti e delle pene (preferibilmente un’edizione che
segua l’ordinamento dei capitoli dell’edizione del 17664)
Argomenti:
[13] Il rapporto tra motivazione personale e il bene comune
†P. Verri, Discorso sull'indole del piacere e del dolore (1773), cap. VI
†Zarone, Etica e politica nel Utilitarismo di C. Beccaria, Istituto italiano per gli studi
storici, Napoli 1971, Parte II, cap. 1
3 La traduzione a cura di Tito Magri (Editori Riuniti, Roma 1976 e più volte ristampata) non porta il
testo integrale: contiene la maggior parte del materiale riguardante il passaggio dallo stato di natura
allo stato civile ma ommette i capitoli che descrivono la costituzione dell’uomo. Le traduzioni
vecchie di M. Vinciguerra (1911-2), di V.E. Alfieri (1930), di F. Moffa (1932) e di R.
Giammanco (1955) sono state superate da quelle di G. Micheli (Nuova Italia, Firenze, 1976, e più
volte ristampata), di A. Pacchi, (Laterza, Bari-Roma, 1989) a di E. Lunani (Armando, Roma,
1997)4 Ad esempio: a cura di F. Venturi nel terzo volume di Illuministi italiani, Ricciardi, Milano, 1958; a
cura dello stesso Venturi, Einaudi, Torino, 1965 (con una ricca raccolta di altri documenti); a cura
di G. Carnazzi, Rizzoli, Milano, 1981; a cura di L. Firpo (et al.) nel primo volume dell’Edizione
Nazionale di Beccaria, Mediobanca, Milano, 1984; a cura di G. Armani, Garzanti, Milano, 1987.
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
7
J. Harsanyi, ‘Utilità individuali e etica utilitaristica’ nel suo L’utilitarismo, Il
Saggiatore, Milano, 1988
[14] L’applicazione della teoria alla prassi (ad esempio, l’uso della seclusione, i lavori
forzati, la tortura, la pena di morte)
†F. Facchinei, ‘Note ed osservazioni’ (1765): estratti nell’edizione di Beccaria a cura di
Venturi, Einaudi, 1965, pp. 164-77
†F. Venturi, Settecento riformatore, Einaudi, Torino, 1969, cap. ix (soprattutto pp.
702-20 e 740-47)
M. Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino, 1976, Parte II, cap. ii (purtroppo
cita un’edizione di Beccaria corrotta)
Testo primario: Mill, L’utilitarismo (qualsiasi edizione o traduzione)
Argomenti:
[15] Il criterio di utilità
F. de Luise e G. Farinetti, Storia della felicità, Einaudi, Torino, 2001, cap. xxviii
†J. Bentham, Introduzione aiprincìpi, UTET, Torino, 1998, capp. I-IV
G.E. Moore, Principia Ethica, Bompiani, Milano, 1964, cap. III
[16] Piaceri ‘alti’ e ‘bassi’
Platone, Repubblica, IX, 580D - 592B
Aristotele, Etica Nicomachea, VII, v
†D. Pesce, ‘Sulla dottrina del piacere in Epicuro’, Rivista di filosofia neo-scolastica,
74 (1982) pp. 3-26
Argomenti di bioetica
Per gli argomenti seguenti, si consiglia la lettura integrale di almeno un libro generale
sul campo delle scelte vitali/mortali. Nuovi lavori sono in continua uscita, ma si
segnalano (in ordine alfabetico e non di presunto merito):
E. Baccarini, Bioetica, Analisi filosofiche liberali, Trauben, Torino, 2002
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
8
L. Battaglia, Dimensioni della bioetica: La filosofia morale dinanzi alle sfide delle
scienze della vita, Name, Genova, 1999
L. Ciccone, Non uccidere: questioni di morale della vita fisica, Ares, Milano, 1984
R. Dworkin, Il dominio della vita: aborto, eutanasia e libertà individuale, Edizioni
della comunità, Milano, 1996
H. Jonas, Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino, 1997
S. Maffettone, Il valore della vita, Mondadori, Milano, 1998
J.P. Massue e G. Gerin, Diritti umani e bioetica, Sapere2000, Roma, 2000
G. Milano, Bioetica dalla A alla Z, Feltrinelli, Roma, 1997
R. Mordacci, Una introduzione alle teorie morali: confronto con la bioetica,
Feltrinelli, Milano, 2003
A. Pessina, Bioetica, Mondadori, Milano, 1999
R. Sala, Bioetica e pluralismo dei valori. Tolleranza, principi, ideali morali, Liguori,
Napoli, 2003
Card. D. Tettamanzi, Nuova bioetica cristiana, Piemme, Casale Monferrato, 2000
[17] Princìpi contrastanti di bioetica oggi
E. Sgreccia, Manuale di bioetica, Vita e Pensiero, Milano, 2000, cap. V
E. Lecaldano, Bioetica: le scelte morali, Laterza, Bari-Roma, 1999, cap. I
P. Singer, Ripensare la vita, Il Saggiatore, Milano, 1994 cap. 9
[18] Il suicidio
*Crisippo di Soli, ‘La morte conforme a ragione’, in Stoici antichi: tutti i frammenti a
cura di R. Radice, Rusconi, Milano, 1998, pp. 1343-51
Seneca, Lettere a Lucilio, VIII, 70
*San Tommaso, Somma teologica, IIa IIæ, qu 64 art 5
*D. Hume ‘Sul suicidio’, tr. it. U. Forti (1928), in Opere filosofiche di Hume, (4 voll.)
a cura di E. Lecaldano, Laterza, Bari-Roma, 1987, III, pp. 585-94.
A. Camus, Il mito di Sisifo, Bompiani, Milano, 1947
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
9
[19] Eutanasia
E. Sgreccia, Manuale di bioetica, Vita e Pensiero, Milano, 2000, cap. XV
H. Kung, Della dignità del morire, Rizzoli, Milano, 1996
D. Neri, Eutanasia, Universale Laterza, Bari-Roma, 1995, Parte I
†P. Foot, ‘Eutanasia’ in G. Ferranti e S. Maffettone (a cura di) Introduzione alla
bioetica, Liguori, Napoli, 1992, pp. 81-130
[20] Distribuzione dei beni sanitari
E. Lecaldano, Bioetica: le scelte morali, Laterza, Bari-Roma, 1999, cap. V
*J. Harris, ‘La lotteria della sopravvivenza’ in P. Donatelli e E. Lecaldano (a cura di)
Etica analitica, LED, Milano, 1996, pp. 425-434
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
10
C. PRONTUARIO PER LA PREPARAZIONE DELLE TESINE
Presentazione
La tesina va redatta dallo studente stesso in lingua italiana in unica copia dattiloscritta e
consegnata con almeno trenta giorni di anticipo rispetto alla data dell’appello in cui si
vuole sostenere l’esame relativo al corso.
La rilegatura della tesina è a scelta dello studente: qualsiasi metodo (dal graffetto alla
rilegatura come brossura) è accettato purché assicuri l’integrità del testo.
La pagina di copertina, che non conta come pagina del lavoro, deve contenere le
seguenti informazioni:
cognome e nome dello studente;
numero di matricola;
titolo del lavoro;
nome del docente che ha concordato il titolo;
numero arrotondato delle parole;
numero di crediti conseguiti (5 o 10, o, per il Vecchio Ordinamento, semestrale
o annuale); e
data prevista della sessione di esame.
Se la tesina è articolata in paragrafi o sezioni, un sommario o indice può apparire
insieme al materiale di titolo e non venir contato nel totale del lavoro.
Conteggio delle parole
L’indicazione di lunghezza di ‘5-10 pagine’ si traduce nella realtà come segue.
Una pagina è un foglio di carta A4. Il testo va stampato in spazio 1,5 o 2 in un font
leggibile di almeno 12pt con margini di intorno ai 2,5 centimetri in alto e basso e su
entrambi i lati (di più a sinistra se richiesto dalla rilegatura).
Con queste dimensioni, il numero delle battute a pagine è approssimativamente
2,000, e il numero delle parole intorno alle 400. Quindi, il totale dello scritto va dalle
10,000 battute (2,000 parole) alle 20,000 battute (4,000 parole); ogni programma di
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
11
word processing ha la capacità di contare i caratteri e le parole; chi redige il lavoro con
una macchina da scrivere manuale può stimare il totale in base ad una campione del
testo.
Come già detto, la pagina di copertina è esclusa dal conteggio. In modo simile, la
lista di letture e altri rimandi, che si trova in fonda al testo, non va contato. Tuttavia, le
note sono incluse.
Originalità
Come insieme, il testo esprime il pensiero del suo autore e non va copiato o
parafrasato da qualsiasi altra fonte senza le dovute indicazioni, pena il reato (non solo
accademico ma anche legale) di plagio.
La punizione accademica per plagio varia dall’insufficienza in caso di una tesina
molto vicina a un testo pubblicato alla riduzione del voto nonostante la sua apparente
qualità. Lo studente è sempre libero di contestare un’accusa di plagio, così come il
docente è libero di sostenerla. Se lo studente non è disposto ad accettare la valutazione
del docente, può sostenere l’esame con un altro membro della commissione d’esame.
Citazioni
La parafrasi è lecita quando chi scrive estrae il succo o la parte pertinente di un altro
testo e dà un’indicazione del punto da dove viene. La citazione è la prassi di prendere
in prestito le parole esatte di un altro testo e di riconoscerne la proprietà.
Esempio di parafasi5:
Nel capitolo XXVII del suo libro, Beccaria osserva come la pena di morte non sia
efficace come deterrente. Questo ragionamento dipende ...
5 Gli esempi vengono presentati attorniati da una ‘scatola’ allo scopo di distinguerli dai commenti
che se ne fanno. Questa prassi non è da copiare nella stesura della tesina.
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
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Il rimando è sufficientemente preciso per gli scopi: la deterrenza è oggetto del intero
capitolo in questione e sappiamo che il libro è Dei delitti e delle pene. La parafrasi non
riporta le parole esatte del testo originale: la parola ‘efficace’ appare nel capitolo citato;
la parola ‘deterrente’ non ci appare, ma è utile come riassunto.
Esempio di citazione:
Beccaria osserva come, ‘[n]on è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di
uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che,
divenuto bestia di servigio, ricompensa colle sue fatiche quella società che ha offesa,
che è il freno più forte contro i delitti’15. Questo ragionamento dipende ...
Notiamo una serie di aspetti di questa operazione.
Primo, le parole citate vanno messe tra virgolette; queste possono essere singole
(‘...’), doppie (“...”) o a lisca di pesce («...»).
Secondo, sono le parole esatte così come appaiono nel libro da cui si cita. L’iniziale
‘n’ nella citazione corrisponde all’inizio di una frase e quindi, nell’originale è in
maiuscolo. Ma, nella citazione, appare in mezzo a una frase; quindi l’ingerenza
tipografica va segnalata con parentesi, preferibilmente, per distinguerli da parentesi già
presenti nel testo, quelle quadre ([ e ]) o increspate ({ e }); se una parte della frase, ad
esempio da ‘divenuto’ a ‘che è il freno’ è da tralasciare, inseriamo tre punti di
sospensione tra parentesi quadre (o increspate) per indicare l’omissione ([…] o {…}).
Se vogliamo enfatizzare una parola o una frase, si usa corsivo (sottolineatura per chi
non dispone di una stampante a getto d’inchiostro o laser) e si aggiunge in nota
‘corsivo nostro’; qualora il testo citato contenga un’enfasi, si aggiunge ‘corsivo
originale’.
Terzo, questo è un brano relativamente lungo e, di solito, quelli di oltre 30 parole
vanno messi con un rientro al margine sinistro con una riga bianca prima e dopo e
senza virgolette. Quindi, se si tolgono le parole come sopra, il risultato sarebbe:
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
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Beccaria osserva come, ‘[n]on è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di
uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che [...] è il
freno più forte contro i delitti’15. Questo ragionamento dipende...
Mentre, con testo intero, si ha:
Beccaria osserva come,
[n]on è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma illungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia diservigio, ricompensa colle sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno piùforte contro i delitti15.
Questo ragionamento dipende...
Quarto, c’è un rimando ad una nota (‘15’). Tutti i programmi moderni di word
processing sono in grado di generare automaticamente note a piè di pagina; chi non
dispone di tali attrezzature può raccogliere le note in fondo al testo, numerate in
sequenza.
Note
Le note a piè di pagine raccolgono i dati bibliografici e di solito appaiono in un corpo
due punti più piccolo di quello del testo. Si scoraggia l’uso delle note per commenti
ulteriori: o la controversia è rilevante e deve trovare il suo posto nello sviluppo del
ragionamento all’interno del testo, o non è rilevante e va soppressa.
I dati bibliografici si presentano, nei limiti del possibile, uniformamente. Per gli
scopi del corso, ci sono tre categorie di materiale a stampa da prendere in
considerazione: (i) testi primari (ii) altri libri; e (iii) articoli da riviste e miscellanee. Siti
internet vengono citati riportando l’URL.
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
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(i) Per la maggior parte dei testi classici esiste già un sistema di riferimento
standardizzato. Ad esempio, la paginazione, con parte della pagine e riga, di Platone
risale all’edizione di Stephanus (Henri Estienne) in tre volumi del 1578, e di Aristotele
a quella di Bekker del 1831-6. Questi sistemi, consolidati e utilizzati da tutti
commentatori, vengono riportati in quasi tutte le edizioni e traduzioni moderne, e sono
da privilegiare rispetto alla numerazione delle pagine del testo che si ha in mano. È
comunque da segnalare quale edizione o traduzione è stata adottata. Testi, come Le
passioni di Cartesio, che sono suddivisi in piccole sezioni, possono essere citati con il
numero dell’articolo in questione. Testi, come L’utilitarismo di Mill, che assomigliano
monografie in senso moderno sono da trattare a seconda l’edizione effettivamente
utilizzata.
(ii) I rimandi a libri vanno organizzati nell’ordine:
autore;
titolo in corsivo;
nel caso, data di prima pubblicazione tra parentesi;
nel caso, nome/i del curatore/traduttore;
casa editrice;
città di pubblicazione;
anno di pubblicazione; e
pagina/e.
Per la nota alla citazione fatta sopra, questo risulta come segue:
15 C. Beccaria, Dei delitti e delle pene (1764), a cura di F. Venturi, Einaudi, Torino, 1965, pp. 63-4.
Se la successiva citazione è alla stessa opera, il rimando può prendere la forma o
16 Beccaria, op. cit., p. 64.
togliendo l’iniziale dell’autore già citato (‘op. cit.’ significa ‘opera citata’) o
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
15
16 Op. cit., p. 64.
Se due citazioni di seguito fanno riferimento alla stessa pagina, possono apparire così:
8 C. Beccaria, Dei delitti e delle pene (1764), a cura di F. Venturi, Einaudi, Torino, 1965, p. 62.
9 Loc. cit..
oppure
9 Ibid..
(dove ‘loc. cit.’ significa ‘luogo citato’ e ‘ibid.’ significa ‘lo stesso posto nel testo’).
Se, dopo aver citato un’altra fonte, si ritorna a un testo già citato, si può avere una
sequenza di questo genere:
15 C. Beccaria, Dei delitti e delle pene (1764), a cura di F. Venturi, Einaudi, Torino, 1965, pp. 63-4.
16 C. Cantù, Beccaria e il diritto penale, Sansoni, Firenze, 1862, p. 12.
17 Beccaria, op. cit., p. 65.
O, invece di ‘op. cit.’, un titolo abbreviato (‘Dei delitti’) può servire come indicazione
utile a chi legge.
(iii) I rimandi ad articoli vanno organizzati nell’ordine:
autore;
titolo del articolo tra virgolette;
nel caso, data di prima pubblicazione tra parentesi;
titolo della rivista o miscellanea in corsivo (o tra virgolette a lisca di
pesce: questa forma è normale solo in Italia);
nel caso di una miscellanea, nome del curatore;
nel caso di una miscellanea, casa editrice;
nel caso di una miscellanea, città di pubblicazione;
Storia della filosofia a.a. 2003-4 Parte III
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nel caso di una rivista, l’anno e il numero;
anno di pubblicazione (nel caso di una rivista, tra parentesi); e
pagina/e.
Esempio di un rimando in nota ad un articolo di rivista:
2 M. Isnardi Parente, ‘Simplicio, gli stoici e le categorie’, Rivista di Storia della Filosofia, XLI
(1986), p. 14.
che era poi ripubblicato in una collezione degli interventi della stessa studiosa:
2 M. Isnardi Parente, ‘Simplicio, gli stoici e le categorie’, (1986) nel suo Filosofia e scienza nel
pensiero ellenistico, Bibliopolis, Napoli, 1991, p. 153.
Supponiamo anche (in questo caso, fantasiosamente) che, come un ‘pezzo da
antologia’, lo stesso saggio viene raccolto in una miscellanea; in quel caso il rimando
avrebbe la seguente forma:
2 M. Isnardi Parente, ‘Simplicio, gli stoici e le categorie’, (1986) in Logica ellenistica, a cura di A.M.
Ioppolo, Laterza, Bari-Roma, 2005, p. 97.
Per un articolo pubblicato per la prima volta in un volume collectaneo, in questo
caso gli atti di un convegno, si ha:
3 C. Natali, ‘Attività di Dio e attività dell’uomo nella Metafisica di Aristotele’, in Aristotele: Perché la
metafisicsa, a cura di A. Bausola e G. Reale, Vita e Pensiero, Milano, 1994, pp. 190-1.
Bibliografia
In fondo alla tesina, cominciando su una nuova pagina, va messa una lista dei testi
citati e effettivamente consultati. Oltre alle letture indicate (ai frequentanti) o
obbligatorie (per i non-frequentanti), tutto l’altro materiale utilizzato nella stesura della
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tesina va elencato: ricerche bibliografiche intraprendenti sono viste di buon occhio.
Come già detto, l’elenco bibliografico è escluso dal conteggio delle parole.
L’ordine della lista è quello alfabetico per l’iniziale del cognome dell’autore. E il
formato corrisponde a quello delle note con poche varianti:
(i) nel caso di un testo che ha il proprio sistema di rimandi, come Platone e
Aristotele, l’edizione o traduzione usata va citata con indicazioni del tipo di
pubblicazione; se si cita più di un testo, tutti vanno elencati;
(ii) il cognome dell’autore viene prima del nome o iniziale per osservare l’ordine
alfabetico;
(iii) non si ripete il nome dello stesso autore che viene citato più di una volta, ma per
il secondo testo si mette un trattino sulla nuova riga;
(iv) nel caso di un’opera in più volumi, si indica il numero di volumi tra parentesi
prima della casa editrice;
(v) nel caso di un articolo, le pagine di inizio e di fine;
(vi) se possibile, si mette un rientro sulle righe successive se il rimando si estende
su più di una riga.
così, abbiamo, ad esempio,
Aristotele, Etica Nicomachea, trad. it. con testo greco a fronte a cura di G. Reale,
Rusconi, Milano, 1992.
–– Etica Nicomachea, trad. it. A. Plebe in vol. III di Opere a cura di G. Giannantoni,
(4 volumi), Laterza, Bari-Roma, 1973.
–– Metafisica, trad. it. con testo greco a fronte a cura di G. Reale, (3 volumi), Vita e
pensiero, Milano, 1993.
Berti, E., Aristotele nel Novecento, Laterza, Bari-Roma, 1992.
Jaeger, W., ‘Genesi e ricorso dell’ideale filosofico della vita’, appendice al suo
Aristotele, Nuova Italia, Firenze 1968.
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Natali, C., ‘Attività di Dio e attività dell’uomo nella Metafisica di Aristotele’, in
Aristotele: Perché la metafisicsa, a cura di A. Bausola e G. Reale, Vita e Pensiero,
Milano, 1994, pp. 187-214.
Siti internet vengono citati insieme, in ordine alfabetico, alla fine della bibliografia.
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D SUGGERIMENTI DI LETTURA
Il materiale indicato in questa sezione non è obbligatorio per gli scopi del corso, ma
può essere utile per chi voglia orientarsi nella filosofia e costruirsi un percorso proprio.
Strumenti di consultazione (anche per la stesura di una tesina)
Gli studenti che hanno fatto filosofia alle superiori avranno studiato un manuale, che
può, nei migliori dei casi, offrire spunti bibliografici per approfondimento. Tra questi
possiamo segnalare:
N. Abbagnano, G. Fornero, Itinerari di filosofia: protagonisti, testi, temi e laboratori,
Paravia, Torino (2002 e poi rielaborato).
Anche dello stesso Abbagnano sono:
Storia della filosofia, (8 voll) iniziata nel 1946 e ripubblicata dalla TEA, Torino, in
edizione economica nel 1995;
e il suo dizionario dei concetti filosofici esposti nel loro sviluppo storico:
Dizionario di filosofia (1960), UTET, Torino, 1993.
Altri dizionari quali
Dizionario di filosofia (2° ed. 1993) a cura di G. Vattimo (et al.), Garzanti, Milano,
1999; e
Dizionario di filosofia, (1960) a cura di D.G. Runes, Mondadori, Milano, 1972
forniscono informazioni anche su individui, scuole e movimenti oltre a definizioni di
termini tecnici. Per notizie su singole opere, con un breve riassunto e indicazioni sulla
disponibilità di versioni italiane, vedi
Dizionario delle opere filosofiche, (1988) a cura di F. Volpi, Mondadori, Milano,
2000.
Va notato che l’uso esteso di materiale desunto/copiato da queste fonti è facilmente
riscontrabile e conta come plagio (vedi sopra).
Introduzioni
L’approccio adottato da Popkin e Stroll, introducendo le principali dottrine etiche e
politiche sottoforma di riassunto storico non è l’unico modo per affrontare questioni
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filosofiche – come essi stessi dimostrano nei loro capitoli successivi, che trattano gli
altri rami della materia in modo più tematico. Altri testi, tutti brevi (o molto brevi),
oltre al già citato Filosofia per tutti di Law e Postgate (cfr. nota 1) che iniziano con ‘i
problemi’ sono:
B. Russell, I problemi della filosofia, (1912), Feltrinelli, Milano, 1959 (un – forse il –
classico del genere);
S. Blackburn, Pensa, (1999), Il saggiatore, Milano, 2001
N. Warburton, Il primo libro di filosofia, (1991), Einaudi Torino, 1998; e
T. Nagel, Una brevissima introduzione alla filosofia, Il saggiatore, Milano 1996
Dello stesso Nagel sono i saggi, un po’ più impegnativi, ma altrettanto stimolanti,
raccolti in,
T. Nagel, Questioni mortali, (1979), Il saggiatore, Milano, 1986.
Più in generale sugli argomenti del corso, si possono consultare gli agili volumi:
E. Lecaldano, Etica, TEA, Torino, 1996;
P. Donatelli, La filosofia morale, Laterza, Bari-Roma, 2001
Per introduzioni generali alla figura di cui si occupa modulo A:
J. L. Ackrill, Aristotele, Il mulino, Bologna, 1993;
E: Berti, Profilo di Aristotele (1979), Edizione Studium, Roma 1998:
G. Reale, Introduzione ad Aristotele, Laterza, Bari-Roma, 1974
‘Parafilosofia’
Con questa non-parola s’intendono testi in due categorie.
In primo luogo, ci sono quelli che parlano sì di filosofi e delle loro dottrine, ma
cercando di evitare la pesantezza del discorso scolastico/accademico. Forse l’esempio
più di successo di questo genere è il romanzo:
J. Gaarder, Il mondo di Sofia, (1990), Bompiani, Milano, 1993,
che introduce la protagonista (Sofia) ai vari momenti della storia della filosofia come
incontri personali, e che poi fornisce il punto di partenza per il carteggio (genuino, a
quanto pare) tra una ragazza undicenne e un professore universitario di filosofia:
Nora K. e V. Hösle, Aristotele e il dinosauro (1996), Einaudi, Torino, 1999.
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Un percorso simile viene tracciato in modi diversi (motivo per cui riportiamo i
rispettivi sottotitoli) da
W. Weischedel, La filosofia dall scala di servizio: i grandi filosofi tra pensiero e vita
quotidiana, (1966), Cortina, Milano, 1996; e
E. Bencivenga, Platone, amico mio: i filosofi rispondono alle grandi domande della
nostra vita, Mondadori, Milano, 1997.
Dello stesso Bencivenga possiamo anche segnalare:
La filosofia in trentadue favole, Mondadori, Milano, 1991.
Il che ci porta alla seconda categoria di ‘parafilosofia’, costituita da scritti la cui
ispirazione deriva da temi o problemi filosofici, ma che li presenta in modi più o
meno stravagante. Di questo genere sono senz’altro i classici I viaggi di Gulliver
(1726) di Jonathan Swift e Candido (1759) di Voltaire nonché i testi Alice nel paese
delle meraviglie (1865) e Alice attraverso lo specchio (1872) di Lewis Carroll. Questi
ultimi sono prevalentemente imperniati su paradossi logici, mentre tanti dei racconti
del Padre Brown di G. K. Chesterton vertono su le varie forme di fraintendimento e di
fragilità umana.
Il grande argentino Jorge Luis Borges scrisse molte parabole che illustrano
tematiche metafisiche, logiche e morali con un tocco sempre leggero ed icastico
(perché, diceva, era troppo pigro per scrivere romanzi), e che sono disponbili in varie
traduzioni e collezioni. Anche divertenti sono i racconti di Achille Campanile e i saggi
brevi (spesso redatti in un primo momento per la rubrica ‘La bustina di Minerva’
sull’Espresso e poi ripubblicati in vari volumi editi da Bompiani) di Umberto Eco.
Indichiamo per ultimo il libro:
D. Adams, Guida galattica per gli autostoppisti, (1980), Mondadori, Milano, 1996
che, dopo un inizio un po’ lento e macchinoso, sviluppa un’esilarante serie di gag
spaziali su temi filosofici.