Ascoli Piceno 23-06-2005L’ambiente acquatico: sostanze pericolose e qualità a rischio
Sviluppi Normativi sulle acque a livello comunitario e nazionale.
Mario CarereIstituto Superiore di Sanità
Dipartimento Ambiente
DirettivaDirettiva 2000/60/CE 2000/60/CE Istituisce un quadro di riferimento comunitario per la protezione
di tutte le tipologie di acque, al fine di:impedire il deterioramento e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e delle zone umide che da essi dipendono
garantire un utilizzo idrico sostenibile basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche
assicurare una protezione rafforzata e il miglioramento dell’ambiente acquatico attraverso la progressiva riduzione di scarichi e emissioni di sostanze prioritarie e cessazione delle emissioni di sostanze pericolose prioritarie
assicurare la riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee e prevenire il loro ulteriore inquinamento
mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità
Obiettivi
Ampliare la protezione a tutte le acque, sia
superficiali che sotterranee
Raggiungere lo stato ecologico e chimico buono per tutte le
acque entro il 2015
Gestire le risorse idriche sulla base di bacini
idrografici
Attuazione di un approccio combinato che unisca limiti delle emissioni e standard
di qualità
Emanazione di liste di sostanze prioritarie a
livello comunitario
Rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia
Network dei Bacini Pilota per l’implementazione
della WFD
Scheldt (B, F, NL)Moselle - Sar (D, F, Lux)
Odense (Danimarca)Oulujoki (Finlandia)
Suldasvassdraget (Norv.)Marne (Francia)
Ribble (Regno Unito)Shannon (Irlanda)
Pinios (Grecia)Guadiana (Portogallo)
Jùcar (Spagna)Cecina, Tevere (Italia)Somos (Rom., Hun.)Neisse (CZ, D, PL)
implementazione
WFDWFD
CISCIS
Water DirectorsSteering of implementation process
Chair: Presidency, Co-chair: Commission
Strategic Co-ordination GroupCo-ordination of w ork programme
Chair: Commission
Stakeholders, NGO’s, Researchers, Experts, etc.
Art. 21 Committee
Working Group A“Ecological Status”
Lead: JRC, DE and UK
Working Group B“Integrated River
Basin Management”Lead: FR and ES
Working Group D“Reporting”
Lead: Commission
Direttiva 2000/60/CE Strategia di Implementazione Comune 2005/2006
Working Group E“Priority Substances”
Lead: Commission
Working Group C“Groundwater”
Lead: Commission and AT
"GIS” Expert Network
“Chemical Monitoring”
Strategic Steering Group“WFD and Agriculture”
Chair: UK and Commission
Expert Advisory Forum“Flood Protection”
Chair: Commission
“Chemical Monitoring”
Direttiva 76/464/CEEConcernente l’inquinamento provocato da certe sostanze pericolose
scaricate nell’ambiente idrico della Comunità
• Campo di applicazione: acque interne superficiali, acque marine territoriali, acque interne del litorale ed acque sotterranee
• Obiettivo: armonizzare le legislazioni degli Stati Membri in materia di scarico di sostanze pericolose nell’ambiente idrico ed agire preventivamente sulle fonti di inquinamento
• Strumenti:1. due elenchi di sostanze a seconda della loro pericolosità
(eliminazione o riduzione);2. obbligo per gli Stati Membri di adottare una strategia
basata sulla fissazione di valori limite di emissione e sull’individuazione di obiettivi di qualità ambientali
Direttiva 2000/60/CEche istituisce un quadro per l’azione comunitaria
in materia di acque
• Campo di applicazione: acque interne superficiali, acque di transizione, acque costiere ed acque sotterranee
• Obiettivo: raggiungimento dello stato “buono” ecologico e chimico di tutti i corpi idrici entro il 2015
• Strumenti:1. Elenco di sostanze prioritarie a livello comunitario;2. Obbligo per gli Stati Membri di adottare un approccio
combinato per il controllo delle sostanze pericolose in ambienti idrici che preveda:
• definizione di standard di qualità ambientale• adozione delle migliori tecnologie disponibili per le fonti
puntiformi• adozione delle buone prassi ambientali per le fonti di tipo
diffuso
>100000 chemical compounds: Industrial, consumer, pharmaca, personal care, etc.
DDT and metabolites
(DDD, DDE)
Aldrin
Dieldrin
Endrin
Isodrin
Carbon tetrachloride
Perchloroethylene
Trichloroethylen
Alachlor
Atrazine
Benzene
Brominated Diphenylethers
C10-13 Chloroalkanes
Chlorfenvinphos
Chlorpyrifos
Dichloromethane
Di(2-ethylhexyl)phthalate
Diuron
Endosulfan
Isoproturon
Lead and its compounds
Nickel and its compounds
Nonylphenols
Octylphenols
Pentachlorobenzene
Polyaromatic Hydrocarbons
Simazine
Tributyltin compounds
Trifluralin
Cadmium and compouds
1,2-Dichloroethane
Hexachlorobenzene
Hexachlorobutadien
Hexachlorocyclohexane
Mercury and its compounds
Pentachlorophenol
Trichlorobenzene
Trichloromethane
2000/60 sostanzeprioritarie
Direttiva Sostanze pericolose Liste 1 e 2
Inquinanti specifici-bacino
OSPAR, Barcellona, altre liste
Decisione 2455/01/CE relativa all’istituzione di un elenco di sostanze prioritarie in materia di acque che modifica la direttiva 2000/60/CE.
33 Sostanze prioritarie
11 22
eliminazione da tutti gli scarichi riduzione da tutti gli scarichi
Entro il 2020
la concentrazione in ambiente marino dovrà essere vicina al background naturale per i metalli e prossima allo zero per le sostanze sintetiche antropogeniche
Procedura di priorizzazione delle sostanze pericolose per gli ambienti acquatici
Valutazione semplificata di rischio
Selezione effettuata su una base di 330 sostanze iniziali:
• Prove riguardanti il rischio intrinseco della sostanza ed in particolare la sua ecotossicità acquatica e la tossicità indiretta per la salute umana
• Prove derivanti da 752.000 singoli dati di monitoraggio di acqua e sedimenti e dall’utilizzo di modelli di esposizione
• Altri fattori che possono indicare una contaminazione diffusa come il volume di produzione e l’uso della sostanza.
• I vari scenari di esposizione sono stati combinati con gli effetti delle sostanze.
Elenco di sostanze prioritarie in materia di acque – decisione 2455/01
Cadmio Benzene SimazinaMercurio 1,2,4 Triclorobenzene ClorfenvinfosNichel 1,2 Dicloroetano ClorpirifosPiombo Esaclorobutadiene AlaclorTributilstagno Triclorometano TrifluralinIPA totali Pentaclorofenolo PentaclorobenzeneBenzo(a)pirene Endosulfan CloroalcaniBenzo(b)fluoroantene Alfa Endosulfan Pentabromo difeniletereBenzo(k)fluoroantene Lindano bromuratoBenzo(g,h,i)perilene Esaclorocicloesano alfa Difeniletere bromurato totIndeno(1,2,3-cd pirene Esaclorocicloesano beta NonilfenoloAntracene Esaclorobenzene 4 (para)-NonilfenoloFluoroantene Diuron OttilfenoloNaftalene Isoproturon Para-terz-Ottilfenolo
Atrazina Di(2etilesilftalato)
Criterio PBT per eliminazione di una sostanza pericolosa da tutte le fonti di inquinamento
(Technical Guidance Document – valutazione di rischio per le sostanze chimiche nuove ed esistenti, capit. 4)
• P: tempo di dimezzamento>60 gg in acqua marina, >40 gg in acqua dolce o > 180 gg in in sedimento marino, >120 gg in sedimento acqua dolce
• B: Fattore di bioconcentrazione > 2000
• T: NOEC cronica <0,01 mg/L o CMR o effetti sistema endocrino.
Screening delle fonti: esaclorobenzeneGruppo di lavoro tecnico europeo
“Expert advisory forum for priority substances and pollution control”
XXXRilasci da suoli/sedimenti – inquinamento storicoXXTrattamento rifiuti solidi
XXXXX
Attività industriali: Grandi impianti industriali (diretto o via impianto di trattamento: produzione di tetracloroetilene, cloro, manifattura prodotti pirotecnici)
XXAttività industriali: Piccole e medie imprese (diretto o via impianto di trattamento)
XEmissioni provenienti da abitazioni domesticheXRun off da materiali e costruzioni in area urbana
XInquinamento per trasporti ed infrastrutture senza collegamenti a sistema canalizzazione (navi, treni, automobili …)
XXXAttività agricoleXInfiltrazioni nelle acque sotterranee
XXDeposizione atmosferica sulle acque superficiali
Rilevanza della fonteFonte
Screening delle fonti: piomboGruppo di lavoro tecnico europeo
“Expert advisory forum for priority substances and pollution control”
XXRilasci da suoli/sedimenti – inquinamento storico
XXTrattamento rifiuti solidi
XXXXX
Attività industriali: Grandi impianti industriali (diretto o via impianto di trattamento: produzione di zinco, miniere)
XXAttività industriali: Piccole e medie imprese (diretto o via impianto di trattamento)
XXEmissioni provenienti da abitazioni domestiche (batterie, rete idrica …)
XXRun off da costruzioni e materiali in area urbana
XXXCaccia/Pesca
XAttività agricole
XInfiltrazioni nelle acque sotterraneeXXXDeposizione atmosferica sulle acque superficiali
Rilevanza della fonteFonte
Elenchi sostanze pericolose
Direttiva 76/464/CEE• Elenco I: 18 sostanze (da
individuare e normare a livello comunitario)
• Elenco II: 139 sostanze (da individuare a livello comunitario e normare a livello di Stato Membro)
Direttiva 2000/60/CE• Elenco sostanze
prioritarie: 33 sostanze (da individuare a livello comunitario e normareentro la fine del 2004)
• Elenco di sostanze potenzialmente presenti in un bacino idrografico (da individuare a livello di Stati Membri)
Decreto Ministero Ambiente 6 novembre 2003 n. 367(Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le
sostanze pericolose, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152)
Fissa:standard di qualità chimici per 160 sostanze pericolose nelle acque
superficiali interne, di transizione e marino-costierestandard di qualità chimici per 27 sostanze nei sedimenti di acque marino-
costiere, lagunari e stagni costieriPrevede per le acque:• raggiungimento entro il 2008 di uno standard di qualità tale da garantire
la tutela della salute umana attraverso l’uso potabile ed il consumo di organismi acquatici in relazione al trasferimento di contaminanti nella catena alimentare
• raggiungimento entro il 2015 di uno standard di qualità tale da garantire il raggiungimento del “buono” stato chimico previsto dalla Direttiva 2000/60/CE che equivale alla protezione dell’intero ecosistema di un corpo idrico superficiale
Enti coinvolti
• Ministero dell’ambiente• Ministero della salute• Istituto Superiore di Sanità• Istituto di Ricerca sulle Acque – CNR• ICRAM• APAT
Elementi considerati nella derivazione degli standard
• Dati di monitoraggio• Destino ambientale (persistenza, tempo di degradazione,
lipofilicità).• Proprietà ecotossicologhe (bioaccumulo,
biomagnificazione e bioconcentrazione).• Proprietà di tossicità umana (mutagenicità,
cancerogenicità, interferenza endocrina).• Proprietà chimico-fisiche (volatilità, legge Henry…)• Struttura/attività – Metodo Qsar- pesticidi
Il regolamento individua standard di qualità nelle acque interne (fiumi e laghi), nelle acque marino-costiere e lagunari per 160 sostanze pericolose
appartenenti alle seguenti classe o famiglie
Composti organici semivolatili8
Altri composti19Pesticidi organoclorurati e organofosforici54
Aniline5Alofenoli9
Nitroaromatici7Composti organici volatili37
Idrocarburi policiclici aromatici9Organometalli6
Metalli6Famiglie/Classin. di sostanze
Confronto dei dati di monitoraggio con gli standard di qualità ambientale
> SQ: adozione di misure - < SQ: buono stato chimico
0,00010,001Disfunzioni sistema
endocrino e riproduttivoSterilità
==1500/6000
bivalvi e pesciTributilstagno
0,001 d0,0005
m/l
0,01 d0,005 m/l
Cancro senoDanni epatic i
Gruppo 2b IARC240 algheLindano
0,2 d0,1 m/l
0,5 d0,25 m/l
LeucemiaCat. 1 UE
153 crostaceiBenzene
0,0010,004 d
0,003 m/lCancro polmoni e reniCat. 2
UE9000 algheBenzopirene
0,1 d0,03 m/l
1d0,2 m/l
Degenerazione ossaDisfunzioni fegato e reni
Gruppo 1 IARC
100/4000 molluschiCadmio
Standard 2015
Standard 2008PatologieCancero
-genicitàBioaccumulo
(BCF)Sostanza
Standard di qualità ambientale
• E’ la concentrazione massima media annuale di un particolare inquinante o gruppo di inquinanti nelle acque, nei sedimenti e nel biota che non deve essere superata per tutelare la salute umana e l’ambiente.
• Tale livello deve assicurare la protezione dell’ecosistema da un’esposizione a lungo termine di un inquinante.
Standard di qualità acque marino-costiere“Technical Guidance Document on Risk Assessment
Marine effects assessment-2003”
• E’ noto che esiste una più ampia diversità di gruppi tassonomici(particolarmente invertebrati) nelle acque marine in comparazione alle acque dolci.
• Alcuni gruppi tassonomici esistono solamente nell’ambiente marino• Le risposte che sono state osservate tra organismi di acqua dolce e
marina differiscono nell’ordine di un fattore 10.• Il modello dei tre taxa (alghe-crostacei-pesci) non garantisce la
protezione dell’ecosistema marino.• Carenza di dati ecotossicologici su organismi quali echinodermi e
molluschi.
Il DM 367/03 individua standard di riferimento per i sedimenti delle acque marino-costiere, delle lagune e degli
stagni costieri per 27 sostanze pericolose.
I risultati analitici, qualora superiori ai valori individuati, concorrono
all’individuazione delle misure da intraprendere ai fini della tutela dei
corpi idrici.
PCDD,PCDF e PCB diossina simili
Lindano
Fluorantene
Antracene
Benzo(a)pirene
Tributilstagno
Piombo
Nichel
Mercurio
Cadmio
Sostanze
1,5x10-3 µg/kg
35 µg/kg
110 µg/kg
45 µg/kg
30 µg/kg
5 µg/kg
30 mg/kg
30 mg/kg
0,3 mg/kg
0,3 mg/kg
Concentrazioni
•Dati di monitoraggio
•Destino ambientale (persistenza, tempo di degradazione, lipofilicità).
•Proprietà ecotossicologhe (bioaccumulo, biomagnificazione e bioconcentrazione).
•Proprietà di tossicità umana (mutagenicità, cancerogenicità, interferenza endocrina e sul sistema riproduttivo).
Elementi considerati nella derivazione degli standard
Criteri per lo sviluppo di standard di qualità dei sedimenti(Decreto Ministeriale n. 367/03)
Confronto con dati di monitoraggio
Aree marine protetteAree critiche-foci di fiumi
ProtezioneMetodologia
Organismi acquatici Comunità bentonica
TELLa concentrazione sotto cui gli effetti tossici risultano poco probabili
CriteriEcotossicologici
Salute umana (consumo di prodotti ittici)
MRL/TDIPrincipio dose giornaliera accettabile
CriteriTossicità umana
Art. 2, comma 1, DM 367/03:
Le Regioni individuano le sostanze pericolose da controllare in funzione della loro potenziale presenza:
nei cicli industrialinegli scarichi in fognatura e nei corpi idrici recettorinelle produzioni agricolein ogni altro centro di attività che possa determinare situazioni di pericolo attraverso inquinamento di origine diffusa nell’ambiente idrico
Alcune priorità future
• Necessità di una lista di sostanze prioritarie a livello nazionale attraverso un’analisi delle pressioni antropiche, ma anche attraverso la conoscenza di dati di monitoraggio.
• Valutare la presenza e la rilevanza per l’ambiente idrico di eventuali nuovi contaminanti prioritari (farmaci?).
• Quadro conoscitivo nazionale sulla conformità dei corpi idrici rispetto agli standard di qualità del decreto n. 367/03.
• Approfondire lo stato di conoscenza delle 33 sostanze prioritarie comunitarie in vista della futura direttiva europea (es. PDFE, Ftalati).
• Necessità di dati di monitoraggio sulla presenza di sostanze chimiche nell’ambiente marino e di dati di tossicità.
• Aggiornamento e revisione delle metodiche analitiche