UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
MASTER DI II LIVELLO
“MANAGEMENT DELLE ISTITUZIONI
SCOLASTICHE E FORMATIVE”
PROJECT WORK
Azioni per migliorare il confronto professionale
fra docenti di scuole del primo ciclo.
Relatori: Candidato/a:
CASTOLDI prof. MARCO CALCAGNO dott. FRANCO
CLARIS dott.ssa SONIA matr. N° 713055
Anno accademico 2008/09; 2009/2010
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Calcagno Franco
Master istituzioni scolastiche e formative
Project Work:
Azioni per migliorare il confronto professionalefra docenti di scuole del primo ciclo
1 Premessa
2 Contesto scolastico2.1 Presentazione dell’Istituto e del contesto ambientale2.2 Dinamiche di cambiamento: analisi critica 2.3 Condizioni di esercizio del project work
3 Percorso di lavoro 3.1 Analisi esperienze pregresse/alternative3.2 Progettazione del miglioramento3.3 Implementazione del piano3.4 Valutazione del piano
4 Prodotti della ricerca 4.1 Strumenti di indagine4.2 Dati sull’esistente4.3 Lettura interpretativa4.4 Piano di sviluppo4.5 Strumenti di monitoraggio 4.6 Dati sul processo innovativo4.7 Elementi di valutazione
5 Valutazione complessiva5.1 Analisi del processo5.2 Verifica dei risultati5.3 Valutazione d’insieme5.4 Analisi costi/benefici
6 Ringraziamenti
7 Riferimenti bibliografici
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Calcagno Franco
1. Premessa
Desidero iniziare dall’etimologia della parola, “ cum-docere”, che significa “insegnare
insieme”, ma anche “rappresentare, spiegare, condurre insieme”. Questa risulta essere quindi
un’azione da compiere in armonia con tutte le persone coinvolte nello stesso percorso. Per
gestire questa attività il momento di incontro non può rappresentare semplicemente lo scambio
di idee, ma deve saper valutare il proprio operato nella ricerca di un equilibrio di forze, di una
corretta distribuzione della potenziale opera di ogni membro.
A tal fine le Commissioni, hanno messo in luce il difetto di forma che a loro appartiene: il
distacco dei segmenti.
Alla luce di questa riflessione, la creazione di un progetto di continuità costituito di momenti
di codocenza, potrebbe fornire molteplici spunti di lavoro interdisciplinare ed interscambio tra i
diversi ordini, offrendo in particolare un senso maggiore di appartenenza alla rete educativa.
Come creare un progetto con tale finalità? Potrebbe apparire difficile coinvolgere la
maggioranza dei docenti, per motivi diversi, quali il turn-over, la demotivazione, il timore di
inserirsi in un’azione che richiede molto tempo e molto impegno.
La condivisione è una facilitazione ed un supporto al lavoro individuale, non un aggravio.
Il Collegio dei Docenti ha la facoltà di scegliere le proprie strade da percorrere per proporre un
Piano dell’Offerta Formativa efficace ed articolato ed è indispensabile costituire un gruppo di
lavoro fortemente motivato che sappia essere tutor per l’intera comunità.
Tale gruppo ha il compito di essere trainante con proposte chiare, definite ed interessanti.
Leggere questo in termini di codocenza sembra essere la scelta migliore per la possibilità che
può offrire di relazione tra un ampio spettro di docenti, ognuno dei quali viene chiamato a
offrire il proprio apporto culturale, l’esperienza, la varietà di conoscenze sul piano didattico -
metodologico.
Il progetto dovrebbe prevedere azioni con scansioni regolari codificate all’interno delle
Programmazioni annuali, che risulterebbero una trama invisibile di raccordo tra le aree
disciplinari e le materie.
Penso anche a un’azione a cascata che raggiunga e coinvolga anche il fruitore dell’opera
dell’insegnante. Ritengo che si dovrebbe considerare lo studente un possibile tutor per un
compagno in difficoltà, un diversamente abile, un pari o un bambino di età minore.
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La motivazione degli studenti dovrebbe scaturire dall’utilizzo delle singole competenze e
conoscenze, dove ognuno avrebbe lo spazio di azione e di condivisione adatto alle sue
esigenze, dove chiunque potrebbe sentirsi parte del sistema scuola, diminuendo i possibili
disagi e il rifiuto verso il sistema stesso.
Azioni possibili:
formare un gruppo di lavoro fra docenti appartenenti ai diversi ordini di scuola,
analizzare la situazione reale degli studenti dell’IC, cogliendone gli aspetti problematici
e le potenzialità esistenti,
decidere quale fine primario perseguire e quali strumenti utilizzare per raggiungerlo,
progettare delle periodiche attività di scambio, magari per gruppi di livello, per
argomento, per materia,
svolgere verifiche in itinere sulle sessioni di lavoro svolte, per prevedere azioni di
correzione dove necessarie,
monitorare le azioni educative proposte, sia per gli studenti che per i docenti, per
mantenere costante l’attenzione sul fine primario dell’azione,
controllare la ricaduta sulle famiglie delle azioni educative proposte per coinvolgerle e
renderle consapevoli della “mission” della scuola,
Saper valutare ogni aspetto del progetto in modo oggettivo, analitico, puntuale, per
autovalutare l’operato del docente e del gruppo docente, quali soggetti distinti ma non disgiunti
del processo.
Ipotesi di lavoro:
pensare ad un progetto di istituto che abbia un argomento tale da permettere la maggior
gamma di articolazioni ed espressioni in tutte le discipline/materie
preparare una rete di incontri e di occasioni di scambio, strutturandone lo sviluppo
temporale e promuovendola al Collegio dei Docenti
individuare all’interno delle classi gli studenti in grado di essere tutor, quelli in
difficoltà e quelli con esigenze particolari
determinare dopo attenta analisi quali docenti hanno strumenti da impiegare nel
progetto ( particolari specializzazioni, capacità, interessi, esperienze…)
scegliere argomenti, strumenti, tempi di attuazione e di verifica del progettoPagina 4 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
saper gestire tutto il processo in modo coordinato, d’equipe
valutare il progetto con i parametri della consapevolezza e della crescita degli studenti,
coscienti della funzione educativa nella quale si è coinvolti.
E’ attuabile un percorso di questo tipo? Il presente Project Work tenta di dare una risposta
efficace, attraverso la valorizzazione dell’azione formativa e organizzativa dei consigli di
classe allargati a docenti della scuola primaria e secondaria di 1° con momenti di
programmazione condivisi.
2. Contesto Scolastico2.1 Presentazione dell’Istituto e del contesto ambientale (allegato 5)
I fattori T ed S, il territorio e la scuola, quanto peso possono avere influenzandosi
reciprocamente? Se pensiamo al 50% ritengo sia una misura accettabile in quanto sono due
elementi complementari, però meriterebbe un’ attenta disamina di come la scuola percepisce se
stessa nel contesto territorio. La tendenza è di considerare la scuola come influenzata dal
territorio (rapporti con il tessuto produttivo, sociale, con enti locali…), ma meno per il
viceversa e invece ho iniziato a riflettere su come la scuola può influenzare il territorio in cui
opera.
La verticalizzazione (in base alla L. 622/96 e al D.P.R. 233 del 18/06/1998) rappresenta una
modalità nuova di gestione della scuola di base.
A inizio 2007 risiedevano in Piemonte 4.352.828 abitanti, circa 11.000 in più rispetto all’anno
precedente, con un tasso di crescita pari a 2,6‰. La crescita dei residenti in Piemonte è
determinata dal saldo migratorio positivo che compensa e sopravanza il saldo naturale
negativo. Detto altrimenti, il numero di coloro che si trasferiscono in Piemonte, principalmente
stranieri, supera quello di coloro che invece vanno a vivere altrove e compensa nettamente il
decremento naturale, dato dalla prevalenza dei decessi sulle nascite.
Il Piemonte è una delle regioni europee più interessate dal fenomeno dell’invecchiamento della
popolazione. Questo fenomeno, come è noto, è dovuto da un lato all’allungamento della vita
con conseguente aumento della popolazione anziana e dall’altro ad una diminuzione della
fecondità che ha comportato una progressiva contrazione delle classi giovanili.
In Piemonte, da metà degli anni Settanta, il tasso di fecondità totale (numero medio di figli per
donna) è progressivamente diminuito parallelamente al tasso di natalità, tuttavia negli anni più Pagina 5 di 101
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recenti si assiste ad una lieve ripresa dovuta principalmente all’aumento della presenza
straniera in Piemonte.
Queste condizioni operative hanno stimolato la costruzione di un progetto educativo - didattico
coordinato, volto a favorire una migliore realizzazione della continuità educativa, e hanno
agevolato:
l’intensificazione dei rapporti tra scuola-territorio e Enti locali e una maggiore
flessibilità nell’organizzazione scolastica;
lo sviluppo di progetti unitari, ad esempio in tema di dispersione, di integrazione, di
nuove tecnologie, anche in aree didattiche curricolari;
una organizzazione “flessibile” dei servizi educativi, amministrativi ed ausiliari;
l’attivazione di funzioni di staff e di figure professionali, di momenti di aggiornamento
comuni e di arricchimento dell’offerta formativa.
Il Piano dell’offerta Formativa del nostro Istituto si propone in particolare di:
favorire “lo star bene” a scuola e promuovere un vissuto positivo degli alunni;
offrire una scuola migliore, in grado di accompagnare gli allievi nel loro percorso
formativo;
dedicare una maggiore attenzione ai diversi stili e tempi di apprendimento;
strutturare un'organizzazione "flessibile" della didattica valorizzando le eccellenze e
recuperando le carenze;
promuovere e guidare il processo educativo centrato sull’orientamento per consentire
ad ognuno di uscire dalla scuola di base avendo maturato le abilità cognitive –
operative – sociali necessarie per affrontare le tappe successive della propria
formazione
rispondere alle esigenze delle famiglie, sulla base delle loro scelte, in relazione al
"tempo scuola", ed ai piani di studio personalizzati.
Il nostro Istituto si trova nella zona nord-occidentale della provincia di Asti.
Comprende i Comuni di Villanova, sede della Direzione dell’Istituto Comprensivo, Cellarengo,
Dusino S. Michele, San Paolo Solbrito, Valfenera.
Il territorio costituisce dal 2000 la “Comunità Collinare Pianalto Astigiano” con una superficie
di Kmq 93,86 con circa 9200 abitanti. Pagina 6 di 101
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Soprattutto nel corso degli ultimi anni ha subito profonde trasformazioni in risposta alle nuove
esigenze economiche sociali emerse.
Le campagne stanno cedendo sempre più spazio agli insediamenti urbani, commerciali,
artigianali ed industriali che richiamano nuovi abitanti e nuovi spazi abitativi, nuove
problematiche di inserimento e di armonizzazione ambientale. Gli insediamenti industriali
hanno favorito un aumento demografico, dovuto all’immigrazione, che si riflette sulla
popolazione scolastica.
L’Unione collinare del Pianalto Astigiano conserva comunque, vaste aree a vocazione agricola.
Le vie di comunicazione sono rappresentate da strade provinciali e statali. Una pista ciclabile
collega il capoluogo con Borgo Stazione.
I vari Comuni sono collegati con mezzi pubblici, inoltre è presente la linea ferroviaria tra San
Paolo Solbrito e Villanova (Borgo Stazione).
Nel territorio è presente uno svincolo autostradale che permette collegamenti con varie
province.
Villanova dista da Asti Km. 25 e da Torino Km. 35.
La tipologia di lavoro offerta dal territorio è di tipo industriale, agricolo e in parte artigianale.
Il nostro Istituto valorizza il percorso formativo degli alunni promuovendo un apprendimento
che si sviluppa attraverso la continuità tra i diversi ordini scolastici, fra la scuola e il contesto
territoriale di appartenenza.
Il nostro Istituto è composto da:
n° 3 plessi di scuola dell’infanzia (situati nei Comuni di: Dusino S. Michele, Valfenera,
Villanova),
n° 6 plessi di scuola primaria (situati nei Comuni di: Cellarengo, Dusino S. Michele, S.
Paolo Solbrito, Valfenera, Villanova, Borgo Stazione)
n° 1 una scuola secondaria di primo grado a Villanova Capoluogo.
Alla scuola secondaria di primo grado “A. Astesano” convergono gli alunni del Comune di
Villanova d’Asti e dei comuni di Valfenera, Dusino S. Michele, San Paolo Solbrito e
Cellarengo.
La viabilità e la dimensione territoriale con grande polverizzazione territoriale non consentono
che in misura minima continue sinergie fra alunni e docenti dei vari plessi.
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DATI RELATIVI ALL’UTENZA
Scuola Alunni Alunni stranieri Alunni diversamente abili
Scuola dell’infanzia176 22 1
Scuola primaria 541 41 11
Scuola secondaria di primo grado 231 26 10
Totali 948 89 22
- continuità professionale
il Dirigente Scolastico, di ruolo dal 2007, può vantare una precisa conoscenza del territorio e
dei docenti in quanto docente e vicario per molti anni (un quindicennio) e preside incaricato
nell’istituito IC. La militanza nel ruolo precedente e attuale riveste sicuramente importanza
fondamentale per i rapporti sul territorio, per la conoscenza di equilibri e rapporti interni. Le
negatività di questa situazione sono nella difficoltà di rapporti fra chi assume responsabilità e a
volte deve dire “no” o al contrario deve stimolare con forza il superamento di inerzie. Il
dirigente scolastico in ruolo garantisce continuità, memoria storica e corretti rapporti.
I docenti costituiscono un gruppo affiatato, esperto e partecipe. I docenti in ruolo sono il 76%
mentre il restante 24% è costituito da personale a TD parcellizzato in molte sedi scolastiche
quindi con difficoltà di partecipazione (tranne per i momenti istituzionali) alla vita di scuola.
La continuità è garantita da due fattori:
1. docenti residenti sul territorio,
2. docenti fidelizzati alla sede di servizio anche superando i disagi di trasporto.
I docenti residenti lamentano, a volte, una difficoltà a relazionarsi in modo professionale con i
genitori “vicini di casa” per comprensibili motivi e dunque vivono questa condizione con
sentimenti contrastanti fra il distaccato e il troppo coinvolto.
I docenti fidelizzati hanno trovato la possibilità di fare gruppo con occasioni di amicizie e
collaborazioni efficaci.
-realizzazione di progetti trasversali ( su tematiche trasversali o in rete o in continuità verticale)
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Il passaggio da DD a IC ha comportato una tempistica e una serie di interventi non sempre di
facile gestione. Per un certo periodo iniziale l’abitudine è stata di formulare e realizzare piccoli
e isolati progetti finalizzati alla coltivazione del piccolo orticello o allo sviluppo delle “piccole
repubbliche” (feudi?), ovvero ogni plesso aveva la tendenza a ragionare in termini restrittivi e
non generali, la scuola media era arroccata sul principio della gestione dell’eredità negativa
della scuola elementare. Lo smantellamento di questa situazione ha richiesto due anni di
attività e lavoro intenso attraverso corsi di aggiornamento, progetti comuni e condivisi.
Fra i tanti il Progetto Teatro: il primo progetto realizzato ( ancora oggi attivo) insieme fra i
diversi ordini di scuola, la scelta del tema da sviluppare, gli incontri fra docenti, gli esperti nei
corsi di preparazione, hanno permesso un inizio di condivisione e di conoscenza reciproca. Ho
utilizzato la passione comune di alcuni docenti per tale attività per iniziare un percorso
progettuale verso la continuità.
- attività di formazione comuni a docenti di ordini di scuola diversi.
Per favorire la reciproca conoscenza e il lavoro di squadra il punto di partenza sono stati: lo
scambio di idee magari non perfettamente codificate e organizzate, attraverso riunioni o
momenti comuni di lavoro i docenti hanno sviluppato insieme al dirigente (in qualità di
coordinatore/stimolatore) strategie e strumenti comuni e corsi di formazione trasversali hanno
completato il percorso. Le tematiche dei corsi sono stati scelti dai docenti e nella maggior parte
dei casi la partecipazione è stata volontaria e attivamente partecipata.
Tematiche svolte nei corsi comuni: il curriculum, il bullismo, la comunicazione verticale e
orizzontale (fra docenti e docente-classe-alunno-famiglia). Altri temi più specifici ma
ugualmente di comune interesse: il DSA, le tecnologie nella didattica, sono stati sviluppati sia
con lavori di gruppo che con esterni esperti.
Le Commissioni e i dipartimenti disciplinari sono stati istituiti con alla base la disponibilità alla
partecipazione per evitare inutili perdite di tempo o resistenze passive.
Il coinvolgimento è un processo lento che matura nel tempo, l’obbligo è dettato dalla norma il
coinvolgimento professionale dalla condivisione culturale. Eccessivi scatti in avanti non sono
sempre efficaci a meno della necessità di un cambiamento radicale repentino per evitare
eccessiva stagnazione e quindi poca o nulla propensione al cambiamento. Il confronto non è
avvenuto esclusivamente fra docenti della stessa scuola, ma in almeno tre occasioni è stato
realizzato un incontro d’aggiornamento fra scuole diverse su problematiche comuni (DSA,
Stress, Comunicazione).
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CONTINUITA’ VERTICALE e CONTINUITA’ ORIZZONTALE (allegati 1, 3, 13)
il nostro Istituto valorizza il percorso formativo degli alunni promuovendo un apprendimento
che si sviluppa attraverso la continuità tra i diversi ordini scolastici, fra la scuola e il contesto
territoriale di appartenenza.
CONTINUITÀ VERTICALE
La continuità dell'istituto comprensivo si fonda sui principi di:
collegialità di progettazione;
corresponsabilità nella realizzazione delle attività.
Punto di forza della nostra scuola è la flessibilità, intesa come capacità di rispondere alle
esigenze delle famiglie e degli alunni oltre che di dialogare con il territorio. In tale ottica viene
promossa un'integrazione a differenti livelli, che porta alla valorizzazione delle diversità,
ponendo particolare attenzione alla dimensione interculturale sempre più presente. In linea con
le Indicazioni Ministeriali, che prevedono piani di studio personalizzati (L..53/2003, art. 2),
compito prioritario dell'istituto è la personalizzazione dei percorsi formativi attraverso una
meditata diversificazione e arricchimento del POF.
CONTINUITA’ ORIZZONTALE
La continuità orizzontale procede parallelamente alla continuità verticale, attraverso una
fattiva collaborazione con le realtà sociali, culturali e sportive del territorio (progettazione
territoriale). Infatti, il Regolamento dell’autonomia (DPR 8 marzo 1999, n. 275) introduce il
concetto di programmazione territoriale dell’offerta formativa, da realizzarsi attraverso
l’individuazione di ambiti territoriali funzionali entro i quali fare interagire le politiche
dell’istruzione e della formazione con le altre politiche di sviluppo del territorio.
L’Istituto si pone quindi, con i Sindaci e le Amministrazioni Comunali dell’Unione collinare
del Pianalto del Nord-Ovest Astigiano, in una visione progettuale condivisa, al fine di
sviluppare progresso e responsabili aperture al futuro in una dimensione allargata ai bisogni
sociali.
L’interazione con gli Enti locali si articola in diversi ambiti, tra i quali si segnalano:
il Consiglio Comunale dei ragazzi
Il progetto “Pianalto terra amica dell’infanzia”
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Progetto Biblioteca, ovvero la scuola ospita attualmente nei suoi locali la biblioteca
comunale, in modo da poter avere maggior osmosi con la popolazione e il territorio.
L’Istituto interviene attivamente, con produzione di elaborati e con la partecipazione attiva dei
ragazzi, unitamente alle famiglie, alle diverse iniziative realizzate sul territorio. A tal fine la
collaborazione con Enti e Associazioni del territorio è ampia e proficua.
In particolare è operativa la collaborazione esterna con: Polisportiva Mezzaluna, EAFRA e
IAL (Enti di Formazione).
IL CONTRATTO FORMATIVO
La presentazione alle famiglie del POF realizza la condivisione di un “contratto formativo” tra
i protagonisti del processo educativo scuola-famiglia-alunni e permette all’Istituto di dichiarare
le proprie finalità educativo - didattiche.
Il nostro Istituto ha formalizzato questa condivisione redigendo un documento che viene
firmato dalle parti coinvolte.
Nel contratto formativo ogni docente si impegna, in particolar modo, ad esplicitare la propria
offerta educativo - didattica agli allievi dichiarando: gli obiettivi che si intende raggiungere, la
metodologia adottata, la funzione e gli scopi dei momenti e degli strumenti di verifica, i criteri
e gli elementi che concorrono alla valutazione. Inoltre sottoscrive il dovere di favorire la
motivazione allo studio, di rispettare e valorizzare la specificità del modo di apprendere di ogni
alunno.
Gli alunni a loro volta si impegnano a: sfruttare al meglio le proprie attitudini, capacità e
possibilità per raggiungere gli obiettivi educativo - didattici prefissati, assumere un
comportamento adeguato all’ambiente scolastico, partecipare in modo costruttivo alla vita
scolastica, collaborare con tutti aiutando chi è in difficoltà, rispettare il Regolamento di Istituto.
In questo modo si viene a creare una corresponsabilità educativa, si consolida il senso di
appartenenza alla scuola e si ottengono effetti positivi anche sul piano motivazionale in quanto
gli alunni condividono finalità, obiettivi e fasi del percorso formativo che si accingono ad
intraprendere.
La famiglia viene chiamata ad impegnarsi, in modo responsabile e collaborativo, nel sostenere
la formazione e la crescita culturale del figlio, nel cooperare e partecipare attivamente con la
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scuola, anche nella compilazione del portfolio e esprimendo proposte nell’ambito degli organi
Collegiali.
IL MODELLO ORGANIZZATIVO DELLE SCUOLE DELL’ISTITUTO
La progettazione delle scelte didattico - educative, derivanti dall’analisi delle esigenze
formative degli alunni, valorizza le risorse culturali, ma anche strumentali e professionali
presenti nell’Istituto. Il tempo scuola è costituito da una quota oraria obbligatoria e da una
facoltativa, che permettono di diversificare i percorsi.
MODALITA’ PER LA COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA
Il nostro istituto promuove una rete di comunicazione interna ed esterna al fine di:
garantire la massima informazione possibile agli utenti;
favorire la circolazione delle informazioni all'interno della scuola;
documentare l'attività didattica e non, svolta nel corso del tempo;
rendere visibile all'esterno il "prodotto scolastico";
INFORMAZIONE INTERNA
Operare in autonomia significa anche gestire una maggiore complessità organizzativa.
Conseguentemente, è necessario costruire un’efficace rete di comunicazione all’interno del
nostro Istituto, affinché tutti gli operatori siano pienamente consapevoli del progetto comune e
lo condividano.
Ciò è possibile:
favorendo la circolazione delle informazioni all’interno delle scuole dell’istituto e il
passaggio di informazioni nel rispetto degli incarichi attribuiti, utilizzando sia la via
cartacea che quella telematica.
documentando l’attività didattica svolta nel corso del tempo, rendendola visibile a tutti gli
operatori;
INFORMAZIONE ESTERNA
La scuola promuove occasioni d’incontro con i genitori degli alunni al fine di informare e
accogliere suggerimenti relativamente all’organizzazione dell’attività educativa e didattica, alla
programmazione e conduzione dell’attività stessa.
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La famiglia entra nella scuola quale rappresentante degli alunni e come tale partecipa alla
definizione dei Piani Educativi Personalizzati, condividendone responsabilità e impegni nel
rispetto reciproco di competenze e ruoli. (rif. Contratto Formativo).
Per facilitare la comunicazione scuola - famiglia, s’individua lo strumento delle Assemblee di
classe.
Si svolgono in diversi momenti dell'anno con le seguenti fondamentali funzioni:
Illustrare e discutere con i genitori le linee essenziali della programmazione ed
organizzazione didattica (Offerta Formativa)
Concordare con le famiglie linee ed impegni educativi coerenti.
Condividere progetti educativi, proposte, iniziative scolastiche o extrascolastiche.
INSERIMENTO DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
La scuola ha le potenzialità per far emergere da una situazione di difficoltà le componenti
positive e culturali possedute.
L’integrazione scolastica è quindi intesa come dimensione culturale. In questo ambito la
diversità è recepita come un elemento positivo di arricchimento per tutti e come una risorsa per
la comunità scolastica.
Particolare attenzione si pone ai fattori emotivi ed affettivi presenti nel rapporto insegnamento-
apprendimento, affinché la presenza dell’alunno in situazione di handicap possa rappresentare
un elemento positivo di lavoro nella e per la classe.
Si ritiene, inoltre, che l’utilizzo di esperienze metodologiche, quali l’aiuto reciproco e tutoriale,
l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo, e così via, possano portare grandi vantaggi
per l’apprendimento cognitivo di tutti gli allievi e non solo per quelli in difficoltà.
La conoscenza degli allievi deve essere iniziata il più presto possibile e per questa ragione, già
nel corso dell’anno scolastico anteriore a quello di ingresso nella scuola di livello successivo, si
effettuano colloqui con i docenti della scuola di appartenenza, al fine di raccogliere
informazioni sul quadro generale della situazione relativa agli alunni diversamente abili.
Importante contributo è dato dalla collaborazione tra Scuola, Famiglia, Servizio di
Neuropsichiatria Infantile e Servizi sociali. La collaborazione tra le varie agenzie permette di
poter raccogliere informazioni sulle condizioni dell’allievo sia dal punto di vista medico-
sanitario, sia dal punto di vista psicologico. Questo permette di realizzare un trasferimento di
conoscenze relative agli interventi di carattere interpersonale ed affettivo più opportuni, al fine
di ovviare alle situazioni più difficili che possono verificarsi sul piano della relazione sociale e
della disposizione verso l’impegno scolastico.
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La strutturazione del Piano Educativo Personalizzato (PEP), partendo dalle potenzialità e dalle
capacità dei soggetti, tiene conto delle necessità cognitive e personali dell’alunno, degli
obiettivi cognitivi connessi con la programmazione di classe, ed è collegato al contesto dei
bisogni formativi del gruppo nel quale è inserito.
Per i ragazzi al termine del ciclo della scuola secondaria di primo grado, l’Istituto individua
percorsi formativi/orientativi successivi, in relazione alle risorse esistenti sul territorio, alle
aspettative della famiglia ed alle caratteristiche del ragazzo.
Per il corrente anno scolastico sono previsti progetti ponte tra infanzia e primaria, primaria e
secondaria a favore di alcuni alunni diversamente abili al fine di perseguire il benessere
psicofisico all’interno delle strutture scolastiche in presenza di gravi handicap.
INSERIMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI
La scuola promuove la creazione di una coscienza aperta e solidale, centrata sulla
consapevolezza e sul rispetto delle diverse identità culturali degli alunni stranieri.
Mette in campo risorse e competenze per favorire l’inserimento e per dare ai minori stranieri la
necessaria padronanza della lingua italiana per comunicare, per studiare ma anche per poter
esprimere i bisogni legati alla vita quotidiana ed al proprio vissuto. Attraverso percorsi
individualizzati, ampio spazio è dedicato allo sviluppo delle abilità linguistiche (ascoltare,
parlare, leggere e scrivere). Inoltre, l’Istituto si avvale della collaborazione di una mediatrice
culturale, che affianca gli insegnanti nell’attuazione degli interventi programmati per
raggiungere acquisizione delle competenze linguistiche in lingua italiana.
Poiché la scuola è anche un modello sociale e formativo, in momenti strutturati, trova concreta
attuazione l'educazione interculturale mediante proposte culturali, dibattiti, incontri finalizzati a
creare un clima di solidarietà, di tolleranza e di amicizia.
2.2 Dinamiche di cambiamento: analisi critica
Il problema della continuità è ormai storico; già la Commissione Fassino (1982) incaricata di
redigere i Nuovi Programmi della scuola, allora, denominata elementare aveva rimarcato la
difficoltà della stessa di non stare al passo con i tempi per via, come sostiene Frabboni, della
sua “moneta fuori corso”. Di questa riflessione, a mio parere, deve farsi carico un Dirigente di
un Istituto Comprensivo, in quanto si trova in una posizione privilegiata rispetto ad altri
Dirigenti esclusivamente di scuola primaria /infanzia o secondaria.
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Attraverso il P.O.F., lo staff e una commissione è necessario fornire l’allievo di un
sapere/istruzione spendibile nel momento storico in cui si trova a vivere e nel suo contesto
sociale quotidiano.
Nonostante, però , il superamento ai riferimenti della “scuola dei Programmi”, grazie alle
Indicazioni Nazionali e alle Indicazioni per il curricolo dell’infanzia e per il I ciclo
d’istruzione, la continuità rimane un nodo cruciale da sciogliere ed esplicitare.
Al fine di costruire un percorso di continuità, è di fondamentale importanza condividere fra
docenti dei diversi gradi di scuola un percorso, dettato anche dalla conoscenza dello sviluppo
psicologico dell’età evolutiva, per non esautorare della loro specificità ciascun segmento di
scuola.
Appare utile la costruzione, basandosi anche sui documenti attualmente in vigore, di un
curricolo che saldi i momenti precedenti e seguenti del sistema formativo.
Nel contesto in cui opero ho formato una commissione che lavora nelle seguenti direzioni:
Individuazione dei prerequisiti di ciascun grado di scuola
Programmazioni condivise (lingua italiana, lingua inglese, scienze
matematiche,ambito antropologico) riguardo a conoscenze, competenze, argomenti
e criteri di valutazione. (allegato 9)
costituzione di una commissione che opera sul versante saperi essenziali in uscita
dalla scuola primaria e secondaria, quest’ultima in collaborazione con le scuole
superiori del territorio.
Durante l’anno scolastico in corso si cercherà (in parte già realizzato) di predisporre
un’organizzazione didattica con caratteri metodologici inerenti le attività educative che si
realizzeranno.
Oltre a quanto riportato vengono messi in atto collegamenti “fisiologici” tipici di un Istituto
Comprensivo, ossia l’utilizzo comune di strutture e strumentazioni, la flessibilità di
sostituzione del personale fra i tre diversi ordini di scuola, la condivisione di progetti comuni e
l’esplicitazione di momenti in classe, in uscite didattiche fra i docenti e allievi dei diversi
segmenti. (allegato 10)
La commissione appare in parte in fase sperimentale in quanto sarebbe auspicabile la
formazione di una professionalità collegiale comune che solamente attraverso il dovere di un Pagina 15 di 101
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aggiornamento continuo e comune aiuterebbe a giungere a criteri di valutazione condivisi e
sempre più oggettivi.
I mutamenti osservati nel tempo sono principalmente sintetizzabili in :
- miglioramento del clima operativo e di rapporti interpersonali,
- valorizzazione del docente di scuola primaria da parte del collega di scuola secondaria e
viceversa,
- maggior qualità nella valutazione,
- approfondimento dei criteri di valutazione,
- reciproca conoscenza in situazioni concrete (attività di classe).
Il modificarsi delle relazioni interne e il lavoro svolto sulle classi ha favorito il passaggio fra
ordini di scuola, le famiglie e i contesto territoriale hanno dimostrato di apprezzare i concreti
tentativi di cambiamento e hanno accettato le nuove modalità di formazione delle classi prime
(scuola secondaria). La formazione delle classi prime avviene con un periodo di osservazione
diretta in situazione, tenendo conto delle informazioni della scuola primaria (essenziale la
reciproca comprensione di linguaggi e valutazioni) e dei “desiderata” genitoriali.
Questo modo di operare ha avuto una ricaduta immediata nella scelta di libri di testo uguali per
tutte le classi prime in modo da favorire un acquisto meno oneroso da parte delle famiglie.
Le iscrizioni sono cresciute anche se questa misura non è significativa in un contesto si scarsa
concorrenza. I genitori da un monitoraggio fatto attraverso questionari per la commissione
qualità hanno gradito nel 84% dei casi queste modalità, il 79% ha ritenuto efficace il percorso
intrapreso e l’83% dei genitori delle classi seconde ritiene che il proprio figlio ha ottenuto
migliori risultati nell’inserimento e nel profitto anche grazie a queste scelte di continuità.
La continuità è certamente un momento particolarmente importante per la vita della scuola in
particolare per un IC nel quale sono presenti i tre segmenti di scolarizzazione.
Il mio arrivo alla dirigenza nell’Istituto è coinciso con la quiescenza di un Dirigente di lunga
esperienza, ma che non aveva colto fino in fondo la necessità dell’unitarietà e della
condivisione fra docenti. Lo sforzo nei primi tre anni di dirigenza è stato profuso proprio in
questa direzione. La scelta dei collaboratori, dello staff, dei progetti è stata orientata alla
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continuità come elemento qualificante. Non tutto il percorso è compiuto e qualora lo fosse in
realtà si devono attivare processi di aggiornamento e analisi continui.
La difficoltà maggiore da superare è certamente la resistenza passiva al cambiamento che i
docenti (in particolare della ex media) mettono in atto. Alcuni docenti sono restii al
cambiamento, non desiderano mettersi in discussione riconoscendo errori e imperizia, credono
di potersi arroccare su posizioni privilegiate in attesa che la classe si adegui alle loro esigenze
metodologiche. Queste problematiche sono emerse quando in più occasioni è cambiato lo stile
e l’approccio del dirigente, da dirigenziale a assertivo, da direttivo a leader. Il progetto
necessita di un approfondimento culturale e di una esternalizzazione profonda e mirata a
famiglie e Enti territoriali. Una manovra a “tenaglia” che coinvolga docenti e famiglie per
affinare linguaggi e reciproca comprensione, faccia nascere nei docenti quell’idea di scuola
come di comunità educante, il senso di appartenenza che elimini la prospettiva errata che
l’alunno è “un sacco da riempire” piuttosto che una “pianticella da coltivare”.
I tempi per realizzare questo ulteriore passo non sono, non possono e forse non devono essere
brevi in quanto non si basano su leggi o decreti o circolari, la motivazione e il convincimento
anche professionale deve maturare attraverso incontri, scambi d’opinione, analisi del contesto.
Per ora il progetto ha alcune positività (descritte di seguito) ed è “perfetto” sulla carta, la sua
realizzazione, però, ha già dimostrato lacune e conseguenti cambi in itinere (prova di passaggio
primaria - medie, criteri di valutazione, metodologie complementari (metodi di approccio
all’alunno che siano sinergiche, confronto fra stili di docenza)).
Alcune domande sono sullo sfondo e le risposte costituiscono il terreno per il lavoro dei
prossimi periodi:
1. come posso migliorare la qualità dell’approccio docente-alunno-famiglia? (allegati 8, 2)
2. come posso aumentare il tasso di partecipazione dei docenti durante gli incontri
istituzionali?
3. come creare uno spirito di gruppo orientato alla continuità?
2.3 Condizioni di esercizio del project work (allegato 5)
Ampia disponibilità ed apertura del dirigente scolastico nei confronti di un maggiore impegno
a favore della continuità tra ordini di scuola e sostegno nei confronti delle figure di sistema e
della formazione, infatti sono stati istituiti organi consultativi e di gestione che in precedenza
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Calcagno Franco
non esistevano: lo staff di direzione, il gruppo di coordinamento, i dipartimenti, la
commissione continuità e dei saperi essenziali. La disponibilità non si limita ad accettare e
valutare proposte, ma il dirigente è parte in causa quale promotore e progettista di percorsi di
continuità, presiede e coordina i consigli allargati e discute sulla struttura delle unità di
apprendimento in casi di codocenza.
Nel collegio docenti si respira un’aria favorevole anche se non entusiasta in ogni sua
componente, i risultati di un monitoraggio della commissione qualità indicano in:
entusiasti il 24% dei docenti,
attivamente partecipi il 39 % dei docenti,
favorevoli il 27% dei docenti,
contrari il 10 % dei docenti.
Ovviamente positivo il contesto, ma le ragioni del 10% di contrari non rimangono inascoltate e
infatti il tentativo è di trovare strategie per inglobare anche i meno favorevoli nel gruppo di
lavoro.
Questa analisi è avvalorata dall’elevato numero di partecipanti alle commissioni relative al
progetto. (allegato 4).
L’ufficio di Segreteria è dinamico e può sostenere le nuove azioni a favore della continuità
sotto il profilo logistico ed organizzativo, i compiti assegnati devono essere rivisti a causa del
turn-over, in generale i rapporti fra docenti e AA è buono, la comprensione delle difficoltà da
affrontare reciproca.
Tra gli altri collaboratori del dirigente, tra i docenti con incarichi particolari, nelle commissioni
sono presenti competenze da valorizzare in questo ambito, infatti i componenti dello staff
hanno come obiettivo consapevole che il passaggio fra ordini di scuola è il momento di
maggior delicatezza e quindi è massima l’attenzione da porre. Si possono ipotizzare delle
collaborazioni efficaci in quanto i referenti di commissione sono componenti dello staff e
collaboratori con esonero parziale dall’insegnamento.
La continuità verticale e orizzontale sono attività progettuali che non si sono sviluppate se non
di recente e quindi godono della freschezza d’idee e della voglia d’innovazione di alcuni
docenti.
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Calcagno Franco
La struttura organizzativa è pronta e pressoché rodata, i docenti (alcuni) e gli ATA (alcuni)
hanno maturato il senso del lavoro svolto e la consapevolezza della sua importanza. Le
condizioni per esercitare e sviluppare il progetto sono favorevoli.
Il percorso è ancora legato alle persone e non fa parte dell’essere scuola, la mancanza di questo
tassello importante fa si che il progetto debba essere continuamente riproposto e ripresentato,
visto non come modello educativo ma come “male necessario”.
3. Percorso di lavoro
3.1 Analisi esperienze pregresse
Le esperienze maturate prima della mia dirigenza e che mi hanno coinvolto come docente
(dello stesso istituto) sono state sporadiche, limitate e improntate sull’ occasionalità
dell’evento. Ovvero episodi d’incontro senza progettazione effettiva per coinvolgere
marginalmente i ragazzi e superficialmente i docenti, una sorta di spot pubblicitario per
illustrare le modalità operative della scuola media. L’unica continuità con un senso
programmatico si realizzava fra scuola dell’infanzia e scuola elementare.
Da questa esperienza, comunque non coordinata, sono partito per costruire un gruppo di lavoro
capace di analizzare il problema e proporre soluzioni adeguate. L’analisi contestuale non è
stato breve e neppure “indolore”. Molte difficoltà di relazione, di linguaggi, di approcci. Lo
stimolo e la spinta al cambiamento sono arrivati solo nel 2003 dopo l’assestamento dovuto alla
costituzione dell’I.C. Il mio arrivo nel 2005 (incarico di presidenza) ha coinciso con la
creazione di un gruppo per la continuità e i saperi essenziali e dal 2006 ad oggi alcune attività
si sono consolidate. Il progetto è in fase di progress, ovviamente, perché non si è realizzato il
punto fondamentale ovvero la capacità di percorso autonomo indipendentemente dalle persone
che ne fanno parte.
Alcuni aspetti del progetto funzionano e sono rodati: le commissioni e le ore da dedicarvi, i
corsi di aggiornamento relativi al problema, gli schemi di riferimento e le modalità di
relazionarsi. Sono da precisare i contesti valutativi e programmatici comuni attraverso colloqui
e momenti di ricerca.
L’idea di continuità, vista nel senso letterale del termine, come qualcosa che non è interrotto,
deve trovare sicuramente spazio in un istituto comprensivo che per sua struttura include tre
ordini di scuola: scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado.
Pagina 19 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
Siccome poi, una delle finalità della scuola come istituzione è quella di preparare i cittadini di
domani, questo ciclo “ininterrotto”non si può concludere con la fine della scuola dell’obbligo
perché, per la maggior parte dei ragazzi, gli studi si protraggono per altri cinque anni.
A questo va aggiunto il concetto di centralità dell’alunno, concetto che dovrebbe sottostare ad
ogni segmento del sistema educativo.
Molti sono gli strumenti atti a favorire il “continuum” pedagogico - educativo all’interno
dell’istituto comprensivo.
Per prima cosa le diverse commissioni che dovrebbero tutte lavorare in tal senso.
La commissione “Saperi Essenziali” dovrebbe individuare i momenti in entrata e in uscita per
il passaggio tra i vari ordini di scuola, le competenze da valutare e i criteri con cui valutarle.
Le commissioni “Continuità” e “Orientamento” si dovrebbero occupare dei contatti operativi
fra le scuole attraverso questi momenti:
-incontri tra insegnanti per conoscere i pre-requisiti richiesti;
-progettazione di unità di apprendimento interdisciplinari; (allegato 12)
-attività di “peer education” fra alunni;
-definizione di strumenti valutativi condivisi (test finali, griglie di correzione…). (allegati 11,
6, 7)
Quest’ultimo punto è particolarmente importante perché non sono sufficienti i semplici
documenti ufficiali per garantire la continuità basata sulla centralità dell’individuo citata in
precedenza.
Tutte le altre commissioni dell’istituto dovrebbero avere come compito quello di individuare
già alla fine di ogni anno scolastico i settori in cui muoversi nell’anno scolastico successivo,
indicando così percorsi progettuali e ambiti di intervento. Potrebbe essere utile la costituzione
di un gruppo di lavoro misto che si adoperi in tal senso o di più incontri fra le funzioni
strumentali di riferimento.
Sarebbe auspicabile anche predisporre a livello di istituto un “Progetto Accoglienza”
finalizzato a facilitare l’inserimento degli allievi nella nuova realtà scolastica, che preveda fasi
successive che vanno dalla valutazione dei pre-requisiti, allo sviluppo delle competenze, fino
all’acquisizione di nuove competenze, passando attraverso attività differenziate laddove se ne
riscontrasse la necessità. Un progetto del genere dovrebbe essere preparato e condiviso da
insegnanti di tutti gli ordini di scuola e costituirebbe altresì uno strumento di rilevazione della
motivazione e dei processi di apprendimento degli allievi.Pagina 20 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Una volta stabiliti percorsi per progetti, livelli in ingresso e in uscita, contatti fra scuole, gli
insegnanti individuano all’interno delle diverse materie punti di raccordo e linee di sviluppo
che troveranno spazio nelle programmazioni disciplinari. Ovviamente tutto questo incrociarsi
di attività e progetti deve passare attraverso la comunicazione attenta e puntuale perché spesso
ciò che viene discusso, pensato e attuato non viene diffuso e conosciuto in modo capillare .
I momenti preposti per la socializzazione delle iniziative e degli indirizzi dell’istituto sono
principalmente due:
-le due ore settimanali di programmazione di team nella scuola primaria
-i consigli di classe dei docenti della scuola secondaria di primo grado.
Mentre non sussistono rilevanti problemi per la scuola primaria perché, in generale, tutti i
plessi sono rappresentati nelle commissioni, manca un anello di congiunzione fra le
commissioni stesse e i consigli di classe della scuola secondaria di primo grado. Potrebbero
essere individuate nei coordinatori di classe le figure di riferimento affinché tutti siano
informati, cosicché il consiglio di classe diventi un vero e proprio laboratorio di indirizzo e
gestione delle attività .
3.2 Progettazione del miglioramento
Il miglioramento progettato consiste nella formazione di due commissioni che lavorano per
l’individuazione dei prerequisiti di ciascun grado di scuola; elaborare programmazioni
condivise disciplinari, riguardo a competenze, conoscenze, argomenti e criteri di valutazione.
Nella costituzionale di consigli di classe allargati e nell’organizzazione di attività di
insegnamento condiviso fra docenti di ordini diversi.
La priorità individuata in dimensione strategica per il miglioramento della “mia” istituzione
scolastica si identifica nello sviluppo e consolidamento di un nuovo atteggiamento
professionale per una efficace comunicazione fra docenti di differenti livelli scolastici.
La Dirigenza in un Istituto Comprensivo porta alla riflessione puntuale e precisa sul tema
strategico della continuità. In particolare l’esigenza di costruire un percorso condiviso fra
docenti di vari segmenti realizzando momenti di valutazione comuni per le competenze in
uscita.
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Calcagno Franco
La continuità tra scuola primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado dovrebbe essere un
effetto , più precisamente l’effetto di una condizione di armonia tra insegnanti dei rispettivi
ordini di scuola. Effetto o diretta conseguenza di un atteggiamento nei confronti del senso del
lavoro di docente e di DS. La continuità, ha bisogno di una struttura che la regga e che le dia
uno spazio per esprimere se stessa. Abbiamo, complessivamente, un’idea non sempre corretta
di continuità, limitata e legata alle apparenze. Un qualcosa che si deve fare per dovere, per
riempire una casella o dare un nome ad un progetto.
La continuità deve essere non deve essere considerata come un teatro o un assaggio di quello
che aspetta i ragazzi nel breve futuro, deve essere invece un’occasione forte per i docenti e la
scuola di analizzarsi, osservarsi e considerare molti più punti di vista.
Le occasioni di crescita di questo mestiere, così bistrattato socialmente, sono rare eppure la
continuità può essere un momento di arricchimento. Il corpo scuola potrebbe essere rinforzato
e reso meno vulnerabile se si realizzassero le condizioni di continuità.
La continuità non può essere solo il motivo d’interesse per il passaggio fra ordini di scuola ma
deve essere un modo d’intendere la scuola come comunità educante.
Sentire la mancanza di continuità è un sintomo, non sentirlo è grave.
Il problema della continuità è ormai storico; già la Commissione Fassino (1982) incaricata di
redigere i Nuovi Programmi della scuola, allora, denominata elementare aveva rimarcato la
difficoltà della stessa di non stare al passo con i tempi per via, come sostiene Frabboni, della
sua “moneta fuori corso”. Di questa riflessione, a mio parere, deve farsi carico un Dirigente di
un Istituto Comprensivo, in quanto si trova in una posizione privilegiata rispetto ad altri
Dirigenti esclusivamente di scuola primaria /infanzia o secondaria.
Attraverso il P.O.F., lo staff e una commissione è necessario fornire l’allievo di un
sapere/istruzione spendibile nel momento storico in cui si trova a vivere e nel suo contesto
sociale quotidiano.
Nonostante, però , il superamento ai riferimenti della “scuola dei Programmi”, grazie alle
Indicazioni Nazionali e alle Indicazioni per il curricolo dell’infanzia e per il I ciclo
d’istruzione, la continuità rimane un nodo cruciale da sciogliere ed esplicitare.
La legge n 622/96 e il D.P.R. 233 del 18/06/1998che ha istituito gli istituti comprensivi ha
rappresentato una congiuntura positiva per delineare punti di incontro fra i vari segmenti della
Scuola.
La continuità nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto dell’alunno ad un percorso
formativo organico e completo che mira a promuovere uno sviluppo articolato e
multidimensionale del soggetto.Pagina 22 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Una corretta educazione educativa, infatti, richiede un progetto formativo continuo.
Essa si propone anche di prevenire le difficoltà che sovente si riscontrano, specie nei passaggi
tra i diversi ordini di scuola che spesso sono causa di fenomeni come quello dell’abbandono
scolastico.
La continuità del processo educativo consiste nel considerare il percorso formativo secondo
una logica di sviluppo coerente, che valorizzi le competenze già acquisite dall’alunno e
riconosca la specificità e la pari dignità educativa dell’azione di ciascuna scuola.
Tenendo conto di quanto precisato nella normativa, si evince che la continuità deve investire
l’intero sistema educativo di base, intendendo le scuole dei diversi ordini ognuna come tramite
tra ciò che la precede e ciò che la segue.
La Commissione deve quindi “lavorare” per garantire la continuità del processo educativo
coinvolgendo alunni, docenti e famiglie in un percorso formativo di condivisione e
collaborazione.
Affinché ciò avvenga, è necessario coordinare il lavoro creando commissioni di progettazione
educativo - didattica e gruppi di lavoro , in primis tra gli insegnanti interessati al progetto, poi
tra docenti e genitori in modo da renderli partecipi della crescita scolastica dei propri figli.
L’azione di coordinamento potrebbe concretizzarsi in vari modi:
stimolando docenti e genitori ad una riflessione che faccia loro prendere coscienza del
percorso, non sempre facile, che i propri alunni/figli devono affrontare;
progettando percorsi di formazione tenendo conto delle esigenze rilevate;
fornendo materiale di documentazione o eventuali tutor ai docenti impegnati nelle
attività;
monitorando la situazione di partenza e i bisogni degli alunni;
verificando che gli obiettivi indicati nel P.O.F. rispondano alle effettive esigenze degli
alunni;
rilevando i bisogni formativi degli utenti (ad es. tramite un semplice questionario);
rendendo maggiormente utile l’attività di scambio;
coinvolgendo nelle attività di scambio un numero maggiore di classi;
impegnando gli insegnanti codocenti in una più proficua collaborazione.
Pagina 23 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
In particolare, per evitare dispersioni e per rendere più concreta l’attività di scambio, è
necessario un corretto iter operativo, vincolante per tutto l’Istituto, che stabilisca precisi
momenti di comunicazione e di confronto tra i vari ordini di scuola:
organizzare, a inizio anno, incontri di progettazione tra i docenti coinvolti per definire
gli ambiti tematici e le modalità operative (in base all’esperienza affrontata in alcune
classi, prediligere attività espressive, ludico-corporee e di laboratori in genere-
musicali, creativi, informatici… – che coinvolgono serenamente e piacevolmente gli
alunni);
programmare incontri comuni sistematici, distribuiti nello spazio dell’intero anno
scolastico, per monitorare il percorso delle attività e per favorire un confronto o
scambio di metodologie (almeno tre: iniziale, in itinere, finale, o più incontri a
seconda delle esigenze);
costituire gruppi misti di alunni programmando le attività per macrogruppi,
sottogruppi…(tutoraggio da parte degli alunni più grandi);
raccogliere il materiale prodotto (lavori, elaborati, foto, video…) per una eventuale
diffusione (on line, giornalino scolastico, pubblicazione…) o come strumento utile per
documentare i momenti più significativi del percorso di crescita individuale e delle
esperienze scolastiche;
organizzare un incontro finale per verifica e confronto dei dati rilevati
dall’osservazione diretta e per passaggio di informazioni relative agli alunni.
La Commissione verificherà sistematicamente la puntuale e corretta applicazione di ciascuna
fase del progetto.
Per motivare le famiglie e le eventuali associazioni presenti sul territorio nello sviluppo di
questo processo educativo (al fine di migliorare l’attività educativa e il funzionamento
dell’Istituto) potrebbe essere utile, se non necessario,
favorire un clima di reciproca fiducia;
coinvolgere i genitori nella progettualità di alcune attività della scuola, nella
discussione di problematiche relative agli alunni;
offrire ai genitori occasioni di formazione con interventi di esperti interni e/o esterni
(corsi di formazioni – cicli di incontri…);
favorire l’incontro e la conoscenza tra genitori;
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Calcagno Franco
condividere esperienze, confrontarsi con cadenze regolari non solo tra genitori, ma
anche con associazioni e con il D.S. che ha così l’opportunità di stabilire contatti più
personali con l’utenza (ad es. riunioni bimestrali da inserire nel regolamento di Istituto);
accogliere proposte utili a migliorare il servizio prestato nella scuola;
partecipare alla programmazione, all’organizzazione e alla gestione di attività
scolastiche ed extrascolastiche ( laboratori di creatività, teatrali…, banchetti di
esposizione/vendita, mostre, gite, giornate dedicate a…) – la partecipazione ad alcune
di queste attività potrebbe essere riservata solo ai rappresentanti di classe e/o ai membri
del Consiglio d’Istituto;
comunicare in forma chiara e dettagliata attività, proposte, iniziative, esigenze…
3.3 Implementazione del piano
Creazione di commissioni, gruppi di lavoro, interventi in consigli di classe e collegio docenti.
Questi alcuni degli strumenti che operativamente saranno attivati per creare un piano di
miglioramento per una programmazione condivisa fra i segmenti, anche con la scuola sec di II
grado.
L’Orientamento è una realtà complessa (complementare alla Continuità) che richiede l’uso di
metodologie e strumenti operativi di varia natura messi in atto dall’istituzione scolastica, e che
coinvolge in modo attivo l’alunno.
“Orientare significa porre l’individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire per
l’adeguamento dei suoi studi e della sua professione alle mutevoli esigenze della vita, con
l’obiettivo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della
persona. (Congresso UNESCO 1970).
Al fine di garantire il successo formativo di ognuno, è opportuno che la persona sia considerata
nella sua globalità: il mondo del Sé, il potenziale cognitivo e la maturazione sociale.
Calato nella nostra realtà scolastica, l’orientamento diventa un tema trasversale a tutte le
discipline; inizia nella scuola dell’infanzia, continua nella primaria come riflessione sulla
conoscenza di se stessi e nell’arco del triennio della scuola sec. ciascun alunno gradualmente
dovrà acquisire la consapevolezza delle proprie inclinazioni, interessi, attitudini, capacità e
competenze. Altrettanto importanti la conoscenza del mondo della Scuola e della Formazione,
e l’informazione sul mondo del lavoro e delle professioni. Proseguendo nel secondo ciclo,
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l’alunno sceglierà se continuare gli studi nel Sistema dei Licei o nel Sistema dell’Istruzione o
della Formazione professionale.
I due percorsi richiedono in entrata un accertamento delle conoscenze e delle competenze,
certificate da un esame di Stato.
Per favorire una “giusta scelta” risulterà opportuno impostare un percorso di Continuità, anche
tra la scuola sec. di 1° grado e quella di 2° grado oltre che tra scuola dell’infanzia-primaria-
secondaria.
L’implementazione di un piano di “Continuità” dovrà prevedere tra i due ordini di scuola
alcune attività:
1) Programmazione condivisa
2) Codocenza
3) Momenti comuni di Valutazione
1) La Progettazione didattica non può essere svincolata da un’idea di futuro: sarà intesa
come un ponte ideale che noi lanciamo tra lo stato attuale dei nostri alunni (profilo in
entrata) e lo stato desiderabile (profilo in uscita).
Una programmazione condivisa che dia efficacia al nostro operato, visto che i risultati
Ocse Pisa confermano un declino inarrestabile delle competenze applicative degli
studenti, potrà prendere l’avvio da un confronto collegiale sugli “obiettivi formativi”
dei 2 ordini di scuola; si selezioneranno poi alcuni contenuti disciplinari su ciò che gli
alunni devono assolutamente conoscere (saperi essenziali) e ciò che devono
assolutamente saper fare utilizzando le conoscenze (competenze); sarà proponibile
anche uno scambio sulla metodologia, sulle modalità di lavoro privilegiate, sui sistemi
per monitorare l’efficacia della propria progettazione.
2) Alcuni Istituti di scuola sec. superiore nel piano di orientamento in entrata hanno
previsto di inserire gruppi di alunni di terza media con una progettazione mirata di
alcune attività. La presenza in classe di insegnanti dei 2 ordini di scuola permette di
confrontare le indicazioni per il curricolo, di progettare brevi percorsi di conoscenza, di
condividere alcuni metodi di insegnamento-apprendimento; facilita lo svolgimento
della didattica laboratoriale con la progettazione di un’esperienza che vede l’alunno
protagonista e che può scegliere modalità operative e condizioni di lavoro; promuove la
motivazione per la ricerca di nuove conoscenze; sollecita gli alunni individuare
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problemi, a sollevare domande; favorisce nell’alunno il riconoscimento in ciò che
apprende anche di ciò che osserva nella realtà quotidiana “contesti di senso”.
3) Il progettare richiama il valutare: un’operazione che comporta intrinseche difficoltà.
Anche la valutazione potrà prevedere momenti comuni, coniugando gli strumenti
adottati dai docenti dei due ordini di scuola.
Oggetto del confronto trasversale saranno: i normali processi di controllo del percorso di
apprendimento; le modalità di accertamento delle competenze cognitive e strumentali;
l’oggettivizzazione di criteri e padronanza dei mezzi che sostengono la valutazione;
elaborazione di nuovi criteri, indicatori, strumenti; come valutare,cosa valutare; l’auto-
valutazione come acquisizione di maggior autoconsapevolezza, di controllo delle strategie e
delle tecniche impiegate.
Gli Strumenti Operativi sono:
a) Creazione di Commissioni e di Gruppi di lavoro che coinvolgano docenti motivati i
quali andranno a pianificare una attività di Continuità riflettendo sui percorsi, sulle
conoscenze e competenze;
b) Interventi nei Consigli di classe e in Collegio docenti con lo scopo di informare,
monitorare, rendicontare il percorso effettuato da un gruppo per estendere poi
l’applicazione delle esperienze positive.
IL COLLEGIO DOCENTI E I CONSIGLI DI CLASSE “BLENDED”
Il collegio docenti, riunitosi in occasione dell’approvazione del POF (giugno 2009) ha discusso
e monitorato le proprie esigenze giungendo alla conclusione della necessità di aumentare in
maniera decisa e puntuale i percorsi relativi alla continuità. Questa presa di coscienza ha
rinforzato quanto era già in atto e stimolato la disponibilità ad operare.
Il collegio ha approvato sia l’istituzione di consigli allargati che l’attività di codocenza.
Operativamente i consigli di classe (tre per anno scolastico: ottobre 2009, gennaio 2010 e
maggio 2010) sono allargati alle insegnanti della scuola primaria nelle classi prime della
SSdPG, in questi momenti si apre la discussione sulla programmazione e valutazione per
affinare in itinere gli elementi della programmazione discussi in commissione. L’occasione è
utile per progettare interventi di docenza “misti”. Progettare insieme una unità di
apprendimento si è rivelato uno strumento interessante per un approccio metodologico efficace,
per una valutazione corretta e per conoscere diversi stili di comunicazione.
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In parte queste attività sono state realizzate anche sull’ esperienza di anni scolastici precedenti,
durante i quali però era mancata la sistematicità del percorso e la consapevolezza del contesto.
Ho partecipato e coordinato i lavori di questi consigli/riunioni osservando i vari atteggiamenti
di ampia disponibilità a fare e monitorare, valutare il pregresso e di proiezione in avanti. Mi sia
permesso osservare come ho apprezzato lo sforzo per livellare le competenze presenti in campo
ad un punto comune di equilibrio; le insegnanti elementari superando una, non giustificata,
sudditanza verso i professori della scuola media e i docenti della media liberandosi della
supposta, non accettabile, superiorità disciplinare. Questo primo obiettivo raggiunto, non
esplicitato (…ma no dirigente non è così…siamo tutti insegnati..ecc…) mi ha rinforzato
nell’idea che il percorso intrapreso era corretto.
Infatti per affrontare questo tema siamo partiti da due assunti:
nei momenti in cui si devono prendere decisioni che interessano i diversi ordini di scuola e
ratificarle, è necessaria la partecipazione di tutti i segmenti dell’istituto comprensivo la
discussione e l’esposizione di punti di vista differenti, talvolta divergenti, la stesura di piani di
lavoro comuni sono tutte attività che si possono svolgere in maniera più efficace se viene
condotta in gruppi non troppo numerosi.
Quindi, a mio parere, la possibilità di ritrovarsi in collegi docenti e consigli di classe misti fra i
vari ordini di scuola, ma strutturati diversamente a seconda delle decisioni da prendere può
essere una buona soluzione.
Per quanto riguarda il progetto continuità si potrebbe, a grandi linee, procedere in questo modo:
- un incontro fra gli insegnanti delle classi 5^ con i professori di 3^ media per stabilire ciò che
si intende ottenere con questo progetto, attraverso quali attività e quali fasi tenendo sempre
presenti i saperi minimi stabiliti dalla relativa commis-sione (per la riuscita del progetto è
necessaria la partecipazione attiva e convinta di tutti i docenti, perciò durante questo incontro è
bene trovare linee-guida condivise);
- incontri a livello di dipartimento con la presenza dei docenti dei due ordini di scuola
interessati;
- a conclusione delle attività previste, incontri in cui ogni dipartimento illustra i risul-tati
ottenuti;
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- dopo l’inizio del nuovo anno scolastico un incontro fra gli insegnanti che avevano partecipato
alla prima riunione.
3.4 Valutazione del piano
La valutazione del piano è regolata da criteri concordati con i docenti e da osservazioni del
dirigente, i principali requisiti di successo sono:
la soddisfazione dei docenti per il lavoro svolto,
il crescente (o decrescente) livello di preparazione degli alunni su prove oggettive,
i livelli raggiunti dagli alunni al termine del 1° ciclo di studi (esame di stato 1 ciclo)
l’analisi dello storico, ovvero guardare al passato recente per capire i punti da
correggere, conservare memoria degli errori.
L’analisi di uno schema per la verifica della coerenza della programmazione sia del singolo
plesso che in ordine a quanto deciso in consiglio allargato con la scuola media, questo
strumento consente anche al Dirigente di osservare i progressi o gli stalli del processo.
Agli alunni viene proposto uno schema che aiuta i docenti a percepire il vissuto degli alunni.
Le famiglie sono chiamate a compilare un questionario in collaborazione con i propri figli.
Il dirigente dispone di uno schema per l’elaborazione e il confronto delle valutazioni sintetiche
(voti) degli alunni della prima classe secondaria con il risultato finale della scuola primaria, il
risultato della prova di passaggio e il valore del test d’ingresso della scuola secondaria.
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L’analisi anche numerica delle votazioni è un indicatore se gli obiettivi del processo sono stati
raggiunti. (allegato 14)
4. Prodotti della ricerca
4.1 Strumenti d’indagine e di monitoraggio
Ogni forma di innovazione o di miglioramento dell’esistente deve partire dal contesto
territoriale e dall’analisi delle potenzialità/competenze umane disponibili. Per la formazione
delle commissioni ho attivato, in collegio docenti, una serie di comunicazioni per sensibilizzare
al problema e trovare riscontri di comunione professionale. I curriculum vitae dei docenti mi
hanno confermato (volte smentito) le competenze maturate sia in esperienza sia attraverso corsi
di aggiornamento o corsi di specializzazione.
Fase permanente: la continuità dovrebbe essere organizzata oltre che in senso verticale
(organizzando incontri tra gruppi di lavoro dei segmenti contigui) anche in senso orizzontale
(prevedendo incontri tra i gruppi di lavoro dello stesso segmento). Ovviamente
l’organizzazione del progetto di continuità dovrebbe intrecciarsi con le attività di
programmazione e/o dipartimentale delle diverse scuole oltre che con il percorso della
Commissione saperi essenziali.
Quindi:
organizzazione dei gruppi di lavoro dei diversi plessi e segmenti che alternano incontri di
progettazione per segmento (infanzia, primaria, secondaria) ad incontri di progettazione con i
gruppi di lavoro degli altri plessi (dato il numero dei docenti che dovrebbero essere coinvolti,
negli incontri generali tra i gruppi di lavoro dei diversi segmenti sarebbe bene stabilire due
rappresentanti per plesso (infanzia, primaria) e per la SSdPG almeno 2 per lettere, 2 per
matematica, 2 per L2, 1 per gli altri curricoli (arte, musica, tecnologia, scienze motorie)]
L’organizzazione dal punto di vista temporale è a scavalco di due anni scolastici.
Una prima fase del percorso inerente la progettazione si svolge nel corso dell’anno
precedente al passaggio al segmento successivo.
Una seconda fase si svolge all’inizio dell’anno d’ingresso al nuovo segmento. Pagina 30 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Una terza fase di monitoraggio, (anche con partecipazione a c. di c./interclasse) si attua
durante l’anno scolastico.
Una quarta fase di valutazione dei risultati alla fine dell’anno. (per gli alunni che escono dal
primo ciclo si dovranno attendere i risultati del primo quadrimestre e anche questo elemento
contribuisce all’analisi e alla valutazione della qualità del processo)
L’organizzazione deve tenere conto anche della dislocazione territoriale delle scuole che
determina in quale plesso gli alunni dovrebbero frequentare.
In particolare durante tutto il periodo di osservazione (da ottobre 2009) i referenti delle
commissioni hanno lavorato per la creazione di un questionario di monitoraggio per i docenti
comprendente domande mirate:
all’analisi del contesto,
efficacia dell’azione proposta,
osservazioni sui cambiamenti.
Ogni due mesi circa (da novembre 2009) i docenti sono chiamati a compilare uno schema per
la verifica della coerenza della programmazione sia del singolo plesso che in ordine a quanto
deciso in consiglio allargato con la scuola media, questo strumento consente anche al Dirigente
di osservare i progressi o gli stalli del processo. ( allegato 9)
Agli alunni viene proposto uno schema che aiuta i docenti a percepire il vissuto e percepito
dagli alunni.
4.2 Dati sull’esistente
DUBBIO/DIFFICOLTA’: Continuità per i bambini che frequentano la scuola dell’Infanzia
nelle strutture private presenti sul territorio (Villanova: La Nuvoletta, Pittaluga; San Paolo:
Sonaglia). Esiste una forma di collaborazione tra strutture private del territorio e le scuole
primarie dell’IC, anche se deve essere migliorata
Infanzia Valfenera Infanzia Dusino Infanzia Villanova
Primaria Valfenera
Primaria Cellarengo
Primaria Dusino
Primaria Valfenera
Primaria Villanova capoluogo
Primaria Villanova Borgo Stazione
Pagina 31 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
Primaria San Paolo Primaria San Paolo
SSdPG
SSdSG Asti SSdSG Chieri Eventuali altre SSdSG
Personale docente coinvolto
Scuole dell’Infanzia: i docenti delle sezioni dei cinquenni si coordinano con i docenti delle
classi prime della scuola Primaria (nel percorso potrebbero inserirsi anche i docenti delle classi
seconde, che possono portare come contributo l’esperienza effettuata nell’anno precedente)
1. Gruppo di lavoro Infanzia Valfenera (docenti sez. cinque anni)
2. Gruppo di lavoro Infanzia Dusino (docenti sez. cinque anni)
3. Gruppo di lavoro Infanzia Villanova (docenti sez. cinque anni)
Scuole Primarie:
i docenti delle classi prime (nel percorso potrebbero inserirsi anche i docenti delle classi
seconde, che possono portare come contributo l’esperienza effettuata nell’anno precedente)
si coordinano con i docenti delle sezioni dei cinquenni della scuola dell’Infanzia;
4. Gruppo di lavoro Primaria Cellarengo (docenti: classi prime,classi seconde, classi quinte)
5. Gruppo di lavoro Primaria Valfenera (docenti: classi prime,classi seconde, classi quinte)
6. Gruppo di lavoro Primaria Dusino (docenti: classi prime,classi seconde, classi quinte)
7. Gruppo di lavoro Primaria San Paolo (docenti: classi prime,classi seconde, classi quinte)
8. Gruppo di lavoro Primaria Villanova Cap. (docenti: classi prime,classi seconde, classi
quinte)
Scuola Secondaria di 1° grado (SSdPG):
I docenti delle classi terze (futuri docenti delle classi prime) nell’anno precedente
all’ingresso (nel percorso potrebbero inserirsi anche i docenti delle classi seconde, che
possono portare come contributo l’esperienza effettuata nell’anno precedente) si coordinano
con i docenti delle classi quinte;
i docenti delle classi terze della SSdPG prendono contatto e si coordinano con gli insegnanti
delle scuole secondarie di secondo grado.
Pagina 32 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
9. Gruppo di lavoro SSdPG (docenti classi prime/seconde/terze)
4.3 Lettura interpretativa
L’I.C. rappresenta il contesto privilegiato per strutturare il percorso formativo unitario, poiché
il collegio dei Docenti è costituito da insegnanti dei tre ordini di scuola i quali possono attuare
la continuità e prevedere un progetto unitario in cui finalità, obiettivi, metodologie siano
concordati e condivisi. L’I.C. dovrebbe individuare e mettere a disposizione le risorse umane e
finanziarie necessarie per il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel P.O.F. Ogni persona
dell’Istituto “dovrebbe” essere consapevole della propria posizione, della responsabilità, dei
limiti operativi e delle possibilità di miglioramento di cui può essere portatore. Visto che non vi
sono candidature spontanee rispetto alla disponibilità di eventuali risorse umane, a tal fine, la
Direzione favorirà il coinvolgimento del personale docente attraverso:
-l’individuazione delle competenze tra i docenti, anche nei momenti di accoglienza dei nuovi
insegnanti
-la tenuta di un database con le competenze curriculari ed extra del personale
-la trasparenza nell’attribuzione degli incarichi e degli incentivi
-lo sviluppo di un sistema di riconoscimenti e incentivazione
-ricercare, inoltre, vie innovative per l’acquisizione di risorse finanziarie da parti interessate
sulla base di progetti condivisi anche con altri Istituti Comprensivi.
Il controllo delle risorse è essenziale sia per attuare e mantenere il sistema di gestione per la
qualità, che per realizzare gli obiettivi dell’organizzazione scolastica.
Il sistema di gestione delle risorse dovrebbe essere riesaminato in seno allo STAFF e con la
RSU almeno una volta durante l’anno scolastico. La base per il miglioramento continuo
dovrebbe essere il controllo dei processi che portano alla soddisfazione di tutte le parti
interessate. Il riesame deve avere un impatto verificabile sul miglioramento delle attività, dei
processi, dell’organizzazione e dell’utilizzo delle risorse stesse.
Pagina 33 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
Scuola dell’Infanzia Scuola Primarie SSdPG SSdSGDocenti sez. cinque anni Docenti classi quinte Primaria Docenti classi terze SSdPG
Docenti classi prime Primaria Docenti classi prime SSdPGDocenti classi seconde SSdPGDocenti classi terze SSdPG
Per quanto riguarda la qualità delle risorse professionali occorrerebbe , attraverso l’uso di
questionari rivolti agli insegnanti, sapere quali sono le caratteristiche del corpo docente con i
seguenti indicatori:
-titolo di studio e preparazione professionale
-anzianità di servizio e anni di permanenza nell’Istituto
-valutazioni tra pari sulle conoscenze disciplinari, metodologie, valutazione
-le capacità relazionali e di collaborazione.
Quest’ultimo punto potrebbe essere un passo verso una possibile soluzione sulle resistenze da
parte dei docenti che possono essere superate, da alcuni, attraverso “la pratica comunicativa”.
Mi spiego meglio. Una difficoltà, che spesso affiora nella mia esperienza professionale e che
comincio a temere sia connaturata al sistema scolastico in generale, è di tipo comunicativo
(non mi riferisco ovviamente alla comunicazione “informale”, ma a quella di tipo
“formale”).Essa mi spinge a formulare i soliti interrogativi che individuano un mio senso di
disagio e di inadeguatezza rispetto alle esigenze che mi piacerebbe soddisfare con i colleghi,
almeno con quelli disposti al confronto, al dialogo serio, al mettersi in discussione, per crescere
insieme: “Sarà mai possibile essere trasparenti ed espliciti nella rendicontazione del lavoro,
senza passare per diversi o per rischiare di enfatizzare attività normali, facendole passare per
eccezionali?” “Quali canali e soprattutto quali modalità usare per diventare capaci di
raccontarsi le esperienze, con estrema umiltà, senza attivare sovra/sotto stime, che di fatto
inquinano la comunicazione?” “Perché si è restii a comunicare, scegliendo quindi il silenzio,
anche quando ci sarebbe molto da dire?”
Il silenzio non aiuta a ripescare quel sommerso, che è la cultura che di fatto si produce a scuola,
per farlo emergere e osservarlo da diverse angolazioni. Basterebbe essere scevri da percezioni
distorte, concentrando l’attenzione non tanto e non solo sulle persone che veicolano
comunicazione, ma sforzandosi di “ragionare” sulla qualità e sulle modalità delle esperienze,
grandi o piccole esse siano.
4.4 Piani di sviluppo
La mia vorrebbe essere una proposta di auto-aggiornamento per “centri di interesse
progettuali”. Ognuno di noi, in questo Istituto aderisce a progetti diversi e dà a seconda del
proprio talento, del contesto e dei soggetti con cui lavora; non si potrebbe allora dar vita, anche
solo per un anno, a dei “centri auto-gestiti”, in cui a turno e in base al progetto scelto si possa Pagina 34 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
raccontarsi? Dovrebbe nascere questa abitudine come esigenza, per non correre il rischio che
solo alcuni parlino ed altri stiano ad ascoltare.
Lo scambio di esperienze e competenze in un gruppo di docenti serve per rafforzare il senso di
appartenenza al proprio sistema scolastico, il confronto, la valorizzazione e la diffusione di
esperienze di eccellenza presenti nel nostro Istituto.
Diffondere quindi la cultura della qualità e dell’innovazione.
Le risorse interne, in questo modo saranno ulteriormente valorizzate e si sarà profilata una più
stretta conoscenza e collaborazione tra insegnanti di diversi ordini di scuola.
4.5 Strumenti di monitoraggio
L’utilizzo di strumenti di monitoraggio è importante per la valutazione in itinere dei processi e
dei percorsi progettuali.
I lavori della commissione qualità forniscono alla ricerca degli strumenti quali schede di
valutazione e passaggio non per soli docenti ma anche per alunni e famiglie.
La sintesi delle statistiche sulle risposte consente di monitorare in almeno due momenti
(coincidenti con i quadrimestri, non oltre il mese di maggio).
Parte attiva del processo di monitoraggio è il Dirigente che considerate le schede di valutazione
appronta lo schema generale dei voti delle classi prime secondaria di 1° e confronta tre macro
valori: valutazione sintetica di uscita dalla scuola primaria, risultati dei test d’ingresso (non
disciplinari), votazione conseguita al termine del primo periodo. Questo confronto consente un
quadro di valutazione dell’andamento della classe e di ogni singolo alunno, permettendo di
valutare, anche se solo con un approccio numerico, la correttezza delle scelte in tema di
formazione classi, accoglienza della scuola secondaria, benessere nello stare a scuola.
4.6 Dati sul processo innovativo
Relativamente alle iniziative di continuità attivate nel corso dell’anno, si rileva che tutte le
scuole hanno portato a termine i progetti preventivati . Due sono le considerazioni emerse in
negativo: da un lato la non disponibilità da parte della scuola materna privata o paritaria ad
aderire a iniziative di continuità con la scuola primaria( tranne un meritevole caso) e, d’altro
lato, il fatto che i primi tentativi di codocenze tra la scuola media e le classi quinte della scuola Pagina 35 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
primaria si sono svolte troppo a ridosso della fine dell’anno scolastico con un’evidente
accavallamento di attività e scadenze con scarse possibilità di valutazione puntuale.
Si può ovviare al problema esposto in precedenza, contattando direttamente le famiglie e
organizzando gli incontri al di fuori dell’orario scolastico della scuola materna paritaria,
evitando di “interrompere” la loro attività.
Per ciò che riguarda invece le codocenze, si terrà presente la difficoltà riscontrata al fine di una
migliore scansione temporale degli interventi.
4.7 Elementi di valutazione
Inserire l’orientamento scolastico fra le forme di continuità. La scuola primaria, potrà attivare
una più appropriata conoscenza di sé attraverso la compilazione da parte degli alunni di schede
mirate e questa attività verrebbe proseguita nella scuola media ad opera di un’insegnante
formato su questo tema. Le negatività emerse nella valutazione mostrano una critica alla
metodologia espressa dalle insegnanti della scuola media.
La stesura di una copia del “portfolio” è un risultato da evitare poiché rischia di essere un
lavoro sterile per cui si sono compilate grandi quantità di fogli che non hanno prodotto risultati
concreti. In più un’attività del genere vista nell’ottica della continuità, presuppone anche la
tabulazione delle osservazioni e dei risultati e ciò è troppo oneroso e dispersivo.
Sarebbe più utile effettuare frequenti incontri fra gli insegnanti di scuole materne, primarie e
media per uno scambio più efficace di informazioni sui singoli alunni.
Infatti per la conoscenza degli alunni e delle loro problematiche è più indicato un semplice
profilo descrittivo operato delle insegnanti stesse.
Anche se, per quanto riguarda l’orientamento, non si tratta di ciò che gli insegnanti osservano
sugli alunni, ma si tratta di ciò che gli alunni provano, sentono, pensano relativamente a se
stessi e al mondo della scuola.
5. Valutazione complessiva
Pagina 36 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
5.1 Analisi del processo
All’interno di questo istituto negli anni precedenti, si era già lavorato, come commissione
continuità, per realizzare percorsi comuni nell’ottica della verticalità, e, ogni segmento, ogni
plesso, ogni classe, presentava i propri progetti di continuità. Per quest’anno scolastico
2008/2009 si è ritenuto necessario convogliare tutte le esperienze inerenti la continuità in un
unico progetto di istituto che proponesse obiettivi e strategie comuni , per cui la commissione
si è fatta carico di redigere tale documento da cui sono risultate le seguenti tipologie di
intervento:
Incontri fra scuole dell’infanzia e scuole primarie
Incontri fra scuole primarie e scuola secondaria di secondo grado
Accoglienza famiglie
I membri di commissione hanno organizzato in ogni plesso gli incontri di continuità con le
scuole materne dell’istituto per preparare l’accoglienza dei futuri alunni delle classi prime delle
scuole primarie. Si sono presi contatti con le scuole interessate e si sono stabilite date e tipo di
attività
Nell’ottica poi dell’apertura della scuola al territorio e quindi nella continuità scuola/famiglia
si sono organizzate le giornate di open school in tutte le scuole dell’istituto.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, alcuni insegnanti hanno dato la
disponibilità agli incontri di co-docenza che hanno riguardato diversi ambiti disciplinari:
italiano, matematica, arte, geografia antropica, storia/archeologia.
In accordo con la commissione saperi essenziali sono stati concordati e predisposti altresì,test
di passaggio fra la scuola primaria e la scuola secondaria che sono stati corretti collegialmente
da insegnanti dei due ordini di scuola.
5.2 Verifica dei risultati
Continuità scuole infanzia/ scuole primarie
Scuole
infanzia
Scuole
primarie
Numero
insegnanti
Numero
insegnanti
Numero incontri
Pagina 37 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
coinvolte coinvolte Infanzia primaria
5 6 6 21 4 incontri di commissione
30 incontri circa fra le
scuole
Continuità scuole primarie/ scuola secondaria
Scuole
Primarie
coinvolte
Scuole
secondarie
coinvolte
Numero
insegnanti
primaria
Numero
insegnanti
secondaria
Numero incontri
6 1 21 10 4 incontri di
commissione
14 incontri di
codocenza
5. 3 Valutazione d’insieme
La valutazione in atto riguarda il periodo settembre 2009-febbraio 2010, ovviamente limitata al
primo quadrimestre e per le classi prime i cui alunni sono stati coinvolti nel processo di ricerca
innovativa.
Sono stati individuati cinque elementi significativamente presenti nella scuola e nel gruppo di
lavoro:
1. la condivisione dei valori,
2. la focalizzazione sugli apprendimenti degli alunni,
3. la collaborazione tra docenti,
4. la de-privatizzazione delle pratiche didattiche,
5. i dialoghi di riflessione
Il confronto su questi temi è avvenuto ed è in itinere, mette in circolazione informazioni fra i
diversi gruppi, costruendo quella qualità delle relazioni che finisce per favorire la qualità del
sistema scuola.
In particolare, i punti da 1 a 3 sono sati ampiamente dibattuti e analizzati anche se non si sono
ancora raccolti risultati completi anche dal punto di vista statistico. Pagina 38 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Nel breve la valutazione si fonda su tre elementi:
1. valutazione della coerenza fra la programmazione di inizio anno e quella in itinere con le
modificazioni avvenute e perché si sono fatte scelte differenti da quanto “deciso” ad
inizialmente,
2. confronto fra tre aspetti: votazioni della scuola primaria, osservazioni iniziali dirette (test
ingresso) e votazioni del primo periodo,
3. analisi dell’evoluzione degli alunni confrontandosi con le insegnanti di scuola primaria
attraverso colloqui e incontri (anche sotto forma di consigli allargati).
4. confronto con i genitori ( scuola dei genitori)
I tre momenti di valutazione hanno permesso e permetteranno d’integrare alcuni dei cinque
punti precedenti.
La valutazione degli esiti formativi avviene attraverso periodiche elaborazioni statistiche,la
raccolta dei dati è circa bimestrale e la comunicazione degli esiti avviene con lettera alle
famiglie, il monitoraggio attento del successo formativo nel passaggio fra ordini di scuola
permette di misurare l’evoluzione del percorso nel breve periodo. Questa analisi consente di
misurare anche le criticità del progetto e porvi rimedio.
Come misurare l’efficacia delle azioni intraprese per migliorare il confronto e il dialogo fra
docenti?
Nel breve periodo alcuni sensori sono stati sollecitati positivamente: l’ampia discussione
avvenuta in collegio docenti ha permesso un confronto serrato fra diversi percorsi, i lavori delle
commissioni hanno focalizzato l’attenzione su temi e strumenti idonei, ma è soprattutto con il
dialogo che si misurano le informazioni, facendole circolare, mettendole alla prova e
utilizzandole per migliorare il curricolo.
Sarebbe auspicabile per il prossimo anno scolastico individuare un argomento comune che
possa essere trattato all’inizio dell’anno scolastico dagli alunni che hanno effettuato il
passaggio all’ordine di scuola superiore e da quelli dell’ultimo anno dell’ordine di scuola
precedente affinché sia completo il quadro di continuità verticale.
Per quanto riguarda il passaggio fra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, le esperienze
che ho fatto negli ultimi anni si sono rivelate utili e proficue: le insegnanti della futura 1^
andavano a conoscere i bambini di 5 anni che poi si recavano nella scuola primaria. Qui si
svolgevano delle attività per le quali ci si avvaleva della collaborazione dei bambini di 5^ in
veste di tutor.Pagina 39 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Deve essere rinforzato il legame-legante fra le commissioni saperi essenziali-continuità-
benessere per trovare il momento unificante e unitario degli obiettivi prefissati.
Visto che questa esperienza è stata positiva, io proporrei la PEER EDUCATION anche nel
progetto di passaggio fra la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.
Fra i componenti di un gruppo di pari sono molto forti l’influenza sociale reciproca e la
condivisione di conoscenze, inoltre si tende ad affidarsi con maggiore fiducia ai coetanei,
perciò la trasmissione e lo scambio di esperienze trova nella peer education una efficace
motivazione e potrebbero quindi esserci ottimi risultati.
Per prepararsi all’applicazione di questa metodologia sarebbe utile predisporre un corso di
autoaggiornamento ( o aggiornamento) che porterebbe una duplice valenza:
- conoscere la peer education e la sua applicazione
- vivere momenti di condivisione fra i docenti.
Nel passaggio scuola primaria- scuola secondaria la peer education si potrebbe applicare ad
attività decisamente pratiche eseguite in forma laboratoriale:
- scienze
- informatica
- disegno tecnico
- arte
- laboratorio di lettura
- giochi matematici
(ma qui l’esperienza e la fantasia dei colleghi troverebbero sicuramente applicazioni migliori)
Riassumendo:
1- AUTOAGGIORNAMENTO: la PEER EDUCATION
2- INCONTRI: saperi minimi
progettazione di attività – tempi – metodologie di osservazione –
modalità di verifica
preparazione degli studenti
incontri fra gli studenti nei quali sia possibile anche la conoscenza
del nuovo ambiente che frequenteranno l’anno successivoPagina 40 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
3- INCONTRI periodici per valutare l’andamento del progetto ed apportare eventuali
adattamenti e variazioni
4- INCONTRO finale di revisione fra i docenti
Modalità di valutazione (delle azioni a breve termine)
Valutare, quindi “misurare il valore”, risulta essere spesso argomento di discussione ed analisi
troppo teorica all’interno dell’Istituto Comprensivo.
Il sentiero di valutazione degli studenti risulta battuto ma non agevole da percorrere, in quanto
districarsi tra molti sistemi valutativi, ognuno con le proprie misure di riferimento, crea spesso
confusione su quale metodologia comune acquisire.
Ma quando i docenti sono chiamati ad autovalutare il proprio operato all’interno del sistema
stesso, ci si trova di fronte a diversi atteggiamenti negativi: rifiuto, arroganza, ritenersi
valutatori e non oggetti di valutazione, scontento, fastidio…
I docenti che rispondono serenamente e in modo propositivo alla richiesta sono relativamente
pochi, in quanto sono coloro consapevoli del ruolo educativo e sociale che rivestono, coscienti
dell’importanza di monitorare e valutare come agiscono, come svolgono il proprio ruolo, come
la loro professione ricade sugli studenti.
Una valutazione quindi non giudizio, ma misura: questo il punto di partenza per la
progettazione di un percorso di codocenza continua, dove l’equipe formata da docenti di
segmenti diversi sa interagire confrontandosi, discutendo, trovando soluzioni e strategie.
Con la rielaborazione del P.O.F., nell’anno scolastico 2008/2009, si è analizzato e concordato
un progetto comune educativo riguardante la continuità (verticale e orizzontale).
Il percorso formativo di un individuo si sviluppa attraverso un curricolo continuo tra i diversi
ordini di scuola, pertanto è essenziale un raccordo fra docenti, anche se non è facile instaurare
legami di fattiva collaborazione. A volte sono evidenti gli atteggiamenti di superiorità tra gli
insegnanti di un grado d’istruzione e l’altro.
Il compito della nostra istituzione scolastica è quello di prevenire le difficoltà che potrebbero
insorgere nei passaggi tra i diversi ordini di scuola e potrebbero favorire l’abbandono
scolastico. Nei diversi collegi dei docenti si è ribadita la necessità di promuovere azioni anche
verso la Scuola Secondaria di secondo grado.Pagina 41 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Nello scorso anno scolastico si sono formati due gruppi di lavoro relativi sulla continuità tra
scuola dell’infanzia e primaria (classi prime) e primaria (classi quinte) e secondaria (classi
prime).
I bambini delle scuole d’infanzia hanno visitato la Scuola primaria, incontrando le future
insegnanti e gli alunni delle classi quinte con i quali hanno creato un clima amichevole e
familiare. Hanno svolto attività comuni, in conformità ad un percorso concordato dalle
insegnanti, e si sono adoperati per la realizzazione di un unico prodotto illustrato che hanno
ritrovato quest’anno nella loro classe prima.
Sono state intraprese iniziative di psicomotricità in palestra e attività legate alla sicurezza
stradale, in particolare si sono prese in considerazione le norme stradali del pedone.
Anche i genitori degli alunni hanno visitato la scuola per conoscere gli ambienti e l'azione
educativa svolta all'interno delle nostre istituzioni scolastiche e hanno partecipato a incontri
informativi con gli insegnanti delle future classi prime.
A mio avviso, queste sporadiche “visite” non garantiscono la sistematicità della continuità. Il
percorso didattico deve coprire l’intero anno scolastico; i docenti dovrebbero lavorare in modo
mirato, adottando stili educativi e pratiche d’insegnamento comuni.
All’inizio di quest’anno scolastico si sono svolti incontri con le due scuole per realizzare forme
di raccordo utili al passaggio dei bambini fra i due ordini di scuola e per la formazione delle
classi.
Con i docenti della scuola secondaria di primo grado sono avvenuti momenti di confronto per
affrontare le problematiche e scambi di esperienze comuni. Importante è stata la conoscenza
dei programmi dei due cicli di scuola, non solo come contenuti, ma anche come suggerimenti
metodologici e finalità.
Il progetto continuità ha perseguito i seguenti obiettivi:
selezione di prove di verifica finali uguali per tutte le classi quinte del circolo;
scambio di esperienze:
- visite dei ragazzi della scuola primaria alla scuola media
Pagina 42 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
- incontri tra professori e alunni delle medie nei vari plessi. (Le varie esperienze sono
legate agli argomenti programmati all’inizio dell’anno scolastico. In particolare per gli
alunni di Villanova si è realizzato un concerto natalizio.)
Trasmissione dei dati degli alunni in uscita dalla scuola primaria;
incontri finalizzati alla trasmissione d’informazioni tra i docenti dei due ordini
scolastici, riguardanti alunni in situazioni di disagio per un loro positivo inserimento
nella nuova realtà scolastica;
Criteri di valutazione comuni
Per quest’anno scolastico si è orientati alla scelta delle unità di apprendimento da svolgere in
continuità con i due ordini scolastici, in particolare si è indirizzati verso un progetto
interdisciplinare sulla cittadinanza e convivenza civile.
Si tende a :
Stabilire un confronto sulla valutazione tra i docenti delle ex classi quinte e gli
insegnanti degli alunni che frequentano il primo anno della scuola media.
Esprimere proposte per la formulazione di una nuova scheda di valutazione, sia per
quanto riguarda gli obiettivi disciplinari che gli indicatori finali.
Programmare, per gli alunni dell’ultimo anno delle primarie, laboratori di meta -
cognizione per “apprendere ad apprendere” avvalendosi di vari strumenti, quali i testi
utilizzati nelle classi prime della scuola secondaria di primo grado sulle varie discipline
di studio, per familiarizzare con la terminologia dei testi utilizzati nella scuola
secondaria per organizzare e affinare il proprio lavoro mentale affinché non sia del
tutto nuovo il percorso del successivo anno scolastico.
Desidero un serio confronto fra la Scuola Secondaria di I e di II Grado e quindi si potrebbero:
. concordare incontri per permettere ai ragazzi di terza media di avere una conoscenza
più dettagliata delle tipologie d’istituto d’istruzione superiore del territorio, al fine di
operare una scelta consapevole e conforme alle attitudini e capacità dei singoli;
promuovere, all’interno dell’Istituto, attività volte all’orientamento scolastico (test
attitudinali, conversazioni, laboratori, incontri con figure professionali, incontri con le
famiglie) per aiutare gli allievi ad operare una scelta adeguata del futuro indirizzo
scolastico e professionale;Pagina 43 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
. organizzare attività on line per facilitare i contatti con le Scuole del territorio;
. attuare percorsi opzionali rispondenti ai bisogni educativi del territorio e dei singoli
alunni (proposti già negli anni precedenti)
Sarebbe opportuno poter contare su una trasversalità tra gli ordini: avviare proposte che
coinvolgano tutte le discipline, impegnando gli alunni in diverse attività, con i vari docenti di
classe e di classi parallele. Eventualmente si potrebbero prevedere partecipazioni a stage e
visite guidate inerenti all’orientamento scolastico.
Per migliorare l’offerta formativa dell’Istituto vanno rilevate le seguenti caratteristiche:
Condivisione di obiettivi e collegialità
Focalizzazione sul processo d’insegnamento-apprendimento
Maggiori aspettative rispetto ai risultati degli allievi
Rinforzo positivo e uso dell’incoraggiamento
Verifica dei progressi
Rispetto dei diritti degli allievi e promozione del loro senso di responsabilità
Valutazione degli esiti del percorso scolastico successivo
Collaborazione tra scuola e famiglia, scuola e territorio.
Quali dati raccogliere?
La raccolta dati avviene con:
Pagina 44 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
Misure quantitative Misure qualitative Opportunità di lavoro collegiale per i docenti; Riunioni per la definizione di obiettivi cognitivi o affettivo-motivazionali Partecipazione dei docenti a commissioni e a progetti
Corsi di formazione in servizio (condivisione degli obiettivi)
Condivisione collegiale degli obiettivi cognitivi quale miglioramento dei risultati degli allievi Progettazione e operatività efficace degli obiettivi di apprendimento Soddisfazione per le attività di aggiornamento proposte e condivisione degli obiettivi formativi
Configurazione come “comunità che apprende” e che si espone.
Analisi del piano di incontri annuali
Questionario per docenti
Osservazione strutturata di riunioni e incontri collegiali.
5.4 Analisi Costi/Benefici
Costi umani Costi economico finanziari Benefici sull'azione
didattica
Benefici sul clima di
lavoro
Disponibilità a mettersi
in discussione
n. 120 ore aggiuntive di docenza Maggior consapevolezza
del clima della classe
Valorizzazione rapporto
docenti
Disponibilità a lavorare
in gruppo
n. 300 ore aggiuntive per lavoro
in
commissione/dipartimenti/grupp
i
Miglior approccio
docente-alunni
Miglior considerazione
fra docenti di diverso
segmento
Disponibilità alla
proposta operativa
n. 250 ore di collaborazione con
il Ds ( due docenti in
semiesonero)
Elevata comprensione
della centralità
dell’alunno
Maggior comprensione
delle istanze reciproche
Disponibilità al
rinnovamento e al
cambiamento
Totale costo lordo stato € 10.950 Valutazione più corretta Collegio docenti più
coeso.
Seppur l’analisi costi/benefici sia prevista in termini macro economici per la misurazione
dell’efficacia e dell’efficienza di un’azione, il calcolo in un contesto educativo è troppo
riduttivo per poter essere completo e significativo.
Il costo finanziario è stato supportato dalla disponibilità di bilancio con i costi imputati sia nel
FIS che con dotazioni aggiuntive per i finanziamenti ottenuti da Enti esterni (MPI, Regione
Piemonte, Fondazione CRA e CRT).
Ho inserito, quindi, fra i costi la voce “costi umani” che prende il significato di costo
personale del docente nel mettersi in discussione con la disponibilità a fare e del costo del
gruppo impegnato in riunioni ed elaborazioni condivise.
I benefici misurabili nel contesto scuola sono ovviamente quelli orizzontali fra docenti che
quelli verticali con alunni e famiglie.
Pagina 45 di 101Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”
Calcagno Franco
Poter decidere con un calcolo l’efficacia e l’efficienza del prodotto-scuola è molto difficile.
Credo, però, di poter affermare che la valutazione del processo sia positiva, infatti a fronte di
un costo di poco superiore ai 10 € pro capite ( 1064 alunni) abbiamo iniziato un percorso per
migliorare la capacità di valutazione e di approccio agli alunni da parte di un gruppo
consistente di docenti, rendendola migliore, più vera e corretta, giusta e democratica. Sono
stati fatti alcuni passi in una direzione che credo corretta, molto lavoro deve essere fatto, è
maturata la consapevolezza del problema e la volontà di trovare una soluzione.
6. Ringraziamenti
Desidero cogliere l’occasione del presente lavoro per ringraziare i miei più
stretti collaboratori che con disponibilità e professionalità hanno favorito con il
loro lavoro la realizzazione del progetto illustrato.
In particolare ringrazio:
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Calcagno Franco
la docente Anna prof.ssa Gianotto per il lavoro svolto quale referente
della commissione saperi essenziali,
l’insegnate Gabriella dott.ssa Strazzacappa per il supporto
collaborativo in qualità di funzione strumentale al POF nella
commissione continuità.
ogni componente del mio staff che, pazientemente, ha superato momenti
critici dovuti ad un Dirigente molto esigente.
Per ultimo, ma non meno forte e sentito, un ringraziamento per il tutor Sonia
dott.ssa Claris che ha permesso con i suoi suggerimenti di migliorare e
completare il presente lavoro.
7. Riferimenti bibliografici
Materiali presentati durante il Master.
Gardner H, Educare al comprendere, Milano, Feltrinelli. edizione 1993
Gallino Luciano, Il lavoro non è una merce, Laterza Editore edizione 2007
DM 139/07: www.pubblica.istruzione.it/news/2007/allegati/obbligo_istruzione07.pdf
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Calcagno Franco
Frigerio Agostino, Curriculum e scuola, pag. 219 Voci della scuola Vol. VII 2008
Orsi Marco, Comunità professionale, pag. 198 Voci della scuola Vol. VII 2008
Pozzo Gabriella, Ricerca-Azione, pag. 435 Voci della scuola Vol. VII 2008
Cerini Giancarlo, Compresenza, pag. 75 Voci della scuola Vol. VIII 2009
Andreoli Vittorino, Lettera ad un insegnante, Rizzoli editore, Milano, 1° edizione
2002
Filippone Leonardo, Tra progettazione didattica e programmazione finanziaria,
Euroedizioni, Torino edizione 2003
Fiorin Italo, Una scuola da paura, Cisl Scuola edizione 2009
Dilts Robert, Il manuale del coach, Alessio editore NLP Italy edizione 2003
Carretta A., Dalsiel M., Mitrani A. , Dalle risorse umane alle competenze, Franco
Angeli edizioni 2008.
In allegato:
1) continuità classe ssdpg
2) osservazioni intermedie
3) progetto continuità di plesso
4) relazione finale
5) schede monitoraggio e valutazione organizzazione
6) esempi di categorie per la valutazionePagina 48 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
7) schede osservazione primaria-secondaria
8) orientamento classi V
9) programmazione di classe ssdpg
10) codocenza (organizzazione)
11) criteri valutazione scritto
12) esempio di prova
13) progetto d’istituto continuità
14) scheda di valutazione ssdpg e primaria
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINOFACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
MASTER DI II LIVELLO“MANAGEMENT DELLE ISTITUZIONI
SCOLASTICHE E FORMATIVE”
PROJECT WORK
Azioni per migliorare il confronto professionale
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Calcagno Franco
fra docenti di scuole del primo ciclo.
A L L E G A T In . 1 - 2 - 3 - 4 - 6 - 8 - 9 - 1 1 - 1 2 - 1 3
Relatore: Candidato/a:
CASTOLDI prof. MARCO CALCAGNO dott. FRANCOCLARIS dott.ssa SONIA matr. N° 713055
Anno accademico 2008/09; 2009/2010
Allegato 1
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI VILLANOVA D’ASTI
CLASSE IC
ANNO SCOLASTICO 2008/09
PROGETTO DI CONTINUITA’
Attività di co-docenza sulla globalità dei linguaggi svolta con la classe V della scuola primaria di Valfenera. Le lezioni pomeridiane sono state particolarmente efficaci per la varietà di proposte collegate fra loro:
lettura della leggenda degli indiani d’America “ Le fragole”
1. analisi del testo2. giochi di parole3. filastrocche4. conoscenza delle tradizioni dei Pellerossa5. laboratorio sensoriale sulla descrizione
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mappe dei vari testi (narrazione, descrizione, riassunto, filastrocca, articolo di giornale)canto melodico indiano con strumenti costruiti dai ragazzi (collaborazione con l’insegnante di musica)realizzazione di cartelloni, collages, teatro con burattini (collaborazione con l’insegnante di tecnologia)la tecnica del découpage (collaborazione insegnante di arte e un genitore)storyboard e realizzazione in chiave fumettistica della leggenda (collaborazione insegnante di arte)riprese del backstage.
Allegato 2OSSERVAZIONI INTERMEDIE
(I° QUADRIMESTRE)
Questa scuola mi piace:
Mi impegno:
Sono bravo a……………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………
Non mi piace invece………………………………………………………………………………………………………………….……………….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..………….…………
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Calcagno Franco
TANTO ABBASTANZA POCO
TANTO ABBASTANZA POCO
Il lavoro che ho preferito fare è stato……………………………………………………………..……………………………………..………………………………………………………………..……………perché………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Data di compilazione :
Firma dell’alunno
Allegato 3
Progetto continuità
Insegnanti responsabili: xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Soggetti coinvolti: -alunni della Scuola dell’Infanzia di 5 anni iscritti alla Scuola Primaria di Villanova Stazione;-25 alunni della classe quinta di Villanova Stazione;-insegnanti della Scuola dell’Infanzia.
Tempo di attuazione: -2 maggio visita delle insegnanti della Scuola Primaria di Villanova Stazione agli alunni della Scuola dell’Infanzia;-8 e 15 maggio visita degli alunni della Scuola dell’Infanzia presso la Scuola Primaria di Villanova Stazione.
Motivazioni: Affrontare un ambiente nuovo può provocare ansia, paura, disorienta- mento; per questo motivo bisogna predisporre occasioni di conoscenza dei luoghi, delle strutture e delle persone al fine di rassicurare i bambini ed evitare che la tensione possa costituire un elemento negativo per l’inserimento nella nuova scuola.Al fine di prevenire le maggiori difficoltà dovute al disagio emotivo di fronte a ciò che non è noto, è utile che i futuri alunni:o conoscano in anticipo i luoghi nei quali dovranno vivere ed
operare;o conoscano in anticipo le loro future insegnanti.
Finalità: Avviare gli alunni della scuola dell’infanzia alla conoscenza della Scuola Primaria, prendendo confidenza con gli ambienti, gli spazi e le persone che vi operano.
Obiettivi:o Conoscere la nuova realtà scolastica (spazi,
operatori,compagni).o Acquisire la capacità di gestire le novità e i cambiamenti.o Riconoscere e rispettare i ruoli nel lavoro comune.o Comprendere e condividere le regole e i valori della
convivenza sociale e civile.Pagina 52 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
o Intervenire in modo ordinato, opportuno, pertinente.o Svolgere con ordine un lavoro assegnato.o Comunicare ed esprimersi in modo creativo e personale
con linguaggi verbali e non verbali.
Attività: - Incontro delle insegnanti della Scuola Primaria con i loro futuri alunni presso la Scuola dell’Infanzia per una prima conoscenza.- Durante i 2 incontri presso la Scuola Primaria si effettueranno le seguenti attività: lettura di una storia;
drammatizzazione della storia letta;rappresentazione grafica della storia;partendo dalla storia, individuazione di un personaggio di fantasia che li accompagnerà nel passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria.
Verifica: Tempi Durante gli incontri All’inizio del prossimo anno scolastico
Modi Attraverso l’osservazione diretta, i colloqui con le insegnanti della Scuola dell’Infanzia e, all’inizio del nuovo anno scolastico, con i genitori si valuteranno: grado di interesse e partecipazione alle attività; grado di autonomia; capacità di lavorare in gruppo; grado di socializzazione; capacità di comunicare; grado di conoscenza della nuova realtà scolastica; capacità di gestire novità e cambiamenti.
Villanova d’Asti, xxxxxxxxxxxxxxxxxxx Le insegnanti
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ALLEGATO 4
REPORT SITUAZIONE COMMISSIONI
Dicembre 2009
COMMISSIONE CONTINUITA’
REFERENTE Strazzacappa Gabriella
NUMERO INCONTRI EFFETTUATI 3
SITUAZIONE INIZIALE : non vi era un progetto unitario e coordinato per cui si è reputato necessario redigere un progetto di istituto di continuità e orientamento .
PERCORSO SEGUITO : si opera su più fronti;
1. accoglienza e continuità scuola- famiglia attraverso l’organizzazione di giornate di open school
2. continuità scuole dell’infanzia/ scuole primarie con l’organizzazione di incontri e attività comuni
3. continuità scuole primarie/scuola secondaria di primo grado con l’attivazione di momenti di co-docenza da parte di alcuni insegnanti della scuola secondaria di primo grado
STRATEGIE ADOTTATE: riunioni di commissionecomunicazioni individuali ai docentirichiesta di report sulle attività svolte
RISULTATI :tutte le scuole hanno attivato giornate di open school ad eccezione delle scuole dell’infanzia di Villanova e Dusino San Michele,tutte le scuole dell’infanzia dell’istituto, più due scuole dell’infanzia private esistenti sul territorio ( San Paolo Solbrito e Villanova Pittaluga) hanno preso contatti con le scuole primarie vicine per incontri di continuità.
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Attività ancora in corso:
11 insegnanti (su un totale di 31) della scuola secondaria hanno dato la disponibilità a fare incontri di co-docenza presso le diverse scuole primarie dell’istituto per un totale di 50 ore circa complessive.
Attività ancora in corso
Il riscontro delle esperienze attivate e del coinvolgimento generale dei docenti interessati alla continuità è positivo.
Si potrebbe eventualmente responsabilizzare maggiormente ogni referente di plesso presente in commissione affinché raccolga il materiale relativo alle esperienze di continuità per una migliore documentazione delle stesse vista la loro consistenza numerica e il loro valore pedagogico.
Schema di Relazione finaleInsegnante…………………………………………………………referente della scuola…………………………………………….
Incontri di continuità con scuole dell’infanzia………………………………….. Insegnanti coinvolti………………………………….. Aree coinvolte………………………………………... ……………………………………………………….
scuole primarie………………………………………Insegnanti coinvolti………………………………….Discipline coinvolte………………………………………………………………………………………….
scuola secondariaInsegnanti coinvolti…………………………………..Discipline coinvolte…………………………………..………………………………………………………..
Numero degli incontri ………………………………………………………………Descrizione sintetica o titolo dell’attività svolta per ogni disciplina:………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………………………………Osservazioni.Grado di interesse degli alunni accoglienti scarso sufficiente buono ottimo Grado di interesse degli alunni destinatari scarso sufficiente buono ottimo
Valutazione dell’esperienza da parte dei docenti della scuola dell’infanzia…………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
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Valutazione dell’esperienza da parte dei docenti della scuola primaria ……………………………………………………..…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………..…………………………
Valutazione da parte dei docenti della scuola secondaria …………………………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..…………..
Difficoltà riscontrate………………………………………………………………………………………………………………………………………..
Materiale allegato…………………………………………………………………………………………………………………………………………………..
Allegato 6
A tutti i plessi dellaScuola Primaria
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Oggetto: trasmissione schema di categorie per discipline.
Si invia, in allegato, alla seguente lo schema, elaborato e condiviso dalla
Commissione Saperi Essenziali, per verificare mediante il test intermedio
“categorie”simili per discipline. Non è stato possibile stilare un unico test per
disciplina, in quanto gli argomenti svolti dalle classi quinte nei diversi plessi non
risultavano gli stessi.
Il Dirigente Scolastico(Calcagno Prof. Franco)
Elenco Categorie
Lingua Italiana
o Ascoltoo Comprensioneo Produzione di diverse tipologie di testoo Ortografiao Verbi
Matematica – Geometria – Scienze (tutte le prime quattro attività dell’ambito antropologico)
o Quattro operazionio Valore posizionale delle cifreo Composizione e scomposizioneo Problemio Angoli, linee e poligoni
Ambito antropologico
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o Testo “bucato”o Risposte VERO/FALSOo Domande a scelta multiplao Definizioni a risposta apertao Lettura di carte tematiche e grafici
Lingua Inglese
o Lettura informaleo Conversazioneo Ascolto e comprensione di un testoo Lettura individuale di un brano e sua comprensione
Allegato 8
Orientamento classi V
OSSERVAZIONI INIZIALI DEL DOCENTE
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Nome e Cognome dello studente: ………………………………………………………………..
Classe ………………………………………………………………………………………………..
Competenze dell’alunno SI’ NO IN PARTEE’ autonomoSa organizzarsiInstaura rapporti con i compagniInstaura rapporti con le insegnantiGioca volentieri e rispetta le regoleSa muoversi nello spazio libero ostrutturato in modo adeguato
Sa orientarsi nel tempoSa orientarsi nello spazioSa ascoltareComprende i contenuti essenzialiDei testi ascoltati
Legge e comprende brevi testiSa esprimersi utilizzando i linguaggi
- grafico-pittorico- manipolativo- linguistico- corporeoSa usare i numeri- per contare- per confrontare- per ordinareIn una situazione di conflitto- aggredisce- si ritira- discute
OSSERVAZIONI DELLA FAMIGLIA
Il nucleo famigliare è composto da………………………………….personeCon gli adulti il bambino è ubbidiente disubbidiente permaloso
6. altro Con il fratello/sorella è litigioso comprensivo accondiscendente intransigente permaloso altro (specificare)………………………..
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Dalla scuola il bambino si aspetta di……………........................……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
TEMPO LIBERO
Dove preferisce giocare?……………………………………………………………………………
Con chi?………………………………………………………………………………………………
Quale gioco preferisce?……………………………………………………………………………..
Quante ore al giorno guarda la TV?……………………………………………………………….
Guarda solo programmi scelti dai genitori? ……………………………………………………..
In casa aiuta a………………………………………………………………………………………..
Quale attività sportiva svolge ?…………………………………………………………………….
Con quale frequenza?……………………………………………………………………………….
Altri interessi o attività……………………………………………………………………………….
PRESENTAZIONE DELL’ALUNNO
Mi chiamo……………………………………………………………………………………………
Mi disegno e disegno intorno a me un ambiente che mi piace.
Ho deciso di disegnare intorno a me……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….…………………perché…………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….…………………………………………………………
COME MI VEDO
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Calcagno Franco
Di solito sono:
allegro annoiato triste
In compagnia sono:
7. timido8. faccio subito amicizia9. chiacchierone
Se devo parlare davanti a molte persone sono:
timidochiacchieroneagitatoriservato
Con gli amici o in famiglia sono:
- chiacchierone- piuttosto silenzioso- silenziosissimo- socievole
Mi sento una persona:
4. pigra5. attiva6. sportiva7. molto attiva
Data di compilazione
In questo periodo sono:
allegroannoiato triste
Se sono solo mi sento:
tranquilloagitatoho paura
Sono felice quando:
o gioco con gli amicio sto con i genitorio ricevo un regalo
o …………………………….
Davanti ai miei insegnanti:
o sono tranquilloo divento timidoo mostro il mio solito carattereo sono disinvolto
Mi ritengo una persona:
precisaordinataimprecisapasticciona
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CHI SONO IO
Mi piace: Non mi piace:
stare in compagnia stare in compagnia stare da solo stare da soloalternare momenti con gli altri lavorare in gruppo
a momenti di solituidine
Gli altri di me dicono…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……
Mi dà fastidio se gli altri dicono o pensano che…………………………………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………….…
L’aspetto del mio carattere che vorrei cambiare è……………………………………………….…………………………………………………………………………………………………………………………………….……perché………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….…………………………
Mi piace disegnare con:1. le matite2. i pennarelli3. le tempere con i pennelli
Mi piace leggere:1. a voce alta2. da solo3. davanti agli altri
Quando c’è un libro nuovo:1. lo apro subito2. lo guardo quando ho voglia3. non lo guardo
I miei libri preferiti sono:………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………………………………………Quando leggo un libro che ho scelto mi sento……………………………………………………perché………………………………………………………………………………………………..Quando studio mi sento…………………………………………………………………………….perché………………………………………………………………………………………………..A scuola mi piace di più…………………………………………………………………………….mi piace di meno…………………………………………………………………………………….Da grande mi piacerebbe fare……………………………………………………………………..
Data di compilazione
COME MI ESPRIMO
Ho visto, letto, pensato, studiato qualcosa che mi ha particolarmente colpito.Lo rappresento come mi piace:
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
con parole:……………………………………… ………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
con collage, disegni, fumetti……..
Data di compilazione:
COME MI ESPRIMO
SCHEDA DI ACCOMPAGNAMENTO
Mi chiamo…………………………………………………………………………………………..Data di compilazione……/………………/……………..Titolo…………………………………………………………………………………………………Che cos’è……………………………………………………………………………………………
E’ un lavoro fatto: Da solo
4. In coppia con……………………………………………………………………………………..5. In gruppo con…………………………………………………………………………………….6. Con tutta la classe7. L’ho fatto fatto perché…………………………………………………………………………..
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Allegato 9
Ai docenti delle scuole primaria e secondaria di primo grado
Programmazione di Classe (da integrare nelle parti relative a: Dati sulle classi, Situazione delle classi; da crocettare, invece, nella parte relativa agli obiettivi formativi)
PREMESSA
La programmazione didattica annuale di classe/team, è il documento mediante il quale il Consiglio di ogni classe/team formalizza alcune decisioni e modalità concordate di intervento sulla classe. Per le sue caratteristiche precede e completa la programmazione di disciplina dei singoli docenti.Tra le diverse funzioni svolte dalla programmazione di classe le principali sono:
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
4. Coordinare gli obiettivi, le metodologie, i contenuti, alcune modalità di verifica..delle diverse discipline nella consapevolezza che tutte concorrono alla formazione della stessa persona
5. Uniformare alcune modalità di approccio organizzativo e di intervento sulla classe, per evitare situazioni incompatibili e contraddittorie
PROGRAMMAZIONE DI CLASSE
1 – DATI SULLA CLASSE ( da aggiornare a fine anno scolastico)
Anno Scolastico
Iscritti Alunni Stranieri
Alunni diversamente abili
Alunni promossi
Alunni non ammessi alla classe successiva
Alunni ritirati
M F M F M F M F M F M F
2 – SITUAZIONE DELLA CLASSE (aspetti relazionali, comportamentali, cognitivi…da compilarsi dopo i test d’ingresso)
Numero NominativoAlunni che presentano difficoltà relazionali (timidezza, aggressività…)Alunni che presentano difficoltà comportamentali( iperattività, atteggiamenti scorretti…)Alunni con prerequisiti adeguati (di tipo cognitivo)Alunni con prerequisiti non adeguati (di tipo cognitivo)
3 – OBIETTIVI FORMATIVI
Finalità Obiettivi Strategie e/o Attività RisultatiCollaborazione scuola-famiglia
4. Essere disponibili ad interagire
5. Partecipare con regolarità agli incontri
6. Seguire l’andamento didattico-disciplinare degli allievi
□ Richiesta di colloqui individuali
□ Assemblee di classe
□ Comunicazioni su diario/libretto
□ Controllo regolare di libretti, diari, quaderni…
□ Altro……………
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
Collaborazione all’interno 4. Saper □ Giochi di □ Raggiunto
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della classe collaborare in attività ludiche
5. partecipare alle varie attività scolastiche
6. Sapersi rapportare con insegnanti, compagni, personale scolastico, personale esterno
gruppo(organizzati)
□ Giochi di ruolo
□ Condivisione del percorso delle attività proposte(spiego cosa faccio e dove voglio arrivare)
□ Brainstorming
□ Creazione di un clima favorevole(silenzio, rispetto dei turni di intervento…)
□ Giochi di ruolo
□ Supporto ai compagni in difficoltà (aiutare chi è stato assente, chi non ha studiato a casa..)
□ Reciprocità di ascolto
□ Attività in microgruppi
□ Altro………
□ Parzialmente raggiunto
□ Non raggiunto
□ Raggiunto□ Parzialment
e Raggiunto□ Non
raggiunto
□ Raggiunto □ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
Consapevolezza dei propri doveri
8. Rispettare i materiali scolastici (propri e altrui)
9. Rispettare le consegne a scuola e a casa
□ Controllo del possesso del materiale
□ Richiesta della personalizzazione del proprio materiale
□ Eventuali sanzioni
□ Elenco chiaro e dettagliato delle consegne
□ Ripetizione a turno delle consegne
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
10. Rispettare le regole della convivenza
□ Controllo dei compiti
□ Eventuali sanzioni
□ Lettura collettiva del regolamento
□ Discussione
□ Eventuali sanzioni
□ Altro………..
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
Identità e autonomia
6. Valorizzare le diverse individualità
7. Acquisire autonomia
□ Sviluppo di percorsi differenziati
□ Altro…
□ Assegnazione di incarichi precisi
□ Temporizzazione delle consegne
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiuntoSviluppo di curiosità e attenzione
1. Acquisire atteggiamenti favorevoli all’apprendimento
□ Analisi dei vissuti
□ Diversificazione delle proposte didattiche (vari tipi di codice…)
□ Uso di strumenti audiovisivi
□ Uso di strumenti multimediali
□ Altro…………..
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
Sviluppo di interesse e impegno
1. Suscitare atteggiamenti positivi nei confronti delle attività scolastiche
□ Induzioni collettive
□ Presentazione di diversi metodi di studio
□ Richiesta di ordine nella programmazione del lavoro personale
□ Richiesta di
□ Raggiunto□ Parzialment
e raggiunto□ Non
raggiunto
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
consegna dei lavori entro tempi stabiliti
METODOLOGIA
Per la metodologia, si rimanda a quanto indicato nelle strategie relative agli obiettivi formativi elencati nella tabella precedente.I docenti- provvederanno altresì ad illustrare programmazioni, strumenti e metodi delle proprie discipline-cercheranno di utilizzare un linguaggio comune curando l’apprendimento di un lesico specifico- solleciteranno quesiti su argomenti disciplinari coordinando interventi e contributi- illustreranno le modalità di valutazione
MODALITA’ DI VERIFICA
Completare la tabella degli obiettivi formativi nella parte relativa ai risultati.A cadenza mensile, in sede di Consiglio di Classe/Team, si provvederà alla compilazione della griglia di valutazione periodica.
Allegato 11
CRITERI DI VALUTAZIONE RELATIVI AL TESTO SCRITTO
Grafia leggibile/Ordine- Incomprensibile- Lavoro disordinato- Non curato- Ordinato e curato
P.tot. 3p. 0p. 1p. 2p. 3
Attinenza alla traccia- Introduzione- Parte centrale- Conclusione
P.tot. 6p. 1p. 3p. 2
Ricchezza di contenuto- Originalità- Completezza- Opinioni personali
P. tot. 6p. 2p. 2p. 2
Organicità e chiarezza espositiva- Concordanza- Proprietà di forma(soggetto-predicato-espansione)
P. tot. 5p. 2p. 3
Rispetto delle regole grammaticali- 0.50 per errore (Scuola Primaria)- 1.00 per errore (Scuola Secondaria)
P. tot. 7
Padronanza lessicale- Non usa sinonimi
P. tot. 3p. 1
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
- Linguaggio specifico- Repertorio lessicale limitato
p. 1p. 1
Allegato 12
Prova di Comprensione
Leggi con attenzione il testo proposto, rispondi con la massima precisione e inventa un finale con almeno 50 parole.
Il cuoco prigioniero
Un tempo c’era a Napoli un cuoco eccezionale che si chiamava Antonio Gimbellino, ma tutti lo chiamavano Totò Sapore: i suoi piatti erano così deliziosi che fu preso a corte e nella cucina del palazzo reale nessuno contava più di lui.Famose erano le sue pastasciutte e le sue torte, ma in ogni tipo di cibo Totò Sapore superava i cuochi dell’intera Italia meridionale.Per far gustare i suoi manicaretti, i re invitavano continuamente a Napoli principi e nobili stranieri e, per merito di quelle portate sopraffine, riusciva a far con loro trattati e affari molto vantaggiosi.Un giorno un duca protetto del re di Francia e ospite di gran riguardo, trovò però un capello nello stufato di cervo e poiché quella era una pietanza preparata direttamente da Totò Sapore, il cuoco fu fatto imprigionare.Lo misero, però, in una cella molto grande, con forno e fornelli, con pentole e scaffali pieni di ogni ben di dio, con i quali egli continuava a cucinare per il re e per la corte.La prigionia era speciale, ma sempre prigionia e, a Totò Sapore, dopo qualche tempo, venne voglia di libertà.-Domando alle signorie vostre di concedermi una prova: se riuscirò a cucinare, in un tempo che occorre per fare una pastasciutta, un piatto che non sia né primo né secondo, né carne né pesce, dei colori della terra e del mare, della pace e della guerra, caldo come l’inferno, profumato come il paradiso, tondo come il mondo e difficile da dimenticare come un’offesa e, se questo piatto piacerà più di ogni altro cibo a cento nobili della corte tra i più schizzinosi, mi sia data la libertà.
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Se così non avviene, mi sia tolta la testa, che non la voglio far ammuffire qui in cantina come un formaggio.Il re e la corte lessero quel messaggio, si divertirono alla promessa e accettarono il patto.
La domenica dopo Totò Sapore fu fornito di quel che chiedeva e fu lasciato cucinare.Dopo nemmeno dieci minuti furon serviti al re, alla regina e ai tre principino, cinque piatti fumanti. I sovrani mangiavano così di gusto che non rispondevano nemmeno alle domande insistenti dei cento cortigiani.Poi Totò Sapore venne fuori, pulendosi le mani con uno straccio e così parlò:-Miei signori, sono qui: ditemi se da oggi potrò andarmene a spasso con una testa libera o se invece mi libererete in un sol colpo della testa e del pensiero.Tutti risero e applaudirono e il re disse:
(Ora continua tu…)
Chi è il protagonista della storia?……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Chi sono gli altri personaggi?………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
In quale città si svolge la vicenda? In quali luoghi?…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
La vicenda avviene: nel passato nel presente nel futuro
Perché Totò Sapore fu chiamato a corte?…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Perché i re riuscivano a fare affari vantaggiosi con principi e nobili stranieri?…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Perché il cuoco fu fatto imprigionare?
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Che cosa propone ai regnanti Totò Sapore per riacquistare la libertà?…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Quali caratteristiche doveva avere il cibo, secondo la proposta del cuoco? (Indica con una crocetta)
essere rotondo essere veloce da cucinare essere poco costoso essere piccante essere colorato essere caldo e profumato non essere né un primo né un secondo essere indimenticabile
Dopo aver letto attentamente, segna con una crocetta il significato che hanno nel testo alcuni termini.
Corte spazio aperto e scoperto compreso tra le case luogo di residenza del re e della sua famiglia insieme di attenzioni e regali per conquistare una ragazza
Manicaretti gamberetti cucinati con una particolare ricetta cibi di gusto squisito cibi cucinati con le mani
Si sentiva già in bocca il sapore della libertà si sentiva un sapore molto buono in bocca si sentiva nauseato
si sentiva già libero
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Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Allegato 13
PROGETTO DI ISTITUTO
CONTINUITA’
anno scolastico 2009/2010
REFERENTI :
- Strazzacappa Gabriella, referente della commissione continuita’ dell’Istituto Comprensivo di Villanova d’Asti;
- Componenti della commissione continuità delle scuole dell’infanzia, primarie e secondaria dell’Istituto Comprensivo di Villanova d’Asti;
- Gianotto Anna, referente della commissione “Saperi Essenziali”- Insegnanti componenti della commissione “Saperi Essenziali” dell’Istituto Comprensivo
di Villanova d’Asti.
SOGGETTI COINVOLTI :
Alunni e docenti delle classi di bambini di cinque anni delle scuole dell’infanzia statale di Villanova capoluogo, Valfenera, Dusino San Michele, e dell’infanzia private di Villanova capoluogo e San Paolo Solbrito
Alunni e docenti delle classi prime e quinte delle scuole primarie di Cellarengo, Dusino San Michele, San Paolo Solbrito, Valfenera, Villanova capoluogo e Villanova Stazione Alunni e docenti delle classi prime della scuola secondaria di primo grado di Villanova d’Asti
Alunni e docenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Villanova d’Asti
Famiglie degli alunni
TIPO DI INTERVENTO :Pagina 72 di 101
Master “Management delle istituzioni scolastiche e formative”Calcagno Franco
Incontri tra insegnanti e alunni delle diverse scuole dell’infanzia e delle classi prime delle scuole primarie ( 2 o 3 a seconda della disponibilità e dei trasporti)
Giornate di scuola aperta (open school) nei diversi ordini di scuolaPartecipazione a progetti comuniAttività di peer education fra alunni delle scuole primarie e alunni della scuola secondaria di
primo gradoPredisposizione di test finali per le classi quinte concordati e corretti con insegnanti della
scuola secondaria di primo grado
Incontri degli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado con gli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado nel periodo compreso fra il 10 novembre 2008 e il 20 novembre 2008
Visite guidate agli istituti di Chieri e di Asti dove affluisce la maggioranza degli alunni di questo istituto comprensivo
Incontri fra insegnanti della scuola secondaria di primo grado e la scuola secondaria di secondo grado per discutere dei pre-requisiti in ingresso agli istituti superiori.
FINALITA’:
Garantire unità, linearità e organicità nei percorsi educativi dei diversi ordini di scuola nel rispetto dello sviluppo cognitivo e delle diverse tappe dell’età evolutiva.
OBIETTIVI:
Sperimentare forme di collaborazione, di condivisione, di interazione diretta. Saper lavorare in gruppi eterogenei Sviluppare dinamiche positive di relazione Orientare l'azione educativa Ottimizzare la collaborazione fra i docenti dei diversi ordini di scuola Preparare l'accoglienza degli alunni della scuola dell'infanzia nella scuola primaria Preparare l'accoglienza degli alunni della classe quinta della scuola primaria nella scuola
secondaria di primo grado. Stabilire con gli istituti superiori uno stretto rapporto di collaborazione volto alla conoscenza
delle competenze e dei pre-requisiti richiesti in ciascun ordine di scuola Informare adeguatamente alunni e genitori tramite la partecipazione alle giornate di open
school degli istituti superiori
TEMPI:
Gli incontri fra docenti delle scuole dell’infanzia e le scuole primarie avverranno entro il mese di dicembre 2009.
Gli incontri fra alunni delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie avverranno nei mesi di marzo, aprile, maggio 2010
Il progetto comune ai tre ordini di scuola “ L’Alfabeto dei comportamenti responsabili” sarà portato a termine entro il 31 gennaio 2010.
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Le attività di peer education tra alunni delle scuole primarie e della scuola secondaria di primo grado avverranno nei mesi di aprile/ maggio 2010
I tests finali delle classi quinte verranno effettuati e corretti nel mese di giugno 2010
Gli incontri fra docenti della scuola secondaria di primo grado e le scuole secondarie di secondo grado si effettueranno alla fine del mese di novembre 2009.
Le visite agli istituti superiori da parte degli alunni della scuola secondaria di primo grado verranno effettuate prima del termine delle iscrizioni
PIANO ORGANIZZATIVO:
Il progetto si svilupperà su piani diversi:
i docenti- si occuperanno di contattare gli ordini di scuola precedenti o successivi per attività di
progettazione di interventi;- organizzeranno giornate di scuola aperta per le famiglie degli alunni in entrata- prepareranno test di ingresso e di uscita- effettueranno correzioni collettive
gli alunni parteciperanno ad un progetto comune denominato “l’Alfabeto dei comportamenti
responsabili” che prevede la preparazione di un elaborato unico da parte dei tre ordini di scuola
prepareranno , insieme ai docenti, momenti di “peer education” per predisporre o presentare le attività inerenti il progetto
prepareranno momenti di spettacolo inerenti tematiche comuni condivisevisiteranno le scuole che andranno a frequentare
le famiglie
- saranno invitate agli incontri di open school- verranno coinvolte in incontri serali relativi a problematiche dei bambini /ragazzi tenuti
da esperti (medici, psicologi, rappresentanti delle forze dell’ordine…)
MODALITA’ DI VERIFICA
Le classi interessate al progetto di continuità/orientamento presenteranno breve e sintetica relazione finale delle esperienze attivate.
Le commissioni continuità e saperi minimi faranno da osservatorio e da coordinamento dei diversi interventi.
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ANALISI DEI COSTITrasporto alunni dai plessi esterni alla scuola secondaria di Villanova a carico dei comuniTrasporto alunni dalla scuola secondaria di primo grado alle scuole secondarie indicate in
progetto (a carico delle famiglie)Ore aggiuntive degli insegnanti per progettazione degli interventi, per open school e per
co-docenza.
Villanova d’Asti 16 ottobre 2009
ALLEGATI
da exce l
n . 5 -7 -10-14
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Per una visione migliore e completa degli allegati successivi si consiglia la
visualizzazione in formato digitale su cd allegato.
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Definizione del contesto interno (autoanalisi di istituto) della singola scuola, della rete e del gruppo.Popolazione scolastica Risorse umane Strutture e servizi Processi e progetti Coinvolgimento e
livelli di adesioneAltro
classi Dirig. Scolastico Strutture: Progetti vari nel T. P. da parte degli
alunni:
in prevalenza T.P. notevole o moduli Segreteria Aule Sperimentazione
bilinguismo
Collab. Scolastici Lab. ceramica Progetto antidispersione Docenti tasso d'insuccesso vinte alcune
resistenze
scolastico: 18% Docenti Aula multimediale 1
Attività motorio-sportiva di ordine "psicologico"
ALLEGATO 5
ripetenze: 12% ottima adesione e ottimi
abbandoni: 2% Lab. informatica 1
Ampliamenti dell'offerta risultati di ritorno
ricorso per l'attuazione formativa: portatori handicap dei progetti anche Aula musica
1
tot 23 ad esperti esterni, locali e no Audiovisivi alunni materne: 198 alunni Palestre elementari: 512 alunni Servizi: medie: 256 alunni Scuolabus
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(considerevole num. di pendolari)
Mensa Biblioteca
scolastica/comunale
Allegato 5Storia dell'esperienza / progetto / processoStrategie di decisione Modalità di progettazione Pianificazione delle azioni Presentazione del processo a regime
e sua modellizzazioneMetodologia
riunioni OO. CC. riunioni varie scelta dei contenuti Obiettivo Sviluppare:
linguaggio comune,analoghi criteri di valutazione, equilibrare metodologie comuni per migliorare il passaggio dei ragazzi fra ordini di scuola. Accordi per
* Consigli di Classe * Commissione P.O.F. (scala delle priorità)
* Collegio dei Docenti * Collegio dei Docenti
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saperi minimi.* Consiglio d'Istituto * Consiglio d'Istituto individuazione: Metodologia
dell'intervento
*delle risorse Gruppi di Docenti
I gruppi dei docenti assegnati ai singoli plessi, si riuniranno congiuntamente per programmare.
riunioni dello staff azione promozionale, umane, strutturali e finanziarie
*Dirigente Scolastico e di sensibilizzazione prima interne ed esterne Unità apprendimento
Ogni docente, per ogni disciplina, con il collega dell'altro segmento, programma una o al più due UA e le propone
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scambiandosi i ruoli.
suoi collaboratori e di coordinamento poi
da parte del Dirig. Scolastico
*delle metodologie Strutturazione dell'intervento
Gli insegnanti delle classi terze (secondaria) interverranno sulle classi quinte. Le insegnati delle classi quinte (primaria) interverranno sulle classi prime.
predisposizione di questionari
Onde evitare ansie e problematiche per i docenti si possono attivare metodologie di recupero e non necessariamente di lezione frontale.
per la rilevazione dei bisogni * dei mezzi pianificazione degli obiettivi individuazione Per l'anno scol. 20010/11 è intenzione di reiterare il progetto attuale,
sperimentale, in modo più sistematico e per un arco temporale maggiore. Integrato con modalità di formazione
dei criteri di verifica
e predisposizione
degli strumenti di verifica
Allegato 5
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Controlli Analisi dei processi Analisi degli esiti Comunicazione degli esiti Altro
fattibilità iniziale relazioni periodiche dei docenti congruenza tra "programmato" riunione con tutti i corsisti
al gruppo di progetto e "realizzato" a conclusione di ogni corso
verifica in itinere (staff e commissione P.O.F.)
verifica finale valutazione congiunta
verifica finale riunioni congiunte in riunione congiunta tra degli esiti
una volta al mese docenti dei corsi
gruppo di progetto consegna degli attestati
monitoraggio continuo rappresentanti degli utenti di partecipazione ALLEGATO 5
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da parte del Dirig. Scolastico per i corsi di
* attività motorio-sportiva
verifica della coerenza aspetti positivi:
con le finalità della scuola socializzazione
coesione certificazione delle abilità
aumentata fiducia nella scuola e conoscenze raggiunte
coinvolgimento per i corsi di
dell'ente locale * lingua inglese
* alfabetizzazione informatica
criticità:
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frequenza non sempre costante documentazione
aspetti strettamente culturali
pubblicizzazione
Allegato 7 Scheda di osservazione SSdPG- Primaria
Osservazioni relative agli ASPETTI RELAZIONALI
rifiuta apertamente il rapporto si isola altro…………………………
2. accetta il rapporto: stabilisce rapporti privilegiati con un compagno/a stabilisce rapporti con più compagni stabilisce rapporti gregari
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stabilisce rapporti paritari e collaborativi stabilisce rapporti di leader altro………………………………………………
3. confronto con i compagni durante le attività: non si confronta accetta passivamente il punto di vista altrui si confronta con atteggiamenti attivi altro………………………………………………
4. confronto con i compagni in situazione problematica: rifugge il problema affronta il problema cerca di modificare la situazione altro………………………………………………
5. rapporti con i compagni durante un gioco libero: tende ad imporre regole a suo favore cede di fronte ad opinioni diverse altro…………………………………………….
6. rapporti con i compagni durante un gioco strutturato: non accetta le regole accetta le regole altro……………………………………………
7. rapporti con i compagni durante il lavoro: preferisce lavorare individualmente preferisce lavorare in coppia preferisce lavorare con un gruppo di compagni
ATTEGGIAMENTO DURANTE LE DISCUSSIONI
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8. durante le discussioni: cerca di imporre la propria idea dà e prende la parola al momento opportuno ha un atteggiamento critico e pertinente interviene spontaneamente in una situazione comunicativa non interviene
RAPPORTI CON IL LAVORO SCOLASTICO
9. comprensione del lavoro: ascolta la consegna comprende la consegna non comprende la consegna
è in grado di portare a termine il compito autonomamente non è in grado ha bisogno di essere stimolato continuamente è molto lento altro………………………………………………..
11. concentrazione: è capace di concentrarsi per tutta la durata del compito è capace di concentrarsi saltuariamente non è capace di concentrarsi
RAPPORTI CON GLI INSEGNANTI
12. accetta il rapporto con l’adulto: cerca sicurezza cerca di monopolizzare l’attenzione dell’adulto si scontra con l’adulto
13. non accetta il rapporto con l’adulto: ne ha timore
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non ha fiducia
14. capacità di collaborare con l’adulto: è capace di collaborare con l’adulto in situazione di lavoro in situazioni libere rispetto a specifiche richieste dell’adulto
non è capace di collaborare
15. indipendenza dall’adulto: è dipendente dalle richieste dell’adulto è critico rispetto alle richieste dell’adulto rifiuta le richieste dell’adulto
RAPPORTO CON GLI OGGETTI
16. cose proprie: ha cura delle proprie cose e le usa in modo adeguato non ha cura delle proprie cose e non le usa adeguatamente
17. cose comuni: ne ha cura e le usa adeguatamente non ne ha cura o le usa inadeguatamente
USO DELLE REGOLE COMUNI
18. capacità di dare valore alle regole: capisce il valore delle regole le riconosce e le applica le riconosce ma non le applica non capisce il valore delle regole
19. utilizzo delle regole:
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sa utilizzare le regole in modo rigido con capacità di adattamento alle situazioni Osservazioni relative agli ASPETTI COGNITIVI
MEMORIA
Verbale:ricorda più informazioni
Uditiva: ricorda e sa ripetere uno più ritmi
AMBITO LINGUISTICO
Linguaggio verbale: comprende la lingua italiana pronuncia parole foneticamente esatte interviene per richiede aiuto sa usare definizioni per descrivere oggetti sa porre domande sa dare risposte adeguate si esprime formulando frasi complesse sa organizzare una breve storia usa espressioni dalla lingua di appartenza difficoltà fonetiche riscontrate:
Sequenze temporali e logiche: sa ordinare in successioni logico / temporali le illustrazioni di un racconto sa cogliere rapporti di causa-effetto (uso del perché)
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Abilità grafico-motorie: ha capacità di bilateralità ha capacità di coordinazione ha capacità oculo-manuali usa una grafia leggibile AMBITO LOGICO MATEMATICO
Orientamento spazio/temporale: sa eseguire movimenti secondo un ritmo stabilito sa occupare tutto lo spazio a disposizione
Classificazione: sa raggruppare oggetti in base ad una caratteristica data dall’insegnante: (per colore, per forma, per grandezza,volume) dato un’insieme di oggetti sa cogliere la caratteristica in base alla quale gli stessi sono raggruppati sa usare un ordine alfabetico e un indice
Seriazione: sa disporre in ordine di grandezza oggetti uguali per forma, colore, volume sa inserire un elemento in una serie di grandezze sa continuare una serie proposta, secondo un criterio, con oggetti
Comprensione del testo:
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comprende l'idea principale ricorda le informazioni identifica lo scopo di una lettura
Vocabolario: usa un lessico semplice usa un lessico adeguato usa un lessico articolato
Organizzazione del lavoro scolastico: sa organizzarsi il luogo di lavoro sa organizzarsi i materiali sa usare un diario scolastico
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Allegato 10
Program. Unit apprend.
16-feb-10 17-18 DS
Program. Unit apprend.
16-mar-10 17.00 docenti
Program. Unit apprend.
da concordare entro inizio attività
da concordare
docenti
Inizio attività
03-apr-10
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Fine attività 27-mag-10
Calendario ogni gruppo misto decide il calendario degli interventi in funzione delle esigenze del segmento.
da comunicare alla Direzione
Obiettivo Sviluppare: linguaggio comune,analoghi criteri di valutazione, equilibrare metodologie comuni per migliorare il passaggio dei ragazzi fra ordini di scuola. Accordi
Istituto Comprensivo Statale Villanova d’Asti (AT)
Scuola dell’ Infanzia, Primaria, Secondaria di 1°
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per saperi minimi.
VIA ZABERT 14 – 14019 VILLANOVA D’ASTI
Gruppi di Docenti
I gruppi dei docenti assegnati ai singoli plessi, si riuniranno congiuntamente per programmare.
( 0141 948238 – 0141 946814 FAX 0141945329
www.icvillanovadasti.it *[email protected] [email protected]
Unità apprendimento
Ogni docente, per ogni disciplina, con il collega dell'altro segmento, programma una o al più due UA e le propone
c.f. 92040380054
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scambiandosi i ruoli.
da intendersi come un'attività didattica svolta da uno dei due docenti con l'altro che partecipa in qualità di supporto ai ragazzi.
Strutturazione dell'intervento
Gli insegnanti delle classi terze (secondaria) interverranno sulle classi quinte (as 2005/06). Le insegnati delle classi quinte (primaria) interverranno sulle classi prime (as 2006/07).
Compresenza supporto
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Metodologia dell'intervento
per gruppi
Codocenza
cooperazione
da intendersi come attività svolta da entrambi i docenti nello
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sviluppo comune dell'unità d'apprendimento.
discpline coinvolte
INGLESE xxx xsza dvdcc
LETTERE xxx awqs sws sws
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MATEMATICA
xxx qsx sxwswsw
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4r4 cdc
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MUSICA xxx erds 44r4 dcd
PLESSI
docenti secondarie
Villanova cap
dcdc rfrf dcs sxxsx
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Stazione trgr rfrf dc yyy
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Dusino
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San Paolo dcdc
Cellarengo
eede frf nhn
Valfenera frf frfr
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Onde evitare ansie e problematiche per i docenti si possono attivare metodologie di recupero e non necessariamente di lezione frontale.
Per l'anno scol. 10/11 è intenzione di reiterare il progetto attuale, sperimentale, in modo più sistematico e per un arco temporale maggiore. Integrato con modalità di formazione
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Mot
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&
media disciplina 6,16 6,2 6,16 7,24 7,24 6,96 7,08 7,04 8,48 7,88 7,24
Cognome e Nome
1 7 8 7 8 9 7 8 7 8 7 8
2 5 4 5 7 7 6 5 5 9 7 8
3 6 6 6 8 7 7 7 7 9 8 8
4 7 7 6 8 8 8 9 8 9 9 8
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7 6 6 5 8 8 8 8 8 8 8 7
8 8 7 7 8 9 9 9 9 9 9 8
9 5 6 6 7 6 6 5 6 8 8 6
10 4 5 4 5 6 4 4 4 7 5 6
11 6 6 6 6 6 7 6 6 7 8 6
12 8 9 8 9 9 9 9 8 9 9 7
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