USMI LAZIOConvegno per Animatrici di comunità
Roma, 14 Febbraio 2015
Tracce per la condivisione in gruppo
Ore 9,15 (In gruppi di 10 membri: 20 minuti)
• Si osservano le immagini(ogni gruppo ne ha una copia)• Se ne scelgono 2 perché, a partire della propria
esperienza, si trovano più rappresentative della tipologia di leadership maggiormente diffusa.
• Si cerca di dare un nome ad ogni tipologia.• Si presentano in Assemblea le due immagini scelte e la
denominazione che si è data
USMI LAZIOConvegno per Animatrici di comunità
Roma, 14 Febbraio 2015
"Godere dell'amorosa Presenzaper comunicare amore"
Una donna consacrata in continuo cammino formativo,
compagna di viaggio di ogni sorella e della comunità.
La consacrazione ha la sua radice nell’esperienza vocazionale, nella chiamata del Padre a stabilire un’Alleanza di Amore profetica che richiede di essere
costantemente curata e accompagnata, ‘formata’ per tutta la vita, fino alla totale configurazione a Cristo Gesù.
Il tema del Convegno: ‘Formarsi per formare’ riguarda l’essere della VC
E’ dentro da questa esperienza vocazionale che ogni consacrata elabora la propria identità di donna chiamata alla sequela di Cristo per annunciarlo
con la vita nello stile del Carisma dei Fondatori.
È una esigenza intrinseca alla consacrazione religiosa che impegna la persona in un processo continuo di rielaborazione di se stessa e di conformazione a Cristo (cf VC 69).
È ampiamente condivisa dalla nuova sensibilità culturale, scaturisce dalla natura stessa della persona, sempre
aperta a successive maturazioni.
Come dimensione della vita e processo sempre in atto, si rivolge a persone
adulte responsabili e impegnate nell’autoformazione, potenzialmente
capaci di formare altre persone, in tutte le stagioni della vita.
dall’idea di formazione come preparazione alla
vita, ad un compito specifico
all’idea di formazione intesa come dimensione della vita, intrinseca alla
missione che viene affidata
Oggi si fa strada sempre più l’esigenza del passaggio :
Questa convinzione guiderà la nostra riflessione
Guarderemo alla consacrata, chiamata a svolgere un servizio di animazione e di governo nella
comunità
Come a una persona sempre in cammino
Aperta e disponibile a collaborare con lo Spirito Santo per diventare, giorno dopo
giorno, ciò a cui è chiamata ad essere, prima che a fare.
Non si aspetta solo di essere aiutata e formata al compito, ma è disponibile a formarsi
costantemente ‘dentro’ il compito e grazie al compito che le viene affidato.
Maria Domenica Mazzarello, la Fondatrice del mio Istituto ci orienta a considerare tutta l’esistenza come un progredire, tenace
e perseverante, sulla strada dell’amore per Dio e per i giovani.
Per divenire sante e sapienti occorre ricominciare ogni giorno, vincere noi stesse,
«fondarci sulla virtù vera e soda» (L 49,6), vigilare attentamente sul nostro cuore perché sia «tutto
intero per Gesù» (L 65,3).
1. Costruire il proprio essere, la chiamata a servire la comunità, sulla virtù vera e soda
• COMPAGNA DI CAMMINO e punto di riferimento significativo nella comunità.
• DONNA, ANIMATRICE RADICATA IN DIO , docile al suo progetto, GUIDA che cerca di vivere con serenità profetica la propria vocazione e l’appartenenza all’Istituto, di cui approfondisce vitalmente la storia e la spiritualità.
La Superiora è costantemente sollecitata a sciluppare un modo di essere che la rende
Sa porsi accanto e a servizio degli altri in modo flessibile, propositivo, rispettoso, consapevole di essere lei stessa in cammino di continua formazione.
Conosce la fatica delle lunghe maturazioni per questo si impegna a vivere le relazioni con fiducia e realismo, credendo
profondamente nella forza dello Spirito.
1. Costruire il proprio essere, la chiamata a servire la comunità, sulla virtù vera e soda
L’essenza e il segreto dell’autorevolezza richiesta dal compito di Superiora è il
CARATTERE che possiamo modificare, modellare e rinforzare, e nel farlo
acquistiamo coerenza, costanza ed equilibrio. Non è legata al TEMPERAMENTO che riceviamo dalla natura.
• Il contenuto del carattere sono LE VIRTÙ, l’insieme delle virtù umane.
• Se un’animatrice di comunità non si sforza di CRESCERE IN VIRTÙ allo stesso modo in cui respira, sarà una superiora solo di nome.
• La VIRTÙ è più che un semplice valore: è una FORZA DINAMICA che aumenta la nostra capacità di essere e di agire, così necessarie a chi è chiamata a guidare una comunità.
• La VIRTÙ a sua volta produce fiducia e credibilità, senza le quali è quasi impossibile svolgere il proprio servizio di animazione e di guida.
Alla superiora locale sono richieste in modo particolare:
Magnanimità: rispondere alla
propria vocazione,
realizzare la missione a cui si
è chiamate, avere obiettivi elevati, per se stesse e
per gli altri.
Umiltà: oltrepassare il
proprio io e servire gli altri abitualmente e
incondizionatamente.
Prudenza: prendere
decisioni buone e rette.
Fortezza: mantenere la
rotta e resistere a qualsiasi tipo di
pressione. La fortezza è il
sacrificio di se stessi per la
realizzazione di obiettivi giusti e
prudenti.
Dominio di sé: sottomettere le
passioni allo Spirito e dirigerle
verso la realizzazione
della missione.
Giustizia e carità: dare a ciascuno il
suo ed entrare nel cuore degli
altri.
Alla superiora locale sono richieste in modo particolare:
MAGNANIMITÀrispondere alla propria vocazione, realizzare la missione a cui si è chiamate,
avere obiettivi elevati, per se stesse e per gli altri.
Le Superiore sono chiamate ad essere magnanime
Nei loro sogni che attuano nella perseveranza e nell’impegno al proprio lavoro
Nel senso della loro missione: scoprire giorno dopo giorno cosa Dio spera da me…
Nell’entusiasmo, alimentato dalla consapevolezza che si vive e si lavora per collaborare alla costruzione del Regno di Dio.
Nel darsi obiettivi elevati per se e per gli altri, anche se sempre adeguati alla realtà della persona e della comunità.
MAGNANIMITÀ.
• Animo grande, capiente che fa posto agli altri
• Forza che fa uscire da se stesse, permettendo di intraprendere opere grandi
• Dono senza riserve
• Offerta incondizionata di se stesse
UMILTÀ oltrepassare il proprio io e servire gli altri abitualmente e incondizionatamente.
Virtù religiosa
Atteggiamento dell’uomo faccia a faccia con Dio.
Abitudine a vivere nella verità- della propria condizione di creatura- delle proprie qualità e difetti
Atteggiamento dell’uomo verso l’uomo:- rispetto di ciò che viene da Dio in ogni creatura- servire Dio presente negli altri
In contrapposizione all’umiltà, la superbia- non genera verità, ma bugie- non desiderio di servire, ma egoismo.
PRUDENZAprendere decisioni buone e rette
Non è frutto dell’accumulo di esperienze, quanto piuttosto della rilettura delle esperienze
Cogliere con grande facilità e immediatezza- Il cuore della realtà, delle questioni che si pongono, dei ‘cuori’ delle persone
Giudicare, deliberare, decidere a tempo e luogo in modo serio e responsabile- Cosa fare, come agire, quali relazioni instaurare -
Capacità di:
E’ anche prudenza il cercare di prevenire, per quanto è possibile, le conseguenze delle proprie parole e azioni
FORTEZZA mantenere la rotta e resistere a qualsiasi tipo di pressione
La fortezza è il sacrificio di se stessi per la realizzazione di obiettivi giusti e prudenti.
Resistere:• Restare fedele alla propria coscienza• ‘Stare’
Nella vita quotidiana chi ha una responsabilità di governo è interpellata a
• Essere coerente e chiara nei comportamenti
• Non abbattersi quando la comunità non incoraggia
• Coltivare il sorriso
La capacità di resistere produce la pace del cuore, dello spirito e dell’anima
Prima di dirigere altre persone occorre imparare a dirigere se tesse
DOMINIO DI SÉsottomettere le passioni allo Spirito e dirigerle verso la realizzazione della missione.
Il controllo di sé • è inseparabile dall’umiltà
• crea nella superiora uno spazio per gli altri, in cui si concretizza l’ideale del servizio
• Influisce sul ‘come’ la superiora assume la missione che le è affidata
Gestione del tempoDiscernimento di ciò che è essenziale
GIUSTIZIA E CARITÀ dare a ciascuno il suo ed entrare nel cuore degli altri.
Rispetto della dignità della persona, del diritto a:
• sapere la verità
Si è giusti nei confronti degli altri AMANDOLI
• Essere trattate con fiducia e giustizia
• Vedersi riconosciute per ciò che sono e anche per ciò che fanno
L’empatia
L’amicizia e il buon umore La misericordia
Capacità di mettersi al posto dell’altro, di percepire i desideri e i sentimenti dell’altro
Capacità di interessarsi alle persone, di coinvolgersi nella relazione, mosse dal desiderio di servire
Capacità di perdonare facilmente e generosamente...di non giustificare il male, ma cercare di portare ad una conversione vera e profonda
La giustizia esige che tratti il mio prossimo non come uno “straniero”, ma come “un altro”.
L’amore esige che lo tratti come “un altro me stesso”. Per agire così sono necessarie importanti qualità di animazione:
«La giustizia e la misericordia sono unite tra loro - afferma Tommaso d’Aquino - al punto che l’una non può funzionare senza l’altra:
la giustizia senza la misericordia è crudeltà, la misericordia senza giustizia è la madre della dissoluzione»
Sono virtù di comunione. Portano alla comunicazione perché agevolano l’entrata nel cuore degli altri.
2. Assumere con responsabilità la propria missione, mettendosi in cammino con ogni sorella e con la comunità
Obbedire con spirito di fede alla chiamata ad essere animatrice e guida di una comunità non può essere un atteggiamento passivo, tutt’altro…
Richiede grande senso di responsabilità, apertura, disponibilità a- lasciarsi trasformare dalle esigenze della missione e dalle sorelle, dalla comunità che si è chiamate a servire; - investire tutto ciò che si è per formarsi, per maturare atteggiamenti e valori richiesti dal proprio essere persona consacrata, secondo uno specifico carisma,
2. Assumere con responsabilità la propria missione, mettendosi in cammino con ogni sorella e con la comunità
Richiede alcuni passaggi che non avvengono spontaneamente, ma che debbono essere supportati e resi possibili dalla consapevolezza che non si è persone arrivate, nominate
superiore
• perché perfette o in possesso di tutto quanto viene richieste da questo compito,
• ma per approfondire l’esperienza vocazionale e tradurla in un esercizio di maternità più profondo, più coinvolgente ed
esigente.
A) Dalla DOCILITAS alla DOCIBILITAS
Un passaggio nevralgico che favorisce la disponibilità a continuare il proprio cammino formativo, anche e soprattutto quando si è chiamate ad essere animatrici di comunità
La DOCILITAS, infatti, quale semplice ossequio obbedienziale, è atteggiamento un po’ passivo. La DOCIBILITAS, invece, sarebbe il pieno compimento e superamento della semplice docilitas.
La persona DOCIBILIS è colei che ha imparato un’altra libertà: quella di lasciarsi toccare e provocare dalla vita e dagli altri, da ogni situazione esistenziale, bella o brutta. Non trascura né butta via nulla della vita. Anzi, è libera di imparare o di lasciarsi educare e formare da essa e dall’esperienza d’ogni giorno, dal rapporto con gli altri, dai suoi stessi fallimenti e peccati…
La docibilitas, come intelligenza dello spirito e dei sensi, della sensibilità e della coscienza, implica alcuni fattori precisi.
Questi atteggiamenti mettono la persona in condizione di “imparare a imparare”, ovvero di vivere in perenne stato di formazione
per tutta l’esistenza. Questo stato interiore costante di libertà d’apprendere nella vita e dalla vita è la meta del
proprio cammino formativo.
A) Dalla docilitas alla docibilitas
Pieno COINVOLGIMENTO
attivo e responsabile della persona,
prima protagonista del processo
formativo
Atteggiamento POSITIVO
nei confronti della realtà: di
riconciliazione e gratitudine
verso la propria storia e di
fiducia verso il futuro
LIBERTÀ INTERIORE
e desiderio di lasciarsi istruire
da qualsiasi frammento di
verità e bellezza attorno a sé,
godendo di ciò che è vero e
bello
Capacità di RELAZIONE CON
L’ALTERITÀ, di interazione
feconda, attiva e passiva, con la realtà oggettiva,
altra e diversa rispetto all’io,
fino a lasciarsene
formare.
Anche questa è una distinzione che si gioca tutta su un filo sottile che va al di là del puro e semplice fatto di rimanere nella struttura, nella comunità, di continuare a svolgere un determinato compito: semplice e materiale perseveranza.
Molte volte, ahimè, ci si ferma alla perseveranza, ritenendola già virtuosa (la “santa perseveranza”), senz’accorgersi che potrebbe esser solo o soprattutto esteriore, fatto puramente materiale di permanenza fisica.
PERSEVERANTE è colei che resta al proprio posto, resistendo in modo più o meno virtuoso alla tentazione di cambiare e ribadendo la scelta già fatta, senza necessariamente approfondirla.
FEDELE è chi decide di restare perché in quella scelta di dire si all’assunzione di un compito percepisce un nuovo appello, un impegno più esigente, una maniera più ricca di vivere la propria vocazione: resta, ma non sta ferma. Chi persevera solamente è passivo, al contrario di chi sceglie d’esser fedele.
B) Dalla perseveranza alla fedeltà
3. Mezzi per un vero progresso nell’esercizio delle virtù
La base dell’autorevolezza nel servizio di autorità, abbiamo detto, è il carattere che si forma con l’esercizio delle virtù. Nella lotta per vivere le virtù, facciamo ciò che Dio si aspetta da noi. La nostra strada può essere
piena di ostacoli ma la vittoria è certa: Dio non ci ha creati per il fallimento.
‘Strumenti’ che possono rendere più efficace il nostro impegno di crescere nella virtù.
L’esame di coscienza, che ci permette di valutare il nostro comporta mento quotidiano e di conoscere i nostri valori e le nostre priorità in ordine alla crescita personale e al
sevizio che ci viene affidato.
La direzione spirituale, che ci
aiuta a fissare obiettivi personali a
breve e a lungo termine.
Il “piano di vita”, che va delineato e
responsabilmente seguito.
Gli ostacoli Siamo chiamate a considerare le persone
con le quali non andiamo
particolarmente d’accordo come se
fossero un dono e non un peso da sopportare.
Senza rendercene conto ci forniscono
occasioni di miglioramento
personale.
Il conformismo
Il perfezionismo
L’impazienza
L’assenza di realismo
L’autocompiacimento
Dobbiamo esercitare la prudenza per decidere il modo migliore di trattare con le sorelle, il dominio di noi stessi per non adirarci, la fortezza per essere pazienti, la giustizia per dare, nonostante tutto, quanto dobbiamo a ciascuna. In molti casi praticare la giustizia significherà aiutarci a renderci conto dei nostri difetti e migliorare il nostro carattere.
Conclusione
In questo anno della VC siamo chiamate a ‘Rallegraci’, ‘Scrutare’, a operare un profondo cambiamento nella qualità e nello stile della nostra VC. Il Papa ci sollecita ad essere sì radicali, ma soprattutto ‘profeti’ perché la
profezia è lo specifico della VC.
Un decalogo di caratteristiche del servizio di autorità in quest’ottica di autoformazione continua,
di rinnovamento.....
Un SERVIZIO centrato sull’essenziale
che ha la sua autorevolezza nell’autenticità
che si esprime con profonda umanità
che sa esprimersi in modo semplice e diretto
che è un “camminare con le sorelle e i fratelli”.
che cerca la volontà di Dio insieme alle sorelle e ai fratelli
“profetico”
che ha il coraggio di “uscire e far uscire”
che esprime e diffonde la cultura dell’incontro
gioioso, portatore di speranza
«un amore senza misura, senza le nostre misure. Solo la preghiera ci fa perdere le nostre misure e ci dà la misura di Dio» (Madeleine Delbrêl)
Testi di riferimento
• HAVARD Alexandre, Leadership virtuosa, EDUSC 2014.• ALDEGANI Mario csj, Punti forza per l’esercizio della leadership nel contesto dei
gesti e dell’insegnamento di papa francesco.• CENCINI Amedeo, Il respiro della vita. La grazia della formazione permanente,
Cinisello B. 2003.• CENCINI Amedeo, L’Ora di Dio. La Crisi nella Vita Credente, Bologna, EDB 2010.• CENCINI Amedeo, Formazione permanente: ci crediamo davvero?, EDB 2011.• Altri appunti personali….
USMI LAZIOConvegno per Animatrici di comunità
Roma, 14 Febbraio 2015
Ore 16,00 ( Si possono formare gli stessi gruppi del primo momento
o altri con un massimo di 14 membri - 45 minuti)
1. Condividere risonanze
2. Individuare una tipologia di leadership che può rendere fattivo il’ formarsi per formare‘, il lasciarsi formare formando
3. Su quali aspetti del carattere lavorare per fondarci sulla virtù vera e soda. (2 o 3)
4. Formulare un interrogativo o una risonanza da condividere in Assemblea
5. Altro…
In Assemblea si porta la riflessione del gruppo sui num. 2–3-4-5.