Università degli Studi di Roma Università degli Studi di Roma “La Sapienza”“La Sapienza”
LAPAROCELILAPAROCELI
LaparoceliLaparoceli
Si intende un’ernia post-operatoria nella quale si ha la comparsa sotto la pelle di visceri di norma contenuti nella cavità addominale
Rappresenta una complicanza di una laparotomia e, a seconda delle dimensioni, deve essere considerata una vera malattia generalizzata con complicanze specie respiratorie, ma anche vascolari e intestinali
L’epidemiologiaepidemiologia non è facilmente ricostruibile per varie ragioni:
Mancata correlazione con il precedente intervento da parte del pz.
Timore di affrontare un nuovo intervento
Sfiducia del chirurgo che ha eseguito il primo intervento
Riluttanza del chirurgo a registrare la lesione che costituisce un suo insuccesso
L’incidenzaincidenza (dall’1% al 10%) non è diminuita nel corso degli anni nonostante:
Progressi dei materiali di sutura
Drenaggi in aspirazione
Antibioticoprofilassi
Accurate norme di asepsi
Studi clinico-sperimentali sulle più idonee vie di accesso
La sua comparsa si realizza nel 50% dei casi entro sei mesi dall’intervento e nel 75% dei casi entro il primo anno.
La disposizione delle strutture muscolo-aponeurotiche che costituiscono la parete addominale, realizza un gioco delle coppie muscolari che agiscono in senso opposto e si compensano concorrendo al corretto equilibrio tra pressione addominale e compliance respiratoria.
Questo fulcro delle coppie muscolari viene alterato dalla presenza di un laparocele, creando ulteriori premesse per l’aumento dell’orificio erniario per la mancanza della cerniera mediana
In questo modo contrazioni sinergiche dei muscoli retti e dei muscoli larghi dell’ addome determinano un aumento della pressione addominale ed innalzamento del diaframma.
Contrazioni centrifughe (perchè manca la cerniera) determinano il divaricamento dei muscoli retti e l’aumento della fuoriuscita del contenuto endoaddominale.
Si realizza così il “volet addominale” (aumenta la spinta esterna dei visceri e diminuisce il volume respiratorio).
Distinguiamo:
Forme mediane
Forme paramediane
Forme laterali
Forme evolutive
Forme di confine
Fattori eziopatogenetici generali:
OBESITA’
Alterazioni metaboliche (diabete, uricemia, cirrosi, etc.)
Età (Va-VIa-VIIa decade di vita)
Sesso (donna multipara)
Disturbi della ripresa funzionale sia respiratoria che gastrointestinale
Fattori eziopatogenetici locali:
Sede della laparotomia
Tipo di intervento eseguito
Tipo di sutura dei piani
Complicanze della cicatrizzazione
ClinicaRilevamento di una tumefazione nel passaggio dal decubito supino in posizione seduta senza l’aiuto delle braccia.
La clinica da sola permette di far diagnosi nella maggior parte dei casi.
Si riconoscono:
Tumefazione
Porta erniaria
Gorgoglio di origine intestinale
Voluminoso laparocele in pz. obeso
Laparocele: immagine radiologica
Terapia (1)
E’ chirurgica, dopo aver valutato la funzionalità respiratoria con opportune indagini:
Emogasanalisi
Spirometria
Il fine è quello di ricostruire l’integrità della parete addominale dopo aver ridotto i visceri erniati
Terapia (2)
Nei laparoceli voluminosi è necessario preparare il paziente al riengresso dei visceri in cavità.
Questo si realizza con il pneumoperitoneo in sedute successive (1-2/die fino ad un massimo di 25-30) secondo le necessità.
Ciò consente:
Graduale sollevamento del diaframma
Progressivo aumento della pressione addominale (abitua il pz. A respirare come dopo l’intervento)
Facilita l’elasticità delle strutture muscolari
Agevola la lisi delle aderenze intestinali
Terapia (3)
Tecniche operatorie
Tradizionali
Per accostamento
A panciotto
Protesiche
Riassorbibili
Non riassorbibili
Voluminoso laparocele mediano: posizionamento di protesi
LaparoceliLaparoceliTest di autovalutazione
Che cosa si intende per laparocele?
Quali sono i fattori eziopatogenetici generali del laparocele?
Quali sono i fattori eziopatogenetici locali del laparocele?
Come si manifesta un laparocele?
Qual è la terapia in caso di laparocele?