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CAPITOLO P
CAPITOLO C CAPITOLO F
CAPITOLO L CAPITOLO M
CAPITOLO L
CAPITOLO E
CAPITOLO A
CAPITOLO H
CAPITOLO B
CAPITOLO GCAPITOLO D
Percorso del libro game che leggerai
CAPITOLO P
UN’IMPRESA PERICOLOSA
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A New York correva l’anno 1925; Don Vito Corleone aveva appena
ordinato la rapina alla banca di Backer Street ai suoi fidi scagnozzi,
mentre lui essendo il capo, stava a casa. Prima della loro partenza erano
stati armati con mitragliatore Thompson automatico, pistola Beretta 12 mm
e un fucile da assalto a canna lunga. Indossavano un giubbotto
antiproiettile per neutralizzare i numerosi proiettili della polizia e delle altre
famiglie mafiose. Vito era convinto del buon esito del piano. Egli era un
uomo basso e un po’ grasso, aveva tutti i denti d’oro per far capire di
essere un uomo ricco e ogni volta che commetteva un reato lasciava una
rosa rossa sul posto; indossava sempre lo smoking con il papillon e le
scarpe di vernice nera. Dopo alcuni istanti arrivò una chiamata. - Don Vito,
– Esclamò una voce - sono Tommy… siamo arrivati, la banca è circondata
da sbirri, cosa facciamo? Procediamo secondo i piani? - Continuò
Tommy :- Non azzardatevi a sparare, ma invece, tenete il bavero alzato.
Portatevi dietro solo il Thompson perché è facile da nascondere sotto la
lunga veste che avete indossato prima di partire e fa bene il suo dovere…
John fatelo stare in macchina e ditegli di andare dietro all’ angolo del bar
New Moon, una volta lì, sparerà un colpo di fucile in aria facendosi
inseguire dagli sbirri, così vi libererà il passaggio. Voglio un’ azione rapida
e pulita, non devono sapere che siete stati voi a sfottere tutti i soldi! –
Ribattè con voce rauca Don Vito. :- Ok capo – esclamò Tommy :- Ma non
sarà un po’ rischioso per John? – chiese :- Ha la macchina più veloce
delle loro, non lo prenderanno mai, a meno che non becchi un posto di
blocco, in quel caso mi sa che l’ unico modo per salvarlo sarà farlo
evadere … - . Contemporaneamente , Tommy e i suoi amici fecero
irruzione nella banca, stordirono le guardie e fecero mettere le mani in alto
a tutti: tutto procedeva secondo i piani ma per John le cose non si
mettevano troppo bene: la macchina aveva un problema: la terza e la
quarta non salivano e per giunta aveva gli sbirri alle calcagna. L’ unico
modo per scamparla sarebbe stato seminarli o svignarsela, ma come?
Bisognava tenergli testa fino al molo, che si trovava a tre miglia da lì, poi si
sarebbe gettato fuori dalla macchina e l’ avrebbe lasciata cadere in acqua,
in questo modo gli sbirri avrebbero pensato a un suicidio. Ma la macchina
avrebbe retto per tre miglia?
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Ok se vuoi che il piano riesca vai ad A se no vai a L
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CAPITOLO A
FORTUNA E MALASORTE
I poliziotti inseguirono John e per ogni lampeggio della sirena John
pensava che perso la sua famiglia se fosse stato arrestato. La sua mente
vedeva un ecatombe di poliziotti morti per terra, allora cominciò a sparare
alle ruote delle macchine degli sbirri per farli sbandare senza tener conto
del fatto che quanti più ne avesse uccisi tanti ne sarebbero arrivati. I colpi
iniziarono ad essere pericolosi per la polizia perché John si era realmente
arrabbiato e cominciò con il fucile d’assalto con il quale oltre che alle
gomme iniziò a mirare ai poliziotti, che cadevano come spighe di grano al
passare della falce.
Le curve erano piene di passanti, spettatori impotenti e terrorizzati dalla
carneficina che faceva John (al suo passare).
Quei momenti di terrore per John sembravano non finire mai; il terrore e la
rabbia gli si leggevano nello sguardo tagliente come le lame di un rasoio.
Si ricordava quando era bambino e dell’ omicidio involontario commesso
da suo padre che per questo fu condannato alla sedia elettrica, quel
pensiero non gli è mai andato giù e il suo sogno era la vendetta pura.
Senza che se ne accorgesse il molo era già in vista; i secondi sembravano
non finire mai, la benzina stava per finire: si doveva sbrigare. Stava
prendendo coraggio per buttarsi fuori dalla vettura distrutta dai proiettili.
Intanto mancavano solo cento metri al molo…E uno, due e tre: si lanciò
fuori dall’ auto che finì in mare; mentre la guardava inabissarsi pensò di
averla scampata bella. Ma questo pensiero fu subito cancellato dal
desiderio di vendicare il padre. Saltò in piedi di colpo e cominciò a sparare
con la mitraglietta agli sbirri. Una volta uccisi i poliziotti presenti chiamò gli
amici appena usciti dalla banca che si precipitarono sul posto con degli
ospiti indesiderati: i Barrese. Erano una temuta famiglia mafiosa e i nemici
giurati dei Corleone perché ambivano a rubargli il posto diventando così
capi assoluti di New York. I Barrese non esitarono ad aprire il fuoco sui
nemici ignari.
John venne ferito ad un braccio ed non era più in grado di combattere.
Toccava a Tommy e ai picciotti difenderlo. Le uniche armi di cui
disponevano erano i loro Thompson, che erano utili solo se ogni tiro
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veniva mandato a segno, colpendo in piena testa i Barrese: perché ogni
famiglia mafiosa che si rispetti fa girare la propia manovalanza con
giubbotti antiproiettili.
Ma il più grande ostacolo dei Corleone era quello di scampare alle
molotov avversarie che sembravano non finire mai. Ogni graffietto si
trasformava in una piaga dal dolore insopportabile. I colpi dei Thompson
sembravano non scalfire minimamente il potenziale nemico privo di pietà
nei confronti dei feriti e determinato a sterminare chiunque si mettesse fra
lui e il dominio di New York.
Ormai erano rimasti solo in quattro: Tommy, John e i capobanda Barrese.
Ma con John ferito Tommy sarebbe riuscito a salvarlo?
Se si vai al capitolo B
Se vuoi che a Tommy non riesce a salvare John vai al capitolo E
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CAPITOLO B
I BEI VECCHI TEMPI
Tommy cominciò a preoccuparsi per John perché la ferita continuava a
sanguinare e c’erano alte probabilità che John venisse nuovamente
colpito.
Tommy si ricordava ancora quando si erano conosciuti. Tutto era
accaduto per sbaglio: al parco, all’ età di sei anni uno difese l’ altro (ma i
due non si conoscevano) da un bullo che aveva chiesto dei soldi a John e
allora Tommy lo aveva difeso perché non sopportava i bulli; John allora
aveva stretto amicizia con Tommy, i due si frequentarono spesso per
andare a giocare uno a casa dell’ altro, diventarono inseparabili anche se
non si assomigliavano per niente anche: Tommy era un ragazzo
estroverso e chiacchierone , aveva i capelli neri e la pelle bianca farina.
Indossava spesso i jeans e le maglie da rapper, inoltre non c’ era una
volta che uscisse senza il suo cappello, il suo preferito era quello con la
visiera dritta, con la scritta Plan-B cioè, la marca, in un giallo dorato e il
resto del cappello era nero ebano. John invece aveva i capelli rossi ed era
pieno di lentiggini in faccia, era molto riservato e al contrario di Tommy si
vestiva con la prima cosa che gli capitava e che trovava nel cassetto, tutti
suoi indumenti erano rovinati perché lui li usava per giocare a calcio con
gli amici e le scivolate e i tuffi da portiere riducevano i vestiti a brandelli.
Senza poi contare che le differenze economiche fra Tommy e John erano
enormi: Tommy si sarebbe potuto permettere di usare i vestiti una volta e
quando si sporcavano avrebbe potuto buttarli via e comprarne degli nuovi;
mentre John era talmente povero che si doveva mettere gli stessi vestiti
per una settimana. Quando i genitori di John persero il lavoro per lui le
cose non si erano messe troppo bene: John era costretto a fare l’
elemosina per comprarsi da mangiare e oltretutto non potevano pagare l’
affitto della casa e furono sfrattati e si ridussero a vivere dentro una tenda
da campeggio rubata in un supermercato. Quando la notizia si seppe a
scuola, Tommy chiese ai suoi genitori di ospitare la famiglia di John a
casa loro. E ciò avvenne immediatamente. John visse a casa di Tommy
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per tre anni, e poi al padre di Tommy venne la grandissima idea di
trasformare il loro garage in disuso in una villetta a due piani dentro al
giardino di casa di Tommy. La villetta era dotata di tutto: era in stile
moderno con i muri della camera di John fatti di vetro spesso 20 cm
(naturalmente antiproiettile), una cucina all’ avanguardia e un salotto con
un televisore gigante.
Intanto Tommy durante la battaglia con i Barrese stava facendo di tutto
per proteggere John che probabilmente non sarebbe sopravissuto…
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CAPITOLO C
LITIGIO IN FAMIGLIA
Tommy era sfinito ma quando vide Jhon a terra che soffriva ebbe una
scarica di adrenalina che bastò per sterminare i Barrese che si
accasciarono al suolo privi di vita. Tommy portò Jhon dal chirurgo privato
a casa Corleone che ordinò ai suoi assistenti di effettuare un intervento
immediato . Durante le ore dell’ intervento Tommy piangeva e agonizzava
come una donnicciola: ciò era molto strano perchè Jhon era sempre stato
impassibile alla morte di qualche scagnozzo ma per Jhon il sentimento era
diverso perchè si conoscevano fin da bambini ed erano come fratelli . Due
giorni dopo l’ intervento Tommy e Jhon potevano finalmente vedersi , il
primo impatto furono le lacrime , il secondo fu un abbraccio così forte che
li faceva sembrare due uomini che non si vedevano da cinquant’ anni .
Tommy andò Da Don Vito a protestare per Jhon . “ Lei è uno schifoso
ignobile che con i suoi orribili piani ha quasi accoppato Jhon “ esclamò
Tommy a gran voce. “Come ti permetti tu a venire ad insultarmi ed a
disprezzare ciò che io penso….. me lo devi dire !” ribattè Don Vito . “Io
vengo qui ad insultarti e disprezzarti perchè tu hai quasi ammazzato Jhon
che sai benissimo che per me è come un fratello! Ed io disprezzo ciò che
pensi perchè mentre tu stai ad oziare tutto il giorno, tutti i giorni, noi ci
stiamo ammazzando là fuori per portare a casa dei soldi mentre tu puoi
permetterti il lusso del caviale tutti i giorni. E poi ancora un'altra cosa , tu
ordini la guerra , le rapine , gli omicidi , ma siamo noi che dobbiamo
andare a morire !!!!” Gridò Jhon a Don Vito . Don Vito non seppe più cosa
dire . Tommy sembrava un padre arrabbiato nero per qualche bravata del
figlio. I due si erano invertiti i ruoli: era come se Don Vito fosse diventato
uno scagnozzo e Tommy il padrino. Don Vito rimase immobile e muto
perchè si rese conto di averla combinata grossa e si sentiva uno stupido
perché aveva messo a rischio la vita di uno scagnozzo fedele alla famiglia
ed agli ordini . Per una settimana Tommy e Don Vito non si rivolsero la
parola e ciò a Don Vito non faceva per niente comodo perchè senza
Tommy a comandare gli altri scagnozzi , tutte le rapine sarebbero andate
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male. Don Vito ebbe una grande idea: l’ unico modo per riappacificarsi con
Tommy sarebbe stato dimostrargli che non aveva paura delle imprese
rischiose che faceva fare ai suoi scagnozzi. Quindi organizzò una rapina
dove era lui in persona a comandare gli scagnozzi in prima linea , ed
invitoò anche Tommy a partecipare , ma lui avrebbe accettato ?
Se vuoi che accetti vai a D altrimenti vai a F
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CAPITOLO D
DON TOMMY
Tommy riflettè a lungo sulla proposta di Don Vito e dopo ore decise di
accettare. Tommy sarebbe andato in missione con Don Vito, ma ad una
condizione; cioè se Don Vito fosse rimasto ucciso Tommy sarebbe
diventato il nuovo padrino della Famiglia Corleone .
La nuova pericolosissima missione sarebbe stato l’ omicidio di Don Nunzio
Barrese: l’ operazione non sarebbe stata facile perchè si sarebbero dovuti
infiltrare nell’ edificio dei Barrese situato sulla cinquantesima strada,
travestirsi da scagnozzi Barrese ma non avrebbero dovuto spargere
sangue quindo l’ unico modo per uccidere sarebbe stato usare la garrotta
così che la morte per soffocamento no avrebbe fatto spargere alcun
sangue. Importante era anche prendere le armi dei Barrese , per non farli
riconoscere. La missione iniziò davanti a casa Corleone dove Tommy
dipinse la macchina della famiglia , originariamente nera , nel colore rosso
, che era il colore dei Barrese . Poi lui vi entrarono ed andarono davanti a
casa Barrese. Entrarono ed appena voltato l’ angolo del corridoio
strangolarono le guardie del corpo del Vicario Severino, lo catturarono e lo
legarono ad una sedia costringendolo con le cattive a rivelare il
nascondiglio di Don Nunzio Barrese . Don Nunzio era al Record Hotel,
camera 214, corridoio 5. Si infiltrarono e raggiunsero la camera facendo
finta di nulla e si avvicinarono alla scrivania del Padrino. Don Nunzio
aveva buona memoria ed aveva già capito che i due non facevano parte
dei Barrese. Tommy e Don Vito si sedettero davanti a Don Nunzio ma egli
tirò fuori la pistola e colpì alla testa Don Vito, Tommy si rifugiò dietro ad
una colonna e con il tomphson sparò una raffica di colpi a Don Nunzio che
mori’all’ istante cadendo come un sacco di patate. Tommy si diresse verso
Don Vito e gli sussurrò “Come immaginavo !!” . Tommy era destinato a
diventare ben presto l’ uomo piu’ potente di New York .
FINE
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CAPITOLO E
MISSIONE DI VENDETTA
I colpi si fecero sempre più pesanti e John alla fine fu nuovamente colpito
in una spalla; Tommy si ferì alla mano con un colpo di pistola e la sua
reazione fu quella di buttarsi a terra dolorante. Il colpo di grazia fu una
molotov che esplose a due passi da John che diventò una torcia umana e
morì bruciato. Tommy riportò ustioni di terzo grado ma si salvò solo
perché ebbe l’ idea di fingersi morto per poi chiamare l’ ambulanza.
Quando venne dimesso, andò a casa Corleone dove Don Vito gli fece una
romanzina incredibile: non era riuscito a salvare John dai Barrese. Lui se
ne fregava della romanzina che si era appena beccato: l’ unica cosache gli
importava era vedere quei basterdi dei Barrese morti. Quel giorno aveva
perso il suo più grande amico: e nessuno glielo avrebbe più restituito. Di
notte non si riusciva a dormire perché sognava lo sguardo di John fisso
nei suoi occhi, occhi sembravano pronunciare queste parole: <addio, sei
stato un vero amico>. Voleva solo vedere quei bastardi dei Barrese morti;
e quì la grande idea: il lunedì notte , quando le ustioni gli avrebbero fatto
meno male,sarebbe andato a casa dei Barrese e avrebbe architettato un
piano. I giorni passavano e mancavano solo tre giorni all’ azione
pericolosissima che avrebbe compiuto Tommy. M non gli sarebbe servito
un po’ d’ aiuto?.
Tommy cercò da tutte le perti una mappa della casa dei Barrese che gli
sarebbe servita per sapere bene e con precisione qual’ era la stanza del
padrino dei Barrese. Tutto era pronto dopo lunghe ore di lavoro, Tommy
aveva tralasciato un particolare. Proprio quella sera i Barrese sarebbero
andati in piazza a festeggiare il capodanno come era loro abitudine. Se
Tommy fosse riuscito ad uccidere il Padrino sarebbe statoomicidio in
pubblico: aveva bisogno del consenso di Don Vito. Tommy si trovava
davanti alla stanza di Don Vito, prese coraggio, aprì la porta e si diresse
verso la sua scrivania e fece la domanda; la risposta di Don Vito fu
immediata : <ma sei impazzito!?, se non riesci a scappare inmezzo alla
folla, qui ci fottiamo tutti, non c’ è modo di farcela> Gridò Don Vito:
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<veramente c’ è un modo, se io venissi con te, la polizia non potrebbe
toccarci perché mi sono stati concessi dei privilegi in parlamento, ti prego
diaccettare la mia richiestadi venire in missione con me anche se fra noi ci
sono state alcune discordie.>
Potremmo studiare un altro modo però io vorrei venire con te.
Vai ad F
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CAPITOLO F
ESPLOSIONE
<No, mai, è una cosa che deve risolvere da solo, e lo farò, con o senza il
tuo consenso!>. Rispose Tommy arrabbiato. Poi continuò <questa famiglia
fa schifo, da quando John se ne è andato al creatore, non c’ è più
organizzazione, è inutile far finta che tutto vada bene quando stà andando
tutto in malora: i Tattaglia ci bombardano e ci uccidono in continuazione,
tu, schifosoverme ti freghi adesso, come ti fregaviallora, ditutto ciò che
succede; ma…adesso che di “forte sono rimasto solo io”, inizi a
preoccuparti per me, ti interessi di mesolo perché se io morissi qui
andrebbe tutto nella merda, i Corleone sarebbero sterminati dai Barrese e
dai Tattaglia e arrestati dagli sbirri>. Tommy sbattè un pugno sulla
scrivania di Don Vito poi se ne andò sbattendo la porta. Uscì da casa
Corleone con circa un milione di dollari, rubò armi e munizioni e una
macchina. Sarebbe scappato da casa Corleone per lasciare Don Vito a
cuociere nel suo brodo e per compiere la sua missione di vendetta.
Scappò, vicino casa Barrese e si mimetizzòcon l’ erba e i cespugli lì
vicino. Si intrufolò in cantina e trovò i pilastri portanti…li rivestì di dinamite
uscì dalla casa e si appostò circa 300 metri più in là e attendeva
pazientemente cioè dormicchiando e guardando il cielo, che facesse
notte: così tutti i Barrese sarebbero stati dentro casa a dormire lui avrebe
fatto saltare tutto per aria e i Barresi non avrebbero avuto scampo. Tommy
per sicurezza inchiodò la porta e spalancò le finestre. Arrivarono le 2 di
notte, Tommy prese fiato e…boom. Tutta la casa cadeva come un castello
di sabbia schiacciato da un piede. –Sentiva le grida terrorizzate di quelli
che erano i suoi peggiori nemici. Don Nunzio saltò fuori dalla finestra e si
trascinò il più lontano possibile dalla casa. Tommy gli si avvicino e li sputò
in faccia, poi lo uccise. Fatto questo…
Se vuoi che ritorni a casa Corleone vai ad H se no a G.
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CAPITOLO G
IL NUOVO BOSS
Tommy vagò tutta la notte scioccato e senza dormire, pensando e
ripensando che aveva gettato la sua vita uccidendo inutilmente e
orribilmente persone magari anche innocenti per nulla, senza una giusta
causa. Oramai non aveva piu’ amici , piu’ nessuno di cui si potesse fidare
o che del quale si potesse fidare .
Tuttavvia decise che oramai lui era in grado di governare tutto il clan , ne
aveva la forza , il coraggio e la capacita’ .
Il resto della banda lo conosceva e lo stimava , sapevano bene che lui e
Jhon erano le due persone piu’ importanti dopo il capo .Quindi decise di
raccogliere questa ererdita’ e torno il giorno dopo nella Casa Corleone
dopo aver pensato e ripensato tutta la notte se fosse o meno all’ altezza
del compito che lo avrebbe aspettato . Decise di andare nella casa la
mattina prestissimo quando c’era solo Don Vito e poche persone all’
interno . Carico le sue due pistole ed ando’ decisamente verso Don Vito e
le tre persone che erano sedute con lui facendo colazione.
Lo accolsero con un sorriso felici del ritorno e della missione compiuta .Si
congratularono con lui, ma lui freddamente sparo’ a tutti e 3 con il
silenziatore .Ora visto che non vi erano testimoni decise di inventare che
era appena tornato ed aveva trovato queste persone uccise. Dopo poche
ore la casa era piena di gente della famiglia tutti inorriditi alla vista di quei
corpi e tutti verosimilmente tristi. Nessuno ovviamente sospettava di
Tommy , cosi’ vicino e sempre pronto a sacrificarsi per la Famiglia. Così
decisero tutti di nominarlo il nuovo capo, il boss della famiglia. Sicuri che
lui avrebbe reso onore a questo cognome cosi’ conosciuto e temuto in
tutta l’ America .
Tommy finalmente ottenne giustizia e rimase a capo della famiglia per
lungo tempo e riusci nel suo intento di dominare tutta la mala americana e
fu ammirato e rispettato da tutti .
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CAPITOLO H
LA PAURA DEI CORLEONE
I corleone aveveno ormai vinto la partita con i Barrese ,infatti facendo
saltare la casa si puo dire che li avevano praticamante cancellati dalla
storia di New York . Rimanevano solamente in vita solo quelle persone
che non erano rimaste nella casa , ma erano praticamente pochi Killer ed
erano nelle loro abitazioni . A questo punto Tommy decise che era tutto
inutile , che doveva cambiare , aveva speso troppo tempo , la sua
gioventu’ nella banda , in strada a macchiarsi di orribili delitti . Era stufo ,
era ora di voltare pagina con la sua vita .
Decise di acquistare un biglietto aereo per l’ Argentina a Buenosaires
precisamente dove gli era rimasto il cugino piu’ piccolo da parte di sua
mamma . Si chiamava Enrico w praticamente la famiglia lo aveva tenuto
sempre lontano da tutti i loschi affari della famiglia , lui era pulito ed al
sicuro e perfino ignaro di tutto . Lo contatto’ per telefono e gli disse se
poteva venire da lui perche’ invento’ che aveva avuto una delusione
amorosa e che voleva cambiare vita e storia completamente .
Enrico fu subito contento di sentirlo .
I due da ragazzi si ferquentarono spesso in occasione del Natale e
andavano d’accordo . Quindi Enrico accetto’ di buon gusto di vedere il
cugino e di aiutarlo . Il giorno dopo Tommy era in argentina con Enrico .
Era finalmente un uomo libero , veramente felice di avere cambiato vita .
Enrico possedeva una gelateria artigianale ed una pizzeria molto rinomata
e famosa . Decise di insegnarli lui stesso l’ arte di fare la pizza convinto
che avesse imparato in fretta e ben presto lui avesse aperto la sua
pizzeria . Per Tommy ora iniziava veramente una nuova vita fatta di lavoro
ed onestà e lui era ben felice di accettarla e di svolgerla al meglio.
FINE
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CAPITOLO I
VENDETTA
John era “tranquillo” perché pensava che tutto sarebbe andato bene
quando ad un tratto…trovò davanti una vecchia signoracon una carrozzina
con un bambino. Non poteva investirli per una questione di onore.
Sgommò ma aveva le ruote bucate, quindi si cappottò e lo schiantò e fu
tale che la macchina si accartociò come un foglio di carta. Dietro John era
rimasto solo un poliziotto che non era riuscito a seminare.
Si trascinò morente al di fuori della macchina e fece fuoco contro l’ ultimo
poliziotto,la sua ultima pallottata.
Si trascinò altri 5-10 metri e poi spirò, lasciandosi dietrouna lunga scia di
sangue che trasformava quel marciapiede in una casa di thriller. Tommy
cercò John per tutto il quartiere fino quando lo vide accovacciato per terra,
si accacciò di fianco al corpo e si mise a piangere. Il suo pianto era
disperato e straziante: il suo migliore amico era morto.
Tommy pensò solo a una cosa: vendetta. La sera Tommy andò a
lamentarsi da Don Vito:<lei è un deficiente: glielo avevo detto che era
pericoloso e lei mi ha risposto che non l’ avrebbero mai preso, e adesso
che è morto?>Urlò nero di rabbia Tommy. <Non mi interessa niente: è
unuomo come un altro, non ha niente di speciale e tu stai facendo questa
scena solo perché è tuo amico>ribattè Don Vito, Tommy apprese la cruda
verità e atterrito e abbattuto, se ne andò dall’ ufficio di Don Vito.
Era la prima volta che Tommy accettava la sconfitta perché lui era troppo
fiero per sottomettersi.
Si odiava da solo in quel momento perché pensava che lo avrebbe dovuto
seguire al posto che ascoltare quello che diceva che sarebbe andatotutto
bene. Durante la notte ebbe gli incubi non riusciva a dormire e si ripeteva
nella sua mente: “vendetta!”.
Allora organizzòun assalto alla stazione di polizia. Chiamò 20 scagnozzi
tra i quali Sonny, il più abile di tutti.
Si infilarono nella stazione di polizia e, senza avere un piano,
cominciarono a fare fuoco. Nel giro di un minuto arrivò la prima orda di,
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poliziotti che sparò un’ incredibile quantità di colpi verso i mafiosi, molti
morirono.
Se vuoi che Tommy e Sonny si salvino vai a L se no vai ad M
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CAPITOLO L
VITTORIA SCHIACCIANTE
I colpi diventarono pesanti, erano rimasti solo loro.I due si ripararono
dietro ad una colonna. Tommy e Sonny con il Thompson sparavano all’
americana verso i poliziotti che morivano dopo un attimo di terrore.
Quando Tommy e Sonny si credevano fuori pericolo arrivò “la seconda
onda di poliziotti” i due erano senza munizioni ma presero i fucili “Calibro
Magnum” dei poliziotti morti. Fecero fuoco ma gli sbirri erano talmente
tanti che i colpi non sembravano avere effetto. Poi la loro “rovina”due
Juggernaut: uominicorazzati la cui corazza era talmente dura che ci
andavano 20 colpi per ucciderli.Le munizioni non bastavanoper i due
Juggernaut ma la fortuna quel giorno gli aveva baciati: 10 granate. Con le
granate uccisero i Juggernaute gli ultimi poliziotti. Si strinsero la mano
come due veterani di guerra sopravvissuti all’ ennesimo conflitto. Si
ricaricarono di munizioni per aspettare forse l’ ultima orda di poliziotti. La
videro avanzare, ma non erano semplici poliziotti, erano militari. Bè si
conosce il detto “quando ilgioco si fa duro i duri incominciano a
giocare”.Ma era troppo anche per loro. Scapparono come postini inseguiti
da un pittbull.appena lasciata la centrale arrivò la potenza più grossa dall’
America in soccorso di Tommy e Sonny: i Corleone. Centinaia di
macchine seppe di uomini armati. I militari erano armati, ma erano a piedi.
I Corleone con le macchine corazzate antiproiettile stirarono i militari come
se fossero burro. Questa battaglia l’ avevano vinta i Corleone, ma il
conflitto si sarebbe riacceso in un secondo momento.
Tommy tornato a casa Corleone fu accolto come un eroe insieme a
Sonny.Don Vito voleva scortare i due dal medico della casa ma Tommy
disse: <in questo momento voglio solo un tè caldo!>
FINE
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CAPITOLO M
LA FINE DEI CORLEONE
I due riuscirono ad arrestare l’ avanzata dei poliziotti e ignari di ciò che li
stava per succedere:uscirono dall’ edificio e caddero a terra morti:cecchini
dell’ esercito, gli avevano braccati. Arrivarono le macchine dei corleone
ma era troppo tardi perché Tommy e Sonny erano già morti. Cominciarono
a guardarsi intorno ma i potenti fucili anticarro dei militari facevano
esplodere quei mezzi come petardi. I Corlone avevano perso la battaglia.
Due giorni dopo Don Vito fu arrestato: stavano girando in città senza
guardie del corpo perché quel giorno si sentiva stranamente “sicuro” di ciò
che avrebbe fatto. Don Vito fu giustiziato un mese dopo. A casa Corleone
era giunta una specie di “guerra civile”per decidere chi dovesse essere il
nuovo padrino. I poliziotti sapevano cosa stava accadendo in quella casa
ma il loro piano era fare in modo di distruggerli dall’ interno. I Corleone
stavano facendo la fine dell’ Impero Romano. Tutti i furti, gli omicidi e le
storzioni andavan male: anche i negozianti si rivelavano ai mafiosi ora che
non c’ era più Don Vito a tenere a bada la popolazione. Contro i Corleone
si rivoltarono anche gli abitanti di New York che cercavano vendetta per i
furti subiti. La stessa cosa stava succedendo ai Barrese da quando Don
Nunzio morì di cancro.I Tattaglia,non ne parliamo; già erano la famiglia
mafiosa più piccola, dopo la morte dei due padrini (Corleone e Barrese),la
gente non esitò a ribellarsianche contro di loro.La giustizia stava
riprendendo il controllo di New York ma c’era ancora una brutta zona da
“sedare”:il Bronx. Nel Bronx la polizia non serviva perché la gente era
talmente povera che se fosse stata arrestata sarebbe di sicuro stata
meglio. Ma li era un’ altra cosa, sembrava di essere animali: si lottava e
cisi uccideva per un pezzo di pane.Il Bronx riuscì a scampare l’avanzata
dei poliziotti. Ma comunque la giustizia aveva preso le redini di New York.
FINE
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