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DSA per saperne di più...
Istituto Comprensivo
Amerigo Vespucci Anno scolastico 2017 /18
…PER NON ABBANDONARE NESSUNO…
GLI STRUMENTI COMPENSATIVI E LE MISURE DISPENSATIVE.
“Il problema è che il mondo cambia
continuamente sotto i nostri occhi, e non ci si può adattare a questo cambiamento
senza acquisire nuovi strumenti e capacità”.
Premessa
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)
(Linee Guida sui DSA allegate al D.M. n.5669 12 Luglio 2011)
Interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un
contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte in
tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità
interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia
(lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo). Secondo le
ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso
tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo,
modificabili attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o
compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di
apprendimento previsti. E’ da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la
didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a
compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo.
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COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)?
Sono dei deficit funzionali dovuti ad alterazioni di natura neurobiologica, non
dipendono quindi da problemi psicologici (emotivo-relazionali, familiari, etc.), da
pigrizia o poca motivazione. In altre parole, si tratta di una caratteristica personale con
cui si nasce, che si manifesta appena si viene esposti all’apprendimento della letto-
scrittura e si modifica nel tempo, senza tuttavia scomparire. E’ indubbio che tali
difficoltà provochino conseguenze sia sul piano degli apprendimenti, nonostante
l’intelligenza normale, sia sul piano psicologico, nonostante l’origine
neurobiologica.
E’ importante precisare che, poiché la dislessia non è “curabile”, occorre utilizzare
strategie compensative e dispensative che non espongano il bambino a frustrazioni
gratuite. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative sembra che esistano solo
da quando è stata emanata la prima Circolare Ministeriale per studenti con DSA nel
2004 (Nota MIUR prot. N. 4099/A4 del 5/10/2004). Qui vengono infatti nominati per
la prima volta e ne viene suggerita l’adozione per gli allievi con DSA, al fine di
garantire un miglior inserimento scolastico. Circolari e note sia degli Uffici Scolastici
Regionali che ministeriali hanno poi tentato di approfondire e ampliare tale elenco. Gli
strumenti compensativi e le misure dispensative trovano una loro legittimazione nella
(Legge 170/ 08/ Ottobre 2010), Art 5, e nelle recenti (Linee Guida per il diritto allo
studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento,
12/07/2011) in attuazione alla Legge.
CHE COSA SONO GLI STRUMENTI COMPENSATIVI?
Strumenti finalizzati alla manifestazione del proprio potenziale. In altre parole,
tutto ciò che possiamo mettere in atto per raggiungere mete che altrimenti
sarebbero difficilmente raggiungibili, se non impossibili. Sono gli strumenti che
permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo,
facilitando l’esecuzione dei compiti automatici (non intelligenti) compromessi
dal disturbo specifico proprio come un paio di occhiali permette al miope di
leggere ciò che è scritto sulla lavagna. Nelle Linee Guida (2011) sono definiti
come “strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la
prestazione richiesta nell’abilità deficitaria”.
CHE COSA SONO LE MISURE DISPENSATIVE?
Sono le strategie didattiche didattiche messe in atto per favorire i processi di
inclusione e di raggiungimento degli obiettivi formativi.
Sono interventi che “consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni
che, a causa del disturbo, risultano particolarmente dispendiose e non
migliorano l’apprendimento” (Linee Guida, 2011).
Riguardano la dispensa da alcune prestazioni.
Nelle Circolari Ministeriali, sono misure dispensative dare più tempo per le
verifiche, assegnare meno compiti a casa, esonerare dall’imparare a memoria
formule o altre nozioni, ecc., accorgimenti che potrebbero apparire come delle
“concessioni”, ma che in realtà sono strategie didattiche.
ATTENZIONE!
E’ importante sottolineare che gli strumenti compensativi non risolvono tutti i problemi
degli allievi con DSA. Non annullano le difficoltà, ma facilitano il successo negli
apprendimenti.
Non vale quindi l’equazione:
Soggetto con DSA+strumento compensativo=persona senza DSA.
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E’ necessario un adattamento sia da parte del bambino/ragazzo, sia da parte
dell’ambiente: il computer e gli strumenti compensativi sono “solo” dei mediatori, dei
mezzi per cui risulta essenziale un reciproco impegno, anche da parte degli insegnanti,
a non sottovalutare le difficoltà e soprattutto a valorizzare le abilità.
Non dimentichiamo: il primo mediatore didattico e’ l’insegnante.
I PRINCIPALI STRUMENTI COMPENSATIVI INCLUDONO:
•L’utilizzo di libri in formato digitale ascoltati per mezzo di sintesi vocale e di
programmi che ne consentano la gestione.
•L’utilizzo del computer con programmi di video-scrittura, dotati di correttore e
controllo ortografici e grammaticali e sintesi vocale).
•L’utilizzo del registratore audio
•L’utilizzo della tavola pitagorica e delle tavole delle addizioni e delle
sottrazioni.
•L’utilizzo della calcolatrice (anche nella versione parlante).
•L’utilizzo di tabelle delle regole ortografiche e grammaticali.
•L’utilizzo della tabella delle misure e delle formule geometriche.
•L’utilizzo di schemi (ad es. mappe concettuali) durante le interrogazioni.
•L’utilizzo della tabella dei mesi, dell’alfabeto nei diversi caratteri.
•Lettura di testi da parte dell’insegnante, di un adulto esperto, di un compagno
di classe.
LE PRINCIPALI MISURE DISPENSATIVE COMPRENDONO :
•La dispensa dalla lettura ad alta voce (a meno che non espressamente
richiesta).
•La dispensa dalla studio mnemonico delle tabelline.
La dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura.
•La dispensa dall’uso del vocabolario cartaceo.
•La dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta.
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•Nelle verifiche scritte si dovrà o concedere più tempo per lo svolgimento della
prova oppure ridurre il numero di esercizi, senza modificare gli obiettivi;
eventualmente, si recupererà oralmente quanto non verificato per iscritto.
Ricorso a prove scritte nelle materie tradizionalmente orali (storia, geografia,
scienze).
•Valutazione delle prove scritte con modalità che tengano conto principalmente
del contenuto piuttosto che della forma (ad es. errori ortografici e nell’utilizzo
della punteggiatura non dovrebbero essere penalizzati).
•La valutazione nella lingua straniera dovrebbe privilegiare l’orale rispetto allo
scritto (da cui, tuttavia, il bambino non può essere dispensato); nello scritto si
privilegeranno esercizi di completamento e/o a risposta multipla.
L’organizzazione di interrogazioni programmate.
I COMPITI PER CASA
Non dovrebbero essere dettati o fatti copiare dalla lavagna, ma essere messi a
disposizione su fotocopia; quando ciò non sia possibile, l’insegnante dovrebbe
accertarsi che siano stati correttamente trascritti sul diario.
Dovrebbero venire assegnati in misura ridotta, soprattutto quando la riduzione
non pregiudica i contenuti dell’apprendimento; la riduzione dovrebbe essere
prevista soprattutto laddove il bambino è contemporaneamente impegnato in un
intervento specialistico che impegna parte delle sue ore pomeridiane.
Caratteristiche dei libri di testo: www.biblioaid.it
IN SINTESI…
COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA.
•Fornire più tempo per copiare alla lavagna.
•Condurre ogni sforzo per costruire la fiducia
in sé.
•Lasciare lavorare il ragazzo con il testo
aperto.
•Fargli capire che si comprendono le sue difficoltà senza compatirlo.
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•Se non ha una diagnosi, e si ha un sospetto, mettersi in osservazione assieme ai
colleghi.
•Se le difficoltà continueranno a presentarsi, chiedere un incontro con i genitori
ed eventualmente con la ASL.
•Fargli usare, dove necessario, gli strumenti compensativi (tabelle, mappe
concettuali, calcolatrice, registratore, personal computer con correttore
ortografico).
•Ridurre lo studio delle lingue straniere in forma scritta.
Incoraggiare il ragazzo e lodarlo.
•Preferire l’uso di matite o penne cancellabili.
IN SINTESI…
COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA.
•Trovare qualcosa in cui riesce bene.
•Programmare tempi più lunghi per l’esecuzione delle prove, anche durante gli
esami finali.
•Assegnare meno compiti: ad es. fargli usare testi ridotti non per contenuto ma
per quantità di pagine. Compiti ridotti, adattati o scritti al computer. Predisporre
verifiche scalari.
•Programmare e concordare con l’alunno le verifiche.
•Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l'ortografia, evitando di correggere
gli innumerevoli errori nella scrittura.
•Valutare le risposte orali a compensazione di quelle scritte (soprattutto per la
lingua straniera).
•Far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali.
•Utilizzare fotocopie pronte invece di copiatura dalla lavagna o di scrittura sotto
dettatura.
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IN SINTESI…
COSA NON DEVE FARE L’ INSEGNANTE CON UN RAGAZZO DSA.
•Non farlo leggere ad alta voce (se vuole leggere non impedirglielo)
•Non correggere "tutti" gli errori nei testi scritti.
•Non dare liste di parole da imparare a memoria
•Non paragonarlo ad altri.
•Non definirlo lento, pigro, ..
•Non farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato.
•Evitare l’utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri (stampatello maiuscolo,
stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo). Evitare
l’utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri (stampatello maiuscolo,
stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo). Evitare di
prendere appunti.
•Evitare lo studio mnemonico delle tabelline.
•Evitare lo studio della lingua straniera in forma scritta.
•Evitare il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti.
•Evitare la quantità dei compiti a casa.
•Evitare di copiare dalla lavagna.
PROBLEMI PSICOLOGICI NEI DSA.
È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate
precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena
senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati
insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al
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disinteresse verso le varie attività, alla distrazione. Questi alunni, oltre a sostenere il
peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli.
POSSIBILI ATTEGGIAMENTI DEL RAGAZZO DISLESSICO
Provando a mettersi nei panni di un bambino o di un ragazzo con disturbo di
apprendimento si possono immaginare le esperienze e gli stati d’animo: Egli si trova a
far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo
complesse e astratte.
Osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle
attività proposte ed ottiene buoni risultati.
Sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“stai più attento!”, ”
Impegnati di più!”, “hai bisogno di esercitarti molto”…).
Si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei.
Ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui, né gli insegnanti né i genitori.
Ritiene di non essere all’altezza dei compagni e che questi non lo considerino
membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti
particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe).
Per non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non
fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno (“Non leggo
perché non ne ho voglia!”, “Non eseguo il compito perché non mi
interessa”…) o l’attacco (aggressività).
Talvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una
condizione emotiva di forte inibizione e chiusura.
Il soggetto con disturbo specifico di apprendimento vive quindi il proprio problema a
tutto tondo e ne rimane imprigionato fino a che non viene elaborata una diagnosi
accurata che permette di fare chiarezza.
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SCUOLA PRIMARIA
Il bambino con DSA nella scuola Primaria si trova precocemente ad affrontare una
situazione di forte disagio: mentre i compagni di classe imparano rapidamente e con
facilità a leggere e a scrivere, continua ad avere difficoltà insormontabili, a rifare gli
stessi errori banali, è lento. L’insuccesso nell’apprendimento di alcune attività
elementari porta a vissuti di sfiducia, al calo dell’autostima, alla convinzione di essere
poco intelligenti oppure di essere incapaci, o pigri e svogliati. Gli stessi bambini
dislessici, in assenza di una diagnosi e di una corretta spiegazione, tendono ad
accettare queste interpretazioni, come riflesso dell’atteggiamento degli adulti. Le
manifestazioni psicologiche del disagio assumono aspetti talora opposti: da un lato il
bambino può presentare un comportamento ritirato, chiuso in se stesso, di evitamento
del confronto, cerca di nascondersi, parla poco; dall’altro lato può presentare
sentimenti di rabbia che portano a comportamenti disturbanti, talora opposizione e
aggressività, diventando un problema nella classe. Non è raro che lo stesso ragazzo
possa presentare i due diversi tipi di comportamento in momenti diversi.
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
Se il ragazzo arriva alla scuola secondaria senza avere una diagnosi, la situazione
psicologica tende a peggiorare: infatti, l’aumento delle richieste nel lavoro scolastico,
in cui si da per scontata l’acquisizione e l’automatizzazione degli strumenti di lavoro,
pone sempre più il ragazzo in una situazione di differenza e di difficoltà rispetto alla
classe, incrementando il vissuto di incapacità e inadeguatezza. Si può assistere pertanto
a manifestazioni più acute di disagio psicologico.
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RUOLO DELLA SCUOLA
La scuola è la sede di tutti gli eventi più importanti, in positivo e in negativo, nel
determinare il percorso di un ragazzo dislessico. L’insegnante è in una posizione
privilegiata per l’osservazione, dato che trascorre molte ore con gli alunni e può
confrontare comportamenti e ritmi d’apprendimento direttamente, rilevando
facilmente gli scostamenti nel gruppo classe; è in questa fase che si deve avere la
capacità di non lasciarsi sviare da pregiudizi come le categorie della svogliatezza,
pigrizia etc.
RUOLO DELLA SCUOLA
Motivare la famiglia ad intraprendere degli accertamenti specialistici non è sempre
un’operazione facile, infatti, bisogna evitare conclusioni affrettate (la diagnosi del
disturbo è di competenza dello specialista) che possono far temere alla famiglia la
stigmatizzazione del problema, con lo spettro dell’handicap. La decisione deve essere
presa dalla famiglia, ma gli insegnanti devono essere ben consapevoli che, per il
benessere psicologico e per il futuro del ragazzo, ottenere una diagnosi il più precoce
possibile, è un fatto d’enorme importanza.
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LA NORMATIVA VIGENTE SUI DSA
• LEGGE n.170 8 Ottobre 2010
• Decreto Attuativo n. 5669 12 Luglio 2011
• LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI
STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Allegate a D.M.
12 Luglio 2011.
Cosa dice la LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi
specifici di apprendimento in ambito scolastico.
LEGGE N. 170 DELL’8 OTTOBRE 2010
La legge è stata ottenuta grazie a 10 anni di impegno di parlamentari di diversi
schieramenti.
Si inserisce coerentemente nel sistema scolastico italiano (Note, Decreti,
Circolari…).
Il 12 luglio 2011 è stato pubblicato il Decreto Attuativo (n. 5669) a cui sono allegate
le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.
Art. 1
E’ in vigore dal 2 Novembre 2010 la Legge n.170 che riconosce e definisce dislessia,
disgrafia, disortografia e discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento
denominati (DSA), che si manifestano in bambini con capacità cognitive adeguate e
in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire
una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.
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La nuova Legge stimola la scuola ad individuare precocemente i DSA e definisce i
luoghi del percorso diagnostico. Viene sancito il diritto degli alunni con diagnosi
di DSA ad usufruire di misure educative e didattiche idonee lungo tutto il percorso
scolastico.
AI FINI DELLA NUOVA LEGGE COSA SI INTENDE PER DISLESSIA?
DISLESSIA
ART.1 Legge 8 Ottobre 2010 n.170
DISLESSIA un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà
nell' imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero
nella correttezza e nella rapidità della lettura.
DISGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella
realizzazione grafica.
DISORTOGRAFIA un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei
processi linguistici di transcodifica.
DISCALCULIA un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli
automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
ART. 2 FINALITA’
a) garantire il diritto all'istruzione;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto,
garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli
studenti;
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche
legate ai DSA;
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f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi
sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e
professionale
COSA IMPLICA PER LA SCUOLA E IL DS: Curare la formazione delle classi per garantire allo studente con DSA
un’équipe adeguata.
Assicurare ai C. di C. risorse e informazioni adeguate.
Garantire iniziative di recupero, se necessarie.
COSA IMPLICA PER IL C. di C.:
Acquisire conoscenze precise sull’allievo con DSA.
Adottare una didattica inclusiva.
Adottare una didattica individualizzata e personalizzata.
Adottare misure compensative e dispensative idonee
Redigere e revisionare periodicamente il PDP.
Collaborare con la famiglia.
DOCUMENTAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI (PDP)
(Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n.5669 12 Luglio 2011).
Le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche personalizzate, nonché
gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere dalle istituzioni
scolastiche esplicitate e formalizzate, al fine di assicurare uno strumento utile alla
continuità didattica e alla condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese. A
questo riguardo, la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non
superino il primo trimestre /quadrimestre scolastico, un documento che dovrà
contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo: ·
dati anagrafici dell’alunno;
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· tipologia di disturbo;
· attività didattiche individualizzate; ·
attività didattiche personalizzate; ·
strumenti compensativi utilizzati; ·
misure dispensative adottate;
· forme di verifica e valutazione personalizzate.
DOCUMENTAZIONE DEI PERCORSI DIDATTICI (PDP)
(Linee Guida sui DSA Allegate al D.M. n.5669 12 Luglio 2011).
Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo
con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze
sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.
Sulla base di tale documentazione, nei limiti della normativa vigente, vengono
predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d’anno o a fine Ciclo. Tale
documentazione può acquisire la forma del Piano Didattico Personalizzato. (PDP)
CHE COSA E’ UN PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP)
Un progetto di lavoro su e per l’allievo con DSA.
E’ frutto dell’osservazioni di tutti i docenti.
E’ concordato con la famiglia.
E’ concordato con l’allievo.
Implica cambiamenti nella didattica della classe.
Implica l’impegno di tutti i docenti e del DS.
Art. 3 DIAGNOSI
1. E’ effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio
sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola
di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile
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effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio
sanitario nazionale possono prevedere [...] che la medesima diagnosi sia effettuata da
specialisti o strutture accreditate.
Art. 3
2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato,
presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla
famiglia.
3. E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia,
attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi
tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei
protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce,
comunque, una diagnosi di DSA.
DIAGRAMMA SCHEMATICO DEI PASSI PREVISTI DALLA LEGGE
170/2010 PER LA GESTIONE DEI DSA (Linee Guida sui DSA Allegate al D.M.
n.5669 12 Luglio 2011)
SCUOLA
Interventi di identificazione precoce casi sospetti.
Attività di recupero didattico mirato.
Persistenti difficoltà.
Comunicazione della scuola alla famiglia.
Provvedimenti compensativi e dispensativi - Didattica e valutazione personalizzata.
FAMIGLIA
Richiesta di valutazione.
Comunicazione della famiglia alla scuola.
SERVIZI
Iter diagnostico.
Diagnosi documento di certificazione diagnostica.
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In linea teorica l’età minima in cui è possibile effettuare una diagnosi certa dei Disturbi
Specifici di Apprendimento “coincide generalmente con il completamento del
secondo anno della scuola primaria. In questo periodo si completa il ciclo
dell’istruzione formale al codice scritto e si ha una riduzione significativa dell’elevata
variabilità interindividuale nei tempi di acquisizione della lettura e quindi una
significativa attendibilità della formulazione diagnostica.”
(Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, Raccomandazioni per la pratica
clinica, 2009).
La diagnosi viene posta alla fine del 2° anno della scuola Primaria. Già alla fine del
1° anno della scuola Primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di
altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva
per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica.
La diagnosi di dislessia, e in genere dei DSA, è posta da un medico o da uno psicologo.
Nello specifico, le professionalità coinvolte nella valutazione di DSA sono il
neurologo (neuropsicologo), il neuropsichiatria infantile, lo psicologo, il
fisioterapista (neuropsicomotricista), il logopedista, lo psicopedagogista e
ovviamente il personale scolastico. In presenza del disturbo di dislessia quindi è
consigliata una terapia del linguaggio e/o una terapia neuropsicologica. Sarebbe
funzionale che le figure coinvolte interagiscano creando una rete attorno al bambino
per adottare un progetto omogeneo e comune.
COME SI AFFRONTA
Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino
dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica. La
diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test.
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La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori
più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e
l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze,
frustrazioni.
Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i
test utilizzati e la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di
riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica
della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali
(Prot. n. 4099/A/4 del 5/10/2004).
DOPO LA DIAGNOSI
Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico,
della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado
di gravità.
Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono:
il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa
specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa
autostima, ) e redigere un referto scritto;
indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi;
comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e
contattare il referente scolastico per la dislessia;
programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno);
la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il
recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il
problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si
può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in
questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima
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familiare, riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre
l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione;
se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia
logopedica o una terapia neuropsicologica;
nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli
scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la
consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura;
l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino,
aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine
positiva di sé.
INSEGNANTI DI SOSTEGNO ?
I ragazzi con DSA normalmente non hanno diritto all’insegnante di sostegno a meno
che non vi siano altre particolari condizioni che rientrano nei parametri della legge
104/92.
ART. 4 FORMAZIONE NELLA SCUOLA
Art. 4 Nell'ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale
delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, è assicurata
un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad
acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente
capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.
Puntoedu Dislessia
Formazione per docenti referenti di ogni ordine e grado.
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I referenti sono stati e continueranno a essere adeguatamente preparati ai suddetti
compiti attraverso la formazione in presenza e on-line organizzata dal MIUR in
collaborazione con l'AID.
La formazione per i Referenti Dislessia è estesa a tutto il territorio nazionale.
Supporto informativo alla formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici.
A tal fine, il Ministero attiva una specifica sezione del proprio sito Internet
(all’interno della pagina web più volte richiamata:
http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa ) per la divulgazione di contributi
scientifici, didattici, organizzativi, metodologici predisposti sia dal mondo scientifico
sia dagli Uffici Scolastici Regionali in relazione all’impegno di ricerca e di
elaborazione dei docenti e delle scuole. I materiali pubblicati possono supportare
l’evoluzione culturale generale in tema di DSA e sono liberamente fruibili. (Linee
Guida sui DSA Allegate al D.M. n.5669 12 Luglio 2011).
COSA FARE?
L’esigenza di una formazione per gli interventi nei confronti dei DSA
PERCHE’?
Uso di una didattica Individualizzata e Personalizzata (PEP/PDP)
Gli strumenti Dispensativi e Compensativi
Adeguate forme di Verifica e Valutazione
LA FORMAZIONE
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici
di apprendimento. Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio 2011
La formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici è un elemento fondamentale
per la corretta applicazione della Legge 170/2010 e per il raggiungimento delle sue
finalità. Al riguardo, si pone in primo piano il tema della formazione in servizio. Un
principio generale è che la competenza sui DSA dovrà permeare il corpo docente di
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ogni classe, in modo che la gestione e la programmazione di passi significativi (per
es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei docenti, ma scaturisca da una
partecipazione integrale del consiglio di classe.
I CONTENUTI DELLA FORMAZIONE
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici
di apprendimento. Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio 2011
1. Legge170/2010 e caratteristiche delle diverse tipologie di DSA.
2. Principali strumenti che la scuola può utilizzare per l’individuazione precoce d e l
rischio di DSA.
3. Strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo.
4. Gestione della classe con alunni con DSA.
5. Forme adeguate di verifica e di valutazione.
6. Indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui
all’art. 4.
7. Forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi.
8. Esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche
didattiche.
ART. 5 MISURE EDUCATIVE E DIDATTICHE DI SUPPORTO
ART. 5
2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, …garantiscono:
a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili
di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti,
quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;
ART. 5
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2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, …garantiscono:
b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento
alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune
prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;
LA NORMATIVA VIGENTE:
- Legge 170/10
- Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 (Iniziative relative alla dislessia)
Tra gli STRUMENTI COMPENSATIVI essenziali vengono indicati:
• La sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto.
• La calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.
• Il registratore, che consente... di non scrivere gli appunti della lezione.
• I programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale.
• Altri strumenti tecnologicamente meno evoluti, quali tabelle, formulari, mappe
concettuali,etc.
• Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri.
• Tavola pitagorica.
• Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche.
LA NORMATIVA VIGENTE:
- Legge 170/10
- Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 (Iniziative relative alla dislessia)
Per le MISURE DISPENSATIVE, valutando l’entità e il profilo della difficoltà, in ogni
singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti:
• Dispensa dalla lettura ad alta voce,
• Dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura.
• Uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline.
• Programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte (30%).
• Organizzazione di interrogazioni programmate.
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• Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e
non della forma.
ART. 5
2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, …garantiscono:
c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che
favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di
apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell'esonero
(Circolare 5 ottobre 2004 - Prot. 40099/4).
ART. 5
2. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di
formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche
per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’università nonché gli
esami universitari.
ART. 6 MISURE PER I FAMILIARI
1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell'istruzione con DSA
impegnati nell'assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di
orari di lavoro
flessibili.
2. Le modalità di esercizio del diritto di cui al comma 1 sono determinate dai contratti
collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati e non devono comportare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
COSA DEVE FARE LA FAMIGLIA
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La famiglia che si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o della propria
figlia, ne informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di osservazione. Essa è
altrimenti, in ogni caso, informata dalla scuola delle persistenti difficoltà del proprio
figlio o figlia.
6.5 LA FAMIGLIA (Linee Guida sui DSA Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio
2011) :
provvede, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra - di libera scelta o
della scuola - a far valutare l’alunno o lo studente secondo le modalità previste
dall’Art. 3 della Legge 170/2010;
consegna alla scuola la diagnosi di cui all’art. 3 della Legge 170/2010;
condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici
individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un
patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del
Consiglio di Classe nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad
applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute
idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili;
sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno o studente nel lavoro
scolastico e domestico;
verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;
verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti;
incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella
gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i
docenti;
considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole
discipline.
Le istituzioni scolastiche cureranno di predisporre incontri con le famiglie coinvolte a
cadenza mensile o bimestrale, a seconda delle opportunità e delle singole situazioni in
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esame, affinché l'operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e, ove necessario,
coordinato con l'azione educativa della famiglia stessa.
6.2 IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(Linee Guida sui DSA Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio 2011)
6.2 [...] In particolare, il Dirigente:
• garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà
territoriali;
• stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le
indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie, e precisamente:
- attiva interventi preventivi;
- trasmette alla famiglia apposita comunicazione;
- riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide
con il gruppo docente;
• promuove attività di formazione/aggiornamento per il conseguimento di
competenze specifiche diffuse;
• promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli,
nonché assicurando il coordinamento delle azioni (tempi, modalità,
finanziamenti);
• definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di
documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di alunni e
studenti con DSA e ne coordina l’elaborazione e le modalità di revisione, anche - se
necessario - facendo riferimento ai già richiamati modelli esemplificativi pubblicati sul
sito del MIUR (http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa);
• gestisce le risorse umane e strumentali;
• promuove l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e
studenti con DSA, favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di
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riconoscimento dell’impegno dei docenti, come specificato al successivo
paragrafo 6.5;
• attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire
la riproduzione di buone pratiche e procedure od apportare eventuali
modifiche.
6.2 [...] Per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati, il Dirigente
scolastico potrà avvalersi della collaborazione di un docente (referente o funzione
strumentale) con compiti di informazione, consulenza e coordinamento.
6.3 IL REFERENTE D’ISTITUTO
(Linee Guida sui DSA Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio 2011)
[...] Il referente, che avrà acquisito una formazione adeguata e specifica sulle tematiche,
a seguito di corsi formalizzati o in base a percorsi di formazione personali e/o alla
propria pratica esperienziale/didattica, diventa punto di riferimento all’interno della
scuola ed, in particolare, assume [...] le seguenti funzioni:
• fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;
• fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al
fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e
personalizzato;
• collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei
problemi nella classe con alunni con DSA;
• offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di
valutazione;
• cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto;
• diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di
aggiornamento;
• fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai
quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto;
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• fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione
di buone pratiche in tema di DSA;
• funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori
dei SS, EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio;
• informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA.
6.4 I DOCENTI
(Linee Guida sui DSA Allegate a D.M. n. 5669 12 luglio 2011)
6.4 [...] In particolare, ogni docente, per sé e collegialmente:
• durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione
l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime abilità
relative alla scrittura, alla lettura e al calcolo, ponendo contestualmente attenzione
ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione ed ai fini di una segnalazione;
• mette in atto strategie di recupero;
• segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di
recupero posti in essere;
• prende visione della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi
preposti;
6.4 [...] In particolare, ogni docente, per sé e collegialmente:
• procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione dei
percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti;
• attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;
• adotta misure dispensative;
• attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;
• realizza incontri di continuità con i colleghi del precedente e successivo ordine
o grado di scuola al fine di condividere i percorsi educativi e didattici effettuati
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dagli alunni, in particolare quelli con DSA, e per non disperdere il lavoro svolto.
SOFTWARE COMPENSATIVI DSA
L'uso di SOFTWARE specifici permette al dislessico di affrontare più serenamente le
richieste scolastiche e di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato
si possono trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo di lettura per
quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità) oppure programmi che
permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior comprensione del
testo scritto.
Esistono poi software che fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una
tipologia di software che consente di scrivere dei testi e può essere usato in
abbinamento o in sostituzione al tradizionale quaderno; la sintesi vocale è la voce del
computer che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto; il traduttore
automatico, programma in grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che
sono libri scolastici forniti dalle case editrici direttamente in formato digitale;
l’audiolibro e il libro parlato, che sono formati audio di nuova generazione
Sul sito internet del MIUR, presso l’indirizzo web
http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa
è possibile visionare schede di approfondimento, costantemente aggiornate,
relative alla dislessia, alla disortografia e disgrafia, alla discalculia, alla
documentazione degli interventi didattici attivati dalla scuola (come per esempio il
Piano Didattico Personalizzato) e alle varie questioni inerenti i DSA che si porranno
con l’evolvere della ricerca scientifica.
Per scaricare gratuitamente gli audiolibro Sito :Libro AID.it
Ultime sulla Valutazione
Le modalità di valutazione degli alunni con disturbi specifici di apprendimento sono stabilite nell’art.11 del D.Lgs. 62 del 2017 recante norme in materia di valutazione.
L’art.6 del Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011 dedicato alle forme di verifica e di valutazione, rimane un riferimento imprescindibile, le indicazioni del decreto si armonizzano infatti a quelle disposte nel decreto 62. Ad un’ attenta disamina dell’articolo 11 del decreto 62 si rileva quanto segue:
“per le alunne e gli alunni con disturbi specifici di apprendimento certificati ai sensi della Legge 170 del 2010, la valutazione degli apprendimenti, incluse l’ammissione e la partecipazione all’esame finale del primo ciclo di istruzione, sono coerenti al piano didattico personalizzato predisposto nella scuola primaria dai docenti contitolari della classe e nella scuola secondaria di primo grado dal consiglio di classe” (comma 9 art.11).
La valutazione deve essere coerente con il piano didattico personalizzato che contiene le attività didattiche individualizzate e personalizzate, gli strumenti compensativi e le misure dispensative, le forme di verifica e valutazione personalizzate. “Per la valutazione delle alunne e degli alunni con DSA certificato le scuole adottano modalità che consentano all’alunno di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento conseguito, mediante l’applicazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi” (comma 10 art.11). Per ciascuna disciplina occorre stabilire gli strumenti compensativi e le misure dispensative che verranno adottate ciò che si adotta deve essere poi attivato concretamente nel rispetto del piano didattico personalizzato predisposto (cfr Sentenza Tar Lombardia n.2251 del 2008 – Sentenza Tar Liguria, n.1178 del 2012). “Per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione la commissione può riservare alle alunne e agli alunni tempi più lunghi di quelli ordinari” (comma 11 art.11). Tali decisioni andranno inseriti all’interno del piano didattico personalizzato. “L’utilizzazione di apparecchiature e di strumenti informatici può essere consentita solo nel caso in cui siano già stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove scritte” (comma 11 art.11) .
“Per l’alunna o l’alunno la cui certificazione di disturbo specifico di apprendimento preveda la dispensa dalla prova scritta di lingua straniera, in sede di esame, la sottocommissione stabilisce contenuti della prova orale sostitutiva della prova scritta di lingua straniera” (comma 12 art.11). La dispensa dalla prova scritta deve risultare dalla certificazione di DSA, lo stesso principio è espresso nell’art.6 del D.M. n.5669 del 2011. Il collegio dei docenti, stabilisce in tempo all’interno dei criteri e delle modalità da inserire nel Piano triennale dell’offerta formativa, anche quelli relativi alla valutazione generale degli alunni con DSA, comprendenti le fattispecie della dispensa dalla prova scritta di lingua straniera o dall esonero dell’insegnamento
lingue straniere. I consigli di classe possono definire sulla base delle specifiche situazioni soggettive le modalità proprie di svolgimento della prova orale. La documentazione prodotta sarà poi utilizzata dalle sottocommissioni in sede di esame per stabilire le modalità e i contenuti della prova orale sostitutiva appunto della prova scritta di lingua straniera. Le modalità fanno parte integrante delle disposizioni valutative assunte dai consigli di classe, sempre coerenti con quelle deliberate dal Collegio dei docenti, nella considerazione della specifica valutazione adottata nell’ambito del piano didattico personalizzato predisposto per il singolo alunno. Nel comma 12 dell’art.11 poiché si parla di dispensa dalla prova scritta di lingua straniera, per il primo ciclo ciò implica stabilire per quale lingua sia predisposta la dispensa giacché si studiano due lingue (lingua inglese e seconda lingua comunitaria). La certificazione dell’alunno diventa un riferimento ineludibile.
“In caso di particolare gravità del disturbo specifico di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunna o l’alunno, su richiesta della famiglia e conseguente approvazione del consiglio di classe, è esonerato dall’insegnamento delle lingue straniere e segue un percorso didattico personalizzato. In sede di esame di stato sostiene prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, con valore equivalente ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma” (comma 13 art.11) Nel suddetto comma si afferma che in caso di gravità del disturbo specifico di apprendimento o qualora tali disturbi specifici coesistano insieme nella stessa persona anche con altri disturbi di sviluppo o patologie, in presenza quindi di comorbilità, è possibile chiedere l’esonero dall’insegnamento delle lingue straniere. Tuttavia la norma impone determinate procedure per poter ottenere l’esonero dalle lingue straniere ovvero la gravità del disturbo deve risultare dal certificato diagnostico, la richiesta deve essere presentata dalla famiglia, il consiglio di classe deve approvarla e in ultimo l’alunna o l’alunno deve seguire un percorso didattico personalizzato. Lo stesso principio è espresso nell’art.6 del decreto 5669. All’esame di Stato gli alunni sostengono prove differenziate, predisposte sulla base del percorso svolto che hanno valore equivalente ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma. “Le alunne e gli alunni con DSA partecipano alle prove standardizzate di cui all’articolo 4 e 7. Per lo svolgimento delle suddette prove il consiglio di classe può disporre adeguati strumenti compensativi coerenti con il piano didattico personalizzato. Le alunne e gli alunni con DSA dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati dall’insegnamento della lingua straniera non sostengono la prova nazionale di lingua inglese di cui all’articolo 7” (comma 14 art.11). i Consigli di classe predisporranno la tipologia di strumenti compensativi che la scuola adotterà per le prove standardizzate opportunamente adattate alle specifiche situazioni soggettive e al piano didattico personalizzato predisposto. “Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami del primo ciclo e nelle tabelle affisse all’albo di istituto non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove” (comma 15 art.11). La stessa disposizione è contenuta nell’art.10 del DPR n.122 del 2009.
Adempimenti necessari delle indicazioni sulla valutazione degli alunni con DSA nel decreto 62 impone agli organi collegiali di rivedere anche i criteri e le modalità che andranno a confluire nel piano triennale dell’offerta formativa. Di conseguenza sarà necessario stabilire nelle sedi opportune (collegio dei docenti, consigli di classe e dipartimenti disciplinari): le modalità di valutazione che consentano agli alunni con DSA di dimostrare il livello di apprendimento conseguito; gli strumenti compensativi per i quali sarà consentito l’utilizzo i contenuti orali sostitutivi della prova scritta di lingua straniera in presenza di dispensa dalla prova scritta le attività che l’alunno svolgerà in caso di esonero dall’insegnamento delle lingue straniere, giacché la norma (comma 13 art.11) prevede che l’alunno segua un percorso didattico personalizzato. Una stessa linea di azione e la piena condivisione collegiale sono passaggi dovuti per evitare il rischio di contenziosi che il non rispetto delle nuove disposizioni potrebbe generare.
Funzione Strumentale DSA Prof.ssa Ida Palmieri
La scuola è come un ecosistema marino: c’è uno stretto legame fra tutti gli esseri viventi che la abitano e l’ambiente che li circonda. L’equilibrio fra tutte le componenti riesce a garantire la salvaguardia di tutto il sistema.”