e’ partito il nuovo test hpv in piemonte, più efficace per ... · dagli psicologi...
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E’ partito il nuovo test HPV in Piemonte, più efficace
per la prevenzione del tumore del collo dell’utero
novembre/dicembre 2014 Numero 6/2014
IN FORMA
Sommario:
E’ partito il nuovo test
HPV in Piemonte, più
efficace per la preven-
zione del tumore del
collo dell’utero
1/2
+ Benessere = efficien-
za delle prestazioni
3
Condividiamo con i
papà: Figli si nasce…
papà si diventa. Riser-
vato ai papà in attesa
4
Guidare… in sicurez-
za: Comportamenti
dinamici
5/7
L’ASL NO torna al
Salone Internazionale
della ricerca, innova-
zione e sicurezza ali-
mentare
8/9
Mangiare sano: aspetti
dietetici nutrizionali
dei grassi alimentari
10/12
Settimana Europea per
la sicurezza sul lavoro
2014
13
L’igiene vien mangian-
do. Consumo di carni
di selvaggina sul terri-
torio dell’ASL NO
Precauzioni igieniche
per il loro utilizzo
14/17
Mangiar bene per sen-
tirsi in forma
18
Proteggi te stesso e gli
altri. Vaccinati contro
l’influenza
19
Mindfulness, la medi-
tazione basata sulla
consapevolezza .Cos’è
come può aiutarci
20/21
Auguri di Natale 22/23
Un segno, una fede.
Appunti di storia delle
religioni. I.l Cristiane-
smo
25
Dicono di noi… 27
Le ASL di Novara, VCO, Vercelli,
Biella, Asti ed Alessandria dal 24
novembre p.v. partiranno con il
nuovo test HPV.
Prevenzione Serena ha iniziato lo
screening del tumore del collo
dell’utero con il test HPV in Pie-
monte come test primario al posto
del classico pap test. Dopo la spe-
rimentazione nel Dipartimento di
screening dei tumori di Torino, il nuovo test viene esteso al territorio regionale.
Il Piemonte è tra le prime Regioni italiane ad adottare il nuovo test, ma tutte dovran-
no adeguarsi entro il 2018 secondo nuovo Piano Nazionale Prevenzione del Ministe-
ro della Sanità.
Il test serve a rilevare l’eventuale presenza del virus HPV, ad alto rischio per lo svi-
luppo del tumore del collo dell’utero.
Lo screening con test HPV è ancora più efficace del pap test nella prevenzione
di tali tumori, infatti, permette di ridurre del 60% - 70% la comparsa dei tumo-
ri invasivi del collo dell’utero rispetto allo screening con pap test. Ciò ha dimo-
strato uno studio pubblicato sulla rivista internazionale The Lancet, con il titolo Effi-
cacy of HPV-based Screening for Preventing invasive Cervical Cancer: follow-up of
European randomised controlled trials, che ha valutato su larga scala nei programmi
di screening organizzati in Europa, l’effetto di quello basato sul test HPV rispetto a
quello basato sul pap test. Dopo lo studio, condotto dal dottor Ronco del CPO Pie-
monte, il test HPV è stato certificato dalla Food and Drug Administration degli USA.
Il test HPV verrà usato per le donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni. La
maggiore sensibilità del nuovo test consente di allungare il tempo di protezione
dopo un test negativo, che passa a 5 anni.
Nelle donne più giovani in età da screening
(25-29 anni) il test HPV rileva, in un numero
consistente, una presenza del virus che nella
maggior parte dei casi tende scomparire
spontaneamente, con un elevato rischio di
esami e trattamenti inutili. Le donne di età
inferiore ai 30 anni continueranno a fare il
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pap test ogni 3 anni [lo screening dei tumori del collo dell’utero non è indicato prima dei 25
anni di età].
Il programma di screening ha dimostrato di fornire una protezione molto elevata anche con il
pap test. I
l rischio di tumore invasivo del collo dell’utero è ridotto dell’80% nelle aderenti all’invito ri-
spetto a quelle che non aderiscono. Per avere questa protezione è necessario effettuare gli esa-
mi agli intervalli previsti (5 dopo un HPV negativo e 3 dopo un pap test negativo). Effettuare
gli esami con maggiore frequenza, dopo un esame negativo, non aumenta la protezione.
Ogni anno attraverso lo screening vengono individuate circa 450 lesioni pre-invasive. Nella
maggioranza di questi casi il trattamento è molto limitato (distruzione o piccola asportazione
della lesione, spesso addirittura ambulatoriale) senza danni per la possibilità di future gravi-
danze.
Il passaggio al test HPV
avverrà in modo progressi-
vo e si completerà nell’arco
di cinque anni. Nei prossimi
5 anni, quindi, il program-
ma di screening inviterà
sempre meno donne a fare
il pap test e sempre più don-
ne a fare il test HPV. Per
ragioni di equità, verrà uti-
lizzato un criterio casuale di
invito per suddividere le
donne tra chi farà il test
HPV subito e chi lo farà
all’invito successivo.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile inviare un’email all’indirizzo
Comitato di Redazione: Anna Rita Audone Carmen Gatti Alberto Martinetti Alessandra Mondini Laurita Tanzi Hanno collaborato a questo numero: Alberto Anselmi Davide Bordonaro Antonio D’Amelio Carmen Gatti Flavia Milan Debora Stramba Donatella Vaghi
Periodico di informazione e formazione sanitaria dell’ASL NO (Novara) Direttore Editoriale: Emilio Iodice Arabella Fontana Simonetta Rizzolio Direttore Responsabile: Elena Vallana Coordinatori Comitato di Redazione: Davide Bordonaro Maurizio Robberto
Redazione: Ufficio Stampa ASL NO Via Dei Mille, 2—28100 Novara Tel. 0321 374521 Fax 0321 374546 Email: [email protected]
Registrazione Tribunale di Novara: Aut. n. 31/97 del 26/07/1997
Sito internet: www.asl.novara.it
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E.V.—L’ASL NO si prende cura della salute, non solo dei cittadini, ma anche
dei suoi dipendenti: è questa la motivazione all’origine del corso di tai chi
organizzato dall’Azienda.
Il corso voluto dalla Direzione Generale dell’ASL e organizzato dalla Struttu-
ra Qualità – settore Formazione (dott.ssa Daniela Costa) , è effettuato fuori
orario di servizio e si articola su due sedi: Borgomanero e Novara per consen-
tire agli iscritti (circa 200) in servizio nelle diverse sedi aziendali di poter par-
tecipare e muoversi in spazi adeguati. La mission dell’Azienda sanitaria è cre-
are salute prendendosi cura delle persone; nel perseguire questo obiettivo di-
venta importante prendersi cura anche delle “proprie persone”, infatti, lo stato
di salute degli operatori sanitari e dell’organizzazione è strettamente correlato a quello dei cittadini/utenti.
L’Azienda ha proposto tale corso per promuovere il benessere psico-fisico in ambiente lavorativo
[D.Lgs. 81/2008] in linea con quanto richiamato dalla Determina Dirigenziale della Regione Piemonte n. 378
del 23/04/2014. Le lezioni sono gestite da due operatori esperti qualificati in tale disciplina [dott. Damiano
Mones e dott.ssa Renata Brigatti].
Quando l’organizzazione si prende cura e valorizza il proprio personale, si ha un conseguente miglioramento
della qualità delle prestazioni erogate.
Lo “stare bene al lavoro” è di fondamentale importanza sia per il singolo operatore, sia per l’organizzazione:
dal punto di vista del lavoratore: la persona trascorre gran parte del proprio tempo sul luogo di lavoro
che necessariamente si riflette sulla sua qualità di vita;
dal punto di vista dell’organizzazione: condizioni di scarso benessere organizzativo determinano feno-
meni quali: diminuzione della produttività, assenteismo, scarsi livelli di motivazione, ridotta disponibi-
lità al lavoro, carenza di fiducia, mancanza di impegno, aumento di reclami e lamentele dai cittadini-
utenti, diminuzione della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate.
Il Tai Chi è un'antica arte tradizionale cinese che, implica una serie di movimenti eseguiti in un modo lento e
mirato e accompagnati da respirazione profonda per rilassare e fortificare nel rispetto del binomio corpo/
mente. Tai chi, chiamato anche tai chi chuan, è un sistema di autoapprendimento dell’esercizio fisico dolce e
stretching. Ogni postura sfocia nel successivo senza pause, assicurando che il corpo sia in continuo movi-
mento. Tale disciplina è a basso impatto e pone il minimo stress sui muscoli e le articolazioni e apporta bene-
fici psico-fisici (diminuzione dello stress e ansia, aumento della capacità aerobica, maggiore energia e resi-
stenza, maggiore flessibilità, equilibrio e agilità, aumento della forza muscolare). Alcune evidenze indicano
che il Tai Chi può aiutare anche a migliorare la qualità del sonno e il sistema immunitario, a diminuire i li-
velli di colesterolo e la pressione sanguigna, apportare sollievo ai dolori articolari, a migliorare i sintomi di
insufficienza cardiaca congestizia e il benessere generale nelle persone.
+ Benessere = efficienza e qualità delle prestazioni
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E.V.— Ha preso il via nell’ASL NO un percorso di sensi-
bilizzazione alla condivisione delle responsabilità di cure
familiari riservato ai papà in attesa, promosso in collabora-
zione con la Regione Piemonte e il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
Tale iniziativa si integra “in parallelo” con i Corsi di Accompagnamento alla nascita (CAN) dei Consul-
tori Familiari dell’ASL NO e “Figli si nasce… papà si diventa”, riservato ai papà in attesa, condotto
dagli Psicologi dell’ambulatorio di Psicologia della Paternità per promuovere e valorizzare il ruolo del
padre e della paternità consapevole e responsabile.
Durante i vari corsi, viene distribuito materiale informativo, quale l’opuscolo delle Consigliere di Parità
“I nostri auguri tra opportunità e diritti”, il pieghevole della Regione Piemonte “Missione possibile”,
“Insieme ai papà” e verrà inoltre illustrata la normativa di riferimento.
Il progetto prevede lezioni frontali, esperienze pratiche guidate da esperti [Psicologi, Ostetriche e Assi-
stenti Sociali]; la costituzione di gruppi di riflessione e sensibilizzazione alla condivisione delle respon-
sabilità di cura familiari.
Gli incontri si tengono secondo calendari prestabiliti nelle sedi di Arona, Borgomanero, Galliate e No-
vara. La prima edizione di “Figli si nasce… papà si diventa” è partita il 16 ottobre p.v. a Novara in Vi-
ale Roma 7 presso la sede Consultoriale e si articolain 6 appuntamenti, al giovedì con cadenza quindici-
nale dalle 18.00 alle 20.00 per favorire l’equilibrio tra l’attività lavorativa e la vita privata della coppia.
I successivi incontri sono previsti, il 30 ottobre, il 13 e il 27 novembre, l’11 dicembre per concludersi il
18 dicembre p.v. Chi volesse iscriversi al corso, totalmente gratuito, può telefonare allo 0321 374112
oppure inviare un email all'indirizzo: [email protected]
Gli argomenti affrontati riguardano: elementi di igiene e puericultura (preparazione della casa, cambio
pannolino, fisiologia del neonato, bagnetto, posizione del neonato in culla), prevenzione degli incidenti
domestici, danni provocati dal fumo attivo e passivo; la fisiologia e la psicologia della gravidanza, del
parto e del puerperio; la legislazione a tutela dei genitori lavoratori.
Il tema della paternità consapevole e responsabile sarà affrontato singolarmente e in coppia per incorag-
giare il neo padre a sostenere la propria partner durante e dopo la gravidanza e per incentivarlo ad espri-
mere le proprie emozioni e condividendole come nucleo famigliare.
L’iniziativa, vuole essere uno strumento utile per chi intende intraprendere un percorso in grado di aiu-
tarlo a comprendere l'importanza della propria funzione e a valorizzarla – afferma Marinella Alber-
ganti - Responsabile del Progetto.
La figura paterna di oggi è molto diversa da quella delle generazio-
ni precedenti che consideravano la gravidanza e la nascita
un’esperienza esclusivamente femminile – dichiara Mauro Longoni
Psicologo - i “nuovi” papà desiderano manifestare apertamente i
propri desideri e le proprie emozioni e condividere il momento che
precede e segue la nascita del proprio figlio in una dimensione nuo-
va, individuale e di coppia.
Condividiamo con i papà: Figli si nasce...Papà si diventa.
Riservato ai papà in attesa
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Intervista ai piloti Antonio D’Amelio e Alberto Anselmi [nelle foto sotto]
E.V. Prosegue il secondo appuntamento per guidare in
sicurezza.
I mass media riportano quotidianamente episodi di inci-
denti gravi, spesso mortali, e ci si accorge che mettersi
alla guida di un veicolo non è sempre così facile e , so-
prattutto, dopo molti anni si dimenticano alcune regole
importanti
Sono con noi esperti del settore che affrontano le tema-
tiche relative alla guida in massima sicurezza: Antonio
D’Amelio e Alberto Anselmi,.
Quando un veicolo è fermo il peso grava sulle 4 ruote , in teoria n modo omogeneo, in realtà in modo
diverso sull’asse anteriore e su quello posteriore in funzione della posizione del motore e del cambio.
La distribuzione del peso a veicolo fermo si chiama “distribuzione del carico statico”.
Quando il veicolo è in movimento invece il carico varia in funzione dell’accelerazione o decelerazione
(l’oscillazione rispetto all’asse longitudinale si chiama beccheggio) o in funzione dell’accelerazione
laterale (il movimento laterale del veicolo si chiama rollio)
Essendo l’aderenza legata, oltre che al coefficiente di aderenza al peso del veicolo è facile intuire che in
accelerazione si avrà una diminuzione di aderenza sull’asse anteriore (ed aumento sull’asse posteriore)
mentre in curva si avrà un aumento dei carico e quindi dell’aderenza sulle ruote esterne (ruote di appog-
gio) . La perdita di aderenza delle ruote anteriori in curva si chiama sottosterzo, quello delle ruote poste-
riori si chiama sovrasterzo.
Guidare… in sicurezza: Comportamenti dinamici
Pagina 6
Trasferimento a carico longitudinale (BECCHEGGIO)
Peso totale vettura = 1.200 Kg.
Trazione anteriore
In accelerazione
diminuzione del carico anteriore =
minore impronta a terra del pneumatico sull’avantreno =
maggiore impronta a terra del pneumatico sul retrotreno =
tendenza al sottosterzo
Trasferimento a carico longitudinale (BECCHEGGIO)
Peso totale vettura = 1.200 Kg.
Trazione anteriore
In frenata
aumento del carico anteriore =
maggiore impronta a terra del pneumatico sull’avantreno =
minore impronta a terra del pneumatico sul retrotreno =
tendenza al sovrasterzo
IN FORMA
Numero 6/2014 Pagina 7
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In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione (16 ottobre - www.fao.org/world-food-day/
about/it/), anche per il 2014 la Società Umanitaria ha organizzato il Salone In-
ternazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare (giunta alla III
edizione), volendo dare il proprio contributo ad Expo2015, declinando i temi
che contraddistingueranno la grande manifestazione del prossimo anno
(“Energie per la vita” e “Nutrire il Pianeta”) attraverso tre giorni fitti di attività,
il 15, 16 e 17 ottobre.
In questi tre giorni la sede della Società Umanitaria di Milano (insieme alle sedi
di Napoli e Roma), si è trasformata in un osservato-
rio scientifico-divulgativo istituito per approfondire, con i principali prota-
gonisti nazionali e internazionali in ogni settore della filiera agroalimentare,
i temi culturali, sanitari, educativi e sociali del cibo. Una serie di eventi anche
in contemporanea, che si sono svolti nelle diverse sale dello storico comples-
so, come la sala degli affreschi, sede del convegno Food packaging: sicurezza
e riduzione dello spreco di alimenti.
Dal contrasto alle agro-mafie alla tracciabilità dei prodotti; dalla lotta allo
spreco alimentare, alla individuazione di nuove risorse alternative per nutrire il pianeta; dalla coope-
razione per lo sviluppo alle nuove frontiere della scienza, tanto per citare alcuni argomenti trattati, durante
una tre giorni di convegni, seminari, conferenze, workshop e laboratori didattici per le scuole, per dif-
fondere a tutti i livelli la cultura del “food safety” e del “food security”,
nelle scuole, nelle famiglie, tra i consumatori. “Grazie al contributo di
alcuni dei più autorevoli enti ed istituti di ricerca – spiega Andrea Masca-
retti, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Salone – questa ma-
nifestazione è diventata ormai un riferimento per gli operatori del settore,
ma soprattutto, rappresenta un momento importante di confronto aperto,
su etica e sicurezza alimentare, tra i mondi dell’impresa, della ricerca,
dell’università, delle istituzioni e dell’informazione; da questo lavoro pos-
sono nascere proposte innovative e condivisibili riguardo ai futuri consumi e alle future produzioni ali-
mentari, affinché i decision maker compiano scelte sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, eco-
nomico, culturale e religioso”.
Il punto nodale del Salone (oltre alla ricerca) resta quello della divulgazione e dell’educazione: tutti,
dall’agricoltore/allevatore fino al consumatore, quando compiono le loro scelte alimentari, di produzione e
consumo, devono considerare la salute e la dignità di ogni uomo (in Europa come nel Terzo Mondo), nel
rispetto di ogni vita animale e nella salvaguardia di ogni habitat naturale. Insomma, il binomio del futuro,
la parola d’ordine, deve essere “cibo eticosostenibile”, oppure - come ha detto
recentemente il guru Jeremy Rifkin - “economia della condivisione”.
Come già nel 2013, anche per l’evento del 2014 il dottor Davide Bordonaro del
Servizio d’Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) dell’ASL NO di
Novara, è stato invitato a partecipare al salone internazione, relazionando ad un
L’ASL NO torna al Salone Internazionale della ricerca,
innovazione e sicurezza alimentare Milano, 15, 16 e 17 ottobre 2014 Informazioni www.salonecibosicuro.it
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convegno dal titolo Food packaging: sicurezza e riduzio-
ne dello spreco di alimenti, a cura dell’Istituto Italiano
Imballaggio (www.istitutoimballaggio.it ), moderato dal
dott. Roberto La Pira direttore de “Il Fatto Alimenta-
re” (www.ilfattoalimentare.it) e che ha previsto la rela-
zione della dott.ssa Maria Rosaria Milana dell’Istituto
Superiore di Sanità (team leader gruppo Materiali ed Og-
getti destinati al Contatto Alimentare – ISS - Nuove Line-
e guida per la documentazione di supporto alle dichiara-
zioni di conformità MOCA), del dott. Ambrogio Pagani
(Servizio Veterinario ASL Toscana 2), del
prof.Piergiovanni (Università di Milano - Il ruolo dell'innovazione di packaging nella riduzione delle perdi-
te e degli sprechi alimentari), del prof. Luca Falasconi (Università di Bologna - Lo spreco domestico e la
percezione dei consumatori sul ruolo del packaging).
Il dott. Davide Bordonaro ha fornito il proprio contributo relativo all’organizzazione dei controlli effettuati
presso le imprese che producono, commercializzano ed importano mate-
riali ed oggetti destinati al contatto alimentare, ma anche presso “gli uti-
lizzatori”, riconducibili quindi alle imprese alimentari che seguono tutta
la filiera alimentare, dall’agricoltore al ristoratore/distributore o produt-
tore, sino al fruttivendolo sotto casa. Sono quindi stati forniti alcuni dati
relativi ai controlli ed esiti effettuati in Italia, Piemonte e nel Novarese,
l’organizzazione ed i sistemi di autoverifica/di audit a cui anche i con-
trollori sono soggetti dall’Europa, dal Ministero, dalla Regione e dal Di-
partimento di Prevenzione nonché agli obblighi formativi ed alla forma-
zione ed informazione che, con una buona gestione delle risorse, si riesce ad erogare.
Particolare attenzione è stata quindi dedicata al titolo del convegno (Food packaging: sicurezza e riduzione
dello spreco di alimenti) con riferimento alla necessità di potenziare le compe-
tenze su tematiche innovative quali i materiali attivi o intelligenti e la plastica
riciclata, su tecnologie e normative in costante evoluzione e quindi
sull’impatto e l’utilità nell’attività di controllo delle nuove linee guida CAST
redatte in coordinamento dall’ISS assieme agli esperti di 28 associazioni di
categoria.
Il Salone Internazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare,
anche quest’anno, è stato organizzato sotto l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica con il Patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Expo Milano 2015, FAO, World Food Programme, Commissione Europea, EFSA, Ministero degli Affari
Esteri, Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Ministero della Salute, Padiglione
Italia, Unioncamere Lombardia Con il Patronato di Regione Lombardia ed il Patrocinio delle Regioni A-
bruzzo, Basilicata, Calabria, Campania Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria e dei Comuni di
Milano, Napoli, Roma.
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Intervista alla dott.ssa Flavia Milan – Dirigente Medico Responsabile della Struttura Semplice Igiene del-
la Nutrizione della Struttura Complessa Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’ASL NO
Le persone sono sempre più attente a ciò che mangiano, alla salubrità, sicurezza,
qualità e caratteristiche degli alimenti che acquistano, per evitare cibi per i quali
sono intolleranti o allergici, con elevati valori nutrizionali e dietetici o qualitativa-
mente inferiori.
È evidente che ci sia più consapevolezza e attenzione da parte dei consumatori e
degli addetti ai lavori dell’importanza degli ingredienti utilizzati per i cibi.
Leggiamo sulle confezioni le indicazioni circa un determinato tipo di ingrediente
che rappresenta un’alternaItva nella scelta di questo alimento rispetto ad altri con ingredienti simili…come
ad esempio, nei biscotti, la scritta “senza grassi idrogenati”, o “- 50% in meno di grassi saturi”.
Sentiamo spesso parlare di grassi e vediamo come ve ne siamo di diverse tipologie, con caratteristiche ed
aspetti dietetici nutrizionali differenti.
Dottoressa, cosa si intende per “grassi saturi”?
Con il termine “grassi saturi” si indicano normalmente grassi di origine animale, ma fanno parte di questa
categoria anche grassi di origine tropicale, entrati prepotentemente negli usi comuni, quali l’olio di palma e
di cocco .
Perché viene prestata particolare attenzione a questo tipo di grassi?
I grassi saturi vengono visti con sospetto in quanto aterogeni, cioè in grado di peggiorare il profilo lipidico,
ovvero facilitano la formazione di depositi di grasso sulle arterie, placche che ne riducono il diametro e
rallentano o bloccano circolazione del sangue, anche se con una certa variabilità; il peggiore parrebbe
l’olio di palma, seguito dal cocco, dal lardo e in ultimo dal burro.
Perché proprio l’olio di palma?
E’ innegabile che l’olio di palma venga attualmente visto con sospetto e in qualche caso addirittura demo-
nizzato.
L’olio di palma, come si legge anche su siti su cui sono stati fatti approfondimenti
(www.ilfattoalimentare.it) è diffuso e vantaggioso per l’industria alimentare, per la versatilità e, soprattut-
to, per i ridotti costi.
Dove lo possiamo trovare?
Sono moltissimi i prodotti confezionati che lo contengono: prodotti da forno, biscotti, merendine e creme
spalmabili.
Rimane però da chiarire quale sia il suo valore nutrizionale e quali effetti
abbia sulla nostra salute. Si tratta di un tema complesso e ancora oggetto di
ricerca, anche se alcune indicazioni sembrano rassicuranti. Come spesso
accade, il punto critico è la quantità: un consumo occasionale non compor-
ta danni, mentre assumere ogni giorno, anche più volte al giorno, prodotti
che hanno tra gli ingredienti olio di palma potrebbe rappresentare un ri-
schio per la salute di cuore e arterie. Esattamente come mangiare troppo burro.
Mangiare sano: aspetti dietetici nutrizionali dei grassi alimentari
“Per attirare l'attenzione del lettore,
inserire qui una citazione o una frase
tratta dal testo.”
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Quali sono le conseguenze sulla nostra salute?
Sulle conseguenze per la salute dell’olio di palma c’è una certa confusione.
Da un lato, c’è chi tende a considerarlo un vero veleno per l’elevato contenuto di acidi grassi saturi
(circa il 50% del totale), considerati poco salutari perché tendono a far alzare i livelli di colesterolo
“cattivo” nel sangue.
Dall’altro, c’è chi lo considera molto positivamente per l’elevato contenuto di
precursori delle vitamine A ed E e di sostanze antiossidanti.
In questo caso parte della confusione deriva dal fatto che non sempre è chiaro
di quale olio di palma si tratti: se del prodotto integrale o di quello raffinato.
L’alto contenuto di vitamine e sostanze antiossidanti vale soltanto per l’olio di
palma integrale, che si presenta come un liquido dal colore rosso brillante e
che è utilizzato soprattutto nei paesi produttori, ma non dall’industria alimentare.
Una volta raffinato, infatti, l’olio di palma perde quasi completamente queste sostanze benefiche.
La componente grassa dell’olio di palma è costituita per il 50% da acidi grassi saturi (in particolare
acido palmitico) e per il 50% da acidi grassi insaturi: soprattutto acido oleico (monoinsaturo), seguito
da acido linoleico (polinsaturo). Il tenore di grassi saturi rende l’olio di palma così interessante per
l’industria, perché è ciò che gli conferisce una certa solidità a temperatura ambiente e, nello stesso
tempo, lo avvicina come composizione al burro che contiene poco più del 50% di acidi grassi saturi.
Questo giustifica il motivo per cui, dal punto di vista nutrizionale, il grasso di palma viene spesso para-
gonato al burro.
Gli acidi grassi quali rischi provocano per il nostro organismo?
Gli acidi grassi saturi sono ritenuti ampiamente coinvolti nel rischio cardiovascolare.
In realtà, però, le cose sono un po’ più sfumate di così, soprattutto per quanto riguarda l’olio di palma.
Gli studi clinici e nutrizionali sull’olio di palma sono numerosissimi ma danno spesso risultati contro-
versi e contraddittori, perché l’olio utilizzato per lo studio non sempre è lo stesso - integrale, raffinato,
frazionato – per cui si corre il rischio di confrontare situazioni che in realtà non sono confrontabili.
Acidi grassi diversi hanno effetti differenti sulla nostra fisiologia e sulla salute.
I grassi saturi incrementano la frazione LDL delle lipoproteine (la più coinvolta nella formazione delle
placche di grasso sulle arterie) che trasportano i grassi: in incremento dell’1% del consumo di grassi
saturi comporta un incremento del 2,7% del colesterolo nel sangue.
Tra i grassi saturi i più ipercolesterolemizzanti , e di conseguenza i più aterogeni, sono l’acido laurico,
il miristico e il palmitico.
Questi effetti dipendono anche dal modo in cui sono organizzati gli acidi grassi sulle molecole di gras-
so e dall’equilibrio generale tra grassi saturi e grassi insaturi nella dieta. Se questo equilibrio è adegua-
to, sembra che gli acidi grassi polinsaturi possano compensare l’effetto negativo di quelli saturi.
La maggioranza degli studi presi in considerazione non sembra infatti suggerire che l’acido palmitico
favorisca l’insorgenza di malattie cardiovascolari, soprattutto se si prendono in considerazione persone
con bassi livelli di colesterolo e un’assunzione adeguata di acidi grassi polinsaturi. Non ci sono inoltre
al momento prove scientifiche di un eventuale coinvolgimento degli acidi grassi del palma
nell’insorgenza di cancro.
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Un vero e proprio pericolo…
Il vero pericolo per la salute di cuore e arterie è costituito dagli acidi grassi cosiddetti trans, che si formano
durante un processo industriale che serve a solidificare gli oli vegetali (idrogenazione). Poiché l’olio palma è
per natura in forma semisolida e può essere facilmente frazionato, separando la parte liquida da quella solida,
non viene in genere sottoposto a questo processo.
In conclusione
Riassumendo: come il burro e gli altri oli vegetali, l’olio di palma è sicuramente meglio degli acidi grassi
trans (e in effetti la maggior parte delle aziende alimentare ha eliminato il ricorso a grassi idrogenati) e sem-
bra non essere peggiore del burro.
Non va dimenticato però che nell’olio di palma ci potrebbero essere residui di pesticidi utilizzati per la col-
tivazione, che potrebbero dare un effetto accumulo, critico soprattutto per i bambini.
Va inoltre tenuto presente il rischio di lavorazioni industriali che possono alterare il grado di pericolosità
dell’olio di palma a causa di un particolare processo detto “interesterificazione”.
Si tratta di un processo chimico che permette di ridistribuire e riorganizzare le molecole di acidi grassi degli
oli vegetali per influenzarne le proprietà fisico-chimico.
Non ci sono ancora però risultati definitivi sull’argomento, ma alcuni studi preliminari suggeriscono che
l’olio di palma interesterificato possa avere effetti negativi sul metabolismo dei grassi e di conseguenza sul-
la salute di cuore e arterie.
Come può tutelarsi il consumatore?
Il problema si pone perché non è richiesto (né lo sarà con l’entrata in vigore
della nuova normativa europea, il 13 dicembre 2014) di indicare in etichetta
la presenza di grassi interesterificati. In ogni caso, si deve tenere presente
che la parziale riabilitazione dei grassi, palma compreso, si riferisce a situa-
zioni di equilibrio nutrizionale.
Il messaggio non deve essere frainteso: non c’è ragione per demonizzare
l’olio di palma, come non c’è ragione per demonizzare il burro. Un po’ di olio di palma o un po’ di burro o
latticini non fanno alcun danno se assunti nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata.
Quali suggerimenti possiamo dare ai consumatori?
Le Linee guida per una sana alimentazione dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione) non “vietano” i grassi, ma ne consigliano un consumo moderato.
In un’alimentazione corretta, dovrebbero apportare dal 20 al 35% al massimo della quota calorica giornaliera
e dovrebbero essere variamente distribuiti tra saturi (non più del 7-10% delle calorie totali), monoinsaturi
(fino al 20%) e polinsaturi (circa il 7%).
Il problema è “quanto” ne assumiamo, soprattutto quantità e in particolar modo il fatto che spesso assumia-
mo olio di palma in modo inconsapevole.
In una giornata, le occasioni per consumarlo sono tantissime: olio di pal-
ma lo troviamo come ingrediente nei cereali per la prima colazione, nei bi-
scotti confezionati, nel pane da toast, nei gelati industriale e nelle creme spal-
mabili, alimenti che si possono consumare in più occasioni nel corso di una
giornata.
Invece il consumo di prodotti con olio di palma dovrebbe essere limitato al
massimo a una volta al giorno e se possibile non tutti i giorni.
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E.V.—Dal 20 al 24 ottobre p.v., nell’ambito della settimana europea per la sicurezza sul lavoro 2014, si è
tenuta per il terzo anno consecutivo, l’evento “Promuoviamo la cultura della tutela della salute e sicurezza
negli ambienti di lavoro: un percorso per conoscere chi fa prevenzione nel territorio novarese”, il cui slogan
è “Non giocare con la tua vita o con quella degli altri: dai peso alla prevenzione”, promosso dallo Spre-
SAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di Lavoro) dell’ASL NO, in collaborazione con Enti
e Associazioni che si occupano di sicurezza sul lavoro, per sensibilizzare e supportare la scuola, le aziende, i
lavoratori, gli addetti aziendali.
L’evento, si è articolato su cinque giornate e si è aperto con la mostra [organizzata in collaborazione con
ANMIL- sezione di Novara e INAIL Novara], dedicata a enti e scuole della provincia di Novara, allestita
presso il quadriportico e aula magna dell’Azienda Ospedaliero Universitaria“Maggiore della Carità” di No-
vara.
Testimonial dell’evento è stata la squadra di pallavolo femminile di Novara
“Igor Gorgonzola Volley” per sottolineare il concetto che “la prevenzione nel
mondo del lavoro è un gioco di squadra”.
Tema centrale della mostra è la prevenzione nel mondo del lavoro trattato, sia
attraverso la conoscenza diretta degli enti che si occupano attivamente della
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sia attraverso la presentazio-
ne dei progetti realizzati dalle scuole.
Per sottolineare l’importanza della scuola nel promuovere la tutela della salute
e favorire la conoscenza e lo scambio di progetti e buone pratiche, anche
quest’anno, è stato bandito un concorso aperto alle scuole di ogni ordine e gra-
do, che comporta sia la partecipazione alla mostra e seminari, sia la presenta-
zione di progetti specifici.
I progetti selezionati e i relativi elaborati sono stati esposti alla mostra e le scuole vincitrici sono state pre-
miate con corsi di primo soccorso, attuati dallo SPRESAL.
La settimana si è aperta e conclusa con due convegni dedicati al ruolo del Medico Competente nella tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori.
Inoltre per consolidare e rendere effettiva la collaborazione
tra SPRESAL e enti e associazioni del territorio novarese
sono stati organizzati i seguenti convegni:
Solo con l’azione congiunta di tutti è possibile effettu-
are una efficace prevenzione degli infortuni e malattie
professionali: la prevenzione deve diventare uno stile di
vita.
[La locandina dell’evento sopra e i partecipanti alla conferenza
stampa di presentazione dell’evento presso la Prefettura]
Settimana Europea per la sicurezza sul lavoro 2014 PROMUOVIAMO LA CULTURA DELLA TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NE-
GLI AMBIENTI DI LAVORO: UN PERCORSO PER CONOSCERE CHI FA PREVENZIO-
NE NEL TERRITORIO NOVARESE
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Intervista alla dott.ssa Donatella Vaghi – Veterinario Dirigente Servizio Igiene e Assistenza Veterinaria – Area Igiene
degli Alimenti di origine animale- SIAV area B
Con l’apertura della stagione di caccia aumenta anche , il consumo di carne di selvag-
gina.
La carne di selvaggina rappresenta un’utile integrazione alimentare alla dieta di tutti i
giorni che può dare spunto alla preparazione di specialità gastronomiche di pregio.
La selvaggina presente sul territorio della provincia di Novara si può distinguere in
selvaggina da pelo (ungulati selvatici quali cinghiali, daini, caprioli, cervi), lagomorfi
(lepri e conigli) e selvaggina da penna (fagiani, quaglie, starne, pernici, beccacce,
anatre ecc).
Al palato la carne di selvaggina appare più saporita…
Le carni di animali selvatici sono in genere molto più saporite e magre di quelle degli animali d’allevamento. La
base alimentare degli animali selvatici è costituita da vegetali, frutta, semi e tuberi che viene reperita sul territo-
rio, ricchi di fibra e relativamente poco energetici rispetto alle razioni alimentari somministrate agli animali che
vivono in cattività.
Inoltre la disponibilità di alimento in natura è discontinua per cui gli animali selvati-
ci subiscono periodi di forte restrizione alimentare per l’alternarsi delle stagioni e le
accresciute necessità energetiche dei periodi di riproduzione e di allevamento della
prole.
L’animale selvatico inoltre esercita i muscoli per necessità vitali quali la ricerca del
cibo, la fuga dai pericoli e la protezione della prole, per cui le carni derivanti dai loro muscoli sono molto sode e
ben irrorate dal sangue, per queste ragioni anche molto saporite una volta cucinate.
Il consumatore come può tutelarsi quando si appresta a mangiare un piatto cuci-
nato in casa?
La cacciagione catturata e consumata nell’ambito della propria famiglia non è sogget-
ta ad alcun controllo sanitario obbligatorio per legge e può essere lavorata presso le
abitazioni private.
Possono essere comunque adottate delle misure precauzionali?
Nel preparare un piatto di carne di selvaggina occorre seguire alcune precauzioni per
il fatto che gli animali cresciuti in libertà vivono e si alimentano spontaneamente nel
proprio habitat senza il controllo dell’uomo.
E’ importante sempre informarsi sull’origine dei capi selvatici cacciati.
Il cacciatore dovrebbe conoscere le condizioni ambientali della zona di caccia, evitando di catturare animali
vissuti in zone dove esistono fonti inquinanti come discariche o stoccaggi di rifiuti industriali a cui gli animali
possono accedere per alimentarsi o in territori dove si siano verificati eventi che possano contaminare la sel-
vaggina, come emissioni in atmosfera, sulla vegetazione e nelle acque.
Inoltre chi utilizza le carni dovrebbe sincerarsi che il cacciatore abbia applicato precauzioni igieniche nel tra-
sporto degli animali dalla zona di caccia all’abitazione ed eventualmente abbia applicato un sistema di refrigera-
zione se la stagione è calda.
L’igiene vien mangiando. Consumo di carni di selvaggina sul territorio dell’ASL di Novara. Precauzioni
igieniche per il loro utilizzo
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In primis, di cosa bisogna tener conto?
Per tutti gli animali abbattuti a scopo alimentare è fondamentale favorire al più presto la fuoriuscita del san-
gue dal corpo degli animali con la recisione dei grossi vasi del collo e se possibile con la sospensione in verti-
cale della carcassa. Inoltre una precoce eviscerazione degli animali, con eliminazione almeno di stomaco e
intestino evita che i batteri contenuti in questi organi possano contaminare le carni durante il trasferimento
delle carcasse.
Dottoressa, ha parlato di trasporto in condizioni “ideali”, cosa significa?
Il trasporto va effettuato adagiando o ancora meglio sospendendo in contenitori lavabili e disinfettabili le spo-
glie degli animali, evitando eventuali fuoriuscite di liquidi ed isolandole da eventuali altri oggetti, materiali o
addirittura animali come i cani da caccia, presenti sui mezzi. Non è consigliabile avvolgere la selvaggina in
film plastici o in teli di dubbia pulizia; i primi favoriscono la crescita di germi, il riscaldamento delle carni e lo
sprigionarsi di odori poco gradevoli; gli altri possono inquinare le carni attraverso le brecce aperte dai proietti-
li e dalla eviscerazione sul corpo dell’animale.
Quanto incide il tempo di percorrenza dalla zona di caccia alla propria abitazione?
Naturalmente il tempo intercorso tra abbattimento e refrigerazione delle carni è un elemento fondamentale per
garantire la salubrità delle carni.
La stagione calda e la difficoltà di recupero delle spoglie dell’animale, per farle giungere fino ad un frigorife-
ro efficiente, possono condizionare la possibilità di utilizzare per l’alimentazione umana la selvaggina abbat-
tuta. Se le carni si presentano con colori scuri violacei o verdastri, odori sgradevoli, superfici patinose e grasso
ossidato vanno assolutamente scartate e non utilizzate per preparare alimenti.
Altre misure?
Un’altra precauzione è la rimozione dei corpi estranei presenti nelle carni costituiti da pallini o proiettili utiliz-
zati per la cattura degli animali. E’ necessario infatti che chi si occupa di scuoiare o spiumare la selvaggina
proceda con cautela in questa operazione ricercando tutti i proiettili presenti nelle carni togliendoli con larga
base di escissione, cioè eliminando anche una buona parte dell’area circostante i proiettili.
Il proiettile rilascia piccole quantità di metalli pesanti che a lungo andare risultano nocivi alla salute e ciò co-
stituisce un corpo estraneo pericoloso per i denti e per l’apparato respiratorio e digerente, trascina al suo in-
gresso nel corpo dell’animale frammenti di pelo, germi, schegge d’osso e crea un’area scura con coaguli, con-
seguenza dell’evento traumatico sui tessuti.
Per quanto riguarda la preparazione del piatto?
L’utilizzo consigliato per qualsiasi carne di selvaggina, anche se ci si fida di chi l’ha cacciata e si è convinti
che siano state applicate tutte le cautele igieniche del caso, è la preparazioni di specialità culinarie a lunga cot-
tura.
In questo modo gli eventuali germi sviluppatisi nelle carni, che sono state trattate in ambienti ricchi di flora
batterica e trasportate e refrigerate con tecniche improvvisate, possano
essere sicuramente inattivati.
E’ assolutamente sconsigliato l’utilizzo delle carni di selvatici per con-
fezionare prodotti di salumeria crudi come salamini, salsicce, mocette,
prosciutti e bresaole. L’uso del sale e della stagionatura più o meno lun-
ga non garantisce l’inattivazione di alcuni germi e parassiti eventual-
mente presenti nelle carni.
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E’ assolutamente sconsigliato l’utilizzo delle carni di selvatici per confezionare prodotti di salumeria
crudi come salamini, salsicce, mocette, prosciutti e bresaole. L’uso del sale e della stagionatura più o
meno lunga non garantisce l’inattivazione di alcuni germi e parassiti eventualmente presenti nelle carni.
Possono essere presenti parassiti?
A proposito di parassiti vale la pena di ricordare che
i suini selvatici come i cinghiali possono essere vei-
colo di una parassitosi trasmissibile all’uomo: la
trichina.
La Trichinosi, malattia causata da un verme tondo
microscopico chiamato Trichinella Spiralis, si tra-
smette con l’ingestione di carni di cinghiale infesta-
te che veicolano il parassita a livello intestinale e da
lì, tramite il sistema circolatorio, si diffonde a tutta
la muscolatura di chi ha consumato le carni.
Oltre a problemi digestivi e malessere generale chi contrae la patologia presenta granulomi nei muscoli,
con sintomatologia più o meno grave in base agli organi colpiti.
Come è possibile prevenire tale contaminazione?
Il Servizio di Igiene e Assistenza Veterinaria, Area di Igiene Alimenti di origine animale dell’ASL di
Novara, effettua a favore dei cittadini che lo richiedono, un servizio di ricevimento e inoltro in laborato-
rio di campioni di carne di cinghiale, nonché di interpretazione e inoltro via posta elettronica dei referti
relativi alle analisi compiute.
Se il consumatore acquista un prodotto in macellerie o su-
permercati?
In tali esercizi la carne di selvaggina è quasi sempre confeziona- ta
sottovuoto, refrigerata o congelata.
Tali carni, lavorate in impianti autorizzati, sono identificate con
un bollo ovale recante lettere e numeri, la sigla CE e quella del
Paese di provenienza (IT per l’Italia) apposta sull’etichetta.
Questa identificazione garantisce al consumatore che le carni
sono state lavorate in un impianto dove sono applicati rigorosi
controlli da parte dei Veterinari pubblici e dove vengono garantiti elevati standard igienico-sanitari.
Quali consigli possiamo dare in conclusione?
Nel caso di selvaggina non cacciata personalmente, si consiglia l’approvvigionamento tramite circuiti
ufficiali della piccola e grande distribuzione, evitando commerci paralleli non sottoposti a verifiche sa-
nitarie ufficiali.
I veterinari dell’ASL sono comunque a disposizione dei cittadini per chiarimenti e informazioni relativi
alla sicurezza alimentare delle carni di selvaggina presso gli sportelli organizzati nelle sedi di Novara,
Arona e Borgomanero (gli orari previsti per l’accesso, consultabili anche dal sito dell’ASL NO
(www.asl.novara.it – Dipartimento di Prevenzione).
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C.G. .—Venerdì 10 ottobre u.s. si è tenuto a Borgolavezzaro nella “Sala
delle Colonne” il convegno dal titolo “Mangiar bene per sentirsi in for-
ma” organizzato dalle sezioni AVIS e AIDO in collaborazione con
L’ASL di Novara, nelle vesti di relatore la dott.ssa Patrizia Grossi,
[nella foto] Dirigente Medico del Servizio di Igiene e degli alimenti
della nutrizione (SIAN) dell’ASL NO.
Il SIAN si occupa della Sicurezza alimentare e dei controllo di igiene
della nutrizione, organizzando incontri con la popolazione e promuo-
vendo attività di vigilanza sulle mense scolastiche, mangiar bene è uno strumento di prevenzione che per-
mette di vivere più a lungo.
L’alimentazione squilibrata può portare ad un eccesso ponderale, uno dei principali fattori che sostengono
l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie
croniche e diabete) con una frequenza maggiore rispetto a chi non è in soprappeso.
Da indagini effettuate nelle scuole primarie è stato rilevato un aumento di bambini affetti da diabete.
Nelle scuole elementari di Borgolavezzaro dal 2006 è stato avviato il “contratto merenda” che consiste
nel distribuire ai bambini la frutta per due giorni la settimana da consumare durante l’intervallo.
La scuola può promuovere uno stile di vita sano, nel territorio dell’ASL NO sono state coinvolte nel pro-
getto “Okkio alla salute” 23 scuole nelle quali e stata riscontrato che hanno una mensa scolastica funzio-
nante.
La metà di queste ha partecipato ad iniziative di educazione nutrizionale distribuendo frutta o verdura o
yogurt come spuntino nel corso della giornata.
Si consiglia il consumo di frutta e verdura in almeno cinque
porzioni al giorno come protezione nei confronti di alcune
neoplasie (tumore al colon e alla prostata per l’uomo, tumore
alla mammella per le donne.
Un’altra corretta abitudine alimentare è fare una colazione
abbondante al mattino, infatti aiuta ad aumentare a concen-
trazione mentale e migliora la distribuzione calorica.
Patrizia Grossi ha illustrato, infine, la funzione della pirami-
de alimentare che consiste in un grafico concepito per invita-
re la popolazione a seguire i consigli dietetici proposti da un
organismo o una società qualificata in materia di salute. Gli
alimenti posti al vertice della piramide sono quelli che do-
vrebbero essere consumati in piccole quantità, di conseguen-
za, gli alimenti posti nella parte bassa sono quelli che bisogna
consumare con più frequenza e in maggiori quantità.
Alla base della piramide troviamo l’acqua associata all’attività fisica giornaliera, frutta e verdura grassi e
oli vegetali, cereali integrali, seguono noci semi e legumi pesce pollame e le uova, i latticini, le carni ros-
se, burro, sale e dolci sono collocati al vertice della piramide.
Mangiar bene per sentirsi in forma
Pagina 18 Titolo notiziario
Pagina 19 Numero 6/2014
Proteggi te stesso e gli altri. Vaccinati contro l’influenza
Pronti e via alla vaccinazione antinfluenza
E.V. Con l’arrivo della stagione invernale si ripropongono alcuni rischi per la nostra salute legati alla circola-
zione di microbi. Tra questi, i virus influenzali, in grado di provocare gravi complicanze, soprattutto nelle
persone più deboli. L'influenza ogni anno colpisce un rilevante numero di persone (l'anno scorso in Piemonte
si sono registrati circa 500.000 casi, soprattutto in bambini). Si manifesta come un'infezione respiratoria acu-
ta (con malessere generale, febbre oltre i 38° C, mal di gola, tosse, abbondanti secrezioni nasali) e può avere
conseguenze nei soggetti a rischio di complicazioni (soprattutto anziani e pazienti affetti da malattie croni-
che debilitanti e malati cronici). Essendo una malattia stagionale può anche provocare, al momento del picco
epidemico, l'intasamento dei servizi sanitari (visite mediche, accessi al pronto soccorso e ricoveri in ospeda-
le) e determinare un alto numero di assenze lavorative e scolastiche. Per questo è importante prevenire le
conseguenze più gravi dell'influenza, innanzitutto attraverso la vaccinazione che è il mezzo più efficace e
sicuro per prevenire la diffusione dell’influenza e le sue complicazioni.
La vaccinazione contro l'influenza è gratuita per le persone con più di 64 anni di età e per coloro che soffro-
no di malattie croniche ad alto rischio di complicazioni [malattie croniche dell’apparato circolatorio, respira-
torio; con malattie metaboliche (es. diabetici, persone affette da malattie renali e di tipo immunologico ecc);
malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta
da farmaci (pazienti oncologici) o da HIV; malattie infiammatorie croniche a livello intestinale; malattie per
le quali sono programmati importanti interventi chirurgici]. E’ inoltre garantita alle donne che sono nel
secondo/terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica di influenza; al personale di assistenza o
contatti familiari di soggetti ad alto rischio; alle persone addette ad attività lavorative di particolare interesse
collettivo (vigili del fuoco, polizia, insegnanti, ecc.); alle persone che per motivi di lavoro sono a contatto
con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. La vaccinazione
deve essere ripetuta tutti gli anni, in quanto i virus dell’influenza cambiano le loro caratteristiche antigeni-
che molto velocemente e, quindi, ogni anno cambia la composizione del vaccino che conferisce una protezio-
ne.
L’ASL NO promuove la campagna di vaccinazione antinfluenzale iniziata lunedì 3 novembre 2014_e con-
tinuerà fino alla fine di dicembre c.a. garantendo, soprattutto attraverso l’impegno dei Medici di Medicina
Generale (medici di famiglia), la somministrazione gratuita del vaccino ai soggetti a rischio.
I medici di medicina generale e i pediatri di famiglia del Piemonte sono a disposizione per fornire ai propri
pazienti tutte le raccomandazioni necessarie, consigliare la vaccinazione ai soggetti a rischio e informare
sull'organizzazione della campagna di vaccinazione 2014.
Per combattere l'influenza e il raffreddore è importante anche osservare uno stile di vita corretto,
ecco alcuni suggerimenti:
lavarsi molto frequentemente le mani con acqua e sapone;
coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti;
indossare abiti che permettono di trattenere il calore del corpo (cotone e la seta e, sopra, la lana);
fuori casa proteggersi, nelle giornate fredde e ventose, con sciarpe di lana o anche di seta,
vestirsi "a cipolla” (a strati), per liberarsi eventualmente di una parte degli abiti entrando in un luogo ri-
scaldato;
umidificare gli ambienti;
durante l'influenza occorre seguire una dieta liquida con spremute, succhi di frutta e verdura.
Pagina 20 Numero 6/2014
Mindfulness, la meditazione basata sulla consapevolezza.
Cos'é e come può aiutarci
A cura di Debora Stramba, Psicologa-psicoterapeuta del Dipartimento Salute Mentale - Asl NO
Nella vita di tutti i giorni siamo spesso vittime inconsapevoli di una mente distratta; siamo come prigionieri
di un “pilota automatico” che se da una parte ci consente di svolgere azioni senza particolare attenzione e
concentrazione, come quando leggiamo un libro o parcheggiamo l’auto o parliamo con qualcuno, dall’altra
ci fa smarrire la vera esperienza del momento presente e a lungo andare ci crea uno stato di disagio.
Continui pensieri ci distraggono. La nostra mente è in continuo rimuginio, tra il passato e il futuro. Pochis-
simo nel presente. Viviamo in un epoca di
“distrazione parziale continua”.
Possiamo dire di essere concentrati mentre parliamo
con un nostro famigliare e non stiamo più pensando
alle difficoltà lavorative della giornata o agli impegni
di domani, alle prossime cose da fare, alle mail da
leggere o ai messaggi sul telefonino? Spesso faccia-
mo tutto in contemporanea, ma la “modalità multita-
sking” di cui tanto si parla oggi a lungo andare risulta
dannosa per la nostra persona e il nostro cervello.
La tecnologia è molto seducente, ma tutta la società
sembra ormai vivere un deficit d’attenzione. Tutto contribuisce a distrarci.
Due pesci rossi, arrivando da direzioni opposte si incontrano e uno chiede all’altro: “Com’è l’acqua dalla
tua parte? L’acqua? Cos’è l’acqua?”
La mente consapevole o mindful è proprio l’opposto della mente distratta e automatica (mindless).
La mindfulness è quindi una modalità di essere attenti al presente attraverso una pratica di meditazione, è
un atteggiamento mentale che permette di vivere il presente liberandoci da schemi mentali dannosi per la
nostra persona.
E’ fermarsi ed essere presenti a se stessi, consapevoli di dove si trova la propria mente e il proprio corpo
momento dopo momento con un atteggiamento di accettazione non giudicante, non criticandoci se si prova-
no emozioni anche “spiacevoli”. Il modo in cui ci si relaziona alle sensazioni che proviamo fa una impor-
tante differenza nel grado di sofferenza che effettivamente percepiamo.
Nata da una pratica di meditazione buddista oggi la mindfulness non comporta alcuna scelta religiosa o filo-
sofica ma è altresì supportata da numerosi studi scientifici che attestano una significativa differenza nella
qualità della vita di persone che soffrono di disturbi da stress cronico e sue complicanze, dolori e malattie
conclamate; può avere un profondo effetto trasformativo
sulle persone migliorando la capacità di regolazione delle
emozioni e i consecutivi comportamenti, andando ad allena-
re direttamente il nostro cervello.
La meditazione insegna ad interrompere il flusso del pensie-
ro in costante lavoro e a sviluppare la consapevolezza di sé,
a premere il tasto “pausa” per recuperare il benessere psico-
logico e l’integrazione mente-corpo, passando dal fare
all’essere per alcuni momenti.
IN FORMA Pagina 21
La meditazione pare essere correlata altresì ad un incremento di attività della telomerasi, enzima respon-
sabile della salute e longevità delle nostre cellule.
L’allenamento alla consapevolezza allevierebbe sintomi fortemente correlati al livello di stress, come
dermatiti, psoriasi, fibromialgia e sindromi colon irritabile. Migliorerebbero inoltre tutte le attività che
richiedono concentrazione, come le prestazioni sportive.
Questa tecnica si sta sviluppando in numerosi settori, dal benessere fisico alla salute mentale, nonchè nei
luoghi di lavoro migliorando le capacità cognitive, attenzionali, memoria, l’umore, il livello di stress e
quindi le relazioni e le prestazioni lavorative.
Esistono inoltre numerose esperienze di pratica mindfulness con i bambini: esercizi di consapevolezza
del respiro, esercizi di consapevolezza corporea, esercizi di movi-
mento. Migliora la capacità attentiva e il funzionamento del sistema
esecutivo in generale. A scuola si dice sempre ai bambini di essere
attenti, ma non gli insegna come farlo!
Si parla sempre più spesso anche di alimentazione consapevole
(mindful eating), importante quando si affronta una dieta e/o uno
stile di vita più sano…
Lo sviluppo e la diffusione di questa potente tecnica si deve a Jon
Kabat-Zinn medico statunitense che negli anni ’70 ha sviluppato
presso l’University of Massachussetts Medical School, un programma basato sulla mindfulness e fondato
la Clinica per la riduzione dello Stress.
Come riportato a Firenze l’anno scorso - in occasione del convegno internazionale Mindfulness: vivere
consapevole - da Jon Kabat-Zinn , questa è “una metodologia che richiede sforzo e disciplina perché le
forze contrapposte – il nostro abituale automatismo e la scarsa attenzione – sono estremamente resisten-
ti. Coltivare la consapevolezza è difficile. Non farlo è più doloroso però.”
I risultati emergono nel tempo e con la costanza .La pratica anche di pochi minuti dovrebbe essere quoti-
diana. Possiamo incominciare prendendoci una pausa. Cosa sta accadendo? Cosa vedo? Cosa sento? Co-
sa provo? Dov’è la mia mente adesso? Riesco a percepire la mia respirazione?
La mindfulness è un “modo di essere”, di accettare le cose così come sono.
Il che non significa però rassegnazione, ma presenza attenta e non giudicante a quello che c’è.
E’ come risvegliarsi.
“Se la tua mente non è annebbiata da pensieri inutili,
questa è la migliore stagione della tua vita”
Wu-men
Numero 6/2014
Pagina 22 Numero 6/2014
Auguri di Natale
L’ASL NO invita tutti al tradizionale scambio degli
Auguri di Natale
Borgomanero, 22 dicembre 2014
IN FORMA Pagina 23 Numero 6/2014
ore 14.30
Ritrovo presso la Pediatria dell’Ospedale di Borgoma-
nero per la cerimonia di inaugurazione della nuova are-
a di degenza
ore 15.00
La festa prosegue presso l’Aula Magna
dell’Ospedale di Borgomanero:
“2014 un anno insieme”
Diciamo il nostro grazie
…alle Fondazioni, alle Associazioni e ai Privati che con
le loro donazioni contribuiscono alla realizzazione
di progetti per favorire la cura dei pazienti
…al personale dell’Azienda che ha dedicato la pro-
pria professionalità per la crescita dell’ASL
Conosciamo da vicino i Direttori di Struttura Complessa
di nuova nomina
Al termine scambio degli auguri di Natale
“Per attirare l'attenzione del lettore,
inserire qui una citazione o una frase
tratta dal testo.”
Pagina 24 Volume 1, Numero 1
Didascalia dell'imma-
gine o della fotografia
Didascalia dell'imma-gine o della fotografia
Un segno, una fede. Appunti di storia delle religioni
Il Cristianesimo
A.M.—La Croce Cristiana, simbolo della crocifissione di Gesù, rappresenta il
Suo amore per l’umanità che lo condusse a morire in espiazione dei peccati u-
mani.
La Croce vuota è il segno della sua resurrezione dai morti.
Il Cristianesimo fonda la sua dottrina sulle veritàLa Croce Cristiana, simbolo
della crocifissione di Gesù, rappresenta il Suo amore per l’umanità che lo con-
dusse a morire in espiazione dei peccati umani.
La Croce vuota è il segno della sua resurrezione dai morti.
Il Cristianesimo fonda la sua dottrina sulle verità rivelate da Gesù di Nazareth
ai suoi discepoli e agli apostoli, i quali ne consegnarono il messaggio agli uomi-
ni e rappresenta la continuazione, o meglio, il perfezionamento del Giudaismo.
Nato Ebreo, della stirpe di David, Gesù non fece che aggiungere alla dottrina dei padri ciò che mancava
alla sua perfezione, tanto è vero che la nuova concezione cristiana può riassumersi nella parola carità. Il
terribile Dio d’Israele, dal suo inaccessibile trono tra le nubi folgoranti, scende con il messaggio di Gesù
più vicino ai mortali, partecipando, nella Sua infinita misericordia, alle sofferenze e alle speranze degli uo-
mini.
Sappiamo che l’era attuale conta gli anni dalla nascita di Gesù e quindi è tra il 747 e il 749 dalla fondazio-
ne di Roma, durante il governo di Augusto e regnando in Giudea Erode il Grande, che Gesù (in ebraico
Yeshu, il Salvatore) nacque a Betlemme, distante una decina di chilometri da Gerusalemme.
I quattro Vangeli (dal greco euangelion, lieto messaggio) tutti risalenti al I secolo e gli Atti degli Apostoli,
che gli studiosi affermano essere i documenti più attendibili, ci forniscono i particolari essenziali della sua
vita.
Altro documento altrettanto importante è la cronaca dello storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale nelle sue
Antichità Giudaiche (scritte in greco) conferma tali fatti.
L’autenticità dei Vangeli è provata dalle molte e frequenti
citazioni che di essi hanno fatto gli scrittori contempora-
nei e quelli dei secoli immediatamente successivi e, seb-
bene alcuni ne confutarono il contenuto, nessuno mai ne
ha messo in dubbio il valore storico. Mentre per le altre
religioni spesso il mito si confonde con la storia, fino a
rendere leggendaria l’esistenza del fondatore, la figura di
Cristo è certa e documentata, essendo i testi pervenuti a
noi nella loro integrità sostanziale. Ciò che rafforza il va-
lore della testimonianza dei Vangeli è l’identità con la
quale viene descritta la figura del Maestro, che in ogni pagina appare come il prototipo della santità, della
dedizione completa alla volontà del Padre, del totale rifiuto della gloria terrena. A questa figura morale fa
riscontro una dottrina riassunta nella sua totalità nel Discorso della Montagna, al quale fanno da introdu-
zione le otto beatitudini, dove è sintetizzata la base di quella perfezione che deve radicarsi profondamente
Pagina 24 IN FORMA
Pagina 25 Numero 6/2014
nell’anima dell’uomo: “Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio: Dio dona loro i suo regno. Beati quelli che
sono nella tristezza: Dio li consolerà. Beati quelli che non sono violenti: Dio darà loro la terra promessa. Beati
quelli che hanno fame e sete di giustizia: Dio esaudirà i loro desideri. Beati quelli che hanno compassione degli
altri: Dio avrà compassione di loro. Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio. Beati quelli che dif-
fondono pace: Dio li accoglierà come suoi figli. Beati quelli che sono perseguitati perché fanno la volontà di Dio:
Dio dona loro il suo regno. Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono falsità e calunnie
contro di voi perché avete creduto in me. Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande
ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati. (Matteo 5, 3-12)
La Sua dottrina sopprime concessioni materiali e impone come primo dovere una carità che sorpassa le barriere
nazionali e razziali per divenire universale. Per gli Ebrei, Javhè (Dio) è il padrone dell’universo, paterno con il
suo popolo, vendicatore dei suoi nemici.
Per Gesù, invece, tutti gli uomini del mondo sono figli di un solo Padre e perciò fratelli fra loro. In questa conce-
zione sta il rinnovamento veramente originale e profondo del Cristianesimo il cui messaggio evangelico ha un
carattere spiccatamente universale e una dottrina della rinascita spirituale valida per tutti.
Gli insegnamenti del Figlio di Dio, riferendosi all’Uomo in genere e non soltanto al popolo giudaico, hanno reso
la dottrina della rinascita spirituale valida per tutti e verso la metà del I secolo la predicazione ebbe inizio in Ge-
rusalemme ad opera di Pietro, che da quella città passò poi ad Antiochia, dove per la prima volta i fedeli furono
chiamati Cristiani dai pagani, per poi approdare a Roma. Ritornò quindi a Gerusalemme per presiedere al primo
Concilio (raduno) degli apostoli. Per sfuggire alle persecuzioni, Pietro ritornò a Roma, dopo il 60 e qui, nel 67 o
68, subì il martirio e per questo motivo Roma divenne il centro della Cristianità e sede dei Papi, considerati i suoi
successori.
In principio l’insegnamento di Gesù attirò intorno a sé l’originario mondo ebraico e in seguito anche quello greco
-romano visto che il Vangelo rispondeva a pieno a quella naturale religiosità che costituisce uno dei fondamenta-
li bisogni dell’anima umana, anche se enormi difficoltà di ordine sociale e politico si frapponevano ad un suo
universale trionfo, visto che per i pagani Gesù non solo era Ebreo, ma era anche un condannato a morte per un
grave reato. Inoltre l’etica cristiana che esigeva una vita casta e pia e la carità fraterna anche verso i più umili si
contrapponeva decisamente al malcostume di un mondo corrotto e materialista.
All’inizio il Cristianesimo si affermò tra le popolazioni del Mediterraneo orientale ed è certo che ancor prima di
Traiano (53-117) era già ampiamente diffuso in Palestina, nella Siria, nell’Asia Minore, nella Macedonia, ad A-
lessandria d’Egitto, nella Dalmazia e in alcuni centri sulle coste dell’Italia centrale e meridionale. Alla fine del II
secolo il Cristianesimo contava seguaci in tutti il vasto Impero Romano dove, se adorare Giove Capitolino o la
Dea Roma aveva il significato di riconoscere in maniera reale e leale l’autorità imperiale, il suo rifiuto equivale-
va all’accusa di alto tradimento per ribellione alle istituzioni, tanto che condanne e persecuzioni andarono sem-
pre più aumentando, inasprendosi sotto Nerone, Traiano, Adriano, Marco Aurelio e raggiungendo il loro apice
tra il 302 e il 310 quando i successori di Diocleziano, nel tentativo di annientarlo alle radici usarono una tale fe-
rocia da far passare alla storia questo periodo con il nome di “era dei martiri”. Queste feroci repressioni si dimo-
strarono tuttavia inutili, tanto è vero che nel 311 Galerio, Augusto d’Oriente, revocò tutti i decreti di persecuzio-
ne e nel 313 l’imperatore Costantino emanò il famoso “editto di Milano” che poneva termine alle persecuzioni,
dichiarava lecita la libertà di culto e permetteva la costruzione di nuove chiese. Settantasette anni dopo,Teodosio
I, proclamato Imperatore, emanava l’editto col quale riconosceva il Cristianesimo come unica religione di Stato.
In questo modo Roma, pur perdendo politicamente quell’autorità che le aveva fatto guadagnare nei secoli il titolo
di maestra delle genti, tornava ad essere il “caput mundi” grazie alla trionfante cattedra di Pietro.
Numero 6/2014 Pagina 26
La Chiesa, come società visibile ai fedeli, venne concepita e fon-
data da Gesù vivente che volle i suoi discepoli uniti in un corpo
religioso a capo del quale designò l’apostolo Pietro. Gli elementi
fondamentali e inscindibili della Chiesa di Cristo sono l’unità
(perché Gesù parla sempre di una sola Chiesa), la santità (che
proviene dalla dottrina a dai mezzi di santificazione con i quali la
Chiesa guida l’Uomo), l’universalità (perché la Chiesa accoglie
tutti i credenti) e l’apostolicità (perché dottrina e gerarchia di-
scendono in maniera ininterrotta dagli apostoli).
Al vertice della Chiesa Cattolica Apostolica Romana troviamo il Papa, vicario di Cristo in quanto suc-
cessore di Pietro, vescovo di Roma e sovrano dello Stato della Città del Vaticano. Nel governo della
Chiesa e assistito dal Collegio dei cardinali che rappresentano i continuatori dei presbiteri e dei diaconi,
cioè di quei ministri del culto che nei primissimi secoli erano “incardinati”, cioè assegnati stabilmente al
servizio di una determinata chiesa. Dal 1179 ai cardinali è riservato il compito di eleggere il Papa, riu-
nendosi in Conclave.
A partire dal IV secolo l’integrità dottrinale e la fede cattolica furono compromesse da eresie e da scismi
sia in Oriente che in Occidente: con la decadenza del dominio di Roma e con la divisione dell’Impero,
avvenuta dopo la morte di Teodosio nel 395, in Impero d’Oriente e Impero d’Occidente, la Chiesa di
Bisanzio si allontanò sempre più da quella di Roma finchè nel 1054, con lo scisma d’Oriente, il distacco
divenne definitivo ufficializzando la nascita della Chiesa Ortodossa legata alle forme del culto praticato
dai primi cristiani e all’antica liturgia descritta dalle Costituzioni Apostoliche. Nella prima metà del XVI
secolo un frate agostiniano, Martin Lutero, nato ad Einsleben, in Germania, nel 1483, si scagliò aspra-
mente contro la concessione di indulgenze fatta da Papa Leone X allo scopo di raccogliere denaro per la
costruzione della Fabbrica di S.Pietro a Roma, giungendo a negare la dottrina delle indulgenze, il valore
del culto dei Santi, i voti sacri e il primato del Pontefice, attaccando così nel suo insieme il sistema dot-
trinale del Cattolicesimo. Le tesi di Lutero incontrarono largo favore anche perché negli Stati germanici
del tempo la corruzione del clero era enorme, mentre il popolo viveva nella miseria e i principi, gelosi
dei privilegi e delle proprietà della Chiesa, speravano che una riforma portasse alla confisca dei beni dei
quali avrebbero potuto appropriarsi. Grazie a queste prerogative, il movimento luterano si estese a tal
punto che l’Imperatore Carlo V, da buon cattolico, mise al bando il frate eretico, ma non riuscì comun-
que ad impedire che i Riformati si staccassero definitivamente dalla Chiesa di Roma e che la Chiesa Lu-
terana diventasse la setta protestante più numerosa, prerogativa che conserva ancora ai giorni nostri e
che ha nella Chiesa Battista una diretta discendente, con la variante del rifiuto del battesimo ai bambini,
battesimo che viene riservato ai soli adulti mediante l’immersione dell’intero corpo nell’acqua. Nel 1553
Enrico VIII d’Inghilterra si pose a capo della Chiesa nazionale inglese staccandola da quella di Roma e
dando vita alla Chiesa Anglicana. Intorno al 1550 vide la luce la Chiesa Presbiteriana, nata dalla riforma
di Giovanni Calvino, un intellettuale francese aderente alla dottrina evangelica che, fuggito in Svizzera,
diede coerenza ideologica al Protestantesimo basando la sua dottrina sul dominio assoluto di Dio,
sull’onnipotenza della Sua volontà inperscrutabile e sulla nullità dell’Uomo, assolutamente incapace di
realizzare da solo la propria salvezza.
In conclusione possiamo affermare che malgrado le numerose scissioni e i forti contrasti dottrinali, mi-
lioni di uomini nel mondo adorano sempre e soltanto lo stesso Dio, uno e trino, ed hanno per segno di
riconoscimento e di fede la stessa Croce, simbolo visibile della Cristianità
IN FORMA
con la presente volevo segnalare
l’estrema gentilezza ed educazio-
ne della dott.ssa Adriana Maz-
zocchi e dello staff infermieristico
dell’ospedale di Arona avuta
durante l’ecografia effettuata il
giorno 02/10/2014 alle 10.00.
Cordiali saluti
Lettera firmata indirizzata al
Direttore Sanitario dell’ASL
NO – 10 settembre 2014
Sono …….. di …… e sono
inserita nel programma
“Prevenzione Serena” per la
mammografia. Mi sono recata
oggi, 10 settembre, presso la
radiologia di Arona e sono stata
accolta da un’operatrice cordiale,
premurosa e gentile (io ho pro-
blemi di salute) e per ultimo, ma
non certo ultimo, altamente
professionale.
Visto che nella penultima mam-
mografia, anni or sono, ho dovu-
to subire un trattamento molto
sgradevole che mi ha procurato
molto dolore all’esame, ho subito
chiesto alla persona addetta
all’esame la modalità per segna-
lare quanto mi sono trovata
bene. Dopo avermi indirizzata
alla Caposala, persona altrettan-
to gentile e professionale, eccomi
a Lei per segnalare questa espe-
rienza positiva che spero venga
inoltrata alle dirette interessate
(delle quali non conosco
l’identità) e diffusa quale esem-
pio non solo di buona sanità ma
di attenzione ai pazienti ed
empatia con essi.
Grazie per l’attenzione
Lettera firmata indirizzata al
Direttore della S.C. Urologia
del P.O. di Borgomanero – 24
settembre 2014
Mi permetto di segnalare
l’ottima assistenza ricevuta pres-
so il Reparto di Chirurgia Urolo-
gica dell’Ospedale di Borgoma-
nero in data 22/09/2014.
Durante l’operazione e la degen-
za post-operatoria ho ricevuto
un’assistenza costante ed alta-
mente professionale, sia da parte
Lettera firmata indirizzata al Di-
rettore della S.C. Radiodiagnosti-
ca del Presidio Sanitario Territo-
riale di Arona – 16 ottobre 2014
… a seguito dell’esame radiologico
fatto ad Arona, vorrei segnalarvi la
mia completa soddisfazione per
avere riscontrato, professionalità,
scrupolo e gentilezza da parte degli
incaricati, dalla dott.ssa Mazzocchi
e alla radiologia sig.ra Marina.
Tutto questo vale anche per le inca-
ricate dell’accettazione. Abbiamo
un’eccellenza, teniamocela cara
Lettera firmata indirizzata al Re-
sponsabile delle Cure Palliative e
Terapia Antalgica del Presidio
Sanitario Territoriale di Arona –
2 ottobre 2014
A tutti voi
Io, come mio padre, sono ateo
Una bella grana per chi, come lui, si
è faticosamente avvicinato alla fine
Come mio papà sono convinto che
la vita finisce e basta. Non c’è nulla,
nessun paradiso o colpe da espiare,
nessuno a cui chiedere perdono.
Ma mi sono anche convinto che gli
angeli e i demoni esistono e siamo
noi Siamo noi che nella nostra vita
di tutti i giorni, nel nostro lavoro,
nei rapporti con noi stessi e con gli
altri possiamo essere angeli e demo-
ni.
E’ una libera scelta, noi tutti siamo
consapevoli di quello che facciamo e
delle conseguenze che derivano. In
questa dolorosa vicenda che ha
portato il mio papà alla fine abbia-
mo avuto la fortuna di incontrarvi,
ci avete abbracciato con la vostra
umanità, comprensione, competen-
za, professionalità e attenzione.
Io non posso far altro che ringraziar-
vi perché mio papà è stato un uomo
buono, generoso e onesto, era il mio
angelo e alla fine ha trovato in voi e
i suoi angeli che lo hanno aiutato ad
andarsene con dignità, senza avere
più paura. Grazie
Lettera firmata indirizzata al Di-
rettore della S.C. Radiodiagnosti-
ca del Presidio Sanitario Territo-
riale di Arona – 2 ottobre 2014
Buongiorno,
dei
medici, che del personale infermieri-
stico, anche nelle ore notturne. Nel
momento in cui si assiste a un de-
prezzamento del sistema sanitario
italiano, sento il dovere di sottoline-
are l’eccellenza dell’Ospedale di
Borgomanero.
Congratulazione e cordiali saluti.
Lettera firmata indirizzata al Di-
rettore della S.C. Ortopedia Trau-
matologia del P.O. di Borgoma-
nero – agosto 2014
Grazie a tutti,
Partendo da chi mi ha soccorso, che
si è fermato più disperato di me e ha
chiamato l’ambulanza.
Grazie ai miei soccorritori
sull’ambulanza, che hanno dosato
bene la cruda realtà che richiedevo,
all’ovattata tranquillità che andava
ostentata sulle mie condizioni.
Grazie a tutto il personale DEA e
Pronto Soccorso che ha compreso la
mia bizzarra situazione, aiutando-
mi a sbrogliare anche le questioni
legali. Grazie ai medici,
all’anestesista/mamma che tra
l’altro hanno subito pazientemente
la parte più noiosa e demotivata di
me.
Grazie ai dottori, chirurghi, volon-
tari, eccetera. Spero possiate perdo-
narmi se non menziono tutti, ma la
mia memoria era falsata da antido-
lorifici ed amarezza, quei giorni.
Chiunque abbia agito umilmente e
di cuore, senza senso di personale
maestosità e boriosa superficialità, è
un eroe.
Guardatevi nei cuori e che possiate
trovare ogni gioia. Vi parrà di aver
fatto poco, vi parrà che io esagero,
ma davvero avete aumentato la mia
fiducia nella persona. T
uttavia, il ringraziamento più senti-
to va agli infermieri di questo repar-
to [Ortopedia Traumatologia].
Un esercito di soldati della sanità
che affrontano la permanenza dei
pazienti qui scavalcando ogni pro-
blema e facendolo col sorriso nel
petto.
Forte più di quanto pensate, che lo
vogliate o meno.
Grazie
Numero 6/2014 Siamo su internet
www.asl.novara.it
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