ebrei,cristiani e islamici · (il nome almagesto con cui fu tramandata l'opera di tolomeo...
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ISS “G. Lombardo Radice” Catania, a.s. 2007-2008Versione 0.1 (14 marzo 2008)
L’ultima versione aggiornata è disponibile all’indirizzo http://www.giuprigio.altervista.org
Copyright © 2008 secondo la licenza GPL. La copia letterale e la distribuzione di questo documento nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta e che venga mantenuto il riferimento alla sua versione aggiornata (riportato in apertura accanto al titolo).
Ebrei,cristiani e islamici:inconciliabili, indifferenti o in dialogo?
Indice
•Un'informazione corretta, oltre i pregiudizi•I testi sacri•Esperienze di dialogo•La mistica•Bibliografia•Sitografia
Una informazione corretta, oltre i pregiudiziDifficoltà e distorsioni principali:
Ebrei: subordinati a una visione pseudo-cristiana (“attendono il messia”, “hanno ucciso Gesù”)scarsa presenza in Italia, ancor più in Siciliaquestione israelo-palestineseCristiani in Italia:maggioranza “burocratica”, scarso approfondimentovaticano e storia nazionaleIslam:paura del diverso che c'invadecomprensione storica distorta dell'Islam in Occidente
Bibbia e Corano
BIBBIA, SALMO 1: Le due vie1 Felice l'uomo giusto: non segue i
consigli dei malvagi, non va insieme ai peccatori, non sta con
chi bestemmia Dio;2 ma sua gioia è la parola del
Signore, la studia notte e giorno.3 Come albero piantato lungo il
fiume egli darà frutto a suo tempo, le sue foglie non appassiranno:
riuscirà in tutti i suoi progetti.4 Non è questa la sorte dei
malvagi: foglie morte portate via dal vento!
5 Saranno condannati in giudizio ed esclusi dal popolo dei giusti.6 Il Signore protegge il cammino
dei giusti; la via dei malvagi finisce nel nulla.
CORANO, SURA 1 Sura IAl-Fâtiha (L'Aprente)
In nome di Allah , il Compassionevole, il Misericordioso.
2 La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi,
3 il Compassionevole, il Misericordioso,
4 Re del Giorno del Giudizio.5 Te noi adoriamo e a Te
chiediamo aiuto.6 Guidaci sulla retta via,7 la via di coloro che hai colmato
di grazia , non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira , né degli sviati.
Interpretare la Bibbia
Tutte le chiese cristiane sono convinte della necessità dell'interpretazione del
testo biblico (problema ermeneutico) e solo le chiese di area pentecostale restano per
lo più ancorate a una interpretazione letterale.
Interpretare il Corano? LA BIBBIA, IL CORANO E GESÙ: COME ARRIVARE AL CUORE DEL CREDO MUSULMANO
Per una rinnovata lettura del Corano: la lezione di un grande islamologo. Intervista di Sandro Magister a Michel Cuypers, tradotta in italiano su Il Regno-Attualità n. 4/2007 (anche online:
http://www.rivistadireligione.it/articoli/Approfondimento3037.asp?IDV=9)
D. – Considera importante che in questo momento si affronti il Corano con una metodologia scientifica quali l’ermeneutica e l’esegesi biblica?
R. – In effetti lo considero di fondamentale importanza. L’esegesi tradizionale islamica, dopo aver dato tutto ciò che poteva, da lungo tempo ha finito le sue risorse: per molti decenni non ha fatto che ripetere i commenti dei primi tre o
quattro secoli dell’Egira. I grandi commentari classici restano testi di riferimento e occorre consultarli, specialmente per le questioni di grammatica
o di filologia, ma non possono affatto dare risposta ai problemi dell’uomo moderno, che vive in tutt’altro mondo.
È proprio per questo che sono apparsi nel XX secolo importanti commenti ideologici, fra i quali i più conosciuti sono quelli dell’indo-pachistano
Mawdûdî e dell’egiziano Sayyid Qutb, ideologo dei Fratelli Musulmani: sono interpretazioni del Corano in funzione delle istanze sociali e politiche attuali. Le correnti islamiche contemporanee vi fanno direttamente riferimento; il loro
slogan è quello del ritorno al Corano, al di là di tutte le deviazioni e decadenze della storia della comunità musulmana. Ma è proprio questa la
domanda: come “ritornare al Corano”?
La via più rapida e più facile è proiettare su di esso le proprie personali aspirazioni, manipolando il testo a proprio piacimento. Un crescente numero
di intellettuali musulmani denuncia con forza questo modo di procedere e auspica uno studio scientifico del testo, come i cristiani hanno fatto per la
Bibbia. Il cammino è evidentemente molto lungo e laborioso e i risultati sono imprevedibili: da qui forse il timore che suscita. Da parte musulmana la
ricerca in questo senso non è che ai primi passi, a parte qualche eccezione, mentre gli orientalisti occidentali già da un secolo e mezzo hanno fornito una
quantità enorme di dati (che si possono trovare specialmente nell’"Enciclopedia dell’islam" e nella recentissima "Encyclopaedia of the
Qur'ân"). I grandi centri della teologia musulmana, come l’università al-Azhar del Cairo, sono finora molto diffidenti nei confronti di queste metodologie
moderne.
CoranoPer la religione islamica il Corano (da Qur'àn, «recitazione») non è un testo «ispirato» da Dio
(come è la Bibbia per Ebrei e cristiani), ma costituisce una vera e propria trascrizione
letterale della Sua parola. Ini-zialmente questa venne diffusa in forma orale; un testo scritto
venne codificato solo in un secondo tempo, da una commissione di saggi nominata dal terzo
califfo dell'i-slam, ‘Uthmàn, che ordinò di distruggere tutte le versioni del Corano diverse
da quella stabilita dai saggi..
http://hebrewresources.com/tanak1.htm
ISS “G. Lombardo Radice” Catania, a.s. 2007-2008Versione 0.1 (14 marzo 2008)
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Copyright © 2008 secondo la licenza GPL. La copia letterale e la distribuzione di questo documento nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta e che venga mantenuto il riferimento alla sua versione aggiornata (riportato in apertura accanto al titolo).
Ebrei,cristiani e islamici:inconciliabili, indifferenti o in dialogo?
Scuola Interuniversitaria Siciliana per l'Insegnamento SuperioreSezione di Catania – Indirizzo Scienze UmaneL'origine della scienza modernaprof. Alessandro Lanzafamecorsista Giuseppe Prigiotti
Versione 0.1 (4 Marzo 2007)L’ultima versione aggiornata è disponibile all’indirizzo http://www.giuprigio.altervista.orgCopyright © 2007 secondo la licenza GPL. La copia letterale e la distribuzione di questo documento nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta e che venga mantenuto il riferimento alla sua versione aggiornata(riportato in apertura accanto al titolo).
Ibn Rushd - Averroè (1126-1198)
Il Medioevo Eil ruolo dellaciviltà araba
Sospetti occidentali verso il mondo islamico
"Maometto […] proibì la scienza alla sua gente", così afferma Montaigne nel XVI secolo nei suoi "Saggi". Sulla scorta di quest’affermazione, Pascal nel XVII secolo nei suoi "Pensieri" dichiara:
"Maometto vieta di leggere". Così a partire dall’epoca moderna si è diffusa l’immagine di un Islâm ignorante e nemico della scienza e del sapere. Al massimo nei manuali viene riconosciuto alla civiltà
islamica il merito di avere conservato e trasmesso all’occidente il pensiero greco, in accordo con il mito, particolarmente caro ai tedeschi, della civiltà, della cultura e della scienza, come prodotti nati in Grecia
e fatti crescere in occidente.Ma questa è un’immagine dei tempi moderni. Ben altra era l’immagine della civiltà islamica in tempi più
antichi. Per esempio, ne "La Divina Commedia", Dante mette Maometto e ‘Ali all’inferno (canto ventottesimo), in quanto scismatici, secondo l’idea medievale per la quale l’Islâm è un’eresia cristiana:
"vedi come storpiato è Maometto!Dinanzi a me sen va piangendo Alì,fesso nel volto dal mento al ciuffetto.
E tutti li altri che tu vedi qui,seminator di scandalo e scisma".
Ma nel quarto canto dell’Inferno, troviamo nel limbo tra gli "spiriti magni" Avicenna e Averroè e, meraviglia, il "feroce Saladino". Queste presenze stanno ad indicare la grande considerazione in cui
l’Islâm era tenuto sia dal punto di vista più strettamente culturale, scientifico sia in genere come civiltà: infatti Saladino è stato a lungo anche per l’occidente il paradigma, il modello del sovrano giusto e
saggio, del cavaliere puro
Fonte: http://www.storiafilosofia.it/popoli/arabi/maometto_scienza_3.php
Atteggiamentodinanzi
alla scienza
Episodio iniziale inquietante:nel 641 il califfo Omar – che nel 634, due anni dopo la morte di Muhammad
aveva iniziato l'espansione araba – ordina l'incendio della biblioteca scientifica di Alessandria, affermando che tali libri erano inutili se conformi alla fede islamica e
dannosi se contrari
curiosità, grande fervore di studi, capacità di assimilazione e rielaborazione culturale
permisero all'Islam in forte espansione geografica di diventare l'unico intermediario tra la cultura antica e quella dell'evo moderno.
Biblioteca di Alessandria, ricostruzione Al-Khwarizmi,
matematico del IX sec. E.C.
Natura e scienza nel Corano e nei “detti di Muhammad”
“Nel Corano, su 6.239 versetti, ayat, che compongono il Corano, ben 570 invitano l’uomo all’uso della ragione,
allo studio della natura, alla riflessione e alla ricerca scientifica. Ancora più numerosi ed espliciti sono gli
inviti in tal senso che si trovano tra i detti di Maometto: "A colui che si incammina alla ricerca della scienza Dio spiana la via al Paradiso"; "Colui che lascia la sua casa alla ricerca della scienza è nella via di Dio sino al suo ritorno"; "Cercate la scienza fosse anche fin in Cina”.
(Fonte: http://www.storiafilosofia.it/popoli/arabi/maometto_scienza_3.php)
Tre incontri cruciali
Lo sviluppo della cultura araba fu favorito da tre cause: la conquista della Persia, che permise agli Arabi di venire a contatto con un mondo
che il regno “illuminato” dei Sassanidi aveva reso culturalmente vivo fornendo ospitalità ai filosofi delle scuole pagane cacciati da Giustiniano
il contatto con l'India e con il suo sapere antico
ma soprattutto la conquista di Alessandria di Egitto, capitale del sapere scientifico ellenistico, massima espressione della scienza
greca.
Pensatori arabi
Questi fattori contribuirono ad alimentare un naturale interesse del popolo Arabo per gli aspetti razionali del sapere; i più grandi pensatori arabi (Ibn Sina o
Avicenna e Ibn Rashìd ricordato come Averroè) sono “filosofi della ragione”, ovvero cercano di giungere alla verità rivelata dal Corano mediante la ragione, e
coltivano le scienze (Medicina, Logica, Matematica, Fisica).Massiccio e meticoloso fu il lavoro di
traduzione e rielaborazionetraduzione e rielaborazionedell'opera di Aristotele, Tolomeo e Galenodell'opera di Aristotele, Tolomeo e Galeno
(il nome Almagesto con cui fu tramandata l'opera di Tolomeo “Meghiste Syntaxis” deriva dalla sua traduzione araba che modificò il titolo in “Al meghìste” poi
latinizzato appunto in Almagesto).
http://www.muslimphilosophy.com/ir/
Periodizzazione araba l'età preislamica
l'Islam e il califfato "ortodosso"
Il califfato omayyade
Il califfato abbaside
L'imamato fatimide
Le dinastie locali sorte dopo la caduta del Califfato abbaside
Biblioteche islamiche“Alla fine del nono secolo al-Ya°qubi contò più di cento librerie a Waddah, un sobborgo di Baghdad. Le librerie più grandi e rispettabili fungevano anche da
cenacoli intellettuali e richiamavano gli studiosi da grandi distanze. La ricerca del sapere, dei libri portò alla nascita di biblioteche pubbliche e private.
La Bayt al-Hikmah, la "casa della saggezza", fu istituita a Baghdad nell’815 ed era la biblioteca pubblica più famosa. A Baghdad nel 1200 si contavano ben 36 biblioteche
pubbliche. La Khinzana al-Kutub al Cairo contava più di un milione e seicentomila manoscritti. La biblioteca di Cordoba aveva 40.000 libri. Per avere un’idea si pensi che all’epoca la biblioteca vaticana possedeva 986 libri! Il fiorire delle biblioteche
portò anche alla produzione di numerosi sistemi di classificazione dei libri, nonché di glossari, opere di consultazione, enciclopedie, tavole genealogiche, guide
geografiche ecc. Parallelamente alle biblioteche si diffusero le scuole.L’università più antica al mondo è quella di al-Azhar al Cairo fondata nel 970, tuttora
una delle più importanti università del mondo musulmano.Quest’investimento in cultura pose i paesi musulmani all’avanguardia per quel che
riguarda le scienze e le scoperte scientifiche e per secoli gli occidentali si recarono a studiare nei centri musulmani e a tradurre i loro libri”.
Fonte: http://www.storiafilosofia.it/popoli/arabi/maometto_scienza_3.php