edvard munch

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EDVARD MUNCH EDVARD MUNCH LAVORO A CURA DI: BATTAGLIA DANIELE INDICE

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Daniele Battaglia 5°F2007/2008

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Page 1: Edvard Munch

EDVARD MUNCHEDVARD MUNCH

LAVORO A CURA DI:

BATTAGLIA DANIELE

INDICE

Page 2: Edvard Munch

INDICEINDICE

VITA OPERE

Page 3: Edvard Munch

VITAVITAPittore ed incisore norvegese nato nel 1863 a Löyten (una località a nord di Oslo) da una famiglia che annoverava alcuni significativi esponenti della cultura norvegese, Edvard Munch trascorse un'infanzia contrassegnata da una serie di vicende dolorose (tra le quali la malattia e la morte della madre e successivamente della sorella) che certamente segnarono la sua già complessa personalità. Frequentò la Scuola d'Arti e Mestieri di Oslo.Nel 1885 compì un soggiorno a Parigi, dove ritornò nel 1889 (scoprendovi Gauguin, ma anche i pittori Nabis, poi Seurat e Van Gogh) e nel 1896. Il periodo più importante dell'attività di Munch è compreso nel decennio 1892-1902, nel corso del quale l'artista definì e rivelò, attraverso una serie di capolavori, le qualità del suo linguaggio pittorico, che si arricchisce degli apporti del simbolismo, secondo i modi che divennero propri dell'espressionismo tedesco.

AVANTIINDICE

Page 4: Edvard Munch

VITAVITA

L'amore, la morte e più tardi la vita sono i temi pressanti di tutta la sua pittura. Nel 1895 iniziò l'attività grafica, conclusa nel 1926 , contrassegnata da innovazioni tecniche di assoluta importanza a cui corrispondono sorprendenti metamorfosi di contenuto. Dopo il soggiorno a Berlino (dove fu soggetto ad una grave depressione nervosa ) tornò in Francia dove fece scuola la sua innovativa tecnica di incisione del legno (1901 - 1902). Nel 1911 si stabilì definitivamente in Norvegia dove morì nel 1944.

INDIETRO INDICE L’ANGOSCIA

Page 5: Edvard Munch

L’ANGOSCIAL’ANGOSCIALe angosce e i disagi esistenziali dell'artista, provato fin da piccolo da numerosi lutti familiari, vengono espressi mediante l'uso di colori violenti e irreali, linee sinuose e continue, immagini deformate, consumate dal tormento interiore. L'artista ha una visione della realtà profondamente ricolma dal senso incombente e angoscioso della morte. In quest'ottica anche l'amore è visto come l'affiorare di un'animalità primitiva e insopprimibile e la voglia di annullarsi uno nell'altro viene ancora una volta letta come espressione di morte. La donna è per Munch qualcosa di diabolico, vampiresco, finto. Non riesce a vivere l' amore come qualcosa di vero e positivo, da qui la trasposizione sui colori violenti; i capelli delle donne sempre simili a trappole che avvinghiano l' uomo mostrano la sua paura, la sfiducia verso il mondo affettivo, l' idea di una donna falsa e cattiva

INDIETRO INDICE

Page 6: Edvard Munch

OPEREOPERE

LA FANCIULLA MALATA

SERA SUL VIALE KARL JOHAN

VAMPIRO

L’URLO

ALTRE OPERE

IL BACIO

LA PUBERTA’ MADONNA

INDICE

OPERA PROBABILE MA NON CERTA

Page 7: Edvard Munch

LA FANCIULLA MALATALA FANCIULLA MALATALa fanciulla malata rappresenta per Munch uno dei temi più importanti cioè l’angoscia della morte. La scena rappresenta una ragazza dai capelli rossi a letto, con le spalle appoggiate a un'enorme cuscino bianco. Accanto, inginocchiata, vi è una figura femminile dal capo reclinato. I due personaggi sono in silenzio. La fanciulla spalanca un occhio vitreo e allucinato presagio di sventura, e la sua mano sinistra è accarezzata da quelle della donna. L'intreccio delle mani è delineato da pochi colpi di colore e non è affatto casuale perché ciascuno può controllare come ricada perfettamente all'incroci alle due ipotetiche diagonali, cioè nel centro geometrico del dipinto.L'unica luminosità proviene dal cuscino e dal volto pallido della ragazza, ma non sempre luce riflessa: è come se la federa e la pelle emanassero una loro luminosità spettrale. Il letto sembra compresso tra il comodino e una parete, sulla quale pende un tendaggio verdastro. L'aria che si respira è viziata e pesante come se Munch volesse farci sentire l'odore della malattia, il senso di chiuso, gli aromi acuti degli sciroppi e delle medicine.

AVANTIOPERE

EDVARD MUNCH, LA FANCIULLA MALATA – 119.5 X 118.5 – OSLO, MUSEO NASJONALGALLERIET

Page 8: Edvard Munch

L’artista dipinge non ciò che vede ma ciò che prova. In questa tela l'artista risveglia il doloroso ricordo della malattia fatale della sorella Sofie, morta di tubercolosi quando il pittore aveva solamente quattordici anni. Anche se la ragazza dipinta era in realtà una modella, secondo Munch stesso sulla tela sarebbero anche presenti il ricordo della madre morente, e la sua angoscia da bambino nei confronti dell'immagine della morte.. Un altro elemento-chiave dell’opera è il silenzio, la quiete che si può percepire osservando il dipinto: una tranquillità spaventosa, inquietante preambolo di morte. Paradossalmente,l'elemento piú vivo nella tela sembra essere il bicchiere d'acqua nell'angolo, che risplende della luce che entra dalla finestra, la cui esistenza è indicata dalla tenda.

L'opera viene accolta dalla critica come una delle prime più importanti di Munch, allora ventenne, e in modo impietoso.

INDIETRO OPERE

Al posto della descrizione naturale dei corpi l'artista sostituisce dei semplici abbozzi di colori, al di fuori di qualsiasi regola mai sperimentata; anche tutte le convenzioni del disegno e delle lumeggiature accademiche vengono trasgredite. Gli intenti rappresentativi di Munch sono nuovi e diversi. Egli vuole rappresentare, non materiali, e anche i personaggi sono involucri di passioni e angoscie.

Page 9: Edvard Munch

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Page 10: Edvard Munch

IL BACIOIL BACIOIl dipinto rappresenta due figure umane che si baciano all’interno di un locale, vicine ad una finestra da cui si intravede una via con vetrine illuminate e pochi passanti. A destra del quadro vediamo le due figure avvinte. L’uomo è rappresentato di profilo con il braccio destro proteso in avanti in un abbraccio; delle gambe si individua la parte superiore; l’uomo indossa un abito blu dalla cui giacca si evidenzia una parte del colletto bianco di una camicia; del volto sono individuabili l’orecchio destro e pochi tratti relativi al mento, al naso, all’occhio destro e alla fronte; i capelli sono corti di colore nero. La donna è rappresentata in posizione frontale ma con il busto lateralmente tutto proteso verso il corpo dell’uomo; si distingue solo una parte del collo lasciato scoperto da un abito nero che presenta una profonda scollatura, non è individuabile il volto. Nella parte superiore a destra vediamo una parete del locale che è disadorna .I colori di tutta la composizione sono scuri, azzurri, blu e neri e le tonalità sono fredde.

AVANTIOPERE

EDVARD MUNCH, IL BACIO – 1892 – OLIO SU TELA, 73x92 cm. OSLO, NATIONAL MUSEET FOR KUNST

Page 11: Edvard Munch

Il dipinto fa parte di un gruppo di opere sul tema del ciclo della vita, della morte e dell’amore. Questo gruppo di opere chiamato “Il fregio della vita” comprende dipinti realizzati dal 1893 al 1918. All’interno di questo tema “Il bacio” esprime una tematica più volte trattata da Munch, quella del rapporto tra uomo e donna. La coppia misteriosa ritratta in questo dipinto non mostra tenerezza e complicità. I volti sono nascosti nell’ombra di un abbraccio sensuale ma non gioioso. I corpi, indistinguibili l’uno dall’altro, sono avvinghiati in quella che appare più una lotta che un abbraccio amoroso. Le due figure sono nettamente decentrate contro ogni canone compositivo tradizionale, spinte verso il margine destro del quadro;

INDIETRO OPERE

esse accentuano un senso di furtività sottolineato anche dal locale modesto e disadorno, quasi che l’incontro sia casuale o segreto. Le tonalità fredde del dipinto rimandano alle atmosfere nordiche. Le due figure abbracciate, impossibili da distinguere separatamente, rappresentano la perdita di indentità. Il rapporto tra uomo e donna si configura come tensione tra desiderio di amare e paura di amare. Il rapporto ambiguo è espresso dalla fusione fisica delle due figure che si abbracciano nel tentativo di annullarsi o assimilarsi. In ciò Munch trasferisce quel doloroso senso di solitudine legate al suo vissuto personale.

Page 12: Edvard Munch

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Page 13: Edvard Munch

SERA SUL VIALE KARL SERA SUL VIALE KARL JOHANJOHAN

Il dipinto rappresenta una grande via di una città popolata da figure umane che passeggiano al calar della sera. Sono rappresentate dalla sinistra verso il centro, in primo piano, delle figure umane i cuoi volti appaiono simili ai teschi. Gli occhi sono spalancati, l’espressione del viso è fissa, il colore dell’incarnato è giallastro, alcuni volti non hanno né occhi, né bocca e né naso. Sia le figure femminili che le figure maschili indossano abiti di colore scuro, dal marrone scuro al nero. I personaggi maschili portano dei cilindri scuri, mentre le figure femminili indossano dei cappelli di colore chiaro su cui si individuano dei nastri scuri e delle macchie di color giallo. Visti di profilo , con l’andatura contrario alle figure appena descritte individuiamo, una figura maschile in nero, il cui volto è deformato. Gli edifici sono immersi nella livida luce della sera, e le finestre illuminate diventano bagliori. Il viale è rappresentato con colori dal viola chiaro al viola scuro. Il cielo è rappresentato con macchie di blu e grigio. Le linee sono sinuose e continue.

AVANTIOPERE

EDVARD MUNCH, SERA SUL VIALE KAROL JOHAN – OLIO SU TELA - 1892 – 85,5 X 121 CM – COMMUNE RASMUS METERS COLLECTION

Page 14: Edvard Munch

Il quadro rappresenta la passeggiata serale nella strada principale dell’antica Crestaia (Oslo). La passeggiata, tipica convenzione della borghesia, viene vista da Munch come una processione di “fantasmi” dagli occhi sbarrati. I volti appaiono come delle maschere spaventose, e nonostante gli occhi siano completamente aperti, i visi sono chiusi. L’umanità dei personaggi è rivelata solo attraverso elementi esteriori come i cilindri degli uomini e i cappelli delle donne. L’ombra scura dei cipressi, l’alta macchia scura che si eleva a destra, appare minacciosa.

INDIETRO OPERE

Un elemento controcorrente e in opposizione è rappresentato dalla figura che si incammina sulla destra. Munch ritrae se stesso, lontano dalle persone che passeggiano sul marciapiede. Il pittore pensa a se stesso come una insignificante macchia nera che tede a dissolversi nell’oscurità della notte. L’artista non si cura della massa e rema controcorrente. Attraverso i colori violenti e le forme sommarie, Munch lancia un grido di dolore contro l’indifferenza della società borghese. Questo dipinto è importante sia per le sue dimensioni, che per il senso di angoscia rappresentato, il quadro presenta composizioni luminose che si richiamano a Renoir e il paesaggio che richiama quello di Cezanne, ma a differenza di quei due pittori, che tutto è calcolato e ordinato nella mente dell’artista, in questo quadro si scatena il dramma. Con Munch, l’angoscia, in questo quadro, diventa il lato irrazionale e inquietante del mondo che sconvolge l’anima dell’artista

Page 15: Edvard Munch

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Page 16: Edvard Munch

LA PUBERTA’LA PUBERTA’Il dipinto rappresenta un'adolescente nuda, seduta di traverso su un letto appena rifatto, simbolo di una verginità intatta. Il corpo della fanciulla appare sessualmente acerbo: ai fianchi che sono già di donna si riscontrano le spalle ancora infantili e i seni appena abbozzati. Lo sguardo è fisso e le braccia si incrociano sul pube in un gesto di vergogna.Nei suoi occhi vi è un sentimento di smarrimento e di rimpianto per la fanciullezza perduta alla quale non ci si sente preparati. Tale senso di angoscia è evidenziato e materializzato dall’ombra proiettata sul muro. Un'ombra informa e inquietante, indipendente dal personaggio che la genera. Essa è l'ombra delle incognite future e delle sofferenze a cui l'amore e la sessualità la condurranno. In prospettiva è l'ombra stessa della morte, quella che ha accompagnato l'artista per tutta la sua tormentata esistenza.

AVANTIOPERE

EDVARD MUNCH . PUBERTA’- 1893 – OLIO SU TELA – 149 X 112 CM – OSLO, MUNCH MUSEET

Page 17: Edvard Munch

Il dipinto fa parte di una serie di olii dedicati a una figura femminile seduta sul letto, databili fra il 1884 e il 1925-1928. Il dipinto è la personificazione delle paure adolescenziali, riflette il turbamento causato da un’esperienza nuova e sconvolgente. Quest’interpretazione del soggetto è basata non soltanto su una lettura dell’atteggiamento e dei lineamenti, ma deriva anche dalla presenza dell’ombra. Sebbene il quadro fosse letto all’epoca della sua esecuzione come un’accusa alla società del tempo, oggi la critica è propensa a credere che in opere come questa Munch giunge a esplorare quella linea di confine tra l’organico e lo psichico che è alla base del pensiero freudiano. La ragazza è rappresentata "nuda in un ambiente nudo", seduta su un letto di cui non si vede inizio e fine. Non vi è alcun compiacimento sensuale in questo nudo, anzi, l'immagine trasmette, ad uno sguardo più attento, un intenso sentimento di angoscia. Il nudo, in questo caso, è allegoria di condizione indifesa, soprattutto da parte di chi è ancora giovane ed acerbo, nei confronti dei destini della vita. E che ognuno ha un destino che lo aspetta, in questo quadro è simboleggiato dall'ombra che la ragazza proietta sulla parete. Non è un'ombra naturale, ma un grumo nero come un fantasma che si materializza dietro di noi, senza che possiamo evitarlo: è un po' il simbolo di tutti i dolori che attendono chi vive.

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Page 18: Edvard Munch

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Page 19: Edvard Munch

MADONNAMADONNA

OPERE

EDVARD MUNCH, MADONNA –1894 – OLIO SU TELA – 91 X 70.5 – OSLO, MUNCH MUSEUM

La Madonna (1894-95), opera che aveva fatto scalpore alla rassegna personale di Munch tenuta a Cristiania e poi a Berlino nel 1895, in realtà, non è altro che una donna rappresentata nel momento culminante dell’atto amoroso e nell’estasi del concepimento. La cornice originale del quadro, infatti, esibiva immagini dipinte di un piccolo embrione (dalle sembianze quasi di teschio) e di forme spermatiche, che Munch poi introdusse nelle successive versioni grafiche del dipinto.Il punto di vista dal quale osserviamo il corpo nudo e lascivo della donna, con la schiena inarcata e le palpebre semichiuse, è quello del partner sessuale di fronte a lei. Dunque la donna madre e procreatrice si fonde con la pericolosa amante femme fatale evocando, nel contempo, una sensazione di dolore nascosto. Quest’opera sarà una delle immagini principali ed emblematiche, sintesi visiva di sentimenti contrastanti quali l’estatica sensualità della posa del corpo e il senso di morte del fondo cupo e dell’aureola rosso sangue.

Page 20: Edvard Munch

Realizzato in più versioni, l'opera è un simbolo dell‘angoscia e dello smarrimento che segnano tutta la vita del pittore norvegese. La scena rappresenta un'esperienza vera della vita dell'artista: mentre si trovava a passeggiare con degli amici su un ponte della cittadina di Nordstrand, il suo animo venne pervaso dal terrore. Così descrive la scena lo stesso Munch con alcune righe scritte sul suo diario mentre era malato a Nizza:

AVANTIOPERE

L’URLOL’URLO

EDVARD MUNCH, L’URLO – 1893 – OLIO,TEMPERA E PASTELLO SU CARTONE – 91 X 73.5 – OSLO, NASJONALGALLERIET

Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul fiordo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.

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Si distinguono chiaramente sullo sfondo i due amici che si allontanano lungo il ponte, estranei al terrore che angosciava il loro compagno. Mentre la bocca spalancata sembra emettere dei suoni che sconvolgono il paesaggio, con delle linee curve, ma non la strada, l'unica consigliera e amica dell'uomo, testimonianza della freddezza di talune persone. Il volto deformato sembra un teschio; anche il corpo sembra essere privo di colonna vertebrale.La funzione comunicativa prevalente individuata nel dipinto attraverso la lettura dell'opera è espressiva. L'uso del colore e gli accostamenti cromatici associati a lunghe pennellate tese a deformare i soggetti rappresentati suggeriscono uno stato emotivo di angoscia. L'associazione delle linee ondulate con le linee diagonali crea un senso di dinamicità che provoca tensione nell'osservatore. L'uso della luce contribuisce a far scaturire nell'osservatore un senso di inquietudine poiché conferisce il senso dell'immediatezza dell'evento rappresentato, colpendo la figura principale frontalmente come se venisse illuminata dalla luce di un flash. Anche la composizione degli elementi costitutivi del quadro è orientata a sottolineare l'aspetto espressivo dell'opera mettendo in primo piano il soggetto che emette l'urlo, staccandolo dallo sfondo attraverso la frapposizione dell'elemento ponte.

OPEREINDIETRO

Page 22: Edvard Munch

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Page 23: Edvard Munch

ALTRE OPERE

AVANTIOPERE

Primavera

(1889 - olio su tela)

Chiaro di luna

(1895 - olio su tela)

Page 24: Edvard Munch

Il giorno dopo

(1895 - olio su tela)

Amore e Psiche

(1907 - olio su tela)

OPERE

Page 25: Edvard Munch

VAMPIROVAMPIRONell’opera Vampiro (1893) si ritrova il tema dell’eros già presente nei lavori di Munch. La figura di donna, china sul collo del suo compagno dal volto coperto, è soggetta a due opposte interpretazioni: la prima è quella della sposa rassicurante che bacia, in un atto di tenera dolcezza, il suo amato sulla nuca; la seconda, assai più inquietante, è quella della donna dispensatrice di morte che morde l’uomo come se fosse, appunto, un vampiro. La sensazione di questa contrapposizione sostanziale è resa da una sapiente scelta cromatica dell’artista, il quale confonde l’osservatore dipingendo alla donna dei lunghi capelli rossi che, raggiunto il corpo dell’uomo, ne discendono come rivoli di sangue.

 

OPERE

Page 26: Edvard Munch

Ultima opera di Munch, forse la sua più importante, l’urlo rappresenta la disperazione di un uomo afflitto per la mancanza di ciambelle in zona. Sullo sfondo si possono vedere benissimo i tre parenti del grassone. Per il soggetto il pittore ha detto di essersi ispirato a un tale Pelleriti Eros.

FINE PRESENTAZIONE