egitto (deumm l ii 110-114)

6
E stata cosi poco contaminata dagli arabi. Possiamo dunque concludere che essa conserva ancora i segni di un passato di aha civilti > (E. \Tellesz). Egitto 109 raggiunger) il suo apogeo valorizzazione, rinnovamen- to e raffinamento dei generi tradizionali arabi, creazio- ne di nuove forme vocali e strumentali stimolate dal- la nascita del sentimento nazionale e dal trionfo del can- to lirico. Intorno d,1925 il Cairo ebbe una decina di compagnie di teatro comico e tragico, commedia musicale, operetta ecc., restate celebri insieme con i brani musicali del loro repertorio. In questa vasta attivitd artistica E opponuno sottolineare il contributo prezioso di Sayyid Darwlsh grazie al quale la musica egiziana riusci a sbarazzarsi del suo greve conformismo (taqlld). Infatti, ispirandosi al folklore, attingendo i suoi temi musicali e poetici nella quotidiana vita popolare, questo musicista di genio sta- bili un legame tra le parole e l'espressione, i versi e gli stati d'animo. L'eco di questi canti risuonava in tutte le regioni del Paese e, come scriveva al-'Aqqad: < L'Egit- to, ascoltando, diveniva un vasta orchestra che egli dirigeva dal suo podio... >>. Con lui la musica di- viene espressione non solo dell'individuo, ma dell'in- tera societi. Una musica mezzo classica, mezzo po- polare, rispondente alle aspirazioni di tutte le et) e di tutte le condizioni; cid conferi alle sue opere una voga straordinaria, che dura ancora oggi in tutto il mondo arabo. Lo spirito di questo periodo prodigioso si manterrh fino agli Anni Quaranta. Insieme con il numero straordina- rio di artisti, musicisti, poeti, uomini di teatro, l'abbon- danza, la varieti e anche la qualiti delle creazioni, l'atti- viti musicale in E. diede luogo alla formazione di scuole e Conservatori di mus, orientale, e a una serie di studi e di ricerche che confluirono, nel 1932, nel I Congresso di Musica Araba, la cui import anza fu capitale per l'av- venire musicale di tutto il mondo arabo. Tuttavia, con I'impatto sempre pii forte con I'Occidente, I'evoluzione del cinema sonoro (1935), l'installazione della radio (I% 4), I' ttiizzazione del disco (1904), l'insegnamento secondo i metodi europei ecc., si manifestd una tenden- za filo-occidentale che ridusse a poco a poco la creazio- ne musicale a una vasta impresa commerciale, spingen- do i musicisti verso la facilit), I'imbastardimento e lo spirito di uedette. Cosi artisti molto competenti quali Muhammad 'Abd al-\(ahhab, Umm Kalthum, Riadh al-Sunbatl Faril al-Atrash, ecc., prima fedeli continua- tori della linea tradizionale, non tardarono a soccombe- re alla tando prestit la musica occidentale: E musica euro-araba, della modello tipo. Altri pii < forme di armonizz le strutture e le forme della m << ispirazio- ne orientale >> che alla scuola russa. Fanno eccezione alcuni, ad es. Sulayman Jam-rl, la cui opera, attingendo a sorgenti nazionali autentiche, riesce a ttadurre una sensibiliti specificamente araba. Gruzie allo sviluppo dei mass rnedia e alla celebritd di questi musicisti, la contaminazione raggiungeri tutti gli altri Paesi arabi. Tradizionalmente, il concerto egiziano E conosciuto sotto iI nome di was.la (plur,ale uasht).Il repertorio classico ne com- prende all'incirca 22 che prendono il nome dal maqam (toto principale) e si svolgono secondo una serie di brani vocali e strumentali (nauba), il cui numero e l'ordine di successione E (trad. Carlo Mosso) fuNE MEnrno C) tl uustos, DELLA 1ULTUM ARABA. - Situato a un in- crocio naturale tra l'Asia, il Mediterraneo e il Mar Ros- so, I'E. costituisce il cuore del mondo arabo-musulma- no di cui B stato costantemente, dal sec. XI, il centro di irraggiamento intellettuale e artistico. Testimone di una lunga e fertile storia, fecondata di volta in volta dalla ci vtlizzazione africana e araba e dalla tradizione mediter- ranea, l'arte musicale dell'E. ri 6 .li5gllizzata nel corso dei secoli in generi e repertori diversi, determinati dalle contingenze della vita quotidiana e dalla situazione so- ciale della popolazione di questa << nazione-fiume r>: i fellahin-agricoltoti concentrati nella larga valle alluvio- nale del Nilo e gli abitanti dei vari centri urbani, tra cui il Cairo, fondato nel969 dai Fatimiti, che oggi b la pin grande cittd africana. A questi 2 gruppi ptincipali si ag- giunge una minoranza di Nubiani (a Sud, verso la fron- tiera sudanese) e di Beduini nelle oasi. Fedele dle rego- le dell'arte musicale aruba (la tradizione orale e il tipo modale e omofonico), la musica egiziana comporta una grande varietd di emissioni vocali e di timbri, nelle quali I'improwisazione svolge un ruolo preponderante: la qual cosa le conferisce finezza di sfumature e una gran- de efficacia espressiva. Tutto E messo in opera per trar- re dalla voce e dallo smumento il massimo delle possibi liD. Sempre presente in tutte le occasioni individuali e collettive, la musica B ricca di una tavolozza assai varia di generi e di stili. I. Ln uustca cLASSICA. - Dai tempi pir) antichi, la mus. classica conobbe uno sviluppo particolare soprattutto sotto i Fatimiti (969-117l), gli Ayubiti (lL7I-1250) e i primi Mamalucchi. I califfi ne facevano la loro delizia e ne favorivano il progresso proteggendone efficacemente l'esercizio. Sono noti numerosi cantori, teorici e autori celebri: Ibn al-Haytham (t 1018), Ibn Ytnis (t 1009), al-Hasan al-Maghribr (t 1027), al-Musabbaht (t 1029) e Ibn Tahhan (sec. XI). Con la conquista turca di Selim I (intorno al t5I6-17), il Paese, come tutto il resto del mondo arabo, divenne una semplice provincia ottoma- na, e l'attiviti atistica cadde in uno stato di stagnazione da cui non usci che alla fine del sec. XIX con il moder- no Rinascimento (Nahda): lo slancio dei movimenti di liberazione, il confronto con l'Occidente industriale hanno scosso il pensiero arabo, fermo fino a quel mo- mento nella contemplazione delle sue glorie passate. Questo ribollimento politico e sociale fu il detonatore di una nuova era e segnd I'apertura di un fiorente perio- do letterario e artistico. Cosi, dopo essere stato punto di confluenza delle culture di Andalusia e Maghreb e di quella orientale, arricchite in seguito dall'apporto turco e da quello delle antiche tradizioni di Damasco e di Aleppo, il Cairo riusci a creare un'arte originale che gli permise di guidare il movimento arabo contemporaneo. Grazie a musicisti di talento come 'Abdu al-Ham[h (1841-1901) un rinnovamento musicale si consolidd ri- voluzionando le antiche forme del muwasbshah, del- la qasida, del qadd e del sahba' (canto dei sabbajiyya), creando nuove composizioni quali il dawr o altre d'ispi- razione turca, come I basbraf vocale e strumentale. Con Muhammad 'Uthman (1855-1900), Kamil al Khula'i (1879-1938), Salama Hli^21 (1852-1917), Sayyid Dar- wrsh (1892-1923) e numerosi altri, la musica egiziana

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Egitto (Deumm l II 110-114)

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Page 1: Egitto (Deumm l II 110-114)

E stata cosi poco contaminata dagli arabi. Possiamo dunqueconcludere che essa conserva ancora i segni di un passato diaha civilti > (E. \Tellesz).

Egitto 109

raggiunger) il suo apogeo valorizzazione, rinnovamen-to e raffinamento dei generi tradizionali arabi, creazio-ne di nuove forme vocali e strumentali stimolate dal-la nascita del sentimento nazionale e dal trionfo del can-to lirico.Intorno d,1925 il Cairo ebbe una decina di compagniedi teatro comico e tragico, commedia musicale, operettaecc., restate celebri insieme con i brani musicali del lororepertorio. In questa vasta attivitd artistica E opponunosottolineare il contributo prezioso di Sayyid Darwlshgrazie al quale la musica egiziana riusci a sbarazzarsi delsuo greve conformismo (taqlld). Infatti, ispirandosi alfolklore, attingendo i suoi temi musicali e poetici nellaquotidiana vita popolare, questo musicista di genio sta-bili un legame tra le parole e l'espressione, i versi e glistati d'animo. L'eco di questi canti risuonava in tutte leregioni del Paese e, come scriveva al-'Aqqad: < L'Egit-to, ascoltando, diveniva un vasta orchestra che eglidirigeva dal suo podio... >>. Con lui la musica di-viene espressione non solo dell'individuo, ma dell'in-tera societi. Una musica mezzo classica, mezzo po-polare, rispondente alle aspirazioni di tutte le et)e di tutte le condizioni; cid conferi alle sue opere unavoga straordinaria, che dura ancora oggi in tutto ilmondo arabo.

Lo spirito di questo periodo prodigioso si manterrh finoagli Anni Quaranta. Insieme con il numero straordina-rio di artisti, musicisti, poeti, uomini di teatro, l'abbon-danza, la varieti e anche la qualiti delle creazioni, l'atti-viti musicale in E. diede luogo alla formazione di scuolee Conservatori di mus, orientale, e a una serie di studi edi ricerche che confluirono, nel 1932, nel I Congressodi Musica Araba, la cui import anza fu capitale per l'av-venire musicale di tutto il mondo arabo. Tuttavia, conI'impatto sempre pii forte con I'Occidente, I'evoluzionedel cinema sonoro (1935), l'installazione della radio(I% 4), I' ttiizzazione del disco (1904), l'insegnamentosecondo i metodi europei ecc., si manifestd una tenden-za filo-occidentale che ridusse a poco a poco la creazio-ne musicale a una vasta impresa commerciale, spingen-do i musicisti verso la facilit), I'imbastardimento e lospirito di uedette. Cosi artisti molto competenti qualiMuhammad 'Abd al-\(ahhab, Umm Kalthum, Riadhal-Sunbatl Faril al-Atrash, ecc., prima fedeli continua-tori della linea tradizionale, non tardarono a soccombe-re allatandoprestitla musica occidentale: E

musica euro-araba, dellamodello tipo. Altri pii <

forme di armonizz le strutturee le forme della m << ispirazio-ne orientale >> che alla scuolarussa. Fanno eccezione alcuni, ad es. Sulayman Jam-rl, lacui opera, attingendo a sorgenti nazionali autentiche,riesce a ttadurre una sensibiliti specificamente araba.Gruzie allo sviluppo dei mass rnedia e alla celebritd diquesti musicisti, la contaminazione raggiungeri tutti glialtri Paesi arabi.

Tradizionalmente, il concerto egiziano E conosciuto sotto iInome di was.la (plur,ale uasht).Il repertorio classico ne com-prende all'incirca 22 che prendono il nome dal maqam (totoprincipale) e si svolgono secondo una serie di brani vocali estrumentali (nauba), il cui numero e l'ordine di successione E

(trad. Carlo Mosso) fuNE MEnrno

C) tl uustos, DELLA 1ULTUM ARABA. - Situato a un in-crocio naturale tra l'Asia, il Mediterraneo e il Mar Ros-so, I'E. costituisce il cuore del mondo arabo-musulma-no di cui B stato costantemente, dal sec. XI, il centro diirraggiamento intellettuale e artistico. Testimone di unalunga e fertile storia, fecondata di volta in volta dalla civtlizzazione africana e araba e dalla tradizione mediter-ranea, l'arte musicale dell'E. ri 6 .li5gllizzata nel corsodei secoli in generi e repertori diversi, determinati dallecontingenze della vita quotidiana e dalla situazione so-ciale della popolazione di questa << nazione-fiume r>: ifellahin-agricoltoti concentrati nella larga valle alluvio-nale del Nilo e gli abitanti dei vari centri urbani, tra cuiil Cairo, fondato nel969 dai Fatimiti, che oggi b la pingrande cittd africana. A questi 2 gruppi ptincipali si ag-giunge una minoranza di Nubiani (a Sud, verso la fron-tiera sudanese) e di Beduini nelle oasi. Fedele dle rego-le dell'arte musicale aruba (la tradizione orale e il tipomodale e omofonico), la musica egiziana comporta unagrande varietd di emissioni vocali e di timbri, nelle qualiI'improwisazione svolge un ruolo preponderante: laqual cosa le conferisce finezza di sfumature e una gran-de efficacia espressiva. Tutto E messo in opera per trar-re dalla voce e dallo smumento il massimo delle possibiliD. Sempre presente in tutte le occasioni individuali ecollettive, la musica B ricca di una tavolozza assai variadi generi e di stili.

I. Ln uustca cLASSICA. - Dai tempi pir) antichi, la mus.classica conobbe uno sviluppo particolare soprattuttosotto i Fatimiti (969-117l), gli Ayubiti (lL7I-1250) e iprimi Mamalucchi. I califfi ne facevano la loro delizia ene favorivano il progresso proteggendone efficacementel'esercizio. Sono noti numerosi cantori, teorici e autoricelebri: Ibn al-Haytham (t 1018), Ibn Ytnis (t 1009),al-Hasan al-Maghribr (t 1027), al-Musabbaht (t 1029) e

Ibn Tahhan (sec. XI). Con la conquista turca di Selim I(intorno al t5I6-17), il Paese, come tutto il resto delmondo arabo, divenne una semplice provincia ottoma-na, e l'attiviti atistica cadde in uno stato di stagnazioneda cui non usci che alla fine del sec. XIX con il moder-no Rinascimento (Nahda): lo slancio dei movimenti diliberazione, il confronto con l'Occidente industrialehanno scosso il pensiero arabo, fermo fino a quel mo-mento nella contemplazione delle sue glorie passate.

Questo ribollimento politico e sociale fu il detonatoredi una nuova era e segnd I'apertura di un fiorente perio-do letterario e artistico. Cosi, dopo essere stato punto diconfluenza delle culture di Andalusia e Maghreb e diquella orientale, arricchite in seguito dall'apporto turcoe da quello delle antiche tradizioni di Damasco e diAleppo, il Cairo riusci a creare un'arte originale che glipermise di guidare il movimento arabo contemporaneo.Grazie a musicisti di talento come 'Abdu al-Ham[h(1841-1901) un rinnovamento musicale si consolidd ri-voluzionando le antiche forme del muwasbshah, del-la qasida, del qadd e del sahba' (canto dei sabbajiyya),creando nuove composizioni quali il dawr o altre d'ispi-razione turca, come I basbraf vocale e strumentale. ConMuhammad 'Uthman (1855-1900), Kamil al Khula'i(1879-1938), Salama Hli^21 (1852-1917), Sayyid Dar-wrsh (1892-1923) e numerosi altri, la musica egiziana

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110 Egitto

2,)" e4" khana, il ritmo non deve essere inferiore a una bat-tuta di 16/4.2) Una serie di muwasbsbahat (phxale di muwasbshab :., I'ornato >) nello stesso maqdrn, cbn vari ritmi che vanno dal

Musicalmente, si suddividono spesso in dawr/badaniyya(rami), in kbana (vatiazioni), in qafla (conc\xione).))Un samndl: intermezzo, o piuttosto oauefiare della secon-da parte della uasla. Come il bashraf di cui E il derivato, sicompone di 4 kbana e di un tasbn con, tuttavia, l'utilizzazio-ne esclusiva del ritmo sammd'7 thagtl (10/8) e di un ritmoternario (3/4, 6/4, 6/8) abbastanza rascinante per l'ultimakbana.4) Improwisazione vocale e strumentale che si manifesta inmodi diversi e in vari momenti della wasla:

a)I1 layah: declamazione basata sulle parole o Ya hl! Ya'tn! >(< Oh notte! Oh miei occhi! >, da intendersi < pupilla deimiei occhi, amatissima >>). Il cantante presenta vocalmente ilmaqatin mettendo in rilievo le sue successive fasi e cellule co-stitutive, e rcalizzar,do sottili modulazioni. Il ritmo pud esserelibero o misurato su ritmi semplici e conosciuti.

b) Il mauwal: stessoluppato e ricco di volimita ad una quattinsono trovare 5, 6 o 7 versi chiamati rispettivamente a'raj, mu-rassa' e nu'mant. Musicalmente E di 2 tipi: akbdbar (verde) oahmar (rosso). Quest'ultimo E il pin frequente in Egitto.

c) I1 taqstru: ripresentazione srumentale del maqam, improwi-sata come I layah e i, mawual su ritmo libero o misuralo; esi-

basa, come lo zajal andaluso (+ ZaGel), su di una poesia

6) La qas.Tda: adattamento musicale di un numero stabilito diun meffo fisso. Dopo esseresul ritmo wahda, d. divenutaha raggiunto, con certi mu-

sicisti contemporanei, nuove dimensioni.

Tra le altre forme notiamo particolarmente: la taqtuqa (canzo-ne leggera eseguita una volta unicamente dalle donne; le suestruttute poetiche e musicali rassomigliano a quelle del daur,da cui deriva); la tabmlla (brano strumentale fisso sul ritmouabda bastta 12/41, crti vengono intercalate improwisazionieseguite a turno dai vari membri dell'orchestra) ; il dulab (pic-cola oauerture strumentale, cosfuita generalmente sul riimouabda bastta ed eseguita all'inizio della uasla o del dawr); lalunga (pezzo srumentale che viene eseguito alla fine delle sar:res; assomiglia al bashraf, ma con tempo binario e movimenrotapido e vivace).

A questo rq:ertorio classico si sono aggiunte, dalla fine delsec. XIX, forme nuove: musica di danza, musica descrittiva,canzoni derivate dall'ane lirica (monologhi, dialoghi), canzonidi varieti, ecc. Il complesso tradizionale (takht) comprende da6 a 10 strumenti: uno 'ud (liuto), un qanilm (cetra su tavola),un rabAb o kemanje (sona di viella), un nay (flatto di cannaobliquo), tn daff (tambtro su cassa circolare, con sonagli), uncantante (mugbannt - mttrib) e un coro (madhhabjiyya), costi-tuito spesso dagli stessi stumentisti (aktiyya, plurale di alAn.L'orch. moderna d molto pit ricca, e il concerto profonda-mente trasfotmato.

Sul modello della mus. araba, quella egiziana si basa sul con-cetto del ruaqdru-modo,la cui scala, del genere tetracordale, siriduce sempre a cellule di terza, di quarta o di quinta legateper disgiunzione o congiunzione, utilizzando sia il tipo diato-nico o cromatico che quello specificamente orientale con degliintewalli di seconda o di tetza neuri (approssimativamenie3/4 e I + l/4 di tono). Il repertorio classico comporta ungrande numero di maqam (ca. 52) e di ritmi (dbarb/iqa') di c'aidiamo i pii usati:

Le scale dei o maqam ,> egtztant.

(I segnif,ef abbassano od alzano il suono di circa un quarto di tono).

Rast

Suzndk:

Nahauand:

Natoa'thar:

Nakrlz:

Hijaz kar:

t.7tpz kar kilrar'.

Page 3: Egitto (Deumm l II 110-114)

BayZli:

flasayni:

Qar jigbar:

Kurdi:

fltjoz:

Jdba:

Jtka:

Huzam:

Jabarka:

flasaynt'Usbayrdn:

'Ajam 'Usbaytiin:

Shauq, Afzn:

'baq,

Rahat at-Aranh:

Batanikar;

Yakah:

Shadd'Araban:

Farufi/aza:

Masmatt kabrr:

Masmildi sagb*:

'Va$da sayita:

Egitto 111

Le formale di base dei ritmi egiziaxi.( .f : per i tempi forti tdun); l: per i tempi deboli Ua,€l).

Page 4: Egitto (Deumm l II 110-114)

tt2 Egitto

Mdauuar masri:

Mbajjar:

Mkbammas:

Fakhit:

Hazaj;

Rahaj:

Sitta 'ashar

'Varshon:

Sbanbar:

Atba'a wa'isbriln:

Jdtflmo t danl:

SinkTn sammd'I:

Nauakht:

Marabba':

Nauakht hindt:

Aufar:

Zbarafdt:

Jomtt2a t thaqtli

Aqsaq:

Daur bindT:

Sammdi saraband (o ldir): a)

b)

IL La N{usrc,c popoLARE. - Interprete dei pensieri e deisentimenti degli uomini, la mus. popolare conobbe inE. una grande icchezza e una prodigiosa varieti che leconferirono un elemento pittoresco del tutto particola-re, Innumerevoli canti e danze di citcostanza (rituali-ce-rimoniali) e no occupano un posto importante nella vitaquotidiana, nelle manifestazioni o feste che segnanol'anno. I loro temi si rifanno spesso a riflessioni sul-l'amore, sulla vita e sulla morale, con invocazioni a Dio,al Profeta, ai Santi. La coesistenza e I'interpretazionedei 2 modi d'espressione, classica e popolare, hanno ge-

nerato nel repertorio cittadino una musica semi-popola-rc (baladiyyat) che, oltre al mawwal e al layah, com-prende la ubxuja e soprattutto la taqtaqa: canzonetteleggete derivate dall'antica forma del dawr (verco l'ini-zio del secolo) e divulgate all'origine esclusivamentedal7e' awdlim (plurale di' dlina), cantanti professioniste

+ 'll

il cui complesso B costituito da una 'alima/ra'1sa/asta e,normalmente da 7 accompagnatrici: un riq (tamburo sucassa circolare), un tar (tambwo grande), 3 tabla/dara-bukke (tamburi a forma di tazza) , uno 'ud (!iuto, affida-to talvolta a un musicista cieco) e una raqisa (daozatri-ce). Molto ricercati nelle feste familiari, questi comples-si femminili si producono al ripato dagli sguardi ma-schili dietro una tenda o una finestra. Grazie alle loromelodie semplici e piacwoli, ai loro ritmi vivaci, questecanzonette beneficiano di un largo ascolto presso ilpubblico, di cui diventano per un certo tempo il titor-nello preferito. Tuttavia, la vera icchezza del patrimo-nio popolare egiziano, nelle sue divetse forme, si trovanella musica rurale:a) Canti di lavoro: pet condurre i cammelli, con interes-santi cambiamenti di registro alla fine delle frasi musica-h; la ruellaliyya, destinata a incotaggiare e a coordinare

a)

b)

a)

b)

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lo sforzo dei pescatori mentre tirano le reti, nella qualela voce del solista si fa spesso sentire al di sopta delritornello; e quella che accompagna la raccolta del coto-ne, con una forma dialogata specifica e con gioiosi za-gbarlt (plrrale di zaghruta), rilli cristallini ottenuti agi-tando rapidamente la punta della lingua da una com-messura delle labbra all'altra.

b) Canti di costume: lamentazioni funebri di caratterelugubre per la maesth della linea melodica che si muoveattraverso piccoli intervalli; canti rituali e cerimonialirelativi alla nascita, nello Sbu' (settimo giorno dopo lanascita) e alla circoncisione, eseguiti dalTe'aualirn e dal-le 'euazi (cantatrici ambulanti), che hanno un ruolopredominante anche nei canti di fidanzamento e di noz-ze; in quelle occasioni si sfoggiano ricchissimi costumi e

si eseguono canti e danze, specialmente per portare idoni alla fidanzata, per il giorno dello Harnndm (bagnocaldo), per quello della Hinna (prodotto colorante pertingere le mani e i piedi dei giovani sposi), o per la par-tenza verso la casa coniugale, ecc. Sono circa 10 giornidi festa durante i quali canzoni gaie e dinamiche, a voltesolenni, sono punteggiate dagli zagbarit e scandite dalbattito delle mani e del darabuk€e. Durante l'uscita ver-so lo Hamrndvt o verso la casa coniugale il mizmar (ob.popolare ad ancia doppia) e il. tabl kabtr (gran cassa)animano I'atmosfera del corteo. Questo corteo gode inNubia di un fasto particolare: il canto d accompagnatodal qitar/gissar (cetra tipica della regione meridionale,con 5 corde metalliche accordate pentatonicamente e

una cassa di risonanza in legno o metallo, ricoperta daspessa membrana di pelle di bue; --.> Krssan) e da un tar(iamburo su cassa circolare, pure tipico della regione).La Sababiyya (mattinata nuziale) E cantata il giornodopo le nozze per i giovani sposi, ed E accompagnatadal7a qurma (ad ancia semplice con bordone) e daltar.

c) Canti epici dei shZ'ir (poeti improwisatori), delqassas (naratore), del qawwal (dicitore di versi), ac-compagnati dalTa rababa (viella a 2 corde di crine, tesesu un lungo manico e una cassa di noce di cocco taglia-ta e ricoperta da una membrana di cuoio) e dal dara-buleke, o dal grande aragbill (ad ancia semplice, conbordone) con I darabu&Ae. Essi raccontano le impresedi antichi eroi, quali Abu Zayd al-Hilali, fiabe comequelle delle Mille e ilno notte, awenimenti pit recenti,sul tipo di Hasan e Na'lma, ecc. Basati su uno stile reci-tativo-narrativo ben carattetizzato questi canti sonospesso fusi in una forma poetico-musicale tradizionaleche bene si adatta al genere. Le interpretazioni, moltovarie, mescolano il canto e il parlato, incominciandocon un'introduzione di carattere meditativo e religiosoprima che una melodia diversa introduca il raccontovero e proprio. Esistono altri generi che non sono legatiad alcun tito o costume. Distinguiamo 2 grandi catego-rie. La prima d quella a forma, a ritmo e a movimento li-bero: il narnim della regione di Assuan, con strutturapentatonica, eseguito alternatamente fra2, J o 4 cantoriseduti in circolo e sostenuti dall'incoraggiamento deglispettatori; i. mawwal, caratteristico della mus. egizianasia colta che popolare: in quest'ultima il movimento li-bero (<< rubato >>) E eseguito con uno stile che si awicinaalla conversazione (<< parlando >>). Riccamente ornato,inizia generalmente con un'introduzione tipica (layatil,e ha sovente testo lirico (moralizzante o relativoall'amore). Nelle sue forme libere, I'improwisazione vo-

Egitto tt3

cale e strumentale (taqsim) svolge un ruolo decisivo, cheE pure importante nelle forme ritmate; essa permette almusicista di dare libero corso all'ispirazione, alla pto-pria arte di maneggiare note e suoni; cosi, secondo ilmerito del talento dimostrato, l'uditorio esprime aperta-mente la ptopria soddisfazione con esclamazioni chesottolineano le rcalizzazioni del musicista.La seconda categoria E quella delle forme a ritmo orga-nizzato come, tra le altre, il cutioso marbu' (propriodella regione di Assuan), la cui bella melodia pentatoni-ca b arricchita a fi^tti da una polifonia intenzionale, ge-nerata dallo spiegamento della voce del solista al di so-pra del ritornello cantato dal gtuppo; il ritmo C in 4tempi di cui il primo E sottolineato da un battito delpiede e il secondo dal battito delle mani con un movi-mento a volte vivo (solista), a volte lento (gruppo). Lalabga della regione del Faynrm, il cui unico motivo can-rare - basato su J suoni - t aricchito dall'accomp. distrumenti di fortuna, che sono pure utilizzati in certicanti delle zone del Sinai, del Canale e del Mar Rosso.La subba/dbarnntd, eseguita, di sera, da una solista chescandisce il ritmo su una tavola, e al quale risponde ilgruppo con un ritornello, scandito tigorosamente incontrattempo, arricchito con una melodia di strutturapentatonica. Il fiq di Marsa Matrih (sulle coste medi-terranee) rappresenta un esempio moho interessantedi polifonia primitiva, simile a quello che troviamonell'Oasi di Siwa con un bell'accomp. di tabl (grancas-sa) e di tasbibabt (fl. obliquo in canna con 4 fori).La danza, legata o no al canto, riveste pure un'impor-tanza notevole, specialmente con le danzatrici professio-niste rZqisa, del gruppo delle'awalim e di quello dellegbawazT, impegnate nelle citti e nei villaggi durante lefeste familiari, la cui danza non i che una variet) della<, danza del ventre >: E basata essenzialmente su movi-menti delle anche accompagnati dal tintinnio dei sajat(2 piccoli cimbali in rame, fissati con un elastico al pol-lice e al medio di ogni mano della danzatrice). Esistonoaltre forme di danza locale: la hojja baladt della < NuovaValle >, il cui movimento E sostenuto dalla voce di ungruppo d'uomini, da un zammar/zamruara (ad anciasemplice, con bordone) e dal darabukke; la raqsat al-safq, danza con quel battito delle mani che E caratteti-stico in tutto il folklore egiziano, e nella quale il dialogosolista-coro B sostenuto daldarabukke e dalbattito dellemani in formule ritmiche spesso complesse; la danzanubiana della regione di Assuan, basata sul canto mae-

Fayy[m, bajjAk a Marsa Matruh e samar ad Asytt e aDamietta), dalla struttura vocale comprendente 3 partidistinte: la shitaua per il gruppo ,la gbitawa per il soli-sta e la ruagrada per il solista e per il coro; la danza pro-priamente detta si svolge soprattutto durante le due pri-me pafti. Citiamo ancota la danza funebre della regionedi Luqsor-Qena, durante la quale le donne, sul ritmoscandito dal fir, girano in cerchio intorno alla bara, in-clinandosi leggermente in avanti e battendosi le gote incadenZa.

Malgrado i loto nomi diversi, tutte queste danze (eccet-tuato qualche dettaglio) hanno molto in comune: grup-pi d'uomini in colonna, ondulando, battono le mani e

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cantano; di fronte a loro, una (o pii) danzattici, con uncostume molto colorato e un velo ricoprente tutto ilcorpo o solamente il viso, delle quali il movimento delventre costituisce l'essenziale della danza, Questa E so-stenuta da un canto spesso di carattere recitativo, alter-nato e ripetuto dal gruppo e dal solista. Altre danze fan-no a meno del canto. Citiamo la dinamica taltiyya dellaNuova Valle, che d una curiosa danza del ventre esegui-ta da un uomo con l'accomp. di un piccolo araghul (adancia semplice, con bordone), un tar eun darabukke;lapopolare raqsat al-khayl (danza del cavallo) della regio-ne di Qena, accompagnata da una formazione di miz-mdr con un tabl baladl la raqsat al-tabttb (danza dei ba-stoni) della regione di Tahta-Sohag, meti danza e methduello (pure molto popolare) accompagnata da una for-mazione di rnizmar e da un naqrazan (timpano colpitocon 2 sottili bacchette di legno): la musica segue fedel-mente I'evoluzione del combattimento. Il bastone E fre-quentemente usato nelle danze egiziane, anche quandonon si tratta che di una sola danzatrice.

formazioni popolari del Basso Egitto. Gli stum. della mus.rurale, pit numerosi e pii vari, fruiscono di una tetminologiaabbastanza ricca, ma poco unificata. Lo stesso strum. poftanomi differenti da una regione all'altra; o, viceversa, lo stessonome pud indicare sttum. diversi. Ricordiamo:

Aerofoni: a) flarti obliqui in canna: sffira/sulamiyl,a/haual(a 6 foti), tasbibabt (a 4 fori); D) clarinetti in canna, ad anciasemplice, dotati di un bordone talvolta prolungato da un pa-diglione di latta: araghul/tormay/qurmazammdr o zammara; c)

oboi in legno, ad ancia doppia: mizmar/zamr (sibs, shalabiyya/niznar sa'id e tilit/zamr baladl.

Cordofoni: a) ceme: qitar (gissar o tilnbrtra), caratteristicodell'Alto E., con 5 corde in metallo accordate in sistema pen-tatonico, tese con anelli di tela su una cassa di risonanzarotonda in legno o in metallo, ricoperta da una spessa mem-brana di pelle di blue semsemiyya, tipo perfezionato di qitar,diffusasi recentemente nella zona del Canale, con le corde ac-

cordate diatonicamente, tese a mezzo di caviglie su una cassa

con tavola in legno; D) vielle: rabab/rababa, fomito di 2 cordedi crine, di un lungo manico e di una cassa in noce di coccctagliata e con, sovrattesa, una membrana di cuoio; in alcuneregioni i sostituito dal vl. (kamanje) europeo.

Membranofoni: a) tamburo su cassa circolare: riqq/daff (conderivati pii grandi, urcllizzati esclusivamente nella mus. religio-sa hana/mazbar/band.r) e tar (impiegato in Alto E. pute nellamusica religiosa); D) tamburo a forma di tazza: darabukke/tabla/doholla; r) timpano: naqrazan peicosso con 2 sottili bac-chette in legnoi baza, costituito da 2 piccoli timpani disuguali(usato pet il tepenorio religioso); /) grancassa: tabla baladl,llrtilizzata nelle fotmazioni di mizmar,le cui 2 membrane sonopercosse una con un pezzo di legno, I'altra con una bacchettasottilissima.

Idiofoni: sajat (coppia di piccoli cimbali in rame, legati alledita delle ballerine); tura, pii grande utilizzato nel Basso E.,soptattutto da gruppi che eseguono musica religiosa, insiemecon i kas (grandi piatti).Come possiamo constatare, nella ricca varieti di stili e di for-me a carattere collettivo, individuale o misto, il linguaggiomusicale si presenta con un'abbondante materia sonora e rit-mica, di cui non d possibile sviluppare qui le numerose carat-teristiche. Diciamo semplicemente che distinzioni molto netteesistono tra le varie regioni e patticolarmente ma l'Alto e ilBasso Egitto. Nel primo, le scale fitlizzate sono essenzialmen-te di tipo tetracordale, men$e nel secondo sono generalmentedi sruttura diatonica, e pentatonica con un ambito molto

esteso. Alla predominante omofonia all'unisono o all'ottava, siaggiungono parecchie altre tecniche, come la parafonia, l'ete-rofonia e pure una interessante polifonia o intenzionale >.

Sul piano ritmico, esiste una ricca varieti di formule, di sotti-gliezze e di sfumature, e, bench6 il genete binario (come il

tipico wal2da ua t a{ ) sia dominan-

te ovunque, si tiscontrano tuttavia delle formule ternarie, o al-tre basate sul gioco delle due uniti del rapporto I :2 o 2 : I(chiamato <giusto sillabicor), o del rapporto l:) o 3:ldetto aksak : <( zoppicante "). L'isoritmia abituale t spessomolto variata sia sul piano ritmico, sia su quello dinamico.

III. Ln r'ausIcA RELIGIosA. - Come in tutto il mondo ara-bo, la mus. religiosa appaftiene ai due modi d'espressio-ne: popolare e classico; essa E costantemente mescolataal repertorio profano specie nei canti di circostanza e dicostume a carattere rituale e cerimoniale; i suoi temi-tipo sono spesso arricchiti con formule augurali, precet-ti morali, invocazioni a Dio o al Profeta e ai Santi. Esiste tuttavia un repertorio specificamente teligioso com-prendente forme fondamentali: l'adhan (appello allapreghiera) e i tajwtd (recitazione salmodiata del Cora-no), che, in E., sono riccamente modulati eyocalizzati,e nei quali il metodo della Lettura si basa sul sistema di$afg (t 805), continuatore della scuola di Kufa. Altreforme sono d'ispirazione mistico-religi osa (s amd' ), colti-vate soprattutto dalle confraternite religiose (turuq, plu-rale di larlqa), di cui le pii celebri, in E., sono: laLay-thiyya, la Bayytmiyya, la Shaduliyya e la Rifa'iyya. Laprima E considerata la pii importante per la musica e icanti religiosi, al punto che il suo repertorio d divenutouna norma in base alla quale viene giudicata la compe-tenza dei musicisti professionisti, la maggior parte deiquali deve d'altra parte la propria formazione alla Kut-tab (scuola coranica). Il merito della tartqa Laythiyya,rispetto alla preservazione e allo sviluppo della mus.tradizionale, fu considerevole. Durante la cerimonia(Halqa: << circolo ,r),lo Sbaykh, stabilendo il ritmo, dilige al-Ardhiyya (2 ftle di mansbidtn [plurale di mansbid: <( cantore discepolo >] seduti), incominciando con iruadi ib (plurale di madih): poemi di tipo qastda, ffiuwa-sbshah o zajal-panegirici, cantati alla gloria e all'amoredi Dio, del Profeta e delWall (Santo patrono). In segui-to, l'assemblea si mette in piedi (il QiyAm) per eseguiretl Dbikr, solenne invocazione a Dio con la ripetizionedella parola << Hu >> (lui : Dio) e della formula dellaSbabada << La lldha illa Ailah > ("Non c'B altro Dio cheDio"). L'intonazione e il ritmo sono inseparabili daqueste parole, fanno corpo con esse, e non sono conce-pibili separate. Sono creatori di una magia che tocca iltrascendente e di una forma linguistico-ritmica che su-scita presso i milridtn (fedeli) e gli uditori una forma diebbrezza.Alla voce, elemento di base in questo repertorio, per igeneri mistico-religiosi si aggiunge un accomp. formatogeneralmente da strumenti a perc. e, in particolare, daitamburi su cassa circolare banna, rnazhar, bandTr e tar;dai timpani bdza e dai piaitti tura e ,€as. Bench6 presentecon frequenza nelle occasioni profane, questa musica E

eseguita soprattutto durante le seguenti feste religiose: ilMawlad al Nabawl (anniversario della nascita del Profe-ta),lRaruadda (mese di digiuno) conlaRu'ya (compar-sa della luna e, in seguito, tutte le notti del mese); il Pel-legrinaggio H aj ; il lV afa' a l-Ni I ( celebrazione delle pieneestive del Nilo).(trad. Gustavo Boyer) Mrxuouo GurrrrL