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ANNO 9 N.229 Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03 15 anni di moda

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ANNO 9 N.229 Q

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Dalla teenager alla signora, donne alla ricerca del giu-sto capo di abbigliamento, per ogni stagione. Giovani donne ma non solo, con

sexappeal, donne che accentuano il loro fascino e che vestono da Opium Fashion, boutique di abbigliamento in via Nazionale 111 a Roseto, in pie-no centro. Opium Fashion da 15 anni veste la donna, dall’età adolescenzia-le, accompagnandola nel suo percor-so di vita che diventano madri, donne in carriera, donne che accudiscono il focolare domestico e che amano sentirsi a loro agio in un bell’abito. Capi di abbigliamento per ogni giorno o per situazioni speciali, come ceri-

monie indimenticabili. Piero Spino-si e Cecilia Luconi, titolari di Opium Fashion in questi 15 anni hanno sa-puto cogliere i gusti della donna, se-guendo la moda e rispettando i crismi del made in Italy, con proposte casual ed eleganti. Ed con ogni capo, anche quello più casual, la donna che ve-ste da Opium Fashion riesce ad avere un grazioso tocco di eleganza in più. Relish, Divedivine, Jijil, Risskio, Molly Brocken i marchi proposti alla clien-tela che ha accordato la fiducia ad Opium Fashion. Le ragazzine di allo-ra che sono donne di oggi e che con-tinuano a vestire da Opium Fashion, grazie anche ai consigli che Piero e Cecilia, compagni nella vita, sanno

dare anche a chi è alla ricerca di qualcosa di particolare per esaltare la propria bellezza. Ma Opium Fashion e anche accessori. Dalle borse alle cinture, dalla bigiotteria alle calza-ture. “A giugno festeggeremo i nostri 15 anni di attività”, ci dice Cecilia Luconi, “e il nostro più sentito rin-graziamento va a quella clientela che ci ha accordato la fiducia nel tempo. Alcune clienti sono diventate nostre amiche, le abbiamo davvero accom-pagnate nella loro crescita”. In que-sto periodo Opium Fashion propone la nuova collezione Primavera-Estate. Un’occasione per molte donne di ini-ziare a vestire leggero in vista della bella stagione.

da 15 anni veste donnaLa boutique di abbigliamento è in via Nazionale 111 a Roseto, in pieno centro.

Pronta la collezione Primavera-Estate. Moda casual ed elegante. E poi tanti accessori per accentuare il fascino femminile

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Cirsuè iniziata la

Dopo quasi 6 anni di inattività è ripartito il polo tecnologico di Grasciano. Si tratta di una vera e propria fabbrica di materiali, dove i rifiuti verranno

recuperati quasi integralmente. Necessario un investimento di circa 6milioni di euro per ammodernare gli impianti. Il complesso sarà in grado di dare risposte all’intero territorio regionale. E dalla prossima estate sarà

inaugurato il nuovo invaso per una capienza di 480mila metri cubi

Cinque anni per effet-tuare i necessari la-vori di ristrutturazione generale delle linee di riciclaggio e com-

postaggio, con una spesa di oltre 6 milioni di euro. Ma finalmente il polo tecnologico del Cirsu di Grasciano, dopo il riposo forzato, torna ad essere operativo candi-dandosi ad essere uno dei rife-rimenti regionali per la gestione dei rifiuti. Una vera e propria “fabbrica dei materiali”, come è stata definita, che consentirà, grazie alle nuove tec-nologie utilizzate nell’impianto che pre-vede delle selezioni sequenziali (sepa-ratori balistici, magnetici, lettori ottici) di differenziare sempre più e sempre meglio i rifiuti, in modo da favorire il re-cupero dei materiali e di creare combu-stibile per produrre energia e calore in impianti dedicati. A visitare l’impianto questa mattina c’erano proprio tutti, dai sindaci dei Comuni soci, agli assessori regionali Mario Mazzocca e Dino Pepe. Una struttura, quella del Cirsu che, a sistema, può trattare fino a 100mila tonnellate di rifiuti urbani indifferen-ziati l’anno, con il recupero di plastica

e metalli e produzione di combustibile da rifiuto, 50mila tonnellate l’anno di compostaggio aerobico, 30mila tonnel-late l’anno di trattamento e valorizza-zione delle frazioni secche provenienti da raccolte differenziate (carta, vetro, plastica). Senza contare che, entro l’estate, saranno aggiunti altri 480mila metri cubi di volume della nuova disca-rica per rifiuti non pericolosi, i cui lavori sono ancora in esecuzione, e 20mila tonnellate l’anno di trattamento di Raee, ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, di cui è in via di definizione la gestione dell’impianto anch’esso fermo al 2008. “I lavori di re-vamping hanno rafforzato ulteriormente la vocazione del recupero di Cirsu Spa”,

sostiene il presidente del consor-zio Angelo Di Matteo, “il tutto in perfetta linea consigli obiettivi comunitari di gestione dei rifiuti e con le valutazioni di carattere energetico-ambientale tracciate dalla Regione Abruzzo negli sce-nari della programmazione della gestione dei rifiuti, finalizzati a minimizzare lo smaltimento in di-scarica”. Un lavoro sinergico por-tato avanti dal gestore Consorzio

Stabile Ambiente scarl di L’Aquila che ha saputo rivalorizzare un patrimonio che da anni era stato lasciato in abban-dono. Da segnalare anche una voce fuori dal coro. Il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura, infatti, ha volu-to sottolineare come le casse della sua amministrazione attendano ancora di poter contare sul così detto “eco risto-ro”, visto che è il suo Comune ad ospi-tare il polo tecnologico, per un introito che varia dalle 300 alle 400mila euro l’anno. Inoltre il primo cittadino notare-schino ha ricordato anche il personale che finora ha svolto questo importante servizio per la comunità, auspicando che al più presto tutti gli operari della Ex Sogesa possano tornare a lavorare.

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Polizia Ruralepresentato il nuovo regolamento

Iniziati i primi incontri pubblici per illustrare lo strumento che disciplina il settore agricolo e che prevede delle disposizioni per i proprietari delle aree,

sia coltivate, sia lasciate incolte. Tra le novità il fatto che periodicamente dovranno essere garantiti interventi di manutenzione dei canali di scolmo

delle acque bianche. Inoltre bisognerà ripristinare i fossati laddove sono stati ricoperti per garantire un miglior deflusso delle acque piovane

Con la recente approvazione del regolamento della Po-lizia Rurale si inizia final-mente a fare sul serio per quanto concerne la manu-

tenzione delle aree, sia coltivate, sia in-colte, e dei canali di deflusso delle ac-que piovane. Lo strumento contempla una serie di indicazioni rivolte soprat-tutto ai proprietari degli appezzamen-ti. Il Comune di Roseto, per illustrare meglio quelli che sono i punti previsti dal regolamento, ha organizzato una serie di incontri coi cittadini. E il pri-mo appuntamento, che si è tenuto al Palazzo del Mare, ha visto una larga partecipazione di pubblico. Il sindaco Enio Pavone, i rappresentanti dell’am-ministrazione comunale e delle asso-ciazioni di categoria hanno spiegato ai numerosi intervenuti, mediante l’ausilio di slide e materiale informativo, i trat-ti salienti e più interessanti del nuovo strumento. “Siamo veramente soddi-sfatti di questo primo appuntamento”,

ha sottolineato il primo cittadino rosetano, “per-ché la cittadinanza ha risposto veramente oltre ogni nostra aspettativa, segnale di quanto questo strumento interessi non solo i lavoratori del set-tore, ma a tutti i rosetani che hanno ben compreso la sua utilità. C’è chi ha provato a farlo passare come un qualcosa di me-ramente punitivo. In real-tà vengono stabilite delle regole chiare come la pu-lizia degli appezzamenti, dei fossati, il taglio delle erbacce dalle aree incolte”. Al primo incontro c’erano davvero tutti, grazie al lavoro dei presidenti dei quar-tieri Roseto sud, centro e nord (Pie-trinferni, Alcini e Massari) che hanno organizzato l’assemblea cittadina. “Mi hanno fatto particolarmente piacere”, ha aggiunto il sindaco Pavone, “gli in-

terventi, utili e costruttivi, dei rappresentanti delle Associazioni di categoria, con il Presidente della CIA (Confederazione Ita-liana Agricoltori), Roberto Battaglia, che non solo ha lodato la completez-za e la bontà del nostro regolamento, definito da lui uno dei migliori nella nostra Provincia, ma si è anche complimentato perché siamo riusciti a redarlo a costo zero, tra-

mite i dipendenti comunali, un segnale definito “importante” in un momento di crisi generale, ed il rappresentante locale della Coldiretti, Pierpaolo Seca, che ha sottolineato nuovamente l’utilità di questo strumento che non va a pena-lizzare la categoria e anzi offre un valido aiuto a coltivatori ed allevatori del terri-torio”. Questi prossimi incontri. Lunedì 20 aprile, ore 20:30 presso la Scuola Elementare di Voltarrosto, Consiglio di quartiere di Campo a mare, Santa Pe-tronilla e Voltarrosto. Lunedì 27 aprile, ore 20:30 presso il Polo Sportivo di S. Giovanni, Consiglio di quartiere di Ca-sal Thaulero, S. Giovanni e S. Lucia. Lunedì 04 maggio, ore 20:30 pres-so la Scuola Elementare, Consiglio di quartiere di Cologna Paese. Lunedì 11 maggio, ore 20:30 presso il salone del Museo, Consiglio di quartiere di Monte-pagano. Lunedì 18 maggio, ore 20:30 presso la Scuola Elementare, Consiglio di quartiere di Cologna Spiaggia.

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Scogliere a Colognanuovo rinvio dei lavori

Le opere per il rinfoltimento delle barriere esistenti e la chiusura dei varchi era atteso già a marzo. Ma la Regione ha deciso di posticipare al prossimo autunno

gli interventi per non penalizzare l’imminente stagione turistica. A dire il vero si tratta del

secondo rinvio in poco più di due anni

Ancora un rinvio dei lavori per il potenziamento delle barriere frangiflutti sul li-torale di Cologna Spiaggia. Le opere, che prevedeva-

no oltre al ricarico delle scogliere esi-stenti, anche la chiusura dei varchi tra una barriera e l’altra lasciando solo il passaggio alle imbarcazioni, dovevano cominciare tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, subito dopo il comple-tamento degli interventi nella zona sud di Roseto. E invece, proprio in questi giorni la Regione ha comunicato che i lavori che erano stati programmati a Cologna subiranno uno slittamento di alcuni mesi. Se ne riparlerà ad ottobre, subito dopo la stagione estiva. Il motivo dell’ennesimo rinvio sarebbe di natura burocratica. Inoltre, secondo i respon-sabili del Genio Civile per le Opere Ma-rittime non avrebbe senso iniziare gli interventi ora, a meno di un mese dall’i-nizio della stagione turistica. La cosa però ha in qualche modo indispettito gli operatori turistici locali che si sentono presi in giro. “Ci sentiamo presi in giro”, ha sottolineato Ernano Perletta, titolare del Lido Lo Squalo, “ci hanno sempre

detto che sarebbero iniziate le opere a febbraio, poi a marzo. Ed ora niente. E prima ancora avevano detto che sareb-bero iniziati lo scorso anno. Con chi ce la dovremmo prendere? E’ una situazio-ne non più sopportabile”. Il progetto ini-ziale prevedeva il potenziamento delle barriere esistenti e la chiusura di 5 var-chi, partendo dalla zona sud. Successi-vamente la Regione modificò il progetto prevedendo la chiusura di 10 varchi, sino all’altezza dello chalet L’Astice. Ora sembra che il piano abbia subito una nuova modifica perché la chiusura dei varchi sarà quasi totale, sino all’altez-za di via Bozzino. Resta il fatto che gli operatori locali sono in difficoltà perché le recenti mareggiate hanno accentua-to il fenomeno dell’erosione, soprattutto dinanzi ai camping. Inoltre non sono in grado al momento di programmare la posa degli ombrelloni. “Non sappiamo davvero cosa pensare”, ha puntualizza-to Luigi Corradetti, titolare del Camping Nino, “abbiamo avuto in questi giorni delle grosse difficoltà per pianificare gli interventi di livellamento dell’arenile per la posa degli ombrelloni. L’erosione ogni anno aumenta. Quest’anno poi ci

sono state diverse mareggiate, con le onde che hanno superato il muretto del lungomare, sino a raggiungere la strada”. Il ripascimento morbido opera-to qualche anno fa non ha dato alcun risultato perché la situazione, relativa-mente al fenomeno erosivo, col tempo è solo peggiorata. Intanto in questi gior-ni gli operatori locali hanno fatto siste-mare l’arenile in concessione. E quasi tutte le strutture riapriranno i battenti il prossimo 25 aprile.

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Sabato 18 aprile convegno contro

“Lo Spreco”L’incontro si snoderà sui temi dell’abbattimento dello spreco in tutte le sue forme:

dal consumo di suolo a quello di cibo, dalla tutela del paesaggio a quello della salute. Tutti temi strettamente legati tra loro

Si terrà sabato 18 aprile, dalle ore 10:00 all’Hotel Palmarosa di Roseto degli Abruzzi, il primo evento nazionale 2015 dell’Associazione Un’altra idea di mondo.L’associazione, presieduta dalla Senatrice Laura

Puppato, ha voluto fortemente questo incontro a Roseto degli Abruzzi, anche per valorizzare la Regione dove oggi conta il maggior numero di iscritti di tutto il Paese.L’evento si inserisce in un “tour nazionale” che nello scorso anno ha già toccato Lazio, Puglia e Veneto, sostenendo con forza il dibattito sui temi dell’abbattimento dello spreco in tutte le sue forme: dal consumo di suolo a quello di cibo, dalla tutela del paesaggio a quello della salute. Tutti temi strettamente lega-ti tra loro che da subito l’associazione ha fatto propri.A fare gli onori di casa sarà la Presidente dell’Unità Regionale Abruzzo dell’Associazione “Un’Altra Idea di Mondo” Rosaria Ciancaione, artefice della crescita dell’associazione nella regio-ne, nonché Segretario nazionale e socia fondatrice. All’evento parteciperanno Giovanni Legnini, vicepresidente del CSM, Ila-ria Borletti Buitoni, Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, già presidente del FAI e socia onoraria dell’as-sociazione, Enzo di Salvatore, professore associato di Diritto Costituzionale presso l’Università di Teramo oltre, ovviamente, a Laura Puppato, Senatrice e Presidente dell’Associazione. “Ringrazio tutti gli ospiti per la loro presenza” ha detto Rosaria Ciancaione “perché ci permettono di dare vita ad un convegno di portata nazionale da cui trarre numerosi spunti per la nostra azione futura. Sono sicura che i tanti iscritti abruzzesi, e non solo loro, apprezzeranno gli interventi sul tema proposto su cui,

del resto, poggia il futuro di ogni comunità e intorno ai quali oc-corre aggregare tutte le sensibilità. Nel titolo del convegno è stata inserita la parola “Parliamone”, affinché si apra un ampio dibattito sul consumo consapevole e senza spreco e maturi un movimento culturale che diventi sempre più patrimonio di tutti noi”.

Giovanni Legnini Ilaria Borletti Buitoni Enzo Di SalvatoreLaura Puppato Rosaria Ciancaione

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L’emozione di un giorno... per tutta la vita.L’L’L eL eL mememom zm zmozomom zmom iziz d

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11Società

Non sempre i partiti sono uguali di fronte al giudizio degli intellettuali. Alcuni di questi gruppi che fanno politica hanno il vantaggio di essere più uguali degli altri

di William Di Marco

LE CATEGORIE SOCIALI - Esistono delle categorie sociali a cui un po’ tutti noi apparteniamo. La nostra co-munità è così varia che si è passati da una divisione dell’ancien régime in cui c’erano solo i tre “stati” (il Primo era il clero, il Secondo era l’aristocrazia e tutto il resto formava il Terzo Stato) a una frammentazione attuale molto più complessa. Tuttavia questa moderna ripartizione di tipo economico-socio-logico non sconfina mai (sarebbe un delitto culturale e un’offesa alla demo-crazia) in ripartizioni genetiche, in cui una classe si sente più eletta rispetto alle altre, come insegna mirabilmente il famoso romanzo satirico e di denun-cia La fattoria degli animali di George Orwell: in quel caso la morale predo-minante era condensata nella famosa frase: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.LE DISCRIMINAZIONI POLITICHE - In politica tutto questo rispetto verso le categorie umane viene meno e si entra in un contesto in cui le differen-ze non sono tanto contenutistiche, ma più propriamente di carattere ideolo-gico e biologico. In altre parole se un argomento viene portato avanti da un certo gruppo partitico ha una valenza realizzativa ed è accolto, da chi tiene le fila del potere (intellettuali e burocra-ti), con il massimo della considerazio-ne; viceversa se quelle soluzioni sono proposte dalla parte avversa, le stesse non solo sono improponibili, ma fan-no emergere il peggio dei sentimenti umani, capaci di derive populistiche e dozzinali, al limite del grottesco. In Ita-lia questa divisione è molto accentuata e le parti in causa - con una suddivisio-ne molto tranchant e di sintesi, ad uso prettamente divulgativo - sono le solite categorie della Sinistra e della Destra, ovviamente di stampo esclusivamen-te nazionale. Se dovessimo utilizza-re la separazione antropologica a cui accennavamo, la parte progressista avrebbe tutte le giustificazioni possi-bili e immaginabili, con l’approvazione

a ogni mossa di quell’”intellighentia” pronta a salire in cattedra per spiegare al mondo dove sta il bene e dove, inve-ce, si annida il male. Al contrario i con-servatori, soggetti a un florilegio di in-vettive, appartengono a un non luogo, in cui gli intellettuali fanno confluire gran parte del male di questa società e molta dell’ignoranza che circola nel pensiero dell’italiana gente. Illuminan-te fu la dichiarazione di uno dei padri dell’intellettualismo progressista (di si-nistra), che ha sempre avuto una voce autorevole in materia politica, vale a dire Eugenio Scalfari. Egli nel 2012, nel corso della trasmissione televisiva di La7 “Invasioni barbariche”, definì gli elettori del Pdl una “espressione di una sotto umanità”, sentenziando una sorta di differenza antropologica, come se quella specie di scimmie allo stato brado fosse solo da rinchiudere in qualche zoo per limitarne la mal-vagità sociale. È palese anche ai più distratti che tale ripartizione è del tutto fuori luogo e che le cose stanno diver-samente. Uno spirito libero (possibil-mente anche liberale, che non guasta) capirebbe che le idee vanno giudicate per come sono problematizzate e per come vengono individuati i rimedi da attuare. Le persone intelligenti si tro-vano dappertutto e sono tali se hanno forte in loro il senso del problem sol-ving, in cui emerge la “risoluzione del problema” di tipo oggettivo. In altre parole, ci sono delle soluzioni che esu-lano da una posizione di tipo partitico e vanno prese perché migliori oggetti-vamente e obiettivamente. Tutto que-sto l’antropologia politica lo impedisce. Alcune dimostrazioni? Eccole.L’IPSE DIXIT RENZIANO - Tre esempi su tutti, limitando l’ampio spettro dei

casi che potremmo citare. Il primo è sulla riforma dell’articolo 18 dei lavo-ratori. Se fosse stata fatta nel 2001 - con le modifiche che volete - quando fu proposta dai “buzzurri del centro destra”, probabilmente avremmo gua-dagnato una ventina d’anni. Qui non si discute se sia giusta o meno, ma del fatto che adesso che è passata (certo, non proprio uguale, ma nella sostanza è la stessa cosa) grazie al governo di centro sinistra “Illuminato e progressi-sta”, tutto è lecito. Secondo esempio: la riforma elettorale detta Italicum - per molti appartenenti all’area progressista peggiore del Porcellum di Calderoli - ha avuto il lasciapassare della nomenkla-tura. Eppure questa legge sarà appro-vata (e, di fronte al vuoto, potrebbe es-sere anche un bene), però le storture legate alle preferenze che non si pos-sono dare (solo in parte) e al premio di maggioranza consistente a chi prende più voti contano poco (ma non era la sinistra che sin dagli anni ‘50 si sca-gliò contro la Legge Truffa?). Anche qui vale molto di più una certa superiorità antropologica. Infine l’esempio della Rai. La riforma di Renzi del carrozzo-ne pubblico non è affatto tale, perché il grande cambiamento è solo in ter-mini di elezione del Consiglio di Am-ministrazione. In altre parole, chi sarà nominato dipenderà più fortemente di prima dal partito dominante. Se l’aves-se proposto qualcun’altro, staremmo a parlare di colpo di Stato nei confronti dell’informazione. E come appendice riportiamo un altro dato poco allinea-to con gli aspetti democratici: le quat-tro cariche più importanti del nostro apparato statale sono in mano a uno stesso partito o a chi ad esso fa riferi-mento. Il Presidente della Repubblica, quello del Consiglio e i due Presidenti delle Camere sono di area Pd. Era mai accaduto in passato? Sì, solo quando ha governato la sinistra. Per avere suc-cesso nella vita bisogna nascere più uguali degli altri. E le piazze che rumo-reggiano... dove sono finite?

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Mercatone Uno in Amministrazione straordinariaÈ quanto comunicato la scorsa settimana dal Ministero per lo Sviluppo Economico

di MARTINA FRANCHI

Lunedì primo aprile, come vi avevamo anticipato nello scor-so numero, dopo l’annulla-mento da parte della proprietà del tavolo di confronto che si

sarebbe dovuto tenere a Roma, il primo cittadino pinetese, insieme ai sindacati nazionali e a centinaia di dipendenti, si è comunque portato nella capitale, in via Veneto, sotto le porte del Ministero per lo Sviluppo Economico per manife-stare sulla questione Mercatone Uno. Il viceministro Claudio De Vincenti, ha accolto le rappresentanze istituzionali dell’Abruzzo, cioè il sindaco di Pineto Robert Verrocchio, quello di San Gio-vanni Teatino Luciano Marinucci e il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. “Abbiamo espresso al viceministro tutta la nostra preoccupazione; lui ha ascoltato con attenzione le istanze presentate e si è impegnato a ricon-vocare al più presto un nuovo tavolo di confronto tra proprietà e sindacati, visto che quello del primo aprile è sta-to annullato”, ha dichiarato il sindaco Robert Verrocchio. La disponibilità da parte dell’Amministrazione pinetese a voler continuare questa battaglia, è stata dimostrata dalla volontà di torna-re a Roma non appena l’incontro verrà

definito “perché”, dichiara Verrocchio, “vogliamo portare all’attenzione di chi di dovere tutto ciò che non capiamo di questa vicenda. Il nostro punto vendi-ta risulta uno di quelli più profittevoli a livello nazionale, si trova ben collegato e all’interno di un grande bacino d’u-tenza. Noi non capiamo il perché della volontà di chiusura, e faremo sentire le nostre ragioni ovunque sarà possibile”. A una settimana esatta dall’incon-tro con il viceministro De Vincenti, l’8 aprile, il dicastero di via Veneto ha diramato un comunicato nel quale af-ferma che il Gruppo Mercatone Uno è stato ammesso alla procedura di am-ministrazione straordinaria speciale da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico. Il decreto è stato firmato dal ministro Federica Guidi e, come commissari straordinari, sono stati no-minati Vincenzo Tassinari, Ermanno Sgaravato e Stefano Coen. Tale proce-dura, a detta dell’azienda, non è una “mossa d’emergenza” ma solo una procedura già prevista e necessaria, visto che l’investitore che si è proposto ha comunicato che presenterà un’of-ferta definitiva di acquisto entro la fine del mese di aprile. Il sindaco pinetese non ha esitato ad esprimere la sua soddisfazione: “Con

la nomina dei commissari da parte del Ministero è stato finalmente messo un punto fermo e la nostra presenza a Roma è servita a qualcosa. Di sicu-ro da oggi in poi avremo più chiarez-za, perché il Governo ha riconosciuto l’importanza della questione. Non è il momento di cantare vittoria, perché è ovvio che il confronto sul destino del-la Mercatone e dei suoi punti vendita prosegue e proseguirà, ma di certo abbiamo a questo punto un interlocu-tore chiaro, che è il Ministero, con il quale ho intenzione di andare a parlare per far capire la salute economica del punto vendita di Pineto”. Oltre a que-sto, ha ringraziato la Regione e tutte le Istituzioni che stanno affrontando con lui questo caso ricordando, non ultimi, i sindacati e i lavoratori che per primi si stanno facendo in quattro su questa vertenza. Lo stesso giorno in cui il Ministero ha diramato l’annuncio, i sindacati di ca-tegoria hanno deciso di prorogare a oltranza lo sciopero contro le chiusure decise dalla proprietà del Mercatone Uno: “Abbiamo deciso la proroga ad oltranza dello sciopero – ha conferma-to Emanuela Loretone della Cgil Tera-mo – adesso vedremo cosa succederà dopo gli sviluppi delle prossime ore”.

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Prima delle festività pasquali tutte le palme attaccate dal pun-teruolo rosso, sul tratto nord del lungomare di Cologna Spiaggia sono state eliminate. Via anche gli oleandri rinsecchiti, con la promessa che sarebbero stati sostituiti da nuovi alberi in pochi giorni. Oggi il lungomare colognese, tra via Bozzino sino all’al-tezza del Lido L’Astice, si presenta spoglio, grigio. Il lavoro di eliminare le vecchie palme è stato compiuto ad opera d’arte. Ma ci si augura che a breve, ma veramente in tempi assolutamente rapidi, possano essere messe a dimora le nuova palme e abbel-lite le aiuole. Anche perché tra una settimana circa le strutture ricettive della zona riapriranno i battenti. E un lungomare così è davvero molto triste, con i soli lampioni ad adornarlo.

A quAndo lE nuovE pAlME?

CI p

IACE

Dopo la realizzazione della nuova scala antincendio ad ottobre sono stati portati a termine i lavori di messa in sicurezza della Scuola Primaria “Celommi” di via Manzoni. Si tratta di un investi-mento complessivo di circa 70mila euro, fondi del Ministero delle

Infrastrutture. Di questi una prima parte è sta-ta utilizzata per la scala antincendio. La secon-da tranche, pari a circa 32mila euro, è servita invece per sostituire gli infissi e a cambiare telai e controtelai alle finestre dell’edificio scolastico.

In tutto l’operazione, che si è ap-pena conclusa, ha riguardato la sostituzione di 19 finestre tra pri-mo piano e pianoterra. L’interven-to si è concentrato, in particolare, sulla funzionalità e sulla sicurezza dei nuovi infissi che prevedono sia un sistema di apertura e chiusu-ra a “vasistas” che di apertura ad “anta” regolabile con le chiavi: un sistema che garantisce, come pre-vede la legge, la massima sicurez-za soprattutto quando le aule sono frequentate dagli alunni.

nuovI InfIssI AllA sCuolA prIMArIA “CEloMMI” dI vIA MAnzonIn

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CErosETo

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Nella foto vediamo quella che è la situazione delle nostre piazze in generale. Nonostante l’Amministrazione Comunale abbia da qualche tempo intrapreso l’iniziativa di installare degli apposi-ti porta cicche di sigarette, si continua a buttarle per terra. Sul pavé delle piazze in modo particolare si trovano anche cicche di gomma da masticare che oltre ad essere brutte da vedere sono anche fastidiose quando le si calpestano. Lo stesso tipo di pro-blema si riscontra davanti agli ingressi dei negozi, infatti i clienti entrando hanno la brutta abitudine di gettare a terra la sigaretta non trovando il porta cicche. A questo punto per meglio pre-servare l’ordine, sia il Comune che i commercianti, potrebbero fornirsi di un maggior numero di porta cicche e cestini, in modo che il cittadino sia invitato ad un maggior senso civico.

pIAzzE sporChE

Finalmente dopo alcuni anni di incertezze da parte dell’Am-ministrazione Comunale, si è arrivati all’assegnazione de-finitiva del centro culturale aggrega giovani sito presso il parcheggio della stazione ferroviaria. Si tratta di un vecchio stabile di proprietà delle FF.SS. che il Comune ha ottenuto in comodato d’uso e assegnato in modo definitivo, tramite un bando pubblico, a Summer Smile, nota associazione di animazione turistica, tra le più intraprendenti della costa abruzzese. La sede può essere utilizzata anche da altre as-sociazioni non profit che ne faranno richiesta.

nuovA sEdE pEr l’AssoCIAzIonEsuMMEr sMIlE

di TIZIANOABBONDANZA

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pInETo Inviate le vostre segnalazioni a [email protected]

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ricordiSe pensi a qualcosa che possa appagarti appieno lo spirito, ma per la sua immaterialità non riesci ad afferrare, approdi all’immagine dell’isola che non c’è: dentro di noi ognuno la idealizza al punto da sapere che in qualche parte del mondo quel luogo

attorniato dal mare esiste realmente. È un po’ il discorso legato alla felicità: la ricerchi per tutta la vita, l’assapori a piccole dosi, ma se dovessi andarla a prendere in qualche parte non sai dove cercare di preciso. L’idea della musica è qualcosa che si avvicina all’immagine del buono che la vita offre a ognuno di noi, ma se si volessero agguantare le note e imprigionarle, si rimarrebbe con un vuoto inespressivo sul volto e il nulla tra le mani. Eppure le note le rincorri, alle volte le afferri tramite uno strumento che sa deliziare la nostra anima, fatte di corde sem-pre in continua vibrazione. Per fortuna tutto questo avviene spesso, altrimenti saremmo dei semplici esseri viventi, come ce ne sono a milioni in natura. L’uomo no, ha bisogno della sublimazione del suo io intimo, a costo di stare a stanare quel senso profondo di benessere spirituale che gli aspetti della vita, sintetizzati sovente nelle espressioni artistiche, offrono al gene-re umano. Ernesto Ginoble ha fatto questo nella sua esistenza: ha preso le note, le ha lasciate libere, le ha un po’ rincorse tra i vicoli del suo borgo natio, poi le ha raggiunte coinvolgendo anche amici e compagni d’avventura e infine le ha saputo do-nare con dovizia. Ci sarebbe da studiare un bel po’ perché quel luogo suggestivo arroccato sul Pagus di un monte riservato e protettivo abbia dato tanto al pentagramma locale, ma questo è un altro discorso. Sta di fatto che il nostro Ernesto ad un certo punto della sua vita ha fatto della musica il suo sostentamento economico, diventando un bandista professionista e girando l’Italia meridionale quasi tutta. E se c’era da dormire sulle bran-de per una estenuante tournée estiva, si faceva anche questo. Tutto veniva immagazzinato nella sua esperienza. La sua voce

si era ormai trasformata in un suadente suono del flicorno con-tralto che sa imitare il grido di gioia di un acuto e la penetrante voce calda di un sostrato ritmico, proprio per non lasciare mai il vuoto in un concerto. Così da questo girovagare tra le linee e gli spazi dei fogli musicali è venuto fuori l’amore per il bel suono e di conseguenza per il bel canto, al punto tale che qual-cosa doveva essere trasmessa agli altri. Migliore approdo non poteva esserci che affidarsi alla bravura dei suoi e qualcuno in famiglia doveva pur esserci a raccogliere quel bagaglio di esperienze musicali. Così il nipotino Gianluca lo impressionò da subito. Piccolino, cantava già con una voce squillante che già allora incantava e man mano che il prodigio cresceva, i suoi numeri vocali aumentavano. E l’orgoglio del nonno non faceva che lievitare, quando nella piazza di una Montepagano assolata dal caldo estivo, il duo musicale andava in giro, qua-si ad avvisare i compaesani che un piccolo fenomeno aveva in dote quelle note che lui professava, ma questa volta senza strumento, solo attraverso le corde vocali. Un “Oh sole mio” valeva un gelato nel bar degli amici e questo bastava a nonno Ernesto per dire, da chi si sente investito di vaticinare il futuro: “Questo bambino è un piccolo fenomeno”. Ci aveva visto bene l’orchestrale delle tante serate passate all’interno della casse armoniche. E se quelle servivano per diffondere il suono delle bande, adesso il nipote dall’ugola d’oro ha altri strumenti per far arrivare la sua voce negli angoli più sperduti del mondo.Ma tutto ebbe inizio tra i vicoli del borgo dei misteri musicali. Non c’è una storia fantasy da raccontare, ma una bella favola da ascoltare.Montepagano sempre presente, prima e dopo la sua nascita.Potremmo riassumere così non solo la mia vita, ma quella della mia famiglia. Sono secoli che i Ginoble vivono in questo borgo e probabilmente è uno dei nuclei più antichi tuttora esistenti. Aprii gli occhi il 10 marzo del 1934, proprio al centro, in via del

ErnEsto GinoblEHa sEGuito il suono dEl suo flicorno, lE cui notE si sono

incunEatE pEr i vicoli dEl borGo paGanEsE. E alcunE Hanno contaminato una vocE sicura E cristallina:

quElla dEl nipotE Gianluca, ambasciatorE dEl bEl canto

Ricordi 30 - II serie

LA BAnDA DEL SUo pAESE GLI HA pERMESSo DI GIRARE PARTE DELL’ITALIA MERIDIONALE E DI

AppRoDARE AnCHE In SvIzzERA. MA DA pICCoLo DOVEVA FARE ALTRO, CON L’AGO MESSOGLI IN MANO DA MASTRO BALDUCCIO. POI ARRIVò LA

MUSICA E CON ESSA IL PIACERE DI INFONDERLA ATTRAvERSo LE MELoDIE oRCHESTRALI. oGGI SI GODE IL FRUTTO DI UN AMORE TRASMESSO AL

nIpoTE E qUALCHE TURISTA Lo CERCA In pAESE, COME FOSSE UNA STAR, PER UNA FOTO RICORDOErnesto Ginoble

di William Di Marco

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ricordi

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Borgo. Mio padre Ercole veniva da una famiglia di contadini, che da secoli coltivava i terreni dei Mezzopreti. Il casale dove abitava era proprio sotto il paese, in cui oggi c’è un agriturismo, recentemente ristrutturato. Sin da giovane, però, cambiò lavo-ro, aprendo una piccola impresa per trasportare cose e perso-ne. Aveva un cavallo con un calesse - chiamato “lu scappavje” in cui vi stavano tre persone - e un carro per il trasporto merce, tutto ereditato dai suoi avi. La stalla era in via S. Spirito, dove abito ora. C’era la nostra abitazione, anche se per molti anni rimasi nella via dove nacqui, perché lì stavano i miei nonni. In pratica a casa eravamo in quattro, compresa mia sorella Maria, nata il 29 gennaio del 1937. Mia madre si chiamava Elisa Qua-ranta e anche lei era del luogo. Purtroppo a nove anni la persi a causa di un male incurabile e per me fu un vero trauma. Arrivò il tempo della scuola.Certo e mi ricordo molto di quel periodo. Intanto frequentai l’asilo dalle suore del paese. La struttura era ubicata dove oggi c’è il Museo della Cultura Materiale. Appena dopo iniziai le Elementari, collocate proprio di fronte lo stabile precedente, che ancora ospita le scuole del paese. Ad insegnarci c’era la maestra Sallese di Chieti, che poi si trasferì a Montepagano perché sposò un signore del posto, Alberto Di Febo. In terza cambiammo insegnante: ci seguì la maestra De Virgiliis. Termi-nato il ciclo delle Elementari, cominciai a lavorare.Entra di scena la musica?Non ancora, perché il mio primo lavoro fu il sarto. Andai “sotto mastro” come si diceva allora, da Altobrando “Balduccio” Ra-pagnà, ma se devo essere sincero quel lavoro non mi piaceva. Nonostante ciò mio padre, che nel frattempo si era risposato con Elda Bonanni di Montepagano, mi mandò a Roma, da zio Tommaso, anche lui sarto. Era da poco finita la guerra e vivevo con la sua famiglia, ma la mia passione non aumentò affatto. L’unica cosa che mi rimase fu il tifo calcistico per il Pescara, poiché un lavorante che stava con noi era tifoso della Roma e così per contrasto mi appassionai alla squadra abruzzese. Dopo poco rientrai in paese e cominciai ad andare a scuola di musica. Da noi c’era la tradizione bandistica, che affondava le radici nel lontano 1832 e nel ‘900 il gruppo era conosciuto an-che come “Gran Concerto Bandistico Città di Montepagano”. Ne rimasi subito folgorato e cominciai con gli strumenti a fiato.facciamo un passo indietro, negli anni della II Guerra Mondiale.Fu un periodo molto difficile per tutti. Il nostro borgo si tra-

sformò, ospitando anche quattro o forse cinquemila persone. A casa nostra in via S. Spirito venne ad abitare la famiglia di Egisto Celommi. In casa eravamo una quindicina di persone, ma era così un po’ per tutte le famiglie. C’erano pescaresi, orto-nesi, cioè gente che proveniva soprattutto dalla zona di confine con la Linea Gustav. Mi ricordo che da ragazzino andavo al Belvedere a Porta da Piedi per osservare i bombardamenti e così vidi quando rasero al suolo il ponte sul Vomano e quello sul Tordino. Assistetti anche all’abbattimento dell’aereo che cadde in zona Centovie. Ho in mente ancora un episodio, del quale in seguito se ne parlò molto. I Tedeschi vennero per un rastrellamento. Avevano bisogno di operai e così catturarono degli uomini. Tra loro c’era anche Dante Candelori, detto “Pan-tano”. Questi, per non essere preso, scagliò una pietra contro un militare germanico e lo colpì. Insomma, per non farla lunga, fu condannato alla fucilazione, ma riuscì poi a fuggire. Un altro episodio, che non dimentico, mi vide protagonista. Andarono in via del Borgo a requisire dei cavalli. C’erano due pony e il proprietario disse ai militari che era meglio se fossero anda-ti a cercare in un’altra casa, cioè il casale dove viveva parte della mia famiglia e dove mio padre aveva in quel momento i cavalli. Mi accorsi di ciò che stava avvenendo e corsi subito ad avvisarlo. Cercò di nasconderli in fondo a un fosso, ma li trovarono, perché furono proprio i fascisti a fare la soffiata. Da quel momento ho odiato il fascio e i suoi seguaci: sono sta-to sempre alla larga da persone che non ho mai stimato. Per chiudere sulla guerra, ricordo un ultimo episodio. I tedeschi erano andati a casa di mia nonna. C’era una bella visuale lungo la vallata del Vomano. Piazzarono la mitragliatrice per sparare a chiunque fosse fuggito. Mia nonna Donnina pregò perché nessuno morisse e per incanto l’arma si inceppò. Nessuno ri-mase ucciso.E dopo la guerra?Mio padre prima comprò un altro cavallo, questa volta unghe-rese. Poi si motorizzò con un camion Fiat 507 e continuò a trasportare carbone e legna, che andava a prendere soprattut-to a Ortolano, Campotosto e anche Campli. Il mezzo però non era molto potente, fino a quando acquistò un Dodge, veicolo appartenuto all’esercito americano. Quello sì che era potente! Io nel frattempo davo una mano a mio padre e anche al fran-toio di famiglia, che è uno dei più antichi della provincia. Oggi è chiuso, ma le macine e le attrezzature ci sono ancora tutte.

Puglia, inizi anni ‘60. L’orchestra si esibisce nella cassa armonica. Da sin. Raffaele, Marino, Cardi, Di Giacinto ed Ernesto Ginoble

Cepagatti, anni ‘60. Da sin. Teodoro Morelli, Casimiro Braccili

ed Ernesto Ginoble

Montepagano, inizio anni ‘40. La famiglia Ginoble al completo: papà Ercole e mamma

Elisa, con i figli Ernesto e Maria

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Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia; 16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà;

20 Italo Di Antonio; 21 Antonio Di Felice; 22 Orlando Vagnozzi; 23. Sergio Di Pasquale; 24 Nicola Crisci; 25 Felice Cerquone; 26 Domenico Fasciocco; 27 Bianca Coppa; 28 - Renato D’Angelo 29 - Pio D’Ilario.

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Adesso è l’ora della musica.È vero. Avevo circa tredici anni e cominciai le lezioni. Il Comune aveva preso per la banda il maestro Angelo De Virgiliis che pro-veniva da Ripa Teatina. Il figlio Amilcare, bravo flautista, faceva la scuola e così iniziai a suonare il flicorno contralto. Nel 1948 giunse in paese un nuovo maestro, Mastrangelo da Roma, che era stato direttore della Banda dei Tranvieri. Mi ricordo che una volta stavamo suonando una romanza e lui fermò improv-visamente la banda e rivolgendosi ad Albertino Proti gli fece i complimenti dicendo: “Stai imitando alla perfezione Benia-mino Gigli”. Agli inizi degli anni ‘50 diventai professionista e cominciai a girare con altre bande, come nel caso di quella di Casoli di Atri con il maestro De Petris, poi nuovamente a Mon-tepagano con il capobanda Celli e dopo ancora con la Banda di Forcella. Nel 1955 partii per il militare a Casale Monferrato e feci parte della fanfara dell’esercito. Finito il servizio di leva, nel 1958 ritornai a Casoli e tra il 1960 e il 1962 sono stato con la grande Banda Orchestra Sinfonica di Miglianico. Partivamo ad aprile per tornare a ottobre. Facevamo almeno 150 tappe, con le processioni o il giro della città la mattina e l’orchestra la sera. Avevamo un pullman e un camion che trasportava le brande. Dormivamo prevalentemente nelle scuole dei paesi. Tuttora continuo a suonare nella banda di Montepagano. Sia-mo circa una quindicina e alle volte anche venti persone e le nostre apparizioni nei funerali o nelle feste le facciamo ancora.È l’ora della Svizzera.Esattamente. Nel 1962 avevo conosciuto Rita Rampa, la mia futura moglie. Le sue sorelle erano in Svizzera, così lei partì e io la raggiunsi due mesi dopo. Rimanemmo circa sette anni e il primo agosto del 1963 ci sposammo a Roseto, nella chiesa del S. Cuore. Abbiamo avuto due figli: Ercole nato l’11 luglio 1964 e Elisa il 21 gennaio 1968, che mi hanno dato la gioia di quattro nipoti: Gianluca, Ernesto, Nicolò e Cristina. Anche in Svizzera suonavo con immigrati italiani. Nel 1970 rientrammo perché facemmo la domanda alla Monti. Purtroppo la situazio-ne della fabbrica tessile peggiorò in poco tempo. Rimasi fino al 1972 e poi per tre anni mi misero in cassa integrazione. Fino a quando noi operai venimmo riconvertiti nella Teleco, azienda dove sono rimasto per diciassette anni, fino alla pensione del 1994.E Gianluca lo lasciamo in disparte?Assolutamente no. Per me è stato un forte motivo di orgoglio

e ogni volta che lo sento cantare ancora mi emoziono. Era piccolino e sapeva appena parlare. Mi accorsi che aveva una predisposizione per le note perché appena mettevo dei dischi lirici, il piccolo Gianluca rimaneva lì ad ascoltare. Con il passa-re del tempo iniziò a cantare con una voce squillante e aveva imparato un classico della musica napoletana: “O sole mio”. Era così bravo che me lo portavo in piazza e agli amici facevo sentire le sue doti vocali. Lui si divertiva, in quanto erano pronti tutti a offrigli un gelato e non si tirava mai indietro. Intanto la passione continuava e imparò a cantare la celebre romanza “Nessun dorma” della Turandot di Puccini. Allora si vergogna-va ed eseguiva il brano rivolto verso il muro. Se ripenso a come è spigliato oggi, mi sembra di parlare di un’altra persona! Una volta andammo in gita con molti amici del paese. La destina-zione era Sorrento e lungo il viaggio lo fecero cantare e tutti a meravigliarsi di queste sue doti veramente innate. Poi a otto anni incominciò con il coro dell’insegnante Susy Paola Rizzo e quando si sposò in Comune la figlia del politico Macera, chia-marono il piccolo Gianluca che si esibì in una splendida “Ave Maria” e nel suo pezzo forte “Nessun dorma”. Partecipò a una gara alla Corrida dell’Annunziata a Giulianova, vinse il primo premio e dopo un po’ arrivò il programma “Ti lascio una canzo-ne” di Antonella Clerici. Il resto è storia recente.Ultime curiosità. Per lei cosa rappresentano il suo Gianluca e la sua Montepagano?Sono tutto, sono proprio la mia vita. Gianluca mi riempie - e vale per tutta la nostra famiglia - di una fierezza e di un orgo-glio difficile da descrivere. Oggi anch’io ho in parte i riflessi del suo successo. Vengono a Montepagano e cercano il “nonno di Gianluca de Il Volo” per farmi le domande e per chiedermi delle curiosità. Mentre il discorso del mio paese di appartenen-za è qualcosa di vitale. Appena me ne sono allontanato, l’ho rimpianto. Per me è veramente il centro del mondo e anche di Roseto, perché tutti da qui sono partiti.Rientra il nipote Gianluca e lo abbraccia forte. Ernesto un po’ si emoziona, ma è un attimo. Deve rimettere in ordine la sua giornata, fatta sempre di impegni musicali, ora più che mai. “Sono tornato da Tossicia dove ho suonato con la banda del posto per un funerale. Mi chiamano e io parto subito”. È troppo dire che nel sangue di questi paganesi le analisi segnalano la presenza di globuli bianchi, di globuli rossi e di piastrine musi-cali in gran quantità?

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Montepagano, 2013. Da sin. Ernesto Ginoble, Girolamo Lulli e Dante Faiazza

Montepagano, 11 febbraio 2001. Ernesto con il piccolo Gianluca nel

giorno del suo 6° compleanno

Montepagano, 2006. La famiglia Ginoble: papà Ernesto e la figlia

Elisa, con il figlio Ercole e mamma Rita

Roseto, 1° agosto 1963, chiesa del S. Cuore. Il giorno del matrimonio tra Ernesto e

Rita Rampa

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(Riceviamo da Pio Rapagnà e pubblichiamo). Sull’ultimo numero cartaceo di Eidos, nella pagina “Lettera al diretto-re”, l’amico e storico William Di Marco firma e pubblica un intervento intitolato: “Lettera di Pio Rapagnà al nostro amico Mario Giunco”. Il Direttore di Eidos risponde, al posto di Mario Giunco da me duramente criticato e con-testato nel merito dei contenuti “falsi e diffamatori” nei confronti di Ignazio Silone riportati in un intervento appar-so sullo scorso numero di Eidos a firma di Mario Giunco e avente come titolo: “Silone, il segreto dei suoi occhi - Ancora nuovi documenti, ma il mistero rimane”. William Di Marco, come Direttore editoriale, risponde ad una mia lettera della quale però non pubblica contestualmente il contenuto, in modo tale che chi legge la sua risposta si possa rendere conto di che cosa si tratta e, così poter verificare di persona che non corrisponde al vero che io nella lettera abbia “accusato” Mario Giunco “di essere fascista e quant’altro”, poiché in essa io, invece, parlo di Mario Giunco testualmente come “già fedele allievo dello storico fascista Raffaele D’Ilario”. Purtroppo per l’amico e storico William Di Marco e per i tanti lettori, per quanto non ce lo saremmo aspettati, lo “storico” Mario Giunco, parlando del “mistero” di Ignazio Silone, ha fatto riferi-mento al Romanzo di Renzo Paris “Il fenicottero - Vita segreta di Ignazio Silone”, che, dunque, essendo un “romanzo”, non è un’opera storica scritta da uno “stori-co”. A tutte le altre “gratuite e fantasiose” affermazioni dell’amico William Di Marco, sul “veleno ideologico” degli

anni ‘70, su Indro Montanelli (gambizzato) che, a suo modo di liberale e garantista, difende Silone dalle falsità e condanna, senza regolare processo, di alcuni storici, e sugli ismi (totalitarismi) ritirati in causa in questa triste vicenda, spero di poter rispondere per iscritto nel pros-simo numero di Eidos. Intanto ricordo ai tanti smemorati della ricerca storica e letteraria, che Ignazio Silone è stato esule e ricercato dal regime fascista ed il fratello Romolo Tranquilli gli è morto nelle carceri fasciste, e che sono loro “personalmente” ad essere state le vittime dei tota-litarismi (fascismo e nazismo) che certi “presunti” storici fascisti, come per esempio Raffaele D’Ilario a Roseto, hanno esaltato, condiviso e difeso fino all’ultimo e senza alcun segno di autocritica e di vergogna. Per questo, ed in questa circostanza “pubblica”, mi aspetto nei prossimi giorni le scuse da parte degli amici storici Mario Giunco e William Di Marco, avendo io fatto semplicemente il mio dovere di cittadino, antifascista e democratico, a nome e per conto di Ignazio Silone che non può più difendersi e a tutela della sua memoria, e chiedo, dopo tanti anni di calunnie e diffamazioni nei confronti di “un povero cristiano”: in quale regolare processo è stato processato e condannato Ignazio Silone? Chi lo ha denunciato? Chi eventualmente lo ha difeso? E quale Tribunale ha emesso la sentenza?

pio Rapagnà – ex parlamentare rosetano

Ribadendo l’assoluta liceità e il riscontrabile equilibrio dell’intervento di Mario Giunco, per noi la polemicafinisce qui.

RitoRniamo sulla questione di ignazio silone

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Il Roseto Sharks ha concluso il proprio campionato vener-dì 17 aprile, festeggiando la salvezza ottenuta con sei turni di anticipo e quindi la conse-guente promozione nella Se-

rie A2 unica 2015/2016. L’Olimpia Basket Ball Club, squadra femminile rosetana militante in Serie B, è inve-ce ancora in corsa per la promozione in Serie A2 ed il proverbiale tifo ro-setano che di solito spinge la squadra maschile sarà utilissimo domenica 19 aprile alle 18, al PalaMaggetti (non si paga) per tifare Olimpia Roseto in Gara 1 di Poule Promozione contro l’Athena Roma. È una sfida difficile, ma potrebbe essere il primo passo di una cavalcata che potrebbe finire con la promozione. Quindi, obbligatorio esserci per dare una mano alle ragazze

di coach Franco Ghilardi, del presiden-te Marco Aureli e del dirigente facto-tum Giuseppe Marini, che si meritano la stima del pubblico dopo il secondo posto della prima fase. Domenica 19 aprile, alle 18, tutti al PalaMaggetti a tifare Olimpia Roseto!

Olimpia Roseto

Domenica 19 aprile alle 18, al PalaMaggetti (ingresso libero), la sfida contro l’Athena Roma che può valere la Serie A2

di Luca MaggittiTUTTI A TIFARELE ROSETANE!

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

Olimpia Basket Ball Roseto

Claudia Peracchia

Carola Sordi

Franco Ghilardi e Marco Aurelicon la squadra in un timeout

Ena Milicevic

Kristina Markovic

foto: Stefano Varani

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27Roseto Basket Story

Francesco Papa, Mirko Gloria e Francesco Faragalli convocati dall’Italia Under 20

di Luca MaggittiPIERPAOLO MARINI CONVOCATO DALL’ITALIA SPERIMENTALE

La stagione 2014/2015 del Roseto si è tinta d’Azzurro, grazie alle convocazioni di ben 4 giovani giocatori con-trollati dagli Sharks.

Hanno iniziato, lo scorso febbraio, l’ala Francesco Papa e il centro Mir-ko Gloria, entrambi classe 1995, convocati dall’Italia Under 20 di co-ach Pino Sacripanti. Ha continuato, con l’Under 20, Francesco Faragalli, play classe 1995, convocato ad apri-le. Tutti e tre i giovani, nel giro del-la prima squadra la scorsa stagione, sono stati mandati a farsi le ossa in

Serie B in questo campionato. Papa e Gloria stanno giocando con il Giu-lianova, mentre Faragalli con la Lu-iss Roma. Ultima convocazione, per il raduno del 13 e 14 aprile, è quella giunta dall’Italia Sperimentale di co-ach Luca Dalmonte (allenatore del Roseto in Serie A 2003/2004 per una buona parte di stagione, prima delle dimissioni) per Pierpaolo Ma-rini, ala classe 1993, rosetano doc e quarto giocatore più impiegato in questo campionato di A2 Silver da coach Tony Trullo, che lo scorso tor-neo non esitò a mettere seduto anche un americano come Kevin Sowell per

dare il quintetto al rosetano sopranno-minato “Obama” e “Cobra”. Compli-menti a Papa, Gloria e Faragalli, che potrebbero avere la chance di essere nel giro dell’Italia Under 20 che par-teciperà al Campionato Europeo di categoria e che a giugno si allenerà a Roseto. E complimenti a Marini, che se rientrerà nei piani dell’Italia Spe-rimentale potrebbe andare a giugno a Livorno per essere allenato da Dal-monte, prima di passare sotto un altro coach ex Roseto, Attilio Caja, per una tournée in Cina. Infine, complimenti al Roseto Sharks per questo storico “poker” Azzurro.

Domenica 19 aprile alle 18, al PalaMaggetti (ingresso libero), la sfida contro l’Athena Roma che può valere la Serie A2

TUTTI A TIFARELE ROSETANE!

foto: Giulio Ciamillo

Pierpaolo Marini con l’Italia Sperimentale Pierpaolo Marini con l’Italia Sperimentale Pierpaolo Marini e Luca Dalmonte

Francesco Papa Mirko Gloria Francesco Faragalli

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a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

È una scuola inGlEsE o finlandEsE? Leggete i

dati e indovinate di quaLe nazione stiamo parLando

Nell’ambito degli scambi linguistici e culturali, un istituto ro-setano (il Moretti) ha ricevuto la scheda di una scuola partner, per poter redigere il proprio profilo ed entrare nel novero delle nazioni che faranno parte del progetto. Nel profilo della scuo-la straniera è riportato quanto segue: «Toki Şehit Ikram Cirit Anadolu Lisesi (Tical) è una scuola statale secondaria supe-riore ad indirizzo “generale” per gli studenti dai 15-19 anni. Le lezioni che si tengono sono: di Lingua (Inglese e Tedesco), di Scienze, di Scienze Sociali, di Educazione Fisica, di Musi-ca e Arte e sono “intensamente” insegnate in Tical. La scuola nasce nel 2009 in uno dei principali quartieri di Eskişehir e nell’anno scolastico 2014-2015 ha 960 studenti. Il persona-le docente è composto da 58 insegnanti giovani, dinamici e preparati (competent). Tical dispone di 48 aule dotate di “smartboards” (lavagne interattive), 12 aule per il personale docente, laboratori di biologia, fisica, chimica e sala confe-renze per 250 persone, palestra di 650 mq e un campo di calcio. Ci sono più di 1000 libri nella biblioteca della scuola. Oltre a queste strutture la nostra scuola è ubicata su un am-pio terreno dove si può svolgere ogni tipo di attività e dispone

di un giardino con 350 alberi. Lo sport è molto importante in Tical; la scuola ha una squadra di basket (ragazzi), squadra di pallavolo (ragazze), tennis da tavolo (ragazzi e ragazze), squadra di calcio (le ragazze). Premi importanti sono stati ri-cevuti nel Wrestling Championship e parecchi premi in gare di badminton nazionale. I criteri di selezione per gli studenti è il “superamento” di un esame chiamato OGS». Dalle in-dicazioni emerge che gli insegnanti (giovani) sono in media con i dati dei Paesi Ocse, in cui ci sono circa 17 alunni per insegnante, mentre in Italia la media è di 10 studenti. In ogni aula c’è una lavagna multimediale e le attrezzature non mancano. Insomma, una scuola che sembrerebbe al passo con i tempi. Ah, dimenticavamo. Non stiamo parlando né delle avanzatissime Finlandia o Svezia e tantomeno dell’In-ghilterra. La scuola si trova in Turchia.

È una via particolare quella che descriviamo oggi, perché si inerpica fino a sopra di questa parte di Campo a Mare Superiore, partendo da viale Europa. Gli spazi sono stretti, ma i residenti sono anche tanti, dal momento che insistono nella zona delle palazzine. Tuttavia per gli abitanti del luogo è anche comodo un ampio parcheggio che è posto al di sopra dei fabbricati.Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 - Arcetri, 8 gennaio 1642) è stato un fisico, filosofo, letterato, astronomo e mate-matico italiano, considerato il padre della scienza moderna. Il suo nome è associato a importanti contributi in dinamica e in astronomia - legati al perfezionamento del telescopio, che gli permise importanti osservazioni astronomiche - ol-tre all’introduzione del metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano o metodo scientifico sperimentale). Di

perché via GalilEi a campo a marE si chiama così?

primaria importanza fu anche il suo ruolo nella rivoluzione astronomica, con il sostegno al sistema eliocentrico e alla teoria copernicana. Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo fu processato e condannato dal Sant’Uffizio, nonché costretto, il 22 giugno 1633, all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria villa di Arcetri. Solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II, alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scien-ze, ha dichiarato riconosciuti “gli errori commessi”, sancen-do la conclusione dei lavori di un’apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981. Molti studenti lo ricordano per un’opera importantissima, Dialogo sopra i due massimi siste-mi del mondo, un’opera di trattatistica scientifica composta da Galileo Galilei negli anni tra il 1624 e il 1630. (InfoWeb)

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ARAntonio Ruggieri S.r.l.Via Brasile Zona Ind.le Voltarrosto - Rosrto Ufficio 085-8932081 . Fax 085-8932769Info. 338-8602828 - e-mail [email protected]

INFORMATIVA PERI CITTADINI

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto.Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito.Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti.La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

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31CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Sotto il profilo podistico, uno dei percorsi più affascinanti, a detta dei partecipanti stessi, è quello della Passeggiata di Primavera che il Club Azzurro Roseto organizza da diverso tempo. Il tragitto appartiene a quelli che riconciliano con la natura per la varietà del paesaggio che si può ammirare tra una falcata e l’altra. L’edizione di quest’anno è la XXXVIII e rappresenta una delle più longeve manifestazioni in ambito regionale ed una delle più apprezzate dagli amatori che ogni domenica si cimentano sulle strade d’Abruzzo. Sfogliando l’albo si ricordano i fondatori del Club ai quali va un ringrazia-mento particolare. Tra loro ricordiamo Vincenzo Bellachioma, Antonio Talamonti, Francesco Di Bonaventura, Marino Ferri che hanno avuto il merito di fare grande il Club e la “Passeg-

torna La XXXviii “passEGGiata di primavEra”

giata di Primavera”. Nel carnet del Club Azzurro si annovera tra l’altro l’organizzazione di un campionato italiano di corsa su strada, di due edizioni di Vivicittà con oltre 950 parteci-panti non solo abruzzesi ma provenienti dalle regioni limitro-fe: Molise, Puglia, Lazio, Umbria e Marche. La partecipazione degli amatori a questa manifestazione è alta, infatti nelle ulti-me edizioni hanno partecipato oltre 500 atleti tra cui una ses-santina di nuove promesse under 16. Particolare attenzione è dedicata dall’organizzazione ai “pulcini”. Il tutto si svolgerà Sabato 25 Aprile 2015 nella zona antistante il PalaMaggetti, e si prevede un nutrito numero di spettatori, sia smaliziati amatori che frementi genitori. Per ultimo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno dato la loro fattiva collaborazione.

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Dopo l’apertura - in cui è stato ospite Erne-sto Olivero - il secondo appuntamento della XVII edizione de “La Cultura in cammino” è fissato per giovedì 23 aprile 2015 alle ore 17:00 presso il Centro Piamarta del S. Cuore di Roseto, in cui si parlerà dell’aspetto storico inerente “Il cambiamento giovanile degli anni ‘60”. Il tema riprende quello principale, cioè Cambia-Menti e vuole porre l’attenzione sulle questioni sempre interessanti della solidarie-tà. Tant’è che nell’ultimo incontro di questo ciclo, che si terrà mercoledì 29 aprile 2015 alle ore 17:00, sempre nella sala conferenze del Piamarta, si parlerà de “Le nuove pover-tà. Crisi economica o crisi valoriale?”. Sarà presente don Marco Pagniello, direttore del-la Caritas Diocesana di Pescara. La scheda del relatore riporta che Pagniello nasce a Pescara il 9 agosto del 1971 ultimo di tre figli. La vocazione sempre latente, si era mani-festa a 18 anni, ma fu a 23 anni, dopo un viaggio ad Assisi presso una comunità religiosa di frati che prese la decisione di ordinarsi sacerdote. Laureato in Teologia presso il Pontificio Seminario Re-gionale di Chieti, il 18 giugno del 2002 viene ordinato sacerdote. All’inizio svolge il suo incarico ministeriale in alcune parrocchie

della Diocesi e nel servizio di pastorale gio-vanile e vocazionale. Nel 2006, con nomina vescovile, diviene Direttore della Caritas dio-cesana dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne e nel 2008 riceve l’incarico di Direttore della Fondazione Caritas della stessa Arcidiocesi. L’esperienza quotidiana della Caritas dioce-sana e quella di cappellano presso la casa circondariale di Pescara accanto ai dete-nuti lo avvicinano ai temi dell’esclusione e del disagio sociale. Ha realizzato importanti opere per combattere la povertà e l’emargi-nazione, avviando strutture quali l’Emporio della Solidarietà e dal febbraio del 2015 è coordinatore nazionale della Rete degli Em-pori. Membro del Consiglio Nazionale di Ca-ritas Italiana sin dal 2011, è attualmente uno

dei Membri di Presidenza dell’organismo stesso. Dal settembre del 2013 all’ottobre del 2014 ha ricoperto l’incarico di Direttore dell’Ufficio Diocesano per la pastorale delle Missioni.Gli eventi sono organizzati dall’associazione Amici Progetto Uomo 1 e dalla Cerchi Concentrici Promotor, entrambe di Ro-seto, in collaborazione con i partner Il Sentiero di Silvi e Amici Progetto Uomo 2 di Sant’Egidio alla Vibrata.

duE incontri ancora pEr “la cultura in cammino”: in uno sarà presente don marco pagnieLLo

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33CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Matrimoni, feste, ricorrenze: erano tutte occasioni - un tempo come ora - per ritrovarsi. Il buon mangiare oggi come allora era sempre ben gradito, ma soprattutto il vino per un brindisi fraterno non doveva assolutamente mancare. In questa foto siamo nell’Hotel Miramare sul lungomare centrale di Roseto, l’anno è il 1967 e i protagonisti, da sinistra, sono: Fernando

Al Teatro del Palazzo Polifunzionale, ogni mercoledì del mese fino al 6 maggio, alle ore 21:00 e con ingresso gratuito, verrà proietta-to un film in memoria della I Guerra Mondiale. Sono 5 le pellicole proposte: la prime due, già trasmesse lo scorso 8 e 15 aprile, sono state “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Delbert Mann e “La Grande Guerra” di Mario Monicelli. A seguire ci saranno “Orizzonti di Gloria” di Stanley Kubrik (22 aprile) e “Uomini Contro” di Francesco Rosi (29 aprile). Chiuderà la rassegna il 6 maggio il film “Tregua di Natale” di Christian Carion. (M. F.)

i raGazzi di una volta 26 - tavoLata di amici in un matrimonio degLi anni ‘60

Di Giosia detto Baion’ (di spalle), Emidio Testoni (seduto con gli occhiali), Leone Marini, Mimì Fasciocco, Vincenzo Fidan-za, Silvino Bartolone, Mauro Ferri, Giuseppe Verrigni (sotto seduto), Gino Di Giovanni, Tobia Di Frischia detto Bibì, Gian-franco Mazzoni, Dorino Di Sante (sotto seduto), Alfredo Con-cordia e Antonio Ruggieri.

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a pinEto È partito il cinEforum

dedicato aLLa grande guerra

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35SALUTE

di ALESSANDRO BONADUCE

QUANDO I RENI FUNZIONANO POCO…I RIFIUTI TORNANO INDIETRO!!!

La colpa del rene è quella di darci la vita con la sua funzione, e meno male che ci sono. Pertanto conservarli è meglio. Ma spesso facciamo poco oppure non lo

sappiamo e quindi gli facciamo del male. I reni sono due, ma uno basta e avanza. Però se il Padreterno ne ha fatti due vuol dire che a qualcosa servono. Essi svolgono la funzione di filtrare il sangue sotto pressione per produrre un filtrato che, nel corso del tragitto lungo le anse dei tubuli renali, subirà un rias-sorbimento di quanto ancora utile (il rene risparmia molto). Le malattie renali colpiscono i glomeruli, i tubuli e/o l’interstizio ed ognuna di esse si esprime con sintomi specifici. Ad esempio nelle patologie glo-merulari prevale l’ipertensione edemi declivi (gambe gonfie) e dolore nella regione lombare. Anche se non sempre, ma è solo una inda-gine laboratoristica che ci per-mette di sospettare la diagnosi. Le glomerulopatie possono essere primitive e/o seconda-rie, come ad esempio dopo una infezione streptococcica (che in genere causa infezione tonsillare). Spesso tra le cause vi sono patologie autoimmuni ma la diagnosi spesso richiede una biopsia renale. Le malattie dei tubuli renali sono spesso associate a quelle interstiziali, quelle primitive sono genetiche dovute a difetto dei recettori sulla superficie delle cellule e vengono etichettate come canalopatie. Ma temo che sarebbe più semplice parlare dei canali di scarico delle acque pluviali del nostro territorio per i danni che provocano che di quelle del nostro rene

(prometto che la prossima volta le tratteremo). Le malattie interstiziali comprendono nella gran parte quelle legate a pielonefrite e poi quelle infiltrative. Le pieloinefriti sono malattie legate ad infezioni che colpiscono la parte del rene più interessante per la sua funzione. L’infiam-mazione del rene può essere ascendente o discendente ma adesso per evitare di fare l’esempio dell’ascensore non vi tedio con la patogenesi ma andiamo al dunque, cioè capire che sto male e cercare la causa ed il rimedio. I sintomi sono quelli di uno stato infiammato-rio con febbre alta, dolore lombare e disturbi irritativi minzionali. Utile è una urinocultura con abg associata alla determinazione della ves pcr e creatinina, elementi su cui il medico proporrà una terapia pertinente. Fondamentale è la ca-

pacità di valutare in tempo gli elementi che possono essere indicativi di una patologia re-nale e rivolgersi al medico che poi saprà indirizzarvi per una terapia adeguata. Il dipinto di oggi è del mae-stro DELACRX (LA ZATTERA DELLA MEDUSA). Splendido capolavoro di un MAESTRO

FRANCESE che voleva interpretare nel dipinto un naufragio accaduto nel 1816. Chi vi salì nella speranza di salvarsi perì. Pertanto non la interpretata come ancora di salvezza ma come mezzo in attesa della salvezza, alla stessa stregua degli esami che farete per controllare il vostro stato di salute.AD MAIORA DAL BACCHINO MALATO

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di Tritella Sirnia

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lievito madre cotto al forno al legna

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La consapevolezza di questo disturbo iniziò col caso sto-rico dei fratelli Collyer, che giunsero ad accumulare 103 tonnellate di oggetti vari (compresi 14 pianoforti) nel-la loro casa a Manhattan (tre piani con dodici stanze) nel corso degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, fino a

rimanere sepolti vivi nel loro stesso appartamento e a morirci nel 1947 (uno letteralmente sepolto vivo da mucchi di oggetti e l’altro, paralizzato, di fame). A New York questa vicenda è cosi famosa che una piazza porta il loro nome; inoltre è diventata comune la frase “diventerai come i fratelli Collyer” rivolta ai bambini che non vogliono buttare qualcosa.È un fenomeno che appare incomprensibile a chi non ne soffre e che incuriosisce. Basti pensare al successo di trasmissioni televisive come l’americana “Sepolti in Casa”, trasmessa in Italia su Real Time. Dal 2013 l’accumulo patologico è stato riconosciuto come distur-bo autonomo e inserito con il nome di disturbo da accumulo nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). E’ caratterizzato dalla difficoltà a buttare determinate cose, indi-pendentemente dal loro valore, espressione di un intenso bisogno di salvarle e di un forte disagio all’idea di separarsene.Le persone affette da disturbo da accumulo soffrono di una curiosa ossessione di accumulo di oggetti, con i quali finiscono per riempire la casa all’invero-simile, riducendo al minimo lo spazio percorribile fino a rendere difficile abitarci. Per loro buttare è così difficile che continua-no ad accumulare cose di nessun valore anche quando questo compromette la qualità della vita, la vivibilità della casa, i rapporti con gli altri. L’accumulo di oggetti in genere avviene per due ragioni principa-li, la prima più razionale e la seconda più emotiva, cioè: l’utilità

(potrebbe servirmi) e l’attaccamento all’oggetto (mi sono affezio-nato). Il ragionamento dell’accumulatore colpisce: è ricchissimo di argomentazioni e contro-argomentazioni; quando la persona valuta l’opportunità di buttare un oggetto, ha in mente ottime ragioni, che però vengono contrastate da altre a favore dell’op-portunità di tenerlo, che a loro volta sono seguite da altre contro-prove della bontà della decisione di buttare e cosi via.Il cosa si accumula, ovvero il materiale o gli oggetti che le per-sone conservano, possono essere di qualsiasi tipo: si va dalla collezione di oggetti di valore, all’accumulo di spazzatura, fino all’accumulo di animali. Molto frequente è l’accumulo di libri e giornali o, comunque, di materiali che contengono informazioni e possono aumentare le conoscenze.Anche la severità può naturalmente variare molto: si va da per-sone che hanno la casa completamente invasa dagli oggetti, con solo stretti cunicoli attraverso cui muoversi tra le stanze a situazioni più controllate (magari grazie a risorse economiche che consentono l’affitto di magazzini per l’accumulo) o semplice-mente di minore gravità (per esempio l’accumulo riguarda selet-tivamente solo alcuni oggetti).Un caso particolare di accumulo riguarda l’accumulo di animali, in particolare gatti e cani; mediamente si parla di circa 40 animali per volta, ma si arriva anche a centinaia di animali. Gli accumu-latori di animali sviluppano un attaccamento particolare a questi, spesso hanno la convinzione di essere capaci di stabilire un lega-me speciale con gli animali o comunque si sentono investiti della “missione” di salvare animali percepiti come indifesi e bisognosi. Si pensi ad alcuni servizi televisivi di casi di accumulo di gatti o cani trasmessi talvolta da Le Iene o da Striscia la notizia! E’ facile dedurre come il risultato di questo tipo di accumulo sono condi-zioni igienico-sanitarie pericolose per le persone e per gli animali stessi. Un aspetto paradossale di questo disturbo, infatti, è che spesso questi casi giungono all’attenzione delle autorità in virtù

di qualche denuncia per maltrattamento di animali.Perché è cosi difficile rendersi conto del disturbo e chiedere aiuto? Una cosa che probabilmente gioca un ruolo importante nella consapevolezza è il fatto che di solito gli accumulatori iniziano conservando cose “che è normale conservare” e questo contri-

buisce a renderli poco critici “non faccio niente di diverso dagli altri; tu butti i tuoi ricordi o le cose a cui tieni o che potrebbero in futuro servirti?”.Un altro aspetto che rende più difficile la consapevolezza è la fre-quente presenza di altri familiari con lo stesso comportamento: conservare oggetti è considerato “normale” o, addirittura, ammi-revole e contrapposto all’essere “spreconi”.

SALUTE

accumuLare oggetti fino ad essere

sEpolti in casa

Quando l’accumulo è patologico!

di Dott.ssa Luisa Del Nibletto - Psicologa

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CAMPIONATI REGIONALI GIOVANILI STUDENTESCHI DI SCACCHItRionFo DEi RAgAZZi E DELLE RAgAZZE DELL’iStitUto CoMPREnSiVo RoSEto 1

Si è svolta lo scorso 26 marzo pres-so il Villaggio Turistico Lido d’A-bruzzo di Roseto degli Abruzzi, la fase regionale del campionato giovanile studentesco a squadre

di scacchi (Giochi Sportivi Studenteschi - G.S.S.).La manifestazione ha visto la partecipazio-ne di 39 squadre provenienti dai vari Istituti Scolastici del territorio abruzzese divise nelle varie categorie di età: scuole primarie (ragaz-zi e ragazze di età compresa fra sei e undi-ci anni), scuole secondarie di 1°grado (età compresa fra undici e quattordici anni) e scuole secondarie di 2°grado (età compresa fra quattordici e diciannove anni).Doppio successo per i ragazzi e le ragazze dell’ Istituto Comprensivo Roseto 1.Si sono classificate al primo posto, conqui-stando il titolo di campioni regionali sia la squadra maschile che quella femminile della scuola secondaria di 1°grado, qualificandosi alla fase Nazionale.La squadra maschile è composta da Nicolò ORFINI, Francesco ANDREOZZI, Lorenzo CI-RIOLO ed Andrea CELANI. La squadra fem-minile è composta da vanessa AHMED, Asia ANDRENACCI, Claudia DI GIOVANNANTO-NIO e Francesca IBRIDI. La squadra maschile della scuola primaria composta da Enrico CIRIOLO, Aurelio REC-CHIUTI, Simone SFREDDA, Sebastian MAY

ed Andrea DIODORO si è classificata al quar-to posto.La squadra femminile della scuola primaria composta da Alice PASQUINI, Luna PROFI-CUO, Alessia CIALE’, Sara TORZOLINI e Ma-tilde PEMPINELLI si è classificata al terzo po-sto, entrambe le squadre hanno ben figurato arrivando ad un soffio dalla qualificazione alla fase successiva. Particolare merito al piccolo Enrico che, in prima scacchiera, ha vinto tut-te le partite da lui giocate.I ragazzi ringraziano il bravissimo maestro Angelo D’ANGELO che li ha allenati nei gior-ni precedenti la manifestazione e il paziente maestro Guido PIANTIERI per il corso svolto a scuola insieme alle docenti Daniela COP-PA, Roberta STRACCIALINI e Paola PERSIA. Grande merito ed un sentito ringraziamento ad Alessandro TRONCA, presidente della A.S.D. LOGICLASS che ha organizzato al me-glio ed in modo impeccabile la kermesse con la collaborazione dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Le Torri del Vomano”, nelle persone del presidente Fausto DEL PAPA, e Luigi CIARAMELLA, coordinatore del circolo “Pineto Scacchi”.L’importante manifestazione, che per al pri-ma volta si è svolta a Roseto, è stata molto apprezzata ed ha visto il record di parteci-panti rispetto alle scorse edizioni. Alla premiazione ha presenziato anche l’as-sessore Alessandro RECCHIUTI in rappre-

sentanza dell’Amministrazione Comunale.Grandissima la soddisfazione del Dirigen-te Scolastico, prof.ssa Maria Gabriella DI DOMENICO, sempre attenta e disponibile a promuovere e sostenere la disciplina degli scacchi nelle scuole, lodando tutti i ragazzi che si avvicinano a questa disciplina e com-plimentandosi con i piccoli campioni.Altrettanto grande la soddisfazione dell’ac-compagnatrice e referente di squadra Ro-sanna DE BENEDICTIS che si è impegnata in prima persona nell’organizzare nel migliore dei modi la partecipazione alla manifestazio-ne delle squadre dell’Istituto Comprensivo Roseto 1. Per non parlare della costante presenza della insuperabile maestra Danie-la COPPA che è stata vicino a tutti i ragazzi incitandoli e consolandoli in modo esempla-re. Anche altri docenti hanno voluto essere vicini ai ragazzi, la maestra Emma FURIA, la vicepreside prof.ssa Luciana IACONE, il prof. Marco MoSCHIAno e la prof.ssa Luisa SFREDDA e infine come non nominare l’im-mancabile sacrificio, ottimamente ripagato, di tutti i genitori! Ora tutti insieme dobbiamo fare il tifo per le due squadre che avranno l’onore e l’onere di rappresentare il nome di Roseto degli Abruzzi nell’ormai imminente Fase Finale Nazionale dei Giochi Sportivi Studenteschi di scacchi che si svolgeranno ad Assisi dal 19 al 22 maggio.

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EStAtE 2015PARTE UNA NUOVA COLLABORAZIONE? di gIORgIA

pASqUINI

rademark Italia” è una società con sede a Rimini che si occupa di turi-smo, in particola-

re fornisce consulenze specialistiche, manuali operativi e tutto ciò che è necessario per guardare al futuro di un’area turistica che sogna di cresce-re. Cosa ci entra una società di Rimini con Roseto degli Abruzzi? La risposta si trova nell’amicizia pluriennale tra il rosetano Dino Di Giuseppe e il presi-dente di Trademark Italia Aureliano Bonini. È proprio da questa amicizia che sembra nascere un accordo, al momento gratuito, ricco di speranza, che proverà a rendere Roseto degli Abruzzi un riferimento turistico miglio-re. Non è stata ancora stilata nessu-na lista d’intervento specifico, per ora Bonini e i suoi collaboratori stanno vi-sitando il territorio rosetano per pren-dere atto dell’effettiva situazione, per valutare i punti di forza e le mancanze, così da avere un quadro più completo. Ma per Bonini Roseto non è una città nuova, vi torna oggi dopo trentun anni (all’epoca era qui per organizzare corsi di formazione a livello europeo) e, con

ironia, afferma di riconoscerla come allora. Infatti nel suo “non cambia-mento” Bonini vede il punto di forza di Roseto: il mare ancora verde, la natura ancora presente e una circostanza di base che permette di costruire tanto. Tra i primi e istintivi consigli che il pre-sidente della Trademark Italia regala a Roseto: uno sfruttamento maggiore dell’ambiente ma non tramite cemen-tificazione; sviluppo di un centro vivo contornato da una periferia verde per una scelta più ampia di turismo; ani-mazione di prima serata, presenza acquatica in ogni albergo tramite al-meno una piscina, meno burocrazia e – soprattutto – migliorare la comu-nicazione. Riguardo la tassa di sog-giorno Bonini si pronuncia contrario: provocherebbe un inutile malcontento o competizione di città vicine, senza contare il persona-le che occorrereb-be per controllare i corretti versamen-ti. Questa consu-lenza non è però da intendere come un ’es te rna l i zza -

zione ma come una collaborazione, un’opportunità che dà modo a Roseto di fare passi avanti certi, testati da chi di turismo certamente se ne intende. E’ una fortuna innegabile, soprattut-to in tempi di crisi economica, poter contare su una mano amica. Ma for-se sarebbe bello anche alzarsi da soli, sulle proprie gambe e poter disegnare il proprio personale cammino che, per quanto difficile, diventerebbe identità stessa di una terra che ancora non sa in che direzione andare. Per quanto comunque possa accadere, oltre al coinvolgimento necessario di operatori balneari, commercianti e campeggia-tori, l’augurio più grande che si pos-sa fare a Roseto e al suo sviluppo è la partecipazione attiva e l’integrazione nei progetti dei giovani.

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CoMitAto BoRSACCHioFATTI NON PAROLE

Cari cittadini Rosetani, abbiamo sempre usato la comunicazione per diffondere ciò che buono si promuoveva per la nostra cittadina e per il nostro piccolo quartiere. Questa volta ci siamo dovuti rassegnare ed

adoperare questo mezzo per portare all’attenzione di chi ci segue appassionatamente, un fatto che ci addo-lora e ci ferisce. Siamo nati in sordina, amici del quartiere e non, la maggior parte nemmeno rosetani di origine ma con Roseto nel cuore, ci siamo dati da fare da subito per dare ai residenti delle giornate di svago, e tutti sappia-mo quanto ce n’è bisogno. Tutto era più grande di noi, ma non ci siamo mai scoraggiati: permessi, burocrazia, pagamenti vari per affissioni, pubblicità sonora, eventi grandi e piccoli. Dopo aver pagato ogni singola voce di spesa, semplicemente grazie agli sponsor e ai nu-merosi cittadini che ci hanno supportato acquistando i biglietti della lotteria, abbiamo pensato agli altri: alla Casa Famiglia di Montepagano, alla UILDM, all’AISLA, alla Onlus Prossimità alle Istituzioni, alla Onlus Oasi del Sorriso, al quartiere, dotandolo di 12 cestini della spaz-zatura, per ora. Ma partiamo dal principio. Lo scorso anno decidemmo di rimanere affezionati alle date dell’agosto 2013, certi che a nessuno avrebbe dato fastidio. Fummo quindi concordi nel selezionare i giorni del 22, 23 e 24 agosto, non sapendo che proprio in quel periodo, un’onesta or-ganizzazione pianificava un’altra appassionante festa. Stiamo parlando di Cologna Spiaggia. L’occasione di sentirsi con gli organizzatori colognesi non mancò, ma troppo tardi perché la nostra festa potesse subire va-riazioni. Lotteria organizzata, biglietti stampati, accor-di con artisti e sponsor presi, serie di impegni assunti inderogabili. Certi di aver condizionato gli sforzi di altri compagni d’avventura di questo meraviglioso comune, decidemmo che in quel periodo non avremmo più or-ganizzato nulla. Ecco che allora, quest’anno, la scelta dei giorni in cui organizzare la nostra “BoRSACCHIo IN FESTA” è stata motivo di diverse riunioni a termine delle quali il verdetto sembrava accontentare tutti. Ab-biamo scorso il calendario alla ricerca delle principali manifestazioni della zona, ci rimanevano solo i giorni dell’8, 9 e 10 agosto, tra l’altro, a nostra memoria, non

ci risultavano altre manifestazioni. CI SBAGLIAVAMO!!!!Qualche settimana fa, il Sig. Pio Rapagnà, ci chiede di spostare la manifestazione in quanto, negli stessi giorni come ogni anno, aveva promosso la sua festa popolare. Corsi e ricorsi storici. Anche quest’anno stesso proble-ma. Come fare con il concerto di ANNALISA? Non è facile gestire un’artista di quel calibro, soprattutto quando si ha in mano un contratto già firmato. Stessa cosa per Uccio De Santis. Ci proviamo comunque……ma sen-za successo. Nessun artista aveva altre date disponibili per agosto, al di fuori di quelle già riservate per Ro-seto. Non ci rimane che comunicarlo cordialmente al Sig. Rapagnà. Apriti cielo. Si è scatenato contro di noi l’inferno, verbale e mediatico. Insulti, calunnie, vigliac-cherie addirittura un articolo di giornale riporta il tutto come un braccio di ferro…Assurdo. A noi che siamo un SEMPLICE COMITATO FESTA !!! Solo perché coesiste-ranno due feste nello stesso comune? Beh, non sareb-be la prima volta e ci sembra eccessivo, del resto offrire ai cittadini la possibilità di scegliere tra più eventi , non ci sembra un punto a sfavore. Rispondiamo a coloro che ci hanno deliberatamente e vigliaccamente infangato, che la nostra “BoRSACCHIo IN FESTA” si farà eccome. In caso contrario ed esterno alle volontà del nostro direttivo, queste persone spie-gheranno ai nostri concittadini, del perché Roseto non abbia avuto l’onore di ospitare una cantante del calibro di Annalisa e perché i rosetani e non solo non abbiano avuto la possibilità di assistere gratuitamente ad un suo concerto che in altre occasioni è a pagamento.Non crediamo di dover dare altre spiegazioni, le chiac-chiere le lasciamo al vento, ribadiamo di essere apoli-tici e apartitici e rispondiamo alle suddette chiacchiere con i fatti e molto coraggio.Infine concludiamo sostenendo e capendo a nostre spese, del perchè i comitati di persone volenterose e non certo in cerca di notorietà, si stanno lentamente dissolvendo sotto i colpi di una crisi che non è certo economica ma soltanto sociale e culturale. Noi la forza di andare avanti, per il bene della comunità, ce l’abbia-mo e tanta, vi aspettiamo l’8-9-10 AGOSTO 2015 AL BoRSACCHIo In FESTA. Comitato Borsacchio

Roseto degli AbruzziQuartiere Borsacchio

26 Aprile 2015dalla mattina alla sera

PIANTE • FIORI • ARTIGIANATOPRODOTTI TIPICI • ABBIGLIAMENTO

in ricordo del nostro caro amico Lucio FalòBorsacchio in FIOREBorsacchio in FIOREBorsacchio in FIOREBorsacchio in FIORE

Giochi di Primavera

a cura di

2a Edizione

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E’ una delle vicende italiane destinate a covare sot-to la cenere, trascinate fra silenzi, reticenze, de-pistaggi, imbrogli vari, forse omicidi o finti suicidi, fino ad arrivare a due sentenze diverse: del giudice militare e di quello civile. Un monumento al paese

del diritto. In questi giorni si è pronunciata la Prima Sezione Civile della Corte d’Appello di Palermo e ha chiuso definitiva-mente il capitolo del risarcimento alle vittime della strage di Ustica. Ha messo un punto fermo. Ha restituito onorabilità e dignità a un uomo, scomparso con il cuore gonfio di dolore, fondatore della compagnia aerea, coinvolta nel disastro. Dal 27 Giugno 1980, quando un DC-9 dell’Itavia, partito da Bo-logna e diretto a Palermo, si squarciò in volo e precipitò nel Tirreno, tra Ponza e Ustica, molti aspetti dell’”incidente” furono occultati. Facendo sparire anche i fogli di volo e le se-gnalazioni dei radar. Sul momento tre ipotesi: attentato, danno strutturale al velivolo, missile lanciato da un aereo in libertà nei cieli ita-liani, come spesso accadeva a quelli libici, che si facevano coprire dai nostri. Ma c’erano anche aerei francesi e ameri-cani. L’ex presidente della Repubblica Cossiga, in una delle sua esternazioni, parlò proprio di un missile francese. Tre le commissioni di inchiesta. La Commissione Misiti, formata da esperti nazionali e internazionali, visionò il relitto nel frattem-po recuperato e stabilì, nel 1994, che causa della sciagura non poteva essere stata un missile - ipotesi ben presto preva-lente a livello di pubblica opinione e di mass-media - perché la carcassa dell’aereo non recava segni di impatto, ma era da attribuire a una bomba, nascosta nella toilette posteriore dell’aereo. Quattro generali dell’Aeronautica Militare furono perciò assolti nei successivi processi penali. Ancora oggi, uno degli esperti della Commissione Misiti, l’ingegnere svedese Goran Lilja, autore di un libro sull’argomento (“Ustica, il mi-stero e la realtà dei fatti”, ed. LoGisma) sostiene che “nessu-no in Italia ha mai cercato di capire chi ha messo una bomba

su quell’aereo e perché. E’ un mistero per me il fatto che la magistratura non abbia seguito le logiche conclusioni del no-stro lavoro di periti”. Dimenticando forse che l’ipotesi bomba era stata rigettata nella sentenza-ordinanza del giudice Rosa-rio Priore, che nel 1999, al termine di una lunga istruttoria, l’aveva definita “affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale proba-torio da renderla inutilizzabile ai fini della ricostruzione della verità”. Un’ipotesi che fa a pugni anche con l’evidenza e il buon senso. Chiunque può vedere che il relitto, conservato dal 2007 a Bologna nel Museo della Memoria, è pressoché integro proprio nella toilette, dove era stato posto l’ordigno.

Chi sarebbe stato poi l’attentatore e come avrebbe fatto a tener conto delle due ore di ritardo con cui era decollato il DC-9? Accanto alle vittime ce n’era però un’altra, non meno importante: Aldo Davanzati, titolare dell’Ita-via, cui nel 1980 fu tolta la licenza di ope-ratore aereo. Un migliaio di dipendenti della

compagnia restò senza lavoro. Nell’Aprile 2001 Davanzati e poi i famigliari chiesero allo Stato un risarcimento per non aver garantito la sicurezza dell’aerovia su cui volava il DC-9 abbattuto. Ora i giudici di secondo grado della Corte d’Ap-pello di Palermo hanno evidenziato una colpa imputabile ai ministeri, chiudendo definitivamente - dal punto di vista civile - la vicenda giudiziaria. Al di sopra di ogni sospetto il DC-9 è stato abbattuto da un missile, escludendo ogni contraria ipotesi. Mentre il sen. Carlo Giovanardi, presentando il libro di Lilja, ancora afferma: “In tutti i paesi del mondo, quando una Commissione d’indagine tecnica arriva a una conclusione, il caso si chiude, ad eccezione dell’Italia. I maggiori esperti in-ternazionali hanno lavorato per quattro anni all’accertamen-to delle cause del disastro aereo, dopo questo abbiamo solo chiacchiere”. Ma, dopo la sentenza di Palermo, non sono solo chiacchiere. I Ministeri della Difesa e dei Trasporti dovranno risarcire i familiari delle vittime. Finalmente.

ustica, Giustizia pEr lE vittimE

CONDANNATO LO STATO PER NON AVER GARANTITO VOLI SICURI. DOPO TRENTACINQUE

ANNI E DAL GIUDICE CIVILE

di MARIO GIUNCO

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AVIS Comunale di RosetoVia Calabria, 7 – Roseto degli Abruzzi

e-mail: [email protected]. 329/7230960

Apertura sede ogni lunedì dalle ore 11,00 alle ore 12,00

Dona anche tu un pò di sangue!

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Un salto nell’aria e i bambini in festaL’esperienza del servizio civile è qualcosa che può cambiarti la vita

Esattamente un anno fa aveva inizio il mio servizio civile, un’esperienza qua-si casuale in un periodo di stallo della mia vita, come oggi ne ha la maggio-ranza dei venticinquenni in Italia.

Il servizio civile è un’attività che, con innume-revoli difficoltà storiche e politiche, è riuscita a sostituire l’obbligo della leva militare e che vede

nella sua realizzazione un trionfo di personaggi italiani che, a me personalmente, riempiono il cuore di coraggio e valore.Il servizio consiste nel mettersi a disposizione di un ente che ti indica il punto esatto in cui c’è bisogno di te e a te non resta che fare il resto.Facile vero?Ad esempio, può capitare che ti ritrovi nel tuo comune di residenza che ti indica la scuola elementare dove dovrai dare una mano. Il resto tocca a te.Sì, perché il punto è proprio questo: non esiste un protocollo esatto da seguire, un elenco di punti da rispettare o dei test cadenzali da superare. C’è il tuo ente, la tua assegnazione e - soprattutto - ci sei tu. Il “tu” non coincide solo con tutto ciò che tu sei fisicamente, ma si concentra in particolar modo con quello che potresti essere e diventare donando sempre e solo la parte migliore di te per il semplice gusto di farlo, si concentra nell’elaborare un modo con il quale la tua singola, unica e irripetibile persona può aiutare a gestire una situazio-ne più difficile. In parole povere: una vera e propria strategia del bene da sviluppare solo con i propri mezzi.

È stato impressionante ritrovarmi nella mia scuola elementare quindici anni dopo averla lasciata e trovarmi dalla parte dei grandi, anche un po’ spaventata dal mio essere una persona qualunque, nessuno di speciale, qualcuno a cui forse era sta-ta data troppa fiducia. Certo il fulcro è quello: se con la leva militare chi combatteva lo faceva con fiducia verso il proprio Stato, con il servizio civile lo Stato ripone fiducia in te, persona insignificante.Beh, è passato un anno e io non mi sento una persona qua-lunque, mi sento speciale e piena di significato e questo salto, da sola, non sarei riuscita a farlo. La rincorsa è dura, per sal-tare ci vuole forza, ma in quel volo che sembra durare secoli tutti i muscoli sono tesi, lavorano per un fine, dimenticando un dolore o un fastidio, ignorando tutto ciò che c’è attorno, sole o pioggia, stanchezza o pressione. Quando il corpo è a terra, che rilascia ormai tutta la tensione, l’adrenalina non si ferma. Io rivedo adesso, a terra, tutto il mio salto: dalla mia paura nell’attesa dell’annuncio del mio turno fino a quel volo nell’aria. L’ostacolo è ormai superato.La mia vittoria ha un significato ancora più profondo della mia felicità fine a sé stessa.La vera vittoria sta in ciò che ho visto nell’inquadratura, fuori dal primo piano del mio salto: la mia “presidente” Annarita che dal comune ha tutelato e incoraggiato ogni mia idea, le mie “allenatrici” maestre, il mio “ostacolo” sistema-scuola e soprattutto il mio “pubblico” di mamme bellissime e di bam-bini in festa, in un fragore di applausi per un salto irripetibile.

GIOVEDI’ 30 APRILE 2015 ORE 22.00”

thE tAstAbOys

di gIORgIApASqUINI

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• PIANI DIETETICI PERSONALIZZATI - soggetti sportivi, in età evolutiva, soggetti patologici (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete..)• VALUTAZIONE COMPOSIZIONE CORPOREA• HOLTER METABOLICO

NUTRIZIONE E STILE DI VITA

Le favE i Legumi che contengono meno caLorie

meno caloriche! Quelle fresche sono costituite per l’83,9 % di acqua e apportano 5,2 grammi di proteine per 100 grammi; i grassi sono praticamente assen-ti, circa 0,4 grammi e i carboidrati 4,5 grammi per 100 grammi di prodotto. Lo stesso legume, secco, apporta invece 21,3 grammi di proteine e 30 grammi circa di carboidrati per 100 gr di prodotto. Le fave rappresentano una risorsa molto importante nella no-stra alimentazione in quanto ricchissime di fibra (5 g per 100 g di prodotto) e fonti di diversi microelementi come il potassio, il ferro, il calcio, il sodio, il fosforo ma anche la vit. A, la vit. C e la vit. E.Tra i tanti benefici in grado di apportare annoveriamo sicuramente la partecipazione alla regolarità intesti-nale, la capacità di alzare il livello di dopamina nel

cervello grazie alla presen-za dell’aminoacido L-dopa e sicuramente la grande presenza di ferro e vit. C, che ne aumenta l’assorbi-mento.Purtroppo però, per alcuni soggetti predisposti geneti-camente, carenti dell’enzima glucosio-6-fosfato deidroge-nasi, le fave possono essere molto dannose e causare ad-dirittura una distruzione dei globuli rossi con una vera e propria anemia; tale patolo-gia prende il nome di favismo e, a seconda della gravità, può causare problemi anche solo in presenza di fave.

di SIMONA RUggIERI

La ricetta del giorno: spaghettoni con fave e

pecorino!Ingredienti per 4 persone: 360 gr di spaghettoni, fave fresche, pecorino, sale, pepe, olio e aglio.

Pulire le fave fresche, staccando l’estremità di ogni bac-cello, estraendo i semi; farle saltare in padella con un filo di olio e uno spicchio di aglio, aggiungere un goccio di acqua e far stare per una quindicina di minuti. Mentre le fave cuociono per altri 15 minuti prelevarne metà e frullarle. In una pentola con acqua bollente cuocere gli spaghettoni al dente, scolarli, passarli in padella per farli insaporire con le fave, aggiungere la crema di fave frullate e, prima di servire, una spolverata di pecorino!

Questo alimento ha la capacità di alzare il livello di dopamina nel cervello grazie alla presenza dell’aminoacido L-dopa; la presenza di

ferro e vitamina C ne aumenta l’assorbimento. Ma...

La primavera è ar-rivata e ha portato con sé profumi, colori e alimen-ti tipici: carciofi,

asparagi, rape, spinaci ma anche le tanto attese fave!Le fave, nome scientifico Vicia Faba, sono il frutto di una pianta erbacea an-nuale appartenente alla famiglia delle Leguminose, pianta originaria dell’Asia Minore e che da secoli vie-ne ampiamente coltivata per l’alimentazione umana ed animale in tutto il mon-do.Le fave appartengono dun-que alla categoria dei le-gumi e tra questi sono le

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Elvira Berardinellinata a Roseto 22/04/1915

E’ proprio il caso di dire : auguri per 100 di questi giorni…

e nonostante ciò si continua ad ammassare……!!

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di ELIOD’ASCENZO

Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry cartier-bresson

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a [email protected]

AUTORE: Rebecca Bucci, 22 anni, Roseto degli AbruzziTITOLO DELL’OPERA: VERSO LA CIMALUOGO: TagliacozzoFOTOCAMERA: nIkon D 60 – oBIETTIvo nIkkoR 50MM

Parametri di SCattO: LUnGHEzzA FoCALE: 50 MMESpoSIzIonE: 1/3200 SEC – F/11 – ISo 1600MISURAZIONE: MEDIA A PREVALENZA CENTRALE

FOTOgRAFIA

L’AUTORE RACCONTA...Secondo Wikipedia, Tagliacozzo è un comune italiano di 6962 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo. E’ il terzo comune della Marsica, dopo Avezzano e Celano per estensione territoriale e abitanti, capoluogo culturale del territorio. Fa parte del Club dei Borghi più belli d’Italia. Ma per noi Tagliacozzo è stato anche di più. Baita, vacanza, riposo, esplorazione, escursione, tisane, cibo a volontà, neve, gelo, camino, coperte, risate, musica, amicizia. Tre giorni così e la batteria si ricarica al 100%, ve lo assicuro (viaggio di rientro in piena bufera di neve a parte). Così condivido con voi uno scatto fatto durante una mattinata di esplorazione di uno dei borghi più affascinanti del nostro bel paese, un luogo che consiglio a tutti di visitare, magari in compagnia di amici. Le avventure vissute con loro sono sempre le migliori e le più belle da ricordare.

Appena ho visto quest’immagine, per un attimo ho avuto la sensazione che si trattasse di un dipinto, invece…! Brava Rebecca per la sensibilità nell’osservare. Personalmente non avrei incluso nell’inquadratura la parte estrema a sinistra (i paletti,) avrei tagliato a filo della balaustra, dando quel tantino di profondità in più alla scena. Dai! Uno scatto al giorno. Provare, creare…

VALUTAZIONE (StREttAMEntE PERSOnALE)

CoMposIzIonE: ottima (elementi grafici valorizzati, linee forti, l’osservatore entra nella scena)luCE: (buona l’esposizione soprattutto nelle alte luci)BIlAnCIAMEnTo: ottimo (gli elementi visivi risultano in equilibrio)MovIMEnTo:ottimo (lo sguardo si sposta all’interno dell’immagine)EMozIonE: buona (l’angolo di ripresa ci seduce, come se il fotografo ci prendesse per mano e ci porterebbe su per la strada)MoMEnTo: scarso (se ci fosse stato l’elemento umano sarebbe stato eccellente)voCE/CoMunICAzIonE: buona (…se si voleva rappresentare la solitudine)TECnICA dI EsECuzIonE: scarsa (il tempo di otturazione utilizzato è alquanto rapido per una scena del genere. Ha obbligato ad una chiusura minore del diaframma a discapito di una profondità di campo più estesa. Anche la scelta del valore degli ISO a 1600 pregiudica la definizione dell’immagine nella lettura dei dettagli. In questo caso non ve n’era bisogno)

elabOraziOne: LIGHTRooM

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46 Nozze d’oro19 Aprile 2015

Mario& Pia

50 anni fa sposi giovani e belli, oggi genitori e nonni amorevoli.

Auguri da chi vi ama

CARO ANDREA, SIAMO TUTTI MOLTO FELICI PER

I TUOI STRAORDINARI 40 ANNI...

BENEDETTA7 anni - 14 aprile

Tantissimi auguri alla nostra piccola Principessa

da mamma, Papà, nonni e zii

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