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Economia, Corso di L.M. in Ing. Elettrotecnica, A.A. 2013-2014. Prof. R. Sestini
SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA UNDICESIMA SETTIMANA
Energia e ambiente: le fonti rinnovabili
Premesse (1)
DEFINIZIONE di esternalità:
Si ha una esternalita’, positiva o negativa, quando si verificano
congiuntamente le seguenti 2 condizioni:
� le decisioni relative al consumo o alla produzione prese da un certo
agente economico influenzano, in maniera positiva o negativa, il
benessere di altri agenti;
� e’ impossibile procedere a compensazioni monetarie tra agenti
svantaggiati ed agenti avvantaggiati dall’esternalita’ stessa.
LIVELLO EFFICIENTE di una RISORSA di RILEVANZA AMBIENTALE
L’efficienza (sociale) nell’uso di una certa risorsa si ha quando non e’ possibile
che la posizione di qualche componente della societa’ migliori senza che al
contempo cio’ induca un peggioramento nella posizione di qualche altro
componente della societa’.
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Un esempio
La risorsa ambientale e’ la qualita’ dell’acqua di un lago, fonte di acqua
potabile per un villaggio turistico.
Ipotesi:
una impresa, nel produrre, deposita agenti inquinanti nell’acqua del lago,
provocando nei riguardi del villaggio una esternalita’ negativa
Si indichi con
� Q = livello di produzione (ed anche un indicatore del livello di
inquinamento).
� I profitti costituiscono un indicatore dei benefici netti privati B(Q).
� Poiche’ Q identifica sia la produzione che livello
di inquinamento, il beneficio privato per
l’impresa che scaturisce dall’inquinare coincide
proprio con la funzione di profitto.
La condizione per la massimizzazione del profitto e’ :
BM (Q) = 0,
dove BM (.) indica il beneficio marginale privato.
Si noti che:
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� la curva BM(Q) e’ decrescente, poiche’ in concorrenza perfetta il MR e’
costante, mentre e’ ragionevole supporre che il MC sia crescente.
� l’area al di sotto di BM (Q) rappresenta il beneficio totale privato
dell’inquinamento.
La curva del danno marginale dell’inquinamento
DM(Q)
e’ ipotizzata essere crescente, poiche’ esprime il valore (al margine) che il
villaggio attribuisce al danno causato dall’impresa.
L’area al di sotto della curva DM (Q) rappresenta i costi totali del danno
ambientale subito dal villaggio.
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Q* costituisce il livello socialmente efficiente (o Pareto-efficiente) di
inquinamento, in quanto massimizza la differenza tra benefici e costi sociali.
Dal punto di vista analitico, Q* e’ la soluzione del problema:
max SB(Q) = B(Q) – D(Q)
da cui BM (Q) = DM (Q)
MA il livello scelto da parte dell’impresa e’ QP > Q*.
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Un processo di negoziazione tra le parti e’ in grado di condurre al livello di
inquinamento socialmente efficiente ??
Teorema di Coase
A patto che i diritti di proprieta’ siano correttamente definiti (e dunque
negoziabili), un processo di contrattazione tra le parti puo’ condurre al livello
di esternalita’ efficiente.
Si noti che il risultato finale del processo di contrattazione e’ indipendente
dalla allocazione iniziale dei diritti di proprieta’.
1° CASO: i diritti di proprieta’ sono attribuiti al villaggio (= il villaggio
ha il diritto ad avere acqua pulita). Il punto iniziale, da cui puo’ cominciare la
contrattazione e’ dunque Q = 0.
Le due parti, l’impresa e il villaggio, hanno un mutuo vantaggio a contrattare
finche’ il risarcimento massimo che l’impresa e’ disposta a pagare e’ superiore
alla somma (minima) che il villaggio richiede per essere risarcito del danno
causato dall’inquinamento.
Il passaggio dal livello di inquinamento iniziale (pari a 0) al livello Q*
comporta un miglioramento nel senso di Pareto per entrambe le parti, ovvero
conduce ad un miglioramento nell’efficienza sociale.
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2° CASO: i diritti di proprieta’ sono attribuiti all’impresa.
Essa inquinera’ fino al punto Qp, che massimizza il beneficio privato.
Anche in questo caso e’ possibile mostrare che entrambe le parti, l’impresa
ed il villaggio, hanno interesse a concludere contratti che prevedano una
riduzione dell’inquinamento da Qp a Q*.
Se i diritti di proprieta’ sono esattamente definiti e negoziabili tra i
contraenti, gli scambi tra individui danno luogo ad una allocazione efficiente
dell’esternalita’.
CRITICHE al TEOREMA DI COASE
� e’ necessario che non vi siano effetti reddito. Se cosi’ fosse il processo
di contrattazione potrebbe spostare le curve del danno e del beneficio
marginale delle due parti.
� Ciascuna controparte conosce esattamente la funzione obiettivo
dell’altra controparte, ed agisce in base ai principi della concorrenza
perfetta (cioe’ e’ price-taker);
� Non vi sono consistenti costi di transazione;
� Atteggiamento delle parti disponibile alla contrattazione (assenza di
hold-up)
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NELLA REALTA’ osserviamo la sistematica violazione di una o piu’ condizioni
richieste dal teorema di Coase:
� il numero delle parti e’ superiore a 2;
� esistenza di costi di transazione e di difficolta’ nella acquisizione
dell’informazione;
� gli agenti economici hanno potere di mercato;
� fenomeni di resistenza a raggiungere accordi con la controparte.
ENERGIA e AMBIENTE: le FONTI di ENERGIA RINNOVABILI
Non esiste ancora una definizione unica e condivisa di “green
economy”.…
Tuttavia, il concetto di sostenibilita’ implica che non si puo’ prescindere dalla
diffusione di tecnologie e fonti “low-carbon” per la produzione e il consumo di
energia.
“Nel medio termine (2035) le rinnovabili contribuiranno per oltre il 20% alla
riduzione complessiva delle emissioni di gas serra rispetto allo scenario
tendenziale” secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia.
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Intersezione tra questione energetica e questione ambientale.
Attualmente nella maggior parte dei paesi industrializzati il fabbisogno
energetico e’ soddisfatto perlopiù facendo ricorso al petrolio e al gas
naturale (in Italia nel 2001 queste due risorse insieme fornivano piu’
dell’80% dell’energia consumata).
Entrambe sono fonti esauribili e non riciclabili.
In base ai modelli sulle risorse esauribili, il petrolio e il gas naturale
costituiscono combustibili di transizione: essi dovranno essere impiegati
(nell’ottica di una allocazione efficiente) fino a che il MC dell’uso di una loro
ulteriore unita’ non supera il MC delle risorse sostitutive.
Possibili soluzioni:
� Risorse esauribili con offerta + abbondante (es.
carbone);
� Fonti rigenerabili (es. energia solare).
Cruciale, nel reperire fonti di energia alternative, e’ (anche) la stima
degli effetti sull’ambiente.
I dati piu’ recenti mostrano ancora l’importanza dei combustibili fossili per
i sistemi energetici mondiali: su un totale di poco più di 12.000 Mtep (milioni
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di tonnellate equivalenti di petrolio), più dell’85% deriva da combustibili di
transizione, ovvero:
carbone,
prodotti petroliferi
gas naturale.
Si stima che, per il 2020, il fabbisogno di energia primaria prodotta
dalle suddette fonti fossili potrebbe essere vicino al 90%, se non si interviene
con importanti ed efficaci politiche energetiche
Problemi connessi con l’impiego del carbone:
- emissioni di anidride solforosa, responsabili del fenomeno delle piogge
acide;
- emissioni di biossido di carbonio, uno dei gas serra implicati nel
fenomeno del riscaldamento globale.
se nel far uso del carbone non si tiene conto dei costi ambientali
(esterni) il mercato indurrà una eccessiva dipendenza da tale fonte
energetica.
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Viceversa le energie rinnovabili (cioè energia idroelettrica, solare termica e
fotovoltaico, eolica, geotermica, da biomasse, dalle maree, dai rifiuti)
presentano la caratteristica della “rinnovabilità”, e producono inoltre un tipo
di energia “pulita”, cioè con minori emissioni inquinanti e gas serra. enfasi
sulle rinnovabili,
Altre opzioni:
� tecnologie del carbone pulito come la cattura e lo stoccaggio del
carbonio (CSS= coal with carbon capture and storage),
� Nucleare
Comuni caratteristiche economiche delle fonti energetiche
rinnovabili:
� Rilevanti costi fissi;
� Costi variabili bassi o nulli
AC dipendente dal livello di output.
� Inoltre, tutte le rinnovabili - eccetto quelle da rifiuti – non hanno costi
da combustibili. Esse presentano esclusivamente costi delle operazioni
di manutenzione degli impianti (O&M)
Al contrario, una grossa centrale a carbone fa ampio uso di combustibili ed
emette 30 o piu’ migliaia di tonnellate di CO2.
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Al fine di comprendere se le rinnovabili saranno sempre piu’ una via
percorribile, occorre rispondere a 2 quesiti:
1) Sono esse piu’ costose rispetto ai combustibili fossili?
2) Possono essere disponibili in larga scala, tanto da poter sostituire
totalmente i combustibili fossili?
Quesito n.1)
Abbiamo visto che nel caso delle rinnovabili
� AC dipende fortemente dalla scala di produzione (e varia molto),
� mentre MC è estremamente basso.
� A scopo comparativo è utile impiegare una nozione di AC. Faremo uso
del LCOE (levelized cost of energy) ossia il costo di produzione
costante dell’energia , rapportato all’intera vita dell’impianto, e
comprensivo dei costi esterni (LSCOE).
Per comprendere l’entità dei costi esterni:
Stime dei costi sociali dei combustibili fossili :
� Nordhaus, 2009: costo sociale delle emissioni di CO2 = 8 $ per
tonnellata.
� Stern Review, 2006: 85 $ per tonnellata!
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N.B. Vi sono inoltre emissioni di SO2 e di vari ossidi di azoto e particelle fini
FONTE: dati Commissione Europea:
NB: questi dati includono un costo sociale di 16 euro per tonnellata di
emissioni di CO2 (molto basso!)
Incorporando le stime di Stern, avremmo un lcoe di 11 c/kwh per il
carbone, versus 5 c/kwh per le rinnovabili.
E i costi privati delle rinnovabili?
Confronto del LCOE dell’eolico con altre tecnologie
(cent€2010/kWh)
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La convenienza ad investire nelle rinnovabili dipende da 4 fattori:
1) Prezzo del petrolio e di altri combustibili fossili (attualmente volatili
poiché sia la domanda che l’offerta sono inelastiche rispetto al prezzo,
ma la domanda è altamente elastica rispetto al reddito)
2) Costo attribuito alle emissioni di CO2
3) Costo del capitale
4) Incentivi o sussidi concessi ai produttori di elettricità ‘verde’.
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Quanto al punto 1), elevati prezzi del petrolio sono stati il fattore
determinante per gli investimenti nelle rinnovabili nel 2007 e 2008;
Il 2) ha un effetto ovvio: un alto prezzo delle emissioni influenza il costo
dell’elettricità (da carbone) e rende le rinnovabili competitive;
Anche il 3) è chiaro, per via degli alti costi fissi delle rinnovabili (spesso +
elevati che per i combustibili fossili)
Quanto al 4), cioè al ruolo degli incentivi, basta considerare il caso della
Germania, caratterizzata dalla piu’ alta penetrazione di energia solare del
mondo, poche ore di sole, e generosi incentivi.
Per il caso degli USA, si veda la figura seguente:
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Attualmente ben 3 di questi fattori non volgono a favore dello sviluppo delle
rinnovabili negli USA:
� Il prezzo del petrolio e di altri combustibili fossili è piuttosto basso,
� Il prezzo delle emissioni di CO2 è zero (e molto basso anche nella UE)
� Il capitale è scarso
� Solo il regime regolatorio è piuttosto favorevole.
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Altri meccanismi incentivanti:
� Negli USA il c.d. “Renewable Portfolio Standard”, in base al quale i
produttori di elettricità devono garantire una % di produzione specifica
da fonti rinnovabili (in alcuni Stati trasferibile)
� In Italia, il D. Lgs 78/99 (c.d. Decreto Bersani) ha introdotto l’obbligo
per produttori e importatori, a partire dal 2010, di immettere energia
elettrica prodotta con impianti da fonti rinnovabili per una quota pari al
2% dell’energia elettrica prodotta o importata nell’anno precedente
eccedente i 100 GWh.
� Il Conto Energia è stato introdotto in Italia con la Direttiva
comunitaria per le fonti rinnovabili (Direttiva 2001/77/CE), recepita con
l’approvazione del Decreto legislativo 387 del 2003.
Questo meccanismo, che premia con tariffe incentivanti l’energia
prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, è
diventato operativo con l’entrata in vigore dei Decreti attuativi del 28
luglio 2005 e del 6 febbraio 2006 (Primo Conto Energia) che hanno
introdotto il sistema di finanziamento in conto esercizio della produzione
elettrica, sostituendo i precedenti contributi statali a fondo perduto
destinati alla messa in servizio dell’impianto.
� Con il DM 28/12/12, il c.d. decreto “Conto Termico”, si dà attuazione al
regime di sostegno introdotto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n.
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28 per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per
l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia
termica da fonti rinnovabili.
Gli interventi incentivabili si riferiscono sia all’efficientamento
dell’involucro di edifici esistenti (coibentazione pareti e coperture, sostituzione
serramenti e installazione schermature solari) sia alla sostituzione di impianti
esistenti per la climatizzazione invernale con impianti a più alta efficienza
(caldaie a condensazione) sia alla sostituzione o, in alcuni casi, alla nuova
installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili (pompe di calore,
caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici anche abbinati a
tecnologia solar cooling per la produzione di freddo).
Possono accedere agli incentivi :
A) interventi di incremento dell’efficienza energetica
B) interventi di piccole dimensioni relativi a impianti per la produzione di
energia termica da fonti rinnovabili e sistemi ad alta efficienza
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Stato dell’arte, Problemi di implementazione
e Prospettive:
Nel 2010 gli investimenti mondiali in tecnologie pulite son aumentati del
30% rispetto all’anno precedente, arrivando a superare i 240 miliardi di
dollari, un picco mai raggiunto prima e pari a quasi 5 volte il livello
d’investimenti del 2004.
MOTIVI:
� meccanismi di incentivazione;
� progressiva decrescita del costo delle tecnologie , causata da economie
di scala, innovazione tecnologica, relativa facilità di accesso al credito
I grandi investimenti degli ultimi anni hanno consentito di raggiungere, a
livello mondiale, una quota di copertura dell’offerta totale di energia primaria
(12.264 Mtep) attraverso le fonti di energia rinnovabile pari a quasi il 13%
del totale, grazie a un contributo energetico che ha superato i 1.500 Mtep.
Si noti che oltre il 71% di questa energia proviene dalla biomassa solida,
fortemente utilizzata nei paesi con economie in via di sviluppo per scopi non
commerciali, come ad esempio il riscaldamento delle abitazioni.
La rimanente produzione proviene per gran parte dal settore idroelettrico con
circa il 18% del totale da rinnovabili.
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Inoltre, dal 1990 al 2008 i maggiori tassi di crescita medi annui della
produzione di energia si registrano tra le “nuove” fonti rinnovabili come
solare fotovoltaico ed eolico che mostrano aumenti, rispettivamente, del
42,3% e 25,1%. Lo sviluppo e’ stato particolarmente evidente nei paesi
europei.
Nuove installazioni nel periodo 2000-10, in ordine gerarchico: gas,
eolico, fotovoltaico.
Saldo negativo per petrolio, carbone e nucleare.
Sviluppi attesi nella UE:
Gli obiettivi per i singoli Stati membri in materia di fonti rinnovabili sono stati
stabiliti in maniera vincolante dalla Commissione Europea attraverso la
Direttiva 2009/28/CE. (PACCHETTO CLIMA-ENERGIA: OBIETTIVO 20/20/20=
ridurre le emissioni di gas serra del 20 %, alzare al 20 % la quota di energia
prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico, il tutto
entro il 2020” )
Secondo la Direttiva, entro il 2020, il 20% dei consumi finali lordi di energia
dell'Unione Europea dovrà essere costituito da energia prodotta da fonti
rinnovabili.
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Dai PAN degli Stati membri, si ha che nel 2020 le fonti rinnovabili
consentiranno di andare oltre l’obiettivo posto dalla Commissione grazie a
una quota del 20,7% rispetto al totale dei consumi finali di energia.
In particolare le fonti rinnovabili raggiungeranno il maggiore livello di
penetrazione nel settore elettrico, coprendo il 34% dei consumi totali
(soprattutto biomassa per usi termici ed eolica)
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Eventuali problemi di implementazione sono dovuti alla discontinuità
nella fornitura di energia (es. sole, vento).
In aggiunta, nel caso dell’eolico vi è il problema della dislocazione
geografica. Si richiede un investimento nella capacità della rete
elettrica per un adeguato sfruttamento. Tuttavia, l’eolico onshore è
competitivo rispetto ai combustibili fossili (lcoe 8-10 cent/kwh versus poco
meno di 7 per il carbone senza carbon tax!).
L’eolico offshore potrebbe costituire uno sviluppo interessante.
Solare (fotovoltaico + CSP, cioe’ impianti a energia solare concentrata):
� fotovoltaico piu’ oneroso (lcoe 25-30 cent/kwh). Non competitivo
al momento per connessioni con la rete elettrica ma adatto per
installazioni su singoli stabili.
� CSP piu’ competitivo . Inoltre ha il potenziale di risolvere il
problema dell’intermittenza rispetto al fotovoltaico.
Geotermico: ha il problema della distribuzione geografica ma non quello
della discontinuità.
Tecnologia EGS (Enhanced Geothermal Systems = sistemi geotermici
migliorati): non è ristretta ad aeree con forte attività sismica. Uno studio del
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MIT riferisce che la tecnologia EGS sarà competitiva nell’arco di due decenni
(5-10 cent/kwh).
L’energia idrotermica è alquanto competitiva e profittevole (3.5 cent/kwh).