equinews sicilia giugno luglio 2010

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Periodico sul mondo del cavallo

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Page 1: Equinews Sicilia Giugno Luglio 2010

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L’ ObiettivOUna Schumann di Bronzo agli «Italiani»

iL persOnaggiOErnesto Vacirca

iL FattOModifiche al Trofeo Trinacria:

Opinioni e Commenti

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Page 2: Equinews Sicilia Giugno Luglio 2010
Page 3: Equinews Sicilia Giugno Luglio 2010

COpertinaErnesto Vacirca - Voilà

Mensile di equitazione e cultura dell’ambienteN. 4 - 5 giugno - luglio - 2010

[email protected] Reg. Trib. di Palermo, n. 6 del 18 febbraio 2009

Distribuzione a mezzo web

una pubblicazioneCentro Equitazione Garsigliana

via Iside, 22 - 90149 PalermoContrada Pietra Lunga n. 36

Fax: +39 (091) 6651399 - [email protected]

DirettOre eDitOriaLeRosario Seminerio

DirettOre respOnsabiLeDavide Matranga

HannO COLLabOratO a questO numerO:Riccardo Campolo, Annalisa Castronovo,

Antonio Inghilleri, Marcello Marinisi, Francesco Pagano, Carlo Riela,

Claudia Santoro

FOtOgraFieClaudia Santoro, Rosario Seminerio

Francesco Longo

vignetteGiuseppe Augello

segreteria Di reDaziOneLuigia Cangemi

prOgettO graFiCO e impaginaziOneCentro Equitazione Garsigliana

Luigi Casella Federica Manzo

Copyright © 2009Centro Equitazione Garsigliana

SommarioSommarioEquiNewsSicilia

4 Il PersonaggioErnesto Varcica

6 L’ Obiettivo Una Schumann di bronzo agli «Italiani»

8 L’Inchiesta Fisioterapia Equina: pareri ed opinioni degli addetti ai lavori

12 Il Fatto Modifiche al Trofeo Trinacria:Opinioni e Commenti

16 ConcorsiCampionati Regionali Adim 2010

20 Concorsi Coppa Camelot, numerosi i binomi ai nastri di partenza

22 Concorsi Trofeo Sicilia Dressagechiusa a «La Palma» l’edizione 2010

24 Concorsi Quarta Tappa Trofeo Trinacriaun’occasione per ricordare Antonio Privitera

26 Porto Franco Giovanni GioéL’ arte del «mercante» di cavalli

28 Non Solo Salti Endurance,affascinante disciplina di campagna in espansione

35 Fisco Una corretta contabilità :i registri «indispensabili»

36 Ius Equus«R.C.» Cavallo, assicurarsi è meglio

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EditorialEEditorialeEquiNewsSicilia

In questo numero sarebbe stato «eretico» non dare spazio agli ottimi risultati ottenuti dai giovanissimi talenti siciliani Turi Vacirca e Xenia Schumann. Successi che si collocano in parallelo con la conclusione dei tre

trofei che sono stati proprio teatro delle grandi prestazioni delle nuove stelle della nostra Sicilia. Ultimo, ma solo in ordine di citazione, è il campionato regionale che anche quest’anno ha viaggiato su buoni numeri, arricchendosi notevolmente di partecipanti. Tutto ciò, prima della pausa estiva, non può che essere considerato come una vera gratificazione per l’equitazione isolana. Con la fine dei trofei di Dressage, Salto Ostacoli e Trinacria si sono potute così tirare le somme rispetto a quello che è stato il lavoro di tecnici e cavalieri in Sicilia, evidenziando la buona qualità del lavoro fin qui svolto. Parlando, in particolare, del trofeo Trinacria ritengo che sia stata e che sarà un’ottima palestra per la crescita tecnica dei ragazzi. Non credo, tuttavia, che sia stata una mossa del tutto azzeccata quella di avere cambiato le re-gole in itinere perché, inevitabilmente, ha lasciato scontenti diversi atleti. Probabilmente, sebbene fossero stati preannunciati a monte, i cambiamenti andavano fatti solo alla seconda edizione. Offrendo quantomeno a tutti l’op-portunità di gareggiare sempre ad armi pari.“Saltando” al dressage, la Sicilia ha finalmente visto l’istituzione di un trofeo in una disciplina che fino ad oggi non aveva avuto le attenzioni che meritava. Tutto ciò, però, non basta: sono ancora troppo poche le gare che annualmente vengono organizzate perché in Sicilia possano crescere giovani talenti in questa disciplina dell’equitazione. Purtroppo, d’altronde, sono pochi i cavalieri che si iscrivono a questo tipo di gare e i comitati organizzatori non trovano alcuna convenienza nel dare spazio. Forse un leggero aumento delle quote d’iscrizione potrebbe dare un po’ più di ossigeno, sebbene ciò possa ri-sultare impopolare, al fine però di invogliare maggiormente gli organizzatori alla realizzazione di manifestazioni di questo tipo. Si potrebbe, altrimenti, associare la disciplina ad altre minori come il gioco-pony quanto meno per ammortizzarne i costi. A partire da questo numero, poi, Equinews Sicilia sarà arricchito della pre-senza di altre due discipline che fin qui nei media non hanno ancora trovato il giusto spazio che meritano, ovvero Endurance e Monta Western. Il tutto, nel primo caso, grazie alla collaborazione di Giuseppe Speciale e, per la monta western, all’aiuto di Salvatore Patti. Altro atto doveroso da compiere, infine, è stata l’inchiesta sulla fisioterapia equina che ha messo in luce le opinioni di alcuni fra gli addetti ai lavori: fisioterapisti e veterinari.

Rosario Seminerio

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il pErSonaggioIl personaggioEquiNewsSicilia

I l figlio d’arte Ernesto Vacirca, nonostante la giovane età, ha dato prova di grande forza e

maturità agli scorsi Campionati Europei 2010 di salto ostacoli te-nutisi presso la splendida cornice di Haras de Jardy, in Francia. Ernesto, infatti, dopo

aver realizzato tre percorsi netti durante le prove che hanno prece-duto la finale e un percorso netto nel percorso base, è stato penalizza-to solo dall’ultimo salto del secondo

giro della finale. Ciò nonostante, il cavaliere catanese è stato il miglior italiano e, su 81

partenti, ha raggiunto il quinto po-sto individuale.

Come ci si sente a far parte della Nazionale? «Sicuramente è un grande onore en-trare a far parte della squadra italia-na, soprattutto perché nella categoria Children ormai in Italia ci sono molti partenti che ambiscono ai Campionati Europei; possiamo dire però che un po’ me l’aspettavo, durante l’anno ave-vo avuto ottimi risultati, quindi…». Si tratta della stessa sicurezza che, in questa competizione, è tornata utile

di Annalisa Castronovo

Ernesto Vacircarenata raineri: “abbiamO seguitO iL prOgramma giOvaniLe DeLLa Fise e i risuLtati si sOnO visti”

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alla Nazionale italiana per ottenere l’argento dietro alla Gran Bretagna, ma prima dell’Irlanda che invece è salita sul terzo gradino del podio. Sei stato il miglior italiano, que-sto come ti fa sentire? «Un po’ emozionato», è la battuta la-conica, un po’ più in linea con la sua giovane età. Renata Raineri, madre di Ernesto, racconta così di Jardy: «La gara per noi è stata assolutamente una cosa nuova, completamente di-

vanile che prevede un altro Test Event a ottobre a Bologna, qualifica per il CSIO». E aggiunge: «Abbiamo segui-to tutto il programma giovanile della Fise col tecnico Gianluca Bormioli. I risultati si sono ovviamente visti, nel senso che non avevano nulla d’inferio-re ai ragazzini stranieri. Sono arrivati tutti preparatissimi». Pierfrancesco Matarazzo, presidente del Comitato

Fise Sicilia, ha così commen-tato le ottime prestazioni del g iovanissimo atleta sicilia-no: «Il risulta-to ottenuto da

Ernesto Vacirca è importantissimo per lo stesso cavaliere e per l’equita-zione siciliana. Riuscire a centrare un successo del genere a soli 13 anni è un ottimo incentivo per continuare in questa splendida, seppur ancora “gio-vane” carriera agonistica. A Ernesto, ai genitori e a tutto il suo staff voglio rivolgere il più sentito ringraziamento a nome del Comitato e di tutto il mo-vimento equestre isolano».

versa dal solito nell’organizzazione. È vero che i ragazzi avevano respira-to un po’ quest’aria nei vari concorsi fatti a squadre e, dunque, non essendo stata la prima volta, i ragazzini erano gli stessi con i quali ormai si è creato un bel rapporto. Avevano gareggiato in Austria, che era qualificante per gli Europei, assaggiando per l’appunto un po’ di quest’aria; però l’Europeo è l’Europeo, vale a dire che c’è tutta un’altra atmo-sfera: le divise, le sfilate e così via; l’importante però è la gara». Quali sono i prossimi appuntamenti per il piccolo Vacirca? «I Campionati Italiani – risponde la Raineri - e poi il CSIO di Bologna». I primi si terranno a Cattolica duran-te la seconda settimana di settembre. Inoltre, dopo un periodo di riposo, ne-cessario anche alla «cavalla (Voilà) che da gennaio gira in continuazione per arrivare a questo risultato», Ernesto «dovrà continuare il programma gio-

Ernesto Vacirca

pierFranCesCO matarazzO: “a ernestO, ai genitOri e a tuttO iL suO staFF vOgLiO rivOLgere iL più sentitO ringraziamentO a nOme DeL COmitatO e Di tuttO iL mOvimentO equestre isOLanO”

Sul podio: da sx Ernesto Vacirca - Alvaro Matias - Marcello Pastore Manganotti - Alice Sultan Rosa

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l’oBiEttivoL’ObiettivoEquiNewsSicilia

Una Schumann di bronzo agli «italiani»

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Xenia Herta Schumann mette a segno un nuovo prestigioso ri-sultato. La giovane amazzone,

tesserata per il Passitti di Catania, ha conquistato infatti la medaglia di bron-zo ai campionati italiani assoluti pony di dressage, conclusi negli impianti dell’Asd Etrea di Busto Arsizio lo scor-so primo luglio. La giovane amazzone catanese, a soli dodici anni, porta in Sicilia un importante titolo in sella al suo ormai fidato cavallo Zitnas Vito, con una percentuale del 110,819%. «E’ stato molto emozionante salire sul podio dopo una gara così impegnativa, sono contentissima – afferma l’amazzo-ne – si è trattato di un’esperienza indi-menticabile, soprattutto perché Vito è un pony che ho domato da sola e sono riuscita a dimostrare ai giudici le mie capacità».Zitnas Vito, pony tedesco di sette anni, è stato acquistato dall’ allevamento Schumann all’età di due anni e da al-lora è compagno fidato della gio-vane amazzone. «Insieme a Vito abbiamo eseguito diverse figure – spiega - Il passo indietro, la mezza piroetta, il galoppo alto, le appoggiate, i cambi semplici, le spalle in dentro». Xenia Schumann si allena quotidia-namente, dopo la scuola, con Peter Kleinhans. A sostenere l’amazzone ai campionati assoluti pony, è stato però il cavaliere veronese Walter Calandra che ha partecipato anche al Trofeo Alpe Adria con sei pony del proprio alleva-mento. «Nella combinata ho portato anche Nadine di 8 anni – aggiunge ancora la giovane Schumann – l’abbiamo acqui-stata all’età di quattro anni. Non era addestrata e l’avevamo impegnata come fattrice. Quando poi abbiamo visto i suoi movimenti e la sua bellezza ho deciso di addestrarla. Per lei “Alpe Adria” ed i Campionati Italiani sono state le prime gare fuori casa».La giovane Herta Schumann pratica salto ostacoli e dressage dall’età di cin-que anni e dopo essersi trasferita in una nuova casa proprio vicino al Passitti è stata invogliata a praticare lo sport equestre da un amico di famiglia, appas-sionandosi così alla disciplina. «Pratico il dressage perché mi piace di più, è più professionale e mi fa acquisire la tecnica

per montare meglio anche nel salto osta-coli – afferma ancora - il dressage secon-do me è lo sport principale da cui nasce tutto il resto. Non mi sento penalizzata dal fatto che in Sicilia si stia diffonden-do solo adesso perché partecipo anche a diverse gare fuori dalla regione».Il suo primo cavallo è stato una femmi-na, Tinkerbell. Oggi ha quindici anni e

sabato ha dato alla luce un pu-ledro. Tinkerbell è sempre stata un cavallo im-portante. Al Toscana tour ha vinto la

135 montata da una amazzone ame-ricana e nel 2008, montata da Xenia, ha vinto il Trofeo Sicilia categorie F ed E. Nell’ultimo anno agonistico la Schumann ha partecipato a quasi cen-to gare. «Ben 57 volte – prosegue - mi sono classificata prima e il resto delle volte sono salita sul podio». La catanese è campionessa siciliana nella categoria più alta per pony, ha vinto il Trofeo

Sicilia e si è classificata per le Ponyadi. Xenia è arrivata quindi al prestigioso appuntamento forte di una serie positi-va di risultati ottenuti nelle ultime due stagioni. L’entusiasmo per i suoi risultati ha fatto breccia anche in Federazione: «L’ottimo risultato di Xenia Scumann – ha detto Pierfrancesco Matarazzo, presidente del Comitato Regionale Fise Sicilia – è la dimostrazione che la no-stra regione può contare su giovani forti e competitivi anche a livello nazionale. Vincere una medaglia di bronzo in un campionato italiano è senz’altro una grande impresa. Questo successo mi inorgoglisce ancor di più perché la disci-plina del dressage nella nostra regione ha fatto registrare negli ultimi anni una fortissima ascesa».A precedere l’amazzone nei campio-nati italiani assoluti pony, a ragion di cronaca, sono saliti sul primo gradino del podio Carlotta Marconi su Ferdi Folklores Puccini con una percentuale di 136,789% e al secondo posto Giulia L’Abbate su Okidoki con 123,810 punti percentuali.

“nOn mi sentO penaLizzata DaL FattO CHe in siCiLia iL Dressage si stia DiFFOnDenDO sOLO aDessO perCHé parteCipO anCHe a D ive rse gar e F u Or i DaLL a regiOne”

Una Schumann di bronzo agli «italiani»

di Claudia Santoro

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l’inCHiEStaL’InchiestaEquiNewsSicilia

Nel cercare di chiarire in cosa consista la fisioterapia equina, e a quali figure professionali

faccia capo, abbiamo raccolto la testi-monianza diretta di un addetto ai la-vori, vale a dire quella del fisioterapista del cavallo Antonio Inghilleri.In cosa consiste la professione di horse therapist? «La figura del fisioterapista equino ar-riva in Sicilia con me, invece in Italia con la mia istruttrice, Eliana Speziale, negli anni ’90, ma era già praticata ne-gli anni ’50 in America. L’importanza della figura del fisioterapista è alla base della gente che lavora dietro le quinte, perché insieme all’allenatore, al maniscalco, al veterinario e al dentista va a completare quell’ équipe di persone che, un po’ come in un box delle moto o delle macchine da corsa, assistono e curano il cavallo-atleta. E’ importante per diversi motivi: innanzitutto perché avendo a che fare con un atleta, questo avrà bisogno di cure veterinarie e del-la ferratura mensile o settimanale, se parliamo di cavalli da corsa. La mani-polazione e i trattamenti fisioterapici sono importanti per dare la possibili-tà al cavallo di avere sempre la decontrazione muscolare e la coordinazione del movimento che serve un po’ a tutti gli atleti. Se poi consideriamo che il cavallo da corsa o da salto ostacoli ha un’at-tività agonistica più o meno intensa, la fisioterapia è un ottimo coadiuvante per garantire la miglior forma possibile. Io considero il cavallo da salto ostacoli un po’ come un giocatore di calcio. I calciatori sono i primi a essere seguiti da una vera e propria équipe: dal medico della società sportiva al massaggiatore, al fisiotera-pista, al preparatore atletico. Il tutto consiste nel garantire una carriera agonistica quanto più tranquilla e lunga possibile. Se si pensa al cavallo da salto ostacoli, ad esempio, che a 4 anni inizia già a gareggiare, quindi in quanto puledro non ha gli apparati

scheletrico e muscolare ancora formati, per non parlare dei cavalli da reining o dei cavalli da corsa, si presume che se c’è qualcuno che, sin dalla loro giovane età, garantisca loro una migliore forma fisica, anche l’attività sportiva e agoni-stica sia migliore rispetto a quella di un atleta che non fa fisioterapia». Il fisioterapista offre qualcosa in più rispetto alla figura del vete-rinario? «Certamente. L’ideale, in verità, sareb-be una totale collaborazione tra medico veterinario e fisioterapista, tesa a por-tare il cavallo alla migliore forma fisica nell’attività sportiva. Molto importante sarebbe anche la collaborazione tra fi-sioterapista e istruttore o allenatore in maniera tale da fare, per esempio, de-gli allenamenti settimanali mirati per singolo cavallo, non avendo tutti i ca-valli la stessa età e gli stessi acciacchi. Ci sono cavalli che hanno degli scom-pensi posturali o dei difetti struttura-li, quindi questi avrebbero più bisogno delle manipolazioni. Se il cavallo fosse allenato bene, basterebbero 1-2 volte al mese, a seconda della più o meno inten-sa attività, però ci sono cavalli, come quelli da corsa, che ne avrebbero biso-gno anche settimanalmente, perché

hanno un’attività e un allenamento molto più intensi rispetto a quelli da salto ostacoli, ciò vale sia per i cavalli da galop-po sia per i caval-li da trotto». Qual è il per-corso formati-vo per questa tipologia di

professione? «Intanto ci si avvicina con la passione per il cavallo; se lo si fa per un semplice motivo economico non si va da nessuna parte, perché è un mestiere che, come tutti quelli fatti dietro le quinte, dà tanto lavoro e poche soddisfazioni che, però, quando arrivano sono grandi. È soddisfacente vedere i cavalli in gara coordinati e tranquilli; se poi vanno in premiazione non c’è soddisfazione mi-gliore sia per chi ci lavora sotto sia per chi ci sta sopra. Ci si forma facendo un corso per Massofisioterapisti equini, che prima consisteva di tre settimane

fISIOTERAPIA EqUINA: PARERI ED oPINIoNI DEGLI ADDETTI AI LAVoRIdi Annalisa Castronovo

di pratica e teoria full immersion, più l’esame finale. Si studiano sia materie teoriche come anatomia, fisiologia e so-prattutto biomeccanica del movimento, per poi dedicarsi alla teoria della ma-nipolazione vera e propria: si divide il tutto in treno bilanciere (collo), treno anteriore, tronco e treno posteriore, in modo tale da allenare il fisico del tera-pista, che impara pian piano la mani-polazione vera e propria che si fa sul cavallo. È come fare palestra, perché trattare un cavallo è veramente fati-coso, vale sia per la manipolazione sia per lo stretching. Nel cavallo è compli-cato perché all’inizio bisogna instaura-re un rapporto di sintonia e di fiducia, è importante per me, perché devo capire se accetta il movimento, e per loro, per-ché abbandonandosi completamente nel movimento si lasciano sorreggere. Quindi il primo approccio si ha duran-te la visita, per capire i disturbi mu-scolari e la struttura del cavallo, com’è ferrato, che finimenti porta, se porta attrezzi, se viene lavorato con redini di ritorno, gobbe e così via. L’approccio principale è alla base del mio lavoro, se non si riesce a entrare in sintonia con il temperamento del cavallo diventa un po’ più difficile». Oltre alle procedure di allenamen-to, quali sono le patologie per cui la fisioterapia è particolarmente indicata? «Le patologie sono più o meno comuni a quelle che incontra anche il veterina-rio, per questo bisogna avere molta sin-tonia con quest’ultimo. I cavalli che, a mio avviso, ne hanno più bisogno sono quelli con difetti strutturali veri e pro-pri, tipo i cavalli vaccini. Ce n’è bisogno anche nel periodo postoperatorio, per il

“CHi sCegLie Di Fare iL FisiOterapista, sCegLie Di DeDiCarsi 24 Ore su 24 aL CavaLLO, anCHe traLasCianDO un pO’ L’aspettO eCOnOmiCO. Ci sOnO mestieri, quaLi iL meDiCO, iL veterinariO, iL prOFessOre, iL maestrO CHe nOn sOnO veri e prOpri mestieri, sOnO DeLLe missiOni”

Antonio Inghilleri

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fISIOTERAPIA EqUINA: PARERI ED oPINIoNI DEGLI ADDETTI AI LAVoRI

quale parliamo di una vera e propria rieducazione. Rieducazione che preve-de sia l’ausilio della fisioterapia passi-va, quindi in box, sia degli esercizi di ginnastica e di un ciclo di trattamenti; poi, qui in Sicilia non c’è la possibilità di farlo, ma a me è capitato di lavorare altrove anche con cavalli siciliani che nel postoperatorio vengono riabilitati tramite il tapis roulant con l’acqua, con l’ozonoterapia, con l’idromassaggio, ecc.

A seconda del tipo di intervento chi-rurgico, inoltre, si fanno passeggiare a mano e così via». In quale lasso di tempo si possono vedere i benefici? «Tutto dipende dal tipo di infortunio subito, se parliamo di un cavallo che ha avuto un incidente o della manipola-zione sportiva si prevedono dai dieci ai quindici giorni di rieducazione, perché sono cavalli che hanno la possibilità di continuare ad allenarsi, all’inizio ma-gari girandoli alla corda o – a seconda della struttura in cui vengono scuderiz-zati – dandogli un po’ di libertà e poi con il proprietario sopra, sempre tra-mite l’istruttore, facendo la ginnastica che va a completare la manipolazione passiva in box». Infine, Inghilleri ag-giunge: «Chi sceglie di fare il fisiotera-pista, sceglie di dedicarsi 24 ore su 24 al cavallo, anche tralasciando un po’ l’aspetto economico. Ci sono mestieri, quali il medico, il veterinario, il pro-fessore, il maestro che non sono veri e propri mestieri, sono delle missioni. Scegli di farlo e di dedicarti a loro a

360 gradi. Il cavallo è la testimonian-za terrena che veramente esiste un Dio da qualche parte, studiandolo ci si rende conto che è stato creato per stare libero, per avere spazi enormi in cui galoppare, scappare, migrare. Ha contribuito all’evoluzione dell’uomo, perché ha combattuto in battaglia, l’ha spostato e l’ha fatto arrivare ovunque. Penso che non ci sia mestiere più bello che aiutare i cavalli a trascorrere la loro vita agonistica nella maniera più tranquilla possibile. Io mi impegno al massimo e cerco di relazionarmi con proprietari, allenatori, istruttori, trai-ners e chiunque abbia il mio stesso tipo di mentalità. Si lavora sul cavallo per il cavallo, non si lavora sul cavallo per un rendiconto economico, prima o poi le soddisfazioni e le premiazioni arri-vano».

MARCO BURI VETERINARIo E FISIoTERAPISTA

Tra i pa-reri in fatto di

medicina vete-rinaria non po-teva mancare quello di Marco Buri che, lau-reatosi presso l ’ Un iver s i t à di Torino nel 1982, si occupa ormai da molti

anni della clinica equina nei suoi vari e specifici settori: allenamento dei puledri da trotto, ortopedia nei cavalli da salto, da dressage e nei quarter horse. Dagli ultimi anni si in-teressa anche delle tecniche proprie della fisioterapia per il recupero funzionale delle zoppie in un apposito centro specializzato. Innanzitutto, da quanto tempo e in che modo praticate la fisioterapia equina?«Il Centro è aperto da agosto dell’anno scorso, quindi stiamo lavorando da un anno; io ci lavoravo già prima

che fosse aperto. La fisioterapia che stiamo utilizzan-do, principalmente, è quella con la vasca, in acqua». Quindi si tratta dell’ozono-terapia? «Sì, nella vasca facciamo sia l’ozono-terapia che l’idromassaggio, che il movimento in acqua. Tendenzialmente, il recupero principale che stiamo facendo adesso su trotter o su cavalli da salto riguarda problemi tendinei o muscolari, quindi tendiniti, pro-blemi dei legamenti, strappi e problemi muscolari vari. Generalmente associamo la tecarterapia a seguito di infiltrazioni, perché lavoro sempre in collaborazione con dei colleghi, con i loro cavalli, per cui magari loro normalmente fanno le loro terapie; così dopo circa venti giorni che il cavallo è fermo completamente per terapie d’urgenza delle volte associamo la tecarterapia per togliere il dolore, i gonfiori o altre problematiche simili». Esistono patologie per le quali non è sufficien-temente efficace fare la fisioterapia? «Ce ne sono molte. Per esempio le artrosi. Specialmente per quelle molto avanzate non è sufficiente, nel senso che non si riesce a risolvere la situazione. Io ho avuto un paio di casi con delle artrosi. Con le cosiddette formelle, cioè le artrosi della fila falangea, in cui si hanno dei miglioramenti, ma non si risolve il proble-ma. Generalmente le artrosi non sono risolvibili».

A.C.

Marco Buri ed Elena Seliak

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l’inCHiEStaL’InchiestaEquiNewsSicilia

A lberto Velis è conosciuto nel mondo dell’equitazio-ne per i risultati ottenuti

come cavaliere di secondo grado, oltreché come istruttore di secon-do livello, nonché in quanto medico veterinario fiduciario Fise. È pro-prio in qualità di veterinario che “EquiNews Sicilia” lo ha inter-vistato riguardo alla fisioterapia equina. Qual è il valore della fisiotera-pia equina come coadiuvante nella preparazione atletica del

ALBERTO VELIS E LA FISIoTERAPIA EQUINA

Crede che in generale la figura dell’horse the-rapist sia sottovalutata? «Sì, un pochino in Italia lo è ancora. Io, per esempio, collaboro con Elena Seliak che fa massoterapia e stretching. Ed è una figura che in realtà è poco con-siderata ancora; nel senso che si passa direttamente dal nostro lavoro veterinario al la-voro in pista, al lavoro in campo; invece, a mio avviso, ci sarebbe dello spazio per un aiuto prima del lavoro, anche senza essere ri-coverati; parlo proprio del lavoro in pista, del lavoro in campo». La figura del fisioterapista va coadiuvata da quella del vete-rinario? Deve essere un lavoro di squadra? «Tendenzialmente sì, com’è legata la figura del fi-sioterapista umano con quella del medico umano. Nel senso che tendenzialmente il fisioterapista deve avere un’indicazione di qual è la terapia, deve co-noscerla, sapere cos’è stato fatto e di conseguenza concordare col veterinario i movimenti futuri, que-sto è quello che noi stiamo facendo. Devo dire che otteniamo discreti risultati in collaborazione con dei colleghi che si approcciano con noi, con me in par-ticolare dal punto di vista veterinario e poi con la

collega che si occupa di fisioterapia per proseguire le terapie. Quindi, tranne che nei casi veramente molto avanzati di artrosi, di osteoartrosi, cioè di cose davvero gravi, la fisioterapia offre beneficio, ma non risolve; però, per quanto riguarda il resto, attraverso la collaborazione si è ottenuto un buon risultato».

Secondo lei, come mai la fi-gura del terapista del caval-lo non è molto affermata in Italia? «In primo luogo, per una que-stione culturale, quindi anche di conoscenza. Siamo ancora un po’ agli albori di questa disciplina, noi ci siamo avvicinati alla fisio-

terapia equina un po’ per un mio interesse, un po’ perché a questa mia collaboratrice (Elena Seliak, NdR) piaceva questo tipo di lavoro. Molti proprietari non se ne rendono conto e solo quando “realizzano” la situazione capiscono qual è il lato positivo. Può darsi, poi, che ci sia anche un problema economico, nel senso che aggiungere questa spesa a quella vete-rinaria fa chiaramente aumentare quella comples-siva. In questo momento potrebbe prevalere questo ragionamento ma tendenzialmente credo che alla fine si tratti più di un fatto culturale».

“iL FisiOterapista Deve avere un’inDiCaziOne Di quaL è La terapia, Deve COnOsCerLa, sapere COs’è statO FattO e Di COnseguenza COnCOrDare COL veterinariO i mOvimenti Futuri”

cavallo? «Il valore di tale fisioterapia è identico a quel-lo della fisiote-rapia umana. Il problema riguardo ai ca-valli consiste nel fare una buona diagno-si. Infatti, la vera difficoltà della fisiotera-pia equina sta nella vera diagnosi, vale a dire nel capire, intuire, co-noscere quali possono essere i fasci

muscolari o le articolazioni da trat-tare maggiormente. Chiaramente un uomo fa fisioterapia potendo spiegare quali sono, ad esempio, le rigidità, ma nel caso di un ca-vallo è evidentemente un po’ più difficile». Quindi è un lavoro che va fatto a stretto contatto con il vete-rinario? «Con il veterinario o anche con un fisioterapista che sia in grado di fare una buona diagnosi, ov-vero normalmente con il termine fisioterapista si intende un mas-saggiatore, invece, in questo caso è qualcosa di più. Il fisioterapista può operare con il veterinario, ma

anche da solo, perché esisto-no dei titoli di studio che oggi abilitano a tale professio-ne. Principio fondamenta-le, però, deve essere avere la capacità di

fare delle buone diagnosi. Questo è fondamentale. Anche i medici, ad esempio, a volte fanno una diagno-

“iL FisiOterapista può Operare COn iL veterinariO, ma anCHe Da sOLO, perCHé esistOnO Dei titOLi Di stuDiO CHe Oggi abiLitanO a taLe prOFessiOne. La quaLità Deve essere queLLa Di avere La CapaCità Di Fare DeLLe buOne DiagnOsi”

A.C.

Alberto Velis

Page 13: Equinews Sicilia Giugno Luglio 2010

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Equinews ha chiesto anche il parere di Francesco Puglisi circa la fi-

sioterapia equi-na. Laureatosi alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma, ha la-vorato presso l’ospedale vete-rinario milita-re di Saragozza (Spagna), nonché alla clinica vete-rinaria Malone e al dipartimento di clinica chirur-gica della Facoltà di Medicina Veterinaria di Guelph in Ontario (Canada); inoltre, è delegato Fise, svolge l’attività di libero professio-nista per lo più con cavalli da salto ostacoli, endurance e trottatori, è direttore sanitario della clinica equina e centro di riproduzione Cesevet di Cinisi, nonché mem-bro dell’Aaep; infine, si occupa da tempo anche di pet therapy. Qual è l’utilità della fisiote-rapia equina circa la cura, in

fRANCESCO PUGLISI: «Diagnosi veterinaria e collaborazione»

particolare, del cavallo atle-ta? «Sicuramente la fisioterapia ha i suoi benefici, fatta bene e in

col laborazione con una diagno-si effettuata da un veterinario; soprattutto in periodo riabili-tativo post in-tervento è una cosa favorevole. Senza dubbio deve essere fat-ta da persone specializzate e coadiuvata spes-so da mezzi tera-peutici oltre che dalla manuali-tà: dal supporto

della tecar a tutta la riabilitazio-ne in piscina, fino all’ozonotera-pia fatta in centri specializzati. Comunque, deve essere sempre monitorata in base alle proble-matiche e ai piani di lavoro. Quello che funziona benissimo è la terapia fatta nel pre gara, così come lo stretching. La fisiotera-pia funziona bene con problema-tiche come le contratture nel li-vello cervicale, un po’ meno sulle

“siCuramente La FisiOterapia Ha i suOi beneFiCi, Fatta in COLLabOraziOne COn una DiagnOsi eFFettuata Da un veterinariO; sOprattuttO in periODO riabiLitativO pOst interventO è una COsa FavOrevOLe. siCuramente Deve essere Fatta Da persOnaLe speCiaLizzatO e COaDiuvata spessO Da mezzi terapeutiCi OLtre CHe DaLLa manuaLità”

problematiche della schiena, per le quali la digito-pressione, la manualità fatta da un uomo dà pochi benefici. Questi sono dati di studi effettuati; infatti, in Francia esistono delle ricerche sull’argomento». Ritiene che la fisioterapia sia utile come coadiuvante nella preparazione atletica? «Sicuramente ha i suoi benefi-ci; appunto se praticata come stretching; infatti, come decon-tratturante va sicuramente bene. Poi tutto deve essere supportato da un piano di lavoro del cava-liere, che deve corrispondere ai trattamenti fatti, quindi seguire comunque le prescrizioni fatte sia dal veterinario che dal terapista durante i trattamenti». Ritiene dunque che la figura del fisioterapista equino sia utile all’interno di un’équipe dedicata al cavallo? Senz’altro. All’interno di un’équi-pe è utile, non è utile se è un la-voro fatto fine a sé stesso.

si che non è certa, ma sanno che il farmaco va in tutto il corpo; il fisioterapista lavora su un fascio muscolare, se non è quello non ot-tiene risultati». Lei ritiene che sia utile l’inse-rimento della figura del fisiote-rapista all’interno del team che si prende cura del cavallo? «Senz’altro. Poi è un problema di

cultura. Chiaramente il team pre-vede anche questo. Non ci sono dubbi. La gente, però, si avvicina se ha un po’ un livello di cultura che le consenta di capire l’impor-tanza del fisioterapista». In quali patologie è più indica-to l’apporto della fisioterapia? «Sicuramente sui tessuti molli, quindi: muscoli, tendini e lega-

menti. In tutte quelle che sono in-fiammazioni acute e croniche dei tessuti molli, certo a livello osseo è meno efficace». In quali patologie ritiene che la fisioterapia sia superflua? «Nelle patologie croniche della struttura ossea, quali artrosi, na-vicoliti, laminiti. In tali casi la ritengo totalmente inutile».

A.C.

Francesco Puglisi

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il fattoIl fattoEquiNewsSicilia

TROfEO TR INACRIA«EPPUR SI MUOVE»…

di Marcello Marinisi

Era nell’aria da un po’ e adesso, a seguito delle pri-me due tappe in program-

ma per il Trofeo, la Federazione ha deciso, dopo un’attenta ana-lisi e un confronto con giudici, cavalieri, istruttori e genitori, di apportare alcune significati-ve modifiche al regolamento del Trofeo stesso.Cerchiamo, però, di capire in cosa consistano queste novità.Sono due le modifiche sostanziali che intervengono per migliorare la formula della competizione. In primo luogo, sono utilizzate delle nuove schede di valutazio-

ne che consentono un meccani-smo di calcolo più rapido dando la possibilità di conoscere i ri-sultati ottenuti quasi in tempo reale, snellendo le operazioni di voto. Questo cambiamento, nel-le intenzioni della Federazione, punta a rendere più efficace il risultato della prestazione spor-tiva oltre che permettere una maggiore rapidità nella lettura della classifica provvisoria e di come questa si sviluppa nel corso delle varie tappe del Trofeo.In secondo luogo e in conseguen-za al primo intervento, viene mo-dificato il criterio di attribuzione dei punti utilizzando gli stessi parametri del Trofeo Sicilia, vale

a dire i Punti d’Onore. Questo nuovo meccanismo mira ad at-tenuare ulteriormente alcune differenze di giudizio dei giudici che si determinano da molteplici fattori e che si possono verificare nel corso delle manifestazioni.La Federazione è certa di avere operato nell’interesse dei concor-renti, migliorando la formula di un Trofeo che ha lo scopo di di-ventare un ottimo strumento per la crescita tecnica dei cavalieri e delle amazzoni siciliani.Equinews Sicilia ha così deciso di chiedere ai diretti interessati di esprimere un proprio parere in merito alle novità; opinioni che troverete nelle pagine seguenti.

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Cosa pensa delle ultime modifiche apportate dal-la Federazione riguardo al regolamento del Trofeo Trinacria?«Quando si parte dall’idea di vo-lere migliorare qualcosa, le mo-difiche sono sempre bene accette. Però, credo che farlo in corso d’ope-ra sia stato un grosso errore. Fossi stato nel-la Federazione, avrei mante-nuto il regola-mento propo-sto nelle prima tappa e, suc-cessivamente, sulla base dei risul-tati del Trofeo avrei proposto le modifiche alla scheda. Quella che è stata presentata è una scheda di valutazione molto valida, pre-cisa da un punto di vista tecnico e le modifiche sono sicuramente migliorative e molto valide, ma ri-tengo sbagliato il fatto di cambiare in corsa. Il metro di giudizio così è diventato più rigido. Lo spirito del Trofeo Trinacria credo dovesse essere diverso: anche i cavalli non

idonei, se interpretati e montati nel modo corretto, possono vin-cere una categoria di equitation perché il cavaliere dimostra il me-todo giusto di interpretazione di quel cavallo. Penso che con queste modifiche si sia andati fuori tema, questa è la mia sensazione. Il fat-to che il Comitato abbia cambiato le regole a Trofeo iniziato potreb-be portare la gente a non iscri-

versi più alle sue iniziative. Ne va anche dell’immagine e della corret-tezza sportiva. Hanno volu-to modificare qualcosa che

già funzionava bene».Dopo questo primo anno di sperimentazione, che opi-nione si è fatto del Trofeo Trinacria?«Il Trofeo rimane molto valido. Il percorso offre diversi temi e orga-nizzazioni. Mi piace notevolmen-te. Forse mi piacerebbe di più se modificassero i percorsi inseren-do più grafici, in modo tale che i ragazzi possano abituarsi a una categoria tempo da equitation con

CAMBIo REGoLE AL TRINACRIAMASSIMO RICCIO: GRoSSo ERRoRE FARLo “IN ITINERE”

un grafico diverso. Questa tipolo-gia è valida, perché si può lavo-rare bene, si prepara il percorso prima e si può far capire loro che è tutta una questione di equilibri e di posizione».

“FOssi statO neLLa FeDeraziOne, avrei mantenutO iL regOLamentO prOpOstO neLLe prima tappa e, suCCessivamente, suLLa base Dei risuLtati DeL trOFeO, avrei prOpOstO Le mODiFiCHe aLLa sCHeDa”

Cosa pensa delle ultime modifiche apportate dal-la Federazione riguardo al regolamento del Trofeo Trinacria?«Penso che le modifiche siano state opportune. Troppo spesso la valu-tazione dei giudici dipendeva dal-la giornata o dal campo e un con-corrente poteva rovinare l’intero Trofeo a causa di una sola tappa. Con queste nuove regole, la valu-tazione è più generale e anche se i giudici cambiano il giudizio nelle diverse tappe rimane lo stesso».Dopo questo primo anno di

sperimentazione, che opi-nione si è fatto del Trofeo Trinacria?«Questo Trofeo aiuta a miglio-rarsi. Ci confrontiamo tutti sullo stesso percorso e possiamo miglio-rare riprovando il percorso in alle-namento e, soprattutto, sappiamo che viene organizzato dalle perso-ne più esperte riguardo al nostro modo di montare. Io mi sono tro-vato abbastanza bene, si tratta di un percorso abbastanza tecnico, preciso, facile da memorizzare, ma anche impegnativo, sia per i cavalieri che per i cavalli. Credo che sia abbastanza adeguato al mio livello di preparazione».

TRoFEo TRINACRIA, I L PARERE D I GIORGIO TERRASI

Massimo Riccioio

Giorgio Terrasi

M.M.

M.M.

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il fattoIl fattoEquiNewsSicilia

Cosa pensa delle ultime modifiche apportate dal-la Federazione riguar-

do al regolamento del Trofeo Trinacria?«Credo che il Trofeo Trinacria sia

validissimo perché dal punto di vi-sta dell’assetto si è data un’impo-stazione per tipologia di percorso, con dei compiti specifici che permet-tono al binomio di presentarsi nel miglior modo possibile. Inoltre, tro-vandosi sotto giudizio, ci si impegna per raggiungere lo scopo nel miglior modo possibile. La prima scheda di valutazione, probabilmen-te, era troppo ampia e meno selettiva per quanto ri-guarda l’as-setto. Se si riesce, negli anni, ad ottimizzare questo tipo di monta, la si può tra-sferire automaticamente nelle al-tre categorie, che siano a tempo o a barrage, acquisendo così un tipo di monta utile e corretta, finalizzata alla migliore esecuzione del percor-so. Grazie a queste modifiche si rie-sce a ottenere un maggior controllo

PER CESARE SAVOCA UN TRoFEo TRINACRIA «VALIDISSIMo»

e un miglior metro di giudizio lungo tutto il percorso».Dopo questo primo anno di spe-rimentazione, che opinione si è fatto del Trofeo Trinacria?«Penso che il Trofeo abbia contri-buito alla formazione dei giovani cavalieri, soprattutto grazie a un maggiore cura nel compito, anche,

per esempio sull’imbocca-tura o l’asset-to formale. In questo modo, diventa un percorso bel-lo a vedersi.

Negli anni passati, sembrava che fossero tutti un po’ fuori controllo e venivano messi in atto atteggia-menti che erano controproducenti per l’esecuzione corretta del percor-so. Credo che l’anno prossimo sarà organizzato anche meglio, sarà più selettivo e sono certo che vi prende-ranno parte molti più cavalieri».

“CreDO CHe iL trOFeO abbia COntribuitO aLLa FOrmaziOne Dei giOvani CavaLieri, sOprattuttO grazie a un maggiOre Cura neL COmpitO, anCHe, per esempiO suLL’imbOCCatura O L’assettO FOrmaLe”

Cosa pensa delle ultime modifiche proposte dal-la Federazione riguar-

do al regolamento del Trofeo Trinacria?«Chi prepara questi documenti lo fa con una certa attenzione e queste

modifiche vengono fuori da alcune osservazioni che hanno portato a queste modifiche. Io non ho molto da lamentarmi rispetto alle strut-ture dei regolamenti prodotti dalla nostra Federazione. Certo, il pro-blema è che il Comitato non ha un vero e proprio interlocutore. Non so se la colpa è soltanto nostra che accettiamo le regole così come ce le danno.Sul merito del regolamento del Trofeo Trinacria non posso dire molto. I regolamenti sono sempre fatti con una cer-ta capacità, però vengono elabora-ti all’interno del Comitato, non c’è un interlocutore da parte degli istruttori o dei genitori che pos-sa discutere nel merito delle cose. Quelle volte che veniamo chiamati non vengono presentate proposte o soluzioni che possano integrare il lavoro del Comitato».

TRINACRIA, PER ALBERTO VELIS «UN TRoFEo INUTILE»Dopo questo primo anno di spe-rimentazione, che opinione si è fatto del Trofeo Trinacria?«Personalmente lo ritengo molto inutile. Credo che piuttosto bisogne-rebbe lavorare molto sugli istrut-tori e non sul Trofeo. Si tratta di una formula che non si adatta bene alla nostra tradizione equestre, che non è quella americana, e finisce per risultare noioso a causa della mancanza di competitività diret-ta. Questo tentativo di trasportare abitudini di Paesi molto diversi dal

nostro, secondo me non funziona. Bisogna puntare sugli istruttori, penalizzarne un certo numero e incentivare una nuova genera-zione che porti gli allievi verso un certo tipo di

equitazione. Il problema non è la formula della categoria, ma sono gli istruttori perché alcuni sono bravi ma molti no».

“si tratta Di una FOrmuLa CHe nOn si aDatta bene aLLa nOstra traDiziOne equestre, CHe nOn è queLLa ameriCana, e FinisCe per risuLtare nOiOsO a Causa DeLLa manCanza Di COmpetitività Diretta”

Cesare Savoca

Alberto VelisAlberto Velis

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Cosa pensa delle ultime modifiche apportate dalla

Federazione riguardo al regola men-to del Trofeo Trinacria?«Sono partito con l’idea che il Trofeo Trinacria fosse una com-petizione basata tutta sull’equita-tion, ovvero valu-tazione dei salti singoli per la postura, il galoppo durante i salti e così via. Quando hanno cambiato la scheda sia-

mo rimasti tutti un po’ straniti, io per primo ho pensato si trattasse di una cosa scorretta da parte dell’organiz-zazione nei confronti dei concorrenti. Ci si iscrive pensando che il Trofeo sia tutto basato sull’equitation, invece ci si ritrova con delle schede che, seppur valide, non c’entrano nulla con quelle della prima tappa. Quindi, o il metro di valutazione veniva stravolto all’inizio, facendo magari un concorso di prova, oppure lo si lasciava invariato. Hanno anche dovuto sospendere le classifiche, perché nessuno sapeva come sarebbero stati modificati i punteggi della prima valutazione con quelli della nuova. Ormai la modifica è stata fatta, quindi il Trofeo ce lo teniamo così com’è, que-sta è l’ultima tappa, però credo che una cosa del genere non dovrebbe accadere più, non è corretto».Dopo questo primo anno di spe-rimentazione, che opinione si è fatto del Trofeo Trinacria?«Il Trofeo è stato divertente perché sono state introdotte molte novità. Negli anni in cui ho gareggiato, per esempio,

non avevo mai fatto l’equitation in ogni gara. Se le schede fossero state cambiate sin dall’inizio avremmo avuto qualcosa di ve-ramente inedito. Partecipare a questa compe-tizione mi ha permesso di mi-

gliorare tantissimo, perché una gara tutta basata sull’equitation deve farti impegnare in campo nella forma, nella

postura e nel controllo del cavallo. Mi rendo conto, rivedendo i miei filmati, che nelle gare a tempo sono sempre più scomposto, penso di più ad andare avanti ed è una cosa che non aiuta ad avere una forma stabile e un galoppo regolare. Invece l’equitation ti spinge a fare sempre meglio e a migliorarti, è una cosa che aiuta molto».

“quanDO HannO CambiatO La sCHeDa Ci siamO tutti un pO’ straniti, iO per primO HO pensatO si trattasse Di una COsa sCOrretta Da parte DeLL’OrganizzaziOne nei COnFrOnti Dei COnCOrrenti”

NUoVE REGoLE DEL TRINACRIA, L ’oPINIoNE «STRANITA» DI TULL IO AMADEUS

Tullio Amadeus

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Campionati regionali Adim 2010 Ancora una volta una bella manifestazioneLo scorso mese di giugno, più pre-

cisamente dal quattro al sei, si sono svolti per la Sicilia all’Adim

di Augusta e in contem-poranea a tutto il resto d’Italia, i Campionati Regionali di salto osta-coli. In questa edizione il numero dei partenti ha superato di gran lunga quello della pre-cedente, trattandosi di-fatti di ben 345 binomi contro i 290 preceden-ti. Si deve al Comitato regionale Fise Sicilia, in collaborazione con il centro ippico della famiglia Aprile, l’organiz-zazione di questa riuscita manifesta-zione sportiva, che è stata diretta dal lombardo Fabrizio Sonzogni, coadiuva-to dal “nostro” Gabriele Vulcanico.Ad aggiudicarsi la vittoria del Campionato di 2° grado Seniores, in sella a Watchico, è stato Turi Vacirca. Hanno conquistato, invece, la medaglia d’argento e quella di bronzo altri due cavalieri catanesi: rispettivamente, Alberto Velis e Dario Agosta. Il primo

ha gareggiato su Tycho, mentre il secon-do su Vavantos. Giuseppe Carrabotta, in sella a Dark Moon, ha ottenuto, in-vece, la medaglia d’oro nel Campionato di 2° grado Juniores e Young Riders,

seguito da Alessandro Trovato con Clinton S e da Alessia Ruggieri su Valentino.Il Campionato di 1° grado Seniores è sta-to vinto da Salvatore Caccamo in sella a Stapp’s Omein, men-tre Renato Zappulla e il suo Glenn 0155 sono

saliti sul secondo gradino del podio e Marcello Ortisi ha conquistato la me-daglia di bronzo, terzo posto conquista-to su Satire.Renato Agosta, Umberto Sambataro e Daniele Nicastri sono, nell’ordine, il primo, il secondo e il terzo clas-sificato del campionato di 1° grado Juniores e Young Riders, saliti sul podio anche grazie all’apporto dei loro rispettivi ca-valli Wessel, Tjeloma e Saniki.

A vincere la categoria Brevetti Seniores è stata Lucy Santangelo in sella a Calonicus, mentre si sono piaz-zati secondi Alex Agatino Pellizzeri e il suo Pablo, mentre Aurelia Piazza ha vinto la medaglia di bronzo su Eris IV. Invece, nella categoria Brevetti Juniores, la vittoria è andata a Sebastiano Clemenza con Ultimate, seguito da Stefano Enea in sella a Vonistro e da Cristiana Assenza su Ulft B. Infine, ecco i nomi dei primi classificati nelle restanti categorie: Federica Canino su Charieffa per il Campionato di 1° grado Pony, Alessia Anastasi con Okapi per il Campionato Pony Brevetti, Giuseppe Militello per il Gran Premio Istruttori, Rosario Torrisi su Nadir dell’Ippari per il

Criterium Brevetti Senior, Davide Campoccia con Top Gun per il Criterium Brevetti Junior, Giuliana Galia in groppa a Ballylee Silver per il Criterium

Brevetti Pony e per la categoria Criterium Promesse Pony è arrivata prima Gaia Falsone in sella a Ninfa.

di Annalisa Castronovo

La maniFestaziOne spOrt iva è s tata Diretta DaL LOmbarDO FabriziO sOnzOgni, COa D i u vat O Da L “nOstrO” gabrieLe vuLCaniCO

La vit tOria DeL CampiOnatO Di 2° graDO SenioreS è anData a turi vaCirCa in seLLa a WatCHiCO

Turi Vacirca in una foto d’archivio

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Campionati regionali Adim 2010 Ancora una volta una bella manifestazione

Turi Vacirca è il vincitore dei Campionati Regionali di 2° grado Seniores svoltisi sui campi dell’Adim di Augusta. Equinews ha raccolto le sue impressioni:

«Abbiamo assistito ad un’ottima organizzazione e bei percorsi. L’Adim è sito in una località molto bella, tutto è stato fatto abbastanza bene. Ritengo di buon livello anche il parco ostacoli e il direttore di campo. Tutti hanno il de-siderio di gareggiare in questo impianto perché possiede anche un buon terreno di gara e quindi è molto piacevole sia per i cavalli che per i cavalieri. Trovo sia positivo che i Campionati vengano fatti ad Augusta». Esiste, per ogni vittoria, un segreto?«Non c’è alcun segreto. In questa occasione ho cercato di avere un po’ di costanza nel percorso associato ad un cavallo idoneo. Mi sono affidato alle sue potenzialità, nonostante quest’ultimo non avesse molta esperienza. Ho vinto perché sono stato abbastanza regolare, perché ho sempre ottenuto dei buoni piazzamenti; non ho fatto nessun exploit ma neanche delle prestazioni al di sotto della media».Dal punto di vista tecnico ha fatto delle scelte particolari?«Sì, ho fatto la scelta di non tirare le categorie, di non andare troppo veloce, in modo da avere sempre un cavallo abbastanza regolare; perché non era la velocità a contare, bensì le barriere».Cosa prova dopo il risultato ottenuto da suo figlio Ernesto a Jardy?«È stata sicuramente una bellissima esperienza sia per me che per il bambino e, comunque, era già parecchio tempo che giravamo in concorso ottenendo eccellenti risultati. A Jardy è stata una bella esperienza, c’era veramente tanta gente e, inoltre, il confronto con altri bambini della stessa età di Ernesto ci ha dato un’idea del livello tecnico dei cavalieri stranieri; lo stesso discorso può essere valido per il parco cavalli. La distanza della nostra regione ci pone dei limiti alla conoscenza delle altre realtà agonistiche di livello internazionale».Quindi la differenza tra un concorso internazio-nale e un Campionato europeo si sente…«Certo che c’è differenza, non v’è dubbio; però, siccome c’è tanta passione e tanta buona volontà, alla fine cer-chiamo di renderle al minimo, sebbene tali differenze siano palesemente presenti. Penso, tuttavia, che sia una cosa normale».

intervista a Turi Vacirca

A. C.

Alessia Ruggieri su Valentino

Alberto Velis

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Nel weekend compreso tra il 3 e il 4 luglio, presso Villa Genna a Marsala, si è tenuta la quar-

ta tappa del Campionato Provinciale Trapanese di salto ostacoli. A vestire i panni di direttore di campo è stato Tommaso Favata; Rita Rizzo ha in-vece presieduto la giuria, formata anche da Giovanni Mangogna, Mela Garofalo e Sabrina Parrinello.Tra i più giovani concorrenti del-la domenica ricordiamo Vincenzo Piacentino su Lord Bayron, Marta e Alessio Morettino in sella a Martino, Baldassare Cusumano e Giulia Matteucci su Flamenco, Michel Anastasi e Simona Gargano con Eashly e Riccardo S. Colomba su Cappagh Fred per la BP60; nella ca-tegoria B80 di precisione, tra gli altri, Gaia Cusumano con Hamlet, Silvia Morello su Samoa e Giacomo Buzzitta

su Mistery; per la BP90, a tempo, è arrivata prima Agata Pellegrino con Dualchi (57,28), seguita da Caterina Piacentino con Julius The Fire (63,82); terzo posto (76,11 e 4 penalità), invece, per Rossella Lumia su Nefertite. La vincitrice della BP90 ha partecipato anche alla BP100

mista con un tempo di 72,63 e 4 punti di pena-lità. Nella B100 mista Andrea Magaddino con-quista la vetta del podio con un

percorso netto in 40,22 su Frida, mentre la seconda e il terzo clas-sificati, con Rebbecca e Olaf, sono rispettivamente Giusy e Francesco Licari. Quest’ultimo è anche il vin-citore della B110 con un tempo di 55,78, precedendo Mario Chiaia e la sua Nikita, nonché Chiara Sutera piazzatasi terza in sella a Flavio.Infine, eccoci giunti alle prestigio-se C115 e C120. Nella gara a tem-po vince il primo premio di 150,00

VILLA GENNA, Alagna su tutti nella C115 e C120

di Annalisa Castronovo

FranCesCO aLagna Fa “en pLein” impOnenDOsi in prima pOsiziOne neLLa gara a tempO DeLLa C115 e neLLa C120 mista

euro Francesco Alagna con Cyrus De Cosniere, mentre il secondo e il terzo premio vanno, rispettivamen-te, a Salvatore Martorana in sella a Romana V/D Molenberg e a Manfredi Di Giovanni che ha gareggiato con Fulmine Del Tavollo. È proprio Francesco Alagna che si aggiudica anche la C 120 mista. Con un tempo di 66,29 e un percorso netto, in sella a Veni De Joncmesnil, vince anche il premio di Euro 250,00 messo in palio per il primo classificato in que-sta categoria. Categoria che vede la medaglia d’argento per Piero Miceli con Campinoo e il bronzo a Francesco Pagano, che ha gareggiato su Verena Van Bergvijver.

Francesco Alagna

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Il 10 e 11 luglio, negli impianti dell’Asd Camelot di Sciacca, ha avuto luogo la seconda edizione

della Coppa Camelot, una compe-tizione di tipo “B” che ha visto ai nastri di partenza numerosi cava-lieri e amazzoni che si sono sfidati nelle diverse categorie, dalla B80 alla C135, e che si sono contesi il montepremi di 6.400 euro messo in palio per l’evento, sotto lo sguardo vigile e attento di Mela Garofalo, la presidente di Giuria, supporta-ta da Rosalba Bertuccio, Tommaso Favata, Sabrina Parrinello e Maria Letizia Passatti.A impreziosire la “due giorni” di gare, i percorsi ideati dal direttore di campo, il ca-tanese Gabriele Vulcanico.La prima gior-nata di gara si è aperta con la B80, gara di precisione che ha visto nove partenti, otto dei qua-li hanno compiuto un percorso netto con 0 penalità guadagnandosi ex equo la prima piazza. Componevano il nutrito gruppo: Alessia Bono su

Cammormile, Giuliana Farinella su Mambo, Ilaria Marotta su Rubens II, Andrea Vetrano su Mambo, Giovanni Martinelli su Lord Bayron, Sofia Peraino su Explosive dell’Aragam, Lucrezia Billeci su Hop du Cornet e Anastasia Di Leo su Mister Magoo. Nella B100, con 21 partenti, ben 13 binomi hanno ottenuto il percorso netto, tra questi: Ignazio Fabrizio Puma su Oleandro, Isabel Nizza su Frida, Silvana Patrì su Wayana e Rodolfo di Caro su Vasco C.La B110 (11 partenti), ha visto salire sul gradino più alto del podio Caterina Titone su Latina, con un tempo di 33,19, seguita da Michele Culotta su Jean-Paul (36,19) e da Laura Marchese su Madame de Coeur che, con un tempo di 40,70, di è aggiudi-

cato il terzo piaz-zamento.Successo net-to per il bino-mio formato da l l ’amazzo -ne Nathalie Scarluppa e

Quelmondo che, nella C115 (11 par-tenti) con un tempo di 30,68, ha stac-cato il secondo classificato, Orazio Bonaccorso su Vado al massimo, di più di 8 secondi (39,04).

Ottimo piazzamento nella C130 per Giovanni Gioè su Ulano Van de Boslandhove, che si è imposto su 21 concorrenti in gara, con un tempo di 56,33, superando Dario Luigi Agosta su Valley Girl, (58,42) e Ludovica Bonanno su Succodarancia (60,64).Ha chiuso la giornata la categoria C120 (nove partenti), vinta da Giammario Basile su Future (70,82). Basile ha avuto la meglio su Lorena Traina (su Boheme de Carmel, con un tempo di 60,84 con 4 penalità) e su Salvatore Cambria (su Kangoon de Villemer) che ha ottenuto un tempo di 66,81 cumu-lando però 4 penalità.Anche la seconda giornata di gare si è aperta con la B80 (sette partenti), gara di precisione che si è conclusa con un ex equo, il primo posto, infatti, è stato occupato da Alessia Bono, anco-ra su Cammormile, Sofia Peraino su Explosive dell’Aragam e da Anastasia Di Leo su Mister Magoo. Un podio tutto al femminile che ha inaugurato l’ultimo giorno della seconda Coppa Camelot.Ancora in tre sul gradino più alto del po-dio, questa volta si tratta della B100 (17 partenti), precisione e barrage, che ha avuto per protagonisti Ignazio Fabrizio Puma su Oleandro, Isabel Nizza su Frida e Elisa Sideli su Fotka.

COPPA CAMELOT NUMERoSI I BINoMI AI NASTRI DI PARTENZAdi Marcello Marinisi

OttimO piazzamentO neLLa C130 per giOvanni giOè su uLanO van De bOsLanDHOve, CHe si è impOstO su 21 COnCOrrenti in gara, COn un tempO Di 56,33

Luca Li Bassi

Giovanni Gioè

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COPPA CAMELOT NUMERoSI I BINoMI AI NASTRI DI PARTENZA

Alessia Barsalona su Joeri si è aggiudicata il primo posto nella B110 (undici partenti), con un tem-po di 33,41, avendo la meglio su Silvana Patrì, ancora su Wayana, su Geraldine Trimboli su Cjabatyn, Laura Marchese su Madame de Coeur, Caterina Titone sempre su Latina e Gaetano Alfonso Belfiore su Curling, tutti al secondo posto con 4 penalità sul percorso.Nella C115 speciale a fasi consecu-tive, secondo successo per Nathalie Scarluppa su Quelmondo (26,73). Seconda piazza per Pasquale Marchese su Ledj Wildsun (29,54), mentre Orazio Bonaccorso su Vado al massimo ha concluso la giorna-ta con il terzo posto con un tempo di 30,72.Due manche per i 18 partenti della C135 (valida per il passaggio da 1° Grado Qualificato a 2° Grado) che, in questa seconda giornata, ha so-stituito la C130. Ad aggiudicarsi la prima piazza è stato Luca Li Bassi su Uranco V, con un tempo sul per-corso di 38,68. Secondo posto, invece, per Dario Luigi Agosta su Valentino G., con 40,36. Ottimo risultato anche per Giovanni Gioè che, dopo il primo posto nella C130 della prima giornata,

si aggiudica anche il terzo piazzamen-to nella C135, sempre su Ulano Van de Boslandhove, con un tempo sul percorso di 36,31 (0/4).A chiusura della 2^ Coppa Camelot, si è svolta la C120 a tempo (10 partenti), vinta da Cesare Savoca su Icaro Baio, con un tempo di 48,08. A seguire,

Salvatore Cambria che, su Kamgoon de Villemer, bissa l’eccellente presta-zione del primo giorno, con un tempo di 52,80. Terza piazza, invece, per Giammario Basile su Future, anche lui protagonista di questa entusia-smante due giorni nella cornice dei campi di Sciacca.

Giovanni Gioè

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L’atto conclusivo dell’edizio-ne 2010 del Trofeo Sicilia Dressage si è svolto il 17 e

il 18 luglio e ha avuto come cor-nice i campi del Club Ippico “La Palma” di Messina (gara quali-ficante per la finale del Trofeo Gid). Un bel momento di sport che ha permesso di conoscere i vincitori di tutte le categorie in concorso, emersi tra i binomi che hanno partecipato ad almeno tre delle quattro tappe in program-ma in giro per la Sicilia.A presiedere la giuria c’era la lombarda Maria Adelaide Galante, supportata da Karen Dalton, Antonino Fichera e Ugo Volpe. Ma procediamo con ordi-

sto ai Campionati italiani asso-luti pony della disciplina. Tra i Senior, vittoria per l’amazzo-

ne Isabella De Salvo che, in sella ad Aladin, è riuscita a ot-tenere un to-tale di 368, 319 punti sulle quattro tappe. Piazzamento di

tutto rispetto anche per Fabrizio Marsica su Melis H che con 360,957 ha agguantato il secon-do posto.La giovane Annalisa Arestia in sella a Chamonie ha guadagna-to 400,418 punti aggiudicandosi in questo modo la vittoria nella Categoria E junior, davanti a

di Marcello Marinisi

TROfEO SICILIA DRESSAGECHIUSA L’EDIZIONE 2010 A «LA PALMA» DI MESSINAA presiedere la giuria la lombarda Maria Adelaide Galante supportata da Karen Dalton, Antonino Fichera e Ugo Volpe

ne. Daria Tribastone, già cam-pionessa regionale in carica, si è aggiudicata la prima piazza nella Categoria “M” su Leon S ottenendo un punteggio totale sulle quattro tap-pe di 395,445. Secondo posto per A lberto Santoro che in sella a Quinto ha ottenuto 345,556 punti.Nella Categoria “F” junior, in-vece, ad ottenere la vittoria è stata la giovane Xenia Herta Schumann in sella a Zitnas Vito con 384,343 punti. La Shumann non è nuova ai successi, infatti ha già conquistato un terzo po-

tra Le prOmesse, neLLa CategOria pOny, vittOria per La bOmbaCi in seLLa a emir C O n u n p u n t e g g i O COmpLessivO Di 393,545

Xenia Schumann impegnata in una delle riprese dei Campionati Italiani

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Giulia Pampallona su Valchiria di Giulfo, seconda piazza, e a Ottavia Marascia su Cleopatra che ha conquistato il terzo posto della categoria con un punteggio complessivo di 368,844.Il Trofeo Sicilia Dressage 2010 si tinge ancora di rosa, per quanto concerne i pony, sem-pre nella Categoria “E”, infat-ti, successo di Elsa Calcaterra su Korreborg’s, vincitrice con 385,354 punti. Alle sue spalle, in sella a Nuvola, secondo posto per Marta Di Pietro, con 355,705 punti. Terza piazza conquistata invece da Antonio Nasisi in sella a Ribot.Nella sezione riservata ai Senior della Categoria “E”, primo posto per il cavaliere Eduardo Marascia

categoria Promesse cavalli, dove ad arrivare in fondo è stato un solo binomio, quello formato da Luisa Malfitano e Querver e che ha vinto

con un punteg-gio di 391,459.Il 2010, non va infine dimen-ticato, è stato il primo anno in cui il Trofeo

Sicilia ha dedicato un’intera sezione al Dressage, una disciplina che va-lorizza l’addestramento del cavallo e che raccoglie sempre più praticanti provenienti da tutta la Sicilia.

in sella a Cleopatra, con un bot-tino complessivo di 378,856 pun-ti. Dietro di lui Guglielmo Filici su Ulixes (350,610).Occhi punta-ti infine sulle Promesse. Nella categoria pony, vittoria per la Bombaci in sel-la a Emir con un punteggio complessivo di 393,545. La seconda posizione, invece, è stata conquistata da Nicola Arena su Hey Speed davanti a Desirè Morabito su Ninf. Delusione nella

TROfEO SICILIA DRESSAGECHIUSA L’EDIZIONE 2010 A «LA PALMA» DI MESSINAA presiedere la giuria la lombarda Maria Adelaide Galante supportata da Karen Dalton, Antonino Fichera e Ugo Volpe

neLLa CategOria F juniOr aD Ottenere La vittOria è stata La giOvane Xenia Herta sCHumann in seLLa a zitnas vitO

Xenia Schumann impegnata in una delle riprese dei Campionati Italiani

Daria Tribastone

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ConCorSiConcorsiEquiNewsSicilia

La Società Ippica Siracusana, presieduta da Giovanni Stella, in occasione della IV

Tappa del Trofeo Trinacria svolta nei suoi campi di Contrada Fusco a Siracusa il 24 e 25 luglio scorsi, ha voluto rendere omaggio alla memo-ria del professore Antonio Privitera, chirurgo di fama dell’Ospedale Garibaldi e grande appassionato di cavalli, morto lo scorso 15 giugno.A Privitera, personaggio di rilievo del mondo dell’equitazione siciliana, va il grande merito di avere portato in Sicilia una ventata di novità in anni in cui questo sport era ancora ai suoi inizi. Grazie al suo impe-gno ed alla sua passione, infatti, è nato il Cisse, Centro ippico sicilia-no sport equestri, nei cui campi ha avuto luogo la prestigiosa “Coppa

Quarta tappa Trofeo Trinacria, un’occasione per ricordare Antonio Privitera

di Marcello Marinisi

Nel “Livel lo C” successo di misura per Cesare Savoca: solo di un punto, infatt i , la differenza su Federica Canino

Una Panoramica del campo in erba della Società Ippica Siracusana

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del Mediterraneo”, un concorso in-ternazionale al quale nel corso degli anni hanno partecipato cavalieri e amazzoni di fama, provenienti da tutto il mondo e che ha contribuito in maniera decisiva alla crescita e allo sviluppo dell’equitazione in Sicilia.La tappa siracusana, oltre a rende-re omaggio alla memoria del com-pianto Antonio Privitera, è stata l’occasione per conoscere i verdetti finali dell’edizione 2010 del Trofeo Trinacria. I binomi si sono cimen-tati sotto gli sguardi attenti della presidentessa di giuria Rosalba Bertuccio, assistita nel suo lavo-ro da Francesca Brugaletta, Rita Rizzo, Daniela Saitta, Giuseppe Carcò, Franco Alongi, Antonio Fichera e Fabio Paderni.

Tre le categorie in gara. Nel Livello “A”, successo per il giova-ne Tullio Amadeus che, in sella a Pepinto Pink, si è aggiudicato la prima piazza con un punteggio complessivo sulle quattro tappe di 281. In seconda posizione, con 263 punti, Antonio Nasisi su Schery de Fontaine. Si piazza al terzo posto Sofia Monastero su Ines la Vieville con 204 punti.Nel Livello “B”, agguanta il primo posto Alessia Falco su Thunder of Ice, l’amazzone è riuscita ad ottene-re un complessivo di 289 punti stac-cando Giorgio Terrasi su Senator, secondo posto con 192 punti. Terza piazza per Sebastiano Pitruzzello in sella a Gianco (140 punti).Finale sul filo di lana, infine, nel Livello “C”, il più impegnativo dei tre in programma. Successo di misura, infatti, per l’ufficiale dell’Esercito Cesare Savoca su Idyllio, che ha ottenuto la vit-toria con un punteggio totale di 276, seguito da Federica Canino che, in sella a Charieffa, ha gua-dagnato 275 punti. Terzo posto, infine, per Giammario Basile su Future (265).

Quarta tappa Trofeo Trinacria, un’occasione per ricordare Antonio PriviteraNel “Livel lo C” successo di misura per Cesare Savoca: solo di un punto, infatt i , la differenza su Federica Canino

Una Panoramica del campo in erba della Società Ippica Siracusana

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porto franCoPorto FrancoEquiNewsSicilia

premi con Breezer e Toreador, o Alessandro Clemente in sel-la a Silvano V. Sono tanti gli ingredienti fondamentali af-finché i clienti restino sempre soddisfatti, affinché restino convinti negli anni della scelta fatta. «Decidiamo di acquistare un cavallo dopo averlo seguito nell’anno precedente, quindi so-stanzialmente è già testato. Non è detto che il binomio caval-lo/cavaliere riesca «a primo colpo», ma diamo la possibilità ai nostri clienti di tornare indietro, con una assistenza pres-soché illimitata» ci racconta Gioè, in barba a quelli che lui stesso definisce «mestieranti», che spesso rovinano la reputa-zione della categoria. I cavalli della scuderia, provenienti da tutta Europa (in primis Belgio e Olanda) vengono lavorati fino ai 3 anni da un collaboratore, poi è lo stesso Gioè che li prepara per le competizioni. Non man-ca qualche dritta di carattere tecnico, grazie all’esperienza acquisita negli anni in questo campo: «il lavoro in piano è fon-damentale; senza quello il ca-vallo non può ottenere risultati soddisfacenti. Ne ha bisogno per un’ottima preparazione al salto, risultato, poi, che viene in auto-matico». Approfondire e capire quale è il punto di vista di un cavaliere/allevatore di cavalli da competizione molto attivo nel contesto siciliano. «Possiamo vantarci del nostro comitato regionale. – afferma Gioè - la

Sicilia, dopo Lombardia e Veneto, è una delle regioni con il maggior numero di tes-

serati». «E’ un comitato che si rinnova, che non muore sepolto

G iovanni Gioè è uno dei pilastri fondanti de le “Scuderie La Rana”,

un’azienda che opera nel mondo dell’equitazione da ormai dieci anni, dopo la sua fondazione da parte di Antonio Romano. Un decennio di professionalità che ha permesso a questa scuderia di diventare un punto di riferi-mento per l’Italia che monta a

cavallo. Il loro segreto, secondo quanto afferma lo stesso Gioè, risiede nella cura e nella pas-sione che mettono nel lavoro, se-guendo costantemente gli esem-plari trattati e i loro clien-ti. La serietà della scuderia è confermata dai risultati di alcuni loro binomi: Andre Vitale, vincitore di alcuni gran

di Riccardo Campolo

GIOVANNI GIOÈL’A R T E D E L « M E R C A N T E » D I C AVA L L I

“La COsa più impOrtante è seguire iL CavaLLO nOnCHé i risuLtati, magari tramite internet”

Giovanni Gioè su Schat Girls

“pOssiamO vantarCi DeL nOstrO COmitatO regiOnaLe. abbiamO avutO una CresCita e una rappresentanza spOrtiva in COntinua evOLuziOne”

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GIOVANNI GIOÈL’A R T E D E L « M E R C A N T E » D I C AVA L L I

da polvere e noia, come il pre-cedente. E’ un comitato fattivo, che segue quelle che sono le esi-genze dei cavalieri». Una nota di merito nei confronti dell’at-tuale presidente, Pierfrancesco Matarazzo: «Il Presidente cono-sce il suo mestiere. L’ho contat-tato quando ho avuto bisogno e ho trovato il giusto riscontro.

Ascolta gli sporti-vi, è pronto, pre-parato. Conosce lo sport perché lo vive». Ha qualcosa da dire su «alcuni personaggi che cri-ticano per i propri interessi politici.

Ma non sono critiche obiettive. Io posso dire che questo comi-tato funziona» aggiungendo inoltre come non avverta più la differenza di prima rispetto ai cavalieri con esperienza inter-nazionale. Ci tiene poi ad evidenziare la «chicca» della sua scuderia: «quest’anno La Rana ha com-prato un cavallo molto impor-

“pOssiamO vantarCi DeL nOstrO COmitatO regiOnaLe. abbiamO avutO una CresCita e una rappresentanza spOrtiva in COntinua evOLuziOne”

tante che verrà montato da Luca Calabro, mio coach. Il cavallo, lo stallone Orane, è stato in Olanda e a Roma. Ha dato vita a più di 500 puledri nel 2010; di fatto è uno dei più richiesti a livello europeo». Si chiude, infi-ne, con un consiglio per i nuovi acquirenti ricordando che «la cosa più importante è seguire il cavallo nonché i risultati, maga-ri tramite internet - e continua - consiglio di rivolgersi a gente che ha dimostrato serietà e af-fidabilità, cioè coloro che hanno trattato cavalli che hanno otte-nuto risultati. Se il cavaliere è giovane è meglio un cavallo d’esperienza. Sicuramente me-glio di comprare un cavallo gio-vane nella speranza che duri il più a lungo possibile».

Umberto Romano e Giovanni Gioè

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non Solo SaltiNon solo saltiEquiNewsSicilia

di Claudia Santoro

Endurance, affascinante disciplina di campagna in espansioneL’Endurance è un’affascinan-

te disciplina di equitazione di campagna che coinvolge

sempre più curiosi ed appassio-nati. A tener alto il suo prestigio nella nostra regione è il centro ip-pico “Noe Equitazione” di Partinico che, fondata da Giuseppe Speciale e Francesca Mannino nel 2004, conta oggi circa duecento tesserati. Nel centro si allena anche la famiglia Casamento. Il padre Giovanni e le due figlie Rossella e Annamaria, credono fermamente in questa pas-sione, supportati dalla madre e dai fidanzati che collaborano con loro ad ogni gara, assicurando l’importan-te servizio di assistenza. Numerosi sono i piazzamenti in gare regionali e nazionali dei Casamento e dei loro cavalli, offrendo così all’isola sem-pre più visibilità nella disciplina. Ultimi risultati sono quelli ottenu-ti a Predazzo e a Partinico. Tre i Siciliani che hanno preso parte alla terza tappa del Campionato Giovani Cavalli Italiani di Predazzo (TN) il 18 luglio. In testa alla CEN**/B 84 chilometri per UNIRE, si è piazzata l’amazzone siciliana Rossella Casamento in sella a Navasiria, puro sangue arabo di

sette anni,firmando una vittoria in testa a sedici binomi. Nella stessa categoria, in terza posizione, anco-ra un siciliano ovvero Alessandro Piro con Vittorinas, mentre in sesta posizione si è classificato Giovanni Corradino con Visconte D’Ambelia. Rossella Casamento, 23 anni com-piuti il giorno successivo alla gara, ci racconta così l’esperienza di Predazzo. «Siamo partiti alle 6,30 del mattino e ci ha accompagnato la pioggia. I primi due giri sono stati molto difficili perché la prima par-te del percorso era molto tecnica. C’erano salite, discese, entravamo nel bosco dove da terra spuntavano delle radici. Bisognava fare atten-zione alla salvaguardia del caval-lo. Da metà percorso in poi, invece, era possibile andare ad una velocità sostenuta e aumentare la media». «In Sicilia – continua la Casamento - i nostri percorsi sono più tecnici, questo forse ha favorito il nostro binomio. Ho fatto una media for-tunatamente molto alta, stando in testa sin dal principio in tutti e tre i giri. Il cavallo, nonostante il viag-gio dalla Sicilia, è rimasto in ottime condizioni ad ogni giro.» Un altro successo si aggiunge quindi ai già conquistati allori per Rossella

Casamento, già reduce dalla meda-glia d‘argento a Castellana Sicula nella seconda tappa del Campionato Regionale. «Il vero motore di tutto, per me e per la mia famiglia, è l’amore per il cavallo e la natura – spiega Rossella Casamento – per fare le gare è ne-cessario un allenamento costante. Grazie a questa grande passione da tutti condivisa, riusciamo a conci-liare lavoro, studio ed equitazione. Quando è possibile usciamo insieme

Giovanni Casamento

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nei percorsi di San Cipirello, ado-perando il cardiofrequenzimetro per controllare i battiti cardiaci del cavallo e regolare l’andatura. Più ci avviciniamo alle gare, più il nostro allenamento diminuisce per non far arrivare in gara il cavallo stressato. Nei nostri allenamenti alterniamo anche momenti di gioco e di svago insieme fermandoci magari agli ab-beveratoi».La prossima gara è in programma in settembre con la quarta tappa del Campionato Giovani Cavalli Italiani ad Anghiari, in provincia di Arezzo, dove Rossella Casamento e Navasiria cercheranno di tener te-sta per aggiudicarsi il titolo a Tanca Regia in Sardegna nella quinta ed ultima tappa del Campionato. Successo dopo successo la famiglia Casamento è ormai nota agli ap-passionati e agli addetti ai lavori dell’endurance italiano. Non è da meno, infatti, la sorella gemella di Rossella, Annamaria che ha fir-mato numerose vittorie in sella a Turandor Di Valleverdi. Non ulti-ma quella del CEI* e del CEN**/B – CEI1*, nel Trofeo Giovani Cavalli Italiani 2009 svolto in Sardegna. Nel 2007 hanno vinto insieme il Trofeo Unire nella categoria riser-vata ai 5 e 6 anni, la CEN*/R. Le sorelle, influenzate dall’amore del padre per i cavalli, hanno iniziato a montare all’età di undici anni con Lara Corsetti, attuale istruttrice presso l’Eos di Palermo. A coronare un anno di succes-si è poi il capofamiglia, Giovanni Casamento, che in sella a Qualcuno,

si è aggiudicato a Partinico la gara più pre-stigiosa della quarta tappa del Campionato R e g i o n a l e . Nello splendido scenario del-la diga Poma, dove ogni gior-no i tessera-ti del centro godono delle meraviglie del paesaggio nei loro costanti al lenamenti , Casamento si è aggiudicato la penultima tap-

pa del Campionato Regionale alla quale hanno preso parte 55 cavalli provenienti da tutta la Sicilia.Il cavaliere di Partinico, con il suo cavallo famoso per la qualificazio-ne agli europei e tornato in campo dopo due anni di pausa, ha chiuso la gara di 90 chilometri con una me-dia oraria di 10,960 km/h preceden-do nella classifica Alessandro Piro su Robinia di Valleverdi che oltre ad avere ottenuto la “best condition” ha chiuso con una media oraria di 10,795 Km/h.«Il percorso era molto tecnico. Doveva essere studiato a fondo per capire come affrontarlo - spiega Giovanni Casamento - la prima par-te era tutta in salita, ma nella parte finale la discesa dava la possibilità di recuperare. Le gare di endurance si vincono se il cavallo è in forma. Compito del cavaliere è intuire la volontà del cavallo e prepararlo al

meglio con allenamenti, alimenta-zioni e controlli adeguati insieme a tecnici e veterinari bravi». Vittorie ottenute con grandi sacri-fici e con grande costanza con il supporto dell’intera famiglia. «Ad un certo punto però abbiamo dovu-to allentare un po’ la presa – ag-giunge - perché ad ogni trasferta il cavallo è come se sostenesse due gare. Una è quella del viaggio. Noi della Sicilia, infatti, siamo eccessi-vamente penalizzati a causa delle distanze e dei costi».

Rossella Casamento

Country Time Club

viale dell’Olimpo 5, Palermo

La scuola di adde-stramento tennis per le esigenze dei vostri

bambini

Informazioni:Fabrizio Ferrera

Maria Antonietta Trupia

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non Solo SaltiNon solo saltiEquiNewsSicilia

Giuseppe Speciale*, in cosa consiste l’Endu-rance?

«È una disciplina molto impe-gnativa, che consiste nel por-tare il cavallo al traguardo nelle migliori condizioni su lunghe distanze. Perché que-sto accada è importante che il cavaliere riesca a capire bene il cavallo e ad allenarlo in ot-time condizioni. Le condizioni

f isiche del cavallo sono quin-di elemento fondamentale per la buona riuscita della gara. Nella selezione del vincitore i veterinari controllano diversi parametri importanti dal bat-tito cardiaco alla disidratazio-ne, e così via».Perché i ragazzi dovrebbe -ro scegliere l’endurance, ri-spetto alle altre discipline equestri?«Intanto perché è uno sport che va fatto in campagna e

di Claudia Santoro

Giuseppe Speciale e Vito BarrancaSp iegano a Equinews cos’è l’endurance

Giuseppe Speciale

secondo me è uno degli sport più sani. Non è la stessa cosa di essere costretti in un rettan-golo a saltare gli osta-coli stressando il ca-vallo. Nell’endurance anche l’allenamento è più tranquillo, si fan-no delle passeggiate immersi nella natu-ra».Quanta adrenalina offre l’endurance in gara?«Nell’endurance il ca-valiere che riesce a gestire bene il cavallo portando nelle migliori condizioni al traguar-do ha una soddisfazio-ne immensa perché sa capire l’animale, sa capire i suoi momenti di crisi, di stanchezza e sa incoraggiarlo. Per il controllo dell’anima-le l’apparecchiatura è fondamentale. Viene util izzato i l cardio-frequenzimetro per un costante monitorag-gio della frequenza cardiaca. Parametro

chiave della gara».Perché ha deciso di specia-lizzarsi nell’endurance?«Pratico l’endurance da più di venti anni ed ho trasmesso la passione a mio f iglio che ha ottenuto risultati importan-ti. Ha partecipato a Europei, Mondiali , per diversi anni è stato campione ital iano. Questa stessa passione vorrei trasmetterla ai ragazzi che frequentano il mio centro. Non tutti comunque seguono l’endu-

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Giuseppe Speciale e Vito BarrancaSp iegano a Equinews cos’è l’endurance

rance a livello agonistico, ma solo per il piacere di montare. Nel mio centro ho 200 tessera-ti, 25 sono agonisti e la parte restante frequenta la scuola, ma solo una quarantina è co-stante».Cosa serve per iscriversi?«Per iscriversi è necessario il tesseramento. Bisogna acquisi-re poi la prima patente per l’as-sicurazione. Con i nuovi iscritti iniziamo con lezioni di base nel rettangolo. Insegniamo a sel-lare il cavallo e a prenderse-ne cura. Più o meno dopo die-ci lezioni si è in condizioni di montare e pian piano di andare fuori. Un pacchetto di dieci lezioni da 1 ora costa 120 euro al qua-le si deve aggiungere il costo dell’assicurazione obbligatoria. È preferibile la frequenza di al-meno due volte a settimana so-prattutto per chi vuole avviarsi all’attività agonistica.Spesso organizziamo anche pas-seggiate come quella notturna con la luna piena che facciamo a f ine luglio. Ed ogni anno or-ganizziamo stage con veterina-ri. Per esempio lo scorso anno abbiamo invitato Vito Ricci per uno stage sull’alimentazione del cavallo sportivo».Come vede il futuro dell’en-durance in Sicilia?«In questo momento abbiamo ottimi cavalli e credo ci sia, no-nostante la crisi, una crescita della disciplina in Sicilia. Sia per i cavalieri che per i cavalli. Dimostrazione è il fatto che a Predazzo si siano piazzati tre cavalieri siciliani». *delegato tecnico endurance per la Fise

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non Solo SaltiNon solo saltiEquiNewsSicilia

L’AVVENTO DELLA MONTA AMERICANA DAL fAR WEST ALLA SICILIAdi Riccardo Campolo

Ricorderete tutti gli scena-ri esotici, quelli di Sergio Leone nei suoi spaghetti

western, cow boys duri e tempra-ti dal tempo come Clint Eastwood, mandrie di buoi, inseguimenti e ga-loppate epocali. Con il tempo tut-to ciò si è perso, ma sono rimasti in tanti gli appassionati di questo mondo. “Questa tecnica nasce negli Stati Uniti, e considerato l’avven-to delle macchine che sostituirono il lavoro dei cavalli, ne è rimasta una disciplina” afferma Salvatore Patti, istruttore di terzo livello, al-levatore e socio fondatore della Asr – associazione siciliana reining. Originariamente, si sa, il cavallo veniva utilizzato ai fini del lavo-ro, per il trasporto o la battaglia. Togliendo una serie di ingredienti ne rimane un’affascinante ed ine-dito stile equestre: la monta ame-ricana. Rilevanti sono le differenze tecniche dalla monta inglese: in primo luogo la staffatura, più lunga rispetto alla classica, diversa an-che la posizione delle mani. Il tutto per ottenere una posizione “appa-rentemente” più rilassata e con il baricentro spostato verso dietro. Diverso anche il morso utilizzato per il cavallo, che esercita una pres-sione maggiore e permette la condu-zione del cavallo con una sola mano. Questo consente di effettuare delle virate più rapide e repentine (così si spiega la staffatura più lunga, altri-menti il cavaliere si troverebbe facil-mente sbilanciato). Lo stesso Patti ci ricorda come “in Sicilia, nel giro di 3-4 anni, c’è stato un incremento del 300% a favore della monta da lavoro”. Sella più larga e comoda, staffe lunghe, differente morso, adattabili su tutte le razze. Ma ci

sono dei cavalli particolari, ideali per questo tipo di monta: i quarter horse. Sono esemplari imponenti, ottenuti dall’incrocio di purosangue inglesi, mustang e cavalli di razza spagnola. Il nome quarter nasce dal fatto che siano più rapidi nel

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L’AVVENTO DELLA MONTA AMERICANA DAL fAR WEST ALLA SICILIA

quarto di miglio. Tante le discipli-ne agonistiche con questi possenti esemplari: trail horse, western ri-ding, walk and trot (gara riservata ai bambini), hunter under saddle, hunter hack. L’unica “disciplina di specialità” attualmente riconosciu-

ta dalla Fei – Federazone equestre internazionale - è il reining (di cui Patti è maestro) ed altri come il cutting, il barrel racing, il pole bending e il team penning. Nomi rigorosamente inglesi, data l’origi-ne, ma una passione che sta diven-

tando tutta italiana. Tanti i cam-pioni ed i campioncini (ovviamente anche in versione femminile) che ci ricorda Patti: Giampiero Taormina di Enna, Martina Montana di Termini Imerese (14), vincitrice del-la rookie youth, Francesca Turiaco di Messina, Giuseppe Rando (non prof) e ultimo, ma non per impor-tanza, lo stesso Salvatore Patti, vincitore della Open Medicavalli dal 2000 al 2004.

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La sella è un finimento che dovrebbe assicurare liber-tà di movimento per chi la

indossa ma, a volte, invece chi l’acquista cerca soltanto la pro-pria comodità, tralasciando di fatto un aspetto fondamentale: ovvero che potrebbe risultare sco-moda o costrittiva per il proprio cavallo. Questo, infatti, dipende dalla struttura del garrese, zona delicata e fulcro nella meccanica dell’animale. A causare il mag-gior numero di problemi è l’arcio-ne a volte troppo stretto o troppo largo. La scapola si aggancia ai

processi spinosi del garrese tra-mite una serie di “cinghie” che saldano la cartilagine scapolare ad essi, proprio in questo punto, un arcione scomodo provoca una pressione a tenaglia che blocca il movimento scapolare. Il caval-lo usa la spalla per muovere le gambe e, nel caso di un saltatore, per fletterle riunendole sotto di sé. Questi movimenti, che impli-cano una notevole coordinazione, vengono fortemente limitati dal peso sulle staffe che il cavaliere esercita e che si ripercuote quindi sull’arcione della sella. Il cavallo dolente in questa regione limiterà la protrazione e sarà molto meno

coordinato nella f lessione e per sottrarsi al do-lore stringerà a sé gli anteriori chiudendo il pet-to; è noto infatti che, nei casi più gravi di dolori ai muscoli coinvolti nella meccanica della scapola, i due nodelli si tocchino o che il cavallo ma-nifesti zoppia. Bisogna tener presente che, pur con un fini-mento inadatto, il cavallo con-tinua giornal-mente la propria attività sportiva e l’incapacità di comunicazione lo porta, con il pas-sare del tempo, ad una condizio-ne di malessere tale da renderlo zoppo. Questo è di sicuro il se-gnale ultimo che il cavallo usa per

La sella «sbagliata»

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HorSEtHErapiStHorsetherapistEquiNewsSicilia

di Antonio Inghilleri

testimoniare il proprio disagio fi-sico, ma anche un atteggiamento aggressivo mentre lo si striglia o lo si sella può essere riconducibi-le a questa tipologia di disturbi muscolari. Non bisogna assoluta-mente sottovalutare, inoltre, che un cavallo che usa male le spalle avrà notevoli problemi in altre zone che compensano la scarsa protrazione, retrazione, flessio-ne e movimenti laterali del treno anteriore. Davanti a questi casi il fisioterapista agisce su diversi fronti, primo su tutti ed ovvia-mente scontato, quello di elimina-re la causa del malessere, quindi trovare una sella consona. I trat-tamenti fisioterapici elimineran-no i dolori muscolari e trascorso il periodo di riabilitazione anche la zona sovra scapolare acquisterà un buon tono muscolare; infine, gli esercizi in campo, prima alla corda, poi montato, riporteranno il cavallo ad avere quella libertà di movimento, coordinazione e

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La sella «sbagliata»

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fiducia in sé stesso che prima sconosceva. Dal momento in cui il cavallo può essere montato, è preferibile mettere sotto alla sella un sotto-sella ortopedico ideato e costruito proprio per agevolare il recupero motorio, cosa che i comuni agnellini o gel non facilitano. La sella, dunque, deve permettere al cavallo la naturalezza del suo movimento e la comodità durante l’esercizio fisico.

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fiSCoFiscoEquiNewsSicilia

un registro dei beni strumentali. Come tutti sanno, un’associazione sportiva, generalmente è compo-sta più di beni strumentali che di titoli economici. Ad esempio uno o più cavalli, pony, un parco ostaco-li, un mezzo per il trasporto degli animali e così via sino talvolta

ad arrivare alla piena proprie-tà dell’intera struttura dove il circolo risie-de. Questi tipi di acquisti non saranno impu-tabili come beni economici rela-tivamente ad un

solo anno fiscale ma come beni patrimoniali che dovranno essere tenuti in considerazione per tutta la vita del bene stesso. Il registro, quindi, non sarà altro che un elen-co analitico dei beni ed oltre ad avere una descrizione dettaglia-ta per ogni singolo cespite, dovrà anche evidenziare il costo storico (pari all’importo d’acquisto) e il valore relativo alla fine di ogni anno fiscale (pari alla differenza tra il costo storico e la quota d’am-mortamento, cioè la percentuale stabilita per legge di perdita di valore da imputare ad ogni sin-golo anno di attività contabile). Il registro di prima nota, associato al libro dei beni strumentali, per-metterà al consulente fiscale di creare il “Bilancio di Esercizio” che potremmo quindi definirlo come una sorta di carta d’identi-tà fiscale dell’ente e descriverà la vita economica dell’anno fiscale che stiamo tenendo in considera-zione e l’intera vita patrimoniale che avrà inizio con la data della costituzione e cesserà contestual-mente alla fine dell’Associazione Sportiva stessa.

non è proprio così. La mancata redazione di un registro contabi-le, non darebbe vita al bilancio d’esercizio e quindi non permet-terebbe l’attuazione di uno dei requisiti indispensabili che ogni ente associativo deve assolvere, cioè la trasparenza economica nei confronti dei pro-pri associati e di conseguenza nei

confron-ti degli organi di controllo come la finanza, l’ispetto-rato del lavoro, la polizia, i cara-binieri, e così via. Tale re-quisito diventa non dimo-strabile se l’associazione stessa non intrattiene una contabilità in piena rego-la. Per l’attuazione prati-ca di tale metodo contabi-le i registri minimi di cui dobbiamo avvalerci sono: il registro di prima nota cassa ed il registro dei beni strumentali. La pri-ma nota cassa dettaglia-ta permetterà in maniera immediata al consulente fiscale la classificazione di tutti i profitti e di tut-te le perdite. Sarà quin-di possibile valutare se, oltre ai vari costi e rica-vi attinenti all’attività sportiva dilettantistica, siano stati percepiti an-che ricavi commerciali.

Tali movimenti farebbero perdere i requisiti obbligatori e costrin-gerebbero l’associazione a dover rinunciare ai benefici dati per la contabilità agevolata. Altro aspet-to importante è quello di redigere

Come già anticipato più volte nelle uscite precedenti di questa rubrica, le associa-

zioni senza fini di lucro, trovan-dosi in un regime di contabilità agevolata, oltre al libro soci e dei verbali, non sono obbligate a redi-gere o vidimare nessun altro tipo di registro. L’unico altro adempi-

mento fiscale alle quali sono obbli-gate è quello della conservazione delle fatture e delle ricevute per almeno dieci anni dalla data di emissione delle stesse. In realtà, nella vita fiscale di tutti i giorni

di francesco Pagano*

Una corretta contabilità: i registri «indispensabili» Francesco Pagano

La manCata reDaziOne Di un registrO COntabiLe, nOn sOLO nOn Darebbe vita aL biLanCiO D’eserCiziO, ma anCOra più grave verrebbe a manCare La piena trasparenza eCOnOmiCa nei COnFrOnti Dei sOCi eFFettivi

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fiSCoFiscoEquiNewsSicilia

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iUS EqUUSIus EquusEquiNewsSicilia

«R.C.» cavallo assicurarsi è meglio

L’articolo di questo numero, sul-la stessa “falsariga” di quello scorso, sarà dedicato alla re-

sponsabilità civile del proprietario-possessore nel caso dei danni cagio-nati dal suo cavallo. Come ormai sapete, nel nostro ordinamento il principio generale della responsabi-lità civile da fatto illecito è contenu-to nell’art. 2043 del Codice Civile, il quale recita: «Qualunque fatto dolo-so o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il dan-no». Si è anche detto, tuttavia, che, nel caso dei danni cagionati da un ca-vallo, può trovare applicazione l’art. 2050 del codice civile che disciplina la responsabilità per esercizio di at-tività pericolosa a norma del quale «chiunque cagiona un danno ad al-tri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenu-to al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno». L’applicazione dell’art. 2043 o 2050 del codice civile, e quindi il diverso onere probatorio in capo al danneggiato o danneggiante, è condizionato al concetto di “pericolosità” che viene o meno riconosciuto dal giudice in considerazione dell’attività fonte del fatto illecito. Occorre, quindi, com-prendere quando una determinata attività equestre possa o meno qua-lificarsi come “pericolosa”.

Nonostante un ampio dibattito giu-risprudenziale, mi sento di condi-videre l’orientamento espresso da alcuni giudici di merito che tendono a valutare la sussistenza della peri-colosità in relazione alle specifiche circostanze del caso. Ad esempio, l’attività di un centro di equitazio-ne non può qualificarsi di per sé pericoloso ma deve ritenersi tale, di volta in volta, in relazione alla spe-cifica attività svolta dal centro e ai servizi che a esso vengono richiesti dai terzi. Si può dunque parlare di attività pericolosa nel caso in cui i bambini o i principianti si rivolgano al centro per essere iniziati allo sport dell’equitazione e istruiti nell’eserci-zio dell’attività sportiva; non può dir-si altrettanto nel caso in cui un sog-getto si rivolga ai servizi del centro richiedendo solo l’affidamento di un cavallo da montare in quanto abitua-le frequentatore di maneggi e abile cavaliere. Sulla distinzione tra cava-liere esperto e principiante, la giurispru-denza uti-lizza come parametro la capacità di effet-tuare l’at-tività di salto degli ostacoli.E’ stato, infatti, considerato cavalie-re non principiante colui che aveva eseguito una ventina di lezioni di equitazione e che si apprestava ad eseguire piccoli salti poiché l’attivi-tà di affrontare piccoli salti è stata ritenuta un indice di una certa dime-

stichezza ed espe-rienza nell’arte equestre. Invero, nozioni di comune esperienza relati-va alle discipline della scuola di equitazione in-

segnano che l’attività di salto degli ostacoli viene fatta apprendere agli allievi quando costoro hanno supe-rato il livello di principianti ovvero hanno imparato a stare in sella e a percorrere a tutte le andature i per-corsi del maneggio governando il ca-

vallo. Particolarmente interessante in materia di responsabilità per i danni provocati dal cavallo, è la di-sciplina contenuta nell’art. 2052 del codice civile. La norma dispone che «il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagio-nati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smar-rito o fuggito, salvo che provi

“iL prOprietariO Di un animaLe O CHi se ne serve per iL tempO in Cui LO Ha in usO, è respOnsabiLe Dei Danni CagiOnati DaLL’animaLe”

di Carlo Riela ha collaborato Adele Pupella

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«R.C.» cavallo assicurarsi è meglioil caso fortuito». La responsabilità del proprietario dell’animale, ex art. 2052 c.c., costituisce un’ipotesi di re-sponsabilità oggettiva, fondata non sulla colpa, ma sul rapporto di fat-to con l’animale. Ciò significa che il proprietario o utilizzatore del cavallo risponderà dei danni causati dall’ani-male non solo se per negligenza non avrà, ad esempio, chiuso la porta del box e l’animale sia andato in giro arrecando danno, o se imprudente-mente l’abbia fatto montare da un ca-valiere inesperto, ma sarà comun-que responsabile dei danni arrecati anche laddove ab-bia agito con tutte le cautele del caso per il semplice fatto di essere proprietario o uti-lizzatore dell’animale. Ne conse-gue che per essere esente da re-sponsabilità, non sarà sufficiente fornire la prova negativa dell’as-senza di colpa del proprietario o dell’utilizzatore del cavallo, ma si dovrà fornire la prova positiva che il danno è stato causato da un evento fortuito, e cioè impre-vedibile ed eccezionale. Sotto il profilo della legittimazione passi-va, nella fattispecie di cui all’art.

2052 c.c., non ricorre un vincolo di solidarietà per i danni cagionati

dal cavallo tra il proprietario ed utilizzatore in quanto

l’imputazione della re-sponsabilità in capo a quest’ultimo esclude la responsabilità del primo. La soggezione alterna-

tiva alla responsabilità opera però solo nei confronti

dei terzi, estranei sia alla proprietà che all’uso dell’animale. Di conse-guenza, salva la sua responsabi-lità personale nei confronti dei terzi, il proprietario ha regres-so verso il custode non utilizza-

tore dell’animale per l’eventuale violazione dei correlativi doveri

di vigilanza e sorveglian-za. Da notare che il dan-

neggiato può in ogni caso citare in giudizio il proprietario dell’animale. L’onere di provare l’effettiva sussi-stenza del rapporto di utenza non ricade infatti sulla vittima del fatto lesivo; sarà invece il proprietario a dover dimostrare l’avvenuta trasla-zione del rischio, e conseguentemen-te della responsabilità, in capo al soggetto alternativamente obbligato (come contropartita all’utilizzazione

dei commoda of-ferti dall’anima-le). Mentre risulta facilmente accer-tabile la qualità di proprietario, complicata è l’individuazione dell’utilizzato-re dell’animale. L’opinione preva-lente in materia è

che per utilizzatore debba intendersi colui che dall’animale trae un’utili-tà economica. Fa eccezione, rispetto la su indicata definizione, l’attività di noleggio di cavalli in quanto sa-rebbe idonea a trasferire in capo al cavaliere la responsabilità per danni causati dal cavallo, pur mantenendo il proprietario il beneficio economico derivante dall’animale. Attenzione però: ciò si verifica solo in caso di affidamento dell’animale ad un ca-valiere già esperto per la partecipa-zione a competizioni o a passeggiate all’esterno del maneggio, con possi-bilità di esercitare delle manovre in autonomia. Utilizzatore, e pertanto responsabile al posto del proprieta-rio, in sua assenza, è il gestore del maneggio, in caso di cavalli “in pen-sione” presso i circoli ippici, poiché costui trae dalla custodia dell’ani-male un utile economico e per di più ne ha anche il controllo di fatto. L’allievo di una scuola di equitazione non è ritenuto l’ “utilizzatore dell’ani-male” in quanto non è lui a trarre vantaggio economico dal cavallo ed inoltre all’allievo inesperto è sottrat-ta la disponibilità dell’animale, che deve ubbidire agli ordini impartiti dall’istruttore. Oltre che dei danni arrecati dall’animale a terzi, i cir-coli ippici che esercitano l’attività di

“pensione cavalli”(a pagamento) ri-sponderanno anche dei danni subiti dagli stessi animali a loro affidati, in base ai principi sulla “responsa-bilità per custodia”( art. 2051 Cod. Civ.). La responsabilità ex art. 2052 c.c. non potrebbe essere invocata ed il nesso causale verrebbe interrotto incontestabilmente:- se a montare fosse un esperto ca-valiere; in caso di imprudenze com-messe dallo stesso ed in mancanza di comportamenti dannosi imputabili al cavallo (se di proprietà di terze persone).Il cavaliere esperto non può, infatti, non sapere che l’animale può anche divenire incontrollabile dal momen-to che tale rischio è implicito per la natura stessa dell’animale.- qualora vi sia l’utilizzo del caval-lo da parte di un cavaliere in totale autonomia senza la presenza di un istruttore che indichi al cavaliere quali comandi eseguire: in tale caso l’utilizzatore è il cavaliere/utilizza-tore che consegue proprio i vantaggi connaturati all’uso del cavallo (tra-sporto, divertimento ed esercizio di un’attività sportiva).- altrettanto in caso di noleggio del cavallo: in tale ipotesi il cavaliere trasferisce su di sé i rischi inerenti all’attività sportiva intrapresa.In capo al gestore potrebbe residuare ed essere riconosciuta un’eventuale responsabilità per inadempimento degli obblighi contrattualmente as-sunti laddove si potesse dimostrare che il danno sofferto dal cavaliere è causalmente riconducibile ad una inidoneità del cavallo ad essere uti-lizzato nell’attività equestre. Gli ar-gomenti oggi affrontati, dimostrano come le questioni giuridiche connes-se al mondo del cavallo siano varie e meritevoli di approfondimento da parte di tutti coloro che intendano interagire, a qualsiasi titolo, con questo nobile animale. In conclusio-ne, per essere adeguatamente tute-lati ed evitare pesanti condanne in sede civile, sarebbe bene che tutti i cavalieri ed i proprietari di cavallo di stipulassero una copertura assi-curativa che li copra da ogni genere di rischi connesso all’uso del cavallo, eventualmente adattando le condi-zioni di polizza previste nei modelli prestampati dalle compagnie di assi-curazione secondo le proprie esigenze e in relazione al tipo di attività che si intende svolgere.

“per essere aDeguatamente tuteLati eD evitare pesanti COnDanne in seDe CiviLe, sarebbe bene CHe tutti i CavaLieri eD i prOprietari Di CavaLLO stipuLasserO una COpertura assiCurativa CHe Li COpra Da Ogni genere Di risCHi”

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