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Erikanews Erikanews n° 30/2010 - Quadrimestrale di informazione dell’Associazione Erika Onlus - Editore: Daigo Press s.r.l. -Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD) - Direttore Responsabile: Martinello Renato - Redazione: Ass. Erika onlus -Via Spino, 77 San Giorgio in Bosco (PD) - Stampa: Daigo Press s.r.l. -Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD) - Poste italiane s.p.a. - Spedizione in A.P. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB di Padova - Autorizzazione DCB/ACBNE/PD/00165/CA/2004 del 16/06/04 - Registrazione delTribunale di Padova n° 1777 del 15/01/2002 - N° iscr.ROC 9496 27/112003. 30 Cari Amici, proviamo sempre un po’ di timore nell’entrare nelle vostre case con queste nostre pagine e vorremmo farlo in punta di piedi, per non disturbare. Sappiamo che nelle nostre famiglie ci sono tante preoccupazioni, a volte grandi dolori, e magari ci sarebbe bisogno di una comunicazione meno impegnativa, addirittura del silenzio. Ma se vogliamo continuare in quell’azione che ci ha condotto sin qui dando uno sguardo ai problemi del mondo per impegnarci a portare un po’ di sollievo là dove maggiore è il bisogno,quello che possiamo dire è quello che trovate in queste pagine. A volte ci azzardiamo a proporre qualche riflessione culturale sulla scorta di qualche evento che organizziamo o al quale partecipiamo come invitati, ma lo facciamo in tutta semplicità, con i nostri poveri mezzi. Se trovate qualcosa che non corrisponde alle vostre attese, accantonatelo pure. Se c’è qualche proposta che esce dal campo in cui normalmente ci trovate, lo facciamo perché sollecitati da qualche situazione che pensiamo possa interessare a qualcuno di voi. Quel che ci preme di più è dare voce ai nostri “referenti” morali presenti in tanti Paesi, che ci fanno entrare con parole e immagini nella loro realtà e vedere quello che riescono a realizzare con le vostre donazioni. Ci auguriamo che possiate accoglierci con quella benevolenza che in questi anni ci avete sempre dimostrato. Grazie! Il Consiglio di Presidenza A noi, pellegrini e viandanti, non basta piangere sui “tempi cat- tivi”, ma vogliamo ripartire e accendere fuochi di speranza, avere e dare fiducia all’umanità. Giuseppe Stoppiglia

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ErikanewsErikanews n° 30/2010 - Quadrimestrale di informazione dell’Associazione Erika Onlus - Editore:Daigo Press s.r.l. -Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD) - Direttore Responsabile:Martinello Renato - Redazione: Ass. Erika onlus -Via Spino, 77 San Giorgio inBosco (PD) - Stampa:Daigo Press s.r.l. -Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD) - Poste italiane s.p.a. - Spedizione inA.P. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°46) art. 1, comma 2,DCB di Padova -Autorizzazione DCB/ACBNE/PD/00165/CA/2004 del 16/06/04- Registrazione delTribunale di Padova n° 1777 del 15/01/2002 - N° iscr. ROC 9496 27/112003.

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Cari Amici,proviamo sempre un po’ di timore nell’entrare nelle vostre case con queste nostre pagine e vorremmo farloin punta di piedi, per non disturbare.Sappiamo che nelle nostre famiglie ci sono tante preoccupazioni, a volte grandi dolori, e magari ci sarebbebisogno di una comunicazione meno impegnativa, addirittura del silenzio. Ma se vogliamo continuare inquell’azione che ci ha condotto sin qui dando uno sguardo ai problemi del mondo per impegnarci a portareun po’ di sollievo là dove maggiore è il bisogno, quello che possiamo dire è quello che trovate in questepagine.A volte ci azzardiamo a proporre qualche riflessione culturale sulla scorta di qualche evento che organizziamoo al quale partecipiamo come invitati, ma lo facciamo in tutta semplicità, con i nostri poveri mezzi.Se trovate qualcosa che non corrisponde alle vostre attese, accantonatelo pure. Se c’è qualche proposta cheesce dal campo in cui normalmente ci trovate, lo facciamo perché sollecitati da qualche situazione chepensiamo possa interessare a qualcuno di voi.Quel che ci preme di più è dare voce ai nostri “referenti” morali presenti in tanti Paesi, che ci fanno entrarecon parole e immagini nella loro realtà e vedere quello che riescono a realizzare con le vostre donazioni.Ci auguriamo che possiate accoglierci con quella benevolenza che in questi anni ci avete sempre dimostrato.Grazie!

Il Consiglio di Presidenza

A noi, pellegrini e viandanti, non basta piangere sui “tempi cat-tivi”, ma vogliamo ripartire e accendere fuochi disperanza, avere e dare fiducia all’umanità.

Giuseppe Stoppiglia

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Il 5 per mille

Promozione di attività a favore dell’infanziaonlus

�5 x mille5 x mille Il 5 x milledelle tue imposte per aiutare

Codice Fiscale 900 062 102 81Basta una firma nella dichiarazione dei redditi

Ai nostri Lettori

Siamo lieti di comunicare che

nell’elenco relativo alle Associazioni

aventi diritto all’assegnazione del 5

x 1000 per la Dichiarazione dei

redditi del 2008 la nostra

Associazione conta 581 scelte per

un totale di 17.502 euro, che per

legge vanno esclusivamente destinati

ai progetti umanitari.

Ci auguriamo che arrivino presto

per poter finanziare alcuni dei nostri

progetti.

Approfittiamo dell’occasione per

ringraziare gli amici e invitarli a

confermare la scelta a favore della

nostra Associazione e convincere

altri a farlo. Grazie!

Il Consiglio di Presidenza

In copertina: Un messaggio da Lakka, in Sierra Leone: “Io spero in Dio”

ERIKANEWS N° 30/2010 - Quadrimestrale di informazione dell’Associazione ErikaEditore: Daigo Press s.r.l. - Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD)Direttore Responsabile: Renato MartinelloRedazione: Ass. Erika Onlus - Via Spino, 77/D - San Giorgio in Bosco (PD)Stampa: Daigo Press s.r.l. - Via del Santo, 182 - 35010 Limena (PD)Poste italiane s.p.a. - Spedizione in A.P. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB di Padova - Autorizzazione DCB/ACBNE/PD/00165/CA/2004 del16/06/04 - Registrazione del Tribunale di Padova n° 1777 del 15/01/2002 - N° iscr.ROC 9496 27/11/2003.

La favola del riccio

Durante l’era glaciale molti animalimorirono per il freddo.I ricci se ne accorsero e decisero diunirsi in gruppo e aiutarsi. In questomodo si proteggevano, ma le spine diognuno ferivano i compagni più viciniche davano calore. Perciò decisero diallontanarsi e iniziarono a congelare ea morire.Così capirono che o accettavano lespine del compagno vicino oppuresparivano dalla terra e morivano inmassa. Con saggezza decisero ditornare tutti insieme. In questo modoimpararono a convivere con le piccoleferite che un compagno vicino puòcausare, dato che la cosa piùimportante era il calore dell’altro.In questo modo sopravvissero...Morale della Favola:Le relazioni migliori non sono quellecon delle persone perfette, ma quellenelle quali ogni individuo impara avivere con i difetti degli altri e adammirarne le qualità.(Proposta da Rosa Vettese)

Nel numero precedente avevamopresentato la lettera di Padre DanieleVaroli, che ci ringraziava per ilfinanziamento dell’acquisto diun’ambulanza per la comunità diQuivilla e per le Comunità vicine.Non senza trovare difficoltà perl’importazione dell’auto, finalmente gliamici dell’Operazione Mato Grossoche operano a Lima sono riusciti adaverla a disposizione e ad attrezzarla ditutto punto per la sua funzione.L’ambulanza potrà trasportare lepersone bisognose di cure all’ospedaledi Chacas, costruito nel 1990 periniziativa di Padre Ugo De Censi, conl’aiuto di Benefattori e Volontari.E’ per noi motivo di orgoglio essereriusciti a permettere questo piccolomiracolo per merito dei tanti amici chehanno accolto la nostra proposta, inparticolare con la mostra allaRinascente di Padova delle opere diVittorio Morello, donate dalla Famiglia.La scritta riportata nella fiancatadell’ambulanza è un omaggio al Pittore,che ha trascorso parte della sua vitanei Paesi dell’America Latina e inparticolare in Perù.E’ di queste “relazioni simboliche” chesi nutre la nostra Associazione perrendere più forte quei vincoli moraliche si trovano nel nostro Statuto.Un nostro socio ha scritto:“Non possiamo non pensare al lavorosvolto dall’Associazione finora, alle tanteiniziative e soprattutto alle persone cheabbiamo incontrato e che abbiamo messoin relazione con altre. Credo che lo scopoprincipale di una Associazione diVolontariato / Promozione Sociale, oltreagli obiettivi specifici, sia proprio questo:creare relazioni, stabilire contatti, econtribuire così a cambiare la nostrasocietà, in cui tutto viene mercificato.”

Siamo felici di aver stabilito tanti“contatti”, anche con chi non c’è più,come Vittorio Morello, e di aver creatoun ponte solidale tra l’Italia e il Perù.A tutti gli amici che abbiamoincontrato e che hanno offerto il lorosostegno, morale e materiale,rinnoviamo il nostro ringraziamento,anche a nome degli amicidell’Operazione Mato Grosso.

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L’ambulanza in Perù

St-Gingolph il 19 agosto 2010.

Alla carissima Signora Stellin e a tutti imembri dell’ Associazione Erika

Sono molto emozionata nel pensare chein questo mondo materialista non ci sonosolo persone egoiste ma persone che,come Voi, danno generosamente per ilbenessere dei piu’ denutriti e fragili. In Sierra Leone, il 98% delle bambinesubiscono, all’eta’ di 4-5 anni, lamutilazione genitale. Per combattere quest’orrore ho avutol’idea di proporre alle famiglie unoscambio: l’educazione contro la nonmutilazione. Visto il successo di questa proposta, hocomperato un terreno nei boschi ed hocostruito una scuola. Rimaneva il grosso problema dell’ acqua:le donne dovevano percorrere ogni giorno

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Michèle Moreau

La scuola di Masanga

Michèle in un meeting con le mamme

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in Sierra Leone

Attesa al pozzo dedicato a Giuseppe StellinBimbe a scuola

quasi un chilometro per procurarsi l’acquanecessaria e questo in condizioni nonmolto igieniche. Oggi sono felicissima di annuciarvi che,merito al vostro grande cuore, la nostrascuola di Masanga ha ormai un pozzocon l’acqua:ora 64 bambine possono ricevere ognigiorno un pasto equilibrato, idratarsidurante la giornata e anche ricevere lenozioni base necessarie per l’igienepersonale, come lavarsi le mani. Possono utilizzare anche la pittura adacqua, con tanta gioia. Questo programma ha un successosempre piu’ grande. Al mio rientro, spero di poter accettare, ecosi’ salvare dalla mutilazione, altre 50bambine. Ho messo le ultime novità sulsolito blog: http://mmea.over-blog.comLe parole sono povere per esprimere lamia gratitudine verso voi tutti, allora vidico semplicemente GRAZIE da parte ditutte queste bambine, future donne.

Michèle Moreau

collaboratori sono impegnatianche a sostenere le bambine neisuccessivi gradi di istruzione.L’Ass. Erika è già intervenuta conil finanziamento della costruzionedi un pozzo, a servizio della scuolae del villaggio, in memoria diGiuseppe Stellin.Ora si vorrebbe intervenire conun sostegno economico perl’acquisto di sussidi didattici e peril pagamento dello stipendio degliinsegnanti. La nostra speranza èche questa iniziativa possapermetterci di raccogliereeventualmente dei fondi perquesto Progetto.

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Iniziative a favore di Masanga

IL PROGETTOUna signora svizzera, MichèleMoreau, sta realizzando unprogetto importante in SierraLeone, a Masanga, un villaggio a200 Km dalla capitale, Free Town.Con l’aiuto del marito Michel e dialcuni volontari ha costruito unascuola aperta alle bambine dellefamiglie che rinunciano asottoporre le proprie figlieall’odiosa praticadell’infibulazione.L’esperimento si è dimostratovalido e il numero delle bambineche si iscrivono alla scuola(materna ed elementare) è inrapida crescita. Michèle e i suoi

A sostegno di questo progetto sonostate svolte alcune iniziative chepresentiamo in queste pagine.La prima è stata la presentazione dellaprima edizione del libro “E venne...l’estate!”, di Patrizia Vanin. L’autrice hamesso a disposizione la sua opera.La seconda iniziativa e stata la secondaedizione dell’Estemporanea di Pittura.Le offerte raccolte con l’alienazionedelle opere donate dagli autori sonostate destinate a questo Progetto.La terza iniziativa è stata lapresentazione delle opere di AmelioAnzeliero, che ha donato le sue opereper il progetto nell’ambito dellamanifestazione “Piovono Libri”.Queste iniziative ci hanno permesso didevolvere un significativo contributoper la gestione della scuola di Masanga.Tutto questo è stato possibile graziealla disponibilità dell’AmministrazioneComunale di Piazzola sul Brenta.

Il 22 maggio 2010 si è svolta lapresentazione del libro “E venne...l’estate!” di cui sono l’autrice (nel numero28/29 di Erika News sono statepubblicate due pagine che spiegano ilcontenuto del libro). L’iniziativa si è svoltaa Piazzola sul Brenta, dove risiedo, pressola Sala Consiliare.L’Ass. Erika ha organizzato l’evento, cheha visto una notevole partecipazione esoprattutto è stato molto sentitoemotivamente. Questo è avvenuto grazieallo sforzo di tutte le persone che hannocollaborato per creare questo clima difamiliarità e di calore umano. Attraversole pagine del notiziario voglio ringraziaremio marito Luciano, che si è addossato laresponsabilità di tutta l’organizzazione, etutte le altre persone che hanno dedicatotempo e impegno per organizzare nelmigliore dei modi questa presentazione.Le offerte che sono state raccolte conl’alienazione del libro sono andate afinanziare il progetto di Michèle Moreauin Sierra Leone. Voglio ringraziare lepersone che hanno contribuito con il loroaiuto ad aggiungere un’altra goccia nelmare della solidarietà.Grazie di cuore a tutti!

Patrizia Vanin

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“E venne... l’estate!”

Il pubblico: in primo piano la mamma e il fratello di Patrizia

L’intervento di Patrizia

Patrizia, Luciano e le lettrici

Segnalati:Laura VestaliSara StavlaPaolo BertoccoMaria Luisa MarinelloLaura BittanteMarinella Lombini

Per la tecnica ad olio:1° Mario Nicetto2° Giuseppina Tognon

Per la tecnica del colore acrilico:1° Maria Candeo

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Estemporanea di pittura

Si è svolta puntualmente la 2a Edizionedell’Estemporanea di Pittura intitolataad Andrea Mantegna, annunciata nelnumero precedente.La mattina del 2 giugno si sonopresentati all’appuntamento presso ilgazebo dell’Associazione unacinquantina di artisti, che si sonoposizionati in vari luoghi del Centro diPiazzola sul Brenta e anche in periferiaper realizzare le loro opere.Alla spicciolata, fino alle 18.00, sonoritornati per consegnare le loro opere.Ad attenderli c’erano Patrizia eLuciano, gli organizzatori dellamanifestazione.La settimana successiva si è riunita laGiuria composta da Bruno Antonello,Sergio Bigolin e Ennio Toniato. Laselezione per la classificazione delleopere si è presentata ardua, perchéerano molte quelle che meritavanol’attenzione della Giuria.Questo è sempre un momentodelicato, ma occorreva farlo, visto chesi trattava di un concorso.Alla fine, dopo un’ampia consultazione,sono emerse le opere da premiare esegnalare e i nomi degli autori.Per la tecnica dell’acquarello:1° Emilio Marcato2° Tatiana Smirnova

Eleonora Mazzon - ex equo 3° Emanuela Martin

Roberta Bigolin - ex equo

2° Giacinta Mirella Centurioni3° Giandomenico Callegaro

Segnalato:Paolo Stefan

Per la tecnica mista:1° Gabriella Bonato2° Mauro Mason

Segnalati:Walter RovolettoDavide Salvato

Da destra: Il Sindaco, l’Assessore e Luciano

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Arte e solidarietà

Tutte le opere sono state esposte

presso la Sala Consiliare del Comune

e la mostra è rimasta aperta nei

giorni 12 e 13 giugno.

Sabato 12 si è svolta l’inaugurazione,

con la consegna delle targhe ai

premiati e dei diplomi a tutti gli

artisti, che hanno anche ricevuto in

omaggio il prezioso catalogo del

pittore Vittorio Morello, pubblicato a

cura della nostra Associazione, in

occasione del centenario della nascita

dell’artista.

Il Sindaco, Renato Marcon, l’Ass. alla

Cultura, Alessandro Paiusco, e il

nostro Presidente sono intervenuti

per un saluto ai partecipanti e ai

numerosi presenti.

Tutti e tre gli interventi hanno messo

in evidenza l’importanza della

manifestazione non solo sul piano

culturale ma anche su quello solidale,

per un binomio “arte e solidarietà”

che era alla base dell’iniziativa.

Le opere, infatti, sono state donate

alla nostra Associazione per

sostenere il Progetto in Sierra Leone.

Alcune opere sono state alienate nei

giorni della mostra, mentre altre sono

a disposizione per altre collettive che

saranno organizzate dalla nostra

Associazione.

Un grazie di cuore a tutti gli artisti e

al Comune di Piazzola per la preziosa

collaborazione.

L’intervento di Bruno Antonello, a nome della Giuria

Un momento della premiazione

penna in tasca, così da fissare in temporeale le sensazioni e le emozioni che locolgono, annotando un moto repentinodell’anima, uno sguardo, che poi si posasu una foglia, sul paesaggio... ; in unsecondo tempo rielabora e scrive più

stesure del testo poetico prima diarrivare a quello definitivo, come unpittore, che, a poco poco, fa nascere ilsuo dipinto.

Luciano Fasolo

Anche a Piazzola sul Brenta si è svoltal’iniziativa OTTOBRE – PIOVONOLIBRI, promossa dal Ministero per iBeni e le Attività Culturali.Il Comune, in collaborazione con lanostra Associazione, ha presentato dueraccolte di Poesie di Amelio Anzeliero,mio caro amico, ma soprattutto unapersona che ha messo ai primi posti neisuoi valori: l’amicizia, la comunicazione,l’ascolto e la condivisione.La serata è stata presentatadall’Assessore alla Cultura, AlessandroPaiusco, che ha ribadito l’impegno cheAmelio ha sempre messo a serviziodella Comunità a livello culturale,promuovendo molte iniziative, masoprattutto a livello sociale in difesa deidiritti umani, una presenza costante checontribuisce a rendere Piazzola unaCittà a misura d’uomo, dove è ancorapossibile incontrarsi per strada escambiarsi un saluto.Dopo l’intervento dell’Assessore, sonointervenuto io, a nomedell’Associazione Erika, illustrando ilprogetto a cui sarebbero state devolutele offerte delle persone che prendevanoi libri.La responsabile dell’ufficio Cultura,Alessandra Callegari, ha organizzato almeglio l’iniziativa e la serata si è svoltacon il supporto tecnico, per la musica,di Elisa e Andrea Marini. Le poesie sonostate declamate dalle belle voci di LuigiMoracchiato e Chiara Callegari, chehanno colto in modo profondo il sensodelle parole di Amelio. A sorpresa si èaggiunto un violinista, amico di Amelio,che ha contribuito con il suoinseparabile strumento a creareun’atmosfera cordiale e partecipata.Molte sono state le persone presenti eAmelio ha spiegato come nascono lesue poesie: da tempo ha l’abitudine diuscire di casa con un taccuino e una

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“Piovono libri”

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a Piazzola sul Brenta

Luciano Ferrari

Luigi Moracchiato

Luciano, Alessandro e Amelio

Luigi, Luciano, Alessandro, Amelio e Chiara

Il 15 ottobre, nell’ambito del progettonazionale “Piovono libri”, mi sondovuto misurare con il mio caratterepiuttosto schivo presentando alpubblico, nella sala consiliare diPiazzola sul Brenta, due mie raccolte dipoesie (Ascolti e Sguardi) pubblicatenel 2005 e nel 2009.Per fortuna la platea era costituitaprevalentemente da amici e conoscentidei gruppi e delle associazioni in cui holavorato e lavoro tuttora, quindi si puòdire che ho giocato in casa.Conclusa la serata e alcuni giorni dopo,diverse persone mi si sono rivoltesorridenti per dirmi che avevo regalatoloro una bella serata, cordiale, gioiosa.Ho avuto così la conferma chel’iniziativa aveva raggiunto l’obiettivovoluto da me e dagli organizzatori,Alessandro Paiusco, Assessore allaCultura che ha coordinato la serata, eAlessandra Callegari, responsabiledell’Ufficio cultura, che ha seguito conpassione e impegno tutte le fasi delprogetto. In effetti io mi sono sentitoavvolto da un grande, affettuosoabbraccio. Devo dire che il merito vasoprattutto ai due lettori, LuigiMoracchiato e Chiara Callegari, chehanno donato la loro voce e, pur nelladiversità di approccio ai testi letti,hanno interpretato le poesie conperfetta adesione al mio pensiero edalla mia sensibilità. Magistralel’interpretazione di Luigi, molto sentitae personale quella di Chiara. La letturaera accompagnata da musiche diDebussy, Scarlatti, Galuppi, Chopin eMozart, accuratamente sceltedall’amica Elisa Marini. Con queste premesse, ilcoinvolgimento del pubblico eraassicurato anche perché l’amicoviolinista Luciano Ferrari, suonando da

par suo, in apertura, un brano classico,ha contribuito a creare, fin dall’inizio,un’atmosfera di cordialità e didisponibilità all’incontro. Era proprioquello che ci voleva. In questo contesto, dopo l’interventodi Luciano Fasolo, vicepresidente diErika, in merito al progetto in difesadei diritti umani in Sierra Leone, cuisono stati devoluti gli introiti dellaserata, e prima della lettura dellepoesie, io ho sottolineato due punti:1) il valore di relazione, rispetto alvalore d’uso (consumi) ed al valore discambio (mercato) prevalenti nellanostra società, che desideravocontrassegnasse la serata e in nomedel quale io donavo ai presenti la miapoesia;2) la genesi della mia poesia. Comemai io scrivo poesie? Come nasce lamia poesia? Quali le sue tematiche?Provo a rispondere.Da alcuni anni e sempre più spesso,quando faccio una passeggiata da solo,ho preso l’abitudine di mettermi intasca qualche foglietto e una penna,perché non si sa mai, potrebbeaccadere qualcosa di nuovo, di insolito:una sensazione, un’impressione, unpensiero particolare, della durata di unattimo e che quindi bisogna fissareimmediatamente. E’ un momentospeciale, che ha la natura come puntoiniziale, i sensi, gli sguardi, gli ascolti coni loro molteplici rimandi: dal finitoconcreto, all’infinito materiale (ilcosmo) ed oltre, fino all’infinitoindefinibile che abita le profondità delnostro essere …Ieri mattina, ad esempio, mentrecamminavo in via Vecchio Castello aPiazzola, volgendo lo sguardo verso ilparco di villa Contarini, pieno distupore ho visto i cipressi ed i cedri

del Libano cosparsi di bianco:sembravano meravigliosi alberi diNatale. Sono stato a guardare ed eccoche cosa ho annotato di quanto visto eudito in quei momenti: “I cedri delLibano punteggiati di bianco:/alberi diNatale nati per incanto nella notte:/gabbiani a centinaia prendono il sole, /energia per la loro giornata / prima delcibo che cercheranno tra i rifiuti dellerogge / e sui campi intorno / … Masparano i cacciatori / … / Colonia digabbiani / comunità di umani …/(differenze) ”.Nasce così, inatteso, non programmato,il primo nucleo di una nuova poesia.Alla fase della gestazione seguirà la piùo meno lunga fase di elaborazione-revisione del testo, operazione, questasì, decisa da me, intenzionale, razionale,ma la poesia in nuce è gia tutta inquello sguardo-ascolto imprevisto, inquel cambiamento interiore, in quelsentimento nuovo che irrompe e si

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Amelio Anzeliero

impone, in quel corto circuitodell’animo registrato su un fogliettosgualcito.Vibrazione (dell’animo) è forse iltermine che meglio esprime questomomento, sia nel senso dell’acquisto(gioia, stupore, forza, entusiasmo,pienezza di vita), sia nel senso dellaperdita (dolore, disagio, fatica, senso diinadeguatezza e di vuoto). In ambeduele direzioni, si tratta di una forteinconsueta esperienza interiore, diun’apertura all’inedito, di un passaggioimportante … ad ascolti e sguardioltre il sensibile, il visibile, di un eventoche sento il bisogno di dire a mestesso e agli altri.Ecco, allora, la parola scelta, illinguaggio speciale: descrittivo, masoprattutto simbolico, polisemico, conun ritmo, una musicalità.Le tematiche della mia poesia?Quella naturalistico-descrittiva, dove isensi, porte aperte sul mondo,connettono esterno e interiorità, e chevede spesso luoghi e paesaggi diPiazzola al centro dello sguardopoetico; quella sociale-ambientale, doveappare l’amarezza per il falso mito delprogresso che, tutto mercificando, ciallontana dalla natura e da una visionesolidale della vita e della società; ma ladimensione prevalente nella mia poesiacredo sia la ricerca di senso, lariflessione sull’uomo e sul suo destino,in termini di domanda, attesa, attesadell’evento, più che di risposta-approdo definitivo.

Amelio Anzeliero

SPAZIO DELL’ANIMA

Lo spazio vuoto del desertosi specchia nello spazio vuoto dell’anima:lo sperimentai nel Sinai, in Giordania, in Marocco,e nel Sahara immenso immagino duplicataquesta verità.

Domande esplodono nella mente:tic tac al cervello,ronzio di sciami,tuoni assordantiche esigono silenzialtrettanto violenti.

Fino alla quiete,in cui nasce l’urgenza di vero, da coltivare almeno per un giorno.

Di quale formula impadronirsiche sciogliere possala suprema contraddizione,che anche ora s’affacciaimperiosa alla mente?

Agli agi della vita abituati,ai consumi, al successo,come ritenere ricchezzail disagio, la solitudine, l’attesa?L’essere ferito potrà mainell’abisso approdareed ivi trovare riposo?

Non ci resta che continuare,passo dopo passo,lungo la cengiae attendere l’evento.

VUOTO

Non il vuoto-nullacercoil vuoto-attesache mi accolgacome conchigliala perla.

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La poesia dono

Amelio mentre scrive le dediche

Cari Benefattori,vi ringrazio per il vostro aiuto. Mi è sempre difficile proporre un bimboda adottare, perché quasi tutti si trovanoa vivere in situazioni che per noi sonoinaccettabili. A volte mi rifiuto di “andare a vedere”,perché poi non puoi fare a meno ditentare un benché minimo intervento. La maggioranza delle famiglie vive inquelli che prima della guerra eranocottages per turisti. Dovevano esseresplendidi, con luce, acqua, servizi, giardini,campi da tennis e persino la pista di atterraggio per l’elicottero.Ora sono diventati una stanza, confinestre sghembe da cui entrano spifferid’aria che soffia dall’ oceano, portesistemate alla meglio, con il pavimento dipiastrelle, un lusso, pensiamo noi, maalquanto fredde se non hai un materassosu cui dormire. Alternativa a queste “abitazioni” sono lepan-body, letteralmente “corpo di lamiera”. Sono dei cubi di lamiera, quasi sempresenza finestre: di notte non si ha freddo e

di giorno si vive fuori . La cucina sono due sassi con paletti dilegno raccolti nel bosco, il gabinetto untelone nell’angolo e per l’acqua si va alpozzo, a volte vicino. Ma se passi attraverso questi “villaggi”, tisenti chiamare e subito vieni circondatada decine di bimbi stracciati, a piedi nudi,ma con occhi luminosi ed un sorrisoindimenticabile. E gli stessi al mattino arrivano da noi benpettinati, puliti, con l’uniforme in ordine,orgogliosi di poter partecipare alle varieattività. Noi prepariamo i bimbi di 5\6 anni, chepoi andranno alla scuola elementare. Grazie al vostro aiuto, essi possonofrequentare la scuola privata (nellapubblica, purtroppo le classi sono di50\60 alunni, e per la disciplina si ricorrealla bacchetta). Per tutti gli altri abbiamo provveduto adistituire il doposcuola, dove, con l’aiuto diun giovane studente, possono ripetere lelezioni del mattino.11-06-10 Maria Teresa

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Sierra Leone

A PROPOSITO DI“ADOZIONE” E “SOSTEGNOA DISTANZA”

Per la scuola di Lakka, in SierraLeone, la nostra Associazionegarantisce 10 “adozioni” nominativetramite l’Associazione “UnaProposta Diversa”, che gestisce lapresenza come volontaria dell’amicaMaria Teresa Nardello. Come ben sapete, noi non abbiamonostri operatori nelle varie realtàche sosteniamo in tanti Paesi.Abbiamo dei referenti, religiosi elaici, che operano sotto l’ombrelloprotettivo di varie organizzazioni,per lo più Congregazioni religiose,ma anche Associazioni laiche.Non siamo mai riusciti a fare quelsalto di qualità che ci avrebbepermesso di gestire in proprio deiprogetti con nostri volontari. Nonabbiamo avuto l’energia necessaria eforse neanche il coraggio diintraprendere iniziative cherichiedevano risorse economiche diun certo livello e risorse umanecorrispondenti.In questi anni, più che di “adozioni”o, per meglio dire, “sostegni adistanza” a nominativo, abbiamoagito con “contributi su progetti” ocon “sostegni a distanza” percomunità.Ci siamo limitati a far parte di“gruppi di sostegno” organizzatiintorno a una realtà, ad unreferente, ad una Associazione,senza mai rivendicare una presenzaesclusiva. Soltanto raramente siamoriusciti a finanziare “in toto” unpiccolo progetto.Ma come vengono utilizzati anche i“sostegni a distanza nominativi”?Lo si può capire da questa lettera diMaria Teresa Nardello

Un’allieva della scuola di Maria Teresa

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Maria Teresa Nardello

Un bambino mostra orgoglioso il suo libro

Valentina e Fabio, per la nascitadel figlio Giovanni, hannopensato di esprimere tutta laloro gioia adottando unbambino della Sierra Leone.Le nostre congratulazioni agliamici e un ringraziamento deltutto particolare.

Tutti in cortile!

LA MIA ESPERIENZA IN GUERRA

Avevo circa 7 anni, e vivevo con miamadre a Sefadu Town, nel distretto diKono, da quando lei si era separata damio padre, che viveva a Koidu con lesue mogli. Ero piccola, ma ricordoancora nostra madre prendere consè dei galloni d’olio di palma, chedoveva procurarsi per noi ognimattina. Ci lasciava sempre - io e miofratello più giovane - da nostra nonna,che si prendeva cura di noi per tuttoil giorno, fino a sera, quando tornavadal mercato. Si trattava di normaleroutine per nostra madre.Non sapevo molto della guerra, maavevo sentito spesso persone piùgrandi di me parlarne, e raccontare diuccisioni, di case bruciate, eccetera.Ma non avevo mai saputo quale fossela realtà della guerra.Non ricordo il giorno, il mese ol’anno, tutto ciò che so è che dalgiorno in cui i ribelli attaccarono la

nostra città divenni loro prigioniera.Nell’aria c’erano molti rumoridifferenti, strani e sgradevoli. La gentecorreva dappertutto portando deifasci in testa. C’era una granconfusione ovunque, e nostra nonnaera preoccupata non vedendo più miamadre. Mio zio, che era con noi, ciportò verso un sentiero per scappare.Ad un certo punto fummo fermati daun gruppo di persone che avevanocon sè ciò che poi appresi essere“pistole”, con le quali uccisero mio zioe molte altre persone, per poibruciare le loro case. Fu permesso aivecchi di allontanarsi, mentre ibambini e alcuni adulti furono fattisedere. Anche mia nonna fu uccisa inquell’occasione. Io e mia cugina Haniafummo fatte prigioniere. Ero moltotriste e piangevo amaramente perchéuno di loro, che più tardi appresiessere il comandante, mi chiese dialzarmi e mettermi sotto un alberodove sarei stata uccisa. Puntò lapistola verso di me per sparare, magrazie a Dio la moglie del comandantelo fermò e chiese di portarmi con lei.I ribelli rimasero a Safadu per alcunigiorni, in seguito si spostaronoportandoci con loro a Tombodu e poia Koinadugu. Molti altri prigionieritentarono di fuggire e la maggiorparte di loro fu uccisa. Malgradodesiderassi vedere le mia famiglia nonvolevo essere uccisa, inoltre nonconoscevo quei luoghi, così rimasidov’ero. Quando alcuni riuscirono afuggire, il comandante chiamato Col.Gadaafi diede l’ordine che tutti noiprigionieri fossimo marchiati con lascritta RUF* sul petto per impedirci difuggire. Lo fecero usando delle lame.Mi capita continuamente di ricordareil giorno in cui guardai per la prima

volta la cicatrice sul mio petto.Dopo molti mesi, il Col. Gadaafi cispiegò che il giorno seguentesaremmo stati condotti a Koidu. Ilviaggio durò 3 giorni di cammino.Arrivammo ai sobborghi di Koiducirca a mezzanotte. Ci chiesero dirimanere a terra mentre 6 uominidisarmati furono mandati inavanscoperta. Ritornarono dopoalcune ore. Tutti gli uomini e alcunedonne presero d’attacco la città. Fu unaltro giorno triste per me. Mio padre,che era poliziotto, e il mio fratello piùgrande di un’altra madre furonocatturati. Mio padre mi riconobbe, maera legato e non poteva parlarmi. Fuucciso di fronte a noi, perché era dellapolizia. Scoppiai in lacrime e gridai.“Papà!”, ma oramai era morto. Miofratello più grande fu portato via, e daallora non l’ho più visto né ho avutonotizie di lui. Dopo tutte questetragedie, ci fu insegnato ad usare learmi e a prestare servizio comebambini-soldato. Dovevamoprincipalmente scortare le mogli delcomandante. Dopo alcuni annicominciai a pensare a mia madre e aimiei fratelli più piccoli, mi chiedevo:“Quando li rivedrò?”. Così tentai difuggire, ma senza successo. Avevocirca 12 anni allora, e mi trovavo inquell’occasione con mia cugina Hania.Il comandante disse che avremmodovuto sposarci in modo che nonfuggissimo più. Fui portata dalsecondo comandante del col. Gadaafi,ma rimasi con la moglie di Gadaafi(Mamie). Dopo un po’, fui costretta adormire con il comandante inseconda, detto “Nato stanco”. Piansi eprovai molto dolore, ma mi minacciòdi uccidermi se avessi osato rifiutarmiod opporre resistenza. Fu il mio

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Una difficile eredità

Diamanti, Taylor, NaomiCampbell....bambini - soldatoora la Sierra Leone è diattualità, ma non vengono mairicordate le bambine rapite,usate, violentate.Finda è una di loro.Nel suo racconto non ci sonoparole di odio. Quando SuorElisa me l’ha presentata, mi hachiesto solo un piccolo aiuto,perchè Finda vuole finirel’Università e poi insegnare.Dopo i 18 anni gli aiuti dalleassociazioni, purtroppo,vengono meno.

Maria Teresa

giorno più triste nella giungla. Inseguitò a ciò mi ammalai per moltigiorni, e migliorai solo più tardi. Dopocirca 3 settimane, cominciai a sentirmibruciare e iniziai a vomitare. Mamie midiede un infuso d’erbe, e non sapevoche intenzioni avessero. Ebbi mal distomaco per molti giorni. Il doloreandava e veniva per circa 4 settimane,finché un giorno non notai delleperdite di sangue. Mi spaventai e corsida Mamie che mi portò su una stanzae mi fece stendere a terra. Sebbenefossi debole e la testa mi girasse,ricordo ancora che dopo aver persomolto sangue espulsi qualcosa dipiccolo. C’era una corda legata adesso ed era ancora nel mio stomaco.Poi non ricordo cosa accadde, finchénon ripresi i sensi verso sera. Misentivo debole e provavo dolori intutto il corpo. Alcuni giorni più tardimi sentii meglio, e ripresi acamminare.In seguito, andammo a Makeni e poi aLunsar dove erano stanziate le truppeONU. Una donna di nome Mabintyvenne dal mercato e ci informò che letruppe ONU raccoglievano i soldatibambino o chiunque volesse scapparea Port Loko, dove era stato allestitoun campo per noi. Fummo fortunati afinire nelle mani delle truppe ONUche ci portarono a Port Loko e poi aSt. Michael Lakka, Freetown.Fu molto dura, ma ringrazio Dio peravermi salvato la vita. *R.U.F.FRONTE RIVOLUZIONARIOUNITO, esercito ribelle della SierraLeone

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La storia di Finda

I bambini della “St. Michael School” in gita

Giochi sulla spiaggia di Lakka

Bassano del Grappa, 16/07/2010

Finalmente i miei piedi hannocamminato di nuovo nella terra delnord Uganda e il mio sorriso haincontrato di nuovo quello degliAcholi…che ora stanno molto meglio!La tremenda guerra di due decenni chesembrava non conoscere fine è FINITA!Ora nell’Acholiland regna la pace e icampi profughi (gli sfollati erano quasi 2milioni) si sono svuotati.E già questa è una grandissima notiziaperché i campi sono davvero la cosapeggiore che io abbia mai visto.Anche la strada che da Kampala,capitale dell’Uganda, porta al nord, hatutto un altro aspetto: ora è asfaltata epercorsa da mezzi “normali”. Non neho visto nemmeno uno di quei camionche nel 2007 viaggiavano stracarichi diuomini, galline, viveri, mobili e taniched’acqua, ammassati sopra pile dimaterassi, immersi nella polvere rossache si alzava dalla strada.Non ho visto nemmeno mezzi militari esoldati.Ma la cosa più bella è raggiungere ilnord e vedere solo i fantasmi di quelli

che erano i campi.Invece qua e là si scorgono timidi nuovivillaggi con capanne distanziate tra loroe terreno coltivato intorno. Propriocom’era prima della guerra.La terra rossa, il cielo blu, l’aria pulita eil verde brillante della stagione dellepiogge parlano di una natura amica egenerosa, pronta a regalare fruttiabbondanti se lavorata.La ripresa da questo punto di vista peròè molto lenta. Sembrano più che altrogli uomini a non riuscire a trovare laforza di rialzarsi.L’alcolismo è ancora diffusissimo, pernon parlare dell’ AIDS. Eredità pesantidi una guerra che obbligava gli Acholi arimanere giorno e notte nei campi,costringendoli ad abbandonare la loroterra e a sopravvivere solo grazie allaperiodica “food distribution” da partedel World Food Programme. Mi hanno riferito che ora molti rubanodalle coltivazioni altrui. A Kitgum,destinazione finale del mio viaggio nelnord, rubano perfino dai campi dellamissione.Insomma la guerra è finita ma le suetracce rimangono.La speranza è nelle nuove generazioni enel tempo…I bambini sono tantissimi e i lorosguardi sono decisamente diversi daquelli dei bambini di qualche anno fa.Quando li avvicinavo nel 2007 molti diloro al momento del primo approccio simettevano in posizione dacombattimento e con l’espressione disfida (più di 20.000 sono stati i bambiniAcholi rapiti dai ribelli e trasformati insoldati). Questa volta, invece, a darmi ilbenvenuto sono stati volti sorridenti egioiosi da subito.Stanno bene anche le ragazze dellascuola che aiutiamo, la “S. BakhitaSecondary School” di Kitgum.La scuola è nata 4 anni fa, cioè nel 2007,e aiutarla è stato il modo migliore per

portare via le ragazze dai campi doveogni sorta di violenza imperversava.Inoltre vediamo nella formazionescolastica lo strumento indispensabileper l’emancipazione economica esociale.Anche dopo l’indipendenza dallacolonizzazione britannica (1962)l’Uganda ha mantenuto lo stessosistema scolastico: 7 anni di PrimarySchool, seguiti da 4 anni di SecondarySchool e 2 di High School, prima diaccedere, i pochi eletti, all’università.Quindi le ragazze della nostra scuolahanno per la maggior parte tra i 13 e i16 anni.In autunno le “pioniere”, come vengonodefinite con orgoglio dai professori,saranno la prima quarta classe nellagiovane storia della scuola ad affrontaregli esami finali. Speriamo bene!Con questa scuola è nato un legameancora più forte da quando siamoriusciti a salvarla dalla chiusura…infattiPadre Isaac, parroco di Kitgum, mi hascritto una mail allarmante nelnovembre del 2009, chiedendoci 5.000 €, che sarebbero serviti a pagare iprofessori (11 a tempo pieno e 4 parttime) da gennaio ad aprile 2010; in casocontrario gli insegnanti all’inizio del

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Uganda

Vi ricordate la mostra realizzata aBassano con le fotografie di VeronicaHinterwipflinger sugli Acholi?Grazie a Veronica e ai suoi amicicontinua il nostro sostegno allaScuola Santa Bakhita di Kitgum, inUganda.Abbiamo chiesto a Veronica diraccontarci quello che ha vistonell’ultima visita alla scuola. Ne ènata un’ampia relazione, che cipermette di entrare quasifisicamente in quella realtà cosìamata da Veronica, anche per lefotografie che l’accompagna.

VERONICA HINTERWIPFLINGER

di scienze (necessario per ilsuperamento degli esami) è statacomprata con i nostri aiuti.Letti a castello, banchi, tavoli perstudiare e mangiare, computer per iprofessori e qualche libro in bibliotecaci sono.La voce che più incide sul bilancio sonogli stipendi dei professori (circa di14.500 € l’anno).Così abbiamo deciso che i fondi che

raccoglieremo saranno utilizzati inquesto senso. Purtroppo niente piùcose “extra” in questo momento.Rinunceremo a prendere loro ilcomputer per le studentesse e altri librie strumenti per il laboratorio discienze, almeno finchè la situazioneeconomica non si stabilizza.Devo dire che appena tornata a casa hocominciato a preoccuparmi. Qui sonotempi difficili e raccogliere fondi èdiventata impresa assai ardua.Ma sono arrivati degli angeli, e siete voi,che mi hanno fatto capire che laProvvidenza è dalla nostra e sono felicedi comunicare che sono già partiti altri3.000 €.La cosa più stupefacente è che sonoarrivati senza chiedere…incontrioccasionali, coincidenza, incroci…lemisteriose vie dell’amore che lascianosenza parole e con il cuore colmo digratitudine e senso di fraternità!Spero che quanto scritto e le fotoportino nei vostri cuori la gioia di averfatto qualcosa di veramente importanteper le 142 ragazze della scuola diKitgum e per i loro professori!Un grazie gigante formato baobab, anziformato sistema solare!A presto

Veronica

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Reportage di Veronica

nuovo anno scolastico (gennaio) nonsarebbero tornati a scuola.In poche parole i fondi della scuolaerano finiti e i professori non potevanopermettersi il lusso di lavorare senzaessere retribuiti.Purtroppo la crisi economica che hainvestito i paesi ricchi si ripercuoteanche in Africa e non solo perché gliaiuti dall’Europa e dall’America sonodiminuiti, ma anche perchè i prezzi sonoaumentati.Per fortuna abbiamo trovato la sommarichiesta ed ora tutto procederegolarmente.La dispensa della scuola è piena disacchi di grano e di fagioli e tutti sisono rasserenati anche grazie alla miavisita (che responsabilità!). Inparticolare Suor Olga Alur, direttricedella scuola, anche lei appartenente allatribù degli Acholi, mi si è raccomandatadi non dimenticarli.Al momento fortunatamente la scuolanon deve affrontare grandi spese come3-4 anni fa. L’elettricità, almeno neidormitori, è stata portata el’attrezzatura minima per il laboratorio

La Scuola “St. Bakhita”

Anche lo sport tra le attività scolastiche

succhi di frutta, specialmente di mango.Quest’anno di mango ce n’è un sacco. Avolte piove e spesso c’è vento forte oburrasca. Ora fa decisamente caldo inBangladesh e la scuole sono chiuse, cosìnoi possiamo prenderci qualche permessoper andare in vacanza in un altroconvento o per qualche scambio.Di solito Giugno-Agosto è la stagione dellepiogge e la regione è spesso soggetta adallagamenti. Quest’anno per ora il livellodell’acqua è normale, ma è sempreimprevedibile quando possa arrivare unainondazione.Spero abbiate ricevuto la mia precedentelettera, spedita a Gennaio. Mi auguro che

continuerete a sostenere il nostroospedale ed i dispensari. Se avestel’opportunità di venire in Bangladesh –venite a vedere l’ospedale e tutti idispensari. Vi prego di trasmettere i nostriringraziamenti ed i nostri saluti a tutti glialtri amici che ci stanno aiutando. Sietetutti nelle nostre preghiere.

Cordiali saluti,

VostraSister Mary Puspa, SMRACoordinatrice

04/06/2010

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Bangladesh

Continua il nostro sostegno alProgetto “Maternità e infanzia” inBangladeh, intitolato a Luca Fincatoe Anna Caenazzo.Le notizie vi arrivano sempre adistanza di tempo, ma, come poteteimmaginare, non possiamoimpiegare troppe risorse peraumentare i numeri del nostroperiodico.Vi presentiamo qui le lettere inviatedalla superiora, Suor Maria Anita, edalla Coordinatrice, Suor MariaPuspa.Le foto ci mostrano quanto siastato importante il nostrocontributo per la realizzazione dellanuova struttura che accoglie lepartorienti da numerosi villaggi.

St. Mary’s Catholic Mother and ChildCare CentreToomiliah, KaligonjGazipur-1720, Bangladesh

Agli amici dell’Associazione Erika

Cari Amici,innazitutto grazie per l’aiuto che avetefornito al nostro “Centro Cattolico di Curadella Madre e del Bambino”. Ora qui c’èun ospedale con sala operatoria. Lamamme in attesa e i neonati ricevonoun’assistenza completa prima e dopo ilparto. Se necessario vengono effettuatiparti chirurgici. La popolazione locale èveramente felice e grata dei servizi chericeve dall’ospedale. Anche noi, Sorelletutte, siamo grate a tutti voi.

Adesso nella nostra regione è il periodo dei Le suore mostrano orgogliose il primo nato con parto cesareo nellanuova struttura

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Maternità e infanzia

La dottoressa Suor Pronotti in azione con il nuovoecografo.

Il primo dei 18 bambini nati con parto cesareo nelnuovo centro (al 16/06/10)

Suor Olimpia visita un bambino nell’ambulatoriodella nuova costruzione.

Suor Lina alle prese con il microscopio nel nuovolaboratorio analisi.

Cari amici dell’Associazione Erika,

con riconoscenza desidero ringraziare tutti voi per la vostra gentiledonazione.Noi Sorelle dell’SMRA del Bangladesh gestiamo Ospedalispecialmente per la cura della salute delle mamme e dei bambini.Voi sapete che la nostra è una nazione povera, pertanto il nostromaggiore impegno è verso i poveri.Tutto il supporto che riceviamo, e quindi anche quello vostro, lousiamo per i poveri, specialmente mamme e bambini.I nostri centri di assistenza sanitaria si trovano principalmente neivillaggi dove vivono le persone più sfortunate.Anche un vostro piccolo contributo diventa un grosso aiuto per loroed essi ottengono medicine, cure e consulenza medica dal nostrocentro, dove ci sono nostri dottori ed infermieri.

Tutti i pazienti ci hanno fatto partecipi del loro sentimento di gioiaper poter confidare ad un dottore tutto quanto riguarda i loroproblemi.Come Suore Diocesane del posto noi non possiamo andareincontro a tutte le loro necessità, ma con il vostro aiuto noipossiamo salvare molte vite.Pertanto grazie ancora. Possa il Buon Dio benedire tutti voi. Noi viricordiamo nelle nostre preghiere.Speriamo che voi possiate continuare ad aiutarci con il vostroamorevole contributo.Con affetto e stima la Vostra nella fede della Madonna.Sorella Maria Anita SMRAMadre Superiora Generale Dhaka - Bangladesh 25 – 6 – 2010

NON PROVVEDERÒ A LORO, AI LOROEDUCATORI ED A TUTTI QUELLI CHE LISOSTENGONO?Ed allora andiamo avanti ripagati daisorrisi dei nostri ragazzi e dalla lorosemplicità! Belli nonostante la sofferenzasubita, pronti a fidarsi di noi nonostante ilpassato di abusi da parte degli adulti chedovevano aver cura di loro! I RAGAZZIDEL CHICCO MOSTRANO UNAGRANDE FEDE...NOI SIAMO CHIAMATIA FARE LO STESSO. AMANDO IL CRISTOCHE SI RIVELA NEI LORO OCCHI TUTTII GIORNI!

Vi abbracciamo tutti nell’abbraccio di lucedel Cristo, pieni del Suo amore per noi edel nostro per Lui, Lui che non delude mai,non conosce crisi e che ci chiama allagioia oltre alle apparenze della vita!Forse la “crisi” ci dice proprio questo: noncontinuare a cercare soluzioni in unvecchio sistema umano basatosull’arricchimento di pochi e la sofferenzadi tanti! CRISTO E’ L’UNICA VIA PER LA FELICITA’DELL’UOMO, NELLA FEDE IN LUI ILREGNO DEI CIELI E’ QUI!Con grande affetto per tutti voi21-09-10 Stefania

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Romania

LETTERA DI STEFANIA DE CESARE

Carissimi amici dell’associazione Erika,grazie per la vostra apertura verso ibisogni dei nostri ragazzi!Sono tempi difficili, il contesto socialerumeno mostra sempre meno interesse ecura verso i più deboli, e il governo tagliasalari e pensioni. Anche noi facciamofatica ad andare avanti. Pensavamo cheentrando in Europa la Romaniacambiasse e che le istituzioni iniziassero adare sostegno economico ai nostri ragazzi(come le case d’accoglienza private chesono convenzionate con lo stato), ma alcontrario iniziano a tagliare persino iminimi assegni per gli handicappati gravied a non assumere gli accompagnatoriper loro!Personalmente vedevo nell’entrata inEuropa la possibilità di vedere le nostrecase famiglia sempre più autonomerispetto alla beneficenza italiana, invecemi trovo in un contesto peggiore per iseguenti motivi: 1. la Romania è semprepiu’ in crisi economica, ma nel frattempola corruzione politica divora i fondieuropei (come abbiamo sperimentatosulla nostra pelle con i due progetti“phare” depredati dall’ente locale). 2. anche gli enti di solidarietà italiani nonvogliono piu’ sostenere i ragazzi del“Chicco” proprio perché ormai ragazzid’Europa! Un’Europa che non dona a lorola dignità di cittadini europei poiché nonverifica realmente la loro situazioneaffidando una marea di soldi agli entistatali corrotti. 3. gli stessi italiani,pensando alla crisi economica, si sentonomeno solidali con gli altri.Allora non vedo soluzioni terrene ma solola richiesta dall’alto di un ulteriore atto diFEDE ! Un Dio che mi dice: Di cosa tipreoccupi? NON SONO FORSE IO ILPADRE DEI RAGAZZI DEL CHICCO?

“LA CASA DEGLI ANGELI”

Così si chiama veramente. È unappartamento al piano terra cheStefania ha comprato nelle vicinanzedell’Ospedale Pediatrico “S. Maria”. Èun posto nel quale durante il giornovengono a stare bambini malati dicancro. Solo quelli che possono. Quelliche non sono in una cura dichemioterapia forte, quelli chepossono camminare e mangiare. Sonodei veri Angeli, da qui sono passatitantissimi bambini, le loro orme sonosulle pareti: disegni,collage, dipinti.Alcuni non torneranno più. Entro con il cuore tremante. I bambinisono intorno ad un tavolo grande edincollano figurine di carta. Altri

colorano, alcuni sono piccoli, forse tra i6-7 anni, altri sono un po’ più grandi,tra i 12-13 anni. Dei bei visi, alcunesignorine…Madalina, Iulia, Nicoleta.Sono silenziosi. Quando parlo con loro,sembra che si sveglino da un sogno,sorridono, parlano. Dopo un po’ i lorosguardi si perdono, si annebbiano,come se vedessero ciò che noi nonvediamo. Soprattutto Ionut. Credo cheabbia 8 anni. Il viso ed il corpo sonogonfi per il cortisone. Qualche mese faera un bambino perfettamentenormale. Ora sembra obeso ed il suosguardo sembra fisso su qualcosa,dietro di me. È assente. Cosa c’è Ionut?“Vieni!”, mi dice Stefania. Andiamo inun’altra camera. Non possiamo parlaredavanti a loro. Lì si trova Daniela, lacoordinatrice. Piange. Ha appenasaputo che una delle ragazze, Iulia,

andrà a casa. Non c’è più niente da fareper lei in ospedale. E Ionut? “Sidistacca, sta andando, va via pianopiano. È da mesi in ospedale. Un mesefa Ionut è stato testimone della mortedel suo migliore amico, Vladut, cheaveva 12 anni. È restato lì, al lettod’ospedale una notte intera, mentreVladut urlava dal dolore, in agonia. Nonha detto niente, ha solo guardato il vaie vieni di medici impotenti, delleinfermiere, senza dire una parola, senzapiangere, senza scappare, fino almattino, quando l’amichetto è morto.Da allora parla poco. I risultati dellesue analisi sono crollati. È caduto inuna depressione. Ionut andrà”. Danielapiange. Stefania osserva solo. È unascena che si è ripetuta tante volte! Ungiorno un bimbo è qui, gioca, disegna,

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L’Associazione “Il Chicco”

Qualche amica e qualche amicosono rimasti emozionati dallatestimonianza di Horia, il giornalistarumeno che aveva raccontato i tregiorni passati nelle case diaccoglienza di Stefania De Cesare edei suoi collaboratori.Nel numero precedente di ErikaNews avevamo pubblicato soltantola prima parte di questatestimonianza. La seconda parte cisembrava troppo “cruda”, troppodifficile da leggere per qualcuno.Nel preparare questo numero ci èsembrato giusto pubblicarla, perchèci permette di arrivare in quelleprofondità dell’animo che nondevono farci paura.Horia ci accompagna con passoleggero ad incontrare il dolore e lamorte, con la costante presenza diStefania.

continua alla pagina seguente

mangia, ma il giorno dopo vieni asapere che è andato. Rimangono solo iloro disegni alle pareti ed alcune foto.Stefania: “Qui c’è stato una ragazzino,Iliuta, aveva la leucemia. Mentre era inospedale a seguito della prima diagnosi,la sua mamma moriva a casa, di cancro.Il giorno del funerale di sua madre, suopadre è passato da lui in ospedale manon ha avuto il coraggio di dirglielo.Quando è tornato a casa, senza unaparola, ha capito. Non ha chiesto nullaal padre. Sapeva. È vissuto per metàanno e la malattia ha colpito la suavista. Era diventato cieco. Suo padreera un brav’uomo ma non sapevacome dimostrare il suo affetto. Noiandavamo da lui e gli dicevamo: “Iliutati ama”. Poi andavamo dal figlio e glidicevamo: “Papà ti ama”. Ho costruitoponti. Un giorno, suo padre è entratonella camera e per la prima volta l’hapreso tra le sue braccia, con le suemani di contadino che coltiva patate.Senza alcuna parola lo ha preso tra lebraccia. Il secondo giorno, con lamorfina, Iliuta ha iniziato a distaccarsi.Quell’abbraccio lo aveva liberato.Prima di andare definitivamente via hadetto che vedeva sua madre ed anchequalcun altro, Ovidiu. “Come capisciche è tua madre?”, gli ho chiesto. Lui hadetto solo questo: “Lo so”. Ho saputoche Ovidiu era un suo caro amico,altro adolescente che è morto inospedale.Nessuno conosce le cause per cui unbambino soffre di cancro. Quando siparla di bambini tutte le teoriecrollano. Alla “Casa degli Angeli” hocapito, però, che molti di loro hannovissuto traumi emozionali gravi. Spessosi tratta di abbandono, una perdita, unospavento. “Stefanut aveva 15 anni. Andòad una gita scolastica e quando tornò

sua madre era già stata sepolta. Agiugno non aveva niente, a luglio èandato via. Fulminante. È andato viaarrabbiato con se stesso, col padre,con Dio, con tutti”.Torniamo dai bambini che sono qui,così buoni, così riconoscenti, così belli.Non comprendo il complotto sottiledel destino, non comprendo perchédev’essere così, come è possibile chesia così e non ci possiamo fare niente?Ho fatto foto con il mio cuore, sapevodi non vederli più.Quella notte, prima di andare al miohotel, sono passato con Stefania,Daniela, con Carmen – le madri degliAngeli – all’ospedale dei bambini.Quando sono entrato nel corridoio, ibambini che avevo visto alla Casa degliAngeli e che nel frattempo eranoritornati all’ospedale, sono venutivicino a noi. Lì loro non erano piùAngeli, ma solo piccoli pazienti, persinei corridoi della sofferenza : Madalian,Iulia, Nicoleta, Ionut, Costel.Un episodio così come l’ho vissuto. Èsera. Sono di nuovo a Casa Barbara, trai ragazzi che sono passati per l’inferno.Porto, la pittrice, Ana, Maria,Lacramioara, Mircea…siamo in unapiccola bella sala. Giù c’è unmaterassino. I ragazzi sono disposti incerchio, seduti sul parquet, ed io sonotra loro. C’è anche mamma Stefi,mamma Carmen, Manuela, la ragazzasalvata dal lager che è riuscita adiventare studentessa. Diventeràfisioterapeuta e lavorerà con questibambini. Alcuni sono agitati, altri hannotimore, alcuni dicono parole senzasenso, altri fanno segni. Mircea vuoleancora essere accarezzato sullaguancia, Catalina vuole ancora esseretenuta in braccio. Al centro c’èAntoneta, psicologa. Sono curioso di

vedere cosa fa, in che modo, visto chequesti ragazzi reagiscono difficilmentealle parole. Alcuni non possonoproprio parlare.Si sente una musica lenta.All’improvviso, Antoneta tira fuori unfiore multicolore e sorride, è fatto diplastilina. “Buona sera”, dice ed il fioredalle mani di Antoneta passa a quelle diPorto, e lei lo guarda come fosse unessere vivente. “Ti voglio bene, Porto!Tu mi vuoi bene?”. La ragazza lo guardacon occhi luminosi e gli risponde:“Buona sera fiore, ti voglio bene fiore,ti voglio bene fioreeee…!”. Poi tendela mano verso di esso e lo accarezza. Ilfiore passa ad un’altra ragazza, poiall’altra, poi a Stefania, poi ad altreragazze. Alcuni non possono parlare,ma si esprimono come possono, consuoni, con gesti, con gemiti nonarticolati, dicono con tutto il corpo: “Tivoglio bene”, con lo sguardo, in modiche non avrei mai immaginato. Questiragazzi imparano a dire: “Ti vogliobene” letteralmente, ad esprimere ericevere amore, prima da un fiore diplastilina, poi dagli uomini. Un eserciziodi amore. Può sembrarvi semplice, puòsembrarvi ridicolo. Ma ci sono tra lorobambini che non sono stati mai toccatise non con violenza, che per tutta lavita non hanno fatto che difendersi,scappare, impietriti dalla paura di ognicosa attorno, perché ogni vicinanza diqualcuno significava dolore. Poi unfiore di plastilina è arrivato anche tra lemie mani e mi ha detto: “Ti vogliobene, Horia”. Il respiro si è fermato nelpetto ed appena ho potuto risponderecon la voce tremante:“Anch’io ti vogliobene, fiore”. Ascoltandomi, i bambinihanno gioito, perché ero uno straniero,uno sconosciuto che era entrato nelloro gioco, ed alcuni hanno battuto le

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La Casa degli Angeli

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La testimonianza di Horia

mani. Più tardi, da qualche parte, dalprofondo, si è fatto posto nella miamente il pensiero che forse ciò che hosentito lì con quei ragazzi, in quelmomento, è stato quell’amore di cuiho letto sui libri, incondizionato, diorigine divina, del quale non potevo

immaginare. Ho pensato che se c’èqualcosa a questo mondo che puòrimarginare le ferite di questi bambini,allora questo è l’amore.Quando ci siamo salutati, Stefania DeCesare aveva un gran sorriso, come labuona mamma della Moldavia. Sapeva

alcune cose, che se vuoi parlarne deviviverle. Non è abbastanza che ti sianoraccontate.Sono stato tre giorni tra gli Angeli.

Horia

Alcune considerazioni a seguito dellaprotesta messa in atto da un foltogruppo di genitori control’accanimento e lo spreco di pubblicherisorse perpetrato dall’Inps nelchiedere per l’ennesima volta copia deicertificati di invalidità. La finanziariagiustamente prevede controlli su scalanazionale per stanare i falsi invalidi mal’Inps, che ne ha la gestione, non usa gliarchivi già informatizzati e completidisponibili anche presso gli sportellipubblici delle Ulss di competenza, machiede al disabile di presentare incartaceo per l’ennesima volta quellastessa documentazione. Uffici epersonale della pubblicaamministrazione che in alcuni casianche per la 3° volta in pochi anniraccolgono ed archiviano sempre lestesse carte.Ben spesi i nostri soldi, vero?Il giorno 28 luglio eravamo una belladelegazione, ma la cosa più bella sonostati gli interventi dei genitori decisi edeterminati a far capire la nostrainsofferenza nei confronti dell’inutile edell’ovvio. Ai vertici padovani, chehanno gentilmente accolto edascoltato le nostre istanze affermandodi comprendere la nostra protesta,abbiamo allora chiesto di agirepraticamente semplicemente facendoun passaggio di dati tra uffici. Si è anchefatto notare che in questa zona d’Italiaalla disabilità intellettiva si concedono

in numero assolutamente minorei benefici economici che in altre regioniinvece si ottengono giustamente conpiù facilità e meno burocrazia. Larisposta è stata che non è in loropotere, come rappresentanti di unente che opera a livello nazionale,opporsi alle direttive centrali ancheperchè se è vero che qui tutto è inperfetto ordine non lo è altrettanto inaltre città d’Italia. Ma allora, visto chequi l’ordine c’è, attingere i datidirettamente alla fonte dove è tuttoarchiviato ed informatizzato? No, vero!Facciamo girare un po’ queste famigliee sprechiamo un po’ di carta!Le direttive si rispettano solo quandofa comodo. Nella scuola, dove io lavoro,fin da subito abbiamo osservato

UNA NOVITÀ IMPORTANTE

Sabato 3 luglio c’è stata l’inaugurazionedell’appartamento per il progetto diautonomia ad ADRIA “La Città Facile-Le Chiavi di Casa”, un progettoimportante in quanto segno che ildesiderio di autonomia non ha confini.Viene, infatti, attualmente condottodalla nostra associazione, maovviamente con personale residentein quell’area.La cerimonia è avvenuta alla presenzadelle Istituzioni locali, del Comune edell’Ulss 19, di esponenti politiciregionali e della Fondazione Cassa diRisparmio di Padova e Rovigo, che hafinanziato la ristrutturazionedell’appartamento. Un ringraziamentoforte al Comune di Adria che hacreduto al valore del progetto e hamesso a disposizione i locali nellafigura dell’Assessore al sociale,

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DOWN D.A.D.I.

Dagli amici dell’Ass. DOWND.A.D.I. abbiamo ricevuto questecomunicazioni, che pubblichiamovolentieri proprio perchècondividiamo pienamente l’azione diquesta Associazione.

quanto stabilito dalla Legge 13 del2009 nell’art. 7 bis “Riduzionedell’utilizzo di carta presso lePubbliche Amministrazioni”provvedendo in modo massiccioall’utilizzo di testi in formatoelettronico in alternativa alla stampacartacea. Invitiamo caldamente l’Inps afare altrettanto !Se secondo Tremonti il numero deifalsi invalidi deve portare alle cassedello stato un sacco di denaro, quida noi sicuramente la schiera delpersonale amministrativo e dirigentiInps sprecati per farlo ha solo unaltissimo costo!!Con la preghiera di diffondere questarichiesta di buon senso 31-07-10 Patrizia Tolot

La manifestazione di protesta a Padova

Federico Simoni, al presidente dell’Ulss19, Dott. Dal Ben, per il contributo perquanto riguarda il costo del personale. Ci spiace comunque notare che, afronte della volontà da parte delleistituzioni di iniziare percorsi adeguatialle esigenze non più solamenteassistenziali delle persone condisabilità, la risposta in termini dirisorse disponibili sarà per il 2010notevolmente minore. È statoannunciato in questi giorni un taglio di50 milioni di € nel sociale da partedella Regione Veneto. Riusciremo aresistere?07-07-10 Patrizia Tolot

IL PROGETTO “PER MATTIA”25-09-10Carissimi Amici e Sostenitoridell’Associazione Down Dadi,sono a chiedervi aiuto per la situazione incui è venuto a trovarsi Mattia P., un nostroragazzo down di 17 anni al quale, per unmisterioso e incomprensibile disegno, lavita ha tolto entrambi i genitori inpochissimi anni.È rimasto solo con la sorella di appena 22anni, al momento intenzionata a tenere inpiedi ciò che resta di questo nucleofamiliare, ma allo stesso tempo al centrodi mille e diversi consigli e pressioni suquella che, a detta di ciascuno, è la stradapiù giusta.

Noi associazione, che abbiamo seguito dasempre il percorso di Mattia, vogliamotenere fede alle speranze e progetti chequella mamma e quel papà avevanofortemente voluto per quel figlio cosìspeciale, raccomandandosi fino all’ultimoche non dovesse finire tutto solo in una diquelle tristi strutture definitive.Per ottemperare a ciò abbiamo costruitoun progetto per Mattia per i momenti delgiorno scoperti, con personale nostro edattualmente tutto a nostro carico. L’Ulss16 interverrà con un contributo dellaLegge 162, ma coprendo solo 1/3 circadel totale ammontare.Ecco lo scopo di questa lettera:chiedere a quante più personepossibile di aiutarci a sostenere lapermanenza di Mattia nella suacasa contribuendo se lo desideratead una raccolta fondi a sostegnodel progetto.Vi allego le coordinate bancarie del contodove potrete effettuare bonifico(specificando “aiuto Mattia”) o sepreferite anche versare direttamente lavostra offerta, ma solo a personaledell’Associazione che voi conoscete.Non so se sia un caso… avete maiconosciuto Mattia? Per noi tutti è ilragazzo down più dolce e tenero cheabbiamo. Chi lo sa? Sarà questo ildisegno? Lasciarci quaggiù un teneroangelo per mettere alla prova la nostracapacità di amare.Un Caro Saluto a Tutti Patrizia Tolot Il Direttivo dell’Associazione DownDadiL’Equipe degli operatoribanca padovana di creditocooperativo codice iban IT 28 U 0842912100 000000AC3405codice BIC PDCCIT2P

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Comunicazioni importanti

Un momento di festa dell’Asssociazione

L’AFRICA CHE C’É

L’Africa mi è sempre ispiratrice dipensieri, di sogni e di voglia di vivere. Ho accolto con entusiasmo l’idea discrivere due righe per testimoniareuna realtà lontana, una realtà che maiavrei pensato diventasse LA MIA CASA.Scrivo con l’incoscienza di chi accoglieun’opportunità senza sapere troppoche cosa comporti e in che cosaconsista, però mi attira perchél’AFRICA C’ERA, L’AFRICA C’E’ ed èuna terra che ha molto da OFFRIRE:mi ha donato uno stile di vita semplice,

facendomi incontrare gente povera,povera davvero ... ma sorridente;insieme a loro ho tanto camminatolungo quelle strade africane, unaimpresa più o meno grande a secondadelle due stagioni esistenti: secca opiovosa. L’ AFRICA è un dono che affascina, peri suoi ritmi così diversi dai nostri, per isuoi colori così VIVI di una naturaancora non contaminata, per i suoiodori, per gli sguardi del VOLTO dellasua gente, per gli OCCHIONIINNOCENTI dei Bambini.L’AFRICA è una terra che affascinaperché l’Amore e la Vita, nonostante lemille avversità, trionfano e dove il clima

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La parola all’anziano

Abbiamo conosciuto Suor AdrianaPrevedello alcuni anni fa e perqualche tempo siamo anche riuscitia fornire qualche sostegno per lesue opere in Kenya.Di lei, come figura esemplare dimissionaria, impegnata tra i piùpoveri dell’Africa, aveva scrittoanche l’amica Franca Zambonini inFamiglia Cristiana.Ora Suor Adriana è in Italia. La suaetà e gli acciacchi, dovuti anche aglisforzi compiuti in terra di missione,la costringono a una vita ben diversada quella di un tempo.Ma non si perde a leccarsi le ferite.Il suo spirito missionario continua amanifestarlo anche qui.Nella sua ultima lettera ci ringraziaper l’Erika News, che continua aricevere, ed esordisce con unproverbio africano:“Se il cacciatore non può piùandare a caccia,non gli sarà mai però impedito diraccontare le sue prodezze!”Ci sembra giusto, quindi, dare laparola a questa “cacciatrice dispiritualità e religiosità” che haspeso una vita in Africa.

Suor Adriana, qualche tempo fa, tra i suoi amici in Kenya

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Suor Adriana Prevedello

L’Africa che c’è

che si respira ti fa sentire a casaattraverso autentiche relazioni che tifanno entrare in profondità dentro lastoria e la cultura di tribù.accogliendone oltre alla loro bellezza,anche le contraddizioni e le incoerenzea cui penserà l’annuncio evangelicotrasformarle. CI SI INNAMORA DELL’AFRICA! Ti offre “qualcosa” anche per unacrescita personale e spirituale eumana”. Ho imparato in Africa ad avereil senso dell’ATTESA come puredell’ETERNO, perché il tempo esiste infunzione della persona. Ogni mattino, quando ancora le collinee le valli, i sentieri e le strade sonovelati dell’umidità della lunga notteafricana, contempli il sole che sorge epensi a tanti volti che incontrerai, atante persone che con fiducia e pacesapranno attendere gente che sasoffrire con la dignità di chi da sempreconvive con una qualità di vita che èregolarmente esposta ai rischi di unacostante vulnerabilità. L’AFRICA è una terra, che ha molto daRACCONTARE: a chi si pone inascolto con cuore libero e disposto adaccogliere un mondo diverso, che tiparla non tanto con parole. ma con ilgesto di chi ti saluta, di chi vedi semprein cammino, di chi a ritmi di danza econ il tam tam della foresta ti esprimela gioia della vita.

Suor Adriana

Cara Suor Adriana un grazie dicuore da tutti noi.

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ASEMMozambico

Sin dal 1999 la nostra Associazionesostiene le attività dell’ASEM inMozambico.Abbiamo pensato di poter dare uncontributo anche all’ultima iniziativache viene qui presentata, non soloper quanto potrà dare ai bambinimozambicani, ma anche per il valoreculturale che viene offerto aibambini italiani e alle loro famiglie.

OBIETTIVI:Far conoscere la realtà socio-culturaledel Mozambico con le sue difficoltàdovute alla storia recente, con le suediversità culturali, con i drammi sociali ele risposte che si riscontrano nellasocietà stessa.Diffondere una cultura della solidarietàche tenga conto di nuovi modelli dicooperazione nel rispetto di cultura etradizioni locali e nella partecipazioneattiva della realtà localenell’individuazione di interventi duraturiche siano a favore di uno sviluppoarmonioso (che non segua parametrioccidentali).Diffondere una cultura dell’informazionee della comunicazione che è uno deglielementi fondamentali per avere lapossibilità di essere protagonisti dellapropria vita e di partecipazione sociale.In un mondo dove la parte dominantedella comunicazione è delegata alleimmagini, la fotografia diventa unostrumento importante di partecipazionee visibilità, occasione di autocoscienza, ditrasmissione di realtà lontane ediffusione di valori. In particolare ildialogo fra gli uomini è fondamento dipace, sviluppo, diffusione della cultura;realizzare una raccolta di risorse chepotranno essere supporto economico ai

progetti di ASEM con i bambini, inMozambico.

PRESENTAZIONE DI ROLANDMEIGERoland Meige è un viaggiatore svizzero,della regione di Ginevra. Dopo gli studi alla Scuola delle Belle Artidi Ginevra e degli stage in Svizzera, Italia,in Grecia e negli Stati Uniti, Roland Meigesi occupa simultaneamente d’architettura,di viaggi e di fotografia dagli anni 1970 al2000. Delle attività di consulenza in Paesiin via di sviluppo, lo conducono spesso inAfrica, dove ha conosciuto una ventina diPaesi, portando uno sguardo attento allacomplessità di questo vasto continente.Negli anni 80 consegue diversi premi coni suoi fotoreportage, ed è per due voltemembro della giuria nel Festival del Filmdi Trento. Dal 1990 al 2000 è fotografoaffiliato dell’agenzia d’immagineLightmotif di Ginevra, Svizzera. Da allora,si dedica interamente alla fotografia,

esprimendosi in diversi campidell’immagine fissa. La fotografia acarattere umanistico è uno degli ambitiche privilegia; i suoi lavori sono statistampati in diverse riprese e contesti.Espone regolarmente i suoi lavori e sidedica anche alla scrittura, con diverseopere in preparazione.

ATTIVITA’:Roland Meige ci ha messo a disposizioneil reportage fotografico realizzato aVilankulos, Mozambico (nell’anno 2009),che è costituito da foto a colori e da untesto, elaborato in collaborazione conASEM Italia, destinato a bambini e ragazzidai 5 ai 17 anni. Il reportage racconta la giornata tipica diuna bambina che frequenta la scuolamaterna di ASEM a Vilankulos, mettendoin evidenza l’importanza dell’istruzionecome base per un possibile sviluppodell’Africa: pone altresì spunti diriflessione su temi quali l’acqua potabile,

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il disboscamento e l’uso della legna nellepopolazioni rurali, la salute, il clima,l’importanza della rete sociale, ipro/contro del vivere in “comunità”, iprogetti di sviluppo dei Paesi occidentali.I° attività: realizzazione di un libro Grazie al contributo di alcuni donatori,abbiamo potuto procedere con la fase distampa del libro che è uscito alla fine diottobre 2010. Il libro è destinato abambini e ragazzi, a scuole e famiglie, indue versioni: italiano/inglese efrancese/portoghese. Il volume contiene 48 pagine formato29,7x21 con alta qualità di stampa ecopertina cartonata.II° attività: realizzazione di unaudiolibro (in italiano)La versione su CD prevede la vocenarrante dell’attrice Daniela Poggi, cheper l’occasione presta il suo talentoconoscendo le finalità umanitarie e ilmodus operandi di ASEM. Con lei, hannolavorato all’audiolibro il regista SilvioPeroni, Massimo De Lorenzi e GiovannaFamulari per le musiche.Questa versione viene proposta inallegato al libro per una maggiorcopertura dei gusti del pubblico infantilee per arricchirlo attraversol’interpretazione della famosa attrice. Libro e audiolibro saranno propostitramite i nostri volontari o la sededell’associazione o in occasione di eventipubblici, con una offerta minima di 20euro (libro senza audiolibro 15 euro).Il costo vivo della realizzazione è stato inparte coperto da contributi ricevuti, inparte verrà coperto con le offertederivanti dalla proposta del libro.Contattateci per averlo!III° attività: lavoro nelle scuoleIl libro sarà innanzitutto uno strumentoimportante per organizzare degli incontricon bambini e ragazzi delle scuole

elementari e medie, cominciando con larete di scuole già sostenitrici di ASEM econ le quali ASEM ha già iniziato da anniun percorso di sensibilizzazione sullacondizione dei bambini in Mozambico.Si propone l’utilizzo di una versione conle foto in pdf che permetta di fare unaincontro partecipato, e la proposta di“schede guida”, elaborate con lacollaborazione di alcune insegnanti (discuola elementare e media) che, dopouna prima presentazione da parte diASEM alle classi, intendono essere unostrumento proposto alle insegnanti perfavorire l’approfondimento el’interiorizzazione di alcune riflessioniche possono scaturire dal libro, tanto daltesto quanto dalle immagini.Gli incontri sono iniziati a novembre e viinvitiamo a contattarci qualora possiatecollaborare alla conduzione degli incontristessi o voleste proporlo a qualchescuola.IV° attività: incontri pubbliciIl libro sarà uno strumento importanteanche per l’organizzazione di incontri

con nostri sostenitori, e creeràl’occasione per comunicare unaggiornamento sull’andamento delleattività di ASEM in loco. Questi incontri,come sempre, saranno organizzati daivolontari di ASEM Italia e prevedranno lapartecipazione di Barbara Hofmann(fondatrice), Roland Meige (fotografo),dell’attrice Daniela Poggi e deicollaboratori all’audiolibro, nonché deglienti che vorranno dare supporto allapresente iniziativa. Gli incontri pubblici saranno organizzatitra marzo e giugno 2011. Vi preghiamo di consultareperiodicamente il sitowww.asemitalia.org o di comunicarci ilvostro indirizzo e-mail per esserneinformati.29-10-10 Chiara Di Lenna

Progetto “Menia va a scuola”

ASEM Italia OnlusVia Gemona 8 - 35142 PadovaTel 0498805966 - Cell. 3282516718C.F. 05884841007www.asemitalia.org [email protected]

Roland Meige con un amico

scopi sessuali, è un lavoro durissimo. Unastima riporta che una ragazza su treporta avanti i percorsi di recupero: unastima bassa. Ma non è così nei centri chegestiamo noi: circa il 70% delle ragazzeprosegue e porta a termine i percorsi di

recupero e reinserimento nella comunità.Tutto questo grazie a chi come gli amicidell’Associazione ERIKA - Onluscontinuano a sostenerci. Unringraziamento da parte mia e di tuttaECPAT”

Marco Scarpati

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ECPAT in Laos

A distanza di qualche anno siamoriusciti a rinnovare il nostro sostegnoalle attività di ECPAT ITALIA a favoredi un centro per minori vittime dellosfruttamento sessuale in Laos.Avevamo messo da parte le offertepervenute da alcuni amici per questamotivazione e ora abbiamo potutoinviare un bonifico di 2000 €.I nostri precedenti interventi eranodestinati ad AFESIP, con Somaly Mam,sempre attraverso ECPAT.Ora Somaly si è resa indipendente conla sua organizzazione ed ECPATcontinua ad operare nel SudestAsiatico, in particolare con un progettoin Laos.Così ci spiegava il cambiamento ECPATnel 2007:“Lavorando con il sostegno di Somaly,insieme ai nostri colleghi di AFESIP,abbiamo conseguito degli ottimi risultati. I centri esistenti funzionano a pienoregime. Ora possono dirsi completi edautosufficienti. Gestiscono senza difficoltàun numero sempre maggiore di bambinein via di recupero dalla vita cui eranocostrette dagli sfruttatori. È quindi ovvio e naturale che la nostraattenzione si rivolga altrove, nei luoghidove c’è bisogno di sostegno efinanziamento per farli funzionare. Per lasuddetta ragione, ECPAT-Italia, da luglio2007 ha intrapreso le stesse attività in unaltro Paese del Sudest Asiatico, il Laos. Inquella occasione comunicammo a tutti isostenitori di AFESIP Cambogia, se eranod’accordo nel proseguimento del sostegnosu un altro paese...”Ecco quello che ci ha scritto ilPresidente di ECPAT ITALIA, MarcoScarpati:“Il recupero delle minori che sono statecostrette a prostituirsi nei bordelli o lungole strade, trafficate da un paese all’altro a

Attività di laboratorio nel Centro ECPAT in Laos

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Mercoledì 2 giugno, al Parco degli Alpinidi Montà, si è svolta la manifestazione“Anna’s”, festa dell’amicizia e dell’allegriadedicata ad Anna Caenazzo.Il 22 giugno 2002 Anna, 15 anni,partecipò ad una gita in montagna, chedivenne incubo per molti e tomba perlei. Da allora sono passati 8 anni e il suoricordo resta vivo in molti di coloro chel’hanno conosciuta, un ricordo che si ètrasformato in un’occasione di incontro,di buona musica e di vicinanze affettive,grazie alla determinazione e all’impegnodi Alessandra Cavaletti, sua amica, allacollaborazione degli amici scout delPadova 1 e al sostegno di moltepersone, che le hanno voluto bene eche continuano a portarla nel lorocuore.L’allegria, la musica, l’amore per l’arte eduna innata predisposizione allasolidarietà sono stati elementi chehanno riempito la breve vita di Anna eche Alessandra ha voluto riproporrecon questa festa che prevedeva lapartecipazione di 5 gruppi musicali, uno

spettacolo di cabaret, la partecipazionedell’Associazione Erika,dell’Associazione Familiari e Vittimedella Strada e dell’AssociazioneMancikalalu.Tutte le difficoltà organizzative e lefatiche dell’allestimento sono statesuperate brillantemente, ma… il meteoha giocato un brutto scherzo. Al mattino del 2 giugno c’era un belsole, incoraggiante, che ha benriscaldato chi montava i gazebo; alle 15il parco era pieno di gente che sigustava il caldo tanto atteso, alle 16,quando le associazioni avevanopreparato le loro proposte ed era stataallestita una mostra dei disegni delconcorso “Oltre la morte, per la vita”,improvvisamente una prima raffica divento freddo ha fatto volare il materiale.Altre raffiche sono seguite,accompagnate da un cielo minacciosoche prometteva tempesta. Cosa fare?Parola d‘ordine: tutti attaccati ai pali deigazebo, per non volare via.Tanti sguardi al cielo per cercare di

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Anna’s

capire cosa sarebbe successo, opinionidivergenti: verrà la grandine, a Trevisodiluvia, a Venezia sta venendo giù il cielo,adesso arriva qui, no, il vento porta viale nuvole, vanno di là, rinviamo,chiederemo un’altra giornata… Un’oradi tensione, poi il vento è cessato, lenuvole nere-nere sono andate altrove, siè visto un bel tramonto sui colli e… ilprimo gruppo musicale ha iniziato asuonare. Bene. Con grandepartecipazione dei presenti. E la festa ècontinuata fino a sera.Molto apprezzate le torte di ricotta“Jessica” fatte dal papà fornaio delladodicenne morta a fine aprile per unaneurisma cerebrale: il ricavato saràdevoluto per la costruzione di unascuola in Zambia, a lei intitolata.Alessandra, emozionantissima haparlato dal palco per manifestare a tuttiil suo desiderio di condividere il ricordodi Anna. Gli amici scout l’hanno volutaricordare leggendo un brano scritto dalei in uno degli ultimi temi:“Le cose più belle del campo scout

sono il camminare e il parlare; dettocosì sembra una cosa strana ma è laverità. L’unica attività che si può farecamminando è parlare e dovendocamminare per la maggior parte dellagiornata ci si trova a parlare dei piùsvariati argomenti e si impara aconoscersi meglio e ad osservare lacose da più punti di vista. È poi belloperché si divide tutto: si divide il pesodel cibo e delle tende nei vari zaini, sidivide un’esperienza magnifica con degliamici, si dividono i piaceri della natura:l’alba, il tramonto, il piacere dell’ombradegli alberi, quando verso mezzogiornoil sole è bello caldo.”Ecco, questa è Anna. Il messaggio che ciha lasciato: condivisione, sentirsipartecipi di un comune destino umano,dove ognuno mette quello che ha enello scambio aumenta la sua ricchezzainteriore e la sua capacità d’amare.

Rossella e Andrea

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Una festa per Anna

Tutto era pronto per la festa, poi, “tutti attaccati ai gazebo”.

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In cammino con Jessica

Il ricavato della festa dedicata ad Anna è stato devoluto alProgetto “Una scuola in Africa, nel nome di Jessica”.Jessica Simionato è nata il 26 aprile 1998 ed è morta il 30aprile 2010, a causa di un aneurisma cerebrale: mentre era ascuola, si è sentita male all’improvviso e nonostante iltempestivo soccorso, l’intervento chirurgico e la rianimazionela sua breve vita si è fermata, qui sulla terra.Il desiderio di mamma Paola e papà Paolo che Jessica continuia vivere si è subito concretizzato nella generosa e coraggiosadecisione di donare i suoi organi. Sei bambini hanno ricevutouna nuova possibilità di vita.Inoltre, con l’aiuto della Comunità Parrocchiale dell’Arcella,hanno dato forma al Progetto “Una scuola in Africa, nel nomedi Jessica”, che offrirà ad oltre 840 bambini e ragazzi diSolwezi (Zambia) la possibilità di tornare a frequentare laloro scuola, distrutta da un incendio.I primi ad impegnarsi economicamente nel progetto sonostati proprio loro.Papà Paolo e mamma Paola, fornai di un frequentatissimopanificio dell’Arcella, hanno deciso di devolvere l’interoincasso del giorno 30 (giorno in cui è morta Jessica) di ognimese per la realizzazione del Progetto.La Comunità dell’Arcella ha aderito con partecipazione,affetto e commozione.

Rossella Ponchia

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Ecco la lettera di Don LorenzoCamporese, responsabile dellamissione.

Gentile Ass. Erika Montero – Maggio 2010

Ringrazio di cuore, facendomi voce deibambini boliviani che avete aiutato, nelricordo di Lorenzo Mutinelli. La prof.Graziella, sua madre, con fede ha volutoricordare così suo figlio, trasformando incarità cristiana il dolore per la perdita diLorenzo.Il vostro aiuto servirà per far funzionareuna scuola per i bambini più poveri equasi anafalbeti, a cui la scuola pubblicanon è in grado di dare sufficienteistruzione ed educazione. Il signore vi ricompensi del bene che fate.

Don Lorenzo Camporese

MONTERO-BOLIVIA, OTTOBREMISSIONARIO 2009/2010

Cari Amici, nuovamente ho il piacere di

indirizzarvi queste righe per mettervi al

corrente degli ultimi sviluppi delle nostre

opere sociali missionarie.

Durante quest’anno, abbiamo continuato

nelle attività in favore dei due Refettori

Popolari, della Scuola Materna e del

Nido, dei 10 laboratori, fondamentali per

permettere alle donne indipendenza

economica ed emancipazione, delle

attività di appoggio scolastico per gli

alunni più deboli, del servizio della Borse

di Studio per 600 ragazzi/e,

dell’assistenza medica e alimentare per

tutti i nostri assistiti; abbiamo inoltre

costruito e reso attivo un Panificio

Sociale al quale accedono centinaia di

bambini dei quartieri periferici de La

Floresta e di Pampa de la Madre, ma

anche i tanti ragazzi di strada.

Ha pure trovato realizzo l’impianto di

una “vacca meccanica”, apparecchio

termo meccanico che produce grandi

quantità di latte di soia, alimento molto

ricco in proteine vegetali, risorsa

fondamentale per i tanti ragazzi e le

loro famiglie. Evidentemente tutte queste

iniziative esigono uno sforzo economico

non indifferente. Infatti non basta creare

nuove strutture, bisogna anche

mantenerle! Noi confidiamo nella Divina

Provvidenza, ma anche nella vostra

costante e preziosa generosità.

Un nostro bambino, di fronte al pezzo di

pane, pur avendo molta fame, non l’ha

mangiato subito, ma lo ha stretto fra le

mani per ore, come per proteggerlo,

come per non perderlo.

Franca Peschitz Cereser

ASSOCIAZIONE MISSIONARIA “LA FLORESTA” ONLUSVia P. Selvatico, 28/A 35132 PD Tel. 049-613620

Bolivia: Associazione“La Floresta”

Da poco tempo abbiamo iniziato lanostra collaborazione con l’Ass. LaFloresta, che opera a Montero, inBolivia. E’ stata l’amica Graziella Lanza apresentarci la causa della Comunitàche ha visitato e che ha scopertoessere bisognosa del nostrosostegno per la realizzazione diimportanti opere a favoredell’infanzia.Abbiamo effettuato un primointervento in memoria di LorenzoMutinelli, il figlio di Graziella,deceduto a causa di un incidentestradale.Cercheremo di essere vicini aquesta realtà, che la Presidentedell’Associazione, Franca PeschitzCereser, ci ha presentato.

Aveva solo 33 anni, era arrivato inBrasile da appena un anno. Mi chiedoquanta rabbia dovesse scoppiargli incorpo, per firmare la sua condanna amorte in cosí poco tempo...Missionario Comboniano, EzechieleRamin fu ucciso nel 1985, in Rondonia. La febbre della colonizzazione dellaterra era altissima: fazendeiros violentie molta gente povera in cerca di futuro. Un’immensa frontiera di “progresso”,dove si lottava per conquistare palmo apalmo terra nuova da possedere. Ezechiele scelse la parte dei poveri, econ loro rimase fino al sangue. Oggi, a venticinque anni di distanza, isuoi confratelli comboniani in Brasile gliscrivono una lettera:

Ezechiele, cos’é la resurrezione?Svelacelo, martire della terra: comepossiamo ancora credere nella vitaquando continuano violazioni cosíevindenti dei diritti della gente?Ricordiamo la tua passione per la causadei popoli indigeni. Ma ancor oggi piúdel 50% delle loro terre non éidentificata e registrata: alla mercé dichiunque voglia invaderla perimpossessarsene.Tu hai dato la vita perché tutti avesseroun pezzetto di terra, ma ancor oggi ilBrasile é campione mondiale per laconcentrazione della terra. Nelprossimo settembre la chiesa e moltimovimenti in Brasile cominceranno unagrande campagna per porre un limitealla proprietá privata. Sappiamo che,dall’alto, tu ci starai appoggiando!Risuonano ancora le tue parole: “Sentospesso un grande desiderio di piangere,al vedere kilometri e kilometri distaccionate col filo spinato proteggendole grandi proprietá...”Come non piangere ancor oggi, quandoin Brasile sta per essere approvata unagrave riforma del Codice Forestale,

minacciando nuove riduzioni dellaforesta e delle aree di preservazionepermanente?!Ogni giorno di piú la vita é minacciatadall’illusione della crescita e delprogresso. Ma questo progresso succhiarisorse e fertilitá dalle vene apertedell’America Latina...Nella tua Rondônia, l’anno scorso,quattromila persone si sonoinginocchiate durante l’incontro delleComunitá di Base. Hanno chiesto perdono per gli enormiimpianti idroelettrici e le dighe nel RioMadeira: allagamenti, devastazione esfollamento di intere comunitá... soloper servire la sete di energia dellegrandi multinazionali! Possiamo ancoracredere, Lele, che Davide sconfiggeráGolia?Una tua sorella di sangue, suor Dorothy,é stata uccisa nel 2005 in Pará per glistessi conflitti. I suoi assassini sonoancora in libertá... Dov’é il poterepubblico, che dovrebbe difendere inostri diritti? Dov’é la chiesa dellaliberazione, per la quale hai donatotutta una vita? Come e quando questachiesa riconosce ed imita i suoi martiri?Sono scomparsi, i martiri; oggi la misuradelle fede non sembra essere piú lacroce della persecuzione, mal’approvazione di massa dei grandishowmen religiosi, miracoli ambulantiche giocano con i sentimenti popolari,offrendo in piazza o nel tempio ilgrande spettacolo della religione...Gli stessi movimenti sociali, con cui tuhai lavorato tanto, oggi spessosembrano intrappolati da logiche dicontrollo e distribuzione del potere.Creare PrimaveraNel mezzo di tute questecontraddizioni e fallimenti, tu ripetevispesso che “stare tra i poveri é comecreare primavera”. Crediamo in questaprimavera, padre!

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Brasile

Ci è giunto da Padre Dario,Comboniano, un invito a guardare alBrasile con una prospettiva diversada quella che ci propone latelevisione.Si fa un gran parlare di Lula e delsuo successore, Dilma Rousset, e siguarda con ammirazione al tasso disviluppo di quel Paese, soprattuttose lo si confronta con quello delNostro.Ebbene, secondo quanto ci dicePadre Dario e ci dicono i suoiconfratelli comboniani in Brasile, larealtà di questo frenetico sviluppo èben diversa da quella che noipossiamo immaginare.Le parole di Padre Ezechiele Ramin,riportate nella lettera dei suoiconfratelli, sono dei pilastri su cui sifonda ancora oggi l’opera deiComboniani in quel Paese.

Ezechiele

Sentiamo che la vita palpita nelle venedi questa gente, malgrado le minacceche aleggiano su di loro. Ci stupisce ogni giorno la resistenza ela dedizione delle donne, leaders dicomunitá: é da loro che tu hai imparato!La tua passione non é stata invano: oggigli occhi della gente si illuminanoquando si parla di padre Ezequiel o diIrmã Dorothy! Luci distanti, ma perenni;stelle fisse all’orizzonte. Sí: la nostra gente ha ancora orizzonti,malgrado tutto.Alcuni hanno perso il sogno, si vedonoobbligati a vivere giorno dopo giorno.Ma altri, al loro fianco, guardano ancoralontano, lottano per un cambiamento,credono nell’onestá, si donano fino allafine.Non immagini, Ezechiele, quanto siaimportante per loro il tuo esempio e lavita di molti altri che lottano giorno pergiorno!Le tue parole fecondano la vita di moltigiovani: “Ho la passione di chi insegueun sogno. Questa parola ha un’intensitátale che, quando l’accolgo nel mioanimo, sento che una liberazionesanguina dentro di me”.La chiesa che tu sognavi e per la qualehai lavorato é ancora in costruzione:dipende da noi darle un sapore diVangelo.Tu commentavi: “É un nuovo modod’essere chiesa. Avanzo in questa logica.Le attivitá sono legate al sociale, ad unatrasformazione concreta. Il ruolo principale é dei laici. Loro sonola chiesa. Si interessano di tutto. Il lavoro é di unione: insieme cerchiamovie d’uscita per i molti problemiintrecciati tra loro: terra, popoli indigeni,sanitá pubblica, analfabetismo...”“I miei occhi si sforzano con difficoltánel riconoscere la storia di Dio qui. La croce é la solidarietá di Dio nelcammino e nel dolore delle persone.

L’amore di Dio é piú forte della morte. La vita é bella e sono felice di donarla! ”É questa la ressurrezione, padre Lele:donarsi con gioia, perché questa genteviva! Anche tu continui a vivere, martire dellaterra e del sogno di Dio.

Che questa vita si trasmetta,appassionata, ai molti discepoli di Gesúdi Nazareth, che vogliono ancora creareprimavera!

Missione é:http://padredario.blogspot.com/

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Un ricordo diEzechiele Ramin

Foto by Veronica Hinterwipflinger

Fundatia “CASA FAMIGLIA MADRECOLOMBA”Sediu: Str. Pintea Viteazu 33/AActivitate: Str. Mihai Viteazu 67Sighetu-Marmatiei, Maramure,ROMÂNIATel. 0262/311438 - 311088 Fax. 0262/311088 C. F. 10588464 25-10-10Al Signor Isidoro Rossetto e ai membridell’Associazione ErikaCarissimi fratelli,ho ricevuto la vostra generosa offerta.Sono sempre più sorpresa ed emozionatadavanti alla Provvidenza Divina e allacarità amorosa dei fratelli. Era molto che non entrava niente,pertanto non andavo a controllare il conto.Solo la settimana scorsa mi sono accortadella sorpresa. Non so come esprimere ilnostro grazie, solo il Signore puòricompensare tanta generosità. Per questoinnalziamo la nostra preghiera ogni giornoper i nostri benefattori, sia vivi che defunti.Come possiamo dimenticare i nostricarissimi Piergiorgio e don Emilio? Sonopersone che ci mancano molto, ma dalRegno Eterno siamo certe che non cidimenticano. Avevo preparato uno scritto che allego permettervi al corrente sull’andamento dellaFondazione. Poi, unisco anche la relazioneche abbiamo presentata al Convegno

promosso dalla Caritas e dal CentroMissionario della Diocesi di Mantova il 2ottobre 2010. Speriamo che questorisvegli il fuoco che aveva acceso donEmilio per la nostra opera perché ora, conla crisi, è molto difficile andare avanti. Madobbiamo aver fiducia, sicuri che il Padredei poveri provvederà ai suoi figli prediletti. Ancora un grazie a te e a tutti i membridell’Associazione Erika. A tutti un fraterno abbraccio.

Suor Bianca Santori, comunità, ragazze ebambini.

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Romania

A Suor Bianca Santori abbiamochiesto di darci un quadro socialedella città dove opera, anche percomprendere le ragioni della forteemigrazione che vediamo dallaRomania all’Italia.Crediamo che la sua voce possaaiutarci a comprendere certifenomeni e possa invitarci ad offrirela nostra collaborazione per larealizzazione delle attività che SuorBianca e i suoi collaboratoriportano avanti da 16 anni.

Casa “Madre Colomba”

Sono Suor Bianca Santori Neria, delleSuore Benedettine di Carità. Non sono in grado di fornireinformazioni economiche, tanto menopolitiche sulla Romania, pertanto milimito a parlare sulla città di SighetuMarmatiei, dove da sedici anni viviamo eoperiamo. Sighet, conta 41.300 abitanti.La natalità è in continua diminuzione: -nati 1.038, -deceduti 576, -l’incremento naturale è di 462=1,1%. Alla grande miseria di sedici anni fa,c’era stata una notevole ripresa. Non sivedevano più le lunghe file davanti ainegozi di generi alimentari, in modoparticolare davanti alle farmacie, perchéun giorno o due alla settimana lemedicine erano gratuite, ma le ricetteerano ad un numero limitato: c’era ilrischio che dopo ore di fila si restavasenza medicine. Le visite mediche eranogratuite, cosi pure le medicine, tutto eranel limite della normalità.Ora la situazione continua a caderesempre più in basso, la crisi è risentita

in tutti i settori: agli statali è statotagliato lo stipendio del 25 %. Lostipendio si aggira sui 150 euro mensili,mentre i generi alimentari di primanecessità aumentano di prezzo. Leprestazioni mediche e le medicine nonsono più gratuite, neppure per quelliche versano i contributi, così pureall’ospedale, per essere curati si devonocomprare le medicine. È un verodisastro. Nella famiglia è sempre più grande ildisagio. Una statistica fatta nella nostraregione conta che 2.100 bambini sonosotto la protezione dei minori, ossianegli orfanotrofi. Qui a Sighet abbiamo un orfanotrofiocon 77 bambini e sono in aumento, cisono 17 case di tipo famigliare, 14 dellostato e 4 di fondazioni private. Semprea motivo della crisi, gli assistenti socialisono impegnati a ricercare le famigliedei bambini abbandonati alla nascita, perreintegrarli nelle famiglie mai viste econosciute, con genitori alcolizzati, incase miserabili. È un vero trauma perquesti ragazzi.

Ci sono poi bambini in affido, anche aqueste famiglie è stato tagliato ilsussidio e non avendo altre risorse permantenerli, li riportano negliorfanotrofi. Poi c’è il problema dei ragazzi cheescono dall’orfanotrofio per limited’età, senza casa né lavoro, abbandonatia loro stessi. Ora Padre Filippo si staoccupando di loro per dargli unasistemazione.Attualmente, ci confrontiamo conquelli che vengono chiamati “i nuoviorfani”, cioé i figli degli emigrati. Solo aSighet, dai dati ufficiali, ci sono 500bambini che hanno entrambi i genitoriall’estero e vivono con i nonniimpotenti, zii, vicini di casa, che nell’etàdell’adolescenza non riescono più agestirli perché non hannol’autorevolezza dei genitori;in più avendo i soldi a disposizione chegli mandano i genitori cadono nell’alcol,droga, prostituzione, permettendosiogni tipo di divertimento e tendono adabbandonare la scuola. Senza poicontare quelli che hanno un genitoreall’estero, nella maggior parte dei casi,quelle che partono sono le mamme,perché richieste come badanti. Si puòimmaginare il destino della famigliaquando non c’è più la mamma che lagestisce. Per alcune di loro, poi, questoandare rappresenta la possibilità diricominciare un’altra vita e pian pianoabbandonano i figli e la famiglia diorigine. A questi bambini non mancano isoldi, perché le mamme li mandano, ilguaio più grande è che non sannogestirli nel modo giusto. La nostra risposta a tante necessità:offriamo loro vari servizi.1. L’internato, che accoglie 28 ragazzedai 14 ai 20 anni. Queste ragazzefrequentano i vari licei della città,

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Suor Bianca Santori

L’aula per il riposo dei bambini

provengono da paesi limitrofi e famigliepovere che non si possono permettereil loro mantenimento agli studi. A queste viene offerto vitto, alloggio,una preparazione morale, civile,culturale, manuale, religiosa, nel rispettodella loro religione di provenienza. 2. Una scuola materna gratuita con 60bambini dai 3 ai 6 anni, divisi in duesezioni. La scuola è riconosciuta a paritàdelle scuole di stato con la differenzache non abbiamo nessun aiutofinanziario. Con il riconoscimento nonabbiamo più l’obbligo di pagare pesantitasse. 3. Il doposcuola, riteniamo che sia ilpunto determinante per unapreparazione e per una crescitaarmoniosa del bambino. Per noi è unlavoro che ci assilla dal punto di vistaeconomico. Ma per questo dobbiamofare ogni sforzo perché i bambini nonabbandonino la scuola. Certo, è unlavoro basato sulla fragile volontà deibambini che alla penna scelgono piùvolentieri il pallone. Per questo,

cerchiamo di rendere la scuola il piùpossibile piacevole, con materiealternative in modo che i bambini sisentano responsabili di loro stessi, nonpotendo fare nessun affidamento sullamaggior parte dei loro genitori, che nonsolo non sono in grado di aiutarli,perché a loro volta non sono statiscolarizzati, ma si sentono fortinell’affermare: “Se vuole andare a scuolavada, se no faccia senza, come ho fattoanch’io!”. I bambini che frequentano ildoposcuola sono 100, divisi in 8 classi.4. Assistenza medico pediatrica-dentistica-igiene personale. Oltre aldentista del posto che offreperiodicamente ore di prestazionigratuite, ci sono i dentistidell’Associazione italiana SMOM, che sialternano a venire sul posto perprestare il loro servizio. Sono pochi ibambini che non hanno bisogno di curedentistiche.

5. Mensa: pranzo e cena per 187bambini, comprese le mamme indifficoltà con bambini piccoli.6. Campo estivo. Hanno frequentatoquest’anno 140 bambini, dal 1 luglio al15 agosto. È stato un periodo lungo manecessario per toglierli dalla strada eoffrirgli un cammino formativo. Sonostati offerti momenti di preghiera, giochiguidati, laboratori creativi, corsi di flautoe chitarra, escursioni. Da tre anni ilcampo è guidato dai nostri ragazzi chesi sono impegnati con serietà ecompetenza sotto l’occhio vigile dipadre Filippo e suor Livia. 7. Nel mese di maggio con i bambini siva a recitare il rosario nei quartieri perrisvegliare la fede degli adulti. 8. Corsi di catechesi settimanali inpreparazione al battesimo degli adulti eprima comunione ai fanciulli. Da tre anni si tiene il corso sulladottrina sociale della Chiesa, guidato datre formatrici, con la partecipazionedegli insegnanti, assistenti, che lavoranonel sociale. Quest’ultimo anno hannopartecipato anche un gruppo di ragazziimpegnati nel volontariato.In questo momento non possiamodimenticare il carissimo don EmilioGerevini, padre ideatore, fondatore evita di quest’opera di bene. Perrealizzarla e portarla avanti, non solo hamesso del suo, ma è stato capace dicoinvolgere non solo i solferinesi, mal’intera diocesi di Mantova. A tutti va il nostro grazie riconoscente.

Le persone della Fondazione chelavorano con il libretto di lavoro sono 17.

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Per conoscere

Maestre Servizi generali Amministratore Contabile Assistente sociale Cuoca

10 3 1 1 1 1

L’aula studio per le ragazze

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la Romania

Momenti di vita nella “Casa Madre Colomba”

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Tibet: Rokpa Italia

Comune di VicenzaIL SINDACO

Vicenza, 10 agosto 2010

Presentazione della seconda edizione del libro: “E venne .... l’estate!” di PatriziaVanin - Vicenza 23 ottobre 2010. Concessione patrocinio del Comune dì Vicenza.

Egregio Signore, facendo seguito alla Sua richiesta del 26 luglio U.S., Le comunico che questaAmministrazione Comunale ha concesso il proprio patrocinio all’iniziativa inoggetto, per cui nella pubblicità dovrà essere riportata la dicitura “con ilpatrocinio del Comune di Vicenza”. La concessione del Patrocinio non comporta l’assunzione di alcun onere o ilriconoscimento di contributi economici o di servizi da partedell’Amministrazione comunale. Quale agevolazione prevista dalla legge (D. Lgs.507/93) il Patrocinio comporta una riduzione del 50% del diritto sulle pubblicheaffissioni. Preciso che il patrocinio comunale e il logo concessi possono essere utilizzatisolo per la manifestazione richiesta. Il logo ufficiale potrà essere scaricato dal sito Internet del Comune di Vicenza(www.comune.vicenza.it/ente/amministrazione/stemma.php) oppure richiesto almio Staff (0444-221313). Augurando pieno successo all’iniziativa, le invio con l’occasione i miei migliorisaluti.

per il Sindaco L’Assessore

Umberto Nicola

Appena ci è stato possibile abbiamoeffettuato un bonifico a favore diRokpa Italia per la ricostruzionedell’orfanotrofio di Yushu, in Tibet.Avevamo presentato l’appello diRokpa nel numero precedente diErika News e grazie ad alcuni amiciche l’hanno generosamente accoltoè stata possibile la nostra presenzain questo disastro.Rokpa ha raccoltocomplessivamente 43.100 € perYushu, ma ha bisogno ancora di aiutiper poter garantire lascolarizzazione e una vita dignitosaa molti orfani.

10-08-10Ecco la Lettera che ci è stata inviata:Carissime amiche e carissimi amici, bentrovati! Speriamo che le vacanze siano state pertutti serene e rigeneranti.In agosto in Scozia abbiamo incontrato ifondatori di ROKPA International, AkongTulku Rinpoche e Lea Wyler.A loro abbiamo consegnato i fondi raccoltiquest’anno in Italia a favore degli Orfani edella ricostruzione di Yushu (Tibetorientale, colpita dal devastante terremotodel 14 aprile scorso), e per le EmergenzeMediche in Zimbabwe.Grazie per la Vostra generosità!

Anna Gallo

Il 24 settembre 2010 l’Associazione“Medici Vicentini per il Mondo –Onlus” ha organizzato una seratamusicale dal titolo “La Musica diVicenza per i bambini del Tibet”, che haavuto un buon successo, anche per laraccolta fondi.Con Anna Gallo, responsabile di RokpaItalia, abbiamo pensato di organizzare

la presentazione della secondaedizione dell’opera di Patrizia Vanin“E venne l’Estate”, a sostegno delProgetto per la ricostruzionedell’orfanotrofio di Yushu.Di grande importanza è stata laconcessione del Patrocinio delComune di Vicenza.Ecco la lettera che ci è pervenuta.

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Iniziative a favore di Rokpa

PROGETTO: ROKPA PER IL TERREMOTO DIYUSHU (TIBET)

Più di 6.000 morti, oltre 12.000 feriti, il 90% degli edificidistrutti, 100.000 senzatetto. Questo il drammatico bilancio del terremoto che il 14aprile ha colpito la regione di Yushu (Quinghai) nelnord-est dell’Altipiano Tibetano. Le vittime sono in gran parte di origine tibetana.Nella remota e poverissima regione di Yushu a 3800 ms.l.m., il 97% della popolazione è di origine tibetana. Ilterremoto ha avuto conseguenze devastanti per chi giàviveva in condizioni estremamente difficili a causa del clima, della mancanza di assistenza medica e discuole gratuite. L’organizzazione umanitaria ROKPA International è lapiù attiva al mondo nel portare aiuto concreto aitibetani nella loro terra, con più di 150 progetti in

campo sanitario, educativo, ambientale e culturale; sitratta di progetti di vitale importanza per lasopravvivenza stessa delle popolazioni nomadi chevivono in condizioni di estrema povertà e isolamento. Fra i progetti più importanti, dal 1993 ROKPA haaperto a Yushu un orfanotrofio che ospita 250 orfani eche è stato reso inagibile dal terremoto, lasciandosenza una casa i bambini. ROKPA farà tutto il possibile per aiutare lapopolazione tibetana ad affrontare questa drammaticasituazione, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voiper fornire tende e medicinali alla popolazione, e perpermettere ai bambini di tornare a scuola e avere dinuovo una casa, cibo, vestiti e assistenza medica.Grazie di cuore fin d’ora per il Vostro generoso aiuto!

Rokpa Italia Onlus - www.rokpaitalia.it

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“E venne... l’estate!”a Vicenza

dicendo che ogni secondo nasconomolti bambini, ma nello stessomomento molti altri muoiono permancanza di cibo, per contagio dimalattie, per le guerre e per eventicome il terremoto in Tibet. Noi peròpossiamo, insieme, salvare questibambini impegnandoci a sensibilizzarele persone che incontriamo. Anche unasola vita è importante. Se tuttimettiamo a disposizione degli altri unpo’ delle nostre energie riusciremo adiminuire i numeri impressionanti dellemorti di questi bambini.L’autrice del libro, Patrizia Vanin, haspiegato che la motivazionefondamentale che l’ha spinta apubblicare l’Opera esponendosi inprima persona, è stata quella disollecitare le persone alla riflessione. La musica era presente anche in questaseconda presentazione con due

Continua l’iniziativa dellapresentazione del libro “E venne...l’estate!” di Patrizia Vanin, questa voltaa Vicenza nella bella Sala Conferenzedel Museo Naturalistico edArcheologico dei Chiostri di SantaCorona, a favore del progetto Yushu.L’evento si è svolto il 23 ottobre alleore 18.00, in un’atmosfera intima, chele persone presenti hanno contribuitoa creare.Il Sindaco di Piazzola sul Brenta,Renato Marcon, e l’Assessore allaCultura,Alessandro Paiusco, hannovoluto partecipare facendo unintervento molto significativo adimostrare quanto valore diano alletematiche sociali, in questo specificocaso per quanto concerne la disabilitàe soprattutto di quello che l’autrice nellibro ribadisce:“la responsabilità che tutti hanno diessere parte attiva nella comunità incui vivono e anche di allargarla a tuttala società.”Era presente Anna Gallo, vice presidente dell’AssociazioneRokpa Italia, che ha spiegato il Progetto“Emergenza Terremoto” a Yushu, inTibet, ringraziando l’Associazione Erikaper l’impegno messo per sostenere ilVillaggio colpito dal forte terremotoche ha raso al suolo ogni cosa. Haportato una sua testimonianza anche ilPresidente, Renato Mazzonetto,mentre era assente il nostroPresidente, per motivi di salute.Ha organizzato, coordinato epresentato l’evento Luciano Fasolo,vice presidente della nostraAssociazione. La sua introduzione èstata improntata all’essenzialità,spiegando le motivazioni che cispingono ad impegnarci a favoredell’infanzia nel mondo. Ha proseguito (Da sinistra) Dietro: Riccardo, Alessandro, Chiara e Roberta; davanti: Re-

nato, Patrizia, Luciano, Paola, e Anna

A VILLA DEL CONTEIl 25 settembre 2010, si è svolto a Villadel Conte (PD) uno SpettacoloTeatrale e di Lettura dal titoloDIVERSITA’ A CONFRONTO,organizzato dal Circolo AuserNascente di Villa del Conte.Siamo stati invitati a parteciparvi dallaPresidente, Lucia Martini, percontribuire con la testimonianza dellibro “E venne… l’estate!”, vistal’attinenza del tema trattato con lospettacolo. Abbiamo accettato l’invitochiedendo di esporre alcuni libri che lepersone hanno voluto avere al terminedella serata, facendo un’offerta all’Ass.Erika per il progetto “Emergenzaterremoto nel Villaggio di Yushu inTibet Orientale”. Lo spettacolo,organizzato molto bene dai volontaridel Circolo Auser, ha avuto una sentita

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“Diversità a confronto”a Villa del Conte

musicisti, Alessandro Dal e RiccardoCallegari, due artisti con molto talentoe passione, che hanno creato unavibrante atmosfera, trasmettendo, conla loro fisicità e lo sguardo, la loroautenticità.Sono stati letti alcuni brani del librodalle nostre amiche, Paola Sarzo,Roberta Trevisan e Chiara Callegari,che hanno saputo dare la giustaemotività alle parole scrittedall’autrice.Alla fine della presentazione tutti sonorimasti contenti e hanno potutoportare con sé un po’ diquell’atmosfera.Si ringrazia l’AmministrazioneComunale di Vicenza, nella persona delSindaco Achille Variati, e dell’Assessorealla Cultura, Francesca Lazzari, peraverci concesso l’uso della SalaConferenze e il Patrocinio perrealizzare la serata a scopo umanitario.

partecipazione da parte delle personepresenti che riempivano la SalaPiacentini della Parrocchia di Villa delConte. Desideriamo, attraverso lepagine del notiziario “Erika News”,ringraziare per questo invito, che ci hapermesso di sostenere la popolazionedel Tibet colpita così duramente dalrecente terremoto. Ancora una voltapossiamo ribadire quanto siaimportante unirci in un unico obiettivoche è quello di renderci responsabili epresenti nella società ognuno con lapropria DIVERSITA’ A CONFRONTO.

Luciano e Patrizia

L’intervento del Sindaco, Renato Marcon, a Vicenza

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Festa delle Associazioni

Si è svolta a San Giorgio in Bosco la tradizionale Festadelle Associazioni, con un intenso programma dimanifestazioni, che ha coinvolto la Comunità dalpomeriggio del 4 settembre alla sera del 5:laboratori ludico-didattici e lettura animata per i bambini,collettiva di pittura degli artisti locali, concerto Gospel,sfilata ufficiale delle Associazioni accompagnata dalla bandalocale, esercitazioni a cavallo, danza, concerto rock ebancarelle delle numerose Associazioni.Noi siamo stati presenti con la nostra bancarella perraccogliere fondi a favore della Caritas.Abbiamo messo a disposizione le nostre pubblicazioni, ilavori del Gruppo “Ago, filo e filò” e altro materiale.Ringraziamo Francesca, Devis, Agnese, Donatella, Antonella,Federica, Leopoldo, Stefania, Stefano e Marta che si sonoalternati nel servizio alla bancarella.

La festa delle associazioni culturali e sociali ope-ranti nel territorio di San Giorgio in Bosco èun’occasione per riunire tutti i gruppi attivi nellanostra realtà locale e condividere con la cittadi-nanza obiettivi e frutti di un impegno costante evolontario.Questi momenti di incontro vogliono promuoverela collaborazione tra le varie associazioni e sensi-bilizzare i cittadini, giovani e meno giovani, a col-tivare insieme passioni o alti ideali contribuendoalla crescita individuale e collettiva.L’Amministrazione comunale, nel ruolo di coor-dinatore e partner dell’iniziativa, insieme alle as-sociazioni coinvolte, confida in una vastapartecipazione per stare insieme sostenendo iprogetti benefici promossi dalle associazionistesse.

Renato Roberto MiatelloSindaco

Enrica Leda Rosetta ZanonAssessore all’Istruzione

alla Cultura e agli Anziani

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a San Giorgio in Bosco

La nostra bancarella

La presentazione delle Associazioni

La lettera della Caritas

La location

Foto di gruppo

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Cooperativa AltraCittà

In questi ultimi anni abbiamo avutol’occasione di poter collaborare conla Cooperativa AltraCittà.Tra quei bambini che possonotrovarsi in situazioni disagiate cisono anche i figli dei carcerati, cheattendono con ansia che i loro padritornino in famiglia dopo aver pagatoil loro debito con la giustizia.Per questo ci sentiamoparticolarmente vicini a questaCooperativa, che è promotrice disperanza e opera in un “confine”che molti temono, ma che è partedella nostra società.

I nostri ‘ragazzi’ sono cresciutiprofessionalmente e anche di numero,oggi alcuni volti nuovi ci accolgono ognigiorno nel nostro laboratorio dilegatoria e cartotecnica nella Casa direclusione.Alcuni non ci sono più perché sonotornati alla libertà, dopo aver pagato ildebito con la giustizia, o perché sonodiventati semiliberi e hanno altreoccupazioni … Un nostro carocollaboratore, Gas, è dovuto tornare acasa. Per alcuni non mancano i problemi(tristi) di salute.Le attività procedono: la biblioteca, larassegna stampa e la legatoria nellaCasa di reclusione, la nuova corniceriadella Casa Circondariale, lecollaborazioni con i comuni di Limena,San Giorgio in Bosco, Galliera Veneta,Padova per servizi di biblioteca, archivio,manutenzione verde pubblico .… e ilNUOVO NEGOZIO che è davverobello (e ce lo dicono in molti), e beninserito nel quartiere di Montà.Quest’anno abbiamo partecipato adeventi importanti come la fiera “Fai lacosa giusta” a Milano, abbiamo

AltraCittà... AltraVetrinadal carcere al territorio

... Diario di bordo ...

Ecco AltraVetrina il giornodell’inaugurazione del nuovo negozio, era

l’autunno del 2009. È passato solo un annoma da allora sono successe molte cose,

alcune proprio belle, altre difficili e impegnative ...

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inventato le bomboniere e lepartecipazione di nozze in carta rinata,siamo stati in piazza dei Signori insettembre alla festa del volontariato,abbiamo prodotto scatole e borse dicarta per tutti i gusti e ogni novità èstata accolta da simpatizzanti, amici,clienti con entusiasmo.Portare avanti attività diverse (perandare incontro al bisogno di collocarepersone con varie competenze),formare persone nuove, seguire laproduzione e mantenere i contattinecessari per far vivere la cooperativa èun compito impegnativo, a volte moltofaticoso per la realtà in cui si opera: ilcarcere.I tempi di crisi che tutti stanno vivendotoccano anche noi, anche, o soprattutto,perché siamo in un luogo di confine,delicato e non da tutti riconosciuto.La Regione del Veneto ha tagliato ifinanziamenti per le attivitàsocioeducative in carcere (ad esempio ilnostro lavoro di anni per la biblioteca).La difficoltà dei piccoli e grandi comuniper il patto di stabilità comincia ariverberarsi sulle nostre attività.Il nostro scopo è dare lavoro a personedetenute (oggi sono 14), ma ancheaiutarle nel cosiddetto ‘reinserimentosociale’, accompagnarle nei primicontatti con il mondo fuori, dopo annidi ‘galera’, che sono sempre difficili,spesso emotivamente impegnativi.A volte ci pare che il nostro negozio-sede sia una zona franca dicompensazione, dove i detenuti passanoper prendere un po’ coraggio rispettoall’esterno: avremmo tante microstorieda raccontare e, chissà, forse un giornolo faremo. E’ la parte aggiuntiva diquesto strano lavoro che abbiamoscelto di fare, senza retorica, come unaspecie di scommessa.Intanto scriviamo questa pagina didiario su un anno di attività del nuovonegozio nel bel quartiere di Montà e vi

invitiamo a venirci a trovare e aricordarvi di noi per i vostri acquisti diNatale … Abbiamo già le agende e icalendari 2011 e le solite coccole ideateda GAS e fatte a mano dai ragazzi....Spargete la voce e diffondete il

messaggio, sosteneteci, vi aspettiamonumerosi!!!Ottobre 2010

AltraCittà Coop. Soc. Via Montà,182 Padova – www.altravetrina.it

AltraVetrina

La bancarella di AltraCittà alla festa delle Associazioni di San Giorgio inBosco

Foto di gruppo degli amici di AltraCittà

Ad uno come me, che ha vissuto unavita nella scuola, si stringe il cuore nelvedere quello che passa nei mezzi dicomunicazione sulla scuola.Nel ’71 sono entrato per concorsonella scuola elementare.Nel ’77 mi sono laureato in Pedagogiapresso l’Università di Padova, con unatesi dal titolo “La scuola nel conflitto”,relatrice la Prof.ssa Diega CianOrlando.Quello che mettevo in evidenza era ilconflitto che emergeva dalla propostadi nuove idee che andavano asconvolgere le tradizioni pedagogico-didattiche che risalivano alleteorizzazioni prima del positivismo epoi dell’idealismo, approdate poi nel“personalismo cristiano”, fortementepresente allora, soprattutto nellascuola elementare.Le spinte ideali dei vari movimentipedagogici nella scuola elementare sierano arenate in una prassi piuttostopiatta e amorfa, poco aperta aicambiamenti, nonostante le personeeccezionali che vi operavano, comemolte delle colleghe che hoconosciuto (i colleghi sono semprestati una rarità).La scuola stava cambiando dal didentro, con tante piccole innovazioniche riuscivano ad esprimersi sollecitateanche nei rapporti tra i colleghi. Siaveva l’impressione di appartenere adun “movimento” che avrebbe portatola scuola elementare su nuovefrontiere, per rispondere a nuove

richieste sociali, ma anche per renderesempre più democratica la nostrasocietà.E il bambino era al centrodell’attenzione: si pensava che fosse luiil primo protagonista del cambiamento.Le strutture organizzative dovevanorispondere ai suoi bisogni di crescita,coinvolgendo anche le famiglie inquesto rinnovamento.Nacquero i “Decreti Delegati” (1974),le “Classi Aperte”, il “Tempo Pieno”, i“Nuovi Programmi”, le “AttivitàIntegrative”, il “Tempo prolungato”, finoad arrivare alla sperimentazione per unbiennio dei “Moduli” (due classi contre insegnanti) nell’88. Fu allora checonobbi Erika.La sperimentazione fu consideratapositiva e si passò ad estendere questaorganizzazione in tutte le scuole che larichiedevano, applicandosuccessivamente i “moduli” a tutte lealtre scuole. Intervennero poi molti altricambiamenti, tra i quali l’introduzionedell’insegnamento della Religione, condocenti nominati dai Vescovi, el’insegnamento dell’Inglese, cheportarono ad una babele indecifrabilee incontrollabile.Nel mio ultimo anno di insegnamentomi ero trovato ad operare con altricinque colleghi in un modulo di 1a

elementare (un ins. di Religione, uno diInglese, uno part-time, uno “a scavalco”e un altro “titolare” con me delmodulo.

Si può capire perché ci sia stata l’ideain questi ultimi tempi di ritornare al“maestro unico” (maestra, per laverità!) del buon tempo antico,eliminando quanto di buono si eracostruito in tanti anni disperimentazione e mandando alladeriva un movimento che era statoapprezzato anche a livellointernazionale. L’attenzione che primasi concentrava sulla scuolaanglosassone e su quella francese,infatti, in quegli anni si era direttaanche su quella italiana, e noi si eraorgogliosi di farne parte, anche chi,come me, operava in una piccolacomunità scolastica, com’era quella diSan Giorgio in Bosco, dove sonorimasto per quasi trent’anni (da ’72 al2001).Ora non si parla più di quella scuola. Ladiscussione sul “maestro unico” si èsvolta soprattutto sul piano politico.Ricordo che un deputato vantava diavere una conoscenza del problemaperché sua madre era stata una“maestra unica”. Mentre il vicedirettore di un giornale sosteneva chetre maestre per classe rispondevanosoltanto ad una logica sindacale,omettendo il fatto che “le tre maestre”erano per due classi, con un aumentodell’orario scolastico da 24 a 28 ore ealcune ore venivano destinate alla“compresenza”, strumentofondamentale per supplire allamancanza cronica degli insegnanti disostegno. Non so se questo tipo di

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Avete un’idea sulla scuola?

Paola Miatello - Cl. 5ª

informazione debba considerarsi come“ignoranza” o arrivi alla malafede. Unsindacalista ha affermato che contrenta bambini per classe una maestrada sola non ce la fa, svilendo così ilvalore pedagogico della riforma deimoduli.In televisione e nei giornali, dopo ilrichiamo al “maestro unico”, si parla di“tagli”, di “precari”, di “merito”, di“razionalizzazione”, di “allungamentodell’età pensionabile”, di “simboliceltici”, di “percentuale dei bambini figlidi immigrati” e di molte altre cose,senza mai parlare della pedagogia edella didattica, cioè dei temi che cistavano a cuore in quegli anni e che civedevano partecipi di una autentica“rivoluzione copernicana”.Faccio solo un esempio per quantoriguarda la didattica. Noi avevamomesso in discussione il libro di testo equalcuno addirittura l’aveva propriomesso da parte. Ora un bambino puòtrovarsi con cinque volumi di 170

pagine da utilizzare nel biennio di 4a e5a elementare. E c’è di tutto in questilibri, anche quello che non serve anulla.Sembra che i nuovi “compilatori”facciano a gara a chi le spara piùgrosse, ad allettare gli insegnanti conogni possibile contenuto, che magarinon potrà essere mai analizzato,perché a scuola quel che è piùimportante è il “tempo educativo” chevede il bambino protagonista dellacomunicazione, più come produttoreche come fruitore. Sempre più spessosi chiede al bambino di “scegliere” di“analizzare”, di fare delle “crocette” odelle frecce, di colorare, di “imparare”.Negli anni di più fervente impegnoavevo letto più volte un libro con unostrano titolo “L’insegnamento comeattività sovversiva” (di N. Postman e C.Weingartner). In realtà non c’eraniente di “sovversivo” in quel libro. Gliautori, americani, mostravano unascuola che cambiava positivamente

attraverso nuovi programmi (cercando“quello che valeva la pena diconoscere”), nuovi metodi e lacollaborazione tra istituti scolastici,cioè non con la “rivalità”, non con lacompetizione, ma con l’emulazione,l’interazione e la collaborazione.Weingartner sosteneva che nelle suenumerose visite in vari istituti scolasticiaveva incontrato un insegnante chenon aveva mai scritto un libro opubblicato un articolo, ma secondo luiera l’educatore più intelligente cheaveva conosciuto.Ebbene, il nostro “movimento” eraformato da tante persone che nonapparivano nelle riviste e nonscrivevano libri, ma erano impegnate“sul campo”, con stipendi modesti, macon una tensione educativa che nonaspirava al riconoscimento (ancheeconomico) del merito e non siispirava alla rivalità, ma all’interazione,all’emulazione e alla collaborazione.

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Nicola Santinello - Cl. 5ª

Marika Bottazzo - Cl. 3ª

Scusate questa lungaintroduzione, che non vuoleessere un elogio del “buon tempoantico”. La classe insegnante della scuolaelementare è ancora forte,vigorosa e sensibile, ma avrebbebisogno che le fosse riconosciutolo sforzo che quotidianamente faper elaborare cultura con ibambini.Ora diamo la parola ai bambini,perché sono loro i protagonistidell’apprendimento edell’insegnamento, sono loro che“costruiscono il significato”.

PREMESSA DIDATTICA.Ero in un modulo di 2a elementare evolevo capire come i bambini vivevanola loro esperienza scolastica.Con la scritta “Avete un’Idea?” li avevoinvitati ad esprimere le loro idee sullascuola.Per ogni classe, avevo chiesto loro diproporre delle “parole chiave”, con lequali poi avrebbero scritto i loropensieri.Mano a mano che i bambiniintervenivano, scrivevo le parole allalavagna. Si divertivano a trovare leparole più strane.Era seguita poi, per un tempo definito,l’elaborazione personale.Una volta corretti i testi, cercando dinon modificare i termini usati e il loropensiero, si era passati alla scrittura allalavagna, in forma di verso libero, inentrambe le classi, dei loro elaborati,che ognuno trascriveva nel proprioquaderno, in modo che potesserodisporre di un testo collettivo nelquale potevano riconoscersi econoscere l’apporto dei propricompagni.Naturalmente il testo era anche un

invito alla lettura per i genitori.Questa era la scuola che desideravanoe nella quale si sentivano protagonisti,e noi insegnanti cercavamo direalizzarla (i pensieri che seguonosono soltanto una parte di quelliraccolti allora. Un’altra parte è già statapubblicata in Erika News n° 13-14,2004).

La scuola è il luogo dove i maestri ci insegnanoallegramente le parole che noi diciamo.

La scuola è una nuvolache va sempre più avanti,fino in fondo.

La scuola è un grande nidocon tanti uccelliniche ogni giorno volanoper scoprire tante cose nuove.

La scuola è una montagna di paroledove ogni giornosi scopre una frase nuova.

La scuola è un aereoche ci porta in altri mondi,diversi dal nostro.

La scuola è una grande piscinadove ogni giorno noi nuotiamoe i maestri ci osservano attentamente:se nuotiamo beneci danno un bel votoe noi ce lo portiamo a casa.

La scuola è una cartellapiena di libri importantiche non pesano niente.

La scuola è una tortae ogni giorno noi, bambini ed insegnanti,andiamo a mangiarcene un bel pezzetto.

La scuola è una grande collanae noi siamo le perle che brillano.

La scuola è l’acqua dell’oceanoe noi siamo i pescie i coralli tutti attorno.

La scuola è una festache non finisce mai,perché si imparanole cose più importanti.

La scuola è un mare di ideee dove ogni giorno ci tuffiamoper trovarne una nuova.

La scuola è una lunga poesiae ogni giornone leggiamo un pezzo.

La scuola è un carrotrainato dalla sapienza,dallo studio e dal sapere.

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Il testo collettivo

La parola ai bambini

Paola Miatello - Cl. 5ª

La scuola è un labirintocon delle trappole,che ogni giorno si illuminacon l’amicizia del sapere umano.

La scuola è un unico cervellodove si lavora giorno e notteper svelare i segreti e i misteridell’uomo.

La scuola è un postodove si fanno esperimentiper conoscere meglioil mondo che ci attende.

La scuola è una melae noi siamo i bruchiniche ogni giorno ne mangiano un po’.

La scuola è un “chissà”,perché ogni giornofa qualcosa di nuovo.

La scuola è una cartellae noi siamo i libriche ogni anno che passa,si riempiono di cosesempre più interessanti.

La scuola è una bandieradi tutti gli stati.

La scuola è una conchigliache ogni giorno si apree mostra la sua perla.

La scuola è una stradae noi ogni giornone percorriamo un chilometro.

La scuola è un castello incantatodove si trovano tanti re e regine.

La scuola è fattaper esprimere i propri sentimentie le proprie idee.

La scuola è un castellodove si trovano tesori,sempre più nuovi e sempre più preziosi,e molte persone che ti circondanoe ti vogliono tanto bene.

La scuola è una poesiaalla quale ogni giornosi aggiunge una parola.

La scuola è un vulcanoche quando scopre qualcosa di nuovobutta fuori la notiziacon mille fogli colorati.

La scuola è una grande casadove mi sento benee non ho paura di niente.

La scuola è un luogo dove,viaggiando nella fantasia,si imparano cose meravigliose,interessanti e incantevoli.

La scuola è un castello pieno di fantasmiche ti aiutano a superare le difficoltàe ti indicano la strada della tua vita.

La scuola è un cielo stellatodove noi di notte brilliamoe tutti ci guardano.

La scuola è una minierapiena di pietre preziosee noi giorno e nottelavoriamo sodo per trovarle.

La scuola è il frutto dell’amore,è l’erba asciutta,è il fiore sbocciato ieri sera.

I disegni sono stati realizzati daibambini che ho avuto con me nelperiodo in cui sono statoimpegnato come docente di“Attività Integrative” (anniscolastici dall’84 all’87).

Isidoro Rossetto

55

Anita Frison - Cl. 5ª

È passato un anno di scuola e i nostri volti hanno dentro la luce del solee il nostro cuoreè gonfio di sogni e progettida vivere oltre queste muraper trovarci a settembre nuovamentea scambiare avventure e abbraccie ricominciare a crescere insieme.

Il Dirigente ScolasticoDr. Maurizio Sartori

(Dal messaggio di fine anno)

56

Da “Tutti a scuola”

Se chi parla della nuova scuola

elementare con pressapochismo

avesse l’umiltà di ascoltare quello

che pensano i genitori, forse le cose

andrebbero meglio e si potrebbe

tutti insieme pensare al

“cambiamento” senza distruggere

quanto si è creato in tanti anni di

impegno da parte degli alunni, degli

insegnanti, dei genitori e dei

dirigenti scolastici.

Ecco la testimonianza dei genitori

della scuola “A. Vivaldi” di San

Domenico, del Circolo Didattico di

Selvazzano (PD) presente nel

giornalino “Tutti a scuola”.

CINQUE ANNI INSIEME

Sono già trascorsi cinque anni da quando, “tirando dritto” davanti al cancello della scuola dell’in fanzia, con un nodo alla gola,abbiamo accompagnato i nostri “bambini” alla Scuola Primaria per il loro “primo giorno di scuola”, euforici ed intimoriti altempo stesso, i piccoli emozionati e noi grandi un po’ preoccupati. Li abbiamo lasciati “in balia” delle maestre ... (e se gliscappa la pipì? .. e se gli viene da piangere?...) e a fatica ci siamo staccati dalla cancellata nel tentativo di indivi duarli all’internodella loro nuova aula. Sono cresciuti, i nostri bambini, in questi cinque anni di scuola. Un giorno dopo l’altro, conprofessionalità e tanta, tantissima pazienza, le maestre Teresa, Lucia, Cristina, Maria Luisa, Elisabetta e Francesca hannoindividuato e progettato sem pre nuove strategie per gestire questo gruppo così “vivace”; non si sono mai arrese davanti allenuove sfide, e insieme a noi hanno vissuto la trasformazione di questi bambini che ormai sono diventati ragazzi. Alle maestreva il nostro grazie,per l’accoglienza, riservata non solo ai “picco li” ma alle famiglie, per l’amore, la pazienza e la passione concui in questi anni hanno accom pagnato i nostri ragazzi non solo alla conquista di nuove conoscenze, ma soprattutto durantela loro crescita. I genitori di 5aA della scuola Vivaldi

L’ultimo anno scolastico sta volando via tra dubbi risolti e incertezze, tra attese e speranze appe na vive. Eppure una verificadopo questi cinque anni richiama una prima grande verità: se la quinta B ha funzionato, lo si deve all’impegno e alla passionedelle insegnanti, ai bambini che la frequentano e al supporto delle famiglie. Tutte le insegnanti, ponendo attenzione alleconoscen ze e agli interessi dei nostri bambini, hanno cercato di rafforzare in loro la componente affettiva, la rassicurazioneemotiva e la crescita della loro identità. Le esperienze che i bambini hanno compiuto a scuola, le conoscenze che hannoacquisito nel loro percorso scolastico, hanno potu to trovare sostegno e conferma nell’opera delle famiglie, che hanno avuto ilcompito di proseguire e consolidare quanto avvenuto a scuola. La famiglia fa molto, ma senza il supporto delle inse gnanti, lasua opera rischia di essere parziale o insufficiente. È per questo motivo che ringraziamo e auguriamo a tutte le insegnanti unafelice estate. Auguriamo, inoltre, ai bambini diventati “grandi” di prose guire il loro percor so con serenità e fiducia, certi che illoro cammino di crescita e cono scenza sia stato e sarà sempre pieno di soddisfazioni e gioie. I genitori di 5a B della scuola Vivaldi

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La parola ai genitori

Anita Frison - Cl. 5ª (ex allieva di Maurizio Sartori, ora Dirigente della Direzione Didattica di Selvazzano)

UN INCONTRO AD ABANOTERME

Qualche tempo fa ho partecipato adun incontro ad Abano Terme, presso laBiblioteca Civica, Organizzato perricordare la figura di Dario Soranzo,come uomo e come grande studiosodi glottologia. Nella sala affollata eranopresenti la figlia Aurora, alcuni suoiparenti, molti amici, alcuni compagni diclasse dell’Istituto Magistrale (io erotra questi), alcuni professoriuniversitari e altre persone interessateall’evento culturale.La proiezione di un documentario,realizzato dal regista Michele Angrisani,ci aveva permesso di conoscere inprofondità la vita e le opere dell’amico,scomparso 12 anni fa dopo una lungamalattia, a soli 49 anni.Dopo l’introduzione di Aurora, gliinterventi che si erano susseguiti,specialmente quello del Prof. EnzoCroatto, ci avevano permesso dicomprendere quanto fosse grande lapassione di Dario per questi studi equanto spazio della sua vita avessededicato per comunicare le sueimportanti scoperte.Nell’articolo pubblicato da “il mattino”il 5 dicembre 1998, Nicolò MennitiIppolito così scriveva di lui, riportandoanche alcuni contributi del Prof.Giovambattista Pellegrini:

“Dario Soranzo è stato uno studiosod’altri tempi. Per la passione che lo haguidato, per il grande valore che haassegnato alla conoscenza ed alla cultura.Di formazione non universitaria, aveva lalicenza magistrale, si è avvicinato allalinguistica, ed in particolare alla

onomastica, guidato dalla curiosità edall’interesse per il passato. Haincominciato così a percorrere, per purapassione, gli archivi del Veneto, a cercaredocumenti, a leggerli, dedicandosi inparticolar modo allo studio dei nomi, alleloro origini, registrando le citazioni piùantiche e le evoluzioni moderne. Nel corsodegli anni ha così accumulato un archivioprezioso, contenente migliaia di nomi e divarianti di uno stesso nome, che gli èservito poi a scrivere i suoi studi dicarattere linguistico, tanto per le rivistespecialistiche quanto per giornali a largadiffusione.“Nel mondo della onomastica – ricordaGiovanbattista Pellegrini, il grandeglottologo che oggi commemoreràSoranzo – ci sono pochi studiosi seri emolti dilettanti, Soranzo è stato unostudioso serio, che è stato capace dicostruirsi praticamente da solo”.E’ questo “costruirsi da solo” l’elementoche rendeva Soranzo in qualche modounico e che colpiva chi lavorava con lui.Dietro il suo sapere vi era una volontà

strenua, il legittimo orgoglio per essereriuscito da solo ad arrivare dove gli altrinon arrivano neppure con l’aiuto dimaestri e istituzioni. Col tempo Soranzoera diventato un buon paleografo, capacedi leggere e interpretare con sicurezza itesti antichi e si era costruito basilinguistiche solide, che la stessa Università,di solito restia ad accogliere chi lavora insolitudine, ha riconosciuto e apprezzato.“I suoi studi – dice ancora Pellegrini –erano fatti bene, erano seri e per questolo abbiamo anche aiutato a pubblicarli.Ricordo alcuni suoi lavori sullatoponomastica veneta ad esempio e poicerto quelli sulla onomastica, che dalVeneto erano poi arrivati a spaziareanche nel resto d’Italia”.La specializzazione di Soranzo in effettiera diventata la onomastica, lo studio deicognomi, che sono poi un indicatoreprezioso per raccontare un popolo, unastoria, i percorsi migratori e tante altrecose ancora. Ed in questa accezione largadella onomastica che Soranzo ha semprelavorato, cercando di capire se l’origine diun nome era longobarda o bizantina,medioevale o moderna, ma anche diindividuare, attraverso l’espandersi di uncognome, i mutamenti della società e glispostamenti di gruppi e di popoli. Perquesto i suoi studi vertevano sul rapportotra cognome e territorio più che sulcognome in sé e per sé.Per il nostro giornale Soranzo avevacurato un Dizionario Dei Cognomi Venetiche aveva avuto un notevole successo, eun lavoro analogo, per l’area piemontese,aveva curato anche con “La Stampa” diTorino. E in questo campo Soranzo avevasviluppato anche nuovi strumenti diindagine per cercare di unire al saperelinguistico e storico anche dati statistici, in

58

Dario SoranzoL’amore per la glottologia

Dario Soranzo

modo da rendere meno aleatorio edintuitivo il lavoro di chi cerca dirintracciare origini e percorsi mutevoli deinomi.Grande conoscitore della storia veneta, eraricercatore di grande rigore, sempreattento a giustificare le proprie intuizionicon citazioni di prima mano e maiapprossimative. L’estrema precisione eraper lui dato insopprimibile nel lavoro,anche a costo di procedere con lentezza,e quasi un vezzo era rimasto per lui ildesiderio di laurearsi.“Mi faceva sorridere – dice Pellegrini – lasua volontà di laurearsi, perché io sapevoche non era così importante, che unalaurea non dice molto sulle capacità diuna persona, ma lui ci teneva veramentee dispiace che la morte sia arrivataproprio quando ormai questo suo lavorodi studioso, che era il suo sogno, erafinalmente avviato e con successo”.

L’incontro ad Abano mi ha stimolatouna riflessione che voglio condividerecon voi.Quante sono le persone che neidiversi campi della cultura operanogenerosamente e seguendo le loroaspirazioni raggiungono le vette delsapere senza mai avere queiriconoscimenti che altri, con menovalore, ottengono in questa nostrasocietà dove l’immagine, a voltel’apparenza, sembra essere il valore più riconosciuto?Al Prof. Croatto, che ricordava ancorail desiderio di Dario di laurearsi, hochiesto:“Non si potrebbe pensare ad una“Laurea alla memoria”?Con un sorriso mi ha risposto:“Potrebbe essere un’idea.”

Isidoro Rossetto

Alcuni amici ci hanno

chiesto se anche la nostra

Associazione può fare

qualcosa per le popolazioni

investite dall’alluvione di

novembre.

Il disastro si è manifestato

in cinque regioni e in

particolare con violenza

inaudita nel Veneto.

Uno dei paesi più colpiti in

provincia di Padova è

Casalserugo, paese natale di

Dario Soranzo.

Abbiamo pensato di poter

intervenire con gli aiuti che

eventualmente arriveranno

alla nostra Associazione dai

nostri sostenitori e una

quota del 5 per mille, che

speriamo arrivi al più

presto, per le scuole di

Casalserugo.

Il contributo sarà affidato

all’Amministrazione

Comunale, che ne disporrà

secondo le priorità, a sua

discrezione.

L’intervento viene dedicato

a Dario Soranzo, che tanto

amava il suo Paese.59

Appello per l’alluvione

Una delle opere di Dario Soranzo

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Gianfranco Vinante“Pensare speranza”

Tra i numerosi sostenitori dellanostra Associazione c’è GianfrancoVinante, Direttore Didatticoemerito, che da oltre cinquant’annisi dedica alla Poesia.Quello dei poeti è spesso unmondo sconosciuto, che non trovaspazio in mezzo alle tante vociurlanti che coprono le parolesommesse, intime, profonde di chicerca di dare una risposta allefatiche e alle gioie del vivere in unlinguaggio poetico.Ognuno di noi è “poesia”, ma c’è chiha il coraggio di scriverlo e cerca dicomunicarlo.Dall’ultima opera di Gianfranco viproponiamo un saggio del suoimpegno poetico.

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Goccioline di solidarietà

Da una nostra sostenitrice ci è stato suggerito di sostenere questo progetto che risponde pienamente ad uno degli obiet-tivi che ci eravamo proposti all’art. 3 del nostro statuto.L’Associazione Erika....si propone di alleviare le difficoltà dell’infanzia, mediante interventi di sostegno alla ricerca ed alla cura delle malattie infantili, sia dinatura somatica che psicologica...

Abbiamo inviato un contributo per questo progetto in memoria di Gianluca Rizzato, perito tragicamente in un incidentestradale.

CON TUTTI GLI ESSERI DEL CREATO, NELLO SPIRITO DIFRANCESCO D’ASSISI”.Arriviamo, io Luciano e Leopoldo, munito della suainseparabile macchina fotografica e della sua pipa, prendiamoposto nella bellissima Galleria delle Conchiglie, un minuziosoaccostamento di conchiglie a formare un’opera artistica che ciriporta ad antichi splendori vissuti tra quelle mura; ma oggi ciispiriamo a Francesco D’Assisi, povero tra i poveri.Una Proposta Diversa nasce da un’idea di una coppia di sposiche trent’anni fa ha deciso di aiutare gli ALTRI rivolgendosialle persone, facendo proprio lo slogan di Don Milani “ME NEIMPORTA”.Al Convegno sono intervenuti vari relatori. Uno di questi, ilPresidente del CIPSI (Coordinamento di Iniziative Popolari diSolidarietà Internazionale), Guido Barbera, introducel’argomento citando un proverbio del Sudan: “I giovani corronoveloci, gli anziani guidano la strada”; prosegue, poi,manifestando la sua paura nel vedere quello che succede nellefamiglie, dell’incapacità di rapportarci tra persone. Oggi ci sipone il dilemma di crescere o decrescere, che non significa piùricchezza o povertà, ma guardare alla qualità del benessere,che non riguarda solo la quantità dei soldi che si possiedono.Ci si chiede perché i bambini africani sorridono e i nostri nonlo facciano.La nostra è una società che non rispetta i valori del vivere; ilpunto di partenza è l’istruzione, che costruisce convivenza, e lacooperazione è il modo per convivere e vivere bene insieme,per darci la mano; la solidarietà è la base per stare insieme eper decidere il cammino da fare.Sono importanti la libertà e la democrazia, la partecipazione el’impegno. Dove ci sono due o tre persone che stanno insiemea decidere, anche il cielo è d’accordo. Bisogna accoglierel’immigrato poiché c’è il diritto alla libera circolazione. Questesono piccole cose che costruiscono mattone per mattone laconvivenza.Interviene Mons. Antonio Menegazzo, MissionarioComboniano e Vescovo della Diocesi di El Obeid, nel Darfur(Sudan), dove da decenni imperversa una terribile guerradimenticata.Parla della sua vita per gli altri e ribadisce che lo scopo di “UnaProposta Diversa” è semplice: L’AMORE. Racconta la storia delSudan attanagliato dalla guerra che conosce pochissime tregue.Parla Bepi De Marzi, l’autore del “SIGNORE DELLE CIME”,direttore del Coro “I Crodaioli”, un uomo che ha come valorida rispettare il dolore dei poveri e di chi soffre per leingiustizie, che non appartiene a nessuna organizzazione

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Una Proposta Diversa

Sabato 2 ottobre 2010 si è svolto a Piazzola sul Brenta, in VillaContarini, promosso dalla Fondazione G.E.Ghirardi, unConvegno per il 30° Anniversario di attività dell’Associazionedi Cooperazione Internazionale “Una Proposta Diversa”(1980-2010) dal titolo “LA SOLIDARIETA’ CON I FRATELLI E

religiosa e che non aderisce ad alcun partito, che non faprogrammi rigorosi, che ama vivere senza l’ansia di apparire eche non ha secondi fini nelle azioni che compie. Un uomo chedice che quello che viviamo è il tempo dell’ipocrisia e che“L’ACQUA CIARA” è dono e vita e dovrebbe essere di tutti,ma ora c’è chi si impossessa delle fonti e dei ruscelli. Chigestisce oggi il potere sta vendendo anche le nostre lacrime equindi, come diceva Don Milani : “L’obbedienza non è più unavirtù”.Bepi conclude cantando alcuni versetti dal Salmo 142 tradottoda Padre Davide Maria Turoldo, scende il silenzio e poi unamusica di mani che applaudono.Stefano Calella dell’Associazione “Il Ponte onlus” di Piazzolasul Brenta spiega la mission dell’associazione che promuove leadozioni a distanza per sostenere progetti, soprattuttofinalizzati all’istruzione nei paesi in via di sviluppo: Venezuela,Guatemala, Brasile, Mozambico, Ecuador. Sottolinea che leadozioni continuano numerose, nonostante la crisi cheattanaglia le famiglie.Viene ribadito che l’aiuto non deve mai essere barattato con idiritti; che di questo si deve sempre aver consapevolezza e chei popoli non vogliono essere omologati.Le testimonianze e il dibattito sono stati molto interessanti e

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Note a margine di un convegno

sentiti. Per la nostra Associazione è intervenuto LucianoFasolo, informando dell’ultima iniziativa a sostegno delProgetto in Tibet “Emergenza terremoto” e dellacollaborazione con l’Associazione “Il Ponte onlus” e “UnaProposta Diversa”, anche sostenendo il Progetto in SierraLeone, dove opera Maria Teresa Nardello, presente con la suatestimonianza, parlando dei suoi bambini e della loroquotidianità nella scuola dove lei opera.Molto significativa e da prendere come esempio l’iniziativa diuna coppia che, da molti anni, organizza una volta all’anno, inmarzo, una cena solidale lasciando un piatto vuoto a tavola dariempire con le offerte dei commensali; per la preparazionedella cena viene chiesto ai commercianti del proprio paese dicontribuire offrendo generi alimentari e sull’invito alla cenaviene inserito il loro logo. Ci sembra anche questo un modoper fare qualcosa per gli altri, coinvolgendo le piccole attivitàeconomiche del territorio.Siamo tornati a casa un po’ stanchi per la lunga mattinata diriflessione, ma pieni di energie nuove nel constatare quantepersone camminino al nostro fianco con lo stesso obiettivoche mette al centro l’uomo.

Patrizia Vanin

Villa Contarini

LA LETTERA DI SANDRA,LA MAMMA DI RAMIRORosario, 11/08/2010 Per il nostro caro amico Isidoro e tutti gliamici dell’Associazione ErikaSo che mi sono comportata un po’ malecon chi che ha sempre risposto a tutte lenostre esigenze, ma la vita mi è moltodifficile, al punto che non ho tempo persedermi un attimo a scrivere, cosa chesembra facile, ma che a me risulta moltodifficile.Devo dire che, grazie a voidell’Associazione Erika, Rami in qualchemodo può muoversi da solo in casa,perché noi non eravamo in grado di farfronte alle spese enormi che significavanoquesta carrozzina, che si vede nella foto, eil chiosco, che gestiamo insieme a Rami. L’altro mio figlio, che l’anno scorso haavuto un incidente molto grave, daqualche giorno ci ha dato una nipote, anoi e a Rami, che ha restituito un po’ digioia a tutta la famiglia. Si vede anchenella foto come è felice Rami con la suanipote e figlioccia. Non ho nulla in più da dire, solo grazie, emi piacerebbe rivivere tutti i momenti cheabbiamo trascorso a casa di Fabiana, conquelli ai quali voglio tanto bene, come lamia famiglia che è lì, a San Martino diLupari. Ogni notte, quando vado a letto esono tranquilla, mi ricordo tutti i momenticarini che ho passato insieme a tutti voi eper me c’è un grande desiderio di tornare.Magari non ho potuto godere della vostracompagnia come avrei dovuto a causadell’ansia che avevo in quei momenti. Maoggi, se potessi, prenderei il primo aereoper venire a trovare tutti voi che siete statile persone più importanti della mia vita inquei difficili momenti. Mi sono sentitaprotetta e amata da tutti, questo è ilmiglior ricordo che porto nel mio cuore eche niente e nessuno mi toglierà mai. Grazie a tutti voi, un abbraccio e un baciogrande

Ramiro e Sandra

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Ramiro PalmieriArgentina

L’anno scorso, con la mostra dedicataa Vittorio Morello, ci eravamoproposti di sostenere due progetti:uno in America Latina (vedil’ambulanza in Perù) e uno in Ethiopia,dove il pittore aveva trascorso 12anni della sua vita, lasciandoun’impronta decisiva per l’arte in quelPaese.Avendo un contatto pluriennale conle Suore Missionarie della Consolatapresenti ad Addis Ababa, avevamopensato di sostenere il loro progettoper la Scuola Materna a Mekanissa,che ci avevano presentato da tempo. Con le offerte raccolte inquell’occasione e anchesuccessivamente possiamo arrivare al50% del finanziamento, cioè 5.000 €,ma è nostra intenzione coprire perintero la somma che avevamoprevisto, cioè 10.000 €.Ci auguriamo di poter alienare altreopere di Morello, che la sua famiglia ciha messo a disposizione, e anchealtre copie del bellissimo catalogoche abbiamo stampato, in modo dapoter far fronte a questo impegno.Chiunque possa essere interessato adun’opera del pittore e del catalogopuò rivolgersi al nostro Presidente.

Consolata Missionary SistersEthiopian DelegationP.O.Box 22748 – Addis Ababa – [email protected]@ethionet.et

Addis Ababa, 30 Ottobre 2010.Signor Isidoro RossettoAssociazione ErikaVia A.Gaiola, 42 Limena (PD)

Progetto per i bambini della ScuolaMaterna di Mekanissa

La Scuola Materna Santa Maria di Me-kanissa è situata alla periferia di AddisAbaba e riceve bambini poveri della zona.Quest’anno i bambini sono 150, per lorola scuola è un tempo di gioia e di conviviocon coetanei oltre ad essere un modo d’im-parare e prepararsi alla vita. I bambini sonodivisi in tre classi e vengono accolti al mat-tino presto e rimangono fino alle tre del po-meriggio.Contiamo sul vostro contributo per le spesedi gestione di questa scuola che compren-

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Vittorio Morelloin Ethiopia

dono il pagamento delle insegnanti, del per-sonale ausiliario, del materiale didattico,delle divise dei bambini e dei loro quadernie matite, come pure della manutenzionedelle aule e ambienti vari.Una collaborazione di Euro 10.000,00 cipermetterebbe di assicurare questa operadi caritá, ma saremo riconoscenti per qual-siasi aiuto. Siamo a disposizione per qualsiasi chiarifi-cazione necessaria.La vostra solidarietá porterá speranza egioia a tanti piccoli. Vi ringraziamo di cuoreper ciò che potrete fare.La Santissima Consolata vi benedica e vidoni tanta pace. Con riconoscenza

Sr. Virgilia Rita Bandiera Amministratrice

Sr. Laura BellandoSuperiora Delegata

Responsabile del progetto:Sr. Virgilia Rita Bandiera ([email protected])

Bambini della scuola di Mekanissa

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In questo periodo ci sono stati numerosi lutti che hannocolpito le famiglie che in questi anni sono state vicine con leloro donazioni alle Comunità che sosteniamo nel mondo.Questi tragici eventi hanno colpito anche noi, che ci sentiamocome una grande Famiglia.Nel ricordare questi amici, esprimiamo le nostrecondoglianze veramente sentite con un forte abbraccio,soprattutto a quelli che non possiamo incontrare se nonattraverso queste pagine.A questi lutti recenti, uniamo anche quelli che sono statiricordati con una donazione in questo periodo.

Rita Allegro Anna CaenazzoSilvia Carraro Paolo Di LennaGiovanna e Giuseppe Doris Luca Fincato Thomas Lorenzato Rita Miotti Adele Mossali Pier Giorgio Pianizzola Gabriella Piva Giacomo e Ippolito Pontarollo Pietro Predebon Gianluca Rizzato Angelo, Anna e Franca Sozzani

Ricordare la figura di Giuseppe Siccardi in questa circostanzaè doveroso, l’artista brillante quale egli è stato nella suanaturale unicità non basta. I suoi dipinti hanno lasciato unsegno nell’arte contemporanea del Novecento, ma non dameno va ricordato l’uomo Siccardi, sempre rispettoso eattento ai bisogni dell’altro, sensibile e disponibile. Nei miei trent’anni di collaborazione con lui, molte volte erolatore di richieste di sue opere da parte di varie associazioni,sapendo sempre che la sua risposta sarebbe stata positiva.Io lo voglio ricordare così, uomo semplice e generoso,maestro d’arte colto e intelligente, ma soprattutto amicosincero.Così spero lo ricordino i molti che l’hanno conosciuto efrequentato.

Dino Massimo Michelotto

Alla memoria

Recentemente ci ha lasciati Giuseppe Siccardi, il “pittore

del sogno”, che ci ha sempre donato le sue opere per le

nostre collettive di pittura. Abbiamo chiesto all’amico

Dino Michelotto di tracciarne un breve profilo.

IL DOLORE E L’AMOREIl dolore è un grande mistero come l’amore. Senza amorenon si vive. Senza dolore non si ama. Tutti cerchiamo il cuoreche ci comprende e l’anima che ci consola. Tutti aneliamo acompiere la strada in due. Ma vi son destini senza amore.Nessuno invece vuol soffrire. Nessuno cerca il tormento el’angoscia. Eppure non vi è destino senza dolore. E questoduplice mistero ha un ritmo solo, poiché amando di piùs’impara a soffrire meglio e soffrendo di più ad amare meglio.Così, amore e dolore sono il flusso e il riflusso del mondo.L’amore ci invita con un sorriso e, attraverso le vie fiorite delpiacere e della speranza, ci guida a comprendere il dolore. Ildolore ci chiama con voci diverse e, attraverso le aspre viedella pazienza e della rinunzia, ci guida verso un più ampioamore. Inoltre amore è nostalgia di cielo e dolore liberazionedalla terra, perciò in ogni dolore vi è un po’ di cielo e in ogniamore rimane un po’ di terra. E sono iniziazioni del destino,superamenti del proprio io, espansioni della nostra coscienza,incursioni nell’infinito.E eterni quanto è eterno il mondo, generati nello stessotempo con uguale brivido di luce, ci accompagnano perl’esistenza intera e si fondono anche davanti alla morte.L’amore si ritrova nel dolore. Il dolore ritorna amore.Entrambi s’illuminano di speranza. Entrambi si trasfiguranonella fede.

Nino Salvaneschi

Un’opera di “Beppe Siccardi”

LE NOSTRE EDIZIONI

Mi chiamo Patrizia e sono un’insegnanteche ha ricevuto in dono il libro “Storie perdormire, storie per non dormire” scrittodall’amico Andrea e dedicato ai suoi figlie a sua moglie. Lo porto sempre nella miaborsa di scuola e spessissimo lo leggo aibambini delle elementari. Voi vi chiedereteperché. In questo libretto (lo chiamo cosìper il formato, non per il contenuto) iotrovo la fantasia creativa che i bambinisanno subito intuire, i difetti e i pregirappresentati dai vari animali, come nelracconto “l’Uccellino colorato” e “Pina el’orso”, dove si fa un cammino permigliorare se stessi o trovarsi bene con glialtri, e un lieto fine, anche se raggiuntocon sacrificio (vedi “Gluglu, pinguinofreddoloso”) che ci incita ad averecoraggio ad andare avanti con, oserei dire,luminosità.Grazie Andrea

Patrizia Meneghini

Ricordando a tutti gli amici chesono sempre disponibili le nostreedizioni e che si possono ricevereper posta, inviando poi unadeguato contributo tramitebollettino postale.Esse rappresentano il nostrosforzo culturale cominciato con“Inno alla vita” e continuato conaltre importanti opere, semprefinalizzate alla realizzazione deiprogetti a favore dell’infanzia edelle comunità più povere.Anche se alcune sono datate,possono comunque avere unavalenza culturale di ampiorespiro.L’amica Patrizia ce ne dà unaconferma.

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Ringraziamenti

Un ringraziamento a tutti i singoli

e a tutte le famiglie che

nell’ultimo periodo hanno reso

possibili gli interventi della nostra

Associazione, in particolare alle

realtà associative, istituzionali e

imprenditoriali perché possano

estenderlo a quanti hanno

partecipato e a quanti sono stati

rappresentati:

A.C.T.I. – Padova

Agenzia Omnia – Abano Terme

AIDO – S. Martino di Lupari

AIDO AVIS –Villafranca

Alfacenter – S.G. in Bosco

Amici del Giardinaggio – Noventa PD

Area Informatica – Piazzola s. Brenta

Ambasciata della Rep. di S. Marino –

Roma

ASD Play & Ground – Limena

Ass. Amatori Calcio – Limena

Auser –Villa del Conte

Basim s.r.l. – Padova

Bergamin Termoidraulica – San Giorgio

in Bosco

Caffè Cristallo – Piazzola sul Brenta

Centro Commerciale “Le Brentelle” –

Rubano

CIMA – Limena

Comuni di: Limena, Padova, Piazzola sul

Brenta, S. Giorgio delle Pertiche,

San Giorgio in Bosco e Vicenza.

Coverit s.r.l. - Bassano del Grappa-

Costr. Mecc. F.lli Rizzotto – S.G. in

Bosco

Daigo Music School – Limena

Daigo Press – Limena

Fotolito Express – Limena

Gruppo “Ago filo e filò” – S.G. in

Bosco

Gruppo Missionario – S. Anna Moro-

sina

La Cornice – Cittadella

Mazzonetto s.n.c. – Padova

Promega –Vigodarzere

Pro Loco di Limena

R.O.C.A. 84 – Padova

R.V.S. s.r.l. –Vigonza

Sofitex – S.G. in Bosco

Studio Pavin Giovanna Nadia –

Bassano del Grappa

Studio Ragazzo Davide –Vigodarzere

U.S.T. – CISL – Padova

(Ci scusiamo per eventuali omissioni e

preghiamo di segnalarcele)

Anita Frison

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Natale 2010

Indice p.

Il 5 per mille 2

L’ambulanza in Perù 3

Michèle Moreau in Sierra Leone 4

Iniziative a favore di Masanga 6

“E venne... l’estate!” 7

Estemporanea di pittura 8

“Piovono libri” a Piazzola sul B. 10

Sierra Leone - M.T. Nardello 14

Una difficile eredità - Finda 16

Uganda 18

Bangladesh 20

Romania 22

La Casa degli Angeli 24

DOWN D.A.D.I. 26

La parola all’anziano 28

ASEM Mozambico 30

ECPAT in Laos 32

Anna’s - Una festa per Anna 34

In cammino con Jessica 36

Bolivia: Ass. “La Floresta” 37

Brasile 38

Romania 40

Tibet: Rokpa Italia 44

Iniziative a favore di Rokpa 45

“E venne... l’estate!” a Vicenza 46

Diversità a confronto 47

Festa delle Associazioni 48

AltraCittà - AltraVetrina 50

Avete un’idea sulla scuola? 52

La parola ai bambini 54

Da “Tutti a scuola” 56

Dario Soranzo 58

Appello per l’alluvione 59

Gianfranco Vinante 60

Goccioline di solidarietà 61

Una Proposta Diversa 62

Ramiro Palmieri - Argentina 64

Vittorio Morello in Ethiopia 65

Alla memoria 66

Ringraziamenti 67

Natale 2010 68

Come tortore appollaiate sui tettistanno gli anziani,seduti sulla panchina,tutti intabarratia godersi il solicellodelle prime ore pomeridiane,sperando che nulla cambi,mentre i bambinigiocano allegri nel giardino,ma scrutano il cielonella speranza che arrivinoquei nuvoloni neriche portano la neve.E noi volgiamo lo sguardoverso gli uni,pensando a quei Nataliche li vedevano giovania condurci per manonei misteri della vita,e verso gli altri,nati da un progetto d’amore,che vorremmoportassero per semprenei lori cuori,pronti ad accompagnarlinei Natali che verranno.

Isidoro Rossetto

A tutti gli amiciche hanno condiviso l’impegnodi portare un po’ di gioia nel mondorivolgiamo i nostri auguriper un Sereno Natalee un Nuovo Anno di Pace.