esercizi preliminari (michele francesconi)

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Page 1: Esercizi Preliminari (Michele Francesconi)

ESERCIZI PRELIMINARIdi Michele Francesconi

LE NOTE

Per prima cosa impariamo a chiamare le sette note con il loro nome inglese, perché quando ci troveremo davanti a uno spartito internazionale di musica leggera o di un Real Book jazzistico gli accordi saranno siglati così.

La = ASi = BDo = CRe = DMi = EFa = FSol = G

Anche se le note sono 7, quando ci troviamo davanti alla tastiera dobbiamo pensare che i tasti, neri e bianchi, hanno la stessa importanza (non saremo mica razzisti ) quindi pensiamo sempre di lavorare con i 12 semitoni che costituiscono il sistema temperato.

LE TRIADI

Questo e’ un metodo molto empirico (e so che sarà criticato da molti miei illustri colleghi) per iniziare a conoscere la funzione delle note all’interno degli accordi per chi non ha ancora dimestichezza con gli intervalli, le scale e le regole del sistema tonale in generale:

Partiamo dalle triadi:

Le triadi possono essere di quattro tipi: maggiori, minori, aumentate e diminuite

Triade maggiore:X + 4 semitoni + 3 semitoni

Triade minoreX + 3 semitoni + 4 semitoni

Triade aumentata:X + 4 semitoni + 4 semitoni

Triade diminuitaX + 3 semitoni + 3 semitoni

Page 2: Esercizi Preliminari (Michele Francesconi)

ESEMPIO:

Triade maggiore di C = C E GTriade minore di C = C Eb G

Triade aumentata di C = C E G#Triade diminuita di C = C Eb Gb

Per ora esaminiamo solo le triadi Maggiori e Minori, che sono quelle con le quali faremo esercizi. Cominciamo a chiamare

fondamentale (C) la nota che da’ il nome alla triadeterza (E o Eb) la nota di mezzo, che ci dice il “sesso” della triade (maggiore o minore)quinta (G) l’ultima nota

ogni triade puo’ essere disposta in 3 modi:

• stato fondamentale, con la fondamentale al basso: C, E, G (diteggiatura 124 meglio o 135)• primo rivolto, con la terza al basso: E, G, C (diteggiatura 125)• secondo rivolto, con la quinta al basso: G, C, E (diteggiatura 124 meglio o 135)

Come esercizio preliminare (anche per cominciare ad aprire la mano) consiglio di suonare la triade di C maggiore in stato fondamentale con la mano destra (partendo dal C centrale), mentre la sinistra accompagna con la fondamentale raddoppiata in ottava. 4 colpi con la destra e uno solo con la sinistra.Saliamo cromaticamente di un semitono su tutte le voci (questo passaggio va fatto molto lentamente) per avere la triade di Db maggiore. Scaliamo via via per tutti i 12 semitoni stando un po’ di tempo su ogni accordo per abituare la mano alle nuove posizioni (soprattutto quelle che alternano tasti bianchi e neri). Eseguiamo questo esercizio a 60 di metronomo. Quando ci sentiamo sicuri su questo esercizio possiamo provare a farlo con le posizioni del primo rivolto e del secondo rivolto, sempre mantenendo la fondamentale con la sinistra. Dopo qualche mese consiglio di alternare velocemente i rivolti dello stesso accordo, sempre seguendo una sequenza cromatica.Se lo facciamo anche con le triadi minori avremo 3maggiori+3minori per 3 rivolti per 12 tonalità = 72 posizioni della mano.

Page 3: Esercizi Preliminari (Michele Francesconi)

GLI ALTRI SEMITONI

Visto che i semitoni sono 12 e quando suoniamo una triade ne “blocchiamo” 3, ci rimangono fuori altri 9 suoni che possono arricchire i nostri accordi.

Impariamo a conoscerli in rapporto alle tre note della triade maggiore:

la seconda (o nona) minore, siglata col b sta 1 semitono sopra la prima

la seconda (o nona) sta 2 semitoni sopra la prima

la terza minore, siglata con “m” o col “-“ (o nona aumentata, siglata col #) sta 1 semitono sotto la terza maggiore

la quarta (o undicesima), siglata anche con “sus”1 sta 1 semitono sopra la terza maggiore. Quando la troviamo non dobbiamo suonare la terza.

la quinta diminuita, siglata col b (o quarta/undicesima aumentata, siglata col #) sta 1 semitono sotto la quinta. Quando la troviamo non dobbiamo suonare la quinta giusta.

la quinta aumentata, siglata col # o col + o con aug (o sesta/tredicesima minore, siglata col b) sta 1 semitono sopra la quinta. Quando la troviamo non dobbiamo suonare la quinta giusta.

la sesta (o tredicesima) sta 2 semitoni sopra la quinta

la settima minore, siglata semplicemente 7 sta 3 semitoni sopra la quinta

la settima maggiore siglata Maj7 o col segno Δ (o in alcuni spartiti italiani erroneamente col 7+) sta 4 semitoni sopra la quinta

1 La sigla “sus” indende che viene sospesa la terza dell’accordo, perciò potremmo trovare anche un accordo di sus2, in cui si deve suonare la seconda

come nota aggiunta ma non la terza.

Page 4: Esercizi Preliminari (Michele Francesconi)

LE QUADRIADI

Nel sistema armonico della musica moderna e del jazz è utile dividere gli accordi in 5 famiglie2. Queste sono (far vedere che togli un semitono di seguito…)

MaggioriMinoriDominantiDiminuitiSemidiminuiti

A questo punto cominciamo a costruire delle quadriadi che coprano gli accordi delle 5 famiglie:

quadriade maggiore

Triade maggiore con settima maggiore (X + 4 semitoni + 3 semitoni + 4 semitoni)

quadriade dominante

Triade maggiore con settima minore (X + 4 semitoni + 3 semitoni + 3 semitoni)

quadriade minore

Triade minore con settima minore (ma potrebbe anche essere maggiore) (X + 3 semitoni + 4 semitoni + 3 o 4 semitoni)

quadriade semidiminuita, siglata con Ø

Triade minore con settima minore (X + 3 semitoni + 3 semitoni + 4 semitoni)

quadriade diminuita, siglata con °

Triade diminuita con settima diminuita (X + 3 semitoni + 3 semitoni + 3 semitoni)

Come esercizio preliminare consiglio di suonare la quadriade di CMaj7 in stato fondamentale con la mano destra (partendo dal C centrale), mentre la sinistra accompagna con la fondamentale raddoppiata in ottava. Saliamo cromaticamente di un semitono su tutte le voci (questo passaggio va fatto molto lentamente) per avere la quadriade di Db maggiore. Scaliamo via via per tutti i 12 semitoni stando un po’ di tempo su ogni accordo per abituare la mano alle nuove posizioni (soprattutto quelle che alternano tasti bianchi e neri). Eseguiamo questo esercizio a 60 di metronomo. Proviamo ora con le altre quadriadi (Minore Settima, Settima di dominante, Diminuita e Semidiminuita).

2 Alcuni concepiscono solo 3 famiglie perché inseriscono gli accordi diminuiti nella famiglia dei dominanti e i semidiminuiti in quella dei minori.

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Quando ci sentiamo sicuri su questo esercizio possiamo provare a farlo con le posizioni del primo, del secondo e del terzo rivolto, sempre mantenendo la fondamentale con la sinistra. Ci troveremo quindi a provare con la mano ben 240 posizioni (5 tipi di quadriadi per 12 semitoni per 4 posizioni di rivolti)Dopo qualche mese consiglio di alternare velocemente i rivolti dello stesso accordo, sempre seguendo una sequenza cromatica. Poi proviamo a fare lo stesso esercizio però arpeggiando gli accordi in moduli vari.

Questi tipi di accordi ci consentono di accompagnare un tema tratto dal repertorio della musica leggera. Se si trova una frazione, tipo E/B dobbiamo suonare l’accordo di E e la nota B al basso.

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ACCOMPAGNAMENTO DI UNA CANZONE DI MUSICA LEGGERA.

Quello che sto per spiegare è un modo per accompagnare che prevede di suonare ad accordi con la mano destra e in ottave con la simistra.Quando imposteremo il lavoro sulle song invece il tema verrà suonato con la destra e su entrambe le mani distribuiremo equamente le voci (far vedere le mani), come dirò più sotto infatti i temi delle song jazzistiche sono in generale più semplici da suonare che quelli delle canzoni di pop. Per quanto riguarda il tipo di accompagnamento sceglieremo generalmente un beat di base (spesso sarà di 4/4, ma anche se fosse di ¾ o 6/8 non sarà un problema) per cui diversi colpi con la dx e solo uno con la sinistra, o sul ritmo armonico o quando cambia battuta. Lo scopo della nota perno e dell’accompagnamento è infatti quello di prendere dimestichezza con l’accompagnamento base…per altre cose cfr il libro dei ritmi.

Ora spiegherò la tecnica che ho inventato per far rispettare il voicing con la dx e ci dia un senso del brano.

Tecnica basilare della nota perno:

Suoniamo il voicing3 della nostra triade o quadriade seguendo il ritmo armonico4 (quello che ci viene suggerito dalle sigle, ovvero i cambi (changes) degli accordi, considerate che ogni tanto può essere espresso tramite degli slash). Cambiamo voicing quindi solo quando troviamo l’accordo nuovo nella successione del siglato. Disponiamo il voicing facendo coincidere la prima nota che troveremo in senso orizzontale da sx a dx (fino a nuovo accordo) appartenente all’accordo con la voce più acuta del nostro voicing e chiamiamo questa nota “nota perno”. Il voicing va disposto all'altezza della nota perno, esattamente dove è scritta sul pentagramma in rapporto allo strumento.Se sul ritmo armonico non canta una nota appartenente all’accordo la nota perno sarà la prima nota utile dell’accordo che troviamo in orizzontale fino al cambio di accordo successivo, e se non ne troviamo neanche una che appartiene a quell'accordo suoniamo la prima nota dell’accordo utile (in verticale dall’alto al basso) che si trova sotto alla prima nota del canto: questo per non superare il canto col voicing. Riassumento esiste quindi una nota perno per ogni accordo, non di più, visto che cambiamo il voicing solo sul ritmo armonico.

Procedimento per non sbagliare

1. Individua la nota perno (consiglio di segnarle tutte con un pastello rosso)2. Suona l’accordo in stato fondamentale3. Rivolta il voicing fino a incastrarlo con la nota perno

Accorgimenti utili

1) Facciamo attenzione alle alterazioni in chiave.2) Quando al canto troviamo una nota lunga (ad esempio semibreve o minima col punto) e sotto canta l’accordo ricordiamoci che la nota continua a cantare.

3 Spiegare concetto di voicing: in senso avanzato è l’identità armonica del pianista o dell’arrangiatore, che svela il suo gusto.4 Spiegare poi anche il concetto di ritmo melodico, cioè quello dato dalla melodia (se alla melodia togliamo le altezze diventa ritmo).

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Altre indicazioni

1) Non usiamo questa tecnica in introduzioni, finali, controcanti e ponti, ma solo seguendo la linea melodica dotata di parole. Quando non ci sono le parole quindi suoniamo gli accordi dove ci pare: probabilmente stanno bene in un registro più lontano dal canto (spesso più grave). Attenzione alle notine piccole, controcanti o strofe diverse (in quel caso sceglierne uno, magari il primo) o riempitivi di note lunghe per gli accordi)…non consideriamole. In caso di dubbio suonare la nota più alta. Se troviamo due note in verticale, un bicordo (magari è una seconda voce, o la voce della strofa seguente, o un semplice modo per suggerire l’armonia), scegliamo come perno quella più alta.2) La sinistra suona in ottava la nota che dà il nome all’accordo (a meno che non sia uno slash chord) nel registro che vuole, certo tenendo conto di una certa coerenza timbrica. 3) Occhio alle note enarmoniche (es ultime battute di I Just Called To Say I Love You di Stevie Wonder), cioè note che hanno lo stesso suono ma nome diverso.4) Se troviamo solo delle pause nella melodia e abbiamo degli accordi sotto possiamo suonarli come vogliamo, ma cerchiamo di fare il voicing in basso per non creare il falso tema.5) Negli spartiti italiani troviamo la dicitura 7+, mentre sappiamo che nei real book jazzistici il + è il simbolo della quinta aumentata. Nel pop 9 intende add 9, nel jazz sottointende invece la settima di dominante.6) Quando ci troviamo di fronte ad accordi che ci suggerirebbero voicing a 5 voci (es Cm7/9, oppure C7b9) possiamo omettere la fondamentale nel voicing della destra (perché in ogni caso è suonata dalla sinistra) e avremo un voicing a 4 voci nella destra + il basso in ottava; questo a patto che non ci sia una frazione, a quel punto la fondamentale diventa una nota da suonare, quindi anche in questi casi i voicing a 5 voci diventano di 4. E sempre che non ci sia la fondamentale come nota perno.7) Quando troviamo il sus, il 4, il sus4… omettiamo la terza e quando troviamo una 5 aumentata o diminuita omettiamo la quinta giusta.8) Per le diteggiature delle quadriadi mettete le dita più logiche.

In THE SECRET LIFE OF PLANTS di Stevie WonderUltima riga seconda pagina Re9/5b che in teoria non viene specificata la settima, ma in questo caso la troviamo nella notina di riempitivo: Do#9+/5b intende Do#Ma9b5, la discriminante è il + inteso come ma7, mentre nel jazz il + intende quinta+.

In SALLY di Vasco RossiUltima riga della prima pagina c’è un LA11. Intende anche con 7 e 9? Probabilmente

In COME SAPREI di Giorgia Prima riga quarta battuta Do 11 intende 5-7-9-11 (la terza è omessa e la fondamentale si fa con la sx)terza riga quarta battuta c’è un Sib9: intende Sib add9 e non con la settima: questo perché nella terza riga mette un Rem9 (quindi Rem add9) e poi nella sesta riga troviamo un Rem7/9 che ci fa capire che se volesse la settima la scriverebbe.seconda pagina seconda riga terza battuta. Dom11 si suonano 5 note perché la terza si suonaseconda pagina settima riga battuta prima Dom7/4 qui è come il do minore 11 ma non si suona la nona

In OVERJOYED di Stevie WonderOcchio al ritmo armonico, ogni tanto ci sono degli anticipi

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TECNICHE PIU' AVANZATE PER ARRICCHIRE L'ARMONIZZAZIONE DI BRANI DI MUSICA LEGGERA:

Con l’esperienza capiremo che alcune note del canto sono tensioni o note aggiunte, e allora potremo suonarle dando al nostro voicing ancora più colore. In un secondo momento potremmo cominciare ad usare, con la mano sinistra, invece che le ottave, le decime, con o senza quinta. Per fare questo basta disporre la triade in basso con la mano sinistra e catapultare la voce centrale in alto, suonandola sempre con la sinistra. Questa tecnica dà molto corpo all'armonizzazione ed è utile e piacevole anche se viene eseguita arpeggiata. Si può usare anche per il primo e il secondo rivolto dell'accordo, e le sonorità che ne vengono fuori ci stimolano a cercare nuovi accompagnamenti e nuovi modi di disporre l'armonia.Tutto ciò è un preludio al lavoro di armonizzazione a cinque voci che faremo in campo jazzistico. La mia esperienza in questo senso deve molto agli anni in cui ho suonato nei pianobar le canzoni di musica leggera italiana e internazionale, perchè proprio con questo repertorio ho assimilato i movimenti armonici di base delle triadi e delle quadriadi, provando, cambiando, “pastrocchiando”, sbagliando e cercando un gusto mio.Cominciare a introdurre none e settime, anche se non vengono segnate. Usare a discrezione nostra i rivolti delle triadi (mettendo terza o quinta al basso con la sx...).Cominciare a creare linee di basso con la mano sinistra, inizialmente creando piccoli passaggi tra gli accordi (es G – Em passare da F#).Usare seste nella mano dx per arricchire l'accordo.Usare none vuote (fondamentale – quinta e nona) nella sinistra (come fa Danilo Rea, uno dei pianisti jazz più attivi e richiesti in ambito pop).Studiare i corali di Bach per i movimenti delle voci, quindi provare a inserire controcanti o arpeggi per arricchire e variare l’armonizzazione.

DIFFERENZA TRA L’IMPOSTAZIONE FORMALE DI UN BRANO POP E UNA SONG JAZZISTICA

A livello armonico un brano pop fa uso prevalentemente di triadi e quadriadi, mentre una armonizzazione jazzistica in media usa 5 voci.A livello melodico il brano pop fa uso di moltissimi ribattuti che riprendono la sillabazione del parlato, per cui notiamo nello spartito che la linea melodica sarà molto articolata ritmicamente, mentre nella song sarà più lineare. Per quanto riguarda la forma di solito una song ha una struttura di 32 battute con sezioni di 8 (le classiche AABA o ABAC…, che ci consentono di leggerla su una pagina o al massimo due). Il brano di pop invece ha una struttura sempre abbastanza complessa e diversa di caso in caso. Per questo se “srotoliamo” una partitura avremo almeno 5 o 6 fogli.

Page 11: Esercizi Preliminari (Michele Francesconi)

USO DEL PEDALE DI RISONANZA PER LEGARE GLI ACCORDI

Primo StepSollevo il dito indice

Secondo StepSpingo il pedale

Terzo Spet Abbasso il dito e lo tengo giù su un tasto a caso. Attenzione: nel momento in cui suono il tasto sollevo il pedale. Esattamente in quel momento. Non prima né dopo.

Quarto StepSollevo il dito dal tasto rispingendo il pedale giù. Senza creare un vuoto di suono. A questo punto passare a un'altra nota.

Poi provare con gli accordi, di qualsiasi tipo. In seguito cambiare il pedale sul ritmo armonico (quello che ci viene suggerito dalle sigle). Il cambio del pedale va fatto in maniera morbida (come una bocca che si apre poi si richiude). Assicurarsi che il tallone sia sempre attaccato a terra (è il nostro punto fermo) e che la punta si stacchi dal ferro quando cambio il pedale.

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ALTRI ESERCIZI E SUGGERIMENTI DI STUDIO:

Esercizio sullo scheletro dell’accordo: suonare con la sola mano sinistra quello che io chiamo “scheletro” dell’accordo, cioe’ fondamentale, terza e settima. Lo facciamo per due posizioni, quella stretta (all’interno di una settima, dita 5-3-1 o 5-4-1) e quella larga (prima - settima e decima) che va per forza spezzata (basso alternato ad accordo), con o senza il pedale di risonanza (disponete le dita e la mano come se riusciste a prendere la decima, non fate l’errore di considerare due voicing diversi anche se per necessità siete costretti a spezzare l’accordo.)Facciamo questo esercizio sugli accordi di ma7, m7 e 7 (le tre famiglie principali), prima cromaticamente poi per quarte ascendenti.

Per chi non avesse mai suonato il pianoforte consiglio di fare le cadute sulla tastiera (con tutte le leve a partire dall’avambraccio). Consultate il documento “principi di tecnica pianistica” per i consigli basilari riguardo alla postura del corpo e della mano.Entro i primi mesi potete anche studiare i left hand voicings che vi consentiranno di accompagnarvi su una sequenza di II V I dandovi subito l’idea di una sonorità jazzistica, anche se in realtà sarà la mano ad imparare un automatismo armonico che poi l’orecchio capirà col tempo.

Per quanto riguarda la tecnica io consiglio di studiare la selezione che ho fatto di 10 esercizi dell’Hanon e di comprare il bel libro di Lamberto Lipparini “Il libro dei ritmi” che vi propone 120 stilemi armonico-ritmici molto utili per la coordinazione tra le due mani. Di questi ne ho scelti 30 che ho anche diteggiato.

Inoltre potete stampare anche le scale maggiori e minori melodiche e applicarle su due ottave con le relative diteggiature. Quando studiate le scale per la prima volta potete suonarle a mani separate e, per non sbagliare diteggiatura, mentre con una mano eseguite la scala con l'altra seguite la diteggiatura indicando dito dopo dito senza perdere il segno.

Una volta imparate esse vanno eseguite non più secondo il ciclo delle tonalità, ma in ordine cromatico e a memoria. Dopo le scale maggiori e minori sarà la volta della scala cromatica, esatonale e diminuita.