facebook le banche scoprono la community

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26/04/10 10.53 Facebook Le banche scoprono la community Pagina 1 di 2 http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=APRE1 In Corriere.it LOGIN REGISTRATI Economia CRONACHE POLITICA ESTERI ECONOMIA CULTURA SPETTACOLI CINEMA E TV MILANO ROMA ENGLISH MOBILE CORRIERE STORE Home Opinioni CorriereTV Salute Scienze Sport Motori Viaggi Informazione locale Cucina Casa Dizionari Libri Scommesse Giochi Servizi FINANZA & INTERNET LA CLASSIFICA I&B SULLE MIGLIORI POLITICHE DI RELAZIONE VIA WEB DEGLI ISTITUTI DI CREDITO. BNL: «APRIREMO UNA PAGINA ANCHE SU TWITTER» Facebook Le banche scoprono la community Da Ing Direct a Bnp, da Citi a Ubi, ecco chi lavora sui social network. Per farsi pubblicità. E dialogare online con i clienti L e banche si danno ai social network. Facebook e Twitter non sono più un mistero per molte banche, che usano sempre più i social media per farsi conoscere e stabilire un filo diretto con i clienti (e non solo). In modo da ridurre i disagi delle lunghe file allo sportello o le attese al telefono per ottenere una semplice informazione. Tanti i nomi, a partire da Ing, Citibank o Bnp Paribas (ma anche Goldman Sachs sotto accusa della Sec, l’autorità di vigilanza americana, diciassettesima) nella classifica stilata dalla società di consulenza Innova et Bella (I&B), sulle migliori banche presenti su Facebook. Gli istituti sono stati valutati in base a tre parametri (vedi tabella): le migliori pratiche relazionali offerte agli iscritti (le «best practice»), l’aggiornamento della comunicazione, il numero degli iscritti. Le italiane Ai primi tre posti della graduatoria della «qualità Facebook» ci sono, appunto, il gruppo Ing, quindi Citigroup e Bnp Paribas, che in Italia controlla Bnl. Al ventesimo posto c’è il Credit Suisse. Le italiane Unicredit e Ubi sono rispettivamente quattordicesima (per il sito della Slovenia) e quindicesima (con IwBank). Ma che cosa ci fanno gli istituti di credito sui social network. Facebook è una piattaforma che solo in Italia vanta 18 milioni di utenti — spiega Luigi Maccallini, responsabile comunicazione new media di Bnl. Il gruppo Bnp Paribas in pochi mesi ha raccolto su Facebook quasi 130 mila fan in tutto il mondo —. Entrare in contatto con un bacino così ampio non è facile. Nel nostro gruppo, l’approccio ai social network è iniziato circa nove mesi fa, con l’ascolto giornaliero di cosa i navigatori sul web dicono di noi. La seconda fase della nostra strategia ha visto l’apertura su Facebook e Twitter di un canale di dialogo sul mondo del tennis, essendo Bnl sponsor degli Internazionali d’Italia. In un mese e mezzo la nostra fan page è arrivata ad avere circa cinquemila iscritti. Siamo stati la prima banca italiana ad aprire un brand channel su YouTube ed entro la fine di quest’anno saremo definitivamente sia su Facebook che su Twitter con una pagina personale». C’è anche chi, come Ing Group, su Facebook è arrivato a oltre 14 mila iscritti. Sul «wall» si leggono richieste d’informazioni, aggiornamenti sulla campagna promozionale, notizie sui prodotti finanziari a disposizione, ma anche critiche e complimenti dei clienti: «Non andavo matto per la zucca — dice un fan —. Ora non ne posso fare a meno». L’esempio olandese «Questi mezzi di comunicazione stanno acquistando un ruolo chiave nell’opinione pubblica — commenta Silvia Colombo, media relations manager di Ing Direct Italia — . Noi siamo arrivati sul mercato nel 2001, usando una zucca come simbolo della banca e valorizzando il passaparola. Tuttora operiamo solo attraverso Internet e telefono, non potevamo non approdare a Facebook. L’obiettivo è creare community, veicolare i valori del marchio in un modo e in un luogo diverso, java.lang.NullPointerException Corriere della Sera > Economia > Corriere economia

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FINANZA & INTERNET LA CLASSIFICA I&B SULLE MIGLIORI POLITICHE DI RELAZIONE VIA WEB DEGLIISTITUTI DI CREDITO. BNL: «APRIREMO UNA PAGINA ANCHE SU TWITTER»

Facebook Le banche scoprono lacommunityDa Ing Direct a Bnp, da Citi a Ubi, ecco chi lavora sui socialnetwork. Per farsi pubblicità. E dialogare online con i clienti

L e banche si danno ai social network. Facebook e Twitter non sono più un mistero per moltebanche, che usano sempre più i social media per farsi conoscere e stabilire un filo diretto con iclienti (e non solo). In modo da ridurre i disagi delle lunghe file allo sportello o le attese al telefonoper ottenere una semplice informazione. Tanti i nomi, a partire da Ing, Citibank o Bnp Paribas (maanche Goldman Sachs sotto accusa della Sec, l’autorità di vigilanza americana, diciassettesima) nellaclassifica stilata dalla società di consulenza Innova et Bella (I&B), sulle migliori banche presenti suFacebook. Gli istituti sono stati valutati in base a tre parametri (vedi tabella): le migliori praticherelazionali offerte agli iscritti (le «best practice»), l’aggiornamento della comunicazione, il numerodegli iscritti. Le italiane Ai primi tre posti della graduatoria della «qualità Facebook» ci sono, appunto, il gruppo Ing, quindiCitigroup e Bnp Paribas, che in Italia controlla Bnl. Al ventesimo posto c’è il Credit Suisse. Leitaliane Unicredit e Ubi sono rispettivamente quattordicesima (per il sito della Slovenia) equindicesima (con IwBank). Ma che cosa ci fanno gli istituti di credito sui social network. Facebook è una piattaforma che soloin Italia vanta 18 milioni di utenti — spiega Luigi Maccallini, responsabile comunicazione newmedia di Bnl. Il gruppo Bnp Paribas in pochi mesi ha raccolto su Facebook quasi 130 mila fan intutto il mondo —. Entrare in contatto con un bacino così ampio non è facile. Nel nostro gruppo,l’approccio ai social network è iniziato circa nove mesi fa, con l’ascolto giornaliero di cosa inavigatori sul web dicono di noi. La seconda fase della nostra strategia ha visto l’apertura suFacebook e Twitter di un canale di dialogo sul mondo del tennis, essendo Bnl sponsor degliInternazionali d’Italia. In un mese e mezzo la nostra fan page è arrivata ad avere circa cinquemilaiscritti. Siamo stati la prima banca italiana ad aprire un brand channel su YouTube ed entro la finedi quest’anno saremo definitivamente sia su Facebook che su Twitter con una pagina personale». C’è anche chi, come Ing Group, su Facebook è arrivato a oltre 14 mila iscritti. Sul «wall» si leggonorichieste d’informazioni, aggiornamenti sulla campagna promozionale, notizie sui prodottifinanziari a disposizione, ma anche critiche e complimenti dei clienti: «Non andavo matto per lazucca — dice un fan —. Ora non ne posso fare a meno». L’esempio olandese «Questi mezzi di comunicazione stanno acquistando un ruolo chiave nell’opinione pubblica —commenta Silvia Colombo, media relations manager di Ing Direct Italia — . Noi siamo arrivati sulmercato nel 2001, usando una zucca come simbolo della banca e valorizzando il passaparola.Tuttora operiamo solo attraverso Internet e telefono, non potevamo non approdare a Facebook.L’obiettivo è creare community, veicolare i valori del marchio in un modo e in un luogo diverso,richiamando articoli del nostro magazine e rispondendo alle discussioni su di noi».

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richiamando articoli del nostro magazine e rispondendo alle discussioni su di noi». Il fattore marketing è preponderante ma non si tratta solo di pubblicità. Perché i fan saranno purefan, ma su Internet non temono di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Peccato che i mutui lifacciate solo da 120 mila euro in su — dice dalla fanpage di Ing Direct Italia uno dei tanti «amici». Ela banca in 24 ore puntualizza che «l’importo minimo finanziabile con Mutuo Arancio è di 50 milaeuro». La dimensione è quella del confronto e se anche i grandi come Unicredit stanno seriamentepensando di utilizzare Facebook, qualcosa vorrà pur dire. Intesa Sanpaolo, ad esempio, pur nonavendo una pagina ufficiale, è arrivata su Facebook utilizzando applicazioni interattive. «Abbiamo preferito inserire contenuti — precisa Fabrizio Paschina, responsabile web di IntesaSanpaolo —. Creare una fanpage era poca cosa rispetto a utilizzare uno strumento che consentivaagli utenti di capire le caratteristiche di un nostro nuovo prodotto. Il successo dell’operazione èdimostrato dal fatto che l’applicazione è stata scaricata da 150 mila persone. La gente con i socialnetwork ormai stabilisce gran parte delle relazioni e Facebook è uno strumento di cui non si puòfare a meno». RIPRODUZIONE RISERVATA

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