fattori antinutrizionali negli integratori per il ...old.iss.it/binary/cnra/cont/boniglia convegno...
TRANSCRIPT
Fattori antinutrizionali negli integratori per il controllo del
peso
Concetta Boniglia, Stefania Di Stefano
FOCUS SU SICUREZZA D’USO E NUTRIZIONALE DEGLI ALIMENTI
21 – 22 novembre 2005
Il controllo e la riduzione del peso
rappresentano
uno degli obiettivi sanitari più
importanti nei paesi industrializzati
ECCESSO DI PESO
fattore di rischio per l’insorgenza di diversi stati patologici: diabete mellito, malattie
cardiovascolari , osteoartrite..
e inoltre
contribuisce ad abbassare il livello della qualità di vita dei soggetti in sovrappeso
Il continuo aumento delle persone che hanno un peso corporeo superiore al loro peso ideale
l’accresciuta esigenza di raggiungere e mantenere uno stato di benessere e di buona salute dell’organismo umano
Integratori per il controllo
del peso
Ruolo
degli integratori alimentari finalizzati al controllo o riduzione del peso
Coadiuvanti nell’ambito di diete globalmente controllate
Non devono essere presentati come “dimagranti”
Il loro uso è proponibile per coadiuvare una dieta ipocalorica, a cui è subordinato il conseguimento del
risultato
Raccomandazioni sulla pubblicità degli integratori alimentari proposti per il
controllo o la riduzione del peso
Non ci si deve avvalere né di testimonianze né di immagini volte a confrontare la situazione precedente all’uso del prodotto con i risultati conseguiti con l’uso del prodotto stesso
E che facciano riferimento a quantificazione dei risultati ottenuti in termini di riduzione di peso e di circonferenze
INDICAZIONIIntegratori di nutrienti che possono essere carenti in regimi dietetici non adeguatamente strutturati dal punto di vista nutrizionale
e/o
Integratori di altre sostanze di interesse fisiologico che possono essere utili per la regolazione del metabolismo dei lipidi e dei glucidi
COMPOSIZIONE
Contengono come ingredienti in differenti associazioni:
Vitamine (C, B1, B6, niacina..)
Cromo (cromo picolinato)
chitosano
Fibra alimentare (cellulosa, pectine, lignina, gomma di guar, glucomannano, psillium….)
Estratti vegetali (garcinia cambogia, rhodiola, guaranà, citrus aurantium, fucus….)
FORME COMMERCIALIZZATE
Gli integratori per il controllo del peso si presentano sotto forma di compresse, tavolette, capsule, o anche liquidi contenuti in fiale, flaconi e simili
destinati
ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari o dosi
INTEGRATORI GLUCO - BLOCCANTI
A base di concentrati proteici di Phaseolus vulgaris
(comune fagiolo)
fonte naturale di faseolamina
proteina in grado di inibire in vitro l’attivitàdell’enzima digestivo α-amilasi
L’effetto antinutrizionale della faseolaminaviene in questo caso utilizzato
per prevenire, attraverso l’inibizione dell’enzima α-amilasi, la digestione dei carboidrati complessi con conseguente
diminuzione delle calorie assorbite
perdita di peso
Il fagiolo contiene , oltre alla faseolamina, altri composti di
natura proteica quali
inibitori delle tripsine e lectine
ai quali viene attribuito un effetto antinutrizionale
Effetti antinutrizionali degli inibitori della tripsina
Sono dovuti alla loro capacità di inibire l’attività degli enzimi digestivi tripsina e
chimotripsina
con conseguente
diminuzione della digestione delle proteine introdotte con la dieta e quindi della loro
biodisponibilità
Effetti antinutrizionali delle lectine
Sono dovuti ad una riduzione dell’assorbimento dei nutrienti
in seguito all’alterazione delle membrane cellulari dell’epitelio intestinale
Alle lectine e agli inibitori delle tripsine vengono attribuiti in seguito ad esperimenti condotti sugli animali anche effetti fisiologici
avversi che si manifestano in dipendenza della dose somministrata
Inibitori della tripsina
Studi a breve e medio termine, condotti su animali da esperimento, hanno mostrato
- depressione della crescita dell’animale
- ipersecrezione pancreatica di tripsina e chimotripsina, indotta da un meccanismo di feedbacK negativo, con conseguente ipertofia del pancreas
LECTINE
In letteratura sono stati riportati diversi casi di intossicazione acuta in seguito all’ingestione di fagioli non ben cotti. I sintomi, caratterizzati da nausea, vomito, diarrea, crampi addominali si manifestano dopo 2-3 ore dall’ingestione e scompaiono in poco tempo (3-4 ore). La severità dei sintomi è direttamente correlata alla quantità di fagioli ingerita.
I possibili effetti tossici in seguito all’assunzione prolungata di bassi livelli di lectine per ovvi motivi non sono stati
mai sperimentati sull’uomo e quindi non sono noti
LECTINE
Studi a breve e lungo termine condotti sugli animalihanno mostrato:
- Danni all’epitelio intestinale
- Ipertrofia e iperplasia del pancreas
- Elevata proliferazione di batteri nel lumen intestinale
- Riduzione della sintesi proteica con riduzione della massa muscolare
INATTIVAZIONE
Sia le lectine che gli inibitori della tripsina, a causa della loro natura proteica, sono
inattivate nelle condizione che portano ad una loro irreversibile denaturazione
così come la cottura
Dal momento che i legumi
vengono consumati previo trattamento termico
la distruzione dell’attività di tali fattori
non pone alcun problema di
rilevanza nutrizionale o fisiologica
INDAGINE SUGLI INTEGRATORI A BASE DI PROTEINE DI FAGIOLO
In assenza di informazioni specifiche relativamente:
- alle procedure di estrazione delle proteine dal fagiolo
- al grado di purezza dei concentrati proteici
Nel nostro laboratorio è stata condotta recentemente una indagine sugli integratori presenti sul mercato al fine di evidenziare l’eventuale presenza lectine e gli
inibitori di tripsina
Gli integratori oggetto dell’indagine sono stati selezionati in base alla loro composizione e alle
indicazioni riportate in etichetta
Sono tra quelli più comuni normalmente disponibili in farmacia o in erboristeria
Alcuni di essi presentano in associazione ai concentrati proteici di Phaseolus vulgaris
vitamine, cromo, fibre e estratti vegetali
DETERMINAZIONE DELLE LECTINE
La presenza di lectine viene normalmente testata mediante il saggio di
eritroagglutinazione.
Il metodo è rapido, semplice da realizzare e fornisce una misura della capacità agglutinante delle lectine. Tuttavia è poco sensibile, con un
limite di accuratezza sperimentale di ± 1 diluizione corrispondente ad un errore del 25%
Nel nostro laboratorio è stato sviluppato un metodo ELISA (Boniglia et al 2003)
in grado di quantificare in modo altamente specifico ed affidabile le lectine attive presenti
negli integratori con un limite di quantificazione di 30 ppm
Il metodo è stato recentemente implementato attraverso l’utilizzo di uno standard di lectina
purificato per cromatografia di affinità
DETERMINAZIONE DELLA TRIPSINA INIBITORE
E’ stato utilizzato un saggio spettrofotometricoin accordo alla procedura di Kakade et al. (1969)
L’attività della tripsina inibitore viene espressa come il numero di unità di tripsina inibite in un grammo di campione (TIU/g di campione) utilizzando come substrato sintetico il BAPA (benzoyl-DL-arginine-p-nitranilide)
38.71060040H10.21328410G18n.d.50F
14.265084E*1001324160D*1002028360C*6.61812680B5523100880A
Phaseolusvulgaris (%)
TIU/gLectine ppm
LIVELLI DI LECTINE E INIBITORI DELLA TRIPSINA NEGLI INTEGRATORI
* C polvere crio-frantumata, D ed E polvere essiccata di Baccello intero di Phaseolus vulgaris
I differenti livelli di lectine e tripsina inibitore presenti nei campioni analizzati possono dipendere da diversi fattori:
- Variabilità naturale nella composizione proteica dei fagioli che sappiamo essere influenzata sia da variazioni genetiche che da variazioni ambientali (suolo, clima, concimazione…)
- le diverse procedure di estrazione e purificazione delle materie prime utilizzate
LIVELLI DI LECTINE E INIBITORI DELLA TRIPSINA IN FAGIOLI CRUDI E COTTI
n.d.2Fagioli cotti 60
n.d.2Fagioli cotti 30’
233 (1.6%)4 (0.016%)Fagioli cotti 10’
1230024120Fagioli borlotti dopo ammollo overnight
1440024900Fagioli borlotti crudi
TIU/gLectine ppm
LIVELLI DI LECTINE ED INIBITORI DELLA TRIPSINA IN UNA NUOVA VARIETA DI
FAGIOLO
Recentemente, attraverso tecniche di selezione genetiche no-OGM, è stata brevettata una nuova
varietà di fagiolo con assenza del carattere “lectine”
147003TUI/gLectine (ppm)
CONCLUSIONI
La presenza di lectine e di inibitori della tripsina negli integratori analizzati e l’alta variabilità dei
livelli riscontrati
dimostrano che
vengono utilizzate concentrati proteici di faseolamina non altamente purificati o comunque
non adeguatamente trattati con il calore
La presenza di lectine anche se a livelli più bassi di quelli presenti nei fagioli crudi porta a dover valutare
attentamente la sicurezza d’uso di tali integratori
Dal momento che per una corretta valutazione del rischio sarebbe necessario conoscere un valore di ADI per le
lectine che attualmente non è disponibile
sarebbe raccomandabile, per una maggiore tutela della salute del consumatore, limitare il più possibile i livelli di
tali fattori negli integratori
L’esistenza sul mercato di integratori che contengono livelli di lectina pari a 40 e 80 ppm (valore molto vicino al limite di quantificazione
del metodo)
dimostra che i livelli di tali fattori possono essere notevolmente abbassati
ponendo maggiore attenzione alle materie prime utilizzate e alla loro tecnologia di
produzione