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Jacques e i suoi quaderni ____________________________________________________ Ferdinand Raimund QUATTRO COMMEDIE l 1997 28*

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Jacques e i suoi quaderni

____________________________________________________

Ferdinand Raimund

QUATTRO COMMEDIE

l

1997 28*

Jacques e i suoi quaderni 28*____________________________________________________

Periodico semestrale, registrato presso ilTribunale di Pisa il 3 settembre 1983, n ー 16.Direttore responsabile: Enrico De AngelisRedazione: Marianne Hepp___________________________________

Numero 28*, 1997© 1997 Jacques e i suoi quaderni, Pisa

lJacques e i suoi quaderni____________________________________________________

Ferdinand Raimund

lQUATTRO COMMEDIE

l

1997 28*

INDICE

Il fabbricante di barometri sull'isola incantata 9lIl diamante del re degli spiriti 49

La fantasia incatenata 97

La fatale corona magica, ovvero re senza regno,eroe senza coraggi, bellezza senza gioventù 139

Il fabbricante di barometri sull'isola incantataFéerie con canto e ballo in due atti

(Parodia della fiaba“Il principe Tutu.”*)

(Der Barometermacher auf der Zauberinsel. Zauberposse mit Gesang und Tanz in zwei Aufzügen als Parodie des Märchens: Prinz Tutu.)

* Protagonista della fiaba Die Prinzessin mit der langen Nase di Friedrich Hildebrand von Einsiedel, rielaborata e pubblicata da C. M. Wieland, nella raccolta di fiabe Dschinnistan, oder auserlesene Feen- und Geistermärchen (1810).

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Personaggi

LA FATA ROSALINDELIDI, prima ninfaBARTHOLOM?US QUECKSILBER, fabbricante di barometri vienneseTUTU, sovrano di un'isola incantataZORAIDE, sua figliaLINDA, la sua camerieraHASSAR, cameriere particolare di TutuZADI, un abitante del boscoPRIMO MARINAIO UN COMANDANTE dell'armata incantataPRIMO PICCOLO USSAROUNA SENTINELLA SEI AMAZZONIUNO SCHIAVOIL MEDICO PERSONALE di TutuSCIARPA CORNO vociBACCHETTA TRE GENI

Ninfe e schiave. Danzatori e danzatrici.. Marinai. Servitù di Tutu. Popolo. Soldati dell'armata incantata. Piccoli ussari. Schiavi

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Palazzo delle fate. La Fata Rosalinde, seduta su un trono di fiori, collocato di lato. Alcune ninfe si radunano attorno a lei.

LIDI Fata sublime, ti ricordo che con oggi sono passati altri cento anni e devi deciderti a concedere di nuovo i doni magici a uno dei mortali.

FATA Ma gli uomini di oggi meritano che una fata pensi ancora a loro?LIDI Talora si trovano uomini veramente buoni, verso i quali non riesco ad essere ostile.FATA Da sempre sembri prediligere il mondo degli uomini rispetto a quello delle fate.

Conoscendo quel mondo, ho pena di te. La mania che hanno gli uomini di schernire, non risparmia più neppure noi fate. Non dovessi seguire i precetti del destino, lascerei per sempre quei magici doni al loro eterno oblio.

LIDI Orsù, a chi li concederai dunque? Devi pur deciderti!FATA Che odiosa costrizione! Chi merita ancora la felicità? Io sono sempre stata

ingannata! Se ho reso felice un povero, costui ha abusato dei miei doni con sfrontata superbia, se li ho concessi a un ricco, ne ha fatto solamente un nuovo motivo per beffarsi del povero. A chi dovrei concederli?

LIDI Lascia decidere al caso. Fai sì che li rinvenga colui che in questo momento si trova nei pressi delle rovine nella Valle delle Palme, dove sono custoditi i doni magici.

FATA Lidi ha ragione! Sarà il caso ad elargire i miei doni; voglio vedere chi si trastulla in questo momento presso le rovine.

Musica. Il fondale si alza, attraverso un'apertura ovale si vede la scena successiva raffigurata in miniatura e Quecksilber, rappresentato da un fanciullo, seduto su un rudere. La musica di sottofondo accompagna l'aria del successivo canto di Quecksilber.

TUTTE LE NINFE Che buffo personaggio!FATA Se la mia forza fatata non mi inganna, costui è un uomo giocondo, dedito allo

scherzo; uomini del genere di solito non sono i peggiori.LIDI Deve avere appena escogitato qualcosa di divertente.FATA fa un cenno, l'apparizione svanisce: Cercate nel dizionario dell'umanità chi sia

veramente quel forestiero.LIDI esegue sfogliando un libro che spunta dalla terra su un piedistallo: Si chiama

Bartholomäus Quecksilber, è un fabbricante di barometri andato in rovina, di umore molto allegro ed è in cerca di fortuna.

Il piedistallo scompare.

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FATA Dobbiamo aiutarlo. Venite intorno a me! Concedo i doni a quel forestiero. Traccia un cerchio con la sua bacchetta.

MelodrammaDeve rinvenire corno, bacchetta e sciarpa!Tu, Lidi, devi rendergliene noto l'uso!Raccomandagli inoltre di usarli saggiamente,se vuole possederli a lungo traendone vantaggio.

Tutti si allontanano.

SCENA SECONDA

Rovine come si vedevano prima in miniatura. Sullo sfondo il mare. Si sente il ritornello dell'aria di Quecksilber. Arriva Quecksilber.

QUECKSILBER Aria

A cosa servono ancorai barometri su questa terra?Ognuno si fa il tempocome gli piace.Ai ricchi si mostra bello,ventoso ai bellimbusti,Pioggia sarà,per i poveri diavoli.

Ai belli di solitosi mostra variabile,al villano tempestosoe per me altro non è che neve.Eppure, oh destino, è un peccatoche tu mi perseguiti con violenza,fino al momento in cui la grazia dei benefattorinon diminuirà tanto da congelarsi.

Oh, che bel mestiere fabbricare barometri, c'è da morirne di fame giorno dopo giorno. Son dovuto andare per mare, me sventurato, per stupire con la mia arte i popoli selvaggi della terra e adesso il destino mi scaraventa su quest'isola incantata, dove non ho ancora visto altro che un paio di canarini o quel che erano e un elefante in pensione con tre zampe - Beh, quelli non avranno certo bisogno di barometri. Io non sono andato in rovina, ma la nave è affondata, proprio perché c'ero sopra io, uccello del malaugurio. I marinai avevano maledetto quest'isola fatata già da lontano, visto che ogni nave che vi si avvicina naufraga. Proprio così - si sono salvati su una barchetta, io mi sono tenuto al mio barometro e me ne sono andato a nuoto; ho avuto la grandissima fortuna di essere stato l'estate scorsa due volte al Prater alla scuola di nuoto e di aver osservato; così ho imitato, altrimenti non mi sarebbe stato possibile salvarmi. La mia prima sventura

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è stato il mio nuovo tipografo; sfortunatamente mi sbaglia sempre una lettera nelle etichette dei barometri - Per esempio, invece di vento gelato, sbaglia la G e si ritrova vento pelato, con tempo caldo, sbaglia la D e si ha tempo calvo. Io non me ne accorgo, li vendo, la gente crede che io sia un folle e non si fanno fare più nulla da me. Non si guadagna più. Che fare allora se non vendere le mie ultime cosette e andare per il vasto mondo? - Eccomi qui ora, solo e abbandonato, un albero da frutta nel deserto. Piange. Però di tutto quel chiassoso seguito chi è rimasto con me con atteggiamento benevolo? Questo nobile stomaco! L'unico scroccone che mi dà la seccatura di rimanere fedele. Sta or ora dettando una nuova supplica per avere qualcosa da mangiare. - Destino! Se possiedi una dignità, non farmi morire di fame! Si sente risuonare una musica sotterranea. Che cos'è? - Un'accademia musicale sotto terra?VOCE DEL CORNO Chi mi vuole suonare?QUECKSILBER Che domanda curiosa!VOCE DELLA SCIARPA Chi mi vuole portare?QUECKSILBER Portarla? Peserà settanta libbre.VOCE DELLA BACCHETTA Chi vuol farmi oscillare?QUECKSILBER E questa che vuole anche essere oscillata? Cosa vuol dire tutto ciò?TUTTE E TRE LE VOCI INSIEME

Dai suona!Dai portami!Dai muovimi!Sarà la tua fortuna!

QUECKSILBER Non so cosa pensare. Si può pensare quello che si vuole. Ma deve essere la mia fortuna? Orsù!

Ti suono io!Ti porto io!Ti muovo io!Su! Su!

Tuono. Musica. Spuntano dalla terra tre piedistalli sui quali si trovano un corno da caccia d'argento, una fascia nera con segni magici e una bacchetta d'oro.

QUECKSILBER Un piccolo corno da caccia? Eh, mi piace. Una fascia guarnita di occhi di bue e una bacchetta d'oro per percuotere? Beh, che bambinate son mai queste? Prendere un uomo per un folle. Chi è mai questo villano sotterraneo? Se solo venisse su, mi prenderei la libertà di sbattergli il mio barometro in testa, tanto da farne volare via i pezzi.

Tuono. Le rovine si trasformano in una tenda di nubi color rosso chiaro, guarnita di rose bianche. Breve musica. Lidi entra in compagnia di tre geni.

LIDI Ingrato! Non peccare!QUECKSILBER Cielo! Che c'è? Che persona di straordinaria bellezza! Ninfa del bosco o

Donna del Lago? A te l'ossequio del più miserabile di tutti i fabbricanti di barometri! I tre geni ridono. Adesso guarda quei maledetti monelli botocudi, si prendono gioco di uomo colto.

I geni arrivando hanno preso i doni, i piedistalli spariscono.

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LIDI Ascolta attentamente!I doni che tu vedi, di gran valore nel campo della magia,ti vengono regalati dal potere della fortuna, affinché tu li usi.Se muoverai questa bacchetta, ti sarà propizio l'incantesimo,ciò che con essa toccherai, si muterà in oro.

Con la tua potenza potraiprocacciarti il più grandioso sfarzodi abiti e brillanti,se solo agiterai la bacchetta.

E se magari tu bramassi azioni di guerra,suonando il corno giungeranno valorosi soldati.Se la fascia ti coprirà e desiderassi andar lontano,ti troverai in un baleno nel luogo bramato.Conserva con cura i doni, se mai ti sparissero,dovrai ritrovarli quaggiù con le tue sole forze.

Indietreggia, la tenda si trasforma nuovamente in rovine.

I GENI gli danno i regali e lo richiamano minacciosi con il dito: Ehi tu! E si allontanano ridendo.

QUECKSILBER gridando: Ehi voi! Che genia screanzata! Eh già, tali sono i figli delle fate - i genitori non li controllano - e poi li lasciano andare in giro tutti scalzi. Ma la fortuna! La fortuna! Chi lo avrebbe mai pensato stamani che oggi sarei stato così fortunato? Se in quest'attimo ci fosse qui qualcuno da poter abbracciare lo massacrerei dalla gioia!

SCENA TERZA

I marinai vengono trasportati su una barca. Detto.

MARINAICoro

Gaudio! Gaudio! Gaudio!Amici ecco la terra!Lasciate mugghiare il maree i venti sibilare,affrettatevi verso la spiaggia.

Scendono tutti a terra.

PRIMO MARINAIO Questa volta l'abbiamo scampata bella. Che tempesta! Invano abbiamo remato in lungo e in largo un giorno intero e il caso ci ha fatto approdare proprio su questa maledetta isola fatata. Incontrare un uomo qui, per quel che vedo, è una vana speranza.

QUECKSILBER Allora io devo assomigliare a un merlo!PRIMO MARINAIO vede in terra un barometro: Compagni, guardate, là c'è un

barometro. Lo raccoglie.

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QUECKSILBER Lasciate stare le cose degli altri.TUTTI I MARINAI Il fabbricante di barometri!PRIMO MARINAIO Ma come può essere arrivata qui questa canaglia? E' senz'altro lui,

quell'elefante marino che avevamo a bordo, il responsabile della nostra sventura.QUECKSILBER Questo sarà il primo che abbronzerò, si prenderà dei bei colpi d'oro!PRIMO MARINAIO Cosa? Tricheco, marsovino!QUECKSILBER La prego di smetterla con i Suoi raffinati appellativi. Adesso parleremo

subito con un altro tono. Maledetti voi marinai di bassa lega! Riconoscete in me il vostro dominatore se non volete crepare di fame. Una potente fata mi ha donato questa bacchetta magica, tutto ciò che con essa tocco, lo posso trasformare in oro!

Tutti ridono.PRIMO MARINAIO Quel giovanotto deve aver mangiato le foglie della pazzia; è

diventato matto.QUECKSILBER Cosa? C'è qualcosa a portata di mano? Corre alla barca, la tocca ed

essa si trasforma rapidamente in una nave d'oro puro, pronta a far vela. Ebbene?TUTTI I MARINAI cadono in ginocchio intorno a lui: Signore, riconosciamo la tua

potenza. Potrai perdonarci?QUECKSILBER fa un cenno con orgoglio: Oui. Alzatevi! Da ora in poi sarete al mio

servizio. Denaro non dovrà farvi difetto e chi si comporterà particolarmente bene, per ricompensa lo farò indorare al fuoco.

TUTTI Hurrà!QUECKSILBER E adesso ditemi, cosa sapete di questa terra?PRIMO MARINAIO E' sotto la protezione di una fata potente. Capita raramente che uno

straniero riesca ad approdarvi e già migliaia di persone hanno trovato la loro tomba tra queste onde. - Solo il nostro capitano è stato tanto ardito da arrivare sulla spiaggia dal lato orientale e ha raccontato che là c'è un potente regno, il cui principe ha per figlia una bellissima principessa, che la natura deve aver dotato di straordinario ingegno.

QUECKSILBER Deve averci una porzione anche del mio; per questo me ne mancava sempre un po'. Bon, questo prodigio voglio proprio conoscerlo: visto che quest'isola è priva di un ufficio informazioni faremo il giro di tutta la costa finché non troveremo qualcuno. - In quel luogo mi farò chiamare Principe Maikäfer e sarò padrone di numerose isole di cavallette. Orsù, alla nave! Altrimenti tutto il seguito morirà di fame.

TUTTI Evviva!Coro

Alla nave! Si gonfia la vela,già spira un vento propizio.Presto vedremo lidi abitati,confidate nella cieca sorte.

Salgono tutti sulla nave e partono.

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SCENA QUARTA

Una stanza. Entrano gli schiavi e preparano una specie di giaciglio con dei cuscini. Danzando, entrano le schiave con grosse casse; infine Tutu con un grande parasole, si siede sui cuscini già approntati.

TUTU Silenzio! Soccombo sotto il peso degli impegni. State zitti, cosicché dormendo io possa dedicarmi a tali impegni. Voglio proprio distendermi dove mi pare????: mi fa male dappertutto a forza di star disteso; devo trascorrere così tutto il giorno in occupazioni del genere. Si sente un rumore dietro le quinte. Cosa sta succedendo? Chi disturba la mia saggezza? Sarà certamente di nuovo mia figlia, la Principessa, che ha combinato qualcosa!

SCENA QUINTA

Linda. Tutu.

LINDA entra precipitosamente e si getta ai piedi di Tutu: Ah! Mi protegga, benevolo signore!

TUTU Se non mi procurerà troppo lavoro, ti proteggerò.LINDA Sua figlia la Principessa, è proprio insopportabile, va a finire che tutti non potranno

fare altro che sfuggirla.

SCENA SESTA

Zoraide. Detti.

ZORAIDE Cosa vedo? Lei stesso prende sotto la Sua protezione questa peccatrice che dissuade i miei pretendenti? Ma rallegrati di come sistemerò il tuo fascino. Da domani in poi non dovrà più esistere in tutto il paese un solo bel visetto.

TUTU Tu? Ciò non avverrà senza un bel trambusto; se tu porterai un attacco alla bellezza delle donne, quelle si difenderanno fino all'ultima goccia di sangue.

ZORAIDE Ma io lo voglio! Lo voglio e lo voglio! Tutti, proprio tutti li voglio vedere ai miei piedi, tutti dovranno amare solo me e per me struggersi d'amore.

SCENA SETTIMA

Hassar. Detti.

HASSAR Potente Tutu! Perdona se la mia bellezza si getta ai tuoi piedi. E' arrivato uno straniero che suscita uno scalpore terribile.

ZORAIDE Un altro ancora dunque? Oh, gli uomini innamorati non si estinguono.TUTU Continua pure! Che scalpore suscita? Si può anche far scalpore andando a testa in

giù o facendo capriole. Dunque che tipo di scalpore è il suo?

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HASSAR Le sue navi sono d'oro puro; la prua è tutta incastonata di solitari. Quest'uomo e il suo seguito hanno disseminato ducati sonanti sulla strada dalla riva al palazzo.

ZORAIDE Deve essere un bell'uomo.HASSAR Mi perdoni Zoraide! Per bellezza egli non può sostenere paragoni con me; ma

deve essere divertente. Vuole vederLa e sposarLa.ZORAIDE Guarda un po', troppa grazia!TUTU Dunque dobbiamo di nuovo logorarci. Vogliamo vederlo. Zoraidel, vai, metti fine a

questa storia e prendilo; altrimenti alla fine farai tappezzeria; è andata così a tutte quelle che hanno cercato tanto a lungo. Esce. Il seguito dietro di lui. Hassar uscendo butta baci a Linda.

SCENA OTTAVA

Zoraide. Linda

ZORAIDE Se veramente costui possiede tali ricchezze, dovranno essere mie. Poi se ne può tornare da dove è venuto. Esce.

LINDA Aspetta, vipera! Lo metterò in guardia, non dovrai prenderlo in giro.Aria

Deridere un po' gli uominiva bene!Visto che ci schernisconoe non poco.Ma canzonarli tuttiproprio senza sentimentoe prenderli in giro,questo no, è troppo.

Un po' li schernisco volentieriè così che deve essere.Tuttavia sono loro i signorie prendono la rivincita,quando fanno gli sguardi cupie ahimè sospirano!Allora non si può neppure ridereed è meglio cambiare tono.

Esce

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SCENA NONA

Piazza davanti al palazzo. Una folla di gente arraffa i soldi gettati. Il seguito di Quecksilber, vestito con livree molto eleganti, lancia denaro.

CoroSERVITORI

Ci cascano sopra, ci si tuffano dentro,si potrebbe infilargliele anche negli occhi, le monete!

POPOLOE non mi smuovo, mi rompo anche una gamba,i ducati devono essere miei in quantità.

SCENA DECIMA

Tutu. Zoraide. Hassar. Detti.

TUTU Ecco, stanno succedendo cose spaventose! Avrà veramente lanciato ducati? O forse saranno semplicemente fiches?

HASSAR Signore! D'oro purissimo!TUTU Subito all'opera dunque. Ora però devo anche farmi vedere un po' ????, costui, più

tardi, potrà essere ricoperto di oggetti d'oro del mio tesoro.ZORAIDE Sta passando la servitù! Ma dov'è rimasto quel bellimbusto straniero, deve forse

studiarsi un discorso?HASSAR Ah! Si avvicina!TUTU Si avvicina? Un bell'amante, appena si avvicina - ????HASSAR Per la mia bellezza, non ho mai visto uno splendore simile.TUTU Chiuda il becco, con la Sua bellezza. Esultate!POPOLO Evviva il principe Tutu!SERVITORI DI QUECKSILBER Sbraitando: Hurrà!ZORAIDE Che voci da orsi. Papà, ma che lingua è quella? Hurrà!TUTU Hurrà! - E' francese e in italiano significa: basta! - Silenzio, sta arrivando qualcuno.

SCENA UNDICESIMA

Detti. Quecksilber come un bellimbusto. Indossa un moderno frac di matassina d'oro, un panciotto d'argento con galloni ricamati in blu e pantaloni dello stesso tipo, un cappello a tre punte guarnito di diamanti. All'entrata si ode la melodia del ritornello della prima aria di Figaro nel Barbiere di Siviglia.

QUECKSILBER

RecitativoPrincipessa! Per la quale si infiammano perfino i Calmucchi!Come devo chiamarti?

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Euphemia, Amarantia o Rosel?Qualunque sia il tuo nome, per me è lo stesso.Il Reno e la Mosella mi hanno condottonel tuo regno su uno scafo a vapore.

AriaMelodia: Il mio animo è alquanto predisposto all'amore etc. etc.

Possiedo molte migliaia di milionie vado per mezzo mondo;nelle regioni più fredde e in quelle più calde,dappertutto ho menato tesori.

Per dissipare ben bene in Inghilterra,ho regalato sterline a libbre,inoltre per pagarmi, la bancafinirà per ammalarsi dagli strapazzi.

Per diventare potente in Italia,ho comprato i giardini più splendidi,melangole d'oro, ebbene si,perfino un bosco di salumi.

In un pascolo del Tirolo,se vorrai essere felice,ho tre capanne,anche se sono piccole,là i tesori non servono,non te ne fai di niente,là solo un cuor fedeleti rende il più felice tra gli uomini.

E nella bella terra d'Ungheriasono conosciuto come un Creso,sulla mia pusztaconto diecimila bufali, me escluso.

In terra austriacason di casa,la fortuna e la gioianon mi abbandonano mai.Là possiedo campi rivieraschi e boschi,fuori Auf der Schmelz possiedo splendidi terreni,e la Brühl, bella come la Svizzera,mi appartiene fino a Heiligenkreuz

E a Vienna possiedo case in gran copia,questo è un po' il mio capriccio,

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costruire sempre senza posaanche se la maggior parte si trova nella Ro?au.

A Thury possiedo intere strade,della Wieden potrei abbandonarne la metà,e per un prezzo irrisorione ho comprate venti a Lerchenfeld.

La Jägerzeile la amo in particolar modo,auguro alle persone di finire là,là ho un'unica casa,da dove non mi muoverò per tutta la vita.

ZORAIDE Dunque questo è l'uomo così disumanamente ricco? Sembra una scimmia rivestita.

TUTU Mi è stato annunciato il tuo arrivo sulla nostra isola. Cosa cerchi qui, non c'è molto da trovare.

QUECKSILBER Mi dà del tu? La fama della terribile bellezza di Mademoiselle Sua figlia mi ha attirato qui.

TUTU Ecco la dimostrazione di come girano le fandonie. Guardala. Guardare non costa niente, eccola qui, guardala.

ZORAIDE Spero mi troverai molto bella!QUECKSILBER Anch'ella mi dà del tu. Devono essere tirolesi emigrati, visto che danno

del tu a tutti. A voce alta: Principessa, Lei è un magnifique Personage come il Suo signor padre, è difficile scegliere tra un re e un jolly. Ma se volesse avere almeno la compiacenza di non darmi sempre del tu. Se non vuole dire Signore di, mi dia almeno del lei.

ZORAIDE Che impertinente.TUTU Stai zitta. - Finché non vediamo se ha denaro, diamogli del lei - se non ne ha,

potremo continuare con le villanie.ZORAIDE Bene dunque - Mi dica un po' - Lei mio caro Lei! - Visto che non vuole essere

il mio tu: che cosa desidera veramente da me?QUECKSILBER Sono qui per chiedere la Sua bella mano.ZORAIDE Per questo ci vogliono tre qualità: spiritoso come il rum giamaicano - ricco

come un inca del Perù - e bello come l'Adone greco -QUECKSILBER Beh, per quanto riguarda l'ingegno e la ricchezza, nessuna esitazione, ma

per l'Adone greco, c'è qualcosa che non va, dovrà accontentarsi di uno della Valacchia.

ZORAIDE Ma Lei che professione esercita?QUECKSILBER Sono un Millioneur.TUTU Non è una brutta professione.ZORAIDE Ha studiato?QUECKSILBER Duecento scuole.TUTU E' tanto! Qui ne abbiamo solo una e casualmente anche lì non ho imparato niente. -

Dove ha studiato dunque?QUECKSILBER Di fatto ho frequentato i Ginnasi di Alsterbach, poi ho fatto importanti

progressi nell'arte veterinaria, se Lei un giorno fosse indisposto - TUTU La prego di tenermi presente -

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QUECKSILBER Ho studiato botanica nella Krautgasse, l'astronomia all'osteria dei dodici segni zodiacali e le restanti scienze le ho apprese così di passaggio.

TUTU Si, ma dove ha completato la Sua istruzione?QUECKSILBER Laggiù nella Valacchia - TUTU Allora ha fatto una bella carriera.ZORAIDE Ma come sta la faccenda delle prove della ricchezza? I ducati che Lei ha tirato

fuori potrebbero essere anche gli ultimi in Suo possesso. Si è già vista ogni sorta di imbroglione qui da noi.

QUECKSILBER Devo trasformare in oro il Suo palazzo?TUTU No! Altrimenti di notte me lo portano via.QUECKSILBER Almeno i battenti dei portoni devono essere d'oro! Tocca il portone, che

subito si trasforma in oro. Stupore generale.TUTU Mi viene meno l'intelletto!QUECKSILBER Queste colonne sono di legno? Ah, queste colonne di legno devono

trasformarsi in argento. Tocca le colonne, che si trasformano in argento.ZORAIDE tra sé: Quel talismano dovrà essere mio.HASSAR Dovrebbe diventare venditore di legname presso le nostre cataste indiane.QUECKSILBER a Hassar: Ah! - Mi dica, Le è indispensabile l'uso della testa?HASSAR Si - prima di tutto ho solo quella e poi non si sa mai se ne esce qualcosa!QUECKSILBER Sarebbe una magnifica testina di agnello da indorare, non è vero, signor

suocero?TUTU E perché? Egli non ha bisogno di alcunché di speciale, non si può indorare subito

ogni testa di cretino, in fondo anche la sua non è dorata.QUECKSILBER Lei punzecchia!TUTU Oh, La prego, è inevitabile - Via, Zoraidel, che ti pare?ZORAIDE Straniero, hai conquistato il mio cuore. Una potenza irresistibile mi attira verso

di te. Potrei piangere lacrime d'oro.QUECKSILBER Dunque - voulez-vous essere mia?ZORAIDE Se mi dai le prove dell'amore che pretendo da te.TUTU Con permesso! Va al centro. Il discorso dura un po' troppo per me. Su, mio gentile

signor genero, vulgo orafo, au revoir! Impartirò l'ordine che si puliscano le Sue stanze a palazzo; a tappezzarle può pensarci anche da sé. Poi devo coricarmi e riposare, questo appassionato diverbio mi ha affaticato troppo. Addio! Indori per me tutto il mio regno, e se oggi dovessi ancora essere di buonumore, avrò il piacere di vederLa - si, si, facciamo così, così - Allora, au revoir! - e poiché ora non mi viene in mente nient'altro in francese - ancora una volta au revoir! Esce .

Tutti lo seguono, tranne Zoraide e Quecksilber.

SCENA DODICESIMA

Zoraide. Quecksilber.

ZORAIDE Allora sei veramente deciso, giovanotto, ad andartene in giro per la mano a me sull'accidentata strada di questa vita? Senza stancarti? Oh, come ti chiami?

QUECKSILBER Bartholomäus!

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ZORAIDE Bartholomäus e Zoraide, si annuncia un romanzo stupendo. Io sono una poetessa, ho tradotto in indiano tutti i poeti europei.

QUECKSILBER Deve essere bello.ZORAIDE Deve raccontarmi la storia della Sua vita; la rielaborerò in giambi di quattro

piedi.QUECKSILBER Sia buona! Se la gente dovesse leggere tutte le sciocchezze che ho

combinato in vita mia, non potrei più farmi vedere per strada.ZORAIDE No, mi perdoni! Per chiacchierare con Lei ci vuole una pazienza singolare, non

ha neppure sei centesimi di galanteria addosso. Io desidero un uomo galante. Tra sé: Se potessi almeno agguantare quella bacchettina! - Teneramente: Facciamo la pace. Carissimo Bartholomäus! Avvinghierò il tuo cuore come fanno i tralci con il castagno. Lo abbraccia. O dei! Voi che abitate laggiù, gettate uno sguardo su di noi. E' vero che non lascerai mai la tua Zoraide? Il tuo cuore non chiederà un biglietto di andata e ritorno e si farà rimborsare il prezzo d'ingresso della sua fedeltà alla cassa di Amore?

QUECKSILBER Eppure è un'anima buona!ZORAIDE tra sé: Desidero solo avere la bacchettina.QUECKSILBER Allora, qua la mano, ma non sul viso! Mi dia solo un bacetto come

balzello e saremo d'accord.ZORAIDE Non ora, lo riceverà dopo il pranzo come pasticcino.QUECKSILBER Bene, è anche giusto. Quali pasticcini mangia Lei? ZORAIDE I frutti indiani più squisiti.QUECKSILBER Mi fa piacere. Per me i frutti più squisiti sono le coccole delle rose di

macchia. Il mio cibo preferito però sono le pere. Sa quelle piccole, le perine moscate, sono buonissime.

ZORAIDE Chi può avere un gusto tanto volgare! In puro alto tedesco: Come può mangiare mosche?

QUECKSILBER Io non mangio affatto insetti. E' già tanto se non mi pungono! Pere! E' un cattivo gusto allora? Tutto il mondo mangia pere; ognuno una qualità diversa. I patrioti mangiano le pere imperatore, i ricchi le pere ducate, chi si profuma fortemente, le pere bergamotte, i calzolai la pelle di pera, i cocchieri le pere avena, i falegnami le pere selvatiche, i barbieri le pere barbine e chi commette un errore, mangia delle pere dolcissime. - In breve, sei mia e la cosa finisce qui.

ZORAIDE Nuoto in un mare di gioia come una balena nel Danubio. Lo abbraccia.

SCENA TREDICESIMA

Detti. Linda.

LINDA esce dal palazzo: Principessa, deve salire, affinché l'aria notturna non Le nuocia. In disparte: Se solo potessi fargli un cenno. E' proprio un bell'uomo.

ZORAIDE Cosa? Tra sé: Occasione desiderata! A voce alta: Come osa arrivare davanti ai miei occhi in questo momento per me così stupendo. Che sfrontata!

LINDA Ma sovrana!QUECKSILBER Allora è pure ragionevole. Ma che cosa Le ha fatto?ZORAIDE Chiuda il becco! - Vuole anche contraddirmi? Io le metto le mani addosso! -

Cielo, che cosa sto facendo! Mi perdoni questo fervore!

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QUECKSILBER Permette? E' uno strano fervore. Da noi fanno questa baldoria i facchini della dogana centrale.

ZORAIDE La prende a protezione? Ho la sensazione perfino che Lei le stia facendo l'occhiolino! Le piace? E' vero che questa figura ha delle belle forme? Anzi che queste forme hanno una bella figura? Così Lei può screditarmi con questo cercopiteco?

QUECKSILBER Quale cercopiteco? E' più bella di Lei!ZORAIDE Che offesa! Che ne sarà di me? Sto perdendo i sensi. - Svengo -QUECKSILBER Per tutto l'oro del mondo - LINDA Sviene - Fa per sostenere Zoraide.ZORAIDE di scatto: Osa toccarmi. Via all'istante dalla mia vista. Via, ho detto. Indugia

ancora - Linda fugge, Zoraide strappa la bacchetta di mano a Quecksilber. La trasformerò in un drago, se la raggiungo! Via! Via! Rincorre Linda nel palazzo, le porte si chiudono.

QUECKSILBER Beh, che cosa mai è questo? Che persona maligna - Ehi! La mia bacchetta! E' capace di spezzarla, dopodiché, in qualità di indoratore, potrei annunciare bancarotta stregata. Non mi resta che correrle dietro. Va alla porta. E' proprio chiusa. Si, eppure non sono ancora le dieci! Qui serrano il portone già prima di pranzo. Ehi, portiere! Aprite! Su! Bussa.

SCENA QUATTORDICESIMA

Quecksilber. Una sentinella.

UNA SENTINELLA compare sulle mura: Che rumore è mai questo? QUECKSILBER Su, aprite, devo entrare!SENTINELLA Ti do un consiglio di tutto cuore, scappa!QUECKSILBER Perché dovrei scappare? Non ho ancora debiti nel paese. Devo entrare,

sono il marito della Principessa.SENTINELLA Un folle devi essere! La Principessa è andata con suo padre sulla sua isola

preferita e ti fa dire: se non tagli la corda, faranno uscire alcune giovani tigri contro di te. Non entrerai! Sparisce dalle mura.

QUECKSILBER da solo: Oh, gentaglia indiana! Povero sventurato fabbricante di barometri! Cosa ho fatto? Indoro le loro porte e loro me le sbattono sul naso. Sono stato imbrogliato. Se potessi entrare, li massacrerei tutti insieme. - Fermo! Mi viene in mente una cosa. Posso richiamare un'armata. Vittoria - Oh, Pizichi! Pizichi! Suona al posto del mio fagotto! Aspetta, popolo ingrato. Suona il corno.

SCENA QUINDICESIMA

Attacca una marcia vivace. Uno stuolo di soldati ideali entra velocemente schierato, la guardia del corpo è composta da piccoli ussari. Quecksilber. Comandante.

COMANDANTE Generale! Cosa comandi?QUECKSILBER Disponetevi! - No, non disponetevi ancora, c'è ancora tempo. Vede i

piccoli ussari. Beh, che squadra è mai questa? Questi devono averli appena piantati e non sono ancora cresciuti. Sono soldati anche questi?

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COMANDANTE Questa è la tua guardia del corpo.QUECKSILBER Quella? Pensavo fossero rane in uniforme.COMANDANTE Ti proteggerà.QUECKSILBER si mette accanto ai più piccoli: Allora sono sicuro fino a qui indicando il

petto. Beh, mi va bene - Ora vedremo se sanno anche fare qualcosa. Ai piccoli che stanno da una parte: Attenzione - Obliqu'a destr'! Marsc'! Marcia con loro intorno al palco venendo a trovarsi davanti ai più grandi. Alt! - Beh, si può fare - Portate i cannoni puntati verso il palazzo. Due cannoni appaiono in aria tra le nubi, c'è anche un genio come cannoniere. Alt! Cannon' alt - Attenzione! Presentat'arm - Uno! - Due! - Tre! - La squadra fa il presentat'arm con la sciabola già al numero due. Ah si, allora niente tre - sono addestrati solo al due - Ancora una volta presentat'arm - Uno! - Due! - In ginocchio! - Marsc' - avanti marsc'! La prima fila di ussari saltella come le rane. Alt, alt! Accidenti, sono esercitati, allora voglio veder marciare un intero reggimento. Indietro! Su dunque. Attenzione! - Marciate con tutt'e due i piedi insieme verso il palazzo, fate prigionieri Zoraide e suo padre. Saranno massacrati tutti! I bambini nella culla non verranno risparmiati! Guardare a destra! Marciare a sinistra! Attaccare! Cannoneggiare! Imbracciat'arm! Pied'arm!

COMANDANTE Generale, tu non capisci niente di tattica, fai comandare a me. Alla carica!

Musica marziale. I più grandi portano delle scale, le appoggiano al palazzo e salgono furiosamente. Gli ussari portano un grosso ariete e con esso sfondano la porta d'oro. Quecksilber è da una parte con due piccoli ussari che osserva. Quando tutto è finito esce dal portone uno degli uomini di Tutu che assesta a Quecksilber un colpo di sciabola sulla schiena. Quecksilber solleva velocemente il piccolo ussaro che lo difende con la sciabola fino al retroscena. I cannoni sparano due colpi contro il palazzo, che è tutto in fiamme. Lo scontro sulla scena diventa generale. Tutu e Zoraide vengono portati fuori. Gruppo vittorioso della squadra magica. Quecksilber entra in quel momento con i due piccoli ussari e si erge a vincitore su uno degli uomini di Tutu a terra. Su questo gruppo cala una bella tenda di nubi. Nel mezzo c'è la dea della guerra circondata da alcuni geni, che agitano delle piccole bandiere, hanno l'elmo in testa, ognuno dei quali presenta una lettera trasparente che dà luogo alla parola: Vittoria. Tableau generale.

FINE DEL PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Salone di gusto indiano. Di lato un trono rialzato dove è seduto Quecksilber, accanto a lui la sua servitù, al centro gli ussari, di fronte gli uomini di Tutu inginocchiati. Hassar.

CoroRendete tutti omaggio al vincitore,consacrate a lui vita e sangue,contro guerrieri fatatiil vostro coraggio combatte invano.

HASSAR Nobile straniero! Tu che sei sotto la protezione di potenze sovrannaturali, ricevi dall'indegna bocca del tuo più umile schiavo, l'omaggio di tutti gli abitanti di quest'isola. Tutti si prostrano di fronte alla tua superiorità.

QUECKSILBER Capisco; si è voltato pagina.HASSAR Signore! Adesso, come se non bastasse, il tuo schiavo osa gettarsi ai tuoi piedi,

conscio della sua bellezza, e ti presenta i suoi ossequi in maniera del tutto speciale. Desidero anche ardire esporti in versi la mia sottomissione.

QUECKSILBER Cosa? Vuol parlarmi in versi? Amico, non me lo faccia, preferirei farmi picchiare.

HASSAR Quant'è vero che sono un bell'uomo, questo è il colmo.QUECKSILBER Per adesso basta. Per la notte verrà allestito un grande spettacolo

pirotecnico; una piramide infuocata con duemila girandole e indicando Hassar lui verrà posto in cima insieme alla sua bellezza. Adesso via tutti. Escono tutti tranne quattro ussari. A loro: E voi conducetemi Tutu quassù. Gli ussari escono. Per prima cosa leggerò per bene il testo al vecchio, poi a lei, a quella ingrata.

SCENA SECONDA

Detti. Tutu, in catene, viene condotto dai quattro piccoli ussari.

PRIMO USSARO Alt! Resta fermo, ho detto.TUTU guardandolo dall'alto in basso: Che rumore è mai quello laggiù? Adesso ne ho

abbastanza.PRIMO USSARO Silenzio, non fiatare o ti faccio sbassare di venticinque centimetri.TUTU Che diamine è questo? Signor genero, dove sta scritto che mi si tratti in modo tanto

vergognoso? E' per Suo ordine che avviene tutto ciò?QUECKSILBER Oui!TUTU Oui? Allora non posso risponderLe altro che vergogna!

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QUECKSILBER Non posso impedirlo; questi uomini valorosi ti hanno sconfitto. Sei in mano alla mia armata.TUTU ai piccoli: Mia ottima armata, mi fa piacere conoscerVi. Se lo avessi saputo, Vi

avrei presi tutti, bastava mettere alcune trappole per topi.PRIMO USSARO Taci, o ti costerà la testa. Sguaina la sciabola.TUTU Tornate di nuovo al quarto piano ai miei comandi.QUECKSILBER Toglietegli le catene - Lasciateci soli!PRIMO USSARO Certamente! Passa adirato davanti a Tutu. Ehi, basta! Rinfodera la

sciabola ed esce con arroganza insieme agli altri.TUTU Lo segue con lo sguardo. Ah, uomo della dimensione di un ribes.

SCENA TERZA

Tutu. Quecksilber.

QUECKSILBER Adesso salderemo i conti. Ma Lei e la signorina Sua figlia, dove avete imparato l'educazione di rubare le cose preziose alle persone oneste? Sono forse venuto per questo nel vostro paese?

TUTU E chi glielo ha fatto fare di venire? Magari fosse rimasto lontano.QUECKSILBER E' questo il ringraziamento per averLe indorato tutte le voliere e tutti i

pollai? Per aver trasformato tutte le carpe di lago in carassi dorati, allo scopo di poterli impegnare, qualora Le venisse a mancare il denaro?

TUTU Perché se la prende con me? Cosa mi importa della Sua bacchetta? Faccia più attenzione alle Sue cose; l'ha sbattuta in qua e in là mettendo a repentaglio la vita di chi Le stava vicino.

QUECKSILBER Perché non gliel'ha portata via? Avrebbe dovuto far educare meglio Sua figlia.

TUTU Ormai cosa posso fare? Ha avuto tre governanti: una di Parigi, l'altra di Lione e una del Breitenfeld. E' educata molto bene, per questo non posso dirle niente, altrimenti mi mette a posto ben bene.

QUECKSILBER Insomma, Lei è un ingrato e io ora non voglio più Sua figlia.TUTU Allora Lei è un uomo sporco!QUECKSILBER Oh, non mi offende! Non posso essere sporco, sono ricco e perciò uno

che si è lavato; da dove dovrebbe provenire lo sporco?TUTU Lei è giunto sulla mia isola senza neppure avere il passaporto?QUECKSILBER Non c'entra proprio niente! Anche se non ho né un basso né un tenore,

ho pur sempre una voce più bella della Sua.TUTU Si, si immagini pure quel che vuole, se un simile bellimbusto può fare osservazioni

mordaci su un uomo vecchio come me! Mia figlia non è colpevole dell'imbroglio, Lei è colpevole; perché ha portato proprio una bacchetta d'oro? Avesse sbattuto in giro un bastone di nocciolo, nessuno l'avrebbe voluto e chiunque La avrebbe evitata. E se Lei si mette a fare l'occhiolino alla cameriera, ella deve pur essere gelosa; non deve farlo, - non è bello - La mia povera Zoraidel è pazza d'amore per Lei. Non so che cosa trovi di bello in Lei. Le devo dire francamente: a me Lei non piace, niente è spontaneo in Lei, non ha una fisionomia leale; guardi la mia faccia, come è tutta aperta. Spalanca gli occhi e la bocca.

QUECKSILBER Si, fino a lì; ma qua è chiuso. Indica la fronte.

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SCENA QUARTA

Zoraide. Detti.

ZORAIDE pallidissima, entra lentamente: Ci lasci soli, padre.TUTU La guardi, tiranno! Dal patire non si è neppure imbellettata. Per questo le ho fatto

leggere romanzi tanto sentimentali? Ha studiato le quattro materie fondamentali, affinché ai suoi trentadue anni vissuti felicemente -

ZORAIDE irrompendo di scatto: Ventiquattro!TUTU Voglio dire ventiquattro - per otto anni è andata a scuola, quelli non contano -

debba assommare i momenti sventurati della Sua conoscenza? Avrei da farle ancora diversi rimproveri, ma adesso devo coricarmi un po' per riposare; ma glielo dico tant'è vero che Lei se ne sta nel Suo frac di carta d'oro: qui siamo su un'isola incantata. Ora andrò subito a vedere e se in un angolo incantato troverò una vecchia fata consunta, che si prenderà cura di me, allora vedrà chi sono io. Scellerato! Esce.

SCENA QUINTA

Zoraide. Quecksilber.

QUECKSILBER Comment vous portez-vous, ma chère Princesse?ZORAIDE Oh, capisco! Visto che vuol proprio tormentarmi, allora parla in francese, sa già

che nessuno può sopportarlo. Ecco Le riporto indietro la Sua bacchetta d'oro - L'avrebbe riavuta anche se non avesse devastato il nostro palazzo con la Sua armata di nanerottoli.

QUECKSILBER Non mi ha sbattuto il portone sul naso? Non mi ha fatto dire che dovevo tagliare la corda altrimenti avrebbe fatto uscire delle giovani tigri contro di me?

ZORAIDE Non ne sapevo niente. E' stato un equivoco.QUECKSILBER No, il portiere così mi ha riferito sul Suo conto.ZORAIDE Allora non posso farci niente, una particolare concomitanza di circostanze - QUECKSILBER Che sono? -ZORAIDE Il portiere ha preso una sbornia.QUECKSILBER Una volta è successo anche a me.ZORAIDE Davvero! Ha preso una sbornia?QUECKSILBER Si, non è stata una bella mossa da parte mia? - Ma ci scostiamo dalla cosa

principale. Le perdonerò generosamente ciò che Lei mi ha causato. Ho di nuovo la mia bacchetta e con questo ci congediamo, e affinché la mia piccola armata non procuri più seccature nel Suo palazzo, la farò sparire. Ehi là! Appare il primo ussaro. Potete suonare la ritirata, se avrò bisogno di voi, vi richiamerò. Indica il corno.

PRIMO USSARO Giustissimo! Esce.ZORAIDE nota il corno, tra sé: Ah! Devo avere anche questo corno.QUECKSILBER Adesso salirò sul mio mercantile pronto a far vela e quindi

Mademoiselle, adieu pour jamais! Fa per uscire.ZORAIDE Come? Vuole lasciarmi?QUECKSILBER Ha qualcosa da obiettare?

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ZORAIDE Chiedi se ho qualcosa da obiettare? Non ti sei impegnato ad essere lo schiavo del mio cuore? E ora non rassegni neppure le dimissioni come si conviene, scappi via senza attendere i tuoi quattordici giorni.

QUECKSILBER Non sono mica una cuoca!ZORAIDE Eppure vuoi guastarmi la gioia e piantarmi, me, innocente come un agnello.QUECKSILBER Se non fosse così carina. Ahimè! Mi lasci, falso Personage ! Che prove

ha della Sua innocenza?ZORAIDE Hai dimenticato la sbornia del portiere?QUECKSILBER Ah, sciocchezze! La sbornia per me non è una scusa!ZORAIDE No? Non è un'ebbrezza anche l'amore? E Schiller non dice a proposito: chi non

ha mai preso una sbornia, non è un uomo retto?QUECKSILBER E Lei lo ha detto Schiller? A me lo canta il portiere nel Neusonntagskind.ZORAIDE Che importa ? Che mi importa di tutti i portieri del mondo se la doppia porta

del tuo cuore è serrata. Aprila alla tua Zoraide!QUECKSILBER Non ne ho la chiave; mandi a chiamare il fabbro.ZORAIDE Mi schernisci ancora? QUECKSILBER Mi lasci andare!ZORAIDE Fermo! Tra sé: Ora non conosco più altro mezzo se non cadere svenuta. A

voce alta. Povera me! Che ne sarà di me?QUECKSILBER Ora che c'è?ZORAIDE Svengo!QUECKSILBER Sviene di nuovo! Cade nelle sue braccia. Eccola già distesa. Lei - Lei è

proprio abile! - Tengo qui dunque, tra le mie braccia, il brillante incastonato à jour nella falsità. - Si può dire a ragione che questo è un momento di un certo peso. - Eppure sono innamorato di lei. Però mi sembra che questo svenimento duri un po' troppo. Devo di nuovo formulare una domanda. Ehi Lei! Non desidera alzarsi un po'? Su, si svegli pure! Le dò la mia parola, rimarrò da Lei e La amerò di nuovo come prima.

ZORAIDE si sveglia: Ah, cosa sento! Parli sul serio? Oh dei, vi ringrazio! E' di nuovo mio. Mai dimenticherò questo momento!

QUECKSILBER Neppure io!ZORAIDE Allora niente potrà più dividerci! Ma mio padre è irritato; se si oppone alla

nostra unione?QUECKSILBER Oh, non preoccuparti di ciò; gli suonerò qualcosa io, finché ne avrà

abbastanza.ZORAIDE Suonare? Non ti capisco!QUECKSILBER Appena si agita, suonerò il mio corno e la mia armata di nanerottoli sarà

di nuovo qui.ZORAIDE Ah, che bello. Desidero vederlo. Oh, dammene una piccola prova; non posso

crederci.QUECKSILBER No? Ti richiamerò subito un battaglione. Tira giù il corno.ZORAIDE Oh! Fammi un po' provare se ci riesco anch'io. Ti prego, ne chiamerò solo

alcuni.QUECKSILBER Va bene, ma attenzione che non ne esca fuori un suono sbagliato. Su,

adulatrice. Le dà il corno. Zoraide lo suona. Musica.

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SCENA SESTA

Detti. Sei amazzoni con lancia e scudo.

ZORAIDE Proteggetemi dal furore di questo pazzo! Il corno è mio! Ora riconosci Zoraide? Hahaha! Esce di corsa.

QUECKSILBER Ah, vipera! Fa per andarle dietro.LE AMAZZONI tendono avanti le loro lance e lo spingono indietro: Indietro!Breve musica. Quecksilber cade a terra, le amazzoni escono di corsa.

SCENA SETTIMA

Linda. Quecksilber.

LINDA Che rumore è mai quello che sento? Chi giace là a terra? Lo straniero! Ah, il povero pazzo! Non si muove proprio. Non sarà mica morto? Ho una gran paura! Lo scuote. Ehi, gentile signore! E' ancora vivo? Non mi metta questa paura, se è morto, lo dica!

QUECKSILBER si rialza: Dove sono? Sono ancora vivo?LINDA impaurita: Non lo so!QUECKSILBER Chi c'è qui? Ah, una donna? Via dai miei occhi, vipera.LINDA Oh, santo cielo, ha perso la ragione.QUECKSILBER Io la ragione? Hahaha! Può l'elefante perdere le ali? Il gatto la sincerità?

Il coniglio il coraggio? Il cammello l'esile taglia?LINDA Vada e non denigri gli animali in questo modo.QUECKSILBER Puoi rubare la delicatezza a un facchino, la discrezione a una pasticciera e

la riservatezza a un garzone di calzolaio? Puoi strappare la soddisfazione a un uomo che sta per compiere venticinque anni?

LINDA No, ma cosa sta dicendo - QUECKSILBER Prima che io perda la ragione, la luna si farà fare un cappello alla

calabrese e il sole una pelliccia di lupo.LINDA La prego, la smetta con questi discorsi insensati. La ritenevo una brava persona!QUECKSILBER Oh, anch'io la ritenevo brava!LINDA Chi?QUECKSILBER Chi? La tua padrona, la graziosa signorina.LINDA Cosa mai Le ha fatto?QUECKSILBER Mi ha sottratto il corno magico.LINDA Ecco, ci siamo! Allora sono arrivata troppo tardi; volevo avvertirLa della sua

astuzia; fa così con tutti. Se almeno non si fosse innamorato di lei, sarebbe venuto subito da me!

QUECKSILBER Se avesse detto qualcosa.LINDA Lei mi piace proprio.QUECKSILBER Mi lasci andare! Sono troppo disperato.LINDA Sia buono, La prego! Dia retta! - QUECKSILBER in collera: Ingannare me, me, in questo modo. Guarda Linda. Lei è una

ragazza per bene. Arrabbiato: Abbindolarmi in questo modo. Guarda Linda.

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Che occhi belli ha! Come sopra: No! No! Come sopra: Questa ragazza mi piace, rimango da lei! - LINDA Io Le vorrò davvero bene. Ha perso il Suo corno? Non si preoccupi.QUECKSILBER Me ne dà un altro?LINDA Al suo posto Le darò il mio cuore, con esso non potrà certo richiamare un'armata -

ma avrà eternamente in esso un unico difensore. Non ci saranno mai più mille persone al Suo servizio, ma quando Lei busserà alla porticina del cuore, Le verrà incontro una persona fedele e vedrà se mi sposerà: allora sarà veramente felice e dimenticherà tutti i corni.

QUECKSILBER Oh, cara ragazza! Ma come ti chiami?LINDA Linda!QUECKSILBER Oh, che pazzerello! Linda? Già il nome è soave come una cuffia da notte

vellutata. Or bene, sarai mia. Ma devo vendicarmi. Devo riconquistare il mio corno, la bacchetta mi aiuterà. Raduna rapidamente la mie genti e tutti gli uomini nel palazzo. A ciascuno farò un dono di un milione se con l'astuzia o la violenza conquisteranno il mio corno; e a te per ricompensa prometto montagne d'oro.

LINDA Evviva! Prendo marito. Oh che uomo d'oro.QUECKSILBER toccandosi il vestito: Si può proprio dire che uomo d'oro!LINDA Non lo lascerò mai più! Torno subito! Esce.

SCENA OTTAVA

Quecksilber.

QUECKSILBER da solo: E' una brava ragazza, la sposo! Aspetta, principessa, devi imparare a conoscermi non appena riavrò il mio corno. Linda deve cercare di capire dove ha nascosto il corno magico, deve cercare di attirarla via, io assalirò il castello con la mia gente, conquisterò il corno e farò rinchiudere Zoraide e suo padre nella più profonda prigione; su in soffitta o tra le controfinestre - Prendi il corno sotto braccio, la fanciulla sulle spalle e poi via dalla casa della falsità e degli imbrogli. Indietreggia.

SCENA NONA

Quecksilber. Linda con i servitori di Quecksilber e diverse persone del seguito di Tutu.

Coro

LINDA O amici, ubbidite,siete sulla traccia d'oro,non ve ne pentirete,il suo compenso vi renderà felici.

CORO Ci daremo da fareper il prezioso metallo

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e rischieremo la vita stessa,basta che tu ci esponga il caso.

LINDAA caro prezzo,in modo astuto,gli fu sottrattoun corno argentato.

CORO Dobbiamoprocurartelo con le armi,dacci pure gli ordini,inizieremo subito.

QUECKSILBER avanza in mezzo a loro:Vi ricompenserò con milioni,basta che giuriate fedeltànella mia mano.

CORO Giuriamo subito,restiamo a te fedeli,ma procura velocementei tesori.

QUECKSILBERTenete in alto i vostri turbanti,quaggiù non vi schiaccia alcun giogo,esultate in lieta congrega,una pioggia dorata cadrà su di voi.

Cara bacchettina, che tu mi sia propizia.

CORO e LINDACara bacchettina,che tu gli sia propizia.

QUECKSILBER Una grande gioiaprocura il tuo oro.

CORO e LINDA Una grande gioiaprocura il tuo oro.

QUECKSILBER Presto, in alto i berretti,bacchetta, fai scendere una neve d'oro.

Tutti tengono in alto i turbanti. Quecksilber fa numerosi movimenti con la bacchetta. Sono tutti in trepida attesa. Pausa della musica. Egli dice:Si deve essere rotta una molla! Fa gli stessi movimenti di prima. Attacca la musica.

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QUECKSILBER. LINDA. CORONon viene niente dall'alto,non viene niente dal basso, di questa il potere bacchetta della sua è completamente sparito.

QUECKSILBER ha osservato bene la bacchetta:Qualunque cosa voi diciate,la bacchetta è stata cambiata,la mia era forte,e questa è come burro.

Spezza la bacchetta in piccoli pezzettini.

COROHa!Milionario rovinato,vieni un po' qua da noi,restiamo a te fedeli,ti spezziamo la schiena in due.

Escono tutti sghignazzando.

SCENA DECIMA

Quecksilber. Linda. Poi Hassar.

LINDA Ma che cosa mai ha fatto? Ma perché non sono piovuti ducati?QUECKSILBER Silenzio, sono già contento che non siano piovute bastonate, aveva già

iniziato a gocciolare. Ma a che serve? Son proprio un uomo sconfitto; quella falsa ha scambiato la mia bacchetta.

LINDA Non si preoccupi. Ci sono ancora molti bastoni al mondo. Non si lasci andare per il suo, sia allegro.

QUECKSILBER A che mi servono tutti i bastoni del mondo! Tutti i tralci di vite, tutte le teste di legno, tutti i tronchi - questo era il primo -.

LINDA Beh, ora lasci un po' stare il primo e ritiriamoci su al secondo o al terzo piano, da dove avremo una vista più bella.

QUECKSILBER Ah, sei ancora l'unica anima fedele che io abbia. La mia servitù mi ha abbandonato.

Hassar origlia alla porta.LINDA Faccia affidamento su di me, fuggirò con Lei, se vuole.HASSAR Ora aspetta, gatta!QUECKSILBER Adesso non mi viene in mente altro mezzo che mandare la mia nave

dorata al monte di pietà per avere i soldi per il viaggio.LINDA Ma come potremo andare via?

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QUECKSILBER E' un gioco da bambini. Ci sediamo accanto, ci mettiamo la fascia magica e potremo giungere dove vogliamo.

HASSAR Quell'individuo usa i talismani con estrema facilità.LINDA Beh, e dunque sei tanto pusillanime da voler scappare via? E' proprio un gioco da

bambini. A questa fascia chiederai di andare nella stanza della principessa, quando è sola - minacci di massacrarla se non ti restituirà il tuo corno e la tua bacchetta e vedrai che ti pregherà di perdonarla.

HASSAR Un bel piano, lo rivelo all'istante alla mia sovrana. Aspetta, strega! Esce.QUECKSILBER Giusto, hai ragione; è splendido! Con la mia zucca non ci sarei arrivato!

Ragazza, tu rimarrai con me e quando sarò di nuovo ricco, trasformerò in oro il Trattnerhof e te lo regalerò.

Duetto

QUECKSILBER O cara fanciulla, guardamie immagina che il bell'uomocon i piedini da pavone,ti renderà una graziosa signora.

LINDAAllora ogni giorno terrò riunione,e i miei calici per il caffèdovranno essere di brillantee d'oro i chifel da inzupparvi.Poi viaggeremo con carrozza e destriero,

QUECKSILBER I cavalli li farò ferrare d'argento.

LINDAInviterò a casa i signori più distinti.

QUECKSILBER E io, io li caccerò fuori.

ENTRAMBI I mobili saranno d'ebano,e saremo entrambi terribilmente orgogliosi,poi monterò su come un galloe non guarderò più in faccia nessuno.

LINDAQuesta fascia ci porterà con senso fuggevole

QUECKSILBER In un sol giorno attraverso i quattro angoli della terra.

LINDAIn Oriente faremo colazione,

QUECKSILBER E io berrò rapidamente un bicchier di vino a Grinzing.

LINDA Poi ci fermeremo un po' in Olanda

QUECKSILBER E in Brasile ci affacceremmo dalla finestra.

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LINDAA mezzogiorno pranzeremo entrambi da soli,

QUECKSILBER Poi faremo un salto da Sperl in Africa.

LINDAUn gelato andrà bene per merenda.

QUECKSILBERAllora ti tufferò nel Mar Glaciale.

LINDAE quando la sera a cena farà fresco,

QUECKSILBERMangeremo a Ofen per non raggelare.

LINDA Andremo pure a dormire, ma non mi viene in mente dove sarà più sicuro il nostro riposo.

QUECKSILBERQuesto dovresti ben saperlo, è risaputo,il riposo più tranquillo si fa in terra austriaca.

Entrambi escono ballando.

SCENA UNDICESIMA

Stanza di Zoraide con due finestre laterali. Notte. Solo una lampada illumina il tutto. Entrano Zoraide e Hassar.

ZORAIDE Ma ha capito bene? Che in seguito non ne venga fuori una nuova sciocchezza, se come al solito Le si dà fiducia.

HASSAR No, mia sovrana! Giuro sulla mia bellezza che ogni parola sta in questo modo. Egli possiede la fascia magica e ti assalirà nella tua stanza per rivendicare i suoi talismani.

ZORAIDE E la mia cameriera amoreggia davvero con lui?HASSAR Vero! E' quella strega che lo ha indotto a questa astuzia.ZORAIDE Che ingrata! E' in questo modo che mi ricompensa? Non le ho regalato proprio

per il suo onomastico cinque fiorini e un abito di mussolina?HASSAR Vero! E' eccessivo!ZORAIDE Tutto ciò che ho fatto per quella persona - HASSAR Se penso ai tanti ceffoni che le hai dato.ZORAIDE Ah, questo è il meno!HASSAR Per me sarebbe il più!ZORAIDE E ora osa superarmi?HASSAR E preferire un altro a me.ZORAIDE Per tutti gli dei, questo è troppo!HASSAR Per la mia bellezza, questo è troppo!ZORAIDE Adesso via di qui, marsc'. Perché ci mancherebbe altro che mi arrabbiassi anche

con Lei. Avanti marsc', fuori tutti e due, Lei e la Sua bellezza.

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HASSAR in disparte: Questa è invidia. Come se potessi farci qualcosa se la natura mi ha dotato di queste attrattive. Fa per uscire.

ZORAIDE Fermo! Si dia subito l'ordine che le sentinelle vigilino nell'ingresso e quando chiamo che venga preso e trattenuto; io cercherò già prima di sottrargli la fascia. Via!

Hassar esce.

SCENA DODICESIMA

ZORAIDE da sola: Ora innalzatevi, Furie della vendetta, con quei capelli irsuti nei vostri caffettani verdastri! Non deve farsi troppo furbo e anche se egli avesse a disposizione ancora cento mezzi magici, l'incanto che la nostra grazia fa sorgere, rende disonore a tutti. Musica. Cos'è che fruscia nel giardino? Che vedo? Sono sul Blocksberg? Chi mai sta cavalcando nel cielo? Ah, proprio lui! Musica. Si sente cantare un gallo. Musica. Cavalca su un gallo! E come siede in bel modo là sopra, come un cavaliere inglese. O splendido talismano, mi servirò di te. Ora aspetta. Si getta su un divano e fa finta di dormire.

SCENA TREDICESIMA

Detta. Quecksilber entra dalla finestra volando su un grosso gallo. Appena il gallo è dentro la stanza, Quecksilber scende e il gallo vola via dalla parte opposta cantando.

QUECKSILBER Silenzio! Animale fastidioso! Quell'essere canta tanto da rompere i timpani. Se la fata non ha altri cavalli nella stalla, non importa, perché questa è una spedizione fatale! Non cavalcherò mai più un gallo, meglio un pollo arrosto che non fa una confusione simile.

Melodramma Vede Zoraide. Ah, eccola! - Dorme - La musica riproduce il russare. Che sonno soave -

Ah, perché è così falsa e così bella!ZORAIDE E' ancora innamorato di me, l'allocco!QUECKSILBER Parla nel sonno. Deve avermi sognato, ha pronunciato il mio nome.

Suvvia, Quecksilber, concentrati! Ehi là, in piedi!ZORAIDE balza su: Cosa c'è? Chi c'è qui?QUECKSILBER Ego sum!ZORAIDE Cosa vuoi qui?QUECKSILBER Voglio regolare i conti con Lei.ZORAIDE Che sfrontatezza, fammi uscire.QUECKSILBER Non si muova! Appena chiamerà aiuto, La butterò fuori dalla finestra.

Riavrò il mio corno e il mio tubicino spagnolo o Lei non uscirà intera dalla stanza.ZORAIDE Che impertinenza inaudita, fuggi, o questo pugnale -QUECKSILBER Aspetta, carassio spergiuro.Musica. Lottano per il possesso del pugnale.ZORAIDE intravede un momento favorevole e gli strappa la fascia, nello stesso istante

grida: Guardie! Guardie!Musica.

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SCENA QUATTORDICESIMA

Detti. Le guardie si precipitano dentro e rapidamente afferrano Quecksilber.

ZORAIDE Tenetelo stretto! Corre con la fascia verso la camera.QUECKSILBER Lasciatemi! Sono Ludwig il Saltatore. Si libera e salta fuori dalla

finestra. Musica. Hassar si affretta a suon di musica.HASSAR Lo avete già preso? Non mollatelo, Ve lo consiglio!SENTINELLA E' fuggito!HASSAR Cosa? SENTINELLA Dalla finestra.HASSAR Vero! Eccolo là che corre. Grida: Ehi, aspetti un po', devo raggiungerlo.ZORAIDE ritorna: Che se ne vada!HASSAR E' già andato - Indica la finestra.ZORAIDE Cosa? Fuggito! Non è possibile!HASSAR Per la mia bellezza, è così!ZORAIDE E va bene; tanto ho io i suoi doni.

SCENA QUINDICESIMA

Detti. Tutu.

TUTU con una specie di vestaglia, una grossa lanterna colorata in mano: Ma che tumulto è mai questo proprio nel cuore della notte? Non si può neppure riposare come si deve.

ZORAIDE Padre, si rallegri con me!TUTU E di cosa dovrei rallegrarmi? Non so niente.ZORAIDE Ho carpito i doni magici allo straniero ed egli adesso non ha più niente; sono

tutti in mano mia. Egli stesso è fuggito, dalla finestra.TUTU Affari suoi! Ma perché nessuno mi ha detto qualcosa al proposito?ZORAIDE E quando si può dirLe qualcosa? Si sveglia una volta ogni tre settimane,

dopodiché si mette a mangiare e dopo aver mangiato si corica subito un'altra volta.TUTU Ognuno ha la sua passione; quando dormo sono al massimo dell'allegria.ZORAIDE Nessuno dormirà più questa notte. Verrà preparato un gran tripudio che non

dovrà terminare per tutta la giornata di domani. Su tutte le strade dovranno essere diffuse poesie sulla grandezza del mio ingegno. La gioia dovrà animare quest'isola! E allora si rallegri un po' anche Lei, con quella Sua vestaglia di canapa.

TUTU Bene, il perché non mi rallegri non lo so neppure io. Dice con molta flemma: Hurrà! - Dalla gioia mi fa già molto male lo stomaco.

ZORAIDE Ora vado a cambiarmi. Trionfo! E' andata bene. Con questa vittoria diventerò sempre più bella. Esce di corsa.

TUTU E io sempre più furioso. - Ma cosa volevo dire ora? Si. Ora preparate tutto per la festa. E non dimenticate i miei cuscini di crine. Nel padiglione cinese c'è da mangiare per centocinquanta persone. Dopo il pasto ci sarà un gran ballo e nel caso dovessi appisolarmi, suonatemi un minuetto con i timpani, di quello là, ma come si chiama? Si, di Haydn.

Escono tutti.

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SCENA SEDICESIMA

Paesaggio indiano. Da una parte un fico, dall'altra una sorgente facilmente raggiungibile, sullo sfondo una capanna di paglia. Quecksilber è dietro il fico, si guarda tutto intorno, poi avanza.

QUECKSILBER Sia ringraziato il cielo! Nessuno mi segue! Ora sto fresco. Tutti i regali della fata son perduti e anche la cameriera è all'inferno! Non mi rimane altro che la bella consapevolezza di essere stato un somaro e di essermi fatto prendere in giro. Ma son volato via come un levriero italiano e ho una fame che mangerei tutti i galloni del mio gilet. Ora salgo dritto sul fico, tra cinque minuti lassù non ce ne sarà più neanche uno. Sale su: Ah, ora alla fame mostreremo i fichi. Mangia. Stupendo! Meraviglioso! Formidabile! Ne coglie alcuni e scende. Il suo naso si ingrossa molto ma riamane ancora proporzionato e non diventa una caricatura, continua a mangiare. Non so, ma c'è sempre qualcosa davanti al naso che mi abbaglia? Si tocca il naso. Che mai è questo? Ho un vero nasone. O me uomo sventurato, che cosa mi succederà ancora? Va a finire che su quest'isola perderò tutto e dovrò anche andarmene con il naso lungo! I nasi! Se prendo il raffreddore diventa una malattia mortale. Se potessi almeno vedermi! Ora dovrei essere proprio nella Spiegelgasse. Ma non c'è nessuno qui? Ehi! Bussa alla capanna.

SCENA DICIASSETTESIMA

Zadi. Detto.

ZADI dall'interno: Chi bussa?QUECKSILBER Io!ZADI Cosa vuoi?QUECKSILBER La prego, non ha una specchiera?ZADI Mascalzone, se esco fuori ti spacco il naso in due.QUECKSILBER Costui vuole spaccarmi il naso in due! Questo naso. Domando: come è

possibile?ZADI esce di casa: Aspetta, maledetto - hahaha! Ecco che aspetto ha un matto.QUECKSILBER Se ne è già accorto.ZADI Specchiati là in quella fonte, per vedere il tuo aspetto.QUECKSILBER lo fa: O che spettacolo! Mi trovo una bella pera proprio sul viso!

Arrivare a Vienna con questo naso non sarà possibile, non mi lasceranno assolutamente superare le frontiere.

ZADI Hai sicuramente mangiato quei fichi!QUECKSILBER Certamente.ZADI Avrei potuto dirtelo prima. Ma come sei arrivato in questo luogo, in cui abito solo

io? E a quest'albero?QUECKSILBER Il problema ora non è come io sia arrivato a quest'albero, bensì il

problema è come io possa liberarmi di questo naso.ZADI Questo strano naso e il tuo strano aspetto ti hanno salvato, visto che è la misantropia

ad avermi condotto in questa valle magica che non abbandonerò mai e che, per un pregiudizio, non è mai stata calpestata da piede umano per cento anni. Io preferisco

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vivere qui tra gli animali e ti avrei cacciato via se non mi fosse venuto da ridere per via del tuo naso. Guarda dietro le quinte. Sta arrivando ancora qualcuno.

QUECKSILBER E' la mia cameriera. Presto! Ebbene? Non si muove.ZADI Ma non vedi, non può oltrepassare quel profondo fossato.QUECKSILBER Allora dovrà passare dal Kohlmarkt.ZADI L'aiuterò io. Esce di corsa.QUECKSILBER Ora quando mi vedrà con questo naso, non potrà più volermi bene; non è

possibile!

SCENA DICIOTTESIMA

Linda. Zadi. Quecksilber.

LINDA Ti ho trovato finalmente! Lo guarda e grida: Ah, cielo! Che aspetto hai? QUECKSILBER L'ha già visto! Ha l'occhio di falco!LINDA O uomo disgustoso! Che cosa hai fatto?QUECKSILBER si inginocchia: Linderl, ti prego per tutto l'oro del mondo, perdonami

almeno questa volta, non lo farò mai più in vita mia. Ho mangiato quei fichi là e poi mi è cresciuto il naso.

LINDA No, così non mi piaci. Gli sono corsa dietro, sono morta di paura fino al momento in cui non l'ho raggiunto e ora mi si presenta in quello stato.

QUECKSILBER Linderl, ti prego, sii ragionevole. Ora puoi ben menarmi per il naso. Se qualcuno mi prende per il naso, non gli sfuggo più.

LINDA O uccello del malaugurio! Vattene, non riesco più a guardarti.ZADI Bene, non ti farò soffrire ulteriormente. Bevi a quella fonte là e perderai questo

naso. Appena sono entrato in questa regione, è successo così anche a me.QUECKSILBER E' vero? Sia lodato il cielo! Corre alla fonte e beve, il naso sparisce, egli

salta fuori. Se ne è già andato! Ah, che gioia è questa!QUECKSILBER e LINDA insieme: Che gioia è questa!

Entrambi saltellano di gioia e ridono, ma appena si guardano in viso, smettono. Quecksilber si ferma, improvvisamente serio, e Linda ne è colpita.

QUECKSILBER Cosa c'è? Cosa vuole? Davvero non Le piaccio più?LINDA Ma si, adesso mi piaci di nuovo!QUECKSILBER Ecco qua! Appena la mia bellezza ha dichiarato fallimento, non ha voluto

più saperne di me, ora, poiché sono di nuovo a posto, ora le piaccio di nuovo. Che intenzioni hai adesso nei miei confronti? Sono proprio una nullità. A Zadi: Caro amico, come posso renderLe grazie - vuole forse prestarmi duecento fiorini?

ZADI O si! Duecento bastonate potrà avere.QUECKSILBER Non so da Lei come si chiamano le monete.LINDA Ah, non moriremo di fame. Sai una cosa? Venderò alla gente quei fichi e quando si

saranno sfigurati, arriverai tu come dottore e li guarirai con l'acqua, così faremo soldi a palate.

QUECKSILBER Alt! Fammi riflettere. - Come? - Cosa? Balza su entusiasta, Linda e Zadi si spaventano. Ce l'ho! Ce l'ho!

LINDA Sei pazzo?

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ZADI Ma che cosa hai?QUECKSILBER La mia fortuna! L'ho afferrata.ZADI Allora tienila stretta.QUECKSILBER Caro amico, fammi solo un piacere, prendi un cesto, riempilo di quei fichi

e riempi una bottiglia con l'acqua magica, ti ricompenserò lautamente; ma fai presto.ZADI Bene, bene, questo piacere posso fartelo. Entra nella capanna.LINDA Ma che significa?QUECKSILBER Linderl! Adesso concentrati. Si saranno già accorti della tua assenza al

palazzo?LINDA O no! E' tutto sottosopra per via della festa!QUECKSILBER Una festa? Magnifico! Sull'isola si conosce l'effetto di questi fichi? - LINDA Non ne ho mai sentito parlare. Questo luogo è stregato, per cui nessuno si azzarda

a venire qui e io ti ho seguito solo perché da lontano ti ho visto correre. Dunque puoi vedere quanto io ti voglia bene.

QUECKSILBER Devi ritornare alla festa. Prendi un cesto pieno di quei fichi e offrili alla tua principessa e a suo padre come pasticcini. Sono così belli che certamente li mangeranno.

LINDA Va bene, e poi?QUECKSILBER Poi si ritroveranno dei bei nasoni. E quando, di conseguenza, la

principessa si dispererà, mi introdurrai come guaritore e io non la guarirò prima che ella mi abbia restituito i miei regali.

LINDA E' un piano stupendo! Mi farebbe piacere se diventasse davvero orrenda, visto che vuole sempre essere la più bella. Le starebbe proprio bene.

QUECKSILBER Questa porta acqua al suo mulino. Si, le donne. Se potessero reciprocamente cavarsi gli occhi, lo farebbero.

SCENA DICIANNOVESIMA

Zadi. Detti.

ZADI nel frattempo ha riempito il cesto di fichi e una bottiglia di acqua dalla sorgente, avanza: Bene, ecco il tutto.

QUECKSILBER Fratello, ti ringrazio. Lo abbraccia. Per il momento non posso darti nient'altro che questo fazzolettino d'argento, ciò che mi è ancora rimasto di tutta la mia ricchezza. Ne tira fuori uno dalla tasca dell'abito.

ZADI Non ho bisogno di niente.QUECKSILBER da' il cesto a Linda: Tu prendi questo - bene, e se la cosa riesce, vittoria

in Svevia!ZADI Ma di che te ne fai?QUECKSILBER Questo non ti riguarda. Ho un buon amico che deve beccarsi un naso tale

da dover essere misurato con il cubito. Ora vieni, Linderl, non c'è tempo da perdere. Diavolo del bosco, adieu!

ZADI Che pazzerello che sei. Addio. Esce.QUECKSILBER Adieu, mon ange - Linderl, ora parti! Io verrò subito dopo, non

dobbiamo partire insieme, se non vogliamo essere visti.LINDA Fidati pure di me, una ragazza giudiziosa si fa sempre valere. Esce.

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QUECKSILBER da solo: Ah! Ora mi sento di nuovo bene. Niente è più importante della speranza. Adesso sono così contento che potrei prendere tutti gli uomini per la testa e baciarli. Questo mondo è proprio il migliore a questo mondo.

AriaNel mondo si sta proprio bene,credetemi!Anche se si balla un Langaus per tutta la vita,si mantiene sempre lo spirito allegro.Credetemi.

E le donne sono davvero buone,credetemi!E se anche il matrimonio mette la libertà al giogo,le donne comunque ci addolciscono la vita.Credetemi.

E anche agli uomini succede,credetemi!Non lasciatevi catturare, signore mie, da sguardi infedeli,infatti appena ce ne accorgiamo facciamo marcia indietro.Credetemi.

Esce.Ripetizione

E il mio cuore è ricolmo,credetemi!Qualcosa batte là dentro e vorrebbe uscireper accompagnarvi fino a casa con un grazie.Credetemi.

Esce.

SCENA VENTESIMA

Grande giardino indiano. Da una parte un trono di fiori per Zoraide, dall'altra l'ingresso accessibile di un padiglione cinese ben decorato. Solenne entrata. Danzatori e danzatrici davanti. Poi il seguito. Poi Tutu e Zoraide, Hassar, due servitori portano una grande poltrona per Tutu, che viene posta di fronte al trono. Poi di nuovo il seguito. I doni magici vengono portati davanti a Zoraide da tre fanciulli, su dei cuscini. Zoraide sale sul trono. Tutu si siede sulla poltrona e comincia a sonnecchiare.

CoroGoverni a lungo Zoraide

con l'aureola dello spirito! Il nostro giubilo non si stancherà

di annunciare il suo splendore!

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ZORAIDE con orgoglio: Vi ringrazio! Sebbene non sia più del tutto una novità per me che il mio spirito e la mia bellezza possano misurarsi con tutti i pregi femminili, tuttavia non voglio essere così presuntuosa da non ascoltare oggi, ancora una volta, ciò che dicono le vostre voci esultanti.

TUTTI Viva Zoraide!ZORAIDE Padre! Hm! Padre - TUTU riprendendosi: Si, si - ZORAIDE Prenda la parola ora.TUTU Sarà subito fatto. - Silenzio! - Adesso prendo la parola. - Voi tutti miei signori e

signore, lasciatevelo dire: siamo qui riuniti per celebrare una festa che abbiamo organizzato, poiché mia figlia, grazie alle straordinarie doti del suo intelletto che addirittura superano anche le mie, ha sottratto allo spavaldo straniero che è venuto sulla nostra isola, tre doni magici di grande valore. Poiché questo straniero ora - non è vero, figlia mia? - poiché questo straniero ora - così - ci ha trattato in modo così ingrato - così - così - dalla rabbia non so nemmeno più cosa devo dire! Indicando Zoraide: Seguirà la continuazione. Si rimette a sedere.

ZORAIDE a mezza voce: Bell'affare quando Le si fa prendere la parola.- Ad alta voce: Ecco qui i doni magici. Per mezzo di questo corno la nostra isola è sicura da qualsiasi assalto. Questa bacchetta racchiude un mondo d'oro e questa fascia conduce colui che la porta, nel luogo più lontano con velocità fulminea. Tutti questi doni li userò in modo prioritario per la vostra felicità.

TUTTI Viva Tutu! Viva Zoraide!HASSAR Ecco a Lei, magnifica sovrana, i frutti delle nostre Muse che sono maturati

proprio stamani nelle più eccelse menti indiane.ZORAIDE Dove sono?

Quattro schiavi portano una grossissima cesta d'oro in cui è ammucchiata una grande quantità di rotoli di poesie di diversi colori.

HASSAR Ecco questo ragù poetico. Ne presenta alcune a Zoraide.ZORAIDE le prende senza guardarle: Cosa contengono?HASSAR I più grandi elogi per la Sua amabilità e per il Suo ingegno.ZORAIDE con sorriso compiaciuto: Mi piacciono, - una bella scrittura! Sono molto

soddisfatta.Con una pantomima, Hassar invita anche Tutu a prenderne alcune.TUTU Bene - Si alza e ne prende alcune. Ah, si! Sono belle, proprio belle - Le soppesa

nella mano. Ce ne sono talune proprio fresche, come si dice ora, con umoristica freschezza - Si siede di nuovo.

HASSAR E adesso permetti che anche la mia bellezza osi presentarti una poesia.ZORAIDE E cos'è questa?HASSAR E' un'elegia sulla tua amabilità.TUTU Certamente l'ha copiata da qualche parte, non ho fiducia che possa fare una

negligée, o come si chiama.HASSAR Signore! Sulla mia bellezza, l'ho composta io stesso.ZORAIDE Basta! Dopo Le regalerò io qualcosa. Portate le poesie nella mia stanza. Lo

fanno. I doni qui dentro, li sorveglierò io.Arriva uno schiavo.SCHIAVO Signore, la tavola è pronta.

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TUTU Ah! Hai pronunciato una bella parola! Si alza, a tutti a voce alta: La tavola è pronta!

TUTTI Ah!TUTU Vieni, figlia mia. Lo spirito ha avuto il suo pasto, adesso terremo una piccola

conferenza allo stomaco. - Gridate tutti: viva Zoraide, viva Tutu!TUTTI Viva Zoraide! Viva Tutu!TUTU commosso: Mi avete sorpreso.Escono tutti tranne Hassar e i danzatori.HASSAR ai danzatori: Al mio battere di mani inizierà la danza.

I danzatori si inchinano ed escono.

SCENA VENTUNESIMA

Linda. Hassar.

LINDA con un piatto di fichi: Hassar! Psst, Hassar!HASSAR Che c'è? - Ah, gatta, dove ti eri nascosta? Aspetta un po', Zoraide darà il

benvenuto alle tue guance quando le arriverai davanti agli occhi.LINDA Non essere arrabbiato, caro Hassar! Mi sono già pentita di essermi fatta incantare

da quel vagabondo a rinnegarti.HASSAR Bene, è la tua fortuna. - Ma che bei fichi hai?LINDA Sono del nostro giardino di corte e sono solo per Tutu e Zoraide, sono

estremamente rari. - Portali sulla tavola e consegnali solo al nostro signore e alla principessa, spero di renderli nuovamente benevoli nei miei confronti.

HASSAR Per la mia bellezza, sono frutti stupendi. - Hm, con questi mi accattiverò le simpatie - giusto, dirò che li ho piantati io stesso.

LINDA Presto.HASSAR Si, si, sto andando. Linda torna indietro. Sono fichi meravigliosi. Ah, devo

sottrarne un paio anche per me. Infila due fichi nella cintura. Con grande piacere: Questa sarà una stupenda delizia per la mia bellezza. Entra nel padiglione.

LINDA viene avanti: Aspetta, mascalzone, sarai ben accolto. Sta già arrivando. Allora?HASSAR torna indietro: Tutto a posto. Tutu è in preda a una gioia pazzesca.LINDA sei stato giudizioso. Tra sé: E' andata bene. Adesso dal mio amato. Esce.HASSAR batte le mani e grida: Dovete iniziare la danza. Ora mangerò i miei fichi e farò

attenzione che nessuno mi spii. Esce.

Inizia una grande danza: alla fine un gruppo.

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SCENA VENTIDUESIMA

Zoraide entra precipitosamente. Le si è ingrossato il naso, ma solo come quando si mette un naso posticcio per maschera a un ballo pubblico, per niente caricaturale. Subito dopo il seguito.

ZORAIDE Aiuto! Aiuto! Cosa ho visto, non è possibile! Deve essere un'allucinazione. Guardate un po' il mio volto! Tutti i danzatori si spaventano. Che cos'è? Cercano di nascondere il riso. Cosa? Scherno! Divento pazza. Portate uno specchio!

Viene portato rapidamente uno specchio, Zoraide si guarda e cade svenuta con un grido.

SCENA VENTITREESIMA

Tutu. Detti.

TUTU entra con il naso ingrossato: Cosa è successo? Son seduto là dentro tranquillo con i miei fichi e dormicchio un po' e tutt'a un tratto succede tutto questo trambusto. Ridono tutti. Ora cosa significa tutto questo ridere? E' svenuta! Figlia! Cosa ti è successo? Accorre da lei e fa un balzo indietro. Cielo, che aspetto ha! Ah, ma questo è uno scherzo, hahaha!

ZORAIDE si sveglia: O me infelice! Piange. Chi mi ha fatto questo? Vede Tutu. Ma padre! Hahaha!

TUTU Si diverte, ha un viso spassoso, mi piace. Ride.ZORAIDE Ma si guardi un po' allo specchio.Gli porgono uno specchio.TUTU Tenetemi, mi prende un colpo. Via veloci a chiamare il mio medico particolare!

Presto, un consulto.ZORAIDE Chiamate tutti i dottori dell'isola. Non lo sopporto. Ora deve cominciare il

ballo.TUTU O me infelice, sono tutto deturpato.ZORAIDE Deve essere un incantesimo.

SCENA VENTIQUATTRESIMA

Linda. Detti.

LINDA Sovrana! Si spaventa. Ah, che aspetto ha?ZORAIDE Via dai miei occhi, se ti sono cari i tuoi.TUTTI gridano: Il medico particolare!

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SCENA VENTICINQUESIMA

Il medico particolare. Detti.

TUTU insieme: Ah, ci aiuti!ZORAIDE IL MEDICO PARTICOLARE si spaventa: Perdono, potente Zoraide! Non posso far

niente. Dove la natura fa tali capriole, finisce la mia arte.ZORAIDE Me disperata!TUTU Io taglio la corda, insieme al naso.

SCENA VENTISEIESIMA

Hassar. Detti.

HASSAR anch'egli con il naso grosso: Potente Tutu - Si spaventa del naso di Tutu e va allora incontro a Zoraide, alla cui vista si spaventa altrettanto e va quindi al centro del palco, indica con entrambe le mani i due nasi. Cosa significano questi nasi?

Ridono tutti.ZORAIDE Chiuda il becco, non si azzardi a dire male dei nostri nasi.TUTU Lei lo ha anche più grande!HASSAR porta entrambe le mani al naso: Per la mia bellezza! Pieno di paura: E' una

stregoneria.TUTU Cosa voleva annunciare?HASSAR C'è qui un dottore straordinario che ti vuol parlare.ZORAIDE Dove? Dove?TUTU HASSAR Eccolo, è già qui!

SCENA VENTISETTESIMA

Detti. Quecksilber in veste di dottore, con una cassettina d'oro.

QUECKSILBER parla velocemente: Servus humilissimus. Loro vedono in me il famoso dottor Barometrianus, che si è reso famoso in tutte le parti del mondo. Di tutte queste zone del mondo avrò in seguito l'onore di raccontar Loro diverse storie. Adesso mi dicano, sono così fortunato da vedere davanti a me il potente Tutu?

TUTU Si trova al posto giusto e non potrà sbagliarsi, basta che si occupi dei nasi.QUECKSILBER Poiché parla proprio del naso, non mi faccia dimenticare che in seguito

Le racconterò una storia al proposito. Ho l'alto onore, mia adorata, di ammirare in Lei la bella Zoraide?

ZORAIDE sghignazzando: Si, io - sono - la bella - Zoraide!QUECKSILBER Hm! Mi sembra che Lei abbia una nevrosi. E' una brutta malattia; allora

potrei raccontar Loro una storia che si è svolta in Nordamerica. C'era una volta un

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uomo che aveva avuto ventisette figlie; ora racconterò Loro velocemente le storie di tutte queste ventisette figlie!

TUTU Scusi, glielo chiederemo un'altra volta. Per prima cosa desideriamo ascoltare il Suo consiglio.

QUECKSILBER Ascoltino, visto che stanno parlando di consiglio, mi permettano, mi viene in mente anche una storia meravigliosa, nel raccontare la quale però, mi trattiene l'osservazione che i Loro nasi si manifestano in una forma un po' grossolana. Perciò sorge la grande domanda se Loro sono venuti al mondo già così o se ciò è accaduto solo di recente.

ZORAIDE Che persona noiosa! Si si, solo di recente - TUTU Li abbiamo avuti così di sottobanco - ma ci aiuti.QUECKSILBER Bene dunque! Posso dir Loro per consolazione, che non sono le uniche

persone al mondo ad avere il naso grosso; ci sono persone che addirittura si fanno prendere per il naso. Aspettino, ora racconterò Loro una storia -

TUTU Ci può curare o no? Solo questo vogliamo sapere.QUECKSILBER Permettano! Come possono osare dubitarne? Io Li curerò anche se i

Loro nasi fossero grossi come il Chimborazo in America; è la montagna più alta del mondo. I Loro nasi devono essere curati secondo le regole di Aristotele.

ZORAIDE Per noi è del tutto uguale -QUECKSILBER Permettano, non è del tutto uguale! A questo proposito racconterò Loro

una storia. Ippocrate e Galeno hanno scritto un'intera risma di carta, poiché all'università è sorta la controversia se l'uomo ha il naso nel mezzo al viso o no -

TUTU Ma noi non conosciamo questi signori.QUECKSILBER Permettano, non conoscono Ippocrate e Galeno? Allora racconterò Loro

una storia. Ippocrate era un famoso farmacista di Straubing e Galeno era un grande medico militare presso le truppe cinesi. Ora abbiano solo la bontà di farmi sentire il polso.

TUTU Ma che c'entra mai il polso con i nostri nasi?QUECKSILBER Permettano! Tutto è collegato in natura. Infatti la Loro gola influisce sul

Loro stomaco, le Loro mani sulle guance, la bocca sui piedi. Darò Loro subito la dimostrazione che la Loro bocca può mettere in movimento i Loro piedi. Per esempio nell'una hanno una lingua lunga che comanda un bastone che ???? Li picchia di santa ragione, in modo che non rimane Loro altro che scappare. Quindi la Loro bocca si è resa colpevole del fatto che i Loro piedi si sono messi in movimento.

TUTU Ma non stiamo affatto parlando di botte.QUECKSILBER Permettano! Ma io parlo molto volentieri di botte. Allora racconterò

Loro velocemente una piccola storia.ZORAIDE No, è insopportabile! Ma la smetta un po' con le Sue storie! Non vogliamo

ascoltare storie; il nostro naso è la storia più infelice che si possa vivere.QUECKSILBER Vogliono dunque perdere il Loro naso? Perché allora non lo hanno detto

subito? Una coppa! Gliene porgono una, prende una bottiglietta dalla sua cassettina e ne versa il contenuto nella coppa. A Tutu: Ecco, beva!

ZORAIDE Finalmente tira fuori qualcosa.TUTU Ora sono curioso! Beve, il naso rimane nel bicchiere.QUECKSILBER Bene, cosa dice ora? Il nasone è sparito.TUTU Per Giove, eccolo che galleggia - TUTTI Miracolo su miracolo!TUTU O dottore d'oro! Questa è la storia più bella che mi abbia raccontato finora.

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ZORAIDE E' possibile! Oh, caro ometto! Anche a me, ma presto, presto.QUECKSILBER Allora prima dovrei raccontarLe ancora una storia -ZORAIDE gli tappa la bocca: No! - No! - Sia un bravo ometto - non racconti alcuna

storiellina - mi faccia bere.QUECKSILBER tra sé: A questa darò solo un po' di innocua acqua di fonte! - A voce

alta: Una coppa! Gliene porgono una più piccola della prima. Beva dunque alla salute del Suo naso.

ZORAIDE Viva la bellezza!HASSAR fa un inchino: Gratias!ZORAIDE beve: Allora? - - Non funziona? - QUECKSILBER Beva ancora una volta!ZORAIDE beve: Non funziona, è inutile!TUTU Non si riducono, quei nasi.QUECKSILBER Non capisco, questo naso deve avere un particolare attaccamento a Lei.

Sono sorpreso che non mi venga in mente nemmeno una storia con la quale poterLa consolare.

ZORAIDE Devo riavere la mia bellezza. Lei deve aiutarmi.QUECKSILBER Si, se almeno sapessi come! - Questo è l'unico mezzo - Permette!

Possiede forse un talismano che per potenza si contrapponga ai miei poteri magici? - Deve gettarlo via!

ZORAIDE Come? I miei doni magici?QUECKSILBER Deve regalarli.ZORAIDE E' impossibile!QUECKSILBER Altrimenti non Le può essere prestato aiuto.ZORAIDE Cosa devo fare?TUTU Vai, gettali via - ZORAIDE guarda vagamente lo specchio che Linda ha in mano: Ah! - Risoluta: Orsù!

Farò anche questo sacrificio per il mio fascino. Esce.TUTU E' un affare ingarbugliato!QUECKSILBER Si chiarirà subito; racconterò Loro oggi ulteriori storie singolari.ZORAIDE porta i doni: Orsù! ecco, eccoli qui, se mi restituirai l'aspetto di un tempo,

saranno tuoi.QUECKSILBER raccoglie velocemente i doni da terra: Sono proprio i miei! Suona il

corno e getta via la maschera. Compaiono guerrieri ideali a suon di musica. Proteggetemi! Mi riconoscono? Dal guaritore è venuto fuori Quecksilber. Riprendo ciò che mi ha sottratto con l'inganno e a Lei lascio il Suo cuore falso e il Suo grosso naso.

TUTU Ecco qua, ora le cose sono chiare.ZORAIDE Dunque ora sarei io ingannata? E da Lei, da una persona della quale non si sa se

tra le spalle ha una testa o un cocomero? Spera forse di leggere ancora il Suo nome nel libro dell'umanità? No! No! Al suo posto ci sarà una orecchia ripiegata. Ingrandire in tal modo questo piccolo naso! Allontanatevi, elementi, indicando il suo naso, da questa degenerata figlia della natura. Dovrà dominare in modo tirannico nel regno della bellezza. Tutti gli specchi dovranno esserle sacrificati. Trasformerò quest'isola in un ballo in maschera e tutti i belli dovranno portare nasi posticci, io soltanto mi rinchiuderò in una camera obscura e coverò vendetta, vendetta! Nei tuoi confronti, fabbricante di nasi! Esce in modo precipitoso.

QUECKSILBER Linderl, hai ben eseguito il tuo compito, siamo una coppia.

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LINDA Bene, è una fortuna per te mantenere la parola.QUECKSILBER Ora come la mettiamo, giovane signore?TUTU Facciamo di nuovo la pace. Da quando Lei ha nuovamente la bacchetta io ho

avvertito un vero e proprio amore nei suoi confronti. Forse la cura per mia figlia è davvero buona.

HASSAR si inginocchia: Vostra Grazia! Sono anch'io un inquilino che si annida in questa fetida corte di vermi.

QUECKSILBER gli getta la cassettina: Su, prendi l'acqua e ubriacatene.HASSAR Gratias! La mia bellezza è salva. Esce di corsa.QUECKSILBER Evviva! adesso il mio barometro indica bel tempo. Domani lasceremo la

Sua isola, ma oggi voglio festeggiare il mio fidanzamento proprio qui sulle colline dorate. Linderl, ti ho promesso montagne d'oro, le avrai.

Fa un cenno. Lo scenario si trasforma in colline d'oro con fonti d'argento. Sulla più alta al centro, si erge un tempio d'argento con un altare sacrificale, dove sta Imene con la fiaccola. I geni si radunano sulla collina. Le quinte sono alberi con frutti dorati. L'insieme forma un tableau imponente.

Canto finale

Si deve essere sempre allegrie compiacersi della vita.Ma se non si hanno soldi,dopo viene a mancare tutto.

Non ho ragione?Ebbene, con permesso.

Le ragazze amano essere gentili,specialmente con i giovani;basta che una non ne ami due,il suo cuore a uno rimane fedele.

Non ho ragione?Ebbene, con permesso.

Le donne talvolta sono cattive,spesso fanno un gran chiasso,e se vengono contraddette,sappiamo già cosa accade.

Non ho ragione?ebbene, con permesso.

Gli uomini magari sono superbi,hanno già le professioni più belle,appena vedono da qualche parte una fanciulla,non hanno più posa.

Non ho ragione?Ebbene, con permesso.

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Per la beneficiata

Oggi non sto affatto male,magari fosse così tutti i giorni,ci sarà pur qualcosa di buono,se si guadagna onestamente il denaro.

Non ho ragione?Ebbene, con permesso.

FINE

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Il diamante del re degli spiriti Féerie in due atti

(Der Diamant des Geisterkönigs. Zauberspiel in zwei Aufzügen)

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Personaggi

LONGIMANUS, re degli spiriti PAMPHILIUS, suo primo cameriere particolare LA FATA APRIKOSA LA FATA AMARILLIS PRIMO MAGO SECONDO MAGO UNO SPIRITO DEL FUOCO PRIMA STREGA SECONDA STREGA L'INVERNO L'ESTATE L'AUTUNNO LA PRIMAVERA LA SPERANZA KOLIBRI', un genio KOLIPHONIUS, un genio malvagio, guardiano del giardino incantato LA VOCE DELL'ALBERO CANTERINO

ZEPHISES, un mago, sotto forma di spirito EDUARD, suo figlio FLORIAN WASCHBLAU, suo servitore MARIANDL, cuoca UN VICINO di Eduard

VERITATIUS, sovrano dell'isola della verità MODESTINA, sua figlia ALADIN, suo primo cortigiano AMINE, una inglese OSILLIS, AMAZILLI, BITTA, LIRA, quattro fanciulle velate UN ARALDO

Maghi. Fate. Spiriti dell'aria. Spiriti del fuoco. Geni. Seguito del re degli spiriti. Dannati del giardino incantato. Vicini di Eduard. Abitanti dell'isola. Due servitori dell'araldo. Due mori.

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Atrio del palazzo del re degli spiriti. Maghi. Fate. Spiriti. Alcuni con delle suppliche. Uno spirito del fuoco.

Coro

Dobbiamo ancora aspettare a lungo?Presto la pazienza ci abbandonerà!Noi spiriti siamo i suoi buffoni?La colpa è imperdonabile.

FATA APRIKOSA Che offesa, far attendere così a lungo delle signore, come se fossero le sue domestiche.

TUTTI E' inaudito! PRIMO MAGO Domando, come si può essere re degli spiriti e dormire così a lungo? SECONDO MAGO E io domando, come si può essere ragionevoli e parlare così

irragionevolmente? Egli è il re degli spiriti e deve vegliare per tutti noi, inoltre deve anche dormire per tutti noi.

PRIMO MAGO Il suo dovere però è anche quello di ascoltare le nostre suppliche. FATA AMARILLIS Ed egli non si preoccupa per niente di noi, mette in serbo il suo favore

solo per gli uomini. PRIMO MAGO Ha già sottratto all'aria enormi tesori e li ha donati alla terra. SECONDO MAGO Vedano, per questo ora la gente si costruisce così tanti castelli in aria.

Se non fosse ancora di moda morire, quel popolo starebbe meglio di noi. FATA APRIKOSA Ma cosa vogliono? Proprio ieri egli ha assunto tra gli spiriti un uomo

che ha conosciuto sulla terra, poiché nell'ultimo temporale è stato colpito da un fulmine. PRIMO MAGO Si giusto, si chiama Zephises, era prestigiatore e inoltre deve essere un

individuo molto sciocco. SECONDO MAGO E' più che naturale! Sciocco lo era già, lo ha anche colpito un fulmine,

chissà come è diventato. FATA AMARILLIS Il re degli spiriti sperpera troppo. FATA APRIKOSA E non organizza tutto il regno secondo il modello terrestre? Finiremo

con il dover adottare le mode di Parigi e di Vienna. FATA AMARILLIS Si, se si parlasse ancora francese alla sua corte incantata, sarebbe sì

una cosa nobile, ma da quando è stato a Vienna, parla viennese e noi dobbiamo imitarlo. SECONDO MAGO Io l'ho già imitato.

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FATA AMARILLIS Si vergogni, se si sapesse all'estero. Sarebbe tremendo. PRIMO MAGO insieme: Si, inaudito! SECONDO MAGO SECONDO MAGO So che potrebbe scoppiare una guerra solo per questo. Ma Loro sanno,

egli la pensa così e tutti devono pensarla allo stesso modo: meglio parlar bene il dialetto che male l'alto tedesco.

FATA APRIKOSA In breve, gli uomini lo hanno completamente rovinato, non si riconosce più.

PRIMO MAGO Li lascia salire a sé a schiere ed esaudisce le loro preghiere. TUTTI E' vero! SPIRITO DEL FUOCO vestito tutto di rosso, viso rosso e mani rosse, ha ascoltato tutta la

scena: Per tutta la pece e lo zolfo del mondo, questo è troppo! Sono uno spirito del fuoco, artificiere capo e cannoniere del re degli spiriti! Chi può dire che da tre anni un'anima umana è venuta nel suo palazzo? Non ho viaggiato a sue spese fino a Napoli per fotografare il Vesuvio e costruirne uno simile sul suo palazzo? Non è stato così? Per tutto l'acido cianidrico e l'olio al vetriolo del mondo!

FATA APRIKOSA E perché è stato così? Affinché noi non lo disturbassimo tanto spesso, mentre ora dobbiamo attraversare il cratere con le nostre carrozze di nubi come le streghe attraversano la cappa del camino.

SPIRITO DEL FUOCO No, per tutta la pece e lo zolfo del mondo! Per non essere disturbato dall'umanità che ha abusato della sua fiducia e si è insinuata con l'inganno nel suo regno, per mezzo di svariate arti magiche, allo scopo di infastidirlo con l'accattonaggio.

SECONDO MAGO Si, si, le cose stanno così. PRIMO MAGO Macché, questo dia ad intenderlo ai pazzi - SPIRITO DEL FUOCO Ma in nome del diavolo, proprio questo io faccio. E chi non vorrà

crederlo, sarà colpito dai razzi di Congreve! SECONDO MAGO sopravvenendo immediatamente: Bene, bene, mio signor spirito del

fuoco e capo cannoniere, si moderi un po'! Altrimenti Lei darà fuoco al palazzo con i Suoi razzi.

TUTTI Buttatelo fuori. Fuori! SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Buttar fuori uno spirito del fuoco? SECONDO MAGO Tanto ne abbiamo già buttati fuori altri. SPIRITO DEL FUOCO Per l'incendio di Mosca, questo è troppo - Con il pugno serrato: A

colui che mi verrà vicino, getterò una palla di fuoco sulla testa, cosicché gli schizzi fuori dagli occhi il fuoco del Bengala -

SCENA SECONDA

Pamphilius. Detti.

PAMPHILIUS con tono misurato, entra al centro, proprio in veste di cortigiano del principe degli incantesimi: Ehi, ehi! Cosa sta succedendo? Stanno tenendo una vera e propria corrida nell'anticamera del re degli incantesimi.

PRIMO MAGO molto cordialmente: Ah, il nostro caro Pamphilius!

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TUTTE LE DONNE Il nostro bel Pamphilius. Lo vezzeggiano.SECONDO MAGO Salve, signor von Pamphilius! Spinge via le donne e lo abbraccia.PAMPHILIUS Vengo ad annunciar Loro che il signore ha terminato le sue ventiquattro ore di

riposo e si alzerà immediatamente da letto con velocità incredibile.PRIMO MAGO Ah, affascinante!ENTRAMBE LE FATE L'amabile signore!SECONDO MAGO O fidelibus! Fidelibus!SPIRITO DEL FUOCO Ora mi scappa la pazienza. Signor Pamphilius! Per tutta la pece e lo zolfo

del mondo, io sono un servo fedele del re degli incantesimi, non posso tacere.PAMPHILIUS Ma cosa strepita, signor capo artificiere?SPIRITO DEL FUOCO Oh, per tutta la pece e lo zolfo del mondo -PAMPHILIUS Basta che mi stia lontano con la Sua pece, sono già tutto appiccicoso.SECONDO MAGO Egli deve credere che siamo calzolai.SPIRITO DEL FUOCO Bene! Allora ascolti un po' senza pece e zolfo, questa onorata riunione è

fatta da brutta gentaglia, che impreca contro il principe degli spiriti e lo rimprovera di affidare tutto agli uomini.

TUTTI Non è vero.SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Lo giuro su tutti gli accendini d'Inghilterra -PAMPHILIUS E io su tutti gli estintori di Francia, se non modera il Suo ardore insensato, La farò

annaffiare così tanto, che si ricorderà di me. Fuori!TUTTI Fuori!SPIRITO DEL FUOCO Vado! Ma per il fuoco greco di Cardano, lo riferirò al re degli spiriti. Per

tutti gli accendini e i bossoli infuocati! Per tutto lo spirito di zinco e il sale ammonico! Esce.

SCENA TERZA

Detti senza lo spirito del fuoco.

PAMPHILIUS Parlate uno alla volta! Cosa è successo?PRIMO MAGO Lodato Pamphilius, Lei è già da lungo tempo al servizio del re degli spiriti.PAMPHILIUS Il giorno di S. Martino saranno duemila anni.PRIMO MAGO Non si è accorto Lei stesso che egli ricolma gli uomini di opere di bene, di cui

essi abusano, e lo ricompensano con ingratitudine? E a noi invece nega tante cose.PAMPHILIUS Ha ragione.SECONDO MAGO Si, e non sarebbe meglio se si facesse ricompensare da noi in maniera tanto

ingrata invece che dagli altri?PRIMO MAGO Taccia.SECONDO MAGO Posso esprimere la mia opinione, anche io un tempo sono stato uno spirito

forte, ora sono svaporato.

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FATA APRIKOSA E' la fata Diskantine colpevole di tutto ciò, la sua bella voce lo ha incantato.

PAMPHILIUS Questa è dunque l'unica lamentela contro il re degli incantesimi? Bene, allora dovrò aiutar Loro a uscire dal sogno. Non è vero, per mezzo del suo canto, Diskantine ha ottenuto molto da lui per gli uomini, ma poiché essa con la sua protezione si è imbattuta solamente in persone indegne, egli è così adirato che l'ha esiliata sulla cima di una montagna e lassù l'ha trasformata in un albero.

SECONDO MAGO Cosa dice?PAMPHILIUS Ma poiché la sua stupenda voce lo ha spesso estasiato, non ha voluto sottrargliela

neppure sotto forma di albero.PRIMO MAGO Allora questo albero canta?PAMPHILIUS Tutto a braccio. Tuttavia egli ha emesso la sentenza che da quel momento nessun

mortale avrebbe potuto avvicinarsi al suo palazzo, prima di aver risalito questo monte senza girarsi indietro e aver spezzato un ramo dell'albero canterino.

FATA AMARILLIS E a che cosa serve questo ramo?PAMPHILIUS Protegge da tutti i pericoli e conduce in maniera sicura al suo regno.SECONDO MAGO Non mi vuole dire cosa succede se uno si gira indietro, mio gentilissimo?PAMPHILIUS Subito, mio stupidissimo - Viene trasformato o in un animale o in un fiore. Il genio

cattivo Koliphonius è impiegato là per duemila rubli all'anno, per indurre le persone a girarsi indietro per mezzo di un astuto incantesimo - se gli riesce, esse sono in suo potere e poi non le lascia più andare via. In poco tempo ha già messo insieme un sontuoso giardino zoologico. E allora? Cosa dicono ora del re degli incantesimi, è giustificato ai Loro occhi?

TUTTI Viva il re degli incantesimi!PAMPHILIUS Allora mi seguano, Li annuncerò.

CoroCome ci rianima ardentemente la gioia,come ci risolleva potentemente la speranza,una sollecita accoglienza sarà il nostro compenso,se portiamo le istanze davanti al trono.Levate grida di gioia per il re che lascia il suo riposo,un eterno evviva risuoni per lui.

Escono tutti.

SCENA QUARTA

Stanza della magia. Longimanus giace su un letto ideale, ornato riccamente, sul quale sono adagiate delle nuvole anziché la biancheria. I geni sono occupati a mettere in ordine i suoi vestiti, a preparare un lavabo, poi rimangono ubbidienti in gruppo ad attendere il suo risveglio. Longimanus si muove, i geni fuggono, la musica cessa.

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LONGIMANUS in vestaglia con figure magiche in oro, allontana da sé il piumino di nubi, si siede sul letto e sbadiglia: Ah, si! Che ora si è già fatta? Guarda l'orologio a pendolo che è accanto al suo letto su un tavolino d'oro. Lo vedi, lo vedi, già le dieci e mezza! Ho dimenticato nuovamente di mettere la sveglia. E neppure Pamphilius mi sveglia. Scampanella. Pamphilius! Dove si è cacciato?

SCENA QUINTA

Pamphilius. Detto.

PAMPHILIUS entra di corsa con un balzo: Cosa comanda Vostra Altezza Serenissima?LONGIMANUS Dove ti sei rintanato? Perché non mi hai svegliato? E chi mi ha fatto il letto

stanotte?PAMPHILIUS Io, sultano più potente del mondo.LONGIMANUS Non rifarmi più il letto con nubi tanto umide. Voglio giacere asciutto, ho il forte

sospetto che tu abbia preso nubi di pioggia. E che mormorio sento mai là fuori nell'anticamera?

PAMPHILIUS Là fuori ci sono ogni sorta di fate e diversi maghi, anche alcune streghe e altri gruppi di volgari spiriti.

LONGIMANUS E che cosa vogliono ancora?PAMPHILIUS Deporre ai tuoi potentissimi piedi le loro suppliche e lamentele.LONGIMANUS Non è possibile, sono ancora troppo in disordine. Mi porti dentro solo le istanze

scritte.Pamphilius esce.

SCENA SESTA

Longimanus da solo.

LONGIMANUS Il popolo non fa altro che litigare, non posso proprio salvarmi, alla fine erigerò un arsenale personale, dove non entreranno altro che fruste e bastoni di nocciolo.

SCENA SETTIMA

Pamphilius con gli scritti. Detto. Pamphilius consegna gli scritti.

LONGIMANUS Che cosa volevo dire ora di tanto importante? - Si, una poltrona. Pamphilius porta una poltrona. Longimanus si siede. Saranno di nuovo delle belle storie. Legge. Eccoci ora, non sono altro che colpevoli l'uno verso l'altro. "La fata Tritschitratschi ha preso in prestito un talismano dal mago Rutschiputschi e non vuole riportarlo." Deve restituirlo, lo ordino, subito! Prende un altro scritto. "I dodici segni zodiacali si sono azzuffati. Il

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Sagittario ha cavato un occhio con una fucilata al Capricorno, questo è saltato sulla Bilancia e l'ha spaccata in due. I Gemelli si sono intromessi e sarebbero stati quasi sbranati dal Leone se non si fossero nascosti dietro la Vergine. Tutti hanno riportato danni. Solo il Cancro si è ritirato. Si prega di farli riparare". Anche questo costerà una bella cifra. Prende il terzo scritto. Cos'è questo, cosa vogliono ancora quelle là? "Le due direttrici della stimata corporazione delle streghe chiedono per la loro associazione la reintroduzione del loro precedente ufficio nel mondo." Maledetta gentaglia! Le streghe vogliono di nuovo scendere giù nel mondo. Per il momento falle entrare.

Pamphilius esce.

SCENA OTTAVA

Longimanus da solo.

LONGIMANUS Sarebbe un bel pasticcio! Già ci sono i debiti a opprimere gli uomini, non hanno affatto bisogno anche di streghe. Bussano da fuori. Aha! Avanti! Avanti!

SCENA NONA

Detto. Pamphilius. Le due streghe tutte vestite di grigio sporco, con veli aperti che coprono la testa e il petto. Il vestito è guarnito in fondo con i segni del cosiddetto pentacolo e ne portano anche uno sul petto come medaglione. Il volto coperto con vecchie maschere da donna. Si gettano piangendo ai piedi di Longimanus.

LE STREGHE Potente sovrano, abbi pietà!LONGIMANUS Guarda, che bello! Proprio le più carine hanno scelto. In che cosa posso servirle,

mie belle dame?PRIMA STREGA Signore! Ora sono già cinquanta anni che ci hai richiamate dalla terra, e non

sappiamo in che modo siamo state causa di ciò.LONGIMANUS Si, mia cara signorina strega, mi dispiace, ma non può essere altrimenti.PRIMA STREGA Ascolta le nostre suppliche! Dacci nuovamente il nostro potere, gli uomini

hanno nostalgia di noi.LONGIMANUS Vuoi stare zitta, o no? - Cosa vi viene in mente? Nessun uomo parla più di Loro,

nessun uomo pensa più a Loro e ora vogliono tutt'a un tratto riavere la loro precedente libertà di stampa! Anno 1824 una strega! La gente non potrebbe fare a meno di riderne.

PRIMA STREGA Ma non ci hanno addirittura immortalato in un'opera: Das Neusonntagskind!LONGIMANUS Ah, quale opera, quale Sonntagskind! La gente è infantile tutta la settimana non

solo la domenica. E' inutile! Non ho niente contro di voi, ogni ceto merita considerazione, quindi anche una strega.

PRIMA STREGA Ma non abbiamo sempre fatto il nostro dovere? Ecco i nostri attestati da parte del genio dei sogni.

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LONGIMANUS Si, questo è vero, siete state delle brave streghe, avete importunato la gente in modo vergognoso e beffardo. Ma ora è finito, avete la vostra pensione e quindi potete essere soddisfatte. E ora fuori subito!

Entrambe le streghe gli baciano il vestito piangendo ed escono.

SCENA DECIMA

Longimanus. Pamphilius.

LONGIMANUS E ora basta per oggi con le lamentele, mi irrito troppo. Gli altri dovranno venire dopodomani o fra un anno. Fai venire di qua Zephises, colui che ho accolto tra gli spiriti. Cosa sta facendo?

PAMPHILIUS E' seduto con tre spiriti del fuoco a una tavola di nubi e gioca con loro a whist.LONGIMANUS Giocano a whist? E' un bel gioco lo whist, basterebbe non perdere così tanto.

Una volta giù sulla terra mi hanno buttato fuori da cinque caffè perché avevo giocato davvero proprio male. Si! A quel tempo ero ancora un vero libertino ma ora non mi piace più. Bene, allora fallo venire pure di qua, anche se perderà un paio di fiches, non succederà niente, non giocano con fiches d'oro.

Pamphilius esce.

SCENA UNDICESIMA

Longimanus da solo.

LONGIMANUS Gli voglio proprio bene a Zephises! Venti anni fa quando ero in giro sulla terra, lo conobbi in Egitto dove studiava magia, era appena al terzo anno. Poi andai in Austria con lui, gli ho comprato una casa e un giardino e ho arredato il suo gabinetto delle magie. Bene, poi è morta sua moglie - era proprio una bella donna -, e visto che si lamentava così tanto gli ho promesso di accoglierlo, una volta morto, tra gli spiriti, e ora tutto ad un tratto sento che lo ha ucciso un fulmine, allora me lo sono fatto spedire quassù dai miei spiriti. Eccolo che arriva!

SCENA DODICESIMA

Zephises. Detto.

ZEPHISES sotto forma di spirito, in bianco talare magico con figure nere: Principe dell'aria! Dove posso trovare parole di ringraziamento?

LONGIMANUS Va bene così! Nessun complimento tra buoni amici. Mi rallegro di cuore, vecchio mio. La morte ti ha acciuffato alla fine, ti ha colto di sorpresa? Certo, il fulmine lo ha sfiorato diffondendo odore di zolfo. Ti piace quassù da me? C'è una bella arietta fresca?

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ZEPHISES Signore, posso confessarti che perfino nel sontuoso mare di delizie che mi avvolge nel tuo regno magico, il mio cuore paterno sente un profondo dolore che non posso celarti?

LONGIMANUS Aha! Passa la mano sulla fronte di Zephises. Lo ha già ghermito! Sta già sussultando!

ZEPHISES Quando concedesti la grazia della tua visita a noi poveri mortali, la tua benevolenza mi donò grandi tesori.

LONGIMANUS Si giusto! Li hai venduti tutti?ZEPHISES No, signore! Li ho nascosti nel mio stanzino segreto che ho coperto con una magia,

affinché nessun mortale possa aprirlo se non gli indico io i mezzi per farlo.LONGIMANUS Bene, nel mio regno non hai bisogno di alcun tesoro, qui si vive di aria affinché

sia solo gioia.ZEPHISES Ma non ho un figlio che ho lasciato inerme?LONGIMANUS Hai un figlio?ZEPHISES Non ti ricordi più del piccolo Eduard?LONGIMANUS Giusto! Ha giocato ai miei piedi e mi pizzicava sempre nei polpacci, quando

ancora a quei tempi ne avevo.ZEPHISES Una morte repentina mi ha strappato alla terra, non ho potuto lasciare a mio figlio

alcun segno della mia ultima volontà, per cui esaudisci la mia supplica, mandagli uno dei tuoi spiriti, fagli scoprire i segreti di quello stanzino e permetti poi che si getti davanti al tuo trono e osi implorare la concessione di una supplica che non è stata concessa a suo padre.

LONGIMANUS Non è possibile, non può venire su da me se non porta un ramo del mio albero canterino, desidererei vederlo proprio volentieri una volta, il piccolo Eduard, ma non posso capovolgere la mia parola.

ZEPHISES Mio figlio non rifuggirà alcun pericolo per avvicinarsi a te.LONGIMANUS Non mi interessa affatto.ZEPHISES Salvalo almeno dall'indigenza e dalla disperazione.LONGIMANUS Vedi, ora ti viene paura, ma è così, certi genitori, quando hanno i soldi, lasciano

che i figli non imparino niente. Succedesse in seguito un piccolo incidente e una persona simile dovesse guadagnarsi qualcosa da sola, ecco che si dimostra un sempliciotto. Dunque verremo subito in aiuto. Pamphilius!

SCENA TREDICESIMA

Compare Pamphilius. Detti.

LONGIMANUS Presto, un paio di spiriti benefattori giù da suo figlio, egli dirà loro cosa devono fare.

PAMPHILIUS Si, ma è imbarazzante - LONGIMANUS Lo so già, è certamente imbarazzante, ora sono tutti a lavoro, non c'è nessuno in

casa. Ma è inutile, così deve essere, guarda un po' se ne prendi un paio da qualche parte. Allez!

Pamphilius va.ZEPHISES Signore, come posso ringraziarti?

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LONGIMANUS Chiudi il becco! Ehi, Pamphilius, ancora una cosa! Pamphilius torna indietro velocemente. Quanti ne abbiamo oggi?

PAMPHILIUS E' il 25 dicembre.LONGIMANUS Davvero? Maledetta storia! L'ho sempre pensato: dicembre! E avete avuto un

gran temporale, tu sei stato colpito da un fulmine, mentre doveva nevicare?PAMPHILIUS Si, gran sultano! Il lamento generale degli uomini è che in inverno è caldo e in

estate freddo.LONGIMANUS Si, per che cosa pago dunque le mie stagioni se mi fanno una confusione simile?

Allora dovrò vedermela con quel confusionario del temporale. Pamphilius, presto, fai venire su l'inverno. Pamphilius esce in fretta. Anche le altre stagioni, presto!

PAMPHILIUS Mah, oggi da tanto che ho corso mi sono consumato i piedi. Maledetto servizio. Esce di corsa.

LONGIMANUS Fa proprio una bella vita tranquilla presso di me, quel Pamphilius, ma sopporta come un cavallo russo. Ora sono già duemila anni che corre ed ha ancora gli zoccoli sani, non prende lo spavenio, la schienella, e non ha avuto neppure la malandra.

SCENA QUATTORDICESIMA

Le quattro stagioni. Detti.

L'Inverno indossa una pelliccia nera, berretto di pelliccia, un piccolo manicotto, tutto innevato. L'Estate in frac di nanchino, calzoni, un moderno cappello di paglia con sopra dei fiordalisi e in mano un parasole. L'Autunno con guance grasse e corpulento, ha una giacca da oste, un grembiule, un cappuccio con dei pampini appuntati, sotto braccio una piccola botticella con il mosto, in mano una grandissima ciocca d'uva. La Primavera, una giovane giardiniera con delle rose sul cappello e un rosaio in mano: entrano impauriti.

LONGIMANUS Più vicini, su, quattro figli di Aimone! Cosa mai devo udire? Perché non vi comportate come si conviene alle oneste stagioni? Che condotta di vita dissoluta è mai questa? Signor Inverno, non si vergogna? Un simile uomo di ghiaccio che tutt'a un tratto comincia ad ardere! Perché ci sono stati fulmini a dicembre? Voglio saperlo!

INVERNO con voce da basso: Signore Illustrissimo, non posso farci niente. L'Estate mi fa tutto apposta, desidera essere al corrente di tutto e poi getta sempre i fulmini su di me.

LONGIMANUS L'Estate non deve affatto intromettersi, da alcuni anni è come cambiata. Credo che si dia al bere, visto che è sempre così bagnata.

AUTUNNO Vostra Altezza Serenissima, chiedo la parola! L'Estate non può farci nulla, l'Inverno non le lascia pace. Quando gli avanzano dei ghiaccioli, glieli manda, cosicché in estate si rabbrividisce. Poi cominciano a discutere, l'Estate si arrabbia e così ogni giorno c'è un temporale.

ESTATE con grande affettazione: Si, anche questo è vero, l'Autunno è ormai il mio unico amico, mi rimette in ordine, la gente impreca contro di me e io non posso farci niente.

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LONGIMANUS E ora basta! Voglio che andiate d'accordo. Alla fine mi si rovina anche la mia Primavera, che è ancora la più brava. E' ancora la mia stagione preferita, la Primavera. La pizzica sulla guancia e le dà una moneta d'oro. Eccoti qualcosa, un chifel, ragazza in gamba!

PRIMAVERA Bacio la mano, Signore Illustrissimo! Mi comporterò bene certamente. Gli bacia la mano.

LONGIMANUS E adesso in marcia! E se sentirò ancora una volta una lamentela, so cosa dovrò fare. In particolare l'Estate, si concentri, se l'anno prossimo a Baden non saranno abbandonati tutti i quartieri, gliela farò vedere io. E anche l'Inverno faccia sì che nevichi oggi stesso e che domani defluisca la piena. Ora fuori. Le quattro stagioni escono con degli inchini. Vieni, mio caro Zephises, ora mi occuperò di tuo figlio, lo renderò felice, ma te lo dico, se ti azzardi a dargli un cenno segreto o un consiglio, allora avrai a che fare con me. E ora puoi fare una piccola colazione alla forchetta con me, ho comperato un po' di sugo di coccodrillo giovane.

Escono entrambi.

SCENA QUINDICESIMA

Gabinetto segreto di Zephises. Il fondale, sgombro da qualsiasi mobile, è dipinto con figure e segni magici. Lateralmente viene fatto avanzare un tavolo magico sul quale si trova un piccolo mago, accanto a lui una campana sulla quale egli batte con un martello. Sul lato opposto una porta. Florian Waschblau entra con un mastello sulle spalle, nel quale si trovano svariati capi d'abbigliamento, lo depone all'entrata.

FLORIAN Aria

Sono il caro Florian,così mi chiama la gente,e se qualcuno può avere bisogno di me,sono subito a disposizione.In testa non ho molto onore,nel sacco ancora meno,non voglio nient'altro che mangiare,e questo è il mio maggior tormento.

Appartengo solo a Mariandel,di notte come di giorno,e Loro sanno perché lo faccio?Perché altrimenti non piaccio a nessun'altra.E se qualcuno mi deride, cosa che può fare,allora non provo alcuna invidia,poiché la gente comincia a ridere,

e questa è la mia più grande gioia.

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Si, si, mio caro Florian, presto dovrai uscire dalla casa in cui per te il tempo è passato in un'ebbrezza eterna. Mio povero giovanotto, cosa gli accadrà? Soldi il vecchio non ce ne ha lasciati, se non questa casa appartata. Anche se otterrà qualcosa in prestito da qualche parte, non potrà neppure accendere un'ipoteca sulla casa. Ha una fama assai brutta, chi mai comprerebbe una casa, dove le streghe hanno svolazzato dentro e fuori come le rondini? Non so cosa farà. Non sto in pena per me, mi farò appoggiare a una staccionata o da qualche altra parte. Se solo riuscissi a sistemarlo, a un bancone presso un venditore di crauti, o da qualche parte - Si trova nella più completa disperazione! Ieri ha pianto, mi ha dato l'ultimo biglietto da tre fiorini e ha detto che devo distribuirne quattro tra i poveri e con quello che avanza posso andare dove voglio. Ma io non posso abbandonarlo, è impossibile! Recentemente ho letto una bella storia di un leone romano che era tanto affezionato al suo padrone, Androclo, e se un animale del genere può comportarsi in questo modo, dovrei senz'altro anch'io venirne a capo. Ho già cominciato: ho impacchettato tutti i miei vestiti, anche a Mariandel, la nostra cuoca, ho svuotato tutta la cassa, ho preso in prestito questo mastello da quella lattaia là, affinché non si facciano chiacchiere, ci ho infilato per bene tutti i vestiti e poiché nello stanzino, che era il laboratorio delle magie del nostro vecchio signore, raramente entra qualcuno, ho mandato a chiamare l'ebreo al quale li venderò e i soldi li infilerò in segreto nella borsetta del mio signore. Guarda il piccolo mago. Ora il piccolo monello ha sentito tutto. Dirai qualcosa a qualcuno? Il piccolo mago fa cenno di no con la testa. Questo dirà tutto. Accadrà una disgrazia al mio signore? Il mago fa cenno di no. A me forse? Il mago fa cenno di si. Florian minaccioso: Ehi tu! Ma quante sciocchezze farò ancora? Il mago batte sulla campana uno, due, tre, poi velocissimo e a ripetizione. Smetti, maledetto! Gli tiene la mano. Tanto a lungo non vivrò affatto.

SCENA SEDICESIMA

Detto. Mariandl bussa da fuori.

FLORIAN Aha, ecco l'ebreo. Apre, entra Mariandl. No, guarda un po', è un'ebrea.MARIANDL Ah, me infelice, cosa farò? Eccolo là dentro, invece di fare attenzione alla casa. Ah,

perché il cielo mi ha punito tanto da farmi avere un simile babbeo come innamorato.FLORIAN Sarà proprio una bella stoccata!MARIANDL Cosa ci fai lì? - Cosa ci fai lì, miserabile, e intanto mi svuotano tutta la cassa. Sono

stata derubata! FLORIAN Smetti! Non ti avranno mica rubato il tuo cattivo umore?MARIANDL No, i miei vestiti, la mia biancheria, le mie cuffie preziose - Ti prego, il furto - la

bella biancheria!FLORIAN No, tesoro mio, è biancheria disordinata.MARIANDL E le mie belle perle.FLORIAN tra sé: Ah si? Ho preso anche quelle? Neppure lo sapevo.

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MARIANDL Dico io, continui a ridere? Ora vado subito dal gentile signore e gli racconterò tutto. Il ladro deve essere inseguito. Fa per uscire.

FLORIAN Ferma, ho detto, - tu rimarrai qui! Conosco il ladro.MARIANDL Cosa?FLORIAN E' un buonissimo amico.MARIANDL Ah si? Uomo perfido, alla fine sei anche un capitano dei masnadieri? Ti denuncio,

subito. Fa per uscire.FLORIAN Tu rimarrai qui, ho detto, o -MARIANDL Non serve a niente - voglio riavere la mia roba -FLORIAN La roba è là - MARIANDL Dove?FLORIAN Nel mastello.MARIANDL Ah, che spettacolo! Tiramela fuori!FLORIAN Un po' di pazienza!MARIANDL Che non mi venga sgualcito niente.FLORIAN E' tutto nel più bell'ordine. Rovescia il mastello, i vestiti di entrambi cadono fuori nel

più grande disordine. Con molta freddezza: Cercati le tue cose.MARIANDL Ma Florian, ma cosa hai fatto, sei indemoniato?FLORIAN Zitta, Marianne! Tu sai che i nostri cuori sono legati?MARIANDL Si, purtroppo sono tanto sfortunata ad essere la tua amata! Oh, che sciocca sono

stata! Che partiti ho respinto! Recentemente avrei ancora potuto sposare un ricco commerciante di buoi, sarei diventata una ricca signora che avrebbe avuto tanti buoi e con te non ne ho che uno solo.

FLORIAN Chi non si accontenta del poco non è degno del molto. Via, basta con questo argomento, è troppo delicato per parlarne a lungo. Siamo ormai da sette anni in questa casa, io ti ho procurato queste cose, quindi posso anche riprendermele, io volevo mandarle via di qui.

MARIANDL Dove?FLORIAN A Judenburg. In breve, volevo venderle a un ebreo polacco, per togliere

momentaneamente il nostro giovane signore dalle difficoltà finanziare. Siamo i suoi due unici domestici, dobbiamo essergli un po' affezionati.

MARIANDL Ma Florian, guarda, che fai? Ma perché non mi hai detto niente, avremmo trovato un sistema. Gli hai anche abbassato il cane della pistola, egli mi ha chiesto dove fosse finito.

FLORIAN Il cane? Avresti dovuto dirgli che lo hai scannato perché non avevi un pollastro.MARIANDL Beh! Ora son di nuovo calma! Rimpacchetta pure i vestiti, arriva il signore.

SCENA DICIASSETTESIMA

Eduard. Detti.

EDUARD infastidito: Cosa fate qui? Lasciatemi solo.MARIANDL Guarda un po' che aspetto ha.

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FLORIAN Come è pallido in faccia. Illustrissimo, sta forse producendo uno spirito di Malis o una polvere calmante?

EDUARD Vi ringrazio, andate pure.FLORIAN Pover' uomo! Illustrissimo, se dovesse svenire, basta che scampanelli, saremo subito

qui.EDUARD Vuoi farmi arrabbiare? Si calma. Vai, Florian!FLORIAN Ha detto Florian, hai sentito? Che sfortuna.MARIANDL Beh, come deve dirti allora! Se ti chiami cosi? Annamiedel orse? Ora vai pure!FLORIAN Mariandl, quello ha chiuso, non vivrà altri cento anni.Escono entrambi.

SCENA DICIOTTESIMA

Eduard.

EDUARD da solo: Ora sono solo, tutto solo nel vero senso della parola, poiché la morte di mio padre ha distrutto tutta la mia felicità. Che meraviglie mi circondano dall'infanzia! Il suo corpo improvvisamente è sparito davanti ai nostri occhi per mezzo di potenze sovrannaturali. Mi aveva spesso promesso che avrebbe lasciato grandi ricchezze dopo la sua morte, eppure in tutta la casa non c'è traccia di testamento. Che devo fare? Non trovo aiuto neppure presso gli amici, come figlio di mago malfamato, mi evitano tutti, che ne sarà di me? Che situazione tremenda! Destino disperato! Si getta su una sedia. Bussano da basso come a una porta. Chi bussa? Avanti!

La Speranza appoggiata a un sostegno d'oro esce dalla botola.SPERANZA vestita in modo ideale, parla molto animatamente e con vivacità: Perdoni, mio

signore, se ho mancato la porta giusta, ma una cameriera che ha tante faccende quante ne ho io, l'ha presa un po' sottogamba. Beh, mi dà il benvenuto in questo modo! E' proprio sbalordito!.

EDUARD Che piacevole apparizione! Mi sento così bene vicino a Lei!SPERANZA Come? Non mi conosce, giovanotto?EDUARD Veramente non ho l'onore - SPERANZA Oh, vergogna! Non lo dica! Non conoscere una persona che è rappresentata su tutti i

calendari e le agende fino alla noia. Veramente non mi conosce? Io l'ho portata in braccio da piccolo, ho addolcito i Suoi dolori quando era un ragazzo, allorché doveva prendere le bastonate, da giovanotto le ho tenuto la scala quando saliva sulla terrazza per andare dalla Sua amata -

EDUARD Ah, Lei è -SPERANZA La Speranza, per servirLa umilmente e non sono solo Sua, bensì del mondo intero.EDUARD Oh, lasciami cadere ai tuoi piedi. Figlia del Cielo -SPERANZA Piano, mio signore, non così in fretta! Guarda, guarda, che esaltazione. Ha già

abbandonato la mia nemica, la paura, visto che giura così velocemente di nuovo alla mia bandiera? Sa piuttosto che è molto scortese far stare in piedi una signora davanti a sé, senza farla accomodare a sedere? Oppure crede che, poiché così tante persone si appoggiano a me, io non abbia

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bisogno di un sostegno? No, signore mio, una sedia. Eduard le porge una poltrona. Bene! Ora si metta bene davanti a me e ascolti cosa devo dirLe.

EDUARD Sono tutt'orecchi.SPERANZA tossisce: Monsieur! Devo portarLe un bellissimo complimento da parte di mia

sorella. Chi crede che possa essere? Eduard alza le spalle. La Fortuna.EDUARD La Fortuna? Che bel nome fa risuonare al mio orecchio!SPERANZA Ciò potrebbe rendermi gelosa. Con un sospiro: Eppure sono abituata a essere

scacciata da lei. Ella ha promesso di prenderLa a protezione, potrei certamente dirLe che è una sventata, che si imbelletta molto pesantemente ed è bella solo da lontano, ma Lei non pretenderà da me che io sia capace di denigrare mia sorella. Adesso al mio incarico. Mia sorella Le fa dire: Lei può aprire sans façon il pavimento della stanza in quell'angolo, tirare fuori una chiave d'oro e con essa aprire questa parete, il resto le volerà in bocca da sé come un pollo arrosto. Io comunque ho l'onore di offrirLe i miei servigi quale serva devota.

EDUARD Come? Lei potrebbe lasciarmi -SPERANZA Inizia la Sua fortuna - la mia parte è terminata. Si guardi bene dal richiamarmi

presto. O forse crede che io non abbia altro da fare, se non passare il tempo chiacchierando con Lei? In questo momento sono prenotata da milioni di persone che si struggono per me. Avvocati che vogliono vincere le loro cause, prigionieri che sperano nella liberazione, ambiziosi che ogni minuto desiderano parlarmi, per non rammentare l'esercito degli innamorati che mi tortura quasi a morte con indicibili esortazioni: perciò adieu - adesso mi baci la mano, giovane pieno di speranza, adieu! Birbante, non si dimentichi di una cameriera che porta su di sé la piaga di doverLa accompagnare per tutta la vita. Gli fa una riverenza ed esce dalla porta.

SCENA DICIANNOVESIMA

Eduard.

EDUARD da solo: Che apparizione bizzarra! Devo prestarle fede? E' una donna - dunque, sarei l'unico uomo a questo mondo che deve la sua fortuna a una donna? Fammi vedere, bella Speranza! Ti metteremo alla prova, se le tue estrose promesse sono meno illusorie degli eroici giuramenti d'amore delle ragazze d'oggi. Ecco là il punto. Apre una piccola porticina nel pavimento. E' vero! Per poco non avrei reso ingiustizia al mio angelo di smeraldo. Ecco la chiave. Evviva, Eduard! Presto, all'opera! Apre la parete che si libra in alto e lascia dietro di sé una cornice attraverso la quale ci si affaccia in una sala blu scura, rotonda, decorata in oro, nella quale lateralmente si ergono sei statue mitologiche di alabastro a grandezza umana, su piedistalli dello stesso materiale, sui quali sono scritte le parole: Ducati, Luigi d'oro, Talleri, Sovrani d'oro, Perle, Granati. Nel mezzo invece c'è un piedistallo rosa, vuoto, che chiude il semicerchio, su cui non c'è alcuna parola, bensì un rotolo di pergamena. L'intero gruppo deve essere ben illuminato. Sono in un palazzo delle fate? Sono miei questi tesori? E' un sogno? Apre una delle

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porticine dei piedistalli, si vedono delle monete d'oro ammucchiate. No! O realtà dorata! Cosa significa questo rotolo di pergamena? Lo srotola e legge: "Caro figlio! I tesori che scoprirai in questa volta segreta, erano di mia proprietà, ora sono tuoi. Le sei statue hanno un grande valore. Le ho ricevute in regalo dalla grazia del re degli spiriti in un'ora benevola, fanne un uso saggio. Ma se nella felice abbondanza di desideri ai quali ti stimola la gioventù, dovesse sorgerti nel petto anche quello di possedere la settima statua di diamante rosa, che è il più grande tesoro che tu possa possedere sulla terra, rivolgiti allora, pregando, al re degli spiriti. Nelle opere magiche che ti lascio, troverai più precise indicazioni sulla strada, per mezzo della quale tu potrai giungere ai gradini del suo trono". Ripone lo scritto. Che fila di meraviglie si affolla nei miei sensi stupiti. Esce, la parete si chiude. Sarà vero questo improvviso cambiamento della mia situazione nei confronti della fortuna? Ero un mendicante, ora sono un Creso! Ma cosa è questa settima statua di diamante rosa? Che oscuro desiderio mi prende di possedere anch'essa! Ah, perché non posso cadere ai piedi del re degli spiriti in questo minuto! Ci fosse almeno un genio benevolo che potesse portarmi all'istante nelle sue vicinanze!

La statua del piccolo mago sul tavolo si trasforma nel piccolo genio Kolibri.

KOLIBRI fa fatica a parlare a causa delle lacrime: Io!EDUARD Che grazioso fanciullo! Come ti chiami, caro fanciullo?KOLIBRI sempre piagnucolante e infastidito: Sono il piccolo Kolibri.EDUARD E che cosa sei?KOLIBRI infastidito: Un genio, non lo vedi?EDUARD Ma perché sei così arrabbiato?KOLIBRI Perché mia madre mi ha sgridato.EDUARD Perché?KOLIBRI Perché devo aiutarti.EDUARD E tu dunque non mi vuoi aiutare?KOLIBRI Oh, si - ma stavo giocando con gli altri geni con le mele d'oro, quando la mamma mi ha

ordinato di lasciare tutto e venire da te, perché lo aveva comandato il principe degli incantesimi e visto che io non sono andato subito, mi ha sistemato in malo modo.

EDUARD Povero fanciullo! E chi è tua madre?KOLIBRI Una fata che vive dei suoi propri mezzi.EDUARD Ora stai pure tranquillo! Vedi, se mi aiuterai, ti prometto non solo una, bensì molte

centinaia di mele d'oro.KOLIBRI improvvisamente gioioso: Ma è vero? Ah, che bello. Fa salti di gioia. Ora fai

attenzione a cosa farò.EDUARD Dimmi, in che modo puoi aiutarmi?KOLIBRI Ti mostrerò i mezzi grazie ai quali potrai giungere dal re degli spiriti. Prima dovrai

scalare un'alta montagna e il seguito te lo rivelerò segretamente. Dovrai superare molti pericoli, faremo un viaggio attraverso i cieli. Rimarrai imperturbabile?

EDUARD I pericoli temprano il coraggio! Il mio desiderio del tesoro magico si fa sempre più incandescente. Vieni e accompagnami.

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KOLIBRI Oh, ma non così in fretta, è una strada assai lunga, prima devo vedere di trovare una carrozza. Non devi temere che io ti rovesci, sono un buon postiglione e suonerò in modo che ti salteranno via le orecchie.

EDUARD Va bene, mi preparerò al viaggio.KOLIBRI Puoi portare con te anche un servitore, poiché mi sembra che tu sia un signore molto

comodo. Allora siamo intesi. Addio! Tra un quarto d'ora ritornerò. E per le mele - un uomo, una parola!

Eduard gli porge la mano aperta, Kolibri gliela stringe ed esce pieno di sussiego.

EDUARD da solo, gioioso: Bravissimo! Così va splendidamente! Colpo su colpo! La mia fortuna comincia ad essere sfrenata e a quanto vedo, ho a che fare con spiriti veramente gioiosi e allora la mia gaiezza dovrà risvegliarsi.

SCENA VENTESIMA

Mariandel. Entra Florian con un gruppo di vicini. Detto.

Coro

Entrate! Entrate!Sarete i benvenuti.I nemici si insinuano furtivamente,gli amici entrano gagliardi.

FLORIAN Signore! Eccoli, li ho liberati. Adesso parli con loro.EDUARD Che cosa combini, mi porti nella stanza questo gruppo di persone?MARIANDL Si, prego Vostra Grazia - sta diventando bizzarro. Quanta gente! A Florian: Io ne

avrei portati ancora di più, se fossi stata in te.FLORIAN Si, ma da dove prenderli senza rubarli? Li ho messi insieme cercando ovunque e li ho

spinti qui.EDUARD arrabbiato: Ma che cosa vogliono qui? Babbeo!FLORIAN Così parla il signore!UN VICINO Benevolo Signore, Florian ci ha adunati e ci ha raccontato delle Sue difficoltà

finanziarie, con noi Lei è sempre stato un buon signore, qualche volta ci ha pagato un bicchierino di vino, anche se con il vecchio signore non è andata bene, non importa. Se possiamo aiutarLa e possiamo renderLe un servizio, si accordi con noi, del resto siamo i Suoi vicini, non si sa mai, anche Lei potrebbe fare qualcosa per i nostri figli.

TUTTI Si, si! Si accordi, benevolo signore!EDUARD Brava gente, accettate il mio cordiale ringraziamento! Comunque non posso fare alcun

uso dei vostri sentimenti di amicizia, ma vi scriverò con riconoscenza nel mio cuore. E' stato ritrovato un testamento di mio padre, che mi induce a intraprendere un lungo viaggio oggi stesso e se ritornerò felicemente, trascorrerò la prima sera del mio arrivo nella vostra gioiosa compagnia.

TUTTI I VICINI Viva! Evviva il nostro vicino!

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UN VICINO Quindi Vostra Grazia, amici come prima e poi io ho ancora una preghiera: non getti alcuna maledizione su Florian, non è cattivo, anzi è solo un buon sempliciotto.

FLORIAN tra sé: O che meschino!UN VICINO E ora parta ben contento e ritorni sano.TUTTI Buon viaggio! Escono con degli inchini.

SCENA VENTUNESIMA

Eduard. Florian. Marianne.

EDUARD Florian! Hai sentito la mia decisione. Preparati per il viaggio, mi accompagnerai. A te, Marianne, consegno la chiave della mia casa, posso fidarmi della tua fedeltà.

FLORIAN Più di me!MARIANDL Dunque Vostra Grazia vuole proprio andare? E parte anche Florian?FLORIAN Si, parte anche Florian e la Florianina rimane qua.EDUARD Devo solo informarti che il nostro viaggio passa attraverso il cielo.FLORIAN Per me va bene, non sono forse un ragazzo con la testa fra le nuvole?EDUARD Allora congedatevi teneramente e poi coraggio, Florian! Fra un quarto d'ora ci

dirigeremo verso le stelle. Esce.

SCENA VENTIDUESIMA

Mariandl. Florian.

MARIANDL Ah, che spettacolo! Dunque il nostro giovane signore è alleato anche con gli spiriti? E tu vuoi veramente andare in giro per i cieli con lui? Per quanto tempo resteremo separati?

FLORIAN Alcuni trimestri.MARIANDL Così tanto? Ma se cadete giù?FLORIAN Allora saremo qua prima.MARIANDL No, la paura non la sopporto, mi annegherò.FLORIAN Vuoi rendermi vedovo? MARIANDL Che uomo insensibile! Non provi affatto dispiacere per me?FLORIAN Vedi Mariandl, ti voglio bene, tu sei la mia terza vita, ma se si tratta del mio signore,

vendo tutte quante le Mariandl per due centesimi.MARIANDL Vedo già che devo cedere. Intraprendi pure il tuo viaggio aereo, ma per lo meno

bada a te stesso, cerca di non cadermi da qualche parte in un buco d'aria e di non romperti un braccio o i piedi.

FLORIAN Non mi dai un ricordino?MARIANDL Si, ma che cosa?FLORIAN Un biglietto da dieci fiorini.MARIANDL Hai già il mio cuore. Addio.FLORIAN Che Dio ti protegga e pensami quando ti avanzerà un po' di tempo.

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DuettoFLORIAN

Mariandel, zucchero canditodel mio cuore, stammi bene.

MARIANDELFlorian, per te piangeròogni ora, quando sarai via.

FLORIANLa mia vita stessa darò

per te se morirò.Insieme

MARIANDLLa sua vita stessa daràper me se morirà.

FLORIANLa mia vita stessa daròper te se morirò.

MARIANDLMi rimarrai fedele, mio Florel,visto che anche il mio cuore non ti dimenticherà mai?

FLORIANTi scriverò con il prossimo giro di posta,che sei il rifugio del mio cuore.

MARIANDLTi nomino mio unico erede,se i miei occhi non dovessero vederti più.

FLORIANSe nel frattempo tu dovessi morire,preferisco che tu mi dia tutto subito.

MARIANDLSolo quando posso stringerti al cuore,i miei occhi brillano chiari e luminosi.

FLORIANCerto non scorgerai allora niente di nuovo,visto che rimango sempre il vecchio buffone.

MARIANDLOh, sarà davvero splendido,salterò con tutte le forzein alto dalla gioiacome un giovane cerbiatto!

FLORIANPoi andrai da Sperlcon il tuo amato,oh, hurrà, evviva!

Sarà uno spasso!

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ENTRAMBILà sbevazzeremo entrambi al gioioso banchetto.

FLORIANE se prenderò una sbornia, tu mi condurrai a casa!

MARIANDLVai pure, vai pure! Ti condurrò a casa.

Insieme

FLORIANE se prenderò una sbornia, tu mi condurrai in casa.

MARIANDLE se prenderai una sbornia, ti condurrò in casa.

Escono entrambi.

SCENA VENTITREESIMA

Piccolo paesaggio coperto di neve davanti alla casa di Eduard. Si sente una musica con accompagnamento di corno del postiglione, che esprime il giungere del carro postale. Kolibri, vestito da postiglione, giunge su un calesse postale attaccato a due volpi russe, suona il suo corno, scende, fa schioccare la frusta e batte i piedi davanti alla porta di casa.

KOLIBRI Per mille diavoli! Ecco il postale, aprite! Bussa alla porta di casa.EDUARD esce di casa con una sopravveste foderata di pelliccia: Ah, mio piccolo cocchiere, già

qui? Bravo! Questo lo chiamo mantenere la parola!KOLIBRI Si, da noi va tutto per posta. E' già tardi, altrimenti viaggeremo di notte.EDUARD chiama: Florian, sbrigati!FLORIAN da dietro le quinte: Sto arrivando! Entra, pronto per partire, con una livrea e sopra

un caldo spencer. Manopole, un berretto da viaggio. Porta diverse scatole, due ombrelli, un cavastivali, un guanciale e un macinino da caffè. Tutto a posto!

EDUARD ride: Maledetto! Perché ti sei caricato tutta questa roba? La scaricherai subito? Sembri proprio un somaro!

FLORIAN Devo pur prendere lo stretto necessario.KOLIBRI Scaricala subito! Non sei abbastanza pesante da solo con quel testone?FLORIAN Va bene! Butta la roba in casa. Sarà un bel viaggio, neppure una valigia, e che

postiglione! Il corno è più grosso di lui, lo perderemo per strada.

SCENA VENTIQUATTRESIMA

Mariandl. Detti.

MARIANDL esce di casa, ha una scatola rotonda, nella quale c'è una focaccia e una grossa cesta della biancheria: Per amor del cielo, Vostra Grazia non

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partirà in questo modo? Vostra Grazia, portate con Voi un po' di biancheria. E' tutto scritto qui: dodici camicie, otto paia di calze, venti fazzoletti per il collo, due dozzine di colletti e -

KOLIBRI Per tutti i diavoli! Non ne avremo bisogno! Dentro! I cavalli non attenderanno oltre.MARIANDL bacia la mano a Eduard: Auguro allora a Vostra Grazia un felice viaggio! Io

baderò alla casa.EDUARD Sali, ragazzo!FLORIAN Mariandl, stammi bene!MARIANDL Florian, riguardati bene dal non prendere una brutta tosse. Eccoti una mia vecchia

palatina. Gliela mette addosso. E nella scatola c'è una focaccia, ma non romperti un dente mordendola. Tiene la scatola davanti a sé. E ora addio, caro Florian. Forse non ti rivedrò mai più.

FLORIAN O Mariandel, mi si spezza il cuore. Piange.MARIANDL Non mi dimenticherai, non è vero?FLORIAN piangendo: No! Ma dove è la focaccia?MARIANDL Florian!FLORIAN piange più forte: La focaccia!MARIANDL Se tu potessi guardare nel mio cuore!FLORIAN C'è l'uvetta dentro?MARIANDL Bene, eccola, ghiottone. Gli dà la scatola.KOLIBRI scalpita: Ora avanti, in nome del diavolo! Con la frusta colpisce Florian sotto i piedi e

lo spinge in questo modo sul cocchio.Sono tutti seduti e tra le esclamazioni: Florian, addio! Mariandl, pensami! partono al suono del corno del postiglione.

SCENA VENTICINQUESIMA

Mariandel da sola.

MARIANDL Ora se ne sono andati e, povera cuoca, mi lasciano da sola nei guai! Se almeno il mio Florian non si ammalasse, è tanto magro, per questo gli ho sistemato ben bene il petto, visto che è così debole. In primavera ha avuto bisogno di una cura, ha bevuto il siero del latte e inoltre ha mangiato delle pere dolcissime, per alleviare un po' il suo male. Ma se ritorneranno felicemente, cucinerò un pasto eccezionale.

Aria

Non è affatto poca cosa avere l'onoredi essere proprio una buona cuoca,eppure quando le frulla l'amore in testa,succede che ella sali troppo la minestra.

Quando dei bei signori pranzano da noi,il nostro padrone deve mostrar le stanze,

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eppure spesso, con tutti i sensi completamente storditi,essi rimangono nel bel mezzo della cucina.

E poi dicono: "Bella Mariandel,oh, dammi dunque la tua cara manina!"Eppure io, io non mi volto,e continuo a girare il contorno.

Se qualcuno vuol dimostrarmi amoree vuol nutrirsi di baci dalle labbra,a costui diverrà nota la mia fedeltà,non otterrà, cortesemente, un bel niente.

Esce.

SCENA VENTISEIESIMA

Paesaggio cupo con un alto monte, sul quale si snoda un'ampia strada in modo da costituire tre piani. In alto, alla fine della terza strada, un portale con l'iscrizione trasparente: giardino incantato. Ancora più lontano, in prospettiva, si vede fumare il Vesuvio del re degli incantesimi. Alle quinte sono collocate tante colline sporgenti su cui crescono, così come ai piedi del monte, molti fiori colorati a forma di girasole, ma al posto del capolino centrale sono dipinti piccoli volti umani. Al cambiamento di scena il fondo del palco è occupato da diversi animali, un tacchino, alcune scimmie, un orso, un cane mastino ecc., che ascoltano tutti il canto dell'albero. L'albero canta una polonaise qualsiasi proprio al cambiamento di scena. Koliphonius entra con un annaffiatoio e un cesto con dei frutti. Appena entra, l'albero tace. Egli indossa un ampio vestito guarnito di fiamme rosse e una corona di serpenti sulla testa.

KOLIPHONIUS Bene, canaglie quadrupedi, come va? Gli animali si riuniscono intorno a lui. Ora devo dare da mangiare ai miei dannati! Che bella impresa! Pazzi, perché avete teste così mobili fatte per girarsi indietro? Koliphonius è proprio un bel tipo. Li ho condotti tutti nella mia rete. Nessuno è giunto al re degli incantesimi. Ecco! E adesso andatevene. Lascia loro i frutti ed escono lentamente mangiandoseli. Quelle bestie erano uomini, adesso annaffieremo i fiori incantati. Queste erano tutte donne vanitose che volevano chiedere al re degli spiriti l'eterna bellezza. Li annaffia. Cosa vedo? Per lo Stige dalle nove braccia, stanno arrivando degli uomini laggiù! Allegria, Koliphonius concentrati! Non mi sfuggirete. All'opera di buona lena! Fate il vostro dovere, rami canterini, attirateli quassù. Cantate, cantate melodie ammaliatrici, cantate qualcosa di Rossini. A teatro sono davvero seducenti, non perderanno certo qui il loro effetto. Esce.

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SCENA VENTISETTESIMA

Kolibri. Eduard. Florian.

EDUARD Dunque questa è la tua famigerata montagna incantata?FLORIAN Che profondo precipizio si apre laggiù.EDUARD E quel monte in eruzione, hai detto che è l'appartamento del re degli spiriti?FLORIAN Alloggia in una cappa di camino?KOLIBRI Ecco là il suo appartamento.EDUARD E dovrei scalare questo monte senza girarmi indietro? E dovrei spezzare un ramo

dall'albero più alto di quel giardino?KOLIBRI Si! Dunque adesso devo lasciarti e potrò rivederti solo se sarai arrivato al termine

felicemente.L'albero canta alcune battute di una famosa opera di Rossini.EDUARD Che melodie piacevoli odo! Vi conosco, mi avete spesso dilettato . L'albero canta

alcune battute di Mozart. Alt! Questo è Mozart! O tonalità patrie, non solo sapete dilettare, sapete anche entusiasmare. Addio! Scalerò la montagna.

KOLIBRI Fai attenzione! Non guardare indietro, io non potrò proteggerti. A Florian: Vieni, ragazzo!

FLORIAN Avanti, ragazzo! Io rimango presso il mio signore.Kolibri esce.

Melodramma

Eduard intraprende il cammino. Entra nella prima strada. Quattro ninfe seducenti danzano dietro di lui e cercano con cenni e danze di farlo girare, infine a una battuta d'arresto della musica, esse formano un gruppo che gli si stringe intorno con discrezione.

EDUARD se ne libera senza girarsi indietro e grida: Lasciatemi, baiadere! Le ninfe spariscono rapidamente. Eduard entra nella seconda strada, improvvisamente si fa buio. Rimbomba un tuono e si abbatte su un albero davanti a lui che brucia in un attimo. Pausa della musica. Non mi spaventi! Avanti!

L'albero si spegne, il palco si illumina di nuovo. Eduard entra nella terza strada, un greco con un pugnale sguainato insegue una

RAGAZZA che da dietro si aggrappa a Eduard e grida: Aiuto! Aiuto!EDUARD se ne libera e grida: Indietro! Entrambi sprofondano. Vittoria, ce l'ho fatta! Si affretta

verso il portale.

Attraverso un megafono si ode LA VOCE DI KOLIPHONIUS Maledetto!La musica esprime il trionfo.

FLORIAN durante tutta la scena ha espresso mimicamente le sue sensazioni, fa un salto di gioia. Evviva! E' un mandorlo con il rafano, signore mio! E io

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dovrei rimanere qui fermo come uno spaventapasseri? No! Avanti, sul Leopoldsberg! Forse riesco anche ad afferrare una radice d'unghia incantata o qualcosa di simile. Corre verso la montagna. Musica. Motivo ballabile. Quattro cameriere con cuffie di Linz e grembiuli neri ripetono la danza precedente.

Pausa della musica. Indietro! Sguattere!Le quattro ragazze spariscono. Inizia a percorrere la seconda strada, verso di lui avanzano due soldati con fucili puntati.

IL CAPORALE lì vicino, ordina: Puntate! Attenzione! Fuoco!Alla parola "fuoco", Florian cade in avanti sul viso. I soldati sparano alto sopra di lui e spariscono.

FLORIAN si tira su e grida: E' bene essere lontani dal colpo!Entra nella terza strada.UN CAMERIERE lo tira indietro e grida: I miei dieci fiorini!FLORIAN si sposta indietro: Indietro, mostro! E lo getta a terra. Il cameriere fugge. Trionfo! Ce

l'ho fatta! Fa per entrare nel portone.In quell'attimo appareLA FIGURA DI MARIANDEL rappresentata da lei stessa, dietro di lui che grida: Florian!

Florian!FLORIAN si gira indietro di scatto e grida: Mariandel!Fa per andare da lei, ella sparisce, una furia lo sbatte indietro.KOLIPHONIUS compare ai piedi del monte: E' mio! Trasformati in un cane barbone!

Una cuccia da cani si erge sopra Florian, che scende giù dal monte trasformato in cane barbone e cerca impaurito il suo padrone. In quell'attimo arriva dal giardino del monte

EDUARD esultante, con il ramo in mano, e grida: Florian! Florian! Il cane barbone gli salta addosso e gli fa festa. Pausa. Che cosa è, cosa vuole questo barboncino?

KOLIBRI esce fuori: E' il tuo servitore!EDUARD Sventurato, cosa hai fatto? Pausa. Anche così non ti abbandonerò. Vieni, simbolo di

fedeltà! Via da questo luogo. Prende il barboncino per il collare e fa per tirarlo via.KOLIPHONIUS grida: Alt! Questo rimane qui! E' il mio cane! Qui il padrone sono io.EDUARD Lo difenderò con la mia vita - non rimarrà qui.KOLIPHONIUS No? Si trasforma in un cacciatore. Allora gli sparo.

Si piega per prendere la sua arma e alza il cane del fucile. Kolibri fa un cenno. Improvvisamente saltano sul palco almeno otto barboncini vivaci, rappresentati allo stesso modo di Florian, e formano con lui un tableau, tutto il resto del palco invece è riempito, su tutte le montagne e tutte le colline laterali, di tanti barboncini dipinti, che in prospettiva, a seconda del rapporto di profondità, appaiono più piccoli, in gruppi bizzarri che completano il tableau. Koliphonius fa per prendere la mira, fa un balzo indietro.

EDUARD Bravo, Kolibri! Adesso spara a quello giusto se lo riconosci, ma veloce, perché li porto tutti con me!

KOLIPHONIUS Allora li rovinerò tutti.

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Fa un cenno. Il palco si oscura. Sfolgorano lampi, pioggia impetuosa. L'acqua sale sempre più alta, Kolibri ed Eduard si trovano nel mezzo di una rupe che emerge dall'acqua e si erge imponente. I barboncini nuotano intorno a essa. Pausa della musica.

EDUARD E' perduto!KOLIBRI Gettagli il ramo.EDUARD getta il ramo nell'acqua e grida: Florian, riportalo! Il barboncino cerca di

acchiapparlo, con il ramo in bocca sale a fatica sulla rupe, dove si trova Eduard. Appena è in cima, al suono della musica Eduard grida: E' salvo!

La rupe si trasforma in una nave a vela che parte con i tre.

KOLIPHONIUS grida: Maledizione e rovina su di voi!

Il barboncino, allontanandosi, abbaia con rabbia verso di lui.

Cala il sipario.

FINE DEL PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Palazzo di Longimanus con un trono posto lateralmente. Longimanus è seduto sul trono. Intorno a lui numerosi spiriti domestici. Gran ballo di spiriti, alla fine un gruppo.

TUTTI Viva Longimanus! LONGIMANUS Va bene, va bene. Ringrazio nel migliore dei modi. Tra sé: Mi fa proprio

piacere che oggi mi abbiano fatto una piccola danza, visto che domani è il mio onomastico. Gli spiriti escono.

SCENA SECONDA

Pamphilius. Detto.

PAMPHILIUS consegna a Longimanus alcuni biglietti da visita: Mago Vanill, Fata Maraschino!

LONGIMANUS Aha! I biglietti arrivano già ubriachi. Legge: La Fée Marasquin et sa famille. Monsieur Vanille, Professeur de la Magie. Li ringrazio, i miei ossequi. Nel giorno del mio onomastico mi rallegro sempre come un bambino anche solo per un biglietto del treno. Prende un biglietto del treno. Guarda un po', come è attraente quel tizio, allunga il piede in alto. Ride. Non è grandioso?

PAMPHILIUS anch'egli ride: Oh, affascinante! E' un pensiero stupendo. LONGIMANUS Come il primo giorno dell'anno, mi piace tanto, quando la gente viene a

fare gli auguri. Perché? Perché si è convinti che vengano dal cuore. Da fuori si sente abbaiare il cane barbone. Chi sta abbaiando là fuori?

PAMPHILIUS guarda fuori: Un enorme cane barbone! LONGIMANUS Anch'esso forse vuole farmi gli auguri per l'onomastico? Guarda un po'

fuori. Pamphilius esce. Sarebbe veramente troppo se volesse farmi una visita di cortesia, dovrei protestare.

SCENA TERZA

Pamphilius. Detti.

PAMPHILIUS ritorna: Signore! Il figlio di Zephises ha concluso felicemente il viaggio verso il giardino incantato e osa gettarsi ai tuoi piedi.

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LONGIMANUS Basta! E' un uomo in gamba! Non si è voltato indietro! Alla fine magari gli è venuto il torcicollo, visto che non ha potuto girare la testa. Entri pure, ma di' a suo padre di non venire di qua, egli non può parlargli. Ma come mai ha un barboncino?

PAMPHILIUS Forse è un venditore di barboncini. Lo farò entrare subito. Va verso le quinte e fa entrare Eduard.

SCENA QUARTA

Eduard. Detti.

EDUARD Tiene in mano il ramo e si getta ai piedi di Longimanus: Potente principe degli incantesimi.

LONGIMANUS La prego vivamente, si alzi, questo è troppo. Lo solleva. A Pamphilius: Porti delle poltrone! Adesso vai pure! Pamphilius esce. E ora si accomodi!

EDUARD Sole del mondo! Mi imbarazzi e mi schiacci con la tua bontà.LONGIMANUS Addirittura! Parli pure liberamente a cuore aperto. In che cosa posso servirLa?

Lei è dunque il piccolo Eduard?EDUARD Si, sono il povero orfano - LONGIMANUS Beh, per lo meno nel Suo orfanotrofio deve aver avuto un buon vitto. E' davvero

ingrassato.EDUARD Solo grazie al testamento di mio padre sventurato sono venuto da poco tempo in

possesso di quella grande ricchezza che egli ha ottenuto per mezzo del tuo favore. Io sono qui a chiederti una grande grazia, ma prima di osare questa preghiera, ne ho un'altra -

Il barboncino abbaia.LONGIMANUS Si a proposito! Hai un compagno con te. Fallo pure entrare. Ehi, fate entrare il

barboncino. Il barboncino salta dentro, prima va da Eduard e gli fa le feste, poi dal re degli incantesimi. Beh, mi fa piacere fare la Sua conoscenza. E' un tipo spassoso. Che lingua parla il cane? Guarda! Non dà alcuna risposta. Ah, deve regalarmelo, gli farò subito tagliare le orecchie. Ehi -

Il barboncino inizia a lamentarsi e si rintana dietro a Eduard.EDUARD Per niente al mondo! Era proprio il destino di questo povero barboncino il motivo per

cui volevo chiederti la grazia.LONGIMANUS E' davvero terribile, ciò che fa il destino, adesso colpisce perfino i cani barboni.EDUARD Questo poveretto è il mio servitore, il suo attaccamento a me lo ha spinto a scalare la

montagna incantata al mio seguito e un unico sguardo indietro lo ha gettato in questa tremenda situazione.

LONGIMANUS Ma come se l'è cavata con Koliphonius? Il piccolo birbantello, Kolibri, ha certamente di nuovo ripetuto la sua magia. A quel ragazzo, una buona volta, farò dare una bella lezione.

EDUARD Abbi pietà, restituiscigli il suo aspetto precedente.LONGIMANUS Beh, per me - fallo entrare in quella cassa magica. Prego da questa parte. Apre

la cassa, fa entrare il barboncino e la chiude. A Eduard: E adesso chiamalo tre volte per nome.

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EDUARD Florian! Florian! Florian!FLORIAN nella cassa: Bene, aprite, accidenti! Eduard apre la cassa. Florian ne esce in preda

all'ira. Ah, è proprio impertinente, come si può trattare un uomo in questo modo! Per tutti i diavoli! Urta improvvisamente contro il re degli incantesimi e cade intimorito sulle ginocchia. Oddio! Vi prego mille volte di perdonarmi, Vostra magnanimità.

LONGIMANUS Che diavoletto adirato - quando si fa una gentilezza a certe persone, si dimostrano veramente molto sgarbate.

EDUARD E ringrazia, giovanotto screanzato! E' al re degli spiriti che devi il tuo attuale aspetto.FLORIAN Bacio la mano, Vostra Altezza potentissima! LONGIMANUS Non so se ne ha tratto molto vantaggio da questa trasformazione, come cane

barbone mi è sembrato molto più assennato di ora. Dunque ora sa come si sente un barboncino?

FLORIAN Ah! Era proprio una vita da cani, non la augurerei al mio peggior nemico. Ma come è sopraggiunta la mia Mariandel?

LONGIMANUS Non era la Sua Mariandel, ho una buona scorta di Mariandel, qualora ne desiderassimo una. Basta! In avvenire sia più giudizioso. A Eduard: Dunque mio caro Eduard, ce l'abbiamo fatta. Cosa vuoi ancora, ragazzo mio?

EDUARD Fammi prostrare e -LONGIMANUS L'uomo ha dei nervi talmente deboli che in ogni momento si lascia cadere.EDUARD Tu hai fatto dono a mio padre di sei statue, eppure la settima, la più preziosa - potente

re degli spiriti, non adirarti, se oso rivolgermi alla tua inesauribile generosità per ottenere il suo possesso, quale bene sommo di questa terra.

LONGIMANUS sgrana gli occhi e dice con tono solenne: Vuoi la settima statua? Si, ha un certo valore, se potrebbe ricavare un bel po' di soldi presso qualsiasi monte di pietà.

EDUARD Oh, regalamela.FLORIAN La tiri fuori!LONGIMANUS Un po' di pazienza! Sai una cosa? Gratuita è solo la morte! Se si vuole avere

qualcosa bisogna anche fare qualcosa per ottenerlo. Non è vero?FLORIAN Si, si deve sempre offrire qualcosa.LONGIMANUS Dunque difficoltà contro difficoltà. Potrai avere la statua di diamanti, ma - in

cambio dovrai cercarmi una ragazza di diciotto anni, dalle cui labbra, durante la sua vita, non siano ancora uscite bugie.

FLORIAN Allora non l'avremo, la statua!EDUARD Signore illustre, tu pretendi troppo da me, debole mortale, eppure oserò anche

l'improbabile per il possesso di questo tesoro magico.LONGIMANUS Lo farai dunque? Eh bien! Ma quando l'avrai trovata, portala immediatamente

qui e aspettami ai piedi del mio palazzo fumante. Ma se ti azzarderai a indugiare un attimo a consegnarla, la tua vita sarà perduta. Si, guardami pure! Non scherzo! Immediatamente, non ci sarà perdono.

EDUARD Mi sottometto alla tua parola. Ma come mi sarà possibile riconoscere questa sacerdotessa della verità? Come posso sapere se una ragazza, magari anche solo per scherzo, ha mentito? Chi potrà dirmelo in tutto l'edificio?

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FLORIAN Basta informarsi dal portiere.LONGIMANUS Questa volta hai ragione. Devo darti un segno di riconoscimento.FLORIAN Mi interroghi pure ogni volta, Le risponderò sempre.LONGIMANUS Giusto, lo saprai da lui, poiché ne prova perfino gioia, il nostro amico.FLORIAN Si, prego Vostra Altezza - già me ne rallegro.LONGIMANUS Se vuoi esaminare una donna, prendile la mano, se ha già mentito una volta,

questo giovanotto sentirà dei dolori tremendi in tutto il corpo.FLORIAN irrigidendosi tutto: Che mi prenda un colpo!LONGIMANUS Lo sbranerà, lo scannerà, per farla breve, gli farà tutto quello che è possibile

immaginarsi.FLORIAN Vi prego, questo è veramente troppo.LONGIMANUS E quante più bugie ella ha detto in vita sua, tanti più dolori egli sentirà.FLORIAN Scusino, ma devo uscire. Fa per uscire.EDUARD Alt! E perché mai?FLORIAN Non mi sento bene.LONGIMANUS Tu rimani qui.FLORIAN Vostra Altezza, non va - ciò mi porterà diretto all'ospedale.LONGIMANUS Taci! Dunque - dove eravamo rimasti? Giusto - tanti più dolori reumatici egli - FLORIAN Non lo sopporto. Fa per uscire. Vostra Altezza, smettetela con i dolori reumatici o

verranno tutti a me. E chi mai potrebbe resistere a un servizio tanto reumatizzante?LONGIMANUS Piano! Alla pioggia segue il sole. Ma qualora tu ne trovassi una che non ha

ancora mai mentito, egli avvertirà uno straordinario senso di benessere. Si sentirà così bene e così felice come una persona che balla un Langaus per la prima volta.

FLORIAN Si, quando ha avuto la gotta per sette anni. Bene, in nome del cielo, lasciamoci scuotere un po'.

EDUARD Stai calmo, Florian! Se troverò il mio ideale, ti ricompenserò riccamente.FLORIAN Me? O beh, ma chissà dove sarò allora! Per arrivare fino a quel momento non le

basteranno trecento domestici.LONGIMANUS E ora fate in modo di andare avanti. Come vuoi viaggiare dunque? Aspettate.

Grida: Ehi!Arriva Pamphilius.

SCENA QUINTA

Pamphilius. Detti.

LONGIMANUS a Pamphilius: Fai attaccare loro i miei due vecchi draghi che sono davanti alla mia carrozza di gala, sono veramente un paio di bestie sicure.

PAMPHILIUS Potente signore, è impossibile! Il cavallo di destra si è rotto un'ala.LONGIMANUS Eccoci. E' dovuto al viaggiare veloce. Ora dovrò cercare pazientemente fino a

che non ne troverò uno uguale. Sai una cosa? Viaggia in

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pallone aerostatico e nel punto in cui scenderete, là tenta la sorte. Vai lassù nel capannone a cercare un pallone aerostatico. Kolibri guiderà la carrozza. Pamphilius esce. Allora buona fortuna - farò in modo che sia tempo buono. E qualora voleste altri abiti, basta dirlo al mio sarto di là, e in cinque minuti saranno pronti.

EDUARD Illustre principe degli spiriti! Con coraggiosa fiducia intraprendo il mio viaggio, la mia massima fortuna è riposta nelle tue mani. Si inchina ed esce.

FLORIAN Potente principe degli incantesimi e illustrissimo capo dell'encomiabile corporazione di spiriti. Con la tremarella più miserevole intraprendo il mio viaggio, abbia pietà della mia debole costituzione e pensi che una persona che solo fino a poco fa è stata trattata come un cane, non è più in grado di sopportare tali dolori. Fa per uscire.

LONGIMANUS Allora aspetti ancora un po'! Che pazzo! Non succederà proprio niente, perché si lamenta in questo modo?

FLORIAN Vedete Vostra Altezza, è solo che se mi si sciupasse la fisionomia, la mia Mariandl non mi guarderebbe più in vita sua.

LONGIMANUS E che persona è mai questa Mariandl? E' davvero così graziosa?FLORIAN No, se osserva bene è una bellezza barbara. Anche percorrendo il mondo intero non se

ne trovano - Ah, non credo che se ne trovi una neppure in Valacchia.LONGIMANUS Beh, bravo! Me la presenterà un giorno.FLORIAN Ah, no! Vostra Altezza è proprio un buontempone! Me la potrebbe sviare.LONGIMANUS Ma non sia così infantile, che mai Le salta in mente?FLORIAN No, no! A cosa gioverebbe? Io non la darò via. Colui che mi ruberà la mia Mariandel,

sarà figlio della pallida morte! Ah! Ci sarebbe una vera baruffa! Vostra Altezza è un uomo imponente, ma non vorrei augurarVi le botte, poiché la mia Mariandel è la mia unica passione!

Aria

Mariandel è tanto bella,Mariandel è tutto per me,e se solo potessi prenderla,le cadrei al collo.Ce ne sono certamente tante di Mariandelin questo grande mondo,eppure nessuna che sia tanto graziosae che mi piaccia così tanto.

Mariandel è tanto delicata,si, lo ammetto francamente,tranne quando mangia mezza polpetta,mentre io ne ho già mangiate tre.E quando, spesso, ho proprio tanta fame,quasi le si spezza il cuore,allora corre veloce nella cucinae mi cuoce un tritello.

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Mariandel è tanto fedele,Mariandel è tanto devotae se non riesco a vederla presto,va a finire che mi ammazzo.Poiché solo chi ha una Mariandello sa come lo so io,non è vero? Tutte le volte che si pensa a leidà volta il cervello!

Esce.

Ripetizione

Mariandel è giudiziosa,Mariandel non è sciocca,Mariandel pensa che qui a Viennaci sia il pubblico migliore!Perciò credo anch'io a Mariandel,non mi ha preso in giro, ho avuto fiducia nelle sue parolee non mi son sbagliato!

Esce.

LONGIMANUS da solo: Ora hanno già avuto il tempo per andarsene. Non si può neppure bere in pace una tazza di caffè. Grida: Pamphilius!

SCENA SESTA

Pamphilius. Detto.

LONGIMANUS Porta i libri nuovi, che ho preso in prestito dalla biblioteca, su nella stanza di lettura e metti tutto in ordine, voglio leggere.

PAMPHILIUS Desideri anche del vapore aromatico nella stanza?LONGIMANUS Più tardi con il vapore potrai anche farmi vedere lucciole per lanterne. E ora di

sopra, sistema tutto. Il mio tavolino, quattro candele di cera e poi l'opera Agnes Bernauerin. Sto leggendo questo libro già per la quattordicesima volta e ancora non so perché l'abbiano effettivamente gettata nell'acqua. Ora vieni, Pamphilius.

Escono entrambi.

SCENA SETTIMA

Piazza, circondata da edifici alti e belli, ma tutti senza finestre, costruiti con gusto greco, girata di spalle la statua della virtù con la testa coperta e con uno stelo di giglio in mano.

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A destra l'ingresso del palazzo di Veritatius. A sinistra, in primo piano, un rialzo di gradini in pietra, su cui si trova una poltrona dietro alla quale si erge la statua della verità. Una figura nera con il sole sul petto. Coro degli abitanti

Silenzio, silenzio! Attendete con discrezione,finché non risuonerà il richiamo del corno.L'insolente che schernisce la parola dell'araldo,dovrà soffrire tremendamente.

Cosa mai ci annuncerà,cosa sarà accaduto?Presto pur lo scopriremo,vedete, eccolo, sta già arrivando.

SCENA OTTAVA

Detti. Due servitori dell'araldo entrano per primi e suonano tre volte il loro corno d'oro che assomiglia alla tuba romana. Poi al centro entra l'araldo.

ARALDO Recitativo

Abitanti di questa terra onesta!Sono comparso per annunciarvigli ordini del nostro signore.Al suonare della prossima oradovrete radunarvi qui per ordine suo.Oggi punirà una ragazzae la allontanerà dai confini del paese,poiché ella si beffa impudentemente dei buoni costumi,che pur con benevolenza ci colmano di gioiae che soli sono l'orgoglio della nostra terra.

Aria con coro.ARALDO

Qui nella silenziosa terra solitaria,dove troneggia la pace dorata,l'amicizia tesse saldi vincoli,e l'amore viene ricompensato dolcemente.

COROL'amicizia tesse saldi vicoli,e l'amore viene ricompensato dolcemente.

ARALDO Perciò fratelli miei, recatevial lavoro con avvedutezza,

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dedicate i canti solo alla prudenza,poiché la fretta non porta mai guadagno.

CORODedicate i canti solo alla prudenza,poiché la fretta non porta mai guadagno.

Escono tutti. La musica dopo il coro diventa più allegra, all'incirca una graziosa variazione sul tema: "Tre sarti escono dalla porta, addio!".

SCENA NONA

Il pallone aerostatico, che è costituito da una sfera blu scura ma non con i consueti nastri, bensì con un paio di guarnizioni bianche di traverso e due ali bianche applicate a entrambi i lati, scende giù lentamente. Eduard, Kolibri, in veste di autista dell'aria con una bandierina rosa, e Florian, scendono dalla navicella dorata che vi è appesa. Eduard indossa un'uniforme civile verde, pantaloni bianchi e un cappello di piume. Florian una livrea rossa con galloni d'oro.

KOLIBRI Dunque eccoci qua. Mongolfier ha fatto il suo dovere. Adesso porta tu a termine il resto.

EDUARD Ma dove siamo?KOLIBRI Lo saprai subito, io faccio tutto per il tuo bene. Kolibri non è uno sciocco. Adesso ti

lascio e se avrai bisogno di me, sarò subito pronto. Assume un altro tono e si toglie il cappello. Vostra Grazia, chiedo la mancia!

EDUARD Si giusto! Ecco, mio piccolo barcaiolo! Gli dà una moneta d'oro.KOLIBRI Vostra Grazia, perdonate, ho ancora qualcosa in buono dalla prima stazione, sa, gli

zecchini? Erano due zecchini d'oro e Lei me ne ha dato solamente uno. Gli mette davanti la moneta d'oro.

EDUARD gliene dà un'altra: Si ecco! Sei dunque così avido?KOLIBRI Si capisce! Devo pur mettere da parte qualcosa per la mia vecchiaia. Vorrei

congedarmi. Fa una riverenza e sale sul pallone aerostatico che parte subito con lui.EDUARD Che città strana! E' tutto così silenzioso per le strade, come se fosse disabitata. Bene

amico Florian, perché sei così mesto? Non ti piace qui?FLORIAN che per tutta la scena è apparso molto triste e ripetutamente pensoso: No! Per me su

questa terra non fioriscono rose.EDUARD irritato: E non essere così sciocco! Non ne andrà della tua vita.FLORIAN Oh, La prego - taccia! Crede che sia un divertimento quando si viene sottoposti a tale

tortura? Ho sopportato tanto a lungo. Questo è il destino del bello sulla terra!EDUARD Adesso ti ordino di tacere e di suonare a quel palazzo per sentire dove siamo.FLORIAN Beh, è giusto. Farò tutto. Disperazione prendi la tua vittima. Suona.

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SCENA DECIMA

Aladin, il guardiano del palazzo, apre il portone ed esce. Detti.

ALADIN Cosa vedo? Forestieri? Con quale potere magico siete giunti qui e cosa desiderate da noi?

EDUARD Rispettabile sconosciuto, vuoi prima però rispondere alla mia domanda, dove mi trovo?ALADIN Ti trovi nel paese della verità e dei costumi rigorosi e il tuo piede tocca il suolo della

nostra capitale.EDUARD Rallegrati, Florian, siamo vicini alla nostra meta.FLORIAN Io vorrei essere ancora lontano dalla mia meta.ALADIN Questo è il palazzo del nostro signore, io sono solo il suo servitore.FLORIAN Anch'egli è solo un domestico.EDUARD Vuoi annunciarmi al tuo signore? Molto al di là del mare io sono principe del paese

della sincerità e con il mio fedele servitore Florian si inchina ho fatto il viaggio fino al vostro paese su una macchina aerea recentemente inventata, per condurre a casa una sposa che intendo rendere felice con fedele amore ed enormi ricchezze.

ALADIN I tuoi sentimenti sono buoni e io li riferirò fedelmente al nostro signore.EDUARD Adesso rendimi note le abitudini del vostro paese insulare.FLORIAN Si, ci racconti qualcosa.ALADIN Invano sulla nostra isola cercherai la lite, non abbiamo alcun rapporto con altri paesi.

Non diamo mai feste, risplendiamo solo grazie alla verità.FLORIAN Molto bello da parte Loro.ALADIN Per le strade è deserto poiché si esce solamente quando è strettamente necessario.EDUARD Ma non vedo finestre alle case.ALADIN Danno sul giardino, la vista è sul dietro.FLORIAN Avranno gli occhi di dietro, visto che sul davanti avrebbero fatto troppo scalpore.ALADIN La menzogna da noi viene punita con grande severità a seconda delle conseguenze

dannose che provoca e comunque si è più indulgenti verso le donne che verso gli uomini. Sull'isola della verità e della morigeratezza conosciamo la calunnia solo di nome.

FLORIAN Mi scusi, mio caro, se qualcuno nella sua morigeratezza ruba qualcosa, viene arrestato in modo del tutto riservato?

ALADIN Chi pecca, deve essere punito.FLORIAN E quindi poi prende le sue oneste cinquanta bastonate?ALADIN Questo non succede. Noi bastoniamo solo gli abiti di colui che deve essere punito, non

l'uomo, e questo da noi è la più grande infamia.FLORIAN Questo succede ovunque. Anche se si picchiano solo i vestiti, si aspetta però il

momento in cui li indossa colui che - mima l'azione del bastonare.EDUARD E com'è riguardo ai vostri matrimoni?ALADIN Le nostre ragazze vengono fatte sposare nel loro ventesimo anno di età. Nessuna può

uscire da sola, devono essere per lo meno in quattro, inoltre non possono guardarsi intorno.FLORIAN Ciò vuol dire che non possono guardare nessuno dall'alto in basso.

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ALADIN Ed escono sempre accompagnate da due mori.EDUARD Ti ringrazio per le informazioni e compatisco queste infelici, diventerebbero

probabilmente creature più preziose, se si imponesse meno costrizione alle loro azioni.ALADIN Compatire? Non pronunciare questa parola alla presenza del mio signore al quale ora ti

annuncerò. Nel paese della verità nessuno è da compatire eccetto colui che gli dei hanno colpito con la cecità, tanto da non vedere il valore assoluto delle nostre azioni. Entra nel palazzo.

FLORIAN Il signore mi preceda.

SCENA UNDICESIMA

Eduard. Florian.

EDUARD Da tutto ciò che ho sentito, nutro poca speranza di trovare qui una ragazza che possa adempiere alle severe esigenze del mio magico benefattore. Una simile costrizione innaturale risveglia la riservatezza e la riservatezza è la madre della menzogna. Ma guarda, stanno arrivando alcune donne. Tenterò la sorte. Florian, tieniti saldo.

FLORIAN Per tutto l'oro del mondo, signore, sia umano! Per tutto il tempo in cui ne terrà una per mano, pensi che mi sta afferrando per i capelli, bisogna che lasci andare subito dopo.

SCENA DODICESIMA

Quattro ragazze velate appaiono accompagnate da due mori. Si ritraggono un po' alla vista di Eduard. Detti.

EDUARD si inginocchia. Alla prima: Tulipano di bellezza, perdona un forestiero che osa renderti i suoi più alti omaggi.

FLORIAN Ho la sensazione di venir trascinato via.OSILLIS Un gentiluomo.AMAZILLI Che strano abito!EDUARD Permettimi di baciare la tua leggiadra mano. Le prende la mano.FLORIAN grida: Ohi, ohi, ohi! La lasci andare! Più debolmente. La lasci andare! Sospira.Eduard le lascia la mano.OSILLIS si spaventa: Che significa? A Florian: Che ti succede, straniero?FLORIAN Niente! E' già passato! Sappiamo già come stanno le cose.OSILLIS Ma tu ci spaventi con - FLORIAN Non è vero, è tutto falso.EDUARD Perdonalo, e anche tu, graziosa fanciulla! Prende la mano della seconda.FLORIAN Ahi, ahi, ahi! Questa mente ancora di più. Oh, accidenti! Eduard le lascia andare la

mano. Florian completamente spossato: Ah, questa si che è una commedia!

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EDUARD Taci, giovanotto!OSILLIS E' pazzo?EDUARD No, belle ragazze! Va tra le altre due e prende insieme le loro mani.FLORIAN Per tutto l'oro del mondo! Non lo sopporto! Muoio!Le ragazze tolgono via la mano e inorridiscono.OSILLIS Che audacia! Scappate sorelle, questo è un pazzo furioso!Tutte e quattro le ragazze fuggono nel palazzo con i mori.

SCENA TREDICESIMA

Eduard. Florian.

EDUARD Bene amico Florian, cosa dice il tuo barometro?FLORIAN Indica menzogne. Diventerò un miserabile! Se torneremo indietro, potrà mandarmi

subito per diciassette anni a Gastein o a Bründelbad.EDUARD Povero diavolo, mi fai pena.FLORIAN E' gentaglia onesta. Le ultime due devono aver mentito già prima di venire al mondo,

non è possibile il contrario.EDUARD La richiesta però rasenta l'impossibile. Ma non abbandoneremo la speranza.FLORIAN Si, non abbandoniamo la speranza! Accenna ai dolori.EDUARD Vorresti che abbandonassimo questo paese e ci trasferissimo in un altro?FLORIAN Ah, smetta, mentono dappertutto, è quindi più ragionevole che io muoia qui invece di

dover andare ancora chissà dove, sempre per lo stesso motivo.EDUARD Non sarà però ovunque così grave.FLORIAN Si, è giusto! Ora, se Lei si imbattesse in una che ha un amante ricco, che ella considera

sciocco, costei può solamente mentire! Avrò allora dei dolori laceranti allo stomaco.EDUARD Zitto! Sta arrivando qualcuno.

SCENA QUATTORDICESIMA

Aladin. Quattro sentinelle con frecce. Detti.

ALADIN Forestiero! Il signore comparirà qui in questo istante per tenere pubblica udienza e in questa occasione ti darà il benvenuto e ascolterà le tue richieste.

EDUARD Accetta il mio ringraziamento per la tua ambasciata.ALADIN Abbiamo però ricevuto l'ordine di portare il tuo servitore al manicomio e di incatenarlo

come si addice a un pazzo furioso.FLORIAN Cosa? Vogliono rinchiudermi in manicomio, io che sono più assennato di tutti loro - ALADIN Prendetelo.

FLORIAN Lo dicevo, dovunque io vada, la gente mi prende per matto. Si occupi un po' di me, ci sarà pure qualcuno che si prende cura degli altri.

EDUARD Alt! E' il mio servitore e nessuno ha diritto su di lui eccetto me. Garantisco io per la sua ragione e per la sua futura condotta.

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FLORIAN Si, rischiamo un po'.ALADIN Bene! Però al più piccolo attacco eseguiremo i nostri ordini.EDUARD Dunque fai attenzione!FLORIAN Adesso sono anche costretto a trasformare in onore i dolori che mi dilaniano.ALADIN Forestiero! Seguimi affinché possa presentarti al sovrano. Esce con Eduard.EDUARD uscendo: Florian, stai attento. Esce.FLORIAN Non dica niente sul mio conto, mi ha già congedato. Da solo: Me infelice, cosa faccio?

Se anche tagliassi la corda, non servirebbe a niente, poiché se egli ne prende per mano una in Inghilterra, i dolori inizieranno a dilaniarmi in Olanda. Non c'è altro mezzo se non esaurirsi piano piano, divenire sempre più fiacco finché non sarà finita.

Quodlibet

Allora dovrò morire qui?Non potrò rivedere quel bel paesaggiolà fuori presso Währing?Non potrò più andare a passeggio,sulla vivace riva del canale del Danubio?No, povero tonto,la morte arriva con la falce! -Come è triste il mio destino!Non mi aspetta alcuna fortuna in questo mondo,nessuna ragazza che dica sempre la verità,oh, ahimè, questa storia non mi piace. -

Che piacere offre il dolore,se una persona mente proprio tanto.Mi credano!

Ah, è proprio così difficiletrovare una ragazza,che possieda un cuor fedeleda poter esplorare?O gente pazza, o mondo bizzarro!

Un tempo era tutto diverso!C'erano ancora ragazze che sedevano alla conocchiae filavano all'arcolaio.Adesso si fanno belle e si agghindano come scimmiee si fanno ammirare davanti e di dietro.Non ho ragione?Bene, con permesso!

E la mia Mariandel chiederà a casa:ma cosa farà Florel, di' un po', starà davvero bene?

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E' la fuori all'ospedale, è completamente rovinato.E' vero?Povero pazzo!Caro signor spettatore,niente balletti ora!

La forza del primo amore rimaneuna passione eterna!E il suo Florel, ella pensa,vuol dire tutto per leida Amstetten, ella pensa,fino a Hernals,come lui, ella pensa,sarei bella, ella pensa, au contraire!

Perciò sarò allegroe mi rallegrerò della vita!Mi basterebbe essere giànel paesedove la mia Mariandelaspetta con nostalgia.

Inoltre non mi importa nulla né di Stammersdorf né di Parigi,solo a Vienna si sta davvero bene, questa è una certezza.Si sa anche che tra cento anni sarà ancora così!Ma se saremo morti non si sa con certezza.Perciò se io dovessi morire qui e non vederLi più,prego Loro di cuore di pensare a me!

SCENA QUINDICESIMA

Si sente una marcia. Entra tutto il popolo che si dispone a semicerchio, lasciando libero il centro. Le donne stanno davanti, senza velo. Quando tutto è a posto compare Veritatius con sua figlia Modestina. Aladin. Sentinelle. Poi Eduard e Florian.

Coro

Disponetevi intorno al trono della verità,mettete in ludibrio la sfrontata menzogna.

VERITATIUS sale con Modestina sul suo trono imponente: Popolo di questa città! Ti ho fatto radunare per essere testimone dell'esilio di una creatura che già da tanto tempo, con maniere dissolute, ha dato un calcio alle usanze della nostra isola.

TUTTI Evviva Veritatius!VERITATIUS Ma prima di aprire il sipario di questa spiacevole scena: Aladin, conduci lo

straniero. Aladin va e porta Eduard e Florian. Benvenuto

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forestiero. Dunque tu sei il signore del paese della sincerità? - Ma che figura pietosa è quella lì al tuo fianco?

EDUARD E' il mio servitore. Fa cenno a Florian di parlare.FLORIAN Mi permetta di porgerLe i miei più devoti servigi.VERITATIUS Che individuo spassoso, mi vien da riderne. Ride. Agli altri: Ridete un po' di lui. Tutti ridono.FLORIAN Che nazione sciocca!VERITATIUS E ora veniamo ai fatti. Ho sentito che vuoi sceglierti una moglie e poiché mi piaci

molto e sei anche di nobile ceto, ti presento mia figlia.MODESTINA Straniero! Abituata a ubbidire agli ordini di mio padre, con gioia ti concederò la

mia mano, se prima mi convincerai che la tua magnanimità se la merita.FLORIAN Hurrà, ne sono già contento.EDUARD Accetta i miei omaggi, tu che sei la più leggiadra tra le donne.

Le prende la mano. Florian sente un gran dolore, ma cerca di nasconderlo con suoni inarticolati e mordendosi le labbra. Eduard guarda Florian, che fa cenno di no. Le lascia andare la mano con garbo.

MODESTINA Mi piace proprio.Rumore sordo da fuori scena, si sente LA VOCE DI AMINE Lasciatemi, lasciatemi!

SCENA SEDICESIMA

Amine. Sentinelle. Detti.

AMINE si precipita dentro, dietro di lei la sentinella: Lasciatemi, uomini disgustosi! Si getta ai piedi di Veritatius: Gentile signore! Di cosa si è resa colpevole la povera Amine, tanto da venire esposta a tali maltrattamenti? Sono una povera ragazza innocente che non ha ancora mai fatto del male a nessuno a questo mondo.

VERITATIUS Come puoi osare comparire davanti ai miei occhi senza che io ti abbia fatto chiamare? Creatura dissoluta, davanti al cui crimine inorridiscono tutti gli abitanti di questa città.

AMINE Ma in che cosa consistono dunque i miei crimini? Nel fatto che ho riso del naso a punta del tuo portiere, perché sono andata in giro per strada ad acchiappare il mio pappagallo, perché non voglio legarmi un fazzoletto intorno al capo, poiché mi fa venire mal di testa, e perché infine non riesco a fare la faccia triste visto che in petto ho un cuore contento? Vedi, non posso farne a meno, mi viene da ridere e se tu continui ancora a guardarmi in maniera così astiosa e a tirare su le sopracciglia in questo modo, mi verrà di nuovo da ridere.

VERITATIUS Che impertinenza inaudita! Arrabbiatevi insieme a me. Pausa. No, non arrabbiatevi, non sta bene arrabbiarsi a causa di questa delinquente. Da povera orfanella è stata accolta qui, poiché suo padre, un capitano inglese, naufragò con la sua nave su quest'isola e trovò la morte tra le onde e questa persona arrivata a terra a nuoto osa diventare lo scandalo di un'intera città?

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Prendetela, mettetela in una barchetta e spingetela in mare aperto, lontano dal paese della verità, affinché le onde facciano con lei il gioco che ella ha fatto anche troppo a lungo con noi.

Le sentinelle fanno per prenderla.ALADIN Portatela via.EDUARD Alt! Tra sé: Un sentimento irresistibile mi spinge a metterla alla prova.FLORIAN Ah, è proprio spaventoso, non finirà mai.EDUARD a voce alta: Permettimi, potente sovrano, di porre un'unica domanda a questa ragazza.VERITATIUS La si faccia.EDUARD Brava fanciulla, hai fiducia in me?AMINE Ah si, non hai un volto cattivo e sembri essere un buon uomo, Amine lo sente subito.EDUARD Dammi la mano.AMINE Eccotela. Gliela dà.FLORIAN inizia a esprimere un'infinita letizia e un'allegria interiore: E' proprio quella giusta.

Portiamola con noi.TUTTI Cosa significa questo?AMINE Ah, prenditi cura di me, io non sono affatto colpevole!EDUARD No, non lo sei, brava ragazza. La vera morigeratezza non consiste solo nella forma

esteriore, abita nell'intimo del cuore e la spontaneità e l'ingenuità dovranno essere sempre le sue amabili sorelle.

VERITATIUS Lo avete capito?TUTTI Si!VERITATIUS Io no. Non dovete capirlo neppure voi!EDUARD Ascoltami, Veritatius! Io rinuncio alla mano di ogni ragazza del tuo paese, lasciami

Amine e io la condurrò nel mio regno come mia sposa.MODESTINA Come? Osi fare ciò?TUTTI Spaventoso!VERITATIUS Calma! Tacete! Vedi, cieco, poiché osi ricompensare la mia ospitalità con una tale

ingratitudine, punirò anche te per questo. Potrai averla, ma fuggi immediatamente da questo paese e non infamarlo mai più entrandovi nuovamente.

EDUARD Grazie della tua bontà! Kolibri! Leva le ancore, gonfia le vele!KOLIBRI scende giù con il pallone aerostatico: Eccomi, sono già qua.EDUARD E ora vieni, Amine, e tu, Veritatius, affliggiti, poiché ti porto via un gioiello raro, di cui

non hai saputo apprezzare il valore.Risuona la musica. Eduard, Amine, Florian e Kolibri salgono e vanno via. Veritatius ritorna nel palazzo con sua figlia e Aladin. Gli altri rimangono indietro.

Coro

Andate, andate via!Dirigetevi nel mondofino al luogo, fino al luogo,in cui vi tormenterà il rimorso.

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Scende un paracadute su cui è scritto: "Cestini per le belle di questo paese." Due geni scendono e distribuiscono i cestini d'oro alle donne.

Coro

Guardate questi bellimbusti impertinenti,donarci dei cestini!La vendetta mi cuoce in petto,dovrà finire nel sangue!

Colpo forte della musica. Fanno per dirigersi contro i geni, questi alzano un dito in segno di ammonimento: tableau momentaneo. I geni tirano fuori dai cestini diversi monili, le donne li afferrano con gioia. La musica e le voci cantanti molto piano.

Coro

Ebbene piano, fermatevi!Nel paese del decorosi deve essere ben educati,qui non si litiga.Perciò lasciate questo luogo,smettete di strepitare,portate via i vostri cestini,riempiteli di rose.

Escono tutti di soppiatto. I geni partono di nuovo in volo.

SCENA DICIASSETTESIMA

Bosco sinistro. Notte. Sfolgorio di lampi. Si sente il rumoreggiare del vulcano. Entrano Eduard, Amine, Kolibri, Florian.

KOLIBRI Siamo alla meta, ecco il Vesuvio.AMINE Che bosco spaventoso!KOLIBRI Vedi là quel fumo?FLORIAN Aha, è una fornace! KOLIBRI Folle! E' un vulcano, quella è la nostra meta. Addio Eduard! Ora vi precedo a cavallo

come corriere e preparerò tutto per la tua accoglienza. Esce.

SCENA DICIOTTESIMA

Detti senza Kolibri.

AMINE Cosa significa tutto ciò? Perché sei così chiuso in te stesso? Ti ha fatto del male Amine?

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EDUARD Si, Amine, tu procuri un dolore amaro al mio cuore. Tra sé: La mia sventura è decisa: la amo.

AMINE Non ti capisco, parli in maniera così misteriosa. Vedi, io non so perché, ma in questo poco tempo mi sei diventato tanto caro, che non conosco nessuno a questo mondo con il quale potrei essere più buona che con te, eppure durante tutto il viaggio ti sei mostrato infastidito. Vieni, proseguiamo, e se anche fosse attraverso il vulcano, con te verrei ovunque.

EDUARD E' inutile devo rivelarglielo. Ad alta voce: Dunque sappi, povera creatura, che ti ho ingannato. Non sarai la mia consorte.

AMINE No?EDUARD No. Vedi quel vulcano dove i lampi si snodano nel fumo? Quella sarà la tua dimora, ho

giurato sulla mia vita di consegnarti al principe degli spiriti che abita là.AMINE Tu hai fatto questo? Tu? Malinconica: No, è impossibile! Tu menti - non devi, Amine

non ha mai mentito ancora.EDUARD O h, se tu lo avessi fatto, ora saremmo entrambi più felici!AMINE Veramente? Bene, rimedierò per il futuro e mi darò molto da fare per impararlo, basta

che io sappia che ciò ti rende felice.EDUARD Troppo tardi, non posso più tornare indietro. Amine, devi seguirmi. Ho prestato questo

giuramento prima ancora di conoscerti. Se non ti consegnerò al re degli incantesimi, l'attimo in cui prenderò questa decisione mi farà cadere morto ai tuoi piedi.

AMINE Terribile! Terribile! Ah, perché non mi hai lasciata alle onde? Forse adesso ci sarebbe già la pace eterna nel petto di Amine. Eppure comprendo la tua tremenda situazione e mi rassegno al mio inesorabile destino che mi perseguita così duramente già dall'infanzia. Ecco la mia mano, conducimi dal re degli incantesimi.

EDUARD Eccellente fanciulla!FLORIAN che si era tirato indietro durante tutta la scena ed era stato molto calmo, viene

avanti: O mio caro e benigno padrone, non ce la faccio più! Consegni me invece di lei al re degli incantesimi e gli dia un paio di centinaia di fiorini o anche qualcos'altro: il nostro vecchio padrone è sempre stato un uomo giudizioso e anch'egli era pieno di incantesimi, potrà aiutarci? Faccia un sortilegio, solletichiamolo a uscire da un buco, come un grillo, affinché ci dia un buon consiglio.

EDUARD Si, hai ragione, Florian, uno spirito benevolo ti ha ispirato questo pensiero. Ascoltami, padre, se riconosci ancora la voce di tuo figlio, sali a me e salvami dalla disperazione. Padre, padre, ascoltami! Tuona. Gaudio, Amine, mi ha sentito, viene!

SCENA DICIANNOVESIMA

Zephises esce dalla botola centrale con i suoi precedenti abiti da spirito. Detti.

EDUARD Spirito di mio padre, dai un consiglio a tuo figlio disperato. Cosa devo fare?

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ZEPHISES con aria seria: Sono Zephises, tuo padre, e non ho altro che questo da dirti. Sparisce di nuovo.

EDUARD parla lentamente: E' Zephises, mio padre, - FLORIAN E non ha da dirci altro che questo. Beh, questo potremo farlo, non rischieremo niente.EDUARD furibondo: L'inferno si fa beffe di me? Orsù, si concluda la commedia. Longimanus,

mantengo la mia parola. Tremendo tuono. Il palcoscenico si trasforma in un paesaggio roccioso, al centro si erge il vulcano, la lava fuoriesce dal cratere, scorre sul monte e ai piedi vi forma un lago di fiamme. Tutti gli elementi sono in agitazione. Musica. Dove sei, vittima della mia disperazione? Amine!

AMINE Cielo, che scena terribile!EDUARD Per me non lo è, io sono per me stesso la cosa più spaventosa. Re degli spiriti, ti

invoco, mostrati!Violento tuono a cui segue un silenzio totale, - accompagnata da una musica soave la scena si trasforma, le rocce sullo sfondo diventano verdi colline cosparse di fiori, il Vesuvio diventa una verde montagna che invece della lava, butta fuori dei fiori colorati, che si vedono serpeggiare giù, al posto delle strisce di lava. Il mare di lava diventa un lago d'argento. Infine dal cratere del monte saltano fuori sei spiriti vestiti di rosso acceso, che eseguono una danza grottesca.

SCENA VENTESIMA

Compare il re degli spiriti con il seguito. Detti.

LONGIMANUS Bene, sono un tipo galante o no? Credevi che avrei ricevuto la mia sposa con tuoni e fulmini? No! Son piovuti dei pazzi, ma ecco qua dei fiori!

EDUARD La sua sposa?AMINE Cielo!LONGIMANUS Dunque ne hai trovata una? Vedi, quando io dico una cosa! - Di che paese è?AMINE timidamente: Inglese.LONGIMANUS Un'ondina dunque. Bravo! Beh, allora? La faccenda è a posto, non è vero? Agli

spiriti del fuoco: Conducetela dentro.EDUARD tra sé: No, questo tormento è troppo grande. A voce alta: Alt! Longimanus, non puoi

portarmela via! Lasciatela qui!LONGIMANUS sgrana gli occhi e quasi si irrigidisce dall'ira: Che discorso è questo? Severo:

Portatela dentro all'istante.Gli spiriti del fuoco la portano via.EDUARD Tornate indietro o - Fa per uscire.LONGIMANUS fa un cenno: tuono. Sopraggiungono nubi temporalesche dalle quali dei mostri

volanti sogghignano a Eduard: Sono già qui. Allora che cosa c'è? Di cosa ti azzardi? Minacci? Ehi, giovanotto, vagabondo che arrivi volando! Appena è arrivato, aveva già fatto un bel chiasso tanto che l'ho sentito fin dentro la terza stanza, e ora addirittura si azzarda a insorgere seriamente contro di me. Ah, questo mi sembra troppo! In modo brusco: Parla, cosa vuoi?

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EDUARD Grazia, Longimanus! Cade in ginocchio.LONGIMANUS E mi dice così solo Longimanus in tutta fretta, come se ci conoscessimo già da

cento anni.EDUARD Perdono, potente principe degli spiriti! Sono un pazzo, non posso vivere senza Amine.

Abbi pietà e donami la sua mano.LONGIMANUS Non azzardarti a dire una parola di più! Ora guardatelo, di colpo fa il serio. Gira

la mano aperta. E' un pazzo? Vai, vai, vai, vai, buffone! Ciò che hai bramato, ti viene dato. Hai desiderato ricchezza e la troverai. Tu prenderai il diamante e io la fanciulla, ognuno avrà così il suo tesoro.

EDUARD O principe degli incantesimi, riprenditi tutti i tuoi tesori, io non li voglio, non li desidero, dammi la mano di Amine e io rinuncerò a tutto.

LONGIMANUS Adesso comincia addirittura a trattare con me come se fossimo nello Judenplatz. Ciò che è stato pattuito rimane così, tu prendi la statua di diamanti e nient'altro, e affinché tu arrivi veloce a casa, guiderò io la carrozza. Allons! Fa un cenno. Le nubi si alzano e compare la sala magica di Zephises con le sei statue. Sul piedistallo rosso, su cui ora è scritta la parola: Diamante, c'è Amine in abito color rosa, con un velo riccamente ricamato di pagliette che non le copre il volto, bensì cade con un bel drappeggio intorno a tutto il corpo, la sua figura deve essere illuminata con luce vivissima. Eccola, te la consegno. Siamo pari.

EDUARD senza guardarla: E' di mia proprietà?LONGIMANUS Si!EDUARD Allora la distruggerò, poiché essa è la causa della mia disperazione, non la voglio, la

spacco! Corre con furore verso la statua.AMINE scende dal supporto e cade nelle sue braccia: Eduard, sono tua!EDUARD Amine, Amine mia!FLORIAN Stai a vedere, non la fracasserà.EDUARD si getta con ardore ai piedi di Longimanus: Signore, come posso ringraziarti?LONGIMANUS Si, ora! Eh, ti ci ho preso, diavolo di un uomo! Ti ho solo messo alla prova, se tu

avessi preferito il denaro a lei, non l'avresti mai avuta in vita tua. Ora ce l'hai. Una donna, come lei, è il diamante più bello che avrei potuto darti.

FLORIAN Evviva! Ora vado a prendere la mia Mariandel. Fa per uscire.

SCENA VENTUNESIMA

Kolibri. Mariandel. Gente del vicinato. Detti.

KOLIBRI Allora porterò degli ospiti al matrimonio.EDUARD Venite, amici, partecipate alla mia gioia.MARIANDL Florian!FLORIAN Mariandl, sei mia! Tu non sei certo un diamante, ma - di dove sei?MARIANDL Di Praga.FLORIAN Sei una pietra di Boemia.LONGIMANUS E affinché ci sia un ballo al matrimonio, esse dovranno indicando le statue

saltellare un po' intorno.

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Le sei statue scendono dai piedistalli e danzano al suono del ritornello.Canto finale

Inizia con la danza, poi:

MARIANDL Il piccolo dio dell'amore -FLORIAN ripetendo tutto: Il piccolo dio dell'amore - MARIANDL Si fa beffe di tutti noi - FLORIAN Si fa beffe di tutti noi - MARIANDL Appena ci colpisce al cuore - FLORIAN Appena ci colpisce al cuore - MARIANDL Il piccolo birbante vola via - FLORIAN Vola via -

COROIl piccolo dio dell'amore,si fa beffe di tutti noi,appena ci colpisce al cuore,il piccolo birbante vola via, vola via.

MARIANDL La cosa più bella di tutte -FLORIAN La cosa più bella di tutte - MARIANDL Allora ripeti tutto?FLORIAN Allora ripeti tutto?MARIANDL Ma smettila un po'!FLORIAN Ma smettila un po'!MARIANDL Sciocco, babbeo!FLORIAN Babbeo!CORO

La cosa più bella di tutte - allora ripete tutto?Ma smettila un po',sciocco, babbeo,babbeo!

Intermezzo danzante. Gruppo.MARIANDL Sarò presto sposa -

FLORIAN Sarò presto sposa - MARIANDL Poi certo non ripeterai - FLORIAN Poi certo non ripeterai - MARIANDL Parlerò tutto il giorno - FLORIAN Parlerò tutto il giorno - MARIANDL E tu starai zitto zitto.FLORIAN Si, zitto zitto!CORO

Sarà presto sposa, poi certo egli non ripeterà,

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ella parlerà tutto il giorno,ed egli starà zitto zitto,si, zitto zitto.

FLORIAN Perciò chiedo rapidamente - MARIANDL Perciò chiedo rapidamente - FLORIAN Se sono soddisfatti -MARIANDL Se sono soddisfatti - FLORIAN Se noi interrompiamo adesso - MARIANDL Se noi interrompiamo adesso - FLORIAN Le rimane l'ultima parola.MARIANDL L'ultima parola.CORO

Perciò chiedo rapidamente,se sono soddisfatti,se noi interrompiamo adesso,le rimane l'ultima parola,l'ultima parola.

Danza. Alla fine tutti si raggruppano. Le statue risalgono sui piedistalli, Amine su quello centrale, Eduard si inginocchia davanti a lei, Longimanus in piedi dall'altra parte. Florian si inginocchia davanti a Marianne. I vicini si raggruppano con lieta meraviglia.

Cala il sipario.

FINE

La fantasia incatenataFèerie originale in due atti

(Die gefesselte Phantasie. Original-Zauberspiel in zwei Aufzügen.)

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PERSONAGGI

APOLLOLA FANTASIA POETICAERMIONE, regina della penisola FloraAFFRIDURO, gran sacerdote di ApolloVIPRIA le sorelle incantatrici ARROGANTIA DISTICHON, poeta di corteIL BUFFONEODI, un cortigianoUN POETAAMPHIO, pastore del candido greggeNACHTIGALL, arpista vienneseL'OSTE della taverna Zum HahnUN CALZOLAIOUNO STAGNAIOUNO STRANIEROUN CAMERIERE

Il seguito di Ermione. Sacerdoti di Apollo. Coadiutori nei riti sacrificali. Poeti. Abitanti dell'isola. Diversi avventori.

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Giardino nel palazzo di Ermione. Al centro un trono imponente con ghirlande di violette su gradini di fiori. Affriduro. Odi. Coadiutori nei riti sacrificali. Abitanti dell'isola. Tutti in preda allo sgomento.

Coro

O dei, scagliate i vostri fulmini!Inviateli alla schiera delle Eumenidi!Dall'imponente trono di nubipunite l'insolente coppia di incantatrici.

AFFRIDURO Avete riferito a Ermione che la preghiamo di presentarsi?ODI Già fatto.AFFRIDURO Non possiamo più tollerare l'impertinenza di queste sorelle incantatrici. Ce lo

ordina Apollo stesso.ODI Ecco che arriva il poeta di corte.

SCENA SECONDA

Detti. Distichon con una grande quantità di rotoli di poesie.

TUTTI gridano: Benvenuto, Distichon.DISTICHON solennemente: Rovina per queste ninfe incantatrici! La mia fantasia ha

smaniato tutta la notte e ha quasi sfiancato il cavallo alato, finché Aurora non ha rischiarato le quaranta poesie ingiuriose, che il mio spirito creativo ha partorito questa notte.

NUMEROSE PERSONE Eccone altre ancora. Le mostrano.DISTICHON Vi credo, poeti non ne mancano sulla nostra isola. Si chiama Flora perché

questa dea l'ha ricoperta di fiorellini di tutte le specie. Non sappiamo cosa sia la neve, se non quando Zefiro ci cosparge di fiori bianchi, e questo eterno odore di fiori ci riempie di entusiasmo e ci consacra sacerdoti di Apollo. Anche il calzolaio, con una mano lavora al suo stivale e con l'altra tiene alta la lira dorata.

Il suo spirito audace è affine a quello di Apollo,la cui lira ha corde simili al filo del calzolaio.

AFFRIDURO Eppure adesso è tempo di scambiare la lira con il coraggio. Le sorelle incantatrici devono cadere.

DISTICHON Le ucciderò con versi di quattro piedi a rime accoppiate.

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AFFRIDURO E' già passato un anno da quando le due sorelle incantatrici sono arrivate sulla nostra isola su una carrozza di nubi tirata da due leoni bianchi. Credevamo che le avessero mandate gli dei, ma presto venimmo a sapere che le aveva sputate l'Orco. Subito il loro potere magico edificò un castello, davanti al quale stanno di guardia quei due leoni che uccidono chiunque si avvicini. Devastano i nostri campi e scagliano frecce avvelenate ai servitori del tempio.

TUTTI Guai, guai a loro!

SCENA TERZA

Detti. Il buffone.

BUFFONE con pathos: Guai, guai a loro! In realtà non so guai a chi, ma io sono un buffone e devo essere presente ovunque. Dunque guai a tutti voi, ma non a me.

AFFRIDURO Ci fa piacere, buffone, che tu sia così giocondo.BUFFONE Sono sempre così in mezzo ai miei simili.DISTICHON Parla in modo assennato, si presenterà la sovrana?AFFRIDURO Abbiamo grandi cose da riferire.BUFFONE Arriva subito. Sta organizzando una festa generale alla quale, questa volta, non

sono invitati solo tutti i poeti come sempre, ma anche la gente comune. Capito, Distichon?

DISTICHON Non inviterà mica anche gli artigiani?BUFFONE Aha, temi che ce ne siano alcuni tra di loro a cui sei debitore.DISTICHON Non ho paura, sono orgoglioso che ci sia qualcuno che mi fa ancora credito.

Chi non fa credito? A questo mondo tutto è in prestito. La vita stessa è solo merce data in prestito. La terra sulla quale camminiamo non è esente da debiti. Lo spazio in cui essa fluttua appartiene all'atmosfera, sarebbe cieca se il sole non le aprisse gli occhi. E anche il sole, quel dissipatore, con quella casa tanto splendente, riceve sicuramente il suo oro raggiante da un mondo di usurai.

BUFFONE Parli proprio come Socrate.DISTICHON Non invidiarmi per la mia genialità. L'attività estetica regna su Flora, tu non

sei dei nostri, noi lottiamo indefessamente per l'immortalità.BUFFONE O laboriosi abitanti di Flora, ozio si chiama il vostro mestiere. Voglio suggerirti

un mezzo che ti renderà immortale. Il tempo che trascorri in ozio, capitalizzalo, e quando la tua misera vita si concluderà, cuciglielo dietro a mo' di toppa, così continuerai a vivere per tutta l'eternità.

AFFRIDURO O buffone, come osi scherzare in modo tanto villano in mia presenza?BUFFONE Scusa, non mi riferivo a te, ti prenderò di mira un'altra volta. Egli ha fatto una

poesia satirica su di me, perciò lo sobillerò finché avrò fiato.ODI Fate la pace, ho una cosa da rivelarvi.BUFFONE Cosa? Una novità? Nel frattempo armistizio. Forse ci sarà nuovo materiale per

imprecare.ODI Dunque ascoltate! La nostra principessa è innamorata.DISTICHON Di chi?ODI Beh, guardate, questo non lo so.BUFFONE Ti prego, mantieni il segreto.AFFRIDURO Che cosa hai detto?

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ODI Quando ieri entrò nel silenzioso boschetto dove si intrattiene tanto volentieri, quatto quatto le andai dietro e vidi che tirò fuori dal petto una poesia, che baciò sicuramente più di venti volte.

DISTICHON sospirando: Oh, fossi stato quella poesia!BUFFONE Allora sicuramente non l'avrebbe letta.ODI Poi entusiasta ha gridato: Solo un genio, capace di descrivere l'amore in questo modo,

è degno del mio amore.DISTICHON in disparte: Era una mia poesia? Sono io il fortunato?ODI Però in quel momento arrivò Amphio con il suo candido gregge e mi sono

allontanato.AFFRIDURO Dimmi un po' Odi, come ha avuto Amphio, un forestiero in questo paese,

l'onore di custodire gli agnelli prediletti di Ermione?ODI Ve lo racconterò. Questo pastore non mi sembra un tipo usuale. Un anno fa il

guardiano del gregge della principessa è stato assalito da un serpente, che lo avrebbe ucciso se non fosse saltato fuori da un cespuglio un giovane viandante che ammazzò l'animale. Era Amphio, l'audace giovanotto, e non ha chiesto alcun compenso se non un piccolo impiego nel nostro paese. Disse di essere un orfano che stava cercando fortuna tra i popoli stranieri, poiché non l'aveva trovata nel suo paese natio. Il guardiano, mosso da gratitudine, si ricordò di possedere un toro dalle corna d'oro.

DISTICHON Corna d'oro? L'avessi io questo toro, sarebbe un capitale.BUFFONE Io preferirei di gran lunga un cervo dalle corna d'oro, tutti gli anni frutterebbe

interessi. Fa finta di deporre le corna.ODI Ora pensate, mosso da gratitudine, lo nomina tutore di questo toro.BUFFONE piange: O che delicata veglia, che bella tutela!ODI E poiché egli ha compiuto il proprio servizio tanto fedelmente, si è elevato presto a

pastore del nostro candido gregge. Eppure c'è qualcosa di misterioso in quel ragazzo, e non credo proprio che sia nato per fare il pastore.

AFFRIDURO Si avvicina Ermione, tiratevi indietro.

SCENA QUARTA

Detti. Ermione. Seguito.Coro

Viva Ermione!Felice la regionein cui ella troneggia!

ERMIONE E' veramente insolita l'ora in cui richiedete la mia presenza, ma non esiste tempo in cui io non vi appartenga. I nostri desideri si sono sempre salutati benevolmente, non credo che oggi si separeranno con ostilità. Esprimete ciò che desiderate!

AFFRIDURO Per ordine tuo, o regina, ho interpellato l'oracolo di Apollo, su come debba essere domata la superbia delle sorelle incantatrici e per sapere in che modo, per causa loro, un oscuro futuro minacci il nostro paese.

ERMIONE E il responso dell'oracolo - ?AFFRIDURO La guerra e la rovina minacciano il vostro regno fiorito se non caccerete

fuori le sorelle incantatrici.

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TUTTI Poveri noi!ERMIONE Cosa consigliano i miei saggi?DISTICHON avanza: Dunque ascoltami, nobile Ermione.BUFFONE salta nel mezzo: Per l'amor del cielo, ti lasci proprio andare. Devono parlare i

saggi. Hai capito il contrario. Saresti un saggio, tu?DISTICHON Lo sono - oppure mi consideri un buffone?BUFFONE replicando in modo discreto: Mi hai risparmiato la fatica.DISTICHON Come mai?BUFFONE Credi davvero fermamente di essere un saggio?DISTICHON indignato: Ebbene si.BUFFONE Sei tu stesso a considerarti un buffone, cosa posso farci io? Ho sempre pensato

che tu fossi un saputello, ma di altra saggezza non ti credo capace.DISTICHON Penserò io a ricordartelo, bastardo di un giullare.ERMIONE Concludete la vostra disputa. Parla, Affriduro. La violenza potrà salvarci?AFFRIDURO La violenza? Per la prima volta sento questa parola provenire da te.

Discendente dalla stirpe del tuo benigno padre, hai sempre regnato con mitezza. Qui conosciamo solo poesia, canto e danza, il suono tagliente delle armi ci è sconosciuto, finora abbiamo condotto solo una vita arcadica. Da una parte lo scudo di onde del mare protegge la spiaggia fiorita, dall'altra ripide montagne ci dividono dal nostro potente vicino, il re di Athunt. Le armi ci sono estranee, conosciamo solo l'astuzia.

BUFFONE Anch'io consiglio l'astuzia, qui si stanno facendo troppo insolenti, perciò bisogna catturarli come topi. In disparte: Io piazzo una trappola adamantina e invece del lardo vi appendo due reti enormi.

AFFRIDURO Ascolta dunque il decreto dell'oracolo. Il potere delle sorelle incantatrici non si lascerà vincere, fintanto che Ermione non si sposerà dando al paese un sovrano che sia degno di regnare al pari di lei. Quando ciò accadrà, quel potere scomparirà. Perciò ascolta la supplica di tutto il tuo regno e prendi il re di Athunt come tuo sposo, egli aspira alla tua mano. Tu possiedi lo spirito, egli il coraggio e la potenza. Sceglilo prima che le sorelle incantatrici finiscano per spargere nel suo petto i semi dell'odio ed egli pretenda con la forza ciò che tu hai rifiutato alla sua nobiltà d'animo. Non sfuggirai al destino, poiché le stelle profetizzano al nostro paese un sovrano della casa di Athunt.

ERMIONE Quando due anni fa il re di Athunt comparve con suo figlio alla mia corte per chiedere la mia mano, gli confessai apertamente che, entusiasmata dal valore della poesia, avevo fatto voto al tempio di Apollo, di abbracciare come sposo solo un cantore di nobili canti, sia egli pure il più povero del mio popolo, basta che sia ricco di sentimento e di spirito nobile. Il re di Athunt derise quel giuramento, confessò che sapeva scrivere versi solo con la spada insanguinata. Se ne andò dalla mia corte, lasciandomi però la promessa che egli non avrebbe mai disturbato la bella pace del mio paese. Credi che abbia dimenticato il mio giuramento? Solo a un figlio delle Muse concederò la mia mano.

DISTICHON con orgoglio: La mia patria è il Parnaso.BUFFONE La mia è il Kahlenberg.AFFRIDURO Rifletti sul verdetto dell'oracolo e anche se non vuoi lui, fai comunque una

scelta e salva con ciò i tuoi fedeli.ERMIONE tra sé: Che penoso imbarazzo. Che fare? - Il mio cuore non è libero.TUTTI si inginocchiano: Ti supplichiamo, sovrana.ERMIONE Orsù, sceglierò. Quando la luna ci mostrerà di nuovo la falce dorata, donerò la

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mia mano.TUTTI Viva Ermione!ERMIONE Fino ad allora rivestirò la corazza del mio orgoglio con il morbido velluto

dell'astuzia e cercherò di sconfiggere le sorelle incantatrici con parole delicate. Correte al loro castello e invitatele qui.

ODI guarda fuori e si spaventa: O dei, guardate, sono già là. Vagano per la campagna e danno la caccia ai corvi bianchi.

ERMIONE Dunque corri fuori e chiamale.ODI impaurito: Io?ERMIONE Si, tu!ODI Perdono, non oso.AFFRIDURO Allora sei proprio un coniglio bell'e buono?BUFFONE O no, è solo una zampa di coniglio.ERMIONE Nessuno lo fa vergognare?DISTICHON arditamente, tra sé: Coraggio, Distichon! Le ruberai il cuore. A voce alta:

Vado a chiamarle io. Esce di corsa.BUFFONE fa finta di raccogliere qualcosa da terra: Pss! Pss! Fa cenno a Distichon di

tornare indietro. Amico!ERMIONE Che fai, buffone?BUFFONE Nell'andare via ha perso la paura, intanto gliela raccolgo. Fa finta di infilarla

nel sacco.ODI E' già là che sta parlando con loro, - lo minacciano, sta scappando via.ERMIONE Vergogna!ODI Gli scagliano dietro delle frecce. Grida: E' stato colpito.ERMIONE impaurita: O dei!ODI Ha una freccia nel polpaccio.BUFFONE Adesso abbiamo anche un coniglio lardellato.ERMIONE Allora è caduto?ODI No, sta correndo, è già qui.

SCENA QUINTA

Detti. Distichon con una freccia infilata nel polpaccio.

DISTICHON senza fiato: Ecco fatto!ERMIONE si copre il viso: Sei ferito, figlio della sventura?DISTICHON Al cuore, regina.ERMIONE Ma no, alla gamba.DISTICHON Non è possibile! Si guarda e si sorprende: Ah, Questo proprio non l'avevo

notato!BUFFONE gli sfila via la freccia: Che fortuna quando si hanno le gambe finte.

Invulnerabile come Achille.DISTICHON

Un astuto condottiero sa trincerarsi,il braccio si consacra alla battaglia, il piede serve per ballare.

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SCENA SESTA

Detti. Le sorelle incantatrici, Vipria e Arrogantia in abiti tigreschi, con archi e frecce, entrano veloci e con audacia. Generale grido di sgomento.

TUTTI con terrore: Le sorelle incantatrici!Si fermano tutti irrigiditi formando dei gruppi.VIPRIA Hahaha! Hai sentito? Siamo state annunciate.ARROGANTIA con disprezzo: Ah, popolo pauroso. La paura è di casa qui.VIPRIA Beh? Cosa c'è? Avete guardato la testa di Medusa tanto che la vostra si è

impietrita? - ARROGANTIA Siamo state invitate a una commedia visto che ci viene presentato un

tableau? Dove sei, Ermione, tu che ci hai fatto chiamare?ERMIONE Chiedi con più delicatezza, se desideri saperlo, tale domanda ha per risposta la

morte.VIPRIA con scherno: Dove si trattiene dunque l'illustrissima signora padrona? Con tono di

comando: Chi sei tu dunque? Se sei la domestica di casa, sciogli i lacci della mia scarpa. Aha, tu qui sei la bella damigella di camera, vuoi essere vezzeggiata, annunciaci allora, dispensa il perdono, ti preghiamo: annuncia due povere sorelle incantatrici, baceremo la polvere all'orlo del tuo vestito. Lo simulano.

ERMIONE adirata: Fatele uscire. Sono io in persona, sono Ermione.VIPRIA Non è possibile! Ah perdono, non ti avevo proprio riconosciuta, ti avevamo

immaginata completamente diversa. Ad Arrogantia: Ha proprio delle belle guance.ARROGANTIA Una figura normale.VIPRIA Ha un aspetto così dimesso.ARROGANTIA Direi quasi alla buona.VIPRIA abbracciando Ermione con ipocrisia: Ci fa infinitamente piacere.ARROGANTIA fa altrettanto: Sono sommamente affascinata.BUFFONE O erbaccia di cicuta cosparsa di zucchero!AFFRIDURO Come puoi sopportarlo, Zeus?BUFFONE Eccolo, ora viene fuori con il suo Zeus.ERMIONE tra sé: Battiti, orgoglio mio! E' per la buona sorte del mio paese.VIPRIA Abiti qui, graziosissima? Un bel boschetto di fiori.ERMIONE E' il mio giardino preferito.VIPRIA E una servitù gentile. Il buffone le fa un inchino. Quelle figure? Guarda

attraverso una lorgnette.ARROGANTIA E' costruito come un telegrafo.VIPRIA E' stato messo qui nel giardino per far da spaventapasseri?BUFFONE Devo scacciare i pipistrelli, ma oggi ne sono entrati dentro un paio.ARROGANTIA Chi sei tu, amico sfrontato?BUFFONE E' meglio non dirlo.ERMIONE E' il mio buffone.VIPRIA Bravissimo. Sei l'unico buffone su quest'isola?BUFFONE No. Indicando Distichon: Ho qui l'onore di presentartene un altro.VIPRIA Bene, Ermione, ci piace il tuo regno.ARROGANTIA Eppure abbiamo viaggiato per tutto il mondo. Abbiamo visto i campi di

spezie dell'India.VIPRIA E i terreni di Matzleinsdorf.

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ARROGANTIA Le piramidi d'Egitto - VIPRIA La Spinnerin am Kreuz.ARROGANTIA La cima del Monte Bianco - VIPRIA Il Tiefer Graben a Vienna.ARROGANTIA Il deserto dell'Arabia - VIPRIA E i bei prati rivieraschi di Nu?dorf.ARROGANTIA Ma fra tutti questi mondi ci siamo scelte due isole predilette.VIPRIA La mia si trova sul Danubio.ARROGANTIA La mia si chiama Flora.ERMIONE Se amate quest'isola rispettate anche la sua pace e non disturbatela con

sfrontata superbia.ARROGANTIA con impeto: Chi?VIPRIA arrabbiandosi: Cosa? - ERMIONE Perdonatemi se ho scelto questa espressione dura, vi prego, risparmiate la

felicità di questa terra.VIPRIA Non parlare oltre! Dunque per questo ci hai fatto chiamare?ARROGANTIA Per far qui la parte di un mentore.VIPRIA Sappi dunque che ti odiamo come veleno di serpente.ERMIONE Cosa vi ho fatto?VIPRIA Quando siamo arrivate sulla tua isola, avresti dovuto supplicarci per avere

protezione. Invece ci hai accolte con disprezzo.ARROGANTIA Non ci hai invitate neppure al tè, questo ha irritato molto mia sorella.VIPRIA ad Arrogantia: Non dire sciocchezze, taci.ARROGANTIA Perché? Il tè è il tuo lato debole.BUFFONE in disparte: Ne ha già avuto abbastanza.VIPRIA ad Arrogantia: Non mandarmi in collera e taci.ARROGANTIA Che cosa hai da ordinarmi?VIPRIA con veemenza: Voglio che sia così!ARROGANTIA allo stesso modo: Io no!BUFFONE Ora le signore cominciano ad azzuffarsi.VIPRIA ad Arrogantia: Un'altra volta. A Ermione: A te, donna impudente!ERMIONE Fermatevi, questo è troppo, la forza non deve poter nulla contro di voi?

Prendetele, presto.Tutti fanno per andare verso di loro.VIPRIA e ARROGANTIA tendono i loro archi velocemente: Chi osa? -DISTICHON si tira indietro impaurito: Io no - BUFFONE allo stesso modo: Io neppure.VIPRIA Allontanatevi alla svelta, venderemo all'asta la vostra vita. Minaccia con l'arco

teso.BUFFONE Non attenderò la fine della licitazione. Corre via.ODI Io sono fuori già alla prima offerta. Esce di corsa.ARROGANTIA a Distichon: Quanto offri per la tua? Presto!DISTICHON esce impaurito: Alzo i tacchi.VIPRIA ad Affriduro: E tu, hai una vita in più per la nostra freccia?AFFRIDURO Ne ho una sola e ne ho bisogno io stesso. Addio. EsceARROGANTIA E voi?TUTTI Noi scappiamo!Escono tutti in modo disordinato.

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VIPRIA trionfante: Hahaha, virtuosi in preda al terrore.ARROGANTIA Adesso sei stata abbandonata.VIPRIA Riconosci il nostro potere.ERMIONE piangendo: Povera me!ARROGANTIA sarcastica: Perché piangi?VIPRIA allo stesso modo: Oh, povera tortorella che non sei altro.ERMIONE Lo scherno si ritorca sulle vostre teste, infime serve della magia! E nel

dileguarvi, non avvelenate il boschetto con il vostro alito.VIPRIA Dai vieni. Lasciamola.ARROGANTIA Ma il nostro odio le rimarrà.VIPRIA E questo terreno, variopinto testimone della discordia a cui ha assistito con occhio

vivace, dovrà essere trasformato in deserto. Tira fuori una stella. Stella magica, sottratta all'Ecate oscura, sii adesso con me. A Ermione: Ami questo tempio fiorito? Abbatterò le sue colonne e al loro posto metterò un'ortica coperta di melma, segno di putrefazione. Solleva lo sguardo.

Il giardino crolla, compaiono una palude e alberi disseccati sui cui rami si trovano alcuni corvi mentre altri svolazzano nello spazio oscuro. L'insieme forma una scena orribile. Il vento sibila in modo spaventoso.

ERMIONE rabbrividendo: Terribile!VIPRIA La mia vendetta sarà insaziabile, uguale alla fame di Erisittone, ovunque ti

punzecchierò e ti perseguiterò, ti spierò da ogni filo d'erba.ARROGANTIA Da ogni erbaccia tenderò il collo.VIPRIA Finché la disperazione non ti trascinerà supplice ai miei piedi. Solo allora Vipria si

placherà. Estenuata: Ah, che ne sarà di me. Sono troppo debole per il mio furore.ARROGANTIA delicatamente: Ti sei stancata cara sorellina. Oh, appoggiati al mio

braccio.VIPRIA beffarda: Ti ringrazio! Di soppiatto: Come sei giunta a questa tenerezza?ARROGANTIA di soppiatto: Dalla malvagità, è ciò che la fa adirare. A voce alta: E'

l'armonia dei nostri cuori. Se tu soffri, soffro anche io.VIPRIA teneramente: Oh, che brava bambina! La abbraccia affettuosamente. Poi con

sguardo penetrante verso Ermione: Aspetta, vipera! Debolmente ad Arrogantia: Accompagnami, Arrogantia! Esce appoggiata ad Arrogantia.

ERMIONE da sola: O dei, cosa ho fatto per meritarmi la vostra maledizione? Umiliata e da chi? Dal mio stesso sesso. Fosse almeno un potente mago, ma il fatto che siano donne a vincermi, mi offende proprio gravemente e se, come Argo, avessi cento occhi, si riempirebbero tutti di lacrime di fronte a questo disonore. O Amphio, se tu potessi aiutarmi a sopportare questo dolore! Ma basta! L'oracolo non ha stabilito che se scelgo un marito, si annienta il potere della genia incantatrice? Allora posso dire al mio popolo che amo un pastore? E potrei mai sceglierne un altro? Non ne sono capace, non sono le ghirlande di rosa di Amore che mi legano a lui, bensì di ferro sono i lacci che incatenano il mio cuore al suo. Ma come? Minerva mi ha toccato? Si, è così - dunque egli deve vincere, così sarà mio, posso fare affidamento sul suo spirito. Il buffone si affaccia alle quinte. Cosa cerchi, buffone?

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SCENA SETTIMA

Detti. Buffone. Poi Distichon, Affriduro, Odi, il popolo.

BUFFONE Devo fare una perlustrazione, non osano entrare. Entrate pure, eroi di Flora, il nemico è andato via, avete vinto.

TUTTI entrano correndo e si gettano ai piedi di Ermione: Viva Ermione! Ti giuriamo fedeltà eterna.

DISTICHON Solo per un attimo ci ha vinti la paura, è passata, adesso conta pure sulla nostra forza.

ERMIONE Conto su di loro come sulle bellezze di questo territorio.TUTTI danno un'occhiata: Ah! Che cosa è?DISTICHON da un'occhiata: Maledetta stregoneria, la fulgida natura trasformata in

melma!ERMIONE Una fiorente immagine del vostro coraggio. E' affidabile quanto questa palude,

chi si fida, sprofonda. Perciò non gli affiderò più il mio benessere. Seguirò il segno dell'oracolo, già questa sera la mia terra dovrà essere salvata, mi sposerò oggi stesso, affinché già il sole di domani illumini l'impotenza di quelle incantatrici. Affriduro corri ad adornare il tempio di Apollo, fra un'ora siate là riuniti per ascoltare il mio giuramento: concederò oggi stesso la mia mano a colui il quale, entro il battere della settima ora, comporrà una poesia per me, il cui valore sia superiore a tutte le altre. Non importa quale terra lo abbia generato, se lo adorna un alloro o se ha scelto un bastone da pastore. Sfido dunque la vostra poesia, visto che non siete capaci di combattere per me con la forza dei vostri tendini, allora combattete per me con il vigore dei pensieri. La fantasia vi porti la bandiera, l'intelletto si attacchi all'elmo, l'arguzia sia il vostro dardo, sistemate i versi in righe serrate, invece della tromba fate suonare la rima, dunque avanzate e combattete per il premio!

Tre corone al contempo:il mio cuore, l'alloro e questo regno.

Esce.

Dalla parte opposta escono anche Affriduro con gli idolatri.

NUMEROSE PERSONE Ah! Ci siamo!DISTICHON in estasi, rapidamente:

Spiriti dei poeti,ascoltate il maestro,spronate il cavallo,non siate pigri!Tirate fuori le vostre pennedagli astucci di cuoio,iniziate a scrivere,il premio è grande.Lo sguardo di Fortunaannuncia successo.

BUFFONE Ahimè, sogno o son desto? Questo è troppo! Ora comincia con dei disgustosi giambi. Hahaha!

DISTICHON Cosa ridi, imbecille, testa di rapa nata dalla luna?

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BUFFONE Vergogna della vergogna, dovrete conquistare la mano della sovrana con una poesia, visto che siete tanto paurosi da fuggire alla vista di un ragno. Oh, eroi della preistoria! Prendete un po' esempio dal Teseo di Canova che tiene per la chioma il Minotauro già da dieci anni e non lo molla. Questo è un eroe.

E voi bricconiscrivete poesiepiene di piagnucolii,o teste di rapadi questa isola.

Apollo, capo di tutti i poeti, sbatti la tua lira sulle loro teste, i padri dalla tomba provano vergogna per loro.

DISTICHON Mio padre era un eroe.BUFFONE Anche il mio, era Hanswurst che ha battuto Arlecchino.ODI Lo siamo anche noi.BUFFONE grida spaventato: Le sorelle incantatrici!TUTTI spaventati, fanno per scappare: Aiuto!BUFFONE Haha, probatum est! O spille ornamentali venute al mondo per tremare. Fatevi

costruire un asino grande come il cavallo di Troia e rintanatevi lì dentro con il vostro coraggio.

DISTICHON No, questo è il colmo!Su, fratellidi nobili canti,gettatelo a terra.

Cominciano a picchiarlo.BUFFONE cadendo: Adesso scrivono sulla mia gobba.ODI Trionfo, il mostro è vinto.DISTICHON Io gli ho dato un colpo alla testa.ODI con gioia maligna: Io gliene ho dato uno sulle costole.DISTICHON Facciamo incidere il nostro nome su rame.TUTTI Viva Distichon, eroe valoroso.Escono tutti.BUFFONE fregandosi la schiena: Il campo di battaglia è vuoto. Ah! Questo si che è uno

scontro, ce ne sono state per tutti, nessuno escluso. Ma - onore al merito, uno tra loro ce l'ha. Se è un poeta ha una forza shakespeariana. Pensieroso: O destino di un buffone! Nato fra i grassi pascoli d'Austria, istruito fino al collo, poi cameriere particolare di un lord sconosciuto, gettato su questa spiaggia della codardia e della stupidità. Per misericordia mi hanno assunto come buffone di corte, io che ho più spirito nei pollici di quanto ne sia, da centomila anni, in tutte le teste di questo paese delle favole. E ora a voi, velenosi rospi incantatori, poiché non siete donne. Rispetto per tutte le altre donne: onorate le signore, esse intrecciano e tessono. Basta, il resto non mi viene più in mente - ma queste non sono donne, sono figlie del cortese Cerbero e dell'affascinante Idra. Perciò vi imploro, o quattro venti del cielo, chiamatemi a raccolta a suon di tromba, tutte le malattie di questo secolo tisico e lasciatele a mia disposizione. Venite qui, dodici mesi di questo anno profondamente offeso, maledirò l'intero calendario e ne farò loro dono per capodanno.

Molto dolcemente inizia Gennaiocon raffreddore, mal di collo e catarro.Di sera lievi dolori articolari,

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da far mordere le labbra per il dolore.Poi, visto che entrambe sono vanesie,diventeranno una sorda, l'altra ciecae che i loro graziosi visettisi ricoprano di brufoletti.

A Febbraio lascio la sceltadi pensare la sua propria pena.La gotta va bene, ma preferirei augurarela clorosi o la febbre gialla.Marzo e Aprile procurate fitte ai fianchi,Maggio dovrà vendicarsi con i crampi.A Giugno tutt'al più pioggia,in modo che abbiano l'idropisia al collo.

Luglio è il momento dell'estatein cui ci si diverte nella verde campagna.Solo per loro non fiorisca alcuna valle,tutto il mondo diventi il loro ospedale.Ad Agosto la fame si farà ardente,ma il loro stomaco rimanga freddo come ghiaccio.Niente ostacoli il progredire del loro appetito,magari l'una divorerà l'altra.

Settembre spargi rugiada avvelenata,che colori di grigio i loro capelli.Ottobre richiama a casa la foglia,e i loro denti si spezzeranno.A Novembre cade il loro onomastico,manderò in dono la peste.E prima che arrivi Dicembregià saranno in agonia.

Eppure il divertimento non è ancora guastato.Appena crederanno di essere morte,facendo inorridire il mondo, vomiteranno ancoradue draghi velenosi.Allora il tempo, per loro supplizio, apporràil sigillo dell'eternità.Il mio buon cuore porge lieto alle sorellel'augurio per il nuovo anno.

Esce.

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SCENA OTTAVA

Cambiamento di scena.Valle romantica. Alcuni agnelli bianchi pascolano sulle colline. Amphio è seduto su una pietra e suona un canto delicato con il suo flauto. In primo piano si trovano due naiadi di pietra su piedistalli, a grandezza naturale, poste su recipienti d'acqua.

AMPHIO da solo: Dove ti attardi oggi, nobile Fantasia, tanto che la tua immagine ancora non si dipinge nell'azzurro etere e non si abbassa a me con vivaci oscillazioni? Come il medico, che ogni giorno visita i malati, ogni mattino tu scendi dolcemente su di me, per guarire il mio spirito malato d'amore. Ispirato da te, ho intonato quei canti che conquistarono il cuore della regina, a te devo la bella speranza di governare questo regno per la mano a Ermione. Il suo amore può dirsi mio, ella stessa me lo ha confessato. Adesso rivelerò il mio rango per condurre a casa la sposa regale. Prima però devo confidartelo, nobile Fantasia, tu hai addomesticato in me il coraggio, mi hai fatto diventare un pastore silenzioso e solo il tuo consiglio dovrà stabilire se potrò tirare via il velo da questa immagine illusoria. Ma cosa vedo? Un altro sole risplende là verso di me, è Ermione che corre su quella collina. E' la gioia? E' la paura, che accelera così il suo passo?

SCENA NONA

Detto. Ermione.

AMPHIO le corre incontro e cade ai suoi piedi: Sovrana!ERMIONE per tutta la scena parla velocemente e in modo concitato: Non oggi, ho

ceduto il potere al tempo, sono schiava della mia fretta.AMPHIO Sono preoccupato per te. Cosa combatte in te?ERMIONE La fiducia contro la paura. Il mio popolo, il furore delle ninfe incantatrici, è

Apollo stesso a ordinare che io leghi il mio cuore oggi stesso.AMPHIO Il tuo cuore, è ancora tuo?ERMIONE con delicatezza: Tu lo sai. Ma la mia mano - AMPHIO Povero me!ERMIONE Stai calmo, Amphio, una bella vittoria arride al tuo spirito. Nuovamente

convinta dalla poesia che mi hai consegnato ieri, che in confronto a tutti i poeti del mio regno tu sei un Creso della fantasia, ho osato l'ardito giuramento di nominarti sposo questa sera stessa: chi entro la settima ora mi consegnerà la più bella lirica, otterrà oggi stesso la mia mano e questo regno.

AMPHIO Oh, come mi rendi felice. In disparte, in fretta: Ah, segno della Fantasia, solo l'arte poetica dovrà conquistare l'alto premio. No, non mi scoprirò ancora, la più alta felicità dovrà diventare mia solo grazie a me stesso.

ERMIONE Perché confidi le tue parole ai venti? Sei turbato?AMPHIO Perdono, la gioia danza con i miei sensi, confida in me e nella forza del mio

amore, mia sarà la vittoria, io combatterò per te, per questo motivo la sensibilità dei poeti del tuo paese sarà rugiada in confronto al mare dei miei sentimenti.

ERMIONE Si, ho fiducia in te, la speranza agita la bandiera dorata. Ma ora addio, corro al tempio per convalidare il giuramento. E quando il sole scenderà nel grembo argentato

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del mare, io cadrò riconoscente al tuo petto, o vincitore. Ma ora nasconditi in fretta, mi stanno cercando. Poi corri al tempio. Là, per bocca dell'oracolo, ti sarà reso noto il soggetto del componimento encomiastico.

AMPHIO Addio, abbi fiducia in me. Esce di corsa.

SCENA DECIMA

Detta. Buffone.

BUFFONE Perdono, sono corso prima, profondissimamente devoto, per venirti a prendere.

ERMIONE Sei venuto da solo?BUFFONE O no, un buffone ne porta dieci. Indica la scena.AFFRIDURO entra e si inchina: Io sono il secondo - breve pausa - e porto la notizia che

Apollo ti sta aspettando.Odi e otto abitanti dell'isola entrano e si inchinano.ODI Noi siamo gli altri - e veniamo a prenderti.Poi si mettono cinque da una parte, quattro dall'altra in modo che Affriduro sia il decimo.BUFFONE Mantengo la parola, il numero è completo.ERMIONE Seguitemi dunque. Esce.Tutti dietro di lei.BUFFONE Voi buffoni andate avanti, il saggio vi seguirà. Esce con sussiego dietro di

loro.

SCENA UNDICESIMA

Le due statue distese spariscono e al loro posto, sui piedistalli, nella stessa posizione, si trovano le sorelle incantatrici, che saltano su rabbiosamente e vanno avanti e indietro.

VIPRIA No, questo è troppo. Ama un pastore. Neppure il sole ha mai visto una cosa simile. E' veramente bello? Non l'ho osservato con attenzione.

ARROGANTIA Ha l'occhio brillante.VIPRIA Sul serio?ARROGANTIA E labbra come rubini.VIPRIA Allora avrebbe dovuto innamorarsi di noi, non di lei.ARROGANTIA Sono della stessa opinione.VIPRIA Non potrà averlo. Come posso impedirlo?ARROGANTIA Ah, rifletti sorellina, ti prego.VIPRIA Pazienza. Con una poesia la sua mano gli apparterrà? Non è così? Dobbiamo fargli

perdere il gusto di poetare. Ma come? Lo chiedo a te, stella magica. Tira fuori la stella e vi guarda dentro, fa un balzo: Ehi, cosa si riflette in te? Cosa oscilla là nel blu del cielo? Guarda su!

ARROGANTIA guarda in alto: E' un'aquila.VIPRIA Ti sbagli, è la Fantasia, va da Amphio, ha lodato per lui la mano di Ermione.ARROGANTIA Così egli ha detto.VIPRIA Ora riprendo vigore, il mio piano è maturo. La prenderemo e poi la

imprigioneremo. Poi voglio vedere chi scriverà una poesia qui.

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ARROGANTIA Io ho molto ingegno, eppure non ti capisco.VIPRIA Capisco! Chi può comporre poesie? E' la Fantasia che crea pensieri poetici. Se la

teniamo prigioniera, a nessun poeta verrà in mente qualcosa.ARROGANTIA Allora non verrà fatta alcuna gara di poesia?VIPRIA Verrà fatta questa sera stessa. Però costringerò la Fantasia a ispirare colui, che io

avrò destinato quale sposo di Ermione e come sarà il suo aspetto puoi certo immaginartelo ed ella dovrà prenderlo, se egli offrirà il miglior componimento poetico, lo sta giurando in questo istante nel tempio di Apollo.

ARROGANTIA Un bel piano. Nascondiamoci ora.VIPRIA Vola pure, uccellino mio, volerai nella nostra rete.Entrambe si nascondono, ricompaiono le statue al loro posto precedente. Inizia il ritornello dell'aria. La Fantasia scende dolcemente sulla nebbia rosea ad ali spiegate color dell'iride.LA FANTASIA

Sono una creatura dalle maniere semplici,un bimbo dai mille capricci,che unisce la cosa più umile a quella più nobile,è davvero sorprendente.Per farla breve sono uno spirito forte,in me vedono la Fantasia.

Al pubblico

Se la cruda realtàferisse i Loro cuori,si rifugino nel mio regno,allevierò i Loro dolori.Poiché tutta la felicità, anche se non lo si crede,alla fine è davvero solo fantasia.

Nella sfrenatezza poeticapercorro in volo grandi distanze.Il sole lo infilo nel cappelloe gioco a dadi con le stelle,ma prima della melodia dell'applausola Fantasia si inchina profondamente.

Fa un profondo inchino.

Ma è proprio una vergogna che la Fantasia, che viene dall'alto, appaia come mediatrice in un romanzo d'amore. Apollo stesso unirà questa coppietta, poiché, detto tra noi, egli è un vanesio, come molti poeti e il giuramento di Ermione di scegliere solamente un poeta, lo ha talmente entusiasmato, che mi ha raccomandato di educare per lei Amphio come poeta e buon marito, educare - nota bene, perché di solito i poeti più educati, sono i mariti più maleducati. Ecco che arriva il mio candidato, lo prenderò un po' in giro.

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SCENA DODICESIMA

Amphio. La Fantasia.

FANTASIA Bene, mio poetico amico, come ci siamo comportati? Il nostro sonetto di ieri ha strettito più saldamente i lacci di Afrodite?

AMPHIO E' in tuo potere legarli per l'eternità.FANTASIA piange in modo infantile: Io, povera bambina, devo sposare gli altri e per me

stessa mai brillerà la fiaccola di Imene. Nasconde il volto.AMPHIO preoccupato: Chi disdegnerebbe la tua mano?FANTASIA scoppia in una sonora risata: Pensi che lo dica sul serio? Cosa me ne importa

degli uomini di questo mondo terreno, cosa conta per me un Apollo umano! Io sono la Fantasia, con la mia stessa forza posso creare un'immagine della più alta bellezza, poiché dall'etere roseo, posso plasmarmi lo sposo secondo l'affascinante figura di Adone, nel cervello gli metto la saggezza di Minerva, alla lingua dono l'eloquenza di Polinnia, nel suo petto effondo la dolcezza di Latona. Posso costruire dunque il mio ideale dalle forze divine e fuggire con lui verso un mondo celeste in sfere sconosciute. Là edificherei il tempio di Amore con rubino brillante e lo farei illuminare da mille raggi di sole. Poi ruberei a Saturno la falce del suo tempo e la spezzerei in due per il nostro amore, affinché ogni bacio si trasformi per me in eterna letizia.

AMPHIO Ah, scherzi ancora, non sai come sia poeticamente importante questa ora.FANTASIA Non offendermi, io stessa oggi ho indotto Ermione a prendere la decisione di

chiedere un componimento encomiastico, affinché questo noioso affare di cuore termini una buona volta.

AMPHIO Oh, allora non mi negherai il tuo aiuto. La giornata odierna è decisiva.FANTASIA Eppure sei ancora modesto, ricorri al mio aiuto solo alla luce del giorno, ma

alcuni poeti sono talmente pazzi da scrivere tutta la notte e se la Fantasia non è già seduta sul calamaio, mi implorano di comparire per mezzo di ponce e champagne e chi può resistere all'invito di un francese tanto buono come lo champagne? Io no.

AMPHIO La sovrana sta giurando in quel tempio, corro per riferirti cosa dovremo celebrare. Come sono contento, come tremo, oh, che angoscia questa alternanza di gioia e paura.

FANTASIA Ah, come ti angoscia questa piccola alternanza e come prenderebbe volentieri il tuo posto qualcuno che oggi deve pagare una grossa cambiale. La gioia è un banco di cambio, deve cambiare, poiché la gioia sta nel cambiamento. Ma per tranquillizzarti emetterò in tuo favore una cambiale al grande banco di cambio Amor et Compagnie. Bene, l'avrai proprio al sicuro, poiché se l'amore smetterà di pagare, il mondo farà bancarotta. Vai dunque e prendi il soggetto. La Fantasia rimarrà qui e quando ritornerai, cingerò il tuo spirito e la lirica infantile sarà pronta.

AMPHIO E otterrà la mano di Ermione?FANTASIA Lo giuro sulla testa di Schiller nella quale ho troneggiato orgogliosamente.AMPHIO Ho fiducia in questo giuramento. Cade ai suoi piedi.FANTASIA lo solleva: Torna presto, ti aspetto. Amphio esce. Fantasia da sola. Oggi è

un'allegra giornata per me. Come sta bene la Fantasia quando può riposarsi dal poetare e può parlare in semplice prosa. Canta una divertente melodia di Rossini. La Fantasia può tutto. Saltella tutto intorno. E' una creatura spavalda.

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SCENA TREDICESIMA

Detta. Vipria e Arrogantia, armate l'una con una freccia, l'altra con arco e freccia.

VIPRIA sbarrando il passo alla Fantasia: Fermati! Qui vive?FANTASIA Bonne amie, la Fantasia.VIPRIA Nessuno può passare, datti prigioniero, corvo variopinto!FANTASIA Ma non così facilmente. Le strappa di mano la freccia e la ferisce.VIPRIA Maledetta vipera! Si tiene il braccio.FANTASIA corre verso una bassa collina e fa l'atto di alzarsi in volo: Strega, pensa a

me.ARROGANTIA ha teso l'arco, colpisce la Fantasia a una spalla, ferendole un'ala: E tu a

me!FANTASIA cade: Povera me! Mi ha colpito!ARROGANTIA con gioia maligna: Ora conosci il mio dardo!VIPRIA Portiamola via.Entrambe la incatenano.FANTASIA O sorte infelice!VIPRIA Rinchiudila in gabbia. Vado a trovarle un poeta.Arrogantia trascina la Fantasia per le catene.FANTASIA Apollo!ARROGANTIA Seguimi!Arrogantia esce con la Fantasia.VIPRIA da sola: Adesso avvolgimi, magica oscurità. Calano delle nere nubi che al centro

formano una stella. Si fa notte. Ora stella magica, profana il tuo splendore e irradia perfidia e cattiveria come bramano i miei sensi assetati di vendetta. La stella si apre, sulla parete si vede la trasparente immagine colorata di un arpista, seduto con la sua arpa. Hahaha, benvenuto, brutto ceffo, ti nomino suo sposo. Compare una carrozza tirata da sei corvi, con due fiaccole al posto delle lanterne. Via, attraverso i cieli, affinché io possa rapire velocemente quest'essere, frutto di un'ora ipocondriaca della natura. Esce volando.

SCENA QUATTORDICESIMA

Cambiamento di scena.L'interno di una birreria. Vari avventori ai tavoli. Il calzolaio. Lo stagnaio. Un forestiero. L'oste. Il cameriere. Da una parte una credenza con misurini per bevande. In fondo è appesa un fogliettino di carta nera su cui si legge in trasparenza: Oggi suonerà il famoso arpista Nachtigall. Breve musica adatta al cambiamento di scena.

CoroIn effetti i cibi sonomagnifici, splendidi, squisitie l'unico neo èche manca ancora l'arpista.Dicci un po', buon oste,ma dov'è Nachtigall?

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NUMEROSI AVVENTORI Ma cosa succede, signor oste?OSTE Prego, signori miei, non arrabbiatevi se non c'è ancora l'arpista. Lo so che persone

del genere sono insopportabili.CALZOLAIO Se almeno non fosse così villano con gli avventori.STAGNAIO No, è proprio vero, c'è di che ridere di lui, ha delle belle idee, eccome!CALZOLAIO Recentemente ha chiamato asino quel signore, è stata una bella pensata.OSTE Si, è vero, è il secondo buffone, ho un gran numero di avventori grazie a lui, alla

gente piace la sua grossolanità, ma egli strafà, gliel'ho già detto, se offenderà ancora qualcuno, non dovrà più venire.

FORESTIERO E' l'arpista che ha cantato ieri? Ma non è affatto capace, ora ne arriverà un altro da Linz, dovranno ascoltare quello. Ehi, cameriere, una porzione di testina di agnello.

CAMERIERE Subito, Vostra Grazia. Sta arrivando Nachtigall.TUTTI Era proprio l'ora.

SCENA QUINDICESIMA

Detti. Arriva Nachtigall con l'arpa, vestito in modo caricaturale.

NACHTIGALL Canto

Non c'è niente di più bello al mondodi un arpista,se è gradito ai suoi ospitied è sempre allegro.Se anche prende una sbornia,canta arzillo più che mai,e se non può più cantare,passa sotto silenzio.

E' sensibile solo alla sua arpa,è addirittura la sua donna,può suonarla come vuole,tanto non lo prende per i capelli.Così canterella per tutta la vita,un bel giorno sarà tutto finitoed egli sarà morto, si dirà di lui:era un buon burlone.

OSTE Ma perché proprio così tardi, signor Nachtigall?NACHTIGALL Chiedo perdono, avevo mal di testa, mi sono ubriacato. Ieri ho preso una

sbornia. E il nostro portiere, se uno suona alle dodici, apre solo all'una e allora per questo mi sono appoggiato al portone e mi sono addormentato, improvvisamente apre di scatto e io cado lungo disteso dentro al portone. Butto in terra lui e io mi rialzo.

CALZOLAIO Perché ha di nuovo preso la sbornia. Adesso si inizi pure.

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NACHTIGALL Subito, Hansel, la mia colofonia per bagnarmi l'ugola.CAMERIERE Già lo so. In disparte: Sono sei boccali di birra.NACHTIGALL E il piatto di stagno per riscuotere.FORESTIERO Cameriere!NACHTIGALL Aha, sei già qui, uccellaccio, oggi succederà qualcosa.FORESTIERO Quando potrò avere finalmente la mia testina di agnello?NACHTIGALL Bene, dai dunque al signore la sua testa d'agnello, non far stare la gente lì

seduta così a lungo senza testa.Il cameriere porta la testina d'agnello.OSTE Ricominci pure. Signor Nachtigall, glielo consiglio.NACHTIGALL Signor oste, ci sarà una lite con quello. Lo conosco, vuole rubarmi il pane.OSTE Non si azzardi.NACHTIGALL E' inutile, sono un uomo litigioso, che si litighi.OSTE Se mi offende un avventore -NACHTIGALL Non è un avventore, glielo dirò io il perché.CALZOLAIO Inizi una buona volta e canti qualcosa di nuovo.NACHTIGALL Senz'altro. Canta e suona l'arpa.

CantoIl vino nuovo è proprio nettare degli dei,spesso fa ubriacare le persone migliorie chi vorrà vedere splendere il sole di notte,basta che vada molto tardi all'osteria del vino nuovo.Perciò, compagni, vi consiglio di andare all'osteria del vino nuovo!

Il vino nuovo dona solo allegria ad una persona,le rinvigorisce il fegato e le divora il petto,porta la gente in cielo più presto,poiché qualcuno che ne ha bevuto un po', sarà già là.Perciò, compagni, vi consiglio di bere del vino nuovo!

Il vino nuovo non conosce alcun favoritismo,non si lascia corrompere, fa il suo dovere,si tratti di un conte o di un mendicante, in quel caso il nome non protegge,il vino nuovo lo afferra e lo dilania.Perciò, compagni, vi consiglio di bere del vino nuovo!

E se non volete pagare molto, fatelo in modo ingegnoso,facendo ubriacare l'oste con il vino nuovo.Nell'ebbrezza vedrà doppio, quindi pagatelo velocemente,così ne uscirete pagando metà della bevuta.Perciò, compagni, vi consiglio di bere del vino nuovo!

FORESTIERO ride ad alta voce: Non si può proprio ascoltare. Cameriere, il conto!NACHTIGALL Ah! Smette improvvisamente. Oh, oggi non mi sfuggirai. Prende il

piattino e fa il giro. Abbiano la bontà, signori miei. Al forestiero: La prego umilmente.

FORESTIERO Cosa c'è? Non ha ancore cantato un bel niente.

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NACHTIGALL Ho appena smesso.CALZOLAIO Si, ma il signore aveva già cessato prima di cominciare.NACHTIGALL Non mi interessa, ieri ha richiesto due canzoni e non ha pagato niente.FORESTIERO Impertinente.NACHTIGALL Lei è impertinente.FORESTIERO Non mi irriti.NACHTIGALL Non mi tormenti.FORESTIERO Tutt'altro. Cameriere, il conto!NACHTIGALL Macché cameriere il conto, arpista il conto.CALZOLAIO Calma, quel signore ha ragione. Chi pagherebbe prima di aver ascoltato

qualcosa? Come calzolaio, io porto la merce in casa e spesso non ricevo denaro, men che mai in anticipo.

NACHTIGALL Perché il signore è diventato calzolaio? La gente prende a calci questo signore con la sua stessa merce. Ma questo non lo sopporto, è un arpista di Linz travestito, costui vuole soppiantarmi.

FORESTIERO E' una bugia. Gli getta una monetina d'oro. Eccola, e ora marsc'.NACHTIGALL Niente marsc', alt! E' un ordine. Ecco i suoi due groschen. Con questi non

mi comprerà gli sgarbi che oggi stesso Le farò. Lei ha imprecato contro la mia voce, ha detto che mi chiamo Nachtigall proprio per il fatto che la gente è sempre piena di livore quando canto di notte.

FORESTIERO Ragazzo, prendo il mio bastone spagnolo e - NACHTIGALL Come - per un canto tedesco vuole dare colpi spagnoli? Se Lei fosse un

abile arpista, farebbe uscire un paio di bei trilli, invece Lei è un cantante dell'epoca primitiva che in quella attuale non sa più far niente.

FORESTIERO Signori miei, diano retta a me, io sono un viaggiatore.NACHTIGALL E io sono un pazzo e anche se Lei è andato molto lontano, ai miei occhi

non è poi tanto lontano.OSTE Ora il signore stia zitto o cambierò tono.NACHTIGALL Allora si accordi su uno, io mi intonerò in fa.OSTE E io allora in sol. Indica la porta.NACHTIGALL Quale sol? Pronuncia tali sillabe? La, ora in qualità di arpista dovrò

cambiare tono.CALZOLAIO Dunque ora se la prende anche con l'oste.OSTE Le interdico tutta la mia osteria.NACHTIGALL Tutta? Non può farlo, perché deve ancora pagarne la metà. Del resto ai

miei occhi Lei è un brav' uomo, ma la Sua birra non è buona a nulla.OSTE Visto che non smette con le Sue villanie, se ne vada subito.NACHTIGALL Visto che non smetto con le mie villanie, rimango ugualmente. I miei

rispetti, ai miei stimati avventori, ma signori miei, esorto Loro sul Loro onore, sono capaci di dirmi qualcosa di cortese?

TUTTI No, questo è vero.NACHTIGALL Vedano. Una sola voce. Sono un uomo retto, mi faccio buttar fuori dalla

porta diritto come un fuso, ma rientro dentro, so già il perché, ma due lire in un'osteria non stanno bene. Costui è un arpista e deve andarsene.

TUTTI Deve andarsene.NACHTIGALL Voglio vedere chi mi porterà fuori dall'osteria.

Tuono. Notte. Vipria esce dalla botola.

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VIPRIA forte: Io!NACHTIGALL Dio mio, l'uomo nero!Entrambi sprofondano. Tutti rimangono stupefatti.

CoroChe trambusto, che fragore,trema tutta l'osteria,santo cielo, assistici,è una stregoneria di Satana.

Violento tuono, un fulmine attraversa il fondale e lo divide in modo che la metà inferiore formi una sorta di triangolo, la parte superiore crolla e si vede, in luminosa lontananza, ondeggiare piccolissimo il carro di nuvole con Nachtigall e Vipria. Mentre sul davanti rimane buio, lo sfondo è illuminato dal fuoco ellenico.

Ahimè, ahimè, siamo perduti,vedete, la strega e il furfantevolano nel cielo veloci come frecce.

Cala il sipario.

FINE DEL PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

SCENA PRIMA

Paesaggio romantico davanti al colossale palazzo delle sorelle incantatrici. Due leoni bianchi stanno davanti all'entrata. Al suono di una debole musica, con la sua carrozza di nubi, Vipria scende a terra con Nachtigall. Continuano a litigare durante la discesa.

NACHTIGALL Lasci perdere, io non rimango affatto.VIPRIA Taci!La carrozza di nubi è a terra, Nachtigall salta fuori arrabbiato.NACHTIGALL Ma se non voglio. Eccoci, ora scendiamo in un paese dove io non mi

troverò mai a mio agio, dovrò allora morire di fame, è un'isola inospitale, dove potrò trovare un oste che abbia bisogno di un arpista?

VIPRIA Calmati, provvederò io alla tua tavola.NACHTIGALL Lei? Bene, allora ho già mangiato se do ascolto a questo. Lei non mi

abbindolerà più.VIPRIA Frena la lingua e abbraccia la ragione.NACHTIGALL Quale ragione? Io ragiono abbastanza. Come può Lei essere una persona

per bene? Entra sola soletta nell'osteria come un ussaro, mi carica e mi rapisce, proprio me, uomo innocente, non si vergogna?

VIPRIA Ti ho rapito per portarti verso la tua fortuna.NACHTIGALL Davvero? E per questo motivo viene con un simile equipaggio? Si arriva

con sei morelli, ma non con sei corvi, uno si arrabbia per forza.VIPRIA Eppure io ti porterò in alto.NACHTIGALL La ringrazio per un simile innalzamento. Quando sarò appeso in aria e i

corvi mi voleranno intorno. Vuol fare di me un pendaglio da forca?VIPRIA Ora sei un mendicante, diventerai un Creso.NACHTIGALL Ah, La prego, ora mi chiama addirittura accattone. Non ha notato le mie

stupende conoscenze, non ha sentito quale lustro mi ha conferito l'oste? Ora Lei verrà subito con me e mi condurrà in un luogo dove io possa querelarLa.

VIPRIA Ti dono in pasto ai leoni se non ti piegherai alla mia volontà.NACHTIGALL Che tipo di leoni? Si guarda intorno e scorge l'edificio insieme ai leoni,

trema. O accidenti, sono due cani bolognesi. Indicando un leone: Questa qui deve essere una femmina, fa la civettuola con me. Ora cambio tono. Carissima! Cade in ginocchio. Ora sono quel che Lei vuole, sono un accattone, un'accattona, un'intera famiglia di accattoni, se Lei comanda, anzi La prego, mi doni anche solo un po' della mia vita.

VIPRIA Alzati, dai occhi alla tua cieca paura e guardati intorno nella patria dei fiori.

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NACHTIGALL rimane in ginocchio: Lo so, i miei rispetti, un bel paese, gli bacio la mano, ricco di fiori, mi è piaciuto già da lontano, l'avevo preso per un grande vaso di fiori.

VIPRIA Non sei rapito dal buon profumo?NACHTIGALL Come no! Tutto il paese è un recipiente pieno di brillantina.VIPRIA Alzati. In disparte: Questo sciocco è proprio adatto al mio piano. Ad alta voce:

Questo paese non è disabitato come te lo figuri. Qui vivono migliaia di persone e su essi regna una giovane e bella regina.

NACHTIGALL Due regine dunque? Una giovane e una bella? Allora se quella giovane è anche bella e quella bella anche giovane, la scelta è davvero difficile. Sarebbe una fortuna se potessi diventare arpista qui.

VIPRIA Oh, che creatura modesta! Regnerai al suo fianco, già da domani.NACHTIGALL La smetta. Burlona, Lei mi prende in giro. Dovrei prendere una regina?

Un coniglio forse.VIPRIA Ti ho rapito come strumento della mia vendetta, oggi stesso scriverai qui un

componimento encomiastico, per mezzo del quale la mano della sovrana dovrà essere tua. Tra migliaia consegnerai il migliore.

NACHTIGALL Consegnare il migliore? Rara virtù di un fornitore.VIPRIA Ora corri e presentati a quel sontuoso palazzo, là dai ad intendere che sei un

menestrello, un cantore dalla lontana Inghilterra, che ti è apparso Apollo in un sogno delirante e che ti avrebbe ordinato di navigare verso questo paese per salvare qui l'onore della poesia e conseguire la dignità che spetta al tuo spirito e al tuo orgoglio.

NACHTIGALL Sarà un entrata pomposa, con il cappello stracciato e la giacca rattoppata.VIPRIA Una mia parola ti avvolgerà in abiti d'oro e io ti regalerò un'arpa d'oro.NACHTIGALL Ah, allora avrò un coraggio da leone, faccia quindi attenzione. La più

recente scoperta in medicina è che l'oro rinvigorisce i nervi. E come l'hanno scoperto? A un povero diavolo, che dalla fame non ce la faceva quasi più a camminare, hanno riempito le tasche di ducati e improvvisamente si è manifestata in lui una tale forza ed è diventato così impertinente, che ha buttato fuori dalla porta le persone più distinte. Pum, gli hanno riportato via tutto l'oro ed egli è diventato nuovamente un miserabile come prima.

VIPRIA Voglio mettere alla prova questa forza su di te. Vai! Là incontrerai molti poeti, ridi pure del loro scherno. Fatti condurre da Ermione, così si chiama la regina, là mena vanto, con millanteria aumenta la bruttezza che la natura ti ha conferito, affinché il tuo aspetto rovini la sua allegria. Poi ritorni indietro velocemente e bussi a questa porta, qui, con l'aiuto della Fantasia, comporrai la poesia che ti bollerà a eterno tormento di Ermione, quale sovrano del suo regno e del suo fascino mezzo spento.

NACHTIGALL Devo bussare al portone di fronte al quale si trovano quei due portinai? Io lascio stare. Se uno capisce male invece della porta apre le fauci. Che ci vada Aken, io no davvero.

VIPRIA Il topo non si occupa del leone. Vai, provaci. La sorella ti aprirà.NACHTIGALL Ora i leoni hanno anche una sorella. Che fare? Qui due leoni maschi,

indicando Vipria, là una tigre femmina. Chi è ora il più mordace? Si cominci pure a mordere. Risoluto: Parteggio per i leoni. Forse sono tanto generosi quanto io sono pusillanime. Coraggio, Riccardo Cuor di Leone! Corre, bussa rapidamente e balza subito indietro. L'ho toccato, cosa ho toccato lo saprà il cielo.

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SCENA SECONDA

I battenti del portone si aprono di scatto. Arrogantia viene avanti. Detti.

ARROGANTIA Chi osa bussare a questa porta?NACHTIGALL E' proprio così. Una non era abbastanza per tormentarmi, esce anche la

continuazione.ARROGANTIA Cosa vuoi tu, essere a metà tra la scimmia e l'uomo?NACHTIGALL Eccoci, lo sapevo io, la seconda parte è sempre peggio della prima.VIPRIA Come puoi oltraggiare colui, che il mio sguardo ha scelto tra milioni come suo

strumento.NACHTIGALL Ha preso proprio me, è una bella fortuna, come quando viene ucciso un

uomo su dieci.VIPRIA Ecco, ti presento l'eroe di questo giorno, il futuro sceicco dell'isola.ARROGANTIA Che magnifica caricatura! Hahaha, amico, sei il più bell'essere deforme

che io abbia mai visto.NACHTIGALL La prego moltissimo, mia gentile Bella Donna, Lei è troppo benevola. No,

la descrizione che quella dà di me, è scandalosa.VIPRIA Cosa sta facendo la Fantasia, non ha distrutto la gabbia?ARROGANTIA La disperazione ha imperversato in lei, ma adesso si guarda intorno

tranquilla e ora splende il suo occhio, ora una lacrima si specchia in esso.VIPRIA Mi fa pena, quel povero usignolo.NACHTIGALL Hanno un usignolo anche là dentro? Alla fine andranno in giro ad

acchiappare tutti gli usignoli. Oh, povero usignolo che non sono altro, alla fine entrerò in una voliera e dovrò bere da una vaschetta e per me un misurino sarà troppo piccolo.

VIPRIA Come sta il nostro branco di poeti, fa effetto su di loro la prigionia della Fantasia?ARROGANTIA Magnificamente. Tutti i poeti di quest'isola corrono disordinatamente in

sciocca confusione, neppure un verso è a disposizione delle loro teste vuote, da quando la Fantasia se ne è allontanata.

VIPRIA Vieni dunque, voglio annunciare alla Fantasia come può conquistarsi la libertà. Nel frattempo costui comparirà nel palazzo di Ermione. Toccalo con la tua freccia.

ARROGANTIA Risplendi, sassolino, e trasformati in pietra preziosa, per lo meno all'esterno.

Tocca Nachtigall, che si trova indosso un abito da cerimonia ricamato in oro, contemporaneamente sul sedile erboso, sotto un albero, compare un cappello ornato di piume che gli viene dato da Arrogantia. Vipria tocca un albero dal quale pende improvvisamente un'arpa d'oro.

VIPRIA E io ti dono quest'arpa,vai e falla risuonare.

Per mezzo della sua musica condurrai al dolore un cuore allegro.Per mezzo di essa conquista il premio poetico, cantore del piacere lieto,e pianta così il dardo della vendetta nel petto di Ermione.

Entrambe entrano nel palazzo.

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NACHTIGALL da solo: Adesso fuggono via tutt'e due e mi lasciano qui. Se ho capito una sola parola di tutto quel chiacchiericcio, sono un uomo malvagio. Non so proprio cosa vogliano da me, visto che avrei preferito stare nella mia birreria, la lombata che avevo ordinato mi diventerà fredda. E se non faccio ciò che esse comandano, alla fine mi uccideranno addirittura, quelle due litigiose. Mi hanno vestito bene, se ne potrebbe ricavare qualcosa. Non ci capisco niente. Mi manca il senno e dovrei fare un componimento encomiastico. A nessun costo, non posso. Canzoni ne ho fatte abbastanza, sono stato molto scanzonato, anzi direi prolifico di canti. Ma versi funesti, toccanti, non ho ancora provato a comporne. Macché, mi affido alle mie due sorelle snaturate, adesso mi reco al palazzo e andrò a ricevere rispetto come si deve, o delle belle botte. Il caso è uno strano protettore, ha già tratto d'impaccio molte persone.

Aria Il caso manda in giro molti uccellinidi due generi diversi,svolazzano intorno al naso al mondo interoe gli recano benessere o dolore.Quelli felici hanno un'uniforme rossa,quelli cattivi sono neri come corvi,mentre quelli rossi volano sulla campagna fiorita,quelli neri volano a valle.

Perciò, o caso, ti prego cortesemente, mandamioggi un uccellino roseo,che voli dentro la sala dei miei ascoltatorie li predisponga all'indulgenza e alla gioia.Poi farò vibrare l'arpa, conquisterò la sposae la condurrò a casa in giubilo.Se sarà davvero la mia mogliettina, griderò forte,amico caso, sparisci ora.

La fedeltà non può mai esistere solo per caso,il caso porta spesso un accompagnatoree i casi fortuiti che guardiamo con gelosia,in verità non ci rendono felici.Se però la mia mogliettina morisse, esperienza funesta,non sarà mai il mio desiderio,allora, o caso fortunato, non dimenticarmi,presentati con un'altra.

Esce.

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SCENA TERZA

Cambiamento di scena.Palazzo di Ermione. Odi. Tutti i poeti dell'isola entrano precipitosi.

CORO a Odi:Facci entrare, corri,chiama svelto la sovrana.Non sopportiamo il tormento,ella rinvia la scelta.

ODI Ma siete diventati pazzi? Il poetare vi ha confuso i sensi?UN POETA Si è esaurito l'alto dono dell'arte poetica, siamo stati stregati, non ci viene in

mente più alcun verso. Prega Ermione di venire qui se ti sono care le spalle.TUTTI Si, hai sentito, furfante.ODI gridando: Ho sentito. Uscendo, tra sé: Rozzo popolo di poeti. Esce.

SCENA QUARTA

Buffone. Detti.

BUFFONE entra di corsa: E' vero ciò che ho sentito? L'Ippocrene si è esaurita, tutta l'arte poetica si è inaridita! Ahimè, ahimè, ahimè!

TUTTI Ermione è perduta per noi.BUFFONE Non vi viene in mente proprio niente?TUTTI Proprio niente.BUFFONE O poveri orfani di Apollo, andrò in Germania e farò una colletta in vostro

ricordo presso i nostri poeti.Distichon sconvolto, entra precipitosamente.DISTICHON Tradimento, tradimento! Il mio spirito si è ribellato.BUFFONE Sia ringraziato il cielo, ecco il sapientone.DISTICHON O fratelli, unitevi al mio lamento, Apollo mi ha maledetto, disperazione,

accettami come figlio.BUFFONE Si prende un bel figlio.DISTICHON Il mio spirito è perduto. Dove lo ritrovo?BUFFONE Te lo rendo noto a suon di tamburo, ognuno lo porta volentieri, ma in tal modo

non è utile a nessuno.DISTICHON Niente, proprio niente mi viene in mente. E oggi dovrei conquistare il

premio.BUFFONE si inginocchia: O Ercole di tutti i poeti, mi contorco nella polvere e ammiro la

tua inettitudine.DISTICHON battendosi la fronte disperatamente: Oh, avessi conservato i miei pensieri

sotto spirito.BUFFONE allo stesso modo: Oh, avessi venduto la mia arguzia a un asinaio.DISTICHON Non dovrei così provare l'umiliazione di essere il buffone di questo buffone.BUFFONE Non dovrei così rendergli il disonore di farlo davanti a voi.

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SCENA QUINTA

Detti. Ermione rapida.

ERMIONE Chi è che mi desidera, cosa vuole da me questa folla vivace? BUFFONE La disperazione blocca qui il suo ingresso trionfale.ERMIONE Non è questo il vostro posto, ci vedremo al tempio. Il vostro spirito è stato

troppo precipitoso.DISTICHON O regina, fammi morire ai tuoi piedi.ERMIONE Muori nella poesia, non nella realtà. Un distico può finire solo in versi.DISTICHON Finirò per restare soffocato dai versi a rime accoppiate. Oggi ci è impossibile

celebrarti, Altezza. E' come se tutti quanti avessimo solo un'unica testa vuota, dalla quale la stupidità in persona spazza via l'intelletto con un'enorme scopa. Un crampo magico contrae il nostro cervello in un fitto groviglio.

ERMIONE Se sei il mio poeta di corte, perché parli in maniera così ordinaria?DISTICHON E' pur sempre la cosa più bella che io abbia detto in tutto il giorno, non

riesco più a pensare niente di elevato e ovunque guardi, vedo brutte facce. Guarda il buffone.

BUFFONE Anch'io.DISTICHON Perciò, o sovrana, rimanda l'odierno premio, oggi non potremo conquistarti,

dacci tempo fino a domani, se non vuoi affrettarti a uscire dal tempio senza essere stata celebrata.

ERMIONE E' la paura che imprigiona il vostro spirito. Come? Osate affermare che qui, oltre a voi, non vive alcun poeta? Sia punito il vostro orgoglio, io mantengo il mio giuramento e lo rinnovo qui, anche se si trattasse di un mendicante. Voglio sentir risuonare versi. L'argomento è Ermione. Le sette è l'ora stabilita. Ora affrettatevi e implorate una poesia visto che siete troppo vili per comporla.

DISTICHON Addio allora, superba sposa di poeta! Venite, figli diseredati della musa lirica, alleviamo i nostri nobili cuori imprecando. Siamo pur sempre geni a dispetto del mondo e anche se non sapessimo niente, questo però lo sappiamo. Ci presenteremo al tempio, forse la notte magica potrebbe rischiararsi nelle nostre teste, poi urleremo i nostri versi contro la sua cupola affinché risuoni e la sua triplice eco ci gridi di rimando il premio. Esce precipitosamente.

TUTTI Si, lo faremo.Tutti dietro di lui.

BUFFONE Adesso gli hanno dato il fatto suo. O prosaici accattoni poveri di versi.ERMIONE Questa è opera di Apollo. Amphio, adesso hai gioco più facile.

SCENA SESTA

Detti. Odi.

ODI Sovrana, un forestiero chiede udienza, porta tanti saluti da parte di Apollo che lo ha inviato. E' il nuotatore più veloce che il mare abbia mai portato, in una notte è giunto qui a nuoto dall'Inghilterra. E' un tipo spassoso.

BUFFONE E' forse Apollo stesso?

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ERMIONE E' un bell'uomo?ODI Da lontano mi sembrava un babbuino. Lo potrai osservare tu stessa da vicino.

SCENA SETTIMA

Detti. Nachtigall con l'arpa d'oro.

NACHTIGALL Aria

Riverenza, riverenza!Onore a Lei da ogni dove.Sono un grande poeta,ogni buffone se ne accorge subito,e vengo a nuoto dall'Inghilterra,attraverso il Mar Rosso, come un ciprino dorato.Apollo stesso è il mio signor compare,ogni tanto corro in cieloe con gli altri deisono addirittura in confidenza.In breve, sono giunto quipoiché ho appreso la notiziache, colui che compone una lirica encomiastica,conquista immediatamente la sposa.Perciò me la rido a crepapelle,la vittoria, ci scommetto, sarà mia,ho sottratto la sfera alla Fortunae come poeta butterò giù tutti i birilli.

Ho l'onore di ammirare la principessa Ermione?ERMIONE Proprio così, amico, non ti sei sbagliato.NACHTIGALL Sono immensamente lieto. In disparte: Ah, che persona gentile, se sarà

mia moglie, per quattordici giorni non guarderò altre donne. Al buffone: E questo signore come si chiama?

BUFFONE Mi chiamo Muh!NACHTIGALL Un bel nome, così facile, così scorrevole, qualsiasi mucca può

pronunciarlo.BUFFONE L'ho già sentito anche in bocca a un asino.NACHTIGALL E' forse un congiunto della principessa?BUFFONE Sono il buffone di corte.NACHTIGALL Buffone di corte? Fidonc! Allora della corte inferiore, amico, e non di

questa sala alta.BUFFONE Oggi è proprio il giorno in cui vengono ammessi tutti i buffoni. Altrimenti non

saresti qui anche tu.NACHTIGALL Dunque, che ne è di noi due carissima?ERMIONE Di noi due? Parli in modo molto sfrontato, amico mio.NACHTIGALL Si, perché fare tante cerimonie, visto che questa sera saremo marito e

moglie.ERMIONE sorridendo: Lo sai per certo?

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NACHTIGALL Senza alcun dubbio. Lei è il premio che viene celebrato e io il più riprovevole tra i poeti del mondo. Ci se ne accorge subito da - ma come si dice - ebbene, da diverse cose.

BUFFONE Dalla ricchezza di idee soprattutto.NACHTIGALL Voglio sperarlo, le idee piene sono sempre migliori di quelle vuote, è

proprio come con i Krapfen. Del resto, in quanto poeta, ho una straordinaria disinvoltura. Ho già scritto oltre cinquecento tragedie e più scrivo, più il pubblico diventa triste.

ERMIONE Conosci Omero?NACHTIGALL No, però conosco l'umorismo che dovrà conquistare per me il Suo cuore.

E non si creda affatto che sono un povero diavolo, in Inghilterra ho dei buoni proventi.

BUFFONE Dunque non è il poeta povero di Kotzebue?NACHTIGALL No, quello ricco, ma non tutti sono così ricchi. Ci sono bravi poeti che

quando aprono la bocca hanno delle uscite molto divertenti, ma quando aprono le tasche, non esce mai niente. Ma ora veniamo ai fatti. Il mio signor compare, un certo Apollo, mi è apparso in sogno la scorsa notte e mi ha promesso la Sua mano e ha fissato la serata odierna per il matrimonio. Non faccia dunque cerimonie e si rassegni alla sua volontà. Ho fatto la mia visita di cortesia. Ora farò anche un piccolo sonnellino e poi comincerò a comporre versi, tanto da farmi uscire il fumo dalla testa. Con entusiasmo poetico: E prima che il sole con un tonfo cada nel mare, sarò felicissimo di essere Suo sposo. Fa per uscire.

ERMIONE Addio allora, dimostrerai presto se sei un maestro nella costruzione del verso.NACHTIGALL Quale costruzione? Mi perdoni, allora devo ritornare indietro. Non sono

costruttore edile, lo dico subito.ERMIONE La poesia non è nella forma affine all'architettura? Poiché come il costruttore

congiunge blocco a blocco di marmo prezioso, anche il poeta mette in fila pensieri su pensieri e li unisce con la malta della sua arguzia.

NACHTIGALL Si sbaglia. Sa quale differenza c'è tra un poeta e un costruttore edile? Se a un poeta viene in mente qualcosa, è un onore per lui, se invece a un costruttore edile crolla qualcosa, è una bella vergogna. Creda a me che ho l'onore di prendere congedo. Esce.

ERMIONE Una persona bizzarra, è un avventuriero che tenta la fortuna qui, eppure mi diverte.

BUFFONE con invidia: Se costui vincerà il premio, allora ti dai via a basso prezzo.ERMIONE Taci, buffone, non è un poeta, eppure il suo animo sembra essere migliore del

tuo. E la sua disposizione di spirito potrebbe facilmente essere pericolosa per te. Ora lasciami.

BUFFONE tra sé: Un buffone a par mio deve tremare? O mondo ingrato, spesso qualcuno pensa di essere l'unico buffone della corte, poi ne arriva un altro che lo taglia fuori e quest'altro verrà poi scacciato da un altro ancora e allora i poveri buffoni litigheranno per la conquista della triste condizione di buffone. Ognuno vuole essere il più grande e ognuno prende in giro se stesso. Oh, vana buffoneria, oh, vanità buffonesca, vorrei avere dei bei soldi, poi il buffone lo faccia chi vuole. Esce.

ERMIONE da sola: Volgare invidia che spesso disonora il savio stesso. O Amphio, come sarai invidiato, quando il mirto e l'alloro ti orneranno.

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SCENA OTTAVA

Detti. Amphio, sconvolto e pallido.

AMPHIO O Ermione, sei tu? Se veramente mi hai amato, guardami in modo benevolo.ERMIONE Cosa ti tormenta, Amphio, cosa ti conduce qui adesso?AMPHIO immobile: Fammi guardare nei tuoi occhi, ti prego, finché il mio spirito non si sia

infiammato al loro splendore. Ermione lo guarda stupita. Ti ringrazio. Finge di ispirarsi alla poesia dallo sguardo di lei, ma non ci riesce. Va quindi ad un passo da lei e dice pensieroso, guardando il cielo: Si - si - ora va bene. Sempre più agitato: Infiammati, animo, infiammati! Disperandosi: E' inutile, per me ella è perduta! Fa per uscire.

ERMIONE Dove vuoi andare?AMPHIO In mare. Ride in modo sguaiato. Voglio votarmi a Nettuno.ERMIONE Ma non al suo infido abisso?AMPHIO Non è più profondo del mio dolore e posso pure confidare alle sue onde il

perché vengo trascinato sul loro fondo.ERMIONE Sei tu il mio Amphio? Ermione è l'argomento, lo ha detto oggi l'oracolo e tu mi

celebri in questo modo?AMPHIO Allora sappi che non posso celebrarti, il mio spirito è arido, il mio cuore freddo,

da quando mi hai parlato, non sono più Amphio.ERMIONE Fatti coraggio, ti manca fiducia nelle tue capacità.AMPHIO Sono stato ingannato dalla Fantasia, è una donna, non avrei mai dovuto fidarmi

di lei.ERMIONE indignata: Oh, potessi comporre io versi per te, per dimostrarti quali bei

pensieri possa avere una donna per amore.AMPHIO Si è esaurita, si è esiliata da sola.ERMIONE Oh, non imprecare, non hai detto tu stesso con la tua poesia:

La Fantasia è un profondo pozzo magico,dal quale attingiamo il nettare dei pensieri.Si estende dall'Olimpo fino alle più profonde voragini dell'Orco,con il suo alone circonda il mondoe inesauribile è la sua sorgente eterna,poiché ogni flusso della passionesi riversa sul suo fondo.

AMPHIO O regina, perché hai osato tenere l'ardito giuramento? Non fosse stata necessaria la poesia, avrei avuto bisogno di conquistare solo il tuo amore, poiché sappi che - anzi no, ora è troppo tardi, tu sarai la sposa del vincitore e io farò morire con me il mio segreto.

ERMIONE Oh, fermo, ho ancora un raggio di speranza. Come te si lamentano tutti i miei poeti, forse si tratta di un'apparizione delle sorelle incantatrici, perciò coraggio, perché nel tempio di Apollo questo incantesimo deve scomparire. Allegria, Amphio, me lo dice il cuore.

AMPHIO L'infelicità è avida di qualsiasi illusione di speranza. Quindi sposerò la mia fiducia con la tua speranza e attenderò un figlio che si chiama compimento.

ERMIONE Interpellerò ancora l'oracolo prima della cerimonia, di più non posso fare per la nostra serenità. Io non appartengo a me stessa, no, appartengo ad Apollo, ripongo la mia più grande fiducia in lui, raggio di luce che illumina il mondo, poiché egli ha

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posto nel mio cuore il presentimento che nessun altro potrà conquistarmi, se non tu. Perciò ti aspetterò nel tempio. Coraggio, Amphio, gli dei ci sono vicini. Confida nella loro protezione. Esce.

AMPHIO da solo: Ebbene, confiderò nella fortuna all'ultimo istante e se la nobile Fantasia mi tradisse, lascia che io me ne vada da te, o mondo, in cui la nobiltà è illusione e solo le cose volgari si conservano. Esce.

SCENA NONA

Cambiamento di scena.

Stanza nel palazzo delle sorelle incantatrici. Di lato uno scrittoio greco, posto su un gradino. Vipria e Arrogantia entrano precipitosamente.

VIPRIA Dov'è il babbeo?ARROGANTIA guarda dalla finestra: Eccolo che arriva.VIPRIA Adesso porta la Fantasia.Arrogantia esce.

SCENA DECIMA

Vipria. Nachtigall.

NACHTIGALL Eccomi qui, ho svolto magnificamente il mio lavoro. Bene, come si mette con la poesia ora? Facciamola rapidamente insieme. Non vedo proprio l'ora, la regina è bella, e se Loro non hanno niente in contrario, io sono innamorato di lei, non vedo proprio l'ora di essere re.

Arrogantia trascina dentro la Fantasia in catene, le ali le sono state recise.ARROGANTIA L'ho portata, ha tentato di sfuggire appena ho aperto la gabbia.VIPRIA Dove sono le tue ali?ARROGANTIA Gliele ho tagliate.VIPRIA Sei stata accorta. Beffardamente: Dove volevi andare, colombella? FANTASIA allo stesso modo: Volevo volare dall'avvoltoio, perché non mi piaceva stare

dalla civetta.ARROGANTIA Voglio recarmi in avanscoperta, fai di lei ciò che vuoi. Esce.VIPRIA a Nachtigall: Per mezzo di lei scriverai la poesia, questa è la Fantasia.NACHTIGALL Ah, mi fa piacere aver l'onore di farne la conoscenza. Di nascosto a

Vipria: Ma che cos'è la Fantasia?VIPRIA E' lo spirito che imperversa nel cervello dei poeti.NACHTIGALL Allora saltella nel cervello dei poeti e non c'è da meravigliarsi se danno i

numeri, per questo si dice che i poeti sono delle teste matte.VIPRIA Te la incateno a questa scrivania. Aggancia la catena della Fantasia a un anello

fissato su un lato dello scrittoio, in modo che la Fantasia sia seduta al lato del tavolo, circa al centro del palco, sull'ampio gradino, ma non proprio sul pavimento. Sii orgoglioso di ciò, nessun poeta può vantarsi di essere stato servito da

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lei come schiava. Annota con solerzia ciò che ella ti suggerirà. Ermione è il titolo della poesia. Lo scriverai in cima.

NACHTIGALL Sono dunque un poeta che scrive solamente, senza pensare? Allora non sono l'unico. Ed ella è colei che pensa per tutti i poeti?

VIPRIA E' così.NACHTIGALL Deve essere un supplizio. Per questo è tanto esile.

SCENA UNDICESIMA

Detti. Arrogantia.

ARROGANTIA preoccupata: Ermione sta andando dai due sacerdoti per interpellare nuovamente l'oracolo prima della scelta, sul perché la notte dello spirito gravi sui suoi poeti. Se ciò accadrà, il nostro piano sarà sventato.

VIPRIA Deve essere impedito. Vieni, trasformeremo rapidamente in pietra questi due sacerdoti e noi ci siederemo al loro posto. Con le sembianze di Affriduro ti porrò le domande e tu dirai, con la voce dell'oracolo, che Apollo ha donato il suo favore a un forestiero, che Ermione dovrà scegliere. A Nachtigall: Intanto tu rimani qui e scrivi la tua poesia. Ma prima che trascorra mezz'ora, presentati al tempio e recitala con l'arpa. Anche se risulterà brutta, sarà comunque la migliore, essendo l'unica. Alla Fantasia: Mantieni il tuo giuramento, ispiralo per quanto è in tuo potere. A Nachtigall: Non liberarla se ami la vita e se non vorrà servirti, costringila, sei il suo padrone.

Escono entrambe.FANTASIA tra sé: O Amphio! Che destino atroce, non posso salvarti.NACHTIGALL si siede al tavolo: Adesso vedremo che qualcosa riusciremo a comporre.

Sarà un bel lavorone. Su. Ermione. E mi hanno messo qua un inchiostro rosso, sarà una poesia sanguigna. Su, inizia alla svelta. Viene qualcosa o no?

FANTASIA sospira: Ahimè!NACHTIGALL Ahimè? E' una bella idea, ahimè? Fa veramente paura. Impaziente:

Continua, io non faccio un passo avanti. Beh? La scuote.FANTASIA Cosa vuoi babbeo? La Fantasia deve alzarsi liberamente nell'azzurro spazio,

mai sarò al tuo servizio incatenata.NACHTIGALL Che discorso è questo? Dove è un bastone? Prende un tirso da un drappo.

Eccolo, ora è là sul tavolo, se non ci si mette per bene a improvvisare con fantasia, verrà messo da qualche altra parte.

FANTASIA ride disperatamente: Hahaha!NACHTIGALL Che risata sciocca.FANTASIA come una folle:

C'era una volta un uccellino doratoche si chiamava Fantasia.

NACHTIGALL Ma che cos'è? Questa improvvisa proprio senza ardore.FANTASIA salta su impetuosamente:

Non lo sopporto.NACHTIGALL intinge la penna e scrive velocemente: Era l'ora.FANTASIA

Lampi, scagliatevi.

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NACHTIGALL annota rapidamente: Ora si comincia.FANTASIA

E il vostro ardente bacio - NACHTIGALL come sopra: Olà, hai visto.FANTASIA

Imprimete sulla fronte irriverente.NACHTIGALL La fronte irriverente. Non così velocemente, non tengo il passo.FANTASIA furiosamente:

Taci, testa di rapa.NACHTIGALL si ferma, senza scrivere: Che verso è questo?FANTASIA Vuoi sentirlo due volte?NACHTIGALL Cosa ha composto! Che diamine ho scritto qui? Legge ciò che ha scritto.

"Non lo sopporto, zucche, precipitate. E imprimete il vostro ardente piede sul toro irriverente - Pausa. Taci, testa di legno." Cos'è mai questo vaneggiamento? Allora vaneggio meglio io quando ho la febbre tifoide.

FANTASIA Troppo bello per te, volgare briccone.NACHTIGALL Questa donna mi ritiene un buffone. Il tempo passa e io non riesco a

comporre niente. Se almeno ci fossero qui le due sorelle di Praga, già tutta la faccenda è impostata in modo sciocco, uno ha la Fantasia in testa, io l'ho qui ai piedi, come può venirne fuori qualcosa? Mi vengono già tutti i bollori. Si toglie la giacca. O cielo, che supplizio è questo per un poeta al quale non viene in mente niente. Devi aiutarmi o sarò disperato.

FANTASIA Non mi costringerai, vigliacco.NACHTIGALL Che persona malvagia. Io l'ammazzo, le taglio la testa e le tiro fuori i

pensieri. Si dirige verso il tavolo. Mi rimetto nuovamente a sedere. Legge il titolo: Ermione. Continua a dettare. Tamburellando malignamente sul tavolo: Ermion. In dialetto: Tanto non mi capisce. Monto in collera. Ho qui ora indicando la Fantasia una fabbrica di pensieri in persona - e non ho ancora scritto niente della poesia, se non la parola Ermione. Con questa non potrò certo ricevere il premio. Sono disperato

FANTASIA Hahaha, ciò rallegra la Fantasia.NACHTIGALL furibondo: Ora mi deride, diventerò pazzo. Si inginocchia davanti a lei:

Ti imploro, per tutte le stelle, improvvisa qualcosa.FANTASIA anch'essa si inginocchia: E io imploro te, per tutti gli astri, lasciami libera.NACHTIGALL Ti imploro, per tutti i poeti greci e valacchi, improvvisa qualcosa.FANTASIA Ti costruirò un mondo di pensieri felici, lasciami libera.NACHTIGALL Non posso proprio, tuttavia ho compassione. Piange.FANTASIA piange: Bestia insensibile.NACHTIGALL Ora comincia a piangere, siamo entrambi nei guai. Se almeno piangesse in

versi, per amor del cielo, limpida prosa le scorre sul viso. Un campanellino risuona tenue in lontananza. Ora devo andare, scoccano le sette nel salone di Apollo. Rallegrati, quando tornerò. O sudore della morte, che stai sulla mia fronte! Non conosco altro mezzo. Conosco un canto della bella Magellone. Lo modificherò e canterò Ermioni invece di Mageroni e se non piacerà, mi sparerò, mi impiccherò, mi ucciderò quattro volte di seguito, stupido senza alcuna fantasia! Esce di corsa disperato.

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FANTASIA da sola:Quodlibet

Inizia la musica, batte un quarto alle sette. La Fantasia balza su impaurita.

Ah, cosa è, suona l'ora,e Amphio è perduto!Apollo, se non mi salveraisarò preda della pazzia.

AfflittaNell'etere, nei cielimi libravo in leggero volo.Infide ali, solo per un attimoavrei desiderato possedervi, sareste state la mia somma fortuna.Terribile, terribile!Se la Fantasia ce la facesse a cantare magari un quodlibet.Eppure per me splende in cielo una luce consolatrice,invoco gli dei, essi non ci ingannano.

Si inginocchia.O Giove, un tempo mi partoristi,sei sempre stato per me un padre benevolo,riesci a vedere questa figlia incatenata?Oh, scaglia la tua saetta e fammi morire!O Giove, o Giove, ascoltami!

Viene giù un fulmine che distrugge la sua catena.

Ah, sono libera, un sommo grazie a voi, dei,ah, come mi pervade questo stato di letizia!Adesso quelle catene fastidiose sono lontane da me,presto, da Amphio, per liberarlo.Amphio, fermati! Amphio, fermati!La Fantasia è libera!

Getta a terra la greca delle sorelle incantatrici ed esce di corsa.

SCENA DODICESIMA

Cambiamento di scena.L'interno del tempio di Apollo. Lo sfondo aperto offre la vista sul mare. Al centro la statua di Apollo, davanti ad essa un'ara sacrificale sulla quale divampa una fiamma. In primo piano un trono posto lateralmente, su cui siede Ermione. Accanto a lei alcuni cortigiani, di fronte a lei, la schiera dei poeti. Di fronte al trono, sul piedistallo sporgente di una

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colonna, è seduto Amphio in atteggiamento di disperazione. Popolo. Vipria, Arrogantia vestite da sacerdoti sacrificanti. Numerosi sacerdoti di Apollo.

TUTTI I POETICoro

Invano arride la fortuna del premio,la Fantasia non ritorna,e umiliati qui ammettiamol'impotenza del nostro spirito.

VIPRIA con la voce di Affriduro: Copriti il volto, nobile Musa! Ermione, ascolta l'inaudito! Tutti i poeti del tuo paese dichiarano ad alta voce di non essere stati capaci di scrivere una poesia in tua lode e neppure il divino sguardo di Apollo riesce a ispirarli.ERMIONE Sono questi i saggi del mio paese, gli uomini eruditi?UN POETA Perdono, o regina, l'erudizione da sola non compone poesie. Il sapere è un

tesoro d'oro che riposa su un terreno solido, eppure solo la Fantasia, araba fenice, ci conduce nel regno dei canti leggiadri.

ERMIONE guarda Amphio: Dunque su Flora non vive più nessuno che possa salvare l'onore di Ermione?

AMPHIO Lo senti, Nemesi?BUFFONE Trattandosi di una poesia encomiastica non vinco alcun premio, io sono venuto

al mondo per scherzare.ERMIONE si alza: Abolite dunque la cerimonia!ARROGANTIA Ferma, ancora non è suonata la settima ora. Tu conosci il responso

dell'oracolo, sarà un forestiero.ERMIONE Anche l'oracolo è stato stregato.VIPRIA Non imprecare. Tra sé: Ma dove si trova quel traditore?NACHTIGALL da dietro le quinte: Ehi, ehi, fermatevi, una poesia, una poesia! Entra

precipitosamente senza fiato: Fermatevi, una poesia e anche un poeta, eccoli entrambi.

TUTTI Che sta succedendo?VIPRIA Come, tu avresti una poesia?NACHTIGALL Una poesia spaventosa.BUFFONE Che mi prenda un attacco di nervi.TUTTI Leggila allora.DISTICHON Si, leggi. NACHTIGALL Non posso, non l'ho imparata. La canterò visto che sono un cantore anglo-

scozzese. Il premio sarà mio. Fate attenzione.BUFFONE Ne vedremo delle belle.NACHTIGALL si mette al centro, suona l'arpa e canta:

Care personcine, venite presso di me,vi canterò qualcosa,porgerò qui rapidamenteuna lode a Ermione.Chiunque la scorga appena,languisce d'amore,

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anche il saggio ne resta ammaliato,mi avete capito?

COROQuanto sono volgari, quanto sono volgari,che versi son questi?

NACHTIGALLSe si mostra nel regno dei fiori,ogni cosa emana delizia,i fiorellini gridano tutti insieme:salve, Ermione.Se anche passeggia nella notte oscurasenza alcuna lanterna,i suoi occhietti pieni di splendorerifulgono come due stelle.

COROHahaha! Hahaha!Ma questo fa ridere.

NACHTIGALL E lo stormo dei cari uccellinile è davvero affezionato,anche un vecchio usignoloarriva in volo.In breve, il suo grazioso nome si diffondealto in ogni regione,anche gli orsi del boscomormorano Ermione.

COROUdite questo furfante,osa cantare qui una simile poesia.

NACHTIGALL Tutti gli animali, sul mio onore, sono conquistati da lei,infine anche io per questoarrivo a nuoto pieno d'amore,la conduco velocemente all'altare matrimoniale,ella risplende come il solee io sono folle dalla gioia.Evviva Ermione!

COROAh, è troppo! Ah, è troppo!Punite quell'insolente.

ERMIONE Sono diventata lo scherno di questo buffone? Questa dovrebbe essere una poesia?

DISTICHON Questo significa deridere Apollo, trascinatelo fuori dal tempio.TUTTI Fuori!

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VIPRIA Fermatevi. Ermione, devi mantenere il tuo giuramento. Egli ti ha portato la miglior poesia, sarà tuo sposo.

ERMIONE Impossibile, no!TUTTI Tradimento, la sua poesia è troppo brutta.VIPRIA Chi ne conosce una migliore qui? Vi esorto ancora una volta.AMPHIO a bassa voce: Povero me, non ci riesco.Silenzio generale.VIPRIA Questo silenzio pronuncia la tua sentenza. Arrogantia fa un cenno, tuona. E

Apollo la conferma.NACHTIGALL Ora tuona addirittura per causa mia.VIPRIA Osate contraddirlo?TUTTI lentamente: No, sarà il suo sposo.AMPHIO Destino spaventoso!BUFFONE Più stupido è l'uomo, più grande la sua fortuna.ERMIONE Non c'è più scampo dunque?NACHTIGALL cammina a piccoli passi in modo infantile: Sarò re, sarò re!Entra la Fantasia avvolta in un mantello, afferra la mano di Amphio.FANTASIA a lui nell'orecchio a bassa voce: Amphio, la Fantasia è libera, ispirerà te

soltanto.AMPHIO balza su, improvvisamente ispirato: Fermi, salverò l'onore di questo tempio,

oserò una poesia. Troppo prezioso è il premio, te lo sottrarrò.TUTTI Apollo, noi ti lodiamo.AMPHIO

La notte si allontana verso la patria eternamente oscura,il mondo incorona la sua testa con la raggiera di Febo,e come Aurora avvolge la terra di porpora,essa scopre un fanciullo afflitto.E' figlio di un re e passa la notte piangendoe unisce la rugiada dei suoi occhi a quella del mattino.Aurora lo saluta soavemente e irradia conforto nel suo cuore,egli allora invoca Apollo di dare parola al suo dolore.

Nel paese delle meraviglie, che confina con il regno di mio padre,dove la natura risplende di ornamenti dai mille colori,troneggia la regina del mio caldo amore.A un tenero fascino unisce un grande animo,le leggiadre Muse hanno eletto come loro sede il suo incantevole petto.E come una volta Dafne si sottrasse al dio dei poeti,così ella porge la sua mano solo a un poeta.

Perciò Apollo, se vuoi inviare velocemente la Musa,l'amaro tormento di Amore non dovrà porre presto termine alla mia vita.Si lamenta e maledice la sua vita,allora un indicibile tremore ghermisce il suo cuore,sente lottare il suo dolore con la gioia,nelle nubi ode risuonare armonie,la Fantasia scende dolcemente su una nebbia di rosee agita le sue splendenti piume nel raggio mattutino.

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Mi ha inviato Apollo, lo commuovono le tue pene,le commuterai con le divine gioie d'Imene.Così parla la Fantasia, prendete la sua manoe fluttuate con lui verso il paese di Ermione.Due aquile audaci li guidano attraverso i cielie scendono fruscianti nel regno dei profumi.Là, il principe si trasforma in un quieto pastoree cerca di fondare la sua gloria per mezzo della poesia.

La regina lo vede, egli le dedica la sua poesia.Allora la prende un sentimento, il suo cuore non se lo spiega.Il suo orgoglio è in lotta, ella vorrebbe odiare quel temerario.Ma Eros dice: Non potrai lasciarlo mai.Ella fa indire nel paese una gara di poesia,solo con il vincitore si legherà.

Come la roccia nel mare sfida le onde agitate dalla tempesta,così ella vuole mettere alla stessa prova l'animo dell'amato.Già attende il popolo, ecco che si avvicina il pastore,espone la verità, non ciò che detta la poesia.Poi entra in scena e chiede il suo compenso,la mano della regina e il trono di Flora.Osate arditamente la cessione e stringete con lui il vincolo di sovranità,poiché, sappiate infatti che io sono il figlio del re di Athunt!

TUTTI gioiosi: Salute al figlio del re di Athunt! Evviva il nostro nuovo sovrano!SORELLE INCANTATRICI Maledizione!DISTICHON La poesia è piena di imperfezioni.ERMIONE cadendo nelle braccia di Amphio: O Amphio - mio principe, oh, prendete il

mio cuore, il mio regno e la mia eterna gratitudine.NACHTIGALL Ora sto fresco.AMPHIO cade ai piedi della Fantasia: Solo a lei spetta la nostra riconoscenza.TUTTI Chi è costei?FANTASIA si toglie il mantello: Sono la benevola Fantasia, che non ha potuto salvarvi,

finché Giove non mi ha liberata, poiché ero prigioniera nelle mani delle vostre sorelle incantatrici.

Vipria e Arrogantia riprendono velocemente le loro vere sembianze.ARROGANTIA State trionfando troppo presto.VIPRIA Vipria e la sua ira incantatrice sono ancora in vita. Ti invio come sposa alla morte.

Crolli quindi questo tempio e sotto le sue macerie ti sotterri l'eterna notte di nozze. Fa un cenno con la stella magica.

TUTTI Poveri noi!Si fa notte, tra il tempio e il mare calano oscuri veli di nubi, tuoni e fulmini. La statua di Apollo sprofonda insieme all'ara sacrificale.VIPRIA Perché questi saloni resistono, chi impedisce il loro crollo?

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Violento tuono. Il palco si illumina, la nebbia scorre su entrambi i lati, si ha di nuovo la vista sul mare, come prima. Apollo sta per cadere nel grembo di Tetide, con i destrieri del sole. Il carro del sole continua a scivolare sulla superficie del mare.

APOLLO Chi osa distruggere il mio tempio?TUTTI Apollo!SORELLE INCANTATRICI Povere noi, proprio lui.Apollo scende e viene avanti. La Fantasia cade ai suoi piedi.FANTASIA La Fantasia implora protezione per la tua isola, qui imperversano due

incantatrici, sono stata fatta prigioniera.APOLLO Chi ha osato mettere in catene la Fantasia?FANTASIA Queste qui.APOLLO L'Orco le punisca per questo.Le sorelle incantatrici sprofondano.BUFFONE Ora hanno finito di soffrire.APOLLO a Ermione: Sono stato io stesso a destinarti Amphio. L'oracolo si è compiuto, il

tuo paese ha un sovrano della casa di Athunt. Sono stato io a inviare la Fantasia.TUTTI Salute a te, Apollo!APOLLO Il mio tempio è stato profanato, costruitene uno nuovo e dedicatelo alla

Fantasia. Sarà unita a me in futuro per proteggere questa vostra isola, che si chiamerà da oggi stesso l'isola dei poeti.

NACHTIGALL Questo nome non lo prende grazie a me.BUFFONE Ora mi cercherò un paese dove siano tutti buffoni.NACHTIGALL E io vedrò di trovare un'isola di usignoli.APOLLO Chi è questo forestiero?NACHTIGALL Ora ce l'ha con me. Ora ne vedremo delle belle.DISTICHON Un menestrello inglese.NACHTIGALL si inginocchia: E un arpista viennese. Quelle sorelle snaturate mi hanno

rapito.ERMIONE Ti assumo come secondo buffone.NACHTIGALL Bacio la mano.BUFFONE Ucciderò quest'individuo.NACHTIGALL Io sono quello che canta, egli, quello che parla, spero che sarete

soddisfatti di entrambi.APOLLO alla Fantasia: Ti hanno rubato le ali variopinte, in futuro ti orneranno ali d'oro.

Il tuo primo volo sia dal padre di Amphio, riferisci al re di Athunt la sorte del figlio.FANTASIA viene avanti:

La Fantasia pronuncia un epilogo.Oh, compensate con indulgenza il suo sforzo,anche se ha generato una piccola cosa,pensate che era incatenata.

APOLLO Gli dei vegliano sul vostro destino,la notte mi chiama, scendo nel grembo di Tetide.

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Indietreggia, sale sul carro del sole con il quale lentamente sprofonda. Un diffuso rossore vespertino si espande su tutto il palco. Le onde del mare scintillano su uno sfondo rosso e il coro dura fin tanto che Febo non sia completamente sommerso dal mare. In cielo risplende la stella vespertina.

Coro

Cala, giorno ardentee indora il tuo sepolcro.Ma per rendere più bello il corso della vitarisplendi nuovamente domani.

FINE

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La fatale corona magicaovvero

re senza regno, eroe senza coraggio, bellezza senza gioventù'.

Féerie tragicomica originale in due atti.

(Die unheilbringende Zauberkrone oder König ohne Reich, Held ohne Mut, Schönheit ohne Jugend. Tragisch-komisches Original-Zauberspiel in zwei Aufzügen.)

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PERSONAGGI

LUCINA, dea protettrice di AgrigentoADE, principe degli InferiTHANATOS, genio della morteTISIFONE MEGERA le furie vendicatriciALETTO

LULU geni FANFU TRE SPIRITI dell'OrcoGeni

CREONTE, re di AgrigentoPHALARIUS, generaleANTROG?US, vicecomandanteANTROKLES capitaniCLITONIUS OCTAVIAN, un contadinoUN CACCIATORE del seguito di Phalarius

Popolo. Soldati. Cacciatori. Nobili. Danzatori e danzatrici.

HERAKLIUS, principe di MassanaHARMODIUS, suo primo ministroADRASTO, primo servitore del tempioTHESTIUS, un nobile di MassanaARETE, sua nipoteEPAMINONDA HIPPOMEDON abitanti di MassanaARGOS SILLIUS UN SERVITORE di ThestiusUNA DONNA di MassanaPopolo. Portatori. Grandi del regno. Servitori del tempio.DARDONIUS, principe di KallidalosUN CORTIGIANO OLIMAR ASTRACHAN abitanti di KallidalosABUKAR NIMMELOT ALOE ATRITIA, sua nipote

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Popolo. Guerrieri. Cortigiani. Uomini e donne della nobiltà. Sacerdotesse di Venere. Dodici ragazze.

EWALD, un poetaSIMPLIZIUS ZITTERNADEL, un povero sarto di paeseRIEGELSAM, un commerciante di vinoDue uscieri giudiziari.

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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Bosco tenebroso. A sinistra un ampio sfondo roccioso con un antro chiuso da un portone di ferro. Accanto alla porta, scolpite nella pietra, si trovano le due Eumenidi, Tisifone e Aletto, armate di fiaccola e pugnale, Megera, la terza, è sopra di esse, seduta. La porta è ornata di serpenti, davanti ad essa un altare sacrificale di pietra. Sullo sfondo un lago circondato da rocce aspre ricoperte di alberi. In primo piano a destra, dei cespugli. Un tuono attraversa echeggiando il CORO FESTOSO che risuona in lontananza:

Come il vigoroso piumaggio dell'aquilaporta il suo corpo al sole,i nostri canti avanzano in volo,mossi dallo slancio della gioia.Felice, come nelle regioni del cielo,separati dal dolore della terra,superbi troneggiano gli dei eterni,regna Creonte ad Agrigento!

Phalarius entra precipitosamente rivolgendo feroci sguardi all'indietro. Ha una pelle di pantera sulle spalle ed è armato di arco e freccia.

PHALARIUSNon sono dunque andato ancora abbastanza lontano,città traditrice, che mi ha ingannato,anche la cupa solitudine del boscosarà profanata dal rumore sfacciato del tuo giubilo?

Risuonano ancora le ultime parole: Regna Creonte!

Regna pure, Creonte! Popolo! Grida di gioia fino a seccarti la gola!Non costringerete la sorte a un patto eterno.Impostori, vi vantate della corona che io ho conquistato,poiché solo il mio coraggio ha smorzato il fervore della guerra.Fatemi tessere la porpora di ingratitudine,e coloratela con la vita defluitache ho sprecato alla spiaggia espugnata,spezzando l'alloro con la mano insanguinata.Credete che io abbia combattuto per Agrigento,affinché il Consiglio, secondo consuetudini inique,venda a quel fanciullo minorenne il regnosul quale solo io posso vantare un vero diritto?Anche se egli è legato al trono per diritto di sangue,

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io ne sono più degno per eroismo.Io non credo a ciò che dissero i servitori del tempio,allorché interpellarono con astuzia l'oracolo di Giove,per sapere se il regno appartenesse a me o proprio a Creonte.Il dio, tuonando, si è indignatoperché ho osato chiedere il trono dorato di Agrigento,quale ricompensa per la mia vittoria,e ha detto, fra interminabili bagliori,che io non avrei mai posseduto un regno nel mondo,e che Agrigento avrebbe potuto conquistare la felicità,solo se sul trono avesse agitato lo scettro Creonte.Dunque mentivano quando sono ritornato,dalla sanguinosa battaglia, al focolare conquistato con fervida lotta,dunque mentivano, disabituato ad ogni onta,come ringraziamento per la vittoria, ho trovato Creonte incoronato.Io ho combattuto il nemico del paese,e uno del posto mi ha sconfitto nell'intimo.Per questo fuggirò da te, odiato paese,ma prendi questo giuramento come un pegno minaccioso:tornerò per vendicare l'onore sottrattomi con l'inganno.

Fa per uscire e scorge inorridito l'antro delle Furie vendicatrici. Ah, quale sentiero mi ha condotto a voi,

sorelle esangui, che siete sempre prontea soffocare i violenti peccatori di questo mondo,quali terribili garanti della vendetta.Io vi esorto, a voi mi rivolgerò,forzate il portone, con le mani scarniteporgetemi una spada per vendicarmi del mondoche mi ha schernito, e per spezzare le sue strutture.

Tuono spaventoso, la porta rintrona e trema, poi deboli lampi rifulgono sui cespugli di destra che si dividono al centro. Dentro si scorge Ade, avvolto di stracci, con il volto pallido, seduto su una pietra, ha un sacco appeso sulle spalle. Ghignando guarda Phalarius, che lo osserva con orrore.PHALARIUS

Che figura ripugnante, chi sei?ADE con la voce un po' cavernosa, in agguato e inquieto: Io?PHALARIUS

Sei una delle Furie vendicatrici? Con impeto: Parla!ADE alzandosi lentamente, cammina piegato e parla lentamente con tono cupo. Non è mai brusco nella parola o nel movimento; per una volta sola è tradito dall'enfasi del discorso. Ma lo sguardo vigila con vivacità:

Non sono una delle Furie vendicatrici,a malapena riesco a stare in piedi sulle mie ossa marce.Non sono Tisifone! Megera! Aletto!No! No, sono -, perdono, mi vengono i brividi.

PHALARIUSNon puoi appartenere completamente alla terra,altrimenti potresti disturbare la bella credenza

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che l'uomo sia stato plasmato da Prometeo,secondo la nobile immagine divina di Zeus.

ADELa terra non è più del tutto la mia patria,giù nel profondo vengo chiamato alla spiaggia stigia.Arpie, lamentose come usignoli,annunciano che le Furie chiedono di me.

PHALARIUSHai vissuto tanto malvagiamente in questo mondo,che alla fine ti viene a mancare ogni consolazione?E un tempo hai pure scialato in sfrenatezza?

ADEE' così, hai parlato in modo tremendamente veritiero,ma ora il bastone della mia fortuna si è spezzato,un tempo possedevo molte cose su questa terra,ero amato, non lo dimenticherò mai,ma ora sono odiato e non ho una donna.

Piangendo:Tanto povero che ormai non mi rimane altro che una corona.

PHALARIUS dopo una pausa di stupore:Cosa dici, una corona? Animale folle!

ADEVuoi vederla? La porto con me.

Con voce più acuta:Te la regalo, vuoi provarla?Ti ho sentito prima imprecare per una corona.Portala pure, non togliertela mai.Rimarrà fedele alla tua testa fino alla tomba.

PHALARIUSA cosa mi serve la corona, dimmi il nome del suo regno.

ADE con impeto:Il mondo! - Ti basta? Perché impallidisci?

PHALARIUSNon dovrei? Mi afferra il terrore.Chi può scrutare in tali immensità celesti?La terra, per quanto grande sia, immagine infinita,non ha mai placato la curiosità dello sguardo.Fuggi, abbandonami, spirito illusorio,che concede l'Inferno, mentre guida al cielo.Mostra la corona, se non ti stai facendo beffe di me.

ADEE' nascosta nel mio sacco da mendicante,come il drago, rannicchiato nell'antro,che fa la posta al ricco bottino con il dente avvelenato.

PHALARIUSUn diadema in una borsa da mendicante?

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ADEIn una urna sobria riposano le ceneri regali.Per mezzo di questa corona, se ostentata sulla testa,colui che la guarda verrà derubato della forza del coraggio.Si, basta che il suo possessore faccia dei lievi cenni,chi gli si avvicina sprofonderà nella polvere.L'albero con i verdi rami rigogliosi inclineràla sua chioma odorosa davanti a questa corona.Gli animali del bosco tremeranno inquietie ululando la fiuteranno da molto lontano.Ciò che ordina dovrà essere compiuto severamente,e non esiste nessuno sulla terra che possa trafugarla.Anche quando egli dorme, con gli occhi chiusi, la notte silenziosa,scrupolosamente sorveglia che non venga sottratta.Nessun giavellotto, nessun pugnale, nessun dardo potrà raggiungerlo,la potenza della corona cederà solo alla luce lunare.Fintanto che essa la irradierà, egli è perduto,e la spada di qualsiasi nemico potrà penetrarlo.Questo cerchio procura tale fortuna e tale angoscia.Ora parla, la tua sete di potere ha ancora il desiderio di possederlo?

PHALARIUSPlaca la tempesta con il relitto di una nave,nascondi il tesoro di Golkonda nel sacco da mendicante,comanda al dardo di prendere la via del ritorno,impedisci al fuoco dell'Etna di defluire,ma non persuadermi a lasciare la corona,tirala fuori, dovrà cingere questa testa.

Si toglie l'elmo.ADE

Orsù! Non guardare il cielo, guarda la terra.Ti supplica con un gesto lamentevole.

Prende una corona d'oro dal sacco, dal quale fuoriesce il fuoco. Tuono lontano.Ma non ascoltare il suo lamento, porgimi la fronte.rimani forte, preserva il tuo cervello dalla pazzia.

Gli mette in testa la corona. Tuono spaventoso. Breve musica. Il palco diventa più luminoso, la terra trema, gli alberi piegano i rami in modo da formare una cupola verde sopra la testa di Phalarius e si specchiano nel lago.

Bene, bene, il bosco trema di fronte alla testa del re,ti rendono omaggio i fusti riccamente ricoperti di foglie.

PHALARIUSE' la verità? Che estasi indicibile!

ADE tra sé:Opprimerà la tua fronte con il suo ardore ancora intenso.

PHALARIUSAh, ora il più grande tesoro di questa terra è mio.Parla, miserabile, cosa posso offrirti per ricompensa?

ADENon ho bisogno di alcunché, portala pure via felicemente.

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Ci incontreremo nel luogo della vendetta,quando la tomba della tua illusione sarà ben apertae tu un giorno parlerai come ho parlato io:

piangendo:e sono tanto povero che non mi resta altro che la corona.

Con rabbia:Solo quell'attimo conservo come ricompensa.

Esce strisciando con il sacco sulle spalle.

SCENA SECONDA

Phalarius.

PHALARIUS da solo:Vai, spirito menzognero, mai parlerò in questo modo,il solo pensarlo sarebbe un delitto ai danni della fortuna.Avanti ora, Phalarius, esci dal bosco,affinché la tua fama riecheggi in Sicilia.Ma potrò fare affidamento sul potere di questa corona? -Olà! Chi incede nella notte?

Antrogäus con dei soldati regali, armati di lance.ANTROG?US da dietro le quinte:

Antrogäus e la guardia del re.PHALARIUS

Benvenuti giavellotti, prestate servizio alla mia vendetta!Tu, Antrogäus, dovrai essere il primoche consacrerò all'odio a lungo represso.

Corrono tutti verso Phalarius.

Coro

Devi tornare alla corte, Phalar,lo vuole il re -

Scorgendo la corona e indietreggiando spaventati: Ah, che stellascorgo sulla tua fronte?Minacciosa mi tiene lontano da te,come è sconvolgente la sua vista!Mi spinge a terra con angoscioso tremore,la paura mi strappa un grido:sii clemente, principe, ti rendo omaggio!

Cadono tutti in ginocchio tremando.PHALARIUS ridendo in modo sguaiato:

Haha! Cosa mi ordina Creonte?ANTROG?US

Guardaci con indulgenza, il tuo sguardo può uccidere.

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Creonte ci ha mandati a cercarti,parla con cuore oppresso:

per ricondurti alla casa principesca,dove frulla la gioia, le baccanti danno il benvenuto,là dovrai cadergli al petto pentitoe dare l'addio al tuo bieco rancore,per questo egli ti eleverà a nuova dignità.

PHALARIUSSia maledetto colui che mi parla di pentimento.Sfodera la sua spada e lo ferisce.Tu pentiti, quando ti si chiuderanno gli occhi.

Antrogäus viene portato nei cespugli.Conservate il petto, la mia lama assetata vuole bere.Scenderà ancora e ancora nel fodero purpureo.Ora balzate in piedi e obbedite ai miei ordini:racconterò alla città la favoladi una festa della vittoria, dove le Menadi infuriano,solamente il vincitore, da solo, deve attendere fuori nel bosco.Di una corona che risplende potente, che l'Orco gli ha donato,del furibondo sentimento di vendetta che guida il suo braccio.Dell'aureo palazzo presso il lago di diamanti,dove regna l'ebbrezza della gioia, ignara dell'imminente dolore.Dell'ardore che lo coglie, delle atroci grida di paura,dell'ultima ora di Creonte, del rimorso disperato,di nemici inermi, che felici vagano nella danza,di guerrieri rozzi e selvaggi, che li afferrano come carnefici,del balcone lucente, dal quale, a un mio cenno,vengono gettati in selvaggia esultanza, affinché anneghino in mare.Racconteremo questa favola per il bene della città,e se essa per questo impallidirà, la letizia dovrà rianimarci.Poi dalle rovine del palazzo, carbonizzate dall'incendio,la coppa brillante risplenderà come un'aurora.E la nostra favola dia infine l'insegnamento al mondo,che la fortuna incustodita non dura a lungo sulla terra.Tra sé con ira repressa:Io preserverò la mia, nessuno mi vedrà cadere.E anche se dovesse succedere, la mia fama non potrà mai smorzarsi,io lotto contro il tempo, ancora dopo mille annii posteri dovranno conoscere la leggenda della corona.

Escono tutti. Gli alberi si piegano in avanti.

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SCENA TERZA

Musica. Lucina scende in fretta sulla terra su veli rosei che poggiano su bianche nubi. La paura mette ali alle sue parole.

LUCINAQuali maledizioni odo risuonare in questo boschetto?Tremano i cieli, le rocce rintronano.Sfreccia il sacrilego attraverso la notte boschiva,per provocare l'orrenda battaglia infernale.Doveva dunque crescere sulla terra uno scellerato,che osasse afferrare quella terribile corona.Agrigento sarà perduta, il mondo si lamenteràse non lo coglierà la potenza delle Erinni.Cosa devo fare, o voi, ore sanguinose,per punire l'empio, per sanare le ferite?Egli deve prima compiere l'atroce fatto,e io sveglierò le Furie vendicatrici.Solo la morte farà saltare le imponenti catene del fato.Perciò dovrò trarre in salvo la vita del re.Per le strade già corre l'avido carriaggio.La nube si trasformerà in un rapido destriero!

La nube si trasforma in un nero destriero con briglie d'oro, al gran galoppo. Lucina vi si siede velocemente.

Su morello, ora fremerai attraverso i cieli,ruberai il bottino all'assassino!

Il destriero vola via veloce come una freccia.

SCENA QUARTA

Ade, in qualità di principe degli Inferi, vestito di nero alla greca, una corona nera in testa, in mano una fiaccola con la fiamma rossa, che egli pone sull'altare sacrificale delle Eumenidi.

ADEBene, adesso farò risuonare la cacciae non farò affaticare i cacciatori,affinché molte schiere vadano per me in pellegrinaggioverso il regno delle ombre oscure.Poiché ho giurato presso lo Stige,di spopolare questa terra, per questo ho scelto Phalar,egli è degno di questo compito.Presto cadrà Massana,dove ho inchiodato la sfortuna.Allegramente risuonerà l'Orco,quando il superbo paese sprofonderà.Dall'isola calidonia

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ove dimora il mio enorme cinghiale,udirò un mugolio lamentevole,che il mare non riuscirà a soffocare col rumore.Ma già il cielo si tinge di rosso,si vedono delle fiammate rosseil fumo ribolle! La torre scoppia!Nel palazzo regna il trambusto,rapidamente avrai compiuto l'impresa.

Oltrepassa tuonando la porta dell'antro delle Eumenidi. I fulmini penetrano attraverso le aperture.

Alt! Le Eumenidi strepitanodal loro trono della vendetta.Non appena, tuonanti, infurieranno più vicine,i loro pugnali si agiteranno.Ah! Non potrete distruggerel'eroismo del mio spirito.Dovrete udire le sue imprese.La vostra vendetta rimanga muta.

Afferrando la fiaccola:Per mezzo di questo potere, divenuto mioda quando Saturno svolazza intorno al mondo,queste porte raccapriccianti rimangonosigillate alle sue Furie.

Batte tre volte la fiaccola contro la porta, appaiono tre sigilli di fuoco.Solo attraverso questo portone spaventosopotranno irrompere sulla terra.Perciò dovrà essere chiuso,egli dovrà lottare contro il destino.Se ciò che voglio sarà compiuto,io stesso lo invierò alla notte.

Musica. Crepitìo e urla terribili all'interno della porta. Il lago diventa rosso chiaro e fluttua spaventosamente.

Ah, come urlano indignate orae come colorano di sangue questo lago!Rimanete prigioniere, civette velenose,solo alla luce lunare egli potrà morire.Ma vedo Creonte liberoche scende giù con Lucina,era già consacrato alla morte,ella mi defrauda della sua vita.

Indietreggia.

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SCENA QUINTA

Detto. Lucina e Creonte scendono a terra su delle nubi. Creonte si inchina davanti a Lucina.

LUCINASei salvo, principe benigno. Tu vivi grazie a me.E' stato lo spirito protettore del paese che non ti abbandonerà mai.

CREONTEIl mio cuore palpitante ringrazia, i miei sensi non ne sono ancora capaci,poiché dallo stupore quasi mi viene meno la memoria.Chissà chi è che guida la mia infida sorte, punirò l'alto tradimentoche è stato commesso contro di me e il mio popolo.O tempo ipocrita, chi lo avrebbe creduto,in un attimo potresti rubarci tutto.A stento i minuti sanno che mi ha colto la miseria.E' stato Phalarius che stava davanti a me in modo minaccioso?Da dove viene la corona spaventosa, della quale sfacciatamente si vanta,e che oscura addirittura un incendio con il suo magico splendore?Da dove viene questa sommossa, chi governa ora nel paese?Dei, rinvigoritemi, il mio intelletto vacilla.Sono prostrato davanti a lui, davanti a questo scellerato?

LUCINAIl tuo furore è inutile, gli dei non lo odono.Vedi quell'altare, deponi lì sopra i tuoi lamenti,potrai chieder consiglio a quelle irrequiete.

CREONTEDunque ascoltatemi, potenti Eumenidi -

Batte alla porta che rintrona.ADE viene avanti:

Invano le invochi, disturbi soltanto la loro quiete.CREONTE

Chi pronuncia queste parole, di cui dovrebbe pentirsi anche la follia?LUCINA indietreggia:

Non riconosci Ade, colui che gli dei stessi rifuggono?CREONTE anch'egli indietreggia per lo spavento:

Sei tu, Ade?ADE

Sono proprio io colui che sorveglia questo portone.LUCINA piano a Creonte:

Ti ha rubato il regno e il popolo.CREONTE

Le Erinni sono sorde, visto che ancora non compaiono?ADE

Riconoscete questi sigilli, l'Orco ordina loro di tacere.LUCINA piagnucolando, a Creonte:

O povero principe, impossibilità si chiama il tuo territorio,

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dal quale la speranza stessa fugge con ansioso terrore.A Ade:

Si, ti meriti che gli dei e gli uomini ti odino,l'ardore della palude eterna deve spegnersi accanto a te.Ma quel lago di sangue rimanga testimone della tua ira.Il potere divino di Lucina manterrà il suo ardore,finché un giorno l'immagine di Giove si specchierà nelle sue ondee la sua saetta onnipotente disserrerà quella porta.

ADE con sarcasmo:O dea, benevola e bella, come puoi irritarti in questo modo!Vedi, il tuo prodigio porta nuova fioritura di morte.Io non ho paura di Zeus, perciò sia maledetto il tuo lago.E chi cercherà di placare la sete con i suoi flutti,da quel momento disprezzerà la genia umanae come una tigre attenterà alla sua vita.Ma solo fino al momento in cui egli non spargerà tanto sangue,quanto la sua bocca assetata ne assaporerà dal lago prodigioso.

LUCINAFermo, questo è troppo, mostro notturno,niente ti è caro dunque, su questa bella terra?Afferra il cielo e rubagli le stelle,caccia via gli dei stessi verso lontananze prive di luce,annienta pure me, prova! Rubami l'immortalità,dai inizio alla battaglia, attacca, sono pronta.

Si mette davanti a lui con atteggiamento maestoso.CREONTE

Perché ti lamenti ancora, terra, dalla malvagia lottanon sono ancora liberi né il grande Orco e neppure l'Olimpo.

ADE freddo e indifferente:Ti definisci immortale, puoi esserlo nell'ingiuria.Non mi invischierò in un duello con te.Sei una donna divina, non c'è bisogno di replicare ulteriormente,con distinta noncuranza:o meglio, sei una donna e non puoi umiliarmi.

LUCINA con la più solenne dignità:Lo sono, e poiché lo sono, il petto mi palpita in modo più superbo.Sono una donna, il più grande piacere della energica sfera terrestre,una donna, per la quale è scoppiato l'incendio di Troia,una donna, per la quale l'occhio di Giove tonante si inumidisce teneramente,una donna, davanti alla quale l'intera Persia si è profondamente prostrata,una donna, che un giorno un dio ha generato dalla propria testa,una donna, che agita lo scettro dell'amore nel mondo,dell'amore che penetra anche nel tuo cuore roccioso,una donna, che può paralizzare il tuo braccio con un bacio:o meglio, tu sei un uomo e non puoi mortificarmi.

ADECon le belle parole potrai vincere facilmente il premio.Però una grande impresa riesce solo con spirito virile.

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LUCINAOrsù, non litighiamo per mezzo degli elementie non causiamo la nostra rovina mediante fiamme, flutti, tempesta,usiamo la lama affilata dell'arguzia,forse così mi sarà possibile conquistare la vittoria.

ADEMa perché ti tormenta il desiderio di combattere l'Orco?Come sarebbe facile per la mia arguzia smorzare la sua superbia!

LUCINA con astuzia:Se il tuo spirito ne è capace, perché vuole evitarlo?Gli dei dovrebbero invidiarti per la tua arguzia.Non credere che in seguito gli dei ti rispettino,essi denigrano il tuo spirito, che già spesso hanno deriso.

ADE con stizzita vanità:Allora mostrerò a te e agli dei dell'Olimpo,che la mia furbizia non dovrà inchinarsi alla loro astuzia.Potrà esserti possibile svegliare quelle terribili Furie,ma dovrai eseguire esattamente ciò che io ti ordino:potrai servirti delle Eumenidi per la sua caduta,se farai consumare un triplice sacrificio sull'altare.Innanzitutto una corona, che abbia ornato la testa di un re,il quale non abbia mai posseduto un regno e non ne possederà alcuno.Poi una corona d'alloro che venga dalla fronte di un eroe,il cui coraggio può svanire appena l'albero stormisce,ma che abbia compiuto tale immane impresa,da meritare che la schiera di guerrieri gli intrecciasse quella corona.Ora ci sarebbe ancora la terza cosa, un diadema,trionfo della vanità, che Giunone stessa prenderebbe.Sia esso intrecciato di fiori di mirto e gigli bianchie poggi su una testa che vive da sessanta anni.Una donna molto anziana con rughe che si intrecciano fittamente,dovrà ottenerla come premio di bellezza per il suo fascino.Ma non solo gli uomini, che la pietà potrebbe rendere accomodanti,le donne dovranno incoronarla con sguardi invidiosi.Queste sono le rarità che desidero da te,e se le reperirai, credimi, ti onorerò.Portale qui in sacrificio, poi quei sigilli si scioglieranno,la porta si spalancherà con fragore, i suoi catenacci salteranno via,le Eumenidi saranno libere, Phalarius potrà cadere.E se udirò risuonare presso l'Acheronte il suo continuo sospirare,prenderò allora io stesso la corona dalla sua pallida frontee mi allontanerò da te umiliato, disprezzando il mio intelletto.

LUCINAPer Giove, sono stupita.

CREONTE Ma non essere tanto crudeleda gravare quella possibilità con un simile giogo.

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Vuoi che voliamo e incateni le nostre ali,sproni il cavallo e tiri le sue briglie.

ADEElla lo ha voluto, io non cambio mai la sentenza.Credete che l'austro dell'inferno non generi alcuna fantasia?Hai forse creduto, o più immortale tra le Ninfe,che Ade si lasciasse ingiuriare in modo tanto impunito?Sono giunto, come tanto astutamente hai voluto,ma se la mia triplice richiesta rimarrà inesaudita,ti giuro sul funebre sentiero del Cocito,che tu diverrai lo scherno dell'Orco e Creonte sarà perduto.

Esce con solennità.CREONTE

Sono perduto, si, la mia caduta era già compiuta,quando il suo sguardo furibondo si è rivolto verso il mio regno.L'enigma è chiaro ora, so come è accaduto,la mia sventura sta lì smascherata e denudata in modo vergognoso.Ma cos'è la vita, come sarei da compatire,se non fossi mortale e dovessi essere eternamente afflitto!

LUCINAOh, non affliggerti troppo presto, il mio spirito genera pensieri,che lo avvolgono di nuove speranze, verdi come l'edera.Gli dei non tollerano che un simile regno scompaia,quando un popolo tanto nobile invoca il suo re.

Pensierosa:Il principe di Massana è malato e non guarirà,la sventura vi dimora troppo malignamente, il paese andrà in rovina.Inoltre questo lago sanguinoso, il cinghiale calidonio,il mio rimedio prodigioso funzionerà, non può essere altrimenti.La carrozza di nubi scende giù di nuovo.Perciò ora corriamo insieme verso i miei campi celesti,cambia questa visione con un'immagine più bella.Creerò con arte magica una luce incantata,poi cercherò di introdurre l'inganno con l'aiuto di forestieri.Tu però non potrai fare niente qui per la tua salvezza,perciò aspettami in compagnia dei miei elfi.

CREONTETanto volentieri, dea, vai verso la tua patria,tanto doloroso è per me fuggire dalla mia.Con profonda commozione:O mio regno fedele, devo separarmi da te,solo alle aspre rupi potrò confessare il mio tormento.Dove potrà vivere bene un re che ha sopportato un doloretale da non poter dire addio al suo popolo?O Eco, la cui risonanza riecheggia su ogni monte,annuncia la parola luttuosa: addio, mia Agrigento.Adesso ti seguirò, dea, in quel felice paese di sogno,abbandono quello mio vero, dal quale sono stato esiliato,

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ma quando le nubi copriranno il mio popolo fedele,l'occhio del re si riempirà di calde lacrime.Anche se tu ritieni che sia una piccola sofferenza,è un dolore sacro, non devi sottovalutarlo.

Si inginocchia davanti a lei.LUCINA commossa, ponendo la mano sulla testa di lui:

Rispetto profondamente la tua pena, un giorno ti condurrà verso la ricompensa,il dolore appartiene al mondo, perciò lo sopporta anche la corona.

Lo solleva.Alzati, mio principe.

Lo fa salire sulla carrozza di nubi. Un trono dovrà racchiuderti.La nube si apre e forma un baldacchino da trono sopra la testa di Creonte.

Se la Fortuna mi sarà favorevole, dovrai presto sostituirlo.Accompagnati da una tenera musica lamentosa, si allontanano entrambi lentamente in volo.

SCENA SESTA

La scena si trasforma in un paesaggio romantico. In primo piano, sulla sinistra, una piccola casetta con una targa sulla quale è dipinta una forbice d'oro. Di fronte un sedile erboso, ombreggiato da un albero. Dopo il cambiamento di scena la musica si trasforma nell'arietta di Simplizius.

SIMPLIZIUS in abiti borghesi:

AriettaSono pochi i fortunaticome me a questo mondo,non ho moglie e non ho figlie non ho un soldo.Se non avessi neppure debiti,dalla gioia non saprei cosa fare.

Non camminerò impettito troppo presto,la mia fortuna inizia solo adesso,mi sa che perderò il lavoro,allora starò meravigliosamente.E la cosa più sorprendente saràquando verranno a mettermi in prigione.

Allora mi guarderò intorno per trovare un amico,che mi consoli nel bisogno,che faccia sì che io arrivi alla fortezza,dove mi manterrò ben saldo.E se là mi picchieranno ancora,sarà una fortuna - insopportabile.

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Sì, sì, chi mi sente parlare così potrebbe dire: santo cielo! Ecco che ne arriva un altro che si lamenta di non avere soldi e di essere pieno di debiti e che verrà rinchiuso in prigione, santo cielo, è una vecchia storia. In alto tedesco: Si, ma cosa ci si può fare? E' così, una volta non ho soldi e mi mettono in prigione, forse anche due volte, se essi sono di buon umore. In dialetto: E se va avanti di questo passo, non uscirò più di prigione. Io sono un uomo onesto, ma con che cosa devo pagare? E' vero che sono il sarto più apprezzato di questo posto, ma ho un unico cliente ed è mio creditore, un commerciante di vino che piange per i suoi cinquecento talleri tutte le volte che mi vede. Sono già sette anni che gli devo quei soldi. Ma è già stato pagato da tempo, poiché invece degli interessi, abbiamo stabilito che devo fare gratuitamente tutto il lavoro che viene ordinato in casa sua. Ma così vengono in casa sua le persone di tutto il paese, si fanno prendere le misure, io devo lavorare per loro gratuitamente ed egli si fa pagare. - Ora là dentro ho un inquilino, indica la sua casa - con fare misterioso: anch'egli non paga mai. E' un fabbro. Un fabbro di rime. Ora sta scrivendo addirittura un'opera teatrale. Alla fine riuscirà a infilarmi in un pezzo. Ho sentito che ora non si possono più rappresentare opere che non contengano un qualcosa di un sarto. E anch'egli ne sta scrivendo una che si intitola: Die getrennten Brüder. Si tratterà certamente di cucito. Egli aspetta sempre il denaro dalla posta, ma è una strada tanto brutta che rimane impantanato. Grida dentro alla finestra: Buongiorno, Monsieur Ewald, di nuovo al lavoro? Scribendum?

EWALD dall'interno batte sul tavolo: Non mi disturbi con le sue sciocche chiacchiere. Esce fuori in semplice finanziera, con un manoscritto, inchiostro e penna. Non mi è possibile cogliere un pensiero sensato se Lei mi è dintorno. Entri pure dentro, io scriverò qui.

SIMPLIZIUS Scriva dove vuole e a chi vuole, ma non sia scortese con me.EWALD Caro maestro, non prenda la mia veemenza in questo modo, vede, io sono un

poeta, una persona ispirata. Quando si lavora con i giambi - Lei non lo comprende, si tratta di versi di cinque piedi.

SIMPLIZIUS Si, è proprio una sfortuna quando i versi hanno così tanti piedi e neppure una testa. Non rende niente. Vorrei avere tanti piedi quanti ne hanno le sue ciabatte, o giambi, o quello che sta scrivendo! Sarei già scappato da tempo, dei miei non mi posso più fidare.

EWALD Sta dicendo sciocchezze. Mi lasci tranquillo. Si siede sul sedile erboso e pensa. L'ultimo atto. Mi manca il materiale.

SIMPLIZIUS Anche a me. Se avessi un paio di centinaia di cubiti di gros de Naples, metterei in ghingheri i Suoi Getrennten.

EWALD Ora devo smettere. Adesso l'intero dialogo è rovinato.SIMPLIZIUS Vorrei che fosse tutto lacerato, almeno avrei del lavoro.EWALD saltando su: Ma caro maestro, quando Lei taglia una giacca, desidera rimanere

tranquillo?SIMPLIZIUS Però permette che si tratta di un altro compito, tra quando io taglio una

giacca e quando Lei riflette mezz'ora e poi non Le viene in mente proprio niente. Se Lei fa un verso un paio di cubiti troppo lungo, li cancella, ma se io faccio una manica mezzo cubito troppo corta - si tira su la manica della giacca, cosa succede dopo?

EWALD batte i piedi: Per l'ultima volta, Le consiglio di lasciarmi tranquillo, o mi renderà furibondo.

SIMPLIZIUS impaurito: Bene, bene, ma non con tanta veemenza, La prego di risparmiare i miei deboli nervi. D'altra parte le mie condizioni disagiate mi

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costringono a parlarLe in modo tragico. Io non posso proprio dire niente contro di Lei, Lei è un uomo per bene, rimane debitore dei miei interessi, come è giusto. Ma Lei è un poeta che ha delle belle idee, perché non Le viene anche l'idea di pagarmi?

EWALD Avrà i Suoi soldi.SIMPLIZIUS Si quando? Verrò messo in prigione oggi stesso.EWALD Perché?SIMPLIZIUS Perché sono stato querelato e non posso pagare - indica il conto. Ma se

accadrà, se mi metteranno in prigione - Signor von Ewald - Lei mi è debitore, farò valere il mio diritto - Lei deve venirmi incontro. Siamo uomini, sapremo sopportare il nostro destino. Entra in casa con sussiego.

SCENA SETTIMA

Ewald.

EWALD da solo: Hahaha! Una persona di buon cuore se non fosse tanto insopportabilmente ingenuo. Mi fa compassione la sua spiacevole situazione, domani riceverò la metà del mio onorario, con ciò lo sovvenzionerò. Ma ora sii attivo, spirito!

Mentre scrive: Scena sedicesima. Prigione. Artur da solo.Perché devo dimorare in questa tetra torre,intorno alla quale mugghiano le operose onde del mare?Ah, mentre l'amore placa il suo gioioso desiderio,l'odio mi tiene qui prigioniero e afflitto.O spirito protettore, che compari nel mio sognoe chini dolcemente la testa su di me,conducimi fuori dalla cupa pena del mio carcere,affinché io possa agire invece di meditare inutilmente.

Nel frattempo Lucina scende a terra sulle nubi, accompagnata da musiche molto tenui e soavi. Un genio porta la fiaccola rosata.LUCINA

Se vuoi riferire a te stesso il senso della poesia,io potrò esaudire il vivo impulso del tuo desiderio.Dovrai venire con me verso terre lontanissimee sfogare nel dinamismo l'ardore del desiderio.Ho destinato il tuo coraggio a nobili azioni,perché riconosco puri il tuo cuore e il tuo spirito.

EWALDO occhio colpito dal fulgore, nato per la rara gioiadi poter scorgere il fascino di una dea tanto benevola!

LUCINANon stupirti, non delineare alcuna immagine del mio fascino!Sei stato destinato alla salvezza di un potente regno.Ti basti questo compito, per cercare di risparmiare tempo,ti dirò io le cose necessarie.

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Delle nubi dovranno condurti sulla spiaggia di Massana,un paese in cui la sventura piange in ogni casae che tra pochi giorni sarà inghiottito dal mare.Là ti farai passare per un saggio,originario delle sacre piramidi d'Egitto,che è giunto a Massana per salvare quel paese.E se il re concluderà il cammino su questa terra,tu indorerai le terribili catene della mortee proprio per questo servizio chiederai la corona del regno.

EWALDCome eseguirò tutto ciò, non è ancora dato saperlo.

LUCINAPrendi questa fiaccola, si infiamma in ogni luogo.Se la agiti con forza, si accenderà da sola.L'oggetto, sul quale dirigerai il suo bagliore,passerà, leggero come uno zefiro, nella sua luce incantata,dei profumi narcotici si diffonderanno intorno ad essoe assumerà l'aspetto che tu vorrai conferirgli.Apparirà nella luce rosea più incantevole,come solo la più tenera fantasia potrebbe dipingerlo,tanto che tutti i cuori innamorati si inchineranno di fronte ad essoe una lieve commozione rifulgerà da ogni occhio.Gli dà la fiaccola.Custodiscila bene, un giorno la loderai con gratitudine,quando ti consolerà il suo bagliore prodigioso che allieta il mondo.Ma non potrai attraversare da solo la strada della salvezza,all'ardito coraggio dovrà star di fianco l'angoscioso timore.Conoscerai certamente da qualche parte un umile sempliciotto,che si spaventa già al lieve pigolio di un passero?

EWALDO dea, non potrei nominartene uno miglioredi quell'uomo che si nasconde timidamente alla tua vista.

Indica Simplizius in casa.LUCINA

Or bene, potrai trattare con lui stesso la faccenda.EWALD

Posso già essere sicuro di lui, conosco ciò che lo muove.LUCINA

La fiaccola trasformerà questa pietra in una nebbia leggera,che vi condurrà in rapido volo attraverso i cieli azzurri.Fai come ho ordinato.

EWALD Posso garantirlo solennemente.

LUCINAOrsù! Mi dirigerò anticipatamente a Massana.

Vola via.EWALD da solo:

Questo è proprio un incarico degno di un poeta,

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poiché la vera poesia aspira a una corona.E' degna degli dei stessi per il nobile slancioche la innalza sopra agli astri fino al trono di Giove.Il mio spirito è povero, le mie azioni solo un sogno sconsacrato.Perciò la corona che oggi oserò chiedere,si scioglierà nel niente come la fugace schiuma dei flutti.Solo il fatto di averla voluta mi concederà una ricompensa.E chi non sognerà con piacere cose d'oro,se può lasciarsi sfuggire la misera realtà!

Entra in casa.

SCENA OTTAVA

Cambiamento di scena.Piccola stanza con mobili brutti, un tavolo con strumenti per scrivere. Alla parete sono appesi alcuni brutti pezzi di vestiario, un metro e un paio di quadri grattati. A destra una porta laterale, a sinistra una piccola finestra che dà sull'esterno. Simplizius.

SIMPLIZIUS Non ci mancherà molto prima che il cannone da ottanta libbre della mia sfortuna spari i suoi colpi. Dalla paura mi prendo anche la febbre gialla, quella nera ce l'ho già in tutte le tasche. Che ora sarà già? Potrei saperlo subito, dovrei solo guardare l'orologio che ho impegnato due anni fa. Alle undici e mezza viene il commerciante di vino che cercherà di spillarmi i soldi che gli devo e se non potrò pagarlo, vuol dire: in marcia verso la Kamschatka!

SCENA NONA

Detto. Ewald.

EWALD Gaudio! Gaudio, caro Simplizius!SIMPLIZIUS Si, si, sarà una gioia immensa a pane e acqua.EWALD No, caro Simplizius, andremo via da qui, in un regno lontano.SIMPLIZIUS Fuori dal regno? Ci sono già stato. A Norimberga e a Leutomischel.EWALD Non proprio. Un'affascinante dea ha destinato me e Lei a salvare un regno.SIMPLIZIUS Me?EWALD Si, Lei. Nubi orlate d'oro ci porteranno via da questa vita volgare e ci

condurranno in una terra meravigliosa. Lasci qui a smaniare il Suo creditore. Non ha comunque più niente da chiedere. Si prepari per il viaggio. Lei è destinato a grandi cose.

SIMPLIZIUS Di che tipo?EWALD Non lo so. So solo che si tratta di una corona.SIMPLIZIUS E dovrei salvarla? Allora andrà bene. Ella non mi conosce.EWALD No, l'ha vista e ha lodato il Suo coraggio.SIMPLIZIUS La dea? Ah, è divino! Ma ella sa che io -?EWALD Cosa?SIMPLIZIUS Ebbene! Mima l'azione di cucire.

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EWALD Oh, si capisce. Sa tutto. Venga pure!SIMPLIZIUS Devo salvare un paese! Non riesco a immaginarmi nient'altro, se non che il

paese sia lacerato da disordini e che io debba rattopparlo. Oppure temono che il paese geli, e io dovrei fargli un soprabito. E staremo seduti su una nuvola? Allora cadremo di sicuro.

EWALD Per carità, non si preoccupi.SIMPLIZIUS Ebbene, se cadessimo non sarebbe poi una vergogna. Io sto già cadendo

dalle nuvole.EWALD Garantisco tutto io per Lei.SIMPLIZIUS Oh, che persona buona è Lei. Che candela è quella lì rovesciata?EWALD E' proprio questa la nostra fiaccola prodigiosa. Ciò che illuminerò per mezzo di

essa, apparirà, secondo il mio desiderio, nella forma più sontuosa. E una nebbia rosata ingannerà ogni sguardo in modo delizioso.

SIMPLIZIUS La cosa più importante è usare queste invenzioni per abbindolare la gente. Beh, per me, sono pronto, preferisco star seduto su una nuvola che in prigione. Andiamo dunque. Guarda dalla finestra. Per l'amor del cielo, sta arrivando il commerciante di vino e due geni tutelari sono con lui con una lancia lunga una tesa.

EWALD Che circostanza imbarazzante. Cosa faccio adesso?SIMPLIZIUS Monsieur Ewald, dalla paura mi viene in mente una cosa. Proviamo la

fiaccola, sistemiamo la stanza in maniera sfarzosa. Tappezziamola. Forse il commerciante di vino avrà rispetto e crederà di poter avere i suoi soldi. Aspetti, intanto chiudo la porta con il catenaccio, affinché non possa entrare subito. Lo fa.

EWALD Non è un'idea malvagia. Comunque non sarà tanto facile, chiederà dove abbiamo preso quei bei mobili. Allora la fiaccola lo colpirà. Silenzio!

RIEGELSAM bussa da fuori: Su, aprite. So che c'è qualcuno in casa.SIMPLIZIUS Subito, subito. Di soppiatto: Allora cosa facciamo?EWALD allo stesso modo: Mi faccia passare per un inglese a cui appartengono i mobili e

che pagherà per Lei.RIEGELSAM Sfonderò la porta se non apre.SIMPLIZIUS Giusto, inizi pure a sistemare i mobili. Grida: Aspetti un po'!RIEGELSAM Aspettare, maledetto mascalzone? Tu aspetta il mio bastone, appena

entrerò.

Ewald intanto ha agitato la fiaccola che si è accesa da sola. Musica. Ad un tratto la stanza sporca si trasforma in una stanza dipinta sontuosamente e riccamente ammobiliata. Compaiono dei grandi dipinti con cornici dorate insieme a un bell'orologio da parete. Nello stesso modo si trasformano anche la porta, la finestra, il tavolo e le sedie. L'insieme appare tuttavia in una pallida luce rosea. Questa trasformazione non deve avvenire tirando su il telone, sia il telone che le quinte devono rimanere al loro posto e solo la metà del fondale deve scendere giù velocemente e le quinte devono ribaltarsi, in modo che l'occhio possa notare appena questa trasformazione.

SIMPLIZIUS si spaventa: Che mi prenda un colpo! Sarà proprio un bell'inganno. Che persona fortunata sono, non mi appartiene niente di tutto ciò.

EWALD mette la fiaccola tra le quinte dove si trova la scrivania, vi si siede sopra velocemente e appoggia la testa sulla mano: Ora apra! Dica che sto componendo e che vorrei rimanere tranquillo! E che Lei stava dormendo.

RIEGELSAM Forzate la serratura!

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Battono alla porta.SIMPLIZIUS apre velocemente: E' già aperto.

SCENA DECIMA

Detti. Riegelsam, un uomo molto corpulento, di temperamento violento.

RIEGELSAM ancora alla porta: Per aprire non è pronto, ma per fare debiti si. Aspetta, maledet - entra dentro e si ferma irrigidito. Due uscieri giudiziari fanno la guardia alla porta. Ma che sontuosità incantevole. Mi stupisco. A chi appartiene la mobilia?

EWALD balzando su di scatto: A me.RIEGELSAM A Lei!? Ah, i miei rispetti.EWALD Allora chiuda la bocca. Si rimette a sedere e continua a scrivere.RIEGELSAM Cosa? Chiudere la bocca? Per cinquecento talleri? Per cinquecento talleri la

bocca non si può neppure aprire bene.SIMPLIZIUS Che gli venga la trisma, in modo da non riuscire mai più a chiuderla, la

bocca!RIEGELSAM Niente viene chiuso se non - indicando Simplizius: colui che viene rinchiuso

- dietro le sbarre. Come sta la faccenda, signor scapestrato? Si paga o non si paga?SIMPLIZIUS Si! Si paga.RIEGELSAM Chi paga?SIMPLIZIUS Io no.RIEGELSAM Uscieri giudiziari!Vengono avanti.EWALD Fermi. Si alza di scatto. Pago io. Si rimette a sedere e scrive.RIEGELSAM Veramente? I miei rispetti. Chi è questo signore?SIMPLIZIUS Un lord libero.RIEGELSAM E abita in questa casa miserevole?SIMPLIZIUS Fisime.RIEGELSAM Ma perché scrive a lume di una fiaccola in pieno giorno?SIMPLIZIUS Fisime.RIEGELSAM E cosa otterrò dunque per i miei debiti?SIMPLIZIUS Fisime.RIEGELSAM Vada al diavolo con le sue fisime. Se potessi almeno avere quei bei mobili,

mi sono proprio innamorato di loro. Allora cosa facciamo? O i miei cinquecento talleri o farò sgombrare la stanza.

SIMPLIZIUS Farebbe un bell'affare.EWALD con veemenza: Signore, non si azzardi a impossessarsi delle mie cose. In questa

stanza sono io il padrone poiché l'ho affittata e se Lei non la lascia subito, farò valere l'inviolabilità del domicilio e la butterò fuori dalla finestra.

RIEGELSAM Che modo di trattare! Cosa significa? Guarda Simplizius con fare interrogativo.

SIMPLIZIUS con indifferenza: Fisime.RIEGELSAM Chiuda il becco con le sue dannate fisime. Ha offerto di pagare, lo faccia. Io

sono pronto.

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EWALD Io non ancora. Fra un'ora avrà i Suoi soldi. Attendo la posta. Ora si allontani e ritorni fra un'ora.

RIEGELSAM Non ha neppure i soldi. Nient'altro che fisime.SIMPLIZIUS L'uomo delle fisime.RIEGELSAM Ma quei bei mobili, questi mobili sontuosi. Bene, io vado, ma le guardie

rimangono qui.SIMPLIZIUS Mi vedo già in gattabuia.EWALD Impertinente. Via le guardie all'istante, altrimenti non avrà un centesimo del suo

debito.RIEGELSAM No? Allora lo farò imprigionare, indicando Simplizius.EWALD Lo porti pure via, è la miglior cosa che Lei possa fare.SIMPLIZIUS spaventato: E' giusto. Sarebbe la miglior cosa per lui.RIEGELSAM in disparte: Non si riesce a convincerlo. Vorrei infuriarmi. Ma questi bei

mobili! Solo questi mobili potrebbero sedurmi.SIMPLIZIUS Ah, se li vedesse davvero nella giusta luce e non con questa fiaccola che

abbaglia.RIEGELSAM Sono ancora più belli?SIMPLIZIUS Oh, non si riesce neppure a guardarli, tanto sono belli.RIEGELSAM Bene, le guardie si allontaneranno a condizione che Lei mi ceda per iscritto

questi mobili.SIMPLIZIUS contento, di nascosto: Abboccate pure.RIEGELSAM Se tra un'ora non avrò il mio denaro, questi saranno miei.SIMPLIZIUS Lo abbiamo già in pugno.EWALD Sulla mia parola.RIEGELSAM No, deve essere scritto. Basta redigerlo. Tutto scritto.SIMPLIZIUS di soppiatto: E' già nostro.EWALD scrive: Dunque tutto ciò che si trova in questa stanza.SIMPLIZIUS Noi esclusi. Perché sarebbe capace di includere anche noi. E' proprio un

furbacchione.RIEGELSAM Non saprei cosa farne di un miserabile impiccio come Lei. Silenzio! Vostra

Altezza si degni di sottoscrivere.EWALD lo fa: Ecco.RIEGELSAM Anche il sarto!SIMPLIZIUS lo fa. Tra sé: Ti taglierai.RIEGELSAM esultando: Bravo! Ora sono a posto.SIMPLIZIUS Che persona fortunata, ha fatto proprio un affare.RIEGELSAM Alle guardie: Potete andare a casa.Le guardie escono.SIMPLIZIUS Ah! Per ora è andata via solo la sorveglianza.EWALD Ora vada via anche Lei!RIEGELSAM Io? Cosa Le viene in mente? Io rimarrò qui finché non arriverà il denaro.EWALD Che arbitrarietà! Devo andare a prendere il denaro. Ho fretta.SIMPLIZIUS A dire il vero da noi arriva con la posta. Tra sé: Siamo noi che partiamo.RIEGELSAM Può fare come vuole. Si siede su una sedia. Nessuno mi porterà via da

questa stanza. Devo sorvegliare i miei mobili. Neppure uno potrà sfuggirmi. Per mille diavoli!

EWALD di soppiatto a Simplizius: Che bella storia. Cosa facciamo ora?

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SIMPLIZIUS Lo lasci seduto, noi prenderemo la nostra fiaccola, usciremo e lo rinchiuderemo. Egli deve sorvegliare i suoi mobili.

EWALD Un'idea squisita. Prende la fiaccola dalle quinte. Or bene, rimanga qui e mi sia garante di tutto.

SIMPLIZIUS E faccia attenzione che non Le sfugga niente, altrimenti dovrà pagarlo.Ewald e Simplizius escono velocemente di casa e chiudono la porta con il catenaccio. Appena la fiaccola esce dalla stanza, gli addobbi si trasformano in un batter d'occhio nella misera stanza.RIEGELSAM salta su di scatto e dice con sommo stupore: Tuoni e fulmini, che accidente

è questo? Son finito in un antro magico? Dove sono andati a finire i mobili? Quel bell'orologio, quei sontuosi dipinti, è sparito tutto, ci sono solo stracci. Strappa i vestiti. Nient'altro che stracci ci sono e quei pezzenti se ne sono andati. Ah! Devo inseguirli. La porta è chiusa con il catenaccio, non posso uscire. Scoppio dalla rabbia. I miei cinquecento talleri! Cade sulla sedia.

SIMPLIZIUS guarda dalla finestrina: Amico, sono perduti.RIEGELSAM O stregone, entrerai prima o poi! Riporta qui i miei mobili.SIMPLIZIUS Vuole vederli ancora una volta? Eccoli.Mette la fiaccola dentro la finestra, la stanza ritorna come prima.RIEGELSAM si precipita su di essi a braccia spalancate: Alt! Adesso non li lascio più

scappare.Simplizius ritira la fiaccola, repentina trasformazione. Riegelsam indietreggia sbigottito.SIMPLIZIUS Li tenga stretti. Il debitore Simplizius si vendica così!RIEGELSAM corre furibondo verso la finestra che Simplizius gli sbatte sul naso:

Farabutti, briganti, assassini, ladri! Frantuma i vetri della finestra. Scoppio dalla rabbia. Devo inseguirli. Fa per uscire dalla finestra e rimane bloccato. Non riesco a passare, sono troppo grasso, soffoco. Cosa vedo - o magia infernale! Fuggono via su una nuvola. Che abiti lussuosi! Il sarto è ricoperto d'argento, se riuscissi almeno a strappargli il vestito di dosso! I miei cinquecento talleri! Divento pazzo, esplodo. No, farò saltare la porta. Lo fa. Aiuto, aiuto! Briganti, ladri, guardie! Esce.

SCENA UNDICESIMA

Cambiamento di scena.Grande piazza a Massana in stile greco. Su un lato il palazzo reale. Alcuni gradini conducono in alto, dove è seduta la morte greca, un giovane pallido con la fiaccola capovolta e spenta, gli occhi chiusi e la testa chinata. Molte persone in lutto, altre no, vanno per la strada torcendosi le mani.

Breve coro

Di', o dolore, quando te ne andraidai terreni sventurati di Massana?Grandi dei, frenate le sofferenze,solo il vostro potere ne è capace.

Escono afflitti.

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Arriva Lucina che osserva il palazzo con malinconia. Tutta la scena deve essere recitata da entrambi i lati, lentamente e in modo solenne.LUCINA

Un brivido ostile mi coglie,se getto lo sguardo su questo castello funesto.Già vedo il giovane in agguato.Povero principe, grande è la tua pena.

A voce più alta:Genio della morte,tu potresti rendermi felice con una risposta,imprimerai oggi il gelido baciosulle labbra di Massana?

IL GENIO DELLA MORTE alza la testa, la fiaccola rimane sempre capovolta, parla in modo freddo e serio con tono profondo:

Quando la notte scaccerà via il giorno,come richiede la sete di vendetta di Ade,Massana avrà sfogato il proprio dolore -

breve pausail mare vi mugghierà sopra.

LUCINAE che fine farà il re?Lo abbraccerai cordialmente?

GENIOAde può mandare solo spavento.Più cupa si avvicinerà la sua fine.

LUCINADalla tua testimonianza traspira malinconia,eppure giova al mio piano.L'ora della sventura mi renderà felice,se riuscirò a commuoverti.Donami la vita di due personenon colpite dalla maledizione di Ade,che non siano tra la schiera di coloroche non sperano nella pietà.

GENIOPrendi la vita di questi due.

Sorridendo:Ciò nonostante non me la sottrarrai.

LUCINAVorrai concedermi inoltreche si chiuda l'occhio di Heraklius,prima che tremino le fortezze del paese?

GENIOPrima ancora che l'onda baci la torresi spegnerà la vita del re sofferente.

LUCINAMassana dovrà allora sprofondare velocemente,

163

prima che il tempo rubi dei secondi,nel momento in cui,la corona del re,brillerà sulla testa di uno straniero.

GENIO fa ricadere la testa, in modo tetro e lentamente dice:Sprofonderà -

Pausa, poi ancora con la testa chinata: Fammi ascoltare.

LUCINAIl tuo occhio si è già chiuso per dormire?

LAMENTI di numerose voci sulla scena:Aiuto! Sta morendo.

GENIO Senti questo mormorio?

Alza la testa.Laggiù il gelido dovere mi chiama.

Si alza, la sua testa è leggermente reclinata. Allunga la mano destra verso il luogo in cui il rumore riecheggia, come a indicarlo. La mano sinistra pende giù diritta, tenendo la fiaccola rovesciata. In questo modo si dirige con passo misurato verso le quinte, proprio sul lato opposto del palazzo.LUCINA guarda il cielo:

O dei, che governate con clemenzae tuttavia comandate in modo incomprensibile!

Esce lentamente dalla parte opposta.

SCENA DODICESIMA

Thestius, Epaminonda, numerosi abitanti di Massana, arrivano dalla parte da cui è uscito il genio.

THESTIUS Per lui è finita, è muto, gli dei gli hanno chiuso la bocca.EPAMINONDA Un destriero solitamente tanto docile lo ha scaraventato giù, tanto che

dalla caduta ha tuonato la terra. Le donne piangono. Ma non piangete in questo modo. Non ci siete già abituate? Da sette anni interi la sventura si è accampata su questa terra e ha montato la sua tenda nera su questa città. Sono già stremato, non potrò più commuovermi neppure se il tetto del mio vicino gli precipitasse sulla testa. Solo le donne non riescono ad abituarsi a cose del genere.

THESTIUS O Ade, principe ingiusto degli Inferi, che perseguiti questo povero regno per vendetta, perché Massana non ha eletto il re che tu gli avevi fatto destinare dal tuo oracolo infernale! Cosicché noi non possiamo fare un passo sulla vasta strada, senza che, come su un crepaccio di ghiaccio mai battuto, vi sia collegato pericolo di vita.

EPAMINONDA Guardate! Perché accorre il popolo? Conducono due stranieri.THESTIUS Adesso nel paese sono rari come comete. Li conduce Hippomedon.

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SCENA TREDICESIMA

Detti. Ewald, Simplizius, entrambi in costume egiziano. Hippomedon. Popolo.

HIPPOMEDON Finalmente abbiamo di nuovo la fortuna di avere due stranieri nella nostra città. Quale meraviglia! Arrivano addirittura dall'Egitto, per apprendere da noi il disprezzo della vita.

EWALD Salute a te, popolo di Massana, ho delle cose importanti da trattare nel tuo regno.SIMPLIZIUS Da trattare, dice. Alla fine ci prenderanno per ebrei.THESTIUS Salute a voi. Ci dispiace per voi.SIMPLIZIUS spalanca gli occhi: Gli dispiace per noi.THESTIUS Delle stelle malvagie vi hanno condotto in questo paese.SIMPLIZIUS Ah, questa poi, ma se siamo arrivati in pieno giorno.EWALD lo prende da una parte: Non essere così volgare. Comportati distintamente, sii

astuto, modesto ed esprimiti con parole migliori.SIMPLIZIUS Deve mettermelo per iscritto. Perché in questo modo non riesco a

ricordarmelo.EWALD Non crediate che io abbia lasciato inutilmente il misterioso soggiorno presso le

piramidi, onorerete solennemente gli astri che mi hanno illuminato la strada per Massana, poiché sono stato inviato a voi dagli dei misericordiosi.

THESTIUS Allora lodiamo la tua missione. Il tuo occhio è tenero e nobile il tuo atteggiamento, il tuo volto infonde fiducia e la tua fronte rotonda e piena di audacia potrebbe certamente essere il trono della più sublime saggezza.

SIMPLIZIUS No, ciò che tutti notano in lui non mi sarebbe venuto in mente neanche nel sonno. Ha sulla fronte un trono su cui è seduta la saggezza. Fa finta di mettersi seduto. Ora cosa mai vedranno sulla mia fronte!

THESTIUS Se vuoi eleggere come tua dimora la mia casa sventurata, segui il mio timido incedere, ma fai che l'attenzione controlli diligentemente il tuo sentiero e l'apprensione guardi alle tue spalle. Fa un profondo inchino.

EWALD La mia gratitudine saluta la soglia di casa tua. Di lieta verde speranza l'ospite ti adornerà le sale. Simplizius seguimi subito.

Esce con decoro. Thestius lo segue.SIMPLIZIUS stupito, lo segue con lo sguardo: Mi congedo da Lei. Ah, che cosa noiosa è

la saggezza, non lo avrei mai creduto in vita mia. Per una volta voglio essere allegro. A Epaminonda. In modo signorile: Mi dica, mio nobilissimo abitante di Massana, che passeggiate ci sono qui?

EPAMINONDA La strada più frequentata conduce alla miseria.SIMPLIZIUS Davvero? Deve essere una bella passeggiata.HIPPOMEDON La vedrai.SIMPLIZIUS Mi farà piacere. Hanno anche un teatro?EPAMINONDA Oh, si. Sospirando: Il teatro si chiama Massana.SIMPLIZIUS Cosa viene rappresentato?HIPPOMEDON Una grande tragedia.SIMPLIZIUS Di chi?EPAMINONDA E' un'opera dell'Orco.SIMPLIZIUS Non conosco questo poeta. Deve essere uno straniero.HIPPOMEDON Dura già da sette anni.

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SIMPLIZIUS Che spettacolo! Allora bisognerebbe venire al mondo tre o quattro volte per poter assistere a una simile opera. Chi ne è l'interprete?

EPAMINONDA Tutto il popolo.SIMPLIZIUS Teatro popolare dunque. E chi ne è spettatore?EPAMINONDA L'Inferno.SIMPLIZIUS Allora ci deve essere un gran caldo insopportabile nel teatro. In generale la

gente qui non sembra essere sfrenatamente allegra. Perché piangono quelle donne?UNA DONNA Piangiamo il vostro destino.SIMPLIZIUS Il nostro destino? Ma che destino abbiamo? Una portantina coperta da un

panno verde viene condotta sulla scena. Chi portano quelli là?HIPPOMEDON E' solo uno che è stato abbattuto da un destriero.SIMPLIZIUS Lo ha solo abbattuto? Oh, allora se la caverà. Qui c'è aria sana. Ma chi abita

in quella grande casa?HIPPOMEDON Purtroppo è vuota. Le persone sono tutte estinte.SIMPLIZIUS Davvero? Ma di cosa soffrivano?EPAMINONDA Beh, è una malattia singolare, non è proprio una febbre g i a l l a.SIMPLIZIUS Bene, se ha solo un colore, sono ben contento. Una portantina identica

all'altra viene condotta velocemente sulla scena dalla parte opposta. Ehi, ne portano già un altro?

EPAMINONDA E' tutta la mattina che va avanti così, oggi è un giorno pieno di pericoli. Dovrete badare a voi stessi.

SIMPLIZIUS Badare a noi stessi? Si, ma per caso non ci sarà mica la peste?EPAMINONDA Beh, ora non più così tanta.SIMPLIZIUS Non più così tanta? Smetta, mi riempio di paura. - La prego, mio caro -

come si chiama?EPAMINONDA Epaminonda.SIMPLIZIUS Epaminonda? Anche questo è un nome pericoloso. Dunque mio caro

Epaminonda, abbia la bontà di condurmi da qualche parte, affinché possa rasserenarmi un po', poiché mi sento molto male.

EPAMINONDA Ti condurrò in un luogo in cui forse troverai dei conoscenti.SIMPLIZIUS Ah, sarebbe stupendo. Dove dunque?EPAMINONDA Al cimitero degli stranieri.SIMPLIZIUS Dove?EPAMINONDA Al cimitero degli stranieri. Là giacciono sotterrati tutti gli stranieri che da

sette anni sono giunti nella nostra città.SIMPLIZIUS Tutti? Senza eccezioni?EPAMINONDA Si si, tutti. Potai prenotarti subito un posto là.SIMPLIZIUS Dovrei prenotarmi un posto? Come su una carrozza per comitive? Che

persona insana! Cosa Le viene in mente? Che paese è mai questo? E' proprio una vera trappola per martore da cui non si esce più. E Lei lo racconta anche, disgus - come si chiama? Me ne sono già dimenticato.

EPAMINONDA in modo brutale: Epaminonda.SIMPLIZIUS Già il nome uccide. Allora ritratti, Epaminonda, se non vuole che la paura mi

consumi.

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SCENA QUATTORDICESIMA

Detti. Sillius di corsa.

SILLIUS Aiuto! Aiuto! C'è una casa in fiamme.TUTTI uscendo di corsa: Aiuto, in salvo, via!EPAMINONDA ride: Haha, quei pazzi spengono l'incendio e si dolgono a più non posso

per la ignota sventura. Per questo rido. Io sono uno stoico, chi potrà rubare la mia felicità?

SCENA QUINDICESIMA

Detti. Argos in tutta fretta.

ARGOS Devi tornare a casa, Epaminonda. Tuo figlio è morto.EPAMINONDA piange torcendosi le mani: Mio figlio, mio figlio, o giorno sventurato!

Questo è troppo. Esce precipitosamente con Argos.SIMPLIZIUS da solo, trema tutto: Terribile, terribile, si sta già estinguendo un'altra

famiglia. Lo stoico è stato punito per la sua superbia. Cado in deliquio. Si siede sui gradini del palazzo. Dove avranno il liquore anodino di Hoffmann? Aiuto! Svengo! Aiuto!

Esce di casa un servitore di Thestius.SERVITORE Forestiero, desideri salire per ristorarti?SIMPLIZIUS spossato: Ristorarmi? E' proprio ora che mi ristorino. Vengo subito, fammi

strada.SERVITORE Ma fai molta attenzione. La scala è molto ripida, tre casigliani si sono già

rotti una gamba.SIMPLIZIUS con grande paura: Per l'amor del cielo! Non c'è proprio fine. Gli si piegano

le ginocchia dalla debolezza. Non ho proprio più coraggio di appoggiare i piedi. Conducimi dentro. Il servitore lo accompagna sotto braccio. Mentre esce dice: O popolo malvagio! Hanno un cimitero per gli stranieri, la febbre gialla, un po' di peste, Epaminonda. - E anche le gambe rotte! O che paura, se morirò qui, non mi vedranno più per tutta la mia vita. Esce trascinandosi, accompagnato dal servitore.

SCENA SEDICESIMA

Cambiamento di scena.Piccola stanza nella casa di Thestius con due porte laterali. Thestius. Ewald.

THESTIUS Sei stato annunciato al re, saggio forestiero, quale meraviglioso salvatore del nostro paese. Già dal mattino presto tutti i ministri sono riuniti intorno a lui. Di un male insanabile langue il Magnifico e, come l'uomo a causa di un grande dolore non sente quello più piccolo, allo stesso modo il popolo si lamenta con nobile amore per la grande pena del suo re, dimenticando la propria sventura.

EWALD Oh, com'è affascinante essere amati in questo modo.

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THESTIUS Anche il re ama in questo modo il suo popolo che si è mantenuto fedele, e il suo nobile cuore ottiene la stessa ricompensa. Come sarebbe felice questo paese se lo spietato principe delle ombre infernali non -

SCENA DICIASSETTESIMA

Detti. Il ministro Harmodius di corsa e sbigottito.

HARMODIUS Dov'è il saggio della magica terra d'Egitto, che offre salvezza al popolo sgomento?

THESTIUS Eccolo qui pieno di soave dignità.HARMODIUS Ora potrai dimostrare che i buoni dei ti hanno dotato di meravigliosa forza

magica. Devi recarti rapidamente dal re, il suo spirito conquisterà l'Elisio, ma Ade manda immagini raccapriccianti con notti terribili, per irretire i suoi occhi, e le Furie, tremende da guardare, riccamente avvolte di serpenti, fluttuando su vapori putridi, gorgogliano nella stanza. Adesso parla, potrai rischiarare la notte dell'Orco con il raggio di Aurora?

EWALD Non io, ma gli dei, e ciò che io sono, lo sono solo grazie ad essi.HARMODIUS Allora corri con me, è il momento giusto.EWALD abbraccia Thestius con commozione: Thestius mio, addio, Osiris ti ricompenserà

per la tua bontà. Tra sé con sofferenza: Massana sprofonda! - Non lo vedrò mai più. Ora vieni, accompagnami, mi aspetta un grande momento.

Escono entrambi da una parte.THESTIUS Ritorna presto, il mio cuore ti attende. Esce dalla parte opposta.

SCENA DICIOTTESIMA

Simplizius. Arete.

ARETE Ah, pover'uomo! Entra pure. Ma perché non vuoi toccar cibo?SIMPLIZIUS Sono oltremodo sazio, ho tutto il paese sullo stomaco, perciò non riesco a

farci entrare niente. Finirò con il morire di fame dalla paura.ARETE Puah, vergognati! Sei un uomo?SIMPLIZIUS Io stesso non so più cosa sono. Presumibilmente.ARETE Osservami, io sono una ragazza. Noi abbiamo veramente grossi motivi per avere

paura. Oggi si sono sentite delle scosse terrestri tali, che le mura della città hanno tremato.

SIMPLIZIUS Ora se le mura della città cominciano a tremare, cosa dovrebbe fare uno come me?

ARETE Ma perché sei venuto proprio a Massana?SIMPLIZIUS tremando: Perché devo salvare il paese.ARETE Tu? Ah, dei benevoli! Se almeno tu non tremassi come una foglia già da prima!SIMPLIZIUS Credi? Sarebbe davvero spiacevole.ARETE Povero pazzo, mi fai pena.

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SIMPLIZIUS Ringrazio molto devotamente. Questa ragazza sarebbe proprio carina. Se almeno non mi si piegassero le ginocchia dalla debolezza! Dalla gran paura darei inizierei a corteggiarla.

ARETE Perché mi osservi con quello sguardo scrutatore? Cosa desideri?SIMPLIZIUS tra sé: Se mai fosse presa da una passione repentina per me, stamani stesso

potremmo scappare e io uscirei finalmente con le buone da questo paese maledetto. Dimmi, cara bambina, cosa provi effettivamente per me?

ARETE Pietà. Intima pietà.SIMPLIZIUS Intima pietà? Aha! Ha un po' di simpatia per me. Potresti ben deciderti.ARETE A far che?SIMPLIZIUS A diventare mia.ARETE Tua, Arete?SIMPLIZIUS Si! Arete, tu hai irretito il mio cuore.ARETE piena d'orgoglio: Chi sei tu che osi chiedere la mano di una nobile di Massana?SIMPLIZIUS in disparte: Devo svelarle la mia condizione? No. Su questa faccenda dovrà

stendersi un velo mistico.A voce alta:

Io non sono ciò che appaio e non appaio neppure ciò che sono,e se fossi ciò che desidererei,non apparirei ciò che non sono.

ARETE Ti capisco.SIMPLIZIUS Ci vorrebbe un genio per questo. Io stesso non mi capisco.ARETE Tu desidereresti apparire ciò che non sei.Eppure sei proprio ciò che anche appari.SIMPLIZIUS Hai già indovinato, è incredibile. Dimmi, fanciulla, avresti il coraggio di rapirmi?ARETE Io rapire te?SIMPLIZIUS O viceversa.ARETE Cioè: io dovrei lasciare la mia patria con te. Ti capisco bene.SIMPLIZIUS Mi ha capito di nuovo.ARETE Ma affinché anche tu mi capisca, ti dirò come ti considero: sei una persona

sfrontata e miserevole, che osa aprire, per una dichiarazione d'amore, le sua labbra tremanti dalla paura della morte, e offrire a una nobile fanciulla di Massana la sua storpia figura. Allontanati! Parlare con te è un delitto contro il tempo. E se in futuro vorrai conquistare un altro cuore di fanciulla, prima tempra il tuo con il coraggio. Gli uomini coraggiosi vengono amati. I pusillanimi vengono disprezzati.

SIMPLIZIUS Si deve essere stoici per sopportare tutto ciò. Addio, apprenderai troppo tardi chi hai offeso. Ah! Adesso Massana può cadere, certamente io non la risolleverò.

ARETE Fermati, rimani ancora un po', spiegati, affinché io apprenda da chi veniva la proposta di matrimonio che mi ha umiliata.

DuettoARETE

Di' in fretta chi sei.SIMPLIZIUS

L'ho già detto, sono un uomo.ARETE

Sei un uomo, ma che tipo d'uomo?

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SIMPLIZIUSMigliore di qualunque altro.

ARETECome ti chiami, sei un nobile?

SIMPLIZIUSMi chiamo Simplizius Zitternadel.

ARETEIl nome mi sembra molto volgare.

SIMPLIZIUSNon può essere tutto nobile.

ARETECome puoi dire tali sciocchezze?

SIMPLIZIUSLa stessa cosa volevo chiederla a te.

ARETEGià il tuo aspetto mi ripugna.

SIMPLIZIUSCiò colpisce profondamente il mio animo.

ARETENessun uomo è tanto orrendo su questa terra.

SIMPLIZIUSPer fortuna i gusti sono diversi.

ARETECom'è insulso il taglio degli abiti!

SIMPLIZIUS iracondo:Non è vero, io sono - si domina e canta rilassato:Continua pure.

ARETEE' mancato poco che tu ti tradissi.

SIMPLIZIUSSi, per Giove, questa volta mi è andata bene.

ARETEDevi dirmelo chi sei.

SIMPLIZIUSSono un eroe come nessun altro.

ARETE beffarda:Il tuo coraggio in battaglia è ben grande?

SIMPLIZIUSSpesso infilzo tutto il giorno.

ARETEInutilmente intrecci il filo con astuzia.

SIMPLIZIUSMi sembra che questa astuta abbia sentore di qualche cosa.

ARETELa mia diffidenza non si lascia più vincere.

SIMPLIZIUSOra manca solo che nomini le forbici.

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ARETETu non sei un principe, confessalo!

SIMPLIZIUS arrabbiato:Sono un ingegnere della stoffa.

ARETEAh!

Entrambi allo stesso tempo.ARETE

O dei, cosa odo, mi si appanna la vista.Un simile plebeo mi parla d'amore.

Che ardorebrucia nel sangue,un dolore furibondodivampa nel cuore.

Velocemente fuggirò via di qua, per nascondermi timidamente.O tortura infernale, rimorso vergognoso.

SIMPLIZIUSPerché dovrei negare, non è una vergogna,poiché la mia agiata condizione merita attenzione.

Lo sto dicendo,appartengo alla corporazione dei sartie muovo le mie forbicicon onore.

Lo griderò al mondo, è mio dovere.non sono affatto un guastamestieri, per ciò non mi vergogno.

Escono entrambi.

SCENA DICIANNOVESIMA

Cambiamento di scena.Stanza regale. Sullo sfondo c'è un grande arco aperto, dietro di esso, situato a distanza di una quinta, pende un fondale con nubi oscure, attraverso cui si vede, come nella nebbia, una gigantesca figura bronzea di Furia alata, con gli occhi scintillanti, che sta in agguato. Il tutto è dipinto sulla parete posteriore ed è illuminato da una luce bluastra. Alcuni spettri sogghignando, escono qua e là dalle nubi che li circondano. Tra questa parete e l'apertura dell'arco si vedono quattro ombre oscure indaffarate presso una tomba aperta (grande botola), dalla quale emerge ancora un po' una bara dorata appena affondata. L'insieme forma un imponente tableau. La stanza è buia. Rimbomba un tuono. Su una poltrona dorata riposa Heraklius, intorno a lui a lutto, i grandi del regno e i servitori del tempio. Accanto a lui, su un tavolo di marmo, la corona. Presso la quinta di fronte alla poltrona del re, un modesto sedile rialzato su tre gradini. Ewald. Harmodius.

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Breve coro delle Furie.Ovunque lo scellerato possa trovarsi,la vendetta dell'Orco lo colpirà,e il suo pugnale lo raggiungeràanche nella sfarzosa stanza dorata.

HERAKLIUS spossato e inquieto:Via, via di qui, mostruoso vampiro,che succhia dall'anima la pia speranza!

HARMODIUS a Ewald:Qui vedi le sofferenze del buon re,un'immagine non adatta all'occhio umano.

HERAKLIUSChi disturba il mio tormento?

HARMODIUS Il tuo salvatore, signore!

HERAKLIUSInutile, inutile, chi può far retrocedere l'Inferno?O supplizio! Non fossi mai nato!

EWALDMio principe, io posso scacciarti quella visione.

HERAKLIUSSe ne sei capace, per ricompensa ti darò un principato.

EWALDAnche il premio che ho deciso fluttua così alto.Chiedo molto - chiedo la tua corona.

HERAKLIUSEra il mio orgoglio! - Finito! Via- ! Prendi! Prendi!

EWALD ai nobili:Lo avete sentito, ne siete soddisfatti?

TUTTI cupi e a mezza voce:Se ti elegge il re, ti elegge il regno.

EWALDDominerò dunque su questo orrore.Per il tuono di Iside, fuggi via, nuvolaglia illusoria!

Tuono. Ewald agita la fiaccola. Il fondale si dilegua. La tomba e le ombre spariscono. Compare uno scenario di spesse nubi che formano una montagna. In alto, trasversalmente, davanti al telone posteriore, un muro e un portone dorati. Dietro al portone, dipinto sul telone, brilla una chiara luce solare che si perde nel blu del cielo, che è cosparso di stelle trasparenti. Ai piedi di questa montagna presso la salita, Thanatos è seduto su un piedistallo come nella scena precedente, ma con la fiaccola accesa. Risuona una musica delle sfere celesti. La figura di Heraklius viene condotta dai geni con catene di rose, sul monte di nubi, fino al portone dorato. Là, scende a terra. La musica prosegue molto lieve.HERAKLIUS

O dolce bevanda dell'anima dal divino recipiente!O piacere avvertito dai sensi rigenerati!Se anche possedessi ancora mille corone,le cederei volentieri per questa visione.Oh, incoronatelo al mio letto di morte.

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Egli renderà felice il mio regno dissestato dal castigo.In quel momento si apre il portone d'oro, esce fuori una scintillante figura divina.

Mi sento proprio bene, la catena terrestre si scioglie,il mio spirito fugge, o in - dicibile - estasi!

Thanatos sorridendo dolcemente, rovescia la fiaccola, che si smorza, allo stesso tempo la figura divina stringe il re solennemente al petto. I suoi abiti spariscono ed egli rimane con un vestito di velo bianco, che viene illuminato di luce rosa. I geni formano un gruppo. La testa di Heraklius cade leggera sul petto, Ewald spegne la fiaccola e il telone, che chiude la stanza, scende giù frusciando lentamente e delicatamente. La musica si attenua. Pausa solenne. Commozione in ogni volto.HARMODIUS

Se n'è andato - doveva dirci addio.Una fine regale, rischiarata dalla fama.Colui che trapassa così colmo di gioia,è degno d'invidia.Per Giove, in questo modo la morte vale una vita.

Heraklius viene coperto con un manto di seta.Adesso traiamo rapidamente profitto dalla sua ultima preghiera.Poiché senza re il paese non può stare.

Adrasto, primo servitore del tempio, prende la corona e si pone davanti a Ewald.ADRASTO

Come gli dei fanno con te, così tu proteggerai noi.Prendi dunque posto su quei gradini.

Ewald sale i gradini sui quali è collocato il modesto sedile.EWALD tra sé:Mi trema il cuore, mi coglie un terrore di morte - Si inginocchia.TUTTI

Quale sovrano, ti rendiamo omaggio rispettosamente.Si inginocchiano.ADRASTO

La corona coprirà dunque la tua saggia testa,Sii re! Regna! -

All'ultima parola gli ha posto la corona sulla testa, ma senza la minima pausa, con un terribile fragore, il salone crolla. L'arco e le quinte formano montagne di macerie che sottraggono gli attanti agli occhi del pubblico. Sullo sfondo compare il mare che si insinua tra le montagne di macerie del salone e dal quale emergono le torri di Massana sprofondate. I gradini, carrozza aerea sui quali si era inginocchiatoEWALD, si trasformano in nubi, sulle quali egli si libra fino al centro del palco e grida malinconico: Massana, addio!Agita la sua fiaccola per abbellire la triste visione e parte. Le rovine che emergono dal mare e le macerie del salone si trasformano in dolci colline di rose, l'aria si fa pura e l'insieme risplende nella più deliziosa luce rosea.

Il sipario scende lentamente.

FINE DEL PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Agrigento. Un'altra parte del bosco, presso il lago rosso. Antrokles, Clitonius, numerosi cacciatori entrano armati di giavellotti.

Coro dei cacciatori

Il piacere dei cacciatori verrebbe presto meno,se si cacciassero solo scimmie codarde.Ma quando nel silenzio dei boschi,imponente risuona il ruggito del leone,qui la iena crudeledigrigna i denti assassini,là, prima che si brandisca il giavellotto,dal cespuglio salta fuori la tigre:allora inizia la guerra del bosco.Cadi o vinci! Cacciatore!

ANTROKLES ai cacciatori: Disponetevi come volete. Il re caccia da solo. Dovrete guardarvi dall'avvicinarvi al suo sguardo di fuoco che riluce fiammante d'ira nell'oscurità della foresta.

Escono tutti tranne Clitonius e Antrokles.ANTROKLES O mio Clitonius, cosa ci è toccato vedere! I sommi dei hanno abbandonato

Agrigento.CLITONIUS Ma dove potrà mai essere il nostro nobile re, salvato fedelmente dai Lari

della sua casa? Potesse almeno vedere come si affligge il suo povero popolo.ANTROKLES Chi gioisce ora ad Agrigento? Solo la pazzia ride. La mente sana non può

che rattristarsi. E' Phalarius in persona, da quando la corona infernale arde sulla sua testa, come se il pugnale dell'indignazione avesse trafitto il suo infido cuore. Sai perché adesso si scatena la caccia? Aspasia è morta.

CLITONIUS Aspasia? La sorella del nostro fedele re Creonte? La magnifica principessa Aspasia?

ANTROKLES Era l'unica che Phalarius aveva lasciato in vita nel giorno funesto dell'orribile aggressione, poiché quando era generale, si era infiammato d'amore peccaminoso per lei. Da quando egli possiede il regno, la tempesta di suppliche e minacce, ella vorrebbe concedergli la mano, egli vorrebbe per questo offrirle tre regni. Ma appena ella getta lo sguardo su di lui e sulla sua corona, cade a terra tremando davanti a lui e piega il nobile corpo ai piedi di questo pazzo furioso, lo scongiura con le lacrime di abbandonarla, visto che sulla terra non esiste amore per la sua corona. Ma egli la trae con impeto al suo petto taurino e vuole sottrarre a quella casta bocca il

174

primo bacio, allora gli ardenti coralli delle labbra si trasformano in pallide perle, lo splendore degli occhi svanisce, i brividi della morte ghermiscono le sue membra, la paura di essere tanto vicina a quella corona le spezza il cuore, fredda ed esanime, Phalarius la tiene tra le braccia, impallidendo di terrore.

CLITONIUS Che sorte terribile, sapersi incoronato in questo modo.ANTROKLES Allora lo ha colto l'ira, si è scatenato tanto da far tremare le colonne della

stanza. Alla caccia, gridava, aizzate su di me tutte le tigri del bosco. Scuotete la terra, affinché ne escano fuori i mostri che non hanno ancora mai osato uscire alla luce del sole, date nutrimento al mio dardo, affinché possa abbracciarlo il mio odio, poiché l'amore sfugge al mio cuore in maniera tanto spietata. Così è scappato via, a caccia, e la nera foresta tremante ha piegato di fronte a lui la testa solitamente tanto minacciosa.

CLITONIUS Ma il raggio mattutino ci saluterà nel bosco?ANTROKLES A stento la sera. Poiché prima che la luna si specchi ancora sulle torri del

palazzo, egli si nasconderà in una stanza con volte di marmo compatto, completamente senza aperture, affinché nessun raggio di luna possa raggiungere la sua testa. Perché la sua corona, così dice il saggio servitore di Diana, perde i poteri fin tanto che la luce della luna si posa sulle sue punte. E poiché in questo momento la sua vita non è al sicuro, dalla paura egli ha chiuso con il catenaccio le porte di solido ebano. Infatti senza il bagliore della luna nessuna freccia potrà mai ucciderlo. E senza energia esse cadono a terra ai suoi piedi.

CLITONIUS Non parlare così ad alta voce, c'è qualcosa che fruscia là nel cespuglio.ANTROKLES brandisce il giavellotto: E' una tigre.CLITONIUS Ti sbagli - e non ti sbagli, è Phalarius. Ti inganna la sua pelle di leopardo.

Poveri noi! Siamo perduti se ci ha sentiti.ANTROKLES Taci! E' là che smania dietro al leone che sta fuggendo davanti a lui. Vieni,

fuggiamo anche noi di fronte a questa tigre del Bengala, se si allontanano i leoni, gli uomini non devono vergognarsi della fuga.

Escono entrambi intimoriti.

SCENA SECONDA

Musica. Lulu e Fanfu, geni alati, trasportano Simplizius attraverso i cieli in un grande scialle che sorreggono a entrambe le estremità, come se portassero qualcosa in un fazzoletto. Sono sopra a delle nubi e lo scialle è una carrozza aerea fatta in modo tale che Simplizius vi stia dentro rannicchiato come un bambino e sia appena percettibile. Scendono a terra.

LULU Bene! Scendi pure intrepido coniglio. Qui siamo già al sicuro.FANFU Ora serpente, tira fuori la testa.SIMPLIZIUS tira fuori la testa: Ma dove siamo? Per prima cosa devo raccogliere tutte le

mie membra. Scende, i geni lo aiutano. Lo scialle riparte in volo. Bene! Ringrazio umilmente, questi fanciulli sono come colombi. Ahimè, un simile terremoto vorrei riaverlo presto. Guardo fuori dalla finestra in tutta innocenza, improvvisamente inizia a schiantarsi tutto come se il mondo intero fosse un cassettone che si frantuma e io precipito giù dal settimo piano, quei due fanciulli però mi afferrano al volo e fuggono volando insieme a me. Appena siamo in alto si sente un tonfo e tutta la città

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scivola via e precipita nell'acqua. O giorno sventurato! Il povero poeta si è immerso con la sua saggezza. Visto che solo io non sono caduto in acqua, ci saranno finiti gli altri piccoli pesciolini-sarti. D'altra parte, quando quei pesci vedranno le stanze sott'acqua, si metteranno a loro agio. C'è da meravigliarsi se una balena di quel genere dorme sotto un letto a baldacchino, ma del resto ho già constatato io stesso che uno stoccafisso può stare su una canapè. Basta che nessuno si insinui nuotando in una biblioteca, perché là, una bestia simile non ci si orienta. O santo cielo, diventerò io stesso un pesce da tanta sete che ho. Si inginocchia. Cari fanciulli, siate caritatevoli, fatemi avere qualcosa da bere. Altrimenti dovrò morire di sete.

LULU La tua sete ci è altamente cara, ti abbiamo appunto portato qui per bagnarti.SIMPLIZIUS Allora bagnatemi un po', già non vedo l'ora.LULU Bevi a quel lago. Ecco qui una conchiglia. Ne prende una dalla riva.SIMPLIZIUS Il lago dai capelli rossi? Io non mi azzardo a bere lì.LULU severamente: Devi.FANFU SIMPLIZIUS cade sulle ginocchia: O miei cari fanciulli, non siate cattivi, io farò tutto per

gratitudine. Per me posso scolare tutto il mar Rosso e anche quello Nero, se così deve essere.

LULU gli porge una conchiglia piena di acqua: Bevi. Sembra rossa ma è più limpida del cristallo.

SIMPLIZIUS Dammela dunque. Trema con la conchiglia. Tremo come un vegliardo di cento anni. Beve.

LULU Sta bevendo, ora diventerà assetato di sangue.SIMPLIZIUS Ah, è una bevanda ardente. Come un rosolio alla vaniglia. Rotea gli occhi.

Ma cosa succede dentro di me? Accidenti accidentaccio!LULU a Fanfu: Vedi, funziona, userà subito un altro linguaggio. Entrambi si avvicinano

dolcemente a lui. Cosa ti succede, caro Zitternadel?SIMPLIZIUS furibondo: Silenzio! Non ditemi niente. Che sciocchi siete! Non capite cos'è.

Mi viene una rabbia come un gallo d'India e non so come mai. Se potessi almeno scaricarla su qualcuno! Portatemi un bastone, me le suonerò da me. I geni ridono di nascosto. Si, che significa questo? Siete proprio due empi monelli. Siete proprio due buoni a nulla. Vi si dovrebbe percuotere ogni volta che vi si guarda. Me ne accorgo solo adesso.

I GENI si avvicinano supplici: Ma caro Zitternadel -SIMPLIZIUS spezza un ramo da un albero: Non venitemi vicino, altrimenti vi massacrerò

entrambi.LULU Ma allora ascoltaci, devi volare a Kallidalos, là troverai il poeta, il tuo amico.SIMPLIZIUS Ebbene egli dovrà fidarsi di me, o lo spezzerò in giambi, tanto che i piedi

rotoleranno tutto intorno. Adesso andatevene e procuratemi un cavallo furioso che io possa cavalcare in cielo.

LULU Un cavallo f u r i o s o ? Ti getterà a terra!SIMPLIZIUS Allora portatemi un toro selvaggio che mi riporti su.LULU Bene, come vuoi. Fa un cenno, nelle nubi appare un toro selvaggio. E' già qua.SIMPLIZIUS Ah, ecco il mio cavallo arabo. Ora si parte al galoppo. Sedetevi sulle due

corna.LULU Oh, non ci azzardiamo. Parti pure per primo, noi ti seguiremo. Escono di corsa.

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SIMPLIZIUS Ah, razza di vigliacchi. Monta su. Io sono di un altro tipo. Ora la carne di manzo può rincarare, io ne sono fornito. Arrì, cavallo bianco! Non lo capisce. Bruaho! Il toro si alza in volo. Ora ci siamo.

SCENA TERZA

Cambiamento di scena.Cupo paesaggio roccioso nel Bosco Remoto. Su un lato una capanna boschiva. Al centro, armato di giavellotto dorato, si trova Phalarius, davanti a lui giace tremante un leone.

PHALARIUSPerché tremi estenuato, spregevole leone?E pieghi vilmente la testa davanti allo splendore della mia corona?Mi disgusta la mansuetudine, poiché io non rifuggo la lotta.Mai un simile lauro appassito disonori la mia fronte.A qual fine Giove ti ha dotato tanto riccamente,perché ti ha dato la criniera, simbolo di forza superiore,quella superba dentatura minacciosa, davanti alla quale la forza indebolisce,il tuono di quel ruggito, la corazza della tua pelle?Hai ricevuto tutta quella potenza per fremere più potentemente?Vergognati, natura, che gli hai costruito un simile trono!Ecco che il tuo sovrano giace e trema per la sua vita.Con più veemenza:Hai lottato contro i serpenti, linci e pantere.Muoviti dunque e minaccia pure me con i potenti artigli!Animale magnanimo, cedi dunque alle preghiere,difenditi, affinché io possa scorgere resistenza!Come può ancora un re parlare ad un altro?Non rendermi furibondo, pensa che sei nato per la lotta.Ancora no? Orsù, allora, dei, io vi vendicherò.Esso non rende onore alla sua esistenza, perciò gli sia tolta.

Lo uccide. Suona il corno. Compaiono i cacciatori che si inchinano spaventati.Portatemi via il leone, non posso più vederlo.

Il leone viene portato via. Egli se ne sta pensieroso con le braccia conserte.A cosa mi serve la forza, se essa mi eleva in questo modo?Potrei facilmente far girare la terra come un fuso,non sarebbe un trionfo, visto che essa non si oppone.Aspasia è morta, uccisa dal pugnale della mia corona!Inferno disgustoso, in questo modo esaudisci i miei desideri?Chi può essere ancora felice, se gli viene a mancare l'amore?Il piacere più grande è la fama, eppure l'amore può moltiplicarlo.Ma il mio amore si chiama morte, chi mi abbraccia, spira.Diadema fatale che hai entusiasmato i miei occhi!Regalo profondamente straziante, già ti detesto.Ero ancora più lieto di quanto tu non mi abbia reso felice.Eolo, che spesso spezza la maestà delle querce,

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e diventa in questo modo usurpatore, alla guida del bosco,dimmi, perché non mandi l'esuberante bufera,affinché rapisca la corona quale sposa ardente?

I cacciatori ritornano. Egli si siede su una roccia.Desidero ristorarmi con del succo d'uva.Anche il corpo egoista vuole essere appagato.

UN CACCIATORE Sommo principe, potrai averlo in quella capanna.Bussa.

Ehi, vecchio, vieni un po' fuori e porta del vino.PHALARIUS

Chi è quell'uomo che vive qui nel folto del bosco?UN CACCIATORE

Una volta era un generale, adesso vive come un contadino.PHALARIUS

Che umiliazione, chi lo ha ricompensato tanto disonorevolmente?Il vecchio Octavian esce allegro dalla capanna portando una coppa di vino.OCTAVIAN

Vengo subito, un animo felice sta sempre all'erta.Scorge la corona e cade a terra.Ah, che fulmine infuocato serpeggia intorno ai miei occhi!Le mie ossa si spezzano e cadono nella polvere.

PHALARIUSFai vedere, se il tuo vino è adatto alla mia sete - Fa per bere.Dimmi un po', perché ti nascondi così profondamente tra le fronde?

OCTAVIANGarantiscimi che io possa distogliere lo sguardo dalla tua corona,se vuoi udir la verità e se fa piacere al tuo orecchio.

PHALARIUSOdio l'inganno. Alzati e parla senza indugiare.

Octavian si alza senza però guardare Phalarius.OCTAVIAN allegro:Il verde bosco mi rallegra, la solitudine mi rende felice,

l'ho scelta io stesso, la amo come un figlio.Non sono senza una compagna, il mio cuore palpita caldo di vita,ardo per la mia patria, derido i suoi nemicie se essa ha bisogno di me, le dedico anima e corpo.Altrimenti coltivo felice la mia terra e mi rallegro della semina dorata.

PHALARIUSUn progetto di vita giudizioso se tu fossi solamente un agricoltore.Allora coltiva pure il tuo campo, in questo modo servi fedelmente lo stato.Come generale, spero che tu ambisca a comandare.

OCTAVIANCerto che comando. Chi dice che sono solo un servitore?Non sai dunque che ogni cosa del mondo è sovrana?Gli dei comandano sull'Olimpo con grande animo,i re sulla terra per quanto si estende il loro regno,l'intero stato, come comandano la legge e il principe.ognuno è servitore e ha tuttavia il suo piccolo territorio.

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E in questo modo si placa la bramosia di ogni servo.Il cantore regna sul suo canto con nobile spirito,l'amante sul cuore debole dell'amata,il padre veglia nella casa per la salute dei propri figli,il medico domina i dolori ribelli della malattia,il pescatore la sua barca, il cacciatore la sua freccia.In breve, ognuno ha il suo regno in cui riluce la sua corona.Anche lo schiavo sulla spiaggia di Algeri, l'uomo più miserevole,che non possiede sulla terra altro che il proprio tormento,ha un trono, poiché egli può - si batte sul petto - dominare se stesso.

PHALARIUS che durante il discorso ha lottato contro lo stupore, scaraventa via la coppa:Basta, non berrò questo vino avvelenato dalle parole.Non mi porgi refrigerio, mi dai da bere veleno.Tu saresti contento senza comandare? Non può essere!

OCTAVIANLo sono, signore, anche se poi la tua ira mi colpirà.

PHALARIUSImpossibile! Smentisci di sentirti felice.Per una forza del genere non c'è altrettanta pace dell'anima.Tu non sai quanto profondamente hai sconvolto il mio animo.O dei, che pena soffro quaggiù,non poter essere contento e dover guardare la letizia.Confessa, tu non sei un eroe - non ti sei mai adagiato sulla fama,non sei mai stato un generale, no! Hai sempre condotto l'aratro.

OCTAVIANEri appena un fanciullo quando io salvai il regno.Io sono Octavian.

PHALARIUS Colui che un tempo sconfisse i Persiani?

OCTAVIANProprio così.

PHALARIUS spaventato, come svegliandosi da un sogno, si mette a gridare:Via dal mio regno! Odiata meteora!Affinché la luce della mia fama non si spenga di fronte alla tua!Ti presenti a me come un vindice demone malizioso,che esce sibilando come un serpente velenoso dal grembo di una rosa.Fuggi via! Sei stato bandito. Tu non appartieni al regno.La tua sorte è l'ipocrisia, non potrà affermarsi.Via questa folle illusione dal mio regno!Tu non hai il diritto di essere felice, altrimenti dovrei onorarti.

Esce. I cacciatori lo seguono intimoriti.OCTAVIAN da solo:

Ecco che va, più infelice di colui al quale dà la caccia.Sei stato bandito, con quale facilità vengono pronunciate quelle parole.Prima tanto allegro, ora tanto amareggiato da lamentarmi -Ma no - sono un uomo - non mi spezzerai il cuore. Entra nella capanna.

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SCENA QUARTA

Cambiamento di scena.Paesaggio romantico sull'isola di Kallidalos. Metà delle quinte rappresentano delle case, le altre un bosco. Entrano Lucina e Ewald, con la corona sulla testa.

LUCINA Eccoti sull'isola di Kallidalos. Riprenditi dallo spavento.EWALD Perdona se mi scuotono i nervi dalla paura, quella scena atroce non si è ancora

allontanata dalla mia mente, e non voglio mai più vedere uno spettacolo simile.LUCINA Qui affronterai battaglie più facili, mio povero re senza regno. Adesso stammi a

sentire. Su quest'isola regna l'abitudine che il re e le persone più nobili del popolo si riuniscano il primo giorno di primavera nel tempio di Venere. Fra tutte le ragazze di questo regno, che compariranno teneramente adornate agli occhi del re, egli elegge la più bella regina della festa e le orna l'incantevole testa con una ghirlanda di rose. Poi tra la vivace schiera di giovani, egli sceglie il più valoroso che non può rifiutarsi e gli dona la mano di lei, dopo avergli prima conferito una carica. La coppia viene fatta sposare subito all'altare di Afrodite. In questo modo termina la festa e l'allegrezza di questo giorno. Tu fai in modo che questo premio posi su una testa che ha già sopportato per sessanta anni le fatiche della vita. Però non dovranno essere delle rose ad ornarla, sulla sua fronte dovrà splendere un diadema di mirto posto dalle donne che guarderanno con invidia quella corona, per la quale, invano, esse stesse hanno lottato. Per che cosa tu mirerai a ciò, lo indovinerai facilmente. Adesso togliti la corona, la custodirò io stessa.

Ewald si inginocchia. Dalla botola appaiono due geni. Ella gli toglie la corona. Non si addice alla tua fronte. La dà ai geni. Conservatela bene, anche se non governa

alcun regno, ne salverà comunque molti. I geni sprofondano con la corona. Se ora hai un desiderio, esprimilo.

EWALD Desidererei proprio sapere se il mio accompagnatore è vivo. Anche lo scopo della sua missione è un enigma per me.

LUCINA E' vivo. A cosa l'ho destinato si scoprirà oggi stesso. Presto lo vedrai, però non dovrai stupirti del cambiamento che ha sofferto il suo spirito, ciò durerà solo fino a che, per mezzo della sua mano, fluirà tanto sangue quanta è l'acqua che egli ha bevuto dal mio lago magico.

EWALD Come! Scorgerò in lui un assassino?LUCINA Stai pure tranquillo, guido io il suo braccio. Tu esegui solo il mio ordine e poi

richiedi il compenso. Per tutto il resto lascia che provvedano i sommi dei, che spesso nobilitano bassi mezzi con una scelta saggia, affinché servano ad alti scopi. Esce.

SCENA QUINTA

Ewald.

EWALD da solo: Mi sembra che queste siano le ultime case di una grande città. Busserò a uno di questi portoni, forse comparirà una donna anziana la cui loquacità mi potrà dare rapide informazioni che potrò adoperare subito per il mio piano. Bussa alla porta della prima casa.

Atritia guarda giù dalla finestra.

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ATRITIA Chi bussa con tanto impeto? Ancora non sai che questa porta non si apre ad alcun uomo?

EWALD tra sé: Cielo, che amabile volto di fanciulla!ATRITIA Il tuo stupore è inutile.EWALD tra sé: La dolcezza traspare dai suoi occhi - ATRITIA Non ti illudere!EWALD tra sé: E mostra la strada del suo cuore.ATRITIA E' chiuso troppo bene.EWALD tra sé: Devo servirmi della mia fortuna.ATRITIA Non entrerai da me. Te lo dico.EWALD Bella fanciulla! Apri pure la porta, scivolerò tanto lievemente sulla tua soglia

come se un sospiro sfiorasse le tue dolci labbra.ATRITIA E' un uomo delicato e mi ha detto delle cose dolci. Adesso però non potrò più

dirgli niente di aspro. Ti farei entrare volentieri, ma non posso.EWALD Chi te lo ha proibito?ATRITIA Mia zia. Ha detto di non far passare alcun uomo oltre questa soglia. E' un duro

ordine, ma devo seguirlo, altrimenti starei volentieri vicino a te. Poiché tu mi piaci molto.

EWALD Va bene, allora vieni tu da me. Non ti ha mica detto che non puoi oltrepassare questa soglia per andare da un uomo?

ATRITIA in modo innocente: Questo non l'ha detto. Allora sono già contenta e vengo da te.

EWALD La vista di una fanciulla non mi aveva ancora mai entusiasmato in questo modo.ATRITIA salta fuori: Eccomi qui dunque, cosa devi chiedermi?EWALD Se mi ami!ATRITIA Ma come posso amarti, non so ancora se sei amabile?EWALD Si, se devo manifestartelo prima, mi hai già dato la risposta.ATRITIA Per prima cosa sei fedele? Ricopri una carica? Se per caso sei un eroe, esci e

combatti contro il cinghiale e quando lo avrai abbattuto, ritorna indietro e chiedi la mia mano.

EWALD Qui c'è un cinghiale da combattere?ATRITIA Per di più grande e potente. Grande quasi come una casa, in questo modo per lo

meno me lo ha dipinto la mia paura.EWALD Lo hai già visto?ATRITIA Eh, ma certo, si avvicina alla città, devasta tutti i terreni ad ha appena dilaniato

una ragazza, che oggi sarebbe certamente stata eletta la più bella.EWALD E' oggi questa festa?ATRITIA Si, sarà oggi, il tempio è già riccamente ornato e tutte le ragazze sono riunite là,

ma proprio quando il re vi si stava recando, con un solenne corteo di guerrieri rilucenti, è arrivata velocemente la notizia che stava comparendo il cinghiale e che infieriva sui campi. Allora il re ha abbandonato tutti coloro che portavano armi e si è avviato verso la sanguinosa lotta contro il cinghiale. Per questo hai trovato le strade vuote.

EWALD E' dunque ora che mi incammini all'opera. Sono un uomo d'onore e degno del tuo amore. Ma, dimmi, graziosa fanciulla, dove posso trovare un'anziana sessantenne che sia ancora tanto vanitosa da considerarsi bella?

ATRITIA Dove non posso trovarla, dovresti chiedermi. Ce ne sono dappertutto, l'ho letto spesso. Sebbene la domanda non sia molto garbata, non dovrai affatto cercare a

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lungo se parlerai ancora un po' con me, poiché mia zia, tra poco, tornerà a casa e ti caccerà via dalla sua porta.

EWALD E' così cattiva?ATRITIA Purtroppo si. Quando mia madre morì, io fui affidata a lei e per di più con molto

denaro, ella doveva tirarmi su. Questo lo ha fatto, ma dell'oro che la mamma le aveva affidato per la mia dote nuziale, non vuole sentirne più parlare. Inoltre mi picchia quando si arrabbia, anche ieri stesso, perché volevo adornarmi per andare alla festa. Ma non me lo ha concesso, dicendo che non avrebbe dovuto vedermi alcun uomo. Ciò mi ha molto addolorato, io desidererei davvero un uomo, ma come può un uomo chiedermi in sposa, se non mi vede mai nessuno?

EWALD Allora hai ragione. Eppure uno ti ha vista!ATRITIA E sei tu? Ma quando mi rivedrai?EWALD Lo desideri?ATRITIA Oh, non chiederlo. Credi che sarei scesa da te, se tu non mi fossi piaciuto?

Staresti ancora per del tempo davanti alla porta serrata, se con il tuo sguardo non avessi prima dischiuso il mio cuore. Ma ora addio e per questo non pensare male di me, poiché ti dico che ti trovo amabile. Perciò non lo dirò più a nessun altro, come non lo avevo ancora detto a nessuno.

EWALD Creatura incantevole, già mi abbandoni?ATRITIA Devo. Cerca pure la tua vecchia, dai retta! E appena l'avrai trovata, minaccia

scherzosamente con il dito: non dimenticarti della giovane. Corre in casa.

SCENA SESTA

Ewald.

EWALD da solo: Ecco che corre via. Lucina, se bramo una ricompensa da te, è l'affascinante possesso di questa ragazza.

SIMPLIZIUS grida in aria: Bruaho!EWALD Chi sta galoppando in cielo? E' Simplizius. Su un toro!SIMPLIZIUS scende a terra: Si fermi! Scende. Ecco! Eccoci qua entrambi. Torniamo pure

a casa, in ufficio. Il toro vola via. Simplizius gli grida dietro: I miei ossequi agli altri.EWALD Simplizius, dove trova il coraggio di avventurarsi in questo modo nei cieli?SIMPLIZIUS La riguarda forse, perché se ne occupa? Non posso cavalcare su ciò che mi

pare? Crede forse, visto che Lei ha cavalcato su una cuffia da notte di flanella, che io debba rinnegare la mia natura erculea? Ah, non è una cosa che si fa in quattro e quattr'otto!

EWALD Che condotta!SIMPLIZIUS Quale condotta? E chi si conduce contro di Lei? Io no davvero. Per niente al

mondo.EWALD Ma con quale diritto - ?SIMPLIZIUS Cosa? Lei mi parla di un diritto? Allora capita male. Diritto? Vuole forse

avviare un processo? Oh, anche se non sono un giurista non mi faccio raggirare in questo modo. Lei si sbaglia.

EWALD sprezzante: Perfido furfante!SIMPLIZIUS Niente offese, giovanotto! Se non devo dimenticare chi sono.

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EWALD ride forte: E' da ammazzare.SIMPLIZIUS Parla di ammazzare? Vuole battersi con me a duello con i razzi di Congreve?

O forse sono troppo piccoli per Lei. Venga qui dunque, prendiamo ciascuno una casa e tiriamocela in testa l'un l'altro, affinché la cosa abbia un peso. Vuol farlo?

EWALD Per carità, se Lucina non mi avesse avvertito, dovrei punirlo.SIMPLIZIUS Punire? Ah, per - come si chiama quell'individuo? - Ah, per Giove! Ora

inizieranno i colpi. Con il piede spezza in due il suo ramo e gliene dà mezzo. Ne prenda uno, gli altri verranno dopo.

EWALD Ma cosa vuole?SIMPLIZIUS Voglio soddisfazione. Fabbro di rime! Lo afferra al petto.EWALD Che forza! Mi lasci, Lei è un violento. Fugge.SIMPLIZIUS da solo: Aspetta, mi capiterai tra le mani. E' terribile! Non posso farne a

meno, appena vedo un uomo, vorrei subito dilaniarlo. Se almeno avessi una spada, o uno stiletto! O se da qualche parte trovassi due cannoni economici da poter comperare sottobanco, sparerei alla città intera e anche ai sobborghi. Stanno arrivando alcune persone. Avranno di che rallegrarsi.

SCENA SETTIMA

Detto. Olimar e Astrachan.

OLIMAR un uomo grasso: Chi schiamazza in questo modo qui per strada? E' una persona del tutto sconosciuta?

SIMPLIZIUS Mi si tendono tutti i nervi quando si parla di me.OLIMAR Sembra davvero un brigante! Quell'individuo non ha in mente niente di buono.SIMPLIZIUS Devo ancora trattenermi fino a che non avrò delle armi. Prima li sonderò.ASTRACHAN bruscamente: Perché ti scateni in un modo simile in questo giorno solenne?

Vattene da qui, sfrontato.SIMPLIZIUS appostato: In quale modo mi parla? Non La interpello invano.ASTRACHAN Non ce n'è bisogno, poiché io non ti devo alcuna risposta, te la darò sul

groppone.SIMPLIZIUS stupito: Davvero? E subito? Tra sé: Per il momento va bene. Verrà ucciso

subito. Sarà il primo che spedirò. Devo solo farmi un nodo nel fazzoletto per non dimenticarmelo. Lo fa.

ASTRACHAN Hai sentito, devi sgombrare la strada. Fila via.SIMPLIZIUS Devo sgombrare la strada? Deve credermi uno spazzino. Nessuno mi

comanda, io rimango qui. Si siede su una pietra. E chi apre bocca, non se ne andrà più via di qui in buona salute.

ASTRACHAN fa per scagliarsi contro di lui: Cosa?Olimar lo trattiene.OLIMAR intimorito ad Astrachan: Prudenza, amico, ha un randello in mano.ASTRACHAN Cosa me ne importa! Non avrai mica paura?OLIMAR Ehi, per carità.ASTRACHAN Vergognati, sei un magistrato. Vai subito a dimostrare il tuo coraggio.OLIMAR tremando: Chi, chi io? Ma cosa devo fare?ASTARCHAN Cacciarlo via di qui.OLIMAR Si, ma solo se si fa cacciare. Ma vedrai -

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ASTARCHAN Rivolgiti a lui in modo sostenuto.OLIMAR a Simplizius: Pregiatissimo amico - SIMPLIZIUS salta su indignato: Cosa c'è?OLIMAR si spaventa fortemente: Ecco fatto ora, l'ho detto.SIMPLIZIUS Cosa vuole il signore?ASTARCHAN sostenendo Olimar: Coraggio, coraggio, ti aiuto io.OLIMAR Si, basta che tu non mi lasci. Si domina. A voce alta: Villano -ASTRACHAN Avanti, così sta andando bene.OLIMAR Se osa ancora parlare con un tono simile - ASTARCHAN con gioia: Eccellente! Vedi come trema?OLIMAR Ti sbagli, amico, sono io che sto tremando. A Simplizius: Allora io Le - Ad

Astrachan: Si, cosa devo fare? Presto!ASTARCHAN di nascosto: Stringerò la gola con una corda, affinché si ricordi di me!OLIMAR Stringerò la gola con una corda, affinché si ricordi di me. Ah! Si asciuga il

sudore. C'è voluto molto coraggio.SIMPLIZIUS Stringere la gola con una corda? E' un cordaio. Bene, possiamo prendere

anche lui con noi. Fa un nodo. Idem. Fa la mossa di pugnalare.ASTARCHAN Ti sei comportato bene. Ora lascia parlare me. Ascolta, se non vai via

all'istante e ti fai vedere ancora una volta nella nostra città, vedrai quale punizione la nostra giustizia stabilisce per un mascalzone del genere.

SIMPLIZIUS Ah, che severità. Deve morire quattro volte di seguito.ASTARCHAN Ah, bene. Ecco che arrivano Abukar e Nimmelot.OLIMAR Sono due giovani audaci.SIMPLIZIUS Giovani audaci? Allora i nodi li farò in anticipo. Li fa.

SCENA OTTAVA

Detti. Abukar e Nimmelot armati.

ABUKAR Cosa hai, Astrachan, stai facendo un chiasso tremendo?ASTRACHAN Ci divertiamo con questo monello. E' la persona più arrogante che io abbia

mai visto.OLIMAR spigliato: Si, si è un farabutto matricolato. Tra sé: Adesso noi siamo in quattro,

ora dovrà fidarsi di me.SIMPLIZIUS Io li ascolto solo un po', d'un tratto me ne vado.Abukar e Nimmelot si mettono di fianco a Simplizius, gli battono sulle spalle e ridono.ABUKAR Hahaha, sembra proprio un orango.NIMMELOT ridendo: Che naso largo e che bocca enorme!SIMPLIZIUS Bravo, avanti, ne ho già preso nota. Indica il suo fazzoletto. L'esecuzione

avrà luogo, non mancherà.Ridono tutti.OLIMAR placido: Solo adesso la cosa comincia a farsi divertente, solo ora mi rallegro di

essere stato tanto coraggioso.SIMPLIZIUS di nascosto: Beh, aspetta, ti salasserò.OLIMAR Ne arrivano altri quattro.SIMPLIZIUS Altri quattro?

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SCENA NONA

Detti. Entrano quattro abitanti, armati.

SIMPLIZIUS Ora mi si accumulano troppi nodi. So già cosa fare, ne faccio uno grosso che vale per quattro. Sarà un massacro il momento in cui li cucirò tutti insieme.

ABUKAR Guardatelo, è la faccia più sciocca che mi sia mai capitata.SIMPLIZIUS Ah, adesso dovrò colpire pure quel ribelle. A voce alta: Ma cosa crede?

Crede che io sia il Suo buffone e che Lei possa prendersi gioco della mia fisionomia? Che cosa manca al mio viso? La bruttezza forse? Quella non si trova più da nessuna parte, visto che ce l'ha tutta Lei sul Suo volto.

TUTTI ridono: Che tipo scherzoso!SIMPLIZIUS Bene, eccoci, non riescono neppure a ridere per bene con quei visi. Rido

meglio io con il gomito sinistro che quelli con la bocca. Mi dica, chi Le ha recato l'offesa di addossarLe una fisionomia simile? La natura forse? La destituirò, se mi farà ancora volti simili. E' una sfacciataggine da parte sua, non ho bisogno di lei se lavora in modo tanto maldestro. A cosa ci serve una natura? Il mondo è stato abbastanza a lungo innaturale, può continuare ad esserlo.

ABUKAR Il giovanotto dovrà diventare buffone di corte, mi fa terribilmente ridere.SIMPLIZIUS Buffone di corte? Questa è un'offesa. Soddisfazione!OLIMAR Ha un coraggio da leone.SIMPLIZIUS Leone? Questa è addirittura un'offesa bestiale. Doppia soddisfazione!ASTRACHAN Questo individuo supera persino gli spartani.SIMPLIZIUS Gli spartani? Saranno un altro tipo di animali ancora. Non mi riconosco

proprio più dalla rabbia. Si faccia avanti chi ha coraggio! Uno dovrò trafiggerlo. Afferra Olimar. Come la mettiamo con Lei? Vuole battersi con me o vuol farsi battere?

OLIMAR Aiuto! Aiuto!ABUKAR afferra Simplizius per la collottola e lo scuote: Adesso avrai tempo, monello.ASTRACHAN In prigione, portatelo via.SIMPLIZIUS sottrae a Olimar la sciabola dal fodero: Ora mi scappa la pazienza.

Colpisce Abukar che gli oppone la lancia e gliela fa cadere di mano. Maledetti abitanti di Kallidalos! Ora la vostra vita si venderà a buon mercato!

Combatte contro tutti mettendoli in fuga. Alcuni perdono le armi, uno l'elmo.OLIMAR correndo via: Lo avevo predetto, o dei, siateci benevoli!SIMPLIZIUS da solo: Ah! Pompei è conquistata. Vittoria sui Calmucchi. Ci sono delle

armi. Si mette l'elmo in testa. Qua l'elmo! Prende la spada, la infila nel cinto e leva in alto la lancia. Mi metto addosso tutto l'arsenale. Così! Ora Stephan Fädinger è pronto. Vendetta! Vendetta! Tutti dovranno sanguinare. Che odio provo! Credo che qualcuno dovrebbe infilzarmi, se non riuscissi a fargli la festa. Il mondo intero mi ripugna.

Canto Se mi offrissero di comprare il mondo

non so se lo prenderei.Ci sarebbe da sopportare un gran fastidioe tutto andrebbe di traverso.E se lo si rivendesse all'asta,quale vantaggio si potrebbe trarne?

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In primo luogo è una vecchia costruzione,chissà per quanto tempo potrà stare ancora in piedi.Lo si può vedere in Massana stessa,che sicuramente sprofonderà.E se un mondo ci cade in mare in questo modo,dove se ne può trovare subito un altro?

Neppure i popoli mi si confanno,i calmucchi, gli ugonotti,e chi proprio non posso soffriresono gli ottentotti.Mi fanno proprio morire di rabbiasenza neppure averne visto uno.

Anche con gli animali è una miseria,una semplice derisione,perché mai camminano sulle quattro zampe?Io vado anche su due.La maggior parte non può che tormentarci - Mi piacciono solo le sardine.

Il sole è già da tempo la mia mortecon il suo fulgore monotono.Il chiaro di luna si mette addirittura comodo,splendendo solo di notte.E poi quelle miserabili stelle,non si sa proprio a cosa servano.

Per farla breve, odio il mondo intero,d'estate come d'inverno.Non mi importa proprio di niente neppure del denaro.Non ha grande valore.Conoscessi almeno un singolo uomo -

indica se stessoal quale poter ancora far del bene.

Esce.Ripetizione

E' un divertimento bizzarro,cosa mai vorrà dire?Tutto il mio odio è sparito,adesso amo tutte le persone.Il mio cuore vuole riscaldarsi sempre di più,vorrei poter abbracciare tutti.

Prima non avrei dovuto arrabbiarmi?Non potevo certo lodarlo,

186

la gente deride il mio voltoe se ne sta quassù.Ah, se poi sento ridere là sotto,è per me il più grande onore.

Prima ho disprezzato anche il denaro,ragazzino inesperto.Adesso ci ho riflettuto, non è affatto tanto spregevole.E se ne ricavassi un guadagno,credo che lo accetterei.

Esce.

SCENA DECIMA

Ewald. Aloe deve essere rappresentata da una giovane attrice con i capelli grigi. Ha la testa avvolta in un fazzoletto come una matrona greca e cammina un po' ricurva.

ALOE No, no, caro il mio bel signore! Non così in fretta, la ragazza è troppo giovane, non ha ancora bisogno di un corteggiatore. Ah, o casta dea Diana, sono uscita appena un'ora di casa per ammirare gli uomini valorosi e la ragazza intraprende un affare di cuore. Dove avete parlato con quella fanciulla snaturata?

EWALD Alla finestra le ho parlato.ALOE Guardate un po'. E allora pensate che da noi si sposino le ragazze solo dopo averle

viste dalla finestra? Così come si colgono i limoni? Lasciate perdere questo desiderio. Sono già cinquanta anni che guardo fuori dalla finestra e non ho scorto alcun uomo. Anch'ella può aspettare tutto questo tempo. Non Vi conosco neppure, chi siete dunque?

EWALD Sono un forestiero.ALOE Oh, lo vedo, poiché i nostri uomini li conosco tutti. Cosa possedete dunque

all'estero?EWALD Un bene che nessuna disgrazia potrà rubarmi, uno spirito fedele e un intelletto

vigoroso.ALOE Chi Vi dice che l'intelletto sia un'eredità sicura, come potrebbero allora esserci così

tanti pazzi?EWALD E un'arte che supera tutte le arti.ALOE Forse l'arte di abbindolarmi?EWALD Al contrario, vorrei far splendere la Vostra bellezza nel fulgore più solenne.ALOE Non ascolto volentieri quando si parla del mio fascino. Non mi è nuova ormai.

L'abitudine uccide le nostre gioie più belle. Avanti, dunque? Ah, la mia memoria è tanto debole. Che cosa avete detto da ultimo?

EWALD Si parlava appunto della Vostra bellezza.ALOE Si, si, era questo ciò che non volevo sentire. Volete elevarla?EWALD Al rango di Venere. Se mi promettete solennemente la mano di Vostra nipote.ALOE Cosa Vi viene in mente? Atritia? E' una fanciulla senza mezzi, per niente al mondo.EWALD Nemmeno per il premio che oggi il re conferirà in quel tempio là?

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ALOE spaventata: Siete fuori di senno? Sono spaventata proprio come se mi avesse colpita il dardo di Amore. Io sono già una rosa sfiorita che non brilla più nello splendore primaverile.

EWALD Con la mia arte Vi conferirò questo splendore. Di fronte a tutte le fanciulle di questo regno Voi dovrete conseguire il premio di bellezza. Però Vostra nipote poi sarà mia, la porterò via con me.

ALOE Voi, mortale, potreste ottenere ciò per cui io ho già fatto voto a Cerbero affinché potesse riuscire a farlo?

EWALD Vi do la mia parola, e se la romperò, non dovrete mantenere la Vostra.ALOE Non fatemi impazzire! Vorreste ringiovanire Aloe?EWALD E perché no? Se l'aloe, la pianta, a cento anni produce nuovi fiori, perché Aloe, la

donna, non dovrebbe fiorire a sessanta?ALOE Sessanta anni, si, avete ragione, è il momento giusto per la fioritura. Mi sento già

fiorire, inizio già a profumare. O cielo, che fortuna, mi sento già giovane, solo gli anni mi sono d'impiccio.

EWALD Calmatevi però. Non è ancora il momento. Aspettatemi in casa. Prima devo mostrarmi al re. Entrate pure e dite ad Atritia che diventerà mia moglie.

ALOE Si si. Avrete Atritia. Ve la regalo. Ah, se ne avessi una quantità di ragazze simili, potreste portarle tutte nel Vostro paese. Ma avanti, via, la più bella rimane indietro. La più bella - un mondo di piacere vive in questa parola. E se io sono la più bella, mio sarà l'uomo più bello. L'uomo più bello, ah, quanti mondi si riuniscono. Verso la casa: Atritia, Atritia, avremo entrambe un uomo. O dei, siate con me, ne va della ragione. Esce lieta di corsa.

EWALD da solo:Il giovane avverte doppiamente il valore del leggiadro amore,se sente la vecchiaia compiangerne la perdita.

GRIDA da fuori: Il cinghiale è stato abbattuto, viva il grande eroe!EWALD Il cinghiale è stato abbattuto! La piaga più ispida del paese. Ecco che arriva

Simplizius! Pieno di paura! Il suo furore si è vaporizzato?

SCENA UNDICESIMA

Detto. Simplizius senza fiato.

SIMPLIZIUS E' qui?EWALD Che notizie mi porti, Simplizius?SIMPLIZIUS Pensi, ho ucciso il cinghiale.EWALD Tu? Impossibile.SIMPLIZIUS Beh, lo dicono tutti!EWALD Tutti? Chi?SIMPLIZIUS La popolazione che è stata a guardarmi.EWALD E' proprio un cinghiale enorme.SIMPLIZIUS Si capisce, più grande di noi due.EWALD Non lo hai abbattuto da solo, qualcuno deve averti aiutato.SIMPLIZIUS Ora sì che va bene. Se a qualcuno riesce bene qualcosa, allora Lei dice che

deve essere stato aiutato. Ha una sola ferita, si può vedere subito.EWALD Ma come è avvenuto?

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SIMPLIZIUS Molto brevemente, infatti chi vuole impegolarsi in un lungo discorso con un cinghiale? Sa che oggi era stata organizzata una caccia grossa contro di lui. Erano tutti riuniti là fuori presso l'albero verde, dove tutti i giorni viene il cinghiale a colazione. Tutti i guerrieri erano pieni di ardore e io ero già in ebollizione. Tutto ad un tratto arriva uno, pallido come un morto, che grida: "Arriva il cinghiale. Prendetelo ora! Prendetelo!" Ma nella lingua locale la parola prendetelo deve avere un altro significato e deve voler dire scappate. Poiché la parola era appena stata pronunciata, che tutti sono scappati via. Un coniglio dopo l'altro, io son rimasto l'ultimo. Erano appena fuggiti via, chi arriva? Il cinghiale. Appena lo scorgo, mi prende il furore, mi precipito su di lui e lo trafiggo da sinistra a destra.

EWALD Inaudito. E appena è caduto, cosa è successo?SIMPLIZIUS Poi sono scappato via anch'io, cosa è successo in seguito non lo so.

Probabilmente hanno raccolto il cinghiale.EWALD Dopo l'impresa hai dunque perso il coraggio?SIMPLIZIUS Si capisce, è proprio questa la cosa grandiosa. Bella forza, prima. Appena il

cinghiale si è disteso sul suo sangue, mi è apparso venti volte più grande di prima, tanto che ho cominciato a tremare e non ho più potuto guardarlo. Ma tutti gridavano: "Fermo, trattieniti, grande eroe!" Ma io ho pensato: "Gridate quanto volete, non sono il primo eroe che è fuggito via e non sarò neppure l'ultimo" e sono scappato.

EWALD Simplizius, otterrai una ricca ricompensa.SIMPLIZIUS Crede che ne verrà fuori qualcosa? Farò subito un conto equo: la mia

prestazione nell'uccidere il cinghiale. Oppure devono pagarmi a peso. Lo farò pesare dal mercante di bestiame, quanto pesa, pesa. Punto e basta.

GRIDA da fuori: Viva il più grande di tutti gli eroi.SIMPLIZIUS Sente, gridano di nuovo. Questo popolo non dà pace. Compare Aloe alla

finestra. Ma mi dica, quando salveremo il regno una buona volta, se succede sempre qualche cosa nel frattempo? Ora un terremoto, ora un cinghiale.

EWALD Lasci che se ne occupi la dea. Noi ubbidiamo solamente. Guardi un po' là verso quella finestra.

SIMPLIZIUS Ah, io non guardo in su.EWALD E perché no?SIMPLIZIUS Perché c'è una vecchia che guarda in giù.EWALD Amico, questo è il mio sogno. Oggi stesso ella dovrà risplendere come la più

grande bellezza.SIMPLIZIUS Quella là? Allora ha da lucidare bene, prima che quella cominci a splendere.EWALD Lo farà la luce magica della fiaccola. Il re deve porgerle il premio, perciò mi

presenti a lui come Suo amico, affinché egli mi conceda udienza. Guardi, si stanno avvicinando i guerrieri in marcia solenne. Cercano Lei.

SIMPLIZIUS Ah, possono marciare dove vogliono, io non ho bisogno di loro.Coro di guerrieri che avanzano sul palco.

Coro

Grazie all'eroe che gli deihanno temprato con un coraggio da leonee che hanno benignamente eletto,salvatore del regno.

Formano un cerchio.

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SCENA DODICESIMA

Detti. Dardonius e cortigiani. Inoltre Nimmelot. Abukar. Astrachan. Olimar.

DARDONIUS con gioioso entusiasmo: Dove? Dite, dove è il meraviglioso salvatore del mio paese?

UN CORTIGIANO Ecco qui l'eccellente giovanotto, nobile principe.SIMPLIZIUS tra sé: Intende me?OLIMAR E' lui che ha abbattuto il cinghiale?ABUKAR Chi lo avrebbe pensato?DARDONIUS Fatti abbracciare, straniero. Lo abbraccia. Accetta la riconoscenza del re.SIMPLIZIUS La prego veramente di non suscitare un simile scalpore, non ne vale la pena

per quella piccolezza, per quel po' di cinghiale.DARDONIUS osservandolo con meraviglia: Tu hai dunque abbattuto questo mostro?SIMPLIZIUS Ciò mi lusinga.I GUERRIERI Noi tutti siamo stati testimoni.DARDONIUS Uomo eroico, guarda le lacrime di riconoscenza negli occhi del mio popolo.I cortigiani piangono.SIMPLIZIUS in disparte: Mi è inconcepibile come si possa piangere per un cinghiale.DARDONIUS Dei! Come può risiedere tale forza gigantesca in un corpo tanto debole.SIMPLIZIUS Si, questo è proprio il gioco d'azzardo della natura, come quando si apre il

guscio di un'ostrica e ne viene fuori un elefante.DARDONIUS Parla! Come posso ricompensarti?SIMPLIZIUS Beh, prima dovrei fare un calcolo approssimativo. Ci vuole troppo. Affido il

tutto all'indiscrezione di Vostra Maestà, non avremo bisogno di alcun giudice.DARDONIUS tra sé: Non comprendo il modo di esprimersi di quest'uomo. A voce alta:

Guerrieri, il cui coraggio spesso dimostrato deve cedere al vigore eroico di questo giovane, dite voi stessi se quest'impresa merita di essere ricompensata con l'alloro?

TUTTI Si, lo merita.SIMPLIZIUS Accidenti! Mi danno addirittura un alloro. Avrei preferito mezzo litro di vino

nuovo.DARDONIUS Orsù, incoronatelo dunque con l'alloro.I guerrieri spezzano dei rami d'alloro dall'albero e intrecciano una corona.SIMPLIZIUS a Ewald: Amico, ma devo accettare questa verdura? Ma non vale due soldi.EWALD Quale verdura?SIMPLIZIUS Vogliono darmi un alloro. Avrei preferito degli spinaci. Mi sembra che

vogliano imbrogliarmi, vero?EWALD Ma cosa Le viene in mente? L'alloro è l'onorificenza più alta, per la quale hanno

combattuto i più grandi uomini di tutti i tempi.SIMPLIZIUS Per l'alloro? Deve essere proprio caduto in basso, ora lo adoprano

addirittura per la lombata.EWALD Si lasci istruire. Lei deruba l'umanità della sua nobiltà.SIMPLIZIUS Ma l'umanità è di famiglia nobile? Voglio vedere l'albero genealogico.EWALD O intelletto, quanto innalza il tuo valore la relazione con gli animali.DARDONIUS Lo avete preparato?UN CORTIGIANO Eccolo. Porta su uno scudo la corona con delle bacche rosse.

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SIMPLIZIUS Ma non è neppure un alloro.DARDONIUS Adesso inginocchiati, ti incoronerò io stesso.SIMPLIZIUS Va a finire che mi incoronano con le coccole delle rose di macchia. Si

inginocchia.OLIMAR Una sorte spietata.DARDONIUS In nome mio e di tutto il regno, cingo la tua fronte eroica con questo serto

onorifico.SIMPLIZIUS Ora sono rifornito per tutta la vita, scuote la testa, speriamo almeno che non

arrivino le mosche.DARDONIUS Come ti chiami?SIMPLIZIUS Simplizius!DARDONIUS Tutto l'esercito esalti questo nome.TUTTI I GUERRIERI Viva Simplizius, il salvatore del nostro paese.DARDONIUS Alzati! La corona è tua.SIMPLIZIUS si alza. Tra sé: Mi è andata proprio male. Che popolo ingrato. Devo

assomigliare a un salice.DARDONIUS E affinché tu riconosca quanto vale la mia più grande gratitudine, diventerai

vicecomandante.SIMPLIZIUS Che spettacolo! Ora mi prendono addirittura per un militare. Diventerò

vicecerusico.EWALD Quest'uomo mi porta alla pazzia.OLIMAR E' un individuo estremamente sciocco.TUTTI Salute a te, Simplizius!CORTIGIANO Viene portato il cinghiale, nobile principe.SIMPLIZIUS Cosa? Ora non riuscirei a sopportarlo. Mi prenderà un colpo.Sei guerrieri portano un enorme cinghiale su una barella, che viene posta al centro del palco.EWALD Un animale degno di essere visto.SIMPLIZIUS Io non lo guardo davvero.DARDONIUS Ammira la tua gigantesca impresa.SIMPLIZIUS Ah, è terribile, è cresciuto ancora. A Ewald: Quell'animale non ha fine. Lo

guardi un po', mi sembra che si muova ancora, non è morto.DARDONIUS Goditi la tua vittoria.SIMPLIZIUS a Ewald: Mi sostenga, non mi sento bene, dalla paura perdo la corona

d'alloro. Mi afferra, ha gli occhi su di me. Lo guardi un po'.EWALD Ma si riprenda, su.SIMPLIZIUS Non parli di riprendersi, altrimenti quello sarà subito qui. Non lo sopporto.

Grida: Vostra Maestà! Vostra Maestà porti via il cinghiale.NUMEROSI CORTIGIANI Il re?SIMPLIZIUS Per me è uguale, per me va bene anche la regina. Purché vada via. Altrimenti

accadrà una disgrazia.DARDONIUS Perché tremi in questo modo?SIMPLIZIUS Dalla troppa forza, è il coraggio superfluo. Una lancia! Gliene porgono una

- a voce bassa: Affinché possa sorreggermi, altrimenti crollo. Che se ne vada, avanti, lo trafiggerò ancora una volta, quel diavolo, sono fuori di me dalla rabbia. In disparte: E dalla paura.

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DARDONIUS Allora portate via il cinghiale. Tra sé: Quest'uomo è un enigma per me.OLIMAR Se il coraggio si manifesta in questo modo, allora anch'io sono un eroe.DARDONIUS Siete sicuri che egli, egli solamente, abbia abbattuto il cinghiale?I GUERRIERI Lo siamo.DARDONIUS Per me è inconcepibile.SIMPLIZIUS a voce bassa al re: Per me lo è da tempo.CORTIGIANO a voce bassa al re: E' privo di intelletto e volgare.DARDONIUS Che importa! In questo modo noi ricompensiamo l'impresa, non chi l'ha

compiuta. Innalzatelo e portatelo in trionfo verso il tempio. Là adornatelo come esige l'usanza. Addio, mio eroe, verrò tra breve. I guerrieri formano una scala con i loro scudi.

SIMPLIZIUS Ma che onori mi rendono! Prima portano il cinghiale e poi me. Lassù? Ah, sarà un trionfo se mi faranno cadere da lassù. Allora riposerò sul mio alloro. Sale su.

GUERRIERI Viva Simplizius!SIMPLIZIUS Ora mi hanno messo su uno stemma, poi mi daranno delle botte. Si ha una

bella vista da quassù. Basta fare attenzione, altrimenti ci sarà da raccogliere qualcos'altro. Inizia la marcia, fanno per portarlo via - egli grida: Ehi, accidenti, ho dimenticato qualcosa! Fermi! Deve fermarsi tutta l'armata. Si fermano. Vostra Maestà, chiedo la parola.

DARDONIUS si avvicina: Cosa desideri?SIMPLIZIUS a Ewald: Venga un po' qui. Vostra Maestà permette che io presenti Vostra

Maestà al mio amico, desidera fare la Vostra conoscenza e a causa di tanto trionfo, stavo per dimenticarmene. Hahaha! Riverisco! Ai guerrieri: Avanti pure con il corteo.

Il CORO ripete:Grazie all'eroe che gli deihanno temprato con un coraggio da leonee che hanno eletto benignamente,salvatore del regno.

Escono tutti tranne Dardonius, i cortigiani, Ewald. Aloe si allontana dalla finestra.

I CORTIGIANI Un uomo bizzarro, del tutto indegno di tale onore.DARDONIUS Sei amico di quell'uomo valoroso?EWALD in disparte: Cosa devo dire? A voce alta: Si, nobile principe. Tra sé: La vergogna

di dover essere amico di quello stolto mi schiaccia quasi a terra.DARDONIUS E' un eroe come non me ne era ancora capitato alcuno e ha compiuto una

cosa importante per il paese, perciò anche tu puoi contare sull'esaudimento di un desiderio.

EWALD E' un desiderio che si accorda bene con l'onore di questo paese. Condurrò i tuoi occhi verso la più grande bellezza del tuo regno, che ha vissuto fino a ora in silenzioso isolamento.

DARDONIUS Portala alla festa, se meriterà il premio, non le sfuggirà. Però io non posso agire iniquamente.

EWALD La mia preghiera non è così ardita. Solo che non dovrai essere tu stesso ad ornarla con una ghirlanda di rose, dovranno essere le nobildonne del tuo paese a porre un diadema di mirto sulla sua testa.

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DARDONIUS Sarà fatto. Presentati tra breve al tempio, poiché prima che il destriero di Febo beva dai flutti di Poseidone, la nostra festa dovrà essere terminata, affinché la notte, che oscura lo splendore di tutte le bellezze, non sottragga la vittoria al giorno glorioso.

Esce. I cortigiani lo seguono.

EWALD Mi addolora il cuore doverti ingannare, nobile re, poiché un momento ardito ti mostrerà in modo sconvolgente, come sessanta anni impietosi trasformino in bruttezza, la graziosa immagine della bellezza. Entra in casa di Aloe.

SCENA TREDICESIMA

Cambiamento di scena.Ingresso dell'abitazione di Aloe. Sullo sfondo, un ampio pilastro sorregge al centro la volta, cosicché si formano due aperture, il cui ingresso sul lato destro è chiuso da una balaustra alta tre piedi, che dalle quinte giunge fino al pilastro centrale. In quest'atrio, che è dipinto di scuro, una porta laterale conduce alla camera di Atritia. L'atrio di sinistra è illuminato, poiché su questo lato si trova una finestra.

ALOE uscendo dalla camera di Atritia e gridando in quella direzione: Tu rimani nella stanza, chiude la porta a chiave, egli non potrà parlarti finché non avrò riordinato del tutto la mia bellezza. Si inginocchia. O dei! Che avete adornato migliaia di cieli con la bellezza, aprite la vostra dispensa e versate sulla mia testa la cornucopia della tenera gioventù. Sopporterò tutto di buon grado: gettatemi nel cratere dell'Etna, basta che esso mi sputi fuori bella. Fatemi languire nel profondo del mare, basta che possa risorgere nuovamente dalla sua schiuma leggiadra come Venere! Donatemi milioni di conchiglie, di cui una sola nasconda la bellezza, e io le aprirò tutte, finché non arriverò a quella giusta. O dei, cedete alle preghiere - Alt, lo straniero si sta già avvicinando.

SCENA QUATTORDICESIMA

Detta. Ewald.

EWALD Eccomi qui, presto all'opera. Imperioso: Adesso preparateVi a diventare bella.ALOE in modo patetico: Chi non sarebbe pronto? L'attesa eccita ogni fibra e l'impazienza

mi fa esplodere il cuore.EWALD InginocchiateVi.ALOE Ora mi inginocchio.EWALD RialzateVi, adesso siete bella.ALOE si alza di scatto: Mi volete far diventare pazza, non vedo in me il minimo

cambiamento.EWALD Qui è troppo buio, fatemi usare la torcia. Agita la fiaccola e la infila in un anello

del pilastro, in modo che venga illuminato l'atrio di sinistra e l'altro rimanga buio. Aloe si trasforma all'istante in una giovane e affascinante ragazza greca,

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vestita di rosa, ornata di rose bianche. Adesso guardateVi allo specchio. Le tiene davanti uno specchietto che stava su un tavolino.

ALOE No! Impossibile. Traspare Venere da questo specchio. Giuratemi che sono proprio io.

EWALD Si, siete Voi, ci scommetto la testa.ALOE con improvviso orgoglio: Adesso donne, che il mondo cieco dichiara belle, abbiate

il coraggio di misurarvi con me! Siete tutte delle mendicanti. Ah, la mia gioia è tanto grande che devo abbracciarti. Lo bacia.

EWALD Quasi quasi piace anche a me, ma non potrà sedurmi, basterà spegnere la fiaccola per distruggere questo amore. Teso: Ascoltatemi, bella Aloe.

ALOE rapita: Cosa desideri, bell'uomo?EWALD Adesso mantenete anche Voi la parola, visto che io ho tenuto fede alla mia.

Fatemi parlare con Atritia. Chiamatemela.ALOE Aspettate un po', l'ho rinchiusa. Ebbene, scoppierà di collera quando vedrà la mia

bellezza.Passa attraverso l'apertura illuminata dell'arco. Appena passa dietro il pilastro, si ferma e un'altra della stessa misura, vestita come Aloe vecchia, va al suo posto, senza fermarsi, verso la porta laterale dell'atrio buio, la apre ed entra. Appena apre la portaEWALD dice ridendo: Haha! Adesso è di nuovo vecchia, poiché la fiaccola non lo sta

illuminando.Aloe esce di corsa dalla stanza. Appena giunge al pilastro, le figure cambiano.ALOE Come è possibile che Atritia non mi abbia ammirata?EWALD tra sé: Lo credo bene. A voce alta: Vi sbagliate sicuramente. Grida: Atritia! Esci

pure.Atritia esce dalla stanza, corre verso Ewald, senza far attenzione ad Aloe.ATRITIA Arrivo! E' la sua voce. Di un po', straniero, è vero che diventerò la tua

mogliettina?EWALD Proprio così! Ma girati!ATRITIA Ah, cielo, cosa vedo! E' la dea Venere in persona. Cade in ginocchio. No, non

ho mai visto una bellezza simile.ALOE trionfante: O conforto! Ciò solletica il mio orgoglio! Ecco che ora si inginocchia

colei che tanto spesso mi ha deriso.ATRITIA tiene le mani unite: Grande dea, assistici.EWALD Alzati, è solo tua zia.ATRITIA Ma cosa dici? La zia?EWALD Proprio così. L'ho abbellita io in questo modo.ATRITIA si alza: La vecchia e brutta Aloe? Impossibile.ALOE esplode: Maleducata, osi definirmi brutta? Togliti dalla mia vista, altrimenti ti

metterò le mani addosso. La rabbia mi uccide.ATRITIA Si, hai proprio ragione, è lei. La dea Venere non parla in questo modo. Oh,

dimmi, farai diventare anche me bella così?EWALD Per me sei già bella abbastanza.ATRITIA Allora non voglio esserlo ancora di più.EWALD Ma ora addio. La bacia. Appena ritornerò, sarai mia moglie e mi seguirai nella

mia patria. Lucina! Concedile la tua protezione.ALOE ancora furente: Definirmi vecchia! Creatura disgustosa! Minaccia con il pugno.

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EWALD Adesso calmateVi, la collera diminuisce la Vostra bellezza. Seguitemi nel tempio.ALOE si domina: Si, mi calmerò, poiché la bellezza è la cosa più importante per me. Vi

seguo. Di nuovo con irruenza: Ma quando tornerò! A Ewald: Vada pure avanti, sono la dolcezza in persona. Di nuovo con irruenza: Ragazza sacrilega! Io - si calma - no, non mi ruberai la mia bellezza. Vai pure avanti, io seguirò docilmente, molto docilmente. Cammina irrigidita a piccoli passi e getta una furiosa occhiata di sbieco ad Atritia. Definirmi vecchia! Trema, quando tornerò! Molto docilmente - molto docilmente.

Esce.ATRITIA da sola: Ah, il mio amato è un mago. Scendono delle nubi. Lulu esce dalla botola.LULU E per questo lo lascerai?ATRITIA Non lo farò. Ha incantato anche me.LULU Allora seguimi. Ti terrò in custodia per lui.Sprofonda con lei.

SCENA QUINDICESIMA

Cambiamento di scena.Tempio di Venere. A ogni lato un trono e al centro del fondale l'immagine della dea, ondeggiante sulle nubi, di fronte a essa alcuni gradini. Olimar, Astrachan ecc. Sacerdotesse di Venere con fiaccole d'oro. Donne e uomini della nobiltà di Kallidalos sono riuniti nel tempio. Il re sale sul trono di destra.

Breve coroGuardate, la dea ci è benigna,amabilmente scintilla l'oro della chiomae il suo sguardo pieno di grazia,annuncia fortuna al nostro paese.

DARDONIUS La dea ci è benigna. Ha accettato benevolmente le offerte. Adesso conducete davanti al mio trono l'eroe di questa importante giornata.

SCENA SEDICESIMA

Detti. Simplizius, ornato di una corazza greca d'oro e con la grossa pelle del cinghiale addosso, viene introdotto dai nobili.

SIMPLIZIUS Cosa vogliono tutti questi da me? Ora in piena estate mi cuciono in una pelle di cinghiale, tanto da non star più nella pelle.

DARDONIUS Uomini e donne della nobiltà di Kallidalos, ecco qui il cacciatore più audace del suo tempo.

SIMPLIZIUS Vorrei esserlo, così vi caccerei via tutti.DARDONIUS Ha avuto la ventura di sconfiggere quel mostro che ha devastato il nostro

paese. Adesso potete audacemente vagare per il bosco e la semina dei vostri campi è salva grazie a lui.

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SIMPLIZIUS Ah! Per questo mi hanno fatto cerusico.DARDONIUS Sulla sua fronte è già stato posto il segno della più alta fama e le sue spalle

sono coperte dalla ruvida corazza dell'animale. Niente eguaglia il suo coraggio.SIMPLIZIUS tra sé: Mi assalgono già tutte le angosce. Sto sudando da morire.DARDONIUS Perciò la speranza di tutto il mio popolo è riposta solo in te.SIMPLIZIUS tra sé: Bene, mi congratulo.DARDONIUS Presto inizierà la guerra contro Agrigento e il campo di battaglia si riempirà

di guerrieri. Sali su quel trono e annuncia tu stesso, cosa ti ho nominato.SIMPLIZIUS O maledizione, mi manca la parola e devo tenere un discorso. Ma no, dirò

qualcosa di sconnesso, spesso piace di più delle cose assennate. Sale sul trono e sospira: Dunque popolo al di sopra di tutti i popoli, il re mi ha assegnato ai militari e benché io non possegga la giusta misura, mi sento commosso sopra ogni misura e talmente toccato che devo sedermi su questo trono, per tacere tutto ciò che la mia riservatezza non mi permette mai di dire. Si siede.

DARDONIUS L'ho nominato vicecomandante. Sei più grande come eroe che come oratore. Adesso porgete il diadema di mirto alle donne come ho disposto oggi e lasciate che le ragazze aspirino al premio della bellezza.

Musica da ballo melodiosa. Dodici ragazze, vestite come Aloe dopo la trasformazione, ma con abiti bianchi ornati di rose rosse, formano graziosi raggruppamenti davanti al trono del re. Infine il gruppo forma un tableau che lascia al suo centro uno spazio, in cui entra Aloe, introdotta da Ewald con la fiaccola, che chiude il gruppo. Un fanciullo porta alle donne la corona di mirto su un cuscino.

DARDONIUS con trasporto: E' colei che, simile a una rosa adamantina, supera nel bagliore le perle delicate. Scende dal trono e conduce avanti Aloe. Donne, incoronatela, solo a lei spetta il premio.

SIMPLIZIUS tra sé: La vecchia è diventata matura. Ora la si vende per giovane.DARDONIUS Dite voi stessi, quale paese può mostrare una ragazza simile?GLI UOMINI Lo stupore incatena i nostri sensi.SIMPLIZIUS tra sé: Questo è l'inganno più bello che mi sia mai capitato.DARDONIUS Perché indugiate, signore onorate, non è degna della vostra corona? Pausa.

Rispondete.LE DONNE Si, ci è -DARDONIUS Cosa vi è?SIMPLIZIUS E' troppo bella per loro, questo è tutto.LE DONNE Ci è superiore in bellezza.SIMPLIZIUS Ci è voluto un po' perché venisse fuori. Domani saranno tutte malate.LE DONNE le mettono il diadema: Più bella di tutte noi, sii la regina della festa.SIMPLIZIUS Ora riceve anche una corona. Io le darei qualcos'altro.

Le donne conducono Aloe verso lo sfondo sui gradini del trono e si dispongono in fila su entrambi i lati.TUTTI Salute alla regina della festa!SIMPLIZIUS Ma cosa hanno da gridare oggi, va a finire che verrà la raucedine a tutti.DARDONIUS Simplizius, solo adesso posso ricompensarti dignitosamente. Prendi la mano

di questa ragazza. Sarà tua moglie.

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SIMPLIZIUS Questa vecchia? Per poco ora non cado giù dal trono per lo spavento. Non la voglio.

DARDONIUS Sei sconcertato? Questa creatura incantevole?SIMPLIZIUS Non mi affascina. L'ho già vista con il suo vecchio negligé.DARDONIUS Devi prenderla. Se non vuoi perdere la tua carica.SIMPLIZIUS Per me va bene. Scende dal trono - tra sé: Preferisco perdere la carica di

cerusico che avere noie con la vecchia.DARDONIUS Come, osi contraddire la legge?EWALD a bassa voce: La prenda. Basta che non riveli niente. Le presto la fiaccola.SIMPLIZIUS La smetta, voglio avere una donna che sia bella anche al buio, non una che

debba prima essere illuminata. A voce alta: Non la prendo. Vuole forse prenderla un altro?

GLI UOMINI Siamo tutti pronti a sposarla.SIMPLIZIUS Bene, dunque. Andate via adulatori. La donna trae in inganno il paese intero.DARDONIUS Non è ancora abbastanza. Per dimostrare come a Kallidalos si onori la

bellezza, la eleggo io stesso mia sposa.TUTTI Viva la nostra regina!SIMPLIZIUS Ora diventa addirittura regina. Sarà un giubilo quando regnerà.DARDONIUS E mi sposo all'istante.Aloe fa gesti di entusiasmo.SIMPLIZIUS Il re esagera. A Ewald: Spenga pure la fiaccola, sposerà a scatola chiusa.EWALD Che tremendo imbarazzo. Cosa devo fare ora?Tuono. L'immagine di Venere cade giù. Al suo posto è visibile Lucina in un'aureola di nubi.LUCINA L'inganno sta oltrepassando i limiti, toglietevi le corone che non vi spettano.

Toglie la corona ad Aloe che è sotto di lei e l'alloro di Simplizius le vola tra le mani. Ora via, ad Agrigento.

Ewald e Simplizius spariscono. Appena la fiaccola si eclissa, Aloe si ritrasforma riassumendo le sue vere sembianza. Compare di nuovo l'immagine di Venere.

TUTTI Cosa è accaduto?DARDONIUS Sono spariti i forestieri? Dov'è la sposa che ho scelto?ALOE sui gradini: Eccomi qui, nobilissimo sposo.DARDONIUS Che donna orrenda! Come sei giunta al tempio?ALOE Sono io, Aloe, colei che hai scelto. Lo giuro sulla mia gioventù.TUTTI Inganno!DARDONIUS Magia! Scacciatela dal tempio con la frusta. O infamia, annientami! Cade

giù.Aloe viene trascinata via dai gradini.

Coro

Fuori, fuori, mostro,non profanare il tempio.Trema di fronte al furore del re.Su, trascinatela davanti al tribunale.

Viene cacciata fuori.

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SCENA DICIASSETTESIMA

Cambiamento di scena.Il bosco con il portale delle Eumenidi su cui ardono i tre sigilli. Chiaro di luna. Lucina con le corone. Creonte.

LUCINAVieni, mio Creonte, abbiamo ottenuto la vittoria.

CREONTEAvresti dunque conquistato l'impossibile?

LUCINAFra breve la gioia più solenne compenserà il tuo dolore.L'Orco è stato umiliato, ecco le corone.

CREONTETre astri le illumineranno con chiarezza nella notte.Come fugge veloce l'angoscia quando ci arride la speranza.

LUCINAAdesso inginocchiati e abbassa gli occhi sulla terra,affinché non li danneggi l'atroce vista.Perché Rea geme e le stelle piangononel veder risplendere il pugnale delle Eumenidi.

Creonte si inginocchia e piega la testa. Ella pone le corone sulla pietra sacrificale.Tre corone riposano sulla fredda pietra.Le offro in sacrificio!

Una fiamma divampa sull'altare e distrugge apparentemente le corone.Ebbene, fiamma, cingile.Scioglietevi, sigilli; portale, apri le tue fauci.

I sigilli spariscono. Il portale si apre con un terribile crepitìo.Su, su, draghi assetati di vendetta!Non sollevare lo sguardo, ti costerà la vita,le Eumenidi si avvicinano - Mugghiare del vento di tempesta. Il tremito coglie anche

me.Ella piega il corpo verso la terra. Musica lamentosa di tempesta. Un lampo blu guizza dalla cavità. Tisifone, Megera, Aletto, le Furie tutte vestite di verde, la testa avvolta di vipere, escono di corsa dal portale, agitando fiaccole bluastre e pugnali luccicanti.

TUTTE E TRE guardano la luna. Con tono profondo:La luna, la luna, brilla all'ora esatta.Svegliatevi, svegliatevi, la vendetta fa la ronda.

Percorrono il palco con passi misurati.LUCINA

E' avvenuto, fra poco il tuo nemico sarà giustiziatoe così sarà appianata la lite con il mondo turbato.Adesso seguimi, per ordine mio ti attendonoi nobili con amore, tutti disposti in cerchio.Di mille lampade riluce il tuo palazzo,che riesce appena a trattenere il giubilo dei suoi ospiti.Escono entrambi.

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SCENA DICIOTTESIMA

Cambiamento di scena.L'atrio rotondo ornato d'oro, la camera da letto di Phalarius, illuminata da due candelabri ricchi di candele. Su un lato il suo giaciglio, accanto ad esso su un piedistallo brilla una luce. Di fronte una porta di ebano. Phalarius entra, dietro di lui Antrokles profondamente chinato.

PHALARIUSFatemi vedere per quanto tempo si vanta ancora il mio orgoglioso vicino.Dove sono i generali? E' tutto armato il mio esercito?

ANTROKLESLa vigorosa schiera di guerrieri attende con coraggioso ardore.

PHALARIUS ridendo:Invano arde il coraggio, se il pericolo lo evita.Adesso spegni le luci, fai entrare l'oscurità.Poi allontanati. In disparte con furore: E lasciami alla mia sofferenza.

Antrokles spegne le luci tranne la lampada, si inchina profondamente ed esce preoccupato. La stanza si fa buia.PHALARIUS da solo:

Un padrone di casa accorto, di notte chiude la porta.Io lo imito - Chiude. Ecco. Adesso sono solo con me stesso.Si spaventa.Da solo? E' una parola sbagliata. Chi può dirlo?La solitudine non ci manda pensieri che ci tormentano?Quali sono i pensieri che si uniscono in rivolta,che minacciano la mente e sbarrano la porta alla ragione?E' un inutile seguito, al quale non si deve prestare attenzione.La regina dei pensieri è solo la decisione,perciò ho preso, risoluto, questa ferma decisione,come Febo solenne e imponente con destrieri sputafuocoattraversa il regno del cielo su una carrozza di raggi dorata,allo stesso modo porterò attraverso la terra, la luce della corona.Il sole sulla volta di zaffiro non risplende da solo,io sarò il secondo su un terreno di smeraldo.Dalla spiaggia di Etiopia, dove dimora l'ardente simun,fino al ghiaccio del Polo Nord, dove risuona la borea,il mio vessillo dovrà campeggiare con orgoglio lungimirante.Batti più calmo, cuore mio, il tuo desiderio sarà placato.

Depone la pelle di pantera e le armi, ma non la corona e si distende sul giaciglio.Vieni a trovarmi, sonno bugiardo, che raramente si ricorda di me,e cala volentieri solo su occhi spensierati.Spegniti, o lampada, spegni pure il sole un giorno,così sarà buio nella grande dimora del mondo.

Spegne la lampada. All'improvviso si vedono seduti sulla sua testa tre spiriti rosso fuoco, che guardano fissi la sua corona. Prima erano nascosti dietro il divano e solo ora alzano la testa insieme. Pausa.

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Che silenzio disgustoso! - Cosa sarebbe la vita senza liti?Il fodero senza spada - sussulta: Chi è là?

Scorge gli spiriti. Ah, voi! Anche oggi?I TRE SPIRITI insieme, uniformemente e cupi:

Sorvegliamo la corona con sguardo da gufo.Dormi tranquillo, dormi tranquillo, niente disturbi la tua felicità.

PHALARIUS scoppiando in una sonora risata:La mia felicità! Come sono felice ora grazie a voi.Il desiderio impoverisce, la soddisfazione è ricchissima.O follia, che costruisce ponti sopra l'abisso del dolore,guai a colui che si fida con coraggio del suo arco fatuo!Felicità disperatissima, che si toglie la vita da sola!Mi rendi tanto povero che non mi rimane altro che la corona.La corona! Per lo Stige, la utilizzerò in modo terribile,la rovina dovrà brillare dalle sue punte ardenti.Vendicherò il mio tormento, chi me lo impedirà?

Bussano alla porta.

ALETTO con tono cupo:Il pugnale delle Eumenidi!

MEGERA Distruzione di tutti i peccatori!

I TRE SPIRITILe Eumenidi sono qui! L'Orco è perduto.

Spariscono.PHALARIUS balza su:

Chi bussa tanto spudoratamente, parla, chi ti manda così tardi?Bussano piano.TUTTE E TRE

Apri, grazioso reuccio, desideriamo parlarti.PHALARIUS

Cosa volete da me?La porta si apre di scatto con un boato.TUTTE E TRE entrano insieme:

Puniamo il tuo crimine.PHALARIUS inorridito:

Ah, le Erinni!TUTTE E TRE

Pentiti! Devi morire.PHALARIUS

Le terribili vendicatrici!TUTTE E TRE

Che portano a compimento ogni impresa.PHALARIUS

Indietro, maledette Furie! La corona mi protegge.

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ALETTONon ti protegge. L'Orco tace. Pensa a Creonte!

PHALARIUSLo odio come odio voi.

TISIFONE Pensa ad Aspasia!

MEGERAAll'incendio di Agrigento!

ALETTO Ricorda! Devi morire.

Lo spingono sul giaciglio.PHALARIUS

Non penso a nient'altro che al sangue.ALETTO

Allora pensa al lago insanguinato!

Una parte della cupola crolla e appare una spaccatura circolare, attraverso la quale la luna piena risplende, proiettandosi sul giaciglio.PHALARIUS

Povero me! Il raggio della luna!Le Erinni gli affondano i loro pugnali nel petto.TUTTE E TRE

Muori! Muori! Muori!Pausa, durante la quale esse vanno al centro del palco.

La luna, la luna, brilla all'ora esatta.tremate peccatori, la vendetta fa la ronda.

Escono con passi misurati. Ade esce dalla botola, si avvicina lentamente al giaciglio di Phalarius.ADE solenne:

Ridammi la corona, pallida testa d'eroe.Gliela toglie.

Ecco che giace l'albero orgoglioso, frantumato e sfrondato.Luminosa splende la corona, adesso voglio domandare all'avido mondo:dov'è l'ardito che la porterà dopo di lui?

Sprofonda.

SCENA DICIANNOVESIMA

Cambiamento di scena.Sala del trono riccamente ornata, molto illuminata da dorate lampade ad alcool di ogni tipo. Il trono si trova sullo sfondo, al centro. Attraverso le colonne della sala si vede un incantevole giardino altrettanto illuminato. Creonte sul trono. Tutti i nobili del suo regno lo circondano giubilanti. In primo piano, di lato, Lucina, Atritia. Sul lato opposto Ewald con la fiaccola e Simplizius. Due geni che portano una corona su un cuscino. Musica trionfale.

TUTTI Grazie agli dei! Eterna felicità al nostro amato re Creonte!

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CREONTE Salute ai miei nobili amici. Il mio cuore impazza, dal mio occhio sprizza la gioia. Accettate il gioioso ringraziamento del vostro re, che in mezzo a voi si sente felicissimo.

Tutti si inginocchiano formando graziosi gruppi intorno al trono.

TUTTI Salute al nostro buon re!EWALD Povera fiaccola, il tuo potere è esaurito, non puoi abbellire niente di ciò che

vediamo.SIMPLIZIUS Per me questo è il miglior re tra tutti quelli che ho visto oggi.CREONTE Ma ora fateci ringraziare la dea benevola che ha salvato trono e regno.TUTTI Grazie alla dea sublime.LUCINA Sii felice, mio Creonte, Phalarius è morto.Prende la corona di mirto.

Prendi questa corona di mirto intrecciata con amore,fai che cinga delicatamente la nobile fronte!Grazie a lei il tuo animo non sarà afflitto da alcun doloree il tuo popolo ti amerà sempre con fedeltà.

CREONTEPerdona, Lucina, non posso prendere la corona.Riprendila, mi farebbe vergognare.Devo riuscire anche senza la magiaa conquistare l'amore del mio popolo.E se lo opprime il dolore in giorni sventurati,è dovere del re, piangere insieme a lui.

LUCINA a Ewald, verso il quale conduce Atritia:Prendila, per ricompensa, tuoi siano la mano e il cuore di Atritia.Utilizza con intelligenza la luce rosea della fiaccola magica.Non puoi pretendere niente di più elevato dalla tua sorte,una ti ama veramente, l'altra ti ingannerà.

SIMPLIZIUS Se non succede un po' il contrario.LUCINA E ora a te, Simplizius.SIMPLIZIUS Ora tocca anche a me.LUCINA Sei stato un docile strumento del mio potere. Il re ricompenserà anche te

secondo il merito.SIMPLIZIUS Va a finire che mi metteranno un altro alloro in testa.CREONTE Consegnategli mille monete d'oro.SIMPLIZIUS in disparte: L'ho detto subito che costui è il mio preferito. A voce alta:

Bacio la mano, Vostra Maestà. In disparte: Adesso metto su un laboratorio di sartoria e sposo la dea. Sarà una vita divina.

CREONTE a Ewald: Straniero, ti onorerò sempre alla mia corte e ti ricompenserò con una carica.

EWALD Grazie, mio grande re.

LUCINAE se volete possedere ancora a lungo la fortuna meritata,Lucina vi proteggerà sempre con grazia e amore.

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Scende giù un roseo giaciglio di nubi, circondato da geni in volo. Lucina vi si distende graziosamente e si libra nell'aria. Creonte sale sul trono, si uniscono tutti in gruppo. Danzatori e danzatrici greci costituiscono dei gruppi, accompagnati dal seguente coro.

Coro

Ornate queste sale con gioia,fate risuonare il grido di giubilo.Viva Lucina! Viva Creonte!La virtù trova lietamente la ricompensa.

FINE

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JACQUES E I SUOI QUADERNI Pisa

Direttore responsabile: Enrico De Angelis

1 Jean François MELON, Opere I* e II** (2 volumi), a cura di Onofrio NICASTRO e Severia PERONA, 1983.2 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei periodici letterari italiani del primo Ottocento (1800-1847), 1984, (rist.1986).3 Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert Musil, I, 1984.3* Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert Musil, II, 1984.4 Sandro BARBERA, La comunicazione perfetta. Wagner tra Feuerbach e Schopenhauer, 1984, (rist. 1987).4* Enrico DE ANGELIS, Più lumi. Spinoza, Montesquieu, Rousseau, Diderot, Haydn, 1985.4** Andreas GRYPHIUS, Poesie con testo a fronte, trad. di Lucia MANCINI, 1985.5 Seminario su Stephan George, di Ralph-Rainer WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE ANGELIS, 1985.5* Stephan George Colloquium, mit Beiträgen von Ralph-Rainer WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE ANGELIS, 1985.5** Marina FOSCHI, Due ottiche, una realtà. Sul tema ‘Für - in’ in Robert Musil, 1985.6 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert Stifter, 1986.7 Germana BONSIGNORI, Paola COLOMBO, Giulia PAZZAGLIA, Paola CECCARELLI, Studi su Stifter, 1986.8 Marina FOSCHI, Sulla teoria della metafora in Robert Musil, 1987.9 Marianne HEPP, Kommentar zu ausgewählte Gedichte Georg Trakls, 1987.9* Lettura del ‘Simplicissimus’ di Grimmelshausen come Enciclopedia Popolare, a cura di Linda BIANCOTTI, Federica ROSSI, Tiziana VALLE, introduzione di Enrico DE ANGELIS,

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1987.10 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei periodici letterari italiani del Seicento e del Settecento (1668-1799), 1988.11 Undici conferenze sul tempo, a cura di Enrico DE ANGELIS, 1988.12 Giovanna CERMELLI, Il viaggiatore disincantato. Fantasia e distanza nelle novelle del tardo Tieck, 1989.13 Deutsche und italienische Romantik. Referate des Bad Homburger Colloquiums in der Werner- Reimers- Stiftung, herausgegeben von Enrico DE ANGELIS und Ralph-Rainer WUTHENOW unter Mitwirkung von Remo CESERANI, 1989.14-15 Loretta LARI, Esercizi sui Tedeschi (F. Schiller, J. W. v. Goethe, C. Brentano, E.T.A. Hoffmann, F. Grillparzer, Th. Fontane), 1990.16 Clemens BRENTANO, Godwi ovvero La statua in pietra della madre. Un romanzo selvaggio di Maria, trad. di Fulvia PERUZZI, 1991.17 Ludwig Achim von Arnim, Povertà, ricchezza, colpa ed espiazione della contessa Dolores. Una storia vera per intrattenere in maniera istruttiva signorine povere, trad di Angela MASI, 1991.18 Joseph Freiherr von EICHENDORFF, Poeti e compagnia, trad. di Linda BIANCOTTI, 1992.19 Adalbert STIFTER, Il castello dei pazzi, introduzione, traduzione e nota di Paola COLOMBO, 1992.20 Jeremias GOTTHELF, Lo specchio del villano ovvero Biografia di Jeremias Gotthelf scritta da lui stesso, trad. di Monica IORI, 1993.21 Gottfried KELLER, Heinrich il verde (prima versione), trad. di Rossella Zeni, 1993.22 Loretta LARI, Commento a 40 sonetti di Andreas Gryphius, 1994.22* Eduard MÖRIKE, Poesie, trad. di Liliana CUTINO e Enrico DE ANGELIS, 1994.23 Wilhelm RAABE, L'ingordo. Un racconto di mare e di morte, trad. di Antonella FANTONI, 1994.23* Enrico DE ANGELIS, Sistema inquietudini utopie. La Germania e le sue istituzioni, 1994.24 Wilhelm RAABE, Cronaca della Sperlingsgasse, trad. di Maurizia MARGIACCHI, 1995.24* Marina FOSCHI ALBERT- Mùarianne HEPP, Breve storia

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della lingua tedesca, 1995.25 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert Stifter. Seconda edizione, riveduta e ampliata, 1995.25* Enrico DE ANGELIS, Perorazioni metafisiche ovvero Bilancio di interpretazioni empiriche, 1995.26 JEAN PAUL, La cometa ovvero Nikolaus Marggraf. Una storia comica, trad. di Ilaria GIOVACCHINI.27 Karl Philipp MORITZ, Anton Reiser. Romanzo psicologico, trad. di Simonetta CANTAGALLI, 1996.27* HANS RUDOLF VELTEN, Elemente der Sprachlehrforschung, Ein Grundriß, 1996.28 Enrico DE ANGELIS, Der späte Musil: über den Schlußband des Mann ohne Eigenschaften, 1997.