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Il mitico giornalino del Fermi di Mantova!TRANSCRIPT
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INDICE
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ATTORNO A NOI Nico Catalano, Sull’orlo del baratro – fotocronaca della crisi finanziaria in corso Diego Gandolfini, Wiki Crisi – La crisi in 10 parole Matteo Lucchini, L’arroganza del potere, ovvero qualche (amara) riflessione politica suggerita dal “Saggio sulla Lucidità” di José Saramago Martina Battisti, La morte e la memoria - da Marco Simoncelli a Steve Jobbs FERMI E DINTORNI Lorenzo Minotto, Un’indagine di opinione sulle nuove norme del “Fermi” Sabato 17 dicembre: la consegna dei diplomi ai ragazzi del ’92 – Contributi di Stefano Tarocco, Maura Malpetti e Gabriel Wiwoloku Alice Girelli, My sweet London ARTE E CULTURA Riccardo Bruno, Intervista a Eldison Dimo degli StreetLights Alice Papotti, Siamo in un’era post-fotografica? Isabella Cassisa, Emozioni (poesia) Valentina Corradini, Alice Papotti, Isabella Cassisa, Giorgia Ghirardini: foto d’arte Martina Battisti, Il pianista cieco (racconto) Giorgia Ghirardini, Gli strani casi della vita (racconto - prima parte) Emanuele Gandini, Recensione del sito “Pottermore” Simone Campagnola, Recensione dell’album Mylo Xyloto dei Coldplay Sara Abdelkamel, Recensione del romanzo Ogni mattina a Jenin Nicholas Branchini, Luca Carnevali e Matteo Gilberti, Recensione del gioco StarWars the Old Republic CUCINA E SALUTE Nicolò Gavioli, Tra pentole e fornelli Debora Leto e Debora Toso, Lo sapevi che? - Consigli per vivere sano e meglio Isabella Cassisa, Il crudismo? Meglio lasciarlo agli animali
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CURIOSITA’ ENIGMISTICA E DIVERTIMENTO Isabella Cassisa, Folle l’uomo, folli i regali! Lorenzo Perego, Avril Lavigne mostra i lividi Emanuele Aliano, Stranezze della vita Riccardo Bruno, Curiose somiglianze Rebus Soluzioni dei Rebus
Copertina di Slava Facchini Rublev (con immagini di Alice Papotti)
Sito a cura di Slava Facchini
(Isabella Cassisa: Pesce gonfiato o pallone d’aprile?)
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Sull'orlo del baratro
FOTOCRONACA DELLA CRISI FINANZIARIA IN CORSO
Molti capitali
“fuggono”
La situazione peggiora
sempre più
La fuga non si
arresta
Sull’orlo del
baratro
Un periodo di magra
per tutti
Chi può salvare
la nazione?
To be
continued
. . .
Nico Catalano
Per ora… Forse lui?
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Crisi La crisi in 10 parole
Le ultime parole famose
In un grave momento di crisi come questo, è quasi scontato che chi ha
meno deve pagare di più, lo si può constatare anche a proposito dell’ultima
manovra fatta dal Governo, dove chi veramente dovrà fare sacrifici (vedi
pensioni, vedi aumento dell’Iva, IMU ecc) sono coloro che i sacrifici li fanno
ogni giorno, ogni ora, in ogni momento della propria giornata quando si
deve guardare anche il minimo centesimo per riuscire ad arrivare alla fine
del mese…
La crisi economica che stiamo attraversando ha avuto avvio nei primi mesi
del 2008 in tutto il mondo, in seguito a una crisi di natura finanziario-
immobiliare scoppiata già nell'estate del 2007 negli Stati Uniti con la crisi
dei subprime (titoli a massimo rischio di insolvenza).
Tra i principali fattori della crisi attuale figurano gli alti prezzi delle materie
prime, una strisciante crisi alimentare mondiale, un'elevata inflazione, la
minaccia di una recessione in tutto il mondo, cui si aggiungono una crisi
creditizia ed la conseguente crisi di sfiducia dei mercati borsistici
nell’economia in generale e nei titoli del debito pubblico dei paesi europei,
Italia inclusa, in particolare.
“le parole della crisi” Qui di seguito vi proponiamo un breve e incompleto glossario di parole che
riguardano la crisi, parole che ormai sono entrate nella quotidianità di
“Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese
benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto,
i ristoranti sono pieni.” (da Il Messaggero, 4 novembre 2011)
SILVIO BERLUSCONI
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ognuno di noi. In aggiunta troverete alcune citazioni o brevi frasi di politici o
esperti.
CRISI FINANZIARIA: è la crisi creatasi in seguito all'esplosione prima dei
titoli subprime e poi del debito pubblico dei Paesi europei, che ha coinvolto
in primo luogo le banche, grandi sottoscrittori di titoli pubblici.
BANCA CENTRALE EUROPEA: l'istituto centrale europeo di emissione che
stampa gli euro. Il suo obiettivo è la gestione della politica monetaria
comunitaria.
DEBITO PUBBLICO: ammontare delle passività di uno Stato, rappresentato
dai titoli del debito. Si intende in parole povere il debito che ha lo stato nei
confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o stati esteri, che
hanno sottoscritto un credito sottoforma di obbligazioni e titoli di stato. Nel
caso italiano avremo i BOT, i CTZ, i CCT, i BTP, i BTPi.
Il debito pubblico italiano negli anni…
2005 1.512.779 2006 1.582.009 2007 1.602.115
2008 1.666.603 2009 1.763.864 2010 1.843.015 2011 1.900.000 e oltre
BTP: buoni poliennali del tesoro, Sono titoli a tasso fisso aventi durata, al
momento dell'emissione, pari a 3, 5, 10, 15 e 30 anni. Gli interessi,
corrisposti in misura fissa, sono pagati ogni sei mesi. I frutti dei BTP sono
rappresentati, oltre che dai proventi pagati, anche dalla differenza tra il
prezzo di acquisto ed il valore nominale a scadenza. Il fatto che le cedole
dei BTP non possano adeguarsi ai nuovi livelli di remunerazione pagati dal
mercato fa sì che il loro prezzo oscilli in modo violento. L'entità delle
oscillazioni (che hanno segno opposto alla variazione nei tassi di interesse)
è direttamente proporzionale alla durata del titolo. Per questo motivo, in
“Sono anch'io convinto che molta parte della responsabilità della crisi, finanziaria prima,
economica poi, sociale adesso, in parte politica, che attraversa il mondo, l'Europa e l'Italia, sia
dovuta a gravissimi vizi di funzionamento delle istituzioni finanziarie e dei mercati. Credo che
una delle cose che dovremo tutti sforzarci di fare, in particolare noi italiani – questo vale per le
istituzioni ma vale anche per gli individui – è di abituarci a trovare meno facilmente le
responsabilità altrui e a guardare un po' di più in noi stessi”
MARIO MONTI
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linea generale, è bene limitare la durata dei BTP su cui si desidera investire.
Nel manuale dell'investimento perfetto consiglio di 'fermarsi' a 5-7 anni per
gestire questo rischio. I BTP sono emessi due volte al mese, a seconda
delle scadenze.
BOT: buoni ordinari del tesoro: Sono titoli a breve termine la cui durata, al
momento dell'emissione, è pari a 3, 6 e 12 mesi. Occasionalmente sono
stati emessi titoli con durate più brevi, ad esempio un solo mese. Le aste
dei BOT semestrali ed annuali avvengono regolarmente ogni mese, mentre
i trimestrali sono offerti in funzione delle esigenze contingenti del Tesoro.
Caratteristica principale dei BOT è quella di essere titoli di 'puro sconto' nel
senso che la remunerazione corrisponde alla differenza tra il prezzo pagato
al momento dell'acquisto (inferiore a 100, percentualmente) e il valore
nominale che, invece, è sempre fatto pari al 100%. Da questo punto di
vista i Buoni sono titoli 'zero coupon' poiché non pagano cedole periodiche.
Gli interessi sono incassati in un'unica soluzione al momento della
scadenza. Poiché l'imposta sui proventi è anticipata, il risparmiatore
incasserà l'esatto valore nominale allo spirare del titolo senza subire
riduzioni.
SPREAD: Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso
di base quale proprio ricavo. Il principio è classicamente commerciale. Il
commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso
di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un
margine di guadagno (spread). Nel mondo dei mercati è usato per indicare
la “salute finanziaria” di un Paese, perché fornisce la misura del rischio di
insolvenza associato a un titolo di Stato. In pratica per noi: minore è lo
spread tra i nostri buoni del tesoro e gli analoghi della Germania
(considerata fino ad ora paese “sicuro”) più in salute è lo stato.
PIL: prodotto interno lordo, è una grandezza che esprime il valore
complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un certo
intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali (consumi
finali, investimenti, esportazioni nette); non viene quindi conteggiata la
“c'è bisogno di un grande sforzo politico, morale, sociale per affrontare questa grave crisi che
dobbiamo riuscire a vincere, l’Italia ce la farà.”
GIORGIO NAPOLITANO
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produzione destinata ai consumi intermedi, che rappresentano il valore dei
beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere
nuovi beni e servizi. Quando il PIL è negativo per due trimestri consecutivi,
l’economia viene considerata in recessione.
EUROZONA: la “Regione” formata dai 17 stati che adottano l'euro come
moneta nazionale e che costituiscono l'UME(unione monetaria europea)
AGENZIE DI RATING: Sono società che attribuiscono un giudizio di
affidabilità degli emittenti dei prestiti obbligazionari. Il giudizio migliore in
assoluto è quello rappresentato dalla tripla A, poi si scende alla doppia A,
per poi declinare fino alla C.
Paese Rating Outlook
GERMANIA AAA Stabile
GB AAA Stabile FRANCIA AAA Stabile
USA A+ Negativo SPAGNA AA Negativo ITALIA A+ Negativo CINA AA- Stabile
DEFICIT: In economia il termine indica la situazione economica di
un'impresa nella quale i costi
superano i ricavi, o di un ente
pubblico nel quale le uscite
superano le entrate. Il deficit
pubblico dello stato è il
disavanzo primario, ovvero la
differenza negativa fra le
entrate e le spese pubbliche in
un determinato periodo di
tempo (al netto degli interessi
sostenuti per finanziare il debito pubblico).
Nella speranza di non sentire più nominare, perlomeno con così tanta
insistenza, queste 10 parole ….
Diego Gandolfini
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L’arroganza del potere, ovvero qualche
(amara) riflessione politica suggerita dal
“Saggio sulla Lucidità” di José Saramago
“Uno spettro ossessiona l’Italia, lo spettro dell’elezione. Ma i partiti e i
mass-media della vecchia Italia si sono uniti in una Santa Alleanza per
scongiurare questo spettro; e con loro i giornali, le televisioni, le radio e il
web, il presidente della Francia e la cancelliera di Germania.”
Ciò che avete appena letto è una
libera reinterpretazione di un
famoso manifesto scritto 163 anni
fa, e qui riferito alla situazione
italiana della metà del mese scorso.
Il fantasma delle elezioni anticipate
alitava sul nostro paese, trovando
però, dopo giorni di estenuanti
riflessioni, autorevoli “ghostbusters”:
per evitare “mesi di confusione e
rissa politica” o di “trascinare l’Italia nel baratro” i maggiori partiti politici
italiani decidono perciò di affidarsi ad un governo tecnico (che il dizionario
Devoto-Oli chiarisce come: “governo di transizione costituito per il disbrigo
delle questioni correnti, in attesa di un chiarimento della situazione
politica”), e di un dantesco veltro riformatore nella figura di Mario Monti (un
triplice cane da ferma alle banche, caccia all’evasore e riporto allo
sviluppo). Se questa decisione sarà stata vantaggiosa per le tasche nostre
e del nostro paese saranno
tempo e fatti a deciderlo.
Per ora, per mezzo di un
romanzo destabilizzante
come “Saggio sulla Lucidità”,
mi concentrerei sul tema
dell’elezione, alla quale i
cittadini sono
periodicamente chiamati a
partecipare, e che
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(dovrebbe) essere ciò che origina e fonda un Parlamento ed un governo.
Prendiamo la capitale di un paese
qualsiasi. La capitale di un paese
qualsiasi il primo giorno delle elezioni
politiche. Eccitazione, fermento e
speranza sono alcune delle emozioni
che pervadono gli scrutatori, il
presidente del seggio ed i
rappresentanti dei vari partiti: il p.d.d., il
partito di destra uscente in carica, il
p.d.m., il partito di mezzo, e il p.d.s., il
minoritario partito di sinistra.
“C’è la pioggia, Ma quale pioggia, C’è
un acquazzone, Ma quale acquazzone,
è un temporale.” Descriverebbe così il colloquio tra i presenti José
Saramago, nel suo inconfondibile stile senza virgolette, separando i
dialoghi con una virgola ed una lettera maiuscola iniziale. Fatto sta che
nessuno si vede ad adempiere i propri doveri civili fino al pomeriggio, dove
una folla di votanti si riversa nei seggi della capitale. Ma il sorriso si tramuta
in una vera e propria smorfia quando, scrutinando le schede, ci si rende
conto di una terribile anomalia: le schede bianche sono il 70%!
Immaginate le reazione del mondo
politico: chi si metterebbe le mani nei
capelli, chi griderebbe allo scandalo; chi,
come il p.d.s., giurerebbe sulla paternità
del non-voto, chi resterebbe solamente
muto ed inerte. Non raggiungendo la
soglia minima di voti utili, si fissa un’altra
elezione, che riporta numeri ancor più
schiaccianti: l’83% di schede immacolate.
Ciò che stupisce il lettore è il fatto che
nessuno si domandi il perché di quel
gesto così collettivo quanto forte che ricorda la “protesta non-violenta” del
mahatma Gandhi, ma si limiti a rimproverare, accusare e gridare.
Un discorso emblematico è quello del Presidente della Repubblica agli
abitanti della città: «Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì, che
ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il
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cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e
diabolica sfida al potere legittimo dello stato di cui si abbia memoria in tutta
la storia delle nazioni.»
Lo scrittore portoghese, nell’arco di tutto il romanzo, è infatti bravissimo ad
evidenziare l’ipocrisia degli uomini politici, immaginando i loro discorsi
prolissi (redatti da un team di professionisti), dalle ripetizioni volute ed
apposizioni infinite, volte a colpire l’emozione degli ascoltatori con metafore
e gesti ad hoc, come alzare o diminuire il tono della voce e la velocità della
parlata, o integrare il discorso con un vigoroso pugno sul pulpito o una
lacrimuccia artificiale: “Imbonire la folla è un arte” ci sussurra il premio
Nobel per la letteratura.
Proseguendo con il romanzo, nel paese verrà paventata l’idea che a capo
del movimento delle schede bianche vi sia un’organizzazione terroristica
che mii la stabilità dello Stato, e che di lì a poco verrà (come si suol dire: “di
punto in bianco”) creata dai giornali e chiamata “I biancosi”. Il governo,
definendo l’astensione al voto come “una bomba di profondità lanciata
contro il sistema” metterà dunque la capitale in stato d’eccezione e
successivamente in stato d’assedio, monitorando, interrogando,
incarcerando ogni cittadino che venga giudicato dai superpoliziotti in
borghese reo di essere un “cospiratore”: per questo motivo la parola
“bianco” verrà via via sostituita nei discorsi della gente con perifrasi come
“sprovvisto di colore” o “color latte”.
Dalla capitale il
governo stesso
si trasferisce,
stabilendo le
proprie strutture
in un’altra sede:
la città è ora
chiusa entro le
sue mura, senza
erogazione di
servizi o scorte
di cibo.
Mentre i giornali
titolano “La Scheda Bianca Gli è Uscita Nera” ed i politici, ormai lontani,
arringano il resto del paese in tv, nella città prende piede un’incredibile
manifestazione di protesta: centinaia di migliaia di persone sfilano lungo le
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viottole a passo calmo, inesorabile, senza megafoni o altoparlanti: in
completo silenzio. A gran voce, la voce del silenzio, reclamano una politica
incorrotta che miri al benessere di tutti, ai diritti che sembrano essere
sempre più dimenticati e negati. Ma, come dice il proverbio: “Non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire” ed il ministro dell’interno risponde con
una azione folle: fa piazzare una bomba alla stazione della metropolitana,
facendo volutamente passare l’attentato come opera degli immaginari
biancosi.
Al culmine della sua indagine “fantapolitica”, Saramago volutamente
inserisce un elemento così forte che al lettore apparirà inverosimile: il
proprio paese che stermina dei cittadini innocenti. Tutto ciò ci mette però
nell’orecchio una pulce: “non è questo il significato della guerra?; e di certi
atti di terrorismo senza responsabili?”. A mio parere è degno di nota
un’artista che riesca a richiamare la sensibilità critica del lettore ed a fargli
compiere molteplici riflessioni.
È proprio in questo punto che il romanzo si propone come sequel di
“Cecità”, lo scritto che valse a Saramago il Nobel nel 1998, attraverso una
battuta che pronuncia il ministro della cultura durante il consiglio dei ministri,
poco prima di ammettere di aver votato scheda bianca e di licenziarsi:
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“Dico che come siamo stati ciechi 4 anni fa, siamo ciechi tutt’ora”. Quattro
anni prima, infatti, una inspiegabile epidemia di cecità dilagò nella capitale:
tutte le persone persero la capacità di vedere per alcune settimane,
creando situazioni di panico, devastazione ed anarchia.
Il romanzo si snoda poi nella ricerca di tre poliziotti incaricati dal governo (il
commissario, l’ispettore e l’agente) dell’unica donna, chiamata la moglie del
medico, (lo stile di questa opera, infatti, prevede l'assenza di nomi propri
per i personaggi) che in quei frangenti terribili non era diventata cieca, e
che pertanto viene incolpata di essere “il volto della cospirazione dei
biancosi”. Rilevante è il dialogo che avviene tra il commissario di polizia e
l’ispettore, nel momento in cui il primo conclude di non aver trovato nella
donna alcun comportamento illecito: Ti domando se dire che un accusato è
innocente significa fallire un’indagine, Sì, se l'indagine è stata concertata
per fare di un innocente un colpevole»
Il commissario tenta perciò inutilmente d’impedire che la donna diventi un
capro espiatorio, dato che tutti i giornali pubblicheranno la sua immagine
con la terrificante didascalia di “leader del terrorismo bianco”. Infine, in
un’apoteosi di amarezza per il
lettore, il ministro dell’interno,
prima di venir lui stesso
licenziato dal primo ministro,
incaricherà un sicario che
fredderà con un fucile di
precisione la moglie del medico,
il suo cane (chiamato il cane
delle lacrime) ed il commissario,
salvo poi elevare quest’ultimo a
"eroe della patria" per
guadagnare assensi nella
popolazione.
Riporto ora le righe di chiusura del libro, con uno straordinario
“payoff”:“Allora un cieco domandò, Hai sentito qualche cosa, Tre spari,
rispose l’altro, Ma c’era anche un cane che ululava, Ora ha smesso,
dev’essere stato il terzo sparo, Meno male, detesto sentire i cani che
ululano.”
Lascio al lettore il gravoso incarico di interpretare chi (o cosa) siano il cieco
ed il cane che ululava disperato.
Matteo Lucchini
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La morte e la memoria da Marco Simoncelli a Steve Jobbs
Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. (Montaigne). E la morte arriva, che tu sia George Bush o l’ultimo mendicante iraniano. Morire è facile. Il difficile è vivere anche dopo morti, restare vivi sulle labbra della gente, nella memoria del mondo.
Puoi morire per una passione, per le sregolatezze di una vita, per un incidente – o un accidente. Ci sono tanti modi per morire, ed altrettanti modi per essere ricordati. Ce l’ha dimostrato Marco Simoncelli: il 23 ottobre a fine gara non c’è arrivato, ma ha vinto una vita da campione. E’ stata curiosa l’attenzione che il mondo di Facebook ha dedicato per giorni alla sua scomparsa: non s’è trattato di semplice
conformismo, incoerenza, moda o falsità (quando muore una star diventiamo tutti nuovi tifosi di rispetto...). Marco è stato ricordato da milioni di persone per il suo essere campione in modo semplice: un ragazzo che cresce, una passione conservata nel cuore (ambizione, sogno, realizzazione), la frizzantezza del sorriso (coraggio e contagio al tempo stesso), l’eleganza della spontaneità e la forza, quella di uno che vince la vita in un modo strano, in sella ai suoi sogni. Il disappunto e la rabbia dei giovani erano rivolti all’ironia senza pietà della vita che se lo ruba così, uno che era riuscito a tirarseli fuori dal cassetto, quei maledetti sogni, per
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giocarseli e assaporarli uno a uno. E’ rabbia per la vita, che ti uccide e neanche te lo immagini – non te lo aspetti, non ci pensi, non vuoi credere che la morte sia così infame. La vita improvvisamente cede - si frantuma, si ribella, si spezza - dietro al peso della passione per cui stai vivendo. Per un nonnulla, ecco, non si capisce il perché e il come, di punto in bianco, la vita decida di consumarsi come l'asfalto sotto il calore degli pneumatici. Essere ricordati per il coraggio di credere nei sogni, semplicemente.
Poco prima, il 5 ottobre, esce di scena anche Steve Jobs - un compunto giacca e cravatta – non lo senti anche tu? - cuffiette dell’iPod nelle orecchie – cosa? - iPad nella ventiquattr’ore – questo rumore! - Porca miseria è il mio iPhone che squilla, mi son dimenticato di spegnerlo - (è così che me lo sono sempre immaginato il
multimiliardario creatore della Apple). In molti sono a conoscenza del vivace e intensissimo discorso che tenne nel 2005 ai neolaureati dell’Università californiana di Stanford, in cui dimostrò di essere uno dei pochi uomini al mondo famosi, ricchi e geniali capaci di parlare ai propri simili con la stessa semplicità, schiettezza ed umiltà con cui un paesano dà indicazioni stradali ad un turista. Con una difficile esperienza alle spalle – il successo non sempre è immediato (lo scalatore esperto vi dirà che per raggiungere la vetta ci sono prima tante buche in cui cadere) – sono queste alcune tra le parole più significative con le quali lui, già malato e cosciente di esserlo, incoraggiò i ragazzi ad affrontare la vita (e i propri sogni): “Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate”. Le sue invenzioni – è chiaro – hanno cambiato il mondo; ma il bello è proprio questo, che alla sua morte la gente non ha voluto ricordarlo per le sue creazioni, ma per la grandezza nel comprendere la vita e per l’enorme coraggio che le sue parole sono state in grado di seminare nel cuore dei grandi sognatori.
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Essere ricordati per una rara ricchezza – della mente, dell’anima. Direte: che senso ha scrivere della morte – qualcosa di meno macabro no? La realtà è che vita, morte e memoria sono parte dell’umanità dagli albori dell’esistenza. L’uomo di norma non vive per essere ricordato, eppure non è mai accaduto che qualcuno se ne sia andato senza lasciare un frammento di sé. E non è necessario essere Steve Jobs perché il mondo s’impregni di un particolare della tua vita: potrà ricordarti perché nessuno come te sa apprezzare la semplicità delle cose, o per l’intelligenza che sai applicare, per l’avarizia che ti contraddistingue, per le tue stranezze, la tua continua insoddisfazione, per quella volta che al bar con gli amici hai riso fino a
piangere, per la tua antipatia all’ultima riunione col direttore o per quel sorriso che non ha ceduto nemmeno di fronte allo sconforto. È così che si crea la storia dell’uomo: ogni memoria, morte, nascita e incontro partecipano al fiorire e rifiorire del vortice dell’umanità, di vite che s’accavallano e insieme si integrano.
L’umanità deve saper ricordare per poter vivere.
Martina Battisti
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Un’indagine di opinione sulle nuove norme del “Fermi”
Nell'anno scolastico in corso abbiamo assistito a numerosi cambiamenti e noi del giornalino abbiamo chiesto il parere su quattro di essi: il divieto di
fumo nelle aree esterne, il divieto di parcheggio nei cortili interni, gli armadietti, l’ipotesi di collocare linee gialle. Trattandosi di novità, abbiamo escluso le classi prime che non potevano operare confronti. Varie vicissitudini ci hanno poi consentito di interpellare solo 30 delle 43 classi previste, circa il 70%. Crediamo che comunque
si tratti di un “campione” decisamente significativo. Ecco i risultati. Domanda 1:”In generale, qual è stata la tua prima impressione sulle nuove regole in vigore quest'anno a scuola?” Per il 14% degli studenti esse sono sostanzialmente giuste, per il 61% sono sostanzialmente sbagliate e al 25% non importa molto. Domanda 2:”Cosa ne pensi del divieto di fumare in tutta l'area della scuola, compresi gli spazi esterni?” Per il 21% la cosa è giusta e salutare, per il 28% è sbagliata mentre al 52% degli alunni non importa. Da registrare il fatto che in alcune classi non è stato richiesto a tutti gli studenti ma solo ai fumatori. Domanda 3:”Cosa ne pensi del sistema adottato quest'anno in base al quale di norma si spostano le classi e non i professori?” Per il 26% è una buona idea, per il 64% una pessima idea e il 10% degli studenti non ha un’opinione.
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Domanda 4:”Ritieni che il collocamento sulle scale di linee gialle per regolamentare il flusso sarebbe stata una buona idea?” Per il 7% sarebbe una buona idea, per il 68% sarebbe una brutta idea mentre per il 25% la cosa non è di grande importanza.
Domanda 5:”Ritieni che gli armadietti collocati nei corridoi sono …:” Per il 51% utili, per il 32% inutili, al 17% non importa molto. Domanda 6:”Cosa ne pensi della richiesta di non parcheggiare ne parcheggio esterno?” Nessun alunno è d'accordo: l'83% non è d'accordo, al 17% non
importa. Devo dire che ho ritenuto validi solamente i dati di 4° e 5°, dove ci sono studenti patentati e automuniti. Domanda 7:”Indica tra le norme quella più cattiva” Per il 17% è quella del divieto di fumo, per il 45% è quella dello spostamento nelle aule e per il 39% è quella del divieto di parcheggio. Domanda 8:”Indica tra le norme quella più buona” Per il 35% è quella del divieto di fumo, per il 29% è quella degli spostamenti e per il 30% è quello dei parcheggi. Domanda 9, che non c’entrava nulla con le norme ma ha a che fare col nostro impegno di “giornalisti”:”Lo leggerai il giornalino?” Il 40% ha dichiarato che lo leggerà, il 33% che non lo leggerà e il 27% non ci ha ancora pensato.
Qualche considerazione conclusiva Pensiamo che, anche se il sondaggio non è stato eseguito alla perfezione, rispecchi comunque l'opinione generale degli studenti: dalla domanda 1 risulta che l'impressione generale sulle novità è stata complessivamente negativa.
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La novità più importante di quest'anno, ovvero gli spostamenti degli studenti e non dei profe, è vista negativamente da parte degli alunni. Non abbiamo potuto chiedere le motivazioni. Possiamo quindi solo ipotizzare, ma crediamo a ragione, che questo metodo crea il disagio di dovere ogni volta fare lo zaino e portare con sé giacche a vento e cappotti, produce del caos durante gli spostamenti, fa perdere tempo e non risolve del tutto uno dei problemi che era deputato a risolvere, ovvero eliminare lo spreco di tempo in cui il professore doveva accedere a mastercom e fare l'appello.
Anche l'eventuale collocamento di linee gialle è stato giudicato negativamente dagli studenti, in effetti potrebbe risultare anche offensivo: è come darci dei maleducati e non penso che gli alunni lo siano, anche se ce ne sono alcuni che andrebbero presi e puniti molto severamente.
Una nota positiva riguarda gli armadietti: sarebbero utili secondo gli studenti. Però, aggiungiamo noi, oltre al fatto che sono pochi e poco spaziosi, sono collocati solo in alcune zone e non facilmente accessibili. Come già ricordato, la domanda 6 è stata rivolta solo agli alunni di 4° e di 5° la maggior parte degli studenti non è d'accordo con la richiesta fattaci di non parcheggiare nel parcheggio esterno: ricordiamo che i genitori, che devono poter parcheggiare, vengono poche volte, mentre noi veniamo sempre, noi siamo i primi fruitori della scuola, il parcheggio interno ha sempre dei grossi buchi, gli altri parcheggi o sono privati, o piccoli, o sono molto distanti. Auspichiamo che molti studenti leggeranno queste righe e speriamo che tutti coloro che hanno dichiarato di non avere opinioni comincino a farsene. E’ nostra intenzione sottoporre questi risultati alla dirigente per sentire le sue opinioni a riguardo e possibilmente avviare una dibattito costruttivo che coinvolga direttamente studenti e preside, perché siamo noi i primi fruitori della scuola ed è giusto che le decisioni vengano prese possibilmente da tutti. Forse si potrebbero fare
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delle consultazioni di tanto in tanto, magari online con l’aiuto dei rappresentanti di istituto. Del resto una maggiore comunicazione alunni-dirigente potrebbe rendere molto più facile la vita nell'istituto; magari molte idee provenienti dagli studenti potrebbero essere ottime. Lorenzo Minotto e tutti quelli che hanno collaborato alla somministrazione del questionario
Alcuni dati percentuali accorpati per livello classe
(il primo è di apprezzamento, il secondo di rifiuto)
Domanda 1:”In generale, qual è stata la tua prima impressione sulle nuove regole in vigore quest'anno a scuola?” SECONDE: 12 64
TERZE: 24 55
QUARTE: 0,5 71
QUINTE: 0,5 79
Domanda 2:”Cosa ne pensi del divieto di fumare in tutta l'area della scuola, compresi gli spazi esterni?” SECONDE: 14 25
TERZE: 21 22
QUARTE: 32 43
QUINTE: 30 47
Domanda 3:”Cosa ne pensi
del sistema adottato
quest'anno in base al quale
di norma si spostano le
classi e non i professori?”
SECONDE: 32 66
TERZE: 36 56
QUARTE: 15 64
QUINTE: 0,4 94
Domanda 4:”Ritieni che il collocamento sulle scale di linee gialle per regolamentare il flusso
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sarebbe stata una buona idea?” SECONDE: 11 63
TERZE: 0,6 65
QUARTE: 0,4 73
QUINTE: 0,4 94
Domanda 5:”Ritieni che gli armadietti collocati nei corridoi sono …:” SECONDE: 60 35
TERZE: 65 18
QUARTE: 55 31
QUINTE: 13 63
Domanda 6:”Cosa ne pensi della richiesta di non parcheggiare ne parcheggio esterno?” (SOLO 4 E 5) QUARTE: 0 62 QUINTE: 0 99 Domanda 9:”Lo leggerai il giornalino?” SECONDE: 47 18
TERZE: 48 27
QUARTE: 34 56
QUINTE: 25 81
PS: non ci sono le domande 7 e 8, che richiedevano risposte più
articolate
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Sabato 17 dicembre: la consegna
dei diplomi ai ragazzi del ’92 Alla grande festa della consegna dei diplomi, ormai un must del Fermi,
c’erano tra gli altri anche gli ex giornalisti della quinta dello scorso anno.
Tre di loro hanno voluto darci i seguenti contributi.
IL RITROVO DEI PUFFI
Si, l’atmosfera che si respirava in quel freddo pomeriggio di dicembre
faceva pensare di essere caduti nel celebre cartone animato dei folletti blu,
non solo per l’evidente accostamento cromatico delle felpe del “Fermi”, ma
anche e soprattutto per quella allegra marmaglia di freschi diplomati che
tornavano “a casa” per un giorno. Per alcuni un dolce nostalgico ritorno,
per altri la rivisitazione del teatro di ardue imprese, il ritorno sul campo di
battaglia, per altri ancora chissà…
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Un’atmosfera quasi surreale aleggiava per la sala mensa e tutti, genitori,
parenti e amici, attendevano curiosi il momento in cui sarebbe stato
consegnato quell’emblematico e tanto desiderato pezzo di carta. Ad
allietare la serata delle parentesi musicali con il coro di bimbi che dava al
tutto un aspetto ancor più fiabesco.
Il serpentone blu delle classi guidato dai propri fidi professori prendeva
posto a sedere e cominciava la festa. Un conduttore intervistava persone di
spicco nel panorama industriale mantovano, desiderose di ammirare nuove
leve fresche e appena sfornate dal vecchio ITIS (sì, a proposito, tutti lo
chiamano ancora così e ci piace!).
La nostra preside partecipava con un pizzico di commozione (evidenziato
da una lacrimuccia) vedendo la fine del percorso scolastico dei suoi
studenti, con felicità e soddisfazione per quello che li aspettava nella vita
ma anche con un po’ di inevitabile tristezza.
Dopo un altro canto del coro cominciava la consegna delle borse di studio
e dei diplomi, con la recita dei singoli nomi e con il piccolo momento di
gloria e le foto di rito per ognuno dei diplomati.
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La consegna, intervallata da interviste del buon Andrea Giangiulio ad
alcuni dei festeggiati che esprimevano piani e prospettive per il futuro, era
filata liscia ed era il momento della proverbiale ciliegina sulla torta.
Il discorso di Maura Malpetti, miglior studentessa dell’anno passato (100 e
lode e non di più solo perché non si poteva), lasciava di stucco per la
semplicità, la gratitudine espressa verso i professori e per l’espressione
dell’attaccamento e di elogio alla nostra vecchia scuola, che, volenti o
nolenti, ci rimarrà nel cuore (vedi oltre il testo del discorso).
Anche la preside interveniva per esprimere l’orgoglio di aver portato alla
maturità noi ragazzi e
rinnovava una volta di
più il dispiacere di
perderci, augurandoci
però di continuare la
carriera scolastica e
lavorativa nel migliore
dei modi. Seguiva il
lancio dei tocchi che
segnava in qualche
modo il congedo
definitivo.
Al rompete le righe
tutti a rifocillarsi al
rinfresco preparato dal grande Daniele, a cui devo un saluto particolare, e a
parlare di progetti futuri e speranze per quello che verrà. Dopo i fuochi
d’artificio a chiudere la cerimonia, tutti tornavano, allontanandosi da quella
scuola, qualcuno ogni tanto voltandosi indietro e pensando agli anni
passati e alle tante fatiche profuse, tutti noi sicuri che difficilmente
dimenticheremo il nostro caro e vecchio ITIS.
Stefano Tarocco
Il discorso di Maura Malpetti
Quando mi hanno comunicato che avrei dovuto tenere un breve discorso,
mi son chiesta quale fossero le parole più appropriate per questa giornata.
Credo che il ritiro dei diplomi sia una bella occasione per trarre qualche
conclusione: abbiamo passato 5 anni tra queste mura, le emozioni sono
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state molte, e i ricordi rimasti ne sono la prova. In questo istituto siamo
cresciuti, ci siamo formati, allenati.
Il liceo l'ho sempre considerato una sorta di palestra nella quale ci si allena
alla vita, al lavoro, alle relazioni. Sono quelli gli anni in cui si impara che le
soddisfazioni
arrivano solo con
grande sacrificio e
impegno. Ci si
rende conto che il
gruppo fa la forza
e che essere parte
integrante di una
classe è
essenziale per
arrivare fino
infondo. In questo
percorso gli
allenatori sono
stati molti: ogni
professore con la
propria personalità
ci ha lasciato
qualcosa, tutti
hanno contribuito ad arricchirci e renderci consapevoli di cosa avremmo
potuto desiderare per il nostro futuro, accompagnandoci fino alla scelta
dell'università o del lavoro.
Personalmente mi sento di ringraziare questo istituto e in particolare i miei
docenti per due aspetti, che hanno contribuito alla mia formazione e a
quella di tutti gli studenti qui presenti: il primo grazie è per la grande
preparazione che ci è stata data, in un ambito universitario è facile
comprendere quanto aver avuto degli ottimi insegnanti sia stato da aiuto
per partire col piede giusto. Il secondo grazie è per ciò che ci è stato
trasmesso nel privato: credo che una delle grandi qualità del personale di
questo istituto, sia stata e sia tuttora la grande umanità con cui si approccia
agli studenti.
Quello che mi è rimasto più nel cuore di questi 5 anni è la concezione di
aver fatto parte di una sorta di grande famiglia, in cui l'aiuto e l'interesse
reciproco ne erano le fondamenta. L'impegno della Preside a far quadrare
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sempre tutto, il senso quasi materno di alcune insegnanti, il carisma di altri
docenti, la disponibilità delle segretarie e la simpatia dei bidelli hanno reso
quest'istituto la miglior palestra di vita che ogni diplomato qui presente, ha
avuto la fortuna di scegliere cinque anni fa.
Le gioie, le incomprensioni, i sacrifici, le soddisfazioni, tutto ci ha fatti
crescere, e credo che per concludere, a nome di tutti i miei compagni di
viaggio, possa dire che questi anni trascorsi rimarranno fortemente
impressi nella nostra mente per la loro intensità, le grandi emozioni, le
tante situazioni vissute.
Maura Malpetti
GRAZIE DI TUTTO, CARO
FERMI: MA E’ ORA DI ANDARE Se dovessero chiedermi un giorno cosa n’è stato degli anni passati all’ITIS sicuramente partirei dalla fine come in uno di quei thriller dove si vede la conclusione, poi si fa un rapido flashback che conduce all’inizio della storia per raccontare come si è giunti all’epilogo finale.
L’idea di emulare le High School americane inizialmente mi era parsa inadeguata considerando che quella statunitense è una cultura scolastica che pone le proprie fondamenta su basi decennali; ma finché non “provi sulla tua pelle” quella sensazione di soddisfazione che la celebrazione t’infonde, non potrai mai apprezzare pienamente l’evento stesso. Non posso negare l’emozione nel momento in cui chiamano il tuo nome e ti presenti per ritirare ciò che hai conquistato dopo innumerevoli fatiche o per meglio dire per alcuni di noi “lazzaroni” presunte tali. Dopo questa brevissima descrizione della fine, permettetemi in questo breve scritto di porre l’accento sulla nostalgia che insorge in un ex alunno
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quando passa di fronte a quello che per molti è stato per anni una sorta di “seconda casa”. Ricordo con un pizzico di commozione quando varcai per la prima volta il portone e pensai se alla fine ce l’avrei fatta a raggiungere l’ambito traguardo del diploma e, con stupore e un po’ di timidezza, mossi i primi passi nel nostro istituto; da allora molte cose sono cambiate e molte ancora cambieranno perché la scuola sta attraversando un processo di rinnovamento continuo che, secondo il mio modesto parere, sta ridando al “FERMI” quella posizione di prestigio che merita di diritto. Quante volte noi ex studenti abbiamo inveito contro la scuola!; ma quando ne esci e ti avvii verso la vita da adulto ti accorgi che dopotutto quegli anni sono pieni di eventi che ti hanno portato a essere ciò che sei ora, la relazione con i tuoi compagni di classe, i vari (e enfatizzo la parola “vari”) tipi di insegnanti con cui ti relazioni durante il tuo percorso scolastico che non fanno altro che ricalcare le tipologie di persone con le quali dovrai rapportarti nella vita lavorativa, il rispetto delle regole e delle consegne e soprattutto le conseguenze a non rispettarle (sicuramente i ritardatari saranno più propensi ad un lavoro indipendente); ma la cosa che ritengo importante più di ogni altra è la preparazione che questo campo d’allenamento ti dona perché la vita è un campo di battaglia e solamente gli addestrati potranno prevalere. Essendo in vena di citazioni e metafore ricordo l’ormai defunto Steve Jobs che diceva “Siate Affamati” ed io invece faccio la seguente affermazione: “Fatevela venire questa fame” poiché il FERMI vi ha donato cucchiai e piatti grandi per mangiare a volontà! Nonostante tutta questa nostalgia che ha prevalso mentre scrivevo, è ora di salutare e, come si dice a un amante alla fine di un amore: E’ STATO BELLO; GRAZIE ED ADDIO! PS: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale(Sorride).
Gabriel Wiwoloku
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Mini reportage del viaggio-studio nella capitale britannica
La “City”
La metropoli di Londra. Il
cuore finanziario della città.
C’è chi ha detto “Guarda,
siamo a Wallstreet!!”
“London Bridge”
Abbiamo avuto la fortuna di
vedere il ponte che si
alzava per far passare un
veliero.
“London Eye”
Sospesi a 135m sulle rive del
Tamigi, siamo riusciti ad
ammirare tutta la città, senza
un briciolo di vertigini.
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“Brighton”
Trascorrere una giornata
con gli amici al mare è
stato divertentissimo, Sul
Brighton Pier (il molo della
città) abbiamo avuto il
tempo di svagarci tra le
giostre, le bancarelle e
l’acquario.
“Double-decker”
Dal 1828, data della prima
comparsa del celebre
autobus rosso a due piani,
ne ha fatta di strada questo
modello di trasporto che,
copiato in varie parti del
mondo, rimane uno dei
simboli della città londinese
insieme con le cabine
telefoniche e il Tower
Bridge. Ne circolano tuttora
5000!
“Olimpic Clock London 2012”
Grandi schermi per il countdown
verso le olimpiadi sono stati
posizionati per indicare il tempo
mancante alla terza edizione dei
giochi olimpici a Londra.
L’Inghilterra sarà l’unico paese
ad averli ospitati per tre edizioni!
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“Big Ben”
Si fregia del titolo di “maggior
orologio con carillon a 4 facce nel
mondo”. La campana, che suona
ogni 15 minuti, pesa 13,5
tonnellate ed è stata trasportata
con 16 cavalli perché aveva
danneggiato la nave su cui era
stata trasportata
“Le Cabine”
Le celebri cabine telefoniche
inglesi ormai in disuso saranno
smantellate perché inutili, c’è
però chi si oppone dicendo che
sono da salvaguardare in
quanto simbolo di
riconoscimento per la città.
Tra cartine della metro,
bagni nel mare gelido, volpi
davanti casa e shopping
sfrenato… il nostro viaggio
si è concluso senza
nessun disperso!!!
Alice Girelli
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Nome band: StreetLights. Ci chiamiamo così perché cercavamo un nome che rimanesse impresso.
Componenti: Eldison Dimo: prima voce e chitarra, Luca Cacciatori: seconda voce e chitarra, Marco Barini: batteria. Genere: è un po’ vario, ma ci concentriamo soprattutto sul punk/rock in elettrico e sul pop/punk in acustico. Facciamo sia serate in acustico sia in elettrico. Abbiamo fatto numerosi live e ne faremo ancora di più. Storia: Io e Luca abbiamo iniziato suonando nel garage al freddo con solo chitarre acustiche. Passavamo le serate invernali incollando annunci in tutti i possibili quartieri di Mantova nella speranza di trovare un batterista, che per altro suonasse il nostro genere. Alla fine, abbiamo visto la luce!!! Marco Barini era perfetto.
Avevamo finalmente una sala prove insonorizzata con tutto il materiale necessario e un batterista che suonava il nostro genere e aveva per altro la nostra stessa età. Ci siamo messi subito al lavoro preparando moltissime canzoni (cover) che abbiamo proposto in un live a giugno. Gruppi a cui ci ispiriamo: Facciamo cover di Simple Plan, Sum 41, Green Day, Blink 182, Bowling For Soup. Link: Pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Street-Lights/112853198824809 Sito Ufficiale: http://starscollision.jimdo.com/ Annunci: Cerchiamo un bassista che abiti a Mantova e al quale piaccia il punk/rock/pop. Se sei interessato contattaci su Facebook!!
Riccardo Bruno
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SIAMO IN UN’ERA
POST-FOTOGRAFICA? Pensate che con l’avvento
della macchina fotografica
digitale o di tecnologie tipo
iphone, ipad e tutte quelle
applicazioni per grafica come
Photoshop sia diventato più
facile scattare una bella
immagine rispetto a una volta?
Non è detto. E’ certamente
vero che oggi tutti possono
scattare delle belle foto, o
comunque possono modificare
l’immagine per renderla
migliore.
E questo vuol dire essere in
un’era post-fotografica: i fotografi di “mestiere”, quelli con macchine
fotografiche pesanti 5 chili, rullino e cavalletto, non si vedono quasi più in
giro. Ora che con le innovazioni è semplice ed efficace, molta più gente ha
intrapreso questo hobby; chiunque lo può fare!
Siamo passati dai rullini ai
sensori, dalle kodak pocket del
1985 alle minuscole compatte
reflex. E adesso si parla di
iphonegrafia; ovvero foto scattate
con l’iphone che, con le sue
decine di applicazioni, è lo
strumento più attuale e veloce
per registrare immagini e
condividerle con il mondo intero.
Ovviamente per fare questo non
c’è bisogno di corsi di fotografia;
il lavoro più grosso lo fa la nostra
36
tecnologia; e così il nostro scatto si aggiunge ai 3.440 miliardi di scatti
mondiali all’anno.
Ma dove sono finiti i veri fotografi? Quelli che con solo 3 o 4 foto riuscivano
a trasmettere l’emozione e raccontare una storia intera? Per fortuna ci
sono ancora. I bravi fotografi, ma quelli bravi davvero, lo sono sia con una
pellicola dietro l’obiettivo sia con i sensori di oggi che permettono subito la
visuale del risultato dello scatto.
Oggi si sta studiando un ulteriore
nuovo metodo fotografico: sto
parlando della Light Field: per chi
non lo sapesse è una tecnologia
che consente di registrare ogni
punto dell’immagine e decidere in
un secondo momento cosa
mettere a fuoco; gli studiosi
sostengono che questo ci porterà
in un’altra era, ma se anche fosse
così io penso che una foto di qualità ed arte non sarà nemmeno allora
merito della tecnologia, ma ancora e sempre del fotografo, che saprà
regalarci emozioni con qualsiasi tipo di strumento.
Alice Papotti
Emozione
Dannata emozione Dannata passione Dannato istinto e Tu Dannato Te! Te cuore, Te Ghigliottina delle sicurezze Isabella Cassisa
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Gli occhi di una persona. E non le labbra, i capelli, le mani, i grattacieli o Timbuctu, ma proprio gli occhi. Cosa c’è, Cristo, dentro un paio d’occhi! Più del mare, più del mondo, più di tutto. Potresti essere un pesce ma affogarci, dentro gli occhi, annaspare e non
risalire più. Potresti anche navigarci per un’eternità, negli occhi - condottiero solitario su una zattera eremita, solo tua – ed eppure mai trovarci un senso. Un senso, dico, perché gli occhi ce l’hanno un senso. Soprattutto se ti chiami Lucas e sei cieco. La passione per la musica c’era sempre stata, era inevitabile per un ascoltatore del mondo eccellente come lui. E non parlo di musica qualsiasi, parlo delle note infinitamente eleganti dei pianoforti – do mi bemolle sol do – e delle loro
melodie fiabesche, leggere e profonde – dai Lucas, prosegui, re fa sol# si re – fantasticherie sonore dalla delicatezza incondizionata. È la via più raffinata per esprimersi, quella della musica – le dita di Lucas scivolano composte e rapide sui tasti del pianoforte – che non incontra ostacoli tra relativismo e oggettività: la musica è tutto e niente. Il busto tutto si lascia trascinare dalla corrente sonora, oscilla con la delicatezza di un papavero al vento, e la musica eseguita dalle mani sottili sugli 88 tasti è penetrante in modo commovente. Tutto il nero che ha dentro lo urla correndo veloce sui tasti bianchi e neri – è indubbiamente il modo più garbato ed elegante che si possa scegliere per combattere contro il nero e sconfiggerlo, perché la musica porta luce anche dove la realtà non conosce colore. Sai, quello che un cieco ode, un altro non ode. E tutto quello che un cieco sente, tocca, sfiora, percepisce, un altro non può. È meravigliosa l’importanza che per loro assume il contatto – e non l’apparenza. Sviluppano i sensi in modo più compiuto. Si adattano alla vita come topolini che cadono in un barattolo di latte e tu dici ‘Affogheranno’, e invece annaspando imparano a farlo divenire panna. Ci riescono, è questa la forza della vita.
Martina Battisti
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GLI STRANI CASI DELLA VITA Capitolo 1: Due mondi diversi
Questa è la storia, o per meglio dire la favola, di Nina e Marco, due ragazzi
appartenenti a mondi e famiglie totalmente
diversi.
Nina era la classica “so tutto io”, colei che ottiene
sempre ciò che vuole, la figlia di papà. Il suo
hobby era quello deridere la gente, poiché era
più fortunata di loro, ci provava gusto e se ne
fregava delle conseguenze! Viveva in un mondo
di ricconi che non facevano altro che sperperare
i soldi alla faccia di chi faceva fatica ad arrivare a
fine mese.
Marco era un ragazzo scontroso e facilmente
irascibile. Figlio di operai, era sicuramente meno
fortunato di Nina. Il suo hobby ? Odiare il mondo!
Odiava tutto e tutti senza distinzioni, compresi i genitori che erano disperati
per quel povero figliolo. In che mondo viveva? In un mondo fatto di droga,
alcool e donne: un poco di buono insomma, così potremmo definirlo.
Per questi due ragazzi la vita stava per essere sconvolta.
Era 8 agosto quando Marco andò ad un
festino organizzato dal suo migliore
amico Joshua. Non appena entrato, il
suo sguardo si posò su una ragazza con
un abito rosso che ballava vicino al
camino, quando Joshua gli disse “Non
farti strane illusioni: lei non è alla tua
portata; è una viziata figlia di papà”
Marco annuì e si lasciò trascinare dal
ritmo frenetico della festa… Dopo poche ore era già completamente
ubriaco; e, inconscio di ciò che faceva, si diresse verso la ragazza, la tirò a
sè e le diede un bacio. Si staccò da lei dopo pochi secondi e riprese a
ballare a ritmo della canzone “ Never be alone be alone…”
(continua)
Giorgia Ghirardini
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Recensione
Come molti ormai sanno, quest'estate le vicende di Harry Potter sono giunte
al termine. Il tredici luglio scorso, il maghetto inglese ha infatti salutato per
l'ultima volta la scena cinematografica mondiale. Tra i sospiri di sollievo di
alcuni e le lacrime dei più affezionati, il mondo ha seguito nelle sale
cinematografiche l'ottavo film, consapevole che era anche l'ultimo.
Non si può dire che la pensi allo stesso modo l' ideatrice della serie, l’ormai
facoltosa J.K.Rowling. Questa, in effetti, dà proprio l'impressione di non
essere intenzionata ad allontanarsi né da Harry né dai suoi fans. Dopo i
numerosi libri e otto film, la scrittrice ha infatti deciso di ampliare la fama di
Harry attraverso la rete. in che modo? Creando Pottermore.
Pottermore è un sito interattivo, nato dalla collaborazione della Rowling con la
Sony. La stessa ideatrice lo definisce come un’esperienza fuori dal comune,
attraverso la quale si potranno rivivere e riscoprire le vicende di Harry Potter
in modo completamente diverso.
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Il sito è stato pensato per un pubblico eterogeneo, che spazia dai i fans più
anziani ai giovani meno esperti, legati sempre di più alla vita nella rete.
Dopo una breve iscrizione, l'utente potrà leggere della storia di Potter,
passando di capitolo in capitolo e di libro in libro, attraverso scenari suggestivi
e molto realistici, che rispecchiano in tutto e per tutto la fantasia della Rowling.
La cosa che rende diversa la lettura, oltre all'interfaccia, è la numerosa
quantità di approfondimenti e curiosità inedite che affollano la schermata.
Personaggi, oggetti e luoghi sono descritti in modo molto minuzioso e
ricercato, con immagini e focus inseriti per soddisfare anche il più esigente dei
fans.
Oltre a tutto ciò, Pottermore è anche blog e sito di intrattenimento. In diverse
zone del sito sono presenti attività e giochi, soprattutto destinati ad un
pubblico più piccolo, ma non per questo considerati meno importanti. Un
esempio concreto è quello della “cerimonia dello smistamento”, dove, dopo un
breve test, l'utente viene assegnato ad una delle quattro famose casate di
Hogwarts.
Nonostante esista da diversi mesi, Pottermore non è ancora aperto a tutti. La
data di apertura ufficiale doveva essere quella del 31 ottobre, ma cause di
forza maggiore hanno costretto a continui rinvii.
Vi si può accedere per ora solamente se si è uno dei fortunati vincitori del
concorso della “Piuma magica”, durato una settimana e indetto dalla Rowling
a partire dal 31 luglio scorso.
Emanuele Gandini
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Recensione
L’album Mylo Xyloto dei Coldplay
Il tardo 2011(24 ottobre) é segnato dall'uscita del nuovo LP dei Colplay che
pubblicano il loro quinto lavoro in studio.
L'ultima fatica della affermata band inglese, operante dall’ormai lontano
1997, risulta staccarsi dai precedenti album e intraprendere una nuova
strada che vede suoni spaziali e interstellari in cui il canto del sintetizzatore
prevale sulla voce dolce e melanconica di Chris Martin.
La chitarra accompagna come una goccia dolce e leggera in mezzo
all'oceano con suoni staccati e pieni di effetti di ritardo.
Negli intermezzi tra la voce di Chris e la successiva strofa si sentono piccoli
accenni allo stile dei primi album, che vengono però schiacciati da questa
atmosfera spaziale creata dalle tastiere, che nella maggior parte delle
canzoni risultano essere le vere padrone della situazione.
Il singolo Paradise é quello che più di tutti simboleggia il cambiamento di
stile: vi si continuano a riprendere le tematiche tristi e melanconiche,
divenute marchio di fabbrica della band inglese, ma la chitarra scompare
quasi completamente a differenza dei precedenti LP (Parachutes, X&Y).
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L'album presenta un genere che permette l'ascolto da parte di qualsiasi
pubblico.
L'unico concerto italiano a Torino del Tour mondiale Mylo Xyloto, ha
segnato il sold out venti minuti dopo l'orario di apertura dei punti vendita.
Tuttavia sembra che la band stia creando un marchio di fabbrica gradito ad
un pubblico di fascia media e alla propria etichetta (EMI) ma non a tutti i più
vecchi fan la cui maggior parte non pare apprezzare il cambiamento di rotta.
Insomma, la parabola appare quella da gruppo Alternative con influenze
rock a gruppo Pop
conosciuto da un
pubblico “commerciale”.
La linea seguita sembra
rispecchiare la maggior
parte della nuova onda
che si sta creando in
Inghilterra: i gruppi rock
perdono il loro mordente
e si trasformano in
gruppi commerciali (per
citare altri esempi: Muse, Beady Eye, Artic Monkeys).
É questo il destino di Chris Martin e compagni?
Simone Campagnola
50
Recensione
Ogni mattina a Jenin Ecco uno dei libri che ti cambiano la vita.
Non per nulla l’hanno definito il
“Cacciatore degli aquiloni” palestinese.
“Ogni mattina a Jenin” di Susan
Abulhawa è il ritratto fedelissimo di cosa
succede ogni giorno nei campi profughi
palestinesi, e delle atrocità commesse
dall’esercito israeliano, cose che noi,
ovviamente, sentiamo e vediamo molto
raramente nei telegiornali.
Il tutto ha inizio durante la guerra arabo-
israeliana del 1948, durante la quale, gli
ebrei occuparono gran parte della
Palestina, privando il popolo arabo delle
proprie case, delle proprie terre ma
soprattutto della propria dignità,
assediandolo e commettendo un vero e proprio genocidio razziale, a opera
di persone che, affatto provate dall’esperienza appena vissuta, commisero
lo stesso crimine, senza se e senza ma.
Il romanzo si sviluppa attorno alla
famiglia Abulheja, residente a Ain
Hud, un villaggio della Palestina,
dove il patriarca Yehya e la
moglie Bassima hanno due figli
forti e valorosi, che si
innamorano della stessa donna,
Dalia, la “pecora nera” del
villaggio, la quale
successivamente si sposa con il
fratello maggiore, Hassan e avrà
51
due figli: Yussef e Ismail; quest’ultimo viene rapito a tradimento dal capo
della squadra di militari ebrei che depreda e distrugge il colorato villaggio.
La famiglia è costretta a vivere in un
villaggio profughi, lontana dalla propria
casa e dalla propria terra. Dopo varie
vicissitudini, il capostipite muore, e
Dalia dà alla luce la piccola Amal, la
voce narrante degli avvenimenti.
Non proseguo oltre, perché vorrebbe
dire far svanire la magia di un libro così
bello.
Leggendolo si provano emozioni
irrefrenabili: non si può fare a meno di
infuriarsi davanti alle barbarie (come
quando l’amica d’infanzia di Amal,
incinta, viene trovata morta col ventre
squarciato) che accadono ancora ai
giorni nostri, non si può fare a meno di
piangere lacrime amare davanti ai crudi
scenari che la scrittrice, senza peli sulla
lingua, ci descrive nelle pagine di questo
libro, avendo vissuto lei stessa queste
esperienze sulla propria pelle.
Non è come un libro fantasy o basato su
storie immaginarie: sono fatti veri, che
questa povera gente è costretta a subire,
mentre noi passiamo il tempo a lamentarci
perché i nostri genitori non accontentano il
nostro ennesimo capriccio, perché non
possiamo andare in vacanza alle Maldive
o perché abbiamo preso un chilo di troppo
dopo le abbuffate natalizie.
Come ho detto all’inizio, è uno dei libri che
ti cambiano la vita, che ti aprono gli occhi,
e ti fanno pensare a come potresti renderti
utile per fermare questo massacro.
Leggetelo, perché ne vale davvero la pena.
Sara Abdelkamel
52
Recensione
Il rivale di World of Warcraft arriva
da una galassia lontana lontana...
Sono passati ormai sei anni dal lancio del famoso StarWars King of the
Old Republic 2 che apriva la strada alla saga dell'omonimo film verso i
migliori giochi multiplayer rolegame in rete.
Ora dopo lo spegnimento dei server, quindi alla chiusura del gioco da parte
dei produttori, i giocatori si aspettano che StarWars the Old Republic, il
nuovo MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game)
rilasciato dalla BioWare lo scorso 20 Dicembre 2011, sia una grande
alternativa e che non deluda le aspettative di tutti.
StarWars the Old Republic, ambientato 300 anni dopo King of the Old
Republic, incentra la
sua storyline sulla
guerra tra l'Impero,
capeggiato da Darth
Malgus signore dei
Sith, e la Repubblica
che, con l'aiuto dei
Jedi, cerca di non
cadere sotto i colpi
dell'Impero.
Ma ora parliamo più nel dettaglio del gioco.
53
In StarWars the Old Republic Impero e Repubblica possiedono le proprie 4
classi di gioco principali. Per l'Impero si può scegliere tra Sith Inquisitor,
Sith Warrior, Bounty Hunter e Imperial Agente.
Per la Repubblica la scelta è tra Jedi Consular, Jedi Kinght, Smuggler e
Trooper.
Durante il gioco non ci saranno solo queste classi da poter giocare ma dal
livello 10 ogni classe avrà altri 2 rami su cui specializzarsi, così da poter
rendere l'esperienza di gioco ancora più unica da classe a classe. Oltre alla
scelta della specializzazione, per ogni azione che compiremo durante il
gioco ci verranno assegnati dei punti Light o dei punti Dark che
determineranno il nostro allineamento durante la storia.
I punti Dark, a differenza dei punti
Light, porteranno ad un
cambiamento radicale dell'aspetto
fisico del nostro personaggio:
cambierà il colore degli occhi,
verranno messe in mostra le vene
e si accentueranno le cicatrici sul
nostro volto, si scurirà il contorno
degli occhi e così via.
Inoltre, seguendo la storia di ogni
personaggio che giocheremo, si
potranno ottenere anche dei
compagni che ci aiuteranno
durante i combattimenti oppure
saranno ottimi aiutanti con le
nostre professioni di creazioni
oggetti o equipaggiamento.
Dal livello 15 circa in poi si potrà
avere anche una personale
navicella spaziale con cui si
potranno affrontare delle epiche
battaglie spaziali o viaggiare all'interno della galassia conosciuta.
Se tutto ciò non soddisfa le vostre esigenze, potrete sfogarvi all'interno
delle BattleZone dove troverete player della fazione opposta alla vostra con
cui combattere a colpi di spade laser o scontri a fuoco con le vostre pistole
o fucili laser.
54
Chi invece vuole sfidare altri player in piccoli gruppi può farlo all'interno dei
WarGame, giochi a squadre che aguzzano l'ingegno e l'astuzia per poter
vincere.
Per tutti quelli che desiderano
affrontare mostri, droidi o nemici di
livello e abilità superiore a quelli
affrontati fino a quel momento, vi
sono le Operation e i FlashPoint
zone in cui, con un gruppo di
4 ,8 ,16 o 24 giocatori, si possono
battere boss che lasceranno come
premio nuovi pezzi per il nostro
equipaggiamento.
Al momento dopo circa 2 settimane dell'uscita, StarWars the Old Republic
sembra superare le aspettative di tutti; anche se con molti problemi grafici
e di sistema da sistemare con qualche
patch, sembra che World Of Warcraft
abbia finalmente trovato un degno
avversario nella categoria degli
MMORPG nel periodo pre-rilascio
(disponibile solo a chi aveva prenotato il
gioco nei mesi precedenti) e in quello
della release ufficiale del 20 dicembre
abbia avuto un calo di popolazione nei
server; che questo sia un segno che
World of Warcraft stia pian piano
decadendo dopo 7 anni di dominio sui
MMORPG?
Noi ci auguriamo di no, visto la storia che
ha dietro di sé questo gioco, ma
StarWars the Old Republic sembra non lasciargli scampo.
Sta ora a voi scegliere.... Impero?..... Repubblica?.... Lato Dark?... Lato
Light?
Ma qualunque sia la vostra scelta...Che la Forza possa essere con tutti
Voi !!!
Branchini Nicolas
Carnevali Luca
Gilberti Matteo
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Tra Pentole e Fornelli (Christmas Edition)
Hai in casa qualche uovo, un pugno di farina, mezza tazza di zucchero e
non sai cosa fare? Seguimi attraverso il fantastico mondo della cucina!
La Classica: Biscotti al Pan di Zenzero I biscotti sono dolci molto semplici da realizzare, perciò spesso sono sottovalutati. Grazie però al tocco inconfondibile della cannella e all’insolito aroma fresco e frizzante dello zenzero, farete un figurone!
Ingredienti
300 g di farina bianca, 150 g di zucchero di
canna macinato, 100\150 g di radice di zenzero
fresca, 125 g di burro a temperatura ambiente,
1 uovo, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 2 o 3
cucchiaini di cannella.
Procedimento
Pelate e grattugiate la radice di zenzero,
ponetela in una ciotola con il burro, lo zucchero,
la cannella, il lievito e l’uovo e mescolate bene
il tutto fino a ottenere uno composto più o meno
omogeneo. Aggiunte la farina e impastate fino
a formare una palla compatta di pasta, da lasciar riposare in frigo per 20
minuti circa. Passato questo tempo, accendete il forno (ventilato, se
possibile) a 160 gradi, prendete la pasta dal frigo, stendetela in una sfoglia
non troppo sottile e, con l’aiuto di un piccolo bicchiere o di qualche formina,
fatene dei biscotti. Infornateli per 10
minuti o comunque fino a quando
saranno croccanti e dorati ai bordi. Una
volta cotti, se volete, serviteli con una
generosa spolverata di zucchero a velo.
Lo sapevi?
Lo zenzero (Zingiber Officinale) è un
arbusto originario dell’estremo oriente la
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cui radice, dal caratteristico sapore simile al cedro ma con una nota
piccante, gode di proprietà antiinfiammatorie e decongestionanti.
L’Inedita: Budino di Pandoro
Avete aperto da qualche giorno il pandoro e ora ne sono rimaste alcune
fette, ahimè ormai secche, che proprio non vi va di mangiare? Beh, visto
che siamo in tempo di crisi e che non si può buttare via nulla, riciclatele in
un budino!
Ingredienti
800 ml di latte, 300 g di Pandoro, 120 g di zucchero, 4 uova, 1 limone, 2
bicchierini di rum, mezzo baccello di vaniglia, burro e farina q.b.
Procedimento
Spezzettate grossolanamente il Pandoro, bagnatelo con il rum e ponetelo
al fresco. Fate bollire intanto il latte con la scorza di limone e il mezzo
baccello di vaniglia tagliato per la lunga,
lasciatelo raffreddare e filtratelo. Rompete le
uova e separate gli albumi dai tuorli: i primi
metteteli da parte, i secondi sbatteteli con lo
zucchero fino ad avere un composto chiaro.
Aggiungeteci il latte “aromatizzato”, il pandoro
e mescolate bene. Riprendete gli albumi,
montateli a neve ben ferma e aggiungeteli al
composto. Imburrate e infarinate bene uno
stampo da budino o da ciambella e versateci il
composto precedentemente preparato,
ponetelo in una casseruola piena d’acqua e
cuocete il tutto in forno ventilato a 180 gradi per 60\90 minuti, o fino a
quando, infilando nel centro uno stuzzicadenti, vedrete che il budino non
risulta più liquido. Lasciate raffreddare, capovolgete lo stampo su un piatto
da portata, guarnite con cioccolato o panna montata e servite.
Lo sapevi?
Il Pandoro, dolce tipico veronese, ha alle sue spalle svariate leggende
riguardo la sua creazione. Esiste però una data ufficiale della sua nascita: il
14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti (fondatore dell’omonima
industria) depositò all’ufficio brevetti la ricetta di un dolce morbido dalla
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caratteristica forma ad otto punte, ideata nientemeno che dal pittore
impressionista Angelo dall’Oca Bianca.
La Rapidissima: Mousse di Arancia e Cioccolato
Con qualche arancia, un po’ di panna fresca e poco altro farete questo
dolce rapido,fresco e delicato e salverete il vostro pranzo o la vostra cena
da un’ingloriosa fine senza dessert.
Ingredienti
2 tuorli, 100 g di zucchero, 5 arance
(circa 350 ml di succo) più la scorza
grattugiata di 1 arancia, 4 fogli di
gelatina, 200 ml panna fresca,
cioccolato fondente in scaglie.
Procedimento
Mettete i fogli di gelatina in acqua
fredda affinché si ammorbidiscano.
Lavate bene le arance, prendetene una e grattugiate la scorza, poi
spremetele tutte e 5. Mettete il succo delle arance in un pentolino, scaldate
(non troppo), spegnete il fuoco e sciogliete nel liquido la colla di pesce
precedentemente strizzata. Sbattete in una terrina i tuorli, lo zucchero e la
scorza d’arancia grattugiata e aggiungete il succo precedentemente
preparato. Montate la panna e aggiungetela al composto. Mettete la
mousse in frigo fino a quando non si sarà rassodata per bene e servitela
spolverizzandola con scaglie di cioccolato.
N.B!: se volete fare qualcosa di elegante potete tenere le bucce delle
mezze arance e riempirle con la mousse, mettere il tutto in frigo e servire
con abbondante cioccolato e qualche ciuffetto di panna montata.
Lo Sapevi?
Molto spesso i marinai, non potendo assumere frutta e verdura fresche
durante i loro lunghi viaggi, venivano perseguitati da una terribile malattia,
lo scorbuto, che causava febbre, dolori ad arti e ossa e emorragie nel cavo
orale. Solo nel 1747 il medico inglese James Lind scoprì che la causa di
tutto era una forte carenza di vitamina C, contenuta nelle arance, nei limoni,
nei pompelmi e in alcune verdure.
Nicolò Gavioli
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Lo sapevi che?
Consigli per vivere sano e meglio
Benefici del cioccolato:
Il cioccolato è un’ottima
fonte di energia.
Possiede proprietà
antidepressive e può
provocare euforia e
attenuazioni del dolore.
Abbassa il livello di
colesterolo
Vi si trovano antiossidanti
che svolgono una funzione
protettiva nei confronti del
cancro, dell'invecchiamento, dell'Alzheimer, dell'artrite, dell'asma e
dei processi infiammatori.
Ma non mangiarne dei chili! Come per tutte le cose non bisogna eccedere
nel consumo!
Benefici del miele:
Il miele è un'ottima fonte
naturale di energia.
Ha la capacità di irrobustire il
sistema immunitario
dell'organismo.
Svolge un’ azione antisettica.
Inoltre una sua caratteristica è
quella di placare i postumi di una
sbronza poiché i suoi zuccheri
aiutano l’ossidazione dell’alcool nel
fegato.
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Benefici della Frutta:
La Pera
La pera è un frutto molto diffuso in tutto il
mondo, ne esistono numerose varietà e tutte
hanno numerose qualità benefiche. La pera
aiuta il metabolismo, combatte il colesterolo
cattivo, rallenta l’invecchiamento e riesce ad
evitare l’insorgenza di gravi tumori
all’intestino.
La Pesca
La pesca è un frutto originario della Cina, ma
ormai è molto diffusa anche nel bacino del
Mediterraneo, e ne esistono molte varietà.
Una pesca fornisce circa il 15% del
fabbisogno giornaliero della vitamina C, aiuto
indispensabile per le nostre difese
immunitarie.
La FRUTTA in genere non deve mai
mancare nella nostra alimentazione.
Contiene un’alta percentuale d’acqua,
moltissimi sali minerali, zuccheri
semplici, utili fibre e preziose vitamine.
La frutta andrebbe consumata due o
tre volte al giorno e, possibilmente,
lontano da pranzo e cena.
Debora Leto e Debora Toso
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Il crudismo? Meglio lasciarlo agli animali
Eccoci qua!
Passate le vacanze di Natale in cui abbiamo mangiato come porcelli
all’ingrasso, ora siamo pieni, non solo di cibo, ma di buoni propositi … di
nuove aspettative … e pretendiamo di vivere una vita nuova! (Da leggere
con finto entusiasmo).
Sicuramente tra i buoni propositi ci sarà “Mi metterò a dieta‼ Da lunedì
prossimo però! Ora finisco di godermi la mangiata di Natale, di Capodanno
e della Befana e di .. ecc ecc”.
N.B.: Di solito la voce è ricca di auto-convincimento.
E’ un classico! Ma se proprio siete convinti di volervi mettere sotto le
grinfie di un crudele dietologo oppure di fare da voi una disperata dieta, c’è
una novità!
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Il crudismo: una forma di alimentazione la quale impiega solo ed
esclusivamente cibi non cotti. E’ ritenuta salutare in quanto, non cuocendo
gli alimenti, essi non perdono le loro proprietà alimentari. Non vi sono vere
e proprie dimostrazioni, ma si sostiene che l’assunzione in modo costante
di cibo cotto provoca delle scorie nel nostro organismo, di modo che
quest’ultimo non è più in grado di funzionare correttamente.
L’età media dei crudisti quindi dovrebbe essere più alta rispetto a quella del
resto della popolazione, ma non è così. Infatti quella crudista è una dieta
incompleta in quanto composta per il 70-80% di frutta, dal 10 al 20% di
verdure e per il 5% da noci e semi. Non proprio il massimo direi!
Non credete sia meglio evitare?
Una dieta squilibrata, qualsiasi essa
sia, non è salutare, per stare in forma
è fondamentale l’esercizio fisico,
oltre a moderare dosi e quantità di
quel che si mangia. Questo fa la
differenza!
Inoltre una persona a dieta è anche
posta sotto lo stress dell’attenzione
per le cose che deve o non deve
mangiare e non c’è proprio bisogno di stress in più dato il mondo di oggi.
Una dieta contro la natura dell’uomo è un impegno a mio avviso inutile che
richiede molte energie che poi possono portare a gravi problemi, compresa
l’anoressia.
Una delle cose belle della vita è mangiare, ovviamente in modo corretto, e
non ci sono scuse per privarsi di questo benessere.
Benessere per il palato, per la lingua,
per il nostro stomaco e per il nostro
buon’umore che ci rende più solari,
socievoli e capaci di affrontare le
difficili situazioni della vita.
Viva dunque la buona cucina, il
buon mangiare e soprattutto … i piatti
deliziosi delle nonne di tutt’Italia!
Perché solo gli italiani sanno come si
mangia veramente!
Isabella Cassisa
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Folle l’uomo, folli i regali! Caro Babbo Natale..
Quest’anno sono stata tanto buona e gentile, quindi mi piacerebbe ricevere
come regalo di Natale ….un intervento chirurgico per trasformare i miei
occhi marroni in splendidi occhi azzurri‼
Io naturalmente sto scherzando, ma l’intervento è
veramente possibile!
Infatti l’ultima trovata americana è proprio quella di
cambiar colore all’occhio intervenendo sull’iride
con un laser, il quale riesce a schiarire il pigmento
dell’ iride scuro e farlo diventare azzurro. Questo
è quanto afferma il dottor Gregg Homer, ex
avvocato dell’entertainment a Hollywood, che ora
si è dedicato alla chirurgia estetica, a quanto pare.
Molti medici (“reali” per intenderci) sono scettici a
riguardo della nuova scoperta e sottolineano il pericolo di danni al bulbo
oculare come il peggioramento della vista.
Il dottore innovatore ha per ora intrapreso le sue ricerche in Messico,
dove le regole per i test medici sono meno rigide che negli Stati Uniti (che
caso!) e per portare avanti le sua ricerca chiede la modica cifra di 750 mila
dollari, circa 600 mila euro.
Adorati animali
Per i ricconi amanti degli animali o per chi
si vuole indebitare fino alle orecchie per il
suo cucciolo (sperando poi nella fine del
mondo) questo Natale si poteva pensare
alla comodissima e lussuosissima cuccia B.
Pet, in ottone, oro e seta, imbottita di
piuma vergine. Made in Italy e realizzata in
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soli 99 esemplari, si distingueva per la qualità dei materiali e per il “modico”
prezzo (4.358 €).
Per gli innamorati e gli amanti del design
Qualcuno per caso voleva stupire moglie/marito,
moroso/a, fidanzato/a che amano il design e
magari amano anche voi?
C’era eccome il regalo perfetto, questa scultura di Gaetano Pesce per Le Fablier. C’era solo bisogno di TANTO amore e uno stipendio MOLTO sostanzioso! Costo: 15.945€‼
Bah!
Il caro e vecchio Natale è sempre stato un
momento atteso durante l’anno, più per i
bambini che per gli adulti che si affannano per
i regali per l’uno o per l’altro parente, amico
ecc. Il Natale, per credenti o non credenti, è
comunque un momento speciale in cui la
famiglia si riunisce e dove con o senza regali si
respira un po’ di tradizione e amore in più.
Se proprio non “basta il pensiero”, è certo
che senza di esso nessun regalo, nemmeno il
più originale e costoso, ha avuto un qualche
significato.
Isabella Cassisa
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Avril Lavigne mostra i lividi
Graffi sul viso, tagli sopra l’occhi, lividi. Ecco
Avril Lavigne il giorno dopo la rissa che l'ha
vista coinvolta insieme al fidanzato Brody
Jenner.
La cantante avrebbe finito per scontrarsi con
cinque persone e Brody, per difenderla, ha
avuto una bottigliata in testa ed è stato portato
in ospedale. Avril si è procurata un occhio nero
e diverse botte.
Avril e Brody, star dei reality tv, stavano
passando il sabato sera all'Hollywood Roosvelt
Hotel quando la cantante è stata attaccata da
un'altra donna e poi da altre persone. Jenner ha
preso subito le difese di Avril, ma è stato colpito da una bottiglia in testa.
Tanto che, nonostante le sue resistenze, ha
dovuto andare all'ospedale per medicare le
ferite. Anche la Lavigne ha rimediato un occhio
nero, il naso sanguinante, diversi tagli e lividi,
ma poteva andarle anche peggio. Subito ha
voluto precisare di non essere stata lei a
iniziare la colluttazione. Sul social network da
lei in uso (Twitter) ha scritto: “Io non faccio a
botte... Sono stata attaccata improvvisamente
da cinque persone... La violenza non è mai
una risposta”. Anche Jenner ha confermato di
essere stato coinvolto nella rissa e dice: “Sono
appena uscito dall'ospedale con una cicatrice
sulla faccia”.
Sul web sono centinaia i messaggi di supporto e di vicinanza dei fan.
Lorenzo Perego
67
Una manicure d'emergenza. "Sembra proprio che molti americani abbiano la tendenza a chiamare il 911
per motivi che non sono esattamente delle urgenze. Spesso con
conseguenze penali per abuso dei servizi di emergenza.
L’ultima di una lunga lista di
chiamate “fuori luogo”è di una
certa Cynthia Colson della
Florida, che ha chiamato il 911
da un salone di bellezza, per
lamentarsi del fatto che il
prezzo che volevano farle
pagare era troppo alto e
soprattutto le unghie erano
troppo corte. Dato che
l’operatore ha fatto notare che
quella non era un’emergenza, ha anche aggiunto che la titolare del salone la
aveva minacciata con delle forbicine da unghie. A questo punto, l’operatore
ha dovuto mandare un agente. La donna dopo qualche minuto ha chiamato di
nuovo il 911, per chiedere quando l’agente sarebbe arrivato. Ha poi
richiamato per lamentarsi del fatto che secondo lei il poliziotto che era
arrivato non stava prendendo il suo problema sul serio. La donna ha infine
chiamato un’altra volta, ma prima
che potesse spiegare il suo
problema è stata fatta arrestare
per abuso dei servizi di
emergenza.
La Colson si è difesa sostenendo
che le chiamate le erano partite
per sbaglio e che la responsabilità
era anche del salone che aveva la
colpa di averle fatto le unghie
troppo lunghe (sì, ricordate bene:
aveva chiamato per denunciare
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che le erano state tagliate troppo corte), rendendole difficile l’uso della
tastiera del telefono.
Spesso la gente si arrabbia per un servizio insoddisfacente, non c'è nulla di
male; ma arrivare a chiamare il 911 per delle unghie fatte (non si sa bene) o
troppo lunghe o troppo corte è davvero una cosa dell'altro mondo, che
nessuno si metterebbe in testa di fare. Tranne la nostra Cynthia Colson, che
sicuramente in cella avrà avuto tutto il tempo per limarsi le unghie come più
preferiva.
Fonti: Styleite
Ciao, sono quello che ti ha derubato. "Ladro lascia la sua foto sul profilo facebook della vittima". Rodney Knight Jr.
si è dichiarato colpevole per il furto commesso a casa della famiglia Fisher,
avvenuto qualche mese fa. Non che avesse veramente molte altre alternative,
dato che aveva lasciato dietro di sé tracce a dir poco inequivocabili.
Knight si era introdotto
in casa forzando la
porta sul retro, in pieno
giorno, mentre tutti
erano al lavoro o a
scuola. Il ladro si era
impossessato dei
contanti e delle
apparecchiature
tecnologiche (computer,
iPod), appartenenti per
la maggior parte al
figlio dei Fisher.
Knight però evidentemente non pensava di dover mantenere un basso profilo,
ma anzi ha deciso che doveva vantarsi del furto, e dopo qualche giorno ha
pensato bene di aprire il portatile rubato, scattarsi una foto con la webcam
mentre indossava un giaccone dei Fisher e teneva in mano i contanti di cui si
era impossessato, e postare la foto sul profilo Facebook del figlio dei Fisher,
usando il pc rubato per entrare nel suo account.
Come appare scontato (a tutti escluso Knight…), la polizia lo ha facilmente
rintracciato ed arrestato. Un agente lo ha definito “il criminale più stupido che
abbia mai visto”.
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Ecco, un altro episodio in cui il ladro
ruba, ma è troppo stupido per non
farsi prendere.L'unica cosa che è
riuscito a ricevere è un bel soggiorno
dietro le sbarre, dopo un'indagine
relativamente breve e ultrafacile da
parte della polizia. Avrebbe potuto
benissimo non sbandierare al mondo
di essere l'autore del furto e godersi la
refurtiva almeno per un po', ma
probabilmente non gradiva l'iPod, la
musica che conteneva non era del
suo genere preferito e ha preferito
farsi prendere. Certo se facessero tutti così, il mondo sarebbe più tranquillo.
Fonti: Notizie dal mondo.
Sorriso vampiresco "Uno studio dentistico di Tokyo nel distretto di Ginza è diventato molto
popolare in città da quando ha iniziato a pubblicizzare una nuova procedura
cosmetica che permette di far risaltare e rendere storti i canini per simulare
una disposizione dentale chiamata “yaeba”. I denti storti sono visti come
imperfezione in molti paesi occidentali, in particolare in America. In Giappone
invece i denti storti sono un canone di bellezza, addirittura adorabili.
Yaeba in giapponese significa
'dente doppio', ma non è una strana
deformazione dentale, piuttosto è
l’aspetto vampiresco in una
persona che ha i canini molto più
sporgenti rispetto al resto della
dentatura. Secondo alcune
leggende e credenze, l’aspetto
Yaeba conferisce alle ragazze un
fascino maggiore rendendole molto
più attraenti. Moltissime star
giapponesi hanno i denti a Yaeba
ma, invece che nascondere il
proprio sorriso, mostrano alle telecamere la propria dentatura, accrescendo
se possibile la propria popolarità.
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Fino a poco tempo fa avere i
canini sporgenti erano privilegio
di pochi, dato che solo coloro che
erano nati con i canini sporgenti
potevano dichiararsi veri Yaeba.
Da quando il salone dentistico ha
aperto il nuovo servizio per
rendere storti i denti di chiunque,
però, gli affari sono esplosi e in
men che non si dica le ragazzine
si sono ritrovate a fare la coda
per poter avere un sorriso imperfetto. La tecnica è stata inventata dal dottor
Yoko Kashiyama; tramite l’incollatura di denti artificiali sui canini delle pazienti,
essa permette di ricreare il caratteristico effetto 'denti storti'. La procedura è
diventata famosa a tal punto che molte televisioni giapponesi se ne sono
interessate dedicando al
fenomeno servizi interi e
inviando addirittura i propri
giornalisti a sottoporsi
all’operazione per
commentarne il risultato."
E pensare che c'è chi si
lamenta dei suoi canini un po'
troppo sporgenti. Questi
pagano pure per averli. C'era
da aspettarselo: la cultura
orientale è molto particolare, a volte tanto particolare da sembrare assurda a
noi occidentali.
A cura di Emanuele Aliano
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SOLUZIONI DEI REBUS
M orto AM mazza TO = MORTO AMMAZZATO
viole NTOS campanelli O = VIOLENTO SCAMPANELLIO
ES attori D elfi SCO = ESATTORI DEL FISCO
caccia rei N terre NI bosco SI = CACCIARE IN TERRENI BOSCOSI
succhi are latte MA terno = SUCCHIARE LATTE MATERNO