foglio di via n. 24

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I marchi aziendali presenti su questo giornale sono di ditte che hanno devoluto una erogazione liberale all’Associazione di Volontariato “Fratelli della Stazione - onlus” per le sue attività associative Distribuzione gratuita a cura di poveri e senza dimora - tiratura 5.300 copie Anno VIII n. 24 - febbraio 2012 Fondazione Banca del Monte “Siniscalco-Ceci” fogliodivia.blogspot.com PAG 4 UNA NOTTE NELLA CITTÀ 'BOMBARDATA' Mentre il Comune gioca con la neve, solo le Caritas si interessano dei poveri! MEGLIO L’INFERNO PAG 14 GLI AVVOCATI DI STRADA AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI DELL’INVERNO DI FOGGIA

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Il numero 24 di Foglio Di Via.

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Page 1: Foglio Di Via n. 24

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Distribuzione gratuita a cura di poveri e senza dimora - tiratura 5.300 copie Anno VIII n. 24 - febbraio 2012

FondazioneBanca del Monte“Siniscalco-Ceci”

fogliodivia.blogspot.com

PAG 4

UNA NOTTE NELLA CITTÀ

'BOMBARDATA'

Mentre il Comune gioca con la neve, solo le Caritas si interessano dei poveri!

MEGLIO L’INFERNO

PAG 14

GLI AVVOCATI DI

STRADA AL SERVIZIO

DEGLI ULTIMI

DELL’INVERNO DI FOGGIA

Page 2: Foglio Di Via n. 24

Il servizio in stazione dei ‘Fratelli della Stazione’ inizia la sera alleore 20.00, presso la mensa Caritas dell’Immacolata, dove ciincontriamo per preparare il latte caldo e per la preghiera, e poiprosegue in Piazza Vittorio Veneto dove abbiamo l’opportunità di

incontrare i nostri amici bisognosi, senzafissadimora, che vivono neipressi della ferroviaria, nei vagoni abbandonati, sulle panchine, nella

sala d’aspetto.Alle 21.00 prendiamo posizione sulle panchine di fronte la stazione. La piazza si

riempie in poco tempo, se già non lo è, dei nostri fratelli che, dopo un Padre Nostroinsieme, abbiamo l’onore di servire. Distribuiamo loro, col sorriso sulle labbra, ecercando di ricordare il nome di ognuno, per dare soggettività a persone spessoconsiderate come numeri o inesistenti, il latte caldo e dei biscotti.

Di qui, il più delle volte comincia il dialogo, la conoscenza con i poveri che sonoprevalentemente stranieri, ma non mancano anche alcuni clochard italiani.

Svolgiamo il servizio dal martedì al venerdì, mentre il martedì e il giovedì incontriamodue ragazzi disabili che ci riempiono della loro gioia, malgrado i problemi fisici.

Il lunedì, alle 20.30, ci incontriamo per un momento di formazione nella Cappellinadella Stazione sul binario uno.

info: www.fratellidellastazione.com; e-mail: [email protected]: 340.3101148

è un giornale di strada, l’unico della Capitanata, il mensile dallaparte dei poveri, dei senzatetto, degli esclusi della città di Foggia.

“FogliodiVia” è un’occasione di reddito per il diffusore che,attraverso la distribuzione per le vie cittadine, riesce a svolgere

una vera e propria attività lavorativa. Solo il lavoro, infatti, può restituire a chi vive incondizioni di totale indigenza e di abbandono, un minimo reddito, ma soprattutto ladignità della persona umana, la dignità dei figli di Dio.

Lo sportello di ‘Avvocato di strada’ si propone di fornire assistenzalegale gratuita ai senzafissadimora e agli immigrati che non possonousufruire del beneficio del gratuito patrocinio a spese dello Stato, a causadella mancanza del requisito della residenza anagrafica.

L’assistenza legale gratuita viene prestata, altresì, per tutti quei casi incui non si verifica un contenzioso giudiziario, come ad esempio inflizioni dimulte, riscossioni di eredità, indennità, pensioni di invalidità.

Lo sportello - situato presso l’Help Center, in stazione, davanti alparcheggio custodito - è aperto il lunedì dalle 19.30 alle 20.30, (in altrigiorni, previo appuntamento) ed è curato dall’avvocato Massimiliano LuigiArena, in collaborazione con altri legali che mettono il loro tempo e le loroconoscenze al servizio dei più poveri tra i poveri.

Per informazioni:www.studiolegalearena.it;www.avvocatodistrada.itavvocato@[email protected]

FogliodiViaanno VIII, n° 24, febbraio 2012editore: associazione di volonta-riato Fratelli della Stazione onluscamminano con noi: gianni de mar-tino, antonio defeudis, claudio de marti-no, leonardo r icciuto, lorenzomeccariello, raffaella terlizzi, lisa cava-liere, federica imbriano, giulia iuso, giu-sy giliberti, alessandra iuso, laura longo,loredana imbriano, massimiliano arena,nino santoro, donatella lo muzio, padrearcangelo maira, andrea la porta, valeriapacilli, giulio calò, alessia scopece, ga-etana rubano, renato cavallo, sonia ber-gamaschi, giuseppe cannone, salvatoregiannini, fernanda bergamaschi, soniadelli carri, alessia scopece, giuseppe dipumpo, mario recchia, alessia tripodi, so-nia ficelo, michela de martino, carlo in-serra, roberto d’amato, francescolorusso, laura moresi, maria teresa pe-done, maurizio d’amato, miriam d’ama-to, valentina d’elia, roberto carnevale,antonio de vito, corinna casparrini, al-berto scarano, gaetano gravina, ripaltastanco, giuseppe gagliardi, francescoricci, tonino pepe, antonio napodano, ro-berto d’amato, zena aquilino.direttore responsabile:emiliano mocciagrafica: gianniautorizzazione del tribunale difoggia n. 6/P/06 registro perio-dici cron. n. 413redazione: via Bainsizza 12, mapotete contattarci anche al 348-6615163 oppure al 340-3101148;e-mail:redazione:[email protected];associazione:[email protected];sito: www.fratellidellastazione.comstampato presso grafiche grillichiuso in redazione il:22 febbraio 2012

paginadue chisiamo

Page 3: Foglio Di Via n. 24

MEGLIO L’INFERNO CHE L’INVERNO DI FOGGIAIl sindaco conferma: "Per i poveri nessun Piano di Emergenza Freddo"

paginatre tettodistelle

In foto la situazione di degrado incui sono costretti a vivere alcunimigranti della Capitanata.

«Il Comune non è dotato diuna struttura perl’accoglienza deisenzafissadimora e non hauna pianificazionespecificamente destinataall’assistenza di questepersone quando il freddo siacuisce». Di Gianni Mongellinon possiamo nonapprezzare la sincerità,l’evitare inutil icircumnavigazioni letterarieper dire chel ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale da lui guidata nonha predisposto alcun Pianodi Emergenza Freddo peraccogliere i senzatetto neimesi invernali più rigidi. Aporgli la domanda è statoAntonio Barbone,consigliere comunale virtualedei senzadimora, che haapprofittato della rubricasettimanale curata dalsindaco Mongelli sullecolonne del settimanaleFoggia&Foggia per capire«se anche il Comune dellanostra città ha predispostoo immaginato di attuare unPiano di EmergenzaFreddo». Il free-press, infatti,è tra i giornali più letti daisenzafissadimora che vivonoa Foggia, italiani e migranti,proprio per essere distribuitogratuitamente; diconseguenza, la replica delprimo cittadino è arrivata atutti i diretti interessati che

senza filtri o passaparola varihanno potuto leggere che nesarà del loro futuro, del loroinverno targato 2012. «IlComune – ha scritto ilsindaco Mongelli - non èdotato di una struttura perl’accoglienza deisenzafissadimora e non hauna pianificazionespecificamente destinataall’assistenza di questepersone quando il freddo siacuisce. L’assessorato allePolitiche Sociali, però,proprio in questi giorni si éattivato per verificare lapossibilità di utilizzare a

questo scopo la struttura diTorre Guiducci, dove inestate sono ospitati ilavoratori immigrati. Unasoluzione emergenziale inattesa che si costruisca ilCentro di accoglienza chesarà realizzato dall’I.P.A.B.Addolorata all’interno dell’ex

carcere Sant´Eligio grazie alfinanziamento - 1.000.000 dieuro - assegnatodall’assessorato regionale alLavoro e Welfare. I lavorisono stati avviati da un paiodi mesi – prosegue - ed èprevedibile che entro la finedel 2012 si concludano perattivare un servizio destinatoad assistere persone oggicostrette a cercare riparo inluoghi di fortuna. A 24 di loro,equamente suddivisi trauomini e donne, sarà offertal’opportunità di avere unluogo di riposo confortevole;ben più numerosi saranno gli

utenti did o c c e ,guardarobae lavanderiamessi adisposizionenell’edificioche sorgenel popolareBorgo Croci.In più,q u e s t epersone ind i f f i c o l t às a r a n n o

accompagnate nell’accessoalla rete dei servizi ed alreinserimento sociale. Lasinergia operativa traComune e Regionetrasformerà un luogo di penain un luogo di cura e renderàconcreta una nostraambizione dichiarata:

trasformare Foggia nellacapitale dei diritti”. Bene.Benissimo. Ma intanto chispiega alla donna che dormeall’interno di una Banca diFoggia che per lei non cisono posti letto in questacittà? E chi ha il coraggio dispiegare ai nuovi senzatettoche si affacciano in stazioneche per dormire devonoarrangiarsi come megliopossono? Anche in questastagione invernale, dunque,solo caso, provvidenza eculo salveranno la vita aquanti vivono ai margini, neivagono abbandonati, neiruderi pericolanti, privi difinestre e soprattutto dir i s c a l d a m e n t o .Probabilmente nel 2012serviva uno sforzo maggiore,u n ’ a t t e n z i o n eparticolareggiata. Serviva unvero Piano di EmergenzaFreddo, che avrebbe fatto diFoggia una città a passo conle comunità più civili edevolute. Perché quello divivere o sopravvivere durantele notti invernali non deveessere una conquistaquotidiana, ma un diritto benacquisito. E basta voltare ilcapo verso Manfredonia, unacittà di mare, per guardareche il Comune ha avviato unservizio invernale proprio peri senzatetto. Ma neanche latrasmissione di Kazzengerriuscirebbe a svelare glielementi di (fanta)scienzache rendono impossibile cheanche a Foggia simanifestino questi piccolisegnali di attenzione verso iclochard. A meno che, nonci scappi il solito morto.emiliano moccia

Nel 2011 a Foggia in meno di sette mesi sono morti almeno quattro senzafissadimora.Eugenio, il rumeno deceduto lo scorso inverno per assideramento in un casolare di viaTrinitapoli. Silviu e Daniel, anch’essi rumeni, vittime del disagio che può colpire chi viveper strada in condizioni di fragilità ed emarginazione sociale, morti assassinati all’internodei vagoni abbandonati lungo le ferrovie della stazione di Foggia. Giuseppe, ilsenzafissadimora che sfuggiva alle mense per i poveri e ai servizi dedicati ai poveri, manon allo sguardo dei passanti, rimasto schiacciato dal muretto crollato nel luogo in cuitrovava riparo per dormire.

Senzadimora: a Foggia quattro i morti in meno di sette mesi

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paginaquattro tettodistelle

PORTE APERTE ALLA CARITAS DI FOGGIA97 posti letto per italiani e migranti mentre il Comune sta a guardare97 posti letto. Ma potevanoessere molti di più. Perché neifreddi giorni di febbraio, in cuile temperature hanno dato unassaggio del clima siberiano,le parrocchie di Foggia nonsono rimaste a guardare. Edhanno aperto le loro porte aisenzafissadimora, agli italianied ai migranti che vivono inalloggi di fortuna, chedormono in stazione, che siriparano sotto i porticati onegli ingressi delle banche. Asmuovere l’ incredibilemacchina dell’accoglienzasono stati soprattutto ivolontari: giovani, anziani,donne e uomini. Coordinatida don Francesco Catalano,vice direttore CaritasDiocesana di Foggia, ognunosapeva cosa fare. ”Siamo statiin continuo contatto conRoberto Ginese dellaparrocchia di Gesù e Maria edon Giuseppe Bisceglia diMadonna della Croce percapire quali erano lenecessità, le emergenze, i letti

da montare. Ma abbiamoricevuto la disponibilità ditante altri parroci dellacittà. Alla fine abbiamoregistrato la disponibilità di 97posti letto, ma ad alcunechiese abbiamo dovuto direno perché non c’erano piùrichieste Anche perché alcunipoveri non vogliono farsiaiutare o preferiscono restarenei loro ricoveri diroccati”.La Caritas diocesana diFoggia-Bovino - anche graziealle segnalazioni di Fratellidella Stazione, volontari,cittadini – ha esteso, quindi,la capacità di accoglienza adisposizione dei poveri,portandola quasi a quotacento. Un record. La Casa diAccoglienza Santa Maria delConventino è salita dai‘normali’ 25 posti letto a 33;Gesù e Maria da 16 a 26. Enei giorni della grandeemergenza freddo altreparrocchie hanno aperto eallestito i propri locali con reti,materassi e pasti

caldi: Cattedrale (2 personeaccolte); Beata Maria VergineMadre della Chiesa (3); SanMichele (2); San PioX (2);Madonna dellaC r o c e ( 1 6 ) , S a n t i s s i m oSalvatore (7); San GiuseppeArtigiano (4). ”Si tratta –prosegue don Francesco – diitaliani e migranti equamentedistribuiti, anche a secondadelle esigenze fisiche esociali, nei vari localiattrezzati”. Adesso, dunque,sarà importante capitalizzareil grande lavoro di‘rete’ avviato e continuare agarantire un’adeguataaccoglienza ai clochardanche nei mesitradizionalmente menofreddi. ”Dobbiamo fare il puntodella situazione e capire,anche con le altre realtà divolontariato presenti in città,come strutturare gli interventi.Il Conventino, Gesù e Maria,Santissimo Salvatore, laCattedrale e Madonna dellaCroce – aggiunge il vice

direttore della Caritas – proseguiranno l’attività diaccoglienza verso i poveri. Perle atre parrocchie questaesperienza potrebbeincentivare nuove forme diaccoglienza. Ma comunque,abbiamo registrato econtinuiamo a registraregrande disponibilità da partedelle parrocchie”. Insomma, itamburi della carità edell’accoglienza si sono fattisentire. E questo, anchegrazie al lavoro di tante genteche si è rimboccata lem a n i c h e r a c c o g l i e n d ocoperte, vestit i, cibo perdonarli a coloro che si sonooccupati dei senza fissadimora. In tutto questo lavorodi solidarietà, però, stridel’assordante silenziodel Comune di Foggia che haguardato dalla finestra nonsoltanto la neve cadere maanche i poveri cercare ripaririscaldati.

emiliano moccia

Cani. Cani randagi a decine. ”Come la Serbia”, mi avevanodetto”come una zona di guerra”. Peggio. Molto peggio. Cani,cani randagi e palazzine diroccate. Uno stabilimento indu-striale abbandonato da chissà quanti anni, oggi dimora diprofughi e disperati. Noi, nel freddo pungente di queste sere,portiamo ognuno una coperta in plaid, da regalare in dono.Noi, una coperta e della pizza da regalare, e la responsabi-lità addosso, di dover raccontare a chi non c’era che esisteil Kosovo dentro Foggia. Un luogo bombardato senza l’usodi esplosivo, un mondo dimenticato dagli uomini e da Dio, adue passi dal centro. I cani continuano ad abbaiare, semprepiù forte, quasi ci circondano. L’eco è tremenda, la notte èbuia e gelida, le auto sfrecciano, dall’altra parte della stradaa folle velocità, ignare del tutto. Uno stanzone enorme,buio. Oltre la metà sta acceso un fuoco, appiccato alla benemeglio, che fa intuire le sagome di due persone. Esce unadonna, ne esce un’altra, da una porta di legno, che primanon si vedeva affatto. Coperte e pizza, distribuiamo veloce-mente, mentre i cani non smettono mai di ringhiare. E cosìancora, per un’altra stanza, dove in dieci metri quadrati vivo-

no in quattro. Un tanfo tremendo, una piccola televisione inbianco e nero che trasmette notizie del maltempo, due bam-bini piccoli, uno piccolissimo, che afferra un panzerotto frit-to e inizia a rosicchiarlo come fosse la cosa più dolce cheabbia mai assaggiato. Il padre, volto da Kosovo, camiciaunta, mani callose e secche, ci mostra una medicina per ilbambino. Ne vorrebbe un’altra, serve per la tosse: soldi nonce ne sono per comprarla. Di nuovo i cani, scale divelte ecumuli di immondizia, tantissima, a far da padrona. Un’altrafamiglia, al primo piano di un altro stabilimento. La madre,dagli occhi e dai denti bianchissimi che rifulgono alla lucedei nostri cellulari, ci contende una coperta in più del dovutoe ci apre un sorriso, che è come la luna in questo buiospettrale. Il cane abbaia ancora. E noi scappiamo, a passosvelto, verso una strada dove passeggiano le prostitute. Dauna parte c’è l’Italia, il progresso, internet, la ricerca el’innovazione. Dall’altra c’è il Kosovo, la ruggine di un mon-do industriale che non c’è più, diventato spettro della pover-tà. In mezzo lei, a far da ponte tra un mondo e l’altro, ven-dendo il suo corpo a pochi euro al pezzo.

claudio de martino

ECO DI UNA NOTTE TRA I PROFUGHI, OLTRE LA STRADA

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paginacinque tettodistelle

MOHAMMED ED IBRAHIM MEDIATORI PER VOCAZIONE

Migranti per scelta, media-tori culturali per vocazione,uomini di coraggio pervirtù. Mohammed ed Ibrahim sonodue giovani marocchini chein questi giorni a Foggia, nelsilenzio, stanno dando uncontributo essenzialeper aiutare quanti vivono incondizioni di disagio e po-vertà: i migranti che hannoscelto come loro dimoral’area diroccata che primaospitava la fornace. Oggi diquella gloriosa struttura in-dustriale non rimangono checapannoni crepati, sbriciola-ti, come se un aereo milita-re di passaggio avesse pro-vato gusto a bombardarli, amitragliarli. Ibrahim, però,conosce bene questi posti.Li conosce perché per qual-che tempo ha vissuto lì.Quando ancora non si eraintegrato a pieno, quando lacittà di Foggia più che il so-gno di un futuro migliore gliaveva regalato un destinopiù beffardo di quello cheaveva lasciato nel suo Pae-se. Ibrahim e Mohammedsembra che non abbianopaura di niente. Girano nel-l’area in rovina come se se-guissero dei passi marchia-ti sul terreno polveroso. Ac-compagnano i Fratelli dellaStazione, la Protezione Ci-vile e la Croce Rossa Italia-na per un giro notturno cheha l’obiettivo di capire quan-ta gente abita da quelle par-ti. Quante coperte bisognaconsegnare, che tipo diumanità vive rintanata nelcuore di Foggia. Special-mente in questi giorni di fred-do glaciale, dove la Siberiasembra distante solo pochimetri dal Tavoliere dauno. Idue marocchini affrontano ilservizio di ‘mediazione’ edesplorazione che è statoloro affidato con il sorriso sul

viso. Anche quando entranoin scena i cani. Una dozzi-na, forse più di venti. Circon-dano il gruppo, ringhiano fe-rocemente, ma Ibrahim eMohammed calmano le pa-ure. Sorridono, danno corag-gio e indirizzano il gruppo inun capannone sventrato daltempo, accartocciato sul suonefasto declino. Dentro ciabita qualcuno. Una coppiadi rumeni prova a scaldarsile mani avvicinandole allefiammelle di un fuoco.Ibrahim dice qualcosa, spie-ga la presenza del gruppo.E consegna delle coperte,dei pezzi di pizza. Poi, dauna stanza improvvisata conmateriale di fortuna, escefuori anche una donna. Sem-pre migrante, sempre ai mar-gini del mondo. Anche per leiIbrahim e Mohammed hannoparole di conforto, di spiega-zione. Poi dirottano il grup-po alle loro spalle verso altremacerie. Schivano i cani.Sembra quasi che gli addo-mestichino con lo sguardo,col sorriso. “La paura non ècamminare di notte in postic o m equesti” dice Ibrahim che dimestiere fa il saldatore. “Lapaura è quando di notte ti tro-vi in una barca in mezzo al

mare insieme ad altre 30 per-sone con i Kalashnikov pun-tati in faccia”. Lui lo sa bene,perché per arrivare inItalia ”ho vissuto una bruttaavventura, una brutta espe-rienza”. Altro che cani cheringhiano, che stelle in cieloche faticano ad illuminare ilsentiero bucherellato dell’ex-fornace di Foggia. ”Sono an-dato via dal Marocco perchélì non c’era futuro per me.Poco lavoro e problemipolitici. Non potevo più resta-re. Ho preso l’aereo e sonoarrivato in Libia. Da lì abbia-mo pagato il viaggio per arri-vare in Italia su una barca.Eravamo più di trenta perso-ne. A poche miglia dalla co-sta di Lampedusa, però, labarca si è fermata. I mafiosici hanno detto che nessunosi doveva ribellare. Ci hannopuntato contro i fucili e sonoandati via su di un altromezzo. Nessuno di noi sa-peva guidare una barca. Era-vamo disperati. Allora misono fatto coraggio e ho gui-dato la barca fino aLampedusa”. Per questo, adIbrahim non fa impressioneche una fetta di migranti divarie etnie - rom, marocchini,rumeni – per trovare riparo sisiano rifugiati in un luogo

morsicato dal dolore. Dove ibambini provano a tenerloallegro con i loro sorrisi spen-sierati, dove sta già crescen-do un’umanità ferita sin dal-la nascita. Ma Ibrahim eMohammed assicurano aigenitori dei piccoli che tor-neranno presto, che la lorovisita e quella di chi li cam-mina alle spalle non sarà le-gata solo al fattore emotivodel momento. Di questo fred-do targato febbraio che halasciato ghiaccio e ricordi dinevi sulle palazzine trafittedal vento. Alla fine del giro edella consegna delle coper-te Ibrahim e Mohammed tor-nano a casa. Hanno appun-tamento con la cena.Prima di scendere di casaavevano già apparecchiato latavola. Li aspetta il tajine, untipico piattomarocchino. ”Per fortuna quia Foggia riusciamo a trova-re la carne halal e tutti gli in-gredienti per mangiare lanostra cucina”. Anche se ilvero sogno non ha a che farecon la gastronomia, ma conla burocrazia italiana. ”Sperodi poter regolarizzare al piùpresto la mia posizione –confida Ibrahim - . Aspettia-mo di ottenere il permessodi soggiorno con la prossi-ma sanatoria. Speriamobene. Anche perché una vol-ta in regola con i documentiposso aprirmi la partita Iva,pagare le tasse.Insomma, attraverso il miolavoro di saldatore voglio con-tribuire in qualche modo allacrescita del Paese che miospita”. Ibrahim eMohammed. Migranti perscelta, mediatori culturaliper vocazione , uomini one-sti e coraggiosi per virtù.

emiliano mocciaIn foto una cucina artigiana-le nella “città borbandata”

Due giovani marocchini accompagnano i volontari italiani nella “città diroccata” dei migranti

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paginasei antoniobarbone

COPIA & INCOLLA L’ACCOGLIENZASUGGERIMENTI PER LA GIUNTA COMUNALE

Da Parma a Roma, da Firenze a Manfredonia. I comuni si attivano per i senzadimora

In foto l’ingresso del munici-pio di Manfredonia.

Parma, Modena, Firenze,Roma, Bolzano, Genova,Milano, Bologna esoprattutto Manfredonia. Inomi di queste città nonhanno nulla a che vedere conle tappe del prossimo Girod’Italia o di qualche impervioitinerario geografico. Mahanno un elemento incomune che le caratterizzaper attenzione edaccoglienza: in questelocalità che raccontano Norde Sud dell’Italia, infatti, leAmministrazioni Comunalihanno predisposto ed avviatoil Piano di EmergenzaFreddo per salvaguardare lavita dei senzafissadimora. Dicoloro che, anche nei mesiinvernali, vivono in alloggiprecari o sotto le stelle conil rischio di aggravare le lorocondizioni di salute o dilasciarci la pelle a causadelle basse temperature.Insomma, ciò che non viene

predisposto dal Comune diFoggia viene attuato in altrecittà italiane. Manfredoniacompresa. E’ vero che letemperature atmosferichedel capoluogo Dauno sonodiverse da quelle che siraggiungono a Bolzano, maè anche vero che soloquest’anno sono stati bencinque i senzadimora che

hanno perso la vita a causadelle difficil i condizionialloggiative in cui vivevano.

Insomma, ogni tanto unamanuzza sulla coscienzaandrebbe messa o quantomeno andrebbero studiate ecopiate le misure socialiadottate in altre città.Buone prassiA Modena, per esempio, ilComune ha «predisposto ilPiano Emergenza freddo,attivo fino al 31 marzo, data

che potrà subirevariazioni in casodi condizionic l i m a t i c h eparticolarmenteavverse. Lepersone indifficoltà che sitrovano sult e r r i t o r i oc o m u n a l epotranno essereo s p i t a t eall’ interno di

strutture di prontaaccoglienza accessibili soloattraverso l’invio da Ausl, poli

sociali delle Circoscrizioni o,fuori dall’orario di aperturadegli uffici, da Poliziamunicipale e delle forzedell’ordine». A cosa servequesto Piano predispostodall’assessorato allePolitiche Sociali del Comunedi Modena? «Si propone disalvaguardare la salute di chiè privo di alloggio o non puòcontare su condizioniabitative adeguate». AParma, invece, «conl’abbassamento delletemperature il Comunemette in atto il Piano diEmergenza per il Freddo, pergarantire alle persone senzafissa dimora un ricovero perla notte». E la cittàparmigiana cala un tris d’assidi accoglienza attraverso «ildormitorio comunalemaschile di strada SantaMargherita, con 24 postiletto, e a quello femminile,“Le Cento Lune” di via Saffi,con 13 posti letto». Inoltre,«dall’anno scorso siaggiunge la struttura in zonaCornocchio, costruita conmoduli abitativi in materialeignifugo, pensata perospitare e dare un riparo allepersone di sesso maschilesenza fissa dimora. I modulisono attrezzati per ospitare20 posti letto». Con le buoneprassi ci fermiamo qui, maun consiglio ai senzatetto diFoggia va dato. Almeno nelperiodo invernale fate ilvostro Giro d’Italia espostatevi a Parma,Modena, Firenze, Roma,Bolzano, Genova, Milano,Bologna e soprattutto aManfredonia.

emiliano moccia

Un servizio notturno per vigi-lare e avvicinare le personesenza dimora – migranti editaliani - che stazionano inricoveri provvisori e poco si-curi, non riparati dal freddo.E’ quello che fanno gli ope-ratori della PASER su inizia-tiva del Comune diManfredonia, che attraversol’assessorato alle PoliticheSociali ha avviato il Piano diEmergenza Freddo. “Già losorso anno questo serviziosi è dimostrato molto utile”ha scritto l’AmministrazioneComunale nel comunicato

che annunciava l’inizio diquesto servizio. Ed oltre a gi-rare con il Camper per lezone in cui abitualmentedormono i clochard, “a que-ste persone si offriranno be-vande calde e indumenti pe-santi”. Anche per questo,servono coperte e giubbottipesanti. Per chi vorrà e po-trà la consegna si può effet-tuare presso il centro Aim –Seminario Scalabrini, il mar-tedì e il giovedì pomeriggio,o presso la Paser tutti i gior-ni. Il servizio doccia, invece,si potrà effettuare presso

l’associazione ‘Paolo VI’(chiesa S. Andrea), la casadi riposo ‘Anna Rizzi’, il se-minario Scalabrini. E’ possi-bile effettuare un servizio li-mitato di lavanderia pressola PASER. Quanto cosattutto questo servizio, oltrealla presenza del CamperSalute dell’Assessorato allePolitiche Sociali? 4.600euro. Fondi destinati allaPaser per interventi e assi-stenza notturna a personesenza fissa dimora, aiuto esostegno a famiglie bisogno-se, attività a favore di anzia-ni e disabili.

LA SCHEDALA SCHEDALA SCHEDALA SCHEDALA SCHEDAManfredonia vigila sulla salute dei clochard

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paginasette antoniobarbone

CARO SINDACO, MANDAMI UNA E-MAILAntonio Barbone offre la sua esperienza sulle questioni di inclusione sociale

Caro sindaco GianniMongelli ed assessorePellegrino, prendete nota diquesto indirizzo mail eappuntatevelo da qualcheparte. Meglio se nella rubricadi posta elettronica dei vostricomputer. L’indirizzo è facile:[email protected] sarà molto utile, vi potràservire nei momenti didifficoltà decisionale esicuramente vi risparmieràinutili figuracce davanti agliocchi della cittadinanza.Soprattutto, di poveri,migranti e senzatetto.Perché è impensabilesapere che anche con lerigide temperature invernaliche stannocontraddistinguendo i mesidi gennaio e febbraio,l ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale non ha ritenutoimportante programmare edorganizzare un Piano diEmergenza Freddo chegarantisca un riparo sicuroper quanti costretti a dormire

all’addiaccio, nei vagoniabbandonati o nei ripari difortuna; così come èsembrata piuttostoimbarazzante le questionelegata alla rimozione (poireinstallate) delle panchinesul viale della Stazione, fruttodi politiche migratorie edintegrazione prive di logica epianificazione strategica.Anche se poi, a quellestesse persone, a queglistessi poveri, a quegli stessimigranti, avete servito il piattocaldo il giorno di Natale. Ma

1. Istituzione di un dormitorio pubblico o in alternativa potenziare i dormitori della Caritas, di Gesù e Maria e del SS.Salvatore. A ciò aggiungere il contestuale potenziamento delle strutture esistenti che svolgono da indirizzamento verso lestrutture;2. Creazione di bagni pubblici, compresi di docce;3. Costituzione di un osservatorio permanente sulla Povertà, costituito dalla Caritas, dalle associazioni di volontariato e dalComune, in modo da monitorare l’insorgenza e la variazione delle forme di povertà, nell’ottica della fine dell’”emergenza”;4. Istituzione di un Centro Diurno che serva anche all’integrazione sociale e lavorativa dei senza dimora;5. Rendere libera da ostacoli burocratici la “Via della Casa Comunale”, la cui promozione deve spettare in primis al Comune,e poi al volontariato;6. Potenziare le mense dei poveri e promuovere progetti di sostegno per soggetti a forte disagio economico;7. Organizzare con le grandi catene alimentari di Foggia la giornata "Dieci centesimi", con cui per ogni acquisto fatto quelgiorno, 10 centesimi saranno destinati al fondo comunale per gli interventi di sostegno ai poveri;8. Creare un ufficio comunale per favorire l’accesso al lavoro dei migranti e dei senza dimora e consentire la mediazione conle imprese;9. Ridurre drasticamente le indennità di assessori e consiglieri per finanziare borse di studio dei minori in difficoltà;10. Istituire la figura del consigliere aggiunto per gli stranieri.

I 10 PUNTI DEL PROGRAMMA DI GOVERNODI ANTONIO BARBONE

non è tutto. Perché i migrantisono ancora in attesa delConsigliere Comunaleaggiunto per gli stranieri odell’ istituzione dellaConsulta Comunale perl’Immigrazione, mentre ipoveri sono ancora allaricerca di un bagno pubblicoin cui potersi anche fare ladoccia. Insomma, è perquesto che in qualità di ilconsigliere comunalevirtuale deisenzafissadimora mi sentoin dovere di chiedervi se non

proprio la delegain materia diP o l i t i c h eMigratorie edI n c l u s i o n eSociale, (che nelcaso sarebberigorosamente‘ s e n z ap o r t a f o g l i o ’ ) ,quanto meno ladisponibilità ascrivere al mioindirizzo mail in

cui vi sarà possibile ricevereconsigli utili per ogni tipo diintervento, progetto, attivitàche il Comune vorràintraprendere in riferimentoalla realtà dei senza dimorao dei migranti. Il tutto, perevitare che la città, come loscorso anno, pianga altricinque morti causati dallamancanza di un alloggio incui dormire la notte, odall’insorgere di manifestateespressioni di intolleranza erazzismo nei confronti deicittadini stranieri. L’augurio,comunque, è che il sindacoMongelli riesca realmente a“rispondere alle sfide che siprofilano”, riservandoun’attenzione particolare acoloro che non possonovotare, che vivono ai margini,che hanno scelto Foggiacome città in cui immaginareun futuro migliore.Antonio Barboneconsigliere comunale virtualedei senzafissadimoraIn foto il sindaco Mongelli e l’as-sessore Pellegrino (dastatoquotidiano.it)

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paginaotto buoneprassi

GESÙ E MARIA, DA 25 ANNI NEL SEGNO DELL’ACCOGLIENZALa struttura ospita solo i cittadini migranti che vivono in condizioni di disagio

L’immigrazione in Italia è incontinua e rapidaespansione dalla fine deglianni ’80 ad oggi. Anche nellanostra città questofenomeno è sempre stato elo è tutt’ora molto rilevante.Per tracciare una mappa delfenomeno migratorio nellanostra città e più in generaleper mettere in evidenzaquanto sia stato fatto equanto ancora si fa perl’accoglienza di quanti sononel bisogno, in particolare imigranti, ci siamo rivolti aRoberto Ginese,responsabile della “Casa diaccoglienza SantaElisabetta D’Ungheria”presso la parrocchia di Gesùe Maria, che è operativa daben 25 anni. «All’inizio della

nostra attività – spiegaGinese - non essendo diffusoil fenomeno migratorio nelnostro territorio, venivanoaccolti cittadini italiani ed inparticolare barboni,clochard, girovaghi, viandantiprovenienti da ogni parted’Italia, ma anche alcolisti,tossicodipendenti o personecolpite da AIDS» Comeevidenzia Ginese, questepersone accolte non eranodella nostra città, e puressendoci anche qui aFoggia persone in difficoltà,queste trovavano piùfacilmente una sia purmomentanea soluzione allaparticolare situazione in cuisi trovavano.Successivamente, dalla finedegli anni ottanta, l’Italia è

stata al centro del fenomenomigratorio. In particolare nelcapoluogo dauno venivanoaccolti magrebini, abitantidell’Africa del sud e Togo.«Nei primi anni novanta,dopo la caduta del muro diBerlino e con l’apertura dinuove frontiere, a dirigersiverso il nostro Paese eranogli abitanti in fuga dallaguerra dell’ex Jugoslavia,dall’Albania e dal nord Africa,ma anche rumeni, bulgari epolacchi. Negli ultimi annivengono accolti ancheAfricani, eritrei, somali eMarocchini». Al momento,quindi, presso questa casadi accoglienza vengonoaccolti esclusivamentemigranti, cittadini stranieri enon clochard, senza fissa

dimora, barboni italianisempre più presenti in unnumero non poco rilevantenel nostro territorio, sianoessi della nostra città maanche provenienti da altreprovince d’Italia. Ginese,dunque, evidenzia, anche senon in maniera esplicita,come «gli italiani indigenti oche vivono in particolaricondizioni sono molto fragilidal punto di vista psicologicoed hanno un disagiopsicofisico correlato allasituazione in cui si vengonoa trovare e quindi il recuperodi queste persone diventasempre più difficile, motivoper cui si prediligel’accoglienza di immigrati».

giuseppe di pumpo

«Come dice un proverbiocinese, se vuoi sapere seuna scarpa è rotta, chiedi achi la indossa. E’ ovvio chechi vive in ogni territorio sameglio di altri quali sono leproblematiche sociali.Questo è lo spirito chemuove la nostra azioneall’ interno dei QuartieriSettecenteschi». Così harisposto Benvenuto Grillo,presidente del GAAS(Gruppo di Azione edAnimazione Sociale), allanostra domandasull’esistenza di unasituazione di disagio nelquartiere Stazione, lo stessoin cui Benvenuto risiede,quasi per ironia del destino.«Non abbiamo pensato diessere portatori sani diverità, di calare dall’alto lesoluzioni, ma di chiedere aloro quali siano i problemi,nel tentativo di coinvolgerli.

È un processo che in unacittà come Foggia non èfacile da avviare». Ma si puòdefinire partecipazione delterritorio quella di raccoglierele firme per mandare via imigranti o per togliere le

panchine dal viale dellastazione? Gli abbiamochiesto ancora.«Sicuramente è una forma dipartecipazione, però a miomodo di vedere malata eindotta. È chiaro che sulla

scia di un episodio negativoposso convincere anche unagrande massa di persone adadottare una soluzione, chein realtà non è unasoluzione. Partecipazionevuol dire, analizzare la

situazione che staavvenendo, per cercaredi trarre una soluzionetutti assieme aiproblemi». L’ultimadomanda non potevache essere per ilBenvenuto Grillocittadino, per sapere seanche lui avverte che ildegrado del quartiere incui vive è causato daimigranti e dai senza

dimora e quali possonoessere, a suo giudizio, le vied’uscita. «Il problema deimigranti e dei senza dimorac’è, ma non è un problemasolo di Foggia. È unproblema di tutti i centri

urbani che hanno dei nodiferroviari importanti. Io credoche bisogna cercare diconciliare due strade: unastrada è quella dellasicurezza, perché è giustotutelare chi vive nella pauradi scendere da casa suaanche in ore nonnecessariamente notturne, equindi propongo che vi siasempre in zona una stazionemobile dei Carabinieri;un’altra strada, però, è quelladell’accoglienza edell’integrazione di questepersone. Queste sonopersone che costituiscono amio parere un’assolutarisorsa, ma se centri comeil Baobab o l’Help Centerfanno fatica ad andareavanti, mi chiedo di checosa stiamo parlando…».Noi siamo d’accordo con lui,su tutti i fronti.

claudio de martino

PIÙ PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E MENO INTOLLERANZALe ricette di Benvenuto Grillo, presidente GAAS, per risolvere il "problema" Stazione

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paginanove foggiasolidale

DON ANTONIO SILVESTRI: IL SACERDOTE DEGLI ULTIMILa Madonna del Buon Consiglio lega il foggiano in odore di santità alla comunità albanese

FogliodiVia sposa larichiesta della Confraternitadi Sant'Eligio di intitolare ilnuovo dormitorio chesorgerà nell'ex carcere diSant'Eligio a don AntonioSilvestri. Rappresenterebbeil naturale riconoscimentoall'impegno di un prete che,nel corso della sua vita, si èspeso per aiutare i piùbisognosi (tanto che è statoavviato anche il processo dic a n o n i z z a z i o n e )dedicandosi, senzacontributi e confidando nellaProvvidenza, allarealizzazione della struttura.

LA CAMPAGNALA CAMPAGNALA CAMPAGNALA CAMPAGNALA CAMPAGNA

Che cosa hanno in comunela comunità cattolicaalbanese e don AntonioSilvestri, il sacerdote che neiprimi dell’800 si attivò infavore degli emarginati, deipoveri e delle donne indifficoltà della città diFoggia? La devozione versola Madonna del BuonConsiglio. L’immagine dellaVergine col Bambino che leabbraccia il collo, è infattiProtettrice e Patronadell’Albania; ma è stataanche l’icona affissa sullepareti della chiesa diSant’Eligio alla quale donAntonio Silvestri si rivolgevaper pregare, per chiedereun’intercessione neimomenti difficili e verso laquale nutriva una fortissimadevozione. Per questo, laConfraternita di Sant’Eligioed il Comitato per laBeatificazione «del servo diDio, vogliono approfondire illegame, almeno per quantoriguarda la sfera spirituale,che intercorre tra donAntonio Silvestri e lacomunità albanese» spiegaRoberto Papa. E lo ha fattoin occasione della ricorrenzadella nascita del sacerdotefoggiano avvenuta il 17

gennaio 1773. Il foggianoin odore di santità Maquello di gennaio è statosolo il primo dei mesi chefino a maggio segnerannouna serie di eventi,appuntamenti, iniziativefinalizzate a «far conoscerela figura di don AntonioSilvestri, anche al fine – dicedon Fausto Parisi, direttorespirituale del Comitato - dipromuovere il processo dicanonizzazione che nelcorso degli anni, per via dellamorte dei vari postulanti, èsempre stato interrotto». Delresto, don Antonio Silvestriha vissuto a cavallo tra ilsettecento e l’ottocento.«Una causa difficile daportare avanti perché nelfrattempo si sono statel’Unità d’Italia, la prima e laseconda guerra mondiale.Inoltre, - aggiunge donFausto – per i tecnici dellaCuria romana è una causadifficile perché don AntonioSilvestri ha scritto poco, nonsi trova il corpo e manca unarchivio storico». Anche perquesto, il Comitato spingeaffinché venga tenuta altal’attenzione sul sacerdotedalla parte degli ultimi per ilquale, nel corso di quasi due

secoli, non è mai venutomeno un sentimento diprofonda devozione da partedei cittadini. «La devozionemostrata dalla gente –prosegue don Fausto –potrebbe sollecitare lascoperta di altri elementiindispensabili per avviare ilprocesso di canonizzazione.Quello che vogliamo adesso,dunque, ricostruire lavicenda storia di questonostro santo concittadino edesca fuori altro materiale chefaccia luce sulla sua vita infavore dei più bisognosi». Ildormitorio nell’ex-carcere di Sant’Eligio LaConfraternita di Sant’Eligioed il Comitato, inoltre, hannoinserito nel programma dieventi che si susseguirannofino al mese di maggioanche dei momentiinteretnici che dovrebbeconcludersi con una Festad e l l ’ A c c o g l i e n z a ,preservando un’attenzioneparticolare alla comunitàalbanese e ai migranti chevivono a Foggia. Di qui, lanecessità di sensibilizzare ilterritorio di Borgo Croci equello cittadino alletematiche dell’immigrazione,dell’intercultura, visto cheproprio nell’ex”carcerefemminile di Sant’Eligiodovrebbero iniziare lavori diristrutturazione che in 36mesi consegneranno ilCentro di Accoglienza perpersone senza fissa dimora.Uno spazio che garantirà 24posti letto ad italiani emigranti che vivono aimargini della società.Proprio come le persone chedon Antonio Silvestri aveva acuore e di cui si prendevacura presso il Ritiro del BuonConsiglio. Un sacerdote alservizio degli ultimi e degliemarginati.

emiliano moccia

Il legame con glialbanesi

A sentire i confratelli diSant’Eligio ed i rappresen-tanti della comunitàalbanese il legame tra donAntonio Silvestri e la Madon-na del Buon Consiglio èmolto più che una leggenda.«La Madonna del Buon Con-siglio è la Protettrice dell’Al-bania e della città di Scutari– conferma Ana Shahini,mediatrice culturalealbanese “ . A riguardo, du-rante il periodo comunista lachiesa intitolata alla Madon-na venne distrutto e solo direcente è stato ricostruito ilSantuario a lei dedicata. AScutari, inoltre, gli abitantihanno una grande devozio-ne verso la Madonna delBuon Consiglio perché inoccasione di un violento ter-remoto i paesi limitrofi allacittà furono rasi al suolo,mentre Scutari non subì dan-ni. E secondo i devoti – ag-giunge Shahini – fu graziealla protezione dellaMadonna».«Don AntonioSilvestri, il sacerdote che ciauguriamo venga presto rico-nosciuto Beato, “ dice Ro-berto Papa, della Confrater-nita – è stato un grande de-voto della Madonna del BuonConsiglio il cui quadro è tut-tora presente nella chiesa diSant’Eligio. Per questo sia-mo convinti che ci sia un le-game, almeno per quanto ri-guarda la sfera spirituale,con la comunità albanesecattolica. La sua profondafede e l’aiuto che ha dato allapovera gente di Foggia me-ritano di essere divulgati epromossi”. Anche per questoil calendario degli incontri,che si svolgeranno tutti nel-la chiesa di Sant’Eligio, siarticolerà in tre momenti:preghiera, riconoscenza e le-tizia.

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paginadieci esperienze

AIDS, MALATTIA CURABILE? SI, MA NON PER TUTTIDifficile diagnosi e guarigione per i più poveri. Grisorio: "Le associazioni siano in rete"

Almeno una volta all’anno, inoccasione della GiornataMondiale contro l’Aids chesi celebra l’1 dicembre, sitorna, volenti o nolenti, aparlare di questa malattia.Dagli anni ’80 adoggi la sua evolu-zione habeneficiato deigrandi passi avan-ti della scienza,che grazie alle nuo-ve terapie, è statain grado dicronicizzarla scon-giurando nellamaggior parte deicasi il rischio dimorte. Sarà forsequesto il motivoper cui l’attenzionemediatica e socia-le verso l’Aids è caduta nel-l’oblio proprio delle malattienon mortali, dal quale vieneridestata per lo più nelle gior-nate ad essa dedicate. «Inrealtà il problema esiste an-cora - ha ricordato a tal pro-posito Benvenuto Grisorioresponsabile del SSD Malat-tie Infettive Emergenti degliOspedali Riuniti di Foggia - Idati del Ministero della Sa-nità stimano 157.000sieropositivi in Italia nel 2010:22.000 in più rispetto al2001. E 3000 nuove infezio-ni, il che significa che ogni 3ore una persona si ammala».La vita di strada e l’HIVPurtroppo, però, il diritto allasalute non è ancora garanti-to a tutti nello stesso modo,

e a farne le spese sono lepersone meno abbienti, gliemarginati, in una parola: ipoveri. «La vita di strada –ha osservato Grisorio - inci-de molto sulla contrazione

dell’Hiv e sulla possibilità diguarigione. La diagnosispesso viene fatta in ritardocon prevedibili conseguenze,e le difficoltà aumentano almomento della dimissionequando tanti pazienti nonsanno dove dormire e man-giare. Gli enti caritativi disupporto offrono tali servizi,ma non è semplice avereaccesso a tali strutture. Peri più fortunati che si trovanoa condividere con altri un tet-to sulla testa, invece, restala paura di dirsi sieropositivo.E per nascondere tale con-dizione saltano le visite dicontrollo e non seguono co-stantemente le terapie». No-nostante i tanti malati cheaccedono quotidianamente

ai servizi di Day Hospital delCentro del dottor Grisorio,molti desistono ancora dalcurarsi negli ospedali temen-do di essere denunciati, edaltri ancora, peggio, neppu-

re sanno di esseresieropositivi. Èchiaro che la “prati-ca” dell’accoglienzaaffonda le sue radi-ci nella “cura dell’al-tro”, intesa come“prendere a cuorel’altro”, principio cherimanda irriducibil-mente alla necessi-tà di riconoscernel’alterità e la digni-tà, impegnandoci agarantirgli tutti i di-ritti fondamentali.La situazione dei

migranti Per quanto riguar-da la sfera dei migranti, se-condo il punto di vista diGrisorio, infatti «quando que-ste persone arrivano in Italianei C.A.R.A. (Centri di Ac-coglienza per RichiedentiAsilo; ndr) bisognerebbe ve-rificarne lo stato di saluteoltre a sfamarli e farli dormi-re. Solo a partire da qui è pos-sibile intervenire affinché chiacceda alle cure non arrivi infin di vita. Inoltre, occorre chele associazioni siano in reteper dare un’assistenza glo-bale ed efficiente». Sappia-mo bene, tuttavia, che ogniprogetto ha bisogno di rela-tivi fondi di copertura spese,denaro che anno dopo annodiviene sempre più “volatile”.Basta guardare le cifre de-stinate ai fondi sociali previ-sti dall’attuale legge di sta-bilità che tagliano di oltre il90% quelli per le politichesociali. Senza contare cheil “fondo inclusione socialeimmigrati” (salvo il 2007) èstato e sarà pari a zero.

valeria pacilli

«Nel 2010 la maggioranzadelle nuove infezioni èattribuibile a contattisessuali non protetti, checostituiscono l’80,7% di tuttele segnalazioni. E’ dasottolineare come moltepersone Hiv positivescoprono di essere infettedopo vari anni e, pertanto,non possono usufruire deibenefici delle terapieantiretrovirali prima delladiagnosi di Aids: dal 1996 adoggi ben due terzi dellepersone diagnosticate conAids non ha effettuato alcunaterapia antiretrovirale primadi tale diagnosi». E’ questala fotografia attuale riportatadal Centro Operativo Aidsdell’Istituto Superiore diSanità (ISS) nell’ambitodella conferenza promossadal Ministero della Salute, inoccasione della Giornatamondiale contro l’Aids 2011che si celebra ogni anno ilprimo dicembre. «Nel 2010– è emerso dai dati - sonostati diagnosticati 5,5 nuovicasi di Hiv positività ogni100.000 residenti.L’incidenza è maggiore alcentro-nord rispetto al sud-isole. L’incidenza è di 4,0nuovi casi tra italiani residentie 20,0 nuovi casi tra stranieriresidenti. Nel 2010 quasi unapersona su tre diagnosticatecome Hiv positive è dinazionalità straniera».Inoltre, il Centro OperativoAids ha rilevato lo scorsoanno che”la maggioranzadelle nuove infezioni èattribuibile a contattisessuali non protetti, checostituiscono l’80,7% di tuttele segnalazioni(eterosessuali 49,8%, MSM30,9%)”. Tra i dati piùdrammatici quello relativoall’età di quanti “hannoscoperto di essere Hivpositive nel 2010” che “hannoun’età mediana di 39 anniper i maschi e di 35 anni perle femmine”.

I nostri pazientissimiabbonati

Un ringraziamento particolare a:

Stranieri i più colpitiStranieri i più colpitiStranieri i più colpitiStranieri i più colpitiStranieri i più colpitidel 2010del 2010del 2010del 2010del 2010

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paginaundici storie

HAQIN, DALL'AFGHANISTAN ALL'ITALIA CON ILSOGNO DI DIVENTARE MEDIATORE CULTURALE

IL RITO FUNEBRE IN MAROCCO CHE DÀ VALORE ALLA TERRA

Storie di migranti l’Italia ingenerale e la nostra terra diCapitanata nel particolare neoffrono numerose, spessotravagliate e dolorose, a voltepiù fortunate. Quella che cipiace raccontare, o megliolasciar raccontare dalle suestesse parole, è quella diHaqin, un ragazzo afgano diventotto anni, cha da circaun anno vive nei pressi diFoggia e che ha unastraordinaria passione chenon vuol smettere dicoltivare: lo studio. Loabbiamo raggiunto all’Itc“Giannone” dove ognipomeriggio Haqin si reca perimparare la lingua italiana.Come ti trovi qui aFoggia, Haqin? Nel luglio2010 ho lasciato il miovillaggio di Tiklam allaricerca di un posto dovevivere tranquillo. In realtà lavita che facevo mi piaceva:avevo un mulino e con lafarina le cose andavano benefinche non è andata al poterel’etnia pashtun ostile allamia (Tagik; ndr). Hannoiniziato ad ostacolare il miolavoro e la mia vita, era

pericoloso per me restare lì.Così è iniziato il tuo lungoviaggio. Quanto è statoduro arrivare in Italia?Dall’Afghanistan mi sonospostato prima in Iran e poiin Turchia. In questi Paesinon si può entrare quindibisogna nascondersi, peresempio dietro ai camion, incondizioni disumane. Poidalla Turchia sono arrivato inGrecia e da qui, su unbarcone, in circa 120 siamogiunti a Crotone. Sapevo cheera pericoloso tutto il viaggio,nonostante i quasi 11milaeuro spesi. Ma la paura direstare a Tiklam erasuperiore. Come è statol’impatto con una nuovarealtà come l’Italia: più ipregi o i difetti? I primi 50giorni sono stato nel Centrodi Accoglienza di Crotone,da dove non uscivamomolto, perché c’era scarsainformazione verso noiimmigrati su cosa potevamofare. Molto meglio mi sonotrovato al Cara (Centro diAccoglienza per RichiedentiAsilo) di Borgo Mezzanone.Qui ho da subito frequentato

il corso d’italiano, usufruitodel pullman che porta aFoggia e di altri servizi. Dastudente d’italianocontinui ad impegnartimolto seriamente: èdifficile imparare?Abbastanza, mafortunatamente hofrequentato vari corsi: quelloal centro interculturale“Baobab sotto la stessaombra” è terminato mentreseguo ancora al “Giannone”.Fin da quando ero piccolo mipiace studiare e penso siadi fondamentale importanzafarlo in un Paese stranierodove conoscere la lingua ènecessario per spiegarsi.Purtroppo molti migranti nonparlano italiano e per lorodiventa difficile quandovanno in luoghi comeQuestura, Ospedale, ufficipostali. Io quando ho un po’di tempo cerco di insegnareai miei amici quello che hoimparato di italiano, è undovere morale. Anche se inalcune struttureistituzionali dovrebbeessere garantita lapresenza di mediatori

linguistici e culturali, nehai avuto esperienza? Inalcuni centri come il Cara imediatori vengono ma ce nevorrebbero di più: quandol’esigenza è per 60-70persone, un mediatore nonbasta Stai lavorando inquesti mesi, Haqin? Primadi cercare un’occupazionevorrei completare gli studi.Poi spero di avere lapossibilità di fare ilmediatore perché hopassato tutte le vicissitudinidei migranti e so cosa vuoldire non riuscire a far valerei propri diritti, non trovareascolto dei propri problemi.Nota dell’autore: Haqinall’inizio di dicembre è statoascoltato dallaCommissione territoriale aifini del riconoscimento dellostatus di rifugiato.Nell’auspicio che possarestare in Italia, nonpossiamo che augurargli dicontinuare a sviluppare lasua vocazione di mediatore,riconosciuta o meno che sia.

andrea la porta

Parlando con un ragazzooriginario del Marocco, mi haspiegato che da loro il ritofunebre è differente dal no-stro. Lui infatti è meraviglia-to dallo sfarzo utilizzato inuna tale occasione qui inItalia e in questo particolareperiodo di crisi economica.Secondo lui in Italia ed aFoggia in particolare, si

spendono troppi soldi in quel-la circostanza: dal vestire lasalma con l’abito più nuovoed elegante, al trasporto del-la salma con una macchinalussuosa, fino al seppellire imorti in bare e loculi. Luiesclama: «A cosa serve tut-to questo». Ci spiega, in sin-tesi, che da loro la sepolturaè definitiva, non prevede cioè

riesumazioni, e ove possibi-le non prevede l’uso di unabara e deve tassativamenteavvenire in piena terra, inquanto sottolinea: «Dalla ter-ra nasciamo e in terra dob-biamo morire». La salmadopo essere stata avvolta inun lenzuolo bianco, spiega,viene sepolta in una fossa incui il defunto possa essere

coricato su un fianco, con latesta in direzione dellaMecca. Sono rifiutate tuttele sepolture sopra il livello delsuolo, oltre alla cremazione.Lo sfarzo dei monumenti fu-nebri è criticato e abolito: so-litamente le iscrizioni si limi-tano al nome e alle date dinascita e di morte del defun-to, senza fiori né ritratti.

giuseppe di pumpo

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paginadodici documentiamoci

DAI NUOVI ITALIANI AI NUOVI PUGLIESI

STORIE E PERSONE, "NUMERI" CHE NESSUNO CONSIDERA

«Vivere nel mondo di oggi edessere contro la migrazioneè come vivere in Alaska edessere contro la neve». Conqueste parole nel 1966William Cuthbert Faulkner,premio nobel per laletteratura, cercò distigmatizzare le pauredell’immigrazione; ma se sipensa che per molti oggi èun problema vuol dire che distrada se né fatta ben poca.Sulla domanda“Immigrazione: risorsa oproblema?” si è svolta aFoggia la presentazione delDossier Statistico di Caritas/Migrantes 2011. All’iniziativa- promossa dalla Caritasdiocesana di Foggia-Bovino,FrontieraTv e l’Universitàdegli Studi di Foggia – hannopreso parte Edgar Serrano,docente di Sociologiaall’Università degli Studi diPadova; Padre Arcangelo

Come ogni anno allapubblicazione del DossierStatistico sull’Immigrazioneelaborato da Caritas/Migrantes si hanno molteoccasioni di riflessioni. Ilrapporto del 2011 riporta chein Italia su 60.626.442cittadini circa 4.570.371sono i migranti, di cui 51.8%donne, che announ’incidenza del 7,5% alivello demografico. Nelnostro Paesel’immigrazione può esseruna soluzionea l l ’ i n v e c c h i a m e n t odemografico. Ladiminuzione delle nascite difigli d’italiani è compensatadalla natalità dei migranti.Nel 2011 18,4% delle nasciteè di figli di stranieri. Un

Maira, presidente dellaMigrantes diocesiManfredonia”Vieste”SanGiovanni Rotondo; MariaTricarico, Direttrice Caritas

Diocesana Foggia”Bovino eGiuliano Volte, rettoredell’Ateneo (quest’ultimo,attraverso il contributo di unv i d e o - m e s s a g g i o ) .“Immigrazione: risorsa oproblema?” è una domandache investe la politica e lacultura a cui si giunge arisposte opposte. La politicasia a livello nazionale chelocale ne vede un problema,lo dimostrano le politiche direspingimento. La cultura ne

vede una risorsa non soloeconomica ma ancheculturale. Su questadivergenza il professor EdgarSerrano ha cercato dianalizzare il fenomenomigratorio, in particolarmodo pugliese. Serrano fanotare che oggi «si è passatida una migrazione singolarea una famigliare» e questaevoluzione del fenomenorichiede un adeguamentodelle politiche sociali infavore degli stranieri. Foggiae Bari sono le città pugliesicon il più alto tasso dipresenza di migranti, siaregolari sia irregolari, conuna consistente percentualedi ultra 65enni e minori.Questo dato richiede da unlato un welfare sociale cherisponde ai bisogni di questedue fasce d’età. Dall’altraparte un processod’inclusione verso i minori

che il più delle volte sononati in Italia. Bambine ebambini che saranno i nuovipugliesi, che con il lorostudio e le loroprofessionalità arricchirannoil nostro territorio,Importanza sottolineataanche dal rettore GiulianoVolpe che ha posto l’accentosulla necessità di «governareil fenomeno migratoriosenza paure, per cogliere leenergie e le competenzedegli stranieri utili per ilnostro territorio». Diventanecessario non solo unapolitica d’integrazione maanche una culturad’integrazione. Costruireconvivenza tra “vecchi”italiani e “nuovi” italianiaffinché insieme, comerecita il titolo del dossier2011, si possa andare “oltrela crisi, insieme”.

giuseppe gagliardi

Dossier Caritas/Migrantes: per accogliere i migranti serve una nuova cultura d'integrazione

contributo alla nascita chepuò esser utile anche inchiave economica. Il dossierdel 2011 fa emergere come iversamenti economici, tassee contributi, fatti dai migrantie di 1,5 miliardi di euro. Soloin quest’ottica si consideralo straniero parte dellacomunità; un cittadinocontribuente non meritevoledi diritti politici e sociali, mache fa numero per il calcolodei seggi elettorali. Il Dossierdi Caritas/Migrantes mettein risalto l’influenza positivadei migranti sul pianooccupazionale. I lavoratorimigranti, circa 200mila traresidenti e irregolari,costituiscono un decimodella forza lavoro. Se il lavoronobilita l’uomo, di certo non

nobilita l’immigrato che,volente o nolente, svolge lemansioni meno qualificate. Ilmigrante va bene finché dàal Paese, ma fa malequando è il Paese che devedare a lui. Non a caso l’Italiaè uno dei pochi Paesi,dell’Unione Europea, chevede l’immigrazione piùcome un problema checome una risorsa. L’Italia nel2010, secondo i dati Caritas/Migrantes, ha eseguito4.201 respingimenti allefrontiere e 16.086 rimpatriforzati. Nonostante la nostracattiva accoglienza, ilDossier 2011, fa notare comeai migranti piace il nostroPaese. Gli aspetti chepiacciono agli stranieri delnostro Paese sono: la

generosità, la solidarietà, lalibertà e il clima. Mentregiudicano negativamente laburocrazia, i costi elevatidella vita e il difficilericonoscimento del titolo distudio. Queste ultimevalutazioni devono farriflettere, specie la classepolitica, se si pensa che lestesse opinioni, oggi, sianooggetto di dissenso anche dimolti italiani. Nel Dossier2011 sono riportate anche leparole di Paolo Nespoli,astronauta dell’Agenziaspaziale europea, che hadetto «dall’alto si vede unaterra senza confini». Confiniche l’uomo ha segnato e cheprevedono regole severe perattraversarli.

giuseppe gagliardi

Secondo il rapporto l'Italia sarebbe nel baratro se non ci fossero i cittadini immigrati

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UNA CORSA CHE LEGA FOGGIA ALLA GUINEA BISSAUTra le numerose vicendecittadine che spessorattristano, portano rabbia erassegnazione nella granparte dei foggiani, cresce,anno dopo anno, un’ondasilenziosa ma sempre piùspumeggiante: è quella dellevarie realtà di volontariato,dalle tante forme e dai tanticolori, unite dalla voglia didare una mano. In questocontesto si inserisconopienamente le iniziative didomenica 11 dicembreo r g a n i z z a t edall’associazione “Amici diBissau”, in collaborazionecon i “I Podisti di Capitanata”e il “Dlf Foggia”: il terzoTrofeo Nazionale Libertas -Corri a Natale “Run forGuinea Bissau”, garapodistica provinciale di 10km, e la prima “StrafoggiaRun”, passeggiata di 3 kmper incentivare lapartecipazione della gentecomune. E così è stato, lecifre parlano di 310 iscrittialla gara e di 174 per lamarcia, numeri non da pocoche, considerando la quotadi partecipazione di quattroeuro, diventano un preziosotestimone per la GuineaBissau. Il ricavato, infatti,servirà a sostenere ilprogetto “Metti in luceBigene” per cui si stannoimpegnando gli “Amici diBissau”, come ci spiegaSergio Triglione, presidentedella Onlus: «Nei mesiscorsi abbiamo organizzatouna cena solidale e il torneodi calcio a 6 ancora insvolgimento presso i

campetti del seminario. Tuttiquesti eventi hanno la finalitàdi portare l’elettricità alcentro nutrizionale, allachiesa e alla scuola dellamissione di Bigene, tramitel’impianto fotovoltaicopresente sulla casa delsacerdote missionario padreIvo Cavraro». Ed è lui,comunemente conosciutocome don Ivone la vera linead’unione tra Foggia e unpezzo d’Africa che chiedeaiuto. A questo proposito èstato suggestivo ilmessaggio che lo stessomissionario ha mandato perringraziare i partecipantiall’iniziativa, di cui, perproblemi organizzativi, non èstato possibile apprezzare leimmagini ma solo l’audio,sufficiente comunque a farciintuire la presenza dibambini entusiasti e curiosiche circondavano padre Ivo.«Qui mancano tante cose –racconta il missionario – mala voglia di vivere e l’energianon mancano, ad iniziare daipiù piccoli. Vi ringrazio e viinvito a restare aggiornati suBigene tramite la mia paginafacebook, così saremo unpo’ più vicini». I bambini nonmancavano nemmeno aFoggia, anzi la passeggiatadi 3 km li ha visti protagonistiper una massiccia presenzae per il repentino scattoiniziale che ha messo in crisiqualche adulto. Segnaleimportante questo, comesignificativa la presenza delsindaco Gianni Mongelli,che ha presenziato allapremiazione degli atleti,

insieme al Presidenteprovinciale del ConiGiuseppe Macchiarola e agliorganizzatori. Tra i premiatimenzioniamo il vincitoredella corsa Ciro Scopece, lagiovane EmanuelaDalmasson, migliore delle

ragazze, e Lella Fiore,podista che ha attraversatoun periodo difficile. Anchequesto un segnaleimportante, in una mattina difesta e attenzione per chi habisogno di una mano.

andrea la porta

L'Associazione "Amici di Bissau" porta luce a Bigene ed i podisti per le strade del centro

In foto alcuni momenti della corsa e una foto dalla Guinea

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paginaquattordici foggiasolidale

L'AVVOCATO DI STRADA PER MIGRANTI E SENZADIMORAMassimiliano Arena coordina lo sportello legale di Foggia

SENZATETTO + SENZADIRITTI = INVISIBILE

Un ringraziamento particolare a:

I missionari scalabriniani eI missionari scalabriniani eI missionari scalabriniani eI missionari scalabriniani eI missionari scalabriniani ela parrocchia Immacolatala parrocchia Immacolatala parrocchia Immacolatala parrocchia Immacolatala parrocchia Immacolata

Un problema che dasempre riguarda i soggettideboli, nella fattispecie imigranti, è quello dellatutela dei propri diritti edell’accesso agli strumentiutili ad esercitarli, nonchéa garantirli. Da circa setteanni lo Sportello legale sioccupa dare informazioni ditipo legale al fine diindirizzare gli utenti versoun percorso idoneo allarisoluzione delle questioniper le quali chiedono aiuto.Abbiamo fatto qualchedomanda all’avvocatoMassimiliano Arena aproposito della figuradell’Avvocato di strada.Come sta andandol ’ e s p e r i e n z adell’avvocato di strada?Il tempo ha confermatol’importanza di questoservizio… È un’esperienzapositiva. Sono ormai setteanni (il prossimo aprile) diattività dello sportello legalesempre più conosciuto efrequentato dai migranti.Molti centri di diritto spessoli indirizzano allo Sportellodell’avvocato di strada, cheha assunto un’importanzaduplice: è divenuta unafigura importante quantoquella di un medico perchéanch’egli salva vite: ladifesa dei diritti come lasalute, sono entrambi dirittifondamentali garantiti dallaCostituzione. Cerco ognigiorno di dare lustro allaprofessione di avvocato

spesso negativamenteaffrancata da condotte pocoetiche, che non sonocertamente rappresentativedella categoria. Quali sonole motivazioni piùfrequenti per cui lepersone ricorrono alloSportello dell’avvocato distrada? L’80% delle personeche chiede il nostro aiuto ècostituito da migranti.L’assistenza riguarda piùfrequentemente permessi disoggiorno, asili politici emotivi familiari,ricongiungimenti familiari,piccoli reati penali. Il restante20% sono italiani che dall’oggial domani si trovano a viverein mezzo alla strada (a causadi licenziamenti, divorzi,separazioni, alloggio, ecc.).È uno sportello di meroorientamento verso agenzie ditutela dei diritti come, adesempio, i sindacati se sitratta di problematiche legateal lavoro (sfruttamento,soprus i ,ecc.). Inmolti casiè capitatoche ilsoggettosi siatrovato ad o v e rpagare ai“datori dil a v o r o ”tangent isimulare una regolarizzazionedei rapporti di lavoro, che difatto sono restati (e restano)

irregolari. Vi sono anche casiin cui gli stranieri contattanolo sportello dal carcere. Lalegge prevede forme diassistenza legale vera epropria per coloro chenon hanno possibilitàeconomiche per le causesopracitate? Esiste il“gratuito patrocinio” a spesedello Stato in cui rintranospese di giudizio, ovveroparcelle e spese giudiziarie,pur restando a carico delsoggetto spese corollarie maindispensabili per avviare ungiudizio, quali telefonate,

«Il senza tetto è invisibile. Non è solo una persona che nonha casa. Non ha possibilità di trovare un lavoro né di farvalere alcuno dei suoi diritti, proprio perché non ha unaresidenza, non ha nemmeno diritti politici, non può votare.Ecco, in alcune delle città nelle quali esiste “Avvocato distrada” abbiamo fatto in modo che i Comuni creasseroaddirittura una residenza virtuale, alla quale far corrispondere

il domicilio del senza tetto». Con questeparole Antonio Mumolo, presidentenazionale di “Avvocato di strada”, hainaugurato a Catania il nuovo sportello ditutela legale per persone senza dimora.In Puglia gli uffici degli Avvocati di Stradaoltre a Foggia sono attivi anche a Bari eTaranto. L’ultima sede aperta in Italia èquella di Venezia, che ha portato a quota26 gli sportelli a disposizione degli ultimi,degli invisibili. «In questa città – haaggiunto Mumolo - c’è particolare bisogno

di un intervento, sia per quanto riguarda gli italiani che glistranieri privi di permesso di soggiorno. E poi ci sono altrecittà con le quali abbiamo già avviato i contatti, come Firenzee Genova, dove siamo già stati due volte». Prima di poteraprire uno sportello legale in una qualsiasi sede, infatti,l’associazione deve procedere con l’organizzazione easpettare che si verifichino le condizioni necessarie. «Servonocirca 6 mesi -spiega Mumolo- per poter aprire una nuovasede. Questo perchè possiamo inaugurare uno sportello solodopo aver trovato un’associazione che si occupa di personesenza dimora disposta a ospitare lo sportello. Dunque,dobbiamo contattare l’associazione e avere il via liberadell’Ordine».

raccomandate, tempi diattesa e spese simili. Unaltro limite, inoltre, èrappresentato dal fatto chetale istituto prevede l’anticipodelle spese deiprocedimenti. È intuitivo cheaumenti, così, lavoro nero ecriminalità. A tal proposito,mi sento di denunciare lasituazione dei minori, speciequelli stranieri, che ‘lavorano’ai semafori o peggio sonocostretti a prostituirsi,invitando chi di dovere adoccuparsene.

valeria pacilli

La nota del presidente nazionale avv. Antonio Mumolo

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paginaquindici tempodaperdere

MIRACOLO A LE HAVRE E IN TUTTI NOI

Il "Caffè sospeso" e pagatoper il resto del mondo

CURIOSITÀCURIOSITÀCURIOSITÀCURIOSITÀCURIOSITÀ

E’ possibile credere allefavole che finiscono a lietofine? E’ possibile confidarenella buona riuscita deimiracoli non previsti? E’possibile seminare del bene,aiutare le persone, prendersi

cura dei più deboli senzapretendere nulla in cambio?Per Aki Kaurismäki èpossibile. Il registafinlandese, infatti, affida allasua nuova pellicolacinematografica ‘Miracolo ale Havre’ l’immagine del suomondo ideale, rovesciando laprospettiva di ciò che accadenella vita reale, nella vita ditutti i giorni e puntando iriflettori verso il mondo degliultimi, dei perdenti, degliemarginati. La trama èsemplice. Il film è scarno didialoghi, essenziale, lentocome da tradizionekaurismäkiana. Ma il

pensiero dell’autore e registaè forte, urlato, ed oltrepassail muro dello schermo perscuotere gli spettatori.Specialmente i più pigri oquelli incapaci di prenderedecisioni o che, invece,

prendono sempre quellepiù comode. Il f i lmracconta le vicende diMarcel Marx, un exscrittore e bohemien,che per vivere fa illustrascarpe nella cittàportuale di Le Havre, inFrancia. Quello diMarcel è un mestiereumile, che non portagrossi guadagni, ma chelo avvicina di più allastrada, alla gente, allestorie delle persone.Finché un giorno Marcelincontra Idrissa, unbambino africanosfuggito ai controlli dellapolizia che gli sta dando

la caccia per rinchiuderlo inun Centro di espulsione. Illustrascarpe non ci pensadue volte ed accoglie a casasua il piccolo migrante chesogna di raggiungere lamadre a Londra. Marcel,quindi, viola la leggefrancese favorendol’immigrazione clandestina.Allo stesso tempo, però,Marcel è occupatonell’assistere la moglieArletty che ha scoperto diessere gravemente malata eche al giudizio dei medici hapochi mesi di vita.Kaurismäki ancora una voltaesplora il mondo dei

ABBONARSIABBONARSIABBONARSIABBONARSIABBONARSIPer abbonarsi effettuare un versamento di 25

euro sul c/c 29089Intestato a: FRATELLI DELLA

STAZIONE ONLUSc/o Banca della Campania S.p.A. sportello c/o

Mongolfiera

IBAN: IT10C0539215702000000029089

Dicono che il vero donare siaquando chi offre è felicecome chi riceve, e quando ilconfine tra donare e riceveresvanisce. Infatti, chi donasenza aspettarsi di esserericambiato, ha sempre nelcuore la gioia. Sofocle (dram-maturgo del 400 a.C.) rite-neva che l’opera umana piùbella è quella di essere utileal prossimo. E’ importantedare il benvenuto alla solida-rietà, sopratutto nei momentipiù difficili. E questo che stia-mo vivendo è l’anno in cui laparola più diffusa nel linguag-gio comune è lo “spread”. Main barba alla “cinghia da tira-re” sarebbe bello far trionfa-re la fratellanza, ilsostegno,la condivisioneanche solo attraverso picco-li gesti verso chi è più biso-gnoso... A Napoli,ad esem-pio, c’ è una tradizione chepotremmo benissimo “impor-

tare” anche qui a Foggia: èquella del “Caffè sospeso”,ben descritto dall’omonimolibro dello scrittorepartenopeo Luciano DeCrescenzo. Quando un na-poletano è felice per qualcheragione, invece di pagare unsolo caffè, quello cheberrebbe lui, ne paga due,uno per sè e uno per il clien-te che viene dopo. E’ comeoffrire un caffè al resto delmondo...”. Credo sia unabellissima iniziativa. Si po-trebbe anche rinunciare, peruna volta, ad un caffè, mapagarlo, lasciandolo “sospe-so” per chi ha voglia diritemprarsi con la gustosis-sima bevanda dal profumoinebriante che risveglia i sen-si e, magari, non ne ha lapossibilità. Pensiamoci. An-che qui a Foggia.

zena aquilino

- GHISLAINE ragazza del Camerun di 24 anni, cercalavoro come babysitter, cameriera o badante part-time.

Per rispondere alle inserzioni contattare lo sportelloHelp Center ai numeri 0881311874 o 0881311875. Aper-to dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle17.30 alle 20.30. Contatto mail:[email protected]

CERCO LAVOROCERCO LAVOROCERCO LAVOROCERCO LAVOROCERCO LAVORO

perdenti, degli ultimi, perchéè nel loro coraggio edaltruismo che si fa forza ilmondo. Il regista fa unascelta ben precisa, prendeuna posizione netta controchi desidera respingere imigranti arrivati dal mare. Eattraverso i vari personaggi

stravaganti che aiutanoMarcel ci racconta che allevolte i miracoli prendonoforma, che la solidarietà èsempre più incisiva dellaviolenza inflitta ai più fragili,che è sciocco chi si illude dipoter fare a meno di sognarel’avverarsi dell’impossibile.

emiliano moccia

Page 16: Foglio Di Via n. 24

INFO

E C

ENTR

ID

I A

SCO

LTO

Assistenza spirituale a cattolici di lingua russa: don Stefano Caprio c/o Concattedrale di Bovino,per info tel. 0881/966236Messa della Comunità Ortodossa Contattare il centro interculturale Baobab. Tel. 0881712317.Santa Maria della Croce (viale della stazione) - Messa di rito greco-cattolico in lingua ucraina ognimercoledì alle ore 16.00.Chiesa Evangelica Valdese (Presbyterian and Methodist Church in Italy): Piazza FilippoTurati 15, Tel:0881.749778 - Culto: domenica ore 10.00

Numeri e indirizzi utiliNumeri e indirizzi utiliNumeri e indirizzi utiliNumeri e indirizzi utiliNumeri e indirizzi utili

MAN

GIA

RE Chiesa dell’Immacolata: piazza Immacolata; pranzo dal lunedì al venerdi ore 11.30-12.15;Santa Maria del Conventino, Via Orientale 24, colazione ore 8.00-8.30, pranzo ore 11.15-11.45, cena ore 18.30-19.00 dal lunedì al sabato, tel. 0881/580584Chiesa San Pio X: rione San Pio X; cena domenica ore 18.00 (durante il servizio mensa ci sono medici a disposizione per eventuali assistenze sanitarie); tel. 0881/632023; Parrocchia Annunciazione del Signore: Via Danimarca; cena solo il sabato, dalle ore 16.30 alle 18.00 - tel. 0881/663550Fratelli della Stazione: piazzale Vittorio Veneto; distribuzione latte caldo e biscotti dal martedì al venerdì ore 21 - 22; tel. 340-3101148.

Ambulatorio Medico per migranti irregolari: Via Spalato 4; dal lunedì al venerdì ore 9.30 - 12.30; dal lunedì al venerdì 16.00 - 19.00; tel 0881/884313Chiesa Gesù e Maria: via Della Rocca 2; assistenza medica dal lunedì al mercoledì ore 17.30 - 18.30;Ospedali Riuniti di Foggia: via L. Pinto 1; mercoledì ore 14.00 - 16.00; settore igienico-sanitario, dott. Antonio Scopelliti, assistenza medica per donne in gravidanzae problemi vari. Tel. 0881/732516;Ospedali Riuniti di Foggia: via L. Pinto; settore malattie infettive ospedaliere, Day Hospital dott. Tino Grisorio, assistenza per persone sieropositive. Dal lunedì al venerdìore 7.00-14.00. Tel. 0881/732201;Poliambulatorio Interetnico: presso gli Ospedali Riuniti di Foggia in via Luigi Pinto; assistenza medica il mercoledì ore 14.00 - 16.00;Chiesa San Pio X: rione San Pio X; il dottore visita durante la cena domenicale dalle ore 18.00 alle 20.00;Chiesa Borgo Mezzanone: località Borgo Mezzanone; orientamento sanitario il martedì dalle ore 15.00 alle 17.00, tel. 0881663411

CU

RA

RSI

DO

RM

IRE

Santa Maria del Conventino, per l’accoglienza presentarsi alle 10.30 presso la direzione della caritas in Via Campanile n.8 muniti di un documento di riconoscimentoe 2 fototessere; tel. 0881/580584;Casa Speranza: Località borgo Mezzanone. Per informazioni contattare la Caritas di Borgo Mezzanone allo 0881663411Chiesa Gesù e Maria: via Della Rocca 2; dormitorio con 16 posti disponibili; per usufruire del servizio occorre esibire un documento di identità , ogni ospite può disporredel posto letto per 20/25 giorni consecutivi (dipende dai casi), nel pernottamento è compresa colazione e cena; tel. 0881.724492;Chiesa Santissimo Salvatore: via Napoli 4; struttura “Madre Teresa di Calcutta”, dormitorio per sole donne con 7 posti disponibili; tel. 0881/741849.

ASS

ISTE

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LEG

ALE

Avvocato di Strada: presso Help Center, assistenza legale gratuita per senza fissa dimora, lunedì 19.30 - 20.30, segreteria tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle9.30 - 12.30, 17.30 - 20.30 tel. 0881311874-5;Caritas diocesana: Via Campanile n.8; assistenza legale gratuita il giovedì ore 17.30 - 19.00.Caritas Borgo Mezzanone Assistenza gratuita: martedì, mercoledì, giovedì dalle ore 15.00 alle 17.00, tel. 0881663411.Associazione Comunità Straniere in Italia: presso Parrocchia S. Filippo Neri, Via Spera; assistenza legale, amministrativa previdenziale, assicurativa; formazioneprofessionale, linguistica; assistenza scolastica, universitaria, medica, detenuti; tel. 349/7239108.ARCI: Via Caldara 40; assistenza legale ai migranti; il lunedì dalle 16.00 alle 18.00. Per fissare appuntamenti rivolgersi presso l’ufficio di Via della Repubblica54, lun.-ven. dalle 10.00 alle 12.00. tel/fax 0881.776209Parrocchia Sant’Antonio da Padova: sportello legale gratuito il giovedì dalle 19.00 alle 20.00. Tel. 0881639913.ANOLF: Assistenza legale tutti i mercoledi pomeriggio, assistenza fiscale e previdenziale, ricongiungimenti familiari assistenza rinnovo permesso disoggiorno. Lo sportello è aperto per le consulenza il lunedi ore 9.00-11.00 il mercoledi ore 9.00-11.00 e 16.30-18.30 il venerdi 9.00-11.00 tel 0881.580201

VES

TIR

SI Chiesa San Pio X: rione San Pio X; distribuzione indumenti ogni domenica ore 18.00 - 20.00 (quando c’è roba);Chiesa Gesù e Maria: via Della Rocca 2; distribuzione indumenti - donne lunedì ore 17:00 - uomini mercoledì ore 17.00;Chiesa Sant’Antonio da Padova: via Smaldone; distribuzione indumenti il martedì dalle ore 9.30 alle 11.00; tel. 0881/639913.Santa Maria del Conventino: Via Orientale 24, distribuzione indumenti il mercoledì ore 16.30. Bisogna prenotare nei giorni precedenti, tel. 0881/580584Caritas Borgo Mezzanone: distribuzione indumenti il martedì e mercoledì dalle 15.00 alle 17.00.

LAVA

RSI

Santa Maria del Conventino, Via Orientale 24, docce per uomini dal lunedì al venerdì ore 9.30 - 10.30; per le donne il sabato ore 9.30 - 10.30. E’ necessaria laprenotazione. Tel. 0881/580584

Help Center: presso stazione ferroviaria, sportello di orientamento e sostegno per senza dimora, poveri e migranti, si effettua anche compilazione diCurriculum personale; dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 17.30 alle 20.30; tel. 0881.311874/5Genoveffa De Troia: corso Garibaldi 52 (Foggia), v. Soccorso 61 (San Severo), v. San Francesco 24 (Lucera), Largo Giangiacomo Onorato (Rocchetta S. Antonio), c.soGenerale Galasso 62 (Apricena); le segreterie, oltre a svolgere il disbrigo di pratiche varie ed informazioni, sono Centri di aiuto e di ascolto per anziani, stranieri, di animazione,doposcuola e alfabetizzazione per ragazzi a rischio; tel. 0881/721086 (Foggia)Caritas B.go mezzanone Sportello informativo per stranieri aperto dal martedì al venerdì dalle ore 16.00 alle ore 20.30Opera Nomadi: via Carlo Baffi (Foggia); tel. 0881/712015 con il progetto ‘Amici dei Rom’, l’associazione tende ad attuare una serie di interventi che favoriscono lapromozione umana e sociale di immigrati di etnia Rom;Associazione Vita più: Via V. Acquaviva n. 97, tel. 0881/744433; prima accoglienza per donne.Arci: Via della Repubblica 54; sportello informativo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00. Tel/Fax 0881/776209Caritas diocesana: Via Campanile; centro d’ascolto lunedì e mercoledì ore 10.00 - 12.00; lunedì, mercoledì e giovedì ore 17.30 - 19.30; Sportello diaccompagnamento al lavoro il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 11.30.Parrocchia Sant’Antonio da Padova: via Smaldone, centro d’ascolto il martedì dalle 9.30 alle 12.00 e il giovedì ore 17.30 - 19.00. E’ anche attivo il centro“aiuto alla vita” per dare sostegno alle donne in gravidanza il mercoledi e il sabato ore 10.00-11.00. tel 0881.639913Centro Interculturale Baobab: Via candelaro 94/B; centro d’ascolto e sportello informativo il lunedì, mercoledì e venerdì ore 10.00 - 13.00, 16.00 - 18.00tel. 0881/712317.Croce Rossa Italiana: servizio socio-assistenziale dal lunedì al venerdì, ore 8.00 - 13.00.

PREG

AR

E

ITALIANO (inglese) [Francese]

MANGIARE (food) [Manger]DORMIRE (accomodation) [Dormir]ASSISTENZA (legal [OrientationLEGALE assistance) juridique]VESTIRSI (clothes delivery) [Puor s’habiller]LAVARSI (personal cleaning) [Puor se laver]CURARSI (medical assistance) [Puor se soigner]PREGARE (to pray) [P rier]

CONS

ULTO

RI Consultorio 1: Via Volta n. 1 - tel. 0881.884952Consultorio 2: Via della Repubblica n. 26 - tel. 0881.884362Consultorio 3: Via Grecia n. 6 - tel. 0881.884406

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