formazione docenti inclusione e lotta al disagio · 2017-07-08 · sono principi costituzionali...

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FORMAZIONE DOCENTI INCLUSIONE E LOTTA AL DISAGIO OTTAVIA GALIERO Psicologa – Formatrice scolastica Associazione C.R.eT.A. 07/07/2017 ITA “Emilio Sereni”

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FORMAZIONE DOCENTI INCLUSIONE E LOTTA AL DISAGIO

OTTAVIA GALIERO Psicologa – Formatrice scolastica

Associazione C.R.eT.A. 07/07/2017 ITA “Emilio Sereni”

PREMESSA

L’inclusione degli alunni con BES richiede

nuove competenze metodologiche e didattiche

in un’ottica di didattica inclusiva, perché la

scelta dell’inclusione in generale, risponda alla

variabilità degli stili di apprendimento.

IL PERCORSO FORMATIVO

� BES E DSA: NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE � INTEGRAZIONE / INCLUSIONE � RILEVAZIONE : COMPETENZE OSSERVATIVE. � COMPETENZE METODOLOGICHE E DIDATTICHE � COMPETENZE VALUTATIVE DELLA SCUOLA

� DIDATTICA INCLUSIVA � SINERGIA DI AZIONI TRA SCUOLA , FAMIGLIA E SERVIZI: IMPEGNO EDUCATIVO ORIZZONTALE

INCLUSIONE E LOTTA AL DISAGIO

Corso Formazione Docenti

Obiettivi generali � Aggiornamento tecnico/specialistico sul DISAGIO scolastico, alunni BES (bisogni educativi speciali) e DSA (disturbi dell’apprendimento) � Implementare nei gruppi classe le azioni e l’uso di metodi d’inclusione sociale, � promuovere strategie di didattica innovativa, strutturare programmazioni individuali e piani di valutazione degli apprendimenti. Obiettivi specifici � Riconoscere e comprendere situazione problematiche (disagio scolastico) � Rilevare BES e orientare il percorso formativo (obiettivi educativi/didattici individualizzati) � Sviluppare capacità osservativa e interpretativa delle situazioni problematiche (confronto sulle schede di osservazione individuale e analisi di contesto gruppale)  

Individuare e gestire il disagio: strategie inclusive per BES nel gruppo classe obiettivi della prima giornata

1. Definizione dei BES (bisogni educativi speciali) nel contesto scuola 2. Progettazione didattica individualizzata & BES �  Metodologia attiva �  Strategie di osservazione �  Obiettivi didattici ed educativi 3. Promozione di azioni inclusive e di partecipazione sociale/attività laboratoriali 

STRATEGIE da attivare

�  “Piano di azione per l’inclusione” per impostare e coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato” 

�  Strategie organizzative (scolastiche) �  Strategie didattiche (obiettivi formativi) �  Strategie metodologiche (strumenti) �  Strategie valutative (sistema di valutazione)

L’emergere dei BES

- problematiche non riconducibili alla sola disabilità “certificata”: disturbi “evolutivi” specifici (DSA, disturbi del linguaggio, ADHD, DOP, borderline cognitivo, ecc.) svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, fino alla…diversità di tutti - Territorio come risorsa per l’inclusione: servizi sociosanitari, volontariato, privato sociale, associazionismo - Autonomia scolastica come risorsa - attivazione di patti territoriali che offrano contesti di “prevenzione e protezione” intorno alla scuola

Paradigma inclusivo

O  Dal “vecchio” concetto di integrazione (consentire e facilitare al “diverso” la maggior partecipazione possibile alla vita scolastica degli “altri”) a quello di O  inclusione (strutturare i contesti educativi in modo tale che siano adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità) O  La domanda è: come cambia il modo di lavorare dei docenti?

Sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni

O  Dal MIUR La Direttiva del 27 Dicembre 2012 – C.M. n. 8, 6 Marzo 2013 – C.M. Novembre 2013 (chiarimenti) indicano con decisione la strada dell’inclusione a più livelli; vediamo come…

Integrazione versus Inclusione

�  INCLUSIONE si differenzia dall’integrazione in quanto l’attenzione viene rivolta a tutti gli alunni della scuola: �  INCLUSIONE non si limita agli alunni con disabilità o agli alunni con bisogni educativi speciali, ma prende in carico l’insieme delle differenze, comprendendo anche gli altri alunni.

COSACAMBIA?

Sime-einevidenzaladifferenzatra

DIFFICOLTA’DIAPPRENDIMENTO-GRAVIDIFFICOLTA’–DISTURBIDELL’APPRENDIMENTO

Alunno con BES necessita di

Percorso individualizzato e personalizzato

Sviluppare competenze e risorse“speciali” (strumenti e strategie didattiche)

Progettazione didattico - educative

BES e OMS (2002) il funzionamento della persona

�  BES e visione globale della persona come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).

�  Nel 2002 l’OMS ha, infatti, elaborato uno strumento diagnostico definito ICF (International Classification of Function of Disability and Health), con lo scopo di descrivere e misurare il funzionamento di una persona, ovvero la sua condizione di salute attraverso un linguaggio condiviso.

�  Il funzionamento di una persona va colto e compreso da diverse prospettive, in cui ogni aspetto è interconnesso e reciprocamente causale.

Azioni scolastiche e BES

�  Cogliere l’eterogeneità dei bisogni per individualizzare i diversi percorsi di apprendimento di ogni alunno. �  Ogni persona, nel corso della propria vita, può esprimere bisogni, disagi o “disabilità”, anche temporanee, che necessitano di una presa in carico flessibile, integrata e dinamica.

�  Garantire la piena partecipazione alla vita scolastica a tutti i soggetti, oltre che di fornire una cornice entro cui gli alunni possano essere valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola.

A-enzioneallaPERSONAnelgruppo

RICORDIAMO CHE SI INTENDE: “PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI, VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITA’, PROSPETTIVA DELLO SVILUPPO DELLE POTENZIALITA’ DI CIASCUNO” sono principi costituzionali dell’ordinamento scolastico (DPR 275/99) – laddove è detto che “Nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche ….possono adottare tutte le forme di flessibità che ritengono opportune e tra l’altro: l’attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo” ( art 4)

Bes ….come approcciare?

�  Osservazione (in classe)

�  Individuazione (certificazione, famiglia)

�  Categorie (disabilità, disagio)

�  Definizione (attenzione, apprendimento)

�  Strategie di intervento (pdp, pei)

�  Azioni (scuola, consigli, territorio)

BES CLASSIFICAZIONE DELL’OCSE

•  Categoria A: alunni con disabilità •  Categoria B: alunni con difficoltà di apprendimento •  Categoria C: alunni in situazione di svantaggio (socio-economico, linguistico e culturale)

Qualidifferenze?

DIFFICOLTA’-DISAGIO-DISTURBO

BES: ultima nota MIUR 22/11/2013 �  Ordinarie difficoltà: “ momenti di difficoltà nel processo di apprendimento, che possono essere osservati per periodi temporanei in ciascun alunno”. �  Gravi difficoltà – DISAGIO “difficoltà che hanno carattere più stabile e che presentano un maggior grado di complessità e richiedono notevole impegno affinché siano correttamente affrontate” �  Il disturbo di apprendimento “ ha carattere permanente e base neurobiologica

BES “DIVERSI BISOGNI”

DISTURBO •  Disturbo dell’ apprendimento: DSA, deficit attentivo con o senza iperattività, disturbi di comprensione, difficoltà visuo-spaziali, motorie, goffaggine. DIFFICOLTA’ •  Difficoltà emozionali: timidezza, collera, ansia, inibizione, depressione, disturbi della personalità, psicosi. •  Difficoltà comportamentali: aggressività, bullismo, disturbi del comportamento alimentare, disturbi della condotta, oppositività, delinquenza, uso di droghe. DISAGIO •  Ambito relazionale: isolamento, passività, eccessiva dipendenza. •  Ambito socio-ambientale: famiglie disgregate, in conflitto, trascuranti, con episodi di abuso, maltrattamento, con esperienze di lutto o carcerazione. Difficoltà sociali, economiche, culturali, linguistiche.

STUDENTI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE

�  Ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali con continuità o per determinati periodi. I motivi possono essere diversi: fisici, biologici o anche psicologici e sociali.

�  Da individuarsi sulla base di elementi oggettivi (ad esempio: una segnalazione dei Servizi Sociali) o considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, scaturite da attenta osservazione, da valutazioni negative reiterate sia nella sfera didattica che relazionale.

�  La scuola è chiamata a rispondere in modo puntuale e non approssimativo ai bisogni peculiari di questi alunni, in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana

STUDENTI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE

�  SVANTAGGIO socio-economico*: alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevati dal Consiglio di Classe/Team docenti attraverso osservazione diretta. �  Documentazione �  Segnalazione Servizio Famiglia-Minori se presente �  Scheda di identificazione e analisi dei bisogni �  Piano Didattico Personalizzato �  SVANTAGGIO linguistico e culturale*: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche. �  Documentazione �  Scheda di identificazione e analisi dei bisogni �  Piano Didattico Personalizzato

�  Disagio comportamentale/relazionale: alunni con funzionamento problematico, definito in base al danno vissuto effettivamente dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza certificazione sanitaria) �  Documentazione �  Scheda di identificazione e analisi dei bisogni �  Piano Didattico Personalizzato

Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri – febbraio 2014 (B. Puri) �  La trasformazione più significativa (che incide sui percorsi formativi)

riguarda il forte aumento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia. Si riduce il numero dei neo-arrivati.

�  “l’accesso degli studenti stranieri alla scuola secondaria di secondo grado è diventato consistente solo nell’ultimo decennio, in correlazione con la progressiva stabilizzazione della popolazione immigrata”

�  Le maggiori criticità si addensano nel secondo ciclo di istruzione, anche a causa dello svantaggio dei nati all’estero in termini di ritardi, ripetenze e performance scolastiche.

�  gli alunni con ambiente familiare non italofono possiedono

competenze linguistiche limitate in famiglia, che non garantiscono un sostegno adeguato nel percorso di acquisizione delle competenze di base e che alimentano un sentimento di insicurezza linguistica..

Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri – febbraio 2014 (B. Puri)

�  La scuola deve favorire percorsi personalizzati, un possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni, garantendo ai singoli studenti non italiani delle abilità e competenze essenziali acquisite. Quindi si richiama all’utilizzo degli strumenti concessi dalla legge sui BES, per mettere in campo strumenti di lavoro in itinere, interventi didattici di natura transitoria relativi all’apprendimento della lingua.

�  necessità di contrastare i ritardi scolastici, a causa del disagio prodotto (differenza di età, demotivazione, costi per il sistema scolastico, rischio di abbandono precoce, elusione del diritto/dovere a conseguire una qualifica).

COSA SIGNIFICA DIDATTICA PER L’INCLUSIONE?

  �  apprendimento cooperativo, �  lavoro di gruppo e/o a coppie, �  tutoring, �  apprendimento per scoperta, �  suddivisione del tempo in tempi, �  utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici. (Rif. Linee guida per l’integrazione scolastica di alunni con disabilità 2009)

DOCENTE INCLUSIVO �  (Saper) valutare la diversità degli alunni – la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza �  Sostenere gli alunni – i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti �  Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti �  Aggiornamento professionale continuo – l’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.

COMPETENZE per l’inclusione

�  Sensibilizzare i genitori e gli studenti sulle problematiche legate

ai BES e DSA

�  PTOF e DSA; Referente inclusione e DSA; continuità; curriculum

verticale, raccordi e orientamento.

�  Prove di rilevazione; didattica per competenze

�  Questionari osservativi

�  Questionari per i genitori (corresponsabilità e alleanza

educativa)

�  Questionari auto-osservativi per gli studenti

�  Conversazioni, indagini sul metodo di studio, sul senso di

autoefficacia e stile di attribuzione.

�  PDP (modello) e monitoraggio

INDICATORI per una didattica inclusiva

�  Partecipazione significa che gli alunni devono essere impegnati in attività di apprendimento utili ed importanti per loro �  L’inclusione si delinea in termini di presenza (accesso all’istruzione), partecipazione (qualità dell’esperienza di apprendimento) e conseguimento (dei risultati educativi e del successo scolastico) di tutti gli studenti �  Progettazione di percorsi individualizzati �  I metodi di valutazione devono incentrarsi sui punti di forza di un allievo

NORMATIVE SUI BES (MIUR dal 2012 al 2013)

�  Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” �  Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 “Indicazioni operative sulla Direttiva Ministeriale 27dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” �  Nota MIUR 27 giugno 2013 “Piano Annuale per l’Inclusività”. Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013 . �  Nota MIUR 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013-2014.

DIDATTICA INCLUSIVA (RIFERIMENTI NORMATIVI MIUR 2012)

�  Direttiva MIUR , 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica �  Con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli: �  strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011).

NewsdelMIUR(Novembre2013) o  PDP (disturbidiapprendimento,legge170/2010-104/92) Difficoltàdiapprendimento–consigliovalutal’efficaciadistrumenOspecificiedeventualePDP,strumenOcompensaOvi/dispensaOvi) � ALUNNICONCITTADINANZANONITALIANA GiànelC.M.8/2013intervenOdidaVciapprendimentolingua,soloinviaeccezionalePDP,per“individuare”soluzioniadeguateaidiversiproblemi” � PAI_PIANOANNUALEPERL’INCLUSIVITA’ (riflessionesullaculturadell’inclusione,criOcitàepunOdiforza,rilevareOpologiedibisogni–difficoltà-disturbi,risorseimpiegate � GLI-GRUPPODILAVOROPERL’INCLUSIVITA’(sifariferimentoalGLHoperaOvo,raccordoecoordinamentotralerisorse) � ORGANIZZAZIONETERRITORIALEPERL’INCLUSIONE (acuradegliufficiregionali)

Le “azioni inclusive” della scuola e gli organi preposti

�  Il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) - Team docenti individua preventivamente gli alunni con BES. �  Attiva un progetto temporaneo e reversibile attraverso: a)  Percorso di conoscenza della difficoltà del funzionamento

attraverso intervista all’alunno e alla famiglia. b) Attivazione di risorse: compagni di classe, collaboratori scolastici, famiglia, amici, vicini di casa (informali); psicologo, neuropsichiatra, assistente sociale, assistente educatore, mediatore linguistico (formali). c) Individualizzazione di un intervento educativo speciale d) Favorisce l’inclusione con il gruppo classe f) Monitoraggio e valutazione dei livelli d’inclusione della scuola

Il Gruppo di lavoro per l’inclusione Composto da: � Dirigente Scolastico  Docenti referenti delle funzioni strumentali  Team docente interessato  Educatori e operatori dei servizi Genitori Specialisti ASL o enti accreditati Esperti Rete RESABES � Compiti   � Rilevazione BES presenti nella scuola - Raccolta e documentazione interventi didattico-educativi - Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi - Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola �  PAI (Piano Annuale per l’Inclusività) per tutti gli alunni con BES, da redigere entro il mese di giugno. Il PAI va discusso e deliberato in collegio e inviato a USR, ai GLIP e GLIR per la richiesta di organico di sostegno e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza. (dall’a.s 2013-2014 in via di definizione legislativa).

� A settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola, il GLI redige un adattamento del PAI, sulla base del quale il dirigente assegna le risorse. (dall’a.s. 2014-2015 in via di definizione legislativa).

�  Funge da interfaccia della rete CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali.

singola classe

�  Estensione a tutti gli studenti con BES del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, sancita dalla Legge 170/2010, anche in assenza di certificazione. �  Recupero della responsabilità e dell’autonomia “pedagogica” dei Consigli di Classe e dei teams docenti, attraverso l’adozione di PDP, condivisi con le famiglie, che prevedano, oltre a misure compensative e dispensative, anche progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita

L’obbligo formativo è responsabilità della scuola, non dell’alunno.

progettare un curricolo inclusivo

� Le nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo offrono la possibilità di:

� Strutturare e verticalizzare il curricolo in riferimento a “competenze chiave di cittadinanza” (UE 2006) � Rovesciare la prospettiva: dalla cittadinanza alla competenza disciplinare e transdisciplinare � Articolare la valutazione sul“profilo finale dello studente” al termine del primo ciclo

Da valutare l’alunno attraverso il curricolo a “leggere”

il curricolo attraverso l’alunno

organizzazione interna

� Costituzione del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione e valorizzazione delle professionalità presenti nella scuola: per perseguire gli obiettivi posti dalla Direttiva il GLH di Istituto, già presente nelle scuole ai sensi dell’art. 12 della Legge 104/92, viene ampliato includendo tutte le professionalità specifiche presenti nella scuola, ed estende la propria competenza all’intera problematica dei BES, e non più soltanto alla disabilità. Il GLI svolge �  funzioni interne (rilevazione dei BES, focus/confronto sui casi e sulle strategie, monitoraggio del livello di inclusività della scuola) �  esterne (interfaccia con i servizi sociosanitari territoriali per azioni di formazione, prevenzione, monitoraggio)

collegialità docente - comunità scolastica

�  inserimento nei PTOF di una“policy” per l’inclusione e coinvolgimento dei docenti“curricolari” � “Piano annuale per l’inclusione”:

�  rilevazione del grado di inclusività della scuola �  obiettivi di miglioramento �  trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie �  impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale �  criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali: da una logica meramente quantitativa di utilizzo degli organici a una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari

contesto territoriale

�  Riorganizzazione della rete dei CTS (centri territoriali supporto) e dei CTI (centri territoriali inclusione) (rif. a D.M. luglio 2011 e linee guida studenti DSA) �  CTS, reti e scuole perseguono accordi e intese con i servizi sociosanitari territoriali (ASL, Servizi sociali e scolastici comunali e provinciali, enti del privato sociale e del volontariato, Prefetture, ecc.) �  Integrazione dei servizi “alla persona” in ambito scolastico, con funzione preventiva e sussidiaria, in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 328/2000. �  Esplicitazione di procedure condivise di accesso ai diversi servizi in relazione agli alunni con BES presenti nella scuola.

le criticità sullo sfondo…

" tagli “nella” e “intorno” alla scuola " aumento dei “casi” a organici ridotti " servizi territoriali decimati " classi troppo numerose

" organici di sostegno precari " Il fattore “tempo”: a scuola non c’è tempo per la scuola

" Il “nodo” formazione: carente, non obbligatoria e senza risorse " edilizia non adeguata

" mancanza di ausili/fondi/sussidi