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TEN. GEN. DOMENICO TRIA
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Il sistema formativosuperiore dei Quadrimilitari - per intenderci
quella parte del processo edu-cativo che fa capo alle Scuoledi Guerra, all’Istituto di StudiMilitari Marittimi e al CentroAlti Studi per la Difesa - inquesti ultimi anni ha subitomodifiche tanto sostanziali dacomportare un vero e propriorimodellamento degli ordinidegli studi e l’inserimento dinuove discipline nei program-mi dei vari Istituti.
Le cause principali di que-sta sorta di “rivoluzione cultu-
rale” sono da ricercarsi neglieventi internazionali chehanno caratterizzato l’ultimodecennio, nell’evolversi dellenuove tecnologie e nei nuovibisogni di professionalità chene sono derivati. Sullo scena-rio internazionale sono com-parsi soggetti politici caratte-rizzati da comportamenti piùdifficilmente classificabili ecomunque molto diversi daquelli propri della logica delsistema bipolare, ai quali isistemi formativi delle ultimegenerazioni di dirigenti mili-tari si erano riferiti.
La disintegrazione del-l’URSS e del suo sistema disatelliti, l’unificazione dellaGermania e lo sviluppo delSud-Est Asiatico hanno pro-dotto una riaggregazione delpotere mondiale intorno apoli regionali, tra i cui inter-stizi hanno trovato spazionuove conflittualità da con-trollare e gestire attraversointerventi che si configuranoin modo diverso dalle tradi-zionali missioni internaziona-li, concepite secondo modellicollaudati e assimilati daiQuadri militari negli anni 80.
Il modello difensivo carat-teristico dell’epoca dei dueblocchi, fondato sul concettodi “difesa collettiva”, ha viratoverso un modello di “difesacollettiva internazionale”orientato su più referenticomunitari o internazionali.Al mutare dei modelli strate-gici sono cambiati anche iriferimenti culturali, talchénei programmi degli Istitutisuperiori di formazione si èpassati dalle discipline “dure”e tecnologiche, prevalenti nelperiodo bipolare, alle discipli-ne “morbide” storico-politi-
che e finanziarie del momentoattuale.
Infatti, al tempo del bipola-rismo, la formazione dei Qua-dri era incentrata prevalente-mente sugli studi per la soluzio-ne dei problemi di natura tecni-ca e operativa, in ambienteconosciuto e connotato da unarelativa fissità. Oggi la naturanon tradizionale delle nuovemissioni operative, caratterizza-te da situazioni ad elevato gradodi indeteminatezza, frammen-tazione delle forze su grandispazi o su territori urbani, isola-mento dei reparti, grande auto-nomia operativa, maggiorerapidità d’intervento e accen-tuata difformità degli ambienti,impone la disponibilità neiQuadri di un più ampio baga-glio professionale, che li mettain grado di padroneggiare rapi-damente le varie situazioni nellequali sono chiamati ad operare.
Un elemento determinanteche ha imposto una nuova cul-tura militare è notoriamentecostituito dalle cosiddette ope-razioni multinazionali di sup-porto della pace, nelle forme dipeacekeeping, peacemaking epace enforcing.
Esse hanno imposto unaradicale revisione della forma-zione dei Quadri di ogni livel-lo, per metterli in condizionedi poter instaurare, tra l’altro,con rapidità ed efficacia rap-porti interpersonali con i variattori civili e militari presentisul terreno d’azione.
Di fatto questa capacità diinstaurare relazioni di tipo“diplomatico” non è limitataai Comandanti di rango eleva-to ed agli Stati Maggiori ma,come l’esperienza ha ben evi-denziato, deve essere patrimo-nio di tutti i Quadri.
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Anche la “qualità” degliinterventi obbliga ad una scel-ta culturale “tout azimut”, pergestire quelle missioni “nonprettamente militari” nei set-tori della protezione civile, delcontrasto dell’emigrazioneclandestina, del soccorso, del-l’assistenza umanitaria, dellasalvaguardia ecologica ed altri,che impongono conoscenzenon limitate al campo tecni-co-militare.
Per cercare di rispondereadeguatamente alle nuove esi-genze di formazione, le ForzeArmate dei Paesi dell’Occi-dente hanno sottoposto a revi-sione anzitutto i programmi distudio incardinandoli su alcu-ne componenti fondamentali:
conoscenze specifiche di forzaarmata, d’arma e di specialità,da svilupparsi prevalentemen-te nella fase formativa iniziale;
conoscenze nel campo inter-forze e nel campo delle relazio-ni tra i diversi settori dellaPubblica Amministrazioneche concorrono all’elaborazio-ne della policy nazionale;conoscenze relative alle “nuovediscipline” riguardanti le rela-zioni internazionali, la politicaestera ed interna, l’economia,la sociologia, il management,cioè alle cosiddette discipline“morbide”, da affiancare natu-ralmente a quelle più tipica-mente militari legate ai tradi-zionali studi strategici e tecni-ci cosiddetti “duri”.
Tutto questo per arricchirela professionalità dell’Ufficia-le, già da tempo definita come“professionalità globale”, di
conoscenze bilanciate ingrado di conferirgli anche lacaratteristica della flessibilità,tipica della diplomazia.
In definitiva è stata ricono-sciuta la necessità di Quadricapaci di ragionare ed operarein senso spiccatamente inter-forze e multinazionale, in pos-sesso di una versione culturaleinterdisciplinare e multisetto-riale, capaci di percepire letendenze evolutive degli sce-nari sociali, politico/economi-ci e della conflittualità nonchéle connessioni esistenti traevoluzione tecnologica e con-dotta delle operazioni.
In questo quadro concet-tuale e di situazione la Difesaha cercato anzitutto di darsigli strumenti normativi neces-sari a soddisfare queste esigen-ze di drastica revisione e diadeguamento culturale del
processo formativo dei suoiQuadri.
Il risultato di tale impegnoè stato il decreto legislativo 28
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nov. 1997, n. 464 sulla“Riforma strutturale delleForze Armate”.
Il provvedimento contieneinfatti articolate previsioni
concernenti gli ordinamentididattici dei corsi di diplomauniversitario delle Accade-mie Militari, da un lato, e l’i-stituzione dell’Istituto Supe-riore di Stato MaggioreInterforze dall’altro.
Istituzione attuata nell’am-bito del Centro Alti Studi perla Difesa e che ha determinatoun profondo cambiamentodello stesso CASD.
Il provvedimento legislativoanzidetto discende, comenoto, insieme ad altri impor-tanti decreti, dalla cosiddettalegge sui Vertici militari, la n.25 del 18 feb. 1997, capostipi-te dell’intera riforma delleForze Armate, che nel ricono-scere la preminenza gerarchicadel Capo di Stato Maggioredella Difesa sugli altri Vertici
militari (compreso il SegretarioGenerale per quanto attiene atutti gli aspetti tecnico - opera-tivi) gli ha attribuito la respon-sabilità della pianificazione,
della predisposizione e dell’im-piego delle Forze Armate nelloro complesso, da esercitareattraverso il neo - costituitoComando Operativo di verticeInterforze (COI).
Talchè in certo modo puòdirsi che “il nuovo CASD, tra-sformato dall’inserimento del-l’ISSMI, sta alla legge n. 464sulla riforma strutturale delleF.A. come il COI sta alla leggen. 25 sui Vertici”, per signifi-care che i due organismi, concompetenze sinora risalenti aesclusive responsabilità delleForze Armate ed entrambidirettamente dipendenti dalCapo di SMD, costituisconodue strumenti fortementeinnovativi la cui efficienza dàla misura, nei rispettivi settori,della effettiva volontà e
soprattutto della capacità dicambiamento e integrazionedelle nostre Forze Armateverso il nuovo Modello diDifesa per gli anni 2000.
L’inserimento dell’ISSMInel Centro Alti Studi ha real-mente ridefinito la missionedel CASD, missione che sirealizza - ora più che mai -nella raccolta, produzione ediffusione della cultura milita-re in ambito nazionale edinternazionale, attraverso atti-vità di alta formazione inter-forze dei Quadri più elevati edi studio e di ricerca nei setto-ri politico - strategico - milita-re, sociologico e delle discipli-ne economiche e tecnologiche.
In sostanza il CASD haassunto il compito di racco-gliere tutte le risorse di intelli-genza disponibili intornoall’alta formazione ed allaricerca per produrre nuoverisorse di cultura e nuove intel-ligenze. Il CASD è così diven-
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tato un produttore di culturain senso globale, in quanto lesue tre componenti sono ingrado di completare - sinergi-camente - il ciclo virtuoso checon carattere sistemico e per-manente, passa attraverso laformazione, la didattica e laricerca: l’IASD con alta forma-zione, l’ISSMI con la forma-zione superiore interforze e ilCeMiSS con la ricerca.
Un breve sguardo ai com-piti ed alle attività dei tre Isti-tuti componenti il CASD puòdare ragione di come questoruolo di produttore di culturasi estrinsechi concretamente eattraverso quali sinergie.
Istituto Alti Studi Difesa (IASD)
I caratteri distintivi dell’Isti-tuto risiedono essenzialmentenel fatto di costituire il momen-to terminale e più alto del lungopercorso formativo del Dirigen-te militare/Comandante.
La sua funzione è quella disoddisfare i fabbisogni forma-tivi di Ufficiali dirigenti,aggiornando e perfezionandola loro preparazione sulle pro-blematiche militari con valen-za strategica e sui mutamentipiù marcati degli scenari geo-politici, politico-istituzionali,socio-economici e tecnologici,rilevanti per le strategie disicurezza e difesa.
Tutto ciò, affinando le lorocompetenze manageriali, con-solidando la loro mentalitàinterforze e la capacità dicooperazione con le varie arti-colazioni della Pubblica Ammi-nistrazione e con altre istituzio-ni nazionali e internazionali.
I contenuti di tali fabbiso-gni formativi comportano l’a-
dozione di programmi incen-trati su attività di tipo semina-riale, con la scelta di temi distudio e ricerca rispondenti efinalizzati alle esigenze di pro-fessionalità espresse dall’am-pia gamma dei possibili inca-richi da ricoprire e su confe-renze mirate, per il confrontoe la discussione.
Lo IASD è perciò semprepiù una sede in cui i dirigentimilitari e civili della Difesadestinati a ricoprire incarichiapicali in ambienti molteplici,anche internazionali, possonodibattere con la massima liber-tà accademica tutte le temati-che della politica di difesa esicurezza e della preparazionedelle Forze Armate, benintesoin una prospettiva di continui-tà sempre attenta ai valori difondo dell’Istituzione, alle pre-cedenti esperienze ed agliammaestramenti anche recentitratti dagli avvenimenti nazio-nali e internazionali.
Resta in ogni caso fonda-mentale per la finalizzazionedei compiti dello IASD e lavalorizzazione del suo prodot-to finale, in termini dicosto/efficacia, il criterio dellapiù stretta connessione tra lascelta dei frequentatori dellesessioni di studio e il loro suc-cessivo impiego.
Qualora tale scelta prescin-desse da valutazioni riguar-danti il profilo di carriera el'impiego, si potrebbe darluogo, al limite, ad una dop-pia diseconomia, poichè siconsumerebbero delle risorsenon utilmente da un lato, e sidisporrebbe di dirigenti inposizioni di responsabilità chenon hanno effettuato l'interopercorso formativo istituzio-nale, dall'altro.
È questo del resto unpunto centrale della policy sulpersonale, che non può pre-scindere dal binomio forma-zione/impiego, nel persegui-mento e acquisizione degliobiettivi di fondo dellaristrutturazione delle ForzeArmate verso i traguardi delNuovo Modello di Difesa.
Istituto Superiore di StatoMaggiore Interforze (ISSMI)
Si può dire che la cifra checaratterizza maggiormente l'Istituto è di costituire la natu-rale ed indispensabile prose-cuzione, in chiave interforze,delle Scuole di Guerra diForza Armata e dell'Istituto diStudi Militari Marittimi.
Il suo compito è stabilitodalla Legge 464: "perfezionarela formazione professionale ela preparazione culturale degliUfficiali delle F.A. in previsio-ne dell'impiego in incarichi dirilievo in ambito nazionale edinternazionale".
L'ISSMI rappresenta quindiil momento formativo interfor-ze "professionale - manageriale",raccordato a quello successivodello IASD, e costituisce il tra-guardo su cui gravano le piùambite aspettative.
I frequentatori sono Uffi-ciali nel grado da Capitano aTenente Colonnello. Ciò puòriflettere delle disomogeneità,non solo nel grado e nell'età,ma anche nel background enei sistemi di selezione appli-cati, che devono essere preven-tivamente verificate e in massi-ma misura attenuate in quan-to suscettibili di influire sulregolare svolgimento del pro-cesso formativo e sulla meto-dologia didattica, incentrati,
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come noto, su un sistema for-temente interattivo, volto apromuovere, anche attraversola tutorship, la partecipazionee l'autoapprendimento dei fre-quentatori, per allargare leloro capacità ed expertise.
I risultati da perseguire el'itinerario formativo implica-
no tecniche e metodologie diinsegnamento articolate ediversificate in forma di:lezioni tradizionali, esercita-zioni pratiche in ambientenazionale, NATO e interna-zionale, conferenze integrativee di approfondimento, lavoriindividuali e di gruppo.
Tutto ciò per soddisfare,anche qui, esigenze di profes-sionalità sempre più allargateche richiedono una visione deiproblemi sempre più generale esinergica ed implicano unacapacità di comprendere lemolteplici interconnessionipossibili. Una visione propriadi un tipo di cultura non piùsoltanto tecnico - professionale,ma anche manageriale e politi-co - strategica.
Centro Militare Studi Strategici (CeMiSS)
Riguardo alla terza compo-nente del Centro Alti Studi, ilCeMiSS, la sua principalecaratteristica è di costituire ilmassimo istituto di ricerca e didiffusione di cultura strategico-
politico-militare attraverso lapubblicazione di studi e docu-menti in ambito Difesa e attra-verso internet, promuovendoforme di collaborazione con leUniversità, con altre Ammini-strazioni, Enti e centri di ricer-ca similari in Italia e all'estero.
Il CeMiSS svolge ricerchenei settori politico-strategico,sociologico-organizzativo edelle alte tecnologie, coinvol-gendo un grande numero didocenti universitari ed espertidelle varie discipline.
Tale coinvolgimento oltre adampliare l'utilizzazione dellemetodologie scientifiche dellaricerca universitaria in quellamilitare, consente di realizzarepiù efficaci rapporti di collabo-razione nello specifico campo
degli studi strategici militari,collaborazione che si esprimenon soltanto nella forma di con-tratti di ricerca e consulenza, maanche attraverso l'organizzazio-ne delle banche dati e dei siste-mi informativi.
A queste attività di studio ericerca il CeMiSS affianca altri
impegni connessi con l'orga-nizzazione e la partecipazionea conferenze internazionali diampio respiro e con la presen-tazione in Italia e all'esterodelle opere pubblicate.
Conclusioni
Da un punto di vista com-plessivo il CASD costituisce,dunque, un "unicum" in termi-ni di formazione e ricerca, unorganismo cioè che è in grado disviluppare potenzialità crescenti,in ragione proprio di moltiplica-tori di energie costitutive inter-ne, che si possono anche rileva-re, ad esempio, nel fatto che i"primi" utilizzatori delle ricer-che del CeMiSS sono l'IASD el'ISSMI; i ricercatori del
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CeMiSS sono i "primi" docentidei due Istituti; i docenti delloIASD e dell'ISSMI costituisco-no un bacino di potenziali ricer-catori del CeMiSS; i frequenta-tori dello IASD sono potenzialidocenti dell'ISSMI e ricercatoridel CeMiSS.
Tutto ciò vuol dire che leattività di formazione e di ricer-ca dei tre Istituti sono combi-nate in un sistema di collabora-zione e di scambio di cono-scenze ed esperienze che si svi-luppa ed espande attraverso uninsieme organizzato che com-prende le università, gli Istitutie Centri di ricerca similarinazionali ed esteri, con i qualigli Istituti operano abitualmen-te secondo varie modalità.
A ben guardare il sistemapuò essere configurato comeun vero Ateneo, in quantocompleto di tutti gli elementiche caratterizzano tale tipo distruttura: un corpo docente,la cultura didattica, un com-parto interamente dedicatoalla ricerca che opera sinergi-camente con l'attività di ricer-ca svolta nel corso del proces-
so formativo, l'inserimento inun network culturale moltoampio ed una organizzazionedi supporto di prim'ordine.
Addirittura in un prossimofuturo, anche da un punto divista infrastrutturale, il sistema"Palazzo Salviati" potrebbe assu-mere la configurazione di unvero e proprio "Campus Uni-versitario" attraverso il migliora-mento di alcuni supporti logisti-ci e la trasformazione di alcunearee esistenti all'interno delcomprensorio, per realizzaredelle foresterie per i frequentato-ri, impianti sportivi e campiverdi per il tempo libero.
Si realizzerebbe in tal modouna moderna struttura dislo-cata in una posizione centralee privilegiata che consentireb-be, anche da un punto di vistafisico, facili contatti con leUniversità e il mondo politicoe culturale della capitale.
Un’unica struttura di verticeper l'alta formazione e la ricerca,le cui attività annuali e i pro-grammi degli studi e ricerche equelli didattici vengono definiticon atti che possono risalire fino
alla competenza del vertice poli-tico-amministrativo del Dica-stero e sono approvati dal verti-ce militare, il Capo di StatoMaggiore della Difesa.
Per dare sommariamentedelle dimensioni, si può notareche essa assorbe un volume dispesa di circa 15 miliardi all'an-no, di cui il 36% per stipendi eassegni al Quadro Permanente eun ulteriore 19% per le missio-ni degli Ufficiali frequentatorinon residenti a Roma.
I frequentatori di IASD eISSMI sono all'incirca 210,dei quali quasi il 20% stranie-ri provenienti da una ventinadi Paesi di tutto il mondo.
I docenti, esperti e colla-boratori, oltre il 90% esternial Centro, sono circa 190 dicui il 65% civili (la maggiorparte provenienti dalle piùimportanti Università italia-ne) e il 6% stranieri. Essicomportano delle spese vivedi docenza che non raggiun-gono i 250 milioni all'anno,mentre i ricercatori delCeMiSS sono circa 80 deiquali il 10% stranieri.
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Le ricerche, in media 50all'anno (comprendendoanche un osservatorio e deinotiziari periodici) costanoglobalmente circa 1,5 miliardie ne vengono pubblicate circa15, alcune in lingua inglese.
Ripartendo opportunamentei costi di funzionamento e disupporto tecnico-legislativo delCentro tra le sue tre componen-ti (compresi gli stipendi delQ.P.) il volume globale di spesadi 15 miliardi è attribuibile gros-so modo all'ISSMI per 9 mld. eallo IASD e al CeMiSS per 3mld. ciascuno. Per cui si può sti-mare che un frequentatore delloIASD costi circa 80 milioni edell'ISSMI 50 milioni all'anno.
Il CASD con le sue tre com-ponenti intrattiene rapporti dicollaborazione e di scambioattraverso convenzioni e MOU(Memorandum of Understan-ding) con Istituti omologhi dicirca 39 Paesi esteri, con 10Università nazionali, 12 Centried Enti di ricerca nazionali, edeffettua ogni anno mediamente50 uscite all'estero per visite distudio, esercitazioni e attivitàbilaterali, con delegazioni di
varia entità in circa 35 diversiPaesi e riceve altrettante visite didelegazioni di omologhi Istitutidi formazione e ricerca stranieri.
Se questo è il nuovo CASD,possiamo davvero dire che lasfida di un nuovo sistema for-mativo interforze è stata consa-pevolmente raccolta dalle F.A.con la legge 464 del 1997.
Una sfida di grande impe-gno e di lungo respiro, anchein termini temporali, attesoche per realizzare un nuovoaereo da combattimento, unnuovo incrociatore, un nuovocarro armato ci vogliono alme-no 10 anni di studi e di lavo-ro, ma per mettere in campoun Comandante di GrandiUnità multinazionale ce nevogliono molti, molti di più.
È in questa prospettiva cheil CASD deve oggi esserecoerentemente considerato,nell'ottica cioè di una Univer-sità Nazionale della Difesa acui le Forze Armate guardanocon grandi aspettative e confe-riscono adeguate risorse.
La sede della formazionesuperiore interforze si è spo-stata dalle Scuole di Guerra
e dall'Istituto Studi MilitariMarittimi al Centro AltiStudi per la Difesa: questa èla scelta e la sfida accettata.Ciò significa che le ForzeArmate hanno delegato alloro esterno questa fase delprocesso formativo consape-voli che la qualità del pro-dotto ottenuto dai corsisvolti presso ISSMI e IASDsarà determinante per laloro stessa efficienza.
Un CASD ripensato, dun-que, con due Istituti di forma-zione avanzata raccordati traloro e con il CeMiSS.
Le Forze Armate devonosentirsi parte integrante diquesto organismo che a loroappartiene considerandolocome un autentico fattore stra-tegico di successo che richiedel'investimento di copiose risor-se umane e materiali.
Ogni eventuale indugio alriguardo non potrebbe checostare un prezzo molto alto edeterminare soluzioni di conti-nuità e ritardi in un percorsoformativo che è ormai tracciatonella storia dei prossimi anni ditutti i Paesi dell'Occidente.
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