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Forme di socialità: i salotti Benedetta Craveri, La civiltà della conversazione, Adelphi, 2001 Salotti e ruolo femminile in Italia, a cura di Maria Luisa Betri e Elena Brambilla, Marsilio, 2004 V. von der Heyden-Rynsch, I salotti d’Europa, Garzanti, 1996

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Forme di socialità: i salotti

Benedetta Craveri, La civiltà della conversazione, Adelphi, 2001

Salotti e ruolo femminile in Italia, a cura di Maria Luisa Betri e Elena Brambilla, Marsilio, 2004

V. von der Heyden-Rynsch, I salotti d’Europa, Garzanti, 1996

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Il salon di Madame Geoffrin nel 1755olio su tela di Anicet-Charles-Gabriel Lemonnier, Château de Malmaison

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Salotti parigini

dal 1613 - Catherine de Vivonne, marchesa de RAMBOUILLET

dal 1660 – Madame de LA FAYETTE e Madame de SEVIGNE’

1698/1733 – Anne Thérèse Marguenat de Courcelles, marchesade LAMBERT

1728/1749 – Alexandrine-Claude Guérin, madame de TENCIN

circa 1730/1775 – Marie-Thérèse Rodet, madame GEOFFRIN

circa 1750/1780 – Marie de Vichy-Camprond, marchesa duDEFFAND

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Salotti pariginiCRAVERI- Continuità fra Seicento e Settecento- La vita sociale diventa un’attività centrale per la nobiltà

francese, che cerca di ridefinire il proprio ruolo dopo la fine delle guerre di religione

- La ragion d’essere del ceto viene individuata non più nella funzione militare e nell’onore, ma nel dominio delle buone maniere e nell’arte della conversazione

- La figura femminile assume una posizione centrale in questo processo: essa incarna la nuova identità nobiliare, essendo i valori tradizionali maschili entrati in crisi

- La socialità nobiliare presuppone e stimola una maggiore integrazione dei generi

- La conversazione si adegua al livello di cultura femminile, menoaulico, più legato alla fruizione spontanea e ludica dei prodotti intellettuali

- Il linguaggio è oggetto di grande attenzione; le dame ne sono maestre [v. il movimento delle Preziose negli anni Sessanta del XVII secolo]

- Il modello del salotto francese è fissato da madame de Rambouillet

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Il salotto di

madame de

Rambouillet(circa 1613-1665)

ritratto di Catherine Vivonne, marchesa di Rambouillet

autore anonimoXVII secolo

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Il salotto di madame de Rambouillet

Premesse:- Catherine Vivonne frequenta la corte di Enrico

IV: matura un’avversione profonda per la grossolanità, i costumi libertini e i comportamenti aggressivi del re e dell’aristocrazia cortigiana [cfr. episodio del 1609]

- concepisce la propria dimora come luogo di relazioni alternativo alla corte, coltivando qualitàantitetiche: il controllo delle pulsioni aggressive ed erotiche, la raffinatezza e la leggerezza dei modi, l’intimità e la deroga alla gerarchia, la piacevolezza. Si definisce a partire da questa esperienza il concetto di POLITESSE applicato alle relazioni sociali.

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Il salotto di madame de Rambouillet

“Questa società e la corte erano due mondi diversi, dove le medesime persone che li frequentavano, passando dall’uno all’altro, cessavano di essere le stesse… Quando si entrava nell’hôtel de Rambouillet, ci si lasciava alle spalle la politica e gli intrighi; quando si andava a corte, le abitudini dell’ hôtel si dissimulavano, cedendo al trono dominante. Quanto più la corte era agitata e corrotta, tanto più la società di Rambouillet era ricercata e brillante”.

[Pierre-Loius Roederer, Mémoires pour servir à l’histoire de la sociétépolie en France, 1835, in Craveri, p. 59]

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Il salotto di madame de Rambouillet

L’hôtel e la “camera azzurra”: funzionalizzazione degli spazi domesticialla nuova concezione del vivere:

“Una sera, scontenta di tutti i progetti che le venivano sottoposti… dopo averci riflettuto a lungo, si mise a gridare: ‘Presto, della carta! Ho trovato il modo di fare quel che volevo’. E lì per lì ne fece il disegno, perchénaturalmente sapeva disegnare… E tale disegno venne seguito punto per punto. E’ lei che ha insegnato a mettere le scale da un lato, così da avere una grande infilata di stanze, ad alzare i soffitti e a fare delle finestrealte e larghe e disposte simmetricamente le une di fronte alle altre. E ciò è vero al punto che, quando Maria de’Medici fece costruire il Luxembourg, ordinò agli architetti di andare a vedere l’hôtel de Rambouillet, dal che essi trassero giovamento. E’ lei che per prima ha avuto l’idea di dipingere una stanza di un colore diverso dal rosso o dal cuoio; e per questo alla sua grande sala è stato attribuito il nome di “Camera azzurra” [Tallemant de Réaux, Historiettes, citato da Craveri, La civiltà, p. 55]

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Il salotto di madame de Rambouillet

L’hôtel e la “camera azzurra” come luogo ideale:

“[La marchesa] ha scoperto l’arte di far sorgere su un terreno di dimensioni modeste un ampio palazzo. L’ordine, l’armonia e la pulizia contraddistinguono tanto gli ambienti quanto l’arredamento. Nella sua casa tutto èmagnifico, tutto è speciale: le lampade sono diverse da quelle che si vedono altrove, le stanze sono piene di mille rarità che attestano la competenza di colei che le ha scelte. L’aria… è sempre profumata; molti cestini magnifici, pieni di fiori, creano nella sua casa una eterna primavera; e il luogo in cui la si vede di solito è cosìpiacevole, così ben ideato, che si ha l’impressione, quando le si è accanto, di essere sotto l’effetto di un incantesimo”

[Mademoiselle de Scudéry, Artamène ou le Grand Cyrus, in Craveri, p. 57]

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Il salotto di madame de Rambouillet

La Camera azzurra come modello

Essa fu frequentata dalle dame francesi che nel corso del XVII secolo perpetuarono l’uso di ricevere periodicamente in casa:madame de Longueville, madame de Scudery, madame de Sevigné e madame da La Fayette.

Così la consuetudine poté essere recuperata oltre la lacerazione provocata dalla Fronda e riuscì a resistere all’espansione dello spazio della corte sotto Luigi XIV.

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Il salotto come forma di socialità- Non è un’istituzione, come l’Accademia, o il club, ma non è neppure

un’attività spontanea ed estemporanea;- È la riunione periodica di un gruppo di persone in una residenza privata;- Frequente è la cadenza settimanale, con serata fissa;- Il gruppo si raccoglie attorno a un nucleo di habitué, ma ha composizione

variabile; di solito sono ammessi entrambi i generi;- Figura centrale del salotto è la padrona o, più raramente, il padrone di casa;- Colei che ospita “governa” il salotto: convoca e presiede le riunioni, sceglie

gli ospiti, organizza le attività;- Le attività salottiere sono varie: la loro gamma risponde al modello prescelto

dalla padrona di casa; prioritaria è la conversazione, che può essere accompagnata da attività ludiche, o culturali;

- La presenza di dame stabilisce il tono della conversazione e alle occupazioni del salotto;

- I rapporti interpersonali nel salotto sono di natura amicale, dunque paritetici. Tendono a prescindere pertanto dalle distinzioni di ceto e dalle gerarchie pubbliche

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Il salotto intellettuale del XVIII secolo

“Ho perso il mese scorso la marchesa di Lambert, che, sebbene avesse ottantasei anni, era mia amica da molto tempo. I dotti e gli honnêtes gens si ricorderanno a lungo di lei… la sua casa rendeva onore a tutti coloro che vi erano ammessi. Io andavo regolarmente a pranzo da lei il mercoledì, che era uno dei suoi giorni; vi si ragionava, e il gioco delle carte era rigorosamente bandito, come nel famoso hôtel de Rambouillet, così celebrato da Voiture e Balzac”.

[Marchese d’Argenson, Journal, 1733]

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Il salotto intellettuale del XVIII secolo

“Gli uni vi portavano il sapere e i lumi, gli altri quella civiltàe quella urbanità di cui neppure il merito può fare a meno (…). Gli uomini di mondo uscivano dalla sua casa più colti e gli uomini di lettere più amabili”.

[Jean-Baptiste Le Rond D’Alembert, cit. da B. Craveri, Madame du Deffand e il suo mondo, Adelphi, 2001, p. 88]

“L’unione è stata di reciproca utilità. Le persone di mondo hanno coltivato lo spirito, formato il gusto e trovato nuovi piaceri. Gli uomini di lettere ne hanno tratto vantaggi non inferiori. Hanno trovato considerazione, perfezionato il gusto, affinato lo spirito, ingentilito i costumi e acquistato su vari argomento lumi che non avrebbero attinto dai libri”

[Charles Pinot Duclos, Considérations sur les moeurs de ce siècle, 1751, cit. in Craveri, Madame du Deffand, p. 88]

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La socialità francese del XVIII secolo e la

formazione del PUBBLICO

“I costumi fanno di Parigi quel che lo spirito del governo fa a Londra: promuovono nella società la fusione e l’uguaglianza di condizioni che nello Stato sono distinte e subordinate. Tutte le classi sociali vivono a Londra nel più stretto contatto, perché tutti i cittadini hanno bisogno gli uni degli altri: l’interesse comune li avvicina. I piaceri producono lo stesso effetto a Parigi. Tutti quelli che si piacciono si riuniscono; con questa differenza, però, che l’uguaglianza quando deriva da un principio di governo è un grandissimo bene, e un grandissimo male quando deriva solo dai costumi, perché ciò non accade se non attraverso la corruzione”.

[Duclos, cit.in Craveri, Madame du Deffand, 88]

“Il pubblico manifesta un’avida curiosità per argomenti che una volta gli erano del tutto indifferenti. E’ stato eretto un tribunale indipendente, ma rispettato da tutti i poteri, che valuta tutti i talenti e dà giudizi di merito in ogni campo; e, in un secolo illuminato, in un secolo in cui ogni cittadino può parlare a tutta la nazione per mezzo della stampa, coloro che hanno il talento di istruire gli uomini e il dono di commuoverli, in una parola gli uomini di lettere, sono in mezzo al pubblico disperso quello che erano gli oratori romani o ateniesi in mezzo al popolo adunato”.

[Chrétien-Guillaume de Lamoignon de Malesherbes, discorso 1775, citato ivi]

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CICISBEI

Roberto Bizzocchi, Cicisbei. Morale privata e identità nazionale in Italia, Roma-Bari, 2008

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Area italiana: i CICISBEI

Salotti e socialità in Italia: la posizione della donna nobile èmeno solida che in Francia; se la dama si proietta fuori dall’ambito domestico si sente avverte la necessità di rafforzare la tutela →

il CICISBEO è una controfigura, un sostituto del marito, che accompagna la dama in società.

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CICISBEI

Caratteri del cicisbeismo:

- Il nome deriva da un’onomatopea, che imita il bisbiglio;- È un costume esclusivamente nobiliare; rari i casi di

cicisbeato nei ceti borghesi;- La dama è sempre una donna sposata: la presenza di

un cicisbeo presuppone l’esistenza di un coniuge;- Il cicisbeo può essere celibe o coniugato; l’età varia, ma

più spesso si tratta di un giovane;- Fra dama e cicisbeo c’è parità di rango: il cicisbeo è

nobile;- Il cicisbeato è un rapporto stabile e in genere esclusivo;- Non si tratta, di norma, di un rapporto erotico, sebbene

gli osservatori stranieri tendano a sottolineare questo aspetto;

- Il cicisbeato nell’Italia del XVIII secolo è un’istituzione ausiliaria della famiglia nobile.

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CICISBEIVienna, 20 settembre 1716: “Qui non ci sono né coquettes né bacchettone.

Nessuna donna osa apparire così coquette da incoraggiare 2 amanti contemporaneamente, e non ne ho viste nemmeno di così bacchettone da simulare fedeltà ai mariti, che sono per altro le migliori paste d’uomo al mondo e considerano con approvazione i galanti delle loro mogli, come gli uomini fanno coi supplenti, che li sbarazzano della parte più noiosa dei loro affari, benché gliene resta poi anche a loro, perché generalmente sono essi stessi supplenti in un altro luogo. Per farla breve, è costume stabilito che ogni dama abbia due mariti, uno che ne porta il nome, e l’altro che ne compie i doveri; e quest’impegni sono tanto noti, che sarebbe un vero e proprio affronto pubblico invitare una donna di qualità a una cena snza al tempo stesso invitare i suoi 2 seguaci – l’amante e il marito – fra i quali sta sempre seduta come in trono con grande serietà”.

[Mary Wortley, lady Montague, The complete letters, cit. in Bizzocchi, Cicisbei]

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CICISBEI“Non si conoscevano che partiti e fazioni. I tradimenti, le

stragi erano cose famigliarissime. I matrimoni […] non servivano sciaguratamente che a consolidare l’inondante calamità […] Violenza, ebrietà e sfrenata libidine, ecco il costume di que’ tempi. Una barbara gelosia teneva allora schiave le donne, e serrate nei più nascosti appartamenti di casa. [Ma poi] una felice rivoluzione èvenuta […] Noi crediamo fermamente che le donne abbiano ai piaceri della virtù lo stesso diritto che v’abbiamo noi. Noi perciò abbiamo loro aperto l’adito agli spettacoli d’ogni genere, alle pubbliche comparse, ai ridotti, ai caffè, alle conversazioni, alle accademie […]

“Voi vedete così che non più, come successe un giorno, sospetti i più leggieri fanno fra noi né versar sangue, némacchinar tradimenti, né suscitare disordini […] La galanteria nel suo oggetto generale non contiene che un paio d’uffizi scambievoli atti di lor natura a cementare negli animi la concordia e la beneficenza”.

[Giuseppe Compagnoni e Francesco Albergati Capacelli, Lettere piacevoli se piaceranno, Modena 1791, cit. in Bizzocchi, Cicisbei]

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CICISBEI

da Bizzocchi, Cicisbei

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CICISBEI

Cronologia:inizi XVIII secolo (crisi del modello culturale spagnolo) –età rivoluzionaria (avvento del modello sociale borghese)

Geopolitica:• grande rilievo del cicisbeato nelle città di stati

repubblicani, ai fini del consolidamento dei legami di ceto;

• presenza ampia in tutta l’area a tradizione urbana (centro-nord della penisola);

• controllo del cicisbeato da parte delle corti nelle capitali di Regni

• sicura ma scarsa e tardiva diffusione nell’Italia meridionale

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CICISBEI

Charles de Brosses, Viaggio in Italia, 1740

SU VENEZIA“Sarebbe per una donna una specie di disonore se non le

fosse pubblicamente ascritto un uomo. Ma, un momento, la politica è, in questo, elemento decisivo. La famiglia ne fa uso come il re di Francia nell’elezione dell’abate dei cistercensi; si lascia che la donna scelga, mettendo solo il veto al tale o al tal’altro. Ella non deve mai mettersi in testa di prendere qualcuno che non sia nobile, e tra questi, che non abbia ingresso nei Pregadi, ossia Senato, e nei consigli; la cui famiglia non sia abbastanza potente da poter appoggiare gli intrighi, e al quale non si possa dire: “Signore, domattina mi occorrono tanti voti per mio cognato o per mio marito”.

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CICISBEI

Ragioni della pratica del cicisbeato:

• necessità di un sistema che consentisse alle donne aristocratiche di incrementare la propria vita sociale, riequilibrando il binomio libertà/controllo

• caratteri del matrimonio aristocratico, non fondato sulla libera elezione del coniuge: opportunità di rendere piùflessibile il legame da entrambe le parti

• necessità contingenti di “supplenza” del marito• elevato numero di giovani nobili celibi, non destinati al

matrimonio, ma sempre meno alla Chiesa • affinamento e pacificazione delle aristocrazie e

formazione di giovani nobili• acculturazione delle donne

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CICISBEI

Cause della fine del cicisbeismo:• elaborazione di un’identità nazionale incentrata sull’etica

borghese• avvento della cultura e del paradigma sentimentale

romantico• mutamento del rapporto coniugale, che ora esige

esclusività• mutamento dei profili sociologici: “imborghesimento”

della nobiltà• avvento di una socialità più disciplinata• riproposizione di forme di socialità esclusivamente

maschili• sviluppo dell’associazionismo femminile