formicolio dita, dipende da cervicale e cattiva ... · angelina jolie, associati a un maggior...
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Anno V – Numero 1150 Lunedì 3 Luglio 2017 – S. Tommaso Apostolo
AVVISO Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
Farmaco per tutti”;
2. Eventi Mese di Luglio
3. FAF in farmaDAY
4. Sussidio e consulenza
legale gratuita
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute 5. “FORMICOLIO DITA,
dipende da cervicale e
cattiva circolazione”, Vero
o Falso?
6. Tumore alla prostata,
verso una terapia
personalizzata con un
esame del sangue?
Prevenzione e Salute
7. CELLULITE, che fare?
Quali sono le cause e i
rimedi contro la pelle «a
buccia d’arancia»
8. Ceretta «hard» alle parti
intime abitudine diffusa
ma rischiosa
Meteo Napoli
Lunedì 3 Luglio
Sereno
Minima: 20° C Massima: 27 °C Umidità: Mattina = 73%
Pomeriggio = 45%
“FORMICOLIO DITA, dipende da cervicale e cattiva circolazione”, Vero o Falso?
Quando compare quel fastidioso formicolio alle dita, molte persone sono portate a credere che si tratti di un problema di cervicale e di cattiva circolazione. Vero o falso?
“FALSO. Sebbene il formicolio alle dita possa essere causato anche dalla radicolopatia cervicale, bisogna sospettare sempre la presenza di sindrome del tunnel carpale, una patologia legata alla compressione di un nervo al polso, il nervo mediano. La sindrome del Tunnel Carpale è una patologia molto fastidiosa che è caratterizzata da formicolio alle dita soprattutto di notte – spiega l’esperta. Spesso capita di vedere pazienti che giungono ad una corretta diagnosi dopo molti anni dall’insorgenza dei sintomi perché mal consigliati o perché spesso abituati erroneamente a farsi autodiagnosi di sofferenza cervicale o vascolare. Attendere troppo a lungo prima di intervenire e sopportare il formicolio può comportare danni permanenti al nervo con perdita della sensibilità delle dita. L’intervento chirurgico, che dà ottimi risultati nelle compressioni di lieve o moderata entità, può non essere risolutivo nelle forme gravi. Infatti, più il nervo è compromesso, minore è la sua capacità di rigenerazione e più alte sono le probabilità che il danno nervoso sia permanente. Occorre perciò sottoporsi ad una visita specialistica per una corretta diagnosi. La sindrome del tunnel carpale è basata sui disturbi e su un esame specifico, l’elettromiografia (EMG). Pertanto, prima di sottoporsi a visita specialistica occorre chiedere al proprio medico di eseguire una EMG che fornirà informazioni sulla entità della compressione nervosa e permetterà di fare diagnosi differenziale con una radicolopatia cervicale. Nel caso di forme iniziali o di compressioni refertate lievi alla EMG, può essere d’aiuto l’utilizzo di notte di un tutore specifico per il polso chiamato proprio “tutore per la sindrome del tunnel carpale” che si può trovare in qualunque farmacia o sanitaria e che allevia i disturbi notturni.” (Salute, Humanitas)
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Proverbio di oggi….…….. Chi nasce p’a’ forca nun more pe’ mare.
(ovvero Non Puoi Cambiare il Tuo Destino).
Chi troppo s’inchina, mostra il sedere
PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
SCIENZA E SALUTE
TUMORE ALLA PROSTATA, VERSO UNA TERAPIA PERSONALIZZATA CON UN ESAME DEL SANGUE?
Un esame del sangue per una medicina personalizzata nella terapia del tumore alla prostata.
È il test perfezionato da alcuni ricercatori dell’Institute of Cancer Research di Londra (Regno Unito) per selezionare i pazienti con più probabilità di rispondere a un certo trattamento. Si tratta di un farmaco che ha come target alcune variazioni genetiche del tumore. «Lo studio è un esempio eclatante dell’avanzamento della medicina verso trattamenti su misura per il singolo paziente», dice il dottor Massimo Lazzeri, urologo dell’ospedale Humanitas. Il test, oltre a questa sorta di screening dei pazienti, avrebbe anche ulteriori benefici: fornirebbe informazioni utili sull’efficacia della terapia permetterebbe di monitorare l’eventuale sviluppo della resistenza al farmaco da parte del tumore.
La ricerca – pubblicata su Cancer Discovery – è stata condotta su 49 pazienti. Il farmaco in questione è in grado di eliminare le cellule tumorali che contengono geni “difettosi”, geni che partecipano alla riparazione del DNA come il BRCA 1 e il BRCA 2. Il farmaco non sempre è efficace: lo è immediatamente perché deve fare i conti con la resistenza del tumore.
I ricercatori hanno visto che
nei pazienti che rispondevano al farmaco questi livelli si riducevano consistentemente (il 50% come valore mediano);
nei pazienti per i quali la terapia era inconcludente, i livelli di DNA aumentavano. A queste variazioni erano anche associati diversi tassi di sopravvivenza, più alti per il primo gruppo. «Con questa ricerca si “entra” nel DNA del tumore. Sappiamo – spiega il dottor Lazzeri – che nel nostro organismo ci sono dei “meccanici” che intervengono per riparare i difetti del DNA e per evitare che quel difetto possa dar vita a un tumore. In alcuni casi, però, sono i meccanici stessi sono difettosi, dunque non in grado di riparare i guasti. Ecco che il rischio di tumore aumenta». È a questi “meccanici” che bisogna guardare: «Posso sapere se sono portatore di questi enzimi di riparazione difettosi e dunque a maggior rischio oncologico? Sì, lo è ad es. chi è portatore dei geni BRCA 1 e 2, quelli saliti agli onori della cronaca con il caso di Angelina Jolie, associati a un maggior rischio di tumore alla mammella. Recentemente si è considerato che la trasmissione del gene BRCA 2 possa esporre il paziente ad un rischio maggiore di tumore alla prostata rispetto alla popolazione di controllo». TUMORE ALLA PROSTATA E FAMILIARITÀ «Fino a oggi si è pensato che la familiarità per il tumore alla prostata sia legata solo alla linea maschile (padre, fratello, zio); potrebbe invece diventare utile valutare anche la storia familiare femminile nei pazienti esaminati per un sospetto tumore prostatico». (Salute, Humanitas)
Il Test misura i livelli di DNA Tumorale Circolante nel Sangue
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PREVENZIONE E SALUTE
CELLULITE, che fare? Quali sono le CAUSE e i RIMEDI contro la pelle «a BUCCIA D’ARANCIA»
La prova costume spesso è l’unico vero spauracchio per chi soffre di ritenzione idrica, che nei mesi invernali può mascherare o celare in vario modo l’odiata pelle «a buccia d’arancia». Ma la cellulite è segno di problemi di salute che vanno dalla cattiva
alimentazione, alla stasi venosa a patologie più serie. Non va quindi
sottovalutata: qualche indicazione sulle cause che la provocano, sulle cure e i
rimedi per contrastarla e «la prova» per capire se si tratta davvero di cellulite.
Che cos’è La ritenzione idrica (o più correttamente idrosalina) è determinata dall’accumulo
di acqua e sodio nel tessuto sottocutaneo, tra una cellula e l’altra (spazio
interstiziale).
Quando il fenomeno assume connotati importanti, in genere, si preferisce parlare
di edema (gonfiore);
il termine anasarca, invece, è utilizzato per indicare un edema grave diffuso a tutto l’organismo.
La ritenzione idrica si manifesta soprattutto a livello di gambe, zona intorno all’addome, glutei e
talvolta braccia e mani. Nei casi più gravi (edema importante) si possono riscontrare evidenti
cambiamenti di peso e mal di testa.
La prova (segni e sintomi) Se si schiaccia con un dito la pelle in un’area edematosa si forma un
avvallamento. Nelle forme lievi (1+) l’affossamento è minimo (meno di 2
mm) e scompare rapidamente appena si interrompe la pressione.
Nelle forme medie (2+) è più profondo (2-4 mm) e scompare in 10-25
secondi.
In caso di edema via via più importante (forme patologiche)
l’avvallamento è sempre più profondo e duraturo
Le cause - Ritenzione idrica alimentare È legata a una dieta troppo ricca di sodio e quindi all’eccessiva salatura degli
alimenti, all’uso frequente di esaltatori di sapidità e al consumo di cibi molto
salati (acciughe, salumi, salse, ecc.).
L’assunzione di quantità elevate di sodio determina un aumento del volume
dei fluidi extracellulari (l’acqua viene richiamata al di fuori dalle cellule per
osmosi).
Le cause - Ritenzione idrica CIRCOLATORIA È legata alla stasi venosa dovuta al venire meno del corretto funzionamento
della circolazione venosa diretta dalla periferia al cuore.
Il sangue ristagna in parte nelle vene, provocando un flusso di liquido da
questi vasi verso gli spazi interstiziali delle cellule.
PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
Le CAUSE - Ritenzione idrica da FARMACI Anche l’uso prolungato, massiccio, o improprio di farmaci può portare a ritenzione idrica.
Tra i medicinali più noti per dare questo effetto rientrano:
cortisone, alcune pillole contraccettive, farmaci per la pressione (calcio-antagonisti) e gli stessi diuretici
se usati a sproposito (piccole dosi senza necessità, ma solo per essere più «asciutti») possono predisporre
a stati di ritenzione idrica.
Le CAUSE - Ritenzione idrica SECONDARIA Si tratta di ritenzione idrica come effetto di patologie, spesso gravi, tra cui
rientrano principalmente malattie di reni, cuore e fegato, nonché alterazioni del
sistema linfatico (linfoedema). In questi casi è più corretto parlare di edema.
La DIAGNOSI Il primo passo è escludere che il paziente si senta gonfio perché sta ingrassando
Se si evidenzia una reale ritenzione idrica bisogna capirne la causa. Un’attenta valutazione delle
abitudini del paziente permette in genere di stabilire se è legata allo stile di vita (alimentazione
scorretta, sedentarietà) o all’uso di particolari farmaci (cortisone, alcuni antipertensivi, ecc.)
Qualora si sospettino patologie cardiache, renali o epatiche occorre eseguire esami del sangue
mirati e altri test specialistici in relazione alla causa supposta.
Le CURE In circa il 90% dei casi la ritenzione idrica è di origine alimentare e
comportamentale per cui per contrastarla bisogna intervenire
principalmente sullo stile di vita e quindi ridurre il consumo di sale,
non fumare, limitare gli alcolici, idratarsi correttamente
Quando l’eccessivo gonfiore è legato all’assunzione di farmaci bisogna valutare insieme al medico
se sospenderli, modificarne il dosaggio o cambiare addirittura medicinale
Nel caso in cui l’edema sia legato a specifiche patologie bisogna intervenire su queste con terapie
mirate.
I CONSIGLI Alcuni accorgimenti possono alleviare il fastidio a gambe e caviglie, legato
alla ritenzione idrica:
Massaggiare le gambe con movimenti circolatori
Evitare scarpe con tacco a spillo o rasoterra
A fine giornata fare un pediluvio con acqua tiepida e sale grosso
Quando se ne ha la possibilità, sdraiarsi tenendo le gambe
sollevate.
Gli ESERCIZI CHE AIUTANO Nei momenti di relax fare alcuni semplici esercizi per favorire il
microcircolo e ridurre il ristagno di liquidi.
(Salute, Corriere)
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PREVENZIONE E SALUTE
CERETTA «HARD» ALLE PARTI INTIME ABITUDINE DIFFUSA MA RISCHIOSA
Molte donne scelgono una depilazione completa della zona inguinale pensando che sia più igienica (oltre che più sexy), ma è piuttosto vero il contrario
In principio fu Sex and the City. È stato infatti il telefilm di culto di fine anni ‘90 ad aver sdoganato anche in Italia la ceretta “alla brasiliana”, ovvero la depilazione totale o quasi delle parti intime femminili: descritta come pratica irrinunciabile delle newyorchesi emancipate, si è pian piano diffusa ovunque. Anche più di quanto fosse possibile immaginare, come spiega uno studio pubblicato su JAMA Dermatology: il 62 % delle oltre tremila donne intervistate da Tami S.
Rowen, ginecologa dell'università di San Francisco, ha ammesso di aver provato la depilazione integrale almeno una volta.
: Più frequente fra le donne giovani e istruite, oltre che fra le single e le più attive sessualmente, al contrario di quanto si potrebbe pensare la depilazione totale non viene scelta per migliorare il sesso o dedicarsi a pratiche particolari, come hanno suggerito ricerche
precedenti: chi ha un partner che si depila o che apprezza parti intime glabre ricorre alla ceretta più spesso, ma stando ai dati raccolti dalla Rowen il motivo principale è volersi sentire “pulite”. «Molte pensano che sia più igienico eliminare tutti i peli e lo fanno non soltanto in vista di occasioni specifiche come una vacanza al mare, ma anche prima di andare dal ginecologo Qualsiasi situazione che porti la donna a esporre l'area genitale, quindi, favorisce il ricorso al rasoio: anche se si trovano in una situazione per così dire asettica, le donne sono molto consapevoli dell'aspetto della propria area genitale e associano l'assenza di peli a pulizia e ordine».
Peccato sia vero esattamente il contrario: i peli pubici sono una sorta di “cuscino protettivo” per la pelle
sensibile della zona, mantengono adeguate condizioni di umidità impedendo il proliferare di lieviti e funghi sono un elemento di difesa nei confronti dei germi esterni perché li “intrappolano” impedendo che
entrino in vagina, non a caso le ragazzine in età prepuberale sono più a rischio di irritazioni. Inoltre, una ricerca pubblicata su Urology ha dimostrato che nell'arco di poco meno di 10 anni, dal 2002 al 2010, il numero di “incidenti” correlati alla depilazione intima è aumentato e oggi circa il 3% delle visite in pronto soccorso per traumi genitourinari deriva dal desiderio di togliere i peli dalla zona: i rasoi usati malamente sono i principali responsabili e benché non ci sia ancora la certezza che
le micro-abrasioni connesse alla depilazione possano facilitare le infezioni sessualmente trasmesse, come alcuni medici temono, è un dato di fatto che la pratica possa provocare follicoliti, piccoli ascessi, lacerazioni e perfino reazioni allergiche alle sostanze irritanti contenute nei prodotti per la depilazione, dalle cerette alle creme depilatorie o per i rasoi.
Meglio evitarlo, quindi, depilandosi quel tanto che basta per mettere il costume senza imbarazzi ma sottraendosi a una moda che, «deriva da un'immagine del corpo femminile irreale: un'ideale tipo bambola Barbie che i media propongono troppo spesso». (Salute, Corriere)
GIOVANI E PREOCCUPATE
PER L’IGIENE
I RISCHI DELLA
DEPILAZIONE TOTALE
PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione
Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2017. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; le modalità di partecipazione.
L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)
ORDINE: Il CARDINALE di Napoli, S.E. Crescenzio SEPE per la prima volta incontra, presso la Sede dell’Ordine,
i Farmacisti Napoletani
Lunedì 3 Luglio, ore 20.30, Sede Ordine- Arcivescovo Metropolita di Napoli
Nel corso della serata si parlerà anche del Progetto “Un Farmaco per Tutti” che ha come obiettivo quello di contrastare la Povertà Sanitaria. Ad oggi hanno aderito 128 Farmacie.
Si invitano i Colleghi a partecipare a questo importante evento.
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
ORDINE: SERATA DEDICATA AL CAMBIAMENTO DELLA PROFESSIONE
Lunedì 10 Luglio, ore 20.30 – Renaissance Naples Hotel Mediterraneo – L’Ordine in collaborazione con la Business School ha organizzato l’importante evento che ha come focus “Il Cambiamento della Professione”. Si invitano i Colleghi a partecipare a questo evento. Nel corso della serata sarà offerto un buffet nel Roof Garden
Terrazza Angiò, all’undicesimo piano.
Interverranno: Presidente di
Federfarma Napoli, Michele DI IORIO
Federfarma Servizi, Antonello MIRONE
PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
ORDINE: CAMPAGNA INFORMATIVA DI PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto “La Prevenzione sul Melanoma”.
Il Mese di LUGLIO è dedicato alla Prevenzione del MELANOMA Un gruppo di Dermatologi è a disposizione dei Cittadini per un CONSULTO GRATUITO
presso la Sede dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli secondo il Calendario riportato nella locandina
PAGINA 10 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
ORDINE: LOCANDINA CAMPAGNA INFORMATIVA PREVENZIONE AL MELANOMA
L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto una locandina informativa che riporta le raccomandazioni ed i consigli per la prevenzione del Melanoma
Le Locandine e i Volantini saranno
distribuiti dal mese di Luglio
a tutte le farmacie di NAPOLI e
PROVINCIA.
PAGINA 11 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1150
Modulo 6/I:
SINTOMI IN FARMACIA: Ruolo del Farmacista
TOSSE (IX)
Aspetti pratici Diabetici: generalmente si pensa che data la breve durata di trattamento con medicinali per la tosse la loro quantità di zuccheri sia relativamente senza importanza. Il livello del diabete è spesso sconvolto durante le infezioni e lo zucchero in eccesso sembra non essere considerato come un problema grave. Ciononostante molti pazienti diabetici possono preferire un prodotto senza zucchero, come molti altri clienti che desiderano ridurre la quantità di zucchero nella dieta per loro ed i loro bambini, per questo sono disponibili ora in commercio diversi prodotti. Questi prodotti possono contribuire a migliorare la salute dei denti, e i Farmacisti devono assicurarsi di acquistare ed esporre una serie di prodotti senza zucchero. Vapori inalati (Aerosol): questi possono essere utili, particolarmente nella tosse grassa. Prove cliniche indicano alcuni benefici e non sono mai stati riscontrati danni. Il vapore aiuta a sciogliere le secrezioni e i pazienti trovano un sollievo nell'inalare vapore. Mentre non c'è evidenza che la somma di principi attivi vaporizzati produca un effetto clinico migliore rispetto a un unico principio attivo vaporizzato, in alcuni casi più preferibile aggiungere essenze di mentolo ed eucalipto o inalarne solo i principi attivi. Si dovrebbe aggiungere un cucchiaino da tè in acqua calda (non bollente) ed il vapore dovrebbe essere inalato. Inoltre poiché c'è il rischio di volatilizzare anche rapidamente i costituenti in acqua bollente, una stoffa o un asciugamano possono essere messi sulla testa per intrappolare il vapore. Vapori fluidi: i vapori aiutano ad idratare i polmoni ed associati a bevande calde si ottiene un vero e proprio effetto calmante. Si consigliano generalmente a pazienti con tosse e raffreddore (circa 2 L al giorno).
Caso Pratico di Soggetto Affetto da Tosse che si Presenta in Farmacia
Un ragazzo approssimativamente di 25 anni chiede di raccomandargli qualcosa per la sua tosse. Racconta di avere un cattivo raffreddore ed ha un colorito un po' pallido. Dice di avere la tosse da alcuni giorni, con naso chiuso e gola infiammata, non sente dolore quando respira né ha il fiato corto. La tosse era grassa all' inizio ma lui dice che ora è irritante e pizzica. Il ragazzo non ha assunto altri medicinali finora né sta prendendo alcun farmaco prescritto dal dottore.
Il parere del Farmacista: in questo paziente ci sono i comuni sintomi di
raffreddore e nessun sintomo pericoloso associato alla tosse che possa condurre ad
un consulto medico. Non assume nessun tipo di farmaco, quindi la scelta di un
possibile trattamento è più ampia. Si potrebbe consigliare qualcosa per alleviare il
raffreddore e la tosse, per esempio un antitussivo ed un simpaticomimetico. Sarebbe
una buona scelta, un simple linctus o un decongestionante sistemico per uso locale. Se viene consigliato un
decongestionante, il paziente dovrebbe essere avvisato di non usarlo più di una settimana per evitare la possibilità di una
ricaduta.
Il parere del Medico: la cura suggerita dal Farmacista è molto ragionevole. Sarebbe opportuno spiegare al paziente che
è affetto da un' infezione virale fine a se stessa e che dovrebbe migliorare entro pochi giorni. Se il paziente è un fumatore,
sarebbe opportuno incoraggiarlo a smettere.
Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider
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