foscolo - dei sepolcri
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5/20/2018 Foscolo - Dei Sepolcri
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Ugo Foscolo
Dei sepolcri
Op.Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
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Edizioni di riferimentoelettroniche
Liz, Letteratura Italiana Zanichelli
a stampaUgo Foscolo,Sonetti e Odi , a cura di F. Pagliai G. Folena, Firenze, Le Monnier,1985
DesignGraphiti, Firenze
ImpaginazioneThsis, Firenze-Milano
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Ugo Foscolo Dei sepolcri
Dei Sepolcri
a Ippolito PindemonteAllombra de cipressi e dentro lurne
Confortate di pianto forse il sonnoDella morte men duro? Ove pi il SolePer me alla terra non fecondi questa
5 Bella derbe famiglia e danimali,
E quando vaghe di lusinghe innanziA me non danzeran lore future,N da te, dolce amico, udr pi il versoE la mesta armonia che lo governa,
10 N pi nel cor mi parler lo spirtoDelle vergini Muse e dellamore,Unico spirto a mia vita raminga,Qual fia ristoro a d perduti un sassoChe distingua le mie dalle infinite
15 Ossa che in terra e in mar semina morte?Vero ben, Pindemonte! Anche la Speme,Ultima Dea, fugge i sepolcri; e involveTutte cose lobblio nella sua notte;E una forza operosa le affatica
20 Di moto in moto; e luomo e le sue tombeE lestreme sembianze e le reliquieDella terra e del ciel traveste il tempo.
Ma perch pria del tempo a s il mortaleInvidier lillusion che spento
25 Pur lo sofferma al limitar di Dite?Non vive ei forse anche sotterra, quando
Gli sar muta larmonia del giorno,Se pu destarla con soavi cureNella mente de suoi? Celeste questa
30 Corrispondenza damorosi sensi,Celeste dote negli umani; e spessoPer lei si vive con lamico estintoE lestinto con noi, se pia la terraChe lo raccolse infante e lo nutriva,
35 Nel suo grembo materno ultimo asiloPorgendo, sacre le reliquie renda
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Ugo Foscolo Dei sepolcri
Dallinsultar de nembi e dal profanoPiede del vulgo, e serbi un sasso il nome,E di fiori odorata arbore amica
40 Le ceneri di molli ombre consoli.Sol chi non lascia eredit daffetti
Poca gioja ha dellurna; e se pur mira
Dopo lesequie, errar vede il suo spirtoFra l compianto de templi Acherontei,45 O ricovrarsi sotto le grandi ale
Del perdono dIddio: ma la sua polveLascia alle ortiche di deserta glebaOve n donna innamorata preghi,N passeggier solingo oda il sospiro
50 Che dal tumulo a noi manda Natura.Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
Fuor de guardi pietosi e il nome a mortiContende. E senza tomba giace il tuoSacerdote, o Talia, che a te cantando
55 Nel suo povero tetto educ un lauroCon lungo amore, e tappendea corone;E tu gli ornavi del tuo riso i cantiChe il lombardo pungean SardanapaloCui solo dolce il muggito de buoi
60 Che dagli antri abduani e dal TicinoLo fan dozi beato e di vivande.O bella Musa, ove sei tu? Non sentoSpirar lambrosia, indizio del tuo Nume,
Fra queste piante ovio siedo e sospiro65 Il mio tetto materno. E tu venivi
E sorridevi a lui sotto quel tiglioChor con dimesse frondi va fremendoPerch non copre, o Dea, lurna del vecchioCui gi di calma era cortese e dombre.
70 Forse tu fra plebei tumuli guardiVagolando, ove dorma il sacro capoDel tuo Parini? A lui non ombre poseTra le sue mura la citt, lasciva
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Devirati cantori allettatrice,75 Non pietra, non parola; e forse lossa
Col mozzo capo glinsanguina il ladroChe lasci sul patibolo i delitti.Senti raspar fra le macerie e i bronchiLa derelitta cagna ramingando
80 Su le fosse e famelica ululando;E uscir del teschio, ove fugga la Luna,Lpupa, e svolazzar su per le crociSparse per la funerea campagna,E limmonda accusar col luttuoso
85 singulto i rai di che son pie le stelleAlle obbliate sepolture. IndarnoSul tuo poeta, o Dea, preghi rugiadeDalla squallida notte. Ahi! sugli estintiNon sorge fiore ove non sia dumane
90 Lodi onorato e damoroso pianto.Dal d che nozze e tribunali ed are
Dier alle umane belve esser pietoseDi s stesse e daltrui, toglieano i vivi
Alletere maligno ed alle fere95 I miserandi avanzi che Natura
Con veci eterne a sensi altri destina.Testimonianza a fasti eran le tombe,Ed are a figli; e uscian quindi i responsiDe domestici Lari, e fu temuto
100 Su la polve degli avi il giuramento:
Religion che con diversi ritiLe virt patrie e la piet congiuntaTradussero per lungo ordine danni.Non sempre i sassi sepolcrali a templi
105 Fean pavimento; n aglincensi avvoltoDe cadaveri il lezzo i supplicantiContamin; n le citt fur mestedeffigiati scheletri: le madriBalzan ne sonni esterrefatte, e tendono
110 Nude le braccia su lamato capo
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Del lor caro lattante onde nol destiIl gemer lungo di persona mortaChiedente la venal prece agli erediDal santuario. Ma cipressi e cedri
115 Di puri effluvj i zefiri impregnandoPerenne verde protendean su lurne
Per memoria perenne, e preziosiVasi accogliean le lagrime votive.Rapan gli amici una favilla al Sole
120 A illuminar la sotterranea nottePerch gli occhi delluom cercan morendoIl Sole; e tutti lultimo sospiroMandano i petti alla fuggente luce.Le fontane versando acque lustrali
125 Amaranti educavano e violeSu la funebre zolla; e chi sedea
A libar latte e a raccontar sue peneAi cari estinti, una fragranza intornoSenta qual daura de beati Elisi.
130 Pietosa insania che fa cari gli ortiDe suburbani avelli alle britanneVergini dove le conduce amoreDella perduta madre, ove clementiPregaro i Genj del ritorno al prode
135 Che tronca fe la trionfata naveDel maggior pino, e si scav la bara.Ma ove dorme il furor dinclite geste
E sien ministri al vivere civileLopulenza e il tremore, inutil pompa
140 E inaugurate immagini dellOrcoSorgon cippi e marmorei monumenti.Gi il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo,Decoro e mente al bello Italo regno,Nelle adulate reggie ha sepoltura
145 Gi vivo, e i stemmi unica lande. A noiMorte apparecchi riposato albergoOve una volta la fortuna cessi
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Dalle vendette, e lamist raccolgaNon di tesori eredit, ma caldi
150 Sensi e di liberal carme lesempio.A egregie cose il forte animo accendono
Lurne de forti, o Pindemonte; e bellaE santa fanno al peregrin la terra
Che le ricetta. Io quando il monumento155 vidi ove posa il corpo di quel grandeChe temprando lo scettro a regnatoriGli allor ne sfronda, ed alle genti svelaDi che lagrime grondi e di che sangue;E larca di colui che nuovo Olimpo
160 Alz in Roma a Celesti; e di chi videSotto letereo padiglion rotarsiPi mondi, e il Sole irradiarli immoto,Onde allAnglo che tanta ala vi steseSgombr primo le vie del firmamento;
165 Te beata, gridai, per le feliciAure pregne di vita, e pe lavacriChe da suoi gioghi a te versa Apennino!Lieta dallaer tuo veste la LunaDi luce limpidissima i tuoi colli
170 Per vendemmia festanti, e le convalliPopolate di case e dolivetiMille di fiori al ciel mandano incensi:E tu prima, Firenze, udivi il carmeChe allegr lira al Ghibellin fuggiasco,
175 E tu i cari parenti e lidiomaDesti a quel dolce di Calliope labbroChe Amore in Grecia nudo e nudo in RomaDun velo candidissimo adornando,Rendea nel grembo a Venere Celeste:
180 Ma pi beata ch in un tempio accolteSerbi lItale glorie, uniche forseDa che le mal vietate Alpi e lalternaOnnipotenza delle umane sorti
Armi e sostanze tinvadeano ed are
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185 E patria e, tranne la memoria, tutto.Che ove speme di gloria agli animosiIntelletti rifulga ed allItalia,Quindi trarrem gli auspicj. E a questi marmiVenne spesso Vittorio ad ispirarsi.
190 Irato a patrii Numi, errava muto
Ove Arno pi deserto, i campi e il cieloDesioso mirando; e poi che nulloVivente aspetto gli molcea la cura,Qui posava laustero; e avea sul volto
195 Il pallor della morte e la speranza.Con questi grandi abita eterno: e lossaFremono amor di patria. Ah s! da quellaReligiosa pace un Nume parla:E nutra contro a Persi in Maratona
200 Ove Atene sacr tombe a suoi prodi,La virt greca e lira. Il naviganteChe veleggi quel mar sotto lEubea,Vedea per lampia oscurit scintilleBalenar delmi e di cozzanti brandi,
205 Fumar le pire igneo vapor, corruscheDarmi ferree vedea larve guerriereCercar la pugna; e allorror de notturniSilenzi si spandea lungo ne campiDi falangi un tumulto e un suon di tube
210 E un incalzar di cavalli accorrentiScalpitanti su gli elmi a moribondi,
E pianto, ed inni, e delle Parche il canto.Felice te che il regno ampio de venti,
Ippolito, a tuoi verdi anni correvi!215 E se il piloto ti drizz lantenna
Oltre lisole Ege, dantichi fattiCerto udisti suonar dellEllespontoI liti, e la marea mugghiar portando
Alle prode Rete larmi dAchille220 Sovra lossa dAjace: a generosi
Giusta di glorie dispensiera morte;
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N senno astuto n favor di regiAllItaco le spoglie ardue serbava,Ch alla poppa raminga le ritolse
225 Londa incitata daglinferni Dei.E me che i tempi ed il desio donore
Fan per diversa gente ir fuggitivo,
Me ad evocar gli eroi chiamin le MuseDel mortale pensiero animatrici.230 Siedon custodi de sepolcri, e quando
Il tempo con sue fredde ale vi spazzaFin le rovine, le Pimple fan lietiDi lor canto i deserti, e larmoniaVince di mille secoli il silenzio.
235 Ed oggi nella Trade inseminataEterno splende a peregrini un locoEterno per la Ninfa a cui fu sposoGiove, ed a Giove die Drdano figlioOnde fur Troja e Assraco e i cinquanta
240 Talami e il regno della Giulia gente.Per che quando Elettra ud la ParcaChe lei dalle vitali aure del giornoChiamava a cori dellEliso, a GioveMand il voto supremo: E se, diceva,
245 A te fur care le mie chiome e il visoE le dolci vigilie, e non mi assentePremio miglior la volont de fati,La morta amica almen guarda dal cielo
Onde dElettra tua resti la fama.250 Cos orando moriva. E ne gemea
LOlimpio; e limmortal capo accennandoPiovea dai crini ambrosia su la NinfaE fe sacro quel corpo e la sua tomba.Ivi pos Erittonio, e dorme il giusto
255 Cenere dIlo; ivi lIliache donneSciogliean le chiome, indarno ahi! deprecandoDa lor mariti limminente fato;Ivi Cassandra, allor che il Nume in petto
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Le fea parlar di Troja il d mortale,260 Venne; e allombre cant carme amoroso,
E guidava i nepoti, e lamorosoApprendeva lamento a giovinetti.E dicea sospirando: Oh se mai dArgo,Ove al Tidde e di Larte al figlio
265 Pascerete i cavalli, a voi permettaRitorno il cielo, invan la patria vostraCercherete! Le mura opra di FeboSotto le lor reliquie fumeranno.Ma i Penati di Troja avranno stanza
270 In queste tombe; ch de Numi donoServar nelle miserie altero nome.E voi palme e cipressi che le nuorePiantan di Priamo, e crescerete ahi prestoDi vedovili lagrime innaffiati,
275 Proteggete i miei padri: e chi la scureAsterr pio dalle devote frondiMen si dorr di consanguinei luttiE santamente toccher laltare.Proteggete i miei padri. Un d vedrete
280 Mendico un cieco errar sotto le vostreAntichissime ombre, e brancolandoPenetrar negli avelli, e abbracciar lurne,E interrogarle. Gemeranno gli antriSecreti, e tutta narrer la tomba
285 Ilio raso due volte e due risorto
Splendidamente su le mute viePer far pi bello lultimo trofeo
Ai fatati Pelidi. Il sacro vate,Placando quelle afflitte alme col canto,
290 I Prenci Argivi eterner per quanteAbbraccia terre il gran padre Oceno.E tu onore di pianti, Ettore, avraiOve fia santo e lagrimato il sanguePer la patria versato, e finch il Sole
295 Risplender su le sciagure umane.