frontespizio il capitale: istruzioni per l’uso secondo ciclo: “lavoro e produzione” salario o...
TRANSCRIPT
frontespizioIL CAPITALE:
ISTRUZIONI PER L’USO
Secondo Ciclo: “Lavoro e Produzione”
SALARIO O REDDITO?Libro I SezioneVI: Il Salario
Premessa 2 La forma di merce della forza-lavoro
Specificità e generalità della forma di merce della forza-lavoro
Equità e fissità del valore
Si scambia equivalente con
equivalente
Valore di scambio
Valore generale dei mezzi di
sussistenza per la conservazione e
riproduzione
Valore d’uso
L’unica merce che possiede la capacità
di creare valore attraverso il suo
valore d’usoIniquità nel valore d’uso e variabilità nella creazione di
valore
Si consuma di più del valore
Premessa 3 La forma di merce della forza-lavoro
Specificità e generalità della forma di merce della forza-lavoro
L’unica merce la cui proprietà appartiene al
lavoratore
Merce Semplice
L’unica merce non capitalistica, non
prodotta capitalisticamente
Uso capitalistico della forza-lavoro
La merce forza-lavoro è consumata in modo
capitalistico dopo la sua alienazione
Il processo di consumo della forza-lavoro coincide con il
processo di produzione
capitalistico delle merci
Le mistificazioni del salario 4 Alla superficie della società borghese il
compenso dell’operaio appare quale prezzo del lavoro.
Ma come misuriamo la grandezza del valore del lavoro?
Si tratterebbe di uno scambio di lavoro oggettivato -denaro- con lavoro vivente
Per il capitale non sarebbe conveniente
comprare una giornata
lavorativa di otto ore per otto ore
Ma soprattutto sarebbe una insulsa tautologia. Il lavoro è la sostanza e
la fonte di misura immanente dal valore, e quindi è valore, non ha
valoreSi finisce col dire che lavoro è uguale al lavoro Irrazionale e insignificante
Le mistificazioni del salario 5
O si scambia una giornata lavorativa di 12 ore del valore di
72 € con 72 € , ossia equivalente con
equivalente
O si scambia una giornata lavorativa di 12 ore del valore di 72 € con un minor
valore, 10 ore per 60 euro
O si abolisce la legge del valore
O si abolisce la produzione capitalistica
i 72 € non si trasformerebbero in
capitale, non vi sarebbe produzione
capitalistica.
Ponendo così come eguali grandezze diseguali; non più
equivalente per equivalente
Contraddizione per cui legge del valore e del plusvalore sembrano negarsi a vicenda
La misura dello scambio tra denaro e lavoro
Le mistificazioni del salario 6 L’economia politica ha mutuato la categoria
“prezzo del lavoro”. Ma da cosa dipende?
Le variazioni della domanda e dell’offerta spiegano le oscillazioni del prezzo di mercato attorno al prezzo naturale, ma non il prezzo
naturaleSe la domanda e l’offerta coincidono
l’oscillazione del prezzo cessa e allora queste cessano di spiegare
In tutte le merci allora si spiega attraverso i costi di produzione
Il prezzo della merce del lavoro dipende allora dal costo del lavoro. Il lavoro dipende dal lavoro.
L’economia politica si muoveva in un circolo vizioso e non riusciva a fare un passo avanti
L’inconsapevolezza di ciò ha avvolto l’economia politica classica in confusioni e contraddizioni insolubili, mentre ha offerto
all’economia volgare una sicura base operativa per la sua superficialità, che per principio
s’inchina solo all’apparenza
L’economia classica borghese tocca in via approssimativa il vero stato delle cose, senza
per altro formularlo in modo consapevole. Successivamente dal lavoro come unico fattore
della produzione si arriva alla pluralità dei fattori della produzione. Il salario non è più
propriamente SALARIO ma remunerazione del servizio/fattore/missione del lavoro
Le mistificazioni del salario 7
Il valore della forza-lavoro, pari al valore dei mezzi di sussistenza, vale meno di 72 euro,
cioè vale meno ore della giornata lavorativa Il salario è l’essenza del modo di produzione
capitalistica
E’ la quantità di lavoro richiesta per la produzione -e riproduzione-della forza lavoro- non la forma
oggettiva del lavoro che determina la grandezza di valore della merce.
Sul mercato delle merci si presenta davanti al compratore non il lavoro, ma il lavoratore. Ciò che egli vende è la propria forza-lavoro, non il
lavoro
Nell’espressione “valore del lavoro” il concetto di valore non solo è del tutto obliterato, ma rovesciato nel suo
opposto. E’ un’espressione immaginaria. E’ cosa abbastanza nota in tutte le scienze, tranne nell’economia politica, che nella loro apparenza le cose spesso risultano
invertite
La trasformazione del denaro in capitale è la trasformazione del lavoro in lavoro salariato.
L’operaio deve ricevere meno di 72 €
Se esistesse realmente una cosa come il valore del lavoro e se egli realmente pagasse questo valore (cosa tautologicamente insulsa) non esisterebbe
alcun capitale. E’ come dire lavoro=lavoro!!!
Per sua fortuna il capitalista fa funzionare la forza lavoro per un tempo maggiore di quello necessario alla
riproduzione della forza-lavoro.
Il lavoro è la sostanza immanente dei valori, ma esso stesso non ha
valore.
Le mistificazioni del salario 8 Il valore e i prezzi della forza lavoro si
presentano nella forma trasmutata di salario
Eppure il valore di 36 €, in cui si rappresenta la parte retribuita della giornata lavorativa appare nel salario come il valore o il prezzo
della giornata lavorativa complessivaLa forma del salario oblitera quindi ogni
traccia della divisione della giornata lavorativa in lavoro necessario e pluslavoro, in lavoro
retribuito e non retribuito.
In una giornata lavorativa di 12 ore, 6 ore di lavoro necessario e 6 ore di pluslavoro, su 72 €
di valore complessivo solo 36 € sono l’espressione monetaria di un valore nel quale
sono rappresentate le 6 ore lavorative
TUTTO IL LAVORO APPARE COME LAVORO RETRIBUITO
Le mistificazioni del salario 9 La metamorfosi del valore della forza-lavoro nella
forma del salario Su questa forma fenomenica che rende
invisibile il rapporto reale e mostra precisamente il suo opposto si fondano tutte le idee giuridiche dell’operaio e del capitalista, tutte le mistificazioni del modo di produzione
capitalistico, tutte le sue illusioni sulla libertà, tutte le chiacchiere apologetiche
dell’economia volgare
Per il salario vale quel che vale per tutte le forme fenomeniche e il suo sfondo nascosto. Le forme
fenomeniche si riproducono con immediata spontaneità; il rapporto sostanziale deve essere
scoperto dalla scienza. L’economia politica classica non può farlo finché rimane nella sua pelle
borghese.
La mistificazione per cui dalla vendita della merce forza-lavoro si passa alla vendita del
lavoro
X X
Le mistificazioni del salario 10
LAVORO NECESSAR
IO
6 OREPLUSLAVO
RO
6 OREGIORNATA LAVORATIV
A
12 ORESAGGIO DI
SFRUTTAMENTO = Pluslavoro /
Lavoro necessario = 6/6
= 100%
VALORE DELLA FORZA-LAVORO
36 €PLUSVALORE
36 €
NEO VALORE PRODOTTO
72 €
SAGGIO DI PLUSVALORE =
Plusvalore/ Valore forza lavoro = 36/36 = 100%
LAVORO PAGATO
LAVORO NON PAGATO
LAVORO VIVO unica fonte creatrice di
valore
ORIGINE SOCIALE DELLO SFRUTTAMENTO CAPITALISTICO
CAPITALE VARIABILE
(v)=36 €
PLUSVALORE (p)=36 €
SAGGIO DI PLUSVALORE
= (p)/(v) = 36/36 = 100%
Dal punto di vista del capitale
produttivo al punto di vista del lavoro
Le mistificazioni del salario 11 LAVORO
NECESSARIO
6 OREPLUSLAVO
RO
6 OREGIORNATA LAVORATIV
A
12 ORESAGGIO DI
PLUSLAVORO = Pluslavoro /
Lavoro necessario = 6/6
= 100%
VALORE DELLA FORZA-LAVORO
36 €PLUSVALORE
36 €
NEO VALORE PRODOTTO
72 €
SAGGIO DI PLUSVALORE =
Plusvalore/ Valore forza lavoro = 36/36 = 100%
PRODOTTO NECESSARIO
equivalente dei MEZZI DI SUSSISTENZA
NECESSARI PLUSPRODOTTO parte
del prodotto che rappresenta il
plusvalorePRODOTTO NETTO
ossia il valore aggiunto al netto del valore del logorio del
lavoro morto, o capitale costante SAGGIO DI
PLUSPRODOTTO = Quota del plusprodotto
sul prodotto rappresentato nel
lavoro necessario = 100%
Le mistificazioni del salario 12 LAVORO
NECESSARIO
6 OREPLUSLAVO
RO
6 OREGIORNATA LAVORATIV
A
12 ORESAGGIO DI
SFRUTTAMENTO = Pluslavoro /
Lavoro necessario = 6/6
= 100%
VALORE DELLA FORZA-LAVORO
36 €PLUSVALORE
36 €
NEO VALORE PRODOTTO
72 €
SAGGIO DI PLUSVALORE =
Plusvalore/ Valore forza lavoro = 36/36 = 100%
PRODOTTO NECESSARIO
equivalente dei MEZZI DI SUSSISTENZA
NECESSARI PLUSPRODOTTO parte
del prodotto che rappresenta il
plusvalorePRODOTTO NETTO
ossia il valore aggiunto al netto del valore del logorio del
lavoro morto, o capitale costante SAGGIO DI
PLUSPRODOTTO = Quota del plusprodotto
sul prodotto rappresentato nel
lavoro necessario = 100%
Nelle leggi del SALARIO è
differenza tra SALARIO
NOMINALE E SALARIO REALE
DIFFERENZA TRA VALORE DI SCAMBIO
DELLA FORZA LAVORO E MASSA DEI MEZZI DI
SUSSISTENZA
Il salario nominale è
salario STIMATO in
termini monetari
SALARIO NOMINALE
36 €
SALARIO REALE o potere d’acquisto
o SALARIO MATERIALE
Dalla sostanza di valore alla forma del
salario
Il salario a tempo 13 LAVORO
NECESSARIO
6 OREPLUSLAVO
RO
6 OREGIORNATA LAVORATIV
A
12 ORESAGGIO DI
SFRUTTAMENTO = Pluslavoro /
Lavoro necessario = 6/6
= 100%
VALORE DELLA FORZA-LAVORO
36 €PLUSVALORE
36 €
NEO VALORE PRODOTTO
72 €
SAGGIO DI PLUSVALORE =
Plusvalore/ Valore forza lavoro = 36/36 = 100%
VALORE GIORNALIERO DELLA FORZA-
LAVORO = valore della forza
lavoro/ giornata lavorativa = 36/12 = 3 €
all’ora= SALARIO ORARIOSe lavorasse solo
il necessario guadagnerebbe 3*6 = 18 €, la
metà della sussistenza quotidianaNella forma del
salario sembra che 36 euro
siano la remunerazione di 12 ore mentre lo sono solo della
metà
Il salario a tempo 14 Il salario assume a sua volta forme svariatissime.
Analizzeremo le due forme dominanti: il salario a tempo e il salario a cottimo
La forma immediata è quella del salario a tempo: valore mensile, settimanale, giornaliero, orario della forza lavoro
Data il valore giornaliero della forza lavoro il prezzo dell’ora lavorativa dipende dalle ore della giornata lavorativa Dato il prezzo
dell’ora lavorativa il valore giornaliero dipende dalla giornata lavorativa
Il salario orario, il prezzo dell’ora lavorativa, dato dalla divisione tra il valore giornaliero delle forza-lavoro e il numero delle ore della giornata lavorativa, serve da misura unitaria
Ora il capitalista può prolungare la giornata lavorativa con il pretesto che paga il “prezzo normale del lavoro”. Può alternare il lavoro
supplementare più mostruoso con la disoccupazione parziale
Il salario a tempo 15 Ogni ora di lavoro supplementare è pagata 3€,
nonostante vale anche più delle 6 € (maggiore logorio fisico e morale)Quando la giornata lavorativa viene prolungata
cresce il logoramento della forza-lavoro stessa. Al di là della giornata lavorativa normale il
tempo di lavoro costituisce tempo supplementare pagato meglio ma spesso in
proporzioni esigue Spesso il basso prezzo dell’ora lavorativa compiuto durante il tempo di lavoro normale impone
all’operaio il lavoro supplementare meglio pagato, se egli vuole ricavare un salario sufficiente
La forma del salario a tempo sopprime il nesso tra lavoro retribuito e lavoro non retribuito. Tutto il
lavoro appare retribuitoNel cervello del capitalista la categoria di pluslavoro non esiste. Non appare che anche il
prezzo normale del lavoro incude una quantità di lavoro non retribuito.
Il salario a cottimo 16 LAVORO
NECESSARIO
6 OREPLUSLAVO
RO
6 OREGIORNATA LAVORATIV
A
12 ORESAGGIO DI
SFRUTTAMENTO = Pluslavoro /
Lavoro necessario = 6/6
= 100%
VALORE DELLA FORZA-LAVORO
36 €PLUSVALORE
36 €
NEO VALORE PRODOTTO
72 €
SAGGIO DI PLUSVALORE =
Plusvalore/ Valore forza lavoro = 36/36 = 100%
PRODOTTO NECESSARIO
12 PEZZI
PLUSPRODOTTO
12 PEZZIPRODOTTO
REALE 24 PEZZI
SAGGIO DI PLUSPRODOTTO =
Plusprodotto/ Prodotto
necessario = 12/12 = 100%
Ogni pezzo, detratta la quota di capitale
costante, vale 72/24=3€L’operaio
riceve 1,5 € a pezzo, la metà di quello che
valeOgni singolo pezzo è metà
pagato e metà non
pagato; ogni ora di lavoro
è metà pagata e metà non
pagata
Il salario a cottimo 17 Il salario a cottimo non è altro che una forma
mutata del salario a tempo così come il salario a tempo è una forma mutata del valore della forza-
lavoro
A prima vista pare che nel salario a cottimo il valore d’uso venduto dall’operaio non sia la funzione della
forza-lavoro ma il lavoro già oggettivato nel prodotto. Torna l’apparenza del valore del lavoro.
Nel salario a cottimo il prezzo della forza-lavoro è determinato dalla capacità di rendimento del
produttore
Nel salario a tempo il lavoro è misurato nella sua immediata durata temporale, nel salario a cottimo
sulla mediata quantità di prodotto in cui il lavoro si solidifica durante un determinato tempo
La qualità del lavoro è qui controllata; si offre una misura ben definita di intensità del lavoro. Il salario a cottimo diventa la fonte fecondissima di detrazioni
sul salario e truffe capitalistiche
Il salario a cottimo 18 Siccome qui la qualità e l’intensità del lavoro sono
controllate dalla forma stessa del salario si rende superflua buona parte della sorveglianza del lavoro
E’ naturale interesse dell’operaio impegnare la propria forza lavoro con la maggiore intensità possibile, o
aumentare la giornata lavorativa, facilitando al capitalista l’aumento del grado normale d’intensità
Lo sfruttamento degli operai da parte del capitale si attua qui mediante lo sfruttamento dell’operaio da
parte dell’operaio
Il salario a cottimo tende a far sviluppare il sentimento della libertà, l’autonomia e l’autocontrollo degli operai e dall’altro la concorrenza tra gli uni con gli altri. Il lavoro
non è più una merce. Il lavoratore diviene imprenditore di sé stesso . Dalla merce forza-lavoro al lavoro libero!
Il salario a cottimo è la forma di salario che più corrisponde al modo di produzione capitalistico
Il salario a cottimo facilita l’inserimento di parassiti, cioè il subaffitto (il vecchio caporalato, il nuovo interinale) il cui guadagno deriva dalla differenza tra il prezzo del lavoro pagato dal capitalista e quanto essi lasciano pervenire
all’operaio
Il salario a cottimo 19 Il salario non è una partecipazione dell’operaio
alla merce da lui prodotta. Il salario è quella parte di merce già preesistente con la quale il capitalista
si compera una determinata quantità di forza-lavoro produttiva. (Marx, LS&C)Gli economisti moderni amano discettare di economia
della partecipazione, share economy, per cui la partecipazione viene accompagnata con le chiacchiere
odierne su azionariato popolare, public company, proprietà diffusa , partecipazione agli utili, produttività,
imprenditorialità …Di solito, allora come oggi, il salario si divide e una sua quota viene legata alla carota-produttività. Ma l’unico
senso in cui i lavoratori partecipano è che sono sicuri che per ottenere il salario pieno devono sostenere lo sforzo
produttivo massimo. Qui sta l’imbroglio della partecipazione che diviene Economia del RicattoNella società-partecipativa-corporativa spicca la comunanza di interessi, il coinvolgimento, la concertazione, la complicità: SISTEMA DEL
COTTIMO CORPORATIVO
Salario minimo: reale e nominale
20 Il prezzo della forza-lavoro è determinato dai costi di
produzione, dal tempo di lavoro che si richiede per produrre la merce forza-lavoro. Il prezzo di questa
merce sarà dunque determinato dal costo dei mezzi di sussistenza necessari. Il prezzo di questi costi di
esistenza e di riproduzione costituisce il salario. Il salario così determinato si chiama salario minimo
(Marx, LS&C)
Il prezzo in denaro del lavoro, il salario nominale, non coincide con il salario reale, cioè con la quantità
MATERIALE di merci realmente date. Il salario reale può diminuire non per la diminuzione del salario monetario
ma perché aumenta il valore dei mezzi di sussistenza. (Marx, LS&C)Il salario è determinato anche dal suo rapporto col
profitto del capitalista. Questo è il salario proporzionale o salario relativo (Marx, LS&C)
Il salario è minimo. Il salario è dato materialmente dai mezzi di sussistenza necessari al proletariato per
riprodursi, ma nella realtà pratica il capitale considera la forma monetaria del salario materiale
Il salario relativo 21 Il salario reale può aumentare e ciononostante il salario
relativo può diminuire. Se per esempio in epoche di buoni affari il salario aumenta del 5% mentre il profitto aumenta del 30% il salario proporzionale, relativo, non è aumentato, ma diminuito. La divisione della ricchezza
sociale tra capitale e lavoro è ancora più diseguale (Marx, LS&C)Noi vediamo dunque che gli interessi del capitale e del
lavoro salariato sono diametralmente opposti. Profitto e salario stanno in proporzione inversa
La lotta per il salario nominale minimo è il frutto dell’illusione monetaria. La lotta per il salario reale,
attraverso l’indicizzazione salariale, è fondamentale, ma non basta. Occorre aggiungere la lotta per il salario materiale, attraverso la disponibilità di beni comuni:
tariffe, prezzi amministrati, salario socialeLa lotta per il salario relativo attiene direttamente alla requisizione della proprietà: la lotta per una riduzione del
rapporto tra remunerazione massima del capitale e remunerazione minima del lavoro. Essa si compone
soprattutto della riduzione della giornata lavorativa e dell’intensità di lavoro.
Il salario sociale 22 Il salario non si esaurisce nell’acquisto diretto di mezzi
di sussistenza. Non va analizzato solo il valore della forza-lavoro, anche il suo valore d’uso
Le componenti del salario sociale oltre la “busta paga” netta
1) Innanzitutto le quote differite del valore della forza lavoro
2) La quota erogata in servizi, ossia istruzione, sanità, trasporti, energia, comunicazioni
3) Il logorio fisico della forza-lavoro dato dall’intensità, condensazione, porosità, ritmi di lavoro
4) Il logorio fisico e morale della forza-lavoro: la quota apparentemente invisibile equivalente all’impiego di
tempo di lavoro non retribuito che ciascun lavoratore, soprattutto ciascuna donna lavoratrice, è costretta a
erogare per la sua conservazione e riproduzione fuori del tempo di lavoro (lavoro domestico, asili, mense,
lavanderie). Il paradosso è che il capitalismo tanto più accorcia il tempo di lavoro necessario tanto più subordina il presunto tempo libero alla valorizzazione capitalistica
Sul piano del valore della forza-lavoro
Sul piano del valore d’uso della forza-
lavoro
Il salario variabile dipendente
23 Per usare una espressione matematica la grandezza
dell’accumulazione del capitale è la variabile indipendente, la grandezza del salario la variabile dipendente, non viceversa (Marx, Cap ,23, Libro I)
Ed è egualmente giusto mettere l’accento sull’obiettivo del salario sociale. Ma senza mai perdere di vista che perché il salario non sia più una variabile dipendente, cioè cessi di essere una merce, è necessario che non
vigano più i rapporti di produzione capitalistici. (Maitan, 23-4-2004)La pretesa che le rivendicazioni salariali possano
ignorare o violare in modo sistematico tale dipendenza è ideologicamente falsa. Il salario si presume variabile
indipendente quando la dialettica viene soppressa dall’utopismo e dal soggettivismo. Si sfocia nel
riformismo o nell’utopismo. Ma il salario non è né variabile né indipendente; piuttosto dato e dipendente
dal vincolo dell’accumulazione del capitale!!!. Dal salario variabile indipendente al reddito di cittadinanza
Ma cos’è il reddito? Analisi della duplicità del denaro e del capitale
La duplicità del denaro e del capitale 24
La duplicità della merce, del lavoro, del denaro, del capitaleVALORE
D’USOVALORE DI SCAMBIO
MERCELAVORO LAVORO CONCRETO
LAVORO ASTRATTO
DENARO DENARO REDDITO
DENARO CAPITALE
PROCESSO PRODUZIO
NE
PROCESSO LAVORATIVO
PROCESSO VALORIZZAZION
ECAPITALE
PRODUTTIVO
CAPITALE COSTANTE
CAPITALE VARIABILE
PLUSVALORE
PLUSVALORE RELATIVO
PLUSVALORE ASSOLUTO
UNITA’ come COMPENETRAZIO
NE DI PARTI
Dal punto di vista della QUANTITA’
Dal punto di vista della QUALITA’
La duplicità del denaro 25 DENARO
DENAROREDDITO(M-D-M)
Valori d’uso QUALITATIVAMENTE
differentiE’ il denaro speso, che non crea valore, che
non da luogo ad accumulazione
DENAROCAPITALE(D-M-D)
Valori di scambio QUANTITATIVAMENTE
differentiE’ il denaro anticipato, che crea valore, che da
luogo ad accumulazione
Appartiene alla SFERA DELLA
CIRCOLAZIONE
Appartiene alla SFERA DELLA PRODUZIONE
SALARIO E’ REDDITO, CONSUMO
DI SUSSISTENZA
CAPITALE VARIABILE E’
CAPITALE PRODUTTIVO
Salario o reddito? 26 SALARIO E’
REDDITO, CONSUMO DI SUSSISTENZA
CAPITALE VARIABILE E’
CAPITALE PRODUTTIVO
Quello che dal punto di vista della classe operaia è consumo individuale dei mezzi di sussistenza, denaro-reddito nella sfera della circolazione, dal punto di vista
del capitale è consumo produttivo, denaro-capitale anticipato.Solo nel salario risiede l’antagonismo tra forza lavoro e
capitale. Perché il salario è reddito da un lato e capitale variabile dall’altro. Da un lato è denaro di sussistenza,
dall’altro denaro necessario per la valorizzazioneNelle rivendicazioni del reddito di cittadinanza si
sopprime l’antagonismo capitale-lavoro; esso è reddito ma non è capitale; nell’illusione della ricchezza generale
si perde di vista il vincolo della dipendenza dalla valorizzazione del capitale variabile e la necessità dell’abbattimento congiunto di capitale variabile e
salario, cioè della forza-lavoro come merce. Il capitale frammenta e divide la classe tra occupati e disoccupati. L’imbecillismo di sinistra
cade nell’imbroglio
Salario o reddito? 27
Solo la lotta per la riduzione dell’orario di lavoro e per la conquista crescente del salario sociale e del salario relativo unisce soldati salariati e esercito
di riserva nella lotta di classe, ponendo al centro il tema della espropriazione della proprietà
capitalistica; la questione salariale è una, e si unisce compenetrando le parti.
Le tesi sociologiche delle “due società” non fanno altro che affermare ciò che il capitale vuole sentirsi dire, indebolendo la classe lavoratrice e
rafforzando il capitale secondo il più classico “divide et impera”. La lotta per il c.d. “reddito di cittadinanza”,
nell’illusione della “autonomia” della ricchezza generale, si pone fuori mercato, fuori dalla merce
forza-lavoro; ma sarebbe meglio dire fuori capitale, fuori dalla sfera della produzione capitalistica. Si
pretende di uscire dal capitale con la scorciatoia di una lotta di classe fuori dalla macelleria della
produzione. E’ più facile, ma totalmente illusorio!!!