gennaio 2010 dai il meglio di te - parrocchiabianco.it voce di bianco-126 gen 2010.pdf · la voce...
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La Voce di Bianco
Dai il meglio di te
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA,
SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito
può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te,
e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE
Madre Teresa di Calcutta
Anno XVIII
n. 126 Gennaio 2010
Rivista Parrocchiale
La Voce di Bianco Notiziario di
Formazione ed Informazione
della Parrocchia ‘Tutti i Santi” di Bianco
Anno XVIII, N. 126, Gennaio 2010
Direttore Responsabile Padre Aldo Bolis
Impaginazione Grafica Arch. Bruno Brancatisano
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giornalino parrocchiale.
SOMMARIO
ARTICOLI & RUBRICHE * L’Editoriale di p.Aldo pag.3
*Uno sguardo rivolto verso il cielo.
(Beatrice Zappia) pag. 4
*Un augurio impegnativo
Dr. Salvatore Fortuna pag. 5
*Anno sacerdotale :Storie di Sacerdoti Santi:
Don Zeno Saltini pag. 6-7
*La Bibbia ( Giosuè )
(Tommaso Scordino) pag. 8-9-10
*L’Epifania tutte le feste porta via.
(Beatrice Zappia) pag. 11
*Raccontando si impara : Il miracolo
(Modestino Alessi) pag. 12-13
*Estratto da CPP del 14.12.2009
Bruno Brancatisano pag. 13
*Piccole note di Natale
(Elena Scordino) pag. 14
*Inaugurato nuovo centro prelievi.
(Franco Mollica) pag.15
*Lavoro, disoccupazione e dignità della persona
(Antonio Scordino) pag. 16-17
*Bilancio (con extra) di Dicembre 2009 pag. 18
*Anagrafe,Calendari,Incontri pag.19
*Notizie Flash pag. 20
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NUMERI TELEFONICI DA RICORDARE :
p. Aldo 0964 911558 – Cell. 340 8614384
Scordino Tommaso 0964 911204
Reverende Suore 0964 911416
Inserto Centrale a cura dell’“Oratorio “Tutti i Santi” Anno II - n.3, Gennaio 2010
° Editoriale pag. 1-2
° Uno spettacolo con recite, canti e balli pag. 2-3-4 2
I Re Magi… modelli nel cammino di fede
a cura di p.Aldo
La solennità dell’Epifania, celebrata pochi giorni fa, ci ha riproposto la figura dei Re Magi, che, richiamati dalla stella, si misero in cammino e in ricerca per trovare il Messia. La loro presenza nella sfilata del pomeriggio ci ha provocato ulteriormente a evidenziare il loro esempio.
In sintesi ci hanno ricordato che la vita cristiana non è semplicemente una “sfilata” esteriore e superficiale, che lascia il tempo che trova, ma un “cammino” di fede vero e proprio. E’ proprio guardando i Re Magi che intuiamo bene cosa significa vivere le vita cristiana come un “cammino” di fede.
Questi tre personaggi si lasciarono provocare dal richiamo di un stella e ebbero la volontà risoluta di mettersi in ricerca per trovare quello che la stella indicava e di cui era solo un segnale. Non si fermarono a fissare la stella, ma andarono a ricercare ciò di cui la stella era un segnale. E nella loro ricerca “domandavano” (Mt 2,1ss) ripetutamente per poter riuscire ad arrivare alla meta tanto desiderata. Alla fine la loro ricerca li portò a Betlemme, la “casa del pane”.
Alla luce di queste figure risulta ancora più significativo l’invito che il Vescovo ci ha rivolto all’inizio dell’anno pastorale, quando ci chiedeva di suscitare domande di fede, cioè essere, e aiutare ad essere, persone che fanno domande di fede, che sentono il bisogno della fede, persone che cercano Dio e che lo interrogano circa i problemi della vita, persone che non vivono una fede solo esteriore (diremmo “da sfilata”), ma una fede profonda e coinvolgente.
Riferito a noi, questo significa che la nostra vita cristiana deve essere caratterizzata anche dalla ricerca di Dio, per avere una maggiore consapevolezza e maturità circa la nostra fede. Significa che si deve dare più spazio ai momenti di incontro e di formazione in cui è possibile “cercare e domandare” circa la nostra fede. Significa anche che questo cammino non può non farci arrivare alla nostra “Betlemme – casa del pane”, cioè non può non portarci a vivere con assiduità la celebrazione eucaristica. E allora: buon cammino cristiano con i Re Magi!
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Con lo sguardo verso il cielo per ringraziare dell’anno appena trascorso ed iniziarne uno nuovo.
di Beatrice Zappia
O Signore vogliamo ringraziarti per tante cose che ci doni, sicuramente ne
tralasceremo più di una. Grazie per la Chiesa quando interviene a salvaguardia dei
valori che riguardano l’uomo, attenta a quando potrebbe sminuire la sacralità della vita e
mantiene le sue posizioni anche quando la scienza e la legge dello stato insorgono e la
considerano inadeguata ai tempi. Grazie quando difende i segni e le radici del nostro
cristianesimo, rafforzando il nostro senso di appartenenza ad esso. Grazie Signore per
questo Papa, Benedetto XVI, che ha intravisto nella comunicazione in rete un migliore
modo di comunicare e di aggiornarci tra cristiani in un mondo che cambia. Grazie per
quando egli saggiamente si fa portavoce del ravvedimento degli errori che la Chiesa ha
compiuto in passato, per quando bonifica le situazioni ancora compromesse ed agisce a
favore della realizzazione dell’ecumenismo. Grazie infine perché forse egli ci restituirà
presto Papa Giovanni Paolo II all’altare della santità. Grazie Signore per il nostro Vescovo,
Padre Giuseppe, per la sua attenzione all’essenza dei problemi, per essere pratico ma
sensibile, per volere dedicare tempo affinché le situazioni si consolidino e si vedano i frutti
della consapevolezza e della testimonianza. Grazie Signore per la nostra Parrocchia ricca
di carismi e di buona volontà, grazie se vorrai farci dono di realizzare al più presto tutto
ciò che ancora le manca affinché ci sia la pace e la comunione tra le persone. Grazie
Signore per i nostri parroci Padre Aldo e Padre Bruno, che come Marta e Maria sono assai
diversi ma complementari, così vicini alla comunità, così preparati e spirituali, che allorché
riflettiamo come comunità abbiamo ben modo di dire, grazie a loro e al loro operato,
“Signore nella mia parrocchia non manco di nulla”. Grazie Signore per quest’anno
trascorso, difficile ma intenso, che ci ha visto sì piangere per tanta gioventù che è passata a
miglior vita sottratta al nostro affetto e a quello dei suoi cari, ma ci ha visti più attrezzati
come parrocchia a stare vicini alle famiglie investite dalla sofferenza più cocente, sia con la
preghiera che tenendoli presenti alla nostra vita di comunità. E per l’espandersi delle
iniziative parrocchiali a favore dell’evangelizzazione, Grazie, perché alcuni di noi hanno
potuto conoscere e affidarsi a Maria attraverso la consacrazione, per tutti i bambini che
sono nati, per le coppie che si sono unite in matrimonio. Grazie Signore per la presenza
nel nostro paese del commissario prefettizio, esempio di uomo di buoni propositi che
testimonia come da una situazione spiacevole quale può essere la caduta di una giunta
comunale da poco insediata, è sorto un bene rappresentato da una persona che crede nel
dialogo nella comunicazione, ricorda ai cittadini il rispetto per le istituzioni quale riflesso
del rispetto verso se stessi e verso le proprie famiglie. Grazie perché in un anno di crolli,
di disastri ecologici e di crisi, ci hai risparmiato dal guaio che poteva essere il crollo del
vecchio palazzo sulla Via Vittoria, che verificandosi durante la notte, e fortunatamente
non ha trovato persone presenti e né passanti nei pressi, davvero grazie Signore. Infine
grazie per la salute che ci doni, che è uno dei beni più grandi, quando tieni la mano sulla
testa dei nostri figli lontani e gli allontani i pericoli, quando in famiglia spegni le ansie le
preoccupazioni le dispute e riaccendi il noi la gioia e il sorriso. Grazie Signore per
quando le cose ci vanno bene, ma anche per quando non vanno per come vorremmo,
perché vuol dire che quello è il tuo progetto su di noi.
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Un augurio impegnativo
Merita di essere riletto e ricordato il messaggio con cui il Commissario Prefettizio, dr. Salvatore Fortuna, ha accompagnato il manifestino delle iniziative natalizie. Non si tratta solo di parole di circostanza, ma sono pensieri che valgono sempre e che devono segnare il nostro vivere sociale. Riportiamo la parte centrale di tale messaggio, ringraziando il Commissario per avercele donate. …..Come penso sappiate, il Comune non ha possibilità di spesa e non può permettersi lussi, ma con l’aiuto della parrocchia, di associazioni presenti nel comune e di tante persone di buona volontà, che ringraziamo a nome di tutti, è stato possibile fare tante piccole cose per rendere più belle e serene queste feste. Questo dimostra che quando c’è impegno e buona volontà, anche senza soldi, si può fare insieme qualcosa per aumentare la festa di tutti. Tutto ciò è molto bello, è un seme di speranza, capace di grandi frutti per la nostra comunità, ma è terribilmente delicato. Deve essere custodito e protetto. E questo tocca a voi: custodiamo le cose belle che sono state fatte, gli sforzi compiuti per rendere migliore il paese. So bene che tutti noi calabresi siamo abituati a pensare che ciò che è del comune o dello Stato non è il mio, non ha valore, è altro da me, ma non è così. Quello che è pubblico è di tutti, e se rovino una panchina, un gioco per bambini, un cartello stradale, uno strumento di lavoro ho fatto ben peggio che rovinare una cosa che è anche mia, ho distrutto qualcosa che è anche di mio padre, di mio fratello, del mio amico, del mio vicino di casa.. . In un certo senso sono stato un traditore di tutti. Ma se rendo più bella una piazza, se pulisco la parte di marciapiede di fronte casa mia, se curo la pulizia della mia spiaggia, non ho fatto un piacere al comune: in realtà ho reso più bella la casa di noi tutti, sono stato veramente amico di tutti. Per questo ai consueti auguri natalizi ne vogliamo aggiungere un altro, più impegnativo per l’anno che verrà: sarebbe bello che alla fine dell’anno 2010, guardando indietro all’anno trascorso, tutti potessimo dire con soddisfazione: “Quest’anno è stato migliore degli anni precedenti, più sereno. Abbiamo fatto cose di cui possiamo essere orgogliosi. Il nostro paese è diventato migliore, abbiamo saputo custodire e far crescere le cose buone e belle”. Siccome però, come tutti sappiamo, il solo desiderio non realizza ciò che ci auguriamo, se vogliamo che il prossimo anno sia migliore di quelli precedenti è necessario il nostro impegno. Io ed il mio vice vi assicuriamo il nostro. Voi, cittadini di Bianco, da parte vostra, dovrete assicurare il vostro, con uno sforzo che possa rendere questi auguri, che in questi giorni ci facciamo, veramente efficaci e sinceri, e non solo vuote parole.
il Commissario Prefettizio dr. Salvatore Fortuna
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Anno SACERDOTALE - Storie di SACERDOTI santi /3 Don Zeno Saltini Don Zeno Saltini è padre e fondatore di Nomadelfia.
Nasce a Fossoli di Carpi (MO), in una famiglia patriarcale. A 14 anni e mezzo Zeno rifiuta di continuare gli studi, affermando che a scuola insegnano cose che non incidono nella vita, e va a lavorare nei poderi della famiglia. Vive in mezzo ai braccianti, conosce le loro miserie e ne condivide le giuste aspirazioni. Nel 1920 è soldato di leva nella caserma di Firenze: qui ha uno scontro violento, lui cattolico, con un amico anarchico alla presenza degli altri soldati. L'anarchico sostiene che Cristo e la Chiesa sono di ostacolo al progresso umano. Zeno sostiene il contrario, pur riconoscendo che i cristiani sono in gran parte incoerenti. Ma l'anarchico è istruito e lui no. Tra i fischi degli altri soldati, Zeno si ritira da solo e decide: Gli risponderò con la mia vita. Cambio civiltà cominciando da me stesso. Per tutta la vita non voglio più essere né servo né padrone". Decide di studiare legge e teologia, mentre continua a dedicarsi ad attività di apostolato ed al recupero di ragazzi sbandati. Si laurea in legge presso l'Università Cattolica di Milano. Aveva intenzione di difendere come avvocato coloro che non potevano pagarsi un difensore; ora però si rende conto che la sua missione è di prevenire che cadano in disgrazia: decide di farsi sacerdote. Celebra la sua prima Messa il 6 gennaio 1931 nel duomo di Carpi e all'altare prende come figlio un ragazzo di 17 anni appena uscito dal carcere: Danilo. Più tardi accoglie come figli altri fanciulli abbandonati e fonda l'Opera Piccoli Apostoli. Nel frattempo scoppia la seconda guerra mondiale. Nel 1941 una giovane studentessa, Irene, scappa da casa e si presenta a don Zeno dichiarandosi disposta a far da mamma ai Piccoli Apostoli. Don Zeno, con l'approvazione del vescovo, le affida i più piccoli e nasce con lei una maternità nuova, virginea. Altre giovani donne la seguono, sono le "mamme di vocazione".
Alcuni sacerdoti si uniscono a don Zeno e danno inizio ad un clero comunitario.
Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 i tedeschi occupano l'Italia. Don Zeno, che aveva preso più volte
posizione contro il fascismo, la guerra e le leggi razziali, parte per il Sud. Alcuni figli lo seguono per sfuggire alle
deportazioni in Germania. La sua Opera è duramente perseguitata e si tenta di disperderla.
Sette Piccoli Apostoli perdono la vita per la riconquista della libertà. Dopo la fine della guerra, nel 1947, i Piccoli Apostoli occupano l'ex campo di concentramento di Fossoli,
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sabato 30 gennaio – ore 20,30
all’oratorio proiezione del
film
Don Zeno.
L’uomo di Nomadelfia
vicino a Carpi, per costruire la loro nuova città. Abbattono muraglie e reticolati, mentre accanto alle famiglie di mamme di vocazione si formano le prime famiglie di sposi, che chiedono a don Zeno di poter accogliere i figli abbandonati, decisi ad amarli alla pari di quelli che nasceranno dal loro matrimonio. Il 14 febbraio 1948 l'Opera Piccoli Apostoli diventa “Nomadelfia”, che significa dal greco: "Dove la fraternità è legge".
Nel 1950 i nomadelfi sono 1150, dei quali 800 figli accolti (molti dei quali bisognosi di cure particolari) e 150 ospiti senza casa e senza lavoro. La situazione economica diventa sempre
più pesante. Sfruttando questo pretesto si tenta di sciogliere Nomadelfia. Il 5 febbraio 1952 il Sant'Ufficio ordina a don Zeno di lasciare Nomadelfia. Don Zeno ubbidisce. Costretti
ad abbandonare Fossoli, i nomadelfi si rifugiano a Grosseto, su un terreno donato di diverse centinaia di ettari da bonificare, dove vivono in gran parte sotto le tende. Pur
lontano dai figli, don Zeno cerca di provvedere alle loro necessità. Chiede al Papa di poter rinunciare temporaneamente all'esercizio del sacerdozio per tornare alla guida dei suoi
figli. Nel 1953 Pio XII gli concede la laicizzazione "pro gratia". Depone la veste, torna fra i suoi figli. I nomadelfi dopo la dispersione sono circa 400.
Nel 1954 don Zeno crea i "gruppi familiari". Nel 1961 i nomadelfi si danno una nuova Costituzione come associazione civile, e don Zeno chiede alla Santa Sede di riprendere l'esercizio del sacerdozio. Nomadelfia viene eretta in parrocchia e don Zeno nominato parroco. Nel 1965 don Zeno propone ai nomadelfi una nuova forma di apostolato: le
"Serate di Nomadelfia", uno spettacolo di danze. Il 12 agosto 1980 i nomadelfi presentano a Giovanni Paolo II, nella villa di Castelgandolfo, una "Serata". E' presente tutta la
popolazione di Nomadelfia. Il Papa dice tra l'altro: "Se siamo vocati ad essere figli di Dio e tra noi fratelli, allora la regola che si chiama Nomadelfia è un preavviso e un preannuncio
di questo mondo futuro dove siamo chiamati tutti". Pochi mesi dopo don Zeno, colpito da infarto, rivolge ai nomadelfi le ultime parole prima
dell'agonia: si può considerare il suo testamento. Muore in Nomadelfia il 15 gennaio 1981, mentre il Papa riceve una delegazione di nomadelfi insieme ai quali prega per lui e invia la sua benedizione.
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LA BIBBIA
(Giosuè, VI ) a cura di Tommaso Scordino
Con il libro del Deuteronomio, come abbiamo già detto, si chiude il
Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia). La nostra catechesi sulla Sacra
Scrittura continua con l’inizio della serie dei libri storici, che sono 16 e narrano la
storia dell’entrata e della vita del popolo d’Israele nella terra
promessagli da Dio: Canaan.
Il primo di questi 16 libri, il VI della Bibbia, si intitola:
“Giosuè” e prende il nome dal protagonista che, dopo la morte
di Mosè, assume la guida del popolo d’Israele per condurlo,
appunto, nella terra di Canaan.
Ed è proprio Giosuè che, con tutte le tribù unite, provenienti
dall’Egitto, dove era nato, entra nella Terra che Dio aveva promesso ad Abramo:
“Alla tua discendenza io darò questa terra” (Gn 12,7) e la conquista militarmente.
La terra è descritta come “bella e spaziosa,….dove scorrono latte e miele” (Es
3,8), è compresa tra il mare Mediterraneo (ad ovest) e il fiume Giordano (ad est) ed
è abitata da diverse tribù e numerosi piccoli popoli: i Cananei, gli Amorrei, gli
Hittiti, gli Amaleciti, i Perizziti, i Gebusei…..
Il libro di Giosuè, scritto nel VI secolo a.C.
da autori della scuola deuteronomista, celebra,
nello stile dell’epopea (narrazione di gesta
eroiche), la conquista della terra promessa.
Giosuè, che significa “Dio salva”, dopo la
conquista, dà impulso all’Alleanza e organizza la
ripartizione della terra occupata.
Ogni pagina di quest’epopea esalta
l’iniziativa di Dio per salvare il suo popolo, essa
riflette l’unità e la fedeltà di Israele nella terra
datagli dal Signore. Giosuè diviene il braccio
destro di Mosè durante l’esodo e la
peregrinazione nel deserto. Il disegno di
salvezza, da parte di Dio, sul popolo d’Israele e
sull’umanità intera, dopo la morte di Mosè,
continua, appunto, con Giosuè, poi con i profeti, con gli apostoli e con la Chiesa,
fino alla fine dei tempi. Il libro, in ventiquattro capitoli, narra, come già ricordato,
la storia d’Israele: dalla morte di Mosè alla conquista della terra promessa (capp. 1- 12);alla ripartizione del territorio relativo fra tutte le dodici tribù,
genealogicamente, discendenti da Giacobbe, che sono: tribù di Ruben,
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di Simeone, di Levi, di Giuda, di Dan, di Neftali, di Gad, di Aser, di Issacar, di
Zabulon, di Giuseppe e di Beniamino (capp. 13-21); fino alla costruzione di un
altare-ricordo, “presso il fiume Giordano”, al discorso d’addio di Giosuè e alla
rinnovazione dell’Alleanza con Dio, nella città di Sichem, con la quale Giosuè
conclude la sua missione (capp. 22-24).
A Sichem “gli Isrealiti seppellirono le ossa di Giuseppe, che avevano portato
dall’Egitto” (24,32). Tra gli avvenimenti più importanti che il libro registra,
possiamo, ancora, ricordare: la storia dell’ospitalità che la prostituta Raab di
Gerico offre agli esploratori ebrei, infiltratisi nel territorio nemico e da lei nascosti
tra le cataste degli steli di lino messi sul terrazzo della sua casa ad essiccare:
“Allora la donna prese i due uomini e, dopo averli nascosti, rispose…..” (2,4);
l’attraversamento del fiume Giordano, ultimo ostacolo all’ingresso nella terra
promessa; il fiume si prosciuga, come il mar Rosso e consente a “…tutto Israele”
di passare “all’asciutto, finchè tutta la gente non ebbe finito di attraversare il
Giordano” (3,17); nel capitolo VI, come in altri capitoli
che seguono, si registrano alcuni racconti, in cui Giosuè
prosegue nella sua opera di conquista del territorio di
Canaan e guida Israele in una serie di “stragi sante”,
motivate dal noto obbligo dello sterminio; letture che
pongono in grave difficoltà soprattutto il lettore
cristiano, a causa dell’insistenza sul tema della
“violenza sacra”: “Il popolo lanciò il grido di guerra e
suonarono le trombe…..e si impadronirono della città.
Votarono allo sterminio tutto quanto c’era in città:
uomini e donne, giovani e vecchi, buoi, pecore e asini,
tutto passarono a fil di spada” (6, 20-21).
Si tratta di racconti che proclamano l’intervento di Dio nella storia d’Israele,
che non vanno presi alla lettera, ma nel senso religioso, cioè come un intervento
reale di Dio, qualunque sia il modo di tale intervento. Si aggiunga, tuttavia, che
Dio, per la sua “condiscendenza divina”, guida e accompagna con gradualità la
storia dell’uomo fino alla comprensione del più elevato e profondo senso e valore
del comandamento della carità e dell’amore, anche e, in modo particolare, per i
nemici, insegnato da Gesù: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi
perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,44-45).
Nel capitolo X si registra la battaglia di Gàbaon, durante la quale, si verifica il
famoso “canto del sole”. Giosuè, vedendo che il sole sta per tramontare, capisce
che, se viene il buio, molti nemici si salveranno e, con il cuore rivolto al Signore,
esclama: “Fermati, sole, su Gàbaon, luna sulla valle di Aialon” (10,12).
Questo brano è uno dei più, superficialmente, noti nella Bibbia e, d’altro
canto, è tra i più consolidati nell’immaginario biblico e religioso della nostra
cultura. Vi si parla di due fenomeni atmosferici straordinari che sono determinanti
per la vittoria di Giosuè contro la coalizione dei re cananei del sud. 9
Si sa come questo cosiddetto “miracolo del sole” abbia dato luogo, con Galileo, a
tristi vicende legate a una lettura semplicistica della pagina biblica. Galileo, infatti,
è messo a tacere perché questo episodio viene interpretato alla lettera per negare il
moto della terra attorno al sole.
E allora come si potrebbe interpretare adeguatamente
questo racconto? Soltanto con il fatto che Jahvè (Dio)
si manifesta, con la sua potenza, anche mediante i
fenomeni della natura nella storia dell’umanità. Nei
capitoli che seguono si registra la distribuzione, alle
tribù, della terra promessa, comprese le città del nord già
occupate. Infine, troviamo la “solenne Alleanza di Sichem”, città della Samaria e
luogo centrale della terra di Canaan; qui avviene la riunione di tutte le tribù:
“Giosuè radunò tutte le tribù d‟Israele a Sichem e convocò gli anziani d‟Israele, i
capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a
tutto il popolo: „Così dice il Signore, Dio d‟Israele‟……”(24,1-2); l’Assemblea
plenaria delle tribù sceglie l’Alleanza stipulata al Sinai e la legge che ne emana,
come costituzione definitiva. Questo rito si svolge con la recita del “Credo storico”
(cfr. 24,1-13), in un dialogo serrato tra Giosuè e
l’Assemblea, la quale si impegna a “servire” solo il
Signore, a credere solo a Lui, ad adorare solo Lui, evitando
qualunque forma di idolatria: “il popolo rispose: „Lontano
da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi‟ “ (cfr.
24,14-24). In questo testo il verbo “servire” risuona,
infatti, ben quattordici volte, cioè due volte il numero sette,
che è quello della perfezione e della pienezza. Il libro si
chiude con la morte di Giosuè, figlio di Nun e di Eleàzaro,
figlio di Aronne, i quali hanno il privilegio di essere sepolti
nella terra promessa.
Il messaggio del libro, che vi invitiamo a leggere o a rileggere, è attuale anche
per noi: Dio, sempre fedele al suo piano, ci conduce tutti alla terra promessa che è il
suo Regno (cfr. Eb 4). Gesù, stringendo la nuova Alleanza con noi, ci chiede la
fedeltà al solo vero suo Dio. Le esortazioni alla costanza e alla fedeltà contenute in
questo libro devono stimolare la nostra responsabilità di cristiani in mezzo al
mondo e nella missione della Chiesa, nuovo popolo di Dio. Chiamati dal Signore,
noi dobbiamo essere gli uomini che oggi scelgono il Cristo. Ci insegna, altresì, che
la terra è di Dio e, come segno tangibile del suo amore, la dona al suo popolo,
Israele. Tutti la devono, e anche noi la dobbiamo, usare come “memoriale” (parola
che ha alla base il verbo ricordare e, secondo Mons. Ravasi, “il ricordare biblico è
presenza, è l‟eternità che penetra nel tempo, e ciò che è eterno non si stinge e non
si estingue”) del donatore, al quale tutto deve “ritornare” perché Egli è “principio
e fine” di tutte le cose.
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Inserto dell’Oratorio “Tutti i Santi”
a cura del laboratorio
di Multimedialità & Giornalismo
Anno II Gennaio 2010
n.3
Insieme si può. L’editoriale di questo numero, il primo del nuovo anno, porta con sé, come in una medaglia, due facce o meglio due “aspetti” del medesimo fatto: una “constatazione” ed una “spiegazione”. La constatazione. Durante gli ultimi tre mesi dell’anno appena trascorso, coincisi con la ripresa delle attività oratoriane, sia in oratorio che in parrocchia si è registrato un aumento delle iniziative con una sempre maggiore partecipazione da parte di tutta la comunità.
In tutte le iniziative (non parlo di attività, si badi bene) intraprese c’è stato un interagire dei diversi gruppi parrocchiali che ha dato luogo ad intense e fattive collaborazioni sia fra gli stessi che fra essi e le istituzioni cittadine (Scuola, Comune, Associazioni) il cui risultato finale è stato eccellente ( basti ricordare l’accoglienza e la partecipazione di tutti i gruppi alla venuta della reliquia di Santa Giovanna Antida ed il recital narrante la sua vita con i canti del Coro 1 ed i balletti dei giovani; l’iniziativa del presepe più bello, quella della costruzione delle capanne della Sacra Famiglia; l’animazione delle festività natalizie con : le tombolate, il coretto dei bambini, il concerto del Coro 2, lo spettacolo natalizio con recita, canti e balli, l’organizzazione del veglione di fine anno, il concerto con voci e banda e, per concludere la sfilata dei re magi, con il gruppo di ballo, le befane, gli angioletti). Ecco, INSIEME, collaborando, interagendo, ognuno con le proprie peculiarità e senza perdere la propria identità….. si è fatto……ed anche tanto. La spiegazione. Ricordate, col primo numero dell’inserto dell’oratorio avevamo “lanciato” un concorso di idee: “Dai un nome ed un logo all’inserto oratoriano”. I partecipanti sono stati tantissimi e, moralmente, tutti sono risultati vincitori (Padre Aldo, si ricordi il premio promesso!). Infatti, sono pervenute in redazione moltissime idee-proposte sia riguardanti il nome (una fra tutte ricorderete
I
Uno spettacolo con Recite, Canti e Balli
Un grazie alla professionalità
ed alla simpatia dei nostri
giovani attori, alla leggiadria
dei nostri ballerini, alla
splendida voce dei nostri piccoli e grandi cantori.
Un grazie a chi ha lavorato dietro le quinte per cucire i costumi, per confezionare le ali, per montare e smontare il palco, per motivare i bambini ed i ragazzi, per preparare i balletti, le recite, i canti, per organizzare una rimpatriata cucinando per tutti, grandi e piccini.
Un grazie alle mamme ed ai papà, a chi col pensiero vicino ci è stato, a chi non si è arreso, alle difficoltà che fortificano, a chi ci ha spronato, a tutti coloro che hanno applaudito e per ben due ore hanno sorriso con noi.
Infine, per ultimo, ma non ultimo
il grazie più grande : a Padre Aldo
che ha sempre creduto che l’Oratorio sarebbe
dovuto diventare la Casa Comune della
Parrocchia di Bianco II
quella pubblicata nel passato inserto, “Il Monello”) che il logo……… tutte “bellissime” e pertinenti, però… sembrava, a noi della redazione, che in ognuna di esse mancasse qualcosa…….…e, quel qualcosa, alla fine l’abbiamo trovata quando riflettendo sull’anno appena trascorso, involontariamente, si è finito per “tirare le somme” dello stesso. Da una riflessione è nata una “constatazione”, quella che ha appena preceduto questa “spiegazione”: “INSIEME si è fatto”, quindi “INSIEME si può” …… che cosa? : superare le diversità, le settorialità, le piccole e grandi competizioni, se si è uniti si cammina e si fruttifica…. allora è vero: ”INSIEME si può”. Pertanto, come conseguenza di una “constatazione” e di una “spiegazione”, la scelta del nome dell’inserto dell’Oratorio “Tutti i Santi” è caduta proprio sulla parola “INSIEME”; l’augurio che ci facciamo, a tal proposito, è il seguente : speriamo che,”INSIEME” mantenga e realizzi tutte le aspettative che di per sé promette.
Maria Cristina Caracciolo
III
Tre Re Magi
Eccezionali
Un grazie a
Totò Lascala
Modestino
Totò Spanò
Per tre Re Magi eccezionali ci dovevano
essere tre, anzi quattro, befane stratosferiche!
Grazie anche a loro……..ma, dite la verità,
avete riconosciuto chi ha “così
professionalmente” ricoperto il “difficile
ruolo”?.... Se la risposta e si, inviatela in
redazione, a tutti coloro che avranno
indovinato faremo pervenire…una calza….il prossimo anno..però!!!!
Buon 2010. Così, semplicemente, senza fronzoli; un augurio semplice semplice, come noi, ma fatto col cuore. La redazione di “INSIEME”
IV
L’EPIFANIA tutte le feste le porta via,
cosa resta nel nostro cuore?
di Beatrice Zappia
Sicuramente positivo il bilancio che accompagna le festività natalizie appena trascorse. Non ci siamo fatti mancare niente. Sia dal punto di vista religioso che civile abbiamo avuto ricchezza di contenuti e di iniziative. E’ bene menzionare che l’aver stilato un programma delle varie iniziative per il periodo, su proposta del commissario prefettizio che ha riunito tutte le forze della società bianchese, ha fatto sì che si avesse la compagine della comunità al completo con le sue proposte da sviluppare. Si intitolava BIANCO NATALE il manifesto affisso per il paese ove venivano elencate le iniziative civili e religiose che si sarebbero svolte, e il tutto accompagnato da un messaggio augurale proposto dal commissario, veramente edificante ed impeccabile dal punto di vista del contenuto. Un passo avanti a favore della comunione e della sinergia all’agire da parte della comunità tutta. Da parte sua il nostro parroco ha apprezzato molto tale approccio e non ha fatto mancare di sottolinearlo durante i ringraziamenti a conclusione del periodo appena trascorso. Passando alle iniziative, è bene mettere in risalto l’allestimento di ben cinque capanne esterne, quattro su suolo pubblico e una presso l’oratorio, diverse tra loro, ma recanti con sé un unico stupendo messaggio, quello che il Salvatore è tra Noi; le capanne hanno voluto riempire l’aria e le strade di questo evento che ogni anno rammentiamo, e ha voluto farci meditare sul significato profondo della Natività, trasferendo nei rioni l’aria della festa. Le principali funzioni religiose, la Vigilia di Natale, Santo Stefano, sono state precedute o seguite da attività creative quali canti eseguiti da bambini e spettacolo di intrattenimento sul Natale. Ci sono stati due concerti in Duomo, rispettivamente da parte di un coro parrocchiale e dall’Istituto musicale “G: Verdi” di Bianco, entrambi di qualità e partecipati e graditi dalla popolazione. L’oratorio ha offerto la possibilità di giocare a tombola, di organizzare per le famiglie una serata di fine anno, e per l’Epifania ha fatto sfilare nel paese, soffermandosi presso le capanne i Re Magi, con piccolo momento di intrattenimento per strada. Anche una festa di rione presso il centro del paese, è stata allestitala da volontari, vicino alla casa della Natività in Via Vittoria, con musiche, balli e buffet. Ci viene da dire che questo Natale ha allargato le braccia alle iniziative e alla creatività perché ci si è sentiti stimolati da un clima e da una volontà di serenità che auguriamo duri e non sia appannaggio solo dell’atmosfera magica del BIANCO
NATALE a Bianco.
11
Raccontando si impara
Il miracolo di Modesto Alessi
«Se aveste almeno una fede piccola come un granello di senape, potreste dire a
questo monte: “Spostati da qui a là” e il monte si sposterà. Niente sarà impossibile
per voi» (Matteo 17,20).
La fede e l’amore possono fare dei miracoli come nel racconto che possiamo
leggere di seguito.
Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che
l’amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un
tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per
salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi. Una sera, il papà disse alla mamma
in lacrime: «Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo
potrebbe salvarlo». La piccola, con il fiato
sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e,
senza fare rumore, si diresse alla farmacia più
vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si
avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi
e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul
banco tutte le sue monete. «Per cos’è? Che cosa
vuoi piccola?». «E per il mio fratellino, signor farmacista. E molto molto
malato e io sono venuta a comprare un miracolo». «Che cosa dici?» borbottò
il farmacista.
«Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha
detto a mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un
miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per
questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo». I1
farmacista accennò un sorriso triste. «Piccola mia, noi qui non vendiamo
miracoli». «Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare e trovarne
ancora. Quanto costa un miracolo?». C’era nella farmacia un uomo
alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla
strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La
bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a riprendere le sue
monetine. L’uomo si avvicinò a lei: «Perché piangi, piccola? Che
cosa ti succede?». «Il signor farmacista non vuole vendermi un
miracolo e neanche dirmi quanto costa... E per il mio fratellino
Andrea che è molto malato.
Il
RA
CC
ON
TO
12
Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo
pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che
ho». «Quanto hai?». «Un dollaro e undici centesimi... ma,
sapete... - aggiunse con un filo di voce, «posso trovare ancora
qualcosa..». L’uomo sorrise: «Guarda, non credo che sia
necessario.
Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un
miracolo per il tuo fratellino!». Con una mano raccolse la
piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della
bambina. «Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo
fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il
piccolo miracolo di cui avete bisogno». Il signore alto ed
elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei
più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo
Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo
completamente guarito. «Questa operazione» mormorò la
mamma «è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia
costata...».
La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva
quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici
centesimi... più, naturalmente, l’amore e la fede di una bambina.
Estratto da CPP del 14 dicembre 2009
In assenza del segretario Paola Romeo Il verbale del CPP è stato redatto da
Bruno Brancatisano
Aperta la seduta del CPP, prese le presenze e le assenze dei suoi componenti, si procede, preliminarmente, alla lettura del verbale precedente indi viene proposto dal parroco, p. Aldo, il calendario delle attività natalizie ( ……… ). Viene stilato un calendario riguardante le animazioni da parte dei diversi gruppi parrocchiali della SS Messa domenicale (quella delle ore 10:30); dello stesso dev’essere data adeguata diffusione sia tra i gruppi che fra i fedeli. Si discute in merito alla Messa con il rito ortodosso da celebrare per gli immigrati e delle giornate da dedicare alle confessioni per i giovani e per gli adulti. Per gennaio 2010 viene proposto un incontro/dibattito sulla Sacra Sindone da svolgersi all’Oratorio “Tutti i Santi” con la partecipazione dei giornalisti Enzo Romeo e Pietro Melia e del fisico dott. Giovanni Fazio; la data dovrebbe, presumibilmente, essere quella del 22. Il prossimo incontro del CPP viene fissato per giorno 25.01.2010 alle ore 20:00 in Duomo presso il salone parrocchiale.
13
Piccole note di Natale
di Elena Scordino
Quest’anno, per la notte di Natale, è stato organizzato un evento
un pò diverso dal solito; infatti un nutrito gruppo di bambini, circa
quaranta, della nostra scuola elementare, ha animato la veglia di
mezzanotte con canti natalizi. Sono stati eseguiti sette brani, tutti
preceduti da una riflessione.
L’esibizione ha riscosso un grande consenso a giudicare dalle
numerose persone presenti in chiesa.
Il successo è stato possibile anche grazie alla disponibilità
prestata dai genitori dei protagonisti durante tutto il periodo di
preparazione, ma il ringraziamento più grande va ai piccoli cantori
che si sono impegnati con costanza e serietà.
Si spera che eventi di questo genere si possano ripetere anche
nei prossimi anni con la collaborazione e la disponibilità di tutti i
gruppi parrocchiali.
14
12
INAUGURATO NUOVO CENTRO PRELIEVI
di FRANCO MOLLICA
Presso la sede L.A.Do.S. di Bianco, domenica 13
dicembre è stato inaugurato il nuovo centro prelievi.
L'apertura di questo centro va ad arricchire
d'importanza, per quanto riguarda la solidarietà,
l'operato dei volontari della L.A.Do.S.
La sezione di Bianco, attiva ormai da 14 anni,è stata
infatti inaugurata l'otto dicembre 1995, è dotata di due
ambulanze, una delle quali "unità mobile di
rianimazione", acquistate entrambe anche grazie al
contributo dei cittadini.
Il nuovo centro è stato subito operativo e, dopo la
benedizione impartita da Padre Bruno e le formalità di
rito con la presenza delle autorità e di numerosi
cittadini, si è passati alla fase operativa e,
considerato che si trattava del primo giorno di
attività, si è registrata un'ottima affluenza di
donatori.
Ci sembra utile ricordare che sarà possibile fare
la donazione con scadenza mensile (già giorno nove
gennaio il centro è stato di nuovo operativo). La
prossima data sarà giorno 23 gennaio 2010 alle ore 08:00
presso la sede di Bianco.
L'Anno Sacerdotale è uno speciale anno giubilare indetto dalla Chiesa
Cattolica dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010, in occasione dei 150 anni dalla
morte di San Giovanni Battista Maria Vianney, già patrono dei parroci.
L'Anno Sacerdotale segue direttamente l'Anno Paolino, indetto dallo stesso
papa nel 2008.
L'annuncio ufficiale dell'indizione dell'Anno Sacerdotale venne dato il 16
marzo 2009 dal papa Benedetto XVI durante un'udienza all'assemblea plenaria
della Congregazione per il Clero:
« Proprio per favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione
spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero, ho
deciso di indire uno speciale “Anno Sacerdotale”, che andrà dal 19 giugno
prossimo fino al 19 giugno 2010. Ricorre infatti il 150° anniversario della
morte del Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vero esempio di
Pastore a servizio del gregge di Cristo. »
15
LAVORO, DISOCCUPAZIONE
E DIGNITA’ DELLA PERSONA Antonio Scordino
I dati diffusi di recente dagli uffici di statistica dell’Unione Europea sono
drammatici: nel trimestre luglio-settembre 2009 i disoccupati dei sedici
Paesi che hanno adottato l’euro sono stati pari al 9,8 %; percentuale mai
così alta negli ultimi dieci anni. Un anno fa era pari al 7,5 %.
In Italia nello stesso periodo la disoccupazione è stata dell’8,2 %, mai così
alta dal 2004. Nell’ultimo anno e mezzo, dall’inizio della recessione, sono
stati persi quasi 800.000 posti di lavoro, per un terzo riguardanti contratti a
tempo determinato (i precari). Pertanto i disoccupati sono oggi più di due
milioni. Questo spiega l’allarme e la preoccupazione con i quali i giornali, e
L’Avvenire in particolare, hanno dato queste informazioni
E’ a tutti noto come l’attuale aumento della disoccupazione abbia avuto
origine remota nella crisi finanziaria esplosa negli USA, e poi arrivata anche
in Europa. Ma la sua origine più prossima è nella crisi dell’economia reale,
cioè della produzione di beni e servizi. Purtroppo quasi tutti gli esperti
sostengono che i posti di lavoro nei mesi che verranno, e comunque per
tutto il 2010, continueranno a diminuire, anche in presenza di una ripresa
della produzione. D’altronde tale situazione ha una dimensione mondiale,
coinvolge le responsabilità della politica e dell’economia, soprattutto l’etica
dell’una e dell’altra, come ha ripetutamente sottolineato Benedetto XVI
nell’ultima sua enciclica “Caritas in veritate”.
Questa crisi occupazionale, con modalità diverse, sta colpendo
principalmente i lavoratori anziani (messi in cassa integrazione o
licenziati), i giovani precari e quelli in cerca di prima occupazione, laureati e
non, molti dei quali , ritenendolo inutile, non s’iscrivono più ai Centri per
l’impiego (ex Uffici di collocamento). Come dicevo all’inizio, se non si esce
al più presto da questo desolante panorama, centinaia di migliaia di padri e
madri di famiglia dovranno affrontare problemi drammatici e un’ampia parte
della nuova generazione (i nostri figli) potrebbe correre il rischio di essere
“saltata” dalla storia, in assenza di una qualunque prospettiva, la formazione
di una famiglia innanzi tutto. Senza lavoro non c’è futuro, perché non c’è
la possibilità di un qualsiasi progetto di vita.
Il lavoro è la condizione insostituibile e fondamentale per esercitare i
propri diritti, osservare i propri doveri, realizzare la dimensione individuale
e sociale della persona (quando si lavora si lavora anche per gli altri).
16
La disoccupazione è il dramma dell’adulto, che sperimenta il fallimento
della sua esistenza, e del giovane, che avverte la propria emarginazione dal
contesto sociale, la frustrazione di capacità e risorse non utilizzate, la
dipendenza dalla famiglia e, peggio ancora, dal potente del momento. Il
lavoro è espressione della personalità, è condizione di crescita, è
manifestazione della spiritualità e della creatività della persona, è contributo
al bene comune.
La Dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla “Rerum novarum” di
Leone XIII (1891), si è preoccupata di prendere in considerazione la
problematica del lavoro. Su di essa è poi ritornato in particolare Giovanni
Paolo II con un’enciclica tutta dedicata a questo tema, la “Laborem
exercens” (1981). Il Papa definisce il lavoro “chiave di tutta la questione
sociale” e “mezzo di santificazione”, ma vede “anche timori e minacce” che
gli sono connessi, soprattutto le ingiustizie e i danni ai lavoratori. Di
conseguenza, l’enciclica, riprendendo il Concilio Vaticano II (G. S., n°26) e
in sintonia con la Costituzione italiana (artt. 1 e 4), dichiara che “Il lavoro è
un diritto fondamentale ed è un bene per l’uomo …. Perché adatto ad
esprimere e accrescere la dignità umana”. Perciò la Chiesa è indotta “ad
additare la disoccupazione come una vera calamità sociale”, soprattutto in
relazione alle giovani generazioni (Cfr. Compendio della dottrina sociale
della Chiesa, n°287).
Da questi fondamentali punti di riferimento scaturiscono i diritti dei
lavoratori, ampiamente e puntualmente indicati dal Compendio… (nn.301-
304), ripresi dalla “Caritas in veritate” (n° 63) e in sintonia con la
Costituzione italiana (nn. 35-37). Si dovrebbe fare una lettura completa di
tutte queste parti documentali, peraltro brevi, per acquisire una nuova
consapevolezza della dignità del lavoro e dei lavoratori, talora
completamente smarrita, in presenza dello sfruttamento e della violenza,
spesso esercitati anche su donne e minori, in alcune parti del mondo.
Fornisco qui un semplice elenco essenziale dei diritti perché si abbia
quello che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno definito un “lavoro
decente”. Diritto: ad una giusta remunerazione su base famigliare; ad
ambienti di lavoro sani; al rispetto della dignità dei lavoratori e senza alcuna
discriminazione; a un lavoro scelto liberamente; a sovvenzioni per i
disoccupati e le loro famiglie; a provvedimenti sociali legati alla maternità; a
organizzarsi liberamente (sindacati) e a far sentire la propria voce, anche con
lo sciopero; a una pensione dignitosa.
Però, prima che tutto questo ci sia, bisogna averlo, il lavoro. 17
Bilancio (con extra) di DICEMBRE 2009
a cura di p.Aldo
Concluso il 2009, come tutti
sono soliti fare, si sono tirati i conti
per verificare come è andato l’anno
passato. Tale operazione è stata fatta
anche per la situazione economica
della parrocchia, che vuole essere
gestita il più possibile secondo i
principi della corresponsabilità
(proprio perché la parrocchia è di
tutti i membri della comunità, tutti
sono sollecitati a sentirsene
responsabili) e di trasparenza (ciò
che si fa con i beni della comunità
parrocchiale, deve essere
comunicato alla comunità
parrocchiale).
Anche se non è stato fatto ancora
l’incontro del CAEP (Consiglio
Affari Economici Parrocchiale) si
possono già prendere atto delle cifre
delle singole voci, riportate in
questo mese in duplice colonna:
quella specifica del mese di
dicembre e poi quella complessiva
di tutto l’anno 2009.
Chiudiamo l’anno con un attivo
che ci dovrebbe permettere sia di
completare il pagamento dei lavori
che si stanno facendo attualmente
all’oratorio, sia di completare la
restituzione del prestito.
Come si vede dalle cifre i numeri
più alti sono riferiti ai lavori per
l’oratorio, sia per ciò che riguarda le
entrate che per le uscite.
ENTRATE DICEMBRE ‘09 ANNUALE
2009
Attivo 1/1/2009
91.657,43
1.1.Collette SS.Messe 1.115,21 7.025,92
1.2. Batt.-com.-cres. 250,00 3.420,00
1.3. Altro: candele… 320,45 5.764,12
1.4. Funerali, trigesimi 328,45 8.354,62
2.1. - -
2.2. Feste - 12.205,91
2.3. Contributi Diocesi - 5.000,00
2.4. Ministero sacerdoti 1.035,00 9.107,00
3.1. Offerte extra 121,71 265,91
3.3. interessi - -
3.4 per lavori Oratorio 2.850,00 37.797,13
TOTALE entrate 6.020,60 178.598,04
.
Partita di giro (caritas…) 307,87 5.203,79
USCITE
1.1. ostie, cera, fiori 187,50 2.528,00
1.2. Paramenti sacri - 180,00
1.3. Pulizia chiesa - 205,00
1.4. Capitaria sacerdoti 272,00 2.444,00
1.5. Remun. Predicatore - 500,00
1.6. lavori S.Marina 10.000,00
2.1. Att.parroc.extra 117,90
2.2. Affitto 200,00 2.550,00
2.3. Sus.liturgici/catec. 176,00 1.311,80
2.4. Caritas - 30,00
2.5. attrezzatura Oratorio - 1.221,60
3.1. Spese cancelleria - 180,20
3.2. Acqua-luce-telef. 431,53 2.920,37
3.3. Imposte tasse - 495,99
3.4. Lavori-costr.Oratorio 1.489,00 108.703,82
3.5. Manutenz.immobili - 23,00
3.6. Ferram-elettric. 211,50 1.256,50
3.7.Restituzione prestito 20.000,00 20.000,00
3.9. Mobilio - 500,00 1.213,62
3.10. Stampa diocesana 200,00 355,00
TOTALE uscite 22.667,53 156.216,80
ATTIVO al 31.12.09 + 22.381,24
18
BATTESIMI - il 6 dicembre è stato battezzato
Todarello PIETRO LORENZO figlio
di Francesco e Randisi Luboria
- il 3 gennaio sono stati battezzati:
Pulitanò FILIPPO figlio di Giuseppe e
Ferraro Maria; Virgara FRANCESCO
figlio di Antonio e Battaglia Giuseppina
MATRIMONI il 28 dicembre si sono sposati
Altomonte MARIO e Cotroneo
DANIELA
DEFUNTI il 6 dicembre è morto Cavaleri
DOMENICO di anni 57
il 18 dicembre è morta Nucera
ANGELINA di anni 82
il 21 dicembre è morto (ad Avellino)
Giordano ALBERTO di anni 80
Turni di PULIZIA pulizia del DUOMO (venerdì/sabato) pulizia ORATORIO (lunedì/martedì)
-15 gen.: Az.Cattolica + gr.Famiglia - 11 gennaio: catechiste
- 22 gennaio: Caritas - 18 gennaio: animatori
- 29 gennaio: coro/1 - 25 gennaio: catechiste
- 5 febbraio: coro/2 + gr.di preghiera - 1 febbraio: animatori
Animazione MESSA domenicale delle ore 10,00 - 10 gennaio: gruppo dei battezzandi
- 17 gennaio: gruppo dei cresimandi di 2° media
- 24 gennaio: gruppo del Coro/1
- 31 gennaio: gruppo degli animatori-oratorio
- 7 febbraio: gruppo Famiglia
CALENDARIO PARROCCHIALE
Incontri di GENNAIO
9 s.: ct. mariana e rosario (sant. -18,00)
8-22 v.: inc. gr. liturg. (17,30 – santuar.)
10 d.: Festa del BATTESIMO di Gesù
10 d.: gen. C.Emm. 1-2° it. (18,00-orat.)
11 l.: inc. d. catechiste (16,30 – orat.)
11 l.: inc. gr. Famiglia (19,00 – santuar.)
13 m.: inc. d. animatori (17,00 – orat.)
15 v.: incontro d. aritas (18,00- duomo)
15-29 v.: inc. giovani (19,30 – duomo)
17 d.: gen. C.Emm. 3-4° it. (18,00-orat.)
17-25: Settimana per l’Unità dei cristiani
22 v.: inc. sulla SINDONE (18,00 – orat.)
25 l.: inc. del CPP (20,00 – duomo)
30 s.: proiezione film (20,30 – orat.)
FEBBRAIO
3 m.: inc. d. animatori (17,00 – orat.)
5-… v.: inc. gr. liturg. (17,30 – santuar.)
6 s.: ct. mariana e rosario (sant. -18,00)
7 d.: gen. C.Emm. 1-2° it. (18,00-orat.)
11 g.: giornata del MALATO
11 g.: fiaccolata mariana
12 v.: inc. d. Caritas (18,00 – duomo)
16 m.: Carnevale
17 m.: CENERI – inizio Quaresima
21 d.: gen. C.Emm. 3-4° it. (18,00-orat.)
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NOTIZIE flash
Ultimo appello per i
cresimandi giovani-adulti
Già da alcune domeniche è iniziato il
corso per i giovani-adulti che
intendono prepararsi alla cresima. Per
chi ancora non è informato, si fa
presente che tale corso si terrà ogni
domenica e richiede la partecipazione
sia alla messa domenicale
(possibilmente quella serale delle ore
17,00) sia all’incontro di catechesi
(alle 18,00). Chi è interessato a
partecipare è sollecitato a prendere
subito i contatti in parrocchia o da
Tommaso S.
Sito WEB parrocchiale
Anche se ancora incompleto in molte
sezioni, è attivo da alcuni giorni un sito
web della nostra parrocchia di Bianco
all’indirizzo www.parrocchiabianco.it.
Come è ovvio, tale iniziativa vuole
essere un ulteriore mezzo informativo
e comunicativo veloce e quasi “in
tempo reale” (sono presenti le foto
della sfilata dei ReMagi e della
Befana)! Nello stesso tempo questo
strumento può svolgere altre due
funzioni preziose: permette di
condividere con chiunque le esperienze
e le iniziative parrocchiali; inoltre può
essere un facile canale di
collaborazione e proposta anche per
chi non ha contatti diretti con la
parrocchia.
Lectio divina e
Martedì della Parola
Concluso il tempo straordinario del
Natale, riprende il ritmo ordinario delle
diverse attività pastorali. Tra l’altro si
segnalano due momenti rivolti a tutta la
comunità parrocchiale, al di là
dell’appartenenza ad un gruppo o
all’altro: la celebrazione della Parola
ogni martedì alle ore 18,30 a S.Francesco
(durante la quale si sta facendo la lettura
continua delle lettere di S.Paolo); invece
ogni mercoledì alle ore 20,00 al
Santuario è programmata la lectio divina
sulle letture domenicali.
Incontro sulla Sindone
Venerdì 22 gennaio alle ore 18,00
all’oratorio avrà luogo la prima iniziativa
culturale promossa dalla commissione
interna al CPP permetterà di conoscere
più da vicino il mondo della Sindone. In
tal modo si potrà essere preparati
all’evento straordinario dell’ostensione
della sacra Sindone che avrà luogo a
Torino dal 10 aprile al 23 maggio
prossimo. L’incontro sarà guidato dal
professor Giovanni Fazio, docente della
Facoltà di Fisica all’Università di
Messina.
Torneo di calcetto e pallavolo
Per i bambini e ragazzi dell’oratorio è
tempo di scendere in campo per prendere
parte al torneo invernale di calcetto e
pallavolo, che vedrà la partecipazione di
altri tre oratori: Pardesca, Samo, S.Agata.
Facciamo onore ai colori di Bianco!!!
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