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ML 12 Domenica 28 Ottobre 2018 Corriere della Sera Blue Note Latin jazz e hard bop per Jeremy Pelt In bilico tra ricerca e rispetto per la tradizione, tra sound acustico ed elettrico, Jeremy Pelt (foto), votato per diversi anni come stella nascente della tromba dalla prestigiosa testata jazz Downbeat Magazine, a 41 anni occupa ormai uno spazio in prima fila sulla scena jazz Usa. Cresciuto artisticamente sulle tracce di grandi musicisti hard e post bop come Lee Morgan e Clifford Brown, il solista nato nel 1976 in California si è trasferito a New York, dove da alcune stagioni capeggia un quintetto con cui si presenta al Blue Note per un solo concerto (via Borsieri 37, ore 21. Ingresso 28/33 euro). Affiancato da una formazione latin funk, con Victor Gould al piano, Pelt propone i nuovi brani di «Make noise!». (P.Ca.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Stili Qui accanto, Casa e Torre Rasini (1933). Qui sopra il Palazzo della Rai (1939) ritratto di notte (foto di Nicola Vaglia). Qui sotto, il Palazzo Borletti (1927) Il libro Il libro «Gio Ponti e Milano. Guida alle architetture 1920-1970» (in alto la copertina) è pubblicato da edizioni Quodlibet (pag. 272, e 22, luglio 2018) Curato da Paolo Rosselli e Salvatore Licitra, ha i testi firmati da Lisa Licitra Ponti La prefazione è dell’architetto Stefano Boeri All’interno foto e progetti delle architetture, con fotografie sia delle facciate che degli interni In costruzione Il Grattacielo Pirelli sorto tra il ‘56 e il ‘61 Dalla Torre Rasini al Palazzo Rai un libro raccoglie le architetture progettate dal maestro dal ’25 al ’71 Con un obiettivo: rinnovarsi sempre È stato recentemente pubblicato dalle edizioni Quodlibet il volume «Gio Pon- ti e Milano». Il libro raccoglie le archi- tetture progettate in città dal grande maestro dal 1925 al 1971, una quarantina di edifici tra residenze, uffici e chiese. Come spiega Stefano Boeri nella prefazione, il grande merito di Gio Ponti (1891- 1979) è stato quello di non ac- contentarsi di realizzare un’opera autografa, riconosci- bile e riconducibile a uno stile ben definito ma, al contrario, quello di rincorrere di volta in volta forme inedite, spesso in- novative, sempre assoluta- mente originali. Il grattacielo Pirelli, Torre Rasini che presi- dia i Giardini di Porta Venezia, i Palazzi Montecatini di via Turati e Largo Donegani, il Palazzo della Rai, la chiesa di San Luca Evangelista in via Ampère, la Facoltà di Archi- tettura, la Clinica Columbus, la Torre Branca al Parco Sem- pione sono solo alcuni degli edifici che a Milano portano la sua firma. E, se fate mente locale, ognuno segna con la sua presenza il tessuto urba- no, definendo nuovi canoni estetici, lanciando sfide strut- turali, introducendo materiali fino ad allora sconosciuti. Senza dimenticare le tante ca- se private, progettate fin nei minimi dettagli sia negli esterni che negli interni: il li- bro si sofferma anche su alcu- ni esempi di androni e vani scale come quello, per esem- pio, di Casa Melandri in viale Lunigiana «un caleidoscopi- co gioco di colori fra pareti e gradini». Come se non bastasse, Gio Ponti ha amato cimentarsi su diverse scale: sua è la mitica seduta Superleggera, ma an- che le porcellane Richard Gi- nori o le piastrelle bianco-blu del favoloso Hotel dei Principi a Sorrento (rimesse in produ- zione un anno fa, dopo mezzo secolo dalle originali). Non «soltanto» architetto e designer ma anche giornali- sta (fondò e diresse le riviste «Stile» e «Domus») e accalo- rato opinionista. Proprio dal- l’epistolario (120mila lettere indirizzate ad architetti, uo- mini di cultura, artisti, politi- ci, tra cui spiccano nomi del calibro di Alberto Moravia, Tommaso Marinetti, Le Cor- busier, Giulio Carlo Argan, Piero Bottoni, Frank Lloyd Wright) la figlia Lisa Licitra Ponti ha tratto materiale per redigere i testi che corredano il volume «Gio Ponti Milano». Il nipote, Paolo Rosselli, che si è occupato personalmente del lavoro ciclopico di foto- grafare e indicizzare l’episto- lario (oggi consultabile dal pubblico) racconta: «Per rea- lizzare questo volume abbia- mo messo a frutto le diverse competenze di ciascuno di noi eredi. Le fotografie in bianco e nero, per esempio, provengono dall’archivio Ponti, circa 8000 scatti di cui si occupa Salvatore Licitra. Io, che di professione sono foto- grafo, ho scattato personal- mente le immagini a colori con l’intento di far notare al lettore che le architetture di mio zio sono ancora oggi pre- senti nel tessuto urbano di Milano. Lisa, infine, ha scritto i testi». Insomma un lavoro di gruppo, fondato sull’entusia- smo e sul desiderio di questa famiglia di mantenere viva la memoria di un così illustre antenato. Silvia Icardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Gio Ponti a Milano 40 Gli edifici cittadini — chiese, torri, banche, ville e palazzi — progettati da Gio Ponti in cinquant’anni Cultura Tempo libero

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Page 1: Gio Ponti a Milano - Silvia Icardi · 2020. 2. 3. · Il Grattacielo Pirelli sorto tra il `56 e il `61 Dalla Torre Rasini al Palazzo Rai un libro raccoglie le architetture progettate

ML12 Domenica 28 Ottobre 2018 Corriere della Sera

Blue NoteLatin jazz e hard bopper Jeremy PeltIn bilico tra ricerca e rispetto per la tradizione, tra sound acustico ed elettrico, Jeremy Pelt (foto), votato per diversi anni come stella nascente della tromba

dalla prestigiosa testata jazz Downbeat Magazine, a 41 anni occupa ormai uno spazio in prima fila sulla scena jazz Usa. Cresciuto artisticamente sulle tracce di grandi musicisti hard e post bop come Lee Morgan e Clifford Brown, il solista nato nel 1976 in California si è trasferito a New York, dove da alcune

stagioni capeggia un quintetto con cui si presenta al Blue Note per un solo concerto (via Borsieri 37, ore 21. Ingresso 28/33 euro). Affiancato da una formazione latin funk, con Victor Gould al piano, Pelt propone i nuovi brani di «Make noise!».

(P.Ca.)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Stili Qui accanto, Casa e Torre Rasini (1933). Qui sopra il Palazzo della Rai (1939) ritratto di notte (foto di Nicola Vaglia). Qui sotto, il Palazzo Borletti (1927)

Il libro

Il libro «Gio Ponti e Milano. Guida alle architetture 1920-1970» (in alto la copertina) è pubblicato da edizioni Quodlibet (pag. 272, e 22, luglio 2018)

Curato da Paolo Rossellie Salvatore Licitra, ha i testi firmati da Lisa Licitra Ponti

La prefazione è dell’architetto Stefano Boeri

All’interno foto e progetti delle architetture, con fotografie sia delle facciate che degli interni

In costruzioneIl Grattacielo Pirelli sorto tra il ‘56 e il ‘61

Dalla Torre Rasini al Palazzo Rai un libro raccoglie le architettureprogettate dal maestro dal ’25 al ’71Con un obiettivo: rinnovarsi sempre

Èstato recentementepubblicato dalleedizioni Quodlibetil volume «Gio Pon-ti e Milano». Il libroraccoglie le archi-

tetture progettate in città dalgrande maestro dal 1925 al1971, una quarantina di edificitra residenze, uffici e chiese.Come spiega Stefano Boerinella prefazione, il grandemerito di Gio Ponti (1891-1979) è stato quello di non ac-contentarsi di realizzareun’opera autografa, riconosci-bile e riconducibile a uno stileben definito ma, al contrario,quello di rincorrere di volta involta forme inedite, spesso in-novative, sempre assoluta-mente originali. Il grattacieloPirelli, Torre Rasini che presi-dia i Giardini di Porta Venezia,i Palazzi Montecatini di viaTurati e Largo Donegani, ilPalazzo della Rai, la chiesa diSan Luca Evangelista in viaAmpère, la Facoltà di Archi-tettura, la Clinica Columbus,la Torre Branca al Parco Sem-pione sono solo alcuni degliedifici che a Milano portanola sua firma. E, se fate mentelocale, ognuno segna con lasua presenza il tessuto urba-no, definendo nuovi canoniestetici, lanciando sfide strut-turali, introducendo materialifino ad allora sconosciuti.Senza dimenticare le tante ca-se private, progettate fin neiminimi dettagli sia negliesterni che negli interni: il li-bro si sofferma anche su alcu-ni esempi di androni e vaniscale come quello, per esem-pio, di Casa Melandri in vialeLunigiana «un caleidoscopi-co gioco di colori fra pareti egradini».

Come se non bastasse, GioPonti ha amato cimentarsi sudiverse scale: sua è la miticaseduta Superleggera, ma an-che le porcellane Richard Gi-nori o le piastrelle bianco-bludel favoloso Hotel dei Principia Sorrento (rimesse in produ-zione un anno fa, dopo mezzo

secolo dalle originali). Non «soltanto» architetto e

designer ma anche giornali-sta (fondò e diresse le riviste«Stile» e «Domus») e accalo-rato opinionista. Proprio dal-l’epistolario (120mila lettereindirizzate ad architetti, uo-mini di cultura, artisti, politi-ci, tra cui spiccano nomi delcalibro di Alberto Moravia,Tommaso Marinetti, Le Cor-

busier, Giulio Carlo Argan,Piero Bottoni, Frank Lloyd Wright) la figlia Lisa LicitraPonti ha tratto materiale perredigere i testi che corredanoil volume «Gio Ponti Milano».Il nipote, Paolo Rosselli, che siè occupato personalmentedel lavoro ciclopico di foto-grafare e indicizzare l’episto-lario (oggi consultabile dalpubblico) racconta: «Per rea-

lizzare questo volume abbia-mo messo a frutto le diversecompetenze di ciascuno dinoi eredi. Le fotografie inbianco e nero, per esempio,provengono dall’archivioPonti, circa 8000 scatti di cuisi occupa Salvatore Licitra. Io,che di professione sono foto-grafo, ho scattato personal-mente le immagini a coloricon l’intento di far notare allettore che le architetture dimio zio sono ancora oggi pre-senti nel tessuto urbano diMilano. Lisa, infine, ha scrittoi testi». Insomma un lavoro digruppo, fondato sull’entusia-smo e sul desiderio di questafamiglia di mantenere viva lamemoria di un così illustreantenato.

Silvia Icardi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gio Ponti a Milano

40Gli edifici cittadini — chiese, torri, banche, ville e palazzi — progettati da Gio Ponti in cinquant’anni

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