giornalino aprile bis
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oratorio salesiano Bova MarinaTRANSCRIPT
San Paolo afferma:“ Se Cristo non fosse ri-Se Cristo non fosse ri-Se Cristo non fosse ri-Se Cristo non fosse ri-
sorto vana sarebbe la nostra fedesorto vana sarebbe la nostra fedesorto vana sarebbe la nostra fedesorto vana sarebbe la nostra fede”.
A Pasqua celebriamo l’avvenimento centrale
della nostra fede cristiana: la risurrezione di
Cristo.
La risurrezione del Signore è la sostanza della no-La risurrezione del Signore è la sostanza della no-La risurrezione del Signore è la sostanza della no-La risurrezione del Signore è la sostanza della no-
stra fede.stra fede.stra fede.stra fede.
L’annuncio della risurrezione del Figlio di Dio fatto-
si uomo è giunto fino a noi attraverso la testimonian-
za degli apostoli e di tanti discepoli del Signore. La
nostra fede è un atto di fiducia nella parola degli a-
postoli. Crediamo sulla parola!
La risurrezione di Cristo è un segno di speranzaLa risurrezione di Cristo è un segno di speranzaLa risurrezione di Cristo è un segno di speranzaLa risurrezione di Cristo è un segno di speranza per
l’umanità intera! Un segno di speranza per il popolo
del Giappone segnato tragicamente da un catastro-
fe naturale e dal rischio del nucleare; un segno di
speranza per i popoli del nord Africa che anelano a
una vita dignitosa e libera; è un segno di speranza
per tanti poveri Cristi che vivono nell’indigenza e
nella povertà più estrema; è un segno di speranza
per tutti noi, disorientati e sempre in ricerca, perché
la luce della risurrezione può illuminare e dare rispo-
sta alle nostre domande e alle nostre attese.
La risurrezione, infine, è il motore della nostra carità.La risurrezione, infine, è il motore della nostra carità.La risurrezione, infine, è il motore della nostra carità.La risurrezione, infine, è il motore della nostra carità.
Se Cristo donando completamene se stesso sulla
croce (carità) ha attraversato la morte ed è risorto,
anche noi, se viviamo nell’amore, risorgeremo come
Lui.
E’ questo l’augurio che faccio a tutti noi.
Buona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona Pasqua.
PASQUA E’ LA FESTA DEI MACIGNI PASQUA E’ LA FESTA DEI MACIGNI PASQUA E’ LA FESTA DEI MACIGNI PASQUA E’ LA FESTA DEI MACIGNI
ROTOLATI.ROTOLATI.ROTOLATI.ROTOLATI.
Ognuno di noi ha il suo macigno, una pietra
messa all’imboccatura dell’anima che impe-
disce la comunicazione con l’altro… E’ il ma-
cigno della solitudine, della miseria, della
malattia, dell’odio, del peccato… Pasqua sia
per tutti il rotolare del macigno, l’inizio del-
la luce, la primavera dei rapporti nuovi.”
(Don Tonino Bello)
E’ l’augurio che la comunità delle Figlie di E’ l’augurio che la comunità delle Figlie di E’ l’augurio che la comunità delle Figlie di E’ l’augurio che la comunità delle Figlie di
Maria Ausiliatrice porge a tutti!Maria Ausiliatrice porge a tutti!Maria Ausiliatrice porge a tutti!Maria Ausiliatrice porge a tutti!
Dalla Sua Croce e Resurrezione Dalla Sua Croce e Resurrezione Dalla Sua Croce e Resurrezione Dalla Sua Croce e Resurrezione
si innalzi l’inno di speranza e di luce.si innalzi l’inno di speranza e di luce.si innalzi l’inno di speranza e di luce.si innalzi l’inno di speranza e di luce.
Auguri. Auguri. Auguri. Auguri.
La comunità F.M.A.La comunità F.M.A.La comunità F.M.A.La comunità F.M.A.
LE TENEBRE NON SONO
PIU TENEBRE… LA NOTTE E
CHIARA COME IL GIONO.
RALLEGRATEVI
ED
ESULTATE!!
Speciale Santa
Speciale Santa
Speciale Santa
Speciale Santa
CRISTO E RISORTO.
ALLELUIA!!
La parola pasqua deriva dall’ebraico “Paseh” che significa passaggio. Era la festa annuale con cui gli
ebrei ricordavano (e ricordano tuttora) il prodigioso attraversamento del Mar Rosso quando, dopo 430 anni di
schiavitù in Egitto, furono liberati da Mosè. Gli Ebrei dovettero partire molto in fretta e furono quindi costretti a
portarsi dietro la pasta per il pane non ancora lievitata, cioè il pane azzimo.
Il significato della pasqua ebraica è dunque rappresentato dalla veglia che il popolo ogni anno ripete durante
la notte, per ringraziare Dio che vegliò quella notte famosa e riuscì dunque a portare in salvo il suo popolo. In
ricordo di questo storico viaggio, la festa di Pasqua era celebrata dagli ebrei, in ogni nucleo familiare, con la
consumazione di bevande e alimenti connotati da un forte valore simbolico.
E’ interessante osservare come nel pasto pasquale moderno abbiamo conservato alcuni cibi del banchetto ebrai-
co, dando ad essi un significato diverso:
L’agnello è il Cristo, Dio immolato per noi.
L’uovo è il simbolo della Risurrezione: La tradizione del regalo delle uova in par-
ticolare è da collegarsi al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, che
nei tempi antichi veniva festeggiata praticando riti per la fecondità ed il rinnovamen-
to della natura; le uova sono dunque il simbolo della vita che si rinnova (per saperne di più vai
a pag.13).
La colomba, è l’uccello che si libra sulle acque e, portando un ramoscello di ulivo a Noè (Genesi 8.10,12)
annuncia il nuovo patto tra Dio e l’uomo (per saperne di più vai a pag.15).
Ecco da dove nasce la Pasqua che noi fe-
steggiamo ed ecco che finalmente abbia-
mo capito che le uova e le colombe, che
sono così goduriose, in realtà possiedono un
significato in più !
Noi che ci stiamo preparando
ad accostarci all’Eucarestia
auguriamo una
buona PASQUA a tutti!!!
Gioved� SantoGioved� SantoGioved� SantoGioved� Santo
ore 18.00 Cena del Signore
ore 21.00 Adorazione comunitaria
Venerd� SantoVenerd� SantoVenerd� SantoVenerd� Santo
ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lodi
ore 16.00 Passione del Signore
ore 18.00 Processione
Sabato Santo Sabato Santo Sabato Santo Sabato Santo
ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lodi
ore 23.00 Veglia Pasquale
Domenica di PasquaDomenica di PasquaDomenica di PasquaDomenica di Pasqua
SSSSS. Messe come la Domenica
ore 10.00 Chiesa Don Bosco
Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio
Gruppo di
4 elementare
"I colori del
mondo"
Pagina 3 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina
Secondo i comuni modi di dire, la PasquaPasquaPasquaPasqua "un anno arriva alta, un anno arriva bassa". Della Pasqua non si sa mai
quando arriva, perché questa festa non ha una data precisa come tutte le altre ricorrenze religiose. L’unica cosa
certa è che si celebra una domenicadomenicadomenicadomenica compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. A questo periodo si lega la definizione
popolare di Pasqua bassaPasqua bassaPasqua bassaPasqua bassa quando cade nel mese di marzo o nei primi giorni di aprile; PasquaPasquaPasquaPasqua altaltaltalta a a a quando si festeg-gia nel periodo successivo.
Ma come si calcola la data della PasquaMa come si calcola la data della PasquaMa come si calcola la data della PasquaMa come si calcola la data della Pasqua? Nel corso della storia, il calcolo di questa festa è stato sempre fonte di
discussione vedendo lo scontro di diverse correnti di pensiero, scontro che si è risolto solo nel 325 con il Concilio Concilio Concilio Concilio
di Niceadi Niceadi Niceadi Nicea. In questa occasione si vollero stabilire dei criteri fondati sui dati delle Sacre Scritture, con il desiderio di
promuovere l’unità tra le varie chiese. Il Concilio, stabilendo un'unica osservanza della Pasqua, desiderava mostra-
re il suo impegno a favore della missione unitaria della chiesa nel mondo. Si stabilì così che la Pasqua cristianaPasqua cristianaPasqua cristianaPasqua cristiana sa-
rebbe stata celebrata la domenica seguente il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, giorno che coincide
con l’inizio dei festeggiamenti della Pasqua ebraicaPasqua ebraicaPasqua ebraicaPasqua ebraica che dura per 8 giorni. Per questo la data di Pasqua è compresa
tra il 22 marzo e il 25 aprile (inclusi). Infatti, se proprio il 21 marzo è di luna piena, e questo giorno è sabato, sarà
Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 mar-
zo). D'altro canto, se il plenilunio succede il 20 marzo, quello successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo gior-
no fosse per caso una domenica occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.
Una volta stabilita la data della Pasqua si procede a ritroso si procede a ritroso si procede a ritroso si procede a ritroso per determinare la durata della Quaresima Quaresima Quaresima Quaresima e la collo-
cazione sul calendario del Carnevale e del Mercoledì delle CeneriCarnevale e del Mercoledì delle CeneriCarnevale e del Mercoledì delle CeneriCarnevale e del Mercoledì delle Ceneri.
Gruppo di 4 elementare “Alegria”
Santa Pasqua
Tutto intorno ci annuncia la Pasqua:
la primavera coi suoi fiori,
il cielo limpido, il sole più luminoso,
le rondini tornate al nido,
i preparativi per rendere più bella
la casa, più lieta la mensa
in quel giorno, e le campane,che,
prima di tacere,c'invitano a festeggiare
la Resurrezione del Signore.
Anche nel nostro animo
c'è qualcosa di nuovo:
il desiderio d'essere più buoni,
di sentirci tutti fratelli,
vicini ai più poveri, ai più bisognosi,
di farli partecipi della nostra gioia.
Solo cosi il Signore sarà veramente risorto.il Signore sarà veramente risorto.il Signore sarà veramente risorto.il Signore sarà veramente risorto. BUONA PASQUA DA TUTTI NOI!!!BUONA PASQUA DA TUTTI NOI!!!BUONA PASQUA DA TUTTI NOI!!!BUONA PASQUA DA TUTTI NOI!!!
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 4
La Pasqua Cristiana rappresenta ogni anno una nuova alleanza d'amore tra Dio e gli uomini. I cristiani
usano la quaresima per prepararsi alla Pasqua. La quaresima inizia il mercoledì delle ceneri , dura 40 gior-
ni, l'ultima settimana è quella Santa, inizia con la domenica delle Palme.
La Domenica delle Palme è l’anticipazione della festa della Resurrezione che avverrà la Domenica di Pa-
squa. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino,
osannato dalla folla che lo saluta agitando rami di palma. Per ricordare il gesto di saluto della folla ven-
gono distribuiti, in questa domenica, rametti d’ulivo benedetto, come simbolo della passione di Cristo,
che verranno poi conservati fino all’ano successivo. Il ramo d’ulivo poi non può essere gettato, ma sola-
mente bruciato.
Da qui inizia la Settimana Santa, durante la quale hanno luogo momenti liturgici ben precisi. Dal lunedì al
mercoledì è il tempo della Riconciliazione, si ricordano in questi giorni la Madonna dei Dolori e Gesù che
si carica della croce. L a celebrazione dell'ora nona del Giovedì Santo da inizio al Sacro Triduo Pasquale.
Il Giovedì Santo è suddiviso in due parti distinte.
Nella prima parte si svolge la benedizione degli oli e la Messa del Crisma, durante la quale i
sacerdoti rinnovano le loro promesse al Vescovo, e termina prima dei Vespri, concludendo
così anche la Quaresima. "Chrisma" è un termine greco che significa "unguento profumato"
infatti si tratta di un olio mescolato a balsamo e aromi. Il rito dell'unzione è antichissimo e
risale all'Antico Testamento; attraverso l'unzione una persona veniva introdotta nella sfera
del divino, per un servizio straordinario e sacro, per questa ragione il rito dell'unzione riguar-
dava solamente persone speciali come profeti, sacerdoti e anche re.
Nella seconda parte con i Vespri inizia il Triduo Pasquale della Passione e della Resurrezione
del Signore. Alla sera di celebra si celebra il memoriale dell’Ultima Cena di Cristo con i Suoi
discepoli, in cui viene istituito il Sacramento dell’Eucarestia, con il pane e il vino.
Durante l'Ultima Cena Gesù lava e asciuga i piedi ai suoi discepoli. Ogni sacerdote nella pro-
pria chiesa, ogni vescovo nella propria cattedrale ed il pontefice in San Giovanni in Laterano,
compiono il rito della lavanda, per ricordare a se stessi e ai fedeli che l'eucarestia è legata alla
fraternità. Al canto del "Gloria" le campane vengono suonate a distesa, per ricordare l'immi-
nente Pasqua. Poi taceranno fino alla veglia pasquale, nella notte tra il sabato e la domenica
Pagina 5 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina
Il Venerdì Santo è un giorno di adorazione e silenzio, per tutta la
Chiesa. In questo giorno, per antichissima tradizione, non si celebra
l’Eucaristia, ma la Passione del Signore che prepara la gioia della Pasqua.
Nella Chiesa silenziosa e spoglia di ogni ornamento i fedeli ascoltano, stando in piedi, il racconto della
Passione così come è stato trasmesso dall’evangelista Giovanni. Terminata la lettura si fa
una preghiera detta “universale” perché in essa si ricorda tutta l’umanità. Anche questa preghiera è
antichissima ed esprime la certezza che Gesù ha offerto la sua vita per la salvezza di tutti gli
uomini, di tutti i tempi. Poi arriva il momento dell’adorazione della Croce. Dal fondo della Chiesa il
sacerdote viene avanti portando alta una grande croce ricoperta di un panno viola e recita:
“Ecco il legno della Croce,
a cui fu appeso il Cristo
Salvatore del mondo”. Venite adoriamo.
In molte comunità parrocchiali è consuetudine ripercorrere le tappe che hanno con-
dotto Gesù sul Golgota con una via Crucis per le vie del paese. A Roma la funzione si
svolge al Colosseo, dove tanti martiri Cristiani hanno perso la vita come Cristo per
rimanere fedeli a Dio, di solito la celebra il Papa.
Il sabato santo è un giorno aliturgico, ovvero senza celebrazione eurcaristica. La
Chiesa sosta presso il Sepolcro del Cristo, meditando sulla sua Passione e sulla mor-
te. Alla sera del sabato comincia l'ultimo atto del triduo pasquale, suo culmine glo-
rioso e vittorioso, con la "Madre di tutte le veglie", come l'aveva definita Sant'Ago-
stino, ed è un cammino che approda alla luce della resurrezione, che i precristiani
simboleggiavano nel sole giunto nella parte settentrionale dello zodiaco. La veglia
si conclude con la messa pasquale a cui seguirà al mattino quella della Domenica di
Resurrezione.
La gioia per la r
isur-
La gioia per la r
isur-
La gioia per la r
isur-
La gioia per la r
isur-
rezione di Gesù Cri-
rezione di Gesù Cri-
rezione di Gesù Cri-
rezione di Gesù Cri-
sto nostro Signo
re sto nost
ro Signore
sto nostro Signo
re sto nost
ro Signore
possa vivere pe
r possa vi
vere per
possa vivere pe
r possa vi
vere per
sempre nel tuo cuo
re.
sempre nel tuo cuo
re.
sempre nel tuo cuo
re.
sempre nel tuo cuo
re.
Auguri di buona
Pasqua
Auguri di buona
Pasqua
Auguri di buona
Pasqua
Auguri di buona
Pasqua
dalla V elementare!!
dalla V elementare!!
dalla V elementare!!
dalla V elementare!!
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 6
Nella liturgia della Chiesa cattolica e di altre chiese, la Veglia pasqualeVeglia pasqualeVeglia pasqualeVeglia pasquale è la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore e poiché celebra la vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù
Cristo è la celebrazione più importante dell'anno liturgico: per tali ragioni è classificata "Madre di Madre di Madre di Madre di
tutte le veglietutte le veglietutte le veglietutte le veglie". È la più ricca e lunga liturgia di tutto l'Anno liturgico: si celebra fra il
tramonto del sabato e l'alba della domenica.
Liturgia del LucernarioLiturgia del LucernarioLiturgia del LucernarioLiturgia del Lucernario La processione del clero esce dalla chiesa, lasciata completamente al buio, senza luci né
candele accese, dal Venerdì santo. Una volta fuori dalla chiesa, i concelebranti raggiun-
gono un braciere precedentemente preparato, e dopo un breve saluto iniziale (senza il
Segno della Croce) il celebrante benedice il fuoco. Quindi prende delle braci e le mette nel turibolo
e accende, da quella fiamma, il Cero pasqualeCero pasqualeCero pasqualeCero pasquale; benedice poi il cero pasquale, tracciandovi una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prende cinque grani di incenso e li confic-
ca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose
di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, comincia
la processione che entrerà in chiesa, intonando per la prima volta "Lumen Christi" "Lumen Christi" "Lumen Christi" "Lumen Christi" (La luce di Cri-
sto), e il popolo risponde "Deo Gratias" "Deo Gratias" "Deo Gratias" "Deo Gratias" (Rendiamo grazie a Dio). Dietro il cero pasquale si rifor-
ma la processione iniziale; sulla porta il diacono intona di nuovo "Lumen Christi", e tutti i presenti
accendono una candela; arrivati al presbiterio il diacono intona per la terza volta "Lumen Christi" e
si accendono le luci della chiesa, tranne le candele dell'altare. Quindi viene riposto e incensato il
cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intona l'ExultetExultetExultetExultet (Preconio Pasquale) o annuncio pasquale. Terminato l'annuncio tutti spengono le candele, ed inizia la liturgia della Paro-
la, introdotta dal celebrante.
Liturgia della ParolaLiturgia della ParolaLiturgia della ParolaLiturgia della Parola La Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua è la più ricca di tutte le celebrazioni
dell'anno; consta di sette letture e otto salmi dall'antico testamentoconsta di sette letture e otto salmi dall'antico testamentoconsta di sette letture e otto salmi dall'antico testamentoconsta di sette letture e otto salmi dall'antico testamento, un'episto-
la di San Paolo apostolo ed il vangelo scelto tra i tre sinottici, a seconda dell'Anno litur-
gico allo scopo di ripercorrere la storia della redenzione dall'origine della vita in Dio. Dopo ogni
lettura e ogni salmo vi è l'orazione del celebrante. Per motivi pastorali si può ridurre il numero di
letture dell'antico testamento da sette a tre; la lettura dell'Esodo è sempre obbligatoria.
Dopo l'Orazione alla settima lettura anche le candele dell'altare vengono accese e il celebrante into-
na il GloriaGloriaGloriaGloria, che viene cantato da tutti e il suono delle campane annuncia ai fedeli che Cristo è Ri-
sorto. L'Omelia conclude la Liturgia della Parola.
Pagina 7 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina
Liturgia BattesimaleLiturgia BattesimaleLiturgia BattesimaleLiturgia Battesimale È uso celebrare anche dei battesimi la notte di Pasqua, in questo momento liturgico.
Tutti i fedeli riaccendono la candela che avevano all'inizio. Dopo una breve introduzio-
ne si cantano le Litanie dei Santi. Quindi il celebrante, pronunciata la preghiera, prende
il Cero pasquale e lo immerge parzialmente nell'acqua del Battistero, benedicendo l'acqua. Poi pas-
sa ad aspergere tutto il popolo. Nel caso in cui ci siano battesimi, si pronuncia la professione delle
promesse battesimali. È possibile concludere la Liturgia Battesimale con le Preghiere dei fedeli. Non
si dice il Credo, perché è sostituito dalla rinnovazione delle promesse battesimali.
Liturgia eucaristicaLiturgia eucaristicaLiturgia eucaristicaLiturgia eucaristica Segue la Liturgia Eucaristica, articolata come in tutte le celebrazioni eucaristiche; alla fine
il celebrante dà la benedizione, concludendo così una grande celebrazione che era co-
minciata il Giovedì santo con la Messa in Cena Domini.
Il TEMPO DI PASQUA è il cuore di tutto l’anno liturgico.
Va dalla domenica di Pasqua alla domenica di Pentecoste: sette settimane, cinquanta giorni. Nella penul-
tima domenica del tempo di Pasqua cade l’Ascensione. Questo tempo si celebra nell’ESULTANZA e nella
GIOIA, come una GRANDE DOMENICA.
È il tempo liturgico più antico e maggiormente considerato dalla Chiesa perché ricorda l’avvenimento
principale di tutta la storia, cioè la RESURREZIONE di GESÙ, il cui segno è il CERO PASQUALE, che si la-
scia acceso per tutto questo tempo di festa accanto all’ambone. Il colore liturgico è il BIANCO.
Il Gruppo Ministranti,
lodando il Signore
nel servizio all'altare,
augura
a tutto il popolo di Dio
di poter vivere bene
questo tempo
di grazia e di gioia,
perch6 doni a tutti
pace e serenit7!
Il suono delle campane
Il suono delle campane
Il suono delle campane
Il suono delle campane
a festa rallegri il vostro
a festa rallegri il vostro
a festa rallegri il vostro a festa rallegri il vostro
cuore portandovi la
cuore portandovi la
cuore portandovi la
cuore portandovi la
gioia e l'amore!gioia e l'amore!gioia e l'amore!gioia e l'amore!
Buona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona Pasqua
dai ragazzi di 3 Media.
dai ragazzi di 3 Media.
dai ragazzi di 3 Media.
dai ragazzi di 3 Media.
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 8
“Pesach”, la pasqua, é la prima delle tre
grandi ricorrenze liete della tradizione
ebraica. La festa commemora la liberazio-
ne dalla schiavitù del popolo ebreo dall’
Egitto e l’inizio di un viaggio lungo 40 anni
verso la terra promessa. Inizia il 15 del
mese ebraico di Nissan e in terra d'Israele
dura sette giorni dei quali il primo e l'ulti-
mo di festa solenne, mentre fuori d'Israele
- nella Diaspora - dura otto giorni, dei quali
i primi e gli ultimi due sono di festa solenne.
Il nome Pèsach, deriva dal verbo pasoach,
che significa "passare oltre", perché
l’Angelo, inviato da Dio per colpire i primo-
geniti egiziani, "oltrepassò" le case abitate
dagli ebrei, lasciandone in vita i primo-
geniti.
È anche nota col nome festa delle azzime, infatti per
tutta la durata della ricorrenza é assolutamente vieta-
to cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di
possederlo. Il culmine, anche emotivo, dei riti pasquali
è costituito dalla celebrazione del SEDER (lett.
“ordine”), cioè la cena che si svolge la prima sera di
Pasqua e, nella diaspora, anche la seconda. Essa è co-
stituita da una serie di gesti ben precisi
accompagnati dalla lettura dell’Haggadà
shel Pesach (“Narrazione della Pasqua”),
che viene fatta con domande, che i bam-
bini pongono attraverso simpatiche can-
zoncine, e risposte, sempre cantate, degli
adulti, la prima di queste é rivolta al padre
di famiglia dal più piccolo dei commensali
volta a sapere "in che cosa si distingue
questa notte dalle altre?". La cena è costi-
tuita da agnello, calice di vino, erbe amare,
Charoset e pane azimo. I piatti, le posate e
le stoviglie devono essere usati solo in que-
sta occasione e bicchieri devono esse quat-
tro per persona. Ma cosa simboleggiano
questi cibi? Si ricollegano alla liberazione
dall'Egitto: l'agnello è stato usato dalle fa-
miglie ebree che, per essere salvate da Dio, cosparsero
del sangue di agnello le porte delle case, le erbe amare
sono un ricordo delle amarezze e delle dolorose cru-
deltà subite dal popolo ebreo in Egitto, il pane azimo
ricorda quello mangiato dagli ebrei durante la fuga e
che non ebbe tempo di lievitare e il Charoset, anch'es-
so in ricordo della schiavitù in Egitto.
Ricetta ebraica: Charoset
2 mele grattugiate, 6 banane, 1 limone (il succo e la buccia grattugiata)
1 arancia (il succo e la buccia grattugiata), 1 bicchiere di vino dolce, 20 datteri snocciolati e tritati
Mescolate insieme ed aggiungete un poco di farina di azzime per ottenere un impasto omogeneo.
Pagina 9 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina
Anche per i credenti ortodossi la pasqua è la più importante festa dell'anno, la
sua data non sempre combacia con quella della Pasqua cristiana – è infatti di-
verso il modo di calcolarla. La chiesa ortodossa segue invece il calendario giu-
liano differisce di tredici giorni rispetto a quello gregoriano, ma succede che le
due date coincidano.
In Grecia le celebrazioni della Pasqua sono precedute da sei domeniche di
Quaresima, in cui si recitano preghiere particolari, i fedeli osservano parti-
colari privazioni soprattutto alimentari - possono essere mangiati soltanto alimenti
naturali, niente carni, latticini, pesci, o pollame. La domenica che precede Pasqua,
la domenica delle Palme, è dedicata a Lazzaro, il sabato precedente la festa, indos-
sati gli abiti locali tipici, girano di casa in casa cantando le canzoni tradizioni
“kalanda” per Lazzaro ricevendo in cambio piccole offerte in denaro, frutta o altre cose semplici. Il Sabato
Santo si tiene la processione, poi la messa di mezzanotte, durante la quale il sacerdote (pope) bussa tre volte
alla porta maggiore della chiesa e annuncia la resurrezione di Cristo. Si canta un inno alla resurrezione e si
lanciano foglie d'alloro. I fedeli tengono in mano delle candele che devono portare accese fino a casa. Dopo
la funzione religiosa i fedeli rientrano nelle proprie case e consumano la tradizionale cena a base di uova ros-
se, zuppa "maghiritsa" (parti di agnello tagliate piccolissime e bollite con cipolla, aneto e riso e condite con
una salsa di uovo e limone: avgolemono), “koulourakia” e “tsourekia”. La domenica di Pasqua si celebra con
un pranzo in famiglia in uno spazio verde, in giardino o in un prato, si mangia l'agnello alla barbecue e si fe-
steggia con canti e balli. Ma a cosa si deve la scelta del colore rosso per le uova?
La risposta è a pag. 13!!
In Russia la messa di mezzanotte termina con un triplo bacio simbolico e canti d’esultanza con il sot-
tofondo di campane che suonano a festa. Lunghi cortei di fedeli escono in processione dalle chiese e in
alcuni casi, come nelle campagne, si dirigono con le candele accese, verso i cimiteri per rendere onore ai de-
funti, in alcune città invece, la processione viene fatta attorno alla cattedrale. Tutte le luci sono accese e il
cielo s’illumina con fuochi artificiali.
Perché lo spirito della Pasqua ci aiuti
Perché lo spirito della Pasqua ci aiuti
Perché lo spirito della Pasqua ci aiuti
Perché lo spirito della Pasqua ci aiuti a trovare la gioia nelle piccole cose e
a trovare la gioia nelle piccole cose e
a trovare la gioia nelle piccole cose e
a trovare la gioia nelle piccole cose e ci doni la fede nel Signore che ha dato
ci doni la fede nel Signore che ha dato
ci doni la fede nel Signore che ha dato
ci doni la fede nel Signore che ha dato la vita per la nostra salvezza.
la vita per la nostra salvezza.
la vita per la nostra salvezza.
la vita per la nostra salvezza. Da tutti noi di 1 media...Da tutti noi di 1 media...Da tutti noi di 1 media...Da tutti noi di 1 media...
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 10
La Pasqua viene festeggiata un po’ in tutto il mondo, naturalmente con sfaccettature ed usanze diver-se a seconda della religione professata in quel dato Paese, anche se la voglia di stare insieme e di festeg-giare la Resurrezione di Nostro Signore Gesù o semplicemente l’arrivo della primavera accomuna tutti!!
Le campane delle chiese in Francia restano silenziose fino il venerdì Santo, in segno di dolore per Gesù Crocefisso. La tradizione francese vuole però che si racconti ai bambini
che le campane volino via in pellegrinaggio verso Roma e proprio per questo motivo non possano deliziare le orecchie dei fedeli con il loro suono festoso. Così mentre a Natale i bambini curiosi cercano di scorgere Babbo Natale che sfreccia con
la sua slitta, nel blu della notte in cielo, la mattina di Pasqua tutti i più piccoli corrono
alla finestra per poter vedere le campane in volo.
Approfittando di tutto ciò i genitori francesi nascondono le uova di cioccolato in giro per casa dentro a piante di Sambuco e sarà divertente poi per i bambini fare la caccia al tesoro per trovarle.
In Germania gli aspetti religiosi sono simili a quelli italiani, ma ci sono alcune tradizioni che non si ritrovano in Italia. Per i bambini il simbolo della Pa-
squa è rappresentato da un "coniglietto", chiamato "Osterhase". Nel perio-do pasquale si mettono le finestre delle case vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi pasquali, mentre nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati.
La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca del-
le uova di cioccolato che i genitori hanno nascosto in precedenza o nel giardino o in casa. Il pranzo pasquale è quasi sempre a base di agnello e an-che il dolce tradizionale ha la forma di un agnello. Un’ usanza prettamente tedesca è quella dei fuochi di Pasqua, che però van-no accesi in modo assolutamente naturale: con dei legnetti o con la silice, le ceneri vengono poi disseminate negli orti dai contadini, come augurio propi-ziatorio per il raccolto.
Di grande importanza è in Inghilterra la cerimonia del Giovedì San-to, durante il quale è tradizione svolgere attività caritative nei con-fronti dei poveri e il tutto avviene seguendo un ben preciso rituale
tradizionale. Tale tradizione prende il nome di Royal Maundy Gifts e consiste nell’elargire delle borse di denaro ai meno abbienti. Altra tradizione, questa volta di tipo culinario, è quella di mangiare durante il Venerdì Santo gli "hot cross buns", piccole brioches fatte con uvetta e cannella e decorate con una croce fatta di glassa, per ricordare la passione di Cristo.
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Durante il periodo di Pasqua in Spagna è tradizione tipica decorare le porte e
le finestre con rami di palma decorata con un rosario di zucchero e dolci per proteggersi dalle streghe e dagli spiriti maligni. Molto importante è la Domenica delle Palme, durante la quale si vuole ricorda-
re l’arrivo di Gesù nella città di Gerusalemme. Una volta si usava tagliare i rami di palma e intrecciarne le foglie, per poi conservarli in un luogo scuro e umido, ricoperti di zolfo affinché non perdessero il loro naturale colore bianco. Il dolce tradizionale più particolare, a conclusione del pranzo di Pasqua, è la
"Torta Mona" (tipica della Catalogna) sulla quale sono poste delle piccole uova di cioccolato e piume colorate e su cui è raffigurato un personaggio delle fiabe. L’usanza vuole che sia il padrino a donarla al proprio figlioccio.
Pasqua è una festa veramente sentita e vissuta molto intensamente in
Portogallo, qui infatti la festa religiosa assume anche un significato d’unione della famiglia e della comunità in generale.
Tra i riti religiosi particolarmente originali e curiosi vi è la processione del
Giovedì Santo, guidata da uomini scalzi, vestiti con lunghe tuniche ed
incappucciati, chiamati “Farricocos”. Nella parte più a sud del Portogallo, la Pasqua viene festeggiata con riti ed usanze che traggono le loro radici dalla Pasqua ebraica: il sabato matti-na tutti i pastori della regione, raggiungono assieme al loro gregge, il centro della città di Castelo de Vide e qui attendono la benedizione. La notte della
vigilia le persone chiedono perdono, in segreto, per i loro peccati… Uno spettacolo assolutamente impressionante è il “Cortejo da Aleluia” che
si riversa in città a fine messa, suonando campanacci e campanelli. Tra le specialità culinarie di fine Quaresima troviamo i manicaretti, mentre durante il pranzo pasquale i piatti tradizionali sono il capretto arrosto e lo
stufato d’agnello.
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Buona Pasqua ai nostri amici Buona Pasqua ai nostri amici Buona Pasqua ai nostri amici Buona Pasqua ai nostri amici
"piccoli" ed ai nostri amici più "piccoli" ed ai nostri amici più "piccoli" ed ai nostri amici più "piccoli" ed ai nostri amici più
"grandi". . ."grandi". . ."grandi". . ."grandi". . .
Buona Pasqua a chi è solo, a chi è Buona Pasqua a chi è solo, a chi è Buona Pasqua a chi è solo, a chi è Buona Pasqua a chi è solo, a chi è
triste e meno fortunato. . .triste e meno fortunato. . .triste e meno fortunato. . .triste e meno fortunato. . .
Buona Pasqua ad ognuno di noi Buona Pasqua ad ognuno di noi Buona Pasqua ad ognuno di noi Buona Pasqua ad ognuno di noi
perché l'amore e la serenità perché l'amore e la serenità perché l'amore e la serenità perché l'amore e la serenità
regnino sempre nei nostri cuori.regnino sempre nei nostri cuori.regnino sempre nei nostri cuori.regnino sempre nei nostri cuori.
Il Gruppo SportivoIl Gruppo SportivoIl Gruppo SportivoIl Gruppo Sportivo
I paesi nordici accolgono la Pasqua festeggiando anche l’arrivo della primavera. In Svezia la domenica delle Palme si benedicono dei rami di pioppo bianco con le gemme. Di origine medievale è il rito che i bambini compiono la settimana pri-
ma della Pasqua: si vestono da streghe e distribuiscono le loro letterine in cam-bio di caramelle. La mattina di Pasqua, molto presto, è tradizione consumare per
colazione uova sode dal guscio colorato, insieme a pane, dolci e caffè.
Un’usanza molto carina e originale in Danimarca è quella di scrivere una
poesia o un piccolo poemetto, che prende il nome di "Gækkebrev", ad uno
dei famigliari o ad un amico. Colore simbolo della Pasqua danese è il
giallo: tutto infatti in casa sarà addobbato e decorato con questo colore: tova-glia, candele, uova, fiori ecc… Per questo motivo i Narcisi, per l’appunto di colore giallo, sono chiamati dai danesi “Fiori di Pasqua”. Tipica anche in questo paese è per i bambini la caccia alle uova nascoste dai genitori, mentre
un’altra particolarità è rappresentata dal batacchio delle campane: durante la
Settimana Santa i batacchi di metallo vengono sostituiti con quelli in le-
gno per attutirne il suono in segno di rispetto verso per le sofferenze di Gesù.
Anche in Olanda come in molti paesi nordici il Coniglietto pasquale
è un’icona simbolo della seconda festività più importante dell’anno.
Tra le tradizioni ricorrenti in questo paese vi è quella di colorare e
decorare insieme ai bambini le uova, che in parte verranno nasco-
ste in giardino e fatte poi cercare ai piccoli e in parte verranno appe-
se ad un "Albero di Pasqua". Altra tipica decorazione olandese è
una corona di fiori e simboli pasquali appesa alla porta di casa,
qui infatti la Pasqua è non solo una celebrazione religiosa ma anche
una vera e propria festa in occasione dell’arrivo della primavera.
Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 13
Le uova di Pasqua
nel mondo... Di tutti i simboli associati alla pasqua, l’uovo è il più cono-sciuto. Mentre le uova di cioc-colata hanno un’origine abba-stanza recente, il vero uovo, quello decorato con colori e disegni ha un’origine antica. Simbolo della vita che si rinno-va l’uovo veniva un tempo do-nato quando la Pasqua coinci-deva con i riti primaverili per la fecondità: i Persiani per esem-pio, già 3000 anni fa, proprio in questo periodo dell’anno, consideravano l’uovo di gallina un segno augurale; analoga-mente gli egizi erano soliti rega-lare per la stagione della fioritu-ra uova dipinte ad amici e pa-renti. Per i Cristiani le uova sono simbolo della resurrezione di Cristo. La tradizione di colo-rare le uova nel tempo di Qua-resima in vista della Pasqua ri-siede in questa leggenda: “Maria Maddalena era stata al sepolcro di Gesù e l’aveva tro-vato vuoto. Allora corse alla
casa nella quale vi erano i di-scepoli, entrò tutta esterrefatta e annunciò la straordinaria no-vità. Pietro, uno dei loro, la guardò incredulo e poi disse: Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse. E su-bito le uova si colorarono di un rosso intenso”.
Le varie culture hanno svilup-pato un modo proprio di deco-rare le uova pasquali: in Grecia vengono scambiate uova rosse, in onore del sangue di Cristo; in alcune zone della Germania e dell’Austria, il Giovedì Santo, si regalano uova verdi; le po-polazioni slave decorano le uo-va con particolari disegni di color dorato e argentato. In Armenia si usa dipingere le uo-va con immagini di Gesù, della Madonna o con scene della Passione. Nei paesi dell’Europa orientale si utilizzano motivi stilizzati geometrici bicolore: blu e bianco, rosso e bianco...
“MATITE DI DIO
MATITE DI DIO
MATITE DI DIO
MATITE DI DIO
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Tra i tipici simboli pasquali, allegri, colorati e simpatici, che tanto piacciono ai bam-
bini ci sono i coniglietti di cioccolata.
Il coniglietto ha preso il posto della lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo rappre-
sentava Cristo. Esso era già un importante simbolo anche nelle religioni pagane, prima
dell’avvento del cristianesimo: è l’animale più fertile in assoluto e per questo rappresentava in tutto
e per tutto il rinnovamento della vita e della primavera. Come simbolo pasquale sembra abbia
avuto origine in Germania nel XV secolo e che sempre in tale paese si sia cominciato a creare bi-
scotti e dolcetti con questa forma nei primi decenni dell’Ottocento.
Gli immigrati tedeschi e olandesi diffusero poi in America questa tradizione, secondo la quale il
coniglietto di Pasqua regalava uova ai bambini che si erano comportati bene durante l’anno.
La tradizione nel tempo si è trasformata e rende il coniglietto simpatico, ma un po’ dispetto-
so: egli infatti si diverte a nascondere le uova colorate in giardino, in mezzo ad erba
e cespugli..da qui l’usanza del divertente gioco preparato per i bambini di cercare le
uova in giardino (in realtà nascoste dai genitori).
Buona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona PasquaBuona Pasqua Nei miei sogni ho immaginatoNei miei sogni ho immaginatoNei miei sogni ho immaginatoNei miei sogni ho immaginato
un grande uovo colorato .un grande uovo colorato .un grande uovo colorato .un grande uovo colorato .
Per chi era? Per la gentePer chi era? Per la gentePer chi era? Per la gentePer chi era? Per la gente
dal l 'Oriente al l 'Occidente :dal l 'Oriente al l 'Occidente :dal l 'Oriente al l 'Occidente :dal l 'Oriente al l 'Occidente :
pieno, pieno di sorpresepieno, pieno di sorpresepieno, pieno di sorpresepieno, pieno di sorprese
destinate ad ogni paese .destinate ad ogni paese .destinate ad ogni paese .destinate ad ogni paese .
C 'era dentro la saggezzaC'era dentro la saggezzaC'era dentro la saggezzaC'era dentro la saggezza
e poi tanta tenerezza,e poi tanta tenerezza,e poi tanta tenerezza,e poi tanta tenerezza,
l 'a ltruismo, la bontà,l 'a ltruismo, la bontà,l 'a ltruismo, la bontà,l 'a ltruismo, la bontà,
gioia in grande quantità. gioia in grande quantità. gioia in grande quantità. gioia in grande quantità.
Gesù Risorto c i doni Gesù Risorto c i doni Gesù Risorto c i doni Gesù Risorto c i doni
Tanta pace, tanto amoreTanta pace, tanto amoreTanta pace, tanto amoreTanta pace, tanto amore
da riempire ogni cuore . da riempire ogni cuore . da riempire ogni cuore . da riempire ogni cuore .
Auguri e Buona Pasqua Auguri e Buona Pasqua Auguri e Buona Pasqua Auguri e Buona Pasqua
Mamma,Papà,nonni e zi i !Mamma,Papà,nonni e zi i !Mamma,Papà,nonni e zi i !Mamma,Papà,nonni e zi i !
I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA
“E. DE AMICIS”,“E. DE AMICIS”,“E. DE AMICIS”,“E. DE AMICIS”,
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Importante simbolo di Pasqua, oltre all’uovo, è la colomba, da sempre simbolo di pace. La colomba pasquale si ricollega infatti all’episodio della Genesi in cui si parla del diluvio
universale: alla fine del diluvio fu proprio la colomba infatti a tornare da Noè, portando nel becco un
ramoscello d’ulivo a testimonianza dell’avvenuta riconciliazione fra Dio e il suo popolo il che se-gnava la fine del castigo divino e l’inizio di una nuova epoca per tutta l’umanità. Ecco perché la colomba che vola in un cielo azzurro, con l’ulivo nel becco è in tutto il mondo simbolo di pace e gioia.
Il dolce pasquale a forma di colomba, consumato al termine del pranzo di Pasqua, nasce come tradizio-ne, verso la metà del VI secolo: La storia racconta che sceso in Italia con le sue truppe, Re Alboino sovrano dei Longobardi, dopo un ter-ribile assedio durato tre anni, riuscì ad entrare ed occupare la città di Pavia il giorno della vigilia di Pa-squa, nel 572. Alboino, prima di trafiggere gli abitanti con la spada e appiccare il fuoco alla città, ricevette dal popolo stesso di Pavia, molti regali, in segno di sottomissione. Tra i regali vi erano dodici bellissime fanciulle, destinate ad allietare le notti del re e mentre egli, sovrano feroce, ma generoso al tempo stesso, stava deci-dendo sul destino della città, si presentò davanti a lui un vecchio artigiano con dei pani dolci. Il vecchio s’inchino solennemente davanti al trono, ubicato nel sagrato della basilica e rivolgendosi con rispetto all’invasore disse: “Sire, sono venuto a porgerti queste colombe, quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”. Il re assaggiò così i pani, che gli piacquero così tanto da indurlo a sentenziare: “Pace sia! Inoltre ri-spetterò sempre le colombe, simbolo della tua delizia.” Il dono fatto dal vecchio pasticcere altro non era che un’astuta idea per salvare la città e i suoi abitanti. Quando Alboino interrogò le giovani fanciulle chiedendo loro il nome, tutte risposero di chiamarsi Colomba. Egli capì il sottile inganno, ma decise comunque di rispettare la promessa fatta e non solo risparmiò la città ed i suoi abitanti, ma accantonò la sua bramosia sessuale e rispettò anche le giovinette a lui donate. Secondo alcuni invece la creazione del dolce pasquale a forma di colomba è legata ad un’altra leggenda, che risale al tempo della Battaglia di Legnano (1176) quando i Comuni Lombardi sconfissero l’invasore Federico Barbarossa. Si dice infatti che, proprio durante la battaglia, tre colombe bianche si fossero posate sopra le insegne lombarde e il condottiero Carroccio ritenne che proprio i tre volatili portarono fortuna al suo esercito, per questo motivo fece creare in loro omaggio un dolce a forma di colomba.
Come nasce la tradizione del dolce a forma di colomba:?Come nasce la tradizione del dolce a forma di colomba:?Come nasce la tradizione del dolce a forma di colomba:?Come nasce la tradizione del dolce a forma di colomba:?
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 16
14�17 aprile Grumento �pz�14�17 aprile Grumento �pz�14�17 aprile Grumento �pz�14�17 aprile Grumento �pz�
Venite e vedrete!Venite e vedrete!Venite e vedrete!Venite e vedrete!
FaFaFaFa’ la tua scelta: segui Ges la tua scelta: segui Ges la tua scelta: segui Ges la tua scelta: segui Gesù!!!! Tornati da un’esperienza indimenticabile, volevamo condivi-dere, con tutti voi, le forti emozioni vissute, ma soprattutto la gioia provata nell’incontrare il Signore! Egli ci ha chiamati di-cendo: “Venite e vedrete“Venite e vedrete“Venite e vedrete“Venite e vedrete”...il risultato? Assolutamente positi-vo! Il nostro motto: “Temo il Signore che passa, se passa inva-“Temo il Signore che passa, se passa inva-“Temo il Signore che passa, se passa inva-“Temo il Signore che passa, se passa inva-no”no”no”no” (Sant’Agostino). Siamo arrivati a Grumento, per trascorre-re quattro giornate alla riscoperta di noi stessi e con la voglia di individuare il progetto di Dio per ognuno di noi! Abbiamo curato la nostra spiritualità, nei momenti di deserto, nei mo-
menti di condivisione in coppia e in gruppo...ASCOLTANDO…
Ascoltare, ascoltare, ascoltare...non è un verbo da noi utilizzato frequentemente. Presi, infatti, dai nostri mille impegni, ci risulta difficile fare ciò, e diventa ancor più difficile sapere quello che il Si-gnore vuole da noi. Ci siamo anche tanto impegnati a tessere relazioni con i nostri compagni di viaggio, provenienti dagli altri ambienti salesiani...in molti casi, abbiamo consolidato ciò che già c’era, abbiamo alimentato una conoscenza, nata in passato. Con Abramo e Mosè abbiamo compreso a pieno il valore dell’amicizia...soprattutto di quell’amicizia chiamata “ALLEANZA” che è il ponte tra la terra e il cielo…
Da qui siamo partiti! E allora...ecco le nostre riflessioni: la-sciamoci guidare, guardiamo in faccia le difficoltà, e andia-mo oltre, superiamole! Le difficoltà di Mosè sono le nostre difficoltà! Ricordiamoci che “Il Signore che già ci ha salvati, “Il Signore che già ci ha salvati, “Il Signore che già ci ha salvati, “Il Signore che già ci ha salvati, non vuole salvarci senza il nostro consenso”; non vuole salvarci senza il nostro consenso”; non vuole salvarci senza il nostro consenso”; non vuole salvarci senza il nostro consenso”; ascoltiamo ciò che abbiamo dentro e agiamo! “Sii tu quel cambiamento “Sii tu quel cambiamento “Sii tu quel cambiamento “Sii tu quel cambiamento che vuoi vedere nel mondo!” che vuoi vedere nel mondo!” che vuoi vedere nel mondo!” che vuoi vedere nel mondo!” Dio sceglie di lasciarci liberi, ed è per questo che sul Monte Oreb, ha consegnato a Mosè i 10 comandamenti: 10 consigli che indicano una strada, LA SUA STRADALA SUA STRADALA SUA STRADALA SUA STRADA...l’uomo può scegliere di seguirli, non è costretto a farlo, ma Egli ci dice: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. E’ lo stesso Gesù a dimostrarci l’amore che Dio padre riversa per i suoi figli, Egli si fa pane spezzato per una nuova nuova nuova nuova alleanza alleanza alleanza alleanza con l’uomo! “Il suo esempio diventa norma per i suoi”. “Il suo esempio diventa norma per i suoi”. “Il suo esempio diventa norma per i suoi”. “Il suo esempio diventa norma per i suoi”. Si mette al servizio dell’umanità, lavando i piedi ai suoi discepoli, segno di umiltà, che sta alla base dell’amore. E ci lascia un’ulteriore lezione di vita:
“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”
E’ stata un’esperienza bellissima e, sicuramente, da rifare! Invito tutti a farla, perché è E’ stata un’esperienza bellissima e, sicuramente, da rifare! Invito tutti a farla, perché è E’ stata un’esperienza bellissima e, sicuramente, da rifare! Invito tutti a farla, perché è E’ stata un’esperienza bellissima e, sicuramente, da rifare! Invito tutti a farla, perché è un’occasione unica, che ti cambia la vita! Vi auguro di essere una ventata di cambiamento nella un’occasione unica, che ti cambia la vita! Vi auguro di essere una ventata di cambiamento nella un’occasione unica, che ti cambia la vita! Vi auguro di essere una ventata di cambiamento nella un’occasione unica, che ti cambia la vita! Vi auguro di essere una ventata di cambiamento nella vostra vita e in quella degli altri! BUONA PASQUA!vostra vita e in quella degli altri! BUONA PASQUA!vostra vita e in quella degli altri! BUONA PASQUA!vostra vita e in quella degli altri! BUONA PASQUA!
Francesca SuraceFrancesca SuraceFrancesca SuraceFrancesca Surace
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“Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo!
Amate con tutto il cuore, Prendete il Vangelo tra le mani,
Cercate di tradurre in pratica Quello che Gesù vi dice, Con semplicità di spirito.
Poi amate i poveri. Amate i poveri! Perché è da loro che viene la salvezza!
Non arricchitevi, è sempre perdente colui che vince al gioco della borsa.”
(Dagli scritti di Don Tonino Bello)
Venite e vedrete...
“Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito offri sempre un sorriso gioioso. Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore.
Con queste splendide parole di Madre Teresa di Calcutta,
il Gruppo Missionario augura a tutti una Santa Pasqua di resurrezione!
Quelli de… l’ Oratorio
“ Ricordate che la Passione di Cristo ter-
mina sempre nella gioia della Risurrezione,
così, quando sentite nel vostro cuore la so
f-
ferenza di Cristo, ricordate che deve venire
la Resurrezione, deve sorgere la gioia della
Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal
maniera dal dolore da dimenticare la gioia d
i
Cristo risorto”.
(Madre Teresa di Calcutta, L
e mie Preghiere)
Sia per tutti una PasquaSia per tutti una PasquaSia per tutti una PasquaSia per tutti una Pasqua
di Resurrezione!!!! di Resurrezione!!!! di Resurrezione!!!! di Resurrezione!!!!
Il Gruppo BiennioIl Gruppo BiennioIl Gruppo BiennioIl Gruppo Biennio
C'è un uomo che tiene appeso in salotto, nel posto d'onore, uno strano oggetto.
Quando qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza racconta:
Il nonno, una volta mi accompagnò al parco. Era un gelido pomeriggio d'inverno. Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno. Era tutto ghiacciato, compatto! "Dovrebbe essere magnifico poter pattinare", urlai, "vorrei provare a roto-larmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta!". Il nonno era preoccupato. Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: "Stai attento...". Troppo tardi. Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tre-mando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino ad estrarmi dal crepaccio di ghiaccio. Piangevo e tremavo. Mi fecero bene un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante. Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte. Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno. È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso
la sua! Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me! (Bruno Ferrero)
Per questo motivo noi cristiani oggi ci inginocchiamo dinanzi a quel legno, cui si è appeso
l'Amore - Gesù; per questo teniamo nelle nostre case un "pezzo di legno" a forma di cro-
ce... Per ricordare come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci!
Sia per tutti una Pasqua di riconciliazione e di pace!!!! Sia per tutti una Pasqua di riconciliazione e di pace!!!! Sia per tutti una Pasqua di riconciliazione e di pace!!!!
I Salesiani CooperatoriI Salesiani Cooperatori
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“Il fallimento è un maestro di vita migliore del successoIl fallimento è un maestro di vita migliore del successoIl fallimento è un maestro di vita migliore del successoIl fallimento è un maestro di vita migliore del successo”. Semplice, vero, inconfutabile. Ecco perché, ogni tan-
to, perdere fa bene. Sul serio! Affermarlo è facile, viverlo e testimoniarlo è un po’ più difficile. Viviamo in una
società “drogata” di successo. Ogni giorno tentano di farci credere che la felicità sia legata a doppio filo al suc-
cesso che uno ha nella vita. Niente di più falso. Il mondo di oggi è pieno di persone di successo profondamen-
te infelici… ed è anche pieno di persone che inseguono il successo con il “miraggio” che possa renderle felici.
La felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso postoLa felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso postoLa felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso postoLa felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso posto. Nelle piccole cose, nelle relazioni con le
persone, in quella dose di amore quotidiano per ciascuno di noi . Ciò vale ovunque, anche nello sport!!
L’altro giorno ho assistito per caso ad una scena frequente: fine partita, i ragazzi negli spogliatoi e i genitori
fuori ad aspettarli e a commentare arrabbiati: «La sconfitta di oggi non ci voleva. Abbiamo perso una grande
occasione. E le occasioni non si possono sprecare così…». Sorridendo ho pensato: E se non fosse così?... E se
quella sconfitta fosse una “grande occasione” per aiutare quei ragazzi a crescere nella vita?... E se su quella
sconfitta si potessero costruire esperienze e ragionamenti per imparare a conoscere la vita?... Certo, perdere
non piace a nessuno. Certo, dare il meglio di sé per provare a vincere è fisiologico e sarebbe contro natura
ragionare diversamente. Ma è altrettanto vero che educare alla vita fa guardare alle sconfitte in un altro mo-
do: non drammi da vivere, ma occasioni necessarie e indispensabili per crescere. Mi sono chiesto spesso: Come
una società sportiva o nel nostro caso la società del nostro oratorio valorizza la sconfitta?... Si limita a dire che
«non è successo niente», oppure la trasforma in un motivo per innestare riflessioni educative? …E in che mo-
do? Una cosa è certa: la nostra società sportiva e il nostro oratorio (e quindi i nostri ragazzi!!!!), sono talmen-
te vincenti, tanto da non avere paura a dire alla sconfitta: «Prego, accomodati, entra pure nella nostra vita.
Tanto non solo non rovinerai nulla di quello che stiamo vivendo, ma alla fine, forse, riuscirai ad insegnarci
qualcosa».
Ragazzi, genitori, educatori e allenatori a noi interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ra-a noi interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ra-a noi interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ra-a noi interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ra-
gazzi ed alle persone.gazzi ed alle persone.gazzi ed alle persone.gazzi ed alle persone. Si tratta di una classifica riservata alla persone “vere” e alla ricerca del senso profondo
della vita. E in quella classifica con il successo o le semplici vittorie fai pochi punti. Serve ben altro! Ed il bello è
che, nelle nostra società sportiva e nel nostro oratorio, se ne trova in abbondanza.
Un augurio a tutti voi di Buona PasquaUn augurio a tutti voi di Buona PasquaUn augurio a tutti voi di Buona PasquaUn augurio a tutti voi di Buona Pasqua e tranquilli, ogni anno noi cristiani il nostro scudetto lo vinciamo sem-
pre… Si è proprio cosi,perché quale migliore vittoria del Cristo che si sacrifica e risorge per noi?quale migliore vittoria del Cristo che si sacrifica e risorge per noi?quale migliore vittoria del Cristo che si sacrifica e risorge per noi?quale migliore vittoria del Cristo che si sacrifica e risorge per noi? Siate allegri e Siate allegri e Siate allegri e Siate allegri e
felici che siete dei veri campioni!! felici che siete dei veri campioni!! felici che siete dei veri campioni!! felici che siete dei veri campioni!! Parola di Mister...Parola di Mister...Parola di Mister...Parola di Mister...
Quest'anno non ti farò gli auguri di buona
Quest'anno non ti farò gli auguri di buona
Quest'anno non ti farò gli auguri di buona
Quest'anno non ti farò gli auguri di buona Pasqua. No almeno i soliti.Pasqua. No almeno i soliti.Pasqua. No almeno i soliti.Pasqua. No almeno i soliti. Ti voglio augurare di cuore invece un buon
Ti voglio augurare di cuore invece un buon
Ti voglio augurare di cuore invece un buon
Ti voglio augurare di cuore invece un buon rinnovamento, un buon cambiamento, un
rinnovamento, un buon cambiamento, un
rinnovamento, un buon cambiamento, un
rinnovamento, un buon cambiamento, un buon miglioramento....buon miglioramento....buon miglioramento....buon miglioramento.... Perchè è questo il vero senso della Pasqua....
Perchè è questo il vero senso della Pasqua....
Perchè è questo il vero senso della Pasqua....
Perchè è questo il vero senso della Pasqua.... Che a partire da oggi la tua vita possa sboc-
Che a partire da oggi la tua vita possa sboc-
Che a partire da oggi la tua vita possa sboc-
Che a partire da oggi la tua vita possa sboc-ciare, fiorire nel migliore dei modi.
ciare, fiorire nel migliore dei modi.
ciare, fiorire nel migliore dei modi.
ciare, fiorire nel migliore dei modi. BUONA PASQUA! RaffaellaBUONA PASQUA! RaffaellaBUONA PASQUA! RaffaellaBUONA PASQUA! Raffaella “La Resurrezione di Cristo è una nuova creazione, come
un innesto che può rigenerare tutta la pianta. È un avveni-mento che ha modificato l’orientamento profondo della storia, sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del
bene, della vita, del perdono.” (Benedetto XVI)
A tutti una Buona e Santa Pasqua di Resurrezione 2011! Massimiliano, sdb
La luce di Gesù Risorto
disperda le
La luce di Gesù Risorto
disperda le
La luce di Gesù Risorto
disperda le
La luce di Gesù Risorto
disperda le
tenebre del cuore e d
ello spirito!
tenebre del cuore e d
ello spirito!
tenebre del cuore e d
ello spirito!
tenebre del cuore e d
ello spirito!
Vi auguro di sentire s
empre quella
Vi auguro di sentire s
empre quella
Vi auguro di sentire s
empre quella
Vi auguro di sentire s
empre quella
pace che dà serenità.
pace che dà serenità.
pace che dà serenità. pace che dà serenità.
MimmaMimmaMimmaMimma Cri
seo Criseo Criseo Criseo
Cristo � Risorto!
Possa il tuo cuore vivere ogni
giorno la gioia di sentirlo
presente nella tua vita!!
Buona Pasqua! Daniela
di di di Larizza Maria C.Larizza Maria C.Larizza Maria C.
Via Trento SNC, 89035 Bova Marina
Cell. 3484227191
di di di Legato e Autelitano S.N.C.Legato e Autelitano S.N.C.Legato e Autelitano S.N.C.
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Giulia, Mariangela, Francesca.Giulia, Mariangela, Francesca.Giulia, Mariangela, Francesca.Giulia, Mariangela, Francesca.
LA REDAZIONELA REDAZIONELA REDAZIONELA REDAZIONE