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Giovani e occupazione Antonio Polica 10 ottobre 2014
Gioventù anagrafica e
Gioventù sociale
Ø Occupati
Ø Disoccupati
Ø Inattivi
Fonte dati ISTAT
Agosto 2014
Luglio 2014
Agosto 2013
Agosto 2011
Agosto 2008
Occupati (in migliaia) 22.380 22.349 22.391 23.007 23.365 Tasso di occupazione (%) 55,7 55,6 55,5 57 58,8
Disoccupati (in migliaia) 3.134 3.216 3.162 2.137 1.757 Tasso di occupazione (%) 12,3 12,6 12,4 8,5 5,7
Inattivi (in migliaia) 14.338 14.306 14.415 15.913 14.487 Tasso di inattività (%) 36,4 36,3 36,5 37,6 36,9
Dall’inizio della crisi: § sono stati persi quasi 1 milione di posti di lavoro § il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato § restano sostanzialmente stabili gli inattivi, ovvero gli esclusi dal mondo del lavoro
Ø Occupati (Eurostat)
Ø Disoccupati (Eurostat)
Tra il 2008 e il 2014 l’UE ha perso 5 milioni di posti di lavoro (CNEL, Rapporto sul mercato del lavoro 2013 -‐ 2014)
2013 (n. ass.)
2013 (%)
2008 (n. ass.)
2008 (%)
UE 28 (in migliaia) 212.702,1 64,1 219.032,3 65,7 Euro Area 18 (EA18) 138.276,1 63,5 143.551,5 65,9
Agosto 2014 (n. ass.)
Agosto 2014 (%)
2013 (%)
2008 (%)
UE 28 (in migliaia) 24.642 10,1 10,8 7,0 Euro Area 18 (EA18) 18.326 11,5 11,9 7,6
Ciò vuol dire che: § i giovani più di tutti stanno pagando il prezzo della crisi § il 52% degli occupati under 25 ha un contratto a tempo determinato § quasi un giovane su 2 under 25 è in cerca di un’occupazione § tra luglio e agosto 2014 sono 33mila in meno gli occupati tra i 15 e i 24 anni, di questi solo 3mila sono in cerca di lavoro mentre 28mila sono diventati inattivi
Giovani 15 – 24 anni ISTAT
Occupati (migliaia)
% Disoccupati (migliaia)
% Inattivi (migliaia)
%
Agosto 2014 895 15 710 44,2 4.372 73,2 Luglio 2014 928 15,5 707 43,2 4.344 72,7 Agosto 2013 983 16,3 672 40,6 4363 72,5 Agosto 2008 1.468 24,2 422 22,3 4.185 68,9
Ø Il 42% degli under 25 che lavorano hanno un fixed-‐term contract (distinzione tra flessibilità e precarietà)
Ø Nell’EA18, il 9,8% dei giovani occupati sono a rischio di povertà (in Italia sono il 13,6%, +5,1% rispetto al 2008) – Working Poors
Ø Il 12% degli under 24 dell’UE abbandona precocemente gli studi o la formazione, percentuale che sale al 12,9% per EA18 e al 17% per l’Italia
Giovani 15 – 24 anni EUROSTAT
UE28 EA18
Disoccupati (migliaia) (%) Disoccupati
(migliaia) %
Agosto 2014 4.989 21,6 4.372 23,3 Agosto 2013 5.591 23,5 3.542 23,9 2008 -‐-‐-‐ 15,8 -‐-‐ 15,9
§ 14 milioni sono gli under 30 europei coinvolti dal fenomeno, vale a dire il 15,4% della popolazione tra i 15 e i 29 anni (Eurofound)
§ il 23,9% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni, nel 2012, rientravano tra i Neet, peggio dell’Italia solo Bulgaria e Grecia.
§ 32% è la percentuale dei Neet under 25 in Italia, la più alta in Europa ed in crescita dal 21,6% del 2009 (rapporto EU Social Justice Index 2014)
§ In Italia il fenomeno dei Neet spesso nasconde casi di lavoro nero
Gioventù sociale =
Disoccupati + Precari + Neet + Working poor
Quindi: La precarietà da situazione lavorativa si trasforma in condizione di vita
(impossibilità di pianificare il futuro)
v Erasmus v Le flagships EU2020 v Youth Opportunity Initiative v Youth Employment Package v Youth Employment Initiative v Youth Guarantee v Eures
§ È il programma volto a rafforzare la dimensione europea dell’istruzione superiore incoraggiando la mobilità di studenti e insegnanti.
§ Varato per la prima volta nel 1987, è stato rinnovato anche per le successive programmazioni, arrivando a festeggiare i 27 anni e i 3 mln di beneficiari.
§ Per il 2014 – 2020 è stato approvato il Programma «Erasmus +» che, rivedendone gli obiettivi per orientarli verso fini occupazionali, riunisce tutti i precedenti programmi e copre gli ambiti dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, con dotazione di 14,77 mld di euro.
§ L’incidenza della disoccupazione di lunga durata per gli ex studenti Erasmus è dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato in un altro Paese
§ A cinque anni dalla laurea il tasso di disoccupazione è più basso del 23% rispetto ai coetanei.
Obiettivi: • Tasso di occupazione al 75% per le persone tra i 20 e i 64 anni • Ridurre il tasso di abbandono scolastico al 10% (ITA 17% -‐ Istat
2014) • Portare al 40% il tasso dei giovani laureati (ITA 22,4% -‐ Istat 2014)
Flagships initiative (iniziative faro): • Youth on the move • New skills for new jobs
Youth on the move 1) ampliare le opportunità di formazione e favorire l’acquisizione di competenze nel quadro di attività di apprendimento non formali; 2) migliorare la qualità, l’attrattività e la capacità dell’istruzione superiore, della mobilità e dell’occupabilità; 3) revisione e ampliamento programmi di mobilità europea ai fini dell’apprendimento; 4) facilitare la transizione scuola e lavoro, incoraggiare la creazione di una garanzia per i giovani. In questo ambito sono state adottate le iniziative «Youth Opportunities Initiative» e «Your First Job Eures»
New skills for new jobs Scopo -‐ dotare l’Ue e gli Stati membri degli strumenti necessari per rispondere alla crescita di competenze e qualifiche per tutti i tipi di lavoro e per tutti i livelli di occupazione Strumenti: ü quadro di riferimento europeo «Competenze Chiave per l’apprendimento permanente» ü quadro europeo delle qualifiche ü forum università-‐imprese
Il parere del CESE -‐ Youth on the move (SOC/395, 15 marzo 2011)
§ «Il CESE sostiene la creazione di un quadro di qualità per i tirocini e giudica positivamente le misure intese a rimuovere gli ostacoli giuridici ed amministrativi alla mobilità dei giovani che intraprendono attività di istruzione, tirocinio e apprendistato».
§ «Saluta con favore l'iniziativa adottata dalla Commissione per migliorare i sistemi di convalida dell'apprendimento non formale e dare maggiore visibilità alle competenze acquisite al di fuori del sistema formale di istruzione scolastica».
§ «Giudica positivamente la proposta di sviluppare strumenti a livello nazionale, come la garanzia per i giovani, che consentano di facilitare il passaggio dall'istruzione al mercato del lavoro».
§ «Se l'iniziativa in esame pone decisamente l'accento sull'istruzione e l'occupazione, essa non presta sufficiente attenzione allo sviluppo del capitale sociale e alla partecipazione dei giovani alla società civile europea».
Cos’è – Iniziativa adottata dalla Commissione il 20 dicembre 2011, finalizzata alla prevenzione e al contrasto della disoccupazione giovanile e rivolta ai giovani che non studiano e non lavorano. Nella YOI, a differenza delle successive iniziative, si affermava che:
«La responsabilità di affrontare i problemi della disoccupazione giovanile compete innanzitutto agli Stati membri, anche a livello regionale e locale. Sono i rispettivi enti pubblici a finanziare i
programmi sociali e d’istruzione e a disporre di strumenti politici e del bilancio a sostegno dei piani di azione giovanili. […] L’UE può rivestire un ruolo di supporto […], ovvero mediante: l’esame delle politiche e dei
risultati conseguiti a livello nazionale […]; l’offerta di sostegno finanziario alle azioni nazionali e transfrontaliere».
[COM(2011)933]
Cos’è – Pacchetto di misure lanciato nell’aprile del 2012 dalla Commissione per rendere più efficace la lotta alla disoccupazione giovanile attraverso: • l’introduzione da parte degli Stati membri di una Garanzia Giovani, con il sostegno finanziario dell’UE
• la garanzia che i tirocini offrano un’esperienza lavorativa di elevata qualità in condizioni di sicurezza (formazione e protezione sociale – Quality Framework for traineeship)
• il miglioramento della qualità e dell’offerta degli apprendistati (European Alliance for Apprenticeship
• La riduzione degli ostacoli alla mobilità giovanile.
Il parere del CESE (SOC/474, 30 novembre 2013)
§ «sottolinea che occorre una reale strategia di crescita a livello europeo e nazionale per sostenere la creazione di posti di lavoro più numerosi e più stabili, come premessa indispensabile per il successo delle misure volte ad aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro». § «il CESE accoglie con favore la proposta di un Pacchetto per l'occupazione giovanile e raccomanda di rivolgere un'attenzione particolare alla sua applicazione a livello degli Stati membri». § «Considera insufficiente un finanziamento del fondo di soli 6 miliardi di euro, parzialmente provenienti dagli stanziamenti già previsti del Fondo sociale europeo (FSE). Inoltre, dato che il fondo sosterrà soltanto le regioni in cui la disoccupazione giovanile si situa al di sopra del 25%, il CESE sottolinea che le altre regioni dovrebbero poter accedere a un sostegno finanziario secondo le procedure normali dell'FSE». § «Raccomanda che, ove possibile, il limite d'età per accedere al sistema di garanzia sia portato a trent'anni, in modo da includere i giovani che escono tardi dall'università o quelli ancora in fase di passaggio dagli studi al lavoro e che sono a rischio di perdere il contatto con il mondo del lavoro». § «Si dovrebbero migliorare le condizioni per offrire tirocini e apprendistati e occorre garantire alti livelli di qualità in materia mediante criteri specifici che dovrebbero essere obbligatori quando viene richiesto un sostegno finanziario».
Il 12 marzo 2013, visto il precipitare della crisi e il crescente rischio di una «generazione perduta», la Commissione ha adottato «l’Iniziativa per l’Occupazione Giovanile». L’obiettivo è rafforzare e accelerare l’implementazione delle misure previste dallo YEP, prima fra tutte la youth guarantee:
«Sostenendo e accelerando la realizzazione di attività finanziate dal FSE, l'iniziativa dovrebbe facilitare, nelle regioni ammissibili, l'attuazione di
importanti iniziative della Commissione, come il pacchetto per l'occupazione giovanile e in particolare la raccomandazione sull'istituzione di una garanzia per i giovani, approvata a livello politico dal Consiglio il 28 febbraio 2013»
[COM(2013) 144 final]
Cos’è – La YG è una misura tecnica di politica attiva del lavoro proposta dalla Commissione europea volta a contrastare la disoccupazione di lungo periodo. È rivolta a giovani fino a 25 anni in cerca di prima occupazione o disoccupati, residenti nei Paesi Membri che presentano un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%.
«Il termine ‘garanzia per i giovani’ si riferisce a una situazione nella quale, entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale, i giovani ricevono un'offerta qualitativamente
valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio. Un'offerta di proseguimento degli studi potrebbe anche comprendere
programmi di formazione di qualità sfocianti in una qualifica professionale riconosciuta (Raccomandazione del Consiglio, 22 aprile 2013, 2013/C 120/01)».
Il Consiglio dell’UE ha affermato che le «Misure di sostegno per l’integrazione nel mercato del lavoro» si concentrano sotto due ambiti:
• «migliorare le competenze» vale a dire consentendo ai giovani che hanno abbandonato gli studi di intraprendere nuovi percorsi formativi o di istruzione, ridurre il mismatch di competenze, promuovere le competenze TIC e fornendo ai giovani orientamenti sull’imprenditoria e il lavoro autonomo.
• «misure connesse al mercato del lavoro», ovvero ridurre i costi non salariali della manodopera e incoraggiare i datori di lavoro a creare nuove opportunità quali tirocini, collocamento o apprendistato, promuovere la mobilità professionale nell’UE, rendere disponibili servizi di avviamento per start up, migliorare i servizi di attivazione dei giovani.
Destinatari solo gli under 25 – L’individuazione come destinatari dei soli under 25 rischia di creare una forte discriminazione verso i giovani che scelgono di proseguire gli studi. Come testimoniano le best practice cui la YG fa riferimento, Austria e Finlandia, tale strumento produce effetti positivi solo se esteso a tutti i giovani tra i 15 e i 30 anni. Risorse limitate – I 6mld di euro stanziati dalla Commissione non sono sufficienti ad assicurare un’efficace lotta contro la disoccupazione giovanile nell’UE. L’ILO ha stimato che il costo per la completa attuazione della YG sia pari a 21 mld, cifra inferiore al costo annuo sostenuto per la disoccupazione giovanile, in sovvenzioni o mancate entrate e imposte, pari a 153miliardi di euro, l’1,21% del Pil comunitario (Eurofound).
Ciò rende la YG vantaggiosa nel rapporto costi – benefici.
• Il Piano per la Garanzia Giovani richiama il d.lgs. n. 181/2000 che prevede per gli under 25 (29 se laureati) “una garanzia di offerta, entro quattro mesi dall’inizio dello stato i disoccupazione, di una ‘proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo o di formazione o di riqualificazione professionale od altra misura che favorisca l’integrazione professionale”.
• Il Piano individua come destinatari i giovani nella fascia d’età 15 – 24, legando tale scelta “all’entità delle risorse ad hoc dedicate”, prevedendo la possibilità di individuare under 30 che possano da subito beneficiare della Garanzia.
• Per poter accedere alla Garanzia, è obbligatoria la registrazione presso un servizio competente ai sensi del D.lgs. 181/2000 o presso il portale www.cliclavoro.gov.it.
§ 1° maggio 2014 viene avviata la YG
§ 1,791mln sono i giovani under 30 potenzialmente interessati dalla YG, di
questi:
§ 1,009mln sotto 25 anni, § oltre un milione risiedono al Sud, § 1,108mln disoccupati/inoccupati § 683mila inattivi § 669mila in possesso di una licenzia media (205mila con esperienza lavorativa) § 149mila in possesso di una qualifica professionale (52mila con esperienza) § 798mila diplomati (262 con esperienza) § 184mila laureati
§ 201.384 sono i giovani registrati su www.cliclavoro.gov.it (18/09, CNEL)
§ 1.513mln € sono le risorse destinate all’implementazione della YG
In Italia vi è un evidente problema di mismatch di competenze: § il 40% del tasso di disoccupazione under 25 è causato dal «disallineamento tra capitale umano e necessità attuali del sistema economico Paese» § per il 47% delle aziende italiane le carenze formative dei giovani hanno un impatto negativo sulla loro produttività (McKinsey).
I potenziali utenti della YG che «necessitano di ulteriori skills per incrementare le chance di trovare un impiego di qualità» sono: § il 77,7% nel Mezzogiorno (compreso chi sarà destinato a rientrare nel circuito scolastico) § il 64,1% nel Centro Italia § il 65,1% nelle regioni settentrionali.
Ciò vuol dire che al Centro Nord 1/3 degli investimenti potranno essere concentrati su misure di inserimento diretto nel mercato del lavoro mentre «nel Mezzogiorno solo un quinto dei Neet sembra disporre di un capitale umano sufficiente ad entrare direttamente nel mondo del lavoro» (CNEL, Rapporto sul mercato del lavoro 2013 -‐ 2014).
Definizioni
§ «La capacità delle persone di essere occupate, di cercare attivamente un impiego e di mantenerlo» (profilo qualitativo, Strategia Europea per l’Occupazione, 1997)
§ «è la probabilità delle persone di essere occupate» (profilo quantitativo, 2011)
Parere del CESE (CCMI/118 «L’Occupabilità di Giovani, 30 aprile 2014):
§ «occupabilità come un processo continuo che interessa l’intera durata della vita lavorativa»
• «non è soltanto individuale: si tratta di una questione di cui dovrebbero occuparsi di concerto tutte le parti interessate, ossia tra le altre, governi, parti sociali, università, scuole, enti locali e singoli lavoratori»
§ È la rete europea dei servizi per l’impiego (Spi), istituita nel 1993 con lo scopo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro transnazionale.
§ Su 1,2 mln di iscritti a Eures nel 2013, sono 150mila i collegamenti annuali registrati a fronte di 20mln di disoccupati e 2mln di posti di lavoro vacanti poiché il 40% delle imprese non trova lavoratori con le skills richieste (Eurofound).
§ Nel 2012, la Commissione ha avviato un processo di riforma per migliorare l’accesso dei lavoratori, potenziare la rete Eures aprendola anche ai Servizi per l’impiego privati (SPrI), e prevedere la possibilità di accesso ai giovani in cerca di apprendistato e tirocini.
§ Parere CESE SOC/500, 5 giugno 2014
Country-‐specific Recommendation 2014 – La Commissione ha raccomandato di «rafforzare il legame tra le politiche del mercato del lavoro attive e passive e potenziare il coordinamento e l'efficienza dei servizi pubblici per l'impiego in tutto il paese».
Il cattivo funzionamento dei Spi in Italia si evidenzia dai dati relativi ai canali utilizzati nella ricerca di lavoro : 1. Reti amicali e parentali – 77,2% 2. Autocandidatura – 65,8% 3. Annunci – 32,5% 4. Spi – 32,1% 5. Agenzie per l’impiego (SPrI) – 18,3%
Nel 2012 solo l’1,4% degli under 30 italiani in cerca di un’occupazione ha trovato lavoro grazie ai centri per l’impiego pubblico, mentre il 4,4% tramite agenzia privata.
I. Nonostante il lavoro resti una prerogativa degli Stati membri, l’UE ha adottato una serie di strumenti volti a sostenere gli Stati con maggiori difficoltà e a rafforzare il coordinamento tra le politiche nazionali.
II. L’UE attraversa una fase di forte deficit di consenso poiché, se da un lato sono cambiate le aspettative di vita dei suoi cittadini, essa fatica s rispondere in modo efficace e sistematico.
III. Le misure adottate rischiano di tramutarsi in iniziative-‐spot se slegate da un approccio olistico e da una vera strategia di crescita.
IV. L’UE conserva grandi potenzialità (the cost of non Europe). La sfida più grande, mentre si rafforzano le spinte euroscettiche, sarebbe rispondere ai problemi dell’Europa con più Europa.
V. La capacità dell’UE di garantire ai sui 500milioni di cittadini il diritto a un lavoro dignitoso sarà uno degli elementi che decreteranno il successo o il non successo dell’Unione stessa.