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Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Capitoli 5-6
Forme di mercato e fallimenti del mercato
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Piano della lezione La distinzione tra le diverse forme di mercato La determinazione dell’equilibrio di concorrenza perfetta sia
di breve che di lungo periodo
La descrizione del monopolio e la determinazione dell’equilibrio
La differenziazione dei beni e la concorrenza monopolistica: determinazione dell’equilibrio di breve e di lungo periodo
L’equilibrio in un oligopolio nel caso sia di collusione che di non collusione
Un confronto tra le implicazioni delle diverse forme di mercato sul benessere sociale
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Quanta concorrenza deve affrontare un’impresa?
Le forme di mercato sono distinte in base ai seguenti parametri
Grado di libertà con cui nuove imprese possono entrare nell’industria
Natura del prodotto
Grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Classificazione delle forme di mercato
All’estremo del massimo grado di concorrenza c’è la concorrenza perfetta (completa libertà di entrata, prodotto omogeneo, nessun grado di controllo da parte delle imprese sul prezzo)
All’estremo opposto c’è il monopolio (presenza di barriere all’entrata, prodotto unico, massimo grado di controllo sul prezzo da parte del monopolista)
Situazioni intermedie sono date dalla concorrenza monopolistica (libertà di entrata, prodotto differenziato) e dall’oligopolio (barriere all’entrata, prodotto differenziato o omogeneo)
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Le ipotesi della concorrenza perfetta
Le ipotesi fondamentali sono quattro
1. Esiste un numero molto elevato di imprese
2. Il prodotto è omogeneo
3. C’è perfetta informazione
4. Esiste completa libertà di entrata e uscita
Le imprese e i loro clienti sono price-takers
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio di breve periodo
1. Il prezzo di equilibrio dell’industria, pe, si determina in corrispondenza dell’intersezione tra la domanda e l’offerta di mercato
p
Q
D
S
Qe
pe
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio di breve periodo
2. L’impresa è price-taker la sua curva di domanda è orizzontale in corrispondenza di pe.La condizione di massimo profitto è data da RMG=p=CMGIn corrispondenza dell’equilibrio l’impresa consegue un extraprofitto (area tratteggiata)
p
Qqe
pe
CMG
CME
pe= RME=RMG
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Curva di offerta di breve periodo
Nel breve periodo la curva di offerta dell’impresa coincide con il tratto crescente della curva di costo marginale (nella parte in cui questo è superiore alla curva di costo variabile medio)
pp
Q q
D1
S CMG = S
p1
D2
p3
p2
D3
CVME
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
L’equilibrio di lungo periodo
La presenza di extraprofitti incoraggia nuove imprese a entrare nell’industria e/o quelle esistenti a produrre di più si determina uno spostamento della curva di offerta dell’industria che provoca una diminuzione del prezzo fino a che le imprese otterranno solo profitti normali
pp
Q q
S1
CMELP
pL
D
p1
SL
qL
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Vantaggi della concorrenza perfetta
Il prezzo è uguale al costo marginale
Nel lungo periodo le imprese ottengono solo profitti normali il prezzo è al livello minimo possibile
Le imprese inefficienti saranno costrette a lasciare il mercato
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Cosa succede quando sul mercato opera una sola impresa?
Si ha monopolio quando nell’industria opera una sola impresa (anche se i confini di industria possono essere arbitrari).
Affinché un’impresa mantenga la propria posizione di monopolista ci devono essere barriere all’entrata sufficientemente elevate.
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Barriere all’entrata: possono assumere forme diverse
1. Economie di scala2. Economie di varietà3. Differenziazione del
prodotto e fedeltà alla marca
4. Costi inferiori per l’impresa già esistente
5. Proprietà o controllo di importanti fattori di produzione
6. Proprietà o controllo delle reti di vendita al dettaglio o all’ingrosso
7. Protezione legale8. Fusioni e acquisizioni9. Tattiche aggressive10. Intimidazione (queste ultime si basano su
una minaccia credibile di comportamento aggressivo da parte del monopolista)
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio in monopolio
La curva di domanda dell’impresa coincide con la domanda di mercato variando la quantità offerta l’impresa è in grado di influenzare il prezzoLa condizione di massimo profitto è RMG=CMGL’extraprofitto (area tratteggiata) è tanto più elevato quanto meno elastica è la domanda
p
Q
DRMG
CMG
Qm
CMEpm
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Un confronto tra concorrenza e monopolio
Confronto tra equilibrio in un’industria monopolista e in una perfettamente concorrenziale (assumendo che abbiano le stesse configurazioni di costo)
1. nel breve periodo in concorrenza perfetta si produce un bene in quantità maggiore e a un prezzo inferiore
2. nel lungo periodo in concorrenza perfetta i prezzi sono al livello minimo possibile
p
Q
DRMG
CMG
Qm Qc
pm
pc
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Un confronto tra concorrenza e monopolio
È probabile che le configurazioni di costo in concorrenza perfetta e in monopolio non siano uguali
I costi in monopolio possono essere superiori per via della protezione derivante dalle barriere all’entrata che non incentiva all’efficienza
I costi potrebbero essere superiori in concorrenza perfetta se il monopolista fosse in grado di sfruttare le economie di scala
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Mercati contendibili
L’esistenza di una minaccia di concorrenza ha un effetto simile alla concorrenza effettiva e influenza la determinazione del prezzo e della quantità di equilibrio
Un mercato è perfettamente contendibile quando i costi di entrata e di uscita sono nulli
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Le ipotesi della concorrenza monopolistica
1. Esiste un numero piuttosto elevato di imprese
1. Esiste libertà di entrata
2. C’è differenziazione del prodotto
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio di breve periodo
La condizione di massimo profitto è RMG=CMGL’extraprofitto (area tratteggiata) è tanto più elevato quanto meno elastica è la domanda un’impresa con un prodotto molto differenziato può conseguire elevati extraprofitti nel breve periodo
p
Q
pB
RMG
CMG
QB
CMEpB
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio di lungo periodo
L’esistenza di extraprofitti incoraggia l’entrata di nuove imprese nell’industriaIn questo modo la domanda delle imprese già esistenti si riduce fino all’azzeramento degli extraprofitti (cioè fino a quando la domanda non è tangente al costo medio)
p
Q
pL
RMG
CMGLP
QL
CMELP
pB
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Concorrenza non di prezzo
In pratica le imprese che operano in concorrenza monopolistica non si limitano a fissare il prezzo e l’output, ma prendono decisioni anche su altre variabili
Sviluppo del prodotto: offrire un prodotto differenziato da quelli dei concorrenti, quindi un bene caratterizzato da bassa elasticità
Pubblicità: una pubblicità efficace provoca un aumento della domanda e la rende più anelastica
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Un confronto tra concorrenza monopolistica e concorrenza perfetta
Confronto tra equilibrio di lungo periodo in un’industria in concorrenza monopolistica e in una perfettamente concorrenziale (assumendo che abbiano le stesse configurazioni di costo)
1. in concorrenza monopolistica si produce un bene in quantità minore e a un prezzo superiore (le imprese hanno un eccesso di capacità produttiva: producendo di più subirebbero una perdita)
2. non viene minimizzato il CMELP
p
Q
pcmL
CMELP
q2 q1
pcpL
Queste differenze si attenuano all’aumentare dell’elasticità della domanda in concorrenza monopolistica
p2
p1
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Che cosa succede se poche imprese dominano il mercato?
Si ha oligopolio quando poche imprese offrono un prodotto
Vi sono diversi tipi di oligopolio e diversi comportamenti delle imprese oligopoliste
Le imprese possono offrire un prodotto omogeneo oppure differenziato
Le imprese possono colludere oppure competere
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Le caratteristiche dell’oligopolio
Interdipendenza strategica tra le imprese
Presenza di barriere all’entrata
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
L’oligopolio collusivo
Le imprese oligopoliste saranno tentate di accordarsi con le altre al fine di massimizzare i profitti congiunti (comportandosi come un monopolista)
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Equilibrio in oligopolio collusivo
Un accordo collusivo formale è noto come cartello. Le imprese si accordano e fissano un prezzo per massimizzare i profitti congiunti. Esse poi si spartiscono il mercato tramite l’assegnazione di quote (la cui somma non può superare q1)
p
q
DindustriaRMGindustria
CMGcartello
Dato dalla somma dei costi marginali dei componenti
q1
p1
In molti paesi i cartelli sono illegali. Le imprese allora possono colludere in modo tacito
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Collusione tacita
Vi sono diverse forme di collusione tacita
Leadership di prezzo dell’impresa dominante
Leadership di prezzo dell’impresa barometro
Fissazione del prezzo in base al costo medio
Esistenza di un prezzo di riferimento
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Collusione tacita: leadership di prezzo dell’impresa dominante o impresa barometro
p
q
DlRMGleader
CMG
ql
pl
Un leader di prezzo che mira a massimizzare i profitti data una quota di mercato del 50%.
Dm
l t
qt
a
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Fattori che favoriscono la collusione
Ci sono poche imprese
I costi e le tecniche di produzione nell’industria sono note
Le imprese hanno costi e tecniche di produzione simili
Le imprese producono beni simili
C’è un’impresa dominante
Ci sono barriere all’entrata
Il mercato è stabile
Non ci sono leggi contrarie alla collusione
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Oligopolio non collusivo
Se non è possibile colludere si potrebbe verificare una concorrenza di prezzo
Anche se c’è collusione ci sarà la tentazione di rompere l’accordo riducendo il prezzo per vendere oltre la quota assegnataIn questo caso si può scatenare la reazione delle altre imprese e innescare di conseguenza una guerra di prezzo
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La teoria dei giochi
Studia con approccio formale l’interazione strategica tra due o più soggetti
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La teoria dei giochi
pX
2 1,8
p
Y
2 10, 10 5, 12
1,8 12, 5 8, 8
Consideriamo il gioco rappresentato nella tabella
Sia X che Y possono fissare un prezzo pari a 2 o a 1,8. Nella tabella sono riportati i profitti conseguiti (payoffs) nelle due ipotesi rispettivamente da Y e da X
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La teoria dei giochi
Cerchiamo di individuare per ciascuna impresa la strategia migliore data una congettura razionale sul comportamento della rivale
Strategia maximin: massimizza il payoff minimonel nostro esempio entrambe le imprese decideranno di abbassare il prezzo a 1,80, ottenendo il payoff (8, 8)
Strategia maximax: massimizza il payoff massimonel nostro esempio entrambe le imprese decideranno di abbassare il prezzo ottenendo il payoff (8, 8)
Entrambe le strategie conducono allo stesso risultato il payoff (8, 8) è detto equilibrio in strategie dominanti
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La teoria dei giochi
Sarebbe stato possibile colludere per ottenere il payoff (10, 10).
Anche in questo caso per entrambe le imprese ci sarebbe stato l’incentivo a tradire l’accordo per ottenere un payoff superiore
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La curva di domanda a gomito
Anche in assenza di collusione i prezzi in oligopolio possono rimanere stabili
È probabile che abbassando il prezzo un oligopolista non guadagni quote di mercato perché i rivali faranno altrettanto nel timore di perdere clienti
Al contrario, se alza il prezzo, l’oligopolista perderà molti clienti dal momento che i suoi rivali non lo seguiranno per accaparrarsi parte della sua quota di mercato
p
q
p1
q1
D
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
L’oligopolio e i consumatori
SVANTAGGI Prezzi elevati
Può esservi un non pieno sfruttamento delle economie di scala
Maggiore ricorso alla pubblicità
VANTAGGI L’extraprofitto può
essere usato per investire in ricerca e sviluppo
La concorrenza non di prezzo attraverso la differenziazione di prodotto consente una maggiore scelta per i consumatori
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
In quali circostanze le imprese possono praticare prezzi diversi a consumatori diversi?
Esistono tre tipi di discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado per ogni unità di bene venduto viene applicato al consumatore il
suo prezzo di riserva
Discriminazione di secondo gradoai consumatori vengono applicati prezzi diversi a seconda della quantità acquistata del bene
Discriminazione di terzo gradoa diverse categorie di consumatori vengono applicati prezzi diversi
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Condizioni necessarie per praticare la discriminazione di prezzo
L’impresa non deve essere price-taker
Non ci deve essere possibilità di arbitraggio
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Fallimenti del mercato e intervento pubblico
I principali obiettivi dell’intervento pubblico: efficienza sociale ed equità
I casi in cui il mercato non conduce all’efficienza sociale: i cosiddetti fallimenti del mercato (esternalità, beni pubblici e monopolio)
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Obiettivi dell’intervento pubblico
Equità
Massimizzazione del benessere sociale o efficienza sociale
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Efficienza sociale
Per massimizzare il benessere sociale è necessario considerare i costi e i benefici marginali sociali della produzione/consumo di un dato bene
Se BMGS>CMGS è necessario produrre/consumare una quantità maggiore
Se BMGS<CMGS è necessario produrre/consumare una quantità inferiore
ùSe BMGS=CMGS è necessario mantenere la produzione/consumo al livello corrente
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
I fallimenti del mercato
Esternalità
Beni pubblici
Monopolio
Informazione imperfetta
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Esternalità
Si possono avere Esternalità positive o negative Esternalità di produzione o di consumo
Il mercato non conduce a un’allocazione efficiente se le azioni di produzione e consumo influenzano il benessere di altri individui senza che il mercato possa tenerne conto
In tal caso il costo (beneficio) marginale sociale non coincide con il costo (beneficio) marginale privato
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Esternalità negative di produzione
CMGS>CMG
Il prezzo pagato dai consumatori riflette il beneficio marginale
Il mercato è perfettamente concorrenziale
Non vi sono esternalità di consumo BMGS=BMG
Vi è sovrapproduzione rispetto all’ottimo sociale
q
Cos
ti, b
enef
ici
p=BMG=BMGS
CMG
CMGS
q1q2
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Esternalità negative di consumo
BMGS<BMG Il prezzo pagato dai
consumatori riflette il costo dell’uso del bene
Il mercato è perfettamente concorrenziale
Non vi sono esternalità di produzione CMGS=CMG
Vi è sovraconsumo rispetto all’ottimo sociale
q
Cos
ti, b
enef
ici
p=CMG=CMGS
BMG
BMGS
q1q2
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Esternalità positive di consumo
BMGS>BMG Il prezzo pagato dai
consumatori riflette il costo dell’uso del bene
Il mercato è perfettamente concorrenziale
Non vi sono esternalità di produzione CMGS=CMG
Vi è sottoconsumo rispetto all’ottimo sociale
q
Cos
ti, b
enef
ici
p=CMG=CMGS
BMGS
BMG
q1q2
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Beni pubblici
Due sono le caratteristiche fondamentali dei beni pubblici non-rivalità nel consumo
non-escludibilitàquesta caratteristica fa sì che non sia possibile escludere dal consumo chi non ha contribuito al pagamento del bene (il cosiddetto problema del free-rider)
In questo caso i benefici marginali sociali sono talmente elevati rispetto ai benefici marginali privati che il mercato non produce autonomamente questo tipo di beni
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Quali problemi generano le grandi imprese?
Anche in assenza di esternalità quando il mercato è imperfetto non si determina l’uguaglianza tra costi e benefici marginali sociali
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Monopolio e fallimento del mercato
Per ipotesi non vi sono esternalità p=BMG=BMGS e CMGS=CMG
p
q
p=RME=BMGS
RMG
CMG=CMGS
qc
pc
qm
pm
In situazioni di monopolio vi è sottoproduzione rispetto all’ottimo sociale (rappresentato dalla concorrenza perfetta)
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
La perdita di benessere sociale in monopolio
Per analizzare la variazione di benessere sociale ricorriamo ai concetti di
Surplus del consumatoreè dato dalla differenza tra il prezzo massimo che sarebbero stati disposti a pagare i consumatori per acquistare il bene (prezzo di riserva) e quanto spendono effettivamente
Surplus del produttoreè pari al profitto
Giuseppe Celi 2006Appunti da J.Sloman, Il Mulino
Perdita secca di benessere in monopolio
• Surplus del produttore
p
q
p=RME=BMGS
RMG
CMG=CMGS
qc
pc
qm
pm
Benessere in concorrenza perfetta• Surplus del consumatore
Benessere in monopolio
• Surplus del consumatore
• Surplus del produttore
Perdita secca
a
b
c
e
d
g