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DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
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GLI INSETTI UTILI PRESENTI IN NOCCIOLETOSono molti gli artropodi che popolano i noccioleti e che non arrecano danno alla coltura, ma anzi svolgono spesso un ruolo utile, limitando le popolazioni dei fitofagi più pericolosi. Gli insetti utili appartengono alle categorie dei predatori e dei parassitoidi. Per “predatore” si intende un organismo che ne uccide un altro per cibarsene subito (es. gli acari fitoseidi predatori di acari tetranichidi; il miride Deraeocoris ruber predatore di afidi e altri piccoli insetti), mentre per “pa-rassitoide” si intende un insetto che compie lo sviluppo larvale fino a diventare adulto a spese di un altro, uccidendolo solo alla fine. I parassitoidi possono essere “oofagi”, cioè svilupparsi all’interno dell’uovo di un altro insetto uccidendolo prima della schiusura (es. l’imenottero eu-pelmide Anastatus bifasciatus parassitoide delle uova di diversi insetti comprese le cimici), op-pure possono evolversi a spese degli stadi giovanili o dell’adulto di un altro insetto, che rimane in vita finché la larva del parassitoide è matura e si impupa per diventare adulto (es. il dittero tachinide Trichopoda pennipes parassitoide degli adulti della cimice verde Nezara viridula).Di seguito si intende fornire una breve descrizione sui principali artropodi che popolano il noc-cioleto. Si tratta solo di alcuni degli insetti presenti in noccioleto la cui presenza è da collegarsi anche al tipo di campionamento eseguito, alle caratteristiche ambientali in generale e al tipo di gestione agronomica (n° di trattamenti) del noccioleto. L’elevata presenza di queste specie utili suggerisce di prestare particolare attenzione nell’ese-cuzione i trattamenti insetticidi per contenere cimici e balanino.
INSETTI UTILI
Deraeocoris spp. Famiglia Miridi. Adulti mobili che si spostano rapidamente in volo. Non arre-cano danno alle colture e sono specie predatrici di afidi e acari.
Coccinella septempunctata Famiglia Coccinellidi. Adulti caratterizzati da corpo appiattito nella parte ventrale e fortemente convesso in quella dorsale e capo infossato nel protorace. Larve larghe, carnose, colorate, dotate di zampe lunghe e spine dorsali. Sia larve che adulti sono importanti predatori di afidi.
Himacerus apterus Famiglia Nabidi. Adulti con forma allungata e colorazione giallo-bruna. Sono predatori di numerosi altri insetti (es. miridi). Svolgono 1 generazione l’anno svernando come uovo.
Crisopa Famiglia Crisopidi. Gli adulti sono di colore verde pallido e nella maggior parte delle specie presenti nel nostro ambiente si nutrono di nettare e polli-ne. Le larve sono appiattite con addome ingrossato ed allungato e sono im-portanti predatrici di afidi, psille e altri piccoli insetti. Le uova sono deposte all’estremità di lunghi peduncoli e sono facilmente osservabili sulle foglie.
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Forficula auricularia Famiglia Forficulidi. Adulti con corpo di forma allungata con all’estremità posteriore due vistosi cerci, diritti nella femmina e arcuati nel maschio. Predili-gono luoghi ombreggiati e con elevata umidità. I nidi sono scavati nel terreno dalla femmina ad inizio autunno e all’interno sono deposte numerose uova. Si nutrono di organi vegetali (germogli, fiori, frutti carnosi in maturazione come albicocche e nettarine), ma svolgono anche un’attività predatrice nei confronti di afidi, uova, larve e crisalidi di piccoli lepidotteri.
Cantaride Famiglia Cantaridi. Adulti con corpo allungato che si nutrono di polline e nettare Le larve vivono nel terreno e sono generalmente predatrici di altri insetti.
INSETTI NON DANNOSI
Anomala sp. Famiglia Rutelidi. Adulti con colorazioni metalliche molto appariscenti che si cibano delle foglie di numerose piante. Le larve si sviluppano a spese delle radici di svariate piante.
Haplidia etrusca Famiglia Melolontidi. Adulti del coleottero con corpo color castano che com-piono erosioni fogliari di scarsa importanza. Le larve attaccano le radichette di numerose piante erbacee nonché di quelle della vite e del nocciolo.
Elateride Famiglia Elateridi. Comprende specie di piccole e medie dimensioni in gran parte fitofaghe viventi nel terreno. Adulti con corpo snello e appiattito che si nutrono di foglie di diverse piante senza tuttavia arrecare danni importanti. Se coricato di dorso l’adulto è in grado con uno scatto di saltare e ricadere nella posizione normale. Le larve possono compiere danni a carico di cere-ali, patata e altre piante ortive (insalata, cavolo, cipolla, ecc.).
Cicalina Possono essere riscontrate diverse specie. Giovani e adulti si alimentano succhiando la linfa dei germogli. Nella foto Aphrodes sp.
Polydrosus sericeus Famiglia Curculionidi. Adulti di forma oblunga e convessa di color verde sericeo. Le femmine in primavera depongono le uova nel terreno e le larve si sviluppano a carico dell’apparato radicale di piante erbacee. Gli adulti attaccano gemme e foglie di diverse piante (melo, pero, susino, pesco e nocciolo). I danni possono essere importanti su giovani piante in vivaio.
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CIMICE ASIATICA (Halyomorpha halys)
Le segnalazioni di attacchi di Halyomorpha halys alle produzioni corilicole, accertati dai tecnici della Assistenza nel secondo semestre del 2015 in alcuni frutteti della Provincia di Cuneo, di fatto hanno evidenziato la necessità di un aggiornamento della tecnica di difesa integrata alle cimici nocciolaie. In verità questo aggiornamento - adeguamento delle strategie di conteni-mento della popolazioni della Cimice asiatica - dovrà interessare molteplici filiere produttive considerata la rapidissima diffusione e l’estrema polifagia di H. halys. Il settore corilicolo in particolare dovrà ridefinire non solo l’ambito della difesa integrata ma anche buona parte delle tecniche di gestione agronomica dei corileti per ottenere una gestione che risulti al contempo eco sostenibile e compatibile per l’ambiente agricolo.
“L’ALIENO” Halyomorpha halysIl Pentatomide Halyomorpha halys (Stal, 1855) è insetto originario di Cina, Giappone e Taiwan. I primi avvistamenti di questa specie risalgono al 1996 ad Adams Island (Allentown). Nel 2001 nel concentrico di Allentown l’incremento delle popolazioni dell’insetto aveva raggiunto so-glie tali da richiedere approfondimenti specifici. In Europa (Liechtenstein, Svizzera, Germania, Francia) l’insetto ha fatto la sua comparsa nel 2004. In Italia il primo esemplare è stato rinve-nuto in provincia di Modena nel settembre 2012 ed è stato studiato dall’Università di Modena e Reggio Emilia.In Piemonte l’insetto è stata rinvenuto nell’a-gosto del 2013 dal gruppo di lavoro costituito dal Consorzio di Ricerca, Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura piemontese (CReSO, ora incorporato in Agrion) e dal Di-partimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ali-mentari (DISAFA) in un impianto di nettarine ubicato a Cuneo (Pansa et al., 2013). Da allora ad oggi la situazione è evoluta in modo preoc-cupante, coinvolgendo progressivamente mol-teplici colture sull’intero territorio piemontese.Nel 2016 l’accertata diffusione di H. halys alle coltivazioni corilicole delle zone storiche delle Langhe cuneesi e astigiane è motivo di pre-occupazione per l’intera economia della filiera corilicola.
L’INSETTOGli adulti di questo pentatomide hanno una lunghezza compresa fra 1,2 e 1,7 centimetri e presentano dorsalmente, come altre cimici, una forma caratteristica a scudo pentagonale carenato. La livrea dorsale presenta emielitre cangianti con macchie di color nero, rame e bluastre, su sfondo bruno grigio.La membrana delle emielitre evidenzia nerva-
Adulto di cimice asiatica su nocciola
Adulto di Pentatoma rufipes
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ture marcate che la distinguono da Pentatoma rupifes, il pentatomide autoctono con cui spes-so H. halys viene confuso, che presenta invece una membrana con dei puntini. La livrea ven-trale è di color bianco sporco e presenta mac-chie di colore bluastro; manca completamente di spina addominale che è presente invece nel P. rupifes.H. halys si distingue anche per la forma piatta della testa, la presenza di macchie di color avo-rio sul pronoto, per la presenza di bande lumino-se alternate sulle antenne e più scure alternate sul bordo esterno dell’addome. Le zampe sono marroni con deboli chiazze bianche o strisce.Dopo l’accoppiamento la femmina può deporre sulle foglie e sulle nucule da 100 fino a 500 uova (in media 250 uova) in placche di 28 geometri-camente ordinate e appressate. Dalle uova na-scono piccoli che effettuato 5 stadi di muta pri-ma di manifestare lo stadio di adulti. Nei luoghi di origine H. halys può evidenziare anche una sola generazione all’anno, mentre nei nostri am-bienti temperati fino a questo momento ne sono state monitorate 2 complete.Nella Scheda che segue vengono riportate al-cune salienti caratteristiche distintive indicate in precedenza di H. halys e per sommi capi il ciclo di sviluppo dell’insetto: l’adulto; le caratteristi-che ovature; le forme giovanili; la chiusura del ciclo con la comparsa degli adulti di prima e/o seconda generazione dell’insetto. La scheda rappresenta un focus visivo di riconoscimento immediatamente utilizzabile per l’identificazione di questo insetto.
♂♀
Suddivisione fra maschi e femmine della H. halys
Schiusura delle uova di H. halys
Stadi di muta della H. halys
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LA PERICOLOSITÀ DEL PENTATOMIDE Halyomorpha HalysLa pericolosità di H. halys è dovuta:nei nostri ambienti all’assenza di
predatori o parassitoidi che ne contengano le popolazioni;
all’estrema polifagia. Si nutre di un numero elevato di specie botani-che, fra cui molte piante erbacee di interesse agrario (legumi, so-lanacee, fabacee, ortive in gene-rale, cotone, riso e graminacee in generale, ecc.) frutticole (su molte rosacee, pesco ad esempio, que-sta cimice è in grado di compiere l’intero ciclo attaccando i frutti in tutti gli stadi sviluppo) e nocciòlo;
alla tendenza all’aggregazione in tutto l’arco dell’anno. Questo comportamento di “gregarismo specifico” è piuttosto comune fra le cimici. Di norma però questa concentrazione di individui si ve-rifica durante lo svernamento e in-teressa prevalentemente gli adulti che, superato il periodo invernale, tornano sulle piante o sulla vegetazione. Questa cimice sembra invece soggetto ad un gregarismo in tutti i periodi dell’anno, vegetativi e non. All’atto dello spostamento da una coltura all’altra, imprevedibile allo stato attuale, si accompagna un rapido e puntuale incremento dei danni;
su nocciòlo al fatto che è agente del cimiciato. Questa alterazione delle nocciole, non rintracciabile sul guscio ma spesso anche non rilevabile sull’esterno del frutto sgusciato, interessa il pericarpo, che si altera e necrotizza, risultando generalmente non lavorabile in quanto all’atto della tostatura la porzione di mandorla colpita di norma risulta abbrustolita, rendendo non edibile il seme;
alla capacità di spostarsi rapidamente e per tratte di chilometri; al fatto che è un pentatomide sicuramente fitofago di cui non sono per ora state riscontrate
attitudini zoofaghe, anche se questo comportamento è presente fra i pentatomidi.
2017: AGGIORNAMENTO DELLE TECNICHE DI DIFESA INTEGRATASulla base delle attività di monitoraggio e sperimentazione realizzate dal coordinamento Agrion dei tecnici corilicoli nel 2016 sulla Cimice asiatica occorrerà quest’anno sviluppare le seguenti attività:verifiche sperimentali della tecnica “attract and kill”;verifiche sperimentali sull’impiego di nuove molecole chimiche e/o biotecniche;definire e dettagliare gli areali di monitoraggio;realizzare l’integrazione dei frappage con controlli visivi mirati;verificare la funzionalità e utilità delle trappole di cattura massale;
Scheda di riconoscimento della cimice asiatica
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pianificare localmente gli interventi di contenimento;valutare i risultati ottenuti tramite il controllo delle produzioni dei siti campionati;ottimizzare la tecnica di controllo della diapausa degli adulti svernanti.
2017: AGGIORNAMENTO PRATICHE AGRONOMICHE Le attività tecniche inerenti la Cimice asiatica realizzate nel 2016 nell’ambito del coordinamen-to corilicolo hanno evidenziato che occorrerà progressivamente risolvere alcune criticità con-nessa alla gestione agronomica dei corileti per massimizzare l’efficacia della difesa integrata.In particolare occorrerà incentivare le aziende agricole sulla periodica e programmata po-tatura delle piante di nocciòlo e sulla corretta distribuzione degli antiparassitari. (Su queste tematiche l’attività di ricerca realizzata dalla Sezione corilicola del Consorzio di ricerca prima e di applicazione pratica dei risultati ottenuti tramite la Fondazione Agrion nell’ultimo anno forniscono una solida base di partenza che dovrà essere adeguatamente incentivata e capillarmente divulgata agli operatori corilicoli.
Noccioleto prima e dopo la potatura Fase di distribuzione con tracciante colorato (prova Agrion - DISAFA)
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LOTTA BIOLOGICA - I PARASSITOIDI di Halyomorpha halys A seguito della diffusione di H. halys, nelle aree di nuova colonizzazione sono stati avviati studi volti a individuare i nemici naturali (predatori e parassitoidi) indigeni in grado di attaccare il fitofago esotico e valutarne l’efficacia di contenimento. Predatori e parassitoidi presentano un differente comportamento nei confronti della vittima. I predatori possono nutrirsi di uova, stadi giovanili o adulti della preda, causandone subito la morte, mentre i parassitoidi compiono lo sviluppo larvale a carico di un ospite, uccidendolo soltanto alla fine. Anche i parassitoidi pos-sono evolversi a spese di uova (i cosiddetti oofagi), stadi giovanili e adulti dell’ospite. Nel caso degli oofagi, l’intero sviluppo avviene all’interno dell’uovo dell’ospite. Pertanto, dalle uova della cimice asiatica, se parassitizzate, non emergerà una neanide, ma l’adulto del parassitoide.In particolare, in Piemonte le ricerche hanno riguardato i parassitoidi oofagi; allo scopo sono state raccolte in campo ovature di H. halys nel 2015 (4.125 uova) e nel 2016 (17.545 uova). In entrambi gli anni, dalle ovature è sfarfallato un imenottero della famiglia Eupelmidae, ap-partenente alla specie Anastatus bifasciatus. Si tratta di un parassitoide generalista (cioè in grado di parassitizzare le uova di vari ospiti, inclusi eterotteri e lepidotteri) la cui efficacia si è però dimostrata limitata: l’impatto complessivo, ossia il tasso di uova parassitizzate, è stato infatti pari a 16,3% nel 2015 e 12,7% nel 2015. Nel 2016 sono sfarfallati dalle uova di H. halys anche altri parassitoidi: limitatamente ad alcune località sono sfarfallati imenotteri della famiglia Scelionidae, appartenenti al genere Trissolcus, parassitoidi più specializzati, che si sviluppano di solito a carico di pochi ospiti. La potenzialità di adattamento di questi parassitoidi locali alla cimice esotica sarà quindi oggetto di future indagini.
Foto 1 – Ovatura di Halyomorpha halys parassitizzata (foto DISAFA – Entomologia)
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L’ERIOFIDE O ACARO DELLE GEMME DEL NOCCIOLOLa Tonda Gentile Trilobata è molto sensibile agli attacchi dell’eriofide (Phytoptus avellanae).Le piante attaccate presentano gemme ingrossate già a partire dai mesi autunno-invernali. La difesa si attua a partire da inizio migrazione (normalmente marzo-aprile) (foto1-2) gli in-terventi acaricidi sono di difficile applicazione per via dell’andamento piovoso del periodo che rende impraticabile l’accesso ai noccioleti.
BIOLOGIA E SINTOMI I controlli visivi sono possibili già a partire dalla fase di post raccolta: le gemme colpite pre-sentano anomalo ingrossamento causato dalla presenza di forme mobili dell’acaro –visibili a microscopio- al loro interno. Lo sviluppo – almeno 6 progenie di acari si susseguono, sovrap-ponendosi in parte nei passaggi da una generazione all’altra, nel corso di un ciclo vegetativo - continua e risulta massimo nel periodo invernale. Tenuto conto di questo, ad inizio della ripresa vegetativa (in marzo – aprile, secondo l’andamento climatico) è bene tenere sotto controllo le gemme individuate in autunno per monitorare quando avvia la migrazione e l’eriofide si sposta da gemme colonizzate ad apici vegetativi sani trasformandoli, ad inizio estate, in pseudogalle.Le gemme colpite non danno origine ne a foglie ne a fiori, con conseguente crescita stentata, disseccamenti a livello dei rametti negli impianti in fase di allevamento e perdita di produzione negli altri.
CAMPIONAMENTO VISIVO IN CAMPOIl metodo di campionamento più impiegato si può riepilogare come segue:Controllare 100 gemme/appezzamento.Soglia di intervento:
- 10% di gemme infestate sul totale delle controllate in impianti in fase di allevamento (3°- 7° anno di impianto);
- 15% di gemme infestate sul totale delle controllate in impianti in fase di produzione (dall’8° anno di impianto in poi).
L’inizio della migrazione si può individuare osservando al microscopio le gemme aperte in par-ticolare all’ascella nel punto di collegamento con il rametto.
Fig. 1-2- Gemme ingrossate in fase di apertura per migrazione eriofide
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STRATEGIA DI DIFESANonostante ci siano fattori di natura abiotica (radiazioni solari, piogge intense e persistenti e sbalzi termici e biotica (acari fitoseidi e altri predatori) che contribuiscono a limitare le po-polazioni dell’acaro, in caso di attacchi considerevoli occorre effettuare trattamenti acaricidi. Agrion, in collaborazione con i tecnici dell’assistenza di base, monitora le fasi di migrazione durante l’apertura delle pseudogalle, diramando i bollettini di intervento acaricidi.
Nel 2015 Agrion ha condotto una prova sperimentale impiegando sostanze attive acaricide attive per contatto. I risultati sono riepilogati in tabella 1
Tab. 1 - Risultati prova difesa eriofide
Prodottocommerciale
Principioattivo
Dose(ml/hl)
Volume ac-qua (l/ha o
kg/ha)
Epoca trattamento% di
gemme colpite*
1°trattamento
2° trattamento
Apollo SC + Olio Oiko
Clofentezine + Olio minerale
40+1000 1000 10-apr-15 _ 16,3
Thiopron + Nufilm
Zolfo bagnabile+ pinolene
1200 + 50
1000 11-apr-15 22-apr-15 16,3
Zolfo inpolvere
Zolfo 40 11-apr-15 22-apr-15 23,6
Testimone 35,8
* su 100 esaminate
Osservando i dati in tabella emerge che:
Gli interventi con la sostanza attiva clofentezine + olio minerale e quelli con zolfo bagnabile + adesivante hanno fornito il medesimo risultato (16% di gemme colpite) anche se con la sostanza attiva clofentezine è stato fatto un solo intervento.
Lo zolfo in polvere ha contenuto in maniera inferiore i danni da eriofide.
E’ bene sottolineare che lo zolfo in polvere per agire, passando dallo stato polverulento a quello gassoso, necessità di temperature adeguate. L’azione viene esplicata a partire da tempera-ture variabili tra i 18-20° anche se molto dipende dalla finezza della polvere utilizzata. L’azione si riduce anche se aumenta l’umidità relativa.
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NECROSI BATTERICA DEL NOCCIOLO(Xanthomonas campestris pv. corylina)
Malattia di origine batterica identificata dal Servizio Fitopatologico del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte nel giugno del 2013 a seguito di controlli chiesti dal Coordinamento corilicolo CReSO (Agrion) per determinare l’origine di diffusi fenomeni di filloptosi anticipata verificatisi in tutto l’areale corilicolo piemontese. Ripetuti controlli stabilirono che le cause che avevano provocato la perdita della vegetazione erano riconducibili a un decorso primaverile particolarmente piovoso, quindi non parassitario. Sulla vegetazione di alcuni campioni vennero però riscontrati sintomi che facevano supporre, nonostante l’esito negativo delle analisi di labo-ratorio, l’attacco di un microrganismo batterico. Questo tipo di malattie risultano infatti partico-larmente aggressive in annate caratterizzate da precipitazioni prolungate e temperature miti in autunno ed in primavera. L’incremento di se-gnalazioni di questi sintomi avvenuto nel 2014 in molti nuovi impianti nelle zone di media col-lina e pianura, su terreni fertili dimostratisi ha-bitat particolarmente soggetti allo sviluppo di questa malattia, determinò la necessità di un approfondimento specifico.
SINTOMI DELL’ATTACCO BATTERICO DI
X. campestris pv. corylinaNon ci sono tecniche diagnostiche (cioè ELISA, IFA, PCR) appositamente sviluppate per la rile-vazione di routine di Xanthomonas campestris pv. corylina. La prima individuazione dell’at-tacco del batterio si deve quindi avvalere della conoscenza dei sintomi che vengono indicati come presenti dove il patogeno è stato accla-rato con isolamenti appositi e più approfonditi test di laboratorio. In letteratura è indicata, in caso di attacco di piante intorno al quarto anno di età, una mortalità che può interessare fino al 10% delle stesse ovviamente dove non venga-no adottate misure di contenimento della bat-teriosi. Sulle piante in produzione gli attacchi interessano tutti gli organi verdi della chioma ma non l’interno del seme (gheriglio) che non subisce decrementi della qualità.Lo svernamento avviene all’interno degli apici e i primi sintomi visibili si riscontrano ad inizio primavera sulle stesse gemme colpite che al germogliamento assumono una colorazione brunastra e quindi seccano. La massima pre-senza dei sintomi dell’attacco della batteriosi Fig. 2 - Foglie apicali attaccate da X. campestris pv.
corylina
Fig. 1/A - Altro germoglio colpito da batteriosi (foto SFRPi)
Fig. 1 - Germoglio dell’anno colpito da batteriosi
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si verifica però nel periodo compreso fra l’accrescimento dei germogli e l’inizio dell’ingrossa-mento dei frutti. Il deperimento dei germogli dell’anno è più marcato sulle piante in fase di allevamento e si manifesta con la comparsa di cancri in rilievo di colore bruno marcato che interessano in modo irregolare tutto l’asse dell’apice vegetativo. Nella parte apicale del getto l’attacco si evidenzia con la comparsa di macchie rossastre ellittiche che unendosi fra loro cinturano il germoglio e lo fanno incurvare e seccare. Le foglie apicali dei germogli attaccate dal batterio tendono ad incurvarsi dai lembi verso la pagina superiore. I margini fogliari si ac-cartocciano sulla nervatura centrale e come i piccioli assumono una colorazione che vira pro-gressivamente dal verde al rosso; quelle presenti a metà germoglio mostrano invece piccole lesioni necrotiche angolari confluenti circondate da un alone clorotico. Sulla cupola erbacea delle nocciole in allegagione compaiono dapprima aree necrotiche puntiformi che degenerano in macchie oleose o necrotiche rotonde di 2-4 mm di diametro. Seppur raramente sui frutticini neoformati si osservano maculature simili a quelle descritte che provocano l’avvizzimento delle infruttescenze.
Fig. 4 - Cupola colpita da necrosi batterica
Fig. 6 - Distribuzione dei preparati anti batterici
Fig. 3 - Lesioni necrotiche su foglia
Fig. 5 - Maculature sulla nucula (foto SFRPi)
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PROVA DI CONTENIMENTO DELLA BATTERIOSILa difesa attuabile contro questo tipo di avversità può essere unicamente di tipo preventi-vo in quanto non esistono prodotti curativi utilizzabili contro i batteri fitopatogeni. Il taglio e la bruciatura dei rami colpiti è realizzabile con successo nei primi anni di allevamento dei corileti. Per gli impianti in produzione è stato necessario mettere a punto una strategia di difesa che risultasse ecosostenibile. Per questo motivo nel biennio 2014-2016 Agrion, in collaborazione con il Settore Fitosanitario Regionale, ha realizzato una specifica prova per valutare l’efficacia di contenimento della batteriosi di diversi prodotti registrati su nocciolo utilizzati da soli od in miscela tra di loro.La prova è stata effettuata nel Comune di Cherasco (CN), areale corilicolo tipico delle zone medio pianeggianti della Regione Piemonte, in cui l’attacco della Necrosi batterica era risultato particolarmente aggressivo ed uniforme. Il corileto è stato suddiviso in 4 parcelloni, identici per numero di piante, su cui per 2 annualità consecutive sono stati realizzati e ripetuti gli interventi così come descritto in Tab. 1.
Tab. 1 - Riepilogo interventi realizzati nella prova di contenimento Necrosi Batterica Nocciòlo
PERIODI
DI APPLICAZIONETESI
SOSTANZA
ATTIVA
FORMULATO
COMMERCIALE
DOSAGGIO
(g - kg / ha)APPLICAZIONI
Date
applicazione
2014 / 2015
Date
applicazione
2015 / 2016SIGLA P E R I O D O
A
AUTUNNO
(30 - 50 %
foglie cadute)
1TESTIMONE
(non trattato) -- -- -- -- --
B
AUTUNNO
(completa
caduta foglie)
2
Ossicloruro di
rame 35% +
Acibenzolar
metile
Ossiclor 35 WG
+ BION 50 WG
3,5 (Kg)
+
50 (g)
A - C - D
(2 applicazioni)
A - 3/10/14
C - 1/04/15
D - 22/04/15
D - 13/05/15
A - 23/10/15
C - 15/04/16
D - 5/05/16
D - 10/06/16
C
PRIMAVERA
( 1a - 3a foglia
distesa)
3Acibenzolar
metile BION 50 WG 50 (g)
A - C - D
(2 applicazioni)
A - 3/10/14
C - 1/04/15
D - 22/04/15
D - 13/05/15
A - 23/10/15
C - 15/04/16
D - 5/05/16
D - 10/06/16
DPRIMAVERA
AVANZATA4
Ossicloruro di
rame 35% Ossiclor 35 WG 3,5 - 6 (Kg) A - B - C - D
A - 3/10/14
B - 20/11/14
C - 11/03/15
D - 22/04/15
A - 23/10/15
B - 19/11/15
C - 24/03/16
D - 5/05/16
I rilievi sulla malattia (presenza di sintomi) e sull’efficacia ottenuta dai prodotti utilizzati sono stati eseguiti nei due anni di prova nella primavera 2015 e nell’estate 2016. Per ciascun rilievo sono stati osservati i possibili danni da batteriosi sulle foglie e sui frutti, esprimendo i risultati ottenuti come incidenza di malattia (ovvero la capacità del patogeno di diffondersi sulla super-ficie di riferimento utilizzata per i rilievi) e come severità d’attacco (ovvero la gravità con cui viene a manifestarsi, in modo puntuale ed univoco, la percentuale di diffusione sulla medesima superficie di riferimento).Per ciascun anno di prova sono stati anche eseguiti rilievi, distinte per tesi e repliche, sulla quantità e sulla qualità delle nocciole prodotte. In quest’ambito vengono riportati i risultati otte-nuti sulle produzioni raccolte in termini di media per tesi e per anno (Tab. 2). Ai rilievi quantitativi si è provveduto in successione ad effettuare ulteriori valutazioni, questa volta sulla qualità in termini di resa dei frutti raccolti.
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
50
Tab.2 – Produzioni di nocciole ottenute nelle tesi nel biennio di prova
TESI SOSTANZA ATTIVA FORMULATO
COMMERCIALE
PRODUZIONE / PIANTA (Kg)*
2014 - 2015 2015 - 2016
1 TESTIMONE (non trattato) -- 9,9 16,6
2Ossicloruro di rame 35%
+ Acibenzolar metile Ossiclor 35 WG+ BION 50 WG
7,2 18,7
3 Acibenzolar metile BION 50 WG 8,8 16,9
4 Ossicloruro di rame 35% Ossiclor 35 WG 9,3 18,7
* Produzione media ottenuta per tesi da 3 repliche (plot) di 3 piante ciascuna
CONCLUSIONINei due anni di prova la costante presenza dell’agente causale della Necrosi Batterica del nocciòlo, con livelli di incidenza variabili e direttamente connessi con gli eventi atmosferici stagionali, ha consentito di valutare l’incidenza e le potenzialità delle sostanze attive utilizzate nel contrasto alla patologia. Le tesi in cui è stato impiegato l’ossicloruro di rame hanno ottenuto risultati talvolta significativamente differenti, talaltra solo numericamente diversi. Si ritiene che le differenze di efficacia riscontrate nelle due annualità siano da mettere in relazione al diverso meccanismo di azione dei principi attivi utilizzati. Sulla vegetazione l’ossicloru-ro di rame ha manifestato un pronto effetto già nel primo anno di sperimentazione e l’ag-giunto o meno dell’acibenzolar metile non ha influito sul contenimento del patogeno. A partire dal secondo anno, invece, nella tesi che prevedeva la miscela dei principi attivi all’attività cuprica dell’ossicloruro di rame si è affiancata quella indotta dall’acibenzolar metile. In pratica il prodotto sistemico, entrando in circolo nell’apparato vegetale nel 2015, ha indotto la pianta a creare induttori di resistenza durante tutta l’annata, che si sono reiterati nel 2016 con il secondo ciclo applicativo. Questo ha permesso di ottenere sulla vegetazione risultati migliori dall’azione combinata di questi due formulati, i quali creano una combinazione efficace per la protezione del nocciolo dalla batteriosi. Proteggendo in modo sistematico le piante dagli attac-chi del patogeno si è riscontrato un sensibile incremento produttivo, statisticamente significa-tivo, dettato dal migliore status fisiologico presentato dalle piante trattate con solo ossicloruro di rame e/o con la miscela rame + acibenzolar metile. Parallelamente non sono stati riscontrati effetti negativi indiretti, ovvero sia fitotossicità, su tutti gli organi epigei delle piante e/o sulle produzioni ottenute. Il controllo carpo merceologico delle campionature delle differenti tesi non ha invece rilevato alcuna differenza statistica significativa.
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
51
A Gemme d’inverno
C1 Prima-seconda foglia
B Fioritura maschile e femminile C Rottura gemme
D Germogliamento terza foglia
D1 Quarta - quinta foglia E Differenziazione noc-
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F Ovario fecondato visibile G Accrescimento
mandorla (fase 1)
H Accrescimento
mandorla (fase 2)
I Definizione mandorla
L Post raccolta M1 Metà caduta foglieM Inizio caduta foglie N Completa caduta foglie
DISCIPLINARE DI DIFESA DEL NOCCIOLO
Fenogramma nocciolo
DIFESA FITOSANITARIA DEL NOCCIOLO
52
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