gli studi di settore tra mito e realta ovvero: la storia infinita della tassazione della piccola...
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GLI STUDI DI SETTORE TRA MITO E REALTA’
Ovvero: la storia infinita della tassazione della piccola impresa
e del lavoro autonomo
Roberto Convenevole Università degli studi di Milano-Bicocca
18 febbraio 2005
Agenzia delle Entrate – Ufficio Studi 1
STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE
• Motivazioni del seminario e materiali forniti
• Contesto di riferimento degli Studi• Risultati pubblicizzati e risultati
effettivi conseguiti• Prospettive di analisi e di intervento• Un nuovo protocollo d’intesa
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Perché questo seminario?
Gli “Studi” rappresentano una tematica cruciale:- Rientro dalla grande evasione- Finanziamento riduzione aliquote Ire- Se ne parla molto ma se ne conosce pochissimo- Si tratta di temi sensibili della politica economica - Poca trasparenza su: metodologie, risultati,
progressi conseguiti,- Trovare il modo per diradare la “nebbia” perché
senza informazione non c’è trasparenza e dunque non c’è assunzione di responsabilità
- Una serie di “convegni” interrotti nel 2002: chi controlla i controllori? (Del Bo, 24 ore)
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Gli accertamenti presuntivi negli ultimi 20 anni
• Visentini-ter nel 1984• Coefficienti di congruità 1998-90-91• Coefficienti presuntivi 1992-93-94• Minimum Tax 1992-93• Parametri dal 1995• Studi di settore dal 1998• Concordato preventivo di massa: 2003-04• Pianificazione fiscale concordata: 2005
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Il contesto economico sociale• La riforma del 1971-73, che introdusse l’IVA e
l’imposta progressiva, fallisce immediatamente• Il gradino di gettito IVA perso al varo non è mai
stato recuperato. La crescita dell’AMPI, in un contesto di acuto fiscal-drag (1974-84 inflazione a due cifre), ha innescato la spirale: evasione--crescita delle aliquote--maggiore evasione (AMT crescente)
• La progressiva crisi dell’industria ha portato ad una crescita abnorme delle partite IVA
• Nella UE l’Italia ha da tempo la maggiore evasione rispetto al PIL: riferirsi alla “pressione fiscale” tout court è fuorviante
• Sul versante IRPEF ampi ceti sociali si sono sottratti fin dall’inizio alla progressività e continuano a farlo
• Grande platea di soggetti privi di “sostituto”
LE PERSONE FISICHE SENZA SOSTITUTO
740 IMPRESE INDIVID.
750 soci
760 soci
Totale persone fisiche
Cont. ordinaria
437.000
20
1.375.363
63
1.760.613
100
3.572.976
58
Cont. Semplific.
1.767.000
80
811.529
37
- 2.578.529
42
totale 2.204.000
100
2.186.892
100
1.760.613
100
6.151.505
100
PRESSIONE FISCALE EFFETTIVA ED APPARENTE AL NETTO
DEI CONDONI II.DD. E INDIRETTE (stima sommerso ISTAT)
40,00%
45,00%
50,00%
55,00%
60,00%
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
Pressione fiscale apparente Pressione fiscale effettiva
Il contesto giuridico e storico degli studi di settore
• Gli “Studi” sono previsti dal D.L. 331 del 1993 che rinvia esplicitamente all’art. 11 del D.L. 69 del 1989 che istituiva i coefficienti presuntivi per le sole imprese in contabilità semplificata (art. 12 DL 69)
• La genesi logica degli studi è cruciale per comprendere il sostanziale fallimento degli stessi. Analizzando i risultati della loro applicazione riemergono problemi già evidenziati nel 1991 dal Secit (coefficienti)
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I risultati ufficiali: la visione edulcorata della realtà
• Si assiste ad un crescendo rossiniano:A.D. Sose: nel 1998-99-00 l’adesione ai 45 primi studi ha comportato una crescita di gettito di 5.000 Mld £
• Per gli studi in vigore dal 1998 al 2000 i congrui salgono dal 49,2% al 59,0%; poi si sale al 70%
• La percentuale di non congrui con ricavi inferiori al ricavo minimo scende dal 25,9% al 18,8%.
• E’ congruo il 75 per cento dei versamenti (Da intervista a FiscoOggi del 3 aprile 2003)
• Si tratta di una visione edulcorata della realtà fiscale italiana basata su illusioni che generano posizioni eversive: “le imprese si adeguano perché pagano il giusto” (intervista a FiscoOggi del 20 dicembre 2001).
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Le conseguenze della mancanza di trasparenza
• Settembre 2004: bozza Finanziaria: 3,8 MLD • Venturi: “abbiamo già dato a regime 7,5 miliardi di
€ di maggior imposte” l’evasione sta altrove.• Si individua il capro espiatorio degli ordinari per
“opzione” (cfr. Del Bo 24 Ore)• Si apportano le modifiche alla bozza (cfr. articolo di
Dodero) e si rinvia la palla nel campo delle 43.000 imprese estranee agli studi
• Come impostare la trasparenza? Aspetto Cruciale: rendere pubblici i volumi di analisi statistica sui dati di base e sugli esiti
I risultati effettivi in termini di crescita della base imponibile (non gettito) con studi vigenti
Adeguamento in dichiarazione ( adeg. magg. ricavi)• ‘98 699; ‘99 1.104; ‘00 1.378; ’01 2.181 ; ‘02 2.626
Importi in milioni di €
La crescita della base imponibile nel 1998 è un sottomultiplo di quanto sostenuto da AD Sose. Emerge una veloce obsolescenza degli studi di settore: i contribuenti imparano alla svelta come eludere GeRiCo. Cruciale è il periodo di vigenza.
L’adeguamento “in corso d’anno” è frutto di un’illusione ottica. L’esenzione dall’Irap favoriva il fenomeno dell’appiattimento in corso d’anno risolto poi con l’adeguamento in dichiarazione. Agenzia delle Entrate – Ufficio Studi 12
Primi 45 studi: dinamica Ricavi e Produzione Istat
95
100
105
110
115
120
125
1998 1999 2000 2001 2002 2003
Ricavi medi dichiarati ex ante Produzione ai prezzi di mercato
Variabile Valore IndiceIndic
eIndice
Ricavi dichiarati da tutti i contribuenti
759.098 100 100
di cui semplificati119.83
3 15,79
di cui ordinari + professionisti639.26
6 84,21
VA Istat sommerso extra-agricolo186.62
7 100
Ricavi dichiarati dai non congrui
197.11
7 25,97 100
di cui semplificati non congrui
36.413 18,47
di cui ordinari + professionisti non congrui
160.70
4 81,53
Adeguamento richiesto da Gerico 22.077 2,9111,8
3 100
di cui ai semplificati 5.679 25,73
di cui agli ordinari e professionisti 16.398 74,27
Adeguamento effettuato dai non congrui 3.419 0,45 1,83 100,00
di cui dai semplificati 1.949 57,00
di cui dagli ordinari e dai professionisti 1.470 43,00
Proiezione dei risultati del 2002 a tutto l’universo mln €
ALCUNI ESEMPI CONCRETI
• L’adeguamento 1998-2002 effettuato rispetto a quello richiesto, per tipologia giuridica di contribuente
• “Rosticcerie”: come si distribuiscono le imprese non congrue rispetto allo scostamento
• “Ristoranti”: la percentuale dell’adeguamento effettuato rispetto al richiesto
Percentuale adeguamento effettuato rispetto a quello richiesto
Tipo di contribuente 1998 1999 2000 2001 2002
Contribuenti in semplificata 24,31% 25,97% 27,53% 32,21% 34,31%
Contribuenti in ordinaria 10,85% 10,54% 9,64% 11,53% 13,00%
Soc. di capitali 1,99% 0,48% 1,63% 2,18% 4,07%
Professionisti - - 7,51% 10,04% 14,74%
Media 14,72% 12,13% 11,99% 14,21% 15,49%
Distribuzione delle imprese non congrue (sia ordinarie che semplificate) in base allo scostamento – biennio 2001-2002
SG35U - Rosticcerie - Distribuzione delle imprese ordinarie e semplificate in base allo scostamento
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%
sc. pos. > 100%
sc. pos. 90-99%
sc. pos. 70-80%
sc. pos. 50-60%
sc. pos. 30-40%
sc. pos. 10-20%
sc. neg. 0.01-10%
sc. neg. 20-30%
sc. neg. 40-50%
sc. neg. 60-70%
sc. neg. 80-90%
sc. neg. = 100%
Imprese ordinarie Imprese semplificate
Ristoranti - Percentuale dell’adeguamento effettuato rispetto al richiesto (imprese ordinarie e semplificate) – Biennio 2001-2002
SG36U - Ristoranti - ADE/ADR - biennio 2001-02
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
imprese semplificate imprese ordinarie
Asse delle x: scostamento % tra ricavo puntuale e ricavi dichiarati; Asse delle y: percentuale dell’adeguamento effettuato rispetto a quello richiesto
Il modello implicito negli studi di settore
Ritengo che gli studi si fondino su un modello che: stima l’evasione in ragione inversa al volume d’affari; salvaguarda l’evasione da extra profitti e quella normale degli operatori maggiori; tende a colpire solo l’evasione marginale degli operatori più piccoli.
Anche perché i cluster (gruppi statistici omogenei) non considerano la scelta della contabilità.
La conseguenza è che si trascura l’aspetto della congruità dei costi.
Ergo: vale il sillogismo di Franco Gallo 2000: “se i contribuenti mentono anche gli studi di settore
mentono”.Ergo: necessità di raffronto con banche dati esterne
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• Per tre ordini di motivi, tutti rilevanti:- a) genesi logica dello strumento: di fatto si ragiona
come nel 1988-89 sui soli “semplificati”- b) metodo di costruzione: un fantascientifico apparato
statistico viene utilizzato come se il tempo non fosse trascorso e nulla si fosse appreso dalle esperienze passate; coazione a ripetere;
- c) “mancanza di coerenza” dell’accertamento: per svariati motivi l’accertamento non utilizza il bastone in suo possesso e dunque la carota deperisce;
Perché anche gli studi non fanno emergere base imponibile in maniera significativa?
Questioni di metodo da risolvere
• 1) Modificare l’art. 10 della Legge 146 del 1998.
• 2) Ideare un protocollo d’intesa tra il Ministro, le Associazioni di categoria e gli Ordini professionali per tarare gli studi di settore territorialmente e settorialmente.
• Passo avanti fatto nella Finanziaria 2005:
è stata eliminata l’esenzione IRAP per chi si adeguava in dichiarazione.
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Questioni di metodo da risolvere• Modificare l’art. 10 Legge 146, 1998 (opzione) ed il
D.L. 331 del 1993.L’analisi 1998-02 ha confermato ciò che illustrò il
SECIT nel 1991: “è necessario estendere il regime presuntivo a tutti i soggetti che, indipendentemente dal regime contabile e dalla natura giuridica (incluse le società di capitali), si collochino in una determinata fascia di ricavi”.
(Notiziario Fiscale n. 12, 1991)
Tale raccomandazione non venne recepita nel D.L. 331 del 1993. In mancanza di interventi correttivi non sarà possibile realizzare la “giustizia grossa” da cui dipende il successo vero della lotta all’evasione
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Studi, patto di stabilità e crescita economica• Ideare un protocollo d’intesa tra il Ministro e le
categorie che riguardi tre livelli di intervento:Nazionale: nel medio periodo recuperare 115 punti base di
IVA sul PIL. Accordo quadro nazionale, macroeconomico
Regionale: si quantifica il contributo, per regione e per attività economica, coerente con la contrazione del Tax-gap, che ciascuna categoria ed associazione si impegna a fornire
Provinciale: l’accordo regionale viene suddiviso tra le province nei settori di pertinenza delle categorie e delle associazioni professionali seguendo linee guida logiche ritagliate sul territorio (Convegno di Ancona, febbraio 2002)
A livello provinciale si realizza compiutamente l’obiettivo del federalismo fiscale collegandolo al principio del beneficio.
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• L’idea cardine da sviluppare è quella che, perso il grado di libertà della politica monetaria e realizzata parte della riforma fiscale (aliquote), la ripresa economica con il vincolo del patto di stabilità sia finanziata tramite un graduale recupero di evasione, con un ancoraggio territoriale dei benefici conseguiti.
• Questo vuol dire “stare in Europa”:
da un’evasione patologica ad una fisiologica.
Studi, patto di stabilità e crescita economica
La strada per coniugare patto di stabilità e crescita economica
• Gli Studi rappresentano una potenzialità inespressa• La banca dati della Sose non è sufficiente da sola per
conseguire grandi risultati • I dati Sose vanno confrontati con Contabilità
Nazionale (regionali a 20 settori e provinciali a 6)• L’Amministrazione deve ripetere lo studio Sogei
1999 (anni 1990-94) a livello più fine, con miglioramenti metodologici
• Vanno codificati i comportamenti evasivi delle grandi, medie e piccole imprese e degli operatori marginali. Va impostato il problema della congruità dei costi
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Conclusione: come uscire dallo “Stallo”?
• Evadere è solo una scelta “etica”?• Approfondimenti: evasione da sopravvivenza;
evasione normale e da extraprofitti• Evasori e tartassati: tassazione del reddito
disponibile e tassazione del reddito eccedente il consumo necessario. Gli studi dovrebbero essere una proxy del sostituto d’imposta
• Dilemma fuorviante: tassazione del reddito effettivo o del reddito normale? Cosa si evoca parlando di “giustizia fine” e di “giustizia grossa”? Cosa significa la frase “I ricchi non sono più qui”?
• In presenza di una piaga ci vuole pragmatismo.