gorgoglio - estratto

5
La Creatura 173 GORGOGLIO Randolph si avvicinò a Fedallah, infondo era raro che sul ponte di comando del Nautilus ci fosse qualcuno con un turbante che non fosse direttamente il Principe Dakkar. Fedallah solitamente non incline alle battute fece notare che il suo non era un turbante “peloso” ma erano i suoi capelli bianchissimi portati con quella strana acconciatura e che gli “ornamenti” facevano parte delle s ue trecce, erano nodi-vichinghi guadagnati nei soggiorni dalle donne di Lebek che lo ringraziavano quando riportava a casa sani e salvi i balenieri. Forse tra gli enigmi che circondavano la vita del persiano, la sua posizione sul Nautilus era uno dei meno affascinanti, ce n’era uno che, secondo Randolph Carter avrebbe fatto impazzire l’amico Tyler ovvero, il pedigree di Fedallah: mezzo persiano, mezzo norreno, sfiorava l’impossibile anche solo teorizzare come si fossero incontrati i suoi genitori, pelle pallida, capelli bianchi, non albino e con profondi occhi neri ed un naso camuso più negroide che semita … Fedallah volle anticipare le perplessità che forse davano al Sig.Carter quell’aria interrogativa: “Mister Carter, dovreste aver più fiducia nel Principe Dakkar, infondo io non mi chiedo perché oggi abbia affidato a voi l’infermeria invece di lasciarvi un uomo come il Dott. Henry Clerval. Lo accetto riponendo fiducia nel mio Capitano, come facevo all’epoca della Balena, se poi vi può essere di rassicurazione, quando il Nautilus deve immergersi oltre una certa profondità, laddove non giunge la luce del sole, ne la fisica del mondo che conosciamo, uno spirito possibilista e preparato all’orrore come il mio, potrebbe essere l’asso di questa vecchia bagnarola per sfuggire a un Leviatano o ad uno qualunque dei nemici di Nemo, perché è sicuro che abbia nemici anche qui”. Le parole di Fedallah non suonarono così vuote a Randolph, in primo luogo perché la missione del Nautilus era “differente” dalle altre missioni, alle quali per altro non aveva mai partecipato. Inoltre Henry Clerval solitamente presente sulla nave, abile chirurgo di Ingolstadt era stato mandato ad occuparsi di un certo Dott.West a Boston, lasciando il dipartimento medico della nave, nelle mani di Randolph, giovane infermiere del manicomio di Arkham, nato a Boston, appena

Upload: gianluca-valli

Post on 13-Jan-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Steampunk novel

TRANSCRIPT

Page 1: Gorgoglio - Estratto

La Creatura

173

GORGOGLIO

Randolph si avvicinò a Fedallah, infondo era raro che sul ponte di comando del

Nautilus ci fosse qualcuno con un turbante che non fosse direttamente il Principe

Dakkar. Fedallah solitamente non incline alle battute fece notare che il suo non

era un turbante “peloso” ma erano i suoi capelli bianchissimi portati con quella

strana acconciatura e che gli “ornamenti” facevano parte delle sue trecce, erano

nodi-vichinghi guadagnati nei soggiorni dalle donne di Lebek che lo ringraziavano

quando riportava a casa sani e salvi i balenieri. Forse tra gli enigmi che

circondavano la vita del persiano, la sua posizione sul Nautilus era uno dei meno

affascinanti, ce n’era uno che, secondo Randolph Carter avrebbe fatto impazzire

l’amico Tyler ovvero, il pedigree di Fedallah: mezzo persiano, mezzo norreno,

sfiorava l’impossibile anche solo teorizzare come si fossero incontrati i suoi

genitori, pelle pallida, capelli bianchi, non albino e con profondi occhi neri ed un

naso camuso più negroide che semita …

Fedallah volle anticipare le perplessità che forse davano al Sig.Carter quell’aria

interrogativa: “Mister Carter, dovreste aver più fiducia nel Principe Dakkar,

infondo io non mi chiedo perché oggi abbia affidato a voi l’infermeria invece di

lasciarvi un uomo come il Dott. Henry Clerval. Lo accetto riponendo fiducia nel

mio Capitano, come facevo all’epoca della Balena, se poi vi può essere di

rassicurazione, quando il Nautilus deve immergersi oltre una certa profondità,

laddove non giunge la luce del sole, ne la fisica del mondo che conosciamo, uno

spirito possibilista e preparato all’orrore come il mio, potrebbe essere l’asso di

questa vecchia bagnarola per sfuggire a un Leviatano o ad uno qualunque dei

nemici di Nemo, perché è sicuro che abbia nemici anche qui”.

Le parole di Fedallah non suonarono così vuote a Randolph, in primo luogo

perché la missione del Nautilus era “differente” dalle altre missioni, alle quali per

altro non aveva mai partecipato. Inoltre Henry Clerval solitamente presente sulla

nave, abile chirurgo di Ingolstadt era stato mandato ad occuparsi di un certo

Dott.West a Boston, lasciando il dipartimento medico della nave, nelle mani di

Randolph, giovane infermiere del manicomio di Arkham, nato a Boston, appena

Page 2: Gorgoglio - Estratto

174

imbarcatosi a Innsmouth, per studiare la curiosa morfologia psichica e fisica

d’uno degli ospiti del sommergibile.

Il paziente, il prigioniero o semplicemente l’ospite, doveva essere portato in una

struttura molto ben difesa, indicata dal Colonnello. Il nome della creatura,

almeno l’unico a cui rispondeva, era Caliban, sarebbe servito, avendo conosciuto

Moreau da vicino, a comprendere, se e come, Moreau potesse passare da

vittima di Gormogom ad arma nelle mani di questi esoterici terroristi.

La struttura si trovava a circa ventimila leghe sotto il livello del mare, ad una

pressione tale che non ci sarebbe stata via di fuga alcuna se non con l’ausilio del

Nautilus, unica creazione umana capace di raggiungere indenne quella

profondità.

Caliban era costretto in una gabbia già durante il trasporto, il che era raro per

l’equipaggio ai comandi di Nemo, anzi solitamente i peggiori criminali trasportati

vivevano negli alloggi del Capitano, il quale, visto il suo ottavo di sangue

piratesco si riteneva sufficientemente capace (sufficienza è assolutamente usato

come eufemismo) di gestire un prigioniero. Le uniche due creature trasportate in

una cella furono un gigantesco rabbino dalla pelle marmorea, chiamato Goylem

e Caliban, il quale sembrava sospeso tra il sonno e la veglia in un grosso cilindro

d’acqua salmastra, continuamente rinnovata tramite un complesso sistema di

filtri, pompe e valvole …

Il funzionamento della “cella” conferiva al Nautiloide l’aspetto di una gigantesca

balena ramata, a quella profondità, però, ogni velo di colore era scomparso dal

sottomarino, ed i pochi, irreali riflessi, su una gigantesca formazione di cristalli

simili ad un mostro di metallo lucente, facevano apparire il Nautiloide, nelle aree

più chiare, spettralmente biancastro, facendo tremare Fedallah legato ad un

inconfessabile destino, conosciuto solo da lui e dal Capitano Ahab con il quale si

sarebbe dovuto riconciliare, probabilmente nelle Fiandre.

Page 3: Gorgoglio - Estratto

La Creatura

175

Caliban sembrava un uomo, di buona muscolatura, dalla pelle viscida come

cosparsa di oli, tre tagli simmetrici sul collo respiravano mentre la sua cassa

toracica sembrava invece immobile.

Il suo sguardo, costituito da grandi occhi ovali, non presentava sclera. Numerose

operazioni chirurgiche, magistralmente eseguite, gli conferivano numerose

palpebre e probabilmente una vista peculiare per fare ciò che doveva,

qualunque cosa fosse, secondo l’originale progetto del Dottore. Ciò che però lo

rendeva assolutamente similare all’immagine che molti hanno del suo omonimo

Shakespeariano erano i capelli, delle specie di trecce, forse più, verosimilmente,

dei tentacoli, dotati di una lenta, ipnotica vita propria, sembrava l’illegittimo e

sventurato figlio della Gorgone e del Pirata Davy Jones.

Caliban sembrava ora turbato nel suo sonno … Fedallah s’avvicinò alla prigione-

acquario, obbligò uno dei marinai ad immettere una grande quantità di etere

nella soluzione salina, l’anestesista Crawford Long sarebbe stato fiero di lui e

della generosa porzione somministrata al prigioniero. Le labbra di Caliban

sussurravano mute rivelando di quando in quando uno scorcio della dentatura

inumana, e Fedallah pregava, invocando il sacro fuoco di Persia, proteggendo

dall’inevitabile i suoi marinai.

Carter corse in infermeria, richiamato dalla febbre dell’anziano Albator, uno dei

vecchi marinai cantato da Coleridge che si smarrì in Antartide, e svanì per il

mondo di superficie diventando uno dei misteriosi pirati della ciurma di Nemo. Il

vecchio sudava freddo come i ghiacci che lo intrappolarono anni orsono, e nel

delirio di questa febbre improvvisa urlava dei cavalli alati che precipitarono con

le uova di ghiaccio, tremava descrivendo le bestemmie fattesi carne cacciate dei

Regni oltre la terra, esortava Randolph a non lanciare il suo senno oltre la

“cintura d’argento” e poi disse: “Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl

fhtagn Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn Ph'nglui mglw'nafh

Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn” facendo, inconsciamente, eco alle mute

preghiere di Caliban … e qualcosa urtò il Nautiloide.

Page 4: Gorgoglio - Estratto

176

Un mostro, orripilante e ciclopico ricordo di ciò che poteva essere una piovra o

un kraken, s’avvicinò richiamato dalle mute preghiere di Caliban, dai deliri del

pazzo Franklin Albator o per zittire le bestemmie persiane di Fedallah. Quel

mostro strinse in una morsa il Nautilus.

L’abbietto servitore di Moreau sorrise, destandosi dal suo sonno artificiale, i filtri

cedettero liberandolo dalla presa orfica dell’etere, ed il mare cominciò a

reclamare alcuni degli alloggi della nave, col lamento sinistro ed acuto del

metallo che si piega sotto la pressione dei muscoli nefandi delle appendici del

mostro.

Caliban emise un fragoroso ruggito, accompagnato dall’esplosione dei cristalli

della sua prigione, poi avanzò verso Fedallah parlando calmo e sicuro: “Non sono

un prigioniero di Moreau, sono la prova che Moreau ha il talento per lavorare

per Lady Gormogom, ora ti chiederei cortesemente di consegnarmi la vita del

Principe e degli altri ufficiali, giuro che risparmierò mozzi e marinai, altrimenti

confida nel tuo Allah ma dubito possa vedere fin qui nell’abisso”. Fedallah

disciplinò il suo cuore per mantenere la stessa calma “Non ho a cuore gli ufficiali,

Nemo non è a bordo, e non sono io nella tua trappola, ma siete voi e quel

mostro nella mia, poiché la mia fede non è riposta in Allah, non come voi lo

intendete, quantomeno, non compirò alcun peccato ardendo come un sole

marino facendo detonare i motori della nave … ed il tuo amico Kraken tornerà ad

essere leggenda”.

Marinai ed ufficiali tremarono alle parole del persiano, anche come Bluff

suonava al limite della pazzia. Carter capì il suo ruolo, Nemo l’aveva voluto per

gestire un malato mentale a bordo, e non si riferiva certo a Caliban … i lamenti di

Albator intanto continuavano a riecheggiare sinistri per tutta la nave a causa del

comunicatore a pneumofono lasciato aperto tra l’infermeria ed il ponte

superiore. Randolph fece qualcosa di disperato, sparò un colpo deciso al volto

del povero Albator … il Kraken allentò la presa, Fedallah estrasse un lungo

dilmekiri, la sua fidata scimitarra, dalla falda degli ampi pantaloni turchi. Colpì

Caliban.

Non avrebbero scoperto altro sul prigioniero, se non il fatto che Gormogom era

Page 5: Gorgoglio - Estratto

La Creatura

177

oramai l’indiscussa regina dei mostri e per batterla servivano mostri della sua

portata. E Fedallah obbligò ad un’inversione verso le Fiandre, verso la casa del

più abile cacciatore di mostri al mondo … il Signore degli Arpionieri, il Capitano

Ahab.

THE STRAND

“La vita dei membri della Gallant, è talmente piena che servirebbe un giorno in

più alla settimana per trovare il tempo per il gioco del Polo e per conservare un

matrimonio” era una delle battute di maggior effetto d’entrambi i fratelli

Holmes, per quanto uno dei due odiasse il Polo e l’altro fosse, ovviamente,

allergico al matrimonio, tuttavia Plutonedì (così chiamavano quel giorno in più)

era il giorno dell’edizione speciale del “The Strand”, arrivava il 31 del mese, tre

giorni dopo l’edizione più popolare, e riportava eventi per una clientela molto

selezionata che pagava un salatissimo abbonamento al fine di ricevere tutti gli

“aggiornamenti” sulla Realpolitik dell’Impero Britannico (dove per Real,

s’intendevano gli eventi che realmente influivano sulla salute dell’Impero e dei

paesi ad esso più o meno direttamente collegati). Questo numero dello Strand

avrebbe riportato a Viktor tutti gli eventi più interessanti di quest’ultimo

periodo, in sintesi i grandi titoli erano: “Riemerge il Nautiloide, costretto alla

navigazione in superficie per l’attacco di un Kraken, s’accinge al ritorno nelle

Fiandre”, “Criminale in miniatura nel mirino della Holmes Investigation di Baker

St. Si cerca una cura per il Professor G. e le sue brillanti ed avvenenti assistenti”,

“Nasce lo Stato di Latveria, in seguito al re insediamento di Re Rudolph e al

matrimonio con Flavia di Zenda, assistono all’incoronazione Irene Adler ed il

manipolo di guerriglieri di Streslau garanti della pace e della libertà”. Viktor

leggeva l’edizione speciale in casa d’un amico di penna, Orlando, il quale provocò

in passato non pochi turbamenti al giovane Frankenstein. Solo ora, dopo aver

sorseggiato avidamente la grappa offerta dalla casa, ricordò che, a Villa Glavari,

Irene era citata nei pettegolezzi di Hanna, tra le amanti dell’amico Orlando.

Orlando era sempre divertito tanto dagli uomini quanto dalle donne che

s’innamoravano di lui, effettivamente anni in questa condizione, gli avevan fatto

perdere qualsiasi interesse per il proprio sesso, mentre l’avevano fatto